Upload
others
View
5
Download
0
Embed Size (px)
Citation preview
22 marzo 2007Salone del restauro, Ferrara
IL CANTIERE DI RESTAURO: STRUMENTI DI SUPPORTO
Aristos: per una catalogazione degli archivi
di restauroValentina Conticelli , Soprintendenza per i beni architettonici, il paesaggio e per il patrimonio storico artistico e etnoantropologico per la provincia di ArezzoCarmela Ditella , Soprintendenza per il patrimonio storico, artistico e etnoantropologico per la BasilicataPaola Traversone , Soprintendenza per il patrimonio storico, artistico e etnoantropologico per la LiguriaFabrizio Vona , Soprintendenza per il patrimonio storico, artistico e etnoantropologico per le province di Bari e Foggia
Referente: Valentina Conticelli,
Operatori: Sara Trzuskolas
Soprintendenza per i beni architettonici, il paesaggio e per il patrimonio storico
artistico e etnoantropologico per la provincia di Arezzo
Il fondo archivistico
La documentazione archivistica è contenuta nel Fondo Restauri Gallerie dell’Archivio della Soprintendenza, dove è collocata (in ordine topografico) anche la documentazione fotografica.
L’obiettivo
All’inizio del progetto, è stato prevista la strutturazione in ARISTOS di tutte le pratiche contenute nel Fondo Restauri Gallerie, mediante la creazione, per ciascuna pratica, di una tipologia di fonte “fascicolo”.Le pratiche di restauro riguardano un arco cronologico compreso tra il 1968, anno di fondazione della Soprintendenza di Arezzo, in passato ufficio periferico della Soprintendenza di Firenze, ed i nostri giorni.Gli interventi di restauro sono attinenti a diverse categorie di opere d’arte, conservate negli edifici religiosi, nei musei, negli edifici pubblici, di proprietàecclesiastica e statale della provincia di Arezzo.
La strutturazione dei datiPer ogni fonte fascicolo sono indicate le persone, gli enti e i beni coinvolti nell’intervento di restauro segnalato nella pratica corrispondente e,chiaramente, è descritto l’intervento di restauro medesimo, tramite la suddivisione dello stesso evento in fasi.Inoltre è sempre specificato il ruolo che le persone e gli enti hanno svolto in relazione all’intervento di restauro ed anche la posizione tecnica e/o amministrativa dell’intervento medesimo.Per le pratiche successive al 1975, le fonti “fascicolo” prevedono anche una o più scansioni digitali associate, che raffigurano l’opera d’arte coinvolta nell’intervento di restauro, tranne nei casi in cui non è stato possibile reperire il materiale fotografico.
Un caso di applicazioneUn caso di applicazione interessante è inerente alle campagne di stacco degli affreschi, eseguite in tutto il territorio della provincia di Arezzo, durante gli anni settanta, che sono il sintomo di una prassi diffusa durante quel decennio in Toscana, come in altre regioni d’Italia.Un esempio di questo tipo di interventi è relativo alla campagna di stacco eseguita presso l’Abbazia di Soffena a Castelfranco di Sopra.
L’entità BAS relativa all’affresco conservato nell’A bbazia di Soffena
La fonte fascicolo relativa alla campagna di stacco
Il risultato raggiuntoAlla conclusione del tempo previsto dal progetto, le pratiche inserite nel sistema sono 597 e sono comprese in un periodo che inizia nel 1968 e termina nel 1995.Devono essere ancora strutturate le pratiche dal 1996 ad oggi.Quindi, l’obiettivo previsto inizialmente, cioè l’informatizzazione minimale delle perizie contenute nel Fondo Restauri Gallerie, è stato quasi totalmente raggiunto e, per essere completato, sarebbe necessario strutturare le pratiche successive al 1995.
La propostaUn ulteriore e fondamentale sviluppo del progetto, che aumenterebbe l’utilitàdel processo di informatizzazione avviato, prevede �la strutturazione dei documenti contenuti in ogni singola pratica e l’acquisizione digitale (con la creazione della corrispondente fonte) di tutto il materiale iconografico �la strutturazione di pratiche virtuali, che raggruppino tutti gli eventi subiti da ciascuna opera, in relazione ad un “meta evento”, così da poterne individuare più facilmente, in fase di consultazione del programma, la storia della conservazione.
Referenti: Giuseppe Mastromarino, Carmela DitellaOperatori:Camilla Di Marzio, Porzia Grossi,
Maria Epifania, Maria Elena Marzario, Annarosa Scalcione
Soprintendenza per il patrimonio storico artistico ed etnoantropologico della
Basilicata
Obiettivi del progetto:• creazione di una banca dati a disposizione degli operatori del
restauro per conoscere le analisi diagnostiche, le tecniche e imateriali adottati in passato;
• utilizzo del database da parte di un’utenza interessata alla conoscenza, tutela e valorizzazione del patrimonio storico-artistico della Basilicata;
• creazione di una memoria storica dei restauri effettuati dopo ilsisma del 1980.
Sperimentazione del sistema Aristos
Archivio restauro della Soprintendenza:documentazione dal 1972 ad oggi.
Esecuzione del progetto e risultati raggiunti:
• Selezione, ordinamento cronologico ed elaborazione informatizzata delle singole fonti.
• Sperimentazione del software ARISTOS e suggerimenti per le modifiche necessarie ad una maggiore efficienza del sistema.
• Inserimento di 4830 fonti, contenute in 166 pratiche di restauro (dal 1972 ai primi mesi del 1980) da parte di 5 collaboratrici impegnate dal 1 febbraio al 15 settembre 2006.
Proposte
•Completamento dell’informatizzazione dell’Archivio Restauri.
•Interazione tra ARISTOS e banca dati dell’ICCD sia per le opere d’arte sia per i beni architettonici.
•Continuo aggiornamento della banca dati ARISTOS da parte degli operatori già formati per non disperdere le professionalità acquisite.
L’esigenza del completamento del progetto è avvalorata dagli adempimentitecnico-amministrativo riguardanti la conoscenza dei risultati culturali e scientifici di ogni intervento come documento storico dello stato del manufatto prima, durante e dopo l’intervento stesso, quali elementi propedeutici per un eventuale futuro programma direstauro o manutenzione del bene (art.221 D.P.R. 554 del 21/12/1999.
Referente: Paola Traversone
Operatori:Valentina Cavalieri, Matteo Moretti
Soprintendenza per il Patrimonio Storico, Artistico ed Etnoantropologico della Liguria
ObiettivoInformatizzazione delle relazioni di restauro conservate nell’Archivio Restauri della Soprintendenza PSAE della Liguria.
Tipologia degli eventi documentati
La quasi totalità delle relazioni riguarda restauri commissionati e finanziati da enti diversi dal Ministero.
Tipologia della documentazione cartacea
Le relazioni che i restauratori sono tenuti a trasmettere alla Direzione Lavori (i funzionari di zona della Soprintendenza) nella maggior parte dei casi rispondono ad un modello prestampato fornito dalla Soprintendenza.
Strutturazione della documentazione in ARISTOS:
-Inserimento degli enti, delle persone coinvolti nel restauro -Inserimento dei beni architettonici e dei beni storico artistici, oggetto degli interventi
-Inserimento della descrizione del bene prima dell’intervento di restauro tramite la strutturazionedella documentazione relativa allo stato di conservazione del bene prima dell’intervento:
• Indagine conoscitiva :-su: ambito →opera-tipo: indagine autoptica
• Obiettivi:- progettazione dell’intervento di restauro;-individuazione del materiale-individuazione dello stato di conservazione;- individuazione degli interventi precedenti.
la descrizione dell’intervento di restauro
- suddivisione nelle diverse fasi
- specifica dei materiali, degli strumenti e delle tecniche utilizzate
Strutturazione in Aristos:
- inserimento nelle scansioni digitali della documentazione fotografica (e/o grafica) dell’intervento
Referenti: Fabrizio VonaOperatori:Francesca Dentamaro, Virginia Campanale,
Marzia Altieri, Maria Marmontelli, Katiuscia Troisi.
Soprintendenza per il patrimonio storico, artistico e etnoantropologico per le province di
Bari e Foggia
Obiettivi dell’informatizzazione:
• Recupero e organizzazione della documentazione esistente presso gli uffici della Soprintendenza PSAE di Bari e presso l’Archivio di Stato di Bari.
• La documentazione è inerente:� gli interventi di restauro eseguiti, da ditte
esterne, nei Comuni della provincia di Bari, a partire da quelli più recenti fino agli anni ottanta;
� i prestiti per mostra effettuati negli ultimi venti anni;
� le denunce di furto di opere d’arte.
I risultati raggiunti:
• 407 fonti iconografiche• 206 lettere• 133 progetti di restauro• 46 fonti fascicolo• 25 relazioni di restauro • 3 documenti contabili• 3 elenchi/inventari• 2 certificati di ultimazione• 2 resoconti di analisi scientifica• 3 verbali
Risultati della sperimentazione:
• l’archiviazione e l’informatizzazione, mediante un software adattabile alle diverse tipologie di documentazione, ha conferito ai funzionari della Soprintendenza la possibilità di fruire con maggiore facilità della documentazione esistente.
• l’utilizzo di ARISTOS ha evidenziato l’esigenza di informatizzare le fonti e soprattutto l’utilità dell’applicazione per la ricerca e lo studio di documenti di archivio , fornendo una accessibilità immediata alle fonti inerenti una identica opera ma localizzate in archivi diversi ed anche la possibilità di effettuare controlli sulla situazione delle opere e sugli eventuali furti.
• il recupero della documentazione esistente inerente i prestiti per mostra ha permesso il miglioramento della gestione e/o del controllo dei trasferimenti e delle localizzazioni delle opere del territorio.