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Carissimi Alpini e Soci Aggregati, ancora una volta mi rivolgo a voi con il ricordo di una gran- de Adunata Nazionale; vedervi sfilare a Treviso sempre più numerosi, nonostante che gli anni passano, mi riempie il cuore e le sensazioni che provo sono difficili da esprimere. Un grazie a tutti voi, Alpini, familiari, accompagnatori, alla nostra meravigliosa Fanfara Sezionale; unanimità di ap- prezzamenti alla Protezione Civile per il prezioso lavoro per la comunità di Treviso. L’accoglienza Trevigiana pie- na di affetto, calore ed emozione; così tanta gente dietro le transenne con entusiasmo ad applaudire: una vera festa di popolo. Carichi di entusiasmo ora ci attendono altri importanti im- pegni: i numerosi Raduni di Gruppo, al Passo San Marco l’incontro con gli amici Berga- maschi, il trentennale dell’allu- vione, un appuntamento an- che mediatico per la presenza delle più alte cariche dello Sta- to; noi ci siamo e ci saremo sempre, siamo Alpini, e su di noi si può sempre contare. Ritorneremo sullo Scerscen, ricorre il centenario di quella tragedia; lavoreremo uniti ai Gruppi Malenchi, per ricordare degnamente quei giovani Alpini che persero la vita. Lo stesso faremo al Passo Gavia per ricordare la conqui- sta del San Matteo. Finalmente avremo anche noi il nostro Raduno Sezionale; sarà il n° 1 della Valtellinese, si terrà il 30 settembre e l’1 ottobre a Sondalo. Tutti insieme dobbiamo lavorare per or- ganizzare nel migliore di modi questo Raduno; sono certo che sapremo fare anche di questo appuntamento un’oc- casione per esprimere la parte migliore di noi. Questi ed altri appuntamenti affronteremo con entusiasmo e con lo spirito che ogni volta si sprigiona dal Cappello con la penna. Continueremo sempre a fare memoria; è importante, è uno dei doveri fondamentali della nostra Associazione, anche se non è il solo; parimenti importanti sono il senso del do- vere, la fratellanza, la solidarietà, l’amore per la famiglia e per la nostra bella Italia. Ricordare è anche un dovere morale, un dovere che abbia- mo verso le nuove generazioni, non solo per informarle dei fatti, ma soprattutto per educarle a conoscere la storia de- gli Alpini e della nostra Associazione; sì, perché è da que- sta grande famiglia Alpina che noi abbiamo conosciuto ed appreso il vero significato dell’Amicizia e della Solidarietà. Non dimentichiamoci che la nostra Alpinità, quella vera, dei nostri Reduci, dei nostri Padri e di chi vive l’Associa- zione, conserva valori altrove scomparsi; noi non possiamo disperderli, ma facciamone te- soro e utilizziamoli per avvici- nare quanti ancora non cono- scono il nostro sodalizio. Cari Alpini, gli impegni ogni anno aumentano, anche quel- li del Presidente; quando qualcuno mi chiede che lavo- ro faccio, io di rimando, sen- za esitazioni, rispondo “l’Alpi- no”; sì perché, in questi anni, con passione e determinazio- ne ho dedicato forze e tempo alla nostra Sezione, con al mio fianco tutto il CDS e i Responsabili di settore; li voglio rin- graziare tutti perché senza di loro anche il mio impegno sarebbe impossibile. Ai Capi Gruppo e ai loro collabora- tori, a tutti gli associati esprimo il mio grazie sincero per l’impegno costante e per il tempo che dedicano alla vita associativa, tempo che sottraggono alle proprie famiglie. Trovando unità di intenti e fattiva collaborazione da parte di tutti, il Presidente sarà attento ad ascoltare proposte e consigli per rendere sempre più grande la Valtellinese. Armonia, collaborazione e una forte amicizia, fanno sì che diventi un grande piacere portare questo zaino, pesante, pieno di impegni, di valori e responsabilità, ma anche di tante cose belle, soddisfazioni ed emozioni che mi rendo- no orgoglioso di essere il Presidente di questa meraviglio- sa Sezione. Un abbraccio e di nuovo grazie per l’affetto. Il Presidente Gianfranco Giambelli Armonia, collaborazione ed amicizia

Armonia, collaborazione ed amicizia · appreso il vero significato dell’Amicizia e della Solidarietà. Non dimentichiamoci che la nostra Alpinità, quella vera, dei nostri Reduci,

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Page 1: Armonia, collaborazione ed amicizia · appreso il vero significato dell’Amicizia e della Solidarietà. Non dimentichiamoci che la nostra Alpinità, quella vera, dei nostri Reduci,

Carissimi Alpini e Soci Aggregati,ancora una volta mi rivolgo a voi con il ricordo di una gran-de Adunata Nazionale; vedervi sfilare a Treviso sempre più numerosi, nonostante che gli anni passano, mi riempie il cuore e le sensazioni che provo sono difficili da esprimere.Un grazie a tutti voi, Alpini, familiari, accompagnatori, alla nostra meravigliosa Fanfara Sezionale; unanimità di ap-prezzamenti alla Protezione Civile per il prezioso lavoro per la comunità di Treviso. L’accoglienza Trevigiana pie-na di affetto, calore ed emozione; così tanta gente dietro le transenne con entusiasmo ad applaudire: una vera festa di popolo.Carichi di entusiasmo ora ci attendono altri importanti im-pegni: i numerosi Raduni di Gruppo, al Passo San Marco l’incontro con gli amici Berga-maschi, il trentennale dell’allu-vione, un appuntamento an-che mediatico per la presenza delle più alte cariche dello Sta-to; noi ci siamo e ci saremo sempre, siamo Alpini, e su di noi si può sempre contare.Ritorneremo sullo Scerscen, ricorre il centenario di quella tragedia; lavoreremo uniti ai Gruppi Malenchi, per ricordare degnamente quei giovani Alpini che persero la vita.Lo stesso faremo al Passo Gavia per ricordare la conqui-sta del San Matteo.Finalmente avremo anche noi il nostro Raduno Sezionale; sarà il n° 1 della Valtellinese, si terrà il 30 settembre e l’1 ottobre a Sondalo. Tutti insieme dobbiamo lavorare per or-ganizzare nel migliore di modi questo Raduno; sono certo che sapremo fare anche di questo appuntamento un’oc-casione per esprimere la parte migliore di noi.Questi ed altri appuntamenti affronteremo con entusiasmo e con lo spirito che ogni volta si sprigiona dal Cappello con la penna.Continueremo sempre a fare memoria; è importante, è uno dei doveri fondamentali della nostra Associazione, anche se non è il solo; parimenti importanti sono il senso del do-

vere, la fratellanza, la solidarietà, l’amore per la famiglia e per la nostra bella Italia.Ricordare è anche un dovere morale, un dovere che abbia-mo verso le nuove generazioni, non solo per informarle dei fatti, ma soprattutto per educarle a conoscere la storia de-gli Alpini e della nostra Associazione; sì, perché è da que-sta grande famiglia Alpina che noi abbiamo conosciuto ed appreso il vero significato dell’Amicizia e della Solidarietà.Non dimentichiamoci che la nostra Alpinità, quella vera, dei nostri Reduci, dei nostri Padri e di chi vive l’Associa-

zione, conserva valori altrove scomparsi; noi non possiamo disperderli, ma facciamone te-soro e utilizziamoli per avvici-nare quanti ancora non cono-scono il nostro sodalizio.Cari Alpini, gli impegni ogni anno aumentano, anche quel-li del Presidente; quando qualcuno mi chiede che lavo-ro faccio, io di rimando, sen-za esitazioni, rispondo “l’Alpi-no”; sì perché, in questi anni, con passione e determinazio-ne ho dedicato forze e tempo alla nostra Sezione, con al mio

fianco tutto il CDS e i Responsabili di settore; li voglio rin-graziare tutti perché senza di loro anche il mio impegno sarebbe impossibile. Ai Capi Gruppo e ai loro collabora-tori, a tutti gli associati esprimo il mio grazie sincero per l’impegno costante e per il tempo che dedicano alla vita associativa, tempo che sottraggono alle proprie famiglie.Trovando unità di intenti e fattiva collaborazione da parte di tutti, il Presidente sarà attento ad ascoltare proposte e consigli per rendere sempre più grande la Valtellinese.Armonia, collaborazione e una forte amicizia, fanno sì che diventi un grande piacere portare questo zaino, pesante, pieno di impegni, di valori e responsabilità, ma anche di tante cose belle, soddisfazioni ed emozioni che mi rendo-no orgoglioso di essere il Presidente di questa meraviglio-sa Sezione.Un abbraccio e di nuovo grazie per l’affetto.

Il Presidente Gianfranco Giambelli

Armonia, collaborazione ed amicizia

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Valtellina Alpina 2 LUGLIO 2017

LIBRO VERDE 2016GRUPPO ORE

LAVORATE € erogatiAlbaredo 275 1.785Albosaggia 1.350 1.800 Andalo Valtellino 125 1.570Aprica - -Ardenno - -Berbenno in Valtellina - - Bianzone - -Bormio 1.915 1.050Buglio in Monte 760 2.350Caiolo - -Caspoggio 2.203 1.451Castello dell’Acqua 167 750Castione 134 -Cedrasco 2.603 -Cercino 415 1.230Chiavenna 2.639 1.330Chiesa Valmalenco 300 500Chiuro 206 -Cino Mantello 284 610Civo Dazio 250 -Colorina 769 -Cosio Piagno 999 -Delebio 618 3.113Dubino 723 400 Faedo Valtellino - -Fusine 300 500Gordona 235 -Grosio 762 3.060Grosotto - -Isolaccia Valdidentro 1.705 3.300Lanzada 1.071 1.600Livigno Trepalle 1.474 -Lovero 480 -Madonna di Tirano - -Mazzo Valtellino 2.023 2.700Mello 824 2.862Mese 169 -Montagna Valtellina 623 740Morbegno 678 2.543Novate Mezzola 1.085 1.030Nuova Olonio 1.300 762Pedenosso - -Piantedo 930 1.300Piateda 651 3.250Piatta 1.566 9.080Poggiridenti 290 -Ponchiera Arquino 1.424 9.009Ponte Valtellina 1.073 7.250Premadio 300 300Rogolo 325 10.383Samolaco 3.322 3.510San Giacomo di Teglio 375 5.014Selvetta Forcola 320 1.650Semogo 343 320Sirta Forcola - -Sondalo 498 80Sondrio 1.820 4.100Spriana - -Talamona 1.710 -Teglio 75 700Tirano - -

La comunicazione scarpona ha registrato qualche cilec-ca nella trasmissione dei dati forniti ed inviati per il Li-bro Verde. Con le scuse ai Gruppi di Premadio, Sondalo, Traona, Valmasino e Villa di Tirano che nel numero pre-cedente di Valtellina Alpina e sul Libro Verde non si son visti pubblicati i loro dati si aggiorna il quadro ed i con-suntivi. La diffusa clausola s&o – salvo errori ed omissioni – è estesa per tutti i furieri scarponi che possono anche avvalersi della facoltà di rettificare i propri o altrui errori adottando sempre l’abusato motto tiranino:MAI TARDI!

GRUPPO ORE LAVORATE € erogati

Torre S. Maria - 1.000Tresenda 230 2.420Traona 470 350Tresivio 2.400 3.000Triangia - -Valdisotto 863 1.625Valfurva 2.530 902Valgerola 432 1.770Valmasino 375 350Valtartano 851 1.025Verceia 2.045 2.760Villa di Chiavenna 872 920 Villa di Tirano 420 3.600Sezione Valtellinese - 4.300P.C. Sezione Valtellinese 14.953 -

Totale 70.929 117.004

Raduno SezionaleSondalo, 30 settembre e domenica 1 ottobre 2017

Raduno Sezionale

Sabato 30 settembreOre 18 Ricevimento autorità nel Comune

di Sondalo. Rinfresco presso Sede Gruppo Alpini di Sondalo.

Serata in compagniaDomenica 1 ottobreOre 9.15 Ammassamento piazzale Chiesa Alzabandiera, Onore ai Caduti, Interventiore 10 S. Messaore 11 Sfilataore 12.30 Rancio Alpinoore 15 In compagnia della Fanfara Valtellineseore 18 Ammainabandiera

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Valtellina Alpina 3 LUGLIO 2017

PRE CAMPO ADUNATANel lavoro preparatorio, instancabile e silenzioso, esegui-to per il migliore svolgimento di ogni adunata, è compre-sa l’opera svolta dai volontari che si attivano, giorni prima dell’evento, per dare lustro alla città ospitante la manife-stazione. Il Coordinatore Marco Bricalli, anche quest’anno, ha chiamato a sé un manipolo di volenterosi, tredici in tutto, che di buona lena, lunedì 8 maggio, hanno iniziato i lavori a loro affidati dall’amministrazione Comunale di Treviso, che ha così ufficializzato l’inizio adunata con l’apertura di vari cantieri sparsi per la città, dove un brulicare di penne nere è ben visibile e infonde allegria ai cittadini trevigiani.I nostri, acquartierati presso lo stabile ex provveditorato agli studi, sono stati incaricati di riqualificare il perime-tro della scuola elementare “Giosuè Carducci” di Treviso; grazie alla loro collaudata e qualificata maestria, hanno trasformato l’esterno della scuola con la realizzazione di vialetti in ghiaia, con la posa di steccati perimetrali in le-gno e la preparazione del terreno per la realizzazione di un orto botanico, oltre alla sistemazione e alla pulizia di tutto il terreno attorno all’edificio scolastico.

PROSSIMAMENTETra i futuri impegni dei volontari di P.C. ricordiamo l’e-sercitazione che si terrà a metà Luglio in Alta Valle, in occasione delle manifestazioni che ricorderanno il 30mo anniversario dell’alluvione del 1987. Venerdì 14 luglio è previsto l’allestimento del campo base in località Aquilo-ne, nel Comune di Valdisotto; Sabato 15 l’esercitazione vera e propria, in uno scenario di rischio idraulico, presso il fiume Adda in territorio comunale di Valdisotto e il tor-rente Frodolfo in Comune di Valfurva. Per Domenica 16 luglio è organizzata l’esercitazione AIB nel territorio della Comunità Montana di Morbegno. Martedì 18 i nostri volontari presidieranno il campo base di Aquilone della cerimonia ufficiale del 30mo anniversa-rio dell’Alluvione, che vedrà la presenza del Capo dello Stato Sergio Mattarella e del Capo della Polizia di Stato ed ex capo della Protezione Civile Nazionale Franco Ga-brielli.

GRUPPO A.I.B.Prosegue l’attività dei gruppi A.I.B., che si presenta sem-pre varia ed articolata. Oltre agli interventi per spegni-mento incendi, sia nel territorio valtellinese nei Comu-ni di Cedrasco e Montagna Valtellina, località Mara, sia nell’ambito dell’Alto lago nei Comuni di Sorico, Garze-no e Stazzona, i volontari si sono cimentati nel ripristi-no dei sentieri di montagna. In particolare, in Comune di Tresivio, località Prudè, è stato sistemato e reso di nuovo agibile un tratto del sentiero del Sole.

L’esemplare lavoro operato dai Volontari della PC Sezione Valtellinese nel capoluogo d’Adunata. Va ribadito quanto sia prezioso il contributo offerto dai Volontari alle città che ospitano le Adunate Nazionale; varie strutture e siti degradati vengono rimessi in ordine

dallo slancio operativa ANA in sintonia con i bisogni indicati dalle Amministrazioni. Interventi del Nucleo A.I.B.

Protezione Civilea cura di Paolo Folini

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Valtellina Alpina 4 LUGLIO 2017

Il Piave mormorava placido anche lo scorso 13 maggio, quando l’ho attraversato sul Ponte della Priula per rag-giungere la riva sinistra e le dolci colline di Valdobbiade-ne e del Prosecco: poca acqua nel letto del fiume “sa-cro”, ma era così anche il 24 maggio 1915 quando lo guadarono i nostri fanti. Sarà stato l’ avvicinamento da Treviso, passando per il Montello e tanti paesi Nervesa, Sernaglia, Moriago, al cui nome è stato aggiunto “della Battaglia” e che ridestano negli Alpini la memoria della “Grande Guerra”, la nascita ed il consolidamento della loro leggenda di soldati unici, e guardando il fiume ho avvertito in pieno il significato di oltre un secolo in cui tanto è poi cambiato ma che ha fatto nascere da qui l’I-talia ed i suoi Alpini. Ed ho capito perché Treviso non sa-rebbe stata un’Adunata “normale” ma storica, irripetibi-le, unica!

L’Adunata di TrevisoTen. Giampaolo Bono, S. Anna Fuarce 59° Alpini Sempre!

Dopo i brevi acquazzoni di venerdì e sabato, giorno in cui una delegazione di malenchi, guidata da Giancarlo Lenatti “Bianco” ha visitato Venezia senza perdersi nelle calli, la domenica si annuncia con un’ alba radiosa: pro-prio da Adunata record! La stima degli organizzatori è che nei due giorni finali transiteranno nella Marca trevi-giana oltre 740.000 tra Alpini, amici, parenti e muli.Alle 8.30 del mattino le mura che accompagnano l’ inizio della sfilata sono già piene di folla: vedo passare la Julia in armi, poi le Sezioni estere, la mitica Aquila dell’ omo-nima Sezione, poi la Vallèe cui mi legano i ricordi della Scuola Militare Alpina (a proposito sono tanti gli ex-allie-vi che passano e riconosco anche cinque miei compagni del 59° Corso AUC, belli, marziali, nonostante i 47 anni trascorsi dalla Naja. Ieri ci siamo ritrovati a pranzo a Val-dobbiadene ed eravamo una cinquantina a cantare il no-stro “Figli di Nessuno” quasi con la stessa voce di allo-ra). La Sezione di Cuneo apre il Piemonte, con una forte presenza malgrado la distanza: è ora di avviarci verso l’ ammassamento a cercare la Valtellina. Siamo posiziona-ti verso piazza Matteotti, nella parte orientale del centro e come sempre si fa fatica ad arrivare anche perché le strade sono quasi ostruite dagli Alpini delle Sezioni emi-liane e romagnole che partono prima di noi: comunque arrivo verso le 12.00 e trovo già un po’ di soci. I caspog-gini, guidati da Arif Negrini e con un Gianfranco Presaz-zi che ho visto più in forma altre volte (prima birra al bar vicino), poi Torre, Lanzada, Chiesa (con cantata di “amici miei” e seconda birra), il gruppo di Aprica con sci e di-visa bianca nonostante i 30 gradi, i grosini col loro ma-glioncino rosso, la banda di Bormio in divisa locale, e realizzo che siamo tanti, ma proprio tanti. Naturalmen-te ci sono tutti i responsabili della Sezione, il Presidente Giambelli, il Colonnello Gioacchino Gambetta, mio com-pagno di stanza nella spedizione in Calabria, circondato da una massa di Alpini del Tirano che lo salutano come fosse una Madonna pellegrina: ma si sa il Tirano è spe-ciale! L’imprinting di Malles Venosta ti entra dentro e non ti molla più. Mai Tardi!Soliti esaurimenti delle anime pie che cercano di dare una forma ordinata allo schieramento: ci si incontra, ci si saluta, si fa un salto a bere qualcosa (terza birra), poi si incontra qualcun altro e non ci si inquadra mai. Il mo-vimento è come quello del mare verso riva: un’ onda va, una viene, e non sono mai le stesse. Poi di colpo si ma-terializza il miracolo: una voce “si parte!” e l’ acqua di-venta solida, file di otto Alpini, allineate, coperte, beh in-somma, quasi! Mi ritrovo solo, da un po’ di anni il mitico Augusto, ac-canto al quale dividevo ogni anno il percorso, è andato avanti e mi manca la sua eleganza di gentiluomo di vec-chio stampo, la sua bonomia, quel suo portare il distin-tivo della Campagna di Russia con apparente noncha-lance. Chiedo dove devono mettersi i Veci Ufficiali e mi dicono “dopo i Sindaci” (bella presenza due file da otto), poi visto che sono solo vengo portato avanti, verso Con-

Bandiere da Venezia in poi per chi arrivava in autostrada, bandiere in tutto il territorio delle quattro Sezioni orga-nizzatrici: Treviso, Conegliano, Valdobbiadene e Vittorio Veneto. E bandiere per tutta la città: Treviso accoglie gli Alpini con la sua bella cinta di mura cinquecentesche e di verde, con le strade del centro strette e diseguali, con l’ affetto di un popolo, la “razza Piave”, che capisce gli Alpini, li ama, che è Alpino. Del resto il territorio provin-ciale è chiuso tra il Grappa ad ovest ed il Piave ad est: simboli dell’ epopea alpina, di un Italia diversa certo, ma ancor oggi legata a questa terra, alle tradizioni, ai valori.

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Valtellina Alpina 5 LUGLIO 2017

siglieri e simili: mi metto in coda dicendomi che, come alle Olimpiadi “è importante partecipare”.E partiamo alla scoperta di Treviso! Le mura sono sempre affollate, anche all’ ora di pranzo, e dai balconi delle case piovono applausi e stelle filanti tricolori: una festa! La banda si è posizionata molto in-dietro e la testa del corteo valtellinese farà tutta la sfila-ta senza musica o quasi: è già dura far marciare alcuni sindaci non Alpini al passo con i tamburi, così diventa un’ impresa! Comunque strada dopo strada, curva dopo curva, arriviamo ordinati davanti alle tribune. Un attenti a destra per il saluto al Labaro dell’ ANA, coperto di meda-glie d’ oro, ed alle autorità presenti: il Presidente Favero, il Generale Bonato, il sempiterno Giovanardi vestito da Carabiniere, quasi tutti i politici del Veneto. Ancora po-che curve ed arriviamo allo scioglimento: messo strate-gicamente dopo un ponte, con il Sile ad impedire ritorni ed intasamenti verso la sfilata che prosegue. Trovo Bian-co ed i malenchi e ci sediamo sulla riva del fiume sotto un tendone di Churrascaria argentina che manda tanghi a tutto volume con il corteo e le varie bande che passa-no a 50 metri: ci vorrà la minaccia di ribaltare i tavoloni per spegnere il volume.

Sensazioni: bel percorso, bella Adunata, contenuta fisi-camente dalle mura cittadine all’ interno del centro stori-co, bella gente ai bordi delle strade e bella gente nel cor-teo della Valtellina unita. Gli applausi ricevuti sono una conferma, un po’ meno le parole dello speaker ufficiale tendente al camuno spinto: se proprio non se ne trova uno da noi, bisognerà spiegargli che l’Adamello, anche se lo vediamo, si trova in un’ altra valle.La sensazione di Adunata bella, quasi unica, viene con-fermata verso le 21 quando le Sezioni organizzatrici chiu-dono la giornata: Treviso passa per oltre un quarto d’ora!Grazie Treviso, grazie Alpini del Piave! Siete riusciti a ri-creare, come sempre, più di sempre, la magia che ac-compagna ogni nostra Adunata: Alpini di ogni età, di ogni provenienza, di ogni ceto, che marciano uniti, fieri, dignitosi, per ricordare i loro Caduti e la Naja della loro gioventù e per riaffermare, grazie al dovere compiuto, il diritto di essere ascoltati da una società sempre più di-stratta, sempre meno sicura, bisognosa ogni giorno di più delle certezze semplici e granitiche dei Soldati delle Alpi, di noi Alpini!All’anno venturo: a Trento!

Grande Adunata di Treviso!Siamo stati ospiti del Gruppo di Signoressa, un bel pae-sotto poco distante dal cuore dell’Adunata; in collabora-zione con gli Alpini locali e il loro bravissimo capo gruppo abbiamo organizzato un week end con i fiocchi, a par-tire dal concerto del venerdì in cui, essendo l’Adunata del Piave, abbiamo presentato brani risalenti alla Gran-de Guerra.Strepitoso anche il dopo concerto, compreso di qualche “sbrandamento” notturno; già, perché quest’anno abbia-mo dormito tutti insieme sulle brande da campo in una tensostruttura ed è stato divertente e sicuramente questa convivenza “forzata” anche se per poco tempo ha asso-lutamente degli affetti positivi, aggreganti e non può altro che far bene al nostro già unito gruppo.Sabato libero quest’anno, permettendo a tutti di godere a pieno dell’Adunata, per poi trovarsi a cena nel campo su-per attrezzato dei nostri Valena senior e junior, davanti a un piatto di squisiti pizzoccheri fumanti preparati ad hoc dai padroni di casa, il tutto contornato da amici, canti, al-legria e note suonate a la buna.

Fanfara a Treviso

Grande sfilata la domenica per le vie di Treviso attraverso un bel percorso incorniciato da moltissime persone fe-stanti e partecipe; è sempre un’emozione…Un grazie sentito va agli Alpini di Signoressa per la stu-penda accoglienza, alla nostra Sezione, al Presidente Gianfranco Giambelli che ci segue con grande affetto, al nostro referente Arrigo Mattiussi per il grande supporto e che con la sua Preghiera dell’Alpino sulle note del Signo-re delle Cime, al concerto, ne ha fatti commuovere tan-ti, al prezioso aiuto del nostro Ido Moltoni, perché a lui le “primavere” gli fanno un baffo!Un forte grazie a tutti i componenti della fanfara per l’im-pegno che ci mettono, la disponibilità e anche per quella sana voglia di fare “baraca” insieme. Grandi i veci e i bocia della fanfara!

P.S. piccolo avviso per i lettori: abbiamo una carenza nel reparto percussioni, clarinetti e cercasi un ottavi-no… vi aspettiamo!

Federico Serpi

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Valtellina Alpina 6 LUGLIO 2017

90esima Adunata degli Alpini – Treviso 2017

Emozionidi Marina Riva

Va vissuta da vicino l’Adunata degli Alpini per provare quelle emozioni sopite, dimenticate o mai conosciute che la nostra moderna quotidianità ha rilegato in un angolo senza luce dello spirito sociale e civile di donne e di uomini. Va vissu-ta da vicino lungo le transenne, vicino alle migliaia di Alpi-ni che scandiscono con il loro passaggio una giornata e un corteo lunghi 12 ore. Un fiume di umanità fra due argini di altrettanta umanità, uno scorrere di riconoscenza reciproca e una partecipazione che nessun altra ricorrenza o evento può eguagliare in Italia.È difficile raccontare le sensazioni che una comunione di donne e di uomini, di giovani e meno giovani, di vecchi e di bambini suscita, e provoca una scossa piacevole dell’animo e della coscienza.La sorpresa, la meraviglia, la bellezza, gli applausi, gli evvi-va fanno da sfondo a questa grandissima riunione di italia-ne e italiani.Non c’è il singolo, non c’è una squadra da acclamare, da accogliere, da sostenere, ma ci siamo tutti nel condivide-re un’immensa festa, anche nel ricordo di chi non c’è più, di chi “è andato avanti”e che è stato parte e protagonista di grandi cambiamenti e di chi continua a proporre, credere e difendere i valori basilari della nostra cultura e della nostra società. È bello emozionarsi al passaggio degli Alpini nelle camicie tutte uguali, colorate per provincia o Sezione, con i loro cappelli con le penne. Nessuno ha il viso scuro, arrabbiato o indisposto.Ognuno ha una naturale serenità e spontaneità nell’espres-sione. C’è chi saluta, chi sorride, chi ringrazia degli applausi e delle acclamazioni del pubblico.C’è chi scandisce vari evviva, e coincidendo questa giorna-ta con la festa della mamma c’è chi fa volare letteralmente gli auguri a tutte te mamme. È degli Alpini più vecchi, che la mamma non l’hanno più, l’augurio più caloroso, autentico e che arriva al Cuore. L’animo del pubblico si apre ad acco-gliere i colori, la musica delle fanfare e la moltitudine di Alpini che marcia ordinata per file, per regione, per provincia e per Sezione. Ognuno si sente parte della festa. Viene da pensare che regioni piccole come l’Abruzzo e la Valle d’Aosta si sono letteralmente svuotate per la trasferta a Treviso. Si immagina-no le storie umane e militari dietro ogni volto. Applausi com-mossi e forti ai cappelli degli Alpini che “sono andati avanti”, cappelli vecchi e consumati che hanno vissuto tempi tragici e incredibili, ma anche cappelli in ordine e di fattura recente, storie di giovani Alpini che chissà per quale triste evento ci hanno lasciato. Oggi ci sono anche loro, immersi in una gene-rale commozione, fra le mani orgogliose dei figli, delle mam-me, dei papà e degli amici. Le parole degli striscioni regala-no pensieri e riflessioni. Sfilano i sindaci, chi Alpino e chi no. L’ammirazione più calorosa ai sindaci giovani e alle sindache, sono fresche, sorridenti e colorate avvolte nella fascia trico-lore sono giovani e belle, anche dentro. La gente lo vede , lo sente, vuole e spera nel bello e nella forza dell’onestà, del-la capacità, della tenacità, della sensibilità e dell’intelligenza femminile nella vita e nell’amministrazione.Sono accolti con affetto gli Alpini vecchi un po’ malfermi sul-

le gambe, ripiegati e traballanti, gli Alpini che non cammina-no più con le loro gambe che sfilano con l’orgoglio loro e di tutti. Sfilano gli Alpini che hanno lavorato con disponibilità ed entusiasmo perché questa bella festa si possa ripetere ogni anno.Sfila il colore verde della Protezione Civile e dell’Unità Cino-fila, sfila il rosso dei Vigili del Fuoco, sfila il bianco degli Alpi-ni Sciatori. È una bandiera umana che si confonde agli altri colori della giornata.Chissà perché il signore vicino a me appoggiato alla tran-senna si commuove alle lacrime.Ognuno è immerso nel suo di sensazioni, di ricordi e di emo-zioni, ma non si sente solo.Un bambino, oltre la transenna del lato opposto, mostra al passaggio degli Alpini, la bandiera che ha dipinto su un fo-glio con i pastelli, nel bianco il cappello degli Alpini.È fiero del suo manifesto e sicuramente avrà un ricordo du-raturo del suo capolavoro e dell’evento.Il battimano della signora che ho di fronte non ha fine. È rapita e coinvolta, come credo di esserlo io stessa.Solo questi brevi momenti nell’osservazione di chi mi cir-conda mi distrae dal corteo tricolore.Gente sul balconi, alle finestre, sul piccolo sagrato di una chiesa le signore uscite dalla messa mattutina applaudono sorridenti e gioiosaDa un terrazza un grande tricolore con la foto di un giovane Alpino sorridente nel bianco dello striscione prova che c’è, anche lui con tutti noi, oggi.

Da un altro terrazza ondeggia un grande tricolore di grezzo cotone ingiallito e macchiato.Questa bandiera forse ripiegata da anni in qualche cassetto, ora è lì al sole di un giorno di maggio e condivide la bellezza e l’entusiasmo di questa gioiosa riunione e dell’immenso ab-braccio umano come forse ha già vissuto 100 e 70 anni fa.

Treviso, 14 maggio 2017

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Valtellina Alpina 7 LUGLIO 2017

A Treviso la grande Adunata Nazionale la 90°, del Piave; molto partecipata con qualche criticità in ammassamento e per il percorso svoltante. La Valtellinese, ottimamente rappresentata, marcia con il passo scandito dalla Fanfara

Sezionale e un messaggio forte “1917 -2017 Oggi come allora sacrificio, impegno e lealtà”. Sintesi di intramontabile alpinità.

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Valtellina Alpina 8 LUGLIO 2017

FRAMMENTI DELLA 90° ADUNATA NAZIONALEhttp://www.trevisotoday.it/blog/banda-alpina-onori-reduce-guerra-adunata-treviso-2017.html

Banda alpina rende gli onori ad un reduce di Guerra: applausi e lacrime in centro città

È successo durante l’Adunata del Piave, per puro caso, in zona Università. La banda ha infatti notato a bordo strada l’anziana penna nera in sedia a rotelle e gli ha tributato l’inno degli Alpini, il tutto mentre l’uomo, con tutte le forze che

aveva, si è alzato ed è rimasto sull’attenti con l’aiuto della moglie. 15 maggio 2017 11:34

TREVISO Basta un piccolo episodio a volte per far ricredere nell’umanità tutta. E questo è successo nel weekend in centro a Trevi-so, precisamente nella piazza dell’Università dove una banda alpina ha reso gli onori ad un reduce di guerra incontrato ca-sualmente per la strada. Un momento commovente e magico, sia per gli adulti che i bambini presenti, a dimostrare come l’animo alpino non si spenga mai! A documentare il tutto è stato su Facebook Giancarlo Addonisio, Responsabile UO di Radiologia all’Ospedale Civile di San Donà di Piave (VE). Ecco le sue parole:

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Valtellina Alpina 9 LUGLIO 2017

“Io non amo le armi, e dunque capite che non posso amare i soldati: sono tra quei poveri disgraziati convinti che al mondo si faccia poco all’amore, e che questa sia una delle cause di cattivi caratteri, liti condominiali, guerre civili e tra nazioni. Poi però vado lo stesso in giro per Treviso, c’è l’adunata annuale degli Alpini, e mi godo i colori, gli odori, i suoni della festa. Cori mozzafiato, gente che ha tirato su tende piccole e grandi per dormire anche nei prati delle case di padroni benevoli, ex soldati dal cappello con la penna nera che grigliano carne bevendo birra e offrono aranciata ai bambini.Faccio le mie foto, in fondo sono sempre un radiologo, e alla fine mi avvio verso casa. In zona università vedo due vecchi, due davvero molto vecchi: lui è seduto su una sedia, con gli occhiali scuri. Si muove a fatica mentre lei gli sistema il bavero della giacca perché, si sa, i vecchi hanno sempre freddo. A un certo punto una banda militare, tutti con i capelli da alpino in testa e le magliette blu elettrico, si fa incontro alla coppia. I musicisti li circondano in silenzio, li mettono al centro del cer-chio e attaccano l’inno ufficiale degli Alpini. Semplicemente, stanno tributando a un quasi centenario l’onore più grande: essere sopravvissuto quasi un secolo, e per giunta con quel cappello piumato in testa.Il vecchio sente la musica, gli occhiali neri mi fanno temere che sia cieco, e con grande fatica si mette in piedi. Sta rigido, sta sull’attenti, sta con il mento in alto mentre canta silenziosamente il suo inno da Alpino. La moglie gli sta accanto e un po’ lo tiene, un po’ lo accarezza, un po’ muore di orgoglio per quel suo marito indistruttibile, quel supereroe mutante che ha resistito alle guerre, alle carestie, al boom economico, a Fred Bongusto e alla sua rotonda sul mare, al terrorismo, alla caduta del muro di Berlino, a Berlusconi e a Prodi, ai morti in mare tra Libia e Sicilia, alle stragi mafiose, alle stragi di stato, a Ustica, a tutto. E il suo abbraccio sembra un ballo, un ballo elegante intorno al suo uomo, quello stesso che i musicisti stanno onorando come un eroe della resistenza, come mai nessun politico infame potrà essere onorato, un ballo sempli-ce e degno di una prima alla Scala di Milano. Chiude gli occhi, la moglie, e chissà a cosa pensa quando la musica finisce e scatta un applauso interminabile che accompagna di nuovo suo marito sulla sedia, fermo sotto un sole timido da fine feb-braio, coperto come un bambino, con ancora il mento orgoglioso puntato in alto.Io avevo su gli occhiali da sole e per me è stata una fortuna. Ma forse sarebbe stato meglio se mio figlio mi avesse visto piangere: perché avrei potuto spiegargli che, ecco, questo per me è l’amore vero, l’unico per cui valga la pena di tornare a casa dopo una guerra mondiale, l’unico che giustifichi la fatica terribile di un’ esistenza intera. E così avrei anche potuto dirgli che il vero amore fa piangere sempre: di gioia, o di dolore”.

Respirate!Il magone che strozza il respiro leggendo questa testimo-nianza si colora di blu intenso, quello delle magliette dei componenti della Fanfardenno, protagonista del gesto di deamicisiana memoria. Sono loro che hanno commosso il Reduce, la consorte ed il crocchio di spettatori con questo nobilissimo momento di affetto, rispetto e dovere che scaturisce dai sentimenti intrisi di alpinità, sentimenti antichi e forti. Sentimenti che si colti-vano e si rafforzano dentro l’ANA, con l’Associazione della quale siamo espressione.

La Fanfardenno è un gruppo di suonatori, ma soprattutto di amici, che da alcuni anni portano musica ed allegria alle no-stre Adunate e che quest’anno, per un puro caso, hanno in-crociato sulla loro strada il Reduce ignari del fatto che il loro gesto, umile e semplice, suscitasse così tanto clamore ed emozione. Motivo per rallegrarci, per sentirci orgogliosi che le familiari note del Trentatre, oltre che essere irrinunciabile inno, capace di farci marciare diritti, sanno anche genera-re scosse di emozioni e brividi a pelle. Bravi ragazzi, brava Fanfardenno! E grazie al Primario di San Donà di Piave per averci regalato una perla della 90° Adunata di Treviso.

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Valtellina Alpina 10 LUGLIO 2017

La Tribuna dà i numeri: 500.000 arrivi nella Marca, 100.000 hanno sfilato, 1.000 Volontari al lavoro, 200 del SON, 80 ospedali da campo, 75 nella Cittadella, 30 della Sanità. 140 milioni di € l’indotto complessivo, 1,8 costi del COA,

0,6 entrate da sponsor, 0,6 entrate da Comune e Regione. 24 cantieri donati a Treviso per valore stimato di 400.000 €.

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Valtellina Alpina 11 LUGLIO 2017

Dopo quello del 2015 in piazza Garibaldi a Sondrio e del 2016 in piazza Cavour a Tirano la Fanfara Sezionale ha in-vaso Chiavenna per rallegrare e commuovere la cittadinan-ze ed onorare i veci con il terzo Concerto del Centenario.La breve sfilata dal portone di S. Lorenzo, passando per il salotto cittadino, è approdata rapidamente in Piazzale Bertacchi dove, davanti al Municipio, era allestito il palco e schierato il pubblico. La presenza di S.E. il Prefetto e di tutti i Sindaci della Valchiavenna hanno riconfermato l’ap-prezzamento istituzionale con l’Associazione ed il forte le-game affettivo ed operativo che lega gli Alpini al territorio.Una condivisione di sentimenti, di collaborazione ed ope-rosità a momenti imprescindibile.L’alzabandiera, i saluti del Presidente e di S.E. il Prefetto Mario Scalia hanno preceduto la piacevole detonazione di note dalla nostra ammirata Fanfara.Il dinamico Maestro Federico Serpi aveva anticipato que-sto: “A Chiavenna un’altra tappa essenziale di un’iniziativa che ha preso il volo il 23 maggio 2015 a Sondrio; una data tutt’altro che casuale: l’Italia entrò in guerra.Ogni anno ormai, il Concerto per il Centenario della Gran-de Guerra in ricordo di quei tragici eventi, è diventato per la Fanfara Alpina Valtellinese, non solo un appuntamento fis-so e fonte di orgoglio, ma anche motivo di studio e ricerca di quelle musiche dell’epoca a volte dimenticate o addirit-tura sconosciute.Il nostro compito è quello di creare, assieme alle letture del-la Compagnia Teatrale di Colorina diretta magistralmente da Santo Bianchini, un trait d’union con il passato, propo-nendo musiche di guerra le cui note nacquero impiastrate dal fango e scritte con le lacrime dei nostri soldati.” Pensiamo ad esempio a Montegrappa, piuttosto che a La Leggenda del Piave.A Chiavenna inoltre, andremo per così dire al di là del fron-te italiano, eseguendo ad esempio brani della letteratura inglese come Pomp and Circumstance o ancora la Mar-cia d’ordinanza del 106° Reggimento Fanteria dell’Impe-rial Esercito Austriaco che combatté aspramente sull’altro fronte del Piave contro i nostri soldati italiani; solo un pic-colo accenno per capire che tipo di musica veniva prodot-ta nei primi anni del ‘900 per  intuire e comprendere con quali forti spinte nazionaliste  conviveva la società dell’e-poca.  Il vero piacere, per la Fanfara e chiaramente per la nostra Sezione Valtellinese, sarebbe vedere tra il pubblico tanti ragazzi e bambini, affinché eventi commemorativi, di rifles-sione e unione come questo, non siano per solo per pochi e per far si allora che quel ponte con il passato possa ten-dere al futuro carico di storia e di tutti quei valori che altri-menti sfocerebbero in una vetusta retorica.”Le aspettative non sono andate deluse; tanto pubblico ca-loroso, ragazzi protagonisti con le letture negli intermez-zi del nutrito programma, vivacissimi bimbi ora attenti ora saettanti per l’intera durata del concerto.

ARMONIE CHIAVENNASCHEUn successo il terzo Concerto del Centenario, a Chiavenna il 16 giugno 2017

La Valchiavenna ha potuto conoscere ed apprezzare la Fanfara Sezionale con questo significativo concerto.

Nella calda serata le note della Fanfara hanno incantato, come i colori del crepuscolo che piazza Bertacchi assu-meva con le luci del tramonto, che hanno generato grade-voli armonie. Il grande poeta Giuanin avrebbe potuto com-porne una lirica. Nella piazza a lui dedicata.Davvero bravi i musici; sicura e disinvolta la direzione del Maestro Federico Serpi. Una nota di merito per le commoventi letture di brani di let-tere dal fronte curata da Santo Bianchini con i ragazzi del Gruppo Teatrale di Colorina: Giulia, Caterina, Noemi, Cri-stina, Letizia e Francesco.La conclusione del concerto con l’Inno di Mameli ed uno straordinario Silenzio hanno suscitato viva commozione e palpitare il cuore; la Piccola Patria è diventata Italia. Un sentito ringraziamento alla municipalità chiavennasca ed ai Gruppi che si sono prodigati per allestire con impe-gno l’appuntamento musicale decretandone un successo di partecipazione e soddisfazione corale.

Marino Amonini

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Valtellina Alpina 12 LUGLIO 2017

S.E. IL PREFETTOIn occasione del concerto per il centenario della Gran-de Guerra, che si terrà a Chiavenna il 16 giugno p.v., ritengo opportuno e doveroso formulare agli Alpini un “meritato” elogio ove gli stessi hanno dimostrato il sen-so della Patria e del servizio.L’Associazione Nazionale Alpini possiede una unicità che non si riscontra in altre Associazioni.Voi Alpini, realtà viva, siete oggetto di commozione.Il perché è meraviglioso e stupefacente: Voi Alpini spri-gionate una ammirazione rarissima e nobilissima per-ché soltanto il pronunciare la parola alpini, che è di per sé dolcissima, infonde fiducia e dà il senso profondo ed ineguagliabile di un coraggio sovrumano.Ebbene, anche il vostro portamento ed abbigliamento incanta e il coraggio che alberga in ogni stilla di sangue del vostro essere ne fa di Voi un esempio invidiabile e un modello da imitare per i giovani di oggi, per i giovani che ardono e sono permeati di una volontà ferrea e ri-spettosa della Patria e del servizio.È certamente, inoltre, ed è fuor di dubbio, che il sacri-ficio è stato ed è l’ulteriore elemento che ha contrad-distinto e continuerà a contraddistinguere la Vostra missione, una missione che Iddio vi ha donato, illumi-nandovi e proteggendovi nel vostro cammino superbo e luminoso come l’inenarrabile aurora boreale.Sondrio, 13 giugno 2017

IL PREFETTO(Scalia)

Immediata la risposta del Presidente

A S.E. Signor Prefetto,

ci sentiamo onorati e lusingati dall’apprezzamento da Lei espresso alla nostra amata Associazione.Avvicinandoci al secolo della sua costituzione sentia-mo quotidianamente la responsabilità morale e civile di poterne far parte e l’impegno a conservare i principi ispirativi dei Padri fondatori.Nei mutati scenari sociali, economici e culturali e nel-le complessità dei nostri tempi l’ANA conserva la sua forza nella coerenza e fedeltà ai suoi valori statutari e nei dettati associativi.Con passione, impegno e rispetto gli Alpini si sforza-no di essere cittadini operosi e solidali, semplici e di-sponibili ai bisogni che sono loro rappresentati da Isti-tuzioni e Amministrazioni spendendosi per la propria comunità e, quando richiesto, per le emergenze che possano affliggere il Paese.È con questo spirito che gli oltre 7.000 soci della Se-zione ANA Valtellinese si sforzano di interpretare al meglio due incisi particolarmente efficaci; “Per non di-menticare” e “Onorare i morti aiutando i vivi”.Riuscendo anche ad incarnare il motto del 5° Alpini “Tutto per essere, nulla per apparire” siamo sereni e gratificati nel poter dire di aver fatto il proprio dovere.Con viva gratitudine.

Il Presidente Sezione ANA ValtellineseGianfranco Giambelli Eccellente il concerto fornito dalla Fanfara Sezionale il 16 giugno 2017 a Chiavenna; il

terzo dedicato al Centenario

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Valtellina Alpina 13 LUGLIO 2017

Il Centenario armonizzato in note dalla Fanfara Sezionale ne ha consolidato la maturità; nel programma inseriti Echi di trincea, E tu Austria, Irich Tune from County Derry, Pomp and Circumstance, Piave March,

Direzione impeccabile di Federico e manifesta simpatia dei chiavennaschi a fanfarine e fanfaroni.

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Valtellina Alpina 14 LUGLIO 2017

Domenica 9 aprile a Rhemes Notre Dame, piccolo co-mune Valdostano situato ad una quota di 1725 m. s.l.m. all’interno del parco Nazionale del Gran Paradiso, si è svolta la 40a edizione dei Campionati Nazionali ANA di Sci Alpinismo.In questo fantastico ambiente alpino si sono presentati al nastro di partenza 77 coppie soci alpini, 9 coppie soci aggregati in rappresentanza di 24 Sezioni e una coppia dei reparti in armi della Scuola Militare Aosta.La pattuglia Valtellinese era composta da 13 coppie, di queste nove hanno gareggiato sul percorso lungo vale-vole per il titolo italiano, mentre quattro si sono cimentate sul percorso corto.Il titolo italiano assoluto ANA 2017 è andato alla forte coppia della Valtellinese composta da Trentin Walter e Pedergnana Matteo: con questa ennesima vittoria Tren-tin è a quota cinque titoli italiani e il terzo per Pedergna-na.La classifica finale per Sezioni ha posto la Valtellinese sul gradino più alto del podio grazie ai punteggi conquista-ti dalle nostre coppie tutte giunte al traguardo. Soddi-sfazione per il responsabile dell’attività sportiva Alber-to Canclini e per i suoi collaboratori, un grazie agli atleti che sul tracciato valdostano hanno dato tutti il massimo come lo confermano i risultati.

Luigi Culturi

CLASSIFICA ASSOLUTA CAMPIONATO

Podio olimpico1° Pedergnana Matteo - Trentin Walter Sezione Valtellinese tempo 1:50’15,192° Paini Giovanni - Testini Roberto Sezione Vallecamonica tempo 1:58’21,543° Sartore Paolo - Deini Erwin Sezione Domodossola tempo 1:59’41,29

40° Campionato Nazionale ANA Sci Alpinismoa Rhemes Notre Dame il 8 - 9 Aprile 2017

PIAZZAMENTI DEI NOSTRI ATLETIPercorso A (valevole per il titolo italiano)

1° Pedergnana Matteo - Trentin Walter Campioni Italiani ANA 20177° Maiolani Fermo - Andreola Elia 13° Rocca Rino - Bormolini Fausto16° Rossi Battista – Negrini Vito23° Compagnoni Giordano - Compagnoni Ottavio24° Lazzeri Daniele - Flematti Davide28° Mazzucchi Bruno - Berbenni Silvano32° Rocca Maurilio - Viviani Fabiano37° Piasini Dario - Fanoni Francesco

Percorso B3° Rocca Aldo-Compagnoni Flavio5° Martinelli Bernardino-Foppoli Leone7° Sosio Enrico-Morcelli Giampiero8° Praolini Alfredo-Sosio Giorgio

CLASSIFICA SEZIONI SOCI ALPINI(sulle migliori 11 coppie classificate)

1° Valtellinese punti 8292° Belluno punti 3013° Salò punti 2974° Cuneo punti 2775° Vallecamonica punti 254

23 sezioni partecipanti, 154 atleti classificati.

CLASSIFICA SEZIONI SOCI AGGREGATI1° Aosta punti 1022° Trento punti 853° Biella punti 514° Vallecamonica punti 345° Abruzzi punti 31

7 sezioni partecipanti, 18 atleti classificati.

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Valtellina Alpina 15 LUGLIO 2017

Eccellenti le performances dei nostri atleti

Robert & Roberto

Il fortissimo atleta della Valfurva, l’Alpino Robert Anto-nioli grazie al 5° posto ottenuto sulle nevi spagnole del-la Val D’Aran ha conquistato la sua prima coppa del mondo generale di sci alpinismo, nella stagione ap-pena conclusa Robert ha conquistato anche la cop-pa del mondo nella specialità sprint, secondo posto nella classifica di coppa generale per il bosacc, Alpino Boscacci Michele.

L’Alpino Roberto Fumasoni, classe 1946, nella sta-gione invernale 2016/2017 nel circuito di coppa del mondo categoria Masters ha disputato 10 gare tra su-per gigante, gigante e slalom ottenendo cinque vitto-rie, due secondi posti e 3 terzi posti; nella classifica generale calcolando nove risultati utili ha conquistato il terzo gradino del podio nelle finali svolte all’Abeto-ne il 7 e 8 aprile 2017.

Vivissime congratulazioni da parte del Presidente Sezionale Giambelli, dal Consiglio e di tutti gli alpini

Valtellinesi per i vostri successi.

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Valtellina Alpina 16 LUGLIO 2017

L’avventura del viandante“Quel ramo del lago di Como, che volge a mezzogior-no, tra due catene non interrotte di monti” è stato sce-nario perfetto del Secondo Campionato Nazionale ANA di Mountain bike. Un cielo limpido ed il ritorno del sole sui monti ammantati di neve hanno accolto i biker, pro-venienti da trentatré sezioni, ansiosi di misurarsi sui quei sentieri tra lago e monti che per secoli hanno rappresen-tato l’unica via di terra per spostarsi lungo le rive del lago. Sabato la sfilata lungo le vie di Mandello coi numerosi vessilli, prima della Santa Messa, la cerimonia al monu-mento ai caduti coi discorsi delle autorità, l’accensione del tripode da parte dell’eroe locale, il campione olim-pico Antonio Rossi ed il presidente della Commissione Sportiva Mauro Buttigliero, che dichiarava l’apertura del Campionato. Il percorso di gara, molto vario e non privo di tratti tecni-ci, ha toccato, oltre al territorio di Mandello, anche i co-muni di Lierna ed Abbadia con una copertura ottimale da parte delle squadre di volontari. Al via il gruppo si è gettato lungo la ex statale per poi entrare nell’abitato di Lierna ed inerpicarsi lungo le pendici del monte sfruttan-do, tra continui saliscendi, ampi tratti del “sentiero del viandante”. In località Somana gli atleti del percorso bre-ve scendevano verso Mandello, mentre per gli atleti del percorso lungo, dopo una ripida salita iniziava il pittore-sco tratto lungo la val Meria con il passaggio del torren-te sul ponticello e quindi la discesa verso Rongio, da qui un tratto tecnico, in single track, fino a Maggiana per poi proseguire verso Abbadia da dove iniziava il ritorno ver-so Mandello.Il bresciano Manfredi Carlo Zaglio, campione uscen-te, si è imposto anche questa volta precedendo il co-masco Davide Dinale ed il bergamasco Stefano Bonadei, nel percorso corto si è imposto Sante Luigi Perelli di Pa-via davanti a Natale Bettineschi della Valcamonica ed al trentino Dario Bellante. Il trofeo Peppino Prisco, riserva-to alle Sezioni è andato alla Valtellinese davanti a Berga-mo e Lecco.Negli occhi di tutti la soddisfazione e sulle labbra un sor-riso per aver concluso un’avventura ricca di difficoltà at-tese o inaspettate. E chi ha finito sui cerchioni o chi sen-za catena sospinto da “rivali amici” o chi si è fermato ad aspettare l’amico in difficoltà avrà qualcosa in più per es-sere soddisfatto e ha dato a tutti una lezione di sport al-pino. Un grazie di cuore agli amici della Sezione di Lec-co, del Gruppo di Mandello, del Bike Team Mandello ed a tutti i volontari impegnati a farci vivere un altro Campio-nato indimenticabile.

Mariano Spreafico

Per la Valtellinese hanno partecipato 22 atleti alpini e un at-leta aggregato, tutti giunti al traguardo con buoni piazza-menti che hanno permesso alla nostra Sezione di classifi-carsi al primo posto assoluto davanti a Bergamo e Lecco.

Luigi Colturi

2° Campionato Nazionale ANA Mountain Bikea Mandello del Lario il 29 - 30 Aprile 2017

Classifica Assoluta CampionatoPodio olimpico

1° Zaglio Manfredi Carlo Sezione Brescia2° Dinale Davide Sezione Como3° Bonadei Stefano Sezione Bergamo

Piazzamenti dei Nostri Atleti1^ CATEGORIA (percorso lungo)

7° Picceni Ivan15° Tobaldo Dario 20° Pini Eros28° Caspani Gianni35° Sala Dino38° Ravo Alessandro46° Piovan Maurizio49° Berbenni Silvano57° Compagnoni Giordano63° Maiolani Fermo65° Lerda Riccardo70° Bertolina Marco75° Lazzeri Daniele80° Sala Cristian85° Compagnoni Daniele89° Rocca Maurilio90° Rocca Aldo110° Negrini Vito

2^ CATEGORIA (percorso corto)18° Rocca Rino26° Rossi Battista 45° Urbani Marco48° Martinelli Bernardino

Classifica Sezioni soci Alpini(sui migliori 22)

1° Valtellinese punti 22462° Bergamo punti 15203° Lecco punti 14674° Salò punti 13795° Varese punti 11106° Trento punti 9837° Brescia punti 9498° Torino punti 9039° Belluno punti 82810° Como punti 64232 sezioni partecipanti, 193 atleti classificati.

1^ CATEGORIA (percorso lungo)SOCI AGGREGATI10° Maffina Piero

Classifica Sezioni soci Aggregati1° Lecco punti 2682° Torino punti 2283° Bassano punti 1284° Varese punti 1065° Salò punti 88

13 sezioni partecipanti, 28 atleti classificati.

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Valtellina Alpina 17 LUGLIO 2017

Per disputare il 46° Campionato Italiano di corsa in monta-gna individuale quest’anno gli Alpini si sono trasferiti tra le splendide colline del Monferrato, hanno partecipato 47 Se-zioni per un totale di 550 iscritti. La cerimonia del sabato ha visto sfilare i numerosi Vessilli tra le vie di Casale Monfer-rato, dopo l’alza bandiera, l’Onore ai Caduti e la S. Messa celebrata nella chiesa di San Paolo, trasferimento presso il chiostro grande del Museo Civico Comunale per i discorsi delle Autorità terminati con l’apertura ufficiale del 46° Cam-pionato Nazionale ANA da parte del Presidente della Com-missione Sportiva Nazionale Mauro Buttigliero. Domenica mattina trasferimento a Ozzano Monferrato, alle ore 9 la partenza in linea delle categorie del percorso corto, mentre alle ore 10 sono partiti gli atleti delle categorie del percorso lungo valevole per l’assegnazione del titolo. Il Campionato si è disputato su un tracciato collinare movimentato dove anche il grande caldo di questi giorni ha contribuito a ren-dere ancora più faticosa la competizione, 38-39° la tempe-ratura registrata nel fine settimana.Per la nostra Sezione erano presenti 30 atleti; ottimi i risul-tati, due titoli italiani di categoria con Pedroncelli Roberto e Volpini Duilio ed a seguire una serie di piazzamenti che hanno visto la Valtellinese conquistare il 2° posto assoluto nella classifica finale per Sezioni. Ad atleti e collaboratori un grazie di cuore da parte di tutta la famiglia Alpina Valtel-linese. Prossimo appuntamento il 9-10 settembre per il 45° Campionato Nazionale di marcia di regolarità in montagna a Giaveno - Valgioie (Torino), anche per questa competi-zione contiamo su una squadra al completo, dopo cinque Campionati disputati ad ottimo livello abbiamo il primo po-sto nella classifica generale delle Sezioni da difendere. Per la cronaca, il titolo italiano 2017 è stato vinto dall’atleta del-la Sezione Cadore Zanella Osvaldo classe 1993, sempre della sezione Cadore anche l’atleta più anziano Frescura Antonio classe 1931 accompagnato al traguardo dagli ap-plausi di tutti i partecipanti.

Luigi Colturi

CLASSIFICA ASSOLUTA CAMPIONATO Podio olimpico

1° Zanella Osvaldo Sezione Cadore2° Di Gioia Massimiliano Sezione Torino3° Bosio Danilo Sezione Bergamo

46° Campionato Nazionale Individuale ANA di Corsa in Montagnaa Ozzano Monferrato il 17 -18 giugno 2017

Percorso lungo Km. 11,535 dislivello mt. 4661^ Categoria fino a 39 anni20° Pedroli Fabio41° Ravelli Nevio2^ Categoria dai 40 ai 44 anni6° Pedroli Mirco8° Lerda Riccardo13° Ravo Alessandro25° Luzzi Roberto30° Antonioli Paolo37° Baroli Vittorio61° Barona Alberto62° Maffezzini Alioscia71° Rocca Aldo3^ Categoria fino dai 45 ai 49 anni1° Pedroncelli Roberto Campione Italiano di categoria10° Iobizzi Fausto20° Nicolini Davide 25° Lisignoli Franco50° Negrini Vito64° Mazzucchi Bruno4^ Categoria dai 50 ai 54 anni25° Bertolina Luciano38° Fascendini Gilberto60° Viviani FabianoPercorso corto Km. 8,255 dislivello mt. 3405^ Categoria da 55 ai 59 anni11° Tirinzoni Enrico 24° Guglielmana Roberto6^ Categoria da 60 a 64 anni7° Folini Elio11° Pasini Silvano 17° Nani Franco Emilio7^ Categoria da 65 a 69 anni11° Bricalli Celestino 33° Fascendini Salvatore8^ Categoria dai 70 ai 74 anni1° Volpini Duilio Campione Italiano di categoria 7° Ciaponi Costante 9^ Categoria dai 75 anni e oltre8° Frigeri Pietro

CLASSIFICA SEZIONI SOCI ALPINI(sui migliori 22)

1° Bergamo punti 18962° Valtellinese punti 18763° Varese punti 15584° Trento punti 14155° Pordenone punti 112247 Sezioni partecipanti 430 atleti classificati

CLASSIFICA SEZIONI SOCI AGGREGATI1° Abruzzi punti 4012° Valsesiana punti 3223° Acqui Terme punti 3214° Verona punti 3005° Casale Monferrato punti 29223 Sezioni partecipanti, 78 atleti classificati

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Valtellina Alpina 18 LUGLIO 2017

In questa gallery alcuni momenti dei Campionati Nazionali ANA dove i nostri atleti brillano per talento agonistico, impegno e fedeltà ai colori della Valtellinese. Molti emergono in varie discipline passando dagli sci alla mountain bike,

alla corsa in montagna, alla marcia di regolarità a riconferma delle loro doti sportive.

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Valtellina Alpina 19 LUGLIO 2017

Fulvio De Lorenzi, classe 1923, bella e poliedrica figura alpina di Bormio è andato avanti.L’alpinità di Fulvio è documentata da molte pagine; già protagonista nella Resistenza, già Vicesindaco di Bormio, tra le penne nere si è guadagnato il ruolo di Capogruppo nel biennio 1990-1991 e con assidua costanza è sempre stato attivo negli altri compiti del Gruppo.Ma la sua popolarità a livello nazionale è scaturita dalla forza e dalla longevità sportiva espressa negli anni.È stato il decano della nostra pattuglia agonistica; s’è gua-dagnato buona fama a suon di titoli italiani e piazzamenti nello sci di fondo e nella corsa in montagna; un polivalen-te nato.Ad una richiesta nel 2003 di rivelare il suo palmares l’inos-sidabile Fulvio rispose: “Queste sono (a memoria) le gare “Alpine” che ricordo. Forse le ricordo, perché sono state le più dure ed impegnative.Mi auguro che nell’ambito dei nostri Gruppi queste cose si ripetino, perché sono le più vicine e più sentite dagli Alpini. Con i miei ottantanni, sarebbe tempo di piantarla, ma reste-rò sempre promotore e sostenitore di queste competizio-ni che diventano anche momenti di amicizia e di unione.”Nella bacheca di Fulvio De Lorenzi tra i tanti allori figurano quelli connotati dalla penna nera.

Campionati Nazionali A.N.A. Sci di Fondo1975 • 40° Schilpario ..................................................... 7°1987 • 52° Canove ......................................................... 1°1989 • 54° Valdidentro .................................................. 5°1990 • 55° Dobbiaco ..................................................... 3°1994 • 59° Branzi. .......................................................... 2°1995 • 60° Lavarone ....................................................... 2°1997 • 62° Forni di Sopra............................................... 2°1998 • 63° Morgex ........................................................ 4°1999 • 64° Vermiglio ....................................................... 1°2001 • 66° Schilpario ..................................................... 1°2002 • 67° Forni Avoltri .................................................. 1°2003 • 68° Asiago .......................................................... 1°2005 • 70° Capracotta ................................................... 2°2006 • 71° Isolaccia Valdidentro .................................... 2°

Corse in Montagna A.N.A.1973 • A.N.A. Villa di Tirano Trofeo “Dorsa” .................. 2°1974 • A.N.A. Tirano Gara a coppie ............................. 2°1975 • 4° Trofeo Medaglie d’oro ................................... 1°1976 • A.N.A. Premadio - Cancano ............................... 1°1976 • A.N.A. Semogo - Foscagno ............................... 2°1977 • A.N.A. Premadio - Cancano. .............................. 1°1978 • A.N.A. Premadio - Cancano ............................... 1°1978 • A.N.A. Valfurva Gavia - S. Matteo a terna .......... 1°1980 • A.N.A. Tirano “Tr. Michele - Enio Dei Cas” ......... 1°1981 • A.N.A. Premadio - Cancano ............................... 1°

Ripercorrere i suoi successi vuol essere un tributo di grati-tudine e ammirazione per l’affezione e passione per il cap-pello ed i dettati associativi vissuti con coerenza. Ma Fulvio è stata una vera figura di Combattente non solo nello sport. Si legge su Centro Valle: “Una vita trascorsa in

Fulvio De Lorenzi

difesa della libertà, spesa a trasmettere ai giovani il valo-re della fratellanza. Fulvio De Lorenzi, 94 anni, di Bormio, perito elettrotecnico, nome di battaglia partigiano “Volta”, motivatore, strenuo combattente della Resistenza.In tarda età aveva voluto raccogliere immagini e testimo-nianze di quanto avvenne tra il 1943 e il 1945 nella zona in cui operava la prima divisione Alpina Valtellina. Ne uscì un libro, elaborato con spirito di verità in tre edizioni, per con-servare la memoria dei fatti, materia di studio per giova-ni che Fulvio si augurava potessero cogliere “i motivi e gli ideali di una lotta che, combattuta in forme diverse, ebbe di mira un unico traguardo di libertà, democrazia e pace”.Il Gruppo Alpini di Bormio, unitamente agli altri Gruppi del-la Alta Valle, lunedì 5 giugno ha portato l’estremo saluto all’Alpino Fulvio.Ai suoi cari va il cordoglio della Sezione Valtellinese.

Piace ritrovare in queste immagini tutto lo spirito combattivo dell’Alpino Fulvio De Lorenzi.

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Valtellina Alpina 20 LUGLIO 2017

“Bianco” l’AlpinoNato il 17 giugno 1957 a Chiesa in Valmalenco, a pro-posito “auguri per i 60 anni!”, pur avendo girato un bel po’ di mondo (dal Giappone all’ Alaska, da Santo Do-mingo alle Hawaii, e così via…), Giancarlo Lenatti, per tutti “Bianco”, è sempre rimasto fedele ai 400 km2 della sua valle. La ha vissuta e la vive integralmente: dai 600 mt. del bar della Carlina al Prato fino ai 3600 mt. del-la “sua” capanna Marco & Rosa alla Forcola di Cresta Guzza, appena sotto la cima del Piz Bernina, 4050 mt. il top delle Alpi Retiche.Se il Bernina ora è la sua casa, l’ altra montagna simbo-lo della Valmalenco, il Pizzo Disgrazia 3700 mt., è sta-ta la palestra per le arrampicate e soprattutto per la sua passione lo “sci estremo”. Per “Bianco” il mondo è essenzialmente verticale: pareti da salire con picca e ramponi e pareti da scendere con gli sci. Questa specialità, che non avrà mai la possibili-tà di diventare olimpica per scarsità di praticanti e per i rischi che comporta (in parete quando si scende non c’ è la possibilità di sbagliare: l’errore riporta direttamen-te alla base, qualche centinaio di metri sotto), si adatta bene allo spirito ed al temperamento di “Bianco”. Non è un amante del rischio, come potrebbe sembrare, ma un conoscitore profondo della montagna con tutti i suoi aspetti e cambiamenti (condizioni meteo, tempera-ture, strati nevosi, venti) oltre che di se stesso (fisico e mente).In Valmalenco circola una battuta sui Lenatti, che sa-rebbero esentati dall’ obbligo di usare il casco in moto per via della durezza della “crapa”: qualcosa di vero ci deve essere se “Bianco”, in solitaria e senza spettato-ri, ha compiuto quasi la totalità delle sue imprese ed ha ripreso a camminare e sciare dopo un incidente (sal-to del terminale largo almeno 30 mt. sotto il Pizzo Sella terminato con frontale contro la parete ghiacciata e ca-duta nel crepaccio stesso fino ad una sporgenza prov-videnziale) con un numero tale di fratture e rotture di le-gamenti da indurre il responsabile di traumatologia dell’ ospedale di Sondrio ad escludere ogni prosecuzione di attività sportiva, alpinistica e di vita “normale”.

Qualche tempo dopo ho incontrato a Chiareggio “Bian-co” che si accingeva a scalare la Nord del Disgrazia per scenderla con dei Dynastar da 2,05 mt. come sempre da solo. Sono riuscito a recuperare in un giorno il Lama dell’ Elitellina e due operatori RAI che conoscevo ed abbiamo filmato la discesa, anzi le discese perché al termine della prima “Bianco” si era fatto riportare in cima dall’ elicot-tero ed era sceso lungo lo Spigolo degli Inglesi (fatto in solitaria anni prima e a cui pochi avevano creduto). Il film, che risente ora dell’età e dei mezzi tecnici dell’ epoca, venne poi presentato con successo al Festival del film di Montagna a Trento, svelando al mondo un personaggio unico la cui popolarità sarebbe rimasta confinata nella sua valle, senza peraltro dispiacergli troppo.“Bianco”, seguendo una tradizione di famiglia dal nonno Andrea Alpino nella Grande Guerra al papà Gelsomino Alpino nel ’42 poi internato in Germania e tornato a pie-di in valle, ha fatto l’Alpino nel ’76 all’Orobica, Esplorato-re al Btg. Morbegno, vincendo gare di sci sia di discesa che di fondo e venendo promosso Sergente per “meri-ti sportivi”. Era già Maestro di sci prima dei vent’ anni (il più giovane in Italia) e divenne Guida Alpina appena più tardi: legando così alla montagna anche la sua vita pro-fessionale.

Ora “Bianco”, quando non è alla “Marco & Rosa” (aper-ta da metà giugno a metà settembre) oltre a far la Guida ed il Maestro di Sci si occupa di Soccorso Alpino e pro-tezione civile girando Valtellina, Valsassina, Valcamonica e Valli di Bergamo per installare e controllare i sistemi di allarme a protezione di frane varie: in assoluta continui-tà con quanto sempre fatto. Sembra una bella vita, dura, ma in mezzo a ciò che ama di più: la montagna.Non ci sono state sempre rose e fiori però per “Bianco”: alcuni anni or sono, nel 2008, il figlio dodicenne di Gian-carlo, chiamato proprio Bianco, un ragazzo meraviglio-so, dal sorriso dolce e dall’intelligenza vivace, fu colpito improvvisamente da un osteosarcoma alla gamba. Non servirono a nulla le corse disperate in tanti ospedali spe-cializzati in Italia e nel mondo: il male era troppo raro (5 casi in tutto il mondo) da destare l’interesse dei gruppi farmaceutici a trovare un antidoto. Il piccolo Bianco morì nel gennaio del 2009, dopo un’agonia straziante, lascian-do un vuoto nella comunità della valle ed una famiglia di-strutta.La reazione di “Bianco” fu esemplare: dopo aver assor-bito (mai del tutto) il colpo trovò la forza di riprendersi

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Valtellina Alpina 21 LUGLIO 2017

per lottare contro un nuovo nemico: il male che gli aveva sottratto il figlio e che, sotto varie forme, mieteva vittime ovunque.Nacque così l’Associazione “Bianco e per chi come lui…” che da anni si occupa di aiutare i piccoli valtellinesi col-piti da leucemie e tumori e che, non avendo l’ospedale di Sondrio un reparto di oncologia infantile, sono costretti ad andare lontano per le cure del caso, con gli aggravi economici aggiunti a quelli fisici e mentali.“Bianco” presiede questa Associazione in modo spiccio, da Alpino: appena ha notizia di un bambino malato in Provincia si reca a conoscere i genitori, parla con loro e, se vede che serve, decide di stanziare una somma men-sile per aiutare la famiglia colpita ad andare avanti. L’Associazione è finanziata da Enti, Società e privati del-la Valtellina, ma soprattutto dai continui versamenti di “Bianco”: agli amici che passano a trovarlo in rifugio non presenta mai il conto, chiede solo un contributo da ver-sare all’ Associazione. Anche se questa battaglia contro il male conosce più sconfitte che vittorie, da vero Alpino “Bianco” non molla mai, da montanaro testardo, erede di chi ha tenuto duro sul Grappa, sul Piave, a Nikolajewka, certo che alla fine qualche bimbo tornerà a baita, ai suoi affetti, alla sua vita.

Queste due pagine sono poche per descrivere agli Alpini valtellinesi chi è Giancarlo Lenatti “Bianco”, i 60 anni di una vita vissuta in pieno, con gioie e dolori che riempireb-bero magari secoli.Quello che mi sento di dire, conoscendolo davvero bene ed avendo traversato con lui tante bufere, è che “Bian-co” rappresenta il prototipo dell’uomo di montagna: duro perché non si può non esserlo in quell’ ambiente, ma sempre attento agli altri, segnato dalla vita ma pronto a viverne ogni attimo. Più che un uomo: un Alpino!

Ten. Giampaolo Bono Fuarce 59°!

Alpini Sempre!

V° RADUNO DEL BATTAGLION TIRANO

Aprica 1-2-3 settembre 2017

PROGRAMMAVenerdì 1 settembreore 20,30 SALA CONGRESSIConferenza “Le missioni di pace delle Forze Armate Ita-liane dal dopoguerra ad oggi

Sabato 2 settembreore 10 Apertura ufficiale del Raduno – Alzabandiera Deposizione corona monumento ai Cadutiore 10,30 Visita all’Osservatorio Eco Faunistico con pre-

notazione.ore 15 Visita ai Muralesore 17 Consegna al Presidente Sezione ANA Valtelli-

nese degli stemmi lignei delle Compagnie Bat-taglione

NUOVA PIAZZAore 18 Concerto della BandaSALA CONGRESSIore 21 Esibizione Cori Alpini

Domenica 3 settembrePARTENZA FUNIVIA MAGNOLTAore 8,30 Ammassamento partecipanti alla sfilataore 9 Partenza sfilata come da schema sfilamentoNUOVA PIAZZAore 10,30 Interventi Autorità e celebrazione S. Messaore 12,30 Pranzo presso tensostrutturaore 16 Chiusura Raduno Ammainabandiera

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Valtellina Alpina 22 LUGLIO 2017

Durante il mio ricovero in ospedale ho avuto modo e tempo per dedicarmi a una passione che mi piace: leg-gere qualche libro.Ho preso in mano Primo Levi e alcuni testi che conosce-vo ma mai letto. Soprattutto, nel frattempo appena usci-to, il volume di Lorenzo Cremonesi, giornalista del Cor-riere della Sera: Da Caporetto a Baghdad; che, devo dire, ho letto con grande interesse. Qui ora, voglio con-dividere alcune sottolineature, tra le tante, che ho fatto per me.Già la tesi di fondo che attraversa tutto il libro: “le guerre sono finite la guerra no!” mi sembra eloquente.Dice l’Autore pag.8:“Tracciare paralleli, legami con il passato aiuta a com-prendere il presente e le guerre in modo particolare. Confrontarsi con le battaglie e le problematiche della Grande Guerra contribuisce a relativizzare, leggere gli eventi nel loro contesto.Basti pensare che anche gli episodi più sanguinosi dei conflitti recenti impallidiscono e addirittura scompaio-no per gravità di fronte alle migliaia di caduti quotidiani nei periodi più acuti delle battaglie della Somme, o della Marna, o dello stesso Carso. Se spesso oggi parliamo di “massacro” per descrivere la morte anche di cinque o sei persone, che cosa dovremmo dire per quella di die-cimila o ventimila in poche ore?(pag. 9 “ho avuto l’opportunità”)... visitare in bicicletta i campi di combattimento... Non c’ è modo migliore per capire la logica di una battaglia che andare sul posto, percorrerlo in modo lento, avere il tempo e la pazienza per vedere dove si trova l’ acqua potabile, dove il terre-no è duro o molle, dove è facile scavare ripari o dove la roccia lo ostacola...(pag. 10) I segni, le tracce delle guerre sono ancora mol-to visibili sulle Alpi. Da Caporetto, le montagne che cir-condano e dominano il corso dell’ Isonzo, alle alture di Gorizia, il San Michele e su su, verso le Dolomiti, la via ferrata del monte Paterno costruita tra i dedali di galle-rie affacciate alle Tre Cime di Lavaredo, l’altopiano di Asiago, il Pasubio, il Grappa: qui occorre andare a piedi.(pag. 12) “Oggi siamo alla brutalizzazione dello scontro tra gli uomini. È vero che diversi storici ci dicono di non esagerare: il numero delle vittime della guerra sul nostro pianeta è oggi ai minimi. Eppure i conflitti odierni sono estremamente crudeli...È l’affossamento delle convenzioni internazionali per

la garanzia dei prigionieri, dei diritti dell’ individuo, lo sprezzo delle vittime la violazione sistematica dei civili, delle persone e dei loro beni...”Salto direttamente all’ ultimo capitolo del libro e tro-vo: (pag. 291) “Una diffusa idea di progresso induce in genere noi europei occidentali a credere, facilmen-te a illuderci, che gli orrori delle guerre del passato non possano ripetersi nel futuro. Quasi che le macerie dei bombardamenti a tappeto sulle città, i campi di stermi-nio, le torture, l’ oppressione totalitaria, i massacri della lotta senza regole siano stati rimossi dall’ inventario del-le possibilità d’ azione a disposizione delle nostre trup-pe. Sono stati i disastri dei due ultimi conflitti mondiali a portarci a essere... e vivere felicemente quella che (qual-cuno ) definisce, “un’ era post-eroica”.(pag. 292) “È trascorso un secolo, ma potrebbe essere un millennio, da quando la cultura della guerra permea-va di sé l’ intera educazione delle nuove generazioni di cittadini soldati europei. Le donne erano prima di tutto “madri” di nuove generazioni di combattenti.I fratelli maggiori, i padri, i nonni, gli avi, insomma il lato “virile” della famiglia, davano l’esempio con le unifor-mi ben conservate negli armadi, i ricordi di battaglie, le eventuali medaglie o menzioni al merito gelosamen-te conservate nei cassetti di casa, il senso dell’ onore, i racconti del loro periodo di leva e degli eventuali tra-scorsi bellici. L’intero sistema scolastico mirava a esal-tare la dedizione alla patria, il sacrificio per la nazione, l’onore del morire combattendo.”(pag. 298) “C’è un momento, quando tacciono i cannoni dopo anni e anni di guerra, in cui la speranza di un fu-turo senza conflitti e di un benessere universale prende il sopravvento. È un illusione, un frutto della contingen-za, un’utopia ottimista figlia delle piccole cose della vita ritrovate: poter trascorrere la giornata senza l’incubo di un proiettile incombente... Domina l’idea per cui la fine della guerra possa costituire una nuova rinascita, una sorta di anno zero da cui ripartire per costruire un mon-do migliore.

Eppure, spesso proprio nel nuovo status quo non belli-gerante, nel caso si riesca a guardare oltre l’euforia del-la pace ritrovata, non è difficile scoprire i segni dei con-

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Valtellina Alpina 23 LUGLIO 2017

I primi Novant’anni

Enea Cometti è l’Alpino più anziano del Gruppo di Torre Santa Maria; non sono necessarie presentazioni visto la sua partecipazione a tante manifestazioni e raduni alpini in tutta la Valtellina lo rende popolarissimo.Domenica 14 maggio a Treviso ha voluto essere presente alla sua 55a Adunata Nazionale, BRAVO ENEA!Domenica 21 maggio, con un giorno d’anticipo, e con sor-presa per lui, abbiamo insieme alla sua famiglia, organizzato la festa per il suo compleanno.Figlie, generi, nipoti, pronipoti, amici, Sindaco e Alpini lo ab-biamo festeggiato con un pranzo preparato nella Struttura Comunale di Torre.Al termine del pranzo il Sindaco ha consegnato ad Enea, molto emozionato, una Pergamena con gli Auguri per il suo splendido traguardo. La giornata è proseguita in allegria con tre fisarmoniche suonate da tre Alpini del Gruppo. Ancora tantissimi auguri Enea da tutti noi.

Il Capogruppo Felice Lenatti

Un coro di auguri

Lina e Marco Cucchi, inossidabile Alpino di Talamona, già Capogruppo dei talamun, hanno festeggiato lo scorso mar-zo i sessant’anni di vita insieme! Il Gruppo Alpini di Talamona si unisce ai famigliari per au-gurar loro che fortuna e salute li accompagnino ancora per tanti anni.Valtellina Alpina si unisce ai talamun per le corali felicitazioni; si canta e si brinda insieme caro Marco!

flitti che verranno... si crede che la memoria fresca dei morti, dei feriti, dei terrori e degli orrori siano sufficienti da soli a demotivare e scoraggiare chiunque voglia tor-nare al fucile come viatico per redimere le controversie.Dimenticando, però, che la memoria si offusca ed esau-risce col passare del tempo... In certi casi, già nel mo-mento culminante della vittoria... emergono segnali indicatori del prossimo futuro, episodi minori, eppure ri-velatori... Gli ultimi mesi della Grande guerra nell’ esta-te-autunno 1918 diventano in questa luce una sorta d’ incubatore dei nodi futuri. E a renderli ancora più cupi scoppia la “Spagnola”, che,... in pochi mesi, farà più vit-time della guerra...

Colpisce senza guardare in faccia a nessuno, coinvolge allo stesso modo ricchi e poveri, interventisti e pacifisti, uomini al fronte e imboscati...Un feroce colpo di coda del destino. Una strage dopo la strage. L’ apocalisse ai tempi supplementari.Tanto che qualcuno evocò il castigo divino, o l’ immi-nente fine del mondo.”(pag. 301) “Alle 15 del 4 novembre per l’ Italia finisce la guerra. Sul fronte occidentale si continua invece a spa-rare sino alle 11 della mattina dell’ 11 novembre. Poi arrivò il silenzio, una calma misteriosa e inquietante. Soldati e ufficiali per un poco di tempo rimasero come impietriti, incerti sul da farsi, increduli che fosse davve-ro finita...(un soldato inglese scrisse) Alle undici della mattina tut-ti quei rumori, scoppi e vibrazioni improvvisamente tac-quero.La quiete che ne seguì era eccezionale; la potevi senti-re, quasi odorare, assaggiare. Non ci furono canti, nes-sun grido, nessuna risata; noi semplicemente restammo fermi, guardandoci attorno e ascoltando”.Se posso aggiungere una parola a ciò che abbiamo ap-pena letto: non mancano mai, nelle nostre cerimonie di commemorazione, le note del silenzio: impariamo  ad ascoltarle bene; sono più eloquenti di tante, a volte, troppe parole.

Fra Mario Bongio Cappellano sezionale 

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Valtellina Alpina 24 LUGLIO 2017

30° Alluvione in Valtellina1987 - 2017

Venerdì 14 luglioP.C. Allestimento Campo Base ad Aquilone

Sabato 15 luglioEsercitazione “Fiumi Sicuri” fiume Adda Valdisotto e Frodolfo Valfurva

Martedì 18 luglioPresidio Campo Base in occasione della cerimonia del 30°Alluvione

Programmaore10,30 Raduno autorità

ore11 Arrivo Presidente della RepubblicaSERGIO MATTARELLA

Inizio cerimonia, Alzabandiera, deposizione corona,

InterventiConsegna benemerenze

Sezioni A.N.A.

Ancona, Asti, Bassano del Grappa, Bergamo, Biel-la, Brescia, Cadore, Carnica, Casale Monferrato, Cividale, Como, Conegliano, Cremona, Cuneo, Ge-nova, Imperia, Intra, Ivrea, La Spezia, Lecco, Mar-che, Milano, Modena, Mondovì, Monza, Napoli, Pa-dova, Palmanova, Pordenone, Reggio Emilia, Salò, Sondrio, Susa, Tirano, Torino, Trento, Treviso, Trie-ste, Udine, Valdagno, Valdobbiadene, Valle-camo-nica, Varese, Verona, Vicenza

Associazioni

Acli Nese, Acli Torino, Ass. Volontari Vallecamo-nica, C.M. Sebino, C.M. Triangolo Lariano, Centro Solidarietà Morbegno, Croce Bianca Milano, Croce Bianca Verona, Fgci Milano, Lega Ambiente Mila-no, Soccorso Alpino Sondrio, Unuci Roma

In quella estate 1987“Lo giuro!” il grido che si leva alto dal prato della Ca-stellina il 4 aprile 1987 fa scorrere un brivido sulla schiena; giurano gli 800 Alpini del 2°scaglione ‘87 del-la Brigata Orobica. Ogni Alpino conosce quel rituale e Dio sa quali e quanti ricordi ci legano a quella ceri-monia.Anche a Sondrio, benché avversata da una giornatac-cia di intensa pioggia, la cerimonia vive quei memora-bili momenti: la marzialità e la compostezza sul cam-po, la trepidazione e la commozione dei familiari sugli spalti, la presenza delle Autorità e dei vertici militari alpini, la gioia liberatoria al “rompete le righe”.La Sezione Valtellinese si prodiga per mesi per ospi-tare una manifestazione alpina ad alto livello; coinvol-ge Enti, Associazioni, esercenti, imprenditori e mo-bilita soprattutto i Gruppi per assicurare volontari in ausilio ai servizi logistici.(da “Sotto il cappello” libro del 80°)

Oggi può colpire il lettore leggere di 800 Alpini che giura-no a Sondrio, sotto la pioggia battente, di volontari mobi-litati per dare risalto ad un momento storico per il capo-luogo ed i bocia solennemente schierati ad avviare il loro anno di naja. Dopo appena tre mesi quei bocia ritornano in Valtellina. Massacrata da quella stessa pioggia che poi diventa al-luvione e da frane che hanno provocato lutti, paesi de-vastati, valli e campagne irriconoscibili e tanta dispera-zione. Con tempestività viene attivata una sala operativa per coordinare l’emergenza ed i soccorsi; dopo ci sarà il ripristino delle strutture viarie, linee elettriche, telefoniche e acquedotti ed abitazioni. I bocia tornano.E ci mettono cuore e braccia, sentimenti e fatiche.Oggi solo grazie a qualche testimonianza fortunosamen-te recuperata possiamo conoscere la loro operosità, i loro stati d’animo: un’esperienza sicuramente incancellabile.Ed esprimere a loro ed a tutti i Volontari di qualsiasi ap-partenenza la viva gratitudine della Valtellina.Piace riportare alcune di queste testimonianze come pia-cerebbe risentire e rivedere quei bocia maturati quasi a veci per stringer loro la mano e sussurrargli Grazie!Trent’anni dopo ha ancora un buon sapore di stima, ami-cizia e l’immutabile affetto che lega le Truppe Alpine ai soci ANA. Anche per loro vale “Per non dimenticare”.

Marino Amonini

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Valtellina Alpina 25 LUGLIO 2017

L’intervento in Valtellina del Battaglione Alpini TiranoC’era un po’di agitazione a Malles la sera del 18 luglio quando cominciarono ad arrivare in un crescendo di dram-matica realtà le notizie sull’alluvione in Valtellina.Agitazione dovuta alla solidarietà morale che lega gli uo-mini del Tirano alle genti Valtellinesi, anche perché spes-so queste due entità coincidono; la valle è zona di recluta-mento e molti dei nostri vedevano in televisione le proprie case, le proprie famiglie.Già prima che si fosse allertati, al battaglione Tirano era-no iniziati i preparativi; già si segnalavano i volontari che chiedevano di essere inviati in valle perché là avevano pa-renti e amici che volevano assolutamente aiutare. Già al momento del preavviso è pressoché pronta a muovere la 49°compagnia, in prontezza operativa, supportata e inte-grata da forze miste del Comando battaglione, incluso un plotone di formazione composto da volontari di altre com-pagnie. Alle sei del mattino successivo arriva l’ordine di in-tervento; la colonna lascia Malles e dirige all’Aprica con più di 150 uomini e 20 automezzi. Sotto di noi la valle vive la propria apocalisse in silenzio, senza chiedere niente a nes-suno. Arrivano altri reparti e unità di soccorso. Nonostante l’eterogeneità delle forze e il comprensibile sovrapporsi di notizie il coordinamento funziona egregiamente. Inquadra-ta rapidamente la situazione, vengono emanati ordini pre-cisi e si attuano i primi interventi di soccorso: il Tirano va a Tirano. Situato proprio ai piedi dell’Aprica il paese è invaso dall’ac-qua, il rio Poschiavino, affluente dell’Adda, lo attraversa in pieno. Straripato a monte del paese il fiume rientra nel pro-prio alveo dopo essere passato fra le case; la corrente è forte, l’’impeto delle acque aumenta.

Vengono predisposti gabbioni con cui gli Alpini avranno modo di familiarizzare durante le operazioni di soccorso. Costruiti in rete metallica hanno la capacità di due metri cubi e vengono riempiti con pietre accuratamente inca-strate con un estenuante lavoro di passamano.Il ritmo di lavoro è elevatissimo gli Alpini fanno a gara squa-dre contro plotoni a chi ne riempire di più.Si stabilisce subito un rapporto di reciproca stima fra la popolazione e i nostri Alpini alimentato dalla comunanza di tradizioni e dalla coscienza di lavorare fianco a fianco per un unico scopo.

Per 15 giorni il lavoro continua anche quando viene eva-cuato il paese all’acuirsi della minaccia della frana e del lago di Val Pola. Giunge poi l’ordine di avvicendamento. Durante le 2 settimane della prima fase si è lavorato anche a Malles per definire ancora meglio l’esigenza e farvi fronte nel modo più razionale possibile.Il l°agosto mentre la 49°compagnia, stanca, rientra al pas-so del Tonale, la 48°compagnia, con 50 uomini e 9 campa-gnole attraversa il Passo Stelvio per soccorrere Valdisotto, ormai isolata dal resto della valle.L’unità viene inviata a Bormio e Valdisotto per la comodi-tà del servizio logistico (via Passo Stelvio); servizio con il quale oltre al proprio reparto si dovrà supportare anche al-tre forze del Genio e delle Trasmissioni che sono chiamate ad operare a Bormio e zone limitrofe. La situazione è mol-to migliorata, non piove più, e si comincia a coordinare ol-tre agli interventi di soccorso anche quelli di ricostruzione.

Vengono eseguiti da Alpini e Vigili del Fuoco gli svuota-menti di cantine e piani terreni dal materiale detritico por-tato dal Frodolfo in piena in tutta la Valfurva. Si continua l’opera di gabbionamento a S. Pietro di Valdisotto dove un affluente sinistro dell’Adda ha sfondato gli argini. Si trova anche il tempo di partecipare, con un picchetto d’onore, alla messa solenne in Bormio, quale atto di solidarietà con le vittime e i loro familiari. A Bormio gli Alpini del Tirano ri-marranno 35 giorni senza sostituzione. Saranno lì la notte dello sgombero di Cepina, a fornire oltre all’appoggio de-gli automezzi il proprio bagaglio di serietà: la popolazione preferisce essere accompagnata dagli Alpini che sfollare per ordini di altri. La 48°compagnia assicurerà anche i col-legamenti di emergenza nei giorni della tracimazione con-trollata del lago di Val Pola fornendo inoltre un supporto logistico capillare a militari e civili impegnati nella gestione tecnica dell’operazione. Complessivamente gli Alpini del Tirano, hanno fornito 4.000 giornate lavorative per un to-tale di 32.000 ore, mobilitando per oltre 50 giorni un gran numero di automezzi e apparati radio. Lo sforzo logistico e organizzativo benché oneroso non ha arrestato il Battaglione; pochi giorni dopo il rientro in sede tutta l’ unità è partita per un esercitazione, lasciato il badile l’Alpino riprende le armi … MAI TARDI AL TIRANO!

Ten. Alfredo De Fonzo

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Valtellina Alpina 26 LUGLIO 2017

Alpini all’opera in Valtellina

II Battaglione Alpini “Morbegno”, a cui noi che stiamo scri-vendo apparteniamo, vanta un grado di operatività tale da essere chiamato in soccorso delle popolazioni valtellinesi in occasione del grave pericolo occorso loro nell’agosto di quest’anno.Ricordiamo ancora come se fosse ieri la sera precedente alla partenza quando con molta serietà, ci fu detto: “Ra-gazzi potremmo partire da un momento all’altro”.Molte sono le cose che un ragazzo non penserebbe mai di dover fare e tutti noi non immaginavamo certo di dover partecipare ad un’operazione di tale levatura.Quel 25 di agosto eravamo molto preoccupati ed un po’ anche impauriti, per le condizioni atmosferiche con le quali ci accingevamo a muovere, inseriti nell’autocolonna di uo-mini e mezzi, ma d’altronde eravamo consci della respon-sabilità della quale eravamo stati investiti e crediamo che nessuno di noi sia partito controvoglia.Quando, scendendo dal Tonale, arrivammo nella zona col-pita, notammo subito la strana atmosfera delle vie deser-te, i negozi chiusi, il silenzio rotto solo dal rombo cupo dei nostri camion. (era scattata l’evacuazione n.d.r.)Ma la realtà era un’altra; ce ne accorgemmo quando fum-mo smistati verso i vari paesini sparsi sui pendii della valle.Fra la gente c’era molta tensione perché da un momento all’altro il bacino del lago di Val Pola avrebbe potuto tra-cimare.Noi, alpini del Morbegno, prestavamo la nostra opera por-tando i viveri nei luoghi dove gli abitanti si erano rifugiati, preparando argini di emergenza, montando tendopoli per gli evacuati ed altri lavori che man mano si rendevano ne-cessari.Nel paese di Sernio c’era l’accampamento base, sul qua-le tutte le squadre di soccorso potevano appoggiarsi trami te apparati radio sempre in frenetica azione per richiedere viveri, materiali e notizie.Queste ultime erano il punto focale sul quale si concentra-va l’attenzione di entrambe le parti: quella militare e quel-la civile. Ad ogni chiamata si associava il timore che si potesse trat-tare di un allarme.Ben presto però il dialogo si estese su basi più ampi e si giunse alla simpatia, all’amicizia, al piacere di potersi ren-dere utili materialmente e moralmente.Così, quando l’emergenza volse al meglio, ci dispiacque sinceramente dover lasciare quella che, anche se solo per pochi giorni, era diventata la “nostra gente”.Tuttavia nel ritorno alla nostra sede la punta di tristezza che albergava nei nostri animi veniva compensata dalla gratificante consapevolezza di essere stati utili ed anche se la nostra opera fu poca cosa, noi ne andiamo ugual-mente e, pensiamo, giustamente fieri.

Alp. Matteo BeaccoAlp. Giorgio Citterio

Alp. Daniele ContiAlp. Andrea Tresoldi

C.le Roberto Cerra

Anche quest’anno, purtroppo, la nostra penisola è stata profondamente segnata da una catastrofe naturale: l’al-luvione in Valtellina. Tra i primi a soccorrere le popolazioni colpite sono giunti 250 Alpini, inquadrati nella 63^ Compa-gnia, del Battaglione Alpini “Bassano” di San Candido, a bordo di 40 mezzi militari. I 150 Alpini, che hanno raggiun-to Grosio e Sondalo, e i 100 Alpini, che hanno raggiunto Bormio, si sono trovati veramente in prima linea sul fron-te dell’emergenza, testimoni di ore drammatiche, vissute a contatto con la sfortunata gente del luogo: essi hanno preso parte ai lavori per arginare il corso dell’Adda, che dai 15-20 metri di letto era passato a oltre 50 metri, rag-giungendo in più punti anche i 100 metri, usando gabbie metalliche da riempire con sassi; hanno lavorato giorno e notte con encomiabile sacrificio personale, in una situazio-ne di continuo allarme. Ma la loro fatica era ampiamente ricompensata dalla sincera amicizia e spontanea ricono-scenza della gente del posto, che lavorava e collaborava con loro. Non pochi sono stati i problemi e i disagi che i nostri Alpini hanno dovuto sopportane: soprattutto quan-do si aggravò la situazione con la nuova frana, che cancel-lava dallo Valle il paese di S. Antonio Marignone; la popo-lazione e gli stessi militari furono costretti ad una repentina evacuazione della zona, portando immediato soccorso alle pensone inferme ed anziane che non volevano abban-donare le loro case. Pen 15 giorni, gli Alpini del “Bassano” hanno affrontato la difficile situazione, lasciando poi, con rammarico, ad organizzazioni civili il proseguimento della loro opera. Da questa esperienza umana gli Alpini hanno potuto acquisire una maggiore fiducia nell’Istituzione Mili-tare e una grande stima del loro Comandante, il Capitano Pietro Caporello, che ha saputo, con tempestività organiz-zare e con efficacia coordinare i lavori di soccorso.

Il “Bassano” in Valtellina

Ora che la fase più delicata si è conclusa, rimane - ed è un fatto assai importante - un saldo legame tra le popolazio-ni valtellinesi e i giovani Alpini, che nell’estate del 1987 si sono prodigati, con fraterna e totale disponibilità in loro aiu-to. Questo recente intervento, in aiuto delle popolazioni del-la Valtellina, è soltanto uno dei tanti episodi di protezione ci-vile, che hanno caratterizzato la storia, recente, delle Forze Armate Italiane. Le Truppe Alpine, in particolare modo, di-mostrano concretamente che l’intensa attività addestrativa che svolgono risulta di grande utilità, non solo in coso di un ipotetico intervento armato, ma anche in condizioni di pace.

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Valtellina Alpina 27 LUGLIO 2017

Sabato 18 luglio 1987. Da alcuni giorni il cielo è coperto sull’intero Alto Adige: una pioggia battente, ininterrotta ha scavato profondi solchi lungo le pendici dei monti e l’acqua, scorrendo a valle, trascina fango e detriti.I torrenti, i fiumi sono in piena, una piena eccezionale vista la stagione estiva e lungo gli argini sgretolati l’emergenza è già scattata con tempestività, mobilitando tutte le forze disponibili, dai Vigili del Fuoco ai reparti dell’Esercito, di volontari della protezione Civile.Al gruppo artiglieria da montagna “Bergamo” di Silandro tutto il personale presente è in stato di allarme ma ancora la sera le notizie sono frammentarie e non si hanno indicazioni precise sull’evolversi del la situazione. In realtà la vera tragedia è già in atto in Valtellina e in Val Brembana soprattutto. L’ordine di partire immediatamente arriva il mattino successivo; è domenica 19 luglio, un giorno festivo. Come al solito all’esterno della caserma “Druso” alcuni genitori e parenti stanno già aspettando con impazienza; nonostante il maltempo sono venuti a far visita ai loro figli e il desiderio è quello di trascorrere una giornata di nuovo in famiglia. Ma questa volta non è possibile: possono soltanto salutarli mentre l’autocolonna militare si avvia verso il passo dell’Aprica, unico accesso transitabile per la Valtellina. Per gli uomini del gruppo Bergamo si profilano già giorni di lavoro incessante. L’organico del reparto è al completo, supportato da un adeguato parco automezzi, comprendente numerosi autoveicoli adibiti al trasporti dei materiali e della truppa e mezzi di ricognizione, di quali si aggiungono una ambulanza ed una cucina mobile da campo.Il reparto è autosufficiente ed il 20 luglio è già pronto ad operare a Tirano dove il rio Poschiavino, rotti gli argini, ha allagato e devastato il paese. Giovani di tutte le estrazioni sociali, diversissimi fra loro per cultura, formazione e carattere si trovano a lavorare a stretto contatto di gomito in una condizione complessiva di forte disagio e di pericolo. Ma il dolore della popolazione che in poche ore ha visto sfumare il risultato di anni di sacrifici e di lavoro costituisce per gli artiglieri un fondamentale incentivo ad adoperarsi con tutte le forze. Superata l’emergenza a Tirano, vengono avviate corso del fiume Adda. Il lavoro è laborioso e le opere di arginatura e molto faticoso: consiste nel riempire con grosse pietre prelevate dal letto del fiume o riportate da altre frane della zona le gabbie metalliche appositamente costruite che poi vengono collocate a consolidamento degli argini abbattuti. Fra il 23 luglio e il 1 agosto gli artiglieri del Bergamo sono continuamente chiamati ad intervenire in favore della popolazione locale, sia per le operazioni di ripulitura dal fango e dai detriti dei tanti edifici, negozi e magazzini allagati fra Tirano e S. Antonio Morignone, sia per consentire la tempestiva evacuazione di decine di

NELLA VALTELLINA DISASTRATA: L’OPERA DI SOCCORSO PRESTATADAL GRUPPO ARTIGLIERIA DA MONTAGNA “BERGAMO”

(19 luglio – 2 agosto 1987)

famiglie minacciate da un nuovo e ben più grave pericolo: una frana in movimento lungo la Val Pola che incombe sugli abitati sottostanti. Con eccezionale senso del dovere i militari riescono a far evacuare tutta la popolazione appena in tempo, anche lavorando di notte. La mattina del 28 luglio precipita a valle, staccandosi dal Pizzo Coppetto, l’intero fianco della montagna, seppellendo tre paesi e provocando altre vittime.È un disastro di enormi proporzioni.La nuova emergenza impone una attività frenetica. Gli artiglieri del Bergamo, dislocati fra Tovo S. Agata e il Ponte del Diavolo, attivano un ponte radio in località Frontale, presidiano l’accesso alla zona di maggior pericolo mentre a monte dell’immensa frana si va creando un lago artificiale il cui livello sale di ora in ora.A Grosio nel frattempo viene allestita una sala operativa che coordina le attività di soccorso. Prosegue l’opera di consolidamento degli argini dell’Adda e nei cantieri aperti si lavora alacremente nel timore di una possibile nuova ondata di piena.In Val Grosina si provvede con urgenza alla sistemazione di un ponte gravemente lesionato. In questa fase determinante delle operazioni risulta del massimo aiuto l’intervento del raggruppamento elicotteri dell’ALE-ALTAIR di Bolzano, indispensabile per le ricognizioni e per i collegamenti fra le varie unità in azione. Accanto ai lavori di sistemazione della rete viaria e di arginatura dei corsi d’acqua i militari del Bergamo garantiscono i necessari servizi di trasporto e di rifornimento con località difficilmente raggiungibili come Le Prese, Mondadizza, Grailè e Frontale, attivando anche un collegamento diretto con Sondalo e il locale ospedale.Il reparto rientra nella sede stanziale di Silandro il 2 agosto, dopo aver ricevuto i diretti apprezzamenti del Capo di Stato Maggiore dell’Esercito, Generale Di Martino e dei ministri della Protezione Civile e dei Lavori Pubblici, nonché di tutta la popolazione della zona.Ma in Valtellina rimangono ancora 450 uomini del 4° Corpo d’Armata Alpino, riuniti in un reparto di formazione comprendente i genieri dei battaglioni “Orta” e “Iseo”, la compagnia controcarri della Brigata Orobica e una compagnia del battaglione “Tirano” di MalIes Venosta. Per gli artiglieri del Bergamo si è trattato di un lavoro notevolissimo eppure prestato senza troppo chiasso, con generosità e grande determinazione; per tutti ora è più chiaro il perché di un anno di servizio militare. È un’altra pagina della lunga storia del reparto e lo è anche per la Brigata Orobica e per il 4° Corpo d’Armata Alpino, una pagina che conferma l’importanza dell’opera dell’Esercito in quei casi, purtroppo non infrequenti, di calamità naturali che colpiscono il nostro territorio nazionale.

Alp. Umberto TecchiatiC.le Claudio Mafrici

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Valtellina Alpina 28 LUGLIO 2017

dal n° 7 del 31 agosto 1987

ALPINI VAL DELL’AGNONOTIZIARIO MENSILE SEZIONE A.N.A. DI VALDAGNO

Valtellina, nella valle “martoriata” dalla montagna La nostra esperienza di solidarietà

Il Nucleo di Protezione Civile A.N.A. Recoaro Terme una settimana dopo il disastro della Valtellina è stato chia-mato a Sondrio per i primi interventi di sgombero. Do-menica 26 luglio partiva la prima squadra composta dal presidente geom. Oreste Prebianca, Enzo Tomasi con la moglie Tiziana, Giorgio Polli (capogruppo di Recoaro), Mario Facchin e Roberto Pretto. L’attrezzatura al seguito era composta da pale, picconi, un atomizzatore per disin-fezione, due radio portatili e poco altro. Dopo un viaggio “avventuroso”, per il Passo dell’Aprica, i nostri primi vo-lontari giungevano a Sondrio in mattinata. Abbiamo de-ciso di pubblicare alcuni appunti di viaggio, per testimo-niare questo “battesimo del fuoco”con una vera calamità naturale.“... Arrivati a Sondrio: dappertutto vi sono sacchi di sab-bia e cemento. Il letto del Mallero (le cui acque, prove-nienti dalla Val Malenco, attraversano tutta la città) è in-vaso dalle pale meccaniche che cercano di asportare il più rapidamente possibile le tonnellate di materiale che vi sono depositate. Il colpo d’occhio, per chi si ricordava il Mallero come un bel torrente di montagna, è impressio-nante. Militari e poliziotti regolano il traffico sul solo pon-te rimasto agibile. Noi veniamo fermati da un vecio alpino del posto, che con la sua auto ci scorta fino in Prefettura. Subito prendiamo contatti con il dott. Nesina (incarica-to A.N.A.) e con i rappresentanti dei gruppi di protezione civile di Verona e di Trento. Il dott. Nesina ci informa dei vari danni, più o meno gravi, subiti dai paesi della valle e, mettendoci al corrente del piano di Coordinamento degli interventi, ci destina al comune di Piateda. Dopo di che, personalmente, ci accompagna all’istituto dei Salesiani per l’alloggio.Dopo aver sistemato i nostri bagagli e consumato un ran-cio fugace, un alpino della sezione di Sondrio ci accom-pagna a Boffetto, frazione del comune di Piateda, in riva all’Adda, una dozzina di chilometri a nord di Sondrio, ver-so Tirano. Qui incontriamo altri volontari veronesi e tren-tini, ma non c’è tempo per presentarsi con i compagni: si comincia subito. Dobbiamo sgomberare cantine invase dal fango e dai de-triti. L’aria è a tratti irrespirabile, gli stivaloni sprofonda-no nel fango, e si prova la strana sensazione di essere prigionieri delle sabbie mobili. II ritmo è sostenuto: una signora si preoccupa in continuazione di soddisfare la nostra sete. Siamo al limite ma regna un incredibile buo-numore: siamo già tutti amici, senza nemmeno esserci visti in faccia.Durante il primo turno in Valtellina, ci ha fa visita il no-stro presidente nazionale Leonardo Caprioli, che ha avu-to parole di sprone e plauso. La foto testimonia il gradi-to evento: in piedi da sinistra Bruno dell’ANA Genova, il dott. Caprioli, i geom. Prebianca, il resp. PC Tomasi, Ste-

fano giornalista milanese, Pietro da Brembilla; accosciati da sinistra, Claudio dell’ANA Genova, un consigliere della sezione di Sondrio, il capogruppo di Recoaro Polli, Pret-to e Facchin.

Verso sera, torniamo a Sondrio carichi di fango e di stan-chezza. Ma il pensiero è a quelle persone, a quelle case distrutte. Il tempo per una doccia, e ci ritroviamo nella mensa salesiana; poi, un giro per Sondrio deserta.C’erano solo tante ragazze, che non avevano mai visto così tanti militari insieme: l’abbiamo considerata come una nota di colore in mezzo a tanta tristezza. Allo stes-so modo trascorre anche il lunedì, secondo giorno di la-voro in valle, nelle stesse case e nelle stesse cantine. Il martedì mattina torniamo da quelli che sono ormai i no-stri amici di Boffetto: i fratelli Togni. Improvvisamente sia-mo avvertiti della frana di S. Antonio e Aquilone: c’è peri-colo, dobbiamo abbandonare la riva dell’Adda perché la diga naturale potrebbe cedere. Avvertiamo la popolazio-ne, ma non è facile: alcuni sembrano addirittura rasse-gnati e continuano a scavare; altri scrutano il cielo sereno e ci prendono per dei visionari.Decine di elicotteri spazzano l’aria sopra di noi: il rombo è assordante. Siamo riuniti vicino alla chiesa, in una zona non pericolosa, con tutti i mezzi girati verso la montagna, pronti per l’emergenza. Siamo in attesa di ordini. Non c’è panico, ma allerta massimo. Siamo gli stessi delle serate precedenti, ma non abbiamo più voglia di scherzare: tutti i nostri sguardi sono rivolti verso S. Antonio Morignone. Giuseppe Togni, di Boffetto, si avvicina ad alcuni di noi e ci fa constatare come il livello dell’Adda si stia abbassan-do: è la prima conseguenza diretta della frana.A mezzogiorno andiamo tutti all’asilo di Piateda a man-giare: qui le donne del paese, bravissime, hanno cucinato per ottanta persone. Entra un capitano dell’esercito, te-sissimo, ordinando il silenzio: dice che va tutto bene, che non è successo niente, di continuare a lavorare senza allarmi alla popolazione. Tutti noi lo guardiano, lo ascol-tiamo, ma nessuno gli crede. Il pomeriggio siamo sopra Piateda, a Dosso Piano dove, ci dicono, è più sicuro. In-tanto si organizzano gli alloggi per gli evacuati. Ci atten-de un eguale tipo di lavoro: cantine invase dal fango e dai detriti. La gente lavora, non ha tempo nemmeno per parlare. Vediamo una donna anziana che spinge una car-riola carica di materiali: facciamo per aiutarla ma ci dice che non è possibile perché non bisogna perdere tempo. Anche questa è una lezione.

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Valtellina Alpina 29 LUGLIO 2017

Il lavoro è sempre più pesante: per estrarre la rete di un letto immersa nel fango dobbiamo fissare un cavo d’ac-ciaio ad una ruspa. Ma nessuno di noi ha la forza ed il tempo per contestare l’inutilità dello sgombero di certi lo-cali, ed allora avanti come prima più di prima.Nel frattempo è arrivata una squadra A.N.A. di Asti, e molti di loro sono pensionati: un rapido saluto e via al la-voro. La sera, accompagnati da un giornalista di Milano siano andati in Val Malenco: non crediamo ai nostri occhi, scattiamo qualche foto, nessuno parla.Ci sentiamo minuscoli ed impotenti davanti alla monta-gna. Riusciamo ad individuare la frana di Ciappanico: un brivido ci percorre la schiena.Mercoledì trascorriamo tutta la giornata nelle cantine di Dosso Piano e, la sera,la nostra squadra viene sostituita da sei uomini freschi: geom. Ivano Piccoli, Antonio Su-diro, Nerino Storti, Albino Storti, Silvano Santagiuliana e Bruno Sandri. Della prima squadra rimane anche Ilario, un carrozziere assolutamente unico per forza di volontà e di coraggio. La nuova squadra giovedì e venerdì si tra-sferisce a Chiuro, impiegata nello sgombero di una canti-na ed in quello di un vasto stabilimento di articoli sportivi.Hanno dal primo momento la sensazione che possono essere più utili alla gente di Piateda, che ha subito danni ben peggiori: il caposquadra ne parla in sala operativa ed ottiene di tornare il sabato a Piateda.Peccato per la gente di Chiuro: anche loro meritano aiu-to, ma ci sono delle priorità. Essi continuano la loro ope-ra fino a domenica 2 agosto quando vengono sostituiti dalla terza squadra; Lino Pianalto, Pierino Torchia, Cele-ste Cailotto, Nello Santagiuliana, Italo Orsato e France-sco Ceola. Quest’ultima termina il suo turno giovedì 6, lavorando sempre nel comune di Piateda, ultimando lo svuotamen-to delle cantine di Boffetto e Dosso Piano.La quarta squadra (composta da Paolo Spanevello, Elvio Luna, Albano Camposilvan, Walter Povolo, Egidio Fiori, Luigi Prebianca e Giancarlo Gaspari) viene bloccata qual-che ora prima della partenza da Recoaro, in guanto i co-muni valtellinesi non richiedono più i volontari. Chissà perché?Si è già scritto tanto sulla Valtellina e sui valtellinesi: qual-cuno auspicava una Italia fatta tutta di Valtellina, anche sommersa. Purtroppo, per noi che abbiano vissuto qual-che giorno in questa valle e a contatto con la sua gente, dobbiamo dissentire da questo auspicio: anche in Valtel-lina i contrasti sono enormi.Da una parte donne ed anziani che lavorano al limite del-le loro possibilità fisiche, dall’altra ragazzotti di Sondrio che scorrazzano in moto come se niente fosse (e sono tanti). Abbiano visto valtellinesi andare in chiesa, prega-re per la loro regione, caricare la macchina e partire per il mare. Per contro abbiamo conosciuto Pietro (un operaio di Brembilla vicino Bergamo) il quale ha rinunciato a due settimane di ferie a Rimini, perdendo la relativa caparra, per venire ad aiutare: è un uomo straordinario, ci ha inse-gnato molto, siamo diventati amici.E come possiamo dimenticare gli uomini della sala ope-rativa, il dott. Azzola, il dott. Nesina, tutti gli altri, gli eli-cotteristi e quelli che ancora oggi lavorano giorno e notte, con camion e ruspe, per vuotare il Mallero dalle tonnella-

te di detriti che vi si sono depositate?Ci ricordiamo con amarezza di quei tre frontalieri, con il rientro in paese stipendiato per calamità, fermi al bar in camicia bianca, quando i loro vicini di casa hanno perso tutto. Non potremo mai dimenticare il biologo, l’autista di mezzi pubblici e l’insegnante, tutti genovesi, venuti su allo sbaraglio ed aggregati al nostro gruppo, dove hanno svolto un ruolo fondamentale.È impossibile dimenticare tutti i compagni di lavoro, ed è altrettanto difficile non pensare alle dipendenti dello sta-bilimento fallito, con la produzione sotto sequestro, che ci aiutavano cariche di buonumore, malgrado l’incom-bente disoccupazione. No, cari signori, abbiate pazienza, ma non è proprio il caso di generalizzare, né in Valtellina né altrove.

II Valtellinese, nel suo insieme, ci ha dato l’impressione di non aspettarsi niente da nessuno: è perfettamente con-scio di cosa sia oggi la solidarietà. Ancora troppo poca cosa. Lo abbiamo constatato anche ad alto livello: in pie-na emergenza è stato sostituito il ministro della Protezio-ne Civile, con una decisione addirittura cinica..La perdita di tempo prezioso derivatane è evidente. Ai valtellinesi non serve neanche il cordoglio delle autorità civili e militari: alla Valtellina, come a tutte le zone colpite da calamità (dal Belice al Friuli) serve una mole impressio-nante di lavoro, organizzato bene ed in modo razionale. Sinceramente, tutto sommato, pensiamo che le autorità locali, il ministro Zamberletti ed i suoi uomini, operassero in questo senso. Ma non c’è tempo per le polemiche, an-che se legittime. La montagna non aspetta l’uomo e ce lo ha già dimostrato.Un’ultima precisazione: la Valtellina non è solo Bormio, con gli alberghi chiusi e le case sfitte, i negozi di lus-so assolutamente vuoti, via Roma deserta. La Valtellina è anche la Levissima con gli operai in cassa integrazione, la Valtellina sono anche le frazioni con le macerie al po-sto delle case, sono le colture distrutte. I Valtellinesi sono anche le persone che hanno smarrito una vita di lavoro, senza parlare di coloro che (valtellinesi e non) in quelle valli hanno perso la vita.

Enzo TomasiResponsabile Sezionale per la Protezione Civile

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Valtellina Alpina 30 LUGLIO 2017

ALLUVIONE VALTELLINALUGLIO – AGOSTO 1987

SEZIONI INTERVENUTE GG. LAVOROSONDRIO 5.970TIRANO 2.650ASTI 76BASSANO 214BERGAMO 582BIELLA 433BRESCIA 148COMO 241CONEGLIANO 80CREMONA 8GENOVA 57INTRA 19LECCO 139MILANO 144MODENA 82MONZA 14PADOVA 54REGGIO EMILIA 50SALO’ 67PORDENONE 24TORINO 139TRENTO 182TREVISO 53TRIESTE 144UDINE 438VALDAGNO 65VALDOBBIADENE 103SUSA 53VERONA 488CUNEO 30CADORE 28ANCONA 21LA SPEZIA 15IMPERIA 43VICENZA 15MONDOVI 40CASALE MONF. 37PALMANOVA 25CIVIDALE 48IVREA 3VOLONTARI NON ALPINI 717

Nell’emergenza “Valtellina ‘87”un notevole contributo fu assicurato dalle FF.AA. tra cui una presenza massiccia di ragazzi di Leva

nei Reparti Alpini del IV Corpo d’Armata.

Riprendiamo dal periodico della Sezione ANA di Biella TÜCC ÜN, quando i biellesi, capitanati da Corrado Pe-rona, nell’estate 1987 arrivarono di slancio “In Valtelli-na con le braccia e col cuore” una nota di prima pa-gina firmata dall’impareggiabile Nito Staich, una delle più autorevoli firme scarpone.In punta di penna.Oggi, ad un’attenta rilettura, pare che in trent’anni non siano cambiati affatto usi e costumi delle stanze dei bottoni.

La pugnalata a Zamberletti“È morto il buon senso!”Questo il titolo affisso in centinaia di esemplari a Tira-no pochi giorni dopo l’alluvione, con chiaro e fin trop-po civile riferimento all’naspettato incredibile “cambio della guardia” Zamberletti - Gaspari. La presenza di un ennesimo “cadavere”, frutto degli ineffabili equilibrismi del potere, non desta eccessivo stupore, dati i nume-rosi precedenti.Ma va detto, senza mezzi termini, che la vergognosa pugnalata alla schiena inferta a Zamberletti, rappre-senta una vera e propria aberrazione del gioco politi-co, esecrabile risultato di un sistema partitico irrazio-nale, irresponsabile, autolesionistico e - quello che più offende - arrogantemente insensibile alla pubblica opi-nione. Sorge il sospetto - a parere di un famoso giornalista dalla lingua assai pungente - che la destituzione di Zamberletti va ascritta al fatto che l’ignara “vittima” aveva raggiunto il massimo grado della competenza in un mondo politico in cui si accede ai ministeri solo, o spesso, per comprovato e conclamato grado di in-competenza.

NITO STAICH

Il buonsenso è morto, ma lunga vita all’inossidabile Mi-nistro Giuseppe Zamberletti. Lo amiamo ancora come tale.

Non conteggiate le giornate fornite dai volontari delle Sezioni: Carnica, Marche, Napoli, Pordenone,

Vallecamonica e Varese.

Totale giornate lavoro 13.022

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Valtellina Alpina 31 LUGLIO 2017

Stefano Ardito, affermato scrittore di montagna con una vasta esperienza edito-riale e di collaborazione alle più quotate riviste naziona-li, si cimenta sul Centenario della Grande Guerra attin-gendo alle tante storie che hanno legato i protagoni-sti alla montagna. Scrive in apertura: “Gli italiani che fre-quentano la montagna, e che hanno ascoltato molte vol-te le tristi canzoni degli alpi-ni della Grande Guerra (quel-le nate durante la Seconda

guerra mondiale sono altrettanto crude) sanno che la guer-ra sulle Alpi, nei quattrocento chilometri che separano il Passo dello Stelvio da Caporetto, è stata un conflitto spe-ciale, crudele e romantico al tempo stesso. Una guerra combattuta su un terreno unico al mondo, e che ha spes-so visto affrontarsi, con divise diverse, degli uomini simili tra loro, e molto legati ai loro monti. L’idea che la guerra sulle Alpi avesse qualcosa di speciale si è diffusa, su en-trambi i lati del fronte, già negli anni del conflitto”.Diciassette capitoli, diciassette protagonisti legati ad al-trettante montagne che ne hanno decretato la sorte tra eroismi e vittorie, morte e sconfitte.

Stefano ArditoAlpi di guerra, Alpi di paceLuoghi, volti e storie della Grande Guerra sulle AlpiEd. Corbaccio, 268 pag. € 19,60

Invito caldamente i lettori a visitare la mostra di fotogra-fie, documenti e cimeli allestita a Schio (VI) che rivela una straordinaria opera di guerra sul Pasubio; la celebre Stra-da delle 52 Gallerie. Meglio salirla e viverla fino al Rifugio Papa, successivamente visitare il Sacrario Ossario del Pasubio e scendere a Palazzo Fogazzaro per visitare la mostra per cogliere ogni sfumatura di quell’opera ed ac-quistare poi l’elegante catalogo. Mostra aperta fino al 24 settembre 2017, da non perdere.

info: http://www.stradadellegallerie.it/informazioni/La Strada delle Gallerie ha 100 anniEdizioni CAI Sezione di Schio, 240 pag. grande for. € 25

“…Il deperimento delle nostre élite è generale. Niente e nes-suno si è salvato dal lento pro-cesso di decomposizione. Non la politica. Né le grandi buro-crazie pubbliche. Ma neppu-re magistrati, manager pub-blici e privati, professori. Non ha risparmiato il sindacato, la finanza, i professionisti di ogni ordine e grado. Né poteva ri-sparmiare la stampa e l’infor-mazione.Cominciata quando scuola e

università smettono di essere non soltanto il fondamento dello sviluppo sociale, ma anche la base per la formazio-ne delle classi dirigenti. Prosegue con i partiti ridotti spes-so a propaggini di comitati d’affari. Con i politici sempre più concentrati sul proprio interesse personale anziché su quello della collettività Con l’ignoranza che dilaga, per-ché essere preparati conta meno che essere furbi. Con il trionfo del conflitto d’interessi. Con i privilegi che allagano gli strati sociali più elevati e le corporazioni più potenti tra-sformandoci nel paese delle caste. Con la corruzione tol-lerata come forma endemica di una società febbricitante. Con l’affermazione di una gerontocrazia narcisista e auto-referenziale, per questo incapace di trasmettere il potere se non ai mediocri. Con la mancanza di prospettive per i giovani migliori, che scappano all’estero perché qui fanno carriera solo le schiappe. Con la speculazione edilizia e il disastro dell’ambiente. Con la burocrazia asservita alla politica e al tempo stesso arrogante. Con la morte delle grandi scuole di classe diri-gente, dall’Iri alla Banca d’Italia. Con gli imprenditori che fanno strada grazie alle relazioni, anziché alle idee. Con le privatizzazioni sbagliate, che hanno trasferito le rendite di posizione dallo stato ai salotti. Ma soprattutto con la fine del sogno. Eravamo un paese che aveva fame di cresce-re: adesso siamo la Repubblica dei brocchi.” Da leggere con cura, capitolo dopo capitolo.Per riflettere.

Sergio RizzoLa repubblica dei brocchi Il declino della classe dirigente italianaEd. Feltrinelli, 272 pag. 17 €

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Valtellina Alpina 32 LUGLIO 2017

Il viaggio nella prima guerra mondiale con l’ormai nostro Guglielmo Stefanon continua. Siamo nel 1916 sull’Albiolo di sinistra in una giornata standard per un alpino, per un attendente. Dopo una not-te di sentinella Guglielmo era in attesa davanti alla tenda del suo Tenente e arrivano due personaggi che vogliono parlare con l’ufficiale. Entrambi diventeranno poi emble-ma della Storia, di questa storia: Attilio Calvi e Cesare Battisti. “Un ricordo dall’Albiolo di sinistra. Facevo l’attenden-te al Tenente Gulfi. Quel giorno nevicava ed ero appena smontato di sentinella. Stavo davanti al baracchino in cui stavano dentro una cuccetta per il Tenente, il telefono, la cassetta d’infermeria, tre sacchi di pagnotte di scorta e qualche genere di conforto. Io davanti stavo facendo uno sgabello e mi arriva lì all’improvviso il Tenente Atti-lio Calvi.Dietro di lui] c’era un robusto alpino. Io] mi sono alzato in piedi sull’attenti e ho] fatto il saluto. Mi chiede: “C’è l’uf-ficiale?”. Il Tenente Calvi lo conoscevo già da un po’. “Si-gnor si, è qui dentro”. Sono entrati a parlare e poi il mio Tenente mi dice: “Stefanon prepara tre caffè”. Poi quella voce strana ha parlato forte: “C’è qui uno Ste-fanon?” “Si è il mio attendente” rispose il tenente]. Quell’Alpino con la mosca ha aperto subito la porta e ha detto: “Tu Stefanon?” “Si!” ho risposto. “Io sono Cesare Battisti” e mi ha dato la mano. “Siamo paesani!” e mi ha messo le braccia al collo e baciato come un bambino. Io ho fat-to altrettanto. Tutti e due eravamo tanto commossi con] le lacrime sulle guance. Le parole si erano fermate per un momento in gola e mi sembrava strano staccarsi. I due ufficiali erano subito venuti sulla porta a vedere così all’improvviso una tanta commovente scena, di un amore così tanto fraterno, e così tanto sentito all’istante. I due ufficiali avevano anche loro gli occhi lucenti. Poi mi misi a fare il caffè, intanto si calma un po’ l’emozione. Beven-do il caffè si interrompe Cesare dice: “Adesso raccontami come ti trovi qui! Io sono stato tante volte alle Bade, Cao-ria e lì andavo a trovare i miei parenti, e lì è il ceppo della parentela Stefanon, comune di Canal Sanbovo. Per que-sto sono ansioso di sapere della tua provenienza”. “Ec-comi” risposi e iniziai a raccontare] “Mio nonno è nato a Caoria. Ha fatto 11 anni nell’esercito austriaco. Faceva il muratore di discendenza. Si è sposato con Petenelli Te-resa di Venezia. Mio padre è nato il 3 Marzo 1853 e più tardi è nata una sorella. Nel 1871 lasciarono i loro beni a Toni di Luigi. Infine hanno lavorato al Tribunale di Trento, poi si sono diretti verso Cles, Valdisole, Tonale, Edolo, Sondrio, Chiavenna e li si sono casati a Mescolana, co-mune di San Giacomo Filippo, provincia di Sondrio. Mio padre] ha sposato Gianera Lilia del luogo. Io sono nato a San Giacomo Filippo il 10 Marzo 1892. Dal 21 Maggio 1915 sono al Val d’Intelvi, il giorno stesso che è stato for-mato il Battaglione, assegnato alla 244° Compagnia, in

L’Alpino Guglielmo Stefanon (3)di Erika Trivellato

cui mi trovo. Da 14 anni ho cominciato a fare il muratore con mio padre. Ho altri due fratelli, uno del 1897, l’altro del 1899, e sette sorelle”. In questo brano conosciamo ancora meglio Stefanon. Lui si racconta a Battisti e anche a noi. Narra il suo passato, la sua famiglia e come è diventato un alpino. La conversazione tra i due prosegue e aumenta l’intimità e la confidenza.

A questo punto Battisti passa al dialetto “Ma varda li, come ho trovà un mi paesan, el se rivà prima de mi, a fa li cadde, de trovas chi con la medesima idea, dovemo esser forti de scaccià tutti gli austriaci invasori della terra dei nostri padri e nostra. Semo tutti compatti e ghe rive-remo. Mi go vù un gran brio a senti quela parentela de la chi che semo a tremila metri. Una gran vera consolasion ghe se restà e se troveremo qualche volta anche giù, a riposo”. Dopo di aver ancora guardato le posizioni sono scesi sempre in gamba e dovevano poi darci il cambio”. Ciò che colpisce in questo estratto del diario è come Ce-sare Battisti si confronta con Stefanon. L’incontro tra i due è all’insegna dell’assoluta semplicità e spontaneità. Cesare Battisti di grado superiore allo Stefanon si rap-porta con lui come a un suo pari. La comunanza di radici visto che erano entrambi delle stesse zone geografiche li spinge a riconoscersi come simili. Battisti infatti cambia registro e nell’ultima parte dell’incontro passa al dialet-to, riconoscendosi, se non fratelli, cugini. Come trentini e come Alpini. (continua)

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Valtellina Alpina 33 LUGLIO 2017

Questo il titolo della tesi di laurea, la seconda, in Scienze Storiche della Facoltà di Studi Umanistici della Università degli Studi di Milano discussa il 9 maggio con pieno suc-cesso da Erika Trivellato. Non possiamo che rallegrarci con la matricola 785595 per questo risultato che coincide con lo sforzo che la Se-zione Valtellinese, attraverso le molteplici iniziative attua-te, in corso d’opera e prossime, declina il Centenario.Input che il Centro Studi ANA ha attivato nel 2014 e che ha consentito un diffuso risveglio d’interesse culturale sulla Grande Guerra; accadimenti e protagonisti.Piace che uno di questi, Guglielmino, attraverso il suo diario, abbia consentito di conseguire un titolo di laurea ad Erika, estranea fino a pochi mesi fa del mondo scar-pone nel quale noi soci operiamo con passione e dedi-zione. Piace che Valtellina Alpina lo possa raccontare quell’Alpino della val di Giust. Nella ponderosa tesi Eri-ka ha curato con scrupolo ogni citazione, data, accadi-mento, nomi scritti sul diario di Guglielmo Stefanon nel confronto con le pubblicazioni di numerosi ed autorevoli storici trovandovi una straordinaria corrispondenza. Que-sto implementa ulteriormente il valore del diario, della ve-ridicità del racconto, della precisione adottata nella pur sgrammaticata stesura di Guglielmino.Ma le soddisfazioni per la Valtellinese non finiscono con la tesi di Erika; in dirittura d’arrivo è prossima altra tesi.La baracca del Btg. Monte Ortles, recuperata dall’indi-menticato Mario Testorelli ed i suoi Alpini in Vallumbrina nel 1974, meta dell’annuale pellegrinaggio agostano, è argomento di tesi in architettura di Raffaella ed Edda, due brave studiose bresciane.Siamo loro vicini e collaborativi per questa loro volata.

Marino Amonini

DIARIO DI UN ALPINO.GUGLIELMO STEFANON

NELLA PRIMA GUERRA MONDIALE

Alpino Guglielmo StefanonGuglielmino

Nasce a S. Giacomo Filippo (Val dei Giust, Valchiaven-na) il 10 marzo1882 da An-tonio e Lilia Gianera. Studia fino alla quarta elementare poi aiuta la famiglia nei lavori agricoli ed accudisce gli ani-mali.La leva obbligatoria lo por-ta negli Alpini fino a giugno 1912. Nel 1915 scoppia la

Guerra: Guglielmo vive ancora con i suoi a San Giaco-mo Filippo, frazione Mescolana, con 2 fratelli e 5 sorelle. Viene chiamato sotto le armi ed entra a far parte della 244° compagnia del Battaglione Val d’Intelvi, nel quale opererà fino al congedo definitivo. Diventa attendente del Sten. Carlo Gulfi di Mandello del Lario che perisce il 30 aprile 1916 al Passo delle Topette. I 3 anni di guerra saranno pieni di eventi che influenzeranno la sua vita.In un quadernetto scolastico riversa una straordinaria testimonianza del suo vissuto di guerra sull’Adamello: 69 paginette scritte fitte, in una calligrafia minuta si è scoperto un tesoro ricco di spunti. Lo racconta a puntate su Valtellina Alpina Erika Trivellato che ne fa anche dote per la sua seconda tesi di laurea.Guglielmino dopo la guerra sposa Teresa Annunciata Oregioni e genera 5 figli. Muore il 5 luglio 1980; è sepol-to nel cimitero di Gallivaggio.

da archivio Guglielmo Stefanon, combattente in Adamello e appassionato alfiere del suo Gruppo Alpini di S. Giacomo Filippo.

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Valtellina Alpina 34 LUGLIO 2017

Siamo grati a Nemo Canetta per averci donato queste pagine che rappresentano una interessante ed ulteriore testimonianza dei protagonisti dello Scerscen.Il Centenario assume così forma letteraria.

(da LA SORGENTE, marzo 1919rivista del Touring Club Italiano edita dal 1917 al 1928)

MARINELLI LES BAINSNel 1880 la Sezione Valtellinese del Club Alpino Italiano inaugurava su di una balza, a 2.812 metri, un nuovo ri-fugio in una superba posizione tra le grandi vedrette di Scerscen e di Felleria, nel gruppo del Bernina.Era stato costruito per iniziativa di Damiano Marinelli, uno di primi italiani che percorrendo il magnifico gruppo, e battezzato col nome di Capanna Scerscen. Ma l’anno successivo il Marinelli periva nella terribile catastrofe del Monte Rosa e allora la Sezione Valtellinese, col voto una-nime di tutti gli alpinisti italiani, inaugurava nuovamente il Rifugio e il 21 luglio del 1882, dedicandolo alla memoria dello sventurato alpinista.Senonché l’affluenza sempre maggiore degli amanti della montagna, che vi accorrevano attratti dalle bellezze me-ravigliose della regione, rese necessario un nuovo ingran-dimento del Rifugio, che ebbe luogo il 5 Settembre 1906 in occasione del 37° Congresso degli alpinisti italiani che la Sezione di Milano del Club Alpino organizzò per l’ap-punto in Valtellina. In quel giorno, il nuovo Rifugio ospitò un centinaio di persone all’incirca, che il dì seguente, gui-date dai migliori alpinisti della Sezione e dalle guide più famose della Valtellina, si dividevano in numerose corda-te per la scalata di tutte le punte del superbo anfiteatro.Venne l’estate del 1914, la Capanna fu requisita dall’Au-torità militare per la sorveglianza del vicinissimo confine svizzero; infine nel 1915 divenne la sede del Comando di un Distaccamento di sciatori. Incominciavano quei famo-si corsi di istruzione che, considerati dapprima con indif-ferenza da chi non aveva dimestichezza alcuna coi veloci pattini norvegesi, dovevano in seguito, per la fede di un manipolo di apostoli che già avevano affermato all’estero il buon nome degli sciatori italiani, preparare quei mera-vigliosi plotoni in camice bianco che tanta parte gloriosa ebbero nelle conquiste del Cozzon di Lares, del Corno di Cavento, del Cozzon di Folgorida: battaglie di giganti nel regno delle aquile!Verso la fine del 1915 giunse alla Capanna il Capitano Davide Valsecchi del 5° Alpini, alpinista entusiasta e sciatore provetto, scelto dalla fiducia del Colonnello Um-berto Mautino, che dei corsi di sci fu il tenace, sapiente e fervido organizzatore, per la preparazione e l’addestra-mento delle giovani reclute. E il Capitano Valsecchi di-venne il nume tutelare del nuovo Rifugio. Desideroso di dare al suo corso la maggiore efficienza, egli nulla trala-sciò perché la Capanna diventasse un soggiorno gradi-

CENTENARIO SCERSCEN 1917 - 2017

to ai suoi soldati. Ne rivestì le pareti di legno, ne abbel-lì le piccole ospitali camerette con tutti quegli ornamenti semplici e gentili che solo un innamorato della montagna sa creare. Un elegante veranda si aggiunse al fabbricato e costituì una splendida sala da pranzo, tanto nei gior-ni del bel sole alpino, quanto in quelli di tormenta e di gelo. In breve la notizia della trasformazione che il Rifugio andava subendo per opera del mago sapiente si sparse per la valle e numerosi furono allora coloro che deside-rarono recarsi a visitarla. Un sentiero pittoresco vi saliva passando per il Campo di Franscia, l’Alpe Campascio, le Alpi Musella; un sentiero che nel tratto dalla Bocchetta di Caspoggio e al Rifugio diventava aspro e malagevole. In poco tempo gli alpini del Capitano Valsecchi lo trasfor-marono in una magnifica mulattiera, ed ora si può salire comodamente al Rifugio, attraversando col mulo perfino la Vedretta di Caspoggio. E in un bel giorno sereno la mano di un alpino di vent’an-ni, felice della sua gagliarda giovinezza, scrisse all’ester-no della veranda le parole: Marinelli Les Bains.

Esse vi rimasero e vi rimarranno quale ricordo della vita di guerra del Rifugio.Durante l’inverno e la primavera decine di plotoni di scia-tori uscivano il mattino dal suo tepido ambiente, talora anche nei giorni di tormenta, quando il ghiaccio ne ador-na le pareti di fantastici ricami, per solcare in tutti i sensi le immense vedrette dalle quali si innalzano i giganti del gruppo, superbi nel loro purissimo manto di ghiacci e di nevi perenni. Di tanto in tanto, agli alpini si aggiungeva-no quattro bellissimi fanciulli: erano i figli del Capitano, adoratori come il padre di rupi e di ghiacciai, divoratori di montagne, alpinisti già provetti, calmi e sicuri. Poiché il padre ha trasfuso e trasfonde il culto della montagna in ciascuno dei suoi figli: la primogenita, Rosalba, di 13 anni, conosce già tutti i segreti dei ghiacciai di Scerscen e di Fellaria, ed ha fatto un grande numero di ascensioni nel Gruppo, alcune delle quali difficili anche per gli alpinisti provetti. Essa vi ha trascorso, in compagnia dei suoi fra-

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telli e di sua sorella, tre frugoli simpaticissimi, pieni di brio e di intelligenza, delle giornate ritempratrici, nella contem-plazione dei superbi spettacoli della natura alpina, in una sana pienezza di moto che ha impresso sulle loro guance i colori della bellezza, della salute e della forza.Anche nei suoi tre anni di vita di guerra, il Rifugio ha co-nosciuto ore di gioia e ore di dolore. Pur essendo lonta-no dalla guerra dinamica, la Morte ha mietuto; e non si è accontentata di qualche vittima, ma ha falciato in pieno.Il I°aprile del 1917, una corvée di 18 uomini, mentre sale dalle Alpi di Musella alla Bocchetta delle Forbici, appor-tatrice di viveri agli sciatori della Marinelli, è travolta da una colossale valanga staccatasi dal Monte delle Forbi-ci. Il primo che riesce ad uscire dalla sua tomba di neve è Paolo Del Maffeo da Spriana; intorno a lui è un silen-zio di morte. Allora questo umile soldato pur sapendo, da esperto montanaro quale è, il pericolo che gli sovrasta, non pensa a fuggirlo, non pensa alla propria salvezza. Egli pensa solamente a salvare i compagni; la sua fatica im-mane non conosce tregua: solo, senza alcun aiuto, egli fruga ininterrottamente la massa enorme di neve che im-prigiona i suoi fratelli.Tutta la sera e tutta la notte dura il lavoro improbo, formi-dabile, assillante, che avrebbe fiaccato i muscoli e il cuo-re di chiunque non fosse stato sorretto dal suo spirito su-blime di sacrificio e della sua fede. I 18 corpi sono così estratti dalla loro gelida e feroce prigionia ad uno ad uno. Dieci, benché feriti, palpitano ancora e lentamente ritor-nano alla vita. Otto non sono che fredde salme composte nella rigidità della morte. Ma la spaventosa tragedia non è finita. Il giorno dopo una seconda corvée di 43 uomi-ni scende dal Rifugio Marinelli per muovere in soccorso della prima. Sulla vedretta di Caspoggio una nuova e più colossale valanga, caduta dalle propaggini della catena delle Cime di Musella, travolge la carovana nella sua rui-na, che nessuna forza umana può arrestare. Questa volta mancano all’appello 16 uomini, e per quanto i compagni di sventura, aiutati da un nuovo manipolo sopraggiunto, si prodighino con tutta la forza del loro cuore generoso, gli infelici restano sepolti nelle loro tombe di neve, ove ri-mangono fino allo spirare dell’estate; fino al giorno, cioè, nel quale per lo sciogliersi delle nevi, i compagni posso-

no raccoglierne pietosamente le spoglie ancora intatte e seppellirle in prossimità del luogo ove la morte aveva sorpreso a tradimento la schiera gagliarda, avviantesi ad un’opera di fratellanza e di pietà.Lo scorso anno, l’8 ottobre, per iniziativa del Capitano Valsecchi, ebbe luogo una commovente cerimonia alla quale parteciparono in gran numero i soci del Club Alpi-no, del Touring e gli alpigiani, con tutte le autorità civili e militari della Valle. A Lanzada, piccolo ed umile paese alle falde del Monte Motta, dove furono sepolte le otto vittime della prima valanga, parve rifiorire in quel giorno la prima-vera intorno alle semplici croci, tanti furono i fiori che la pietà dei compagni depose nel piccolo recinto quale umi-le e fervido omaggio dei loro cuori fedeli.Alla piccola Bocchetta che domina il ghiacciaio di Caspoggio, oggi chiamata Bocchetta del 5° Alpini, gli uf-ficiali e i soldati del Distaccamento Marinelli inauguraro-no una piramide con una lapide della Sez. Valtellinese del C.A.I. che reca incise le parole:

ITALIANI, SALUTATE.QUI

L’IMPETO DELLA VALANGAINFRANSE

IL SOGNO DI GLORIADI UN MANIPOLO DI EROI

DEL 5° ALPINISENTINELLE AVANZATEDELLA PATRIA RISORTA.

Preziosa questa foto che documenta la cerimonia alla Bocchetta delle Forbici; si ri-conoscono il Capitano Valsecchi con la figlia Rosalba, il poeta chiavennasco Giovanni

Bertacchi, il celebre Pasquale Torti con la consorte ed il figlioletto Mario.Recupero delle salme

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Infine accanto alle 16 croci che ricordano le vittime del-la seconda valanga, Giovanni Bertacchi parlò come egli solo sa parlare, esaltando i martiri oscuri della guerra, i mille e mille eroi che non conobbero la gloria della morte sul campo, ma che la morte ghermì durante le insidiose marce sulla neve e sul ghiaccio, mentre la guerra sem-brava stagnare nel gelo dell’inverno alpino e il combat-tente volava col pensiero al paese lontano ove la famiglia viveva nell’attesa fatta d’angoscia e di speranza. Quel giorno il Capitano Valsecchi appuntò la medaglia d’ar-gento sul petto del soldato Paolo Del Maffeo che aveva strappato alla morte dieci dei compagni travolti dalla va-langa del Monte delle Forbici: giusto riconoscimento del coraggio di una creatura umile e devota che aveva ante-posto la salvezza dei suoi fratelli d’armi e di fede alla sua. Le premiazioni degli eroici figli della montagna furono fat-te tutte dal Capitano Valsecchi nell’ambiente maestoso e severo dell’Alpe. Così la medaglia d’argento al Tenente Olindo Schiavio fu da lui consegnata sulla vetta del Piz-zo Roseg (metri 3.936), raggiunta nelle ore del tramon-to del 3 dello scorso settembre per la difficilissima cre-sta ovest, dopo 13 ore di ascensione. Nessuna cerimonia venne mai compiuta così eccelsa altezza, né al termine di una così immane fatica. Dopo la cerimonia, Giovanni Bertacchi si fermò ancora due giorni alla capanna Marinelli, nell’ultimo dei quali una terribile bufera lo tenne rinchiuso tra le sue pareti per tut-ta la giornata. Egli occupò le ore di ozio forzato scrivendo sull’album della piccola Rosalba alcuni versi che sono in-dubbiamente tra le suo cose migliori, e attraverso i qua-li si rivela lo stato d’animo del poeta, felice tutte le volte ch’egli può vivere nell’ambiente meraviglioso e austero della grande Alpe.E sul libro dei visitatori del Rifugio scrisse queste parole, pure bellissime:

Qui ricevuti e avvoltidal sole della nascente Italia

qui trattenutida una subita prigionia di nevi

fra cuori e canti di alpiniricordando e augurando

passammo giorni di patriache non morranno mai più.

Oggi il bel rifugio è rimasto silenzioso e tranquillo.Una lapide della Sezione Valtellinese del C.A.I., inaugura-ta il 2 aprile del 1917 (proprio il giorno della valanga? n.d.r.), ricorda ai visitatori l’opera dell’uomo egregio che ha tra-sformato il Rifugio in una splendida residenza alpina.Le parole che vi sono incise dicono:

IL CAV. DAVIDE VALSECCHICAPITANO DEL 5° ALPINI

STABILMENTE RICOSTITUIVAQUESTA CAPANNA

E I SUOI MILITI AUDACIQUI

DONDE L’AQUILE BALZANOCON LIBERO VOLO

AD ASPRI LUDI TEMPRAVASULL’ALA DEI VENTI

PER LE VITTORIE PIÙ BELLE D’ITALIA

Oggi i baldi manipoli hanno lasciato per sempre quelle alte regioni e sono scesi alle valli. La guerra è finita, e col-la guerra il duro travaglio della vita in montagna. Su tutto quanto il genio e l’ardimento dell’uomo avevano creato si stende il gran manto invernale. Le baracche, i rifugi sono chiusi; i camminamenti si vanno ricoprendo di neve; l’Al-pe riprende il suo imperio e le aquile, dai culmini estremi del monte, spiccano il volo non più disturbate dal gagliar-do impeto di vita che la guerra aveva portato nelle regio-ni dei bianchi silenzi. Quando l’estate libererà il Rifugio dalle nevi e i fiori delle Alpi rispunteranno sulle rupi che lo attorniano, il mondo avrà forse ripreso la sua fisiono-mia normale e scorderà nel lavoro i quattro anni di trava-glio atroce. E la gioventù lascerà nuovamente le anguste vie cittadine, affocate dal sole, per salire ai culmini sola-tii. Il Rifugio tornerà ad ospitare balde comitive di alpinisti che chiederanno alla natura alpina il rinnovamento delle energie fiaccate dallo snervante lavoro degli uffici e delle officine. Unico ricordo della tragedia spaventosa, che ha bagnato la terra del più generoso sangue dell’umanità, rimarranno le umili croci di legno o di pietra attestanti la presenza invisibile di coloro che morirono per un miglior destino della Patria e del mondo.

E i giovani che saliranno dalla pianura alla montagna so-steranno accanto alle tombe degli eroi per un gentile omaggio di fiori e di preghiere.Poi continueranno il cammino, fatti più buoni e più sicuri, poiché la vita non conosce le lunghe soste. Essa sospin-ge irresistibilmente, infaticabilmente, verso nuovi sogni, nuove mete, nuovi destini!

Mario Tedeschi

Rosalba! Un soave incarnatoche il sole primissimo vadadestando agli intatti nevaiRosalba! Un sorriso doratodi sol nella fresca rugiadapiovuta di notte a’ rosai.

Tu, biondo-rosata fanciullacon gli occhi già infusi di cielo

così verso l’alto procedi.Tu lambi dei fiori la culla

e cerchi con l’animo anelol’eccelse, le candide fedi.

Excelsior! Con ogni più elettache porti il suo cuore lassù,al giorno dell’ultima vetta

si aggiunge un’aurora di più.

Giovanni BertacchiChiesa – Capanna Marinelli 9.10.18

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Valtellina Alpina 37 LUGLIO 2017

Pasquale Innocenzo Torti

“Sapevo degli Alpini travolti da una valanga nel vallone di Scerscen il 2 Aprile del 1917. Non sapevo, invece, della valanga che il giorno precedente, il 1° Aprile 1917, travol-se e uccise otto dei venti Alpini che si trovavano all’inter-no del Rifugio Musella.Anche le cerimonie commemorative hanno ricordato sempre e soltanto le vittime nel vallone di Scerscen, di-menticando per quasi un secolo quelle di Musella.Di queste mi parlò qualche anno fa un conoscente di Ve-rona, Alfredo Torti. S’era rivolto a me per sapere se, ne-gli archivi del CAI o dell’ANA, vi fosse qualche documen-to che ricordasse la figura del nonno Pasquale Torti, a quel tempo Cassiere Principale presso le Poste di Son-drio nonché Direttore e Ispettore dei Rifugi e delle Guide del CAI Valtellinese: avvertito della duplice tragedia in alta Valmalenco, Pasquale Torti si prodigò con ogni mezzo e con spirito di sacrificio non comune, nell’opera di soc-corso e di recupero delle salme, contribuendo a rendere meno doloroso l’epilogo di quella immane tragedia.Per questa sua azione definita coraggiosa ed encomia-bile, Pasquale Torti, su proposta dello Stato Maggiore dell’Esercito, fu elogiato pubblicamente e insignito della Croce di Cavaliere della Corona d’Italia.Insieme alla richiesta di riscontri sull’attività del nonno, Al-fredo Torti mi inviò un’ampia documentazione, anche fo-tografica, riguardante la vicenda. Mi raccontò poi del suo lungo soggiorno in Valtellina, del padre Mario col qua-le, all’età di soli 12 anni, salì in cima al Roseg e al Berni-na, delle peripezie per sfuggire alle persecuzioni fasciste, dell’amicizia con il Col. Alessi, col Prof. Fojanini, e con la famiglia Marveggio di Arquino.I suoi racconti erano carichi di nostalgia per la Valtellina e per la Valmalenco, di orgoglio per il coraggio del non-no Pasquale, di sentimenti così profondi e sinceri, che mi sentii emotivamente coinvolto e quasi in obbligo di esau-dire la sua richiesta.Sapevo che mi sarei “impegolato” in una storia infinita, ma il mio animo mi diceva che dovevo assecondarlo. Non solo, ma, da buon tenente degli Alpini, avrei dovuto far di tutto per dare un nome ai giovani Alpini travolti a Musella, rimasti sepolti due volte, dalla neve e dall’oblio.Mi misi all’opera e iniziai le ricerche.….Mancava però un solo tassello per completare il qua-dro della ricerca: il riscontro di documenti che ricordas-sero la figura di Pasquale Torti. Suo nipote Alfredo mi aveva inviato attestati e fotografie che dimostravano quanta considerazione e stima fossero riservate a suo nonno Pasquale, ma di tutto questo, nulla risulta negli archivi locali.Da parte mia, sapevo soltanto – vedi Alpes Agia - che era famoso per i lunghi baffi e che lo scultore Corrado lo ave-va ripreso in una delle sue famose statuette di creta.Ho lasciato, pertanto, l’incarico di tracciare un profilo di Pasquale Torti a Lodovico Marveggio di Arquino che co-nosce la storia della sua famiglia in molti significativi par-ticolari.”

Così scriveva nel 2007 il compianto Ernesto Tito De Blasi, ineguagliabile voce nel Coro CAI di Sondrio.Vuoi perché lo impone ora il Centenario dello Scerscen, vuoi perché quella figura di Pasquale Torti intriga non poco per gli accadimenti del 1917, vuoi perché è debi-to di gratitudine a Tito che per primo lo rivelò, ho ripre-so con passione e determinazione gli approfondimenti su questo personaggio. Una paziente tessitura di contatti ha consentito di far emergere dall’oblio - come scrive il Tito – Pasquale Innocenzo Torti.Che nacque a Tortona (AL) il 23 febbraio 1869 da Teresa Rivabella e Claudio.Partecipò alla prima guerra italo-etiopica con il grado di Caporal Maggiore tanto da meritarsi un attestato con medaglia, datato 1 marzo 1895. Si sposò in prime nozze il 29 febbraio 1896 con Zaira Maria di Bergamo e qualche anno dopo, il 15 ottobre 1899, con Secondina Galliani a Bari (delle Puglie) vivendo a Tortona.Si trasferì quindi ad Alessandria e nel 1902 nacque il fi-glio Mario. Impiegato alle Poste negli anni successivi fu trasferito a Sondrio assumendo il ruolo di Cassiere Prin-cipale presso le Poste di Sondrio.Evidentemente, per le sue competenze professionali e la passione per la montagna, fu nominato Direttore e Ispet-tore dei Rifugi e delle Guide del CAI Valtellinese entrando così in contatto con le personalità dell’alpinismo valtelli-nese e compiendo numerose ascensioni in Valmalenco.

Pasquale Innocenzo Corti

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Valtellina Alpina 38 LUGLIO 2017

In una lettera a lui indirizzata dal Comando Divisione Ter-ritoriale di Brescia il 29 settembre 1916 si legge:“Anche quest’anno, per ordine del Comando Supremo, dovranno essere compiuti nelle alpi centrali alcuni Corsi per Skiatori.Il rifugio Marinelli, che nella decorsa stagione autunna-le, per gentile concessione di codesta Direzione, fu già sede di uno di detti corsi, dovrebbe essere prossimamen-te adibito a ricovero di uomini, che colassù saranno con-centrati per lo scopo di cui trattasi.È ben noto a questo Comando il senso di alto patriotti-smo da cui la S.V. Ill.ma è animata, e quanto e quale co-operazione di consigli, suggerimenti ed aiuti Ella abbia, l’anno scorso, prestati perché il corso, che vi ebbe luogo, potesse avere il più pratico ed esatto svolgimento.Ed è a tali nobili sentimenti lo scrivente fa appello affin-ché anche questa volta la S.V. Ill.ma voglia compiacersi prestare tutta la migliore cooperazione, onde il tutto pos-sa procedere regolarmente al fine di raggiungere quello scopo che il Comando Supremo si prefigge di ottenere.Colla circostanza, e nella certezza di aver nell’assenso di Vossignoria Ill.ma la prevengo che il Direttore di detto corso, Capitano Valsecchi, si presenterà a Lei in uno dei prossimi giorni per ogni eventuale necessità.Il Comandante Divisione Territoriale – Tenente Generale M. Bellini E tutto procedette bene alla Marinelli con copiose nevi-cate a favorirne l’addestramento.La tragedia delle 24 vittime da valanga l’1 e 2 aprile 1917 allo Scerscen però scosse tutti e Pasquale Torti e si ado-però infaticabilmente per il soccorso dei vivi ed il recupe-ro delle salme.Alcune immagini crude ci restituiscono l’intensità del dramma consumatosi in alta Valmalenco.Lunghe anche le operazioni di recupero e sepoltura a Lanzada (le prime 8 vittime) e nell’estate in quello che di-venne il Cimiterino dello Scerscen.

della stessa sezione, operò efficacemente nell’impartire le necessarie disposizioni per venire in soccorso dei mi-litari colpiti adoperandosi poi nel miglior modo per facili-tare e sollecitare il trasporto dei feriti all’Ospedale di Son-drio…”Con una gestazione di nove mesi venne la “Concessio-ne di onorificenza”; il 25 gennaio 1918 si comunicò a Pa-squale Torti “Mi torna gradito significare a V.S. che S.M. il Re, con Decreto in data 15 corrente, di motu proprio si è benignata concederle la decorazione di Cavaliere della Corona d’Italia per il lodevole interessamento posto dalla S.V. sia per l’incremento della Sezione del C.A.I. alla quale è preposto sia per l’abnegazione e lo zelo colla quale con-corse a rendere meno dolorosi gli effetti dei luttuosi disa-stri verificatisi nel decorso anno a causa delle valanghe…Assolto questo mesto capitolo il Torti continuò nel suo ruolo di “esperto di montagna” condividendo molti mo-menti con il Capitano Davide Valsecchi in Marinelli, in escursioni con la consorte Secondina ed il figlio Mario, in altre valli e vette di Valtellina. Alcune immagini lo riprendono in Valmasino, altre in Val-grosina, altre nelle partecipate escursione del CAI; in tut-te emerge la sua spiccata personalità.Tra i cimeli appartenuti a Pasquale Torti spicca anche una pesante scultura, opera dell’affermato scultore Edo-ardo Saronni, fusione bronzea curata dalla Fonderia Luigi Carnelli di Milano che si ritiene possa essergli stata as-segnata per lo zelo dimostrato nel luttuoso evento dello Scerscen; un espressivo alpino skiatore con alle spalle un ripido pendio innevate dal quale emergono sagome di skiatori investiti da valanga.(Ora osservabile nella sede del Gruppo Alpini di Ponchiera).

Il cimiterino dello Scerscen

Tempestivo fu il riconoscimento da parte del Comando Supremo che in una missiva del 3 maggio 1917 propone la “Concessione di un encomio” e scrive:“…in entrambe queste circostanze (valanghe n.d.r.) il Sig. Pasquale Torti, Segretario della Sezione Valtellinese del Club Alpino Italiano e Direttore delle Capanne e guide La scultura assegnata a Pasquale Torti, opera di grande pregio artistico.

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Valtellina Alpina 39 LUGLIO 2017

Alcune immagini di Pasquale Torti con famiglia alla Marinelli ed alla Bocchetta delle Forbici nei momen-ti commemorativi dei Caduti della montagna. Tra loro i 24 Alpini dello Scerscen.

Foto ArchivioPasquale Torti

Sulla stampa locale del 1922 si legge una sua lettera nel-la quale confuta pacatamente un articolo che criticava uno spettacolo di beneficenza a Chiavenna della com-pagnia dilettante filodrammatica “Novissima” della quale era portavoce. Con il secondo conflitto mondiale sarà il figlio Ma-rio a capitalizzare le esperienze e la conoscenza della Valmalenco diventando comandante partigiano Claudio e distinguendosi in numerose azioni.Dopo il pensionamento dalle Poste presso cui operò per tanti anni, il Cav. Pasquale Innocenzo Torti tornò ad Ales-sandria dove morì il 6 marzo 1947, a 78 anni.Il suo nome è legato indissolubilmente alle montagne val-tellinesi ed a quelle in particolare della Valmalenco sulle quali si distinse per le qualità morali e la generosità.

La Grande Guerra raccontata ai ragazzi tra emozioni e storieGrazie all’iniziativa di tutti i Gruppi Alpini della Valdiden-tro è stato possibile mettere la Grande Guerra al centro di una mattinata che ha avuto come protagonisti tutti gli alunni delle scuole primarie e secondarie di primo grado della Valdidentro. La preziosa collaborazione del Furvese Stefano Faifer, Caporale alpino della Tridentina, ha tenuto un incontro sulla guerra, spiegando in che modo i militari si adatta-vano a vivere in ambienti di alta montagna a temperatu-re improponibili, come si vestivano ma non da meno su cosa facevano le tante donne rimaste per anni a casa da sole a badare a tutto e tutti.Nessuna conferenza con noiose date ma un viaggio nel “quotidiano” del conflitto mondiale raccontato con semplicità, anche con qualche battuta, ma sempre con estrema precisione Gli alunni, suddivisi in gruppi a seconda delle diverse fasce di età, hanno ascoltato incuriositi le tante “storie” che hanno caratterizzato il primo grande conflitto mon-diale.Mai banale, molto abile nel catturare l’attenzione dei giovani Faifer ha saputo trasmettere ai ragazzi nozioni storiche ma anche episodi inediti e singolari.Come Gruppi alpini abbiamo pensato a questo progetto perché ci sembrava importante sensibilizzare i giovani sulla grande guerra a coronamento delle varie iniziative per il centenario del conflitto.

Abbiamo proposto l’appuntamento al dirigente scola-stico Maria Adele Antonioli (figlia dell’indimenticabile Adolfo) agli insegnanti Michela Gurini, Claudia Colom-bo e Fulvio Viviani che hanno aderito di buon grado alla proposta e si sono prodigati per una perfetta riuscita dell’iniziativa.Presenti anche un nutrito numero di penne nere por-tacolori dei Gruppi di Isolaccia, Semogo, Pedenosso e Premadio per un utile ripasso di storia. Bella iniziativa da estendere ad altri Istituti Comprensivi.

Gerardo Urbani

Stefano Faifer sa curare con abilità la narrazione del conflitto ed anche in Valdidentro ha saputo emozionare studenti e docenti.

Un vivo ringraziamento a Lodovico Marveggio di Arquino, Italo Semino di Novi Ligure, Ermanno e Egidio Bettini di Ponchiera, Piero Camanni di Sondrio, Mariolina Cattaneo Centro Studi ANA, che mi hanno supportato nelle ricerche.

Marino Amonini

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Valtellina Alpina 40 LUGLIO 2017

Sulle ali della Memoria

Questo il bel titolo della manifestazione andata in sce-na l’8 aprile 2017 a Chiesa Valmalenco che ha visto pro-tagonista la Fanfara del Comando 1° Regione Aerea di Milano. Promossa da Renato Verona, intraprendente fucina di eventi griffati Frecce Tricolori, il top gun malenco ha mo-bilitato Amministrazioni, Enti e Gruppi Alpini della val-le per portare a Chiesa Valmalenco questa prestigiosa Fanfara di livello nazionale per un concerto e non solo. Il Centenario dello Scerscen è stato incastonato nel ce-rimoniale e nel programma musicale offerto dalla Fanfa-ra e molti sono stati i momenti per farne Memoria.La sfilata dal Santuario degli Alpini fino al monumento dei Caduti, l’alzabandiera, l’omaggio ai Caduti ed i sa-luti delle Autorità sono stati il primo atto del Centenario.Commosso l’intervento del Sindaco Miriam Longhini che ha letto il messaggio inviato da S.E. il Prefetto e dato rilievo a questa manifestazione che armonizzava note e memoria, sentimenti e storia.Di spicco, accanto alla Fanfara Aviazione, Autorità civi-li e religiose, il picchetto del 5° Alpini, Batt. Morbegno, giunti da Vipiteno.La manifestazione ha poi preso risalto nella sala del ci-nema teatro Bernina dove la Fanfara ha offerto un sag-gio della propria bravura con un indimenticabile con-certo. Prima di iniziarlo la presentatrice ha sinteticamente illu-strato lo scopo, il contesto e gli accadimenti della tra-gedia dello Scerscen dell’ 1 e 2 aprile 1917 appellando il pubblico a pronunciare “Presente” nominando uno ad uno i 24 Caduti da valanghe per i quali si muove il dove-re della Memoria. Momento di elevata commozione.Quindi spazio ai brani musicali di rara intensità. Diretta dal Maestro Antonio Macciomei, la Fanfara ha magistralmente interpretato un programma articolato di brani ed armonizzazioni spaziando nel panorama musi-cale internazionale. Concerto di grande levatura, da spellarsi per gli applau-si.Gli omaggi tributati alla Fanfara sono stati una degna cornice finale del sontuoso concerto.Nella gallery dei ringraziamenti Renato Verona ha ri-marcato il determinante ruolo del B. Gen. A.M.(r) Ida-lo Lazzari, Italian Delegation to NATO, del Direttore An-tonio Macciomei, la lieta presenza di S.E. il Prefetto e del Questore di Sondrio, di Richard Hendrickson, rap-presentante Veteran U.S.A, del Comando TT.AA per l’in-vio del picchetto da Vipiteno, dei Sindaci e Gruppi Alpi-ni Valmalenco e quanti a vario titolo hanno attivamente collaborato alla riuscita della manifestazione.La serata si è conclusa a notte inoltrata con la cena presso l’albergo Pigna d’Oro con tutti i componenti del-la Fanfara e i rappresentanti delle Istituzioni.Molto d’impatto ed emozionante il tradizionale e inevi-tabile “Urlo dell’Aquila in attacco”: Gheregheghez, che

caratterizza ogni manifestazione degli aeronautici e che ha saputo coinvolgere in modo affettuoso e goliardico tutti i presenti.La Sezione Valtellinese plaude i promotori ed i Gruppi Alpini della Valmalenco che hanno contribuito con ad allestire questa bella manifestazione, degno contributo per qualità e valenza culturale al Centenario dello Scer-scen.

Marino Amonini

Momenti della bella manifestazione a Chiesa Valmalenco articolata in due momenti: pomeridiano all’aperto con sfilata e omaggio al monumento dei Caduti e serale con

l’ammirato concerto al cinema Bernina. Superlativa la Fanfara dell’Aviazione.

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Valtellina Alpina 41 LUGLIO 2017

CENTENARIO SCERSCENCoinvolti tutti i Gruppi della Valmalenco, unitamente alla Sezione Valtellinese, é stato predisposta la sistemazio-ne dell’area cimiteriale allo Scerscen per dare il giusto senso di sacralità e rispetto al luogo della sepoltura. La posa di bachecche nei pressi del cippo, permetterà ai visitatori di avere le corrette informazioni sugli eventi accaduti. Verrà allestita la mostra fotografica con foto originali ed inedite esposta da fine luglio a 16 agosto per le vie di Lanzada. È intenzione di raccogliere tut-to il materiale e la documentazione relativa all’evento in una pubblicazione che sarà completata in autunno.Il Gruppo Alpini di Lanzada mette a disposizione una struttura per l’alloggio dei graditi ospiti che vorranno partecipare all’evento da giovedì sera a tutto il sabato.Per le sistemazioni alberghiere contattare direttamente il CONSORZIO TURISTICO MANDAMENTO DI SONDRIO - [email protected] - Via Tonale, 13 - 23100 Sondriotel. +39 0342.219246 Chiesa Valmalenco – Loc. Vassalini - 23023 Chiesa V.co tel. +39 0342.451150

Programma

Venerdì 11 Agosto 2017Ore 18 LanzadaSfilata da piazza del Magnan al Monumento dei Ca-duti. A seguire rancio offerto a tutti gli Alpini presenti e graditi ospiti

Sabato 12 Agosto 2017Ore 7 Ritrovo a Campo MoroInizio pellegrinaggioOre 11 S. Messa al Cimitero nel vallone dello ScerscenIn caso di cattivo tempo la cerimonia si svolgerà a Campo Moro

Pellegrinaggio per veri KamminatoriVenerdì 11 AgostoSondrio - Lanzada (dislivello m. 700)Ore 9 Ritrovo a Sondrio presso il sacrario dei Cadu-ti c/o parco della Rimembranza. Partenza a piedi se-guendo la vecchia via della Valmalenco, oggi sentiero Rusca, e visita a tutti i monumenti dei caduti lungo il percorso.Sabato 12 AgostoLanzada - Cimitero (dislivello m 1.400)Ore 5 Partenza da Lanzada percorrendo l’antica mu-lattiera opera degli Apini.

è previsto e organizzato il trasporto in ElicotteroOre 9 Ritrovo c/o chiesetta di Campo Moro

NB: Esclusivamente per chi è impossibilitato a percorrere a piedi il percorso, ma desideroso a partecipare alla cerimonia.Prenotazione obbligatoriatelefonare a Luciano 340.1612094 o Rino 335.243465info e programma: www.anavaltellinese.it

Agli Alpini caduti sotto la valanga,cimitero degli Alpini, vedretta di Scerscennel centenario della tragedia 1917-2017

Dio del cielo,cui il tempo è presente

nell’immensità,e la storia

è l’oggi ai tuoi occhi,per te i cieli in galassie

danzano e i montiimmacolati pizzi alzano;

ecco un manipolo d’alpinia te dinanzi, vigili,

a corona della tua maestà;compiaciuto li guardi,son quelli che la paura

hanno vintoe la morte affrontatocon fraterno slancio,

‘chè non c’è amor più grandeche la vita donare.

O Dio,quassù, oggi,

le sentinelle veneriamodella nostra libertà,

alla loro guidai nostri orizzonti affidiamo,

noi, vagabondi alpiniper sentieri da lor segnati,

e le erte chine saliamocon loro in cordata stretti,

fin a toccare il cielo.Signore delle cime,

una cascata fa scenderesui nostri cuori

dell’ardore loro e della fede,‘sì che, ora e allora,degni saremo di te

e del nome fieriche portiamo.

Amen

Padre Costante

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Valtellina Alpina 42 LUGLIO 2017

Svelato a Novate Mezzola “Il Milite non più… Ignoto”

Nell’anno scolastico 2014/2015 il Gruppo Alpini di Nova-te Mezzola in occasione del progetto “Il Milite non più… Ignoto” aveva iniziato gli incontri con gli alunni di due classi della prima media: sezione A e B. In questi anni nei diversi incontri avuti con gli alunni, aiu-tandoci anche con dei filmati, abbiamo fatto conoscere l’origine degli Alpini, la nascita del loro corpo e la storia militare fino al termine della grande guerra. Sotto la guida dei loro insegnanti con loro abbiamo fatto la ricerca storica sul nostro monumento dei caduti di No-vate Mezzola, cercando anche di dare un volto ai 21 nomi che diedero la vita per la Patria, dando le relative informa-zioni militari e civiche prese dai fogli matricolari.Inoltre i ragazzi si sono impegnati a fare delle indagi-ni presso i familiari sui militi che hanno preso parte alla grande guerra, Con queste ricerche fatte, hanno partecipato al concor-so “Il Milite non più Ignoto”, ottenendo dei buoni risultati.Così l’8 giugno, accordati con la direzione scolastica, ab-biamo incontrato questi alunni, che per tre anni abbiamo seguito.A questo incontro erano presenti il Sindaco Mariuccia Copes, il Presidente sezionale Gianfranco Giambelli e Marino Amonini che, con i loro interventi, hanno ringra-ziato i ragazzi e rinvigorito con giuste parole la gloriosa storia degli Alpini.Dopo la consegna dell’attestato e il contributo economi-co da parte della Sezione Valtellinese, il Gruppo Alpini ha donato oltre al proprio gagliardetto un microscopio, sod-disfando la richiesta fatta dalla scuola.La consegna degli omaggi è stata fatta al Preside Enrico Piasini e alla Professoressa Manuela Casallato, che rin-graziamo perché è stata per noi un forte appoggio per far decollare il progetto “Il Milite non più… Ignoto”. Un ringraziamento va alla direzione e a tutti i docenti, ma soprattutto agli alunni, che ci hanno seguito con interes-se in questi anni; siamo sicuri che gli stimoli patriottici pronunciati li conserveranno nei loro pensieri, visto il ca-loroso applauso conclusivo.

Agostino Penone

Ciao DonDon Giacomo Mitta, all’età di 83 anni, ci ha lasciato.Era nato in Val Malenco, a Torre di Santa Maria.Dopo essere stato ordinato sacerdote nel 1960, fu vica-rio a Gordona e parroco di Menarola, in seguito nel 1969 fu parroco Campo Mezzola e Cola, e dal 1977 al 2009 è stato parroco di Novate Mezzola e Codera.Don Giacomo Mitta è stato per ben 40 anni parroco nel-le parrocchie del comune di Novate Mezzola; un proficuo apostolato profuso con energia e grande umanità.Il Gruppo Alpini di Novate Mezzola lo vuole ricordare e ringraziare di averlo sempre supportato nei nostri raduni, seguendoci anche in montagna nelle manifestazioni esti-ve, portandoci la sua parola e celebrando la S. Messa, condividendo poi volentieri con noi quei momenti di alle-gra compagnia alpina. Sempre attento e generoso anche con le missioni; tante volte ne hanno beneficiato. Nel 2009 per motivi di salute venne accolto presso la casa “Madonna del lavoro” di Nuova Olonio. Rimarrai sempre nei nostri cuori, e nei ricordi di tutti gli Alpini che ti hanno conosciuto. Don Giacomo grazie per tutto quello che ci hai insegnato.

Agostino Penone

Consegna di attestato e di microscopio alla Scuola Primaria di Novate Mezzola

Don Giacomo, buono e generoso, amava stare con gli Alpini.Momento conclusivo del progetto ANA a Novate Mezzola

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Valtellina Alpina 43 LUGLIO 2017

NOVATE MEZZOLA NUOVA OLONIODomenica 23 aprile, in una bella giornata di sole ci siamo ritrovati presso l’oratorio del nostro paese, da dove è partita la sfilata, capeg-giata dalla banda di Gordona. Al monumento dei caduti, sulle note dell’Inno di Mameli è stato in-nalzato il vessillo tricolore; poi nella piccola e storica chiesa è stata celebrata la S. Messa dal Parroco don Carlo. Conclusa la cerimonia con la Preghiera dell’Alpino, siamo tornati al monumento dei caduti deve all’Inno del Piave è stata deposta la corona, onorata anche dalle note del Silenzio e dalla benedizione religiosa. La cerimonia è stata rallegrata anche dalla presenza del Presidente Gianfranco Giambelli con il vessillo sezionale, dal parroco don Carlo, dall’arma dei Cara-binieri, dai Bersaglieri con il loro vessillo, dai gagliardetti presenti, dalla rappresentanza del nostro nucleo di Protezione Civile, dal de-legato comunale e ovviamente da tutti gli Alpini e la gente presente. La commemorazione si è conclusa con gli interventi del Capogrup-po, dal delegato del Sindaco (che nonostante la giovane età ha mo-strato di conoscere bene l’animo degli Alpini), dal Consigliere sezio-nale Penone e dal Presidente sezionale che trova sempre riflessioni calibrate per rappresentare l’Associazione.In corteo, capeggiati dalla banda, siamo ritornati all’oratorio San Francesco per il rinfresco e il rancio, con un ricco pomeriggio d’a-micizia e allegria alpina.Ringraziamo tutti i partecipanti alla cerimonia e la banda musica-le di Gordona; un ringraziamento speciale al Presidente, al Parroco don Carlo per la sua disponibilità e un grazie anche alle brave cuo-che. Ci rivedremo a Bresciadega per il raduno estivo, fissato per sa-bato 5 agosto 2017.

Domenica 2 aprile gli Alpini hanno tenuto il proprio Raduno con una nutrita partecipazione di Alpini, amici e tanti gagliardetti.La solenne S. Messa è stata celebrata dal Parroco Don Bruno che pone sempre molta attenzione all’operato delle penne nere per la società e la comunità.Quest’anno ricorreva il trentennale della ristrutturazione della Chiesetta di San Quirico, divenuta degli Alpini. Nel lontano 1987 gli venne ridata vita grazie a un inesauribile im-pegno dato dal Gruppo e per la quale negli anni si è sempre prov-veduto alla sua manutenzione.Agli alfieri presenti e alle autorità è stato omaggiato un quadret-to ricordo.Un grosso grazie va sia agli Alpini, ma soprattutto ai tanti giovani amici che sostengono i soliti veci al fardello della preparazione del Raduno e in tante altre occasioni. Il Gruppo comunica che si riunisce in sede l’ultimo venerdì del mese, dopo la pausa estiva.

Altra giornata associativa è stata la partecipazione alla 90°Adunata Nazionale di Treviso dove un bel gruppo di Alpini, Amici, hanno trascorso due giorni di Adunata tra valori, allegria e fratellanza, ap-prezzando una sfilata accolta da una folla entusiasmante sotto un magnifico cielo azzurro.

Il furiere Roberto Paieri

Il furiere alfiere sfila a Treviso

S. Quirico, chiesetta “adottata” dalle penne nere di Nuova Olonio

Il Raduno primaverile di Novate Mezzola

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Valtellina Alpina 44 LUGLIO 2017

PIANTEDO

50° di Fondazione Il Gruppo Alpini di Piantedo è nato nel marzo del 1967 e quest’anno, domenica 7 maggio, abbiamo festeggiato il 50° di fon-dazione con l’annuale raduno al Sanutario di Valpozzo. Gli alpini Piantedesi dopo molti anni trascorsi con gli amici del Gruppo di Delebio, insieme agli alpini di Andalo Valtellino, decisero infatti, in quell’anno di formare il proprio Gruppo.Il primo Capogruppo e tra i promotori del nuovo Gruppo di Pian-tedo fu Alcide Gobbi, classe 1932, che restò in carica nel periodo dal 1967 al 1983. A lui succedettero:Guerino Acquistapace andato avanti, classe 1913, dal 1983 al 1997; Carlo Deghi andato avanti, classe 1943, da marzo a settem-bre 1997;  Giorgio Digoncelli, classe 1944, dal 1997 al 2013. Dal 2013 ad oggi il capo gruppo è Nevio Barini.Hanno fatto parte del Gruppo anche 4 combattenti della prima guerra mondiale (Rossotti Giacomo, Rossotti Luigi, Colli Etto-re e Acquistapace Rocco) e 6 reduci della seconda guerra mondia-le (Barini Guerino, Deghi Franco, Digoncelli Stefano, Pedron-celli Guerino, Pinoli Primo e Acquistapace Egidio) ricordati durante la S. Messa. Vogliamo ricordare nell’occasione i 65 alpini del Gruppo andati avanti, la nostra madrina Pinoli Bice e il no-stro Alfiere Acquistapace Salvatore. Il raduno è continuato nel ri-cordo di tutti i presenti e assenti al monumento con l’alzabandiera. È proseguito con l’intervento delle autorità civili, militari e sezio-nali (ringraziamo il Presidente Gianfranco Giambelli), il Corpo Musicale di Piantedo con la partecipazione straordinaria dei bam-bini della scuola primaria. Al temine dei discorsi e canti il raduno è proseguito con il rancio Alpino sotto la “tecia”.

Davide Signorini

Momenti del 50° del Gruppo di Piantedo a Valpozzo La cerimonia a Carpaneto Piacentino con la delegazione di Cercino

CERCINO19 marzo, San Giuseppe è la festa del papà. Non ricordo se ci sia qualche Alpino che si chiami Giuseppe sul pullman, siamo in tan-ti papà che con gli Alpini di Carpaneto Piacentino oggi ricordiamo tutti quei papà che partirono un giorno per dare la libertà ai propri figli e non fecero più ritorno. Ricordare e onorare insieme è quello che facciamo ormai da diversi anni, non è un monotono ripetersi di un ritrovo così tanto per.. ma è riaffermare ogni volta il ripudio della violenza della guerra e l’impegno nel preservare il diritto alla libertà di tutti gli uomini avendo sempre ben impresso nelle nostre menti quanto sia costata la libertà che noi oggi possiamo godere.Ci accompagnano nella trasferta il nostro Presidente, Gianfranco Giambelli, il Consigliere sezionale Carlo Raffaele Valena e la rappre-sentanza di ben 7 Gruppi. Gli amici Alpini di Carpaneto ci accol-gono in una cittadina animata dal mercato domenicale che un po-chino “intralcia” la cerimonia al monumento dei caduti e la breve sfilata. Nel Municipio applaudita la premiazione degli alunni delle scuole medie per i loro lavori per il centenario della Grande Guerra e lo scambio di alcuni ricordi. Rinnovato il nostro gemellaggio siamo graditi ospiti alla tavola imbandita di tutte le specialità della zona per un aperitivo al quale è seguito un ottimo pranzo. Ringraziamo in-nanzitutto per l’ accoglienza riservataci gli amici di Carpaneto, per tutti loro il Capogruppo Aldo Rigolli e per tutta la Sezione di Pia-cenza il Presidente Roberto Lupi rinnovando loro l’invito a venirci a trovare in occasione del nostro prossimo raduno al Cagnello.

Tomaso Bigiolli

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Valtellina Alpina 45 LUGLIO 2017

Raduno Poncina 2017Domenica 23 Aprile, dopo una fredda settimana ventosa, una bel-lissima giornata primaverile ci ha accolto in occasione del nostro Raduno Annuale al “gésiö della Poncina”. I lavori di pulizia e pre-parazione del sabato sono stati ben ripagati dal clima mite, e così la scaletta della giornata si è potuta rispettare come da program-ma. Il ritrovo è stato in Piazza S. Carpoforo, di fronte al monu-mento ai Caduti di tutte le guerre, con la presenza di 15 tra ga-gliardetti, vessilli e rappresentanti delle varie associazioni civili e d’arma, il nostro parroco don Alessandro Zubiani, il comandante della stazione dei carabinieri di Delebio M.llo Ordinario Carmi-ne Pica, il sindaco di Delebio Marco Ioli, il rappresentante della Sezione Valtellinese Livio Mariana e il Premiato Corpo Musicale di Delebio, che con le sue note ha accompagnato tutte le fasi del nostro raduno ed oltre.

DELEBIO

la primaria di Delebio. Dopo l’Alzabandiera, c’è stato il saluto del Gruppo di Federico Fistolera, seguito dal sindaco Marco Ioli e dal discorso del Consigliere sezionale Livio Mariana; la cerimonia è proseguita con la Santa Messa, celebrata da don Alessandro Zubia-ni, complimentandosi alla fine per la bellezza del luogo e per la fol-ta partecipazione e si è conclusa con la recitazione della Preghiera dell’Alpino. Alla fine della cerimonia, il Premiato Corpo Musicale di Delebio ci ha deliziato con alcune canzoni, e il Gruppo ha of-ferto un rinfresco “al campo” per tutti i presenti.La giornata è proseguita per poi concludersi con il pranzo presso il ristorante Domingo di Delebio, dove, alla presenza dei genitori Sandra e Piero, abbiamo ricordato il nostro amico Alpino Marco Cariboni, andato avanti tragicamente nel 2014.

Matteo Acquistapace

A Scuola con gli AlpiniTra le molteplici iniziative di contatto con le giovani generazioni ci sono gli incontri con gli alunni di 3a Secondaria nelle Scuole. Obbiettivo far conoscere ai ragazzi la storia, i valori ed ideali che gli Alpini hanno ereditato dai Padri fondatori dell’ANA, le loro esperienze nelle guerre, il ricordo dei Caduti, la presenza attiva nelle comunità per iniziative di solidarietà, interventi sul territo-rio e collaborazione con le Istituzioni.Tra Aprile e Maggio, su richiesta dell’Istituto Comprensivo Sco-lastico di Delebio guidati dal Presidente Gianfranco Giambel-li abbiamo incontrato prima gli Alunni di Dubino con la Prof.ssa Stefania Villa presenti gli Alpini di Dubino e Nuova Olonio, poi quelli di Delebio con le Prof.sse Raffaella Pinoli e Valeria Cicogna presenti gli Alpini di Rogolo, Andalo, Delebio e Pian-tedo. Gli Studenti hanno seguito attentamente il Presidente nel-la sua esposizione, commentando incuriositi alcune foto d’epoca proiettate sullo schermo e informandosi su come si può diven-tare Alpini oggi.Qualche anno fa c’erano i Reduci Antonio Rasica, Erminio Colli, Egidio Acquistapace, Giobbe Bigiolli sempre presenti nelle Scuole in Bassa Valle, tutti ormai andati avanti, tra gli alun-ni e questi “Veci” veniva a crearsi un rapporto diretto particolare che sfociava in domande e riflessioni di grande interesse, la testi-monianza storica di questi Combattenti richiamavano le lezioni di storia dei Docenti e tutto quello che avevano studiato sui libri. È stato molto importante creare una continuità tra i Reduci e gli Alpini, ora spetta a noi affidare a questi Giovani i nostri Valori, per non dimenticare.

Livio Mariana

La cerimonia, ufficiata dal nostro vice segretario Federico Fisto-lera, è cominciata con l’Alzabandiera e l’Inno di Mameli, prose-guendo con la deposizione dei fiori al monumento scandita dalle note della Canzone del Piave e seguita dall’esecuzione del Silenzio. Finita la benedizione da parte del nostro Parroco, ci siamo tra-sferiti in località Poncina, ai piedi della montagna tra Delebio e Piantedo, dove sorge una piccola chiesetta che gli Alpini delebiesi, da circa una ventina d’anni, hanno “adottato” restaurandola, co-struendo una fontana, posizionando tavolini e panchine e curan-do l’area verde, che si trova tutta attorno, rendendola una bella e funzionale realtà per tutti i residenti e non solo. Ad accoglierci c’era già una più che nutrita folla di delebiesi in at-tesa dell’inizio della funzione religiosa e alcuni ragazzi della scuo-

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Valtellina Alpina 46 LUGLIO 2017

Domenica 18 giugno, una splendida giornata di sole e tantissima gente hanno premiato il grande lavoro svolto dagli Alpini locali per preparare il loro raduno estivo nella ridente località di Cam-po Beto, posta a circa 600 m. s.l.m. sopra il paese, un terrazzo naturale che domina il lago di Como e la Bassa Valle dove, cir-condata dalla frescura di castagni secolari e da alcune baite sorge il Tempietto degli Alpini, una Chiesetta costruita a ricordo dei Caduti e Dispersi delle Guerre, inaugurata nel 1983.

DELEBIO

Con la sua sciabola il Maresciallo degli Alpini Ettore Cattaneo nel 1994 alla presenza dell’allora Presidente della Repubblica Ita-liana Francesco Cossiga e del Gen. C.A. Benito Gavazza a Redi-puglia (Go) aveva reso gli Onori Militari alla 1a salma rimandata in Italia dalla Russia dopo la campagna di guerra del 1942/1943 che poi fu tumulata nel Sacrario Militare di Cargnacco (Ud).

Presenti col Vessillo della Sezione Alpini Valtellinese il Col. Gio-acchino Gambetta e il Cons. Livio Mariana, numerosi Gagliar-detti Alpini e molte Autorita’, la PC, Vessilli e Bandiere di Bersa-glieri, Carabinieri, ANPI e Comb. e Reduci e il Corpo Musicale locale che ha ben animato la Cerimonia e la Santa Messa celebra-ta per la prima volta dal nuovo Parroco Don Alessandro Zubia-ni; il Sindaco Marco Ioli ha rappresentato tutta la comunità e il M.llo Carmine Pica le Forze dell’Ordine.

Una piccola appendice dopo la Messa, il M.llo degli Alpini, in pensione dal 2000, Ettore Cattaneo, delebiese classe 1954, in segno di amicizia ed appartenenza, ha donato al Gruppo Alpini di Delebio di cui fa parte, la sua sciabola di rappresentanza con una piccola e semplice cerimonia. Quest’arma le era stata donata nel 1988 dagli Alpini del BTG Saluzzo, 2° RGMT., a Borgo San Dalmazzo (Cn), Caserma Ignazio Vian, S.Ten Alpino e Medaglia d’Oro al V.M., veniva usata solo per parate militari e cerimonie importanti, un grande gesto di generosità.

È seguito il rancio alpino molto apprezzato, annaffiato da un vi-nello fresco e frizzante che ha sollecitato le cantate tradizionali di bocia e veci accompagnate dalla Banda Musicale.

Tutti i presenti hanno voluto brindare in allegria ai 90 anni ap-pena compiuti dell’Alpino Enea Cometti di Torre S. Maria, co-nosciuto da tutti per la sua semplicità e simpatia, quando c’è un raduno alpino lui è sempre presente. Molto sentita la tradiziona-le lotteria che ha concluso una giornata alpina vissuta dai parte-cipanti in amicizia, dove anche i più piccoli sono riusciti a diver-tirsi in libertà con grande gioia di papà e mamme, arrivederci al prossimo anno e W gli Alpini.

Livio Mariana

Momenti del raduno di Campo Beto delle penne nere di Delebio

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Valtellina Alpina 47 LUGLIO 2017

MORBEGNO

Alpini nel ruolo di docenti a Morbegno.

Finale torneo GASPé ormai diventato un gradito appuntamento fisso per noi Alpini del Gruppo di Morbegno quello primaverile col G.A.S.P. (Grup-po Amici della Pallavolo), costituito oltre vent’anni fa per volontà di Anffas e di un gruppo di amici che propongono l’esercizio della pallavolo anche a persone con disabilità intellettiva e relazionale.Nostro compito, svolto con rigoroso impegno, riconosciuta com-petenza e sincera cordialità è la preparazione del lauto pranzo al termine del torneo di pallavolo e freccette, organizzato quest’an-no domenica 9 aprile presso la palestra di S. Antonio a Morbegno, al termine di una stagione che ha visto impegnate ben 12 nuove squadre.La festa finale si è tenuta, come di consueto, nella sede de “I prati” a Regoledo, con la partecipazione di ben 150 persone, che hanno fatto onore alle abbondanti e gustose razioni di polenta taragna e salsicce alla pioda, offerte (col cuore) dai baldi alpini.Come per gli scorsi anni, è stata una giornata indimenticabile, per-ché quanto abbiamo ricevuto in riconoscenza, cordialità e affetto ha più che abbondantemente ripagato il nostro impegno.

Gruppo Alpini Morbegno

Alpini a scuolaGiovedì, 6 aprile 2017, gli alunni delle 5a classi della Istituto Com-prensivo di Via Prati Grassi hanno partecipato all’ incontro con gli Alpini del Gruppo di Morbegno presso il Tempietto Votivo. Accompagnati dalle loro insegnanti e da alcuni alpini, al matti-no, hanno risalito, a piedi la vecchia strada che, partendo da Piaz-za 3 Fontane si snoda sulla sponda orobica arrivando al “Doss de la lumaga”. Qui, accolti dal Capogruppo Guido Lucchina, che ha fatto gli onori di casa, si sono radunati ordinatamente nelle gradinate an-tistanti la cappella per ascoltare la storia del monumento e per ap-profondire le motivazioni che hanno portato alla sua realizzazione. Dapprima Il rappresentante dell’ Associazione Combattenti e Re-duci, Paolo Sironi, ha tenuto una breve prolusione di saluto dan-do il benvenuto passando poi la palla al relatore, Capitano Alberto Del Martino, alpino di Morbegno, che, con molta chiarezza, ha fatto un excursus storico, partendo dalla fine della Grande Guer-ra fino ad arrivare alla ritirata di Russia, soffermandosi cronologi-camente sui vari momenti che hanno portato, alla fine, al tragico epilogo. Da segnalare l’ interessamento dei ragazzi che, facendo varie domande sia sugli eventi che sul Tempietto, hanno dimo-strato di voler conoscere particolari che certamente nessuno aveva mai loro illustrato.

Bella e consolidata collaborazione tra GASP e penne nere a Morbegno

Al termine, in tarda mattinata, canto dell’ Inno d’Italia, breve rin-fresco, offerto dal Gruppo Alpini di Morbegno, consegna di un mini stemma in stoffa del Gruppo a tutti gli intervenuti e rientro presso le Scuole.Un ringraziamento alle Sigg.re Insegnanti e ai relatori che hanno permesso di realizzare un significativo momento.

Lunedì, 5 giugno 2017, si é ripetuto, questa volta con i ragazzi delle 3° medie della Scuola “Damiani”, l’ incontro con gli Alpini. Unica differenza che ha caratterizzato l’ evento é che, vista la mi-naccia di pioggia, la riunione é stata tenuta presso l’ Aula Magna dell’ Istituto Scolastico in Via Ambrosetti.L’ incontro si é svolto con le stesse modalità e con la medesima presenza dei relatori di quello tenuto in aprile al Tempietto. Pur-troppo la differenza di collocazione ha fatto registrare una diversa atmosfera: una cosa infatti é l’ ambiente all’aperto e sul luogo tema dell’incontro e altro invece un’aula chiusa. Non avendo il riferimento diretto, sono stati predisposti alcune tabelloni con fotografie originali della spedizione in Russia e una cartina dell’ Europa sulla quale Alberto Del Martino ha indicato le varie fasi del conflitto (Fronte Occidentale, Grecia-Albania e Rus-sia). Anche in questo caso vi sono state domande da parte dei ra-gazzi a cui il relatore ha risposto esaurientemente. Al termine, anche qui, breve rinfresco, offerto dal Gruppo e con-segna del mini stemma a tutti gli intervenuti. Un ringraziamento al personale insegnante e ai relatori augurandoci di poter ripetere nel futuro analoghe esperienze.

Guido Lucchina

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Valtellina Alpina 48 LUGLIO 2017

ARDENNO VALMASINO

CASTIONE ANDEVENNO

Seguendo un’ormai consolidata consuetudine, i componenti il con-siglio direttivo in carica, hanno promosso l’annuale pranzo alpino presso un ristorante-pizzeria del paese (Domenica 5 febbraio).Il momento conviviale è stato preceduto dalle operazioni di tesse-ramento e di votazione per il rinnovo del direttivo del Gruppo e seguito dall’assemblea incentrata sulla presentazione del rendicon-to annuale in termini di attività messe in atto, con il relativo bi-lancio finanziario. Un buon numero di alpini si è successivamen-te ritrovato in sede (Martedì 21 febbraio) per la costituzione del nuovo Consiglio Direttivo che risulta così composto: Capogruppo Raffaele Bondanza, Vice Capogruppo Carletto Boiani, Segretario Enzo Innocenti, Tesoriere Flavio Manzi, Alfiere Giuliano Maro-li, Consiglieri Erminio Boiani, Bruno Biasini, Gino Figoni, El-vezio Folini, Luciano Bertolina, Federico Serpi, Luigi Patriar-ca, Orlando Fascendini, Valerio Fumasoni, Luciano Boiani. Un Consiglio strutturato all’insegna della continuità in quanto, le uniche novità, sono rappresentate dall’uscita di Fausto Futten e dall’ingresso di Orlando Fascendini. Continuità rimarcata an-che dal modus operandi classico che ha visto impegnate numerose penne nere in occasione del tradizionale Carnevale Ardennese che, Domenica 19 febbraio, ha animato vie, piazze e strade centrali di Ardenno.

Marino Spini

Appuntamento che si ripete ogni primavera, ci permette di passare una splendida giornata in compagnia dei nostri piccoli amici. Final-mente, merito di un sole splendente, possiamo ritornare alla nostra baita, visto il peregrinare dell’anno scorso a causa del maltempo.Dopo aver passato la mattinata a giocare e a divertirsi, i bambini ci hanno raggiunti al Sasso Remenno per condividere il pranzo. Grazie ai nostri “veci” che con il loro impegno portano avanti que-ste belle iniziative e un grazie alle insegnanti che ogni anno ci re-galano questa giornata.

l Gruppo ricorda con affetto l’amico Roberto Ciappini, da poco andato avanti, orgoglioso del suo cappello.

Il Gruppo Alpini

In Marzo, il Gruppo P.C. di Castione Andevenno é stato impegna-to, in più giornate, nella pulizia dell’alveo del torrente Bocco. Il tratto interessato é compreso tra il ponte di “Boscaccia” e quello a monte della “Rasega”. Tale operazione verrà portata a termine nel corso del prossimo au-tunno.

Il Raduno del Gruppo è fissato per Domenica 30 luglio.18° festa all’Alpe Morscenzo; ore 9 ritrovo località Forcola (sopra Triangia) per partenza camminata non competitiva; ore 11,30 S. Messa, a seguire pranzo con rancio alpino.In caso di maltempo la manifestazione sarà annullata.In occasione della festa, per chi sale in auto il transito sulla strada agro-silvopastorale per quella giornata è libero.

Manutenzione dei Volontari sul torrente Bocco

Festa degli Alberi

Roberto Ciappini

PromemoriaA quanti in Assemblea a Morbegno hanno prenotato il libro edito

dal Gruppo Alpini di CesenaQuel “diavolo” di CARLO MAZZOLI

Un romagnolo comandante alpino e strategasono pregati di contattare Marino Amonini per il ritiro.

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Valtellina Alpina 49 LUGLIO 2017

Momenti del Consiglio Sezionale e del terzo tempo a Campasc, sede del Gruppo Alpini di Buglio in Monte.

BUGLIO IN MONTENella calda serata del 9 giugno trasferta a Buglio in Monte, nella sede del Gruppo Alpini di Campasc, del CD per il quinto Consi-glio Sezionale. Una formula, quella di effettuare i Consigli itineranti, che consen-te di approfondire la reciproca conoscenza tra i Consiglieri sezio-nali ed il Gruppo ospitante.Aldilà del tradizionale Consiglio che si effettua da tanti anni, a lu-glio, al Rifugio Tridentina, al Passo della Forcola, di proprietà della Sezione ANA Valtellinese, quello di Buglio inaugura una stagione di “visite pastorali” che rafforza la conoscenza dei Consiglieri alle realtà dei Gruppi.Il Gruppo di Buglio ha così consentito a tanti Consiglieri di sco-prire la sua sede, le proprie strutture, le sue colonne portanti, Ca-pogruppo e collaboratori in un piacevole incontro nella propria baita.Campasc è sito degli Alpini deputato per riversarvi sentimenti, fa-tiche, momenti di letizia e condivisione con la comunità; raduni, incontri con scolaresche, convivi con ospiti ed anziani… insomma ha tutto per starci proprio bene. La passeggiata dal centro paese alla sede degli Alpini è un classico; la quiete, le fresche aree attrez-zate, il buonumore che si sprigiona quando sono presenti gli Alpi-ni sono buoni stimoli per la breve camminata.Buglio ha accolto Presidente e Consiglieri in perfetto stile alpino: con il Sindaco Alpino Walter Sterlocchi, don Eugenio Sertorel-li, bravo prete Alpino pur in mancanza di stellette, e loro, Alpini e mogli: Bigiotti, Pologna, Bana, Travaini et soci a gongolare nel mostrar la sede e le mogli a spignattare. Un classico.Infatti dopo i preliminari – saluto alla bandiera e appello – il Con-siglio ha sviluppato i lavori scanditi dai punti all’ordine terminan-doli quando dalla cucina dei buiatei son partiti ordini secchi: ba-sta chiacchiere.Il clima serioso si è ammorbidito a vera letizia degustando una squisita paella a riconferma che non di sola polenta vivono le pen-ne nere. Letizia continuata con i brevi interventi del Capogruppo Dario Bigiotti, del Sindaco Walter Sterlocchi, di Tarcisio Travaini, stori-co del Gruppo, di Mariano Cassina che lo rappresenta in Consi-glio, tesi a rimarcare l’indomito spirito e l’incessante operosità che anima gli Alpini di Buglio in Monte. Non poteva essere più effica-ce la dimostrazione sul campo offerta con questa ospitata. Fondato nel 1972 il Gruppo ha ben operato in questi quaranta-cinque anni di vita; i vari Capigruppi che lo hanno guidato hanno profuso impegno ed energie.Nella ampia e bella sede di Campasc, foto, attestati e gagliardetti esprimono in parte il tanto e buono fatto. Da tanti protagonisti, da silenziosi e generosi buiatei che ieri come oggi si spendono per la comunità, accomunati dal cappello alpi-no e dal piacere di esprimere concretamente quello che è incar-nato nel gusto del fare e dal richiamo del dovere. Di essere buoni Alpini.Non poteva esserci miglior conclusione del Consiglio quando le virili voci hanno liberato i watt generatisi nel piacevole clima con-viviale.Corali anche i ringraziamenti agli amici buiatei che hanno ulte-riormente rivelato quanto positivo e indispensabile sia la coesione nel Gruppo e di questi nella propria comunità.

Esperienza, quella di effettuare Consigli itineranti, che ha lasciato il piacevole retrogusto di darvi continuità.Già emerse le prime candidature da parte dei Gruppi ad ospita-re nella propria sede il CD Sezionale; questi per contro ha una ghiotta opportunità di conoscere ed incantarsi a vedere le sedi dei Gruppi.Sedi che Valtellina Alpina conta di raccontare per estendere ai let-tori gli stupori che si provano visitando questi scrigni di umanità ed alpinità, tratti imprescindibili.

Marino Amonini

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Valtellina Alpina 50 LUGLIO 2017

Giornata del Verde Pulito 2017Alcuni alpini del Gruppo, raccolto l’invito del Comune di Sondrio, han-no dedicato la mattinata di domenica 9 aprile alla pulizia del sentiero Valtellina. Il loro impegno si è rivolto soprattutto alla striscia di terre-no adiacente alla tangenziale che alcuni passanti, insensibili alla raccolta differenziata, ritengono un luogo adatto dove liberarsi dei propri rifiuti. L’eliminazione degli arbusti che crescono spontanei a lato della strada po-trebbe forse essere un incentivo al rispetto del bene collettivo, aprirebbe la visuale sull’intera area rendendo più comprensibile a tutti la sua reale destinazione, oltre a facilitare il compito di chi sarà chiamato in futuro a rimediare ad eventuali nuove trasgressioni.

SONDRIO a cura di Fabrizio Aili

richiamo ai valori della Costituzione che assicurano ai cittadini uguaglian-za, benessere e sicurezza, contro ogni forma di violenza, nel rispetto della dignità umana.

Festa della RepubblicaSi sono svolte a Sondrio le celebrazioni del 2 giugno, nel 71° anniversario del Referendum, il primo a suffragio universale, che decise la nascita della Repubblica Italiana. Sono iniziate nei giardini di Palazzo Martinengo con gli Onori resi dal picchetto delle Forze dell’Ordine a Sua Eccellenza il Pre-fetto di Sondrio, Giuseppe Mario Scalia, e l’Alzabandiera accompagnato dall’Inno Nazionale eseguito dalla Banda cittadina “Celestino Pedretti”. Apprezzata da Autorità e cittadini, infine, l’esecuzione dell’Inno di Ma-meli proposta dal coro di giovani alunni delle Scuole Credaro e Munari. Hanno partecipato, per la Sezione ANA Valtellinese, il Vice Presidente Gianfranco Pini e il Direttore Ezio Bianchini; schierati in adunata, con Vessillo Sezionale, gli alpini di Sondrio e Ponchiera. La mattinata celebrativa è proseguita nella sala consiliare di Palazzo Mu-zio dove il Prefetto di Sondrio, prima di consegnare le Onorificenze, ha letto il messaggio del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, un

In ricordo di due Alpini Nei ricordi di naja dell’alpino sondriese Edoardo Confeggi è sempre viva memoria dei suoi commilitoni Azzini Costantino e Stevanella Severino, Cannonieri della 50ª Cp. del Btg. Edolo, che il 2 febbraio del 1961 per-sero la vita, colti da malore, durante le esercitazioni invernali sul monte Oberettes, nelle Alpi Venoste. Il C.le Confeggi era tra i loro compagni di reparto che, poco prima di congedarsi, tornarono sul luogo della disgrazia e vi deposero una targa commemorativa.

I volontari del Verde Pulito a Sondrio

Festa della Repubblica a Sondrio

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Valtellina Alpina 51 LUGLIO 2017

CEDRASCO TRESIVIO

Favorita da una giornata, tutto sommato abbastanza serena, il 30 aprile scorso si è tenuta l’annuale festa del Gruppo.Dopo la celebrazione della S. Messa presieduta dal nostro parroco don Giovanni, si è formato il corteo di Alpini e cittadini preceduto dal gonfalone comunale, dalla fanfara di Rogolo, e dai gagliardetti dei vari Gruppi aderenti alla manifestazione.Davanti al Municipio benedizione della lapide dedicata ai nostri caduti, quindi al monumento a loro dedicato eretto al Parco Ri-membranze, nei pressi del cimitero.La cerimonia ufficiale si è svolta rispettando le regole della nostra associazione: alzabandiera con l’inno d’Italia, l’onore ai caduti con deposizione di una corona e inno del Piave.È seguito il saluto del Capogruppo che a nome del Consiglio di-rettivo ha porto il cordiale saluto a tutti gli intervenuti, passando poi al reverente ricordo di tutti i nostri caduti per l’ onore della Pa-tria, unendo nel pensiero i nostri soci Alpini e amici degli Alpini che sono andati avanti.L’attività del Gruppo si svolge, come sempre, a supporto di ope-re del nostro Comune e di altri enti, pulizia fiumi e strade, servi-zi d’ordine, colletta Banco Alimentare ed interventi della squadra AIB per un totale di 2.600 ore lavorate nel 2016; questa squa-dra, nei primi mesi di quest’anno, ha dovuto intervenire in diverse località della nostra provincia, tra cui Trivigno, Chiavenna, Alpe Mara, Bugli di Valcervia ed altre, nonché turni elitrasportati per la Comunità Montana di Sondrio per un totale di oltre 500 ore. Desidero riportare integralmente le considerazioni del nostro C.D. sulla situazione attuale del Paese: “La nostra popolazione è sempre più preoccupata per l’involuzione so-ciale e civile in atto nella nostra Patria; per i frequenti episodi di cro-naca nera riportati dalla stampa nazionale e locale. È ormai opinione diffusa che l’amministrazione della giustizia mostri notevoli falle, dando modo ai malintenzionati di cavarsela sempre, con danno e paura che ricadono sui nostri concittadini.Si può ancora sperare che la situazione possa, finalmente, migliorare? I dubbi sono concreti, perché ancora non appare alcuna luce in fon-do al tunnel. Non possiamo e non dobbiamo rassegnarci; dobbiamo restare uniti contro questa malefica indifferenza al bene comune, all’imperante in-dividualismo egoistico e combattere da onesti cittadini per un domani migliore per noi ed i nostri figli.E con questa fervida speranza che ci deve sostenere nel prossimo futuro, a voce alta e forte gridiamo viva gli Alpini, viva l’Italia”È seguito l’intervento del nostro Sindaco dott. Oberti, il quale partendo dall’anelito di libertà, di pace e di volontà di rinascita del popolo italiano dopo gli orrori della guerra, visto l’aggravarsi della situazione attuale, si trova, sostanzialmente, d’accordo con quanto sopra espresso e ricorda come il continuo drenaggio delle risorse finanziarie da parte del governo centrale, metta in seria difficoltà l’opera solerte degli amministratori locali, obbligandoli a dolorosi tagli nell’erogazione di opere e servizi alla popolazione.Al termine della cerimonia si ricompone il corteo diretto alla sede del Gruppo per il tradizionale aperitivo, giusto e cordiale prologo al pranzo sociale.

Oreste Protti

Lunedì 26 maggio, gli Alpini di Tresivio hanno accompagnato i bambini e le maestre delle scuole elementari per una visita alla Galleria di Mina di Verceia. Seguendo il filo conduttore delle cele-brazioni per il centenario della Grande Guerra, iniziato nel 2015 con la visita al Forte di Oga, quest’anno si è individuato il com-plesso denominato “Galleria di Mina”, a Verceia, quale luogo del-la memoria e di interesse storico della nostra Provincia. La mina (galleria di mina stradale e ferroviaria) di San Fedele di Verceia, fu realizzata tra il 1916 e il 1917 quale opera di sbarramento del passaggio obbligato della Strada dello Spluga e della ferrovia della Valchiavenna. L’opera è da inquadrare nell’ambito delle fortifica-zioni facenti parte della Linea Cadorna, costruita durante la Prima guerra mondiale per fronteggiare un’eventuale invasione austria-ca. La visita ha consentito di conoscere meglio il funzionamento di questa ingegnosa opera militare, costituita da numerose galle-rie che si dipartono lateralmente dal tunnel centrale largo 3 me-tri, che doveva servire a tagliare i collegamenti stradali e ferrovia-ri della Valchiavenna, attraverso lo scoppio controllato di enormi quantità di esplosivo posizionate nei profondi pozzi allagati posti in vari punti del tunnel.A gruppi di 30, con il supporto di una guida, i partecipanti alla gita si sono addentrati nel cuore della montagna, ripercorrendo i passi dei militari che 100 anni fa riecheggiavano tra le rocce.Il resto della comitiva, in attesa del suo turno di visita, passeggia-va lungo il lago di Verceia, attento alle parole dei locali alpini che descrivevano le particolarità del luogo; gli stessi non hanno man-cato di far visitare ai bambini il centro sportivo recentemente rea-lizzato, che contiene le varie attrezzature utilizzate dai canoisti du-rante gli allenamenti a terra. Al termine dei tour, un bel piatto di polenta ha rifocillato i convenuti, contenti per il distacco dai ban-chi di scuola ma soprattutto felici di poter pranzare con il tipico rancio alpino.

Un grazie di cuore al Capogruppo, agli Alpini di Verceia e ai loro simpatizzanti che si sono prodigati per l’accoglienza e nella prepa-razione del rancio; un grazie particolare va anche a Valeriano, ex Capogruppo di Verceia e insieme al “Gero” promotore dell’inizia-tiva, che sotto i baffi sorrideva sornione, soddisfatto per la genuina allegria e gratitudine manifestata dai bambini di Tresivio.

Paolo Folini

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Valtellina Alpina 52 LUGLIO 2017

VALMALENCO a cura di Rino Masa

Annuale Assemblea del Gruppo Alpini e Protezione Civile di Caspoggio, sabato 1 aprile. Prima dell’inizio dei lavori, il Capogruppo Arif Negrini ha invi-tato l’assemblea a ricordare gli associati mancati di recente (Sil-vio Agnelli, Poliuto Bricalli e Luciano Bruseghini) e ad inviare all’ex Capogruppo Francesco Negrini, un forte applauso per una pronta guarigione.Negrini ha iniziato la sua relazione col ringraziare tutti gli asso-ciati per l’impegno profuso nell’anno trascorso, sottolineando la sintonia tra Alpini e Nucleo di Protezione civile.“Quest’anno - ha proseguito il Capogruppo - ho insistito nel raggruppare le due assemblee perché siamo parte di un’unica fa-miglia “Gruppo Alpini e Protezione Civile”, una famiglia che all’interno svolge compiti diversi ma tutti sotto un unico tetto, un unico cappello”. Quindi ha elencato le numerose iniziative dell’anno 2016 par-tendo dall’ottimo risultato di partecipazione alla Festa del Grup-po a Piazzo Cavalli, sia per la seggiovia funzionante sia per la bel-lissima giornata. Poi ha sottolineato il successo della Scarponata Alpina coordi-nata dal Gruppo di Caspoggio con il coinvolgimento di tutti i Gruppi della Valmalenco. Tra le altre iniziative ha citato quelle sportive con gli ottimi piaz-zamenti degli atleti del Gruppo in particolare di Vito Negrini. Negrini ha concluso citando la forza del Gruppo: 139 iscritti di cui 68 Alpini 44 membri di Protezione Civile e 27 Amici degli Alpini.Il segretario del Gruppo Piercarlo Pegorari ha illustrato le voci di Bilancio che è stato approvato all’unanimità.Ersilio Bricalli, responsabile del Nucleo P.C. ANA, ha relazio-nato sugli interventi effettuati nell’anno 2016, che sono stati 44 con 387 volontari per un totale di 3439 ore di lavoro. La segretaria Ornella Pellegatta, con consueta accuratezza, ha presentato il bilancio che è stato approvato all’unanimità. Quindi sono stati premiati con degli Attestati di partecipazione alcuni volontari P.C. per aver partecipato a speciali giornate fuo-ri provincia.

CASPOGGIO Assemblea Alpini e P.C. 2017

Il Consigliere Sezionale Rino Masa ha portato i saluti del presi-dente Gianfranco Giambelli e ha elogiato i “Caspöcc” definendoli “un Gruppo che lavora”. Quindi c’è stato un breve intervento del Responsabile Sezionale di P. C. ANA Marco Bricalli che, dopo aver ringraziato i suoi compaesani per la consueta disponibili-tà, ha spiegato i motivi di alcuni inconvenienti riscontrati negli interventi in Abruzzo e nella visita di Papa Francesco a Monza. Bricalli ha poi riferito che, in previsione della sistemazione del-la ex Casa cantoniera, la Sezione intende chiedere l’aiuto anche dei Gruppi.A conclusione dell’Assemblea il Capogruppo Negrini ha propo-sto di concedere un contributo per la “Sala del commiato” di pertinenza di Comune e parrocchia, a cui l’assemblea ha rispo-sto positivamente.Finale in allegria al ristorante Fior di Monte con la gradita pre-senza anche del Sindaco Alpino Danilo Bruseghini.

LANZADA: Rinnovo del Capogruppo

Lunedì 24 aprile 2017 si è riunito il consiglio del Gruppo. Il Capogruppo Fernando Bardea, già scaduto lo scorso 25 aprile 2016, al rinnovo del consiglio aveva accettato l’incarico di Ca-pogruppo con riserva per un anno, con puntualità ha rimesso al consiglio l’incarico di nominare un nuovo Capogruppo.A nulla sono valse le varie mostranze di stima, apprezzamento e sostegno nei suoi confronti e l’invito a continuare l’impegno in-trapreso nel 2010. Nemmeno la richiesta di portare a termine

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Valtellina Alpina 53 LUGLIO 2017

l’evento del centenario dello Scerscen ha smosso il Bardea dalla sua decisione: “Non abbandono il Gruppo ma il mio mandato di Capogruppo è terminato”. Dopo ampia e animata discussio-ne, varie considerazioni e il vano invito, da parte dei veterani del consiglio, perché un giovane potesse prendersi l’incarico di con-durre il Gruppo, il consiglio ha eletto all’unanimità come Capo-gruppo Gaggi Guglielmo Luciano, classe 1954, già Vice capo-gruppo e consigliere dal 2013.Un grazie sentito a Bardea e l’augurio di un buon lavoro al nuovo capogruppo Gaggi dal direttivo.

Gli incarichi del consiglio direttivo (rimasto invariato dal 24/04/2016) sono Gaggi Guglielmo Luciano Capogruppo, Pic-ceni Ivan Vice Capogruppo, Giordani Giuseppe Tesoriere, Masa Rino Segretario, Bardea Fernando, Bergomi Gian Pio, Dell’Agosto Dino, Masa Antonio e Luciano, Parolini Pietro, Nani Michele, Rossi Andrea, Rossi Livio, Salvetti Lorenzo Consiglieri

Bardea Fernando Classe 1953, Capogruppo dal 2010, succeduto allo storico An-gelo Ottavio Marangoni.È praticamente una colonna portante del Gruppo di Lanzada, da sempre militante nel consiglio direttivo, orgoglioso del suo cap-pello che, qualche volta, se lo lascia rubare dai nipotini.

Uomo di poche parole, discorsi stringati, atteggiamento burbe-ro…che se deve dire qualche cosa non lo manda a dire, ma gran lavoratore, di animo gentile e generoso.

Durante il suo mandato il Gruppo ha rinnovato la sede, ha svol-to il 37° Campionato Nazionale di Sci d’Alpinismo, ha organiz-zato la Scarponata Alpina, ha mantenuto costante il numero dei tesserati (113 di cui 92 Alpini e 21 Amici degli alpini), nono-stante i veci andati avanti in questi anni. Importanti sono state le collaborazioni e i messaggi di stima sia da parte degli Alpini della Sezione e dei vari Gruppi, sia da parte dell’amministrazione co-munale, della parrocchia e delle varie associazioni.Il “Pellegrinaggio dello Scerscen” a ricordo del 24 Alpini periti sotto la valanga è sempre stato un appuntamento fisso. Fernando non ricorda di preciso quante volte abbia partecipato, ma ricor-da le varie condizioni meteo, dalla tempesta alla neve, alla piog-gia, alle numerose e bellissime giornate con tanti Alpini. Lui c’e-ra sempre. Solo lo scorso anno, per motivi di salute, ha mancato l’appuntamento ma ha promesso che per i prossimi 100 anni sarà presente con il cappello, il gagliardetto e con i classici biscottini e vinsanto offerti a tutti i presenti a fine cerimonia. Grazie Fer-nando!Grazie anche per aver assicurato e mantenuto la tua presenza e collaborazione nell’attuale consiglio.

il Gruppo di Lanzada

CENTENARIO DELLO SCERSCEN Eventi

Ormai l’appuntamento del 12 agosto è prossimo, i preparativi sono a buon punto.Il programma è pubblicato sul sito e non rimane che incontrarci nello stupendo scenario del vallone dello Scerscen al cospetto di sua maestà “Il Bernina” che, con i suoi 4050 mt. è l’unico quat-tromila delle Alpi centrali.L’appello del Gruppo di Lanzada, unitamente al Consiglio della Sezione Valtellinese è di vedere tutti i Gruppi della Valtellinese con almeno un rappresentante alfiere e il Gagliardetto.Molti VECI appassionati e nostalgici sono stati presenti nelle scorse edizioni. L’elicottero è stato prenotato anche quest’anno ma è strettamente riservato a loro o comunque alle persone che, desiderose di “io ci VOGLIO ESSERE”, sono impossibilitate a raggiungere il luogo a piedi (circa 3 ore di facile sentiero, comun-que di alta montagna). L’INVITO sentito e corale è rivolto alle buone gambe alpine (che sono tante) e ai giovani. A tutti coloro che pensano che sia troppo faticoso… FORZA!Il pellegrinaggio che parte da Sondrio il Venerdì 11 agosto è da provare, è un’importante avventura carica di attese e di emozio-

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Valtellina Alpina 54 LUGLIO 2017

ni, che permette di respirare e apprezzare la bellezza di un terri-torio che solo a piedi è possibile gustare appieno.

Già fatto!

Il due aprile, presso il Sacrario di Sondrio il tradizionale e signi-ficativo ricordo dei caduti dello Scerscen. La breve ma sentita e partecipata cerimonia è stata presieduta dal ex Presidente Sezio-nale Angelo Bonomi e dall’arciprete di Sondrio, don Marco Zu-biani.

Lo scorso 7 aprile un bellissimo evento: il concerto della Fanfara Nazionale dell’Aeronautica a ricordo dei caduti dello Scerscen a Chiesa in Valmalenco.Prima l’omaggio al monumento dei caduti e alle 21 presso il ci-nema Bernina, il concerto: non una Fanfara ma una vera e pro-pria Orchestra.Organizzatore dell’evento il gruppo Frecce Tricolori di Sondrio presieduta da Renato Verona e dagli infaticabili collaboratori.

★★★

Sabato 3 giugno presentazione agli scolari della Scuola Primaria di Lanzada del drammatico evento del 1917.Un po’ di storia e di cultura alpina, i ragazzi attenti ed interessa-ti sono stati invitati alla cerimonia del 12 agosto 2017. Presente anche l’amministrazione di Lanzada con il Sindaco Marco Ne-grini e l’assessore Andrea Nana.

Nuove testimonianzeVenerdì 16 giugno, presso la sede del Gruppo di Caspoggio, incontro con due caspoggini, naturalizzati svizzeri, Marcello (1950) e Siffrido (1953), nipoti dell’alpino Giovanni Battista Negrini che nel 1917 fu in servizio al rifugio Marinelli. Accom-pagnati dalla Guida Alpina Elia Negrini sono giunti per raccon-tarci del loro nonno, che non hanno mai conosciuto, ma che della sua avventura alla Marinelli hanno sentito raccontare dal papà e dagli zii. È certo che Giovanni Battista, classe 1881, ha fatto il servizio mi-litare come istruttore di sci alpino lassù.Un figlio lo ha riconosciuto in una foto pubblicata sul prezio-so libro edito dal Credito Valtellinese, “Montagne di Valtellina e Valchiavenna – immagini dall’esplorazione all’alpinismo moder-no”, a pagina 189, impegnato nelle operazioni di recupero dei corpi degli alpini periti sotto la valanga.(n.d.r. foto d’archivio del Capitano Davide Valsecchi, Comandante del reparto sciatori) In ricordo di quella vicenda, l’Alpino Giovanni Battista Negrini ha chiamato il figlio (classe 1919) Attilio Marinelli, papà dei due nostri ospiti, i quali, rispettivamente ex guardia forestale e gui-da alpina, hanno assicurato la loro presenza alla cerimonia dello Scerscen il prossimo 12 agosto.Ulteriore documentazione fotografica recentemente acquisita può ulteriormente ricomporre i legami affettivi di queste tre genera-zioni.

I fratelli Marcello e Siffrido Negrini, accompagnati dalla Guida Alpina Elia Negrini, ge-store del Rifugio Longoni, all’incontro con gli alpini nella sede del Gruppo di Caspoggio.

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Valtellina Alpina 55 LUGLIO 2017

CASPOGGIO

S. GIACOMO TEGLIO

MAZZO IN VALTELLINA

Improvvisamente, è andato avan-ti il socio Consigliere Giuseppe Miotti di anni 64.Giuseppe era da anni il responsabi-le del reparto cucina in occasione di feste, di interventi di manuten-zione del territorio e in tutte quel-le occasioni in cui era previsto il pranzo fuori Sede. Inoltre, fin dalla sua costituzione, Giuseppe ha fatto parte del nucleo Protezione Civile ANA di Caspoggio.Condoglianze dal Gruppo alla mo-glie Carla, ai figli Matteo con Fe-

derica, Marzia con Fabrizio e gli amati nipotini Maicol e Debora.

Il Gruppo ha iniziato la propria attività 2017 il 26 marzo bigiando il lavoro manuale! (chi bene comincia è a metà dell’opera).Al mattino S. Messa officiata dal nostro parroco Don Paolo con la presenza gradita del Sindaco sig. Elio Moretti, a seguire sontuo-so pranzo al quale oltre ai numerosi alpini ha partecipato un fol-

“Operazione Fiumi Sicuri 2017”Il 29 ed il 30 aprile sulle rive dell’Adda, nel territorio di Mazzo in Valtellina, presenti Volontari delle squadre comunali di Bianzone, Grosotto, Tirano, Tovo, Villa di Tirano e CM Valtellina di Tirano; Volontari delle squadre di P.C. A.N.A di Livigno, Semogo, Piatta, Mazzo Valtellina e Tirano si sono attivate per la bonifica. L’ampia area golenale di espansione a ridosso del ponte nel corso degli anni è stata invasa da un notevole rigoglio vegetativo, potenzialmente pericoloso per il deflusso delle acque in condizioni meteo avverse. L’intervento ha conseguito la ripulitura del tratto di riva destra e di quello più impegnativo nelle immediate vicinanze del ponte sulla riva sinistra. Il Gruppo di Mazzo ha curato il servizio di ri-storazione.

Angela Ronzi

Eccellente aggregazione per le penne nere di S. Giacomo

I gruppi ANA di P.C. dell’Alta valle

La delegazione degli Alpini di Mazzo all’adunata di Treviso

to gruppo di graditissimi amici. Il mese di aprile ci ha coinvolti in un mega lavoro di ristrutturazione al campo Alpini e appena ulti-mato, esattamente il 28 maggio, è stata testata la nuova cucina. La manifestazione (chiusura della catechesi e dell’asilo) iniziata con la S. Messa seguita da pranzo e giochi è stata fatta per raccogliere fon-di per la parrocchia e per la scuola materna del paese.È stata donata una cospicua somma sia alla parrocchia che alla scuola materna. Si sta facendo un ottimo lavoro e per questo indi-stintamente un grazie a tutti.

Capogruppo Donato Della Moretta

Brilla per dinamismo e generosità il Gruppo tellino concentrando nel Bosco degli Alpini il quartier generale per momenti di aggregazione con le scuole, i disabili, i raduni di veci e bocia in sintonia con l’este-sa comunità.

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Valtellina Alpina 56 LUGLIO 2017

Gli efficaci interventi manutentivi sul territorio a Piatta

PIATTA VALDISOTTO

Solidarietà alpina S. Ginesio di Macerata

Percorrere le vie di S. Ginesio di Macerata con il cappello d’al-pino ci si sente come a casa propria: la poca gente che è rimasta ad abitare o che sta riprendendo le attività commerciali, dopo i nefasti delle scosse di terremoto di agosto ed ottobre del 2016, è alquanto riconoscente alla presenza alpina. Da novembre a gen-naio alcune squadre di P.C. ANA Valtellinese si sono alternan-te in duri turni settimanali di supporto al servizio mensa per la popolazione evacuata, allestito presso l’ostello della cittadina, ed hanno avuto modo di parlare con le persone cercando di capire le problematiche in essere e sollevare gli animi infondendo spe-ranza per il futuro. È stato un gesto lodevole da parte dei Volon-tari che si sono impegnati in tale servizio ed i “ginesini” non lo scordano. Come già intrapreso da altre Associazioni valtellinesi e non per altre comunità abruzzesi e marchigiane toccate da terremoto, il desiderio di “dare una mano” è forte ed in questo caso il Gruppo Alpini Piatta-Valdisotto, anche sorretto dalla partecipazione del-la popolazione e che ha visto pure la presenza di due volontari a S. Genesio, Giuseppe Colturi e Silvia Canclini (marito e mo-glie), ha deciso di destinare alcune risorse finanziarie a supporto di un paio di situazioni che evidenziano delle difficoltà. Così una delegazione alpina di Piatta si è recata presso S. Ginesio nel fine settimana 11-12 marzo per cercare di individuare questi obietti-vi. La presenza del Coordinatore della Protezione Civile locale, Benito Barchetta, ha permesso di conoscere i segni indelebili la-sciati dal sisma: crepe, crolli, abbandono …ma non disperazio-ne e rassegnazione. Garante di queste è anche il sindaco, Mario Scagnetti, che ribadisce con estrema fermezza che la vita del pae-se deve continuare e che le manifestazioni che si tengono annual-mente non vanno assolutamente abbandonate.Ad esempio, la presenza del Centro Internazionale Studi Gen-tiliani, fondato in San Ginesio nel 1981 per onorare la memoria e promuovere studi su Alberico Gentili (San Ginesio, 14 genna-io 1552 – Londra, 19 giugno 1608), grande giurista ed umani-sta nato a San Ginesio, espatriato per motivi di religione, deve continuare nelle proprie attività in particolare nell’annuale orga-nizzazione di conferenze internazionali, denominate “Giornate Gentiliane”, che raccolgono e diffondono il frutto di contributi scientifici provenienti da fonti autorevoli nel mondo del diritto internazionale.Al momento, la S. Messa, considerata l’inagibilità della Collegia-ta (opera di grande interesse storico-artistico), viene celebrata si-stematicamente presso una tensostruttura ed anche le “riunioni di paese” vengono convocate presso analoga struttura. Se il cen-tro storico è in parte inagibile e attualmente poco abitato, ed i sopralluoghi tecnici si rincorrono con celerità, al di fuori delle mura castellane, ancora ottimamente conservate, continuano le attività artigianali, per la gran parte costituite da piccole impre-se, e quelle agricole proseguono nella valorizzazione del territorio salvaguardano le eccellenze.

Recupero “sentiero delle coppelle” del m. VallecettaSuggestivo percorso tematico sulle pendici occidentali del Monte Vallecetta, nel Comune di Valdisotto, tra 1600 e 1900 m. il Sentie-ro si snoda tra pascoli, boschi e radure ove si individuano 8 massi con tracce incise, coppelle e croci, testimonianti presenze umane in epoche passate. Domenica 21 maggio oltre una ventina di volontari, tra Alpini e Giovani delle rispettive Associazioni di Piatta, hanno messo mano al “Sentiero delle Coppelle”, inaugurato nel giugno del 2005 alla presenza dell’ideatore Mario Praolini, dello scopritore delle coppelle Prof. Francesco Pace, del Sindaco e di un nutrito numero di alunni delle scuole elementari. Trattandosi in buona parte di massi appena affioranti dalla cotica erbosa dei pascoli, si è trattato di cintarne la gran parte con delle robuste siepi in legno al fine di proteggerli dal calpestio di animali. Si è quindi proceduto al taglio di arbusti che ne precludevano la visibilità ed il transito lungo il sentiero, nonché al riposizionamento dei cartelli indicatori e della segnaletica. I Vo-lontari della Squadra di Protezione Civile hanno potuto esprimere capacità e professionalità.Per l’estate Alpini e Giovani Volontari, in accordo con la Pro Loco di Valdisotto, si rendono disponibili a ripercorrere il sentiero, insieme a turisti e valligiani interessati, tutti i giovedì mattina di luglio ed ago-sto. Mantenere viva la cultura e la storia locale può rientrare tra gli obiettivi a cui il nostro Sodalizio riserva molta attenzione.

Il Capogruppo Alfredo Praolini

Alcuni protagonisti della solidarietà alpina S. Ginesio di Macerata

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Valtellina Alpina 57 LUGLIO 2017

BORMIO a cura di Giorgio Rocca

Esercitazione di Protezione Civile 6 maggio 2017Sabato 6 maggio il Comune di Bormio ha effettuato una eserci-tazione di protezione civile per verificare il piano di emergenza comunale predisposto per l’intervento di “Emergenza idraulica e idrogeologica del torrente Campello”. Nella esercitazione sono sta-ti coinvolti i Tecnici e gli Operai del Comune, i Vigili del Fuoco, i Carabinieri, la Guardia di Finanza, la Prefettura di Sondrio, il Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico (CNSAS ) della stazione di Bormio, il Soccorso Alpino della Guardia di Finanza (SAGF ), la Polizia Locale, il Gruppo Alpini di Bormio e il Grup-po di Protezione Civile A.N.A di Bormio. Complessivamente l’esercitazione ha coinvolto 76 persone; 23 del Gruppo con 6 Alpini e 17 Volontari PC.L’esercitazione prevedeva una segnalazione di pericolo sul torrente Campello pervenuta al funzionario comunale reperibile e la suc-cessiva attivazione della Unità di Crisi Locale e conseguente appli-cazione di tutte le operazioni previste dal “Piano di emergenza co-munale per il torrente Campello”.Il Responsabile della P.C. del Gruppo Alpini di Bormio, Felice Cantoni, ricevuta la segnalazione di emergenza ha rapidamente provveduto ad attivare le squadre.Ricevute le disposizioni dalla Unità di Crisi Locale, ha organizza-to gli Alpini per allestire gli alloggi di emergenza nella palestra co-munale e per il montaggio di una struttura coperta ed attivazione reale di cucina da campo, tutto pronto per eventuale evacuazione della zona.Nel corso della esercitazione è stata simulata anche la ricerca di due dispersi. Complessivamente l’esercitazione ha dato ottimi ri-sultati; buon livello di risposta e di professionalità e di collabora-zione tra gli enti intervenuti. I risultati ottenuti dovranno essere vagliati attentamente per migliorare le criticità riscontrate e per af-finare e aggiornare le procedure di intervento. Un caloroso ringra-ziamento a tutti i partecipanti alla esercitazione è pervenuto dalla Amministrazione Comunale di Bormio.

Giornata dell’anziano e ammalatoDomenica 4 giugno il Gruppo Alpini è intervenuto a supporto logistico della Giornata parrocchiale dell’Anziano e dell’ammalato.  L’intervento ha comportato la predisposizione di uno “stand at-trezzato” sul sagrato della chiesa, per consentire, al termine della funzione religiosa nella Collegiata dei S.S. Gervasio e Protasio, ad Ammalati e Anziani intervenuti, di godere di momenti di allegria e di compagnia. La “Sussistenza” del Gruppo Alpini ha predisposto il sevizio di ri-storazione: the, caffè, bibite, pasticcini, con la gioiosa aggiunta di buon umore e allegria.

100° Giro d’Italia: tappa Rovetta – Bormio23 maggio 2017Il 23 maggio il Giro d’ Italia, alla centesima edizione, ha fissato l’arrivo a Bormio con la tappa  Rovetta – Bormio di 227 km, con le epiche salite di Mortirolo, Stelvio, Umbrail, e apoteosi a Bor-mio.Tanti tifosi lungo tutto il percorso; Bormio invasa dai tifosi ciclisti ed imponente ed efficiente l’organizzazione della tappa.  Il Gruppo Alpini ha validamente contribuito alla riuscita della manifestazio-

ne collaborando con 20 Alpini al servizio logistico per il presidio e la chiusura delle strade della cittadina attraversate dalla carova-na del Giro.

95° compleanno del reduce Pietro CompagnoniSabato 20 maggio il Reduce Pietro Compagnoni di Bormio ha compiuto 95 anni. Il Gruppo Alpini ha voluto festeggiarlo quale ultimo Reduce nel comune di Bormio.  Attorniato dagli amici al-pini Pietro ha tagliato la torta decorata con un bel cappello alpi-no. Auguri Pietro!

L’ultimo Reduce di Russia e decano del Gruppo il festeggiato Pietro Compagnoni. Agli auguri ed al brindisi si unisce Valtellina Alpina.

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Valtellina Alpina 58 LUGLIO 2017

OSSIGENO PER…VALTELLINA ALPINA€ 150 Gruppo Andalo€ 40 Gruppo Caiolo € 142 Gruppo Castione€ 100 Gruppo Civo€ 150 Gruppo Delebio€ 250 Gruppo Nuova Olonio€ 200 Gruppo Samolaco€ 100 Gruppo Valgerola

PRO TERREmOTaTI

€ 300 Gruppo Albaredo € 500 Gruppo Albosaggia€ 500 Gruppo Bormio€ 400 Gruppo Castione€ 500 Gruppo Civo Dazio€ 2.000 Gruppo Chiavenna€ 1.000 Gruppo P.C. Chiavenna€ 2.700 Gruppo Mazzo€ 500 Gruppo Nuova Olonio€ 600 Gruppo Piantedo€ 200 Gruppo S. Giacomo Teglio€ 500 Gruppo Sondalo€ 300 Gruppo Verceia€ 1.000 Gruppo Valdisotto€ 1.000 Gruppo Valgerola versati direttamente al Nazionale€ 500 Gruppo Ravioli Chiavenna

VALTELLINA ALPINA

Sezione ValtellineseSede: Palazzo BIM - Via Romegialli, 21

23100 Sondrio

Tel. e Fax 0342 514909mail: [email protected]

http://www.anavaltellinese.it/

Direttore ResponsabileAmonini Marino

Autorizz. del Trib. di Sondrio N° 181 del 4/3/1986

Numero stampato in 7.700 copie

STAMPA: Lito IGNIZIO

PROSSIME MANIFESTAZIONI

INFO uTILI

9 luglio TraonaRaduno a Bioggio

9 luglio LanzadaRaduno a Franscia

9 luglio PiatedaRaduno Rifugio Le Piane

9 luglio LoveroRaduno del Gruppo

9 luglio GrosottoRaduno al Plan del Vin

15-16 luglio S. Giacomo TeglioRaduno Gruppo Bosco Alpini

16 luglio ApricaRaduno del Gruppo 

16 luglio Cosio ValtellinoRaduno Alpe Tagliata 

16 luglio AlbaredoPasso S. Marco Raduno AlpiniBergamaschi e Valtellinesi

18 luglio Valdisotto30° Alluvione alla presenzadel Presidente della RepubblicaSergio Mattarella

23 luglio RogoloRaduno in Erdona

23 luglio PedenossoRaduno a S. Giacomo Cancano

30 luglio MelloRaduno a Poira di Mello

30 luglio Castione AndevennoRaduno a Alpe Marscenzo

30 luglio Torre S. MariaRaduno Alpe Braccia

GRuPPO ROGOLOMoiola Mario

GRuPPO VALGEROLAScandella Sisto, cl. 1943Manni Vito, cl. 1948

COSIO VALTELLINOCornaggia Valentino, cl. 1936

GRuPPO BORMIODe Lorenzi Fulvio, cl. 1923

GRuPPO VILLA DI TIRANORe Delle Gandine Danilo, cl. 1963

GRuPPO CASTIONE ANDEVENNODell’Agostino Giampiero, cl. 1942

GRuPPO ALBAREDOMazzoni Emilio Mario, cl. 1928

GRuPPO LIVIGNOGalli Aldo Santino, cl. 1952

SONO SOLO...ANDATI AVANTI

GRuPPO MORBEGNOBianchini Siro, cl. 1941 Aggr Ciapponi Piera, cl. 1925

GRuPPO NuOVA OLONIOBarona Delfino, cl. 1928

GRuPPO ChIuROBalgera Fulvio, cl. 1927Gruppo CaspoggioMiotti Giuseppe, cl. 1953

GRuPPO TORRE SANTA MARIAZerboni Alberto, cl. 1946

GRuPPO DuBINOGotti Gianfranco, cl. 1941

GRuPPO ALBOSAGGIAGiambelli Ugo, cl. 1941

La famiglia alpina valtellinese con VALTELLINA ALPINA partecipa al

cordoglio dei familiari

30 luglio Mazzo ValtellinaRaduno Pian di Coop Mortirolo

30 luglio GrosioRaduno Malghera Valgrosina

30 luglio Ponte di Legno54° Pellegrinaggio dell’Adamello

5 agosto Novate MezzolaRaduno a Bresciadega

5 agosto ValgerolaSerata alpina

6 agosto ValtartanoRaduno in Val Lunga

6 agosto Civo DazioRaduno a Poira di Civo

6 agosto Buglio in MonteRaduno a Campasc

6 agosto PedenossoRaduno a Val Vezzola

6 agosto BormioRaduno sezionale alla3^ Cantoniera Stelvio

11-12-13 agosto ValmasinoRaduno del Gruppo

12 agosto LANZADACentenario valanghe 1917al Cimitero dello ScerscenProgramma e dettagli sul sito http://www.anavaltellinese.it/

13 agosto ValgerolaRaduno al Pescegallo

13 agosto CaspoggioRaduno Piazzo Cavalli

13 agosto ValdisottoRaduno al Forte di Oga 13 agosto IsolacciaRaduno a Prescedont

15 agosto Cino MantelloRaduno del Gruppo

20 agosto ValfurvaPasso Gavia Comm. Caduti S. Matteo

20 agosto AlbosaggiaRaduno al Lago della Casera

27 agosto AndaloRaduno al Tempietto di Piazzo

27 agosto MorbegnoRaduno del Gruppo

1-2-3 settembre ApricaV° Raduno Battaglion Tirano

10 settembre Giaveno Valgioe45° Camp. NazionaleMarcia di Regolarità

10 settembre AlbosaggiaMadonna dei Mosconi

10 settembre GrosioCappella di Redasco Valgrosina 19^ Ritrovo a ricordo dei Caduti e Dispersi in Russia

30 settembre/1 ottobre SondaloPrimo Raduno Sezionale

1 ottobre Verona48°/35° Camp. NazionaleTiro a Segno

1 ottobre Chiesa ValmalencoScarponata Alpina 6° Edizione organizzazione Gr. Chiesa Valmalenco

ottobre Grosio 13a edizione “Gara dei 5 campanili” e 14° “Palio dell’Oratorio”

22 ottobre Valdobbiadene41° Camp. NazionaleCorsa a Staffetta

26 novembre TresivioGiornata dell’Atleta

Apertura Sede SezionaleLunedì ore 8 - 11Mercoledì ore 8 - 11Venerdì ore 15 – 18

Nei mesi estivi accertarsi possibili variazio-ni orari contattando la Segreteria

Recapiti e contatti

A.N.A Sezione Valtellinesevia Romegialli, 21 23100 SONDRIO

Per info: tel. 0342.514909

operativa segreteria telefonicamail:

[email protected]

http://www.anavaltellinese.it

Versamentiindicare Gruppo e causale

(Quote ANA, Ossigeno Valtellina Alpina, Iniziative solidali…)

Banca Popolare di SondrioIBAN IT80 M05696

11000 000002960X50

Gruppo Creval Credito ValtellineseIBAN IT07 Y05216

11010 000000003034

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Valtellina Alpina 59 LUGLIO 2017

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