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Articolo 34 della Costituzione italiana: ”La scuola è aperta a tutti. L'istruzione inferiore, impartita per almeno otto anni, è obbligatoria e gratuita. I capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi.La Repubblica rende effettivo questo diritto con borse di studio, assegni alle famiglie ed altre provvidenze, che devono essere attribuite per concorso.“ Ottobre 2008 In un momento in cui le noti- zie sulla crisi finanziaria fan- no da padrone nel mondo mediatico e dell’informazio- ne, abbiamo voluto riassu- mere in una vignetta le scelte politiche di uno stato, ovvia- mente frutto del governo del momento. Ebbene, abbiamo voluto rap- presentare così i paradossi di un governo che torna a fare da padrone nel mondo ban- cario statalizzandolo, per salvare il sistema finanziario, e contemporaneamente sce- glie di allontanare dalla spe- sa pubblica il sistema della formazione, avviandone la privatizzazione, tramite la legge 133/08 che consente che le università pubbliche possano trasformarsi in fon- dazioni di diritto privato. E’ arrivato il momento che tutti quanti, scossi dal no- stro senso critico, valutiamo quali saranno le conseguen- ze di certe scelte. E’ arrivato il momento di prendere coscienza che tutti insieme possiamo incidere su certe scelte e cambiarle. Udu L’Aquila ALL’INTERNO Gli effetti collaterali della Legge 133 “...e se fosse successo a me?” A pagina 3 Futuri insegnanti? A pagina 4 Trasporti: stanchi di essere presi in giro! Flash dalle facoltà A pagina 2

Art. 34 - Ottobre 2008

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L'edizione di Ottobre 2008 del periodico dell'Udu L'Aquila "Art. 34"

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Page 1: Art. 34 - Ottobre 2008

Articolo 34 della Costituzione italiana:

”La scuola è aperta a tutti. L'istruzione inferiore, impartita per almeno otto anni, è obbligatoria e gratuita. I capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi.La Repubblica rende effettivo questo diritto con borse di studio, assegni alle famiglie ed altre provvidenze, che devono essere attribuite per concorso.“

Ottobre 2008

In un momento in cui le noti-zie sulla crisi finanziaria fan-no da padrone nel mondo mediatico e dell’informazio-ne, abbiamo voluto riassu-mere in una vignetta le scelte politiche di uno stato, ovvia-mente frutto del governo del momento. Ebbene, abbiamo voluto rap-presentare così i paradossi di un governo che torna a fare

da padrone nel mondo ban-cario statalizzandolo, per salvare il sistema finanziario, e contemporaneamente sce-glie di allontanare dalla spe-sa pubblica il sistema della formazione, avviandone la privatizzazione, tramite la legge 133/08 che consente che le università pubbliche possano trasformarsi in fon-dazioni di diritto privato.

E’ arrivato il momento che tutti quanti, scossi dal no-stro senso critico, valutiamo quali saranno le conseguen-ze di certe scelte. E’ arrivato il momento di prendere coscienza che tutti insieme possiamo incidere su certe scelte e cambiarle.

Udu L’Aquila

ALL’INTERNO

Gli effetti collaterali della Legge 133

“...e se fosse successo a me?”

A pagina 3

Futuri insegnanti?

A pagina 4

Trasporti: stanchi di essere presi in giro!

Flash dalle facoltà

A pagina 2

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Un altro incidente sul lavoro. Un'altra persona morta mentre faceva il proprio dovere, mentre si dava da fare per por-tare il pane a casa. Alberto, un ragazzo di 27 anni, lavorava in un’officina meccanica: il suo cuore ha ceduto per una ischemia dopo dodici ore dall’incidente e tre operazioni all’o-spedale di Teramo, dove è arrivato co-sciente. Quella di Alberto è la quarta morte sul lavoro dall’inizio dell’anno, soltanto nella provincia di Teramo. Il primo settembre a Catania sono morti due operai delle Ferrovie dello Stato tra-volti da un treno; il 13 giugno un ope-raio perde la vita a Termini Imerese, ca-dendo da un’impalcatura nella Centrale Enel; l’11 giugno a Catania, sei operai muoiono mentre puliscono la vasca di un depuratore. Secondo le indagini dell’INAIL le morti bianche nel 2007 sono state 1260, di cui 1130 nelle industrie e gli incidenti sul lavoro 913500. Per quanto riguarda il 2008 il bilancio è ancora provvisorio: da Gennaio ci sono state 683 vittime, contro le 719 nello

stesso periodo del 2007. Il punto è che fino a quando queste ci-fre saranno maggiori di zero, fino a quando per vivere bisognerà correre il rischio di morire sul posto di lavoro, non ci si potrà definire una società ve-ramente civile. Chi vi scrive lo fa con le lacrime agli oc-chi, pensando di essere fortunata per non essere tra i familiari di quelle vitti-me. Perché è questo che dobbiamo pen-sare: “e se fosse successo a me?”. È vero, non tutti moriremo vecchi e feli-ci, ma non è giusto perdere la vita a 2 giorni dalla pensione dopo una vita di sacrifici o a 19 anni, dopo solo mezza giornata di lavoro. E permettetemi di aggiungere che non è un eroe solo chi cade mentre lavora fuori dal proprio Paese, ma lo è anche chi fa lo straordinario tutte le sere, chi lotta per la pensione, chi si rompe brac-cia e gambe dal dolore per pochi spic-cioli, spesso anche in nero.

Anna Paola Cardilli

“...e se fosse successo a me?”

Gli effetti collaterali della Legge 133 Ci siamo lasciati nell’ultimo numero del nostro giornalino, parlando del terribile rischio cui è sottoposto il sistema uni-versitario pubblico. Purtroppo non pos-siamo riprendere con delle notizie mi-gliori. Ma cerchiamo di fare un po’ di chiarezza: il 6 agosto 2008 il dl 112 è stato convertito nella legge 133. Nell’-ambito di questa legge vengono previsti una serie di chiarissimi attacchi al siste-ma pubblico di formazione, garantito dall’articolo 33 della nostra Costituzio-ne. Ad oggi il finanziamento dell’Università arriva da due canali sostanzialmente: il FFO (fondo di finanziamento ordinario), cioè le risorse pubbliche che lo Stato e-roga agli Atenei e la contribuzione stu-dentesca(le varie tasse che paghiamo). Ebbene: questa legge prevede che per i prossimi cinque anni si farà un taglio al FFO di circa 1,5 miliardi di euro, sca-glionati dal 2009 al 2013. Questa norma è drammatica per gli studenti, e più in generale per l’intera comunità accademi-ca. Per quanto riguarda noi studenti, è evidente che se diminuiscono le risorse profuse dallo Stato e l’altro canale è la tassazione studentesca, non vi sono dubbi che le nostre tasse cominceranno a lievitare, andando anche a sforare la soglia del 20% del FFO; questo solo per quanto riguarda le tasse di iscrizione, dal momento che il problema si pone ancor di più nel momento in cui si stabi-liscono nuove tasse, come è successo ad esempio nel nostro ateneo, in cui gli or-gani accademici hanno deliberato l’isti-tuzione di tasse per alcuni servizi di se-greteria, con l’unico scopo di fare cassa. In ogni caso, considerando la situazione

già cronica di sottofinanziamento, è evi-dente che non vi potranno essere nean-che delle prospettive di miglioramento delle strutture (aule, laboratori, bibliote-che..). In tutto ciò, non possiamo dimen-ticare la penalizzazione sempre maggio-re cui è soggetta la ricerca pubblica: se non ci sono fondi non si possono avere strumenti o peggio ancora laboratori di ricerca, per non parlare poi delle borse per il dottorato; per cui gli aspiranti ri-cercatori saranno condannati ad un lun-go precariato. Un altro punto importante da analizzare è il blocco del turn-over del personale, cioè la possibilità di assumere nuovo personale a fronte dei pensionamenti: in proposito il governo ha previsto che per i prossimi tre anni si potrà assumere so-lo per il 20% dei pensionamenti e dal 20-12 per il 50%. Anche questo ricade mol-to negativamente su noi studenti, in par-ticolare proprio sulla didattica. E’ chiaro che se non vi è la possibilità di assume-re personale docente, ci sarà un’enorme difficoltà nell’erogazione dei corsi, con la pesante conseguenza di dover neces-sariamente ridurre l’offerta formativa(pensate solo a tutte le difficoltà che in-contriamo quando vengono spenti dei corsi di cui ancora non abbiamo soste-nuto l’esame). Ma il nodo cruciale della legge 133, ciò che realmente mette a repentaglio il fat-to che siano sanciti gli artt. 33 e 34 della nostra Costituzione, che attacca il siste-ma universitario pubblico e il diritto allo studio, è la possibilità degli atenei di trasformarsi in fondazioni di diritto privato. Riteniamo assolutamente inac-cettabile tale possibilità che può essere

attuata tramite una semplice delibera di senato accademico. Dobbiamo assoluta-mente contrastare la privatizzazione delle università; non possiamo permet-tere che con queste scelte il governo mi-ni il sacrosanto diritto per cui chiunque può accedere ai più alti gradi della for-mazione. In questa maniera, le fonda-zioni potranno aumentare a dismisura le tasse, assumere con contratti precari, istituire numeri chiusi in tutti i corsi di laurea. Senza dimenticare che la ricerca verrà automaticamente assoggettata alle richieste e agli interessi del mercato. Non possiamo permettere che questo governo sancisca che la formazione non è un diritto di e per tutti, che neghi che la ricerca e l’università pubbliche debba-no essere il traino per lo sviluppo del paese. Dobbiamo rivendicare con forza che la formazione è e deve continuare ad essere un diritto per tutti, un bene pubblico e non una merce da scambiare nel libero mercato, destinata esclusiva-mente a chi può permettersela. Per questo noi dell’Udu riteniamo fonda-mentale che noi studenti ci compattia-mo per contrastare questa legge. Stiamo innanzitutto diffondendo informazione e stiamo organizzando assemblee in tut-ti i poli del nostro ateneo. E’ fondamen-tale in questo momento che tutti parte-cipiamo, che tutti diamo il nostro contri-buto in questa cruciale battaglia. E’ importante che tutti insieme andiamo avanti in questa lotta, partecipando ai momenti di confronto e alle proteste. Lottiamo per l’Università Pubblica, lot-tiamo per l’Università di Tutti.

Alessia Ettorre

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Il Ministro Gelmini ha deciso, tramite decreto legge e senza consultare il mondo della scuola, i sindacati e gli stu-denti la reintroduzione del maestro unico. Questa scelta si inserisce in una politica di disinvestimento dalla scuola favorendo gli istituti privati offrendo così alle famiglie e agli studenti una formazione di minore qualità. Noi siamo fortemente contra-ri a tale scelta perché: 1) Il maestro unico non ha senso dal punto di vista pe-dagogico Premesso che, la scuola Pri-maria italiana rappresenta la migliore realtà esistente in termini di istruzione, come studenti (futuri insegnanti), intendiamo precisare che il decreto legge 137 (Maestro Unico), non ha alcuna giustifi-cazione pedagogica, rifiuta il dibattito culturale e il con-fronto con gli insegnanti ed inoltre non considera seria-mente la crescita del bambino nell’odierna società comples-sa. Nessun pedagogista, infatti, ha accertato che la figura del maestro unico aiuti gli alunni nella loro crescita formativa. Anzi la gran parte della scien-za pedagogica sostiene la ne-cessità di approcciarsi a diffe-renti metodi di insegnamento garantiti da una pluralità di docenti e negata dal maestro unico. Viene da chiedere al Mi-nistro che senso ha studiare pedagogisti come Gardner che hanno accertato l’esistenza delle intelli-genze multiple affermando la necessità per gli alunni di più punti di riferimento nel processo formativo? 2) E’ previsto il taglio di 87.000 docenti L’introduzione del maestro unico preve-de un taglio di circa 87.000 docenti dalle scuole italiane, che stando alle dichiara-zioni del Ministro andranno a fare le “guide turistiche”. Ci sembra scandaloso che, nonostante tutte le classifiche inter-nazionali (OCSE ad esempio) dicano che gli insegnanti italiani della scuola prima-ria sono i più preparati d’Europa, non si investe sulla loro formazione e sulla scuola, ma si procede a tagli drammatici di posti e finanziamenti.

COSA SUCCEDERÀ?

1. la diminuzione del tempo scuola per gli alunni (da 30 a 24 ore); 2. la dismissione del tempo pieno (sostituito dal doposcuola); 3. l’impoverimento dell’offerta formati-va (niente laboratori, niente uscite didat-

tiche, poche materie e contenuti essen-ziali et similia); 4. la scomparsa dei piccoli plessi di montagna; 5. la riduzione delle opportunità di suc-cesso scolastico, di crescita e di integra-zione degli alunni; 6. la riduzione considerevole degli inse-gnanti (30.000 esuberi); 7. il declassamento e la mortificazione delle loro competenze professionali (l’insegnante “iosotutto” e il “tappabuchi”); 8. la scomparsa della collegialità nelle scelte educative e nella valutazione 9. riduzione del numero di sedi scolasti-che; 10. sviluppo di sistemi di istruzione a distanza; 11. classi più numerose; 12. chiusura di molte classi nei piccoli centri che con i nuovi minimi non riusci-ranno a riformare nuove classi; 13.aumento delle pluriclassi, con la pos-sibilità di raggruppare alunni di corsi diversi, adottando un insegnamento di tipo modulare; 14. cancellazione della codocenza e dimi-

nuzione delle compresenze, che sono strumenti di flessi-bilità con i quali si può far fronte alle difficoltà degli a-lunni; 15. saturazione di tutte le cat-tedre a 18 ore; 16. formazione di docenti di lingua inglese con 150-200 ore di corso, assolutamente a garantire una competenza adeguata; 17. riduzione oraria del fun-zionamento delle scuole; 18. cancellazione dei modelli didattici di qualità, come tem-pi e moduli, sostituiti, se va bene, dalla mera copertura oraria che non garantisce il modello didattico d’insegna-mento. Quale futuro per gli studenti di Scienze della Formazione Primaria? Ci chiediamo a questo punto inoltre quale sia il futuro, già incerto, di noi studenti iscritti alle Facoltà di Scienze della Formazione Primaria se la scelta è quella di non investi-re sulla formazione pubblica? Non è accettabile dopo quat-tro anni di studio sentirsi dire dal Ministro che faremo le “guide turistiche”! Oppure il Ministro pensa che andremo tutti a lavorare nelle scuole private da lei così tute-late e difese? Per queste ragioni ci siamo riuniti in assemblea il giorno 2 ottobre 2008 per discutere

sui provvedimenti del governo in merito alla scuola e all’insegnamento. Pertanto ci siamo organizzati in Assem-blea permanente, effettuando incontri e conferenze al fine di sensibilizzare stu-denti, genitori e cittadini sulla difesa del carattere pubblico e democratico della scuola e dell’università.

Crediamo che la scuola pubblica, es-sendo finanziata da tutti i cittadini, debba essere difesa e migliorata. Pensiamo, inoltre, che la figura dei do-centi debba essere valorizzata, e che avere meno insegnanti non significhi maggiore qualità della didattica. Anzi, in Italia c’è bisogno di più scuola, più insegnanti e più investimenti sulla scuola pubblica! Noi studenti di Scienze della Formazio-ne Primaria chiediamo “solo” di poter costruire il nostro futuro nel mondo della scuola e dell’insegnamento.

Francesca Lissa Lattanzio

FUTURI INSEGNANTI?

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Gerenza: “Art. 34” è un foglio dell’Associazione Udu L’Aquila in distribuzione gratuita solo presso le sedi universitarie. “Art. 34” non è un periodico. Stampato su Carta riciclata.

UDU L’AQUILA c/o Via del Gatto 2, 67100 L’Aquila

Telefono: 0862 61243

Email: [email protected]

Website: www.uduaq.org

Il 1° ottobre sono entrate in vigore le nuove tariffe di biglietti ed abbonamen-ti dell’AMA, con un aumento del 10%. Tale aumento era stato giustificato dal-l’Amministrazione Comunale per po-tenziare delle corse universitarie, vista la drammatica situazione che gli stu-denti devono attualmente sopportare. Purtroppo il piano di potenziamento deve ancora attraversare tutto l’iter in consiglio comunale e invece, nonostante il nostro pa-rere contrario, le nuove tariffe sono già in vigore. Nel frattem-po tutto rimane uguale, se non peggio: autobus strapieni per scuole ed università, prezzi au-mentati, niente corse serali e nei festivi. E a tutto ciò si ag-giunge la protesta dei rivendi-tori dei biglietti che costringe gli studenti a comprare i bi-glietti a prezzo maggiorato su-gli autobus, vista oltretutto l’-assenza di distributori automa-tici. L’UDU e l’UDS, per queste ra-gioni, il 2 ottobre scorso, han-no occupato con striscioni e fischietti il consiglio comunale. Questa forte azio-ne ci ha permesso di incontrare imme-diatamente il sindaco e tutti i capigrup-po delle forze politiche presenti. Nell’incontro l’UDU e l’UDS hanno chie-sto: l’immediato ritiro della delibera di Giunta che aumenta i costi di biglietti e abbonamenti e l’attivazione di un tavo-lo di confronto con il Comune affinché raccolga le proposte degli studenti uni-versitari. Inoltre, chiediamo la presenza della rappresentanza studentesca all’in-terno del consiglio d’amministrazione dell’AMA, considerato che la popolazio-

ne studentesca contribuisce al bilancio dell’AMA con biglietti ed abbonamenti più di quanto faccia il Comune. Purtroppo il Sindaco non ha voluto a-scoltare le nostre ragioni, dichiarando che non sarebbe mai tornato indietro rispetto all’aumento dei prezzi e sotto-lineando più volte che la sua era stata una scelta politica importante e che il

comune stava investendo nel trasporto pubblico. Noi, però, non riusciamo a capire quale valenza politica abbia questa scelta, vi-sto che crediamo che le fasce più debo-li della società, quali studenti universi-tari, studenti delle scuole secondarie ed anziani, vadano tutelate ed agevolate, di certo non messe in difficoltà con l’-aumento dei prezzi. Quali investimenti? Anche qui non ca-piamo. Il Sindaco, infatti, in un comuni-cato stampa antecedente all’aumento tariffario, dichiarò che il piano di po-tenziamento delle corse avrebbe visto

un aumento del 40%, di cui la maggior parte dedicate agli studenti universita-ri. Ebbene il piano AMA prevede semplice-mente il potenziamento della linea 78 che raggiungerà i poli di Coppito e Roio e quello della M11 per l’ospedale San Salvatore, per un incremento comples-sivo del chilometraggio del solo 7,7%.

Inoltre, sempre fonte del piano Ama, grazie all’aumento dei prezzi e all’aumento dei pas-seggeri, si prevede un utile di circa 70000 euro che saranno investiti per ripianare il buco di bilancio dell’azienda. In pratica, tutti i costi derivati dal potenziamento delle due linee succitate, saranno coperti con l’aumento dei biglietti e degli abbonamenti: addirittura l’AMA, con quest’operazione, ci andrà a guadagnare più di 70000 euro. Quindi veramente vorremmo capire dove il Comune sta in-vestendo, visto che con questo piano non sborserà un euro.

Ad oggi la situazione è ancora più drammatica dato che i prezzi sono stati aumentati, ma di autobus in più nem-meno l’ombra. Come si suol dire in questi casi: “oltre al danno, la beffa!!!”. Per questo l’UDU è intenzionata a con-durre nuove azioni di lotta e chiede l’-aiuto a tutti gli studenti che si sono stufati di essere presi in giro, ogni qual volta si parla di servizi per gli studenti universitari di questa città.

Elvezio Zunica

Trasporti: stanchi di essere presi in giro!

� Qui Psicologia In arrivo una nuova aula Infor-matica a Coppito e una conven-zione Erasmus con la Spagna.

� Qui Scienze Dopo due assemblee sull’applica-zione della Carta, il CDCS di In-formatica ha approvato l’appello per novembre per tutti gli stu-denti.

� Qui Biotecnologie La Carta dei Diritti sortisce gli effetti sperati: sono stati defini-tivamente eliminati i blocchi per le iscrizioni agli anni successivi.

� Qui Lettere Gli studenti si preparano ad una settimana di mobilitazione e di assemblee contro le conseguen-ze della Legge 133/08.

Flash dalle facoltà Borse di studio e contratti

Ricordiamo a tutti gli studenti che è necessario regola-rizzare il proprio contratto d’affitto entro 30 giorni dal-la pubblicazione delle graduatorie delle borse di studio per l’anno accademico 2008/2009. Potete usufruire del nostroservizio Sportello Casa per richiedere assistenza, redazione e convalida del contrat-to d’affitto. Questo servizio è attivo nei giorni seguenti presso la nostra sede:

Martedì dalle 18.00 alle 19.30 Mercoledì dalle 18.00 alle 19.30 Giovedì dalle 18.00 alle 19.30 Venerdì dalle 18.00 alle 19.30 Sabato* dalle 17.00 alle 18.00

Inoltre, vi ricordiamo che nel turno di venerdì sarà a vo-stra disposizione l’avvocato Luca Salvatore, del SUNIA.

*: il servizio si effettua su richiesta.