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Arte Progetto Integrato Cultura del Medio Friuli La chiesetta dedicata ai Santi Daniele e Agosti- no sorge alla periferia dell’abitato di Mereto di Tomba, in posizione leggermente rialzata, all’in- terno del perimetro cimiteriale. Ma anticamente era proprio questa la chiesa di riferimento per la comunità. Sorge, anzi, sul sito dove per primo si sviluppò l’abitato. Qui era l’antico castelliere fluviale, nei pressi del torrente Corno, utilizzato anche in epoca roma- na (lo testimoniano i ritrovamenti archeologici); e qui in epoca medievale era situata la piccola “curtis” (o cortina), circondata da tre aggeri, cioè da tre argini di terra. L’area interna fu sopraele- vata con lo scavo marginale di un profondo e lar- go stagno, che serviva sia a raccogliere l’acqua piovana che come difesa naturale; all’interno gi- rava un ampio vallo e verso ovest si affacciava un torrione che controllava l’accesso all’area. E nel mezzo della cortina, dietro il torrione, si elevava una piccola chiesa romanica circondata da case basse, da granai e da un locale per le riunioni della “vicinia”, l’assemblea dei capifamiglia. Questo primo edificio di culto si deve identifica- re con la chiesa dedicata a San Daniele profeta e fu eretto probabilmente nel X secolo, perché a quanto pare le intitolazioni a questo santo in Friuli risalgono per lo più a quel periodo, in corri- spondenza delle incursioni degli Ungari: Daniele, il profeta biblico che fu gettato nella fossa dei leoni, è un significativo esempio di fede incrolla- bile e di resistenza contro le avversità. L’aggiunta nel titolo di Sant’Agostino è stata successiva e si deve alla presenza dei padri eremitani seguaci del santo vescovo di Ippona, che pare avessero in Mereto un convento. La chiesa, che inizialmente era filiale della pieve di Moruzzo, subì i danni del terremoto del 1348, delle incursioni turche nel XV secolo e del nuovo terremoto del 1511, che diede il colpo finale. La ricostruzione fu com- pletata solo nel 1537, quando fu riconsacrata. A seguito di questo intervento, tra le altre innova- zioni fu ingrandito il coro, che assunse la forma poligonale che conserva tuttora, con volta a vele e costoni a raggiera. L’edificio si presenta ester- namente con un campanile che si innalza sulla facciata principale, dotato di un’ampia nicchia che ripara la porta architravata e l’occhio so- prastante. Sul lato destro, prima della sacrestia, resta traccia di un affresco che raffigura San Cri- stoforo. L’interno, restaurato negli anni Ottanta, è formato da una semplice aula rettangolare con travature a vista. Appena entrati, a sinistra, nella piccola cuba battesimale è conservata una co- lonna di probabile età romana, che culmina con un mascherone rozzamente scolpito: forse in ori- gine era un cippo tombale, utilizzato poi come architrave nella facciata e, in seguito ai restauri, asportato e collocato all’interno. Nel presbiterio, rialzato di uno scalino, sta l’altare realizzato alla Chiesa dei Santi Daniele e Agostino nell’aggere a Mereto di Tomba a cura di Claudio Romanzin metà del Settecento dal friulano Giovanni Batti- sta Cucchiaro, sovrastato da un ampio padiglione di marmo sostenuto da angeli in volo; ai lati le statue in pietra dei due santi titolari, opera dello scultore udinese Giovanni Mattiussi. La chiesa conserva al suo interno diversi affre- schi, per lo più poco leggibili. Il gruppo più in- teressante è quello che si trova sulla parete sud, vicino alla porta che conduce alla sacrestia. Ap- pena leggibile è una Trinità, attribuita ad artisti popolari di scuola tolmezzina. Ben conservato, invece, è il trittico che raffigura a destra Nicolò vescovo, a sinistra Giovanni Battista con in mano il cartiglio annunciante “Ecce Agnus Dei”; in mez- zo ai due santi si apre una nicchia ornata, dove era collocata una statuetta raffigurante il papa Sant’Urbano, risalente alla fine del Quattrocento e attribuita a Domenico da Tolmezzo (Domenico Scheda n° 2. 1. 7 Fig. 1 - Chiesa dei Santi Daniele e Agostino. Chiesa dei Santi Daniele e Agostino nell’aggere a Mereto di Tomba

Arte - picmediofriuli.it · L’edificio si presenta ester-namente con un campanile che si innalza sulla facciata principale, dotato di un’ampia nicchia ... La scultura, in legno

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Progetto Integrato Cultura del Medio Friuli

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La chiesetta dedicata ai Santi Daniele e Agosti-no sorge alla periferia dell’abitato di Mereto di Tomba, in posizione leggermente rialzata, all’in-terno del perimetro cimiteriale. Ma anticamente era proprio questa la chiesa di riferimento per la comunità. Sorge, anzi, sul sito dove per primo si sviluppò l’abitato. Qui era l’antico castelliere fluviale, nei pressi del torrente Corno, utilizzato anche in epoca roma-na (lo testimoniano i ritrovamenti archeologici); e qui in epoca medievale era situata la piccola “curtis” (o cortina), circondata da tre aggeri, cioè da tre argini di terra. L’area interna fu sopraele-vata con lo scavo marginale di un profondo e lar-go stagno, che serviva sia a raccogliere l’acqua piovana che come difesa naturale; all’interno gi-rava un ampio vallo e verso ovest si affacciava un torrione che controllava l’accesso all’area. E nel mezzo della cortina, dietro il torrione, si elevava una piccola chiesa romanica circondata da case basse, da granai e da un locale per le riunioni della “vicinia”, l’assemblea dei capifamiglia. Questo primo edificio di culto si deve identifica-re con la chiesa dedicata a San Daniele profeta e fu eretto probabilmente nel X secolo, perché a quanto pare le intitolazioni a questo santo in Friuli risalgono per lo più a quel periodo, in corri-spondenza delle incursioni degli Ungari: Daniele, il profeta biblico che fu gettato nella fossa dei leoni, è un significativo esempio di fede incrolla-bile e di resistenza contro le avversità. L’aggiunta nel titolo di Sant’Agostino è stata successiva e si deve alla presenza dei padri eremitani seguaci del santo vescovo di Ippona, che pare avessero in Mereto un convento. La chiesa, che inizialmente era filiale della pieve di Moruzzo, subì i danni del terremoto del 1348, delle incursioni turche nel XV secolo e del nuovo terremoto del 1511, che diede il colpo finale. La ricostruzione fu com-pletata solo nel 1537, quando fu riconsacrata. A seguito di questo intervento, tra le altre innova-zioni fu ingrandito il coro, che assunse la forma poligonale che conserva tuttora, con volta a vele e costoni a raggiera. L’edificio si presenta ester-namente con un campanile che si innalza sulla facciata principale, dotato di un’ampia nicchia che ripara la porta architravata e l’occhio so-prastante. Sul lato destro, prima della sacrestia, resta traccia di un affresco che raffigura San Cri-stoforo. L’interno, restaurato negli anni Ottanta, è formato da una semplice aula rettangolare con travature a vista. Appena entrati, a sinistra, nella piccola cuba battesimale è conservata una co-lonna di probabile età romana, che culmina con un mascherone rozzamente scolpito: forse in ori-gine era un cippo tombale, utilizzato poi come architrave nella facciata e, in seguito ai restauri, asportato e collocato all’interno. Nel presbiterio, rialzato di uno scalino, sta l’altare realizzato alla

Chiesa dei Santi Daniele e Agostino nell’aggere a Mereto di Tombaa cura di Claudio Romanzin

metà del Settecento dal friulano Giovanni Batti-sta Cucchiaro, sovrastato da un ampio padiglione di marmo sostenuto da angeli in volo; ai lati le statue in pietra dei due santi titolari, opera dello scultore udinese Giovanni Mattiussi. La chiesa conserva al suo interno diversi affre-schi, per lo più poco leggibili. Il gruppo più in-teressante è quello che si trova sulla parete sud, vicino alla porta che conduce alla sacrestia. Ap-pena leggibile è una Trinità, attribuita ad artisti popolari di scuola tolmezzina. Ben conservato, invece, è il trittico che raffigura a destra Nicolò vescovo, a sinistra Giovanni Battista con in mano il cartiglio annunciante “Ecce Agnus Dei”; in mez-zo ai due santi si apre una nicchia ornata, dove era collocata una statuetta raffigurante il papa Sant’Urbano, risalente alla fine del Quattrocento e attribuita a Domenico da Tolmezzo (Domenico

Scheda n° 2. 1. 7

Fig. 1 - Chiesa dei Santi Daniele e Agostino.

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Progetto Integrato Cultura del Medio Friuli

Bibliografia• P. Someda de Marco, Mereto di Tomba nella storia e nell’arte, Udine, 1969• G. Marchetti, Le chiesette votive del Friuli, Udine, 1972• T. Venuti, Le chiesette campestri nel comune di Mereto di Tomba, Mereto di Tomba, 1989

Scheda n° 2. 1. 7

Mioni, pittore e intagliatore di origine tolmez-zina, poi trasferitosi a Udine, capostipite di una lunga dinastia di artisti, che comprende il figlio Giovanni e il fratello Martino, a sua volta padre del celebre pittore Giovanni Martini). La scultura, in legno dipinto, è oggi conservata nella parroc-chiale; al suo posto una riproduzione fotografica indica la collocazione originaria. I due santi laterali, invece, così come l’Eterno Padre che veglia da una lunetta posta superior-mente, sono attribuiti a Gian Paolo Thanner. Co-stui era probabilmente figlio di Leonardo Than-ner, pittore e intagliatore oriundo dalla Baviera, che ha operato in vari luoghi della regione nel-la seconda metà del Quattrocento. Gian Paolo, friulano a tutti gli effetti, è considerato l’autore di affreschi realizzati secondo uno stile molto popolaresco e sparsi in una quindicina di chie-sette del Friuli, tra cui Artegna, Camino di But-trio, Adorgnano (Tricesimo), Variano, Ramandolo, Reana e Svina (Caporetto).

Per ricercare e approfondire• In Friuli sono stati scoperti molti castellieri, siti fortificati dell’epoca del bronzo e del ferro, talvolta riutilizzati in epoche successive. Prova a scoprire dove sono i più importanti e a rintracciarli su una carta geografica. • Domenico da Tolmezzo, l’amico Gianfrancesco da Tolmezzo e Giovanni Martini (intagliatori e pittori) sono i più noti esponenti della scuola carnica. Prova a rintracciare, con l’aiuto di una guida artistica, dove sono conservate le loro opere. • Leonardo Thanner non è l’unico pittore di origine tedesca che operò in Friuli nel Quattrocento. Uno molto importante è anche Tommaso da Villaco (Thomas van Villach). Cerca notizie su questo personaggio.

Fig. 3 - Pitture di Thanner all’interno della Chiesa.

Fig. 2 - Interno della Chiesa dei Santi Daniele e Agostino

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