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Focus Professioni ARTICOLO Consulente immobiliare 823-2008 1796 Con la deliberazione n. 46 del 26 giugno 2008 (a pag. 1810) il Garante per la prote- zione dei dati personali ha emesso le “Li- nee guida in materia di trattamento di dati personali da parte dei consulenti tecnici e dei periti ausiliari del giudice e del pubbli- co ministero” (appendice 1) rivolte ai con- sulenti tecnici incaricati dai giudici nel set- tore civile e ai consulenti tecnici e periti per i giudici e pubblici ministeri in quello penale nonché per i consulenti tecnici del- le parti private. Le Linee guida mirano a fornire indicazioni di natura generale ai professionisti nomi- nati dall’autorità giudiziaria nell’ambito di procedimenti civili, penali e amministrativi e ai consulenti tecnici dalle parti private con riferimento a procedimenti giudiziari. Con riguardo agli ambiti di applicazione, la deliberazione fa riferimento ai codici di procedura civile e penale, rispettivamente, per il primo agli artt. da 61 a 64 e da 191 a 200 e per il secondo agli artt. da 220 a 232, 359 e 360. Ne consegue che dalla lettura della disposi- zione in trattazione il soggetto chiamato al rispetto delle regole in essa dettate – per il settore civile – è la figura del consulente tecnico sancito dall’art. 61 cod. proc. civ. 1 ossia la figura del consulente tecnico nel Con la delib. n. 46/2008, il Garante per la protezione dei dati personali ha emesso le “Linee guida in materia di trattamento di dati personali da parte dei consulenti tecnici e dei periti au- siliari del giudice e del pubblico ministero”. La disposizione coinvolge pienamente i profes- sionisti incaricati dai giudici nel settore civile e quelli che svolgono il mandato di consulente tecnico e perito per i giudici e pubblici ministeri in quello penale. Inoltre, le regole dettate dal- le Linee guida devono trovare rispetto anche da coloro che svolgono le attività professionali di consulenti delle parti private con riferimento a procedimenti giudiziari. Il Consulente im- mobiliare, attesi i riflessi che le disposizioni contenute nella deliberazione del Garante com- porteranno per le attività dei numerosi professionisti impegnati negli incarichi giudiziari e di parte, ha inteso approfondire il tema con la pubblicazione di due contributi. In quello attua- le sono analizzate, dopo un esame generale del provvedimento e delle definizioni in esso contenute, le esclusioni nell’applicazione del Codice della privacy per consulenti tecnici e pe- riti unitamente alla definizione di dato personale. Sono poi analiticamente esaminati gli ob- blighi relativi agli incarichi giudiziari per quanto attiene il rispetto dei principi di liceità e della qualità dei dati di cui all’art. 11. Nel prossimo fascicolo la trattazione avrà invece specifico ri- guardo al complesso quadro delle misure di sicurezza idonee a preservare i dati da alcuni eventi, tra i quali accessi e utilizzazioni indebite, e disciplinare tecnico allegato B al Codice. Privacy per CTU e periti: i nuovi obblighi 1 Art. 61 cod. proc. civ. Consulente tecnico: Quando è necessario il giudice può farsi assistere, per il compimento di singoli atti o per tutto il processo, da uno o più consulenti di particolare competenza tecnica. La scelta dei consulenti deve essere normalmente fatta tra le persone iscritte in albi speciali a norma delle disposizioni di attuazio- ne al presente codice.

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■ Con la deliberazione n. 46 del 26 giugno2008 (a pag. 1810) il Garante per la prote-zione dei dati personali ha emesso le “Li-nee guida in materia di trattamento di datipersonali da parte dei consulenti tecnici edei periti ausiliari del giudice e del pubbli-co ministero” (appendice 1) rivolte ai con-sulenti tecnici incaricati dai giudici nel set-tore civile e ai consulenti tecnici e peritiper i giudici e pubblici ministeri in quellopenale nonché per i consulenti tecnici del-le parti private.Le Linee guida mirano a fornire indicazionidi natura generale ai professionisti nomi-nati dall’autorità giudiziaria nell’ambito diprocedimenti civili, penali e amministrativie ai consulenti tecnici dalle parti privatecon riferimento a procedimenti giudiziari.

Con riguardo agli ambiti di applicazione, ladeliberazione fa riferimento ai codici diprocedura civile e penale, rispettivamente,per il primo agli artt. da 61 a 64 e da 191a 200 e per il secondo agli artt. da 220 a232, 359 e 360.Ne consegue che dalla lettura della disposi-zione in trattazione il soggetto chiamato alrispetto delle regole in essa dettate – per ilsettore civile – è la figura del consulentetecnico sancito dall’art. 61 cod. proc. civ.1

ossia la figura del consulente tecnico nel

Con la delib. n. 46/2008, il Garante per la protezione dei dati personali ha emesso le “Lineeguida in materia di trattamento di dati personali da parte dei consulenti tecnici e dei periti au-siliari del giudice e del pubblico ministero”. La disposizione coinvolge pienamente i profes-sionisti incaricati dai giudici nel settore civile e quelli che svolgono il mandato di consulentetecnico e perito per i giudici e pubblici ministeri in quello penale. Inoltre, le regole dettate dal-le Linee guida devono trovare rispetto anche da coloro che svolgono le attività professionalidi consulenti delle parti private con riferimento a procedimenti giudiziari. Il Consulente im-

mobiliare, attesi i riflessi che le disposizioni contenute nella deliberazione del Garante com-porteranno per le attività dei numerosi professionisti impegnati negli incarichi giudiziari e diparte, ha inteso approfondire il tema con la pubblicazione di due contributi. In quello attua-le sono analizzate, dopo un esame generale del provvedimento e delle definizioni in essocontenute, le esclusioni nell’applicazione del Codice della privacy per consulenti tecnici e pe-riti unitamente alla definizione di dato personale. Sono poi analiticamente esaminati gli ob-blighi relativi agli incarichi giudiziari per quanto attiene il rispetto dei principi di liceità e dellaqualità dei dati di cui all’art. 11. Nel prossimo fascicolo la trattazione avrà invece specifico ri-guardo al complesso quadro delle misure di sicurezza idonee a preservare i dati da alcunieventi, tra i quali accessi e utilizzazioni indebite, e disciplinare tecnico allegato B al Codice.

Privacy per CTU e periti:i nuovi obblighi

1Art. 61 cod. proc. civ. – Consulente tecnico: Quando è necessarioil giudice può farsi assistere, per il compimento di singoli atti o pertutto il processo, da uno o più consulenti di particolare competenzatecnica. La scelta dei consulenti deve essere normalmente fatta tra lepersone iscritte in albi speciali a norma delle disposizioni di attuazio-ne al presente codice.

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processo di cognizione, cautelare, per laprocedura di accertamento tecnico preven-tivo e nella consulenza tecnica preventiva aifini della composizione della lite di cui al-l’art. 696-bis cod. proc. civ. Analogamentela disposizione vale per il consulente tecni-co nominato nel processo amministrativo. Occorre osservare che contrariamente aquanto si poteva presumere, la disposizio-ne non fa riferimento – la deliberazioneconcretamente non ne fa alcun cenno,nemmeno con indicazione del giudice dele-gato – alla figura dell’esperto regolata dal-l’art. 68 (Altri ausiliari) nel processo diesecuzione, sia nella forma generica (ese-cuzione immobiliare) sia nella forma spe-cifica (obblighi di fare e non fare) e del cu-stode sancita dall’art. 65 cod. proc. civ.Se da una parte il dettato della deliberazio-ne – in verità – lascia poco spazio a inter-pretazioni, dall’altra non si può fare a menodi prospettare qualche dubbio in relazioneal contrasto che non può non originarsi nelmomento in cui il Garante, ispirato dallaprecipua volontà di provvedere in ordine al-la regolamentazione dei rischi connessi altrattamento di dati personali da parte deiconsulenti tecnici e periti nei procedimentigiudiziari, ne omette una parte sostanziale,potremmo definire centrale, per il tratta-mento come quello svolto nell’ambito delprocesso esecutivo e della custodia immo-biliare, le cui rilevanze potrebbero addirit-tura far ipotizzare una mera dimenticanzao involontaria omissione. Forse un inter-vento finalizzato a puntualizzare ciò da par-te del Garante potrebbe essere utile.Per quanto attiene al settore penale, la di-sposizione riguarda i periti di cui all’art. 221cod. proc. pen. (Nomina del perito), il consu-lente tecnico a norma dell’art. 225 cod. proc.pen. (Nomina del consulente tecnico) e ilconsulente tecnico del pubblico ministero dicui all’art. 359 cod. proc. pen. (Consulentitecnici del pubblico ministero).Inoltre – come detto – le disposizioni con-tenute nelle Linee guida sanciscono obbli-ghi anche per i consulenti tecnici delle par-ti sia nei procedimenti civili sia nei proce-dimenti penali.È necessario ricordare che la prima nor-mativa a introdurre nell’ordinamento delnostro Paese lo strumento di legge atto al-la tutela della riservatezza dei dati perso-nali è stata la legge 675/1996, definitiva-

mente abrogata, con tutte le leggi e i de-creti a essa correlati, il 31 dicembre 2003;con il D.Lgs. 196 del 30 giugno 2003 Codi-ce in materia di protezione dei dati perso-nali si è di fatto regolamentato in modo ca-pillare e concreto l’ampio quadro di adem-pimenti volti a tale indirizzo.In effetti con l’introduzione del Codice èstato prodotto un processo di cambiamen-to del sistema di comunicazioni e gestionedelle informazioni che ha come elementocentrale il diritto delle persone a essere tu-telate nel trattamento e diffusione dei datipersonali.All’art. 2, comma 1, la norma difatti sanci-sce che «ogni trattamento di dati persona-li deve svolgersi nel rispetto dei diritti edelle libertà fondamentali della persona,nonché della sua dignità, con particolareriferimento alla riservatezza, all’identitàpersonale e al diritto alla protezione deidati personali». Occorre osservare come la cultura di talicondotte non è mai stata oggetto di cura eformazione nell’attività dei professionisti edel personale da essi impiegato, ancorchéle attività lavorative di ogni professionistasi fondino sulla raccolta di informazioni,sia cartacee che telematiche, che hannofrequentemente per oggetto la persona (fi-sica o giuridica). Siccome le organizzazio-ni sono costituite da persone, diventa ne-cessario individuare percorsi e forme, do-tandosi degli strumenti idonei, per consen-tire la diffusione dei dati in modo correttoe lecito, la loro conservazione garantita eappropriata e la messa in atto di tutte lemisure per evitare sottrazioni e perdite acompleta tutela degli interessati e dellostesso titolare e dei diversi soggetti coin-volti nella struttura dello studio.Le finalità delle Linee guida emesse dal Ga-rante con il provvedimento del 26 giugno2008 mirano a fornire indicazioni di natu-ra generale al fine esclusivo di garantire ilrispetto dei principi in materia di protezio-ne dei dati personali ai sensi del Codice inmateria protezione dei dati personali. Naturalmente le indicazioni non incidonosulle forme processuali che gli ausiliari de-vono rispettare nello svolgimento delle at-tività e nell’adempimento degli obblighi de-rivanti dall’incarico e dalle istruzioni rice-vuti dall’autorità giudiziaria.È utile infatti ricordare che già il Codice (al

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titolo I – Trattamenti in ambito giudiziario)all’art. 47 (trattamento per ragioni di giu-stizia) escludeva alcune disposizioni inmateria di protezione di dati personali che,adesso, sono confermate anche dalle Lineeguida in trattazione.

Art. 47 – Trattamenti per ragioni di giustizia

1. In caso di trattamento di dati personali effettua-to presso uffici giudiziari di ogni ordine e grado,presso il Consiglio superiore della magistratura,gli altri organi di autogoverno e il Ministero dellagiustizia, non si applicano, se il trattamento è ef-fettuato per ragioni di giustizia, le seguenti dispo-sizioni del codice:a) articoli 9, 10, 12, 13 e 16, da 18 a 22, 37, 38, com-mi da 1 a 5, e da 39 a 45;b) articoli da 145 a 151.2. Agli effetti del presente codice si intendono effet-tuati per ragioni di giustizia i trattamenti di dati per-sonali direttamente correlati alla trattazione giudi-ziaria di affari e di controversie, o che, in materia ditrattamento giuridico ed economico del personaledi magistratura, hanno una diretta incidenza sullafunzione giurisdizionale, nonché le attività ispettivesu uffici giudiziari. Le medesime ragioni di giustizianon ricorrono per l’ordinaria attività amministrati-vo-gestionale di personale, mezzi o strutture, quan-do non è pregiudicata la segretezza di atti diretta-mente connessi alla predetta trattazione.

Le finalità delle attività del consulente tec-nico e perito infatti rientrano pienamentenelle previsioni dell’art. 8 (esercizio dei di-ritti) comma 2, punto g).

Art. 8 - Esercizio dei diritti

(Omissis)2. I diritti di cui all’articolo 7 non possono essereesercitati con richiesta al titolare o al responsabileo con ricorso ai sensi dell’articolo 145, se i tratta-menti di dati personali sono effettuati:g) per ragioni di giustizia, presso uffici giudiziari diogni ordine e grado o il Consiglio superiore dellamagistratura o altri organi di autogoverno o il Mi-nistero della giustizia.

Le Linee guida, tuttavia, hanno trovato ispi-razione nella constatazione che nell’esple-tamento dei relativi incarichi, il consulentee il perito di regola vengono a conoscenza edevono custodire, contenuti nella documen-tazione consegnata dall’ufficio giudiziario,anche dati personali di soggetti coinvolti adiverso titolo nelle vicende giudiziarie (qua-

li le parti di un giudizio civile o le personesottoposte a procedimento penale), e pos-sono acquisire altre informazioni di naturapersonale nel corso delle operazioni (comeper esempio, richiesta di chiarimenti alleparti e assunzione di informazioni pressoterzi ai sensi dell’art. 194 cod. proc. civ., op-pure richiesta di notizie all’imputato, allapersona offesa o ad altre persone ai sensidell’art. 228, comma 3, cod. proc. pen. L’attività dell’ausiliario comporta quindi iltrattamento di diversi dati personali, tal-volta di natura sensibile o di carattere giu-diziario statuiti dall’art. 4, comma 1, lett.d) ed e) del Codice.

Art. 4 – Definizioni

(Omissis)d) “dati sensibili”, i dati personali idonei a rivelare l’o-rigine razziale ed etnica, le convinzioni religiose, fi-losofiche o di altro genere, le opinioni politiche, l’a-desione a partiti, sindacati, associazioni od organiz-zazioni a carattere religioso, filosofico, politico o sin-dacale, nonché i dati personali idonei a rivelare lostato di salute e la vita sessuale; e) “dati giudiziari”, idati personali idonei a rivelare provvedimenti di cuiall’art. 3, comma 1, lett. da a) a o) e da r) a u), delD.P.R. 14 novembre 2002, n. 313, in materia di casel-lario giudiziale, di anagrafe delle sanzioni ammini-strative dipendenti da reato e dei relativi carichi pen-denti, o la qualità di imputato o di indagato ai sensidegli artt. 60 e 61 del codice di procedura penale;(Omissis)

Esclusioni per le attivitàdi consulente tecnico e peritoAi trattamenti svolti per ordine dell’auto-rità giudiziaria, in quanto direttamentecorrelati alla trattazione giudiziaria di af-fari e di controversie, le Linee guida ri-chiamano l’applicazione delle norme delCodice relative ai trattamenti effettuatipresso uffici giudiziari di ogni ordine e gra-do «per ragioni di giustizia» di cui all’art.47 comma 2 del Codice.La peculiare disciplina posta dal Codicecon riguardo ai trattamenti svolti per que-sti motivi rende inapplicabili alcune dispo-sizioni del medesimo Codice. In particolare, le Linee guida precisano chenon possono essere applicate ai consulentitecnici e periti le disposizioni contenute agli:– art. 9 (Modalità di esercizio);– art. 10 (Riscontro all’interessato);

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– art. 12 (Codici di deontologia e di buonacondotta);

– art. 13 (Informativa);– art. 16 (Cessazione del trattamento);– art. 18 (Principi applicabili a tutti i trat-

tamenti effettuati da soggetti pubblici);– art. 19 (Principi applicabili al trattamento di

dati diversi da quelli sensibili e giudiziari);– art. 20 (Principi applicabili al tratta-

mento di dati sensibili);– art. 21 Principi applicabili al trattamen-

to di dati giudiziari);– art. 22 (Principi applicabili al tratta-

mento di dati sensibili e giudiziari).Inoltre sono inapplicabili le disposizioni re-lative alla notificazione al Garante (artt. 37e 38, commi da 1 a 5), a determinati obbli-ghi di comunicazione all’Autorità, alle au-torizzazioni e al trasferimento dei dati al-l’estero (artt. da 39 a 45), nonché ai ricor-si al Garante (artt. da 145 a 151).Sul punto vale la pena ricordare, come ope-rato formalmente dal Garante con provv. n.39608 del 31 dicembre 1998 che «I consu-lenti tecnici di cui agli artt. 191 ss. del c.p.c.coadiuvano l’autorità giudiziaria nello svolgi-mento delle proprie funzioni, in una posizio-ne di indipendenza rispetto alle parti. L’atti-vità del consulente d’ufficio è, quindi, stretta-mente connessa e logicamente integrata conl’attività giurisdizionale in senso proprio e aessa non si applicano le disposizioni di leggein ordine ai dati sensibili. Le perizie svolte daiconsulenti d’ufficio rientrano, infatti, fra itrattamenti effettuati nell’ambito di uffici giu-diziari, per ragioni di giustizia, che, ai sensidell’art. 4 della legge n. 675/1996 sono sot-tratti all’applicazione delle disposizioni delcitato art. 22. Pertanto per l’effettuazione deitrattamenti in questione non occorre acquisi-re previamente il consenso dell’interessato».Alla stregua del consulente tecnico di uffi-cio sono pure considerati gli esperti ausi-liari – ove autorizzati dal giudice – da luiincaricati per lo svolgimento di incarichi dinatura specialistica.Tale è il tenore del provvedimento n.1063421 del 27 marzo 2002, emesso dalGarante, che precisava: «Il trattamento di ta-li dati riguarda una specifica funzione svoltada un ausiliario autorizzato del consulentetecnico d’ufficio nominato dal giudice com-petente per i procedimenti concernenti le fi-glie minori dell’interessata e rientra quindifra i trattamenti di dati posti in essere “per

ragioni di giustizia, nell’ambito di uffici giu-diziari” (art. 4, comma 1, lett. d), legge675/1996). L’attività svolta dalla resistentesi inquadra infatti, al pari di quella curatadal consulente tecnico d’ufficio, nell’ambitodelle funzioni ausiliarie nei cui confrontiopera la medesima disciplina della legge n.675 applicabile alla autorità giudiziaria coa-diuvata. A tale categoria di trattamenti si ap-plicano allo stato solo alcune disposizionidella legge 675/1996 specificamente elen-cate nel comma 2 del medesimo art. 4 e frale quali non sono compresi né l’art. 13 (eser-cizio del diritto di accesso ai dati), né l’art.29 (in materia di ricorsi al Garante) dellamedesima legge. Pertanto, nei confronti deitrattamenti di dati effettuati per ragioni digiustizia, come nel caso di quello posto in es-sere dal professionista sanitario incaricatodal consulente tecnico d’ufficio del Tribuna-le per i minorenni, non può essere propostoricorso ex art. 29, né può essere presentatauna previa istanza ai sensi del citato art. 13,essendo solamente possibile sollecitare, at-traverso una richiesta o l’invio di una segna-lazione o reclamo al Garante, la verifica del-la rispondenza dei trattamenti di dati ai re-quisiti stabiliti dalla legge o dai regolamenti(artt. 31, comma 1, lett. d) e p) e 32, in re-lazione al citato art. 4, comma 2)».Da quanto esposto risultano le peculiariesclusioni riservate al consulente tecnicodi ufficio, ausiliario e perito.Pertanto, in estrema sintesi, il consulentetecnico e perito non devono informare l’in-teressato circa il trattamento dei dati per-sonali e questi non può richiedere la con-ferma dell’esistenza o meno di dati perso-nali che lo riguardano, la loro origine, noti-zie sulle finalità e modalità del trattamento,degli estremi identificativi del titolare e piùin generale di quanto previsto dall’art. 7 delCodice e quindi – in diretta conseguenza –è da ritenersi esclusa qualsiasi possibilitàdi ottenere da parte dell’interessato riscon-tro sia per iscritto che oralmente.È esclusa nelle attività rese dal consulentee perito anche l’adesione ai codici di deon-tologia e buona condotta promosse dal Ga-rante nell’ambito delle diverse categorieinteressate. I codici sono pubblicati nellaGazzetta Ufficiale della Repubblica italianaa cura del Garante e, con decreto del Mini-stro della giustizia, sono riportati nell’alle-gato A) del Codice.

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Parimenti inapplicabili risultano la dispo-sizione relativa alla comunicazione di ces-sazione, del trattamento dei dati che, nellaspecie, di regola, coincide con l’espleta-mento del mandato giudiziario e, per le evi-denti ragioni legate al soggetto che opera iltrattamento, le norme relative ai Principiapplicabili a tutti i trattamenti effettuati dasoggetti pubblici e quelle concernenti iPrincipi applicabili al trattamento di datidiversi da quelli sensibili e giudiziari.Anche le norme poste a definizione dei Prin-cipi applicabili al trattamento di dati sensibi-li, quelle applicabili al trattamento di dati giu-diziari, nonché quelle inerenti i Principi ap-plicabili al trattamento di dati sensibili e giu-diziari non trovano applicazione agli incarichidi consulente tecnico di ufficio e perito.La notificazione del trattamento dei dati alGarante, attesa la natura degli incarichi,non ricade tra gli obblighi previsti per gli au-

siliari giudiziari (peraltro dalla stessa noti-ficazione sono pure escluse le attività dei li-beri professionisti in forza dell’autorizzazio-ne n. 4 del 21 dicembre 2005, recentemen-te rinnovata, che tratteremo in seguito), co-si come non è prevista l’obbligo delle comu-nicazioni dettate dall’art. 39 del Codice, del-le autorizzazioni e ai trasferimenti dei datinei Paesi esteri (comunitari e non).Per le attività di ausilio all’autorità giudizia-ria sono pure inibite le possibilità da partedell’interessato di proporre ricorso al Ga-rante ed effettuare l’interpello preventivo.L’insieme delineato suggerisce l’utilità di unquadro sinottico in ordine alle specificheesclusioni riservate alle attività di consu-lente tecnico di ufficio e perito (tabella 1).Qualche perplessità potrebbe permaneresugli effettivi obblighi riservati al consu-lente tecnico e perito dalla lettura degli ar-ticoli succitati osservando l’assenza tra

Art. 9 Modalità di esercizio

Art. 10 Riscontro all’interessato

Art. 12 Codici di deontologia e di buona condotta

Art. 13 Informativa

Art. 16 Cessazione del trattamento

Art. 18 Principi applicabili a tutti i trattamenti effettuati da soggetti pubblici

Art. 19 Principi applicabili al trattamento di dati diversi da quelli sensibili e giudiziari

Art. 20 Principi applicabili al trattamento di dati sensibili

Art. 21 Principi applicabili al trattamento di dati giudiziari

Art. 22 Principi applicabili al trattamento di dati sensibili e giudiziari

Art. 37 Notificazione del trattamento

Art. 38 Modalità di notificazione

Art. 39 Obblighi di comunicazione

Art. 40 Autorizzazioni generali

Art. 41 Richieste di autorizzazione

Art. 42 Trasferimenti all’interno dell’Unione europea

Art. 43 Trasferimenti consentiti in Paesi terzi

Art. 44 Altri trasferimenti consentiti

Art. 45 Trasferimenti vietati

Art. 145 Ricorsi

Art. 146 Interpello preventivo

Art. 147 Presentazione del ricorso

Art. 148 Inammissibilità del ricorso

Art. 149 Procedimento relativo al ricorso

Art. 150 Provvedimenti a seguito del ricorso

Art. 151 Opposizione

TABELLA 1

Disposizioni inapplicabili alle attività di CTU e perito

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questi dell’art. 23 (Consenso). Tale condi-zione potrebbe infatti far ipotizzare la ne-cessità del rispetto della disposizione daparte degli ausiliari giudiziari.Occorre tuttavia osservare all’uopo che ildettato dell’art. 23, al comma 3, prevede che«… il consenso è validamente prestato solose è espresso liberamente e specificamentein riferimento ad un trattamento chiaramen-te individuato, se è documentato per iscritto,e se sono state rese all’interessato le

informazioni di cui all’articolo 13». Do-vendo rilevare che l’art. 13 (Informativa) èespressamente escluso per le attività deiprofessionisti in ausilio all’autorità giudizia-ri, non si può fare a meno di concludere chenon deve essere richiesto alcun consensoper il trattamento dei dati agli interessati.

Definizionidi trattamento e datiRisultano, invece, pienamente applicabili al-le attività di ausilio all’autorità giudiziaria, ein tal senso operano organicamente le Lineeguida, le altre disposizioni contenute nel“Codice in materia di protezione dei datipersonali” di cui al D.Lgs. 196/2003.Prima di delinearne il quadro e analizzar-ne compiutamente le ricadute nelle attivitàspecifiche del consulente, per consentireuna trattazione compiuta in una letturacombinata con il decreto legislativo, è daritenersi utile, seppur in un indirizzo di sin-tesi, ripercorrere le definizioni salientisancite dal Codice della privacy. Innanzitutto è da evidenziare il concetto ditrattamento di dati. Questo è da conside-rarsi «qualunque operazione o complessodi operazioni, effettuati anche senza l’ausi-lio di strumenti elettronici, concernenti laraccolta, la registrazione, l’organizzazio-ne, la conservazione, la consultazione, l’e-laborazione, la modificazione, la selezione,l’estrazione, il raffronto, l’utilizzo, l’inter-connessione, il blocco, la comunicazione,la diffusione, la cancellazione e la distru-zione di dati, anche se non registrati in unabanca dati» (art. 4, comma 1, lett. a).Pertanto ogni operazione effettuata con datidi terzi, sia essa cartacea che informatica, èda considerarsi trattamento di dati.Appare indispensabile poi analizzare la de-finizione di dato personale che la norma

stabilisce in una «qualunque informazionerelativa a persona fisica, persona giuridica,ente od associazione, identificati o identifi-cabili, anche indirettamente, mediante rife-rimento a qualsiasi altra informazione, ivicompreso un numero di identificazione per-sonale» (art. 4, comma 1, lett. b).Quindi, nel dato personale sono compresi idati comuni, sensibili, giudiziari di personefisiche e giuridiche. Sono ritenuti dati comuni o identificativiquei dati personali che consentono l’identi-ficazione diretta dell’interessato.Sono dati sensibili quelli particolari e spe-cifici idonei a rivelare notizie e dati stret-tamente afferenti la vita dell’individuo.Sono classificati dati giudiziari quelle noti-zie concernenti provvedimenti giudiziariinerenti l’individuo o il soggetto giuridico.Seguendo la definizione generale, può esse-re utile operare una pratica e particolate di-stinzione in un quadro sinottico (riquadro 1).Quindi, dal riquadro 1 risulta maggiormentechiaro come nelle attività operate da uno stu-dio professionale si operi prevalentemente iltrattamento di dati comuni, dovendo consi-derare i dati sensibili e giudiziari sicuramen-te meno ricorrenti e legati ad attività specifi-che e particolari della natura professionale.Sono, infatti, considerati dati comuni i datiper la contabilità, gli elenchi clienti e for-nitori, le rubriche telefoniche e i fascicoligenerici di studio.

Obblighi previsti per i consulenti tecnici e peritiAnalizzate in sintesi le definizioni contenutenel Codice in materia di protezione dei datipersonali, passiamo alla specifica trattazio-ne degli obblighi previsti per i consulenti tec-nici e periti contenute nella delib. n. 46/2008.Come già rilevato, al di là delle esclusioniriferite nelle pagine precedenti, le “Lineeguida in materia di trattamento di dati per-sonali da parte dei consulenti tecnici e deiperiti ausiliari del giudice e del pubblicoministero” richiamano per i detti soggettila piena applicazione delle altre disposi-zioni contenute nel Codice.In particolare, il trattamento dei dati effet-tuato a cura di consulenti tecnici e peritideve rispettare due fondamentali precetti:

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– nel rispetto dei principi di liceità eche riguardano la qualità dei dati dicui all’art. 11;

– adottando le misure di sicurezza ido-nee a preservare i dati da alcuni even-ti, tra i quali accessi e utilizzazioni in-debite di cui agli artt. 31 e segg. e di-sciplinare tecnico allegato B al Codice.

Esaminiamo, in questo contributo, il primopunto mentre rimandiamo alla lettura delprossimo fascicolo l’articolata trattazionedel secondo aspetto.L’art. 11 definisce le modalità del tratta-mento dei dati personali introducendo iconcetti di liceità, esattezza, correttezza,pertinenza e finalità.

Art. 11 – Modalità del trattamento e requisitidei dati1. I dati personali oggetto di trattamento sono:a) trattati in modo lecito e secondo correttezza; b) raccolti e registrati per scopi determinati, espli-citi e legittimi, ed utilizzati in altre operazioni deltrattamento in termini compatibili con tali scopi; c) esatti e, se necessario, aggiornati; d) pertinenti, completi e non eccedenti rispetto al-le finalità per le quali sono raccolti o successiva-mente trattati; e) conservati in una forma che consenta l’identifica-zione dell’interessato per un periodo di tempo nonsuperiore a quello necessario agli scopi per i qualiessi sono stati raccolti o successivamente trattati.2. I dati personali trattati in violazione della disci-plina rilevante in materia di trattamento dei datipersonali non possono essere utilizzati.

La norma nel suo dettato non approfondi-sce le definizioni; pertanto – al fine di of-frire una prospettazione più concreta al let-tore – occorre scendere meglio nel conte-nuto delle diverse identificazioni letterali.Il concetto di liceità, che attiene alla pienaammissibilità nell’ambito della norma odella consuetudine, trova rispetto nel trat-tare correttamente e diligentemente i datipersonali in possesso. Nella violazione diliceità rientra – ne sono esempio alcuniprovvedimenti del garante emessi a segui-to di ricorsi all’autorità – anche il comuni-care ingiustificatamente a soggetti terzi, ocomunque non interessati dalla proceduranel quale il professionista svolge il proprioincarico su mandato dell’autorità giudizia-ria, informazioni, dati, notizie e comunqueatti riguardati la procedura stessa o deisoggetti in essa coinvolti. La nozione di esattezza, che può definirsi l’i-nappuntabile coincidenza con la forma o lasostanza dovuta, impone la necessità di ve-rificare che i dati e le informazioni sianoesatti, aggiornati, e corrispondenti ai dati difatto, al fine di riportare una fedele rappre-sentazione della sua identità ed evitare qual-siasi possibile nocumento all’interessato. Il concetto di correttezza, che attiene al si-gnificato di un comportamento improntatoalle buone regole della morale e dell’educa-zione anche civica, riguarda i diversi pre-cetti che il consulente tecnico e perito deb-bono osservare e rispettare. Tra queste lanecessità di evitare comportamenti che

RIQUADRO 1

Classificazione ed esemplificazione dei dati personali

Dati comuni (o anche detti identificativi)

Nome, cognome, indirizzo, telefono, proprietà, dati di carattere economico (emolumenti e spese), immagini(fotografiche e filmati), codice fiscale, partita IVA, targa automobilistica e motociclistica, luoghi di frequenta-zione, composizione e identificazione nucleo familiare.

Dati sensibili

Origine razziale ed etnica, dati sullo stato di salute e dati sanitari, vita e preferenze sessuali, religione, attivitàpolitica e sindacale, immagini (fotografiche e filmati) se diffuse a terzi.

Dati giudiziari

Qualità di imputato o indagato (artt. 60 e 61 cod. proc. pen.), le sentenze i decreti penali di condanna irrevo-cabili, la sospensione condizionale della pena e la non menzione, provvedimenti di applicazione di pene ac-cessorie, misure alternative alla detenzione, di sicurezza personali e patrimoniali, provvedimenti di amnistia,di indulto, di grazia, dichiarazioni di abitualità, professionalità nel reato o tendenza a delinquere, provvedi-menti definitivi di proscioglimento o di non luogo a procedere, i provvedimenti di riabilitazione.

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possano incidere sulla dignità del soggettointeressato mediante comunicazioni, atteg-giamenti o condotte che palesino a osserva-tori terzi ed estranei il contenuto della co-municazione o dell’azione operata dal con-sulente e perito e – per quanto già osserva-to in parte coincidente con il concetto dellaesattezza – l’obbligo di acquisire, utilizzaree porre a fondamento delle proprie opera-zioni e valutazioni informazioni correttecomplete e corrispondenti ai dati reali.Con il principio di pertinenza – che ri-guarda la relazione immediata di recipro-cità sul piano delle attribuzioni logiche efunzionali – e di quello di finalità – che at-tiene alla configurazione teoretica di qual-siasi oggetto in quanto preordinato a un fi-ne – si richiama la necessità di ometterenella documentazione prodotta il riferi-mento a dati, specie se di natura sensibileo di carattere giudiziario o comunque diparticolare delicatezza, chiaramente nonpertinenti all’oggetto dell’accertamentoperitale, limitando il resoconto alle infor-mazioni e notizie effettivamente utili alperseguimento delle finalità poste a fonda-mento delle attività. È inoltre da escluder-si – con ogni evidenza – il riferimento diinformazioni personali relative a soggettiestranei al procedimento, siano essi legaticon vincolo di parentela o amicizia alle par-ti soggette nel procedimento o semplice-mente estranei. Anche per la fattispecie diregola, vale la proporzionalità delle infor-mazioni e dati che l’ausiliario riporterà nel-le relazioni peritali e informative rispettoagli scopi perseguiti nell’incarico.Sempre con riguardo alla finalità deve con-siderarsi la conservazione dei dati solo conesclusivo riferimento allo svolgimento delmandato e nel tempo necessario allo svol-gimento dello stesso, dovendo eliminare, alcompletamento dell’incarico o all’atto del-la sua rinuncia, ogni informazione conser-vata sia in forma cartacea sia su supportoinformatico.

Effetti sull’attivitàdell’esperto giudiziarioCompiuta l’articolata analisi sui contenuti edefinizioni dell’art. 11 del D.Lgs. 196/2003,analizziamone adesso gli effetti sulle attivitàdell’esperto giudiziario – in particolare nel

settore civile – seguendo il contenuto delladeliberazione del Garante.

Dati personali solo nei limiti e nell’am-bito dell’incaricoCome detto, il consulente e il perito posso-no trattare lecitamente dati personali, nei li-miti in cui ciò è reso necessario per il cor-retto, compiuto ed esauriente adempimentodell’incarico ricevuto e solo, evidentemente,con riferimento all’ambito dell’accertamen-to demandato dall’autorità giudiziaria. Se da una parte la deliberazione del Garan-te per la protezione dei dati personali nonpone limiti nella raccolta e trattazione deidati personali per le attività del consulentee perito, poiché queste attività rientrano inquelle svolte per esigenze giurisdizionali –dall’altra i professionisti impegnati in inca-richi giudiziari di consulente tecnico e peri-to non possono trascurare la portata dell’e-videnza, dovendo fare molta attenzione al-l’utilizzo dei dati e alle forme di comunica-zioni utilizzate nello svolgimento del pro-prio mandato. Difatti queste possono inte-grare violazione della norma ove possano,anche se involontariamente, rendere edottidi informazioni di carattere personale sog-getti estranei, o comunque – nel caso dellacomunicazione – quando non vi sia la ga-ranzia del ricevimento esclusivo della stes-sa da parte del diretto interessato. Ciò può accadere laddove il CTU in sede ci-vile operi comunicazioni contenenti infor-mazioni di carattere personale riguardantiil soggetto in causa a mezzo di telefax pres-so struttura (per esempio, luogo di lavorodell’interessato o altro luogo analogo) sen-za avere la certezza e la garanzia del rice-vimento diretto ed esclusivo dell’interessa-to stesso. Analogamente ciò può accadere ove il con-sulente incaricato non trovando il soggettoin causa presso l’immobile da ispezionarelasci un semplice biglietto affisso alla por-ta di casa, o ancora un messaggio, in for-ma scritta o verbale, al vicino di casa o al-l’amministratore condominiale.Nello stesso concetto di liceità rientra lacondizione di trattamento limitato ai soli li-miti e fini in cui ciò è reso necessario per ilcorretto, compiuto ed esauriente adempi-mento dell’incarico ricevuto dall’autoritàgiudiziaria e in modo dall’essere propor-zionato allo scopo perseguito. Pertanto il

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consulente deve valutare se le informazio-ni personali contenute nella relazione sia-no effettivamente necessarie allo scopodell’incarico oppure inutilmente ridondan-ti; in questa ipotesi debbono essere debita-mente limitate a quelle indispensabili.Inoltre per il consulente – per quanto attie-ne alle limitazioni concernenti l’ambito del-l’incarico, è esclusa la possibilità di poterutilizzare le informazioni e i dati personaliassunti nel corso dell’espletamento delmandato per altri scopi o utilizzazioni, co-me, per esempio, potrebbe accadere nellaipotesi che il professionista si trovi a dovertrattare successivamente, in pratiche rica-denti nella sfera dell’attività esercitata pri-vatamente, pratiche dello stesso soggetto opersona giuridica. Tantomeno queste infor-mazioni possono essere comunicate a terzi(colleghi, altri professionisti, società ecc.).

Informazioni personali, modalità ditrattamento proporzionate allo scopoperseguito e incrocio di datiIl consulente – come già rilevato per il pun-to precedente – deve prestare adeguata at-tenzione a non inserire in relazione notiziee dati di natura personale che possono esu-lare dallo scopo e natura dell’incarico con-ferito dall’autorità giudiziaria. È, quindi,importante considerare la portata di ognidato e informazione inserita e se questirappresentano rilevanza per le finalità delmandato conferito dal giudice o pubblicoministero.Con riferimento ai dati comuni o identifica-tivi tra cui nominativi, dati relativi alla re-sidenza, numero telefonico, proprietà, datidi carattere economico, immagini, dati fi-scali, targa automobilistica e motociclisti-ca, luoghi di frequentazione, composizionee identificazione nucleo familiare debbonoessere utilizzati solo se effettivamente ne-cessario e richiesto dalle esigenze giuri-sdizionali.L’attenzione – con ogni evidenza – deve es-sere prestata maggiormente per i dati di na-tura sensibile e giudiziaria che tuttavia – oc-corre rilevare – sono assai poco frequentinella trattazione specifica degli incarichi dinatura civile. L’iscrizione a partiti politici osindacati, la condizione e lo stato di salute oanche solo la sofferenza a particolari pato-logie o di semplici dati sanitari o ancora glieventuali provvedimenti di restrizione per-

sonale a carico dei soggetti, in qualità di da-ti sensibili, sono tali da rappresentare infor-mazioni estremamente critiche per il consu-lente così come i dati giudiziari che indichi-no la qualità di imputato o indagato, le sen-tenze, i decreti penali di condanna irrevoca-bili, la sospensione condizionale della penae la non menzione, provvedimenti di appli-cazione di pene accessorie, misure alterna-tive alla detenzione, di sicurezza personalee patrimoniale e altro ancora.Le informazioni personali e le modalità ditrattamento, quindi, debbono necessaria-mente essere proporzionate allo scopoperseguito avvalendosi in particolare diinformazioni (art. 11, comma 1, lett. a) eb), nel rispetto delle istruzioni e del man-dato impartito dall’autorità giudiziaria. Con riguardo alle modalità di trattamentodei dati, esse debbono essere tese a impie-gare tutti gli accorgimenti idonei a evitareun’indebita divulgazione delle informazionie, al contempo, la loro perdita o distruzio-ne, adottando, a tal fine, le misure atte agarantire la sicurezza dei dati e dei sistemieventualmente utilizzati. Passeremo inrassegna, nel prossimo contributo, il se-condo precetto che le Linee guida stabili-scono per i consulenti tecnici e periti, conun’analisi particolare e un’ampia trattazio-ne in materia di misure idonee e misure mi-nime di sicurezza.Inoltre, si deve considerare la proporzio-nalità delle modalità di trattamento, inten-dendosi con questo concetto quelle stret-tamente necessarie a consentire un tratta-mento idoneo e pienamente rispondente airequisiti previsti. In tale quadro, l’eventua-le utilizzo incrociato di dati provenienti dadiverse fonti può ritenersi consentito se èchiaramente collegato alle indagini dele-gate ed è stato autorizzato dalle singoleautorità giudiziarie dinanzi alle quali pen-dono i procedimenti o, se questi si sonoconclusi, che ebbero a conferire l’incaricoo da altra autorità giudiziaria competente.Pertanto ogni incrocio di dati se non pre-ventivamente autorizzato è vietato. Neconsegue che, laddove tale attività sia ri-tenuta indispensabile dall’ausiliario per ilcompimento del proprio incarico, debbatrovare accoglimento il suggerimento diprocedere alla richiesta di un’autorizzazio-ne al magistrato in forma scritta da alle-gare poi alla relazione.

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Informazioni personali acquisite, utiliz-zate e poste a fondamento delle valuta-zioni devono essere corrette, completee corrispondenti ai dati di fatto anchequando vengono espresse valutazionisoggettive di ciascun interessato (per-sona fisica o giuridica)Come osservato, l’ausiliario giudiziario –dinnanzi a dati di carattere personale – de-ve porre estrema attenzione a utilizzareinformazioni corrette e aggiornate.Infatti – sanciscono le Linee guida allega-te alla deliberazione – il consulente e il pe-rito sono tenuti ad acquisire, utilizzare eporre a fondamento delle proprie opera-zioni e valutazioni, informazioni personaliche, con riguardo all’oggetto dell’indagineda svolgere, siano idonee a fornire unarappresentazione del soggetto (finanzia-ria, sanitaria, patrimoniale, relazionaleecc.) corretta, completa e corrispondenteai dati di fatto.Ciò, non solo allo scopo di fornire un ri-scontro esauriente in relazione al compi-to giurisdizionale assegnato, ma anche alfine di evitare che, da un quadro inesattoo inidoneo di informazioni, possa derivarenocumento all’interessato, anche nell’ot-tica di una non fedele rappresentazionedella sua identità (art. 11, comma 1, lett.c). In tal senso appare indispensabile va-lutare non solo l’attendibilità delle infor-mazioni in possesso ma anche la loro at-tualità con riferimento a possibili varia-zioni e/o mutazioni intercorse nel tempo enon segnalate agli atti processuali. Ciò –con ogni evidenza – assume ancora più ri-levanza nella nostra attualità processualein considerazione della durata dei proce-dimenti.Occorre rilevare l’indubbia importanzaanche con particolare riferimento allanatura degli incarichi civili ove a frontedella diversificata natura delle contro-versie vi sono numerosissime informazio-ni, dati e notizie, anche di carattere rile-vante sotto il profilo probatorio, che ilconsulente tecnico si trova a trattare,elaborare e a porre a fondamento delleproprie assunzioni e motivazioni in ri-sposta ai quesiti.È quindi precipuo compito dell’ausiliariogiudiziario, anche attraverso eventualispecifiche autorizzazioni al riguardo daottenersi da parte del giudice, aggiornare

i dati da trattare e comunque valutarne laloro attendibilità. Alcuni esempi di dati rientranti nella sud-detta fattispecie che, potenzialmente, pos-sono essere trattati dagli esperti giudiziaripossono essere quelli correlati a:– luogo e indirizzo di residenza;– luogo e informazioni dell’ente/società di

lavoro;– titolarità di proprietà immobiliari;– rapporti di lavoro e collaborazione;– rapporti debito/credito nei loro diversi

settori;– rapporti debitori con istituto di credito o

con istituto di leasing/finanziari;– condizioni legate a controversie giurisdi-

zionali o stragiudiziali o accordi di tipotransattivo;

– versamenti e pagamenti effettuati a ter-zi;

– richiesta, rilascio e consegna atti ammi-nistrativi;

– presentazione di atti, anche a integra-zione di atti amministrativi;

– situazione patrimoniale;– condizioni del soggetto in materia di ca-

sellario giudiziale, di anagrafe delle san-zioni amministrative dipendenti da reatoe dei relativi carichi pendenti, o la qua-lità di imputato o di indagato e comun-que ricomprese nel concetto generale didato giudiziario.

Infatti un loro erroneo e improprio utilizzoo anche la loro mera inattualità potrebbe-ro costituire profilo di responsabilità per ilconsulente tecnico e perito per i danni de-rivati all’interessato.Come già ampiamente rilevato, in ossequioal principio di pertinenza nel trattamentodei dati, il consulente deve operare un’at-tenta analisi sui dati da inserirsi nell’ela-borato peritale.In tale quadro si inseriscono anche leinformazioni provenienti dagli interessatiladdove necessarie all’espletamento del-l’incarico. In tal senso è opportuno quindi per il con-sulente – anche nella detta fattispecie – ve-rificarne l’attendibilità e – ove questo nonfosse possibile – operare una separata va-lutazione in ordine al punto. In detta ipote-si è opportuno che l’indicazione sia recepi-ta a verbale delle operazioni e comunquecon documento scritto da dove risulti chia-ramente l’origine e la fonte.

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Informazioni limitatamente a quelle ne-cessarie e strettamente indispensabiliall’incarico ed esclusione di quelle nonpertinenti o relative a soggetti estraneial procedimentoPer quanto ricordato – in ordine al concet-to di pertinenza – il consulente e peritopossono acquisire e utilizzare informazionipersonali strettamente connessi alle fina-lità dell’incarico.Pertanto le relazioni peritali e le informati-ve fornite al magistrato ed eventualmente –ove previsto – alle parti, non devono né ri-portare dati, specie se di natura sensibile2

o di carattere giudiziario3 o comunque diparticolare delicatezza, chiaramente nonpertinenti all’oggetto dell’accertamentoperitale, né contenere ingiustificatamentee in modo non spettante informazioni per-sonali relative a soggetti estranei al proce-dimento (art. 11, comma 1, lett. d).È evidente l’attinenza del punto – conespressa esclusione delle informazioni chetrovano fondamento negli scopi e finalitàstesse dell’incarico – del riferimento ai da-ti inerenti l’origine razziale ed etnica, delleconvinzioni religiose, filosofiche, delle opi-nioni politiche, l’adesione a partiti, sinda-cati, associazioni od organizzazioni a ca-rattere religioso, filosofico, politico o sin-dacale, nonché i dati personali idonei a ri-velare lo stato di salute e la vita sessuale erelative preferenze o ancora notizie rive-lanti aspetti legati a procedimenti giudizia-ri dei soggetti coinvolti o anche di coloroche in vario modo ne possano risultare in-teressati come coniugi e parenti. A puro titolo esemplificativo si può far rife-rimento all’accertamento tecnico richiestoal consulente tecnico di ufficio per accer-tare se le opere edilizie condotte in unaproprietà immobiliare siano state svoltecon la finalità dell’abbattimento delle bar-riere architettoniche preesistenti nell’edifi-cio per consentire un adeguato uso dell’u-nità immobiliare da parte del proprietario.Il riferimento o anche la semplice indica-zione in relazione peritale della patologia,dello stato di salute o dell’aggravamentodello stesso del soggetto interessato o co-munque il quadro di notizie che possano ri-levare lo stato di salute del soggetto, ap-paiono informazioni non pertinenti all’og-getto (peraltro con natura di dato sensibile)dell’accertamento e pertanto sanzionabile.

Viceversa, ove l’accertamento riguardi pro-prio lo stato di salute del soggetto (come av-viene nella consulenza tecnica peritale me-dica), poiché condizione volta a garantirel’ammissibilità o meno di tale intervento edi-lizio nel quadro di norma relativa – e quindifondante l’incarico stesso –, ne risulta conogni evidenza la sua attinenza e proporzio-nalità rispetto alle finalità dell’incarico.Le relazioni e le informative debbono poiastenersi dal riferire notizie e dati relativia soggetti terzi del procedimento anche sesoggetti facenti parte del nucleo familiaredel soggetto interessato ossia coinvolti nelprocedimento.Può essere il caso di notizie afferenti i con-domini o i proprietari di abitazioni finitimenel caso di conflitti di vicinato o ancora disoggetti facenti parte del nucleo familiaredei soggetti in causa.

Comunicazioni delle informazioniLe informazioni personali acquisite nelcorso dell’accertamento possono esserecomunicate alle parti, come rappresentatenel procedimento (per esempio, attraversopropri consulenti tecnici), con le modalitàe nel rispetto dei limiti fissati dalla norma-tiva posta a tutela della segretezza e riser-vatezza degli atti processuali.Ciò pertanto suggerisce che ogni informa-zione di carattere personale debba esserecomunicata dal consulente attraverso formerituali proprie e previste dall’incarico evi-tando quelle di tipo irrituale o comunque im-proprie (per esempio, comunicazione verba-le o telefonica). Pertanto, appare opportunofar uso delle sessioni di operazioni peritalimediante formalizzazione a verbale o concomunicazioni scritte da inviarsi con letteraraccomandata con ricevuta di ritorno.In molti incarichi di consulenza tecnica diufficio l’ausiliario entra in possesso di no-tizie e dati che a una prima lettura posso-no non apparire rilevanti sotto il profilo

2“Dati sensibili”, i dati personali idonei a rivelare l’origine razziale edetnica, le convinzioni religiose, filosofiche o di altro genere, le opi-nioni politiche, l’adesione a partiti, sindacati, associazioni od orga-nizzazioni a carattere religioso, filosofico, politico o sindacale, non-ché i dati personali idonei a rivelare lo stato di salute e la vita sessuale.3“Dati giudiziari”, i dati personali idonei a rivelare provvedimenti dicui all’art. 3, comma 1, lett. da a) a o) e da r) a u), del D.P.R. 313 del14 novembre 2002, in materia di casellario giudiziale, di anagrafe del-le sanzioni amministrative dipendenti da reato e dei relativi carichipendenti, o la qualità di imputato o di indagato ai sensi degli artt. 60e 61 del codice di procedura penale.

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delle tutele a cui il Codice offre garanzia.Queste possono essere per esempio quelleconcernenti le indagini di tipo amministra-tivo, finanziario o ricostruzioni di condizio-ni storiche di luoghi e persone afferenti lavita dei soggetti interessati, anche con l’au-silio di documenti fotografici e atti di natu-ra non pubblica. Resta in ogni caso fermo l’obbligo per l’au-siliare di mantenere il segreto sulle opera-zioni compiute (art. 226 cod. proc. pen.; cfr.anche art. 379-bis cod. pen.), eventuali co-municazioni di dati a terzi, ove ritenute in-dispensabili in funzione del perseguimentodelle finalità dell’indagine, restano subordi-nate a quanto eventualmente direttamentestabilito per legge o, comunque, a preventi-ve e specifiche autorizzazioni rilasciate dal-la competente autorità giudiziaria.Inoltre appare utile precisare, laddove ilconsulente debba far ricorso ad ausiliariesperti per la conduzione di accertamenti dinatura specialistica (si pensi per esempio aindagini geologiche di un terreno in un in-carico affidato a un geometra avente comefinalità la valutazione di mercato dello stes-so), ricorrere sempre all’autorizzazione delgiudice (da ottenersi in udienza di conferi-mento d’incarico o con successiva separataspecifica istanza), poiché in tal caso – co-me citato nel provv. n. 1063421 del 27 mar-zo 2002 del Garante – l’attività di detti sog-getti «…si inquadra infatti, al pari di quellacurata dal consulente tecnico d’ufficio, nel-l’ambito delle funzioni ausiliarie nei cuiconfronti opera la medesima disciplina del-la legge 675 applicabile alla autorità giudi-ziaria coadiuvata». Questo, pertanto, deter-mina anche per gli esperti ausiliari le ana-loghe esclusioni previste per i consulentitecnici e periti in ordine alla normativa con-cernente il trattamento dei dati personali econ le evidenti esclusioni in ordine alle re-sponsabilità previste dal Codice.

Conservazione e cancellazione dei dati

È questo forse l’aspetto più rilevante e – misi consenta, nei riflessi pratici – più con-troverso e, potremmo azzardare, astrattodel provvedimento del Garante.Occorre dapprima evidenziare che in rela-zione alla conservazione e cancellazionedei dati, con riferimento ai trattamenti didati svolti per ragioni di giustizia, non è ap-plicabile la disposizione contenuta nell’art.

16 del Codice relativa alla cessazione deltrattamento di dati personali.

Art. 16 (Cessazione del trattamento)

1. In caso di cessazione, per qualsiasi causa, di untrattamento i dati sono:a) distrutti;b) ceduti ad altro titolare, purché destinati ad untrattamento in termini compatibili agli scopi per iquali i dati sono raccolti;c) conservati per fini esclusivamente personali enon destinati ad una comunicazione sistematica oalla diffusione;d) conservati o ceduti ad altro titolare, per scopistorici, statistici o scientifici, in conformità alla leg-ge, ai regolamenti, alla normativa comunitaria e aicodici di deontologia e di buona condotta sotto-scritti ai sensi dell’articolo 12.2. La cessione dei dati in violazione di quanto pre-visto dal comma 1, lettera b), o di altre disposizio-ni rilevanti in materia di trattamento dei dati per-sonali è priva di effetti.

Ciò è conseguenza del mancato obbligo peril consulente e perito di dover informare, edessere conseguentemente autorizzato, altrattamento dei dati degli interessati. Peral-tro, la suddetta circostanza, nella fattispeciedel consulente e del perito, di regola coinci-de con l’esaurimento dell’incarico.Tali esclusioni tuttavia – evidenziano le Li-nee guida – non incidono su quanto previ-sto dal dettato dell’art. 11, comma 1, lett.e), del Codice della privacy il quale prevedeche i dati non possono essere conservatiper un periodo di tempo superiore a quellonecessario al perseguimento degli scopiper i quali essi sono stati raccolti e tratta-ti. Da ciò ne consegue che, espletato l’in-carico, l’ausiliario deve consegnare per ildeposito agli atti del procedimento non so-lo la propria relazione, ma anche la docu-mentazione consegnatagli dal magistratoovvero contenuta nei fascicoli di causa del-le parti e quella ulteriore da lui acquisitanel corso dell’attività svolta (per esempiogli atti, documenti, titoli ottenuti a mezzo diricerche, ispezioni e accertamenti o anchesemplicemente elaborati e grafici restituitia mezzo di rilievo a seguito delle attività pe-ritali condotte), salvo quanto eventualmen-te stabilito da disposizioni normative o daspecifiche autorizzazioni dell’autorità giu-diziaria che dispongano legittimamente edespressamente in senso contrario.

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Sul punto occorre osservare che la delibe-razione del Garante prevede che la conse-gna sia fatta “agli atti del procedimento” la-sciando intendere che la documentazionerientrante nella fattispecie nei dati perso-nali dovrebbe essere contenuta anche in unseparato fascicolo e richiamata, medianteformula di natura generica, in calce alla re-lazione peritale ovvero perizia al fine di at-testare, da parte del consulente tecnico diufficio e perito, il rispetto alla disposizione. “Il sottoscritto consulente tecnico di ufficiounitamente alla presente relazione peritale,agli allegati a essa e ai fascicoli di causa del-le parti consegna, come previsto dalle Lineeguida in materia di trattamento di dati per-sonali da parte dei consulenti tecnici e deiperiti ausiliari del giudice e del pubblico mi-nistero di cui alla deliberazione del Garanten° 46/2008, tutta la documentazione conse-gnata in sede di conferimento d’incarico con-giuntamente a quella acquisita e raccolta nelcorso delle attività”, potrebbe essere unaesemplificazione di formula da inserire incalce alla relazione peritale o perizia. Il fascicolo, quindi, deve essere depositatounitamente alla relazione o perizia in can-celleria per essere inserito nel fascicolo diufficio.Le Linee guida dispongono che nella ipote-si di assenza di disposizioni normative ospecifiche autorizzazioni dell’autorità giu-diziaria che dispongano diversamente, ilconsulente e il perito non possono conser-vare, in originale o in copia, in formatoelettronico o su supporto cartaceo, infor-mazioni personali acquisite nel corso del-l’incarico concernenti i soggetti, personefisiche o giuridiche, nei cui confronti han-no svolto accertamenti. Analogamente, incaso di revoca o di rinuncia all’incarico daparte dell’ausiliario, la documentazioneacquisita nel corso delle operazioni perita-li deve essere restituita integralmente almagistrato. La violazione di detti obblighicostituisce condotta vietata con la possibi-lità di irrogazioni delle previste sanzioni. Ne risulta quindi, in pratica conseguenza –ed è questo l’aspetto oggettivamente piùastratto del provvedimento – che il consu-lente, laddove in presenza di informazionicostituenti dato personale, non possa con-servare, in concreto, neanche la copia dellapropria relazione peritale e della documen-tazione fotografica a essa allegata laddove

questa possa essere tale da rappresentarestrumento idoneo per ricollegarsi a infor-mazioni personali. In questo caso, peresemplificare, è evidente che il reperto foto-grafico avente a oggetto una macchia diumidità su di un soffitto di un locale non ècerto tale da costituire elemento idoneo diquella violazione mentre lo è la documenta-zione fotografica ritraente la proprietà dellaparte ove si evidenzino lo stesso soggetto,l’automobile con la relativa targa, o ancoral’accesso alla proprietà con il numero civico.Ma – seguendo la finalità della disposizione– non si può fare a meno di osservare chetra la documentazione di cui è inibita laconservazione rientrano anche le note e gliappunti di lavoro, gli schemi, i calcoli, i ri-lievi e tutte le deduzioni personali che ilconsulente ovvero perito abbiano operatonel corso dell’incarico laddove questi costi-tuiscano fonte idonea per ricostruire i datipersonali dei soggetti coinvolti nel procedi-mento. E per chi conosce la natura, la por-tata e il carattere degli accertamenti de-mandati ai consulenti non può non conveni-re che tale possibilità è molto frequente.La detta condizione – precisa il Garante –non inibisce la possibilità di rendere chia-rimenti alla relazione o produrre note a in-tegrazione o supplemento alla medesimaatteso che, in detta ipotesi, l’ausiliare puòsoddisfare la richiesta acquisendo le noti-zie e la documentazione necessaria perfornire i nuovi riscontri dal fascicolo pro-cessuale, in conformità alle regole dei co-dici di rito. È questo l’aspetto del provvedi-mento su cui non si può fare a meno diavanzare delle serie perplessità, in parti-colare per gli effetti pratici che può deter-minare e con cui le esigenze materiali de-gli uffici non potranno non scontrarsi. Difatti, come si può ritenere che l’eventua-le supplemento, o anche più semplicemen-te il chiarimento della consulenza tecnica,possa essere reso solo utilizzando la docu-mentazione versata in atti di causa senzapoter avere l’ausilio del compendio docu-mentale realizzato e operato dal consulen-te nel corso dell’incarico, talvolta lungo,articolato e complesso?Perché se è evidente che la documentazio-ne versata agli atti è riferimento utile e ne-cessario, – per coloro che conoscono gli in-carichi peritali – è altrettanta manifesta lacondizione che è proprio in quelle note di

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lavoro, rilievi, fonti di ricerche, analisi didati o anche semplici spunti di riflessionee appunti, versati in relazione a mezzo diuna sintesi organizzata, a cui il consulentesi affida per rendere quei chiarimenti, nonfoss’altro per una semplice memorizzazio-ne che una relazione peritale non sempreconsente. E non pensiamo agli effetti chetale disposizione può prefigurare nelle in-dagini penali con ricerche e ricostruzioni diposizioni bancarie, finanziarie, ammini-strative e altro ancora.Alla domanda sul da farsi, la soluzione dasuggerirsi è quella di utilizzare e ottenere,ove le condizioni del mandato lo consenta-no (in tal senso sarebbe auspicabile unapresa di coscienza dei magistrati sul pun-to), la possibilità offerta dallo stesso prov-vedimento della specifica autorizzazionedel magistrato all’uopo rilasciata, ancormeglio, in sede di conferimento d’incarico,«al fine di conservare, fino alla conclusionedel procedimento, copia della documenta-zione acquisita nel corso dell’incarico agliatti del fascicolo di studio». Tale autorizza-zione, rilasciata dal magistrato su specifi-ca richiesta del consulente ovvero peritopotrebbe suggerirsi negli incarichi piùcomplessi o quando la natura e la portatadegli stessi possa far prefigurare la possi-bilità di chiamata a chiarimenti o di richie-sta di supplemento di consulenza.In difetto di ciò, come detto, il consulentedeve eliminare ogni documento riconduci-bile al dato personale dei soggetti, potendoanche in astratto tale condizione costituirela pratica impossibilità di rendere i chiari-menti o rispondere alla richiesta di supple-mento di consulenza.Per il consulente ovvero perito, fatta salvala condizione anzidetta di rilascio di auto-rizzazione del magistrato, è ammissibileconservare esclusivamente i dati necessa-ri ad assolvere gli obblighi di ordine nor-mativo in materia contabile e amministra-tiva (nome, cognome, residenza, codice fi-scale o partita IVA e quanto altro necessa-rio a tale fine), mentre tutte le altre infor-mazioni debbono essere, per quelle con-servate in forma cartacea, distrutte (ancormeglio con apparato distruggi documenti),mentre per quelle su supporto informaticoeliminate o trasformate in forma anonima.Eventuali informazioni di utilità statistica oscientifica debbono essere riformulate in

forma anonima tali da non poter essere co-munque riferite a soggetti identificati oidentificabili, anche indirettamente, me-diante riferimento a qualsiasi altra infor-mazione (art. 4, comma 1, lett. b).

Art. 4 (Definizioni)

1. Ai fini del presente codice si intende per:b) “dato personale”, qualunque informazione re-lativa a persona fisica, persona giuridica, ente odassociazione, identificati o identificabili, anche indi-rettamente, mediante riferimento a qualsiasi altrainformazione, ivi compreso un numero di identifi-cazione personale;(Omissis)

Nella ipotesi di tentativo di conciliazione Anche nel caso di conciliazione in corso diconsulenza tecnica, il CTU deve fare moltaattenzione ai dati che vengono inseriti neiverbali e negli atti redatti nell’ambito diqueste attività. L’eventuale processo ver-bale di conciliazione, molto probabilmente,riporterà dati personali ma, laddove abbiaesito positivo con la conclusione ed estin-zione del procedimento giudiziario, nonpresenta particolari criticità. Queste, invece, potrebbero presentarsi ri-schiosamente laddove all’esito dei lavori diesperimento conciliativo, con la trattazionedi un insieme di diversificati ed emergentidati personali, l’accordo non sia raggiunto.Il consulente deve quindi ricondurre la pro-pria attività ai concetti sopraespressi per li-mitare, proporzionare e rendere pertinenteil dato inserito in relazione e negli atti e do-cumenti accompagnatori alla relazione. Di-fatti – atteso che le conciliazioni si basanospesso sugli interessi e necessità delle par-ti, elementi costantemente estranei allemotivazioni dedotte agli atti del giudizio – ilresoconto di notizie e dati trattati in sedeconciliativa, ancorché ipoteticamente utileal magistrato, potrebbe rivelarsi estraneo,non pertinente o addirittura sconvenienterispetto alle finalità dell’incarico. Per talimotivi è consigliabile astenersi dal riferire– agli atti del processo verbale – dati di ca-rattere personale o comunque rientrante inquelle prescrizioni suddette. Laddove ilconsulente in queste fasi entri in possessodi dati e documenti di varia natura conte-nenti dati di tipo personale, dovrà avernecura di consegnarli agli atti del procedi-mento con le dette modalità.

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Linee guida in materia di trattamento di dati personali da parte dei consulenti tecnicie dei periti ausiliari del giudice e del pubblico ministeroGarante per la protezione dei dati personali – Deliberazione n. 46, 26.6.2008G.U. 178, 31.7.2008

1. Premessa

Scopo delle linee guida

I consulenti tecnici e i periti ausiliari del giudice e del pubblico ministero coadiuvano e assistono l’auto-rità giudiziaria nello svolgimento delle proprie funzioni, quando ciò si rende necessario per compiere atti oesprimere valutazioni che richiedono particolari e specifiche competenze tecniche (art. 61 c.p.c.; artt. 220 e359 c.p.p.). L’attività svolta dai consulenti tecnici e dai periti è strettamente connessa e integrata con l’atti-vità giurisdizionale, di cui mutua i compiti e le finalità istituzionali. Nell’espletamento delle relative incom-benze, il consulente e il perito di regola vengono a conoscenza e devono custodire, contenuti nella documen-tazione consegnata dall’ufficio giudiziario, anche dati personali di soggetti coinvolti a diverso titolo nelle vi-cende giudiziarie (quali le parti di un giudizio civile o le persone sottoposte a procedimento penale), e posso-no acquisire altre informazioni di natura personale nel corso delle operazioni (cfr. ad esempio, art. 194 c.p.c.,richiesta di chiarimenti alle parti e assunzione di informazioni presso terzi; art. 228, comma 3, c.p.p., ri-chiesta di notizie all’imputato, alla persona offesa o ad altre persone). L’attività dell’ausiliario comporta quin-di il trattamento di diversi dati personali, talvolta di natura sensibile o di carattere giudiziario (art. 4, com-ma 1, lettere d) ed e) del Codice), di uno o più soggetti, persone fisiche o giuridiche. A tali trattamenti, inquanto direttamente correlati alla trattazione giudiziaria di affari e di controversie, si applicano le norme delCodice relative ai trattamenti effettuati presso uffici giudiziari di ogni ordine e grado “per ragioni di giustizia”(art. 47, comma 2, del Codice; cfr. Provv. del Garante 31 dicembre 1998, doc. web n. 39608; Provv. 27 mar-zo 2002, doc. web n. 1063421). Le presenti linee guida mirano a fornire indicazioni di natura generale aiprofessionisti nominati consulenti tecnici e periti dall’autorità giudiziaria nell’ambito di procedimenti civili,penali e amministrativi al fine esclusivo di garantire il rispetto dei princìpi in materia di protezione dei datipersonali ai sensi del Codice in materia protezione dei dati personali (D.Lgs. 30 giugno 2003, n. 196).

Ambito considerato

Le predette indicazioni non incidono sulle forme processuali che gli ausiliari devono rispettare nello svol-gimento delle attività e nell’adempimento degli obblighi derivanti dall’incarico e dalle istruzioni ricevuti dal-l’autorità giudiziaria, come disciplinati dalle pertinenti disposizioni codicistiche. All’interno del paragrafo 6.sono poi formulate alcune indicazioni applicabili anche ai trattamenti di dati personali effettuati dai soggettinominati consulenti tecnici dalle parti private con riferimento a procedimenti giudiziari (artt. 87, 194, 195 e201 c.p.c.; artt. 225 e ss., 233 e 360 c.p.p.).

2. Il rispetto dei princìpi di protezione dei dati personali

a. Considerazioni generali

La peculiare disciplina posta dal Codice con riguardo ai trattamenti svolti per ragioni di giustizia (art. 47)rende non applicabili alcune disposizioni del medesimo Codice relative alle modalità di esercizio dei diritti daparte dell’interessato (art. 9), al riscontro da fornire al medesimo (art. 10), ai codici di deontologia e di buo-na condotta (art. 12), all’informativa agli interessati (art. 13), alla cessazione del trattamento (art. 16), altrattamento svolto da soggetti pubblici (artt. da 18 a 22), alla notificazione al Garante (artt. 37 e 38, commida 1 a 5), a determinati obblighi di comunicazione all’Autorità, alle autorizzazioni e al trasferimento dei datiall’estero (artt. da 39 a 45), nonché ai ricorsi al Garante (artt. da 145 a 151).

Sono invece pienamente applicabili le altre pertinenti disposizioni del Codice. In particolare, il trattamentodei dati effettuato a cura di consulenti tecnici e periti deve avvenire:– nel rispetto dei princìpi di liceità e che riguardano la qualità dei dati (art. 11);– adottando le misure di sicurezza idonee a preservare i dati da alcuni eventi, tra i quali accessi e utilizza-zioni indebite (artt. 31 e ss. e disciplinare tecnico allegato B) al Codice).

b. Liceità, finalità, esattezza, pertinenza

Il consulente e il perito possono trattare lecitamente dati personali, nei limiti in cui ciò è necessario peril corretto adempimento dell’incarico ricevuto e solo nell’ambito dell’accertamento demandato dall’autoritàgiudiziaria; devono rispettare, altresì, le disposizioni sulle funzioni istituzionali della medesima autorità giu-diziaria contenute in leggi e regolamenti, avvalendosi in particolare di informazioni personali e di modalità ditrattamento proporzionate allo scopo perseguito (art. 11, comma 1, lett. a) e b)), nel rigoroso rispetto delleistruzioni impartite dall’autorità giudiziaria. In tale quadro, l’eventuale utilizzo incrociato di dati può ritener-si consentito se è chiaramente collegato alle indagini delegate ed è stato autorizzato dalle singole autorità

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giudiziarie dinanzi alle quali pendono i procedimenti o, se questi si sono conclusi, che ebbero a conferire l’in-carico o da altra autorità giudiziaria competente. Nel pieno rispetto dell’ambito e della natura dell’incaricoricevuto, il consulente e il perito sono tenuti ad acquisire, utilizzare e porre a fondamento delle proprie ope-razioni e valutazioni informazioni personali che, con riguardo all’oggetto dell’indagine da svolgere, siano ido-nee a fornire una rappresentazione (finanziaria, sanitaria, patrimoniale, relazionale ecc.) corretta, completae corrispondente ai dati di fatto anche quando vengono espresse valutazioni soggettive di ciascun interessa-to, persona fisica o giuridica. Ciò, non solo allo scopo di fornire un riscontro esauriente in relazione al com-pito assegnato, ma anche al fine di evitare che, da un quadro inesatto o comunque inidoneo di informazionipossa derivare nocumento all’interessato, anche nell’ottica di una non fedele rappresentazione della sua iden-tità (art. 11, comma 1, lett. c)). Particolare attenzione deve essere inoltre posta dal consulente e dal peritonell’acquisire e utilizzare solo le informazioni che risultino effettivamente necessarie in riferimento alle spe-cifiche finalità di accertamento perseguite. In ossequio al principio di pertinenza nel trattamento dei dati, lerelazioni e le informative fornite al magistrato ed eventualmente alle parti non devono né riportare dati, spe-cie se di natura sensibile o di carattere giudiziario o comunque di particolare delicatezza, chiaramente nonpertinenti all’oggetto dell’accertamento peritale, né contenere ingiustificatamente informazioni personali re-lative a soggetti estranei al procedimento (art. 11, comma 1, lett. d)).

3. Comunicazione dei dati

Le informazioni personali acquisite nel corso dell’accertamento possono essere comunicate alle parti, co-me rappresentate nel procedimento (ad esempio, attraverso propri consulenti tecnici), con le modalità e nelrispetto dei limiti fissati dalla pertinente normativa posta a tutela della segretezza e riservatezza degli atti pro-cessuali. Fermo l’obbligo per l’ausiliare di mantenere il segreto sulle operazioni compiute (art. 226 c.p.p.; cfr.anche art. 379-bis c.p.), eventuali comunicazioni di dati a terzi, ove ritenute indispensabili in funzione del per-seguimento delle finalità dell’indagine, restano subordinate a quanto eventualmente direttamente stabilito perlegge o, comunque, a preventive e specifiche autorizzazioni rilasciate dalla competente autorità giudiziaria.

4. Conservazione e cancellazione dei dati

In riferimento ai trattamenti di dati svolti per ragioni di giustizia non è applicabile la disposizione del Codi-ce (art. 16) relativa alla cessazione del trattamento di dati personali, evenienza che, nel caso del trattamentoeffettuato dal consulente e dal perito, di regola coincide con l’esaurimento dell’incarico. Trova, peraltro, ap-plicazione anche ai trattamenti di dati personali effettuati per ragioni di giustizia il dettato dell’art. 11, com-ma 1, lett. e), del Codice il quale prevede che i dati non possono essere conservati per un periodo di tempo su-periore a quello necessario al perseguimento degli scopi per i quali essi sono stati raccolti e trattati. Ne con-segue che, espletato l’incarico e terminato quindi il connesso trattamento delle informazioni personali, l’ausi-liario deve consegnare per il deposito agli atti del procedimento non solo la propria relazione, ma anche la do-cumentazione consegnatagli dal magistrato e quella ulteriore acquisita nel corso dell’attività svolta, salvo quan-to eventualmente stabilito da puntuali disposizioni normative o da specifiche autorizzazioni dell’autorità giudi-ziaria che dispongano legittimamente ed espressamente in senso contrario. Ove non ricorrano tali ultime dueipotesi, il consulente e il perito non possono quindi conservare, in originale o in copia, in formato elettronico osu supporto cartaceo, informazioni personali acquisite nel corso dell’incarico concernenti i soggetti, personefisiche o giuridiche, nei cui confronti hanno svolto accertamenti. Analogamente, la documentazione acquisitanel corso delle operazioni peritali deve essere restituita integralmente al magistrato in caso di revoca o di ri-nuncia all’incarico da parte dell’ausiliario. Qualora sia prevista una conservazione per adempiere a uno spe-cifico obbligo normativo (ad esempio, in materia fiscale o contabile), possono essere custoditi i soli dati per-sonali effettivamente necessari per adempiere tale obbligo. Eventuali, ulteriori informazioni devono esserequindi cancellate, oppure trasformate in forma anonima anche per finalità scientifiche o statistiche, tale danon poter essere comunque riferita a soggetti identificati o identificabili, anche indirettamente, mediante rife-rimento a qualsiasi altra informazione (art. 4, comma 1, lett. b), del Codice). Tutto ciò non pregiudica l’esple-tamento di eventuali ulteriori attività dell’ausiliare, conseguenti a richieste di chiarimenti o di supplementi diindagine, che il consulente e il perito possono soddisfare acquisendo dal fascicolo processuale, in conformitàalle regole poste dai codici di rito, la documentazione necessaria per fornire i nuovi riscontri.

5. Misure di sicurezza

5.1. Misure idonee e misure minime

Limitatamente all’espletamento degli accertamenti, l’attività dell’ausiliare è connotata da peculiari carat-teri di autonomia, in relazione alla natura squisitamente tecnica delle indagini che si svolgono, di regola, sen-za l’intervento del magistrato. Ricevuto l’incarico e sino al momento della consegna al giudice o al pubblico mi-nistero delle risultanze dell’attività svolta, incombono concretamente al consulente tecnico e al perito, riguar-do ai dati personali acquisiti all’atto dell’incarico e alle ulteriori informazioni raccolte nel corso delle opera-zioni, le responsabilità e gli obblighi relativi al profilo della sicurezza prescritti dal Codice. L’ausiliare è tenu-to quindi a impiegare tutti gli accorgimenti idonei a evitare un’indebita divulgazione delle informazioni e, al con-

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tempo, la loro perdita o distruzione, adottando, a tal fine, le misure atte a garantire la sicurezza dei dati e deisistemi eventualmente utilizzati. Egli deve curare personalmente, con il grado di autonomia riconosciuto perlegge o con l’incarico ricevuto, sia le “misure idonee e preventive” cui fa riferimento l’art. 31 del Codice, sia le“misure minime” specificamente indicate negli articoli da 33 a 35 e nel disciplinare tecnico allegato B) al Co-dice, la cui mancata adozione costituisce fattispecie penalmente sanzionata (art. 169 del Codice). Ove reso ne-cessario dal trattamento di dati sensibili o giudiziari effettuato con l’ausilio di strumenti elettronici, nell’ambi-to delle misure minime (art. 33, comma 1, lett. g) del Codice) deve essere redatto il documento programmati-co sulla sicurezza, con le modalità e i contenuti previsti al punto 19. del citato disciplinare tecnico.

5.2. Incaricati

L’obbligo di preporre alla custodia e al trattamento dei dati personali raccolti nel corso dell’accertamen-to solo il personale specificamente incaricato per iscritto resta fermo anche nel caso in cui il consulente e ilperito si avvalgano dell’opera di collaboratori, anche se addetti a compiti di collaborazione amministrativa(art. 30 del Codice). L’attività di tali incaricati deve essere oggetto di precise istruzioni oltre che sulle moda-lità e sull’ambito del trattamento consentito, anche in ordine alla scrupolosa osservanza della riservatezzarelativamente ai dati di cui vengono a conoscenza.

6. I consulenti tecnici di parte nei procedimenti giudiziari

Ferma restando ogni altra disposizione contenuta nel Codice, nei provvedimenti generali adottati dal Ga-rante e in un codice deontologico concernente le condizioni e i limiti applicabili ai trattamenti di dati perso-nali effettuati dai consulenti tecnici di parte nei procedimenti giudiziari, anche a tali trattamenti trovano ap-plicazione i princìpi di liceità e che riguardano la qualità dei dati (art. 11 del Codice) e le disposizioni in ma-teria di misure di sicurezza volte alla protezione dei dati stessi (artt. 31 e segg. e disciplinare tecnico allega-to B) al Codice). In particolare, il consulente di parte:– può trattare lecitamente i dati personali nei limiti in cui ciò è necessario per il corretto adempimento del-l’incarico ricevuto dalla parte o dal suo difensore ai fini dello svolgimento delle indagini difensive di cui allalegge n. 397/2000 o, comunque, per far valere o difendere un diritto in sede giudiziaria (art. 11, comma 1,lett. a) e b)); dati sensibili o giudiziari possono essere utilizzati solo se ciò è indispensabile;– può acquisire e utilizzare solo i dati personali comunque pertinenti e non eccedenti rispetto alle finalità per-seguite con l’incarico ricevuto, avvalendosi di informazioni personali e di modalità di trattamento proporzio-nate allo scopo perseguito (art. 11, comma 1, lett. d));– salvi i divieti di legge posti a tutela della segretezza e riservatezza delle informazioni acquisite nel corso diun procedimento giudiziario (cfr., ad esempio, l’art. 379-bis c.p.p.) e i limiti e i doveri derivanti dal segretoprofessionale e dal fedele espletamento dell’incarico ricevuto (cfr. artt. 380 e 381 c.p.), può comunicare aterzi dati personali solo ove ciò risulti necessario per finalità di tutela dell’assistito, limitatamente ai datistrettamente funzionali all’esercizio del diritto di difesa della parte e nel rispetto dei diritti e della dignità del-l’interessato e di terzi;– relativamente ai dati personali acquisiti e trattati nell’espletamento dell’incarico ricevuto da una parte, as-sume personalmente le responsabilità e gli obblighi relativi al profilo della sicurezza prescritti dal Codice, re-lativamente sia alle “misure idonee e preventive” (art. 31) sia alle “misure minime” (artt. da 33 a 35 e disci-plinare tecnico allegato B) al Codice; art. 169 del Codice); ove l’incarico comporti il trattamento con stru-menti elettronici di dati sensibili o giudiziari, è tenuto a redigere il documento programmatico sulla sicurez-za (art. 33, comma 1, lett. g) e punto 19. del disciplinare tecnico allegato B));– deve incaricare per iscritto gli eventuali collaboratori, anche se adibiti a mansioni di carattere ammini-strativo, che siano addetti alla custodia e al trattamento, in qualsiasi forma, dei dati personali (art. 30 delCodice), impartendo loro precise istruzioni sulle modalità e l’ambito del trattamento loro consentito e sullascrupolosa osservanza della riservatezza dei dati di cui vengono a conoscenza.

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