29
A.S 2017-2018 Scambio Culturale Liceo Galileo Galilei - Lycée Paul Hérault di St.J. de Maurienne, Savoie (France) Nell’ambito del progetto “SCAMBI CULTURALI” avviato dalla scuola nel corrente a.s., nella settimana dal 21 al 28 gennaio 2018, 25 ragazzi delle classi IIE-IIF-IIIE del liceo linguistico del nostro Istituto hanno ospitato 25 compagni francesi provenienti dal lycée Paul Hérault di Saint Jean de Maurienne. Lo scambio, che si è concluso nella settimana dal 2 al 9 febbraio, periodo in cui i nostri alunni sono stati ospitati dalle famiglie dei compagni francesi di S. J. de Maurienne, inizia nel nostro liceo. Il Galileo ha accolto gli studenti e le colleghe francesi spalancando le porte delle classi

A.S 2017-2018 Scambio Culturale Liceo Galileo Galilei ... · splendide chiese barocche per rivivere gli amori di Maria e Nino di “Storia di una Capinera” A Vizzini , ambientazione

Embed Size (px)

Citation preview

A.S 2017-2018

Scambio Culturale

Liceo Galileo Galilei - Lycée Paul Hérault di St.J. de Maurienne, Savoie (France)

Nell’ambito del progetto “SCAMBI CULTURALI” avviato dalla scuola nel corrente a.s., nella settimana dal 21

al 28 gennaio 2018, 25 ragazzi delle classi IIE-IIF-IIIE del liceo linguistico del nostro Istituto hanno ospitato

25 compagni francesi provenienti dal lycée Paul Hérault di Saint Jean de Maurienne.

Lo scambio, che si è concluso nella settimana dal 2 al 9 febbraio, periodo in cui i nostri alunni sono stati

ospitati dalle famiglie dei compagni francesi di S. J. de Maurienne, inizia nel nostro liceo.

Il Galileo ha accolto gli studenti e le colleghe francesi spalancando le porte delle classi

e dei laboratori dove i ragazzi hanno lavorato in gruppo per compiti secondo una didattica laboratoriale.

Coordinati dalle docenti Francesca Cardaci e Nadia Cucinotta, i gruppi hanno lavorato in coppia e in équipe,

in tre delle sei giornate di scambio, sul tema dal titolo:

VERGA: DALLO SCHERMO-AI LIBRI-AI LUOGHI DI SICILIA .

Il maestro verista e la sua produzione, fil rouge della settimana di scambio, hanno permesso ad alunni e

docenti di confrontarsi, nelle due lingue, e di lavorare insieme su un progetto condiviso.

I gruppi hanno dapprima visionato i film più rappresentativi ispirati alla produzione verghiana

”La terra trema” di Luchino Visconti

“Storia di una Capinera” di Franco Zeffirelli

in “museo immaginario verghiano” Vizzini

VERGA: DALLO SCHERMO-AI LIBRI-AI LUOGHI DI SICILIA

“Cavalleria Rusticana”nelle rappresentazione lirica musicata da Pietro Mascagni

“Mastro don Gesualdo” di Giacomo Vaccari

Il gruppo al completo si è recato ad Acitrezza:

… i ragazzi sono entrati nelle pagine dei Malavoglia percorrendo il cuore della vecchia Trezza,

VERGA: DALLO SCHERMO-AI LIBRI-AI LUOGHI DI SICILIA

fermandosi nella “Casa del nespolo”: la Casa di Padron ‘Ntoni

dalla quale Padron ‘Ntoni diceva:

“si sentiva russare il mare”… … sciabordio che i ragazzi hanno ascoltato passeggiando sulla spiaggetta del porto trizzoto, luogo scelto dal

grande Visconti per la sua “Terra Trema”,

…emozione da loro respirata, toccata e assaporata…

…in un tiepido pomeriggio invernale!

Catania in tre tappe:

Biblioteca regionale: qui gli esperti sui fondi antichi, sui manoscritti e sui periodici hanno illustrato l’iter

dell’acquisizione del prezioso manoscritto dei Malavoglia , originale che, in occasione della nostra visita, è

stato eccezionalmente esposto all’interno di una teca nel salone di lettura della biblioteca.

casa Verga: momenti emozionanti nei luoghi in cui Verga visse per lunghi anni e morì, nel suo

appartamento ottocentesco nel cuore di

Verga scriveva in

piedi …

… e nei suoi

spostamenti portava la

cappelliera sempre con

se!

Catania.

Piazza Duomo e via Crociferi con le sue

splendide chiese barocche per rivivere gli amori di Maria e Nino di “Storia di una Capinera”

A Vizzini, ambientazione privilegiata di molte novelle e romanzi di Verga, non poteva mancare la visita al

museo immaginario verghiano sito nel settecentesco palazzo Ventimiglia-Trao,

dimora di Mastro Don Gesualdo, in cui i ragazzi hanno scoperto Verga fotografo, Vizzini come set

cinematografico verghiano, Vizzini come scena da teatro verghiano …

…nella prima stanza del museo fa bella mostra il volto di Pietro Mascagni che musicò Cavalleria

rusticana:

Tappa obbligata è stata, qualche giorno dopo, il Teatro Massimo Bellini, tempio della lirica catanese, che ha decisamente affascinato i ragazzi!

… ma ritorniamo alla Vizzini di “Cavalleria Rusticana”: lì dove le viuzze si inerpicano, imbocchiamo una stradina stretta stretta dove ritroviamo, poste l’una di fronte all’altra, due casette siciliane, povere, ma dignitose che ci

invitano a qualche scatto…

Una passeggiata in contrada Masera per ritrovare i resti del complesso di case e opifici della “Cunziria”

e vedere esattamente il luogo in cui tra i fichidindia si svolge il duello tra Alfio e Turiddu e - perché no?-

immaginare di sentire l’eco delle grida della popolana che urla: “Hanno ammazzato compare Turiddu”

I lavori di équipe sono stati tessere di un mosaico che si è ricomposto, l’ultimo giorno del soggiorno degli

studenti francesi in Sicilia, in aula magna dove tutti i gruppi hanno presentato, in un unico ppt, quanto

prodotto nel corso della settimana.

Sono state selezionate e proiettate le scene più significative dei film visionati,

costruite mappe concettuali e mappe mentali per presentare temi e personaggi.

Gli alunni hanno relazionato in plenaria nelle due lingue.

Punti di forza sono stati i binomi (1alunno italiano-1 alunno francese) che hanno permesso a tutti gli allievi

di esprimersi in L2 con più sicurezza in quanto supportati dalla presenza del compagno.

I ragazzi hanno rievocato alcuni passaggi della novella Fantasticheria di cui hanno fatto, lavorando in

binomio, una versione/traduzione del testo integrale.

VERGA: DALLO SCHERMO-AI LIBRI-AI LUOGHI DI SICILIA

Fantasticheria – Giovanni Verga, “Vita dei campi” (1880)

Français Italiano

( Silvia et Hugo) Ce n’est pas une nouvelle , mais une prose lyrique et autobiographique , dans laquelle Verga décrit des personnages, des situations et le sens des Malavoglia , en révélant comment ce roman est aussi bien pour lui une approche poétique qu’une approche éthique et spirituelle . La personne à laquelle il s’adresse dans cette sorte de lettre qui n’a jamais été envoyée est une dame de la haute société, qui devient le symbole de tout un monde : un monde aristocratique et raffiné, avec ses aventures et ses sentiments exceptionnels, ultraromantique, qui avait fasciné à la fois l’homme et l’auteur dans ses débuts artistiques. A celui-ci Verga oppose le monde des humbles et des déshérités, avec leur vie élémentaire, misérable, aussi, mais plus authentique, parce qu’elle est fondée sur la résignation courageuse et sur l’obstination héroïque dans la lutte contre le destin, sur la vérité et la sainteté des affections, non faussées par les complaisances d’ordre esthétique ou par les conventions sociales, sur les douleurs et sur les vraies larmes, et non sur la mythologie romantique de la passion. Alors que, suivant les précepts du vérisme, Verga s’intéressait à l’étude des primitifs, pour analyzer les réactions élémentaires de la psychologie humaine, il retrouvait en eux une dignité plus substantielle, il pénétrait plus profondément, avec un sentiment tragique et austère, dans le drame de la vie et de la souffrance de l’homme. (Mélanie et Flavia) Un jour, alors que le train passait près d’Acitrezza, en vous montrant à la porte du wagon, vous vous exclamiez : « je voudrais rester un mois là-bas ». Nous y retournâmes et nous n’y passâmes pas un mois, mais quarante-huit heures. Les villageois qui écarquillaient les yeux, en voyant vos grandes malles, auront cru que vous y resteriez deux ans. Le matin du troisième jour, fatiguée de voir éternellement du vert et du bleu et de compter les charrettes qui passaient dans la rue, vous étiez à la gare, et en jouant impatiamment avec la petite chaine de votre fiole de parfum, vous allongiez le cou pour apercevoir un convoi qui n’arrivait jamais. Durant ces quarante-huit heures, nous fîmes toutes les choses qui peuvent se faire à Aci-Trezza : nous nous promenâmes dans la poussière de la rue, nous grimpâmes sur les rochers ; sous prétexte d’apprendre à ramer, vous vous fîtes sous le gant

Non è una novella, ma una prosa lirica e autobiografica, nella quale il Verga tratteggia personaggi, situazioni e significato dei Malavoglia, rivelando come questo romanzo fosse per lui un approdo poetico e, al tempo stesso, etico e spirituale. La persona alla quale si rivolge in questa sorta di lettera non inviata, è una dama dell'alta società, che diviene simbolo di tutto un mondo: quello aristocratico e raffinato, con le sue avventure e i suoi sentimenti eccezionali, ultraromantici, che aveva affascinato l'uomo e lo scrittore nella sua prima stagione creativa. A esso il Verga contrappone il mondo degli umili, dei diseredati, con la loro vita elementare, miserabile, anche, ma più autentica, perché fondata sulla rassegnazione coraggiosa e sulla caparbietà eroica nella lotta contro il destino, sulla verità e santità degli affetti, non falsati da compiacimenti estetizzanti o dal convenzionalismo sociale, sui dolori e sulle «lacrime vere», non sulla romantica mitologia della passione. Mentre, seguendo l’indicazione del Verismo, il Verga si volgeva allo studio dei primitivi, per indagare le reazioni elementari della psicologia umana, ritrovava in essi una dignità più sostanziale, penetrava più a fondo, con sentimento tragico e austero, nel dramma della vita e della sofferenza dell'uomo. Una volta, mentre il treno passava vicino ad Aci-Trezza, voi, affacciandovi allo sportello del vagone, esclamaste: - Vorrei starci un mese laggiù! - Noi vi ritornammo, e vi passammo non un mese, ma quarantott'ore; i terrazzani che spalancavano gli occhi vedendo i vostri grossi bauli avranno creduto che ci sareste rimasta un par d'anni. La mattina del terzo giorno, stanca di vedere eternamente del verde e dell'azzurro, e di contare i carri che passavano per via, eravate alla stazione, e gingillandovi impaziente colla catenella della vostra boccettina da odore, allungavate il collo per scorgere un convoglio che non spuntava mai. In quelle quarantott'ore facemmo tutto ciò che si può fare ad Aci-Trezza: passeggiammo nella polvere della strada, e ci arrampicammo sugli scogli; col pretesto di imparare a remare vi faceste sotto il guanto delle bollicine che rubavano i baci;

des petites cloques qui incitaient au vol de bisous ; nous passâmes sur la mer une nuit très romantique, en jetant les filets (…); et l’aube nous surpris au sommet du Faraglione - une aube modeste et pâle, que j’ai encore devant les yeux. Vous aviez une petite robe grise qui semblait être faite spécialement pour être assortie avec les couleurs de l’aube. – Vraiment un beau petit tableau! Et on devinait que vous le saviez vous aussi à la manière dont vous portiez votre châle, et dont vous souriiez avec de grands yeux larges et fatigués à cet étrange spectacle, et à cette autre étrangeté de vous trouver là, vous aussi,présente. Qu’est-ce qui se passait dans votre petite tête alors, face à ce soleil naissant ? Vous lui demandiez peut-être dans quel autre émisphère vous vous retrouveriez dans un mois ? Vous disiez seulement avec ingénuité : “Je ne comprends pas comment on peut vivre ici toute la vie.” Et pourtant, vous voyez, la chose est plus facile qu’elle n’y paraît : il suffit de ne pas posséder cent mille lires de revenu, tout d’abord ; et en plus de souffrir toutes les difficultés entre ces gigantesques rochers encastrés dans l’azur, que vous applaudissiez avec admiration. Ainsi Il suffit de peu pour que ces pauvres diables qui nous attendaient en somnolant dans leur barque, trouvent au milieu de leurs masures ouvertes à tout vent et pittoresques, lesquelles, quand on les aperçoit de loin, vous semblaient, elles aussi avoir le mal de mer, trouvent tout ce que vous vous donnez du mal, Madame, à trouver à Paris, à Nice et à Naples. C’est une chose singulière, mais peut-être n’est-ce pas si mal qu’il en soit ainsi pour vous, et pour tous les autres comme vous. Ce tas de maisons délabrées est habité par des pêcheurs “les personnes de la mer” disent-ils comme d’autres diraient « les gens en robe », lesquelles ont la peau

plus dure que le pain qu’ils mangent, quand ils en mangent, puisque la mer n’est pas toujours gentille, comme lorsqu’elle embrassait vos gants … Dans ses

journées noires, où elle râle et souffle, il faut se contenter de la regarder depuis la rive, les mains jointes, ou allongés à plat ventre, ce qui est mieux pour celui qui n’a pas mangé. Durant ces jours, c’est la foule à la sortie de l’auberge, mais peu de gros sous résonne sur le zinc du comptoir, et les garnements qui pullulent dans le pays, comme si la misère les engraissait, hurlent et se griffent comme s’ils avaient le diable au corps. (etc…)

passammo sul mare una notte romanticissima, gettando le reti tanto per far qualche cosa che a' barcaiuoli potesse parer meritevole di buscarsi dei reumatismi, e l'alba ci sorprese in cima al fariglione - un'alba modesta e pallida, che ho ancora dinanzi agli occhi, striata di larghi riflessi violetti, sul mare di un verde cupo, raccolta come una carezza su quel gruppetto di casucce che dormivano quasi raggomitolate sulla riva, mentre in cima allo scoglio, sul cielo trasparente e limpido, si stampava netta la vostra figurina, colle linee sapienti che vi metteva la vostra sarta, e il profilo fine ed elegante che ci mettevate voi. - Avevate un vestitino grigio che sembrava fatto apposta per intonare coi colori dell'alba. - Un bel quadretto davvero! e si indovinava che lo sapeste anche voi, dal modo in cui vi modellaste nel vostro scialletto, e sorrideste coi grandi occhioni sbarrati e stanchi a quello strano spettacolo, e a quell'altra stranezza di trovarvici anche voi presente. Che cosa avveniva nella vostra testolina allora, di faccia al sole nascente? Gli domandaste forse in qual altro emisfero vi avrebbe ritrovata fra un mese? Diceste soltanto ingenuamente: - Non capisco come si possa vivere qui tutta la vita -. Eppure, vedete, la cosa è più facile che non sembri: basta non possedere centomila lire di entrata, prima di tutto; e in compenso patire un po' di tutti gli stenti fra quegli scogli giganteschi, incastonati nell'azzurro, che vi facevano batter le mani per ammirazione. Così poco basta, perché quei poveri diavoli che ci aspettavano sonnecchiando nella barca, trovino fra quelle loro casipole sgangherate e pittoresche, che viste da lontano vi sembravano avessero il mal di mare anch'esse, tutto ciò che vi affannate a cercare a Parigi, a Nizza ed a Napoli. È una cosa singolare; ma forse non è male che sia così - per voi, e per tutti gli altri come voi. Quel mucchio di casipole è abitato da pescatori, «gente di mare», dicono essi, come altri direbbe «gente di toga», i quali hanno la pelle più dura del pane che mangiano - quando ne mangiano - giacché il mare non è sempre gentile, come allora che baciava i vostri guanti... Nelle sue

giornate nere, in cui brontola e sbuffa, bisogna contentarsi di stare a guardarlo dalla riva, colle mani in mano, o sdraiati bocconi, il che è meglio per chi non ha desinato. In quei giorni c'è folla sull'uscio dell'osteria, ma suonano pochi soldoni sulla latta del banco, e i monelli che pullulano nel paese, come se la miseria fosse un buon ingrasso, strillano e si graffiano quasi abbiano il diavolo in corpo.

(etc…)

Momento che ha riscosso un altissimo gradimento ed una partecipazione del gruppo per intero è stato il

lancio dei KAHOOT: quiz creati dagli stessi ragazzi rielaborando il tema loro assegnato. Essi hanno così

coniugato cultura e tecnologia dimostrando che la generazione 2.0 parla di e con i classici!

Per il successo del progetto il lavoro d’équipe è risultato vincente: dirigente, alunni, docenti , personale

ATA e genitori hanno creato la giusta sinergia che ha fatto di questo scambio un momento di crescita

culturale, umana e sociale unico e indimenticabile!!!

A St. J. De Maurienne l'accoglienza affabile ha sotteso la settimana di scambio.

La maggior parte degli alunni è stata ospitata in famiglia,

soltanto una minima parte di questi ultimi e i docenti nell'internato del Liceo.

Saint Jean de

Maurienne

(Savoie)

…c’è chi ha avuto la possibilità di ammirare, con grande

stupore, le sculture di neve e ghiaccio create da 20 scultori in

occasione del 27˚concorso “Sculture di ghiaccio” a Valloire. :)

Lo scambio è stato scandito dal ritmo delle attività didattiche della scuola, infatti gli alunni sono

stati integrati, a gruppi di due, nelle classi dei propri corrispondenti e non. Ciò ha consentito loro di

vivere in prima persona la vita scolastica dei compagni francesi e di riflettere sulle differenti

metodologie di insegnamento nei due sistemi scolastici (italiano/francese).

Lavoro di gruppo sulla lettura e la comprensione di una pagina scelta dal romanzo sulla

resistenza di Joseph Joffo “Un sac de billes” in seguito alla visione dell’omonimo film in

lingua francese

Delle due escursioni organizzate dal lycée P. Héroult, la prima ha avuto come meta Grenoble con

visita al MUSEO DELLA RESISTENZA

dove i ragazzi hanno seguito un percorso interattivo altamente coinvolgente!

L’escursione in montagna, essendo Saint Jean de Maurienne una località sita nella vallata alpina

della Maurienne in Savoia, ha reso “indimenticabile” lo scambio poiché ha permesso ai nostri

studenti di immergersi, per una mattinata, nella natura incontaminata e magica delle Alpi francesi...

…con il supporto delle ciaspole.

Che dire di due settimane uniche nel loro genere, di intenso spessore culturale, sociale, umano? Quale il

resoconto a scambio concluso? Quali le ricadute future?

Anche se l’esperienza ha visti coinvolti soltanto 25 studenti producendo importanti risultati soprattutto

per quel che concerne l’aspetto motivazionale e linguistico, tale esito, di alto valore educativo e didattico,

sarà linfa vitale, grazie alla condivisione, anche per chi allo scambio non ha partecipato in prima persona,

nella quotidiana attività didattica in aula.