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ISTITUTO COMPRENSIVO Caduti Cefalonia - Mazzini Via Baltimora, 110 - 10137 TORINO
011396447 - 0114099960
[email protected] - [email protected]
PROTOCOLLO PER L’INCLUSIONE DEGLI
ALUNNI CON BISOGNI EDUCATIVI
SPECIALI
A.S. 2018/2019
2
Indice
1.INTRODUZIONE……………………………………………………………pag.3
2. FINALITA’………………………………………………………………….pag.4
3.QUADRO NORMATIVO DI RIFERIMENTO……………………………..pag.5
4.CLASSIFICAZIONE DEI BES………………………………………………pag.7
5.ACCOGLIENZA ED INTEGRAZIONE DEGLI ALUNNI CON DISABILITÀ
………………………………………………………………………………….pag.10
6.ACCOGLIENZA E INTEGRAZIONE DEGLI ALUNNI CON D.S.A./
E.E.S……………………………………………………………………………pag.13
7.ACCOGLIENZA E INTEGRAZIONE DEGLI ALUNNI IN SITUAZIONI DI
SVANTAGGIO SOCIO-ECONOMICO, LINGUISTICO E CULTURALE...pag.23
8.ACCOGLIENZA E INTEGRAZIONE DEGLI ALUNNI STRANIERI SENZA
ALFABETIZZAZIONE ITALIANA………………………………………... pag.26
9.TABELLA RIASSUNTIVA……………………………………………….pag.30
10.INVALSI………………………………………………………………… pag.32
11.CERTIFICAZIONE DELLE COMPETENZE AL TERMINE DEL PRIMO
CICLO DI STUDI ……………………………………………………………pag.34
12.GLI- GRUPPO DI LAVORO PER L’INCLUSIVITA’…………………..pag.35
13.PIANO ANNUALE INCLUSIVITA’ PAI………………………………..pag.36
3
1.INTRODUZIONE
PREMESSA
Il protocollo contiene le linee guida di informazione, criteri, principi educativi e
pratiche comuni in tema di accoglienza e d’intervento per gli alunni con Bisogni
Educativi Speciali, consentendo di attuare, in modo operativo, le indicazioni
normative e ministeriali.
Secondo l’ICF (International Classification of Functioning, Disability and Health,
ovvero Classificazione del Funzionamento, della Disabilità e della Salute, che fa
parte della Famiglia delle Classificazioni Internazionali dell’Organizzazione
Mondiale della Sanità) il Bisogno Educativo Speciale rappresenta qualsiasi difficoltà
evolutiva di funzionamento in ambito educativo e/o apprenditivo, indipendentemente
dall’eziologia, che necessita di una educazione speciale individualizzata. La Direttiva
ministeriale del 27 Dicembre 2012 ricorda che: “Ogni alunno, con continuità o per
determinati periodi, può manifestare Bisogni Educativi Speciali: o per motivi fisici,
biologici, fisiologici o anche per motivi psicologici, familiari, sociali, ambientali
rispetto ai quali è necessario che le scuole offrano adeguata e personalizzata
risposta.” La stessa direttiva delinea e precisa la strategia inclusiva della scuola
italiana, al fine di realizzare pienamente il diritto all’apprendimento per tutti gli
alunni e gli studenti in situazione di difficoltà.
Il tradizionale approccio all’integrazione scolastica, basato sulla certificazione della
disabilità, viene ridefinito e completato estendendo il campo di intervento e di
responsabilità di tutta la comunità educante all’intera area dei Bisogni Educativi
Speciali (BES), comprendente:
alunni disabili (tutelati dalla Legge 104/1992);
alunni con disturbi evolutivi specifici: tra cui - disturbi specifici di
apprendimento (DSA certificati) (tutelati dalla legge 170/2010) - alunni con
deficit nell’area del linguaggio - alunni con deficit nelle abilità non verbali -
altre problematiche severe - alunni con deficit da disturbo dell’attenzione e
dell’iperattivita’ (ADHD) - alunni con funzionamento cognitivo limite
alunni con svantaggio socioeconomico, linguistico e/o culturale
alunni stranieri non alfabetizzati
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Il protocollo costituisce uno strumento di lavoro e pertanto viene integrato e rivisto
periodicamente, sulla base delle esperienze.
2. FINALITA’
Il protocollo è parte integrante del PTOF d’Istituto e si propone di:
Facilitare l’ingresso di bambini e ragazzi con bisogni educativi speciali nel
sistema scolastico e sociale;
Favorire un clima di accoglienza e di attenzione alle relazioni che prevenga e
rimuova eventuali ostacoli alla piena integrazione/inclusione.
Finalizzare gli interventi ad un “progetto di vita” in grado di promuovere
l’autonomia personale, aperta e rivolta alla dimensione della cittadinanza
attiva;
Definire pratiche condivise all’interno dell’Istituto in tema di inclusione;
Promuovere la diagnosi precoce dei disturbi dell’apprendimento attraverso
una stretta collaborazione tra strutture sanitarie pubbliche e private accreditate,
istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado, famiglie e associazionismo.
Delineare prassi condivise all’interno dell’Istituto di carattere:
amministrativo e burocratico (documentazione necessaria)
comunicativo e relazionale (prima conoscenza);
educativo e didattico (assegnazione alla classe, accoglienza
coinvolgimento del Consiglio di Classe/interclasse);
Tutti i soggetti che, all’interno dell’Istituto Comprensivo, operano per l’inclusione
degli alunni con bisogni educativi speciali, perseguono obiettivi comuni e condivisi:
Porre al centro dell’attenzione e degli interventi la “persona” nella globalità dei
suoi bisogni, delle sue caratteristiche e delle sue potenzialità;
Costruire un rapporto di collaborazione con la famiglia, il primo e il più
importante agente educativo – abilitativo – riabilitativo;
5
3.Quadro Normativo di riferimento
- Legge n. 104 5/02/1992, Legge-quadro per l'assistenza, l'integrazione sociale e i diritti delle persone handicappate: detta i principi dell'ordinamento in materia di diritti,integrazione sociale e
assistenza della persona handicappata.
- Legge n. 53 28/03/2003, Delega al Governo per la definizione delle norme generali sull’istruzione
e dei livelli essenziali delle prestazioni in materia di istruzione e formazione professionale: intende
garantire a tutti il diritto all'istruzione e alla formazione per almeno dodici anni o, comunque, sino
al conseguimento di una qualifica entro il diciottesimo anno di età.
- Legge n. 170 08/10/2010, Nuove norme in materia di disturbi specifici di apprendimento in
ambito scolastico: riconosce la dislessia, la disgrafia, la disortografia e la discalculia quali disturbi
specifici di apprendimento (DSA).
- Nota MIUR n. 3573 26/05/2011, Diagnosi alunni con DSA precedente all’entrata in vigore della
Legge 8 ottobre 2010 n.170: precisa che gli alunni con diagnosi di DSA redatta anteriormente
all’entrata in vigore della Legge 170/10 potranno regolarmente usufruire degli strumenti
compensativi e delle misure dispensative previsti, sia nella normale attività didattica sia nell’ambito
dei prossimi Esami di Stato.
- DM MIUR n. 5669 12/07/2011, Disposizioni attuative della Legge n. 170 08/10/2010 Nuove
norme in materia di disturbi specifici di apprendimento in ambito scolastico: Allegate al Decreto,
"Linee guida per il diritto allo studio degli alunni e degli studenti con disturbi specifici di
apprendimento".
- Accordo Stato-Regioni del 25 luglio 2012, Indicazioni per la diagnosi e la certificazione
diagnostica dei disturbi specifici di apprendimento
- Direttiva MIUR 27/12/2012, Strumenti d’intervento per alunni con bisogni educativi speciali e
organizzazione territoriale per l’inclusione scolastica: modalità di intervento da parte dei docenti
delle scuole in ogni e grado per promuovere l'inclusione scolastica degli alunni con disabilità. La
direttiva affronta e amplia l'intervento dei docenti,compresi i curricolari, su tutte le forme di
svantaggio scolastico. Inoltre fornisce importanti indicazioni in merito all’organizzazione
territoriale per l’inclusione ed in particolare dei CTS (Centri Territoriali di Supporto).
- CM MIUR n. 8 06/03/2013, Alunni con bisogni educativi speciali (Bes): modalità operative per
l'attuazione della Direttiva del 27 dicembre 2012 inerente gli strumenti d’intervento per alunni con
bisogni educativi speciali e l'organizzazione territoriale per l’inclusione scolastica.
- Nota MIUR n. 1551 27/06/2013, Piano Annuale per l’Inclusività
– Direttiva 27 dicembre 2012 e C.M. n. 8/2013:definisce tempi e modi per la restituzione dei
Piano Annuale per l’Inclusività da parte delle Istituzioni scolastiche.
- Nota MIUR n. 2563 22/11/2013, Strumenti di intervento alunni BES A.S. 2013-2014 -
Chiarimenti: fornisce chiarimenti in merito agli interventi previsti per gli alunni con BES (Bisogni
Educativi Speciali).
- Deliberazione della Giunta Regionale del Piemonte, n. 16-7072, 4/02/2014: predispone una
scheda di collaborazione scuola – famiglia per favorire i processi di apprendimento e di
partecipazione per gli alunni con difficoltà scolastiche e per rendere maggiormente funzionale la
comunicazione tra la scuola e la famiglia.
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- Deliberazione della Giunta Regionale del Piemonte n. 20-7246, 17/03/2014, Modalità di
individuazione degli studenti con Esigenze Educative Speciali (EES) Con la DGR 20/2014 viene
sostituita la classificazione delle DGR 13/2009 e DGR 18/2009 codificata secondo classificazione
ICD 10 dell’OMS
-Nota USR Piemonte n. 8935 04/11/2014 Diritto allo studio DSA BES pronunce giurisprudenziali:
riporta le più recenti pronunce giurisprudenziali in merito ai DSA e ai BES
DECRETO LEGISLATIVO 13 aprile 2017, n. 66 Norme per la promozione dell'inclusione
scolastica degli studenti con disabilita', a norma dell'articolo 1, commi 180 e 181, lettera c), della legge 13 luglio 2015, n. 107. Decreto legislativo n. 62 del 13/4/2017. Norme in materia di valutazione e certificazione delle competenze nel primo ciclo ed esame di stato, a norma dell’art. 1 cc. 180 e 181, lettera i) della legge n. 107 del 13/7/2015 Art. 11 Valutazione delle alunne/i con disabilità e DSA 1° ciclo
ALUNNI STRANIERI L’articolo 45 del DPR n. 394/1999, regolamento sull’immigrazione, fornisce criteri relativi all’obbligo di istruzione e all’iscrizione scolastica dei minori con cittadinanza non italiana, nonché alla loro assegnazione alle classi. Direttiva MIUR n. 45/4.4.05 Art.3 – Prevede interventi formativi per i docenti riguardanti l’integrazione degli alunni di cittadinanza non italiana Ministero della Pubblica Istruzione – C. M. 110/14.12.2007 La circolare ministeriale definisce le modalità organizzative relative alle iscrizioni degli alunni alle scuole dell’infanzia e ai diversi ordini e gradi di istruzione delle scuole statali e paritarie.
Nota MIUR n. 4233 del 19 febbraio 2014 "Linee guida per l'integrazione degli alunni stranieri"
-.
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4.CLASSIFICAZIONE DEI BES
Alunni disabili (Legge 104/1992) La legge quadro n. 104/1992 definisce persona con disabilità, colui che presenta una
minorazione fisica, psichica o sensoriale stabilizzata o progressiva, che è causa di
difficoltà di apprendimento, relazione o di integrazione e tale da determinare un
processo di svantaggio sociale o di emarginazione. La Conferenza Mondiale sui
diritti umani dell’ONU del 2009, precisa che “la disabilità è il risultato
dell’interazione tra persone con menomazioni e barriere comportamentali ed
ambientali, che impediscono la loro piena ed effettiva partecipazione alla società su
base di uguaglianza con gli altri”. L'art 24, infine, riconosce “il diritto all’istruzione
delle persone con disabilità (...) senza discriminazioni e su base di pari opportunità”
garantendo “un sistema di istruzione inclusivo a tutti i livelli ed un apprendimento
continuo lungo tutto l’arco della vita, finalizzati:
a) al pieno sviluppo del potenziale umano, del senso di dignità e dell’autostima ed al
rafforzamento del rispetto dei diritti umani, delle libertà fondamentali e della
diversità umana;
b) allo sviluppo, da parte delle persone con disabilità, della propria personalità, dei
talenti e della creatività, come pure delle proprie abilità fisiche e mentali, sino alle
loro massime potenzialità;
c) a porre le persone con disabilità in condizione di partecipare effettivamente a una
società libera”.
La certificazione di disabilità viene redatta da una commissione medica presieduta
dal medicolegale in cui sono presenti la famiglia, la Neuropschiatria Infantile e i
Servizi Sociali.
Disturbi Specifici di Apprendimento (DSA) I disturbi specifici dell’apprendimento si caratterizzano, secondo la definizione
approvata dall’International Dyslexia Association, come una disabilità
dell’apprendimento di origine neurobiologica e coinvolgono uno specifico dominio di
abilità, lasciando infatti intatto il funzionamento intellettivo generale. Essi interessano
le competenze strumentali degli apprendimenti scolastici Ai sensi della Legge 170/10
e DM 5669 12/7/2012; come precisa l’Art. 3, comma 1, “Elementi di Certificazione
Diagnostica” della Conferenza Stato-Regioni per Diagnosi DSA: “E’ necessario il
riferimento ai codici nosografici (attualmente tutti quelli compresi nella categoria
F81: Disturbi evolutivi Specifici delle Abilità Scolastiche) e alla dicitura esplicita del
DSA in oggetto, nello specifico:
F81 - Disturbi evolutivi specifici delle abilità scolastiche
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Disordini in cui le normali modalità di acquisizione delle competenze sono disturbate
fin dai primi stadi di sviluppo. Ciò non in diretta conseguenza di una mancata
opportunità di apprendimento, non come risultato di un ritardo mentale e non in
conseguenza di alcuna forma di trauma cerebrale o di deficit
F81.0 – Disturbo specifico della lettura
F81.1 – Disturbo specifico della compitazione
F81.2 – Disturbo specifico delle abilità aritmetiche
F81.3 – Disturbi misti delle abilità scolastiche
F81.8 – Altri disturbi evolutivi delle abilità scolastiche
F81.9 – Disordine evolutivo di abilità scolastiche non meglio specificato
Altri Disturbi Evolutivi Specifici Gli alunni con Disturbi Specifici che non rientrano nella categorie stabilite dalla
Legge 104/92 possono usufruire di un piano di studi personalizzato e delle misure
previste dalla Legge 170/2010.
Rientrano in questa categoria ad esempio gli alunni con:
- deficit del linguaggio;
- deficit delle abilità non verbali;
- deficit nella coordinazione motoria;
- deficit dell’attenzione e iperattività (in forma grave tale da compromettere il
percorso
scolastico);
- funzionamento cognitivo limite;
- disturbo dello spettro autistico lieve (qualora non previsto dalla legge 104).
Con la DGR 20/2014 viene sostituita la classificazione delle DGR 13/2009 e DGR
18/2009 codificata secondo classificazione ICD 10 dell’OMS:
F 80 Disturbo evolutivo specifico dell’eloquio e del linguaggio
F 82 Disturbo evolutivo specifico della funzione motoria
Sindromi ipercinetiche (comprende ADHD)
F 90.0 Disturbo dell’attività e dell’attenzione
F 90.1 Disturbo ipercinetico della condotta
F 90.8 Sindrome ipercinetiche di altro tipo
F 90.9 Sindrome ipercinetica non specificata
R41.8 Livello Intellettivo Limite ( ossia QI tra 70 e 84)
In presenza di tali diagnosi, il Consiglio di classe prende in esame la documentazione
clinica e/o la certificazione presentata dalla famiglia, quindi decide in maniera
autonoma,“se” utilizzare, o meno, lo strumento del PDP; in caso non lo utilizzi, il
Coordinatore redigerà una relazione scritta che precisi le motivazioni di tale scelta. È
assolutamente opportuno redigere un PDP in caso di disturbo clinicamente fondato e
di difficoltà persistenti dell’allievo: è evidente, infatti, che il PDP è uno strumento di
aiuto per gli alunni ma anche per i docenti al fine di raggiungere risultati positivi.
Anche al fine di evitare contenzioso, in caso di insuccesso scolastico, con le famiglie
di allievi con altri Disturbi Evolutivi Specifici, si consiglia fortemente di adottare
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tutte le procedure obbligatorie per i DSA anche per tali situazioni. In caso il CdC
rilevi difficoltà di apprendimento che possono essere riconducibili a Disturbi
Evolutivi Specifici non ancora diagnosticati, la scuola attuerà una procedura omologa
a quella da seguire in caso di sospetto di DSA
ALUNNI CON SVANTAGGIO SOCIO-ECONOMICO, LINGUISTICO E/O CULTURALE, DISAGIO COMPORTAMENTALE E RELAZIONALE
Lo svantaggio scolastico può essere classificato in tre grandi aree:
• socio-economico: legato ad una particolare situazione sociale
• culturale: legato a situazioni di difficoltà di inserimento in un contesto culturale
diverso
• linguistico: legato alla non conoscenza della lingua italiana
Tali tipologie di BES dovranno essere individuate dal Consiglio di Classe, sulla base
di elementi oggettivi come, ad esempio, la segnalazione degli operatori dei servizi
sociali, del referente per gli stranieri, oppure di fondate considerazioni
psicopedagogiche e didattiche.
Gli interventi predisposti potranno essere di carattere transitorio e potranno essere
formalizzati con la stesura del PDP. Ciò avverrà preferibilmente entro dicembre;
tuttavia, poiché un Bisogno Educativo Speciale può manifestarsi in qualsiasi
momento dell’anno scolastico, la data indicata non costituisce un vincolo.
Analogamente, la scuola può intervenire nella personalizzazione in tanti modi diversi,
informali o strutturati, secondo i bisogni e la convenienza. (…) il Consiglio di Classe
è autonomo nel decidere se formulare o non formulare un Piano Didattico
Personalizzato con eventuali strumenti compensativi e/o misure dispensative, avendo
cura di verbalizzare le motivazioni della decisione” (Piano Didattico Personalizzato
Nota Ministeriale MIUR del 22/11/2013, n°2363). Considerata la possibilità di un
Bisogno Educativo Speciale transitorio, il Consiglio di Classe verificherà
periodicamente se sospendere o prolungare l’operatività del PDP.
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5.ACCOGLIENZA ED INTEGRAZIONE DEGLI ALUNNI CON
DISABILITÀ
PREMESSA E NORMATIVA DI RIFERIMENTO Il presente protocollo - contiene informazioni sulle pratiche per l’inclusione degli
alunni disabili; - definisce i ruoli ed i compiti di ciascuno; - traccia le linee di tutte
quelle attività volte a favorire un reale percorso di apprendimento e migliorare il
processo di integrazione degli alunni con disabilità. Il protocollo si rifà alla Legge
Quadro n. 104 del 1992, ai successivi decreti applicativi e alle “Linee guida per
l'integrazione degli alunni con disabilità” emanate dal MIUR nell'agosto del 2009.
Tale processo, come si legge nelle Linee Guida, è irreversibile e trova nell'educazione
“il momento prioritario del proprio sviluppo e della propria maturazione”. Compito
della scuola è quello di essere “una comunità educante, che accoglie ogni alunno
nello sforzo quotidiano di costruire condizioni relazionali e situazioni pedagogiche
tali da consentirne il massimo sviluppo. Una scuola non solo per sapere dunque ma
anche per crescere, attraverso l’acquisizione di conoscenze, competenze, abilità,
autonomia, nei margini delle capacità individuali, mediante interventi specifici da
attuare sullo sfondo costante e imprescindibile dell’istruzione e della
socializzazione”.
RUOLI E COMPITI DELLE FIGURE COINVOLTE
Cosa fanno i genitori La famiglia deve essere coinvolta attivamente nel processo educativo dell’alunno,
partecipando all’elaborazione del PEI. Nel caso che si tratti di una prima iscrizione il
Referente per i BES convoca i genitori e presenta l’insegnante di sostegno e il
coordinatore della classe in cui l’alunno è stato inserito.
I Docenti Curricolari
I docenti curricolari si adoperano al coordinamento delle attività didattiche, alla
preparazione dei materiali e a quanto può consentire all'alunno/a con disabilità, sulla
base dei suoi bisogni e delle sue necessità, la piena partecipazione allo svolgimento
della vita scolastica nella sua classe. La programmazione delle attività è realizzata da
tutti i docenti curricolari, i quali, insieme all’insegnante di sostegno, definiscono gli
obiettivi di apprendimento per gli alunni con disabilità in correlazione con quelli
previsti per l’intera classe. La documentazione relativa alla programmazione in parola
deve essere resa disponibile alle famiglie, al fine di consentire loro la conoscenza del
percorso educativo concordato e formativo pianificato.
I Docenti di sostegno
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“I docenti di sostegno assumono la contitolarità delle sezioni e delle classi in cui
operano, partecipano alla programmazione educativa e didattica e alla elaborazione e
verifica delle attività di competenza dei consigli di intersezione, di interclasse, di
classe e dei collegi dei docenti.” (Testo Unico L. 297/94 “ ) Il docente è assegnato
alla classe per le attività di sostegno, nel senso che oltre a intervenire sulla base di
una preparazione specifica nelle ore in classe collabora con l'insegnante curricolare
affinché l'iter formativo dell'alunno possa continuare anche in sua assenza. (Linee
guida per l'integrazione scolastica).
Il Personale ATA Il CCNL 1998/2001, Tabella A/1 Profilo del collaboratore scolastico, indica tra le
mansioni: "l’ausilio materiale agli alunni portatori di handicap nell’accesso alle aree
esterne alle strutture scolastiche e nell’uscita da esse. Può, infine, svolgere: assistenza
agli alunni portatori di handicap all’interno delle strutture scolastiche, nell’uso dei
servizi igienici e nella cura dell’igiene personale".
Il Personale educativo-assistenziale
L’educatore opera in ambito educativo per il raggiungimento dell’autonomia e per il
miglioramento della comunicazione dell’alunno disabile, attraverso interventi mirati,
definiti nel PEI che rispondono a bisogni educativi specifici. L’assistente specialistico
agisce sulla relazione interpersonale, sulle dinamiche di gruppo, sul sistema familiare,
sul contesto ambientale e sull’organizzazione dei servizi in campo educativo, al fine
di promuovere l’inserimento dell’alunno con disabilità nel contesto di riferimento.
Conseguentemente, il Personale Educativo assistenziale lavora a stretto contatto con
il Consiglio di Classe e l’insegnante di sostegno secondo i tempi e le modalità
indicati e previste nel P.E.I. e collabora nella redazione di tutta la documentazione
prevista per l’alunno.
Cosa fanno gli esperti ASL Partecipano agli incontri periodici, collaborano alle iniziative educative e di
integrazione predisposte dalla scuola, verificano il livello e la qualità
dell’integrazione nelle classi dell’istituto, danno consigli nella stesura degli obiettivi
individualizzati del P.E.I..
LE FASI DEL PROGETTO DI INTEGRAZIONE
Orientamento in ingresso Nel periodo precedente l'iscrizione al nuovo anno scolastico le famiglie possono
visitare l'Istituto, conoscerne l'offerta formativa e contattare il Dirigente e il personale
docente. Al momento dell'iscrizione la famiglia dell'alunno fornisce alla segreteria
dell'Istituto tutte le documentazioni aggiornate per gli adempimenti previsti. Raccolta
ed analisi dei dati Consiste nella raccolta di informazioni sull’alunno/a diversamente
abile dalla famiglia e dalla scuola di provenienza, alla quale si chiede un resoconto
degli obiettivi prefissati raggiunti e non raggiunti, delle abilità cognitive, delle
potenzialità sviluppate e delle modalità relazionali, mediante il passaggio del PEI, del
PDF e le relazioni finali relative alla classe terza. All’inizio dell’anno scolastico viene
fissato un incontro di raccordo tra i docenti di sostegno e gli assistenti scolastici della
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scuola di provenienza, e il nuovo consiglio di classe a cui parteciperanno il
coordinatore, i docenti di sostegno, e gli insegnati curricolari che desiderano
partecipare. E’ importante accertarsi del fatto che la documentazione che accompagna
l’allievo/a sia completa, aggiornata ed ordinata in ogni sua parte già dall’iniziale fase
dell’accoglienza e che sia celere il passaggio della stessa alla nuova scuola.
Formazione delle classi
Il Dirigente Scolastico provvede, tenendo conto della Certificazione per
l’Integrazione Scolastica, della Diagnosi Funzionale e di ogni altra informazione
utile, all'inserimento dell'alunno/a in una classe ritenuta la più idonea all'integrazione
dello stesso/a
Accoglienza
Durante il primo periodo di scuola, in relazione alla classe frequentata, è previsto un
periodo di osservazione e rilevazione della situazione di partenza dell’alunno/a, da
parte di tutti i componenti del Consiglio di Classe e con l’ausilio dell’insegnante di
sostegno.
Elaborazione del PEI Generalmente tra ottobre e novembre, sarà programmato un consiglio di classe a cui
parteciperanno tutti i docenti del consiglio di classe, gli specialisti della
Neuropsichiatria Infantile, gli assistenti sociali e la famiglia in cui si discuterà una
proposta di elaborazione del Profilo Dinamico Funzionale e del Piano Educativo
Individualizzato. Questi documenti saranno approvati entro il 30 novembre di ogni
anno scolastico. Tutta la documentazione sarà consultabile dai docenti e depositata in
Segreteria nei fascicoli personali dell’alunno/a
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6.ACCOGLIENZA E INTEGRAZIONE DEGLI ALUNNI CON D.S.A./ E.E.S. PREMESSA E NORMATIVA DI RIFERIMENTO
Il presente protocollo - contiene informazioni sulle pratiche per l’inclusione degli
alunni con D.S.A./ E.E.S. - definisce i ruoli ed i compiti di ciascuno; - traccia le linee
di tutte quelle attività volte a favorire un reale percorso di apprendimento e migliorare
il processo di integrazione degli alunni con D.S.A. La normativa di riferimento è
costituita dalla Legge 170/2010 e dal DM n. 5669 del 2011 con allegate le Linee
Guida, Deliberazione della Giunta Regionale del Piemonte n. 20-7246, 17/03/2014,
Modalità di individuazione degli studenti con Esigenze Educative Speciali (EES)
OSSERVAZIONE SISTEMATICA E IDENTIFICAZIONE PRECOCE DEI
DISTURBI SPECIFICI DELL’ APPRENDIMENTO/ESIGENZE EDUCATIVE
SPECIALI ( SCUOLA DELL’INFANZIA E SCUOLA PRIMARIA) Con il termine sistematica, si sottolinea che l’osservazione non deve essere
occasionale, ma deve considerarsi un atto intenzionale che si pone come obiettivo
quello di individuare oggettivamente le cause di “errori ricorrenti” e fragilità
inspiegabili nell’alunno. A partire dalla Legge 170/2010, la locuzione
“Identificazione precoce” è entrata a far parte del vocabolario condiviso di chi lavora
con gli studenti. Viene definita l’importanza dell’osservazione per l’identificazione
precoce delle difficoltà, sia nella scuola dell’infanzia che in quella primaria. Infatti
l’osservazione consente di evidenziare eventuali difficoltà ed aree critiche.
Indicatori di rischio: periodo scuola dell'infanzia e 1^ biennio di scuola primaria o
A 4/5 anni
difficoltà di linguaggio, di pronuncia dei suoni o frasi incomplete
Difficoltà a riconoscere le lettere del proprio nome
Scarsa abilità nell’utilizzo delle parole nei giochi linguistici, nelle rime, nelle storielle inventate, nell’invenzione di nomi per i personaggi, nelle filastrocche
Difficoltà nel comprendere frasi con costruzione non lineare
Disinteresse per i giochi di parole
Non adeguata padronanza fonologica
Difficoltà nella copia da modello e disordine nel foglio o Lentezza nelle varie attività
Manualità fine inadeguata
Difficoltà sintattica
Disturbo della memoria a breve termine
Goffaggine nel vestirsi, allacciarsi le scarpe, riordinare Indicatori di rischio
Giochi linguistici di tipo fonetico
14
3ª 4ª 5ª Scuola Primaria
Difficoltà di copiatura dalla lavagna
Distanza dal testo e postura particolare per leggere
Perdita della riga e salto della parola in lettura
Difficoltà ad utilizzare lo spazio del foglio
Disgrafia seria
Scrittura con caratteri troppo grandi e/o troppo piccoli
Difficoltà con diversi caratteri tipografici
Confusione e sostituzione di lettere in particolare con l’uso dello stampato minuscolo
Lettere e numeri scritti a specchio
Sostituzione di suoni simili
Omissione nei suoni difficili da pronunciare
Difficoltà nell’uso delle doppie
Generale inadeguata padronanza fonologica
Punteggiatura e/o maiuscole ignorate
Difficoltà ad imparare l’ordine alfabetico e ad usarlo
Difficoltà a memorizzare termini difficili e specifici delle discipline
Difficoltà nell’apprendere la lingua straniera
Difficoltà di attenzione e concentrazione
Eccessiva lentezza nella lettura
Organizzazione spazio-temporale : Difficoltà a sapere che ore sono all’interno della giornata; Difficoltà a leggere l’orologio; Difficoltà a memorizzare i
giorni della settimana, i mesi, l’ordine alfabetico
L’aumentata competenza dei docenti, ottenuta attraverso la formazione specifica,
consente di rendere efficace la rilevazione degli indicatori dei fattori di rischio nelle
fasi di acquisizione della letto-scrittura e, conseguentemente, di stimolare e
implementare la progettazione di strategie di intervento didattico necessarie a
stabilizzare l’acquisizione del principio alfabetico in tutti gli alunni. In questo modo
si riconducono, il più possibile, le difficoltà nell’ambito della scuola, riducendo il
numero di consulenze da parte del Servizi Sanitari sui “falsi positivi” (bambini che
appaiono a rischio, ma che non hanno un disturbo specifico) e di “falsi negativi”
(bambini che non appaiono a rischio, ma che svilupperanno un disturbo specifico). Se
l’alunno con difficoltà risulta particolarmente resistente al cambiamento è necessario
accompagnare la famiglia, ad acquisire consapevolezza delle difficoltà del figlio e
invitarli a rivolgersi a specialisti, per una valutazione più approfondita e competente
al fine di proseguire il percorso scolastico con successo.
Generalmente sono previsti due incontri , intermedio e finale, con una logopedista,
per fare il punto della situazione rispetto ai casi sospetti e per una verifica finale del
lavoro svolto
Nuova certificazione in corso d’anno scolastico
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• la scuola ai sensi dell’Art. 2 del DM 5669/2011, ha il compito di segnalare alle
famiglie le eventuali evidenze, persistenti nonostante l’applicazione di attività di
recupero didattico mirato, di un possibile Disturbo Specifico di Apprendimento, al
fine di avviare il percorso per la diagnosi al sensi della Legge 170/2010. La
segnalazione alla famiglia spetta non al singolo docente, ma al consiglio di Classe,
che verbalizzerà e motiverà la decisione presa e incaricherà il coordinatore di classe
della comunicazione
INDIVIDUAZIONE CASI SOSPETTI DSA
INSEGNANTI
Somministrano prove concordate per rilevare segni
premonitori (Scuola primaria e infanzia: screening precoce)
Svolgono le attività didattiche ordinarie e identificano gli
alunni con possibili difficoltà di apprendimento anche
riconducibili a problematiche di DSA, riconoscendo i segnali
di rischio.
Effettuano attività di recupero mirato.
Comunicano eventuali sospetti alla famiglia in sede di
colloquio. Elaborano una relazione delle difficoltà scolastiche
rilevate.
Prendono in esame la diagnosi e/o altro depositata in
direzione ed elaborano il PDP.
Concordano un incontro con la famiglia per la condivisione
del PDP e la stesura delle parti comuni (interventi e
responsabilità); tale condivisione viene esplicitata con le
firme del documento, anche da parte dei genitori.
Depositano il PDP in direzione e ne applicano i contenuti
concordati.
FAMIGLIA Partecipa al colloquio ed apprende gli eventuali sospetti
riscontrati. Richiede un’impegnativa per visita ai sensi della
legge 170/2010 al medico o al pediatra.
Prenota una visita presso il servizio territoriale di
appartenenza o presso enti privati accreditati.
Ritira la diagnosi e/o altro e la consegna alla segreteria
scolastica.
Informa le insegnanti.
Partecipa ad un incontro con le insegnanti per la condivisione
del PDP e la firma dello stesso.
EQUIPE MEDICA Prende in esame la richiesta di visita e l’eventuale relazione
delle insegnanti, poi procede per le osservazioni e le indagini.
Elabora una diagnosi e/o altro e la consegna alla famiglia.
Attiva un eventuale percorso riabilitativo.
SEGRETERIA Acquisisce la diagnosi e ne fa due copie protocollate.
16
/REFERENTE DSA-
BES
Tiene una copia nel fascicolo personale dell’alunno e dà
l’altra copia alla famiglia.
Sollecita la famiglia al rinnovo della diagnosi, al momento
del passaggio da un ordine di scuola all’altro.
ALUNNI CON DIAGNOSI AL MOMENTO DELL’ISCRIZIONE In presenza di diagnosi di DSA/EES, la scuola deve garantire il miglior percorso di
educazione scolastica con la predisposizione da parte dei docenti di classe, con
l'eventuale aiuto del Referente DSA di Istituto, degli interventi ritenuti idonei a
garantire il successo formativo.
LE FASI DEL PROGETTO DI INTEGRAZIONE E LE MODALITA’
DELL’INTERVENTO DIDATTICO
1.Iscrizione
Soggetti coinvolti: Dirigente Scolastico e/o referente BES alunno, famiglia,
segreteria studenti.
Le pratiche d’iscrizione devono essere seguite da un assistente amministrativo che si
occupi dell’iscrizione degli studenti con DSA e altri Disturbi Evolutivi Specifici
diagnosticati.
Cosa consegnare/chiedere
- Modulo d’iscrizione con apposito rinvio alla documentazione allegata
- Diagnosi di un medico possibilmente specialista (Neurologo, Neuropsichiatra
infantile,Psichiatra)
La scuola può accettare la diagnosi anche qualora emessa da strutture private
La diagnosi va aggiornata in caso di passaggio dello studente da un grado di scuola
ad un altro, ovvero quanto lo specialista o psicologo lo ritenga necessario, anche
tenendo conto delle indicazioni del Consiglio di Classe o della famiglia. Qualora la
diagnosi sia stata redatta nei due anni precedenti l’iscrizione presso il nostro Istituto,
non è necessario un aggiornamento.
L’assistente amministrativo che si occupa delle iscrizioni deve verificare la presenza
di diagnosi medica all’interno dei moduli e comunicare al Dirigente Scolastico e al
referente BES eventuali segnalazioni provenienti da ordini di scuola inferiori o di pari
grado; in tal caso i Dirigenti Scolastici di competenza concorderanno interventi
comuni per garantire una comunicazione efficiente ed una continuità didattica
efficace.
Il Dirigente Scolastico e/o il referente BES accertano che la diagnosi specialistica
indichi la tipologia di disturbo/i, il livello di gravità, indicazioni dello specialista su
ricadute che compromettono l’apprendimento e il rendimento scolastico dello
studente; acquisisce altresì, se presenti, eventuali allegati con osservazioni didattico-
17
educative della scuola di provenienza; si preoccupa di richiedere alla famiglia tutto il
materiale disponibile sul disturbo specifico dello studente.
Successivamente stabiliscono la data per un colloquio con i genitori ed eventualmente
con l’allievo, se richiesto dalla famiglia.
2.Colloquio e prima accoglienza
Soggetti coinvolti: Dirigente Scolastico e/o referente BES, famiglia
Se la famiglia lo richiede, il Dirigente Scolastico ed il referente BES effettuano un
colloquio con i genitori ed eventualmente con l’allievo subito dopo l’iscrizione.
Obiettivi del colloquio con i genitori:
- dare informazioni sulle figure di riferimento e le modalità didattiche per i BES
presenti nella scuola;
- raccogliere informazioni sulla storia personale e scolastica dell’alunno;
- se possibile chiedere informazioni sui cicli scolastici precedenti e sulle figure di
riferimento delle scuole di provenienza per poter creare un ponte tra i due cicli e non
disperdere le informazioni.
Obiettivi del colloquio con l’allievo:
- verificare la consapevolezza del disturbo e il livello di autostima;
- rilevare la disponibilità a rendere manifesto il disturbo;
- verificare la disponibilità all’utilizzo degli strumenti compensativi.
Durante il colloquio con i genitori sarà compito degli insegnanti rendere esplicito ciò
che la scuola propone per gli studenti affetti da DSA e altri Disturbi Evolutivi
Specifici, la relativa normativa attualmente in vigore e la compilazione del piano
didattico personalizzato.
“Per quanto riguarda gli alunni in possesso di una diagnosi di DSA rilasciata da una
struttura privata, si raccomanda - nelle more del rilascio della certificazione da parte
di strutture sanitarie pubbliche o accreditate – di adottare preventivamente le misure
previste dalla Legge 170/2010, qualora il Consiglio di classe o il team dei docenti
della scuola primaria ravvisino e riscontrino, sulla base di considerazioni
psicopedagogiche e didattiche, carenze fondatamente riconducibili al disturbo.
Pervengono infatti numerose segnalazioni relative ad alunni (già sottoposti ad
accertamenti diagnostici nei primi mesi di scuola) che, riuscendo soltanto verso la
fine dell’anno scolastico ad ottenere la certificazione, permangono senza le tutele cui
sostanzialmente avrebbero diritto. Si evidenzia pertanto la necessità di superare e
risolvere le difficoltà legate ai tempi di rilascio delle certificazioni (in molti casi
superiori ai sei mesi) adottando comunque un piano didattico individualizzato e
personalizzato nonché tutte le misure che le esigenze educative riscontrate
richiedono.”(Pag. 2 e 3 della CM MIUR n° 8-561 del 6/3/2013).
3. Determinazione della classe
Soggetti coinvolti: Dirigente Scolastico, commissione composizione classi,
(eventualmente) referente BES.
In caso di iscrizione di alunno affetto da DSA o altri Disturbi Evolutivi Specifici alla
classe prima, la Commissione Formazione classi, avrà cura di:
- inserirlo in una sezione con un numero di alunni contenuto;
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- se possibile non iscrivere due studenti con DSA o altri Disturbi Evolutivi Specifici
nella stessa classe.
In caso di inserimento successivo (ad anno scolastico iniziato o in anni successivi al
primo) la scelta della sezione in cui iscrivere l’alunno sarà di competenza del
Dirigente Scolastico, sentito il parere dei Consigli di classe interessati e/o della
Commissione Formazione classi. In ogni caso, il Dirigente Scolastico comunicherà il
nuovo inserimento al coordinatore e agli insegnanti della classe coinvolta.
E’ opportuno comunque che, prima del CdC di inizio anno (settembre/ottobre), o a
certificazione acquisita in seguito ad esso, il coordinatore incontri
la famiglia dello studente per conoscenza preliminare.
4. Presentazione del caso al Consiglio di Classe e presa in carico
Soggetti coinvolti: coordinatore di classe, referente BES, componenti CdC.
Quando in una classe viene inserito uno studente con DSA o altro Disturbo Evolutivo
Specifico, il referente BES e/o il coordinatore di classe incontrano il Consiglio di
Classe per:
- trasmettere informazioni sul disturbo specifico dello studente;
- fornire ai docenti materiale didattico formativo, se disponibile;
- presentare eventuali strategie didattiche alternative e/o compensative e relativi
strumenti.
Tutti i docenti del CdC, nelle prime settimane di scuola, sono tenuti all’attenta
osservazione dei comportamenti e delle abilità dell’allievo. Si ricorda peraltro che,
nel caso di sospetto DSA o altri Disturbi Evolutivi Specifici, con evidenti segni
predittivi, ma ancora in fase di accertamento diagnostico, il CdC è tenuto ad operare
come in presenza di una diagnosi: in questo caso, peraltro l’osservazione dei docenti
assumerà ancora maggiore importanza, proprio perché in attesa di una
formalizzazione del disturbo. Durante la prima riunione di settembre/ottobre il
coordinatore raccoglie dunque tutte le osservazioni dei docenti al fine di stilare una
bozza di Percorso Didattico Personalizzato.
Nel caso che nella classe sia presente più di un allievo con DSA e/o BES, si
individuerà, per ciascuno, oltre al coordinatore, un docente di riferimento, per la
stesura del PDP e i colloqui con la famiglia, in modo da non caricare di eccessivo
lavoro e responsabilità un singolo insegnante.
5. Predisposizione, stesura e sottoscrizione del PDP
Soggetti coinvolti: coordinatore di classe, componenti CdC
In occasione della seconda riunione del CdC (Ottobre/Novembre) viene svolta
l’analisi della situazione dello studente, del suo inserimento nella classe e dei primi
risultati conseguiti. Una volta acquisite le informazioni necessarie il PDP viene
redatto nella sua forma definitiva.
In questa fase è necessario che la parte del PDP a cura dello studente ed
eventualmente della famiglia venga consegnata agli interessati per la compilazione.
Il PDP viene compilato utilizzando un modello standard, discusso e concordato a
livello di istituto il quale deve contenere:
- dati relativi all’alunno
- descrizione del funzionamento delle abilità strumentali
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- caratteristiche del processo di apprendimento
- strategie per lo studio – strumenti utilizzati
- individuazione di eventuali modifiche all’interno degli obiettivi disciplinari per il
conseguimento delle competenze fondamentali
- strategie metodologiche e didattiche adottate
- strumenti compensativi e/o misure dispensative
- criteri e modalità di verifica e valutazione
- patto educativo con la famiglia
Entro il mese di novembre il coordinatore di classe, o il docente referente,
convocherà i genitori per la firma del PDP. È sufficiente la firma di uno dei genitori,
ma è preferibile la firma di entrambi. Il coordinatore e/o dal Dirigente Scolastico,
rendendolo così esecutivo.
Una volta firmato, il documento confluisce nel fascicolo personale dello studente,
come documento riservato. La famiglia può chiederne copia all’atto della firma o in
qualsiasi altro momento dell’anno scolastico, così come tutti i docenti del Consiglio
di Classe.
5. Precisazioni
La predisposizione, da parte dei docenti di classe, con l'eventuale aiuto del Referente
DSA di Istituto, degli interventi ritenuti idonei a garantire il miglior percorso di
educazione scolastica, secondo le indicazioni del DM 5669, è un compito che la
scuola deve garantire in ogni caso.
L'eventuale non condivisione preventiva e indipendente dal contenuto, da parte dei
genitori e/o dell'alunno del contenuto del PDP non esime i docenti dalla sua stesura,
che riveste anche la funzione di documentazione della progettazione docente.
Nel caso in cui venga rifiutata la firma del PDP, è opportuno farsi motivare la ragione
e conservarla agli atti.
Nel primo Consiglio di classe utile si verbalizza la mancata accettazione da parte
della famiglia del PDP .
Viceversa, con l’apposizione della firma la famiglia deve essere consapevole che
autorizza il Consiglio di Classe ad utilizzare tutti gli strumenti indicati per il
raggiungimento del successo scolastico dell’alunno e che si impegna a procurarglieli
e farglieli usare. A seconda della gravità del problema il trattamento differenziato
sarà più o meno evidente, ma comunque non occultabile.
Questo deve essere chiarito fin dall’inizio. Se la famiglia non vuole che siano rese
palesi le difficoltà dello studente o insiste perché non si riveli alla classe la
condizione del figlio, lo deve dichiarare ed essere consapevole delle conseguenze.
RUOLI E COMPITI DELLE FIGURE COINVOLTE
Cosa devono fare i genitori Iscrizione
20
• a gennaio, al momento dell'iscrizione online, i genitori devono segnalare
nell'apposito spazio la presenza di disturbi dell'apprendimento.
• tra giugno e settembre, i genitori devono portare in segreteria la certificazione di
DSA/E.E.S. rilasciata dai referenti ASL, nel caso in cui la certificazione sia redatta da
specialisti privati occorre che la famiglia richieda la conformità delle ASL mentre la
scuola avvierà comunque le procedure per la stesura del PDP.
• si ricorda ai genitori che la segnalazione da depositare in segreteria deve essere
aggiornata e se non lo fosse la scuola ne richiederà un aggiornamento e deve essere
rinnovata durante il passaggio ad un ordine scolastico successivo.
• entro fine settembre/primi di ottobre, il coordinatore effettuerà un colloquio con
la famiglia e, se lo ritiene necessario, con lo psicologo di riferimento, al fine di
raccogliere le informazioni necessarie per documentare al Consiglio di classe la
situazione e per predisporre il PDP.
• dopo il Consiglio di Classe di Novembre il docente coordinatore contatterà la
famiglia per la sottoscrizione del PDP
• si ricorda ai genitori che il PDP avrà una durata non superiore all’anno.
• Cosa fanno i docenti
• entro fine settembre/primi di ottobre, il coordinatore effettuerà un colloquio con
la famiglia e, se lo ritiene necessario, con lo psicologo di riferimento, al fine di
raccogliere le informazioni necessarie per documentare al Consiglio di classe la
situazione;
• nel Consiglio di classe di ottobre: i docenti dopo un periodo di osservazione,
prenderanno accordi per la predisposizione del PDP e li condivideranno con la
famiglia;
• entro il Consiglio di Classe di Novembre o se necessario in un consiglio di classe
straordinario i docenti effettueranno la stesura finale e la sottoscrizione del PDP da
parte di docenti, genitori e dirigente scolastico;
La predisposizione, da parte dei docenti di classe, con l'eventuale aiuto del Referente
DSA di Istituto, degli interventi ritenuti idonei a garantire il miglior percorso di
educazione scolastica, secondo le indicazioni del DM 5669, è un compito che la
scuola deve garantire in ogni caso.
L'eventuale non condivisione preventiva e indipendente dal contenuto, da parte dei
genitori e/o dell'alunno del contenuto del PDP non esime i docenti dalla sua stesura,
che riveste anche la funzione di documentazione della progettazione docente.
Nel caso in cui venga rifiutata la firma del PDP, è opportuno farsi motivare la ragione
e conservarla agli atti.
• entro il 30 novembre i PDP verranno depositati in segreteria nelle cartelline
personali degli alunni;
• durante tutto l’anno scolastico il consiglio di classe lavorerà con lo studente per
comprendere il livello di conoscenza e accettazione delle proprie difficoltà e
monitorerà il PDP mediante verifiche in itinere;
21
• a seguito dello scrutinio finale il Coordinatore avrà cura di verificare insieme al
C.d.C. l’adeguatezza del PDP, valutando la necessità di eventuali modifiche
migliorative rispetto a strumenti, misure e metodologie adottate.
ALUNNI CON DIAGNOSI AL MOMENTO DELL’ISCRIZIONE
INSEGNANTI
Acquisiscono e condividono la certificazione nel primo
consiglio di classe.
Il coordinatore di classe incontra la famiglia per la raccolta
di dati e informazioni e la condivisione dell'iter procedurale.
Nel secondo consiglio di classe (ottobre/novembre) si
raccolgono le osservazioni di tutti i docenti al fine di
elaborare il PDP: si concordano le metodologie più adeguate
le misure compensative e dispensative, l'organizzazione
delle verifiche e le modalità di valutazione. Il coordinatore
incontra la famiglia per la condivisione e sottoscrizione del
documento: se la famiglia non accetta il PDP, è opportuno
farsi motivare la ragione e conservarla agli atti.
Il referente DSA deposita il PDP in direzione entro 30
novembre e lo fa protocollare: riferisce alla famiglia che per
averne copia deve fare richiesta alla segreteria.
Il coordinatore si assicura che tutti gli insegnanti, compresi
nuove nomine e supplenti, prendano visione della
documentazione relativa all'alunno con DSA.
Il Consiglio di Classe monitora l'andamento didattico
dell'alunno e l'efficacia dei provvedimenti del PDP almeno
due volte l’anno.
FAMIGLIA Presenta la certificazione all'atto dell'iscrizione. Effettua un
primo incontro con il coordinatore di classe per la raccolta di
dati, informazioni e la condivisione dell'iter procedurale. Lo
informa di eventuali percorsi riabilitativi in atto o in
programma. In un secondo incontro prende visione del PDP
in cui vengono concordati gli atteggiamenti comuni e le
responsabilità di entrambe le parti. Firma per accettazione.
Se lo desidera, richiede presso la segreteria una copia del
PDP.
Fa effettuare una valutazione del disturbo ad ogni passaggio
22
di ordine e di grado di scuola.
Informa le insegnanti.
EQUIPE MEDICA Procede con eventuali percorsi riabilitativi.
SEGRETERIA/REFE
RENTE DSA
Acquisisce la diagnosi, la. tiene nel fascicolo personale
dell’alunno.
Sollecita la famiglia al rinnovo della diagnosi, al momento
del passaggio da un ordine di scuola all’altro.
7.ACCOGLIENZA E INTEGRAZIONE DEGLI ALUNNI IN SITUAZIONI DI
SVANTAGGIO SOCIO-ECONOMICO, LINGUISTICO E CULTURALE. Il presente protocollo - contiene informazioni sulle pratiche per l’inclusione degli
alunni in situazione di svantaggio socio-economico, linguistico e culturale; - definisce
i ruoli ed i compiti di ciascuno; - traccia le linee di tutte quelle attività volte a favorire
un reale percorso di apprendimento e migliorare il processo di integrazione degli
alunni in situazione di svantaggio. Per quanto riguarda gli alunni in situazione di
svantaggio, la normativa di riferimento è costituita dalla Direttiva Ministeriale del 27
dicembre 2012 “Strumenti d'intervento per alunni con bisogni educativi speciali e
organizzazione territoriale per l'inclusione scolastica” e dalle successive circolari del
MIUR n. 8 del 6/03/ 2013 e n. 2563 del 22/11/2013.
LO SVANTAGGIO SCOLASTICO Lo svantaggio scolastico può essere classificato in tre grandi aree:
• socio-economico: legato ad una particolare situazione sociale
• culturale: legato a situazioni di difficoltà di inserimento in un contesto culturale
diverso
• linguistico: legato alla non conoscenza della lingua italiana, l’area dello svantaggio
è in realtà più vasta: “Ogni alunno, con continuità o per determinati periodi, può
manifestare Bisogni Educativi Speciali: o per motivi fisici, biologici, fisiologici o
anche per motivi psicologici, sociali, rispetto ai quali è necessario che le scuole
offrano adeguata e personalizzata risposta” (Direttiva Ministeriale del 27 dicembre
2012). “Tali tipologie di BES dovranno essere individuate sulla base di elementi
oggettivi (come ad es. una segnalazione degli operatori dei servizi sociali), ovvero di
ben fondate considerazioni psicopedagogiche e didattiche. Per questi alunni (…) è
parimenti possibile attivare percorsi individualizzati e personalizzati, oltre che
adottare strumenti compensativi e misure dispensative (ad esempio la dispensa dalla
lettura ad alta voce e le attività ove la lettura è valutata, la scrittura veloce sotto
dettatura, ecc.), con le stesse modalità sopra indicate. In tal caso si avrà cura di
monitorare l’efficacia degli interventi affinché siano messi in atto per il tempo
strettamente necessario. Pertanto, a differenza delle situazioni di disturbo
documentate da diagnosi, le misure dispensative, nei casi sopra richiamati, avranno
carattere transitorio e attinente aspetti didattici, privilegiando dunque le strategie
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educative e didattiche attraverso percorsi personalizzati, più che strumenti
compensativi e misure dispensative.
La decisione del Consiglio di Classe
Se non c’è certificazione H o DSA, decide il CdC, indipendentemente dalla richiesta
dei genitori: “Si ribadisce che, anche in presenza di richieste dei genitori
accompagnate da diagnosi che però non hanno dato diritto alla certificazione di
disabilità o di DSA, il Consiglio di classe è autonomo nel decidere se formulare o non
formulare un Piano Didattico Personalizzato”. Per un alunno con difficolta’ non
meglio specificate, occorre l’accordo del CdC per adottare il PdP: “In ultima analisi,
(…), nel caso di difficoltà non meglio specificate, soltanto qualora nell’ambito del
Consiglio di classe (…) si concordi di valutare l’efficacia di strumenti specifici
questo potrà comportare l’adozione e quindi la compilazione di un Piano Didattico
Personalizzato, con eventuali strumenti compensativi e/o misure dispensative”. “Il
Piano Didattico Personalizzato va quindi inteso come uno strumento in più per
curvare la metodologia alle esigenze dell’alunno, o meglio alla sua persona,
rimettendo alla esclusiva discrezionalità dei docenti la decisione in ordine alle scelte
didattiche, ai percorsi da seguire ed alle modalità di valutazione”. Il Consiglio di
Classe ha il compito di rilevare lo svantaggio sociale e culturale, di individuare i
bisogni relativi all’apprendimento e di attivare le progettualità personalizzate,
verbalizzandole. In caso di rilevazione di un BES e di adozione di un PDP da parte
del CdC, il coordinatore (o docente referente incaricato di seguire il caso specifico)
redigerà una sintetica relazione e la allegherà al fascicolo personale dello studente.
Nella sezione del PDP il campo “Individuazione della situazione di bisogno
educativo speciale da parte di” sarà compilato indicando l’opzione“Consiglio di
classe”.
Lo specialista (es. psicologo, psicopedagogista ecc.) può essere di supporto al CdC,
sia nella fase di preparazione di strumenti di osservazione da utilizzare in classe, che
nella fase di individuazione di metodologie didattiche che sostengano il percorso
personalizzato. Il suo intervento può favorire la comprensione più approfondita e
completa della situazione personale e socio/ambientale dello studente.
La famiglia deve essere informata dei bisogni rilevati dagli insegnanti, guidata a
comprendere il suo ruolo di corresponsabilità e sulla necessità di collaborazione.
La comunicazione con la famiglia deve essere puntuale, in modo particolare riguardo
ad una lettura condivisa delle difficoltà e della progettazione educativo/didattica per
favorire il successo formativo. In accordo con la famiglia verranno individuate le
modalità e le strategie specifiche, adeguate alle effettive capacità dello studente, per
favorire lo sviluppo pieno delle sue potenzialità nel rispetto degli obiettivi previsti dai
Piani di studio.
RUOLI E COMPITI DELLE FIGURE COINVOLTE
La famiglia La famiglia, uno specialista, i servizi sanitari nazionali, etc…, possono chiedere la
predisposizione di percorso personalizzato, ma la decisione finale di attivarlo spetta
esclusivamente al CdC
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Il consiglio di Classe La decisione di predisporre un PDP è solo del Consiglio di classe. Ove non sia
presente certificazione clinica o diagnosi, il Consiglio di Classe motiverà
opportunamente, verbalizzandole, le decisioni assunte sulla base di considerazioni
pedagogiche e didattiche e valuterà la possibilità di attivare un PDP previa richiesta
scritta della famiglia. Il percorso personalizzato avrà una durata non superiore
all’anno scolastico e la sua adozione ha lo scopo di favorire il successo scolastico
dell'alunno ma non di garantirlo. Le scuole possono avvalersi per tutti gli alunni con
bisogni educativi speciali degli strumenti compensativi e delle misure dispensative
previste dalle disposizioni attuative della Legge 170/2010 8 e DM 5699/2011) meglio
descritte nelle allegate Linee Guida. Quando il Consiglio di classe ha deciso di
attivare una didattica personalizzata può farlo:
a. indicando all’interno del verbale della riunione del Consiglio di classe la descrizione della situazione e le strategie individuate per supportare il
percorso scolastico dell’alunno .
b. predisponendo un PDP con le modalità e tempistiche sotto indicate: - entro fine settembre/primi di ottobre, il coordinatore effettuerà un colloquio con
la famiglia al fine di raccogliere le informazioni necessarie per documentare al
Consiglio di classe la situazione;
- nel Consiglio di classe di ottobre: i docenti dopo un periodo di osservazione,
prenderanno accordi per la predisposizione del PDP e li condivideranno con l'alunno
e la famiglia coinvolti;
- entro il Consiglio di Classe di Novembre o in un consiglio di classe straordinario
i docenti effettueranno la stesura finale e la sottoscrizione del PDP da parte di
docenti, genitori, studente e dirigente scolastico;
- entro il 30 novembre i PDP verranno depositati in segreteria nelle cartelline
personali degli alunni;
- durante tutto l’anno scolastico il consiglio di classe lavorerà con lo studente per
comprendere il livello di conoscenza e accettazione delle proprie difficoltà e terrà
monitorato il PDP mediante verifiche in itinere;
- a seguito dello scrutinio finale il Coordinatore avrà cura di verificare insieme al
C.d.C l’adeguatezza del PDP, valutando la necessità di eventuali modifiche
migliorative rispetto a strumenti, misure e metodologie adottate.
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8.ACCOGLIENZA E INTEGRAZIONE DEGLI ALUNNI STRANIERI
SENZA ALFABETIZZAZIONE ITALIANA
PREMESSA E NORMATIVA DI RIFERIMENTO Il presente protocollo - contiene informazioni sulle pratiche per l’inclusione degli
alunni stranieri privi di adeguata conoscenza della lingua italiana;
- definisce i ruoli ed i compiti di ciascuno;
- traccia le linee di tutte quelle attività volte a favorire un reale percorso di
apprendimento e migliorare il processo di integrazione degli alunni stranieri.
Esso è adottato dal Collegio dei docenti al fine di rendere operative le indicazioni
contenute nell’art. 45 del DPR n. 394 del 31 agosto 1999 e nelle “Linee guida per
l’accoglienza e l’integrazione degli alunni stranieri 2014” trasmesse con la Nota
MIUR n. 4233 del 19 febbraio 2014
RUOLI E COMPITI DELLE FIGURE COINVOLTE Commissione alunni stranieri svolge i seguenti compiti:
- cura il raccordo tra le diverse componenti professionali (interne ed esterne alla
scuola) che intervengono per assicurare la buona accoglienza ed integrazione degli
alunni stranieri;
- formula proposte al Collegio dei docenti e al Consiglio d’Istituto (per le rispettive
competenze) in merito a quanto previsto dall’art. 45, DPR 394/1999: comma 3
(ripartizione degli alunni stranieri nelle classi); comma 5 (criteri e modalità per la
comunicazione tra scuola e le famiglie degli alunni stranieri); comma 6 (intese con
soggetti del territorio per l’educazione interculturale e la valorizzazione e lo studio
delle più diffuse lingue e culture di origine); comma 7 (organizzazione di iniziative di
educazione interculturale, di formazione del personale ecc.);
- di sostegno alla progettualità dei consigli di classe, di proposta di azioni innovative
docenti, di monitoraggio dell’attività di accoglienza/integrazione e dei risultati
ottenuti.
- Progetto di italiano L2 finanziato dal Comune di Torino e Università: è attivato
all’interno della scuola con esperti esterni.
Il Consiglio di Classe La decisione di predisporre un PDP è solo del Consiglio di classe. Il Consiglio di
Classe motiverà opportunamente, verbalizzandole, le decisioni assunte sulla base di
considerazioni pedagogiche e didattiche e valuterà la possibilità di attivare un PDP
previa richiesta della famiglia. Il percorso personalizzato avrà una durata non
superiore all’anno scolastico e la sua adozione ha lo scopo di favorire il successo
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scolastico dell'alunno. Le scuole possono avvalersi per tutti gli alunni con bisogni
educativi speciali degli strumenti compensativi e delle misure dispensative previste
dalle disposizioni attuative della Legge 170/2010 8 e DM 5699/2011) meglio
descritte nelle allegate Linee Guida.
Quando il Consiglio di classe ha deciso di attivare una didattica personalizzata può
farlo:
a. indicando all’interno del verbale della riunione del Consiglio di classe la descrizione della situazione e le strategie individuate per supportare il
percorso scolastico dell’alunno .
b. predisponendo un PDP con le modalità e tempistiche sotto indicate: - entro fine settembre/primi di ottobre, il coordinatore effettuerà un colloquio con la
famiglia al fine di raccogliere le informazioni necessarie per documentare al
Consiglio di classe la situazione;
- nel Consiglio di classe di ottobre: i docenti dopo un periodo di osservazione,
prenderanno accordi per la predisposizione del PDP e li condivideranno con l'alunno
e la famiglia coinvolti;
- entro il Consiglio di Classe di Novembre o in un consiglio di classe straordinario i
docenti effettueranno la stesura finale e la sottoscrizione del PDP da parte di docenti,
genitori, studente e dirigente scolastico;
- entro il 30 novembre i PDP verranno depositati in segreteria nelle cartelline
personali degli alunni;
- durante tutto l’anno scolastico il consiglio di classe lavorerà con lo studente per
comprendere il livello di conoscenza e accettazione delle proprie difficoltà; - durante
tutto l’anno scolastico il consiglio di classe terrà monitorato il PDP mediante
verifiche in itinere;
- a seguito dello scrutinio finale il Coordinatore avrà cura di verificare insieme al
CdC l’adeguatezza del PDP, valutando la necessità di eventuali modifiche
migliorative rispetto a strumenti, misure e metodologie adottate.
LE FASI DEL PROGETTO DI INTEGRAZIONE E LE MODALITA’
DELL’INTERVENTO DIDATTICO
Iscrizione L’iscrizione rappresenta il primo momento di accoglienza dell’alunno straniero e
della sua famiglia. Quando si presenta un neo-arrivato: - l’incaricato/a di segreteria
riceve il neo-arrivato/a, consegna l’elenco dei documenti e delle informazioni da
richiedere e prende contatto con il referente per gli alunni BES della scuola per
fissare un nuovo appuntamento con alunno/a e famiglia;
- il referente per i BES realizza il primo colloquio scuola-famiglia;
- sulla base dei dati conoscitivi forniti, il Dirigente insieme al referente per i BES
decidono la classe (ed eventualmente la sezione) alla quale iscrivere l’alunno e ne
danno comunicazione al competente Consiglio di classe;
- il referente per i BES o il coordinatore effettua un test per verificare le competenze
in ingresso relativamente alla comprensione e produzione sia scritta che orale.
Predisposizione del PDP
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Il coordinatore del C.d.C. interessato e/o il referente per i BES si incontrano con il
referente della commissione alunni stranieri ed eventualmente con il mediatore di
territorio. Nel corso di tale incontro, gli operatori coinvolti individuano le proposte da
sottoporre al C.d.C., affinché questo possa elaborare nel miglior modo possibile il
piano didattico personalizzato con cui gestire l’accoglienza dell’alunno/a
interessato/a.
I punti sui quali formulare proposte sono:
- l’inserimento dell’alunno neo-arrivato nel laboratorio di italiano L2 (quante ore, in
quali giorni, per quale durata, come organizzare l’accompagnamento dell’allievo se è
un laboratorio di rete esterno alla scuola ecc);
- il raccordo tra aula e laboratorio linguistico (in quali giorni e ore sta in aula e in
quali altri sta nel laboratorio; a quali attività d’aula è bene che partecipi ecc.);
- un’ipotesi di durata del periodo di accoglienza, l’impiego del mediatore di etnia
(quante ore, in quali momenti, per fare cosa….). Il coordinatore convoca il C.d.C. per
elaborare il piano didattico personalizzato con il quale gestire il periodo di
accoglienza. In particolare progetta le attività più idonee per:
- completare la conoscenza dell’allievo (rilevazione dei livelli effettivi di
apprendimento in ingresso nelle varie aree disciplinari);
- facilitare l’accoglienza del nuovo alunno da parte dei compagni di classe;
- far interagire nel miglior modo possibile le attività d’aula con il progetto di italiano
L2;
Il progetto approvato dal C.d.C. è presentato alla famiglia, che dovrà sottoscriverlo.
Avvio del processo di apprendimento. La gestione di questa fase coinvolge il consiglio di classe, il laboratorio di italiano
L2, la Commissione alunni stranieri, ed eventualmente il mediatore di territorio e
mediatori di lingua madre. E’ la fase che dà attuazione al piano di studio
personalizzato elaborato dal C.d.C. per gestire l’accoglienza dell’allievo/a. Esso ha la
durata massima di un anno scolastico ed ha come obiettivi:
a) condurre l’allievo ad apprendere l’italiano come lingua per comunicare (livello
A2);
b) realizzare una buona socializzazione tra alunno neo-arrivato ed il resto della
classe;
c) incrementare i livelli iniziali di apprendimento nel maggior numero possibile di
materie. In questa fase la relazione docenti-allievi migranti e le loro famiglie è di
particolare importanza per la realizzazione di un positivo processo di apprendimento
e di inclusione. A tal fine sarà dedicata specifica attenzione dalla mediazione
linguistica e culturale.
Accompagnamento allo studio
E’ la fase che ha come destinatari gli allievi stranieri dopo che hanno superato
positivamente il momento dell’accoglienza. Essa ha una durata variabile. La gestione
di questa fase coinvolge il C.d.C., il Laboratorio di italiano L2, il GLI, ed
eventualmente il mediatore di territorio. In essa il processo di insegnamento-
apprendimento rivolto agli alunni stranieri può dispiegarsi con compiutezza in tutte le
sue fasi (partecipazione piena alle attività della classe, studio delle materie,
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valutazione degli apprendimenti), sia pure con gli adattamenti del caso. A questo
proposito il C.d.C aggiornerà il piano di studio personalizzato, fondandolo su un
rinnovato raccordo con il laboratorio di italiano L2 (occorre condurre gli allievi al
livello C), sulla semplificazione dei testi e sulla facilitazione alla loro comprensione.
LA VALUTAZIONE DEGLI ALUNNI STRANIERI In generale, l’alunno non italofono o non ancora sufficientemente italofono non è
incompetente su tutto. Egli si trova, per qualche tempo, in una situazione nella quale
non ha le parole per comunicare nella lingua italiana le sue competenze. Salvo i casi
di coloro che non hanno frequentato la scuola nei paesi di origine o hanno avuto
percorsi assai carenti e limitati, la maggior parte degli alunni stranieri neo arrivati ha
una storia scolastica e possiede competenze, abilità e conoscenze, talvolta simili a
quelle richieste agli alunni italiani di pari classe, tal altra diverse, in alcuni ambiti
disciplinari possono essere addirittura migliori, in altri più carenti. Tutti presentano
una incompetenza linguistica che, essendo provvisoria e temporanea va rimossa. La
valutazione non può che tenere conto di ciò. Anche in attuazione delle più recenti
innovazioni introdotte dalla normativa, le verifiche “intermedie e le valutazioni
periodiche e finali sul rendimento scolastico devono essere coerenti con gli obiettivi
di apprendimento previsti dal piano dell’offerta formativa” (Art. 1, c. 4, Regolamento
sulla valutazione DPR 122/2009) e, nello specifico, dal piano di studio personalizzato
elaborato dal CdC per gestire sia la fase di accoglienza, sia quella di
accompagnamento allo studio. Durante la fase di avvio allo studio, la valutazione sarà
prevalentemente di tipo formativo e riguarderà: - la progressiva conoscenza della
lingua italiana, fino al raggiungimento di un livello A2/B1; tale raggiungimento
completa la fase dell’accoglienza; - il livello di partenza dell’alunno, il processo di
conoscenza, la motivazione, l’impegno e le sue potenzialità di apprendimento. In
questa fase, per le valutazioni quadrimestrali il Consiglio di Classe, dopo aver preso
in esame gli elementi sopra indicati, potrà esprimere, in ogni singola disciplina, una
valutazione del tipo: “La valutazione non viene espressa in quanto l’alunno si trova
nella fase di alfabetizzazione in lingua italiana” (per gli alunni stranieri privi di
adeguata conoscenza della lingua italiana). Nella successiva fase di
accompagnamento allo studio, la valutazione avverrà secondo quanto previsto dal
comma 9, art. 1 del Regolamento sulla valutazione e tenuto conto del progetto di
accompagnamento allo studio, basato sulla semplificazione e facilitazione compiuta
dai docenti del CdC.
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9.TABELLA RIASSUNTIVA
Scuola e Famiglia: ruoli del personale e compiti degli attori
PERSONALE COMPITI
Dirigente Scolastico (DS) Consultivi/gestionali, organizzativi (Governance) - individua le risorse interne ed esterne per rispondere alle esigenze di inclusione; - approva i gruppi classe proposti dalla commissione; - assegna gli insegnanti di sostegno con il supporto del Gruppo H; - promuove attività di formazione/aggiornamento; - cura i rapporti con le amministrazioni locali (Comuni, Asl, Associazioni, ecc.); - figura di riferimento per tutti i soggetti coinvolti.
Funzione Strumentale (FS)
- raccorda le diverse realtà (enti territoriali, enti di formazione, cooperative, scuole, ASL, famiglie); - coordina il personale; -coordina le riunioni del GLI e organizza gli incontri del GLHO; - promuove l’attivazione e il monitoraggio di progetti specifici; - presenta in ingresso e controlla in uscita la documentazione necessaria all’inclusione (PEI, PDF, PDP); - divulga iniziative relative ai BES; - raccoglie, studia e fornisce informazioni circa la normativa vigente; - diffonde iniziative del CTI e CTS; - cura la diffusione di materiali utili all’attività didattica; - rendiconta al Collegio docenti.
Docente di sostegno (presente solo per alunni con disabilità certificata in base alla L. 104/92)
-concorda con ciascun docente curricolare i contenuti del PEI e con gli educatori le strategie metodologiche educative; - tiene rapporti con la famiglia, esperti ASL, operatori comunali; - verbalizza incontri, riunioni, compila le documentazioni previste nei tempi indicati; - fa parte del GLI con il quale coopera per promuovere azioni inclusive.
Docente curricolare
- favorisce la piena partecipazione degli alunni con BES al normale contesto di apprendimento definendo gli interventi didattico/educativi ed individuando le strategie e le metodologie più utili; - favorisce un clima positivo di collaborazione con famiglia e territorio; - collabora e partecipa alla formulazione del PEI e del PDP Per gli alunni (L. 170/10) con relazione clinica: - partecipa e verbalizza le riunioni; Il team docente provvede all'attuazione delle misure e degli interventi previsti nei PDP, approvati dal Consiglio di Classe
Docente coordinatore di classe
coordina con il team docenti la redazione e l'aggiornamento del PDP; - cura la comunicazione e il coinvolgimento della famiglia dell'alunno e i rapporti tra scuola, famiglia, operatori sanitari e socio-assistenziali che seguono l'alunno.
Personale socio-educativo: assistente educatore assistenziale
- collabora se richiesto alla formulazione del PEI; - collabora con gli insegnanti per la partecipazione dell’alunno a tutte le attività scolastiche e formative; - si attiva per il potenziamento dell’autonomia, della comunicazione e della relazione dell’alunno: autonomia (entrata e uscita da scuola, autonomia personale, assunzione di alimenti; supporto per utilizzo di strumenti didattici);
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comunicazione e relazione come mediatore con i pari e gli adulti.
FAMIGLIA -provvede ad avviare una valutazione psico-pedagogica del proprio figlio/a, in presenza di difficoltà di apprendimento, di propria iniziativa o su segnalazione del pediatra o della scuola, secondo le modalità previste dalla normativa; - consegna alla scuola la diagnosi; - condivide e firma la documentazione dei PEI o PDP; - partecipa agli incontri con gli specialisti e/o l'equipe didattica; - verifica che l’alunno porti a scuola i materiali richiesti; - verifica regolarmente lo svolgimento dei compiti assegnati.
Collaboratori scolastici - aiutano l’alunno negli spostamenti interni, in mensa, nei servizi, in base alle attività previste nel PEI, qualora se ne ravvisi la necessità.
SEGRETERIA/REFERENTE DSA
- acquisisce la documentazione necessaria; - verifica la completezza del fascicolo personale; - collabora con il Dirigente e la FS per tutti gli adempimenti burocratico-amministrativi; Sollecita la famiglia al rinnovo della diagnosi, al momento del passaggio da un ordine di scuola all’altro.
GLI
Opera come struttura di supporto, per l’analisi ed elaborazione di dati, l’analisi di situazioni e problemi, la formulazione di proposte in ordine all’integrazione scolastica degli alunni BES Propone iniziative per la promozione della cultura dell’inclusione - Richiede ai plessi proposte di acquisto del materiale didattico secondo i criteri stabiliti per l’erogazione dei finanziamenti dedicati e all’occorrenza ne stabilisce le priorità. Valuta e ri-modula i Progetti di Istituto destinati agli alunni BES Promuove la formazione dei docenti: strategie e metodologie educativo didattiche e di gestione della classe; didattica speciale e progetti educativo didattici a prevalente tematica inclusiva; didattica interculturale/italiano L2; psicologia e psicopatologia dell’età evolutiva; progetti di formazione speciale su specifiche disabilità (autismo, disabilità intellettive e/o sensoriali, etc.)
TEMPISTICA E SCADENZE
Se al momento dell'iscrizione si è in possesso della certificazione, il PDP va depositato in segreteria entro il 30 novembre. Se si ricevono certificazioni in corso
d’anno, il PDP va predisposto e depositato entro un mese.
Le diagnosi possono essere presentate in qualsiasi momento dell’anno scolastico: la
scuola è tenuta ad accogliere e registrarle agli atti, poiché soltanto per gli anni
terminali dei cicli scolastici è previsto un limite temporale (31 marzo)
È tuttavia evidente che, qualora la diagnosi sia presentata dopo quella data, la
formulazione e l’applicazione di un PDP risulteranno problematici per l’anno
scolastico in corso. È chiaro infatti che, anche in caso di diagnosi tardive,
occorrerebbe un lasso di tempo di circa tre mesi per la redazione e l’applicazione del
documento. Pertanto, in casi del genere, il CdC rinvierà al successivo anno scolastico
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l’elaborazione del PDP, adottando nel frattempo eventuali personalizzazioni della
didattica che tengano conto del disturbo individuato
10.INVALSI L’art. 7 del D.Lgs 62/2017 prevede importanti novità per le prove INVALSI a
conclusione del primo ciclo d’istruzione.
Esse non fanno più parte dell’Esame di Stato, ma costituiscono un momento distinto
del processo valutativo del primo ciclo di istruzione.
Le novità riguardano l’introduzione della prova di inglese, la tipologia di
somministrazione computer based (CBT) e il periodo di svolgimento che va dal 4
aprile 2018 al 21 aprile 2018. Altra modifica riguarda la durata delle prove, 90 minuti
ciascuna.
L’art. 11, c.4 del D.lgs 62/2017 e la Nota MIUR 1865 del 10/10/2017 dicono che “le
alunne e gli alunni con disabilità partecipano alle prove standardizzate di cui agli
articoli 4 e 7. Il consiglio di classe o i docenti contitolari della classe possono
prevedere adeguate misure compensative o dispensative per lo svolgimento delle
prove e, ove non fossero sufficienti, predisporre specifici adattamenti della prova
ovvero l’esonero della prova.”.
In particolar modo per le prove di italiano e matematica possono essere adottate, se
previsto dal PEI delle misure compensative:
delle prove INVALSI);
ura della prova in formato di file audio per l’ascolto individuale della prova;
O delle misure dispensative:
Per la prova di inglese possono essere adottate, se previsto dal PEI, delle misure
compensative:
la prova di listening).
O delle misure dispensative:
i (reading o listening).
Facendo sempre riferimento all’articolo e alla nota Miur di cui sopra, anche gli allievi
con DSA svolgono le prove INVALSI, inclusa quella d’Inglese.
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Se previsto dal PDP, possono essere adottate delle misure compensative:
aggiuntivo (fino a 15 min. per le prove di italiano e matematica e fino a
15 min. per la prova di reading e un terzo ascolto per la prova di listening);
delle prove INVALSI);
O delle misure dispensative:
– reading o
listening).
E’ importante sottolineare che per le alunne e gli alunni con DSA la partecipazione
alle prove INVALSI è requisito d’ammissione all’Esame di Stato.
In merito agli alunni con Bisogni Educativi Speciali di seguito la tabella pubblicata
dall'Istituto con i riferimenti specifici su cosa fare in caso di alunni con disabilità
certificata, con Disturbi Evolutivi Specifici (con certificazione o diagnosi) e con
svantaggio socio-economico, culturale e linguistico.
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11.CERTIFICAZIONE DELLE COMPETENZE AL TERMINE DEL PRIMO
CICLO DI STUDI L’articolo 9 del D.Lgs n. 62/2017 indica la finalità e i tempi di rilascio della
certificazione delle competenze. Si ricorda che la certificazione delle competenze è
redatta in sede di scrutinio finale ed è rilasciata alle alunne e agli alunni, al termine
della scuola primaria e al termine della scuola secondaria di primo grado a coloro i
quali, hanno superato l’Esame di Stato. I modelli sono adottati con provvedimento
del MIUR e sono allegati al D.M. n. 742 del 3 ottobre 2017. Per le alunne e gli alunni
con disabilità la certificazione redatta sul modello nazionale può essere
accompagnata, se necessario, da una nota esplicativa che rapporti il significato degli
enunciati di competenza agli obiettivi specifici del piano educativo individualizzato.
È importante sottolineare però che “Nel diploma finale rilasciato al termine degli
esami del primo ciclo e nelle tabelle affisse all’albo di istituto non viene fatta
menzione delle modalità̀ di svolgimento e della differenziazione delle prove” (art. 11,
c. 15, del D. Lgs. 62/2017). La certificazione delle competenze rilasciata al termine
del primo ciclo è integrata da una sezione, predisposta da INVALSI (art. 4, c. 2 e c. 3
del D.M. 742/2017), disponibile per le scuole entro la fine dell’anno scolastico e
comunque prima dello scrutinio finale. Gli esiti delle prove INVALSI, infatti,
confluiranno nella certificazione delle competenze e saranno distinti in livelli
descrittivi: Italiano (6 livelli), Matematica (6 livelli), Inglese: lettura (4 livelli) e
ascolto (4 livelli) (art. 9, c. 3, lettera f del D. Lgs. 62/2017 e art. 4 del D.M. 742 del
3.10.2017).
La nota INVALSI-MIUR 2016/2017 relativa alla somministrazione delle prove per
allievi con svantaggio socio economico- linguistico e culturale, prevede che tali
alunni abbiano diritto alla somministrazione standard delle prove senza alcuno
strumento compensativo e/o misura dispensativa
ESAME DI STATO CONCLUSIVO DEL PRIMO CICLO DI ISTRUZIONE
SECONDARIA Le prove d’esame sono le stesse per tutti gli alunni, agli alunni BES possono essere
somministrate secondo modalità diverse (circolare ministeriale n. 48 del 31 maggio
2012 e Nota MIUR 3587 del 3 giugno 2014 – Esame di Stato Conclusivo del Primo
Ciclo di Istruzione), deliberate secondo la griglia appositamente predisposta che
viene consegnata al Presidente d’esame.
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12.GLI- GRUPPO DI LAVORO PER L’INCLUSIVITA’
Il Gruppo di Lavoro per l’inclusione (GLI) , in conformità alla C.M. n.8 del 6 marzo
2013, è un’estensione del preesistente Gruppo di Lavoro per l’Handicap(GLH)
previsto dalla L. n. 104/1992, art. 15, i cui compiti si estendono a tutte le
problematiche relative ai BES.
Il GLI si struttura su due livelli:
1. il GLI di Istituto (trasversale), in cui confluisce il preesistente GLH, la
commissione DSA e Stranieri
2. Il GLI operativo, in cui confluisce il preesistente gruppo H. Il GLI di Istituto è
costituito dal Dirigente scolastico e/o persona delegata dal medesimo, docenti
referenti B.E.S. (alunni con disabilità, alunni con DSA, alunni di lingua nativa non
italiana o con altri B.E.S.), docenti curricolari, di sostegno e dai rappresentanti dei
genitori dei tre ordini di scuola, A.E.C., un collaboratore scolastico.
Il GLI di Istituto svolge le seguenti funzioni, ad esso attribuite dalla C.M. n.8 del 6
marzo 2013:
• rilevazione dei BES presenti nella scuola;
• rilevazione, monitoraggio e valutazione del livello di inclusività della scuola;
• elaborazione di una proposta di Piano Annuale per l’Inclusività da sottoporre al
Collegio Docenti e da inviare agli Uffici competenti, anche per l’assegnazione delle
risorse di sostegno.
I rappresentanti dei genitori degli alunni presenti nel GLI di Istituto esprimono
proposte relativamente all’integrazione scolastica degli alunni con disabilità e
all’inclusività realizzata dalla scuola.
Il GLI operativo espleta le seguenti competenze specificamente dedicate all’area
della disabilità e già spettanti al GLH.
Competenze di tipo organizzativo:
1. definizione delle modalità di passaggio dei minori da una scuola all’altra e
modalità di accoglienza; gestione e reperimento delle risorse materiali (sussidi, ausili
tecnologici, biblioteche…);
2. proposta di acquisto di attrezzature, sussidi e materiale didattico destinati ad
alunni con disabilità o con altri BES;
3. Gestione delle risorse di personale (criteri e proposte di assegnazione dei docenti
alle attività di sostegno, richiesta e attribuzione ore di sostegno alle classi con alunni
in situazione di disabilità, utilizzazione eventuali ore a disposizione).
Competenze di tipo progettuale e valutativo:
1. definire i criteri generali per la stesura di PDF e PEI;
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2. dare indicazioni e supporto per la stesura PDF e PEI;
3. approntare e mettere a disposizione dei colleghi la modulistica necessaria ai vari
adempimenti;
4. seguire l’attività dei docenti di sostegno, verificando che siano conosciute e
applicate le procedure corrette e che sia sempre perseguito il massimo vantaggio per
lo sviluppo formativo degli alunni, nel rispetto della normativa, tenendo conto di
quanto indicato nelle Linee guida del 4 agosto 2009.