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Aspetti sanitari nell’esportazione di prodotti di origine animale Adalberto Lucignani Regione Piemonte Cuneo 02.12.2013 OPPORTUNITÀ ADEMPIMENTI PER L’OSA E PER L’AUTORITA’ COMPETENTE EXPORT PAESI TERZI

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Aspetti sanitari nell’esportazione di prodotti di origine animale

Adalberto Lucignani

Regione Piemonte

Cuneo 02.12.2013

OPPORTUNITÀ ADEMPIMENTI

PER L’OSA E PER L’AUTORITA’ COMPETENTE

EXPORT PAESI TERZI

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OPPORTUNITÀ

Nuovi mercati (popolazione russa:circa 140.000.000);

Paesi in forte sviluppo (BRIC)

Valorizzazione delle proprie produzioni

L’AUTORITA’ COMPETENTE

Valorizzazione della professionalità

PER L’OSA

ADEMPIMENTI

PER L’OSA

Conoscere la normativa di riferimento del Paesenormativa di riferimento del Paese in cui si intende

esportare (anche i certificati)

Disponibilità a ricevere delegazioniricevere delegazioni di altri Paesi per

verifiche/audit/ispezioni (partecipando anche alla logistica)

Pre-requisito è la conformitconformitàà alle disposizioni vigenti;alle disposizioni vigenti;

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ADEMPIMENTI

MINISTERO DELLA SALUTE

Predisposizione accordiaccordi e inteseintese tecniche per le esportazioni,

predisposizione certificazioni all'esportazione.

relazioni con gli organi competenti dell'Unione europea ed

extraeuropea per la trattazione di aspetti inerenti ai rapporti

internazionaliinternazionali; (ambasciate italiane in Peesi stranieri, ambascite

straniere in Italia) coordinamento della profilassi veterinaria

internazionale (certificati);

ADEMPIMENTI

REGIONE

informazione ai Servizi Veterinari delle AA.SS.LL. in merito ai

requisiti igienico sanitari previsti per l’esportazione;

supervisione sulle attività di controllo ufficiale svolte a livello

territoriale;

partecipazione ad incontri di coordinamento a livello nazionale con

i competenti uffici ministeriali (2012: gruppo di lavoro Ministero-

Regioni Task Force);

affiancamento tecnico istituzionale delle delegazioni ispettive dei

Paesi Terzi.

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Assistenza alle ditte in merito ai requisiti igienico sanitari previsti per

l’esportazione;

Verifica e controllo della sussistenza dei requisiti strutturali e

gestionali degli stabilimenti di trasformazione degli alimenti (per es.

U.S.A, Fed. Russa)

Istruttoria istanze Redazione dei certificati

ADEMPIMENTI

ASL

Perché i prodotti alimentari italiani

sono richiesti all’estero?

1.Sono buoni

2.Richiamano l’immagine di un Paese tra i

più ammirati conosciuti al mondo

3.Hanno una storia e un nome

4.Sono di qualità

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LE AZIENDE ITALIANE HANNO ESPORTATO SEMPRE PRODOTTI DI

QUALITA’ ????

Qualità - Cos’e’?L’insieme delle caratteristiche di un prodotto o servizio in grado di incontrare le aspettative del consumatore

la qualità e’ un concetto soggettivo (variaal variare delle condizioni, economiche, sociali,culturali ecc.)

la percezione della qualitàpuò cambiare nel tempo ancheper uno stesso soggetto

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I prodotti alimentari italianiper andare all’estero

devono

rispettare i requisiti stabiliti del Paese di

destinazione

Requisiti di:

• sicurezza per il consumatore

• sicurezza per gli animali (requisiti zoosanitari)

• sicurezza per le piante (requisiti fitosanitari)

Tali requisiti devono essere resi dall’autorità

competente dello stato esportatore che si fa garante del

loro rispetto

.

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Un alimento e’ sicuro quando e’ conforme

ai criteri di sicurezza stabiliti dal legislatore:

«Gli alimenti conformi a specifiche disposizioni comunitarie riguardanti la sicurezza alimentare sono considerati sicuri in relazione agli aspetti disciplinati dalle medesime» (*).

(*) art. 14.7, Reg. (CE) n. 178/02

UN ALIMENTO PER ESSERE IMPORTATO IN ITALIA

DEVE

conforme alle specifiche disposizioni comunitarie riguardanti la sicurezza alimentare

pacchetto igiene

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Criteri di sicurezza UE e Paesi terziOgni Paese può stabilire il livello di sicurezza ritenuto

“accettabile” tramite la fissazione di ALOP (Appropriate

Level Of Protection) per il cui raggiungimento viene

richiesto il rispetto di determinati criteri di sicurezza.

i criteri di sicurezza:

• devono essere scientificamente fondati

• non devono essere discriminatori

• devono essere espressi e applicati in modo tale da

ridurre al minimo gli ostacoli al libero commercio

Criteri di sicurezza UE e Paesi terzi

I criteri di sicurezza possono assumere la forma di

requisiti in materia di:

• composizione (ingredientistica, profilo microbiologico

o tossicologico) dell’alimento

• origine delle materie prime (area di origine degli

animali e delle altre materie prime)

• situazione epidemiologica (status d’assenza/indennità di

determinate malattie, criteri di segregazione, garanzie in

merito alla regionalizzazione, tracciabilità)

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Criteri di sicurezza UE e Paesi terzi

• processo (temperatura minima di cottura, tempo

minimo di stagionatura, tempo massimo tra la “raccolta

della materia prima” e l’inizio del processo di

trasformazione, temperatura di trasporto, ecc.)

• controllo ufficiale (modalità di conduzione e frequenza

dei controlli ufficiali. Es. daily inspection o frequenza

controlli sanità animale o )

Per potere esportare

si deve quindi potere dimostrare che i prodotti

rispettano criteri (di sicurezza) almeno pari (non

superiori) a quelli stabiliti dalla normativa

nazionale del Paese importatore

Tali requisiti possono risultare in standard diversi

(anche superiori) a quelli dell’UE, a condizioni

che la loro adozione sia giustificata da un punto

di vista scientifico

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quindi possibile applicare anche misure non

perfettamente sovrapponibili a quelle in vigore nel

paese terzo in questione, purché ne sia dimostrata

l’equivalenza (invarianza dei risultati).

Il concetto di “equivalenza” è stabilito nell’ambito

degli accordi WTO, e ogni paese aderente

all’Organizzazione deve accettarne l’applicazione

Paesi per i quali è prevista l’approvazione preventiva

degli impianti e la loro iscrizione in una lista

• Usa •Argentina • Singapore

• Giappone • Australia (2) • Hong Kong

• Corea del Sud • Messico (3) • Perù

• Brasile • Uruguay (3) • Vietnam

• Cile • Fed Russa (1) • Turchia

• Canada • Cina (Rep. Po • Indonesia

(1) Le liste degli impianti abilitati a esportare verso la Fed Russa sono gestite

direttamente dalle competenti Autorità della Federazione

(2) Gli stabilimenti di prodotti a base di carne devono essere approvati per gli USA.

(3) Solo impianti abilitati USA

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Procedura di iscrizione nelle liste degli stabilimenti

abilitati a esportare verso Paesi terzi (OSA)

1. presentazione dell’istanza da parte del legale

rappresentante dello stabilimento

2. Dichiarazione conoscenza requisiti legali Paese terzo

3. Predisposizione di procedure documentate di

autocontrollo (prerequisiti - GMP (good manufacturing process), SSOP( Sanitation Standard Operating Procedures)

e HACCP)

4. Validazione delle procedure (90 gg.)

5. (eventuale) sopralluogo ministeriale

6. Inserimento in lista

“Procedura documentata”- cos’é?

Un documento, scritto, un file informatico,una

sequenza di immagini o qualsiasi altro tipo di

documento su supporto cartaceo, magnetico o altro

in grado di fornire evidenza oggettiva delle attività

che si intendono svolgere

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Classificazione in base al rischio

Alto - Medio Alto - Medio basso –Basso Regione Piemonte

Numero di controlli previsti nell’anno in corso

Indicare il numero non la periodicità

Controlli effettuati nell’anno in corso

L’elemento rilevante è il rapporto tra l’attività svolta e quella programmata

“Supervisione” Controllo eseguito dal dirigente di servizio o da un suo incaricato, diversi dal veterinario ufficiale per una verifica dell’attività prestata da quest’ultimo Reg. 882/04

SCHEDA RELATIVA AI CONTROLLI UFFICIALI

VERBALE DI SOPRALLUOGO

PER L’ACCERTAMENTO DELL’IDONEITA’ STRUTTURALE ED IGIENICO SANITARIA DEGLI

STABILIMENTI

A:A: accettabile M: marginalmente accettabile U: U: non accettabile

SSOP CODICE

HACCP CODICE

GMP CODICE

CONTROLLO UFFICIALE CODICE

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SSOP

La predisposizione e applicazione delle SSOP, non previste espressamente dalla normativa comunitaria, costituisce un

requisito per lrequisito per l’’iscrizioneiscrizione e il mantenimentoil mantenimento di uno stabilimento negli elenchi degli impianti abilitati a esportare verso i Paesi TerziPaesi Terzi.

“igiene delle lavorazioni”

Attenzione!

Reg 852/2004- Allegato II - CAPITOLO I

Requisiti generali applicabili alle strutture destinate agli strutture destinate agli

alimentialimenti (diversi da quelli indicati nel capitolo III)1. Le strutture destinate agli alimenti devono essere tenute pulite, sottoposte a manutenzione e tenute in buone condizioni….

Procedura di iscrizione nelle liste degli stabilimenti

abilitati a esportare verso Paesi terzi

(Servizio Veterinario)

1. Verifica “in campo” e attestazione della sussistenza dei

requisiti stabiliti per l’esportazione verso il Paese terzo per il

quale e’ stata presentata l’istanza (Reg. CE n. 852, 853, e

regolamenti di applicazione,requisiti specifici del Paese terzo)

2. Trasmissione istanza alla regione per l’inoltro al Ministero

della Salute unitamente al parerefavorevole (motivato)

espresso con verbale modello ministeriale

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SSOP – Sanitation SOP (Procedure Operative Standard di Sanificazione)

pulizia, sanificazione e controllo delle superfici destinate a

venire a contatto, direttamente o indirettamente, con i

prodotti alimentari.

i piani di lavoro e di appoggio, gli utensili e le superfici, le mani degli operatori, il vestiario dei

lavoratori manici di attrezzi, interruttori e pulsanti vari, corrimano,sacchi per le saline ecc..

Un caso particolare di superfici indirettamente a contatto con gli alimenti è costituito da quelle

superfici sulle quali si può formare della condensa (pareti/soffitto/tubature).

Cosa sono?procedure scritte che descrivono le attività di pulizia e

sanificazione, quelle successive di monitoraggio e di verifica

delle condizioni di pulizia e le Azioni Correttive da attuare.

Quando? prima (preoperative) e durante (operative) le lavorazioni per

prevenire la contaminazione dei prodotti.

Dove?

1) Generalità

ESEMPI:

SSOP

1) Generalità

2) Predisposizione delle SSOP

3) Monitoraggio

4) Verifica

5) Azioni correttive

6) Registrazioni

7) Controllo ufficiale

Indicazioni per la verifica delle SSOP

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Mantenimento degli stabilimenti in lista

Verifica periodica sullo stabilimento da parte del Servizio Veterinario

secondo modalità e frequenza che tengano conto del rischio relativo

dell’impianto sulla base,

delle caratteristiche dell’impianto (dimensioni, vetustà,tipologia e

numero delle linee produttive, numero turni dilavoro, livello di

automazione, ecc.),

della natura dei prodotti e dei processi,

dell’affidabilità delle procedure di gestione dei processi predisposte

e attuate dalla ditta (?)

e dei requisiti stabiliti per l’esportazione verso il Paese terzo in

questione, anche per quanto riguarda le modalità di controllo (Daily inspection negli impianti approvati USA)

Mantenimento degli stabilimenti in lista

• Registrazione di tutti controlli effettuati e dei pertinenti

risultati

• Applicazione delle attività successive ai controlli

imposizione di procedure, sospensione delle certificazioni,

proposta di “delisting” (al Ministero)

• Ricertificazione annuale dello stabilimento (al

Ministero)

• Aggiornamento del data base nazionale (ICARUS)

con i dati significativi dello stabilimento (NC)

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Il mancato possesso dei requisiti previsti deve portare alla sospensione o revoca

dell’iscrizione alla lista specifica per l’esportazione verso il Paese Terzo

oggetto di esportazione

Paesi per i quali non esiste una lista di impianti

abilitati all’esportazione ma che hanno concordato un

modello di certificato di esportazione

• Croazia • Nuova Caledonia • Macedonia

• Albania • Serbia • Tunisia

• Algeria • Sud Africa • India

• Cuba • Ucraina •………

• Ghana

Paesi verso i quali possono esportare tutti gli stabilimenti riconosciuti a

livello comunitario che siano in grado di rispettare i requisiti stabiliti nel

certificato concordato

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Paesi per i quali non esiste né una lista di impianti

abilitati all’esportazione né modelli di certificati di

esportazione concordati

• Arabia Saudita (1) • USA (2)

• Libia (1) • Giappone (2)

• Montenegro (1) • Giordania (1)

• Moldavia (1) •…………..(1) Paesi verso i quali possono esportare tutti gli stabilimenti riconosciuti (o registrati)

a livello comunitario a condizione che sussistano le condizioni contenute nel

certificato sanitario proposto

(2) Latte e prodotti a base di latte

Condizioni generali di rilascio delle

Certificazioni

certificati devono essere rilasciati in lingua italiana e almenoin una delle lingue ufficiali dello Stato di destinazione.

È fatto divieto di:a) certificare fatti non di diretta conoscenza, non preventivamenteverificati o che non sia possibile verificare;

b) rilasciare certificati in bianco o incompleti o relativi ad animalio prodotti di origine animale non sottoposti a preventiva ispezioneovvero non più sottoposti al controllo del veterinario certificatore

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Paesi Terzi con i quali ESISTONOESISTONO accordi di equivalenza e certificati

concordati

Laddove non sono previste iscrizioni in liste, il requisito per

l’esportazione rimane limitato alla certificazione veterinaria, secondo

il modello concordato e pubblicato sul sito del Ministero nell'area

tematica "Veterinaria internazionale".

I Certificati

Tutti i certificati sanitari concordati con Pesi terzi sono pubblicati sul

sito del Ministero e devono essere utilizzati senza apporre modifiche

al testo originale.

Paesi Terzi con i quali NON esistono accordi né certificati

Modello di certificato non non èè disponibiledisponibile

Liste non non disponibili

il servizio competente delle AA.SS.LL. emette certificazione qualora qualora

i requisiti possano essere sottoscritti.i requisiti possano essere sottoscritti.

Può essere richiesto un avvio di trattativeavvio di trattative all’ufficio dei Rapporti

internazionali del Ministero che, sulla base di un interesse generale

del nostro Paese, ne valuterà la possibilità.

Per esempio: un'attestazione di libera vendita del prodotto sul

territorio Comunitario,

oppure

I Certificati

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Quando non esistenon esiste un certificato concordato

Può essere modificatomodificato (in relazione alle richieste del P.T)

La parte di maggior rilievo riguarda le dichiarazioni sanitariedichiarazioni sanitarie: “Italia èun Paese indenne da Afta epizootica, pesta suina classica, pestesuina africana (con l’esclusione dell’isola di Sardegna) degli standars ed i criteri riportati nel “terrestrial Animal Health Code” dell’O.I.E.

Requisiti, problemi, difficoltà

connesse all’export verso alcuni

Paesi terzi

USA, Giappone, Fed. Russa

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USA

1. Due Servizi diversi (FSIS e FDA) con criteri e modalità operative

diversi controllano il settore carni e uova e quello latte e

Ittici

2. Un terzo Servizio (APHIS) incaricato della verifica dei requisiti

zoosanitari e fitosanitari (approvazione preventiva dei Paesi

e degli stabilimenti pbc crudi)

3. Requisiti normativi trasparenti. Il Code of Federal

Regulations (9CFR) e’ consultabile su Internet, come pure le

diverse Direttive

4. Impianti approvati (carni e pbc) in una lista specifica gestita

dal Ministero della Salute

5. Ispezioni periodiche condotte sui macelli e sugli stabilimenti

di pbc da ispettori/auditor USA (FSIS) – Audit di sistema

6. Obbligo di ispezione giornaliera e supervisione periodica in

tutti gli impianti approvati (se in corso lavorazioni prodotti

per USA)

7. In caso di carenze (SSOP e HACCP) che non comportino il

delisting immediato, emissione di NOID (Notice of Intent toDelist) - 30 gg di tempo per porre rimedio alla situazione

8. “delisting” immediato in caso di rilievo di gravi carenze in 5

settori (benessere animale alla macellazione, contaminazione

dei prodotti non corretta/non correggibile, minacce,

mancata evidenza di ispezione giornaliera, mancata

risoluzione NOID precedente)

9. Obbligo di filiera certificata (macello, sezionamento,

trasformazione, riconfezionamento) e tracciabilità

dall’allevamento di origine per i prodotti crudi

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10. Obbligo predisposizione e applicazione SSOP e HACCP in

tutti gli impianti approvati

11. Prodotti esportabili: latte e pbl, prodotti della pesca

(competenza FDA), pbc suina crudi a lunga stagionatura (>

400 gg.) e cotti (min. 69C a cuore). Prodotti crudi a breve

stagionatura ottenuti in stabilimenti dedicati da carni

provenienti da Paesi riconosciuti indenni da MVS

(competenza FSIS)

12. Blocco per carni prodotti a base di carne di ruminanti (TSE)

13. Tolleranza zero per L. monocytogenes (in 25g) e Salmonella

(in 325g) in prodotti RTE

Giappone

1. Responsabilità condivise tra due ministeri (Agricoltura –

requisiti zoosanitari, e Sanità – requisiti igienici degli

impianti)

2. Impianti approvati (carni e pbc) in una lista specifica gestita

dal Ministero della Salute

3. Requisiti normativi poco trasparenti (non tutte le leggi e i

regolamenti sono disponibili tradotti)

4. Obbligo di filiera certificata

5. Obbligo predisposizione e applicazione SSOP (e HACCP) in tutti gli impianti

approvati

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7. Lista di Paesi liberi da malattie trasmissibili degli animali dai

quali e’ possibile introdurre in Giappone le carni dei diversi

tipi di animali – mancata coincidenza con situazione

riconosciuta a livello internazionale

8. Obbligo di tracciabilità delle carni dall’origine (copia del

certificato di origine allegato al certificato sanitario di

esportazione)

9. Prodotti esportabili direttamente dall’Italia: latte e pbl, carni

e pbc suina crudi e cotti, carni e pbc di coniglio

10. Non esistono accordi per l’esportazione di carni e pbc di

Solipedi

11. Blocco per carni prodotti a base di carne di ruminanti (TSE)

12. Possibilità di esportare carni bovine provenienti da Paesi

“BSE free” lavorate in stabilimenti approvati (?)

13. Obbligo di segregazione per le materie prime e i prodotti

destinati a essere esportati in Giappone da quelli con

caratteristiche sanitarie inferiori

14. Tolleranza zero per L. monocytogenes (in 25g ???) e

Salmonella

15. Controlli sui prodotti in ingresso – matrici e Paesi di origine

stabiliti annualmente sulla base dell’analisi del rischio (?) -

demandati all’OSA

16. Inserimento in “black list” degli impianti i cui prodotti sono

risultati non conformi → controlli rinforzati all’ingresso

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RUSSIA

1.Liste specifiche gestite direttamente dall’Autorità centrale russa

(Rosselkhoznadzhor). Inserimento su proposta del Ministero

della Salute

2. Blocco dell’iscrizione di nuovi impianti (ritenuti troppo numerosi) di fatto dal 2008

nessun nuovo impianto

3. Non riconosciuta l’equivalenza tra normativa comunitaria e

russa – gli impianti autorizzati a esportare e i prodotti

esportati devono rispettare i requisiti stabiliti dalla normativa russa

4. Requisiti normativi poco trasparenti (non tutte le leggi e i

regolamenti sono disponibili e tradotti).

5. A seguito costituzione nuova Unione Doganale tra Fed Russa,

Bielorussia e Kazakistan (Custom Union), ulteriore revisione

requisiti normativi e modelli di certificato per l’esportazione

6. Obbligo per le aziende di predisporre e attuare un piano di campionamento e

analisi sulle materie prime e sui prodotti finiti con frequenze che non tengono conto

della quota di produzione effettivamente destinata all’esportazione

7. L’approccio russo alla sicurezza alimentare è fortemente incentrato sul controllo di

prodotto. Non vengono di norma ritenute sufficienti le garanzie fornite sulla base delle

caratteristiche del processo e del prodotto, ma solo su verifiche analitiche

8. Non percepibile approccio basato sull’analisi del rischio.

9 . Difficoltà percepite per il diverso approccio dalla AC (HACCP)

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10. A seguito costituzione nuova Unione Doganale tra Fed Russa,

Bielorussia e Kazakistan (Custom Union), ulteriore revisione

requisiti normativi e modelli di certificato per l’esportazione

11. Obbligo per le aziende di predisporre e attuare un piano di campionamento e

analisi sulle materie prime e sui prodotti finiti con frequenze che non tengono conto

della quota di produzione effettivamente destinata all’esportazione