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Gennaio 2008 Aspetti strutturali e di mercato nel comparto dei vini Doc-Docg STUDI VINI DOC E DOCG S

Aspetti strutturali e di mercato nel comparto dei vini Doc ... · I consumi domestici di vino Doc-Docg, l’atteggiamento del consumatore e le politiche attuate dal trade 117

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Gennaio 2008

Aspetti strutturali e di mercato nel comparto

dei vini Doc-Docg

SSTTUUDD

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CCGG

SS

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Responsabile della ricerca: Ezio Castiglione

Responsabile scientifico: Raffaele Borriello

Coordinamento tecnico: Maria Rosaria Napoletano

Lo studio è stato curato da:Enrico De Ruvo

RedazioneEnrico De Ruvo, Giovanni Luppi,

con la collaborazione del Prof. Marino, consulente AGER, che ha redatto i capitoli 1 e 2 e di AREA

Srl (paragrafo 3.6 e capitolo 4).

La ricerca è stata eseguita con il contributo del Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali

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Introduzione 5

1. Il quadro nazionale della vitivinicoltura di qualità 61.1 Le denominazioni 6

1.2 L’importanza del comparto dei vini di qualità 7

1.3 La produzione di vini Doc e Docg 10

2. L’analisi delle realtà regionali 182.1 Piemonte 18

2.2 Valle d’Aosta 26

2.3 Liguria 30

2.4 Lombardia 33

2.5 Veneto 38

2.6 Friuli Venezia Giulia 45

2.7 Trentino Alto Adige 50

2.8 Emilia Romagna 54

2.9 Toscana 60

2.10 Marche 67

2.11 Umbria 72

2.12 Lazio 76

2.13 Abruzzo 81

2.14 Molise 85

2.15 Campania 88

2.16 Basilicata 93

2.17 Puglia 96

2.18 Calabria 100

2.19 Sicilia 106

2.20 Sardegna 110

3. I consumi domestici di vino Doc-Docg, l’atteggiamento delconsumatore e le politiche attuate dal trade 1173.1 I consumi domestici di vini a denominazione di origine nel 2006 117

3.2 I consumi per area geografica 121

3.3 I consumi per canale distributivo 126

3.4 I consumi per tipologia di famiglia 132

3.5 I consumi di vino biologico 137

3.6 Le indagini Ismea sul consumatore di vini Doc-Docg e sul trade 137

3.6.1 Obiettivi e metodologia 137

3.6.2 Analisi e risultati dell’indagine sul consumatore 138

3.6.3 Analisi e risultati dell’indagine sul trade 150

3.6.4 Comparazione tra comportamento del consumatore e

strategie del trade 154

4. Il mercato dei vini di qualità in alcuni paesi europei 1564.1 La Francia 156

Indice

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4.1.1Le attestazioni di origine dei vini in Francia:

i “Vins de Pays” e le “Appellations d’Origine” 156

4.1.2L’assetto istituzionale nella politica di valorizzazione

dei vini di qualità 157

4.1.3Il mercato dei V.Q.P. R D. e dei Vins de Pays in Francia 160

4.2 La Germania 168

4.2.1 Le attestazioni di origine dei vini in Germania:

i “Landwein” e i “Qualitätswein” 168

4.2.2 Il sistema dei controlli dei vini di qualità in Germania 170

4.2.3 Il mercato dei V.Q.P.R.D. in Germania 170

4.3 La Spagna 180

4.3.1 Le attestazioni di origine dei vini in Spagna 180

4.3.2 L’assetto istituzionale nella politica di valorizzazione

dei vini di qualità 182

4.3.3 Il mercato dei V.Q.P. R.D. in Spagna 184

Conclusioni 195

Appendice Metodologica 197

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5

Ismea ormai da alcuni anni segue, nell’ambito del suo Osservatorio sui prodotti a

denominazione di origine, il settore dei vini di qualità (vini Doc, Docg e Igt).

Il presente Rapporto rappresenta la continuazione di quello precedente1 in cui si è

effettuato un approfondimento sulle realtà vitivinicole di qualità delle singole regioni,

analizzandone il loro posizionamento sul mercato nazionale e individuando diversi

“modelli” vitivinicoli nelle varie aree del paese.

Il Rapporto quindi, redatto con la collaborazione della società AGER, in un primo

capitolo riporta la situazione aggiornata delle denominazioni e l’evoluzione nel 2005

del quadro strutturale nazionale sulla base dei dati ufficiali disponibili e delle rileva-

zioni Ismea. A quest’ultimo proposito, un’apposita indagine Ismea, svolta presso le

Camere di Commercio, ha consentito di disporre di rilevazioni più puntuali che hanno

fornito dati maggiormente dettagliati sia a livello regionale che provinciale.

Nel secondo capitolo si scende nel dettaglio regionale, osservando più analitica-

mente la situazione e l’evoluzione del comparto vitivinicolo di qualità a livello locale.

Come nella scorsa edizione del Rapporto, ciò è stato possibile anche grazie al suppor-

to di indicatori che hanno delineato i differenti orientamenti delle regioni verso la vi-

tivinicoltura.

Il terzo capitolo, come lo scorso anno, in una prima parte esamina ed aggiorna

l’andamento dei consumi domestici di vini Doc secondo i dati del Panel Ismea/AC-

Nielsen. Rispetto alla precedente edizione, inoltre, illustra, la percezione, il comporta-

mento e gli orientamenti del consumatore-tipo di vini Doc e Docg, grazie ad un’inda-

gine quali-quantitativa svolta da Ismea nel corso del 2006, che ha consentito anche di

delineare diversi “profili” di consumatore di vini a denominazione di origine. Il capi-

tolo, inoltre, analizza anche le politiche e le strategie messe in atto dal trade nella

commercializzazione dei vini di qualità, evidenziando tra l’altro la loro più o meno

forte presenza in assortimento e le modalità di differenziazione espositiva.

L’ultimo capitolo, infine, analizza lo stato dell’arte della normativa e l’andamento

del mercato dei vini vqprd in alcuni importanti paesi europei (Francia, Germania,

Spagna), in cui vi è la tendenza da parte delle Istituzioni e della domanda, come av-

viene del resto nel nostro paese, a favorire il prodotto di qualità a scapito di quello in-

differenziato.

Introduzione

L’

1) “I vini Doc-Docg: una mappatura della vitivinicoltura regionale a denominazione diorigine”, Ismea, gennaio 2007.

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6

1.1 Le denominazioni

Al 20072 le denominazioni relative ai vini registrate in Italia sono 470, cifra che

non corrisponde alla sommatoria delle denominazioni regionali – pari a 482 – in

quanto 8 Doc e 4 Igt sono interregionali. Le variazioni rispetto all’anno precedente

sono di lieve entità, dovute a pochi nuovi riconoscimenti Doc e Docg in alcune regio-

ni3. Le Doc sono 316 e rappresentano il 67% circa del totale delle denominazioni, se-

guite dalle Igt, in numero di 119 (ossia il 25%) e da 35 Docg.

Anche sotto il profilo della distribuzione geografica (Figura 1.1) i cambiamenti

sono minimi: per quanto riguarda il numero complessivo di denominazioni, permane

la netta prevalenza delle denominazioni nel Nord Italia – 196, pari a quasi il 42% del

totale – seguite da quelle del Centro e del Sud – rispettivamente 116 e 108 – e, in ulti-

mo, delle Isole ( 65).

1. Il quadro nazionale della vitivinicoltura di qualità

Figura 1.1 - Distribuzione % del numero di denominazioni per area geografica (2007)

Fonte: Elaborazione Ismea su dati Mipaaf

Nord Centro Sud Isole0

10

20

30

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50%

60

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80

90

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Doc

Docg

Igt

creo
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7

Nel dettaglio delle tre tipologie, il peso delle Doc e Docg è maggiore nelle aree

centro-settentrionali, mentre al Sud e nelle Isole vi è una maggiore prevalenza di

Igt. Per quanto concerne il contributo delle singole regioni, le variazioni intervenute

non modificano sostanzialmente la geografia delle denominazioni di origine rispet-

to a quella dell’anno precedente. La regione che vanta il maggior numero di deno-

minazioni è il Piemonte (55), cui seguono la Toscana, il Veneto, la Sardegna, la

Lombardia, l’Emilia Romagna, il Lazio e la Puglia, tutte con più di 30 denomina-

zioni (Figura 1.2)4.

Figura 1.2 - Distribuzione regionale del numero di Doc, Dogc e Igt (2007)

Fonte: Elaborazione Ismea su dati Mipaaf

Piemonte Toscana

Veneto Sardegna

Lombardia E. Romagna

Lazio Puglia

Campania Sicilia

Calabria Umbria Marche

Friuli V.G Abruzzo

Trentino A.A. Liguria

Basilicata Molise

Valle D'Aosta

0 10 20 30 40 50 60

5546

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33313131

2929

2519

1714

1313

1155

1

1.2 L’importanza del comparto dei vini di qualità

I vini di qualità5 costituivano nel 2005 il 58% della produzione complessiva di vi-

no, segno di un orientamento prevalente verso la qualità della produzione.

La componente di maggior peso è quella del vino Doc-Docg che, secondo i dati

ISTAT, rappresenta oltre il 30% della produzione totale.

L’incidenza delle produzioni di qualità sul totale del vino prodotto varia sensibil-

mente a livello di area geografica. Nel Nord Italia l’incidenza del vino di qualità su-

pera, in media, l’80% e in diverse regioni è ancora più alta, evidenziando che la pro-

duzione di vino nel Nord del Paese è essenzialmente basata sulla qualità. Anche nelle

creo
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regioni centrali, l’incidenza media dei vini di qualità sul totale è superiore a quella

media nazionale, anche se man mano che ci si sposta verso il Sud diminuisce il peso

dei vini di qualità che passa, progressivamente, dall’82,5% della Toscana a quasi il

59% del Lazio.

Più eterogenea e meno definita la struttura produttiva che si nota nelle regioni del

Sud e nelle Isole: vi sono infatti regioni in cui il peso dei vini di qualità è superiore o

simile al valore medio nazionale (ad esempio in Molise il 59% dei vini è di qualità, in

Sardegna circa la metà), mentre accanto a queste realtà coesistono regioni in cui l’in-

cidenza dei vini di qualità sul totale è relativamente bassa. Mediamente la produzione

di vini di qualità si attesta sul 32-33% al Sud e nelle Isole.

L’importanza del comparto a livello di singole regioni può essere meglio definita

attraverso l’ausilio di due indicatori di sintesi che sono:

• il rapporto tra il valore della produzione vitivinicola sul valore totale della pro-

duzione agricola ai prezzi di base;

• il rapporto tra la produzione di vino di qualità e la produzione di vino complessiva.

Questi due indicatori consentono quindi non solo di classificare le regioni in base

alla rilevanza della produzione di vino di qualità rispetto a quella totale, ma anche in

base al peso del settore vitivinicolo nell’economia agricola regionale.

Come nella scorsa edizione del Rapporto, allo scopo di costruire la mappa regio-

nale della vitivinicoltura italiana, questi due indicatori sono stati riportati in un grafi-

co cartesiano. In particolare, nella Figura 1.4, i cui assi si incontrano nel valore medio

nazionale dei due indicatori su citati, si possono individure quattro aree che sono:

8

Figura 1.3 - Distribuzione regionale delle denominazioni per tipologia (2007, in %)

Fonte: Elaborazione Ismea su dati Mipaaf

Piemonte Toscana

Veneto Sardegna

Lombardia E. Romagna

Lazio Puglia

Campania Sicilia

Calabria Umbria Marche

Friuli V.G Abruzzo

Trentino A.A. Liguria

Basilicata Molise

Valle D'Aosta

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Doc

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%

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- il primo quadrante, denominato “L’eccellenza”, dove il comparto vitivinicolo

ha un ruolo di rilievo nell’economia agricola regionale e le produzioni di qualità

presentano un’importanza notevole nella costruzione di questo percorso (si trova-

no regioni come Abruzzo, Toscana, Friuli Venezia Giulia, Piemonte, Trentino Alto

Adige);

- il secondo quadrante, definito della “Qualità di nicchia”, dove la produzione è

essenzialmente di qualità, anche in contesti agricoli non specializzati nella vitivinicol-

tura;

-il terzo quadrante, definito “Tra marginalità ed equilibrio”, racchiude situazioni

molto differenziate. In genere un ruolo ridotto della qualità, unitamente ad un peso li-

mitato della vitivinicoltura, delineano una relativa marginalità che tuttavia, soprattutto

nelle regioni posizionate più vicino agli assi, si avvicina di più all’equilibrio. È il caso

ad esempio della Sardegna, che lo scorso anno si ritrovava nel quadrante precedente-

mente descritto e che si colloca ora abbastanza vicino agli assi;

- il quarto quadrante, denominato “Prima la quantità, poi la qualità”, dove in in

un contesto agricolo a forte orientamento vitivinicolo prevalgono le produzioni di vini

da tavola. Sono realtà in cui quindi la quantità assume un ruolo maggiore rispetto alla

qualità6, definizione senz’altro condivisibile per Puglia e Sicilia che, come nel 2004,

si collocano in tale quadrante.

Da notare che nel 2005 il cambiamento più rilevante è quello relativo al Veneto,

che nel 2004 si situava vicino all’origine degli assi e quest’anno, pur mantenendo va-

lori molto vicini alla media, si posiziona nel quadrante dell’eccellenza.

9

Figura 1.4 - La mappatura della vitivinicoltura italiana a livello regionale nel 2005

Fonte: Elaborazione Ismea su dati ISTAT

0

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0 10 20 30 40 50 60 70 80

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1.3 La produzione di vini Doc e Docg

La mappatura della vitivinicoltura tracciata nel paragrafo precedente ha consenti-

to di posizionare le regioni italiane all’interno dei quattro quadranti individuati in ba-

se all’importanza delle produzioni di qualità e alla specializzazione regionale verso la

vitivinicoltura.

L’obiettivo di questa analisi è di scendere nel dettaglio regionale delle singole

produzioni di qualità allo scopo di individuare la rilevanza strutturale e produttiva

delle diverse denominazioni. A tale scopo, si è proceduto per il terzo anno consecuti-

vo ad effettuare un’indagine diretta presso le Camere di Commercio provinciali, rile-

vando informazioni dettagliate per denominazione e per localizzazione geografica.

Al fine di rivendicare la denominazione, infatti, i produttori di vino devono de-

nunciare alla Camera di Commercio della provincia di competenza le uve prodotte su

questi terreni.

Per chiedere la certificazione della denominazione di origine i produttori sono te-

nuti a sottoporre i vini a una preliminare analisi chimico-fisica e ad un esame organo-

lettico (per i vini Docg l’ esame organolettico deve essere ripetuto nella fase dell’im-

bottigliamento).

L’esito positivo di queste analisi ed esami dà dirittto al produttore di ottenere dalla

Camera di Commercio la relativa certificazione.

Qui di seguito vengono, quindi, presentati i risultati della rilevazione ad hoc effet-

tuata presso le fonti primarie, cercando di ricostruire in modo più articolato – sia a li-

vello geografico che produttivo – il quadro strutturale ed economico della produzione

nazionale.

In questo senso questo paragrafo è dedicato a fornire un primo sguardo d’insieme

della produzione, in modo da ottenere una “mappa” in cui inscrivere successivamente

i singoli approfondimenti regionali.

La Tabella 1.1 riporta alcuni dati regionali derivanti dalle attività di rilevazione

svolte sui vini Doc-Docg, e rappresenta una sintesi delle situazioni regionali che ver-

ranno sviluppate successivamente nei singoli rapporti.

La Tabella riporta oltre a quelle “ufficiali”, ossia quelle iscritte all’Albo dei Vi-

gneti, le denominazioni effettivamente in produzione, ossia quelle per le quali sono

state rilevate effettive produzioni di vino nel 2005. Come si nota, per 18 denomina-

zioni non esiste in realtà una produzione corrispondente7. L’incidenza delle deno-

minazioni registrate ma non attive è comunque piuttosto bassa e presenta valori ab-

bastanza omogenei nelle diverse aree, anche se nelle Isole ed al Nord il fenomeno è

leggermente più accentuato. Da notare che i valori più bassi si riscontrano nel Vene-

to e in Sicilia, ossia due tra le regioni con il maggiore potenziale produttivo su scala

nazionale.

Secondo la rilevazione effettuata presso le CCIAA, la produzione effettiva di vino

Doc-Docg nel 2005 è stimata di poco inferiore ai 14 milioni di ettolitri8. I dati della

Tabella 1.1 confermano il ruolo principale nella produzione9 nazionale delle aree del

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Nord, che con quasi 8 milioni di produzione effettiva rappresentano quasi il 58% del

totale, seguite dal Centro con quasi il 25%, e il Sud Italia (Isole comprese) con meno

del 17%.

In termini di vino certificato, ossia quello sottoposto a controllo e poi commercia-

lizzato nell’anno, il ruolo del Nord Italia risulta ancora maggiore, mentre quello del

Centro decresce a favore del Sud.

In effetti se si osserva il rapporto tra produzione certificata ed effettiva si nota una

scala che va dal 72% del Nord al 51% delle Isole, passando dal valore del 68% per il

Sud e del 55% del Centro.

Differenze notevoli si evidenziano poi tra le diverse regioni: a fronte di molte

in cui l’intera produzione di vino di qualità viene certificata, si rilevano alcune si-

tuazioni in cui la certificazione risulta meno importante. È il caso della Lombar-

dia o dell’Umbria dove rispettivamente il 47% ed il 31% della produzione è certi-

ficata.

A livello regionale, rimandando all’esame dei singoli rapporti per analisi più ap-

profondite, viene confermato il ruolo trainante, già visto nel paragrafo precedente, di

Piemonte, Veneto, Toscana, Emilia-Romagna.

Esaminando i dati strutturali, si nota come nel Nord Italia ricada quasi il 67% del-

le aziende ma meno del 51% delle superfici iscritte all’Albo. In termini di SAU, tende

a pesare in misura relativamente maggiore rispetto alla produzione di vino il Centro

Italia (30% circa della SAU a fronte di un 15% delle aziende), mentre risultano abba-

stanza costanti i valori per il Sud e le Isole. La differenza è da imputarsi naturalmente

alla differente dimensione aziendale. Di poco superiore all’ettaro al Nord, contro i

quasi 3 del Centro. Al Sud e nelle Isole il valore invece non si discosta molto dalla

media nazionale che è di circa 1,5 ettari.

I dati riportati, dunque, sottolineano la differenza di peso in termini strutturali

e produttivi tra le diverse aree. Infatti anche la produzione di uva, nonostante

quanto osservato in termini di SAU, è ancora concentrata al Nord, con una inci-

denza molto simile a quella vista per il vino. Tale differenza è dovuta alla diversa

produttività che si riscontra, visto che la resa in vinificazione non fa osservare

differenze significative. Nelle regioni del Nord, mediamente la resa sfiora i 96

quintali di uva per ettaro, contro i 73-74 registrati nelle altre aree. In particolare

le aree più produttive sembrano essere quelle del Nord-Est, ove si sfiorano sem-

pre i 100 quintali che vengono abbondantemente superati in Veneto (110) e in

Trentino (121).

Certamente nel leggere la posizione delle diverse realtà regionali si deve tenere

conto che si tratta di valori relativi che non escludono né l’importanza del comparto

in termini assoluti, né l’esistenza di situazioni specifiche di eccellenza produttiva ed

economica.

A conclusione di questo primo paragrafo introduttivo, sembra interessante eviden-

ziare, mediante ad alcuni parametri produttivi e strutturali, le posizioni di alcune aree

territoriali e di alcuni vini Doc-Docg specifici.

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12

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530

1.61

4

Tota

le Ce

ntro

99

95

32.97

691

.893

22.87

761

.675

4.933

.105

3.430

.345

1.954

.405

2.269

733.4

76A

BR

UZ

ZO

4 4

13.8

2318

.355

9.22

212

.937

1.48

6.80

41.

040.

763

966.

146

431

nd

MO

LIS

E3

262

11.

363

341

741

72.4

1350

.492

50.4

9214

48.9

25

CA

MPA

NIA

20

209.

759

11.8

385.

892

7.33

663

0.91

943

8.74

699

.877

746

nd

BA

SIL

ICA

TA

3 3

462

1.03

126

873

944

.830

31.3

8130

.656

122

nd

PU

GL

IA25

24

9.23

512

.302

4.92

76.

604

566.

237

385.

257

183.

754

159

82.3

63

CA

LA

BR

IA12

12

1.41

42.

478

622

1.28

779

.772

55.1

5334

.821

13nd

Tota

le Su

d 67

65

35.31

447

.366

21.27

229

.644

2.880

.976

2.001

.790

1.365

.745

1.485

131.2

88S

ICIL

IA23

21

2.18

77.

285

1.64

25.

144

324.

464

231.

576

138.

286

181

70.9

69

SA

RD

EG

NA

20

193.

912

6.81

83.

287

5.29

034

4.38

823

7.78

712

0.24

339

97.7

56

Tota

le Is

ole

43

406.0

9914

.103

4.929

10.43

466

8.852

469.3

6325

8.530

220

168.7

25TO

TALE

ITAL

IA35

8 34

0 22

4.952

311.6

7516

0.393

224.0

5720

.308.0

5113

.826.9

279.2

97.67

321

.414

2.472

.330

Font

e:El

abor

azio

ne IS

MEA

su d

ati d

elle

CCI

AA

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13

La Figura 1.5 riporta le prime dieci denominazioni italiane per quantità di vino ef-

fettivamente prodotta. Come si vede la prima – il Chianti Doc – supera abbondante-

mente il milione e 300.000 ettolitri, distanziando sensibilmente sia l’Oltrepò Pavese

che il Montepulciano (rispettivamente 930.000 e 816.000 ettolitri). Il dato tuttavia più

rilevante è che i primi dieci vini incidono, nel loro insieme, per il 44% sul totale della

produzione nazionale, cifra che mette in luce, come si vedrà in molte situazioni regio-

nali, che la struttura produttiva della vitivinicoltura Doc-Docg è basata su poche pro-

duzioni molto rilevanti sotto il profilo quantitativo con le quali si integrano molte pic-

cole produzioni di nicchia.

Se si prende in considerazione la superficie in produzione (Figura 1.6), le prime

dieci Doc-Docg sono con un’unica eccezione – Barbera d’Asti e non Valdobbiadene

– le stesse. Anche in questo caso la prima Doc è il Chianti, ma diverse altre posizioni

sono differenti, evidenziando quindi una diversa produttività; il grado di concentra-

zione è per la SAU leggermente più basso: i primi dieci vini concentrano il 43% della

superficie produttiva.

Se si analizza il numero di aziende che rivendicano le produzioni Doc-Docg (Fi-

gura 1.7) la situazione cambia. La denominazioni con il numero maggiore di unità

produttive, ricadono nel Trentino Alto Adige (Doc “Alto Adige” e “Trentino”), area

montana per eccellenza in cui la dimensione aziendale risulta estremamente ridotta.

Da notare che in questo caso il grado di concentrazione si abbassa ulteriormente sino

al 41%.

Sotto il profilo territoriale (Figura 1.8), la concentrazione della produzione di

vino è maggiore: nelle prime dieci province, infatti, si produce infatti quasi il 56%

del vino Doc-Docg nazionale. La prima area produttiva risulta essere Verona con

oltre un 1,1 milioni ettolitri, cui segue a breve distanza Siena. Da notare che si

tratta sempre – con le eccezioni di Chieti e di Roma – di aree ricadenti nel Nord

Italia.

Considerando le superfici in produzione, vi è qualche elemento di novità (Figura

1.9). Innanzitutto si invertono le posizioni tra Siena (circa 24.000 ettari, pari a quasi

l’11% del totale) e Verona che con 18.000 ettari circa incide per l’8%. Tra le prime

dieci province si trova in questo caso Treviso, mentre Roma slitta all’undicesima po-

sizione. Nel complesso l’incidenza di queste aree è del 55,5%, simile quindi a quella

in termini di produzione.

Maggiori i cambiamenti considerando le aziende che rivendicano produzioni

Doc-Docg (Figura 1.10). Risulta infatti evidente la diversa struttura produttiva

che caratterizza le aree montane (Trento, Bolzano, Pordenone) e le province pie-

montesi (Asti, Cuneo), rispetto alle aree toscane o della pianura veneta. Per que-

sto parametro la concentrazione delle prime dieci province supera di poco il

52%.

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14

Figura 1.5 - I primi 10 vini Doc-Docg per produzione effettiva, 2005.

Fonte: Elaborazione ISMEA su dati delle CCIAA

Chianti Docg

Oltrepo' Doc

Montepulciano d'Abruzzo Doc

Asti Docg

Soave Doc

Trentino Doc

Friuli Grave Doc

Valpolicella Doc

Conegliano Valdobbiadene Doc

Chianti Classico Docg

0

200.

000

400.

000

600.

000

800.

000

1.00

0.00

0

1.20

0.00

0

1.40

0.00

0

Ettolitri

Figura 1.6 - I primi 10 vini Doc-Docg per SAU in produzione, 2005.

Fonte: Elaborazione ISMEA su dati delle CCIAA

Chianti Docg

Asti Docg

Montepulciano d'Abruzzo Doc

Oltrepo' Doc

Chianti Classico Docg

Soave Doc

Valpolicella Doc

Trentino Doc

Friuli Grave Doc

Barbera d'Asti Doc

0 5.000 10.000 15.000 20.000 25.000

Ettari

creo
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15

Figura 1.7 - I primi 10 vini Doc-Docg per n. di denunce all’Albo, 2005.

Fonte: Elaborazione ISMEA su dati delle CCIAA

Trentino Doc

Alto Adige Doc

Chianti Docg

Oltrepo' Doc

Montepulciano d'Abruzzo Doc

Friuli Grave Doc

Asti Docg

Barbera d'Asti Doc

Valpolicella, Doc

C. Valdobbiadene, Doc

0 2.000 4.000 6.000 8.000 10.000 12.000

N. denunce

Figura 1.8 - Le prime 10 province per vino Doc-Docg prodotto, 2005.

Fonte: Elaborazione ISMEA su dati delle CCIAA

Verona

Siena

Pavia

Chieti

Cuneo

Asti

Trento

Roma

Alessandria

Firenze

0 200.000 400.000 600.000 800.000 1.000.000 1.200.000

Ettolitri

creo
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16

Figura 1.9 - Le prime 10 province per SAU in produzione a vite Doc-Docg, 2005.

Fonte: Elaborazione ISMEA su dati delle CCIAA

Siena

Verona

Cuneo

Asti

Firenze

Alessandria

Chieti

Pavia

Trento

Treviso

Roma

0 5.000 10.000 15.000 20.000 25.000Ettari

Figura 1.10 - Le prime 10 province per n. di rivendicazioni di Doc-Docg prodotto, 2005.

Fonte: Elaborazione ISMEA su dati delle CCIAA

Trento

Asti

Cuneo

Verona

Bolzano

Chieti

Pavia

Siena

Treviso

Pordenone

0 2.000 4.000 6.000 8.000 10.000 12.000 14.000 16.000

N. denunce

creo
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17

2) La data di aggiornamento è il 19/6/2007.3) Al 19/06/07 le denominazioni di nuova istituzione sono, per le Docg, il Colli orientaliFriuli Picolit (Friuli Venezia Giulia) e il Morellino di Scansano (Toscana); per le Doc, ilValdadige Terra dei Forti (Veneto – Trentino Alto Adige), il Terre di Casole (Toscana), ilTerratico di Bibbona (Toscana) e il Terracina o Moscato di Terracina (Lazio); per le Igt, ilMontecastelli (Toscana).4) Occorre sottolineare, come già messo in luce lo scorso anno, che a volte al numero piùo meno elevato di denominazioni non corrisponde un paritario contributo produttivo equalitativo.5) Doc-Docg e Igt6) In questo caso, visto che si è utilizzata la sola produzione Doc-Docg non includendo gliIgt, la definizione è restrittiva. 7) Naturalmente ciò non vuol dire che le aziende ed i terreni interessati non abbiano pro-dotto uve e vino. Più semplicemente la produzione non è stata denunciata e, quindi, certifi-cata come Doc o Docg presso le CCIAA.8) Il dato non coincide con quello di fonte ISTAT proveniente dalle statistiche estimative, acausa del diverso metodo di rilevazione utilizzato dall’Istat e dalle Camere di Commercio. 9) Se non diversamente specificato, con il termine di produzione si identifica quella effettiva.

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18

2.1 Piemonte

l Piemonte, come già evidenziato attraverso la mappatura della vitivinicoltura

nazionale10, figura tra le regioni italiane di eccellenza per la produzione di vini

Doc-Docg.

Infatti, secondo i dati raccolti presso le CCIAA, in Piemonte risultano iscritte al-

l’Albo più di 39.000 aziende (il 17,4% del totale nazionale, cfr. Tabella 1.1), cui cor-

rispondono poco meno di 30.000 rivendicazioni (Tabella 2.1). Inoltre, la SAU in pro-

duzione risulta superiore ai 38.000 ettari, pari al 94% di quella iscritta all’Albo (Ta-

bella 2.2).

In termini strutturali, nel 2005 non si sono verificati, rispetto all’anno preceden-

te, cambiamenti significativi. Le aziende iscritte all’Albo sono diminuite dell’1,3%,

flessione cui è corrisposta una riduzione della SAU iscritta all’Albo inferiore al

punto percentuale. Al contrario, la SAU in produzione è cresciuta di oltre il 3% (Fi-

gura 2.1).

2. L’analisi delle realtà regionali

I

Figura 2.1 - Variazioni % 05/04 strutturali e della produzione per il vino Doc-Docg inPiemonte

Fonte: Indagine ISMEA sulle CCIAA

Aziende iscritte all'Albo

SAU in produzione all'albo

Produzione effettiva vino

-4 -3 -2 -1 0 1 2 3 4

%

creo
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19

Tali variazioni evidenziano soltanto aggiustamenti modesti, ma vanno comunque

in direzione di un tessuto aziendale più efficiente.

La leggera espansione della SAU in produzione è stata compensata da una lieve

contrazione delle rese, che ha portato come risultato finale ad una produzione effetti-

va di vino Doc-Docg (circa 2 milioni di ettolitri) inferiore di 2,4 punti percentuali ri-

spetto al dato del 2004. Tale andamento si deve in parte anche all’andamento meteo-

rologico anomalo, che ha avuto effetti anche sulla qualità, buona ma non eccellente,

soprattutto per le varietà aromatiche.

Riguardo alla produzione certificata di vino Doc-Docg, i dati disponibili per il

2005 sono relativi alle sole province di Cuneo, Asti e Novara, che nel complesso han-

no prodotto 1,3 milioni di ettolitri. È da sottolineare che la produzione certificata, in

special modo in una regione come il Piemonte ricca di vini di particolare pregio, si ri-

ferisce a più annate ed è pertanto differente rispetto a quella effettiva.

Tuttavia, considerando la stabilità strutturale di questa regione, può essere indica-

tivo notare che la produzione certificata, nelle tre province in cui il dato è disponibile,

è pari all’87% circa di quella effettiva.

In termini territoriali, la produzione effettiva di vino Doc-Docg è concentrata, per

il 98%, su tre province: Cuneo, che con quasi 760.000 ettolitri rappresenta oltre il

37% del totale regionale, Asti, con quasi il 35% e Alessandria con il 26%.

Figura 2.2 - Distribuzione provinciale delle strutture produttive e della produzione divino Doc-Docg in Piemonte (2005)

Fonte: Indagine ISMEA sulle CCIAA

Az. in produzione SAU in produzione Produz. effettiva Produz. certificata0

20

40

%

60

80

100

Novara

Torino

Biella

Vercelli

Cuneo

Asti

Alessandria

creo
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20

Tabella 2.1 - La produzione di vino Doc-Docg in Piemonte nel 2005

ISCRIZIONE ALBO PRODU ZPOTEN Z

SAUAziende iscritta Uva

Vino Provincia iscritte (n.) all’albo (ha) (q.li)Albugnano Doc Asti 21 13 1.198

Alta Langa Spumante Doc Alessandria, Asti, Cuneo 58 54 5.985

Asti Docg Alessandria, Asti, Cuneo 5.986 9.948 993.365

Barbaresco Doc Cuneo 413 686 54.840

Barbera d’Alba Doc Cuneo 2.143 1.871 187.104

Barbera d’Asti Doc Alessandria, Asti 6.030 6.545 585.942

Barbera del Monferrato Doc Alessandria, Asti 2.318 2.775 277.549

Barolo Docg Cuneo 782 1.754 140.354

Boca Doc Novara 10 11 998

Brachetto d’Acqui Docg Alessandria, Asti 1.178 1.075 86.028

Bramaterra Doc Vercelli 4 7 505

Canavese Doc Biella, Torino, Vercelli 338 87 227.079

Carema Doc Torino 56 16 1.304

Cisterna d’Asti Doc Asti, Cuneo 36 12 1.115

Colli Tortonesi Doc Alessandria 884 1.157 106.274

Collina Torinese Doc Torino 61 16 1.428

Colline Novaresi Doc Novara 234 149 14.368

Colline Saluzzesi Doc Cuneo 30 19 1.759

Cortese dell’alto Monferrato Doc Alessandria, Asti 1.360 724 72.449

Coste della Sesia Doc Biella, Vercelli 19 13 1.420

Dolcetto Langhe Monregalesi Doc Cuneo 71 50 3.509

Dolcetto d’Acqui Doc Alessandria 758 514 41.150

Dolcetto d’Alba Doc Asti, Cuneo 1.986 1.720 154.838

Dolcetto d’Asti Doc Alessandria, Asti 553 219 17.483

Dolcetto di Diano d’Alba Doc Cuneo 184 304 24.326

Dolcetto di Dogliani Doc Cuneo 572 982 78.581

Dolcetto di Dogliani Superiore o Dogliani Doc Cuneo 38 44 3.091

Dolcetto di Ovada Doc Alessandria 726 1.182 94.566

Erbaluce di Caluso o Caluso Doc Torino, Vercelli 321 141 16.893

Fara Doc Novara 23 18 1.941

Freisa D’Asti Doc Asti 629 418 33.403

Freisa di Chieri Doc Torino 141 110 8.764

Gabiano Doc Alessandria 2 5 389

Gattinara Docg Vercelli 56 102 7.678

Gavi o Cortese di Gavi Docg Alessandria 364 1.110 105.474

Ghemme Docg Novara 30 59 4.755

Grignolino d’Asti Doc Asti 744 451 36.097

Grignolino del Monferrato Casalese Doc Alessandria 362 444 33.273

Langhe Doc Cuneo 2.023 1.044 103.633

Lessona Doc Biella, Vercelli 4 9 750

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21

U ZIONE PRODUZIONE PRODUZIONEN ZIALE RIVENDICAZIONI EFFETTIVA CERTIFICATA IMBOTTIGLIAMENTO

SAU in Imbottigl. VinoVino n. produzione Uva Vino Vino (n.) imbottigl.

(hl) denunce all’albo (ha) (q.li) (hl) (hl) (hl)838 19 11 517 362 301 53 301

3.910 51 50 5.030 3.269 320 145 320

738.585 5.014 9.894 758.969 569.227 454.418 574 120.113

38.388 471 611 42.899 27.884 0 341 n.d.

130.973 2.069 1.585 131.028 91.719 85.185 856 n.d.

410.159 3.821 5.023 359.663 251.764 205.771 1.003 205.771

194.284 714 1.978 141.885 99.320 58.021 780 58.021

98.248 1.103 1.640 121.828 79.188 0 432 n.d.

692 7 6 259 181 181 10 52

60.220 540 989 53.907 37.735 22.804 176 22.804

353 4 6 227 159 0 0 0

7.775 43 76 5.872 4.110 0 26 0

913 53 16 557 390 0 5 n.d.

781 29 10 732 512 608 158 592

74.392 405 430 26.018 17.978 0 65 n.d.

999 43 11 683 478 0 7

9.957 243 155 11.564 8.097 8.097 252 5.360

1.231 22 14 742 519 522 71 n.d.

252.620 432 392 34.224 23.957 11.778 397 n.d.

992 27 18 870 609 0 12 n.d.

2.457 60 40 2.107 1.475 1.439 90 n.d.

28.805 535 363 23.179 16.226 0 86 n.d.

108.387 1.769 1.469 112.736 78.914 71.708 811 111

12.238 407 170 12.703 8.892 8.088 144 8.088

17.028 159 214 14.087 9.861 8.496 146 n.d.

55.007 513 771 46.123 32.286 36.199 216 n.d.

2.163 35 33 2.512 1.759 0 n.d. n.d.

66.196 486 791 44.613 31.229 n.d. 190 n.d.

118 303 133 12.540 8.411 0 28 0

1.359 21 18 1.698 1.188 1.188 10 505

23.382 417 335 19.129 13.390 3.659 256 3.659

6.135 116 90 5.601 3.921 10

272 2 5 143 100 0 15

4.991 49 95 5.722 3.719 0 0 0

73.832 361 1.102 99.824 69.877 0 116 n.d.

3.329 34 43 2.143 1.500 1.500 18 645

23.463 584 415 27.702 18.006 20.150 337 20.150

23.291 206 252 13.884 8.331 0 105 n.d.

72.543 2.646 1.539 120.134 83.912 65.991 0 n.d.

525 4 9 423 296 0 3 0

- segue -

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22

Segue Tabella 2.1 - La produzione di vino Doc-Docg in Piemonte nel 2005

ISCRIZIONE ALBO PRODU ZPOTEN Z

SAUAziende iscritta Uva

Vino Provincia iscritte (n.) all’albo (ha) (q.li)Loazzolo Doc Asti 11 5 250

Malvasia di Casorzo d’Asti Doc Alessandria, Asti 58 56 6.144

Malvasia di Castelnuovo Don Bosco Doc Asti 138 71 7.834

Monferrato Doc Alessandria, Asti 1.917 1.078 111.466

Nebbiolo d’Alba Doc Cuneo 967 720 64.774

Piemonte Doc Alessandria, Asti, Cuneo 3.403 1.903 210.550

Pinerolese Doc Cuneo, Torino 227 80 6.864

Roero Docg Cuneo 814 729 68.903

Rubino di Cantavenna Doc Alessandria 7 13 1.294

Ruche’ Castagnole Monferrato Doc Asti 64 49 4.441

Sizzano Doc Novara 17 15 1.451

Strevi Doc Alessandria 10 2 159

Valsusa Doc Torino 15 10 887

Verduno Pelaverga Doc Cuneo 29 15 1.340

Totale Piemonte 39.225 40.604 4.018.013

In colore i dati frutto di stime.Fonte: Indagine Ismea sulle CCIAA

Sotto il profilo della SAU in produzione, la ripartizione tra le tre province è molto

simile, mentre considerando le aziende in produzione cambia notevolmente (Figura

2.2).

In osservanza a quella che potrebbe essere definita in molte realtà regionali come

una specificità strutturale ed economica, in Piemonte la produzione di vino Doc-Docg

si articola su due assi. Da un lato pochi vini molto diffusi e produttivi, sui quali si

concentra gran parte della produzione regionale, dall’altro molte denominazioni il cui

contributo in termini produttivi e strutturali è minimo, con una produzione che si può

considerare di nicchia, ma la cui presenza va a completare l’offerta e a integrare il

tessuto produttivo regionale.

Infatti i primi tre vini (Asti Docg, Piemonte Doc, Barbera d’Asti Doc) concentra-

no quasi il 54% della produzione effettiva, e se a questi si aggiungono i successivi

cinque (Barbera del Monferrato Doc, Barbera d’Alba Doc, Langhe Doc, Barolo

Docg, Dolcetto d’Alba Doc), si arriva ad oltre il 75%.

Al contrario l’altro aspetto della vitivinicoltura di qualità piemontese è dato dai

molti vini di modesta dimensione. Infatti per ben 24 di questi non si raggiungono le

100 aziende o i 100 ettari di SAU iscritti all’Albo. In sedici casi la produzione effetti-

va è inferiore ai 1.000 ettolitri.

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23

U ZIONE PRODUZIONE PRODUZIONEN ZIALE RIVENDICAZIONI EFFETTIVA CERTIFICATA IMBOTTIGLIAMENTO

SAU in Imbottigl. VinoVino n. produzione Uva Vino Vino (n.) imbottigl.

(hl) denunce all’albo (ha) (q.li) (hl) (hl) (hl)137 8 5 142 78 29 25 29

4.301 50 54 4.515 3.160 1.641 71 1.641

5.484 124 70 6.233 4.363 2.796 75 2.796

78.026 1.138 1.386 104.992 73.494 32.738 821 32.738

45.342 766 518 39.849 27.894 4.141 570 n.d.

171.519 3.048 4.601 392.080 271.628 147.818 1.531 121.385

4.805 5 63 4.145 2.902 33 52 0

48.232 735 529 45.768 32.037 23.873 0 n.d.

906 3 6 245 172 0 16 n.d.

3.109 62 47 3.690 2.583 2.545 80 2.545

1.016 16 11 718 502 502 9 116

111 9 2 97 49 n.d. 1

621 6 9 497 348 n.d. 8 n.d.

938 29 14 1.266 886 896 89 n.d.

2.916.377 29.816 38.116 2.868.713 2.030.846 1.283.436 11.292 607.741

Nel 2005 il vino più diffuso in Piemonte è risultato l’Asti Docg la cui produ-

zione, pari a 569.000 ettolitri (+2,5% sul 2004), incide per il 28% sul totale regio-

nale.

Il Piemonte Doc è il secondo vino con il 13% circa del totale regionale (circa

272.000 ettolitri), anche se nel 2005 ha fatto segnare un decremento produttivo di cir-

ca il 9%.

Il terzo vino per produzione (circa 252.000 ettolitri) è il Barbera d’Asti Doc, che

incide per il 12,4% sul totale regionale; anche in questo caso si segnala un decremen-

to produttivo sia pur di modesta entità (meno del 2%).

Per quanto riguarda infine i prezzi all’origine (Tabella 2.3) ed il mercato si regi-

stra una situazione di sostanziale stabilità. Da notare che, per alcuni vini, come ad

esempio l’Asti Docg, i prezzi sono regolamentati da un accordo interprofessionale,

per cui non si registrano oscillazioni particolari. La Tabella mostra, invece, come vi

sia una spiccata differenziazione nei prezzi delle uve e dei vini in funzione della de-

nominazione. Per le uve si va dai 35-40 euro/quintale per quelle destinate a numerose

Doc ai 170 euro/quintale di quelle che concorrono alla produzione di Barolo. Ancora

più rilevanti le differenze tra i vini.

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24

Tabella 2.2 - Alcuni indicatori sulla produzione di vino Doc-Docg in Piemonte nel 2005

Produzione SAU in Produzione imbottigliata/ Resa SAU produzione Resa incertificata/ produzione apparente media su totale vinificazione

Vino effettiva certificata (q.li/ha) (ha) SAU (hl/q.li)Albugnano Doc 0,83 1,00 48,69 0,56 0,84 0,70

Alta Langa Spumante Doc 0,10 1,00 100,75 0,98 0,92 0,65

Asti Docg 0,80 0,26 76,71 1,97 0,99 0,75

Barbaresco Doc 0,00 - 70,27 1,30 0,89 0,65

Barbera d’Alba Doc 0,93 - 82,67 0,77 0,85 0,70

Barbera d’Asti Doc 0,82 1,00 71,60 1,31 0,77 0,70

Barbera del Monferrato Doc 0,58 1,00 71,73 2,77 0,71 0,70

Barolo Docg 0,00 - 74,29 1,49 0,93 0,65

Boca Doc 1,00 0,28 43,63 0,85 0,54 0,70

Brachetto d’Acqui Docg 0,60 1,00 54,50 1,83 0,92 0,70

Bramaterra Doc 0,00 - 38,75 1,46 0,87 0,70

Canavese Doc 0,00 - 77,41 1,76 0,87 0,70

Carema Doc 0,00 - 35,84 0,29 0,95 0,70

Cisterna d’Asti Doc 1,19 0,97 72,88 0,35 0,81 0,70

Colli Tortonesi Doc 0,00 - 60,46 1,06 0,37 0,69

Collina Torinese Doc 0,00 - 63,18 0,25 0,69 0,70

Colline Novaresi Doc 1,00° 0,66 74,53 0,64 1,04 0,70

Colline Saluzzesi Doc 1,01 - 52,81 0,64 0,75 0,70

Cortese dell’Alto Monferrato Doc 0,49 - 87,41 0,91 0,54 0,70

Coste della Sesia Doc 0,00 - 48,98 0,66 1,36 0,70

Dolcetto Langhe Monregalesi Doc 0,98 - 53,34 0,66 0,79 0,70

Dolcetto d’Acqui Doc 0,00 - 63,86 0,68 0,71 0,70

Dolcetto d’Alba Doc 0,91 0,00 76,74 0,83 0,85 0,70

Dolcetto d’Asti Doc 0,91 1,00 74,57 0,42 0,78 0,70

Dolcetto di Diano d’Alba Doc 0,86 - 65,83 1,35 0,70 0,70

Dolcetto di Dogliani Doc 1,12 - 59,82 1,50 0,78 0,70

Dolcetto di Dogliani Superiore o

Dogliani Docg 0,00 - 76,12 0,94 0,75 0,70

Dolcetto di Ovada Doc - - 56,36 1,63 0,67 0,70

Erbaluce di Caluso o Caluso Doc 0,00 - 94,37 0,44 0,94 0,67

Fara Doc 1,00 0,42 95,76 0,84 1,01 0,70

Freisa d’Asti Doc 0,27 1,00 57,10 0,80 0,80 0,70

Freisa di Chieri Doc 0,00 - 61,90 0,78 0,83 0,70

Gabiano Doc 0,00 - 29,38 2,43 1,00 0,70

Gattinara Docg 0,00 - 60,05 1,94 0,93 0,65

Gavi o Cortese di Gavi Docg 0,00 - 90,57 3,05 0,99 0,70

Ghemme Docg 1,00 0,43 49,49 1,27 0,73 0,70

Grignolino d’Asti Doc 1,12° 1,00 66,69 0,71 0,92 0,65

Grignolino del Monferrato

Casalese Doc 0,00 - 55,11 1,22 0,57 0,60

- segue -

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Segue Tabella 2.2 - Alcuni indicatori sulla produzione di vino Doc-Docg in Piemonte nel 2005

Produzione SAU in Produzione imbottigliata/ Resa SAU produzione Resa incertificata/ produzione apparente media su totale vinificazione

Vino effettiva certificata (q.li/ha) (ha) SAU (hl/q.li)Langhe Doc 0,79 - 78,05 0,58 1,47 0,70

Lessona Doc 0,00 - 45,16 2,34 1,00 0,70

Loazzolo Doc 0,37 1,00 31,44 0,56 0,90 0,55

Malvasia di Casorzo d’Asti Doc 0,52 1,00 83,77 1,08 0,96 0,70

Malvasia di Castelnuovo Don Bosco Doc 0,64 1,00 89,65 0,56 0,98 0,70

Monferrato Doc 0,45 1,00 75,76 1,22 1,29 0,70

Nebbiolo d’Alba Doc 0,15 - 76,87 0,68 0,72 0,70

Piemonte Doc 0,54 0,82 85,22 1,51 2,42 0,69

Pinerolese Doc 0,01 0,00 66,20 12,52 0,78 0,70

Roero Docg 0,75 - 86,58 0,72 0,73 0,70

Rubino di Cantavenna Doc 0,00 - 38,27 2,13 0,49 0,70

Ruche’ Castagnole Monferrato Doc 0,99 1,00 79,28 0,75 0,94 0,70

Sizzano Doc 1,00 0,23 66,64 0,67 0,74 0,70

Strevi Doc - - 58,79 0,18 0,94 0,50

Valsusa Doc - - 53,77 1,54 0,94 0,70

Verduno Pelaverga Doc 1,01 - 88,53 0,49 0,96 0,70

Totale Piemonte 0,63 0,47 75,26 1,28 0,94 0,71

°La produzione certificata si riferisce ad annate diverse.Fonte: Indagine Ismea sulle CCIAA

- segue -

Tabella 2.3 - I prezzi all’origine di uve e vini Doc-Docg in Piemonte nel 2005

PREZZI UVA (euro al quintale) PREZZI VINO (euro all’hl)Vino Minimo Massimo Media* Minimo Massimo Media**Albugnano Doc 65,00 90,00 75,00 200,00 260,00 226,67

Asti Docg 93,50 97,60 95,53 133,50 133,50 133,50

Barbaresco Docg 80,00 101,00 90,50 220,00 321,00 270,50

Barbera d’Alba Doc 50,00 80,00 65,00 120,00 200,00 160,00

Barbera d’Asti Doc 37,50 80,00 67,50 80,00 210,00 160,00

Barbera del Monferrato Doc 37,50 40,00 38,75 70,00 80,00 75,00

Barolo Docg 134,00 170,00 152,00 480,00 570,00 525,00

Boca Doc 80,00 95,00 87,50 6,00 10,00 8,00

Brachetto d’Acqui Docg 144,60 144,60 144,60 232,50 232,50 232,50

Canavese Doc 60,00 70,00 63,33 3,50 5,50 4,13

Carema Doc nd nd nd 11,00 11,00 11,00

Cisterna d’Asti Doc 95,00 95,00 95,00 170,00 170,00 170,00

Collina Torinese Doc 30,00 35,00 34,00 4,00 6,50 4,90

Colline Novaresi Doc 75,00 90,00 82,50 3,00 5,00 4,00

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Segue Tabella 2.3 - I prezzi all’origine di uve e vini Doc-Docg in Piemonte nel 2005

PREZZI UVA (euro al quintale) PREZZI VINO (euro all’hl)Vino Minimo Massimo Media* Minimo Massimo Media**Colline Saluzzesi Doc 80,00 90,00 85,00 nd nd nd

Cortese dell’Alto Monferrato Doc 35,00 35,00 35,00 62,50 62,50 62,50

Coste della Sesia Doc 65,00 65,00 65,00 nd nd nd

Dolcetto delle Langhe Monregalesi Doc 86,00 55,00 70,50 120,00 181,00 150,50

Dolcetto d’Alba Doc 55,00 85,00 70,00 120,00 180,00 150,00

Dolcetto d’Asti Doc 45,00 45,00 45,00 85,00 85,00 85,00

Dolcetto di Diano d’Alba Doc 55,00 85,00 70,00 85,00 180,00 150,00

Dolcetto di Dogliani Doc 55,00 85,00 70,00 120,00 180,00 150,00

Erbaluce di Caluso o Caluso Doc 70,00 140,00 93,33 4,50 24,00 13,50

Fara Doc 80,00 95,00 85,00 5,00 9,00 7,00

Freisa d’Asti Doc 55,00 75,00 55,00 175,00 175,00 175,00

Freisa di Chieri Doc 25,00 25,00 25,00 4,50 4,50 4,50

Ghemme Docg 9,00 11,00 10,00 6,00 11,00 8,50

Grignolino d’Asti Doc 50,00 80,00 40,00 70,00 150,00 110,00

Lessona Doc 80,00 80,00 80,00 nd nd nd

Malvasia di Casorzo d’Asti Doc 60,00 60,00 60,00 140,00 140,00 140,00

Malvasia di Castelnuovo Don Bosco Doc 70,00 70,00 70,00 150,00 150,00 150,00

Monferrato Doc 40,00 80,00 52,00 70,00 110,00 102,00

Nebbiolo d’Alba Doc 55,00 85,00 70,00 150,00 210,00 180,00

Piemonte Doc 30,00 128,30 60,53 60,00 206,60 105,20

Pinerolese 30,00 40,00 33,75 3,50 5,00 4,06

Roero Docg 60,00 85,00 72,50 150,00 210,00 185,00

Ruche’ Castagnole Monferrato Doc 115,00 115,00 115,00 260,00 260,00 260,00

Sizzano Doc 80,00 95,00 87,50 6,00 10,00 8,00

Valsusa Doc 35,00 35,00 35,00 5,00 5,00 6,00

Verduno Pelaverga Doc 80,00 90,00 85,00 nd nd nd

* Media dei prezzi di tutte le uve che concorrono a produrre le varie menzioni di ciascuna Doc.** Media dei prezzi di tutte le menzioni facenti parte di ciascuna Doc.In colore i vini per i quali il prezzo si intende per bottiglia.Fonte: Indagine Ismea sulle CCIAA

2.2 Valle d’Aosta

Nel panorama della vitivinicoltura italiana la Valle d’Aosta è definibile come una re-

gione di nicchia, posizione assunta sia nella mappatura relativa all’anno 2004 che in quella

del 2005 (cfr. Figura 1.4). Ciò è dovuto da un lato alla modesta dimensione assoluta della

viticoltura regionale nell’ambito dell’agricoltura regionale e dall’altro all’incidenza molto

elevata sul totale regionale delle superfici destinate alla produzione di vini Doc-Docg.

Tuttavia il peso della produzione di vini Doc-Docg regionali sul totale della pro-

duzione di vini Doc-Docg nazionali è molto limitato.

In Valle d’Aosta è presente una sola denominazione – il Valle D’Aosta Doc –

per la quale nel corso del 2005 si è assistito ad un sensibile decremento tanto dei

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parametri strutturali che di quelli produttivi (Figura 2.3). Le aziende iscritte al-

l’Albo sono diminuite infatti del 13%, mentre la SAU in produzione quasi del

30%. La contrazione delle strutture produttive è stata parzialmente bilanciata dal-

l’aumento delle rese (100 quintali di uva/ettaro contro gli 85 circa del 2004). Il ri-

sultato delle tendenze esposte è una contrazione della produzione – sia effettiva

che certificata – del 22%. Da notare che la contrazione della produzione è da im-

putarsi anche alle cattive condizioni metereologiche, e segnatamente alle piogge

autunnali, che hanno indotto i produttori a diminuire i grappoli per mantenere il

livello qualitativo.

Nel 2005 risultano iscritte all’Albo 1.014 aziende, cui corrisponde una SAU

iscritta all’Albo di appena 154 ettari (Tabella 2.4). Per entrambi i parametri le rivendi-

cazioni risultano pari al 100% delle iscrizioni all’Albo (Tabella 2.5). La produzione

certificata di vino Doc è di 10.500 ettolitri circa, pari al 100% di quella effettiva. Tut-

ta la produzione viene imbottigliata da ben 79 imbottigliatori.

Il Valle d’Aosta Doc conta 35 menzioni differenti con aziende e superfici iscritte

all’Albo e produzione effettiva di vino. Per diverse menzioni il numero di aziende

iscritte e la produzione sono molto limitati, mentre per 16 menzioni non si raggiungo-

no i 100 ettolitri. Le prime cinque menzioni per incidenza sulla produzione finale cer-

tificata – nell’ordine il Valle d’Aosta Torrette (circa il 15% del totale), il Valle d’Ao-

sta Blanc de Morgex et de La Salle, il Valle d’Aosta Pinot Nero, il Muller Thurgau e

il Gamay – rappresentano circa il 50% del totale.

Per quanto riguarda i prezzi all’origine (Tabella 2.6), nel 2005 sono rimasti piutto-

sto stabili rispetto all’anno precedente; la variabilità tra le diverse menzioni è stata

piuttosto bassa sia per le uve (180 ai 220 euro/quintale), che per il vino (200 ai 240

euro/ettolitro). I prezzi maggiori vengono spuntati dalle vendemmie tardive.

In riferimento a quanto emerge dalle opinioni degli operatori, la qualità della ven-

demmia 2005 è stata nel complesso buona, con punte di eccellenza per i bianchi,

mentre i rossi hanno risentito delle piogge. I rossi tardivi sono entrati in cantina

asciutti e sani e quindi si sono registrate molte punte di eccellenza. Da sottolineare

che la gran parte della produzione regionale viene collocata all’interno della regione,

con una attenzione crescente per i vitigni autoctoni. Soltanto quote minori vanno al-

l’estero (USA, Giappone, Germania).

27

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28

Figura 2.3 - Variazioni % 05/04 strutturali e della produzione per il vino Doc-Docg inValle d’Aosta

Fonte: Indagine ISMEA sulle CCIAA

Aziende iscritte all'Albo

SAU in produzione all'albo

Produzione effettiva

-30 -25 -20 -15

%

-10 -5 0

Tabella 2.4 - La produzione di vino Doc-Docg in Valle d’Aosta nel 2005

ISCRIZIONE ALBO PRODU ZPOTEN Z

SAUAziende iscritta Uva

Vino Provincia iscritte (n.) all’albo (ha) (q.li)Valle d’Aosta Doc Aosta 1.014 154 15.436

Fonte: Indagine Ismea sulle CCIAA

Tabella 2.5 - Alcuni indicatori sulla produzione di vino Doc-Docg in Valle d’Aosta nel 2005

ProduzioneProduzione imbottigliata/ Resa SAU SAU in Resa incertificata/ produzione apparente media produzione vinificazione

Vino effettiva certificata (q.li/ha) (ha) su totale e (hl/q.li)Valle d’Aosta Doc 1,00 1,00 100,00 0,15 0,99 0,69

Fonte: Indagine Ismea sulle CCIAA

creo
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29

U ZIONE PRODUZIONE PRODUZIONEN ZIALE RIVENDICAZIONI EFFETTIVA CERTIFICATA IMBOTTIGLIAMENTO

SAU in Imbottigl. VinoVino n. produzione Uva Vino Vino (n.) imbottigl.

(hl) denunce all’albo (ha) (q.li) (hl) (hl) (hl)12.349 1.014 153 15.283 10.506 10.506 79 10.506

Tabella 2.6 - Prezzi all’origine delle uve e del vino Doc-Docg in Valle d’Aosta (2005)

PREZZIMenzione Uva - €€/q.le Vino - €€/q.leMedia 189,14 209,14Valle d’Aosta Arnad-Montjovet 180,00 200,00Valle d’Aosta Arnad-Montjovet Superiore 200,00 220,00Valle d’Aosta Bianco 180,00 200,00Valle d’Aosta Blanc de Morgex et de La Salle 180,00 200,00Valle d’Aosta Blanc de Morgex et de La Salle vendemmia tardiva 220,00 240,00Valle d’Aosta Chambave Moscato 180,00 200,00Valle d’Aosta Chambave Moscato Passito 220,00 240,00Valle d’Aosta Chambave Rosso 180,00 200,00Valle d’Aosta Chardonnay 180,00 200,00Valle d’Aosta Chardonnay vendemmia tardiva 220,00 240,00Valle d’Aosta Cornalin 180,00 200,00Valle d’Aosta Donnas 180,00 200,00Valle d’Aosta Donnas superiore 200,00 220,00Valle d’Aosta Enfer d’Arvier 180,00 200,00Valle d’Aosta Fumin 180,00 200,00Valle d’Aosta Gamay 180,00 200,00Valle d’Aosta Mayolet 180,00 200,00Valle d’Aosta Merlot 180,00 200,00Valle d’Aosta Muller Thurgau 180,00 200,00Valle d’Aosta Muller Thurgau vendemmia tardiva 220,00 240,00Valle d’Aosta Nus Malvasia 180,00 200,00Valle d’Aosta Nus Malvasia Passito 220,00 240,00Valle d’Aosta Nus Rosso 180,00 200,00Valle d’Aosta Nus Rosso superiore 200,00 220,00Valle d’Aosta Petit Rouge 180,00 200,00Valle d’Aosta Petite Arvine 180,00 200,00Valle d’Aosta Pinot Grigio 180,00 200,00Valle d’Aosta Pinot Grigio vendemmia tardiva 220,00 240,00Valle d’Aosta Pinot Nero (vinif. bianco) 180,00 200,00Valle d’Aosta Pinot Nero (vinif. rosso) 180,00 200,00Valle d’Aosta Premetta 180,00 200,00Valle d’Aosta Rosato 180,00 200,00Valle d’Aosta Rosso 180,00 200,00Valle d’Aosta Torrette 180,00 200,00Valle d’Aosta Torrette Superiore 200,00 220,00

Fonte: Indagine Ismea sulle CCIAA

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2.3 Liguria

Anche la Liguria, nella mappatura regionale della vitivinicoltura italiana, confer-

mando la posizione del 2004, assume un profilo di nicchia, caratterizzandosi per un’ele-

vata incidenza di produzioni di qualità rispetto al totale delle produzioni vinicole regio-

nali, unitamente ad un peso ridotto del settore vitivinicolo nell’economia agricola ligure.

La superficie in produzione coltivata a vitigni per vini Doc-Docg in Liguria nel

2005 non ha raggiunto i 700 ettari (Tabella 2.7), valore che pone questa regione tra le

realtà di minor peso nel panorama nazionale. La SAU in produzione si distribuisce

tuttavia su ben 1.879 denunce a cui corrisponde una superficie media che non rag-

giunge i 4.000 mq (Tabella 2.8).

Rispetto al 2004, tuttavia, la superficie produttiva ha fatto segnare un lieve incremento

(Figura 2.4), ed anche il rapporto tra SAU in produzione e SAU iscritta all’Albo è miglio-

rato di alcuni punti percentuali. Anche la produzione effettiva ha registrato una crescita,

(oltre il 12%) portando il volume complessivo di vino Doc-Docg ad oltre 33.000 ettolitri.

30

Figura 2.4 - Variazioni % 05/04 strutturali e della produzione per il vino Doc-Docg inLiguria

Fonte: Indagine ISMEA sulle CCIAA

Aziende iscritte all'Albo

SAU in produzione all'albo

Produzione effettiva vino

0 2 4 6%

8 10 12 14

Tale crescita è da imputarsi ad una serie di fattori concomitanti. Oltre alla già citata

espansione della SAU, si è registrato un incremento delle rese in uva e della resa in vi-

nificazione. Infatti, anche se l’annata 2005 è stata caratterizzata da maggiore siccità e

dalla presenza di fitopatie (in particolare attacchi di oidio), rispetto agli anni precedenti

non si sono verificati danni alle piante e, nel complesso, l’annata è risultata buona. An-

che sotto il profilo qualitativo, la produzione 2005 è da considerarsi molto buona.

In tutte le Doc liguri il rapporto tra produzione certificata ed effettiva è pari al

100%. Fa eccezione la Doc Riviera Ligure di Ponente che presenta un valore del 97%.

Le denominazioni che risultano attive in Liguria nel 2005 sono 7, così come l’an-

no precedente.

creo
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31

Circa il 55% del vino Doc-Docg prodotto nel 2005 in Liguria è ascrivibile alla deno-

minazione Riviera Ligure di Ponente. La crescita della produzione segnalata in precedenza

è riconducibile in gran parte a questo vino che si è caratterizzato per un notevole sviluppo.

Grazie alla crescita delle aziende iscritte all’Albo, della SAU in produzione e della resa si è

registrato un incremento della produzione effettiva di quasi il 47%. Delle 16 menzioni ri-

conducibili al Riviera di Ponente solo per 7 si annovera una produzione finale11.

Il secondo vino ligure per volume produttivo è il Colli di Luni. In questo caso l’incre-

mento produttivo è stato modesto, circa il 2,2%, e pertanto, con oltre 7.200 ettolitri, questo

vino contribuisce alla produzione regionale con il 22% circa contro il 24% del 2004.

La terza Doc ligure, è il Golfo del Tigullio, che con 2.300 ettolitri rappresenta

quasi il 7% del totale regionale. Il Golfo del Tigullio conta 6 menzioni, tutte in produ-

zione; Seguono il Cinqueterre, con una incidenza simile ed una stessa dinamica, e il

Rossese di Dolceacqua. Le altre Doc liguri sono caratterizzate da strutture produttive

e produzioni finali molto limitate.

Sotto il profilo territoriale (Figura 2.5) la produzione di vino Doc-Dcog ligure è

articolata su tre province: Imperia (per quasi il 38%), La Spezia (con il 31,5%) e Sa-

vona (il 23,5%). Minoritario il ruolo di Genova.

I prezzi all’origine delle uve e dei vini rilevati presso le CCIAA competenti mo-

strano una variabilità tra le diverse menzioni molto ridotta (Tabella 2.9). Anche consi-

derando le differenze tra i diversi vini, i prezzi sono compresi tra i 5,5 ed i 10 euro di

media. L’unica eccezione, piuttosto rilevante, riguarda lo Sciacchetrà, menzione del

Cinque Terre Doc, la cui quotazione, pari a 60 euro la bottiglia, è di gran lunga supe-

riore rispetto sia alle altre menzioni della Doc Cinqueterre, sia alle altre Doc.

I prezzi registrati nel 2005 in alcuni casi sono minori di quelli dell’annata prece-

dente, soprattutto nelle quotazioni massime. Anche in questo caso fa eccezione lo

Figura 2.5 - Variazioni % 05/04 strutturali e della produzione per il vino Doc-Docg inLiguria

Fonte: Indagine ISMEA sulle CCIAAAz. in produzione SAU in produzione Produz. effettiva Produz. certificata

0

10

20

30

40

50%

60

70

80

90

100

SAVONA

LA SPEZIA

IMPERIA

GENOVA

creo
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32

Tabella 2.7 - La produzione di vino Doc-Docg in Liguria nel 2005

ISCRIZIONE ALBO PRODU ZPOTEN Z

SAUAziende iscritta Uva

Vino Provincia iscritte (n.) all’albo (ha) (q.li)Cinqueterre Doc Spezia 292 85 7.595

Colli di Luni (Ir) Doc Spezia 641 158 15.797

Colline di Levanto Doc Spezia 161 35 3.131

Golfo del Tigullio Doc Genova 399 74 3.917

Riviera Ligure di Ponente Doc Savona, Imperia 770 358 32.832

Rossese di Dolceacqua Doc Imperia 185 82 7.367

Val Polcevera Doc Genova 34 4 391

Totale Liguria 2.482 794 71.029

Fonte: Indagine Ismea sulle CCIAA

Tabella 2.8 - Alcuni indicatori sulla produzione di vino Doc-Docg in Liguria nel 2005

ProduzioneProduzione imbottigliata/ Resa SAU SAU in Resa incertificata/ produzione apparente media produzione vinificazione

Vino effettiva certificata (q.li/ha) (ha) su totale (hl/q.li)Cinqueterre Doc 1,00 1,00 43,78 0,25 0,93 0,65

Colli di Luni (Ir) Doc 1,00 1,00 74,44 0,34 0,88 0,70

Colline di Levanto Doc 1,00 0,00 56,95 0,22 0,73 0,70

Golfo del Tigullio Doc 1,00 1,00 72,04 0,16 0,62 0,70

Riviera Ligure di Ponente Doc 0,97 1,00 83,44 0,51 0,88 0,70

Rossese di Dolceacqua Doc 1,00 1,00 48,76 0,52 0,74 0,70

Val Polcevera Doc 1,00 1,00 74,85 0,12 0,91 0,70

Totale Liguria 0,98 1,00 72,05 0,35 0,84 0,70

Fonte: Indagine Ismea sulle CCIAA

Tabella 2.9 - Prezzi all’origine di uve e vini Doc-Docg in Liguria nel 2005

PREZZI UVA (euro al quintale) PREZZI VINO (euro all’hl)Vino Minimo Massimo Media* Minimo Massimo Media**Cinqueterre Doc 150,00 500,00 325,00 7,00 60,00 25,67

Colli di Luni (Ir) Doc 150,00 200,00 175,00 8,00 12,00 10,00

Colline di Levanto Doc 150,00 200,00 175,00 7,00 10,00 8,50

Golfo del Tigullio Doc 95,00 100,00 97,67 5,00 6,00 5,33

Riviera Ligure di Ponente Doc 150,00 250,00 185,00 6,00 10,00 7,35

Val Polcevera Doc 98,00 100,00 99,00 5,00 6,00 5,50

* Media dei prezzi di tutte le uve che concorrono a produrre le varie menzioni di ciascuna Doc.** Media dei prezzi di tutte le menzioni facenti parte di ciascuna Doc.Fonte: Indagine Ismea sulle CCIAA

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33

Sciacchetrà, ma la fanno anche altri vini, che hanno risentito degli aumenti dei costi.

In generale si può affermare che i prezzi sono stati influenzati dal mercato, caratteriz-

zato da una domanda, sia interna che estera, debole.

2.4 Lombardia

La Lombardia con più di 15.000 aziende iscritte all’Albo cui corrispondono quasi

17.300 ettari iscritti all’Albo per uve destinate a vini Doc-Docg (Tabella 1.1), presen-

ta un ruolo di rilievo nell’ambito del panorama vitivinicolo di qualità nazionale.

Un’incidenza notevole, dovuta soprattutto al sensibile peso delle produzioni vini-

cole di qualità sul totale regionale (cfr. Figura 1.4), e che pone tale regione tra le più

importanti sotto tale profilo. Tuttavia ciò non basta a definire la Lombardia una regio-

ne d’eccellenza, e nella mappatura regionale della vitivinicoltura italiana del 2005 ri-

cade nelle realtà classificate “di nicchia”, confermando la posizione del 2004. Tale ri-

sultato è dovuto al peso modesto che, unitamente alla incidenza dei prodotti di quali-

tà, fa registrare il valore della produzione viticola sull’economia agricola regionale.

Il peso produttivo dei vini Doc-Docg lombardi sul totale nazionale di qualità ri-

mane comunque abbastanza importante.

Nel 2005 la produzione effettiva di vino Doc-Docg in Lombardia ha superato il mi-

lione e 190.000 ettolitri, con un incremento pari al 59% rispetto al dato del 2004 (Figu-

ra 2.6). Tale risultato è dovuto alla notevole espansione delle rese in uva, passate da 83

quintali/ettaro del 2004 agli oltre 136 del 2005 (Tabella 2.10), grazie ad un’annata parti-

colarmente produttiva12. Al contrario la SAU in produzione ha subito un decremento pa-

ri al 6%, attestandosi su quasi 13.000 ettari, mentre le denunce sono cresciute del 24%.

U ZIONE PRODUZIONE PRODUZIONEN ZIALE RIVENDICAZIONI EFFETTIVA CERTIFICATA IMBOTTIGLIAMENTO

SAU in Imbottigl. VinoVino n. produzione Uva Vino Vino (n.) imbottigl.

(hl) denunce all’albo (ha) (q.li) (hl) (hl) (hl)5.317 315 78 3.434 2.249 2.249 10 2.249

11.058 411 139 10.333 7.233 7.233 35 7.233

2.192 115 25 1.436 1.005 1.005 5 1.005

2.747 277 44 3.271 2.289 2.289 6 2.289

22.981 614 313 26.123 18.285 17.692 226 17.692

5.157 117 60 2.950 2.065 2.065 15 2.065

274 30 4 270 189 189 2 189

49.725 1.879 664 47.816 33.315 32.722 299 32.722

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Riguardo alla produzione certificata di vini Doc-Docg, i dati disponibili nel 2005

risultano incompleti. Tuttavia il dato riportato è da considerarsi abbastanza attendibi-

le, visto che è riferito in gran parte all’Oltrepò Pavese Doc, vino che, come già lo

scorso anno, rappresenta una quota considerevole della produzione regionale Doc-

Docg. Da rilevare che per questo vino la produzione certificata rappresenta il 54% di

quella effettiva (Tabella 2.11), mentre lo scorso anno era pari al 100%. In effetti il

cambiamento è dovuto al notevole aumento che ha caratterizzato la produzione di

questo vino, mentre la certificazione si riferisce anche ad annate precedenti.

34

Figura 2.6 - Variazioni % 05/04 strutturali e della produzione per il vino Doc-Docg inLombardia

Fonte: Indagine ISMEA sulle CCIAA

Aziende iscritte all'Albo

SAU in produzione all'albo

Produzione effettiva vino

-10 0 10 20

%

30 40 50 60

Anche sotto il profilo territoriale la produzione di vino Doc-Docg in Lombardia è

fortemente influenzata dall’Oltrepò Pavese. Questo infatti ricade per intero nella pro-

vincia di Pavia, della quale rappresenta – tranne una piccola quota riferibile al San

Colombano Doc – l’unica produzione. Questo fa sì che oltre il 78% della produzione

effettiva di vino Doc-Docg, così come quella della SAU in produzione, siano concen-

trate nella provincia di Pavia (Figura 2.7).

La seconda provincia in termini di produzione è Brescia con oltre il 16% del tota-

le, ma il cui contributo in termini di SAU scende a meno del 10%, differenza dovuta

alla produttività molto elevata dei vini bresciani ed in particolare del Franciacorta.

Come già evidenziato, sia a livello territoriale che analizzando i prodotti, la strut-

tura della viticoltura Doc-Docg in Lombardia appare fortemente influenzata dal ruolo

dell’Oltrepò Pavese. Per questa denominazione, infatti, che nel 2004 rappresentava i

due terzi circa del vino Doc-Docg, nel 2005 si è registrato un aumento della produ-

creo
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35

zione che ha sfiorato il 100%, dovuta prevalentemente all’aumento delle rese e in mi-

nima parte all’espansione delle superfici. La produzione si è così attestata su oltre

930.00 ettolitri, valore che rappresenta il 78% del vino di qualità della regione e che

colloca questo vino in una posizione di privilegio a livello nazionale, contesto in cui è

il secondo vino, dopo il Chianti, per produzione effettiva. L’Oltrepo’ Pavese è artico-

lato su 15 menzioni, delle quali quattro rappresentano circa l’83% della produzione

(Bonarda, Barbera, Pinot Nero e Riesling Italico).

Il secondo vino per incidenza regionale è il Franciacorta Docg che, nonostante la

maggiore produzione (+10%) con oltre 90.000 ettolitri rappresenta meno dell’8% del-

la produzione totale regionale di vini Doc-Docg (nel 2004 era l’11%).

Il terzo vino per produzione effettiva è il Lugana che, con 42.500 ettolitri circa,

incide per meno del 4% sul totale regionale. In questo caso la produzione, rispetto al

2004, segna un decremento pari al 12%, da imputarsi alla minore SAU effettivamente

in produzione, poiché le rese sono risultate in aumento.

Gli altri vini la cui diffusione va oltre l’1% del totale regionale sono il Garda

(38.000 ettolitri, pari al 3,8%), il Terre di Franciacorta (27.600 ettolitri, pari al 2%), il

Lambrusco mantovano (anche in questo caso il 2% circa), ed il Valtellina Superiore

Docg (1,5%).

Come già evidenziato per il 2004, il panorama produttivo lombardo vede altre

dieci produzioni di modesta entità quantitativa che completano l’offerta regionale che

nel 2005 è stata caratterizzata non solo da notevoli performance sul lato quantitativo,

ma anche da una qualità giudicata ottima dagli esperti.

Figura 2.7 - Distribuzione provinciale delle strutture produttive e della produzione divino Doc-Docg in Lombardia (2005)

Fonte: Indagine ISMEA sulle CCIAA

Az. in produzione SAU in produzione Produz. effettiva Produz. certificata0

10

20

30

40

50%

60

70

80

90

100

BERGAMO

SONDRIO

BRESCIA

PAVIA

MANTOVA

MILANO

LODI

creo
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Ciononostante, dal mercato provengono segnali di crisi. Anche se la domanda è

stata sostenuta e per l’Oltrepò pavese nel 2005 si sono raggiunti importanti traguardi

in termini di vino esportato sul mercato USA, i valori dell’export sono risultati bassi

in quanto per mantenere gli stessi volumi di vendita i prezzi si sono abbassati note-

volmente. Ne ha risentito anche il prezzo delle uve Doc, che è risultato vicino ai costi

di produzione.

La Tabella 2.12 riporta i valori dei prezzi all’origine delle uve e dei vini Doc-

Docg della Lombardia nel 2005. Dai dati in essa presenti, si nota come – limitata-

mente alle uve – il prezzo registrato da quelle destinate all’Oltrepò Pavese sia il più

basso tra quelli rilevati. Inoltre la variabilità interna alla Doc è abbastanza limitata, a

dimostrazione di una qualità abbastanza standardizzata. Stesso segnale si ottiene ana-

lizzando i prezzi dei vini: i listini sono infatti piuttosto bassi e livellati tra loro13.

36

Tabella 2.10 - La produzione di vino Doc-Docg in Lombardia nel 2005

ISCRIZIONE ALBO PRODU ZPOTEN Z

SAUAziende iscritta Uva

Vino Provincia iscritte (n.) all’albo (ha) (q.li)Botticino Doc Brescia 36 27 3.187

Capriano del Colle Doc Brescia 56 41 5.155

Cellatica Doc Brescia 19 14 1.589

Franciacorta Docg Brescia 331 1680 168.000

Garda Colli Mantovani Doc Mantova 110 139 17.104

Garda Doc Mantova Brescia 982 837 145.423

Lambrusco Mantovano Doc Mantova 295 407 68.541

Lugana (Ir) Doc Brescia 157 718 89.771

Oltrepo' Doc Pavia 9502 11.409 1.227.843

San Colombano Doc Pavia Milano Lodi 81 110 12.806

San Martino della Battaglia (Ir) Doc Brescia 54 40 4.638

Sforzato di Valtellina Docg Sondrio 214 123 75.694*

Terre di Franciacorta Doc Brescia 770 571 65.665

Valcalepio Doc Bergamo 238 344 32.610

Valtellina Rosso o Rosso di Valtellina Doc Sondrio 773 207 11.033

Valtellina Superiore Docg Sondrio 1587 618 104.472

Totale Lombardia 15.205 17.284 1.957.836

In colore dati provenienti da stime. Per il Garda Doc i dati stimati riguardano solo la provincia di Brescia.* Si riferisce a tutti i vini di Sondrio.Fonte: Indagine Ismea sulle CCIAA

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U ZIONE PRODUZIONE PRODUZIONEN ZIALE RIVENDICAZIONI EFFETTIVA CERTIFICATA IMBOTTIGLIAMENTO

SAU in Imbottigl. VinoVino n. produzione Uva Vino Vino (n.) imbottigl.

(hl) denunce all’albo (ha) (q.li) (hl) (hl) (hl)2.231 17 16 1.174 822 nd 257 nd

3.609 26 24 3.159 2.211 nd nd nd

1.113 12 11 736 515 nd nd nd

109.200 324 1.646 139.054 90.385 nd nd nd

11.973 48 47 3.579 2.149 2.149 nd nd

79.494 778 695 67.396 38.162 32.997 0 0

47.979 171 284 35.281 16.985 16.985 nd nd

62.840 119 543 60.832 42.583 nd nd nd

815.584 6.649 8.805 1.368.184 930.496 503.093 640 120.914

10.936 33 45 4.726 2.626 nd 3 985

3.247 7 7 535 374 nd nd nd

11.088 1700* 86 4.900 2.444 nd 18 2.229

44.652 207 194 36.173 27.598 nd nd nd

22.077 170 221 16.870 11.403 nd 133 8.666

7.506 394 105 5.353 3.642 nd 17 2.744

73.432 672 262 27.562 19.380 nd 69 12.974

1.306.960 9.627 12.990 1.775.515 1.191.777 555.224 1.137 148.511

Tabella 2.11 - Alcuni indicatori sulla produzione di vino Doc-Docg in Lombardia nel 2005

ProduzioneProduzione imbottigliata/ Resa SAU SAU in Resa incertificata/ produzione apparente media produzione vinificazione

Vino effettiva certificata (q.li/ha) (ha) su totale (hl/q.li)Botticino Doc nd nd 73,78 0,94 0,60 0,70

Capriano del Colle Doc nd nd 129,75 0,94 0,59 0,70

Cellatica Doc nd nd 65,51 0,94 0,81 0,70

Franciacorta Docg nd nd 84,48 5,08 0,98 0,65

Garda Colli Mantovani Doc 1,00 nd 76,08 0,98 0,34 0,60

Garda Doc 0,86 0,00 96,93 0,89 0,83 0,57

Lambrusco Mantovano Doc 1,00 nd 124,09 1,66 0,70 0,48

Lugana (Ir) Doc nd nd 112,10 4,56 0,76 0,70

Oltrepo’ Doc 0,54 0,24 155,39 1,32 0,77 0,68

San Colombano Doc nd nd 105,97 1,35 0,40 0,56

San Martino della Battaglia (Ir) Doc nd nd 81,60 0,94 0,16 0,70

Sforzato di Valtellina Docg nd nd 57,24 0,05 0,70 0,50

- segue -

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Segue Tabella 2.11 - Alcuni indicatori sulla produzione di vino Doc-Docg in Lombardia nel 2005

ProduzioneProduzione imbottigliata/ Resa SAU SAU in Resa incertificata/ produzione apparente media produzione vinificazione

Vino effettiva certificata (q.li/ha) (ha) su totale (hl/q.li)Terre di Franciacorta Doc nd nd 186,63 0,94 0,34 0,76

Valcalepio Doc nd nd 76,33 1,30 0,64 0,68

Valtellina Rosso o

Rosso di Valtellina Doc nd nd 50,81 0,27 0,51 0,68

Valtellina Superiore Docg nd nd 105,31 0,39 0,42 0,70

Totale Lombardia 0,47 0,27 136,68 1,35 0,75 0,67

Fonte: Indagine Ismea sulle CCIAA

Tabella 2.12 - I prezzi all’origine di uve e vini Doc-Docg in Lombardia nel 2005

PREZZI UVA (euro al quintale) PREZZI VINOVino Minimo Massimo Media* Minimo Massimo Media**Botticino Doc 70,00 90,00 80,00 2,90 6,50 4,70Capriano del Colle Doc 55,00 80,00 62,50 3,00 7,00 4,17Cellatica Doc 75,00 95,00 83,75 3,50 5,00 4,25Franciacorta Docg 110,00 135,00 122,50 7,50 10,00 8,75Garda (Ir) Doc 47,50 155,00 64,63 2,85 6,60 4,66Garda Colli Mantovani Doc - - nd - - 4,95

Lambrusco Mantovano Doc - - nd - - 4,15

Lugana (Ir) Doc 92,50 110,00 98,33 5,25 7,25 5,92Oltrepo' Doc 27,00 68,80 48,21 - - nd

San Colombano al Lambro Doc 55,00 60,00 57,50 - - 9,00San Martino della Battaglia (Ir) Doc - - 60,00 3,25 9,50 6,38Sforzato di Valtellina Doc - - 188,20 - - nd

Terre di Franciacorta, Doc 70,00 87,50 78,75 - - 4,40Valcalepio, Doc 80,00 200,00 130,00 1,50 20,00 12,00Valtellina Rosso - - 125,00 - - nd

Valtellina Superiore, Docg 158,40 189,50 166,27 - - nd

Legenda:

€€/bottiglia€/litro€/ettogrado

* Media dei prezzi di tutte le uve che concorrono a produrre le varie menzioni di ciascuna Doc.** Media dei prezzi di tutte le menzioni facenti parte di ciascuna Doc.Fonte: Indagine Ismea sulle CCIAA

2.5 Veneto

Il Veneto si conferma, anche nel 2005, tra le realtà produttive di maggiore impor-

tanza e peso nel panorama vitivinicolo nazionale.

Il Veneto infatti è tra le prime regioni per produzione complessiva di vino e per

volume di fatturato vinicolo. Inoltre la produzione Doc-Docg veneta incide per una

quota importante su quella Doc-Docg nazionale.

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Tuttavia se si prende in considerazione l’incidenza delle produzioni di vini Doc-Docg

sulla produzione enologica complessiva regionale, il Veneto si situa sullo stesso valore del-

la media nazionale, mentre di poco superiore al dato medio italiano è il peso del valore del-

la produzione vitivinicola sul totale della produzione agricola regionale (cfr. Figura 1.4).

L’insieme dei dati esposti mette quindi in luce da un lato come la struttura del

comparto ed il ruolo delle produzioni di qualità, assuma in questa regione un aspetto

peculiare. Infatti va sottolineato come il Veneto sia la regione in cui l’incidenza delle

produzioni IGT sul totale dei vini regionali sia di gran lunga la più alta del in Italia.

Da ciò si deduce che il Veneto è la regione in cui le produzioni a marchio rivestono

un ruolo fondamentale. D’altro canto, tuttavia, nella mappatura della viticoltura re-

gionale italiana (cfr. Figura 1.4) il profilo del Veneto finisce con il coincidere con

quello medio nazionale, senza entrare nell’eccellenza.

Sotto il profilo strutturale, secondo i dati raccolti presso le CCIAA,14 le aziende in

produzione sono risultate pari a 18.755, con una SAU in produzione di circa 27.500

ettari, che incide su quella iscritta per una percentuale piuttosto bassa, il 67%.

La produzione effettiva veneta di vino Doc-Docg si sarebbe attestata nel 2005 su-

gli 1,8 milioni di ettolitri (Tabella 2.14), con una contrazione rispetto al 2004 del

5,6% (Figura 2.8)15. Tale flessione si deve soprattutto alla resa in vinificazione delle

uve, visto che la superficie in produzione risulta anch’essa in espansione di quasi il

5% e la resa in uva è, sia pur di poco, aumentata.

Per quanto riguarda la produzione certificata, questa ha superato gli 1,7 milioni di

ettolitri, incidendo quindi su quella effettiva per circa il 95%.

39

Figura 2.8 - Variazioni % 05/04 strutturali e della produzione per il vino Doc-Docg inVeneto

Fonte: Indagine ISMEA sulle CCIAA

SAU in produzione all'albo

Produzione effettiva vino

-6 -4 -2

%

0 2 4 6

creo
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Sotto il profilo territoriale la Figura 2.9 evidenzia il ruolo che assume, soprattutto

in termini produttivi, la provincia di Verona, in cui si ottiene il 64% dei vini Doc-

Docg veneti. A questa segue la provincia di Treviso con quasi il 27%, mentre la il

ruolo di Venezia e di Padova è minoritario (rispettivamente 6,1 e 3,4%).

40

Figura 2.9 - Distribuzione provinciale delle strutture produttive e della produzione divino Doc-Docg in Veneto (2005)

Fonte: Indagine ISMEA sulle CCIAA

VERONA

TREVISO

VENEZIA

PADOVA

Az. in produzione SAU in produzione Produz. effettiva Produz. certificata0

10

20

30

40

50%

60

70

80

90

100

Il ruolo delle produzioni di qualità in Veneto, oltre che dai dati quantitativi, si de-

sume anche dal numero di denominazioni, 28, di cui 3 Docg, terzo valore dopo Pie-

monte e Toscana16.

In tale panorama alcune denominazioni hanno un grande rilievo sotto il profilo

territoriale, in relazione alle superfici interessate, e socio-economico per il numero

di aziende coinvolte. In particolare il Soave, il Valpolicella e il Conegliano Valdob-

biadene, rientrando tra le prime 10 denominazioni italiane per produzione effettiva

e quasi raggiungendo il peso del 9% del vino di qualità complessivo prodotto in Ita-

lia, assumono decisamente una rilevanza anche nazionale. Queste tre denominazio-

ni, inoltre, rappresentano complessivamente il 71% circa della produzione Doc-

Docg veneta.

Altri vini che rivestono una certa importanza sotto il profilo delle quantità prodot-

te sono il Piave, il Lison Pramaggiore e il Bianco di Custoza, con i quali si arriva a

quasi il 90% del totale della produzione regionale. Il panorama produttivo è comple-

tato da diverse denominazioni di minore peso, tra cui si segnalano ben 8 denomina-

zioni coltivate su meno di 100 ettari. Va tuttavia precisato che si tratta spesso di pro-

creo
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dotti di particolare qualità, tra cui le tre Docg: il Bardolino Superiore, il Soave Supe-

riore e il Recioto.

Sul fronte dei prezzi all’origine, nel corso del 2005 i listini dei vini veneti non

hanno fatto registrare variazioni significative (Tabella 2.15), assicurando un buon

margine soprattutto per i bianchi. La qualità delle uve, anche per l’andamento clima-

tico, è risultata buona e in cantina si sono raggiunti altrettanto favorevoli livelli qua-

litativi.

Sotto il profilo del mercato, quella del 2005 è risultata un’annata favorevole, in

cui la domanda è aumentata, e non si sono registrate giacenze. Il mercato, per alcuni

vini importanti come il Soave, è soprattutto rivolto all’estero (80%), anche se si sta

puntando ad allargare il mercato italiano.

41

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Tabella 2.13 - La produzione di vino Doc-Docg in Veneto nel 2005

ISCRIZIONE ALBO PRODU ZPOTEN Z

SAUAziende iscritta Uva

Vino Provincia iscritte (n.) all’albo (ha) (q.li)Arcole Doc Verona 229 232 nd

Bagnoli di Sopra Doc Padova 360 413 52.084

Bardolino Superiore Docg Verona 49 102 nd

Bardolino Doc Verona 2.149 4.593 nd

Bianco di Custoza Doc Verona 954 2.061 nd

Colli di Conegliano Doc Treviso 97 105 nd

Colli Euganei Doc Padova 2.763 1.722 209.322

Conegliano Valdobbiadene Doc Treviso 4.988 6.415 nd

Corti Benedettine del Padovano Doc Padova, Venezia 87 56 7.998

Garda (Ir) Doc Verona 725 599 nd

Lison Pramaggiore (Ir) Doc Venezia, Treviso 43 2.215 nd

Lugana (Ir) Doc Verona 75 271 nd

Merlara Doc Padova, Verona 157 106 14.601

Montello e Colli Asolani Doc Treviso 309 391 nd

Monti Lessini o Lessini Doc Verona 500 349 nd

Piave Doc Venezia, Treviso, Verona 2.562 2.770 nd

Recioto di Soave Docg Verona 166 249 nd

Riviere del Brenta Doc Venezia, Padova 10 8 1.009

San Martino della Battaglia (Ir) Doc Verona 0 0 nd

Soave Superiore Docg Verona 32 29 nd

Soave Doc Verona 4.703 9.005 nd

Valdadige (Ir) Doc Verona 1.171 811 nd

Valdadige Terra dei Forti Doc Verona 47 16 nd

Valpolicella Doc Verona 5.500 8.568 nd

Totale Veneto 27.676 41.084 285.014

In colore i dati oggetto di stima.In grigio stima solo per la provincia di Venezia.Fonte: Indagine Ismea sulle CCIAA

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U ZIONE PRODUZIONE PRODUZIONEN ZIALE RIVENDICAZIONI EFFETTIVA CERTIFICATA IMBOTTIGLIAMENTO

SAU in Imbottigl.Vino n. produzione Uva Vino Vino (n.)

(hl) denunce all’albo (ha) (q.li) (hl) (hl)nd 156 158 16.724 11.707 1.110 30

36.459 115 129 11.278 7.552 0 0

nd 33 70 4.484 nd 718 158

nd 1.461 3.123 366.693 nd 221.270 320

nd 649 1.401 153.128 99.462 93.336 233

nd 66 71 4.075 2.542 496 nd

146.525 1.276 846 64.039 44.355 0 0

nd 3.392 4.362 508.994 356.296 303.247 nd

5.599 92 68 6.992 4.895 0 nd

nd 493 407 40.028 28.019 14.814 280

nd 29 1.506 144.887 101.418 0 0

nd 51 184 12.252 8.576 26.296 157

10.221 198 94 10.388 7.272 0 4

nd 210 266 22.390 15.673 11.633 nd

nd 340 237 31.507 22.055 12.139 36

nd 1.742 1.883 178.462 124.557 70.282 0

nd 113 169 4.610 1.844 1.639 140

706 18 19 1.414 989 0 0

nd 0 0 0 0 0 0

nd 22 20 1.590 1.113 1.164 70

nd 3.198 6.123 808.145 565.701 524.949 325

nd 796 551 77.665 54.366 26.115 57

nd 32 11 983 688 212 21

nd 3.740 5.826 599.025 383.193 403.371 510

199.510 18.222 27.526 3.069.752 1.842.273 1.712.792 2.341

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Tabella 2.14 - Alcuni indicatori sulla produzione di vino Doc-Docg in Veneto nel 2005

Produzione Resa SAU SAU in Resa incertificata/ apparente media produzione vinificazione

Vino effettiva (q.li/ha) (ha) su totale (hl/q.li)Arcole Doc 0,09 105,94 1,01 0,68 0,70

Bagnoli di Sopra Doc 0,00 87,65 1,12 0,31 0,67

Bardolino Superiore Docg nd 64,46 2,11 0,68 -

Bardolino Doc nd 117,40 2,14 0,68 -

Bianco di Custoza Doc 0,94 109,27 2,16 0,68 0,65

Colli di Conegliano Doc 0,19 57,26 1,08 0,68 0,62

Colli Euganei Doc 0,00 75,73 0,66 0,49 0,69

Conegliano Valdobbiadene Doc 0,85 116,68 1,29 0,68 0,70

Corti Benedettine del Padovano Doc 0,00 102,44 0,74 1,23 0,70

Garda (Ir) Doc 0,53 98,30 0,83 0,68 0,70

Lison Pramaggiore (Ir) Doc 0,00 96,18 51,94 0,68 0,70

Lugana (Ir) Doc 3,07 66,56 3,61 0,68 0,70

Merlara Doc 0,00 110,31 0,48 0,89 0,70

Montello e Colli Asolani Doc 0,74 84,22 1,27 0,68 0,70

Monti Lessini o Lessini Doc 0,55 132,93 0,70 0,68 0,70

Piave Doc 0,56 94,76 1,08 0,68 0,70

Recioto di Soave Docg 0,89 27,24 1,50 0,68 0,40

Riviere del Brenta Doc 0,00 73,70 1,07 2,54 0,70

San Martino della Battaglia (Ir) Doc nd nd nd nd nd

Soave Superiore Docg 1,05 81,10 0,89 0,68 0,70

Soave Doc 0,93 131,98 1,91 0,68 0,70

Valdadige (Ir) Doc 0,48 140,90 0,69 0,68 0,70

Valdadige Terra dei Forti Doc 0,31 89,90 0,34 0,68 0,70

Valpolicella Doc 1,05 102,81 1,56 0,68 0,64

Totale Veneto 0,93 111,52 1,51 0,67 0,60

In colore i vini per i quali sono incluse annate precedenti.Fonte: Indagine Ismea sulle CCIAA

Tabella 2.15 - I prezzi delle uve e dei vini Doc-Docg in Veneto nel 2005 PREZZI UVA (euro al quintale) PREZZI VINO (euro all’ettogrado)

Vino Minimo Massimo Media* Minimo Massimo Media**Arcole Doc 26,00 26,00 26,00 3,80 3,80 3,80

Bagnoli di Sopra Doc nd nd nd 3,16 3,16 3,16

Bardolino Doc 28,50 33,50 31,00 4,45 5,10 4,71

Bianco di Custoza Doc 33,50 33,50 33,50 5,50 5,50 5,50

Colli Euganei Doc 27,50 32,50 30,83 4,66 7,56 5,69

Recioto di Soave Docg 107,50 107,50 107,50 6,00 6,00 6,00

Soave Doc 35,00 53,00 44,00 6,00 8,25 7,13

Valdadige (Ir) Doc 37,50 75,00 50,33 nd nd nd

Valpolicella Doc 37,50 112,50 88,33 nd nd 6,57

* Media dei prezzi di tutte le uve che concorrono a produrre le varie menzioni di ciascuna Doc.** Media dei prezzi di tutte le menzioni facenti parte di ciascuna Doc.Fonte: Indagine Ismea sulle CCIAA

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2.6 Friuli Venezia Giulia

Nella mappatura della vitivinicoltura italiana del 2005 (cfr. Figura 1.4) il Friuli Ve-

nezia Giulia è stato classificato, come già nell’anno precedente, tra le realtà produttive

di eccellenza; tale posizionamento è dovuto sia all’elevata quota della produzione di

vino Doc-Docg sul totale del vino regionale – inferiore solo a quella del Piemonte e

del Trentino Alto Adige – sia al peso del comparto vitivinicolo nel contesto economico

dell’agricoltura regionale. Il ruolo del Friuli Venezia Giulia viene confermato attraver-

so il suo discreto contributo alla produzione nazionale di vino Doc-Docg anche se nel

2005 si è registrata una decisa contrazione di tale quota rispetto all’anno precedente.

In effetti, secondo i dati raccolti presso le CCIAA, nel 2005 la produzione di vino

Doc-Docg in Friuli non ha raggiunto i 692.000 ettolitri, con una flessione rispetto al

2004 del 9,6% (Figura 2.10). Tale andamento è da imputarsi alla minore produzione

di uve e alle minori rese, poiché la SAU in produzione è risultata in aumento, sia pur

lieve (+2% circa).

La resa è passata dai 98 quintali/ettaro registrati nel 2004 ai circa 88 del 2005 (Ta-

bella 2.17). Il raccolto è stato sensibilmente influenzato dall’andamento climatico,

atipico in quanto caratterizzato da grandi sbalzi di temperatura e piovosità contenuta,

verificatosi a ridosso della vendemmia. Questo a sua volta ha influenzato sia la pro-

duzione delle uve che il loro stato fitosanitario. In realtà l’andamento della produzio-

ne non può considerarsi negativo, in quanto il 2004 sotto il profilo quantitativo, si è

registrato un ammontare superiore alla media. Nonostante le attese sulla qualità del

prodotto non fossero delle migliori, il prodotto finale è stato di ottimo livello, grazie

anche alla professionalità dei viticoltori.

Sotto il profilo strutturale, nel 2005 si segnalano soltanto lievi variazioni: le azien-

de iscritte all’Albo sono infatti diminuite del 2%, mentre per la superficie – sia iscrit-

ta all’Albo che in produzione – si è registrato un lieve aumento, in entrambi i casi di

quasi il 2%. Nel complesso la SAU in produzione è stata pari a 11.265 ettari, mentre

le denunce ad essa relative sono risultate 10.864 (Tabella 2.16).

La produzione certificata di vino Doc-Docg è stata nel 2005 pari a 448.000 ettoli-

tri circa17, con un rapporto rispetto a quella effettiva pari al 65% (Tabella 2.17)18.

Per la produzione imbottigliata, invece, i dati sono disponibili solo per alcuni vini e

non è quindi utile effettuare un confronto a livello regionale. Anche se i dati degli imbotti-

gliatori sono incompleti, è possibile affermare che le aziende attive sono molto numerose,

(ben 72419), a testimonianza di una marcata propensione alla valorizzazione commerciale.

Sotto il profilo territoriale, la produzione effettiva friulana di vino Doc-Docg è

concentrata nella provincia di Pordenone (45%) e Udine (35%). Minore il contributo

di Gorizia (19%), ed irrisorio quello di Trieste (Figura 2.11). Considerando la produ-

zione certificata, le proporzioni variano leggermente, con un riallineamento tra le due

principali province, dovuto al maggior rapporto tra vino certificato e vino prodotto

che si registra a Udine rispetto a Pordenone (74% contro 57%).

45

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Figura 2.10 - Variazioni % 05/04 strutturali e produttive per il vino Doc-Docg in FriuliVenezia Giulia

Fonte: Indagine ISMEA sulle CCIAA

Aziende iscritte

SAU in produzione all'albo

Produzione effettiva

-10 -8 -6

%

-4 -2 0 2

Figura 2.11 - Distribuzione provinciale delle strutture e della produzione di vino Doc-Docg in Friuli Venezia Giulia (2005)

Fonte: Indagine ISMEA sulle CCIAA

Az. in produzione SAU in produzione Produz. effettiva Produz. certificata0

10

20

30

40

50%

60

70

80

90

100

GORIZIA

PORDENONE

TRIESTE

UDINE

creo
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Le denominazioni presenti in Friuli nel 2005, così come l’anno precedente, sono

10, di cui una Docg.

La denominazione di maggiore importanza è il Friuli Grave che, con quasi

394.000 ettolitri, rappresenta circa il 57% della produzione effettiva regionale, e il cui

peso è cresciuto nel 2005. Tale incremento è dovuto al fatto che la produzione effetti-

va di tale Doc è, sia pur di poco (meno del 2%), cresciuta, mentre quella degli altri vi-

ni – con l’eccezione del Friuli Latisana – ha fatto registrare un andamento negativo.

La maggiore produzione del Friuli Grave si deve all’espansione delle superfici e delle

aziende (rispettivamente +5% e +6,4%), che ha controbilanciato le minori rese, che

tuttavia che risultano ancora notevolmente superiori alla media regionale. Il Grave è

articolato in 59 menzioni, delle quali, tuttavia, solo 18 presentano produzioni.

Il secondo vino per incidenza regionale è il Colli Orientali del Friuli che, con oltre

91.000 ettolitri, rappresenta il 13% della produzione effettiva friuliana. In questo ca-

so, tuttavia, l’incidenza sul totale regionale è diminuita, dato il notevole decremento –

pari al 23% – della produzione effettiva. Tale andamento, a sua volta, visto il modesto

incremento della SAU coltivata, è da ricondursi ancora alle rese, passate da 83 a 63

quintali/ettaro (-24%).

Altre Doc rappresentative sotto il profilo quantitativo a livello regionale sono il

Collio Goriziano (10% circa della produzione), il Friuli Isonzo (9%), il Friuli Aqui-

leia (6%).

I prezzi all’origine delle uve e dei vini Doc-Docg friuliani che è stato possibile ri-

levare presso le CCIAA, sono riportati in Tabella 2.18. Come si può osservare, tra i

diversi vini, considerando la media, si rileva una variabilità abbastanza contenuta, con

le eccezioni del Colli Orientali e del Collio Goriziano. Più accentuata, invece, la va-

riazione tra le diverse menzioni dei vini, con scarti significativi tra i valori minimi e

massimi.

Sotto il profilo del mercato, nel 2005 il prezzo delle uve è sceso di circa il 30%20.

Al contrario, i vini non hanno registrato una riduzione pari a quella delle uve, anche

se vi è stata comunque un calo dei prezzi, dovuto principalmente all’andamento della

domanda. Tale situazione ha creato difficoltà alle aziende di maggiori dimensioni,

mentre quelle di minore dimensione e che operano sull’intera filiera (uva-bottiglia)

hanno incontrato minori problemi.

47

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Tabella 2.16 - La produzione di vino Doc-Docg in Friuli Venezia Giulia nel 2005

ISCRIZIONE ALBO PRODU ZPOTEN Z

SAUAziende iscritta Uva

Vino Provincia iscritte (n.) all’albo (ha) (q.li)Carso Doc Trieste, Gorizia 73 62 6.154

Colli Orientali del Friuli Doc Udine 2.048 2.055 221.491

Collio Goriziano Doc Gorizia 1.567 1.368 150.087

Friuli Annia Doc Udine 51 68 8.158

Friuli Aquileia Doc Udine 269 768 95.378

Friuli Grave Doc Pordenone, Udine 5.392 5.364 683.760

Friuli Isonzo Doc Gorizia 1.172 1.153 142.249

Friuli Latisana Doc Udine 116 232 28.828

Lison Pramaggiore (Ir) Doc Pordenone 122 140 17.517

Ramandolo Docg Udine 54 57 4.530

Totale Friuli Venezia Giulia 10.864 11.265 1.358.150

Fonte: Indagine Ismea sulle CCIAA

Tabella 2.17 - Alcuni indicatori sulla produzione di vino Doc-Docg in Friuli Venezia Giulia nel 2005

Produzione Resa SAU SAU in Resa incertificata/ apparente media produzione vinificazione

Vino effettiva (q.li/ha) (ha) su totale (hl/q.li)Carso Doc nd 67,85 0,84 1,00 0,70

Colli Orientali del Friuli Doc 0,71 63,30 1,00 1,00 0,70

Collio Goriziano Doc 0,81 76,72 0,87 1,00 0,67

Friuli Annia Doc 0,58 70,82 1,33 1,00 0,70

Friuli Aquileia Doc 0,63 77,51 2,85 1,00 0,70

Friuli Grave Doc 0,64 104,84 0,99 1,00 0,70

Friuli Isonzo Doc 0,55 76,77 0,98 1,00 0,70

Friuli Latisana Doc 0,40 93,12 2,00 1,00 0,70

Lison Pramaggiore (Ir) Doc 0,41 95,75 1,15 1,00 0,70

Ramandolo Docg 0,34 58,60 1,05 1,00 0,65

Totale Friuli Venezia Giulia 0,65 88,12 1,04 1,00 0,70

Fonte: Indagine Ismea sulle CCIAA

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49

U ZIONE PRODUZIONE PRODUZIONEN ZIALE RIVENDICAZIONI EFFETTIVA CERTIFICATA IMBOTTIGLIAMENTO

SAU in Imbottigl. VinoVino n. produzione Uva Vino Vino (n.) imbottigl.

(hl) denunce all’albo (ha) (q.li) (hl) (hl) (hl)4.308 73 62 4.175 2.923 nd nd nd

155.043 2.048 2.055 130.090 91.063 64.963 nd nd

105.051 1.567 1.368 104.927 70.663 56.896 96 37.933

5.710 51 68 4.814 3.370 1.939 nd nd

66.765 269 768 59.524 41.667 26.384 nd nd

478.632 5.392 5.364 562.394 393.676 253.050 84 nd

99.574 1.172 1.153 88.487 61.941 34.097 58 19.207

20.179 116 232 21.595 15.116 6.044 nd nd

12.262 122 140 13.399 9.380 3.832 34 nd

2.944 54 57 3.318 2.157 741 nd nd

950.469 10.864 11.265 992.723 691.955 447.945 724 57.140

Tabella 2.18 - Prezzi di uve e vini Doc-Docg in Friuli Venezia Giulia nel 2005

PREZZI UVA (euro al quintale) PREZZI VINO (euro a bottiglia)Vino Minimo Massimo Media* Minimo Massimo Media**Carso nd nd nd 4,00 8,00 7,00

Colli Orientali del Friuli 40,00 120,00 51,40 4,00 20,00 4,81

Collio Goriziano 30,00 106,00 73,89 80,00 140,00 115,33

Friuli Annia 30,00 50,00 40,00 3,50 5,00 4,25

Friuli Aquileia 30,00 50,00 40,00 3,50 5,00 4,25

Friuli Grave 30,00 50,00 40,00 3,50 5,00 4,25

Friuli Isonzo nd nd nd 80,00 140,00 113,00

Friuli Latisana 30,00 50,00 40,00 3,50 5,00 4,25

Ramandolo 70,00 90,00 80,00 6,00 7,00 6,50

* Media dei prezzi di tutte le uve che concorrono a produrre le varie menzioni di ciascuna Doc.** Media dei prezzi di tutte le menzioni facenti parte di ciascuna Doc.In colore i vini il cui prezzo è espresso in euro all’hl.Fonte: Indagine Ismea sulle CCIAA

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2.7 Trentino Alto Adige

In Trentino Alto Adige la vitivinicoltura è strutturalmente orientata alla quali-

tà. Gran parte della produzione di vino regionale è rappresentata da vini Doc-

Docg, cui si aggiunge un ulteriore quota di vini Igt. Il Trentino Alto Adige si ca-

ratterizza quindi come la regione con la più alta percentuale in assoluto di vini di

qualità. Va inoltre considerato che la produzione regionale assume un certo ruolo

anche a livello nazionale: l’incidenza della produzione Doc del Trentino Alto

Adige sul totale nazionale di vino Doc-Docg è risultata, nel 2005, pari al 6,6%.

Nonostante queste premesse, nella mappatura della vitivinicoltura regionale ita-

liana del 2005 (cfr. Figura 1.4) il Trentino Alto Adige non rientra, come nel 2004,

nel quadrante dell’eccellenza ma in quello della “qualità di nicchia”, a causa della

diversa incidenza del valore del comparto vitivinicolo sul complesso dell’econo-

mia agricola regionale.

La motivazione di tale differente posizionamento può identificarsi in un deciso

calo, pari a quasi il 19%, che ha registrato la produzione effettiva di vini Doc in Tren-

tino Alto Adige nel 2005 (Figura 2.12).

Tale andamento si riflette sia sul peso della produzione Doc della regione nel pa-

norama nazionale di qualità, che passa dall’8,4% del 2004 al 6,6% del 2005, ma ha

conseguenze anche in termini economici. Infatti, mentre nel 2004 il peso economico

del comparto viticolo risultava superiore alla media nazionale, nel 2005 l’incidenza è

scesa al di sotto di tale valore

Pertanto il Trentino Alto Adige sembra avere perso, quanto meno sotto il pro-

filo meramente quantitativo, la posizione di eccellenza che rivestiva nella map-

patura delle vitivinicoltura italiana, per posizionarsi su un profilo soltanto quali-

tativo.

La brusca contrazione della produzione effettiva del Trentino Alto Adige (Figura

2.12), si deve in parte alla diminuzione della SAU in produzione per vini Doc (-

3,4%), ma soprattutto al deciso calo delle rese, passate da una media di 122

quintali/ettaro registrata nel 2004 ai 103 del 2005.

È di rilievo notare che tale andamento è in realtà in contrasto con l’evoluzione

strutturale. Si nota infatti come le aziende iscritte all’Albo, pari nel 2005 a 29.593,

siano cresciute, anche se in misura modesta (+0,5%). Ben più evidente la crescita del-

la SAU iscritta all’Albo che arriva a sfiorare i 16.000 ettari, ossia il 15% in più rispet-

to all’anno precedente.

Analizzando i dati unitamente ai precedenti, se ne ricava che mentre nel 2004 il

rapporto tra SAU in produzione e SAU iscritta era pari al 95%, nel 2005 si è drastica-

mente abbassato all’80% (Tabella 2.20). La SAU realmente in produzione risulta

quindi pari a meno di 13.000 ettari, cui corrispondono 24.641 rivendicazioni.

La produzione effettiva di vino Doc è stata inferiore ai 920.000 ettolitri, mentre

quella certificata ha sfiorato i 782.000 ettolitri21.

50

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Sotto il profilo territoriale, la Figura 2.13 evidenzia il ruolo della provincia di

Trento, nella quale si ottiene il 67% della produzione effettiva ed il 61% di quella cer-

tificata. In termini di SAU, tuttavia, il contributo di Trento si abbassa a meno del

63%, per via della resa media decisamente maggiore rispetto al valore di Bolzano

(circa 110 quintali/ettaro contro 91). Se poi si prendono in considerazione le aziende

in produzione l’incidenza della provincia di Trento è ancora minore (58% circa).

In Trentino Alto Adige risultano in produzione otto Doc, tra le quali assumono un

ruolo di primo piano, non solo a livello regionale, il Trentino Doc (46% della produ-

zione effettiva regionale e 3,1% di quella nazionale) e l’Alto Adige Doc (circa il 28%

della produzione regionale).

Nel 2005 sono stati prodotti oltre 423.00 ettolitri di “Trentino Doc” (Tabella 2.19),

da uve ottenute su una SAU di 5.528 ettari, con una resa di quasi 110 quintali/ettaro,

superiore alla media regionale. Per questo vino si osserva inoltre un’incidenza tra le

più basse del rapporto tra SAU in produzione e SAU iscritta22. Il Trentino Doc è artico-

lato in ben 31 menzioni, delle quali 6 sono ottenute attraverso operazioni di cantina.

Il secondo vino per produzione effettiva con oltre 254.000 ettolitri, è l’Alto Adige

Doc, per il quale si contano 58 menzioni delle quali tuttavia dieci non risultano in

produzione.

Vi è da dire che l’articolazione in molte menzioni sembra una delle caratteristiche

peculiari della vitivinicoltura trentina. Ad esempio il Trentino Superiore Doc, tra l’al-

tro uno dei vini meno prodotti (meno di 11.000 ettolitri nel 2005), conta ben 23 men-

zioni e per sole 4 di queste nel 2005 non si è avuta alcuna rivendicazione.

51

Figura 2.12 - Variazioni % 05/04 strutturali e della produzione per il vino Doc-Docg inTrentino Alto Adige

Fonte: Indagine ISMEA sulle CCIAA

Aziende iscritte all'Albo

SAU in produzione all'albo

Produzione effettiva vino

-20 -18 -16 -14 -12 -10

%

-8 -6 -4 -2 0

creo
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52

Figura 2.13 - Distribuzione provinciale delle strutture produttive e della produzione divino Doc-Docg in Trentino Alto Adige (2005)

Fonte: Indagine ISMEA sulle CCIAA

Az. in produzione SAU in produzione Produz. effettiva Produz. certificata0

10

20

30

40

50%

60

70

80

90

100

TRENTO

BOLZANO

Tabella 2.19 - La produzione di vino Doc-Docg in Trentino Alto Adige nel 2005

ISCRIZIONE ALBO PRODU ZPOTEN Z

SAUAziende iscritta Uva

Vino Provincia iscritte (n.) all’albo (ha) (q.li)Alto Adige Doc Bolzano 11.965 6.524 568.574

Casteller Doc Trento 326 140 21.023

Lago di Caldaro o Caldaro Doc Trento, Bolzano 2.516 844 118.351

Teroldego Rotaliano Doc Trento 564 476 81.031

Trentino Doc Trento 11.456 6.282 748.266

Trentino Superiore Doc Trento 577 299 30.270

Trento Doc Trento 435 419 62.999

Valdadige (Ir) Doc Trento, Bolzano 1.754 915 133.360

Totale Trentino Alto Adige 29.593 15.899 1.763.874

Fonte: Indagine Ismea sulle CCIAA

creo
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Nel complesso, nonostante il decremento produttivo registrato23, il 2005 può con-

siderarsi come un’annata positiva, anche per la qualità da considerarsi molto buona.

Va inoltre sottolineato che in questa regione si applicano protocolli di intesa che a

volte sono molto più restrittivi della normativa nazionale, soprattutto sulla tutela am-

bientale. Ciò consente di avere una qualità superiore anche sotto il profilo della sanità

alimentare.

Anche per quanto concerne il mercato quella del 2005 può essere considerata

un’annata positiva, non essendosi riscontrate scorte invendute. Le aziende si sono

orientate verso la produzione di vino bianco, per il quale si registra un aumento della

domanda. Le strategie di mercato sono orientate verso il mantenimento di un accetta-

bile rapporto qualità-prezzo, producendo vini di qualità a prezzi accessibili (Tabella

2.21). Naturalmente non mancano i picchi qualitativi, come nel caso dello spumante

Ferrari che fa capo alla Doc Trento, che spuntano prezzi più elevati.

53

U ZIONE PRODUZIONE PRODUZIONEN ZIALE RIVENDICAZIONI EFFETTIVA CERTIFICATA IMBOTTIGLIAMENTO

SAU in Imbottigl. VinoVino n. produzione Uva Vino Vino (n.) imbottigl.

(hl) denunce all’albo (ha) (q.li) (hl) (hl) (hl)398.000 8.984 4.139 363.384 254.369 254.369 nd nd

14.716 192 117 12.267 8.586 10.290 nd 7.104

82.845 1.792 800 88.092 61.664 64.207 nd 4.439

56.722 546 466 61.727 43.209 33.595 nd 22.214

606.610 10.553 5.528 604.519 423.075 286.697 nd 212.359

20.895 346 183 15.647 10.830 3.709 nd 2.118

44.099 967 910 91.139 63.797 43.922 nd 64.651

93.348 1.261 638 74.182 51.926 85.005 nd 36.132

1.317.235 24.641 12.780 1.310.957 917.456 781.794 nd 349.017

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54

Tabella 2.21 - Prezzi all’origine di uve e vini Doc-Docg in Trentino Alto Adige nel 2005

PREZZI UVA (euro al quintale) PREZZI VINO (euro all’hl)Vino Minimo Massimo Media* Minimo Massimo Media**Alto Adige Doc 83,00 237,00 154,06 143,00 370,00 221,67

Trentino Doc 130,00 150,00 140,00 100,00 215,00 141,00

* Media dei prezzi di tutte le uve che concorrono a produrre le varie menzioni di ciascuna Doc.** Media dei prezzi di tutte le menzioni facenti parte di ciascuna Doc.Fonte: Indagine Ismea sulle CCIAA

Tabella 2.20 - Alcuni indicatori sulla produzione di vino Doc-Docg in Trentino Alto Adige nel 2005

ProduzioneProduzione imbottigliata/ Resa SAU SAU in Resa incertificata/ produzione apparente media produzione vinificazione

Vino effettiva certificata (q.li/ha) (ha) su totale (hl/q.li)Alto Adige Doc 1,00 nd 87,80 0,46 0,63 0,70

Casteller Doc 1,20 0,69 104,85 0,61 0,84 0,70

Lago Di Caldaro o Caldaro Doc 1,04 0,07 110,17 0,45 0,95 0,70

Teroldego Rotaliano Doc 0,78 0,66 132,46 0,85 0,98 0,70

Trentino Doc 0,68 0,74 109,36 0,52 0,88 0,70

Trentino Superiore Doc 0,34 0,57 85,58 0,53 0,61 0,69

Trento Doc 0,69 1,47 100,15 0,94 2,17 0,70

Valdadige (Ir) Doc 1,64 0,43 116,39 0,51 0,70 0,70

Totale Trentino Alto Adige 0,85 0,45 102,58 0,52 0,80 0,70

In colore i vini per i quali confluiscono annate diverse.In grigio i vini per i quali figurano scelte vendemmiali da vino a spumante.Fonte: Indagine Ismea sulle CCIAA

2.8 Emilia Romagna

Nel 2005 l’Emilia Romagna si è confermata tra le prime regioni per produzione

complessiva di vino, ma il peso che assume la produzione Doc-Docg emiliano-roma-

gnola sul totale del vino prodotto in regione è inferiore sia alla media nazionale che a

quella delle regioni del Nord Italia.

Inoltre anche il contributo del comparto vitivinicolo sull’economia agricola regio-

nale, è ben inferiore rispetto sia alla media nazionale che ai valori delle altre grandi

regioni produttrici. Nonostante quanto sottolineato, l’Emilia Romagna si può conside-

rare una realtà con un rapporto equilibrato tra quantità e qualità: pur non raggiungen-

do l’eccellenza di altre realtà regionali24 (cfr Figura 1.4), la regione vanta in assoluto

una produzione effettiva di vini Doc-Docg di tutto rispetto, che nel 2005 ha superato

il milione e duecentomila ettolitri (Tabella 2.22), con un incremento, rispetto all’anno

precedente, di quasi il 6% (Figura 2.14).

Tale performance si deve soprattutto al buon andamento della produzione di uve,

che ha visto un netto incremento nelle rese dei terreni coltivati a vini Doc-Docg, ri-

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conducibili a loro volta al buon andamento climatico. Le aziende iscritte all’Albo dei

produttori sono invece diminuite di quasi il 13% e la SAU iscritta ha registrato una

flessione, sia pur più contenuta (il 4% circa).

Non essendo possibile un confronto con i dati relativi alla SAU realmente in produzio-

ne, che non era disponibile lo scorso anno l’espansione si deve imputare quindi almeno alle

rese, che hanno sfiorato i 93 quintali/ettaro, valore decisamente superiore a quello del 2004.

55

Figura 2.14 - Variazioni % 05/04 strutturali e della produzione di vino Doc-Docg inEmilia Romagna

Fonte: Indagine ISMEA sulle CCIAA

Aziende iscritte all'Albo

Produzione effettiva

-14 -12 -10 -8 -6 -4

%

-2 0 2 4 6

In definitiva la produzione emiliano-romagnola di vini Doc-Docg, cui concorrono

ben 21 denominazioni, è stata ottenuta nel 2005 su 18.800 ettari, ossia il 60% circa

delle superfici iscritte all’Albo, distribuiti su 13.000 aziende circa.

La produzione che nel 2005 è stata certificata dalle CCIAA emiliano-romagnole è

pari a quasi 895.000 ettolitri. Per le motivazioni esposte in metodologia il dato non è

comparabile sotto il profilo dell’evoluzione della produzione rispetto a quello del

2004. Tuttavia sotto il profilo strettamente economico si rileva che corrisponde a circa

il 16% in più e che il rapporto tra produzione effettiva e certificata è del 74% contro

meno del 60% dello scorso anno.

Dal punto di vista territoriale la Figura 2.15 mette bene in evidenza il ruolo cen-

trale di tre province: Modena, in cui si ottiene quasi il 34% del vino Doc-Docg emi-

liano-romagnolo, Piacenza e Reggio-Emilia entrambe con il 19%.

Il contributo delle altre province è decisamente minore, anche se va distinto il

ruolo di Bologna, Ravenna, Forlì la cui incidenza sulla produzione regionale di vino

si aggira tra l’8 ed il 10%, da quello di Ferrara, Parma e Rimini che non arriva all’1%.

creo
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Nonostante il cospicuo numero di denominazioni, e coerentemente ad altre regio-

ni con elenchi altrettanto vasti, la produzione regionale di vino Doc-Docg risulta con-

centrata su pochi vini25.

Il primo vino per produzione effettiva risulta, come già nel 2004, il Colli Piacenti-

ni che, con quasi 233.000 ettolitri, rappresenta più del 19% del totale regionale. Se-

guono poi il Reggiano Doc (16,4% con quasi 198.000 ettolitri) ed il Lambrusco Sala-

mino di Santa Croce Doc (13,2%, con circa 160.000 ettolitri). Sommando la produ-

zione di questi tre vini si raggiunge quasi il 50% della produzione regionale. A questi

vini se ne associano altri che, anche in termini di superfici e di imprese, risultano

molto diffusi. È il caso del Sangiovese di Romagna, del Lambrusco di Sorbara, e del

Lambrusco Grasparossa, tutte Doc per quali il volume produttivo supera i 100.000 et-

tolitri. Con questi tre vini si sfiora l’80% del totale della produzione regionale. Se si

aggiungono i successivi tre (Trebbiano di Romagna, Reno, Colli di Scandiano e Ca-

nossa) si supera il 92%.

Il dato rende evidente una dicotomia strutturale: nove vini concentrano quasi il

93% della produzione, l’86,4% delle rivendicazioni e quasi l’89% della SAU in pro-

duzione. I 12 vini rimanenti si distribuiscono quindi su superfici e aziende molto più

ridotte. Tali dati sono imputabili tuttavia non solo alla diffusione delle diverse Doc,

ma anche al fatto che si tratta, pur con alcune eccezioni, di vini le cui aziende pos-

siedono maggiori dimensioni medie, sono caratterizzati da una maggior rapporto tra

SAU in produzione e SAU iscritta all’Albo, e soprattutto da rese superori alla media

regionale.

56

Figura 2.15 - Distribuzione provinciale delle strutture produttive e della produzione divino Doc-Docg in Emilia-Romagna (2005)

Fonte: Indagine ISMEA sulle CCIAA

Az. in produzione SAU in produzione Produz. effettiva Produz. certificata0

10

20

30

40

50%

60

70

80

90

100

BOLOGNA

PARMA

RIMINI

FERRARA

PIACENZA

RAVENNA

MODENA

REGGIO EMILIA

FORLI'

creo
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È da sottolineare che i dati relativi alla diffusione dei diversi vini sono a volte ab-

bastanza diversi da quelli del 2004. Questo può essere dovuto a situazioni contingen-

ti, come per esempio per il Reggiano26 che ha visto un incremento di oltre il 50% del-

la produzione effettiva, mentre il Sangiovese, che risultava nel 2004 il secondo vino

per produzione, ha registrato un calo del 16%.

Riguardo ai prezzi all’origine, i listini dei vini emiliano-romagnoli registrati per il

2005 (Tabella 2.24) con la rilevante eccezione del Colli di Scandiano e di Canossa,

presentano valori abbastanza contenuti. Nonostante si osservi una certa variabilità,

quindi, questa avviene all’interno di una fascia di prezzo piuttosto bassa (da 1 a 5 eu-

ro a bottiglia). Il buon rapporto qualità prezzo che caratterizza i vini emiliano-roma-

gnoli, diventa quindi un fattore di successo sul mercato del vino.

57

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58

Tabella 2.22 - La produzione di vino Doc-Docg in Emilia-Romagna nel 2005

ISCRIZIONE ALBO PRODU ZPOTEN Z

SAUAziende iscritta Uva

Vino Provincia iscritte (n.) all’albo (ha) (q.li)Albana di Romagna Docg Bologna, Ravenna, Forlì 993 860 85.960

Bosco Eliceo Doc Ferrara, Ravenna 130 213 32.909

Cagnina di Romagna Doc Ravenna, Forlì 228 119 15.504

Colli Bolognesi Classico Pignoletto Doc Bologna 33 124 13.805

Colli Bolognesi Doc* Bologna, modena 1.428 1.352 150.719

Colli d’Imola Doc* Bologna 961 1.702 182.079

Colli di Faenza Doc Ravenna, Forlì 196 337 31.394

Colli di Parma Doc Parma 237 261 26.110

Colli di Rimini Doc Rimini 459 635 74.420

Colli di Scandiano e di Canossa Doc Reggio Emilia 520 550 85.380

Colli Piacentini Doc Piacenza 5.481 6.138 719.220

Colli Romagna Centrale Doc Forlì 119 204 19.380

Lambrusco di Sorbara Doc Modena 873 1.632 293.761

Lambrusco Grasparossa di Castelvetro Doc Modena 1.147 1.352 243.325

Lambrusco Salamino di Santa Croce Doc Modena 1.162 1.772 336.734

Pagadebit di Romagna Doc Ravenna, Forlì 127 69 9.648

Reggiano Doc Reggio Emilia 2.176 3.648 656.716

Reno Doc Bologna, Modena 1.809 1.072 284.894

Romagna Albana Spumante Doc Forlì n.d n.d n.d

Sangiovese di Romagna Doc* Bologna, Ravenna, Forlì 3.285 5.364 590.072

Trebbiano di Romagna Doc Bologna, Ravenna, Forlì 2.497 3.824 535.327

Totale Emilia Romagna 23.861 31.228 4.387.357

*Queste tipologie di vino si riferiscono ad aziende che risultano contemporaneamente iscritte a varie menzioni, sia per la SAU che per il nFonte: Indagine Ismea sulle CCIAA

Tabella 2.23 - Alcuni indicatori sulla produzione di vino Doc-Docg in Emilia Romagna nel 2005

ProduzioneProduzione imbottigliata/ Resa SAU SAU in Resa incertificata/ produzione apparente media produzione vinificazione

Vino effettiva certificata (q.li/ha) (ha) su totale (hl/q.li)Albana di Romagna Docg 0,28 - 53,27 1,08 0,65 0,70

Bosco Eliceo Doc 0,08 1,08 61,55 2,57 0,72 0,70

Cagnina di Romagna Doc 0,94 0,41 89,10 0,62 0,78 0,65

Colli Bolognesi

Classico Pignoletto Doc 0,56 - 63,89 0,93 0,07 0,65

Colli Bolognesi Doc 0,45 - 64,12 1,32 0,48 0,71

Colli di Faenza Doc 0,23 1,31 42,79 1,39 0,14 0,70

Colli di Imola Doc 0,25 - 47,20 1,54 0,16 0,70

Colli di Parma Doc 0,51 - 73,34 1,54 0,81 0,65

Colli di Rimini Doc 0,93 0,26 109,06 0,52 0,10 0,70

Colli di Scandiano e di Canossa Doc 1,00 - 105,18 0,98 0,77 0,70

Colli Piacentini Doc 1,00 - 90,79 1,09 0,60 0,69

Colli Romagna Centrale Doc 0,04* - 48,67 1,44 - 0,70

Lambrusco di Sorbara Doc 0,60 - 122,63 1,94 0,95 0,70

Lambrusco Grasparossa

di Castelvetro Doc 0,80 - 117,49 1,39 0,91 0,70

creo
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59

U ZIONE PRODUZIONE PRODUZIONEN ZIALE RIVENDICAZIONI EFFETTIVA CERTIFICATA IMBOTTIGLIAMENTO

SAU in Imbottigl. VinoVino n. produzione Uva Vino Vino (n.) imbottigl.

(hl) denunce all’albo (ha) (q.li) (hl) (hl) (hl)59.951 513 556 29.612 20.616 5.822 133 2.690

23.036 60 154 9.480 6.635 541 14 585

10.077 149 93 8.244 5.359 5.032 61 2.082

9.505 9 8 537 349 194 0 n.d

104.182 491 650 41.676 29.574 13.389 74 n.d

127.455 177 272 12.834 8.983 2.249 51 n.d

21.976 34 47 2.025 1.417 323 35 422

17.513 137 210 15.433 10.082 5.150 54 n.d

52.094 128 66 7.198 5.039 4.709 41 1.224

59.766 433 422 44.420 31.094 31.094 70 n.d

503.347 3.391 3.705 336.397 232.877 232.877 333 n.d

13.566 16 23 1.123 786 31 38 660

205.633 801 1.554 190.541 133.378 80.606 48 58.524

170.327 887 1.229 144.389 101.072 80.837 84 57.394

235.714 1.079 1.571 228.406 159.884 98.789 37 67.500

6.754 58 39 3.358 2.351 1.796 60 800

459.701 1.276 2.304 282.748 197.924 197.924 0 n.d

126.275 673 506 58.267 40.786 7.937 100 3.609

n.d 2 2 71 35 24 5 n.d

383.547 1.791 3.710 211.131 137.529 100.576 197 30.806

374.729 913 1.689 116.472 81.531 24.672 133 6.910

2.965.149 13.018 18.810 1.744.359 1.207.301 894.573 1.568 233.205

er il numero di aziende.

Segue Tabella 2.23 - Alcuni indicatori sulla produzione di vino Doc-Docg in Emilia Romagna nel 2005

ProduzioneProduzione imbottigliata/ Resa SAU SAU in Resa incertificata/ produzione apparente media produzione vinificazione

Vino effettiva certificata (q.li/ha) (ha) su totale (hl/q.li)Lambrusco Salamino

di Santa Croce Doc 0,62 0,68 145,42 1,46 0,89 0,70

Pagadebit di Romagna Doc 0,76 0,45 86,31 0,67 0,56 0,70

Reggiano Doc 1,00 - 122,70 1,81 0,63 0,70

Reno Doc 0,19 - 115,20 0,75 0,47 0,70

Romagna Albana Spumante Doc 0,68 - 44,86 0,79 nd 0,50

Sangiovese di Romagna Doc 0,73 0,31 56,90 2,07 0,69 0,65

Trebbiano di Romagna Doc 0,30 0,28 68,96 1,85 0,44 0,70

Totale Emilia Romagna 0,74 0,26 92,73 1,44 0,60 0,69

*Nel 2005 sono stati certificati soltanto quantitativi esigui di prodotto a causa del relativamente recente rico-noscimento del prodotto.Fonte: Indagine Ismea sulle CCIAA

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2.9 Toscana

La Toscana è tradizionalmente una delle regioni italiane più importanti dal punto

di vista vitivinicolo nel nostro paese. Nel 2005 in Toscana è stato prodotto il 15% del-

la produzione Doc-Docg italiana e la produzione Doc-Docg regionale costituisce ol-

tre la metà di quella complessiva prodotta nella regione.

Inoltre il valore della produzione vitivinicola regionale incide sulla produzione

agricola toscana per più del 13%.

Tali dati consentono di collocare la Toscana, nella mappatura della vitivinicoltura

italiana, nel quadrante definito dell’eccellenza (cfr. Figura 1.4), confermando la posi-

zione già ottenuta nel 2004.

Secondo i dati raccolti presso le CCIAA, la produzione effettiva di vini Doc-Docg

nel 2005 ha sfiorato i 2,1 milioni di ettolitri, ottenuti su una SAU effettivamente in

produzione di quasi 43.000 ettari (il 19% del totale nazionale), cui corrispondono

12.452 denunce (Tabella 2.25).

È da sottolineare, inoltre, che la Toscana registra un valore del 68% per quanto ri-

guarda il rapporto tra SAU in produzione ed iscritta, evidenziando una potenzialità

produttiva ben maggiore.

Per quanto riguarda il profilo evolutivo (Figura 2.16), pur basandosi su dati par-

60

Tabella 2.24 - Prezzi all’origine di uve e vini Doc-Docg in Emilia Romagna nel 2005

PREZZI UVA (euro al quintale) PREZZI VINO (euro/bottiglia)*Vino Minimo Massimo Media° Minimo Massimo Media°°Albana di Romagna Docg 27,00 30,00 28,50 3,60 3,60 3,60

Bosco Eliceo Doc 2,00 32,00 29,17 3,00 4,00 3,50

Cagnina di Romagna Doc 28,00 28,00 28,00 2,00 4,50 3,25

Colli Bolognesi Doc 23,00 28,00 27,44 0,85 1,85 1,43

Colli di Faenza Doc 25,00 35,00 31,00 2,50 3,00 2,83

Colli di Imola Doc 23,00 25,00 24,50 0,90 1,45 1,22

Colli di Parma Doc 46,00 63,00 49,85 4,00 6,00 4,50

Colli di Rimini Doc 18,00 40,00 28,40 4,50 5,50 5,00

Colli di Scandiano e di Canossa Doc 31,09 34,08 32,59 43,00 48,00 45,50

Colli Piacentini Doc 27,50 48,50 38,29 2,59 4,42 3,11

Lambrusco di Sorbara Doc nd nd 25,00 nd nd 1,30

Lambrusco Grasparossa di Castelvetro Doc nd nd 31,00 nd nd 1,30

Lambrusco Salamino di Santa Croce Doc nd nd 24,00 nd nd 1,08

Pagadebit di Romagna Doc 19,00 30,00 24,50 2,50 3,00 2,75

Reggiano Doc nd nd 34,43 nd nd 3,70

Reno Doc 19,00 23,00 20,33 0,70 1,25 0,99

Sangiovese di Romagna Doc 23,00 38,00 31,80 1,10 3,60 2,92

Trebbiano di Romagna Doc 18,00 26,00 21,00 0,90 2,80 1,90

*In grigio: euro/ettogrado.In colore: euro/litro.° Media dei prezzi di tutte le uve che concorrono a produrre le varie menzioni di ciascuna Doc.°° Media dei prezzi di tutte le menzioni facenti parte di ciascuna Doc.Fonte: Indagine Ismea sulle CCIAA

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ziali27, nel 2005 si è evidenziato un lieve calo delle aziende iscritte all’Albo cui è cor-

risposto un aumento più che proporzionale delle superfici in produzione. Il 2005 è

stato un anno meno favorevole per la produzione di uve, rimasta sostanzialmente in-

variata. È evidente, quindi, come le rese siano diminuite rispetto al valore del 2004.

Anche la resa in vinificazione è risultata in contrazione28. Nel complesso, la produzio-

ne effettiva di vini Doc-Docg è leggermente scesa (meno dell’1%).

In riferimento alla produzione certificata, essa è risultata nel 2005 pari 1,5 milioni

di ettolitri, con un’incidenza su quella effettiva del 74%; se si considera quella imbotti-

gliata, si scende al di sotto del mezzo milione di ettolitri. È da rilevare l’elevato nume-

ro di imbottigliatori – pari a 1.627 – ossia il numero più alto dopo Piemonte e Veneto.

Sotto il profilo territoriale, anche se tutte le province toscane vantano strutture e

produzioni di grande livello, le aree leader sono la provincia di Siena – dove si ottiene il

55% del totale della produzione effettiva di vino Doc-Docg regionale – e la provincia di

Firenze, che incide per il 25% (Figura 2.17). Seguono Arezzo (con l’8%) e Grosseto

(con il 6%), mentre le altre province toscane incidono in misura decisamente ridotta.

Il radicamento della vitivinicoltura di qualità in Toscana è testimoniato dall’elevato nu-

mero di denominazioni presenti, ossia 40, il più alto in assoluto tra tutte le regioni italiane.

Visti i volumi produttivi e l’ampio panorama delle denominazioni toscane, risulta ancora

più evidente quello che va considerato uno dei caratteri specifici della produzione di vino

Doc-Docg in Italia, ossia la presenza di vini di grande diffusione e produzioni di nicchia.

In particolare, il Chianti Docg, che è anche la denominazione più diffusa a livello

nazionale sia per produzione effettiva che per superficie, presente in ben sei province

toscane29, rappresenta, con oltre 1,3 milioni di ettolitri, il 62% della produzione effetti-

va regionale. Al Chianti Docg segue poi l’altro Chianti Docg, il Classico, che è la se-

conda denominazione regionale con circa il 16% della produzione effettiva e che rien-

tra ancora nella graduatoria delle prime 10 Doc-Docg per produzione e superficie. Nel

complesso, quindi, l’area del Chianti rappresenta il 78% della produzione effettiva di

vino Doc-Docg toscano. Le differenze tra le due denominazioni sono dovute a diversi-

tà strutturali e produttive significative. Infatti il Chianti Classico può vantare un’am-

piezza aziendale decisamente maggiore rispetto al Chianti Docg (5.6 ettari/azienda

contro 3,7), ma una resa notevolmente inferiore (58 quintali/ettaro contro 75).

Se alle due tipologie di Chianti si aggiungono il Brunello di Montalcino Docg

(68.000 ettolitri), il Morellino di Scansano Doc (oltre 61.000 ettolitri), la Vernaccia di

San Gimignano Docg (più di 39.000) e il Vino Nobile di Montepulciano (37.000 ettolitri)

si sfiora il 90% della produzione effettiva regionale, a dimostrazione dell’alto grado di

concentrazione. È da sottolineare come in 5 casi su 6 si tratti di vini a denominazione

controllata e garantita e che tutti, con l’eccezione del Morellino di Scansano, vengano ot-

tenuti da terreni ubicati nella provincia di Siena.

Da ricordare ancora che per molte delle denominazioni meno diffuse, le strutture

produttive sono esigue: in 18 casi il numero di imprese effettivamente in produzione è

inferiore a 100 e, se si considerano le superfici, in 16 casi non si raggiungono i 100

ettari ed in 8 non si superano i 50.

61

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62

Tabella 2.25 - La produzione di vino Doc-Docg in Toscana, 2005ISCRIZIONE ALBO PRODU Z

POTEN ZSAU

Aziende iscritta UvaVino Provincia iscritte (n.) all’albo (ha) (q.li)Ansonica Costa Argentario Doc Grosseto 124 118 12.967

Barco Reale di Carmignano Doc Prato 16 185 18.500

Bianco dell’empolese Doc Firenze 14 28 3.416

Bianco di Pitigliano Doc Grosseto 339 562 70.274

Bianco Pisano di San Torpe’ Doc Livorno, Pisa 48 118 14.148

Bolgheri Doc Livorno 51 1.168 105.030

Brunello di Montalcino Docg Siena 273 2.039 163.136

Candia dei Colli Apuani Doc Massa Carrara 45 49 4.400

Capalbio Doc Grosseto 272 284 31.325

Carmignano Docg Prato 25 201 16.072

Chianti Docg Pistoia, Siena, Pisa,

Firenze, Prato, Arezzo 6.338 25.582 2.266.862

Chianti Classico Docg Firenze, Siena 1.472 8.613 490.500

Colli dell’Etruria Centrale Doc Arezzo, Firenze, Pisa, Pistoia, Siena 487 1.511 181.343

Colli di Luni (Ir) Doc Massa Carrara 31 24 2.298

Colline Lucchesi Doc Lucca 42 193 18.950

Cortona Doc Arezzo 164 412 38.534

Elba Doc Livorno 29 93 6.503

Montecarlo Doc Lucca 34 191 18.200

Montecucco Doc Grosseto 272 382 35.183

Monteregio di Massa Marittima Doc Grosseto 204 461 46.674

Montescudaio Doc Pisa 33 272 27.190

Morellino di Scansano Doc Grosseto 475 1.358 162.907

Moscadello di Montalcino Doc Siena 15 62 6.220

Orcia Doc Siena 246 424 33.952

Parrina Doc Grosseto 4 53 4.852

Pomino Doc Firenze 4 83 7.461

Rosso di Montalcino Doc Siena 259 1.550 103.527

Rosso di Montepulciano Doc Siena 297 1.302 130.240

San Gimignano Doc Siena 108 551 44.048

Sant’antimo Doc Siena 267 2.110 189.855

Sovana Doc Grosseto 314 372 37.207

Val d’Arbia Doc Siena 22 80 8.756

Val di Cornia Doc Livorno, Pisa 55 357 35.680

Valdichiana Doc Arezzo, Siena 650 839 83.695

Valdinievole Doc Pistoia 14 23 2.951

Vernaccia di San Gimignano Docg Siena 133 748 61.380

Vin Santo di Montepulciano Doc Siena 150 334 36.751

Vin Santo del Chianti Doc Arezzo, Siena, Firenze, Pistoia, Pisa 380 736 76.905

Vin Santo Chianti Classico Doc Firenze, Siena 973 8.135 813.395

Vino Nobile di Montepulciano Docg Siena 277 1.207 96.560

Totale Toscana 14.956 62.809 5.507.848Note:Per la provincia di Grosseto il numero di aziende contiene delle ripetizioni quindi non è possibile ottenere la distinzione per le singole Doc.Il numero di imbottigliatori è riferito a tutte le province; pertanto non viene riportato nelle singole Doc relative alle province di Prato, Firenze,Il totale contiene 24.610 hl di vino certificato in più rispetto al totale dei singoli vini in quanto la CCIAA non ha fornito per singola Doc il daFonte: Indagine Ismea sulle CCIAA

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U ZIONE PRODUZIONE PRODUZIONEN ZIALE RIVENDICAZIONI EFFETTIVA CERTIFICATA IMBOTTIGLIAMENTO

SAU in Imbottigl. VinoVino n. produzione Uva Vino Vino (n.) imbottigl.

(hl) denunce all’albo (ha) (q.li) (hl) (hl) (hl)9.077 88 81 7.719 5.503 2.414 12 1.250

12.950 19 79 4.933 3.278 3.278 0 3.278

2.391 24 28 2.967 1.880 399 0 399

49.192 228 307 27.880 19.278 11.875 22 7.500

9.904 36 53 4.140 2.818 0 0 0

73.521 71 682 41.932 29.152 nd 0 0

110.932 359 1.597 99.984 67.974 67.794 207 0

3.080 27 25 1.891 1.418 1.418 25 1.418

21.927 197 149 13.922 9.689 6.117 14 3.200

11.250 16 111 5.003 3.566 3.565 nd 3.565

1.592.769 6.652 24.668 1.858.553 1.301.438 963.916 39 305.688

343.350 1.431 8.068 467.535 325.776 238.551 0 15.099

124.772 137 252 10.911 7.264 2.999 0 211

1.588 20 17 1.128 789 789 20 0

13.020 111 176 17.600 12.075 12.075 38 12.075

29.556 72 166 7.855 5.418 nd nd nd

4.552 153 143 6.965 4.610 nd nd 0

11.999 71 181 17.260 11.361 11.361 29 11.361

24.628 114 206 17.207 11.955 6.819 58 4.250

32.672 129 269 21.938 12.886 3.613 47 2.300

19.033 49 166 8.751 6.042 0 0 2.271

114.035 384 1.091 107.522 61.313 35.000 87 24.000

4.043 17 49 1.615 913 913 0 0

27.162 69 86 4.277 2.952 2.952 nd nd

3.396 2 40 3.680 2.576 1.921 3 1.200

5.223 4 73 2.872 1.965 1.819 nd 1.819

72.469 125 209 14.092 9.841 9.841 nd nd

91.168 217 357 26.335 18.407 18.407 nd nd

30.834 74 77 4.771 3.219 3.219 nd nd

132.899 160 628 31.703 22.105 22.105 nd nd

26.045 170 154 14.766 9.778 4.530 21 3.600

5.691 7 10 702 454 454 0 0

24.976 97 212 12.858 8.883 0 0 0

60.240 202 412 34.028 23.834 1.070 0 0

1.918 14 17 1.462 842 842 0 0

42.966 213 748 56.315 39.240 39.240 47 0

12.863 22 8 484 167 167 nd nd

27.125 321 205 13.793 4.868 2.746 nd 7

284.688 102 74 3.737 1.271 917 0 0

67.592 248 802 53.287 37.251 37.251 62 0

3.537.497 12.452 42.675 3.034.373 2.094.049 1.544.988 1.627 404.491

oc.renze, Livorno e Arezzo.

il dato relativo alla provincia di Livorno ma soltanto nel suo complesso.

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64

Figura 2.16 - Variazioni % 05/04 strutturali e della produzione di vino Doc-Docg in Toscana

Fonte: Indagine ISMEA sulle CCIAA

Aziende iscritte all'Albo

SAU in produzione all'albo

Produzione effettiva

-1,5 -1 -0,5 0

%

0,5 1 1,5 2

Figura 2.17 - Distribuzione provinciale delle strutture produttive e della produzione divino Doc-Docg in Toscana (2005)

Fonte: Indagine ISMEA sulle CCIAA

Az. in produzione SAU in produzione Produz. effettiva Produz. certificata0

10

20

30

40

50%

60

70

80

90

100

SIENA

FIRENZE

AREZZO

GROSSETO

LIVORNO

PISA

LUCCA

PISTOIA

PRATO

MASSA CARRARA

Va ulteriormente messo in luce come vi siano alcune denominazioni per le quali il

numero di aziende e le superfici iscritte all’Albo è molto alto, ma per cui la produzio-

ne viene effettivamente ottenuta su una SAU molto minore. Per esempio per il Vin

Santo del Chianti classico, all’Albo risultano iscritti più di 8.000 ettari ma quelli in

creo
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produzione sono 74. Percentuali altrettanto basse si hanno per il Vin Santo di Monte-

pulciano, mentre per altri come il Val d’Arbia, il San Gimignano e il Rosso di Mon-

talcino non si supera il 20%.

Per quanto concerne i prezzi all’origine (Tabella 2.27), in un panorama così articolato

e differenziato anche questi risultano variabili, così come le variazioni interne al vino stes-

so. Il 2005 si è comunque caratterizzato come un anno in cui si sono avvertite decise ridu-

zioni di prezzo, dovute ad una minore domanda. La domanda è stata debole soprattutto sui

mercati esteri, e in particolare nel Nord Europa. Le difficoltà si sono avvertite soprattutto

per il Chianti e, data la sua importanza a livello regionale, ne ha risentito tutto il settore.

65

Tabella 2.26 - Alcuni indicatori sulla produzione di vino Doc-Docg in Toscana, 2005

ProduzioneProduzione imbottigliata/ Resa SAU SAU in Resa incertificata/ produzione apparente media produzione vinificazione

Vino effettiva certificata (q.li/ha) (ha) su totale (hl/q.li)Ansonica Costa Argentario Doc 0,44 0,52 95,30 0,92 0,69 0,71

Barco Reale di Carmignano Doc 1,00 1,00 62,17 4,18 0,43 0,66

Bianco dell’empolese Doc 0,21 1,00 104,21 1,19 1,00 0,63

Bianco di Pitigliano Doc 0,62 0,63 90,87 1,35 0,55 0,69

Bianco Pisano di San Torpe’ Doc 0,00 nd 78,11 1,47 0,45 0,68

Bolgheri Doc nd 61,48 9,61 0,58 0,70

Brunello di Montalcino Docg 1,00 0,00 62,62 4,45 0,78 0,68

Candia dei Colli Apuani Doc 1,00 1,00 77,18 0,91 0,50 0,75

Capalbio Doc 0,63 0,52 93,19 0,76 0,53 0,70

Carmignano Docg 1,00 1,00 45,00 6,95 0,55 0,71

Chianti Docg 0,74 0,32 75,34 3,71 0,96 0,70

Chianti Classico Docg 0,73 0,06 57,95 5,64 0,94 0,70

Colli dell’Etruria Centrale Doc 0,41 0,07 43,27 1,84 0,17 0,67

Colli di Luni (Ir) Doc 1,00 0,00 64,65 0,87 0,74 0,70

Colline Lucchesi Doc 1,00 1,00 100,00 1,59 0,91 0,69

Cortona Doc nd nd 47,24 2,31 0,40 0,69

Elba Doc 0,00 nd 48,71 0,93 1,54 0,66

Montecarlo Doc 1,00 1,00 95,20 2,55 0,95 0,66

Montecucco Doc 0,57 0,62 83,69 1,80 0,54 0,69

Monteregio di Massa Marittima Doc 0,28 0,64 81,68 2,08 0,58 0,59

Montescudaio Doc 0,00 nd 52,84 3,38 0,61 0,69

Morellino di Scansano Doc 0,57 0,69 98,58 2,84 0,80 0,57

Moscadello di Montalcino Doc 1,00 0,00 33,02 2,88 0,79 0,57

Orcia Doc 1,00 nd 49,78 1,25 0,20 0,69

Parrina Doc 0,75 0,62 92,37 19,92 0,75 0,70

Pomino Doc 0,93 1,00 39,10 18,36 0,89 0,68

Rosso di Montalcino Doc 1,00 nd 67,49 1,67 0,13 0,70

Rosso di Montepulciano Doc 1,00 nd 73,79 1,64 0,27 0,70

San Gimignano Doc 1,00 nd 62,04 1,04 0,14 0,67

Sant’Antimo Doc 1,00 nd 50,49 3,92 0,30 0,70

Sovana Doc 0,46 0,79 95,90 0,91 0,41 0,66

Val d’Arbia Doc 1,00 0,00 71,05 1,41 0,12 0,65

- segue -

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66

Segue Tabella 2.26 - Alcuni indicatori sulla produzione di vino Doc-Docg in Toscana, 2005.

ProduzioneProduzione imbottigliata/ Resa SAU SAU in Resa incertificata/ produzione apparente media produzione vinificazione

Vino effettiva certificata (q.li/ha) (ha) su totale (hl/q.li)Val di Cornia Doc 0,00 nd 60,65 2,19 0,59 0,69

Valdichiana Doc 0,04 0,00 82,59 2,04 0,49 0,70

Valdinievole Doc 1,00 0,00 88,51 1,18 0,73 0,58

Vernaccia di San Gimignano Docg 1,00 0,00 75,30 3,51 1,00 0,70

Vin Santo di Montepulciano Doc 1,00 nd 64,24 0,34 0,02 0,35

Vin Santo del Chianti Doc 0,56 0,00 67,39 0,64 0,28 0,35

Vin Santo Chianti Classico Doc 0,72 0,00 50,25 0,73 0,01 0,34

Vino Nobile di Montepulciano Docg 1,00 0,00 66,45 3,23 0,66 0,70

Totale Toscana 0,74 0,26 71,10 3,43 0,68 0,69

Dato ancora provvisorio perché vi è stato un cambiamento di competenze dalla CCIAA alla provincia.Fonte: Indagine Ismea sulle CCIAA

Tabella 2.27 - Prezzi all’origine di uve e vini Doc-Docg in Toscana nel 2005

PREZZI UVA (euro al quintale) PREZZI VINO (euro all’hl)Vino Minimo Massimo Media* Minimo Massimo Media**Ansonica Costa Argentario Doc 23,00 30,00 26,50 25,00 40,00 32,50

Barco Reale di Carmignano

e Carmignano Doc nd nd nd 2,85 4,75 3,80

Bianco di Pitigliano Doc 25,00 60,00 42,50 29,00 34,00 31,50

Brunello di Montalcino Docg 185,00 185,00 185,00 475,00 475,00 475,00

Candia dei Colli Apuani Doc 200,00 200,00 200,00 6,00 6,00 6,00

Capalbio Doc 20,00 80,00 50,00 25,00 40,00 32,50

Carmignano Docg nd nd nd 5,70 12,35 9,03

Chianti Docg 30,00 52,00 44,40 60,00 120,00 97,44

Chianti Classico Docg 82,00 82,00 82,00 240,00 310,00 275,00

Colli dell’Etruria Centrale Doc nd nd nd 90,00 125,00 107,50

Colli di Luni (Ir) Doc 200,00 200,00 200,00 5,00 6,00 5,67

Colline Lucchesi Doc 65,00 80,00 72,50 2,50 4,00 3,25

Elba Doc 113,00 262,00 170,25 nd nd nd

Montecarlo Doc 65,00 80,00 72,50 2,50 4,00 3,25

Montecucco Doc 26,00 90,00 58,00 30,00 68,00 49,00

Monteregio di Massa Marittima Doc 21,00 50,00 35,50 20,00 55,00 37,50

Morellino di Scansano Doc 45,00 110,00 77,50 40,00 90,00 65,00

Parrina Doc 45,00 50,00 47,50 nd nd nd

Rosso di Montalcino Doc 115,00 115,00 115,00 180,00 180,00 180,00

Rosso di Montepulciano Doc 70,00 70,00 70,00 130,00 130,00 130,00

Sovana Doc 25,00 66,00 45,50 25,00 55,00 40,00

Valdichiana Doc nd nd 45,00 60,00 53,33

Vernaccia di San Gimignano Docg 35,00 35,00 35,00 102,00 102,00 102,00

Vin Santo del Chianti Doc 100,00 100,00 100,00 1.000,00 1.000,00 1.000,00

Vino Nobile di Montepulciano Docg 115,00 115,00 115,00 220,00 220,00 220,00

In colore i prezzi sono espressi in euro a bottiglia.* Media dei prezzi di tutte le uve che concorrono a produrre le varie menzioni di ciascuna Doc.** Media dei prezzi di tutte le menzioni facenti parte di ciascuna Doc.Fonte: Indagine Ismea sulle CCIAA

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2.10 Marche

Nella mappatura della vitivinicoltura italiana del 2005 (cfr. Figura 1.4), come già

in quella dell’anno precedente, la regione Marche è stata classificata tra quelle “di

nicchia”, definizione dovuta al limitato apporto del comparto vitivinicolo all’econo-

mia agricola regionale ed al contemporaneo discreto ruolo che rivestono le produzio-

ni Doc-Docg nell’ambito dei vini prodotti in regione. Il ruolo della vitivinicoltura re-

gionale è quindi fortemente legato alla produzione di qualità, anche se sotto il profilo

quantitativo, la produzione di vino Doc-Docg incide ancora poco sull’intera produ-

zione di qualità nazionale.

Nel 2005 nelle Marche sono stati ottenuti poco più di 424.000 ettolitri di vini

Doc-Docg, con una contrazione pari al 6,6% rispetto ai volumi della campagna prece-

dente (Figura 2.18). Tale andamento è da imputarsi alla minore produzione di uva,

per la quale si rileva una contrazione simile, pari al 6,9%. Questa, a sua volta, è dovu-

ta in minima parte a variazioni strutturali – le aziende e le superfici hanno fatto segna-

re decrementi modesti – ma, piuttosto, alla minore resa, da imputarsi all’andamento

climatico variabile, che ha caratterizzato l’annata.

La produzione regionale certificata di vino Doc-Docg nel 2005 è stata pari a poco

più di 313.000 ettolitri, ossia il 74% di quella effettiva. Il dato tuttavia tiene conto sia

del fatto che alcuni vini – come il Conero Docg ed la Vernaccia di Serrapetrona Docg

– non sono stati certificati in quanto il disciplinare prevede un tempo minimo di in-

vecchiamento, sia del fatto che in altri casi vengono certificate produzioni ottenute in

67

Figura 2.18 - Variazioni % 05/04 nella struttura e nella produzione di vino Doc-Docgnelle Marche

Fonte: Indagine ISMEA sulle CCIAA

Aziende iscritte all'Albo

SAU in produzione all'albo

Produzione effettiva

-7 -6 -5 -4 -3 -2 -1 0

%

creo
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annate precedenti. Infine la produzione imbottigliata dai 555 imbottigliatori attivi in

regione è stata di 301.000 ettolitri.

La qualità dei vini marchigiani nel 2005 è da considerarsi buona, nonostante l’an-

damento climatico non proprio favorevole.

Sotto il profilo strutturale, è da rilevare che alle 14 denominazioni, di cui 2 Docg,

che risultavano attive nel 2004, si sono aggiunte le Doc Pergola e Serrapetrona, anche

se quest’ultima non risulta ancora in produzione. La SAU in produzione sfiora i 7.000

ettari, pari al 74% delle superfici iscritte all’Albo (Tabella 2.28). Le aziende che han-

no prodotto uve per vini Doc-Docg sono invece 3.454, in questo caso meno del 50%

delle unità iscritte all’Albo. La SAU media è quindi modesta, pari a 2 ettari circa (Ta-

bella 2.30), dato superiore al valore medio nazionale (pari a 1,4) ma che condiziona

decisamente il profilo economico del comparto. L’annata 2005 ha infatti evidenziato

difficoltà causate anche dalla frammentazione delle aziende marchigiane, che non ri-

escono a far fronte alle richieste provenienti da un mercato sempre più globalizzato,

che richiede masse critiche più importanti.

Come già rilevato per la campagna 2004, la produzione regionale di vino Doc-

Docg è estremamente concentrata. Il Verdicchio dei Castelli di Jesi, con quasi

170.000 ettolitri rappresenta infatti quasi il 40% del totale regionale, mentre il Rosso

Piceno con circa 120.000 ettolitri il 28%. Gli altri vini con una produzione effettiva di

un certo rilievo sono il Falerio dei Colli ascolani (quasi 29.00 ettolitri, pari al circa il

7% della produzione regionale), il Rosso Conero (quasi 21.000 ettolitri, il 5% circa

del totale), il Verdichio di Matelica e l’Esino (rispettivamente il 4 ed il 3%).

Rispetto al 2004 il contributo del Verdicchio dei Castelli di Jesi alla produzione

regionale risulta in decremento (-12%). Infatti la minore produzione di vino registrata

a livello regionale si deve per quasi l’80% a questa Doc, a causa del già evidenziato

calo delle rese (99 quintali/ettaro contro i 113 del 2004).

Sotto il profilo territoriale (Figura 2.19) la produzione effettiva di vino è concen-

trata, per quasi il 50%, nella provincia di Ancona, cui segue Ascoli Piceno con circa il

35%. La distribuzione della produzione è simile a quella delle strutture produttive.

Una differenza tuttavia si rileva sulla produzione certificata, parametro per il quale

l’incidenza della provincia di Ancona sale a circa i due terzi del totale. Il dato è dovu-

to alla differenza temporale tra produzione e certificazione.

Sul fronte dei prezzi all’origine, i listini dei vini marchigiani nel 2005 si sono

mantenuti costanti (Tabella 2.31), facendo registrare anche variazioni contenute tra le

diverse menzioni. La domanda del mercato è risultata positiva, grazie anche alla stra-

tegia adottata dai produttori che hanno puntato sulla caratterizzazione dei vini da viti-

gni autoctoni.

68

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69

Figura 2.19 - Distribuzione provinciale di strutture e produzione di vino Doc-Docg nel-le Marche (2005)

Fonte: Indagine ISMEA sulle CCIAA

ANCONA

ASCOLI PICENO

MACERATA

PESARO

Az. in produzione SAU in produzione Produz. effettiva Produz. certificata0

10

20

30

40

50%

60

70

80

90

100

creo
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70

Tabella 2.28 - La produzione di vino Doc-Docg nelle Marche nel 2005

ISCRIZIONE ALBO PRODU ZPOTEN Z

SAUAziende iscritta Uva

Vino Provincia iscritte (n.) all’albo (ha) (q.li)Bianchello del Metauro Doc Pesaro 247 381 53.377

Colli Maceratesi Doc Macerata, Ancona 112 208 27.038

Colli Pesaresi Doc Pesaro 195 387 37.022

Conero Docg Ancona 34 121 10.846

Esino Doc Ancona, Macerata 1.334 762 114.205

Falerio dei Colli Ascolani Doc Ascoli Piceno 210 496 64.494

I Terreni di San Severino Doc Macerata 6 6 556

Lacrima di Morro d’Alba Doc Ancona 64 207 27.082

Offida Doc Ascoli Piceno 247 336 35.168

Pergola Doc Pesaro 8 17 1.745

Rosso Conero Doc Ancona 120 469 60.933

Rosso Piceno Doc Macerata, Ancona, Ascoli Piceno 1.203 2.733 345.290

Serrapetrona Doc Macerata - - -

Verdicchio dei Castelli di Jesi Doc Ancona, Macerata 3.613 2.871 349.675

Verdicchio di Matelica Doc Ancona, Macerata 157 326 42.361

Vernaccia di Serrapetrona Docg Macerata 24 64 6.387

Totale Marche 7.574 9.386 1.176.178

Fonte: Indagine Ismea sulle CCIAA

Tabella 2.29 - Alcuni indicatori sulla produzione di vino Doc-Docg nelle Marche nel 2005Produzione

Produzione imbottigliata/ Resa SAU SAU in Resa incertificata/ produzione apparente media produzione vinificazione

Vino effettiva certificata (q.li/ha) (ha) su totale (hl/q.li)Bianchello del Metauro Doc 1,01 - 82,27 2,04 0,57 0,70

Colli Maceratesi Doc 1,05 0,01 70,11 2,59 0,65 0,70

Colli Pesaresi Doc 0,88 - 67,38 1,72 0,53 0,70

Conero Docg - - 59,03 3,28 0,76 0,70

Esino Doc 0,50 1,46 52,64 1,84 0,51 0,69

Falerio dei Colli Ascolani Doc 0,85 - 96,21 2,29 0,86 0,70

I Terreni di San Severino Doc 1,00 - 22,55 1,74 0,81 0,65

Lacrima di Morro D’alba Doc 1,15 1,20 88,50 0,33 0,74 0,70

Offida Doc 0,21 - 69,09 1,39 0,65 0,70

Pergola Doc 0,48 - 39,58 2,52 0,58 0,70

Rosso Conero Doc 0,70 0,88 83,15 3,96 0,76 0,70

Rosso Piceno Doc 0,51 0,30 84,18 2,26 0,74 0,70

Verdicchio dei Castelli di Jesi Doc 0,98 1,49 98,89 2,45 0,85 0,70

Verdicchio di Matelica Doc 0,02 1,37 104,94 1,92 0,73 0,70

Vernaccia di Serrapetrona Docg - - 61,91 5,98 0,84 0,58

Totale Marche 0,74 0,96 87,14 2,02 0,74 0,70 Certificazione anche di annate anteriori.Vigneto di nuovo impianto, con rese basse.Fonte: Indagine Ismea sulle CCIAA

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71

U ZIONE PRODUZIONE PRODUZIONEN ZIALE RIVENDICAZIONI EFFETTIVA CERTIFICATA IMBOTTIGLIAMENTO

SAU in Imbottigl. VinoVino n. produzione Uva Vino Vino (n.) imbottigl.

(hl) denunce all’albo (ha) (q.li) (hl) (hl) (hl)37.364 106 216 17.775 12.443 12.594 21 nd

18.927 52 134 9.428 6.600 6.900 23 80

25.915 119 205 13.798 9.658 8.484 19 nd

7.592 28 92 5.414 3.790 - 10 -

79.943 213 392 20.646 14.252 7.115 44 10.369

45.145 186 426 41.012 28.708 24.407 nd nd

389 3 5 118 77 77 3 nd

18.958 469 153 13.576 9.464 10.863 27 13.055

24.616 158 219 15.143 10.546 2.212 nd nd

1.222 4 10 399 277 134 8 nd

42.653 90 357 29.663 20.764 14.601 36 12.802

241.702 894 2.018 169.888 118.921 60.218 61 18.213

- - - - - - 3 -

244.773 1.000 2.447 241.988 169.236 165.150 204 246.604

29.653 123 236 24.810 17.360 360 21 492,30

3.704 9 54 3.332 1.933 - 7 -

822.555 3.454 6.966 606.990 424.028 313.114 555 301.614

Tabella 2.30 - Prezzi all’origine di alcune uve e vini Doc-Docg nelle Marche nel 2005

PREZZI UVA (euro al quintale) PREZZI VINO (euro all’hl)Vino Minimo Massimo Media* Minimo Massimo Media**Bianchello del Metauro 25,00 35,00 30,00 100,00 100,00 100,00

Colli Maceratesi 48,00 48,00 48,00 95,00 95,00 95,00

Colli Pesaresi 30,00 35,00 33,00 100,00 110,00 105,00

Esino 27,50 30,00 28,33 95,00 98,00 96,50

Lacrima di Morro d’Alba 45,00 45,00 45,00 135,00 135,00 135,00

Pergola 30,00 40,00 35,00 110,00 110,00 110,00

Rosso Conero 45,00 45,00 45,00 140,00 140,00 140,00

Rosso Piceno 29,00 32,00 30,50 95,00 95,00 95,00

Verdicchio dei Castelli di Jesi 40,00 43,50 42,33 102,50 105,00 103,33

Verdicchio di Matelica 45,00 50,00 47,50 105,00 125,00 115,00

Vernaccia di Serrapetrona 54,00 54,00 54,00 110,00 110,00 110,00

* Media dei prezzi di tutte le uve che concorrono a produrre le varie menzioni di ciascuna Doc.** Media dei prezzi di tutte le menzioni facenti parte di ciascuna Doc.Fonte: Indagine Ismea sulle CCIAA

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2.11 Umbria

Il profilo strutturale della vitivinicoltura di qualità umbra, delineato nella mappa-

tura della vitivinicoltura regionale (cfr. Figura 1.4) è, come già nel 2004, molto simile

a quello medio nazionale, sia per l’incidenza della produzione Doc-Docg sul totale

del comparto vitivinicolo regionale, sia considerando il contributo economico del

comparto sul totale della produzione agricola. Si tratta in ogni caso, secondo un ottica

meramente quantitativa, di una delle più piccole realtà produttive italiane, con un con-

tributo alla produzione nazionale di vini Doc-Docg molto limitato.

Nel corso del 2005 la produzione effettiva di vino Doc-Docg in Umbria si è atte-

stata sui 197.000 ettolitri, con un sensibile calo – pari a circa il 10% – rispetto al

2004, dovuto ad una dinamica strutturale fortemente negativa, sia per le aziende che

per la SAU30 (Figura 2.20).

La SAU in produzione nel 2005 è risultata pari a quasi 3.700 ettari, distribuita per

2.197 denunce (Tabella 2.31), con una superficie media quindi inferiore ai 2 ettari. La

SAU in produzione risulta pari a meno del 60% di quella iscritta all’Albo, valore decisa-

mente basso considerando la media nazionale, anche perché il sistema produttivo regio-

nale si sta, negli ultimi anni, progressivamente adattando alle reali esigenze del mercato.

La produzione certificata qui riportata supera i 61.000 ettolitri, ma occorre consi-

derare che il dato è fortemente sottostimato, poichè non sono risultate disponibili in-

formazioni sulla provincia di Terni. Non sono quindi possibili confronti rispetto al-

l’anno precedente e l’elaborazione di relativi indici. Per quanto riguarda la provincia

di Perugia, i 61.278 ettolitri di vino certificato rappresentano quasi il 100% della pro-

duzione effettiva. Per la provincia di Perugia è disponibile anche il dato relativo alla

72

Figura 2.20 - Variazioni % 05/04 nella struttura e nella produzione di vino Doc-Docgin Umbria

Fonte: Indagine ISMEA sulle CCIAA

Aziende iscritte all'Albo

SAU in produzione all'albo

Produzione effettiva di vino

-70 -60 -50 -40 -30

%

-20 -10 0

creo
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produzione imbottigliata, pari a 27.172 ettolitri, ossia il 44,3% di quella certificata.

Sotto il profilo territoriale (Figura 2.21) in provincia di Perugia si concentra il

54% delle aziende, ma solo il 35% della SAU ed il 31% della produzione effettiva.

73

Figura 2.21 - Distribuzione provinciale delle strutture e della produzione di vino Doc-Docg in Umbria (2005)

Fonte: Indagine ISMEA sulle CCIAA

PERUGIA

TERNI

Az. in produzione SAU in produzione Produz. effettiva Produz. certificata0

10

20

30

40

50%

60

70

80

90

100

Nel corso del 2005, in Umbria non si sono registrate variazioni per quanto concer-

ne il numero delle denominazioni che rimangono 13, di cui 2 Docg (Tabella 2.31) a

testimonianza anche del radicamento della produzione di qualità.

Come già nel 2004, oltre il 63% dell’intera produzione umbra di vini Doc-Docg è

rappresentata dall’Orvieto Doc.

La qualità di questa Doc nel 2005 è stata giudicata dagli esperti molto buona. Dal

2003, infatti, questo vino ha cambiato disciplinare e man mano che le aziende si stan-

no adeguando, si stanno raccogliendo i frutti in termini di maggiore pregio del pro-

dotto. Più nel dettaglio si sta cercando di diminuire la resa, ottenendo prodotti finali

migliori. La scelta, peraltro, sembra obbligata visto che la commercializzazione av-

viene soltanto per il 50% sul mercato italiano.

L’Orvieto è seguito, in termini di produzione effettiva, da due vini con la medesima inci-

denza percentuale (5,8%), ossia il Montefalco Sagrantino Docg, ed il Torgiano Doc, entram-

bi della provincia perugina. Oltre ai vini citati, l’unica altra denominazione la cui produzio-

ne effettiva supera i 10.000 ettolitri è il Montefalco Doc; le altre denominazioni umbre si ca-

ratterizzano quali prodotti di nicchia, ottenute su superfici e in un numero di aziende ridotte.

Per quanto riguarda i prezzi all’origine, i listini dei vini umbri si sono mantenuti nel

2005 più o meno sul livello degli anni passati (Tabella 2.33). Dalla Tabella 2.33 si nota

come il prodotto di maggior valore sia il Sagrantino Docg, i cui prezzi sono notevolmen-

te superiori a quelli degli altri vini, i quali invece si mantengono molto simili tra loro.

creo
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74

Tabella 2.31 - La produzione di vino Doc-Docg in Umbria nel 2005

ISCRIZIONE ALBO PRODU ZPOTEN Z

SAUAziende iscritta Uva

Vino Provincia iscritte (n.) all’albo (ha) (q.li)Assisi Doc Perugia 59 68 6.891,012

Colli Altotiberini Doc Perugia 29 69 7.402,670

Colli Amerini Doc Terni 102 248 29.766,000

Colli del Trasimeno Doc Perugia 176 389 42.453,364

Colli Martani Doc Perugia 345 463 46.088,302

Colli Perugini Doc Perugia 324 996 100.658,598

Lago di Corbara Doc Terni 56 256 22.251,300

Montefalco Doc Perugia 113 229 25.382,499

Montefalco Sagrantino Doc Perugia 154 441 35.309,600

Orvieto (Ir) Doc Terni 1.009 2.136 234.914,900

Rosso Orvietano Doc Terni 368 1.008 100.782,000

Torgiano Doc Perugia 70 230 27.238,341

Torgiano Rosso Riserva Docg Perugia 3 27 2.434,302

Totale Umbria 2.808 6.560 681.573,000

*Il totale non corrisponde alla somma delle singole voci perché ci sono produttori che imbottigliano più di un vino. Il numero complessivoFonte: Indagine Ismea sulle CCIAA

Tabella 2.32 - Alcuni indicatori sulla produzione di vino Doc-Docg in Umbria nel 2005

ProduzioneProduzione imbottigliata/ Resa SAU SAU in Resa incertificata/ produzione apparente media produzione vinificazione

Vino effettiva certificata (q.li/ha) (ha) su totale (hl/q.li)Assisi Doc 1,00 0,38 76,94 0,89 0,78 0,79

Colli Altotiberini Doc 1,00 0,03 72,01 1,64 0,69 0,70

Colli Amerini Doc nd nd 41,84 2,87 0,64 0,70

Colli del Trasimeno Doc 1,00 0,50 56,62 0,94 0,41 0,82

Colli Martani Doc 1,00 0,43 74,46 0,41 0,27 0,67

Colli Perugini Doc 1,00 0,21 96,33 0,38 0,11 0,77

Lago di Corbara Doc nd nd 57,25 4,38 0,22 0,70

Montefalco Doc 1,00 0,55 94,60 1,43 0,71 0,70

Montefalco Sagrantino Doc 1,00 0,22 52,18 2,20 0,77 0,64

Orvieto (Ir) Doc nd nd 86,68 2,26 0,96 0,70

Rosso Orvietano Doc nd nd 50,26 3,68 0,11 0,70

Torgiano Doc 1,00 0,81 81,46 2,95 0,87 0,70

Torgiano Rosso Riserva Docg 1,00 0,67 7,23 30,76 3,41 0,65

Totale Umbria 0,31 0,44 76,29 1,67 0,56 0,70

Riferita a pochi imbottigliatori.Nelle CCIAA per alcune menzioni di queste denominazioni è reperibile solo la SAU e non la rispettiva produzione;il dato pertanto è relativo alle sole menzioni disponibili.Fonte: Indagine Ismea sulle CCIAA

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75

U ZIONE PRODUZIONE PRODUZIONEN ZIALE RIVENDICAZIONI EFFETTIVA CERTIFICATA IMBOTTIGLIAMENTO

SAU in Imbottigl. VinoVino n. produzione Uva Vino Vino (n.) imbottigl.

(hl) denunce all’albo (ha) (q.li) (hl) (hl) (hl)4.824 59 53 4.044 3.197 3.197 5 1.208

5.182 29 48 3.425 2.398 2.398 8 73

20.836 55 158 6.610 4.628 nr 51 nd

29.717 167 157 8.918 7.321 7.321 19 3.637

32.262 303 124 9.227 6.171 6.171 25 2.654

70.461 295 111 10.684 8.228 8.228 13 1.758

15.576 13 57 3.263 2.283 nr 51 nd

17.768 113 162 15.309 10.752 10.752 40 5.861

24.717 154 339 17.690 11.322 11.322 44 2.450

164.440 907 2.052 177.859 124.502 nr 51 nd

70.547 31 114 5.730 4.011 nr 51 nd

19.067 68 201 16.365 11.508 11.456 4 9.240

1.704 3 92 668 434 434 3 291

477.101 2.197 3.667 279.792 196.755 61.278 147* 27.172

essivo degli imbottigliatori in ogni caso è di 51 per Terni e 96 per Perugia.

Tabella 2.33 -Prezzi all’origine di uve e vini Doc-Docg in Umbria nel 2005

PREZZI UVA (euro al quintale) PREZZI VINO (euro al litro)Vino Minimo Massimo Media* Minimo Massimo Media**Assisi nd 275 nd nd nd nd

Colli Altotiberini nd nd nd 5,70 6,20 5,93

Colli del Trasimeno 275,00 425,00 332,14 6,30 7,20 6,75

Colli Martani 200,00 315,00 267,86 nd nd nd

Colli Perugini 200,00 315,00 268,00 5,15 5,9 5,58

Montefalco nd nd nd nd nd 12,40

Montefalco Sagrantino nd 850,00 nd nd nd 24,30

Torgiano 235 285,00 35,59 nd nd nd

* Media dei prezzi di tutte le uve che concorrono a produrre le varie menzioni di ciascuna Doc.** Media dei prezzi di tutte le menzioni facenti parte di ciascuna Doc.Fonte: Indagine Ismea sulle CCIAA

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2.12 Lazio

Nella campagna relativa all’anno 2005 la produzione effettiva di vino Doc-Docg

nel Lazio è cresciuta. Tuttavia, tale cambiamento non ha influenzato la posizione del-

la regione nella mappatura della vitivinicoltura regionale (cfr. Figura 1.4): le produ-

zioni Doc-Docg incidono sul totale del vino prodotto in regione per quasi la metà e

questo parametro, unitamente al ridotto contributo del comparto viticolo all’economia

del settore agricolo regionale conferma la caratterizzazione “di nicchia” della regione.

76

Figura 2.22 - Variazioni % 05/04 strutturali e della produzione di vino Doc-Docg nelLazio

Fonte: Indagine ISMEA sulle CCIAA

Aziende iscritte all'Albo

SAU in produzione all'albo

Produzione effettiva

-40 -30 -20 -10 0 10 2 0

%

Nella campagna 2005 la produzione effettiva di vino Doc-Docg nel Lazio, secon-

do il rilievo effettuato presso le CCIAA, ha superato i 715.500 ettolitri (Tabella 3.34),

con un incremento rispetto all’annata precedente del 15% (Figura 2.22).

L’incremento produttivo osservato è dovuto in parte alle maggiori superfici in

produzione (+7% circa), ma anche alla migliore resa che, sostenuta da un andamento

climatico favorevole, si è attestata mediamente sui 121 quintali/ettaro (Tabella 2.35)

contro i 107 del 2004. Rispetto all’aumento della produzione e della SAU in produ-

zione, il numero delle aziende iscritte all’Albo risulta in controtendenza, con una con-

trazione di ben il 36%. Visto il dato relativo alla SAU effettivamente in produzione, se

ne deduce che molte delle aziende già iscritte all’Albo dei produttori, ma che effetti-

vamente non producevano vino Doc-Docg abbiano rinunciato all’iscrizione. La SAU

effettivamente in produzione, che nel 2005 è risultata di poco inferiore ai 8.400 ettari,

rappresenta il 64% di quella iscritta all’Albo ed è distribuita su 4.774 denunce.

creo
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Per la produzione certificata i dati disponibili riguardano solo alcuni vini, ma le

informazioni sono comunque indicative, in quanto tra questi ve ne sono alcuni che

maggiormente incidono sulla produzione regionale. È il caso del Castelli Romani

Doc e del Velletri Doc, che incidono ciascuno per oltre un terzo sulla produzione re-

gionale. Tranne alcuni vini di modesta o modestissima produzione (Orvieto, Circeo,

Vignanello) i dati disponibili sembrano indicare – soprattutto nel tradizionale areale

produttivo dei Castelli Romani – la tendenza a certificare quote modeste del prodotto.

Sotto il profilo territoriale (Figura 2.23), la produzione di vino Doc-Docg del La-

zio risente della concentrazione produttiva nell’area dei Castelli Romani, dove sono

presenti otto vini Doc, peraltro tra i più produttivi. Di conseguenza il 75% circa della

produzione effettiva ricade in provincia di Roma, in cui si rilevano anche il 72% della

SAU e il 66% circa delle aziende in produzione.

Alla provincia di Roma segue quella di Latina, con il 16,5% della produzione di

vino e quote minori di SAU e aziende.

Il numero di denominazioni del Lazio nel 2005 non è mutato. Queste sono rima-

ste 26, anche se il grado di concentrazione, come già evidenziato per il 2004, è molto

elevato. Con i primi tre vini infatti si raggiunge il 65% della produzione: il Castelli

Romani – con quasi il 34% – il Frascati – con 20% – e il Marino, con oltre l’11%. Se

a questi poi si aggiunge il Cerveteri ed il Velletri, si supera l’85% della produzione re-

gionale.

Da notare che l’insieme delle otto denominazioni che ricadono nell’area dei Ca-

stelli rappresentano l’81,3% della produzione regionale. Inoltre ben sei su otto ricado-

no tra le prime otto denominazioni regionali31, confermando l’identità distrettuale di

77

Figura 2.23 - Distribuzione provinciale delle strutture produttive e della produzione divino Doc-Docg nel Lazio (2005)

Fonte: Indagine ISMEA sulle CCIAA

VITERBO

ROMA

RIETI

LATINA

FROSINONE

Az. in produzione SAU in produzione Produz. effettiva Produz. certificata0

10

20

30

40

50%

60

70

80

90

100

creo
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quest’area già messa in luce lo scorso anno. Si conferma peraltro anche il carattere

“di nicchia” sotto il profilo strutturale della regione: per ben 14 denominazioni non si

raggiungono infatti i 100 ettari di SAU in produzione.

Anche nel 2005 è possibile mettere in evidenza come la concentrazione produttiva

nell’areale dei Castelli sia dovuta in gran parte alla produttività che, tranne alcune ec-

cezioni, è sempre più alta rispetto alla media regionale. Limitandosi ai primi tre vini,

le rese risultano non solo più alte – Castelli Romani (139 quintali/ettaro), Frascati

78

Tabella 2.34 - La produzione di vino Doc-Docg nel Lazio nel 2005

ISCRIZIONE ALBO PRODU ZPOTEN Z

SAUAziende iscritta Uva

Vino Provincia iscritte (n.) all’albo (ha) (q.li)Aleatico di Gradoli Doc Viterbo 58 21 1.903

Aprilia Doc Latina 832 3.158 463.738

Atina Doc Frosinone 12 18 1.434

Bianco Capena Doc Roma 18 0 0

Castelli Romani Doc Roma, Latina 1.439 2.890 427.899

Cerveteri Doc Roma, Viterbo 707 681 70.570

Cesanese del Piglio Doc Frosinone 97 150 19.079

Cesanese di Affile Doc Roma 12 5 93

Cesanese di Olevano Doc Roma 75 28 1.956

Circeo Doc Latina 50 211 27.274

Colli Albani Doc Roma 251 493 68.722

Colli della Sabina Doc Rieti, Roma 59 104 12.612

Colli Etruschi Viterbesi Doc Viterbo 282 352 86.642

Colli Lanuvini Doc Roma 354 228 25.001

Cori Doc Latina 135 454 72.706

Est! Est!! Est!!! di Montefiascone Doc Viterbo 565 526 68.326

Frascati Doc Roma 1.374 1.657 204.953

Genazzano Doc Frosinone, Roma 34 11 1.348

Marino Doc Roma 338 851 115.109

Montecompatri Colonna Doc Roma 38 9 1.277

Nettuno Doc Roma 30 8 955

Orvieto Doc Viterbo 122 274 29.670

Tarquinia Doc Roma, Viterbo 66 111 14.799

Velletri Doc Latina, Roma 548 754 104.253

Vignanello Doc Viterbo 132 138 17.880

Zagarolo Doc Roma 10 8 685

Totale Lazio 7.638 13.139 1.838.885

Fonte: Indagine Ismea sulle CCIAA

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79

U ZIONE PRODUZIONE PRODUZIONEN ZIALE RIVENDICAZIONI EFFETTIVA CERTIFICATA IMBOTTIGLIAMENTO

SAU in Imbottigl. VinoVino n. produzione Uva Vino Vino (n.) imbottigl.

(hl) denunce all’albo (ha) (q.li) (hl) (hl) (hl)1.332 57 11 587 411 49 2 nd

324.617 29 102 9.797 6.858 1.175 2 nd

1.004 12 15 964 675 nd 12 nd

0 0 0 0 0 nd nd nd

305.221 967 2.414 334.766 242.594 28.440 6 nd

49.399 529 680 70.570 49.398 nd 0 nd

12.401 57 121 10.400 6.730 nd 25 nd

65 10 5 93 60 nd nd nd

1.369 28 28 1.956 1.271 nd nd nd

18.915 18 46 5.133 3.507 2.448 6 nd

48.105 148 493 68.722 48.105 nd nd nd

8.827 29 88 2.593 1.814 nd 4 199

60.649 266 248 12.418 8.693 3.381 7 nd

17.501 197 228 25.041 17.529 nd nd

50.894 48 78 11.624 8.136 nd nd nd

47.828 440 428 38.281 26.797 7.467 10 nd

143.467 1.120 1.657 204.953 143.463 nd nd nd

944 13 11 1.348 932 nd nd nd

80.576 249 851 115.109 80.576 nd nd nd

894 7 9 1.277 894 nd nd nd

669 7 8 955 667 nd nd nd

20.769 111 182 15.072 10.550 6.616 7 nd

10.360 58 40 3.714 2.598 1.500 1 nd

72.779 244 552 68.934 47.761 5.840 2 nd

12.516 126 64 6.959 5.002 2.720 3 nd

480 4 8 685 493 nd nd nd

1.291.581 4.774 8.367 1.011.950 715.514 59.636 87 199

(123 quintali/ettaro), Marino (135 quintali/ettaro) – ma anche in aumento rispetto al

2004.

Per quanto concerne i prezzi all’origine (Tabella 2.36) questi hanno registrato un

aumento per il vino sfuso, mentre per quello imbottigliato i listini sono rimasti inva-

riati. La domanda comunque è stata sufficiente e non si sono registrate giacenze. An-

che la qualità è da considerarsi interessante: l’andamento climatico favorevole ha fa-

cilitato la conservazione dei profumi del vino.

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80

Tabella 2.35 - Alcuni indicatori sulla produzione di vino Doc-Docg nel Lazio nel 2005

Produzione Resa SAU SAU in Resa incertificata/ apparente media produzione vinificazione

Vino effettiva (q.li/ha) (ha) su totale (hl/q.li)Aleatico di Gradoli Doc 0,12 51,91 0,20 0,53 0,70

Aprilia Doc 0,17 96,05 3,52 0,03 0,70

Atina Doc - 63,21 1,27 0,85 0,70

Bianco Capena Doc - - - - -

Castelli Romani Doc 0,12 138,68 2,50 0,84 0,72

Cerveteri Doc - 103,78 1,29 1,00 0,70

Cesanese del Piglio Doc - 86,17 2,12 0,81 0,65

Cesanese di Affile Doc - 18,60 0,50 1,00 0,65

Cesanese di Olevano Doc - 69,86 1,00 1,00 0,65

Circeo Doc 0,70 111,59 2,56 0,22 0,68

Colli Albani Doc - 139,40 3,33 1,00 0,70

Colli della Sabina Doc - 29,41 3,04 0,85 0,70

Colli Etruschi Viterbesi Doc 0,39 49,98 0,93 0,71 0,70

Colli Lanuvini Doc 109,83 1,16 1,00 0,70

Cori Doc 149,03 1,63 0,17 0,70

Est! Est!! Est!!! di Montefiascone Doc 0,28 89,46 0,97 0,81 0,70

Frascati Doc - 123,69 1,48 1,00 0,70

Genazzano Doc - 122,55 0,85 1,00 0,69

Marino Doc - 135,26 3,42 1,00 0,70

Montecompatri Colonna Doc - 141,89 1,29 1,00 0,70

Nettuno Doc - 116,46 1,17 1,00 0,70

Orvieto Doc 0,63 82,78 1,64 0,67 0,70

Tarquinia Doc 0,58 93,57 0,68 0,36 0,70

Velletri Doc 0,12 124,88 2,26 0,73 0,69

Vignanello Doc 0,54 109,11 0,51 0,46 0,72

Zagarolo Doc - 91,33 1,88 1,00 0,72

Totale Lazio 0,08 120,94 1,75 0,64 0,71

Vigneti da poco in produzione.Fonte: Indagine Ismea sulle CCIAA

Tabella 2.36 - Prezzi all’origine di alcuni uve e vini Doc-Docg nel Lazio nel 2005

PREZZI UVA (euro al quintale) PREZZI VINO (euro all’hl)Vino Minimo Massimo Media Minimo Massimo Media*Aleatico di Gradoli Doc nd nd 40,00 nd nd 430,00

Aprilia Doc nd nd nd 260,00 360,00 310,00

Atina Doc 80,00 100,00 90,00 6,70 12,90 9,80

Cesanese del Piglio Doc nd nd nd 4,80 5,51 5,16

Circeo Doc nd nd nd 290,00 360,00 325,00

Colli della Sabina Doc 35,00 45,00 40,00 280,00 480,00 383,75

* Media dei prezzi di tutte le menzioni facenti parte di ciascuna Doc.In colore i vini con prezzo in euro per bottiglia.Fonte: Indagine Ismea sulle CCIAA

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2.13 Abruzzo

L’Abruzzo è la sola regione meridionale italiana che, nella mappatura della vitivi-

nicoltura nazionale del 2005 (cfr. Figura 1.4), si colloca nel quadrante dell’eccellenza,

confermando la posizione già assunta l’anno precedente.

La regione è caratterizzata quindi da una marcata importanza economica del set-

tore vitivinicolo nel panorama regionale ed allo stesso tempo da una elevata incidenza

della produzione di vini di qualità sul totale regionale.

Inoltre la produzione di vini Doc-Docg incide per circa il 7,5% su quella totale a

denominazione di origine a livello nazionale.

In Abruzzo risultano in produzione tre Doc e una Docg per le quali, nel 2005, al-

l’Albo dei produttori sono risultati iscritte quasi 14 mila aziende, per un totale di oltre

18.000 ettari (Tabella 3.37). Le superfici realmente in produzione risultano tuttavia pa-

ri a poco meno di 13.000 ettari, con un rapporto tra SAU iscritta e SAU in produzione

pari al 70% (Tabella 3.38), in aumento rispetto al valore registrato nel 2004 (63%).

La SAU in produzione risulta distribuita su meno di 10.000 denunce, con una su-

perficie produttiva che, in media, non raggiunge gli 1,4 ettari. La produzione com-

plessiva di uve sfiora il milione e mezzo di quintali, con una resa apparente di quasi

115 quintali/ettaro, valore che fa osservare un certo decremento rispetto a quello del

2004 (122 quintali/ettaro), pur mantenendosi al di sopra della media nazionale.

Il quadro strutturale descritto ha portato ad una produzione effettiva di vino che

ha oltrepassato nel 2005 il milione di ettolitri, mentre quella certificata ha quasi rag-

giunto i 966.000 ettolitri. In tal modo la produzione certificata rappresenta il 93% di

quella effettiva, aliquota ben più elevata rispetto a quella registrata nel 2004 (76%).

Complessivamente la qualità è stata buona, variabile a seconda delle province,

con picchi di eccellenza nelle zone interne.

Nel complesso, nel 2005, nonostante un certo decremento delle aziende iscritte al-

l’Albo (-6%) la SAU in produzione ha fatto registrare una crescita considerevole

(+9% circa), anche se la produzione effettiva di vino – in funzione della minore resa

vista in precedenza – ha subìto un leggero decremento (-2% circa), a fronte di una

crescita di ben il 23% (Figura 2.24) della produzione certificata.

Sembrerebbe quindi dai dati presi in esame che sia in atto una tendenza verso una ra-

zionalizzazione e valorizzazione delle risorse produttive della vitivinicoltura di qualità.

Il panorama produttivo regionale continua ad essere dominato dal Montepulciano

d’Abruzzo Doc che concentra quasi l’80% della produzione effettiva e oltre l’82% di

quella certificata, seguito dal Trebbiano d’Abruzzo Doc con oltre il 17% di quella ef-

fettiva. La quota residua della produzione effettiva, meno dell’1%, si suddivide tra

Controguerra Doc e Montepulciano d’Abruzzo delle Colline Teramane Docg.

Il Montepulciano d’Abruzzo Doc, oltre ad essere presente in tutte le province abruz-

zesi, con quasi 800.00 ettolitri è anche uno dei vini più prodotti a livello nazionale. Tutta-

via se invece della produzione certificata si utilizzano altri parametri, si registra una mi-

nore incidenza in ambito regionale. Ad esempio la produzione effettiva è pari al 78,5%,

81

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mentre le aziende e la SAU rappresentano rispettivamente il 72% ed il 76% del totale

Il secondo vino abruzzese per produzione certificata è, con oltre 166.000 ettolitri,

il Trebbiano, anche questo ottenuto in tutto il territorio regionale. Nel caso del Treb-

biano nel 2005 la produzione certificata è risultata in aumento di quasi il 14%, contro

un +7,7% di quella effettiva. Anche in questo caso, quindi, la quota certificata è risul-

tata in aumento (78% contro il 74% del 2004).

Il terzo vino per incidenza sul totale regionale è il Controguerra, diffuso in pro-

vincia di Teramo. Si tratta di un prodotto di nicchia, ottenuto in appena 14 aziende e

poco più di 50 ettari (con un decremento di quasi il 20% rispetto al 2004), dai quali si

ottengono 2.256 ettolitri di produzione certificata, e per il quale peraltro nel 2005 si

registra una minore produzione effettiva (-0,5%), ma soprattutto certificata (-7%).

Per questo vino risultano attivi 23 imbottigliatori, un numero elevato se si raffron-

ta alla quantità e che testimonia un interesse dovuto alla qualità del prodotto.

Il secondo prodotto di nicchia della vitivinicoltura di qualità abruzzese è il Monte-

pulciano d’Abruzzo delle Colline Teramane Docg. In questo caso, tuttavia si registra

una forte espansione sia delle aziende iscritte all’albo, sia della SAU in produzione

che della produzione effettiva, il cui peso arriva a sfiorare l’1% del totale regionale.

Per quanto riguarda la produzione certificata, nel 2005 questa si è attestata su appena

600 ettolitri, con una incidenza su quella totale minore del 10%. Tale dato va ricon-

dotto alla differenza temporale tra produzione e certificazione32.

Ciononostante, per questa Docg risultano attivi ben 47 imbottigliatori, segno di

una attenzione specifica del mercato.

Anche se la vitivinicoltura di qualità è presente in tutto il territorio regionale e i

82

Figura 2.24 - Variazioni % 05/04 per la struttura e la produzione di vino Doc-Docg inAbruzzo

Fonte: Indagine ISMEA sulle CCIAA

Aziende iscritte all'Albo

SAU in produzione all'albo

Produzione effettiva

-8 -6 -4 -2 0 2 4 6 8 10%

creo
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due vini che concentrano il 99% circa della produzione sono diffusi in tutte le provin-

ce, le strutture produttive e la produzione di vino Doc e Docg risultano di fatto forte-

mente concentrate in provincia di Chieti (Figura 2.25).

In particolare la produzione certificata e le aziende ricadono per più dell’80% nel-

la provincia chietina. La seconda provincia per aziende, SAU e produzione effettiva è

quella di Pescara, mentre per la produzione certificata a prevalere è quella di Teramo.

L’Aquila si attesta per tutti i parametri considerati poco al di sopra dell’1%.

83

Figura 2.25 - Distribuzione provinciale di strutture e produzione di vino Doc-Docg inAbruzzo (2005)

Fonte: Indagine ISMEA sulle CCIAAAz. in produzione SAU in produzione Produz. effettiva Produz. certificata

0

10

20

30

40

50%

60

70

80

90

100

TERAMO

CHIETI

PESCARA

L'AQUILA

Le informazioni relative ai prezzi all’origine delle uve e dei vini abruzzesi sono,

come già lo scorso anno, limitate. In particolare per i due vini principali, e quindi di

fatto per circa il 99% dell’intera produzione di vino, non si sono potuti rilevare prezzi

per le uve e per il vino. Per i due restanti vini si hanno le quotazioni soltanto del pro-

dotto finale. Come si è detto in precedenza, per il Colline Teramane Docg, si ha una

sola menzione il cui prezzo rilevato dalla CCIAA risulta di 9,5 euro a bottiglia.

Per il Controguerra vengono quotate due menzioni. Il prezzo maggiore, come già

rilevato nel 2004, si ha per il Rosso il cui prezzo è di ordine due volte superiore a

quello del Bianco.

In conclusione si può affermare che, dopo diversi anni di crescita, la produzione re-

gionale di vini Doc-Docg si sia stabilizzata. Le cause di questo trend vanno ricercate nel-

l’andamento del mercato, che mostra segnali di debolezza dal 2003. Le strutture produt-

tive ed il livello di produzione sembrano in questa fase tali da soddisfare la domanda.

Anche se a prezzi più bassi, il prodotto è stato collocato tuttavia sul mercato senza

creazione di scorte invendute, tanto che non è stato necessario ricorrere alla distilla-

zione preventiva.

creo
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84

Tabella 2.37 - La produzione di vino Doc-Docg in Abruzzo nel 2005

ISCRIZIONE ALBO PRODU ZPOTEN Z

SAUAziende iscritta Uva

Vino Provincia iscritte (n.) all’albo (ha) (q.li)Controguerra Doc Teramo 24 89 11.503

Montepulciano d’Abruzzo

Colline Teramane Docg Teramo 131 369 35.119

Montepulciano d’Abruzzo Doc Chieti, Aquila, Pescara, Teramo 9.531 13.268 1.857.624

Trebbiano d’Abruzzo Doc Chieti, Aquila, Pescara, Teramo 4.137 4.629 648.454

Totale Abruzzo 13.823 18.355 2.552.700

Fonte: Indagine Ismea sulle CCIAA

Tabella 2.38 - Alcuni indicatori sulla produzione di vino Doc-Docg in Abruzzo nel 2005

Produzione Resa SAU SAU in Resa incertificata/ apparente media produzione vinificazione

Vino effettiva (q.li/ha) (ha) su totale (hl/q.li)Controguerra Doc 0,75 80,65 3,79 0,60 0,70

Montepulciano d’Abruzzo

Colline Teramane Docg 0,07 47,91 3,37 0,72 0,70

Montepulciano d’Abruzzo Doc 0,98 118,45 1,49 0,74 0,70

Trebbiano d’Abruzzo Doc 0,78 109,51 1,10 0,60 0,70

Totale Abruzzo 0,93 114,93 1,33 0,70 0,70

È il primo anno che si produce e pertanto i valori degli indicatori sono ancora bassi.Fonte: Indagine Ismea sulle CCIAA

Tabella 2.39 - Prezzi all’origine di alcuni vini Doc-Docg in Abruzzo nel 2005(in €/bottiglia)

Denominazione Menzione PrezzoControguerra Controguerra bianco 3,75

Controguerra Controguerra rosso 8,50

Montepulciano d’Abruzzo Montepulciano d’Abruzzo

Colline Teramane Colline Teramane 9,50

Fonte: Indagine Ismea sulle CCIAA

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85

U ZIONE PRODUZIONE PRODUZIONEN ZIALE RIVENDICAZIONI EFFETTIVA CERTIFICATA IMBOTTIGLIAMENTO

SAU in Imbottigl. VinoVino n. produzione Uva Vino Vino (n.) imbottigl.

(hl) denunce all’albo (ha) (q.li) (hl) (hl) (hl)8.052 14 53 4.278 2.994 2.256 23 nd

24.584 79 267 12.773 8.941 608 47 nd

1.300.719 6.613 9.850 1.166.768 816.737 796.837 183 nd

453.918 2.516 2.767 302.986 212.090 166.445 178 nd

1.787.272 9.222 12.937 1.486.804 1.040.763 966.146 431 nd

2.14 Molise

Il Molise si colloca nell’ambito della mappatura della vitivinicoltura italiana tra le

regioni di nicchia e non più, come nel 2004, tra quelle più marginali.

Infatti l’incidenza della produzione di vino Doc-Docg su quella totale regionale è

abbastanza importante, ma il ruolo della vitivinicoltura nell’economia agroalimentare

regionale è ridotto.

Inoltre molto limitato è anche il contributo produttivo delle Doc molisane alla produ-

zione a denominazione di origine nazionale: la produzione rilevata, secondo i dati delle

CCIAA, è pari a meno di 51.000 ettolitri e rappresenta appena lo 0,4% del totale nazionale.

Nel 2005 la già modesta SAU iscritta all’Albo dei vini Doc-Docg è, sia pur di po-

co, ulteriormente diminuita (-0,6%), scendendo sotto i 1.370 ettari registrati nel 2004

(Tabella 2.40).

Anche per le aziende iscritte all’Albo, in numero di 621, si nota una lieve varia-

zione negativa (Figura 2.26). Al contrario si registra una crescita della SAU in produ-

zione, che aumenta di quasi il 14%, superando i 740 ettari. Tale andamento si riflette

naturalmente in una maggiore quota della SAU in produzione rispetto a quella iscrit-

ta, che passa dal 47% del 2004 al 54% del 2005 (Tabella 2.41).

Delle tre denominazioni di origine regionali continuano a risultare in produzione

soltanto due33, per un volume produttivo nel 2005, risultato pari a quasi 50.500 ettoli-

tri (+3% circa rispetto al 2004).

La crescita delle superfici prima evidenziata, è stata quindi in parte compensata

da un decremento nelle rese, passate dai 109 quintali/ettaro del 2004 ai 98 del 2005.

La quota di vino certificato è pari al 100% di quello prodotto, mentre quello imbotti-

gliato dai 14 operatori in attività, rappresenta il 97% del totale.

Il Molise Doc rappresenta l’81% del totale del vino Doc prodotto in regione,

mentre al Biferno è attribuibile la restante quota.

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Per quanto riguarda i prezzi all’origine, non si notano differenze rilevanti tra i

prezzi medi dei due vini analizzati (Tabella 2.42). Rispettivamente per il Biferno Doc

ed il Molise Doc, quelli delle uve oscillano tra i 19 ed i 20 euro/quintale, mentre quel-

li dei vini tra i 32,5 e i 33,8 euro/quintale. La variabilità tra le diverse menzioni è tut-

tavia abbastanza elevata.

86

Figura 2.26 - Variazioni % 05/04 per la struttura e la produzione di vino Doc-Docg inMolise

Fonte: Indagine ISMEA sulle CCIAA

Aziende iscritte all'Albo

SAU in produzione all'albo

Produzione effettiva

-2 0 2 4 6 8 10

%

12 14

Tabella 2.40 - La produzione di vino Doc-Docg in Molise nel 2005

ISCRIZIONE ALBO PRODU ZPOTEN Z

SAUAziende iscritta Uva

Vino Provincia iscritte (n.) all’albo (ha) (q.li)Biferno, Doc Campobasso 82 225 27.034

Molise, Doc Campobasso 539 1.137 142.448

Totale Molise 621 1.363 169.482

Fonte: Indagine Ismea sulle CCIAA

creo
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Per il Biferno Doc questo è vero soprattutto per i vini, con il Rosso che spunta un

prezzo decisamente più elevato (35 euro/quintale contro i 30 del Bianco).

Per il Molise Doc la variabilità è ancora più accentuata. Per i vini in particolare si

va da un prezzo minimo di 30 euro/quintale ad un massimo di 46 euro/quintale, che

viene pagato per il Tintilia che riveste caratteristiche qualitative particolari. Da notare

che, a parte il Tintilia, le due menzioni maggiormente prodotte sono anche quelle che

si situano ai valori estremi della scala dei prezzi. Il Molise Rosso con 35 euro/quinta-

le è il vino che fa registrare il valore più elevato, mentre il Molise Trebbiano con 30

euro/quintale è quello che presenta il prezzo più basso. La scelta varietale e quindi

produttiva delle aziende molisane potrebbe quindi essere giustificata proprio dalle

differenze in termini di prezzo.

In conclusione il 2005 per i vini molisani, nonostante l’andamento climatico non

particolarmente favorevole, può giudicarsi un anno positivo. Le variazioni strutturali

sono state contenute e la qualità è risultata mediamente elevata, anche se non eccelsa.

Per quanto riguarda il mercato, la domanda sia in Italia che all’estero è stata so-

stenuta, soprattutto per il Molise Doc ed in particolare per la tipologia Riserva. In

parte questo andamento è da ascriversi ai prezzi rimasti stabili e quindi, in definitiva,

ad un buon rapporto qualità/prezzo.

87

U ZIONE PRODUZIONE PRODUZIONEN ZIALE RIVENDICAZIONI EFFETTIVA CERTIFICATA IMBOTTIGLIAMENTO

SAU in Imbottigl. VinoVino n. produzione Uva Vino Vino (n.) imbottigl.

(hl) denunce all’albo (ha) (q.li) (hl) (hl) (hl)18.650 51 134 13.830 9.509 9.509 14 9.300

104.670 290 607 58.583 40.983 40.983 14 39.625

123.320 341 741 72.413 50.492 50.492 14 48.925

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2.15 Campania

La Campania fa parte di quelle regioni del Sud Italia caratterizzate da una bassa

incidenza della produzione di vino Doc-Docg rispetto al totale del comparto vinicolo

regionale e da un modesto contributo del settore vitivinicolo sul totale dell’economia

agricola regionale.

Tale quadro viene completato dal peso davvero ridotto della produzione Doc-

Docg sul totale nazionale. Di conseguenza, nella mappatura delle vitivinicoltura re-

gionale italiana (cfr. Figura 1.4) la Campania ricade nel quadrante definito “tra margi-

nalità ed equilibrio”. Considerando quanto esposto in precedenza, la produzione di

vino Doc-Docg in Campania sembrerebbe marginale, ma la presenza di 20 denomina-

zioni – di cui 3 Docg – e l’esistenza di alcune produzioni di eccellenza, fanno sì che

la produzione campana non possa definirsi propriamente tale.

88

Tabella 2.41 - Alcuni indicatori sulla produzione di vino Doc-Docg in Molise nel 2005

ProduzioneProduzione imbottigliata/ Resa SAU SAU in Resa incertificata/ produzione apparente media produzione vinificazione

Vino effettiva certificata (q.li/ha) (ha) su totale (hl/q.li)Biferno, Doc 1,00 0,98 103,12 2,63 0,60 0,69

Molise, Doc 1,00 0,97 96,48 2,09 0,53 0,70

Totale Molise 1,00 0,97 97,68 2,17 0,54 0,70

Fonte: Indagine Ismea sulle CCIAA

Tabella 2.42 - Prezzi all’origine di uve e vini Doc-Docg in Molise nel 2005

PREZZI UVA PREZZI VINOVino e Manzione (euro al quintale) (euro all’hl)BIFERNO 19,00 32,50

Biferno Rosso 20,00 35,00

Biferno Bianco 18,00 30,00

MOLISE 20,18 33,82

Molise o Vini del Molise Tintilia 30,00 46,00

Molise Rosso o Rosso Molise 23,00 40,00

Molise o Vini del Molise Sangiovese 20,00 35,00

Molise o Vini del Molise Aglianico 20,00 33,00

Molise o Vini del Molise Moscato bianco 19,00 33,00

Molise o Vini del Molise Pinot bianco 18,00 33,00

Molise o Vini del Molise Falanghina 19,00 31,00

Molise o Vini del Molise Greco Bianco 19,00 31,00

Molise o Vini del Molise Cabernet sauvignon 18,00 30,00

Molise o Vini del Molise Chardonnay 18,00 30,00

Molise o Vini del Molise Trebbiano 18,00 30,00

Fonte: Indagine Ismea sulle CCIAA

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Nel 2005 (Tabella 2.43), la produzione effettiva di vino Doc-Docg è risultata pari

a quasi 439.000 ettolitri. Anche se il confronto con i dati del 2004 è parziale, si è regi-

strato un incremento produttivo pari al 5,3% (Figura 2.28), dovuto alla crescita sia

delle superfici in produzione (+7,5%), che delle rese (Tabella 2.44); va notato inoltre

che anche per le aziende iscritte all’Albo si nota un certo incremento (+6%), segnale

quindi di un certo “risveglio” d’interesse da parte dei produttori.

Complessivamente le denunce di attività sono risultate pari a quasi 5.900, cui cor-

rispondono quindi 7.300 ettari circa di SAU in produzione, il 62% circa di quella

iscritta all’Albo.

Anche se il dato sulla produzione certificata spesso non risulta disponibile va sot-

tolineato che, nei casi in cui viene fornito, mette in evidenza un buon rapporto rispet-

to alla produzione effettiva.

Sotto il profilo territoriale, l’area di maggiore importanza per la produzione effettiva

di vini Doc-Docg è quella di Benevento, dove si ottengono quasi i 3/4 della produzione

complessiva (Figura 2.29). Tale dato mette in evidenza uno dei caratteri strutturali sa-

lienti della vitinicoltura di qualità campana. Infatti in questa provincia vengono prodotte

“soltanto” 5 delle 20 denominazioni regionali. Ne consegue quindi che per molte altre

Doc le strutture produttive e le relative produzioni sono di modestissima entità. La se-

conda provincia per produzione di vino Doc-Docg è Avellino, con il 16% del totale re-

gionale, cui segue Napoli nella quale viene ottenuto il 9% dell’offerta vinicola Doc-

Docg regionale. Il contributo di Salerno e Caserta è invece decisamente minore.

La leadership della provincia di Benevento dal punto di vista produttivo è dovuta

alla presenza di tre vini che vantano le maggiori strutture produttive e la maggiore of-

89

Figura 2.27 - Variazioni % 05/04 strutturali e della produzione di vino Doc-Docg inCampania

Fonte: Indagine ISMEA sulle CCIAA

Aziende iscritte all'Albo

SAU in produzione all'albo

Produzione effettiva

0 1 2 3 4 5 6 7 8%

creo
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90

Figura 2.28 - Distribuzione provinciale delle strutture produttive e della produzione divino Doc-Docg in Campania (2005)

Fonte: Indagine ISMEA sulle CCIAA

BENEVENTO

AVELLINO

NAPOLI

SALERNO

CASERTA

Az. in produzione SAU in produzione Produz. effettiva Produz. certificata0

10

20

30

40

50%

60

70

80

90

100

Tabella 2.43 - La produzione di vino Doc-Docg in Campania nel 2005ISCRIZIONE ALBO PRODU Z

POTEN ZSAU

Aziende iscritta UvaVino Provincia iscritte (n.) all’albo (ha) (q.li)Aglianico del Taburno Doc Benevento 584 716 71.600 Aversa Asprinio Doc Caserta, Napoli 117 104 10.691 Campi Flegrei Doc Napoli 329 212 234 Capri Doc Napoli 39 15 1.760 Castel San Lorenzo Doc Salerno 260 256 25.935 Cilento Doc Salerno 64 77 7.682 Costa d’Amalfi Doc Salerno 292 78 8.969 Falerno del Massico Doc Caserta 30 93 9.297 Fiano di Avellino Docg Avellino 386 452 45.199 Galluccio Doc Caserta 23 80 8.995 Greco di Tufo Docg Avellino 572 743 74.299 Guardiolo Doc Benevento 540 325 34.994 Irpinia Doc Avellino 202 270 32.610 Ischia Doc Napoli 313 137 988 Penisola Sorrentina Doc Napoli 273 135 5.278 Sannio Doc Benevento 1.921 1.643 212.027 Sant’Agata dei Goti Doc Benevento 31 55 5.844 Solopaca Doc Benevento 2.269 5.209 291.765 Taurasi Docg Avellino 762 830 83.017 Vesuvio Doc Napoli 752 409 40.812 Totale Campania 9.759 11.838 971.997

In colore i dati stimati; il numero degli imbottigliatori per le province di Avellino e Caserta si riferisce a tutta la provincia e non al singoloFonte: Indagine Ismea sulle CCIAA

creo
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ferta. In particolare il Solopaca ed il Sannio, entrambi con il 29% della produzione ef-

fettiva regionale, e l’Aglianico del Taburno con un ulteriore 9%, concentrano oltre il

68% del totale regionale. I tre vini citati nel loro insieme hanno una incidenza legger-

mente inferiore in termini di SAU, ma è interessante soprattutto notare che i pesi rela-

tivi cambiano. In questo caso il Solopaca contribuisce con ben il 44%, mentre l’inci-

denza del Sannio scende al 14% e quella dell’Aglianico al 6%.

I primi due vini tra quelli menzionati sono articolati in numerose menzioni, ma la

produzione risulta concentrata su poche di queste.

I vini del beneventano sono seguiti, nella lista delle maggiori produzioni regiona-

li, dal Greco di Tufo – che rappresenta l’8% del totale regionale – e dal Fiano di Avel-

lino, con il 5%. Si tratta di due vini Docg, peraltro tra i più noti ed apprezzati, ottenuti

entrambi in provincia di Avellino, cui segue, ancora con il 4%, il Guardiolo Doc pro-

dotto nell’area di Benevento. Con questi sei vini si supera quindi l’84% della produ-

zione complessiva, a riprova del debole peso che assumono le altre produzioni e le al-

tre province nel panorama regionale.

I prezzi all’origine dei vini campani (Tabella 2.45) nel corso del 2005 sono au-

mentati, in funzione dell’andamento della domanda, sia interna che estera, sostenuta a

sua volta dalla qualità da considerarsi soddisfacente.

91

U ZIONE PRODUZIONE PRODUZIONEN ZIALE RIVENDICAZIONI EFFETTIVA CERTIFICATA IMBOTTIGLIAMENTO

SAU in Imbottigl.Vino n. produzione Uva Vino Vino (n.)

(hl) denunce all’albo (ha) (q.li) (hl) (hl)50.120 362 444 57.280 40.096 0 n.d.7.483 45 52 4.716 3.252 2.440 23

163 233 171 14.270 9.987 8.278 47 1.232 17 6 254 178 0 3

11.154 177 96 8.233 5.756 450 0 5.288 31 43 2.114 1.436 0 0 6.278 187 59 3.454 2.418 162 0 6.508 18 77 5.336 3.515 3.515 42

31.639 302 383 28.233 19.763 19.724 119 6.296 10 57 4.553 3.018 3.018 42

52.009 500 663 52.555 36.788 34.915 119 24.496 335 202 25.175 17.113 0 22.827 60 86 6.292 4.375 100 119

691 216 100 7.212 5.048 4.023 11 3.694 135 79 5.549 3.882 3.428 39

148.417 1.191 1.019 182.824 127.975 0 n.d.4.091 19 34 4.917 3.442 0 n.d.

204.235 1.407 3.230 184.699 128.934 0 n.d.58.112 203 262 14.999 9.750 5.948 119 28.568 444 274 18.254 12.020 13.875 63

673.303 5.892 7.336 630.919 438.746 99.877 347

ngolo vino.

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92

Tabella 2.44 - Alcuni indicatori sulla produzione di vino Doc-Docg in Campania nel 2005

Produzione Resa SAU SAU in Resa incertificata/ apparente media produzione vinificazione

Vino effettiva (q.li/ha) (ha) su totale (hl/q.li)Aglianico del Taburno Doc 0,00 129,03 1,23 0,62 0,70

Aversa Asprinio Doc 0,75 91,49 1,15 0,50 0,69

Campi Flegrei Doc 0,83 83,44 0,73 0,81 0,70

Capri Doc 0,00 39,40 0,38 0,44 0,70

Castel San Lorenzo Doc 0,08 85,72 0,54 0,38 0,70

Cilento Doc 0,00 49,33 1,38 0,56 0,68

Costa d’Amalfi Doc 0,07 58,44 0,32 0,75 0,70

Falerno del Massico Doc 1,00 69,08 4,29 0,83 0,66

Fiano di Avellino Docg 1,00 73,77 1,27 0,85 0,70

Galluccio Doc 1,00 79,47 5,73 0,72 0,66

Greco di Tufo Docg 0,95 79,23 1,33 0,89 0,70

Guardiolo Doc 0,00 124,94 0,60 0,62 0,68

Irpinia Doc 0,02 73,41 1,43 0,32 0,70

Ischia Doc 0,80 72,37 0,46 0,72 0,70

Penisola Sorrentina Doc 0,88 70,43 0,58 0,58 0,70

Sannio Doc 0,00 179,46 0,86 0,62 0,70

Sant’Agata dei Goti Doc 0,00 144,19 1,77 0,62 0,70

Solopaca Doc 0,00 57,19 2,30 0,62 0,70

Taurasi Docg 0,61 57,15 1,29 0,32 0,65

Vesuvio Doc 1,15 66,52 0,62 0,67 0,66

Totale Campania 0,23 86,00 1,25 0,62 0,70

Fonte: Indagine Ismea sulle CCIAA

Tabella 2.45 - Prezzi all’origine di uve e vini Doc-Docg in Campania nel 2005

PREZZI UVA (euro al quintale) PREZZI VINO (euro all’hl)Vino Minimo Massimo Media* Minimo Massimo Media**Aversa Asprinio Doc 50,00 100,00 50,00 n.d n.d 150,00

Campi Flegrei Doc 50,00 100,00 72,50 3,50 5,00 4,13

Capri Doc 80,00 100,00 90,00 4,50 4,80 4,65

Falerno del Massico Doc 55,00 200,00 55,00 55,00 200,00 200,00

Fiano di Avellino Docg 95,00 95,00 95,00 240,00 240,00 240,00

Galluccio Doc 45,00 45,00 45,00 175,00 175,00 175,00

Greco di Tufo Docg 106,00 106,00 106,00 240,00 240,00 240,00

Penisola Sorrentina Doc 60,00 80,00 75,00 3,50 4,80 4,40

Taurasi Docg 60,00 60,00 60,00 250,00 250,00 250,00

Vesuvio Doc 30,00 50,00 70,00 2,50 4,50 3,50

* Media dei prezzi di tutte le uve che concorrono a produrre le varie menzioni di ciascuna Doc.** Media dei prezzi di tutte le menzioni facenti parte di ciascuna Doc.In colore i prezzi si intendono in euro a bottiglia.Fonte: Indagine Ismea sulle CCIAA

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2.16 Basilicata

Anche nel 2005, come già osservato nel precedente Rapporto ISMEA sui vini a

denominazione di origine, la Basilicata assume un ruolo marginale nella mappatura

della vitivinicoltura di qualità italiana. In tale regione infatti i vini di qualità incidono

poco sul comparto vinicolo regionale nel complesso e limitato è il ruolo del settore

vinicolo nell’ambito dell’economia agricola regionale (Figura 1.4).

La Basilicata, inoltre, è la regione italiana – esclusa la Val d’Aosta – in cui si ot-

tiene la minore quantità di vini Doc-Docg (lo 0,2% del totale nazionale).

Pur all’interno di tale quadro e nonostante la ridotta dimensione, il panorama del-

la vitivinicoltura di qualità regionale sembra tuttavia in fase di rinnovamento. Infatti

alle due denominazioni che risultavano in produzione nel 2004 – ossia l’Aglianico del

Vulture Doc e il Terre dell’Alta Val d’Agri Doc – se ne è aggiunta una terza, ossia il

Matera Doc.

Inoltre, nel 2005 si registra un incremento sia delle strutture produttive che della

produzione effettiva di vino (Figura 2.29). Nel prendere in esame i numeri, si nota

tuttavia che il 99% circa delle strutture produttive e delle produzioni è ancora ascrivi-

bile alla Doc Aglianico del Vulture, mentre il peso delle altre due, sia pur in espansio-

ne, è ancora molto modesto.

La SAU complessiva regionale, sia iscritta che in produzione, risulta in crescita

(rispettivamente del 7 e del 4%) non solo per la presenza di un nuovo vino, ma anche

per lo sviluppo degli altri. Anche le aziende iscritte aumentano del 6%, ed pure in

questo caso si tratta di una crescita che ha interessato tutti i vini Doc della regione.

Infine per la produzione effettiva di vino il rialzo si attesta intorno all’11%, incremen-

to che si riduce all’8% se si prende in esame quella certificata, visto che la produzio-

ne del Matera Doc non viene ancora certificata34.

Nel complesso in Basilicata nel 2005 sono stati prodotti più di 31.000 ettolitri di

vino Doc-Docg, su una superficie in produzione di circa 712 ettari (Tabella 2.46), dis-

locati in 268 aziende35.

La superficie aziendale media è quindi pari a 2,7 ettari (Tabella 2.47), valore decisa-

mente più elevato della media nazionale. I risultati produttivi sono stati favoriti da una

annata buona sotto il profilo climatico, che ha influito positivamente anche sulla qualità.

Nonostante la crescita della Doc Terre dell’Alta Val d’Agri e l’ingresso sul mercato

di quella del Matera, l’Aglianico del Vulture Doc rappresenta ancora quasi il 96% della

produzione effettiva ed il 99% di quella certificata regionale. Tuttavia la resa apparente

dell’Aglianico, anche se in crescita rispetto al 2004, è abbastanza bassa (meno di 60

quintali/ettaro), contribuendo a rendere modesto il contributo quantitativo della vitivini-

coltura lucana. La produzione di Aglianico non risulta articolata in sottomenzioni.

Per quanto riguarda la distribuzione provinciale, sia l’Aglianico che il Terre del-

l’Alta Val d’Agri sono prodotti in provincia di Potenza. I numeri del Matera sono an-

cora così modesti che il 98% della produzione e delle strutture produttive risultano

dislocati nella provincia di Potenza.

93

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94

Figura 2.29 - Variazioni % 05/04 nella struttura e nella produzione di vino Doc-Docgin Basilicata

Fonte: Indagine ISMEA sulle CCIAA

Aziende iscritte all'Albo

SAU in produzione all'albo

Produzione effettiva

0 2 4 6 8 10 12

%

Tabella 2.46 - La produzione di vino Doc-Docg in Basilicata nel 2005

ISCRIZIONE ALBO PRODU ZPOTEN Z

SAUAziende iscritta Uva

Vino Provincia iscritte (n.) all’albo (ha) (q.li)Aglianico del Vulture Doc Potenza 457 1.006 96.297

Matera Doc Matera 2 12 1.155

Terre dell’Alta Val d’Agri Doc Potenza 3 13 1.563

Totale Basilicata 462 1.031 99.015

Fonte: Indagine Ismea sulle CCIAA

Tabella 2.47 - Alcuni indicatori sulla produzione di vino Doc-Docg in Basilicata nel 2005

Produzione Resa SAU SAU in Resa incertificata/ apparente media produzione vinificazione

Vino effettiva (q.li/ha) (ha) su totale (hl/q.li)Aglianico del Vulture Doc 1,00 59,44 2,72 0,72 0,70

Matera Doc - - - - 0,70

Terre dell’Alta Val d’Agri Doc 1,00 47,31 12,26 0,94 0,70

Totale Basilicata 0,98 60,64 2,76 0,72 0,70

Fonte: Indagine Ismea sulle CCIAA

creo
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95

I prezzi all’origine rilevati nel 2005 per le uve ed i vini lucani risultano infine ab-

bastanza bassi (Tabella 2.48) e con una variabilità limitata. Il fenomeno è dovuto an-

che alla presenza di numerose piccole aziende che comprano uve e vinificano. Il nu-

mero imbottigliatori, pari a 122, è inoltre elevato rispetto alla quantità di vino Doc ot-

tenuta in regione ed è aumentato notevolmente negli ultimi tre anni.

U ZIONE PRODUZIONE PRODUZIONEN ZIALE RIVENDICAZIONI EFFETTIVA CERTIFICATA IMBOTTIGLIAMENTO

SAU in Imbottigl. VinoVino n. produzione Uva Vino Vino (n.) imbottigl.

(hl) denunce all’albo (ha) (q.li) (hl) (hl) (hl)67.408 267 727 43.215 30.250 30.250 59 nd

809 - - 1035 725 - 4 nd

1.094 1 12 580 406 406 59 nd

69.311 268 739 44.830 31.381 30.656 122 nd

Tabella 2.48 - Prezzi all’origine di uve e vini Doc-Docg in Basilicata nel 2005

PREZZI UVA PREZZI VINOVino e Menzione (euro/q.le) (euro/bottiglia) (euro/hl)Aglianico del Vulture Doc 66,00 3,75 150,00

Terre dell’Alta Val d’Agri Doc nd 2,90 140,00

Fonte: Indagine Ismea sulle CCIAA

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2.17 Puglia

Il profilo delle vitivinicoltura pugliese nel 2005, nonostante l’incremento della

produzione di vini di qualità, è cambiato poco rispetto all’anno precedente.

La Puglia resta la prima regione italiana per superficie vitata e produzione com-

plessiva di vino e la più importante area per incidenza del comparto vinicolo nell’eco-

nomia agroalimentare regionale.

La regione presenta tuttavia un’incidenza tra le più basse delle produzioni Doc-

Docg sul totale del vino prodotto nella regione.

Se ne deduce quindi che la Puglia rimane – insieme alla Sicilia – l’unica realtà in

cui la quantità prevale sulla qualità (cfr. Figura 1.4).

96

Figura 2.30 - Variazioni % 05/04 strutturali e della produzione di vino Doc-Docg inPuglia

Fonte: Indagine ISMEA sulle CCIAA

Aziende iscritte all'Albo

SAU in produzione

Produzione effettiva

-10 -5 0 5 10 15 20 25

%

In Puglia il 2005 è stato caratterizzato da condizioni climatiche favorevoli che

hanno permesso un notevole incremento nella produttività dei terreni destinati ad uve

per vini Doc-Docg. La produzione effettiva di vino si è così attestata sui 385.000 etto-

litri (Tabella 2.49), con un incremento del 12% rispetto al 2004 (Figura 2.30). Tale

espansione si deve alle maggiori rese – passate in media da 70 a oltre 85 quintali/etta-

ro – ma non alle superfici in produzione che sono invece diminuite del 7% circa.

Sotto il profilo strutturale, maggiori cambiamenti potrebbero esserci in futuro. In-

fatti se la SAU in produzione fa segnare un leggero decremento, diverso è l’andamen-

to delle superfici iscritte all’Albo per le quali si registra un sia pur limitato incremen-

to (+1%), da imputarsi all’impianto di nuovi vigneti permesso dalla nuova OCM.

La SAU iscritta all’Albo si è attestata su 12.300 ettari, a fronte di una SAU in pro-

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97

Figura 2.31 - Distribuzione provinciale delle strutture produttive e della produzione divino Doc-Docg in Puglia (2005)

Fonte: Indagine ISMEA sulle CCIAA

BARI

BRINDISI

FOGGIA

LECCE

TARANTOAz. in produzione SAU in produzione Produz. effettiva Produz. certificata

0

10

20

30

40

50%

60

70

80

90

100

duzione pari a 6.604 ettari, che consente di evidenziare un limitato rapporto tra la se-

conda e la prima voce (il 54%). La superficie in produzione è distribuita su quasi

5.000 denunce, con una SAU media, quindi, di 1,34 ettari.

Riguardo alla produzione certificata di vino Doc-Docg, essa nel 2005 è stata di

poco inferiore ai 184.000 ettolitri36. È da rilevare che in alcuni casi – tra i quali spicca

il Primitivo di Manduria – nel 2005 sono state certificate produzioni delle annate pas-

sate.

Sotto il profilo territoriale (Figura 2.31), la distribuzione tra le diverse province

delle strutture produttive e della produzione è abbastanza equilibrata. La quota mag-

giore di produzione effettiva si riscontra a Lecce (quasi il 27%), cui seguono Bari (ol-

tre il 25%) e Brindisi (quasi il 20%).

Al profilo strutturale regionale evidenziato in precedenza non corrisponde una

scarsa presenza di produzioni di qualità, visto che la vitivinicoltura pugliese vanta

ben 25 denominazioni. È da sottolineare tuttavia, come si è visto in molte realtà re-

gionali, l’elevato grado di concentrazione della produzione. Infatti le prime cinque

Doc per incidenza sul totale della produzione effettiva regionale cumulano quasi

l’80% del prodotto. La prima è il Salice Salentino (26%), cui seguono il Castel del

Monte (22%), il S. Severo (16%), il Primitivo di Manduria (10%), e lo Squinzano

(5%).

Le produzioni dei cinque vini citati sono, tuttavia, ottenute con quote della SAU e

delle aziende abbastanza differenti; ciò è imputabile alla diversa resa e alle dimensio-

ni aziendali.

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Se alle denominazioni analizzate si aggiungono le altre la cui produzione è

maggiore di 10.000 ettolitri – il Brindisi, il Leverano, il Locorotondo – si supera il

92% della produzione regionale. Ne consegue che le altre Doc risultano essere for-

temente di nicchia: per ben 12 di queste non si raggiungono i 100 ettari di SAU in

produzione.

98

Tabella 2.49 - La produzione di vino Doc-Docg in Puglia nel 2005

ISCRIZIONE ALBO PRODU ZPOTEN Z

SAUAziende iscritta Uva

Vino Provincia iscritte (n.) all’albo (ha) (q.li)Aleatico di Puglia Doc Lecce Brindisi Taranto 2 2 150

Alezio Doc Lecce 19 34 4.691

Brindisi Doc Brindisi 194 700 105.026

Cacc’e Mitte di Lucera Doc Foggia 35 68 9.546

Castel Del Monte Doc Bari 1.719 1.232 166.897

Copertino Doc Lecce 678 632 88.502

Galatina Doc Lecce 31 68 10.147

Gioia del Colle Doc Bari 105 83 9.935

Gravina Doc Bari 12 31 4.631

Leverano Doc Lecce 291 383 57.460

Lizzano Doc Taranto 41 116 16.565

Locorotondo Doc Bari Brindisi 836 283 36.786

Martina o Martina Franca Doc Bari Brindisi Taranto 293 311 40.444

Matino Doc Lecce 11 14 1.695

Moscato di Trani Doc Bari Foggia 26 12 1.451

Nardo’ Doc Lecce 54 89 15.999

Orta Nova Rosso Doc Foggia 4 10 1.433

Ostuni Doc Brindisi 3 2 165

Primitivo di Manduria Doc Brindisi Taranto 1.663 2.564 220.362

Rosso Barletta Doc Bari, Foggia 19 2 300

Rosso di Cerignola Doc Foggia 7 21 2.994

Salice Salentino Doc Lecce Brindisi 2.068 3.130 375.558

San Severo Doc Foggia 866 1.994 279.206

Squinzano Doc Lecce, Brindisi 258 521 72.993

Totale Puglia 9.235 12.302 1.522.936

In colore i dati stimati. Per i vini presenti in più province la stima si riferisce alla sola quota della provincia di Bari.Fonte: Indagine Ismea sulle CCIAA

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In Puglia le Camere di Commercio non avevano a disposizione i dati relativi ai

prezzi all’origine. Dalle ulteriori informazioni a disposizione, tuttavia, si registra un

calo dei listini, dovuto tanto alla stagnazione della domanda, quanto alla produzione

eccessiva che ha influenzato negativamente le quotazioni, anche a causa della minore

qualità del prodotto finale.

99

U ZIONE PRODUZIONE PRODUZIONEN ZIALE RIVENDICAZIONI EFFETTIVA CERTIFICATA IMBOTTIGLIAMENTO

SAU in Imbottigl. VinoVino n. produzione Uva Vino Vino (n.) imbottigl.

(hl) denunce all’albo (ha) (q.li) (hl) (hl) (hl)100 0 0 0 0 0 2 n.d

3.284 12 24 2.316 1.198 438 1 193

73.519 122 517 29.072 19.454 12.905 21 4.224

6.683 19 56 5.118 3.327 2.188 n.d n.d

116.828 1.193 862 120.899 84.629 0 0 0

61.951 91 95 20.448 7.349 11.356 5 4.646

7.103 11 30 1.640 1.054 588 2 307

6.955 68 54 4.910 3.187 0 0 0

3.242 8 22 3.121 2.185 0 0 0

40.222 203 206 23.982 16.787 9.263 3 9.974

11.466 10 22 1.788 1.212 400 3 676

25.750 574 194 18.130 12.691 2.565 0 235

28.311 148 154 10.178 7.125 5.093 18 2.015

1.187 0 0 n.d n.d 400 1 185

1.015 19 11 388 252 0 0 0

11.199 23 37 3.581 2.283 461 3 384

1.003 2 3 415 291 0 n.d n.d

115 2 1 31 22 22 2 0

161.541 745 1.426 54.724 38.307 48.350 41 14.225

210 n.d n.d n.d n.d n.d n.d n.d

2.096 5 8 979 685 429 n.d n.d

262.891 1.189 1.831 147.814 101.889 44.430 41 38.554

195.444 344 723 87.101 60.971 35.361 n.d n.d

51.095 139 328 29.603 20.360 9.505 16 6.746

1.073.208 4.927 6.604 566.237 385.257 183.754 159 82.363

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2.18 Calabria

La Calabria fa parte di quel gruppo di regioni del Sud Italia in cui l’incidenza del-

la produzione di vino Doc-Docg sul totale regionale è tra le più basse del panorama

nazionale. Anche considerando il peso del comparto vitivinicolo sull’economia agri-

cola regionale, la regione si caratterizza per una incidenza particolarmente bassa (cfr.

Figura 1.4) valore superiore solo a quello della Liguria. Inoltre l’incidenza in termini

produttivi delle Doc calabresi su quelle nazionali, pari allo 0,4%, è tra le più basse.

Il quadro che se ne ricava, come già evidenziato nel Rapporto dello scorso anno

(ISMEA, 2007), è di una realtà in cui la produzione di vini Doc-Docg è piuttosto

marginale. Tale analisi viene ulteriormente confermata se si prende in esame l’insie-

me delle Doc e Igt; anche in questo caso l’incidenza sul totale regionale è la più bassa

rispetto a tutte le regioni italiane.

100

Tabella 2.50 - Alcuni indicatori sulla produzione di vino Doc-Docg in Puglia nel 2005

ProduzioneProduzione imbottigliata/ Resa SAU SAU in Resa incertificata/ produzione apparente media produzione vinificazione

Vino effettiva certificata (q.li/ha) (ha) su totale (hl/q.li)Aleatico di Puglia Doc nd nd nd nd 0,00 nd

Alezio Doc 0,37 0,44 97,66 1,98 0,71 0,52

Brindisi Doc 0,66 0,33 56,27 4,23 0,74 0,67

Cacc’e Mitte di Lucera Doc 0,66 - 91,63 2,94 0,82 0,65

Castel Del Monte Doc 0,00 nd 140,25 0,72 0,70 0,70

Copertino Doc 1,55 0,41 215,18 1,04 0,15 0,36

Galatina Doc 0,56 0,52 54,28 2,75 0,45 0,64

Gioia del Colle Doc 0,00 nd 90,92 0,79 0,65 0,65

Gravina Doc 0,00 nd 141,88 2,75 0,71 0,70

Leverano Doc 0,55 1,08 116,51 1,01 0,54 0,70

Lizzano Doc 0,33 1,69 79,98 2,23 0,19 0,68

Locorotondo Doc 0,20 0,09 93,53 0,34 0,69 0,70

Martina o Martina Franca Doc 0,71 0,40 66,13 1,04 0,49 0,70

Matino Doc nd 0,46 nd nd 0,00 nd

Moscato di Trani Doc 0,00 nd 35,25 0,58 0,91 0,65

Nardo’ Doc 0,20 0,83 96,09 1,62 0,42 0,64

Orta Nova Rosso Doc 0,00 nd 141,16 1,47 0,31 0,70

Ostuni Doc 1,00 0,00 28,18 0,55 0,73 0,70

Primitivo di Manduria Doc 1,26 0,29 38,38 1,91 0,56 0,70

Rosso Barletta Doc nd nd nd nd - nd

Rosso di Cerignola Doc 0,63 - 126,11 1,55 0,36 0,70

Salice Salentino Doc 0,44 0,87 80,71 1,54 0,59 0,69

San Severo Doc 0,58 - 120,42 2,10 0,36 0,70

Squinzano Doc 0,47 0,71 90,25 2,36 0,63 0,69

Totale Puglia 0,48 0,45 85,74 1,34 0,54 0,68

Includono la produzione relativa anche ad annate precedenti.Fonte: Indagine Ismea sulle CCIAA

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Nel 2005, peraltro, la produzione di vino Doc-Docg in Calabria ha fatto registrare

una decisa contrazione, attestandosi sotto i 53.000 ettolitri (Tabella 2.51), con un calo

del 9% rispetto al 2004; occorre però tenere conto che lo scorso anno non erano dis-

ponibili i dati relativi alla provincia di Cosenza: effettuando quindi un confronto

omogeneo (soltanto sulle altre province) si registrerebbe un calo pari all’11% (Figura

2.32).

101

Figura 2.32 - Variazioni % 05/04 strutturali e della produzione di vino Doc-Docg inCalabria

Fonte: Indagine ISMEA sulle CCIAA

Aziende iscritte all'Albo

SAU in produzione all'Albo

Produzione effettiva

-8 -7 -6 -5 -4 -3 -2 -1 0 1 2

%

Questo risultato è ascrivibile, come si evince dal grafico, soltanto in parte alla mi-

nore quota di SAU effettivamente in produzione (-1%), e va quindi imputato soprat-

tutto alla minore resa in uve, attestatasi su 62 quintali/ettaro circa (Tabella 2.52) con-

tro i quasi 74 del 2004. Occorre peraltro notare che sotto il profilo strutturale nel

2005 si è assistito ad una, anche se lieve (il 2%), crescita delle aziende iscritte all’Al-

bo e, più robusta (pari all’8%), delle relative superfici, segno di una crescita, quanto

meno potenziale, di interesse, non supportata poi nella fase produttiva37. Di conse-

guenza, il rapporto tra SAU effettivamente in produzione e SAU iscritta ha subito un

notevole decremento, passando dal 66% al 52%.

Per quanto riguarda la produzione certificata, questa, nel 2005, si è attestata su

poco meno di 35.000 ettolitri, pari al 63% di quella effettiva. Il numero degli imbotti-

gliatori è invece di appena 13 unità.

Sotto il profilo territoriale (Figura 2.33), strutture e produzioni risultano forte-

mente concentrate in provincia di Crotone. Tale situazione è dovuta in realtà al fatto

che la produzione di vino Doc-Docg in Calabria risulta incentrata sul Cirò Doc, che

rappresenta quasi l’80% del totale regionale.

creo
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In provincia di Crotone, sono ottenuti poi altri vini (il Melissa ed il S. Anna Isola

Capo Rizzuto), con i quali l’incidenza della produzione effettiva di vino sul totale re-

gionale sale all’86%, contro il 7% di Cosenza ed il 6% di Catanzaro. Nonostante i nu-

meri modesti, in Calabria si contano 12 denominazioni di origine.

Come si è detto, il Cirò Doc rappresenta quasi l’80% della produzione regionale

effettiva, ossia 43.000 ettolitri, che vengono ottenuti su 815 ettari. Per l’incidenza in

termini di aziende e superfici, valgono naturalmente le stesse osservazioni svolte in

precedenza per la provincia di Crotone.

Oltre al Cirò solo il Melissa, il Savuto ed il Lamezia superano i 1.000 ettolitri di

produzione. Con questi vini, il cui contributo alla produzione complessiva regionale è

rispettivamente del 7%, del 5% e del 3%, circa, si supera il 92% della offerta totale di

Doc calabresi.

Gli altri vini interessano un numero di aziende e relative superfici davvero modesti.

102

Figura 2.33 - Distribuzione provinciale delle strutture produttive e della produzione divino Doc-Docg in Calabria (2005)

Fonte: Indagine ISMEA sulle CCIAA

CROTONE

COSENZA

CATANZARO

REGGIO CALABRIA

Az. in produzione SAU in produzione Produz. effettiva Produz. certificata0

10

20

30

40

50%

60

70

80

90

100

creo
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Per quanto riguarda i prezzi all’origine, i dati disponibili sono limitati a due sole

Doc (Tabella 2.53), delle quali una, il Greco di Bianco, è un vino passito con rese

molto basse e listini elevati.

In riferimento infine ad alcune recenti dinamiche relative al mercato, i vini Doc ca-

labresi, a causa dei costi di produzione molto elevati, stanno risentendo della maggiore

competitività dei vini stranieri. I prezzi sono rimasti sui livelli del 2004, nonostante

l’aumento dei costi indiretti che gravano sulla bottiglia, proprio per evitare la perdita di

ulteriori margini di competitività. Per quanto riguarda la domanda, i consumi non sono

diminuiti ma il mercato risente della crescente diffusione di vini (anche extracomunita-

ri) che influenzano negativamente il buon piazzamento dei vini di qualità calabresi.

103

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104

Tabella 2.51 - La produzione di vino Doc-Docg in Calabria nel 2005ISCRIZIONE ALBO PRODU Z

POTEN ZSAU

Aziende iscritta UvaVino Provincia iscritte (n.) all’albo (ha) (q.li)Bivongi Doc Reggio Calabria, Catanzaro 22 41 4.878

Ciro’ Doc Crotone 853 1.489 173.864

Donnici Doc Cosenza 106 113 13.572

Greco di Bianco Doc Reggio Calabria 11 23 2.321

Lamezia Doc Catanzaro 97 138 3.430

Melissa Doc Crotone 87 170 18.891

Pollino Doc Cosenza 205 251 27.569

S.Anna Isola Capo Rizzuto Doc Crotone, Catanzaro 4 7 810

San Vito di Luzzi Doc Cosenza 3 28 3.365

Savuto Doc Catanzaro, Cosenza 22 182 13.278

Scavigna Doc Catanzaro 2 18 1.129

Verbicaro Doc Cosenza 2 18 2.196

Totale Calabria 1.414 2.478 265.303

In colore i dati stimati.*Include gli imbottigliatori del Bivongi Doc ricadenti nella provincia di Reggio Calabria.Fonte: Indagine Ismea sulle CCIAA

Tabella 2.52 - Alcuni indicatori sulla produzione di vino Doc-Docg in Calabria nel 2005

Produzione Resa SAU SAU Resa incertificata/ apparente media produzione vinificazione

Vino effettiva (q.li/ha) (ha) su totale (hl/q.li)Bivongi Doc nd 54,11 1,99 0,48 0,70

Ciro' Doc 0,68 75,87 1,75 0,55 0,70

Donnici Doc 1,12 30,95 1,21 0,21 0,70

Greco di Bianco Doc 0,00 15,49 1,96 0,59 0,45

Lamezia Doc nd 63,28 1,43 0,39 0,54

Melissa Doc 0,92 54,73 1,95 0,60 0,70

Pollino Doc 0,12 10,73 8,42 0,40 0,70

S.Anna Isola Capo Rizzuto Doc 0,00 65,25 1,69 0,48 0,70

San Vito di Luzzi Doc 0,69 19,34 10,21 0,73 0,70

Savuto Doc 0,14 44,94 8,39 0,46 0,70

Scavigna Doc nd 27,20 20,75 2,33 0,47

Verbicaro Doc 1,04 42,05 8,80 0,48 0,70

Totale Calabria 0,63 61,99 2,07 0,52 0,69

È un vino passito e presenta rese basse.Fonte: Indagine Ismea sulle CCIAA

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105

U ZIONE PRODUZIONE PRODUZIONEN ZIALE RIVENDICAZIONI EFFETTIVA CERTIFICATA IMBOTTIGLIAMENTO

SAU in Imbottigl.Vino n. produzione Uva Vino Vino (n.)

(hl) denunce all’albo (ha) (q.li) (hl) (hl)3.274 10 20 1.077 754 - n.d.

121.705 467 815 61.800 43.432 29.735 n.d.

9.500 20 24 748 524 586 n.d.

1.625 7 14 213 96 - 8*

38 54 3.430 1.850 4

13.223 52 101 5.547 3.883 3.570 n.d.

19.299 12 101 1.085 760 92 n.d.

567 2 3 210 147 - n.d.

2.355 2 20 395 277 191 n.d.

8.549 10 84 3.768 2.638 377 1

2 42 1.129 535 n.d.

1.537 1 9 370 259 270 n.d.

181.636 622 1.287 79.772 55.153 34.821 13

Tabella 2.53 - I prezzi all’origine di uve e vini Doc-Docg in Calabria nel 2005

PREZZI UVA (euro al quintale) PREZZI VINO (euro all’hl)Vino Minimo Massimo Media Minimo Massimo Media*Bivongi Doc 120,00 180,00 150,00 50,00 100,00 77,50

Greco di Bianco Doc 180,00 180,00 180,00 100,00 120,00 110,00

* Media dei prezzi di tutte le menzioni facenti parte di ciascuna Doc.Fonte: Indagine Ismea sulle CCIAA

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2.19 Sicilia

La posizione della Sicilia nel panorama vitivinicolo nazionale è, similmente a

quella già vista per la Puglia, peculiare. Il settore vitivinicolo ha infatti dimensioni

ragguardevoli, pesando in modo abbastanza rilevante sull’economia agricola regiona-

le (cfr. Figura 1.4) e sulla produzione vinicola nazionale.

Tuttavia è anche la regione in cui si registra la minore incidenza in assoluto delle

produzioni Doc-Docg sul totale del vino prodotto in regione.. La produzione siciliana

di vini Doc-Docg, inoltre, non raggiunge il 2% di quella totale di qualità nazionale.

I dati esposti rendono, quindi, evidente la posizione della Sicilia nella mappatura

della vitivinicoltura italiana, ancorata nel quadrante della quantità piuttosto che in

quello della qualità (cfr. Figura 1.4), a dispetto dei notevoli successi in termini com-

merciali dei vini siciliani negli ultimi anni.

Dati, peraltro, in contrasto anche con le potenzialità regionali, viste le 21 denomi-

nazioni presenti, la cui produzione effettiva nel 2005 è stata, secondo i dati raccolti

presso le CCIAA, di oltre 231.000 ettolitri (Tabella 2.54), pari a quasi il 3% in più ri-

spetto al 200438. Nel complesso l’annata è da giudicare buona sia per la produzione

che per la qualità. Tale produzione viene ottenuta da 1.642 denunce, su una SAU in

produzione pari a 5.144 ettari, pari al 71% di quella iscritta all’Albo.

La produzione certificata ha superato invece i 138.000 ettolitri, pari al 60% di

quella effettiva.

Su base territoriale, la produzione di vino Doc-Docg in Sicilia è fortemente con-

centrata nella provincia di Trapani, in cui sono ubicati quasi i 3/4 della superficie vi-

tata regionale per uve Doc-Docg (Figura 2.34). Se si prende in considerazione la pro-

duzione di vino, l’incidenza sale al 76%, grazie alla maggiore resa dei terreni del tra-

panese e la resa in vinificazione leggermente più alta rispetto alla media regionale.

Alla provincia di Trapani segue quella di Palermo, in cui ricade oltre il 10% della

SAU in produzione, e percentuali molto simili sia di aziende che di vino prodotto ef-

fettivamente. Segue ancora la provincia di Catania con il 6% circa della produzione di

vino e percentuali più elevate sia della SAU (7,5%) che della aziende in produzione

(circa il 10%). Il contributo della altre province è decisamente minore.

Il panorama produttivo siciliano dei vini Doc-Docg è fortemente influenzato dalla

presenza del Marsala Doc che, con una produzione di poco inferiore ai 140.000 ettoli-

tri, ha inciso sulla produzione effettiva di vino Doc-Docg per circa il 60%.

Il vino più prodotto dopo il Marsala è l’Alcamo, presente sia in provincia di Tra-

pani (per il 70% circa) che di Palermo (restante 30%), e che con poco più di 30.000

ettolitri rappresenta il 13% del totale.

Al terzo posto per produzione si colloca l’Etna rosso che con 14.500 ettolitri con-

tribuisce a poco più del 6% della produzione regionale di vini Doc-Docg. A questo

segue il Moscato di Pantelleria che, con 13.550 ettolitri, incide per quasi il 6%.

Si aggiunga a ciò che per ben 16 vini le aziende in produzione risultano meno di

50 (in 7 casi inferiori a 10), e che in 13 casi la SAU in produzione è più bassa di 100

106

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ettari (in 10 casi meno di 50). Il quadro della produzione vitivinicola regionale e il

ruolo che il vino di qualità assume in Sicilia allora non è dovuto solo alla “forza” del

Marsala, ma anche alla presenza di numerose produzioni definibili di nicchia e con

notevoli potenzialità inespresse.

Per i vini siciliani non è stato possibile effettuare la rilevazione dei prezzi all’ori-

gine a causa dell’indisponibilità dei dati. Tuttavia, secondo gli operatori, i listini han-

no subìto ribassi notevoli e molto prodotto è rimasto invenduto. La domanda è risulta-

ta in contrazione sia a causa della concorrenza proveniente dai paesi esteri, sia per un

problema contingente di carattere strutturale39.

107

Figura 2.34 - Distribuzione provinciale delle strutture produttive e della produzione divino Doc-Docg in Sicilia (2005)

Fonte: Indagine ISMEA sulle CCIAA

TRAPANI

PALERMO

CATANIA

SIRACUSA

RAGUSA

AGRIGENTO

MESSINA

CALTANISETTA

Az. in produzione SAU in produzione Produz. effettiva Produz. certificata0

10

20

30

40

50%

60

70

80

90

100

creo
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108

Tabella 2.54 - La produzione di vino Doc-Docg in Sicilia, 2005ISCRIZIONE ALBO PRODU Z

POTEN ZSAU

Aziende iscritta UvaVino Provincia iscritte (n.) all’albo (ha) (q.li)Alcamo Doc Trapani, Palermo 172 695 83.014Cerasuolo di Vittoria Docg Caltanisetta, Catania, Ragusa 33 215 18.294Contea di Sclafani Doc Caltanisetta, Palermo 61 392 39.219Contessa Entellina Doc Palermo 22 129 15.471Delia Nivolelli Doc Trapani 22 125 15.664Eloro Doc Ragusa, Siracusa 69 312 34.342Erice Doc Trapani 33 111 11.479Etna Doc Catania 235 554 ndFaro Doc Messina 14 14 1.391Malvasia delle Lipari Doc Messina 42 27 2.422Mamertino Doc Messina 6 16 1.975Marsala Doc Trapani 741 3.072 307.218Menfi Doc Agrigento, Trapani 142 393 47.118Monreale Doc Palermo 40 335 40.239Moscato di Noto Doc Siracusa 9 37 4.578Moscato di Siracusa Doc Siracusa 9 30 2.222Moscato di Pantelleria, Passito di Pantelleriae Pantelleria Doc Trapani 456 512 51.205Riesi Doc Caltanisetta 13 69 6.184Sambuca Doc Agrigento 22 45 5.459Sciacca Doc Agrigento 13 13 1.601Vittoria Doc Caltanisetta, Ragusa 33 187 18.698Totale Sicilia 2.187 7.285 707.795In colore i dati stimati.Per l’Alcamo e Contea di Sclafani manca la SAU relativa alla provincia di Palermo.Per il Cerasuolo di Vittoria, Contea di Sclafani e Riesi mancano le denunce e la produzione effettiva di vino.Fonte: Indagine Ismea sulle CCIAA

Tabella 2.55 - Alcuni indicatori sulla produzione di vino Doc-Docg in Sicilia, 2005

ProduzioneProduzione imbottigliata/ Resa SAU SAU in Resa incertificata/ produzione apparente media produzione vinificazione

Vino effettiva certificata (q.li/ha) (ha) su totale (hl/q.li)Alcamo Doc 0,69 0,29 112,99 2,79 0,55 0,70

Cerasuolo di Vittoria Docg 0,00 n.d. 70,62 5,81 0,59 0,62

Contea di Sclafani Doc 0,55 0,00 41,50 6,43 0,26 0,70

Contessa Entellina Doc 0,52 n.d. 106,50 5,86 0,64 0,70

Delia Nivolelli 0,60 0,56 20,60 5,83 0,19 0,70

Eloro Doc 0,47 0,00 52,33 4,87 0,55 0,71

Erice Doc 0,00 n.d. 69,39 5,24 0,47 0,70

Etna Doc 0,72 n.d. 54,23 2,36 0,69 0,70

Faro Doc 0,77 n.d. 23,20 1,09 0,55 n.d.

Malvasia delle Lipari Doc 1,00 n.d. 32,23 0,87 0,71 n.d.

Mamertino Doc 1,00 n.d. 63,24 1,57 0,57 n.d.

Marsala Doc 0,62 0,66 64,39 4,69 0,92 0,76

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Segue Tabella 2.55 - Alcuni indicatori sulla produzione di vino Doc-Docg in Sicilia, 2005

ProduzioneProduzione imbottigliata/ Resa SAU SAU in Resa incertificata/ produzione apparente media produzione vinificazione

Vino effettiva certificata (q.li/ha) (ha) su totale e (hl/q.li)Menfi Doc 0,03 1,00 74,53 1,53 0,14 0,67

Monreale Doc 0,30 n.d. 24,76 8,38 1,00 0,70

Moscato di Noto Doc 0,27 0,00 18,31 4,09 0,78 0,65

Moscato di Siracusa Doc n.d. - 18,44 3,77 0,76 0,70Moscato di Pantelleria,Passito di Pantelleria e Pantelleria Doc 0,80 0,78 54,69 0,97 0,94 0,52

Riesi Doc n.d. - 63,71 n.d. 0,18 -

Sambuca Doc - n.d. 82,86 2,61 0,40 0,69

Sciacca Doc 0,00 n.d. 40,62 1,72 0,39 0,70

Vittoria Doc n.d. n.d. n.d. 0,00 0,00 n.d.

Totale Sicilia 0,60 0,51 63,08 3,13 0,71 0,71

Fonte: Indagine Ismea sulle CCIAA

109

U ZIONE PRODUZIONE PRODUZIONEN ZIALE RIVENDICAZIONI EFFETTIVA CERTIFICATA IMBOTTIGLIAMENTO

SAU in Imbottigl. VinoVino n. produzione Uva Vino Vino (n.) imbottigl.

(hl) denunce all’albo (ha) (q.li) (hl) (hl) (hl)58.085 137 382 43.127 30.110 20.633 25 5.97412.152 22 128 9.021 5.572 0 0 027.454 16 103 4.269 2.988 1.653 0 010.830 14 82 8.738 6.113 3.186 n.d. n.d.10.965 4 23 480 335 202 16 11424.040 35 170 8.916 6.304 2.984 26 08.035 10 52 3.636 2.544 0 0 0

nd 162 382 20.714 14.500 10.500 nd nd974 7 8 178 128 99 n.d. n.d.

1.696 22 19 620 447 447 n.d. n.d.1.383 6 9 597 430 430 n.d. n.d.

230.414 603 2.828 182.110 138.237 85.234 30 56.40732.930 36 55 4.093 2.745 78 1 7828.167 40 335 8.301 5.798 1.717 n.d. n.d.2.976 7 29 525 341 93 13 01.556 6 23 417 292 136 10 n.d.

30.723 493 479 26.206 13.499 10.745 23 8.3974.329 n.d. 12 796 n.d. 150 n.d. n.d.3.821 7 18 1.511 1.047 n.d. n.d. n.d.1.120 3 5 209 147 n.d. n.d.

13.089 12 0 0 0 0 0 0504.736 1.642 5.144 324.464 231.576 138.286 181 70.969

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2.20 Sardegna

Nella mappatura della vitivinicoltura regionale italiana la Sardegna nel 2005 si

posiziona nel quadrante in cui si situano le realtà che oscillano tra marginalità ed

equilibrio (cfr. Figura 1.4).

Tale posizionamento è dovuto all’incidenza della produzione di vini Doc-Docg

sul totale regionale – pari a quasi un terzo – cui si contrappone una rilevanza econo-

mica del comparto vitivinicolo sul totale della produzione agricola regionale ben al di

sotto della media nazionale40. Inoltre l’incidenza della produzione Doc-Docg sarda su

quella totale nazionale non raggiunge il 2%.

Tale risultato si deve anche al fatto che nel 2005 la produzione effettiva di vino

Doc-Docg si è attestata su poco meno di 238.000 ettolitri (Tabella 2.56), ossia il 5,2%

in meno rispetto al 2004 (Figura 2.35).

110

Figura 2.35 - Variazioni % 05/04 strutturali e della produzione di vino Doc-Docg inSardegna

Fonte: Indagine ISMEA sulle CCIAA

Aziende iscritte all'Albo

SAU in produzione all'albo

Produzione effettiva

-6 -4 -2 0 2 4 6 8 10 12%

La variazione negativa della produzione sarda è dovuta essenzialmente ad un calo del-

le rese, il cui valore riscontrato nel 2005 (65 quintali/ettaro) risulta decisamente inferiore

(-16%) rispetto al dato del 2004 ed è imputabile soprattutto all’andamento climatico41.

Il calo delle rese ha quindi vanificato la tendenza verso la ristrutturazione del

comparto viticolo, basata sull’incremento delle aziende e delle superfici per produzio-

ni Doc-Docg (rispettivamente +11% le aziende iscritte all’Albo e +12% la SAU in

produzione). I dati mettono in luce anche come la media della SAU aziendale si stia

incrementando con un’uscita dal settore dei piccoli produttori e con le superfici vitate

che si stanno concentrando sulle aziende più strutturate.

creo
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Complessivamente le aziende in produzione sono quasi 3.300, cui fa riscontro una

SAU di circa 5.300 ettari, con un rapporto tra SAU in produzione e SAU iscritta al-

l’Albo – pari al 78% – decisamente più alto rispetto alla media nazionale.

Riguardo alla produzione certificata, essa nel 2005 è stata di 120.000 ettolitri, di

poco superiore al 50% di quella effettiva.

A livello territoriale la produzione effettiva di vini Doc-Docg risulta imperniata sulle

province di Sassari e Cagliari, in ognuna delle quali si ottiene il 46% circa del totale (Fi-

gura 2.36). Inferiore all’8% il contributo di Oristano, mentre è irrisorio quello di Nuoro.

111

Figura 2.36 - Distribuzione provinciale delle strutture produttive e della produzione divino Doc-Docg in Sardegna (2005)

Fonte: Indagine ISMEA sulle CCIAA

SASSARI

CAGLIARI

ORISTANO

NUORO

Az. in produzione SAU in produzione Produz. effettiva Produz. certificata0

10

20

30

40

50%

60

70

80

90

100

Se, tuttavia, si prendono in considerazione i parametri strutturali, si nota come il

contributo in termini di aziende, ma soprattutto di SAU, si riequilibra per queste ulti-

me due province (Figura 2.36).

Le denominazioni in produzione in Sardegna sono 19, di cui una Docg.

I vini più rappresentativi a livello regionale nel 2005 sono stati, come già l’anno

precedente, il Vermentino di Sardegna (26,2% della produzione regionale), il Canno-

nau (più del 16%), il Vermentino di Gallura (14,5%) e l’Alghero (13%), anche se, ri-

spetto allo scorso anno, le proporzioni sono cambiate. In particolare mentre per il Ver-

mentino di Sardegna e l’Alghero si registra una flessione contenuta per il Cannonau ed

il Vermentino di Gallura il decremento è decisamente maggiore (-23% e -18%).

Queste denominazioni concentrano comunque più del 70% della produzione42, e

con il Monica di Sardegna Doc si raggiunge l’81%. Un forte indice di concentrazio-

ne, dunque, che mette in evidenza come per molte produzioni non si raggiungano 50

aziende in produzione o 100 ettari di SAU. Produzioni di nicchia, quindi, anche se di

qualità particolare, visto che si tratta spesso di vini dolci e da dessert.

creo
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Per quanto riguarda i prezzi all’origine (Tabella 2.58), la variabilità osservabile tra

i diversi vini ed all’interno di questi è molto contenuta. Dopo alcuni anni di crescita,

l’andamento dei prezzi si è stabilizzato ed in alcuni casi si sono registrati listini più

112

Tabella 2.56 - La produzione di vino Doc-Docg in Sardegna nel 2005ISCRIZIONE ALBO PRODU Z

POTEN ZSAU

Aziende iscritta UvaVino Provincia iscritte (n.) all’albo (ha) (q.li)Alghero Doc Sassari 261 558 78.580

Arborea Doc Oristano 33 32 5.696

Campidano di Terralba Doc Oristano 106 100 15.067

Cannonau di Sardegna Doc Cagliari, Nuoro, Oristano, Sassari 934 2.068 92.244

Carignano del Sulcis Doc Cagliari 298 554 21.776

Giro' di Cagliari Doc Cagliari 2 4 280

Malvasia di Bosa Doc Nuoro 9 14 11

Malvasia di Cagliari Doc Cagliari, Oristano 20 14 824

Mandrolisai Doc Nuoro 19 49 59

Monica di Sardegna Doc Cagliari, Oristano, Sassari 443 495 52.062

Moscato di Cagliari Doc Cagliari, Oristano 34 27 1.262

Moscato di Sardegna Doc Cagliari, Oristano, Sassari 48 58 6.200

Moscato di Sorso Sennori Doc Sassari 25 12 1.045

Nasco di Cagliari Doc Cagliari 29 24 659

Nuragus di Cagliari Doc Cagliari, Oristano 310 527 32.321

Sardegna Semidano Doc Cagliari, Oristano 79 31 3.139

Vermentino di Gallura Docg Sassari 445 1.042 104.239

Vernaccia di Oristano Doc Oristano 135 182 14.537

Vermentino di Sardegna Doc Cagliari, Nuoro, Oristano, Sassari 682 1.025 135.983

Totale Sardegna 3.912 6.818 565.986

I dati in colore sono stimati.Fonte: Indagine Ismea sulle CCIAA

Tabella 2.57 - Alcuni indicatori sulla produzione di vino Doc-Docg in Sardegna nel 2005

ProduzioneProduzione imbottigliata/ Resa SAU SAU in Resa incertificata/ produzione apparente media produzione vinificazione

Vino effettiva certificata (q.li/ha) (ha) su totale (hl/q.li)Alghero Doc 1,00 0,00 94,37 1,84 0,84 0,70

Arborea Doc 0,19 0,62 71,41 1,19 0,44 0,70

Campidano di Terralba Doc 0,05 1,79 76,43 0,98 0,77 0,70

Cannonau di Sardegna Doc 0,30 0,93 32,61 2,17 0,86 0,68

Carignano del Sulcis Doc - n.d. 58,89 1,63 0,67 0,65

Giro’ di Cagliari Doc - nd 63,51 4,41 0,99 0,60

Malvasia di Bosa Doc 0,00 nd 1,83 1,56 1,00 0,70

Malvasia di Cagliari Doc 0,00 nd 45,08 1,31 0,76 0,65

Mandrolisai Doc 0,00 nd 1,21 2,57 1,00 0,70

Monica di Sardegna Doc 0,19 3,39 84,79 1,02 0,73 0,80

Moscato di Cagliari Doc 0,11 6,63 48,77 0,88 0,74 0,71

Moscato di Sardegna Doc 0,94 0,13 67,51 1,32 0,63 0,70

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bassi, a causa dell’incremento delle produzioni che ha saturato il mercato. Tuttavia, la

domanda per alcuni vini Doc-Docg (soprattutto dei rossi) è risultata in aumento, so-

prattutto sul mercato estero, favorita dalla buona qualità.

113

U ZIONE PRODUZIONE PRODUZIONEN ZIALE RIVENDICAZIONI EFFETTIVA CERTIFICATA IMBOTTIGLIAMENTO

SAU in Imbottigl. VinoVino n. produzione Uva Vino Vino (n.) imbottigl.

(hl) denunce all’albo (ha) (q.li) (hl) (hl) (hl)55.006 254 468 44.135 30.896 30.896 0 0

3.988 12 14 1.017 712 133 2 82

10.547 79 77 5.908 4.136 200 3 358

64.571 813 1.768 57.670 39.439 11.891 8 11.041

14.154 227 370 21.776 14.154 n.d n.d 6.387

168 1 4 280 168 n.d n.d 49

8 9 14 26 18 0 0 0

886 8 11 474 308 0 1 120

41 19 49 59 41 0 0 0

36.443 351 359 30.440 24.302 4.698 4 15.916

821 23 20 989 703 77 2 512

4.465 28 37 2.489 1.742 1.629 0 205

731 4 2 78 47 47 n.d n.d

428 11 13 659 428 n.d n.d 81

25.109 239 388 29.184 20.429 1.029 1 8.945

4.819 63 26 1.562 1.094 399 1 386

72.968 373 703 50.028 35.720 35.720 0 31.894

9.449 49 87 1.842 1.197 1.108 7 1.084

114.802 724 880 95.774 62.253 32.417 10 20.697

419.404 3.287 5.290 344.388 237.787 120.243 39 97.756

Segue Tabella 2.57 - Alcuni indicatori sulla produzione di vino Doc-Docg in Sardegna nel 2005

ProduzioneProduzione imbottigliata/ Resa SAU SAU in Resa incertificata/ produzione apparente media produzione vinificazione

Vino effettiva certificata (q.li/ha) (ha) su totale (hl/q.li)Moscato di Sorso Sennori Doc 1,00 - 32,43 0,60 0,21 0,60

Nasco di Cagliari Doc - nd 49,62 1,21 0,54 0,65

Nuragus di Cagliari Doc 0,05 8,69 75,22 1,62 0,74 0,70

Sardegna Semidano Doc 0,36 0,97 60,63 0,41 0,83 0,70

Vermentino di Gallura Docg 1,00 0,89 71,14 1,89 0,67 0,71

Vernaccia di Oristano Doc 0,93 0,98 21,29 1,77 0,48 0,65

Vermentino di Sardegna Doc 0,52 0,64 108,88 1,21 0,86 0,65

Totale Sardegna 0,51 0,81 65,10 1,61 0,78 0,69

La produzione imbottigliata si riferisce anche ad anni precedenti, la produzione certificata di Cagliari non è disponibi-le, mentre l’imbottigliata è presente: la combinazione di tali fattori ha determinato il valore elevato di tali indicatori.Fonte: Indagine Ismea sulle CCIAA

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114

Tabella 2.58 - I prezzi di uve e vini Doc-Docg in Sardegna nel 2005

PREZZI UVA (euro al quintale) PREZZI VINO (euro/litro)Vino Minimo Massimo Media Minimo Massimo MediaArborea Doc 53,50 53,50 53,50 3,50 3,50 3,50

Campidano di Terralba Doc 40,00 40,00 40,00 4,00 4,00 4,00

Cannonau di Sardegna Doc 78,00 78,00 78,00 4,75 4,75 4,75

Malvasia di Cagliari Doc 75,00 75,00 75,00 5,00 5,00 5,00

Monica di Sardegna Doc 53,00 53,00 53,00 3,50 3,50 3,50

Moscato di Cagliari Doc 87,00 87,00 87,00 6,00 6,00 6,00

Nuragus di Cagliari Doc 45,00 45,00 45,00 3,00 3,00 3,00

Sardegna Semidano Doc 86,00 86,00 86,00 4,00 4,00 4,00

Vermentino di Sardegna Doc 73,00 73,00 73,00 3,75 3,75 3,75

Vernaccia di Oristano Doc 80,00 80,00 80,00 5,50 5,50 5,50

Fonte: Indagine Ismea sulle CCIAA

10) Si veda a tal proposito il capitolo 1 della presente pubblicazione e il Rapporto Ismea“I vini Doc-Docg: una mappatura della vitivinicoltura regionale a denominazione di origi-ne”.11) Tuttavia tre di queste sono il risultato di operazioni di cantina e quindi, sotto il profilodella produzione agricola, quelle attive sono solo quattro. 12) La vendemmia è stata favorevole in particolare per le uve rosse e per la base spuman-te. Inoltre, per mantenere la resa dovuta per la Doc, si è dovuto destinare parte della pro-duzione ad Igt.13) In tabella vengono riportati i valori medi, calcolati sui prezzi riportati per le diversemenzioni. Una indicazione sulla variabilità è stata ottenuta calcolando la deviazione stan-dard.14) I dati non includono la produzione relativa alla provincia di Vicenza, i cui dati per il2005 non sono disponibili.15) In realtà i due dati non risultano perfettamente comparabili in quanto nel calcolo nonè stata considerata la provincia di Vicenza per i motivi su esposti.16) Nella presente analisi ne vengono considerate 24 per i problemi relativi alla provinciadi Vicenza accennati in precedenza. 17) Volendo fare un confronto con l’annata precedente risulterebbe un decremento supe-riore al 50%, ma il dato è dovuto alla metodologia di rilievo, per il cui approfondimento sirimanda all’Appendice metodologica. 18) Il dato non considera la produzione della provincia di Trieste per la quale l’informa-zione non è disponibile. Tuttavia, visto il contributo di quest’area, la differenza è trascura-bile.19) Di queste, 452 risultano attive nella provincia di Udine, in cui si produce più di un ter-zo del vino friulano, ma non è stato possibile suddividere il dato per singolo vino.20) Tale fenomeno è dovuto alla creazione di un’aggregazione degli acquirenti di uva, cheha contribuito a calmierare i prezzi. 21) Questo valore rappresenta il 27% in più rispetto al dato del 2004. Tale confronto, co-me evidenziato nell’Appendice Statistica, ha valore solo sotto il profilo economico, visto

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che la certificazione segue una scansione temporale differente rispetto a quella della pro-duzione.22) Il “peso” del vino a livello regionale fa si che il valore risulti in realtà identico a quel-lo medio. 23) Va tenuto in considerazione il fatto che il 2004 è stata un’annata per molti versi ecce-zionale. Un certo decremento produttivo è quindi da considerarsi fisiologico.24) Va comunque considerato che l’Emilia Romagna è una delle regioni con la maggioreproduzione di vini Igt.25) Si deve sottolineare come alcune delle considerazioni qui svolte sono in parte dovute,ad una situazione informativa in evoluzione che ha visto il recente aggiornamento del pro-gramma potenziale viticolo. Inoltre alcune tipologie di Doc (Colli Bolognesi, Colli di Imo-la, Sangiovese di Romagna) contengono ripetizioni di aziende che risultano contempora-neamente iscritte a varie menzioni. Per altre (Colli di Romagna, Colli di Faenza), trattan-dosi di vigneti di nuova iscrizione si registrano brusche variazioni, sia per la SAU che peril numero di aziende.26) I produttori di norma denunciano per due anni come Igt e per un anno rivendicanotutto a Doc per non perdere il riconoscimento.27) Non è stato possibile operare un confronto con i dati del 2004 per quanto riguarda laprovincia di Siena a causa del cambio dell’ente gestore dei dati e del conseguente aggior-namento degli albi; visto il peso che tale provincia assume nel panorama regionale, i dativanno letti tenendo conto di questo aspetto.28) Tra gli altri dati non favorevoli per la produzione di vini Doc-Docg va annoverata latendenza evidente verso uno spostamento sulle produzioni a indicazione di origine.29) Pistoia, Siena, Pisa, Firenze, Prato, Arezzo.30) Si deve tuttavia tenere conto anche della situazione informativa dell’Umbria. In parti-colare il sistema informatico per la gestione dei dati nel 2004 non era stato esteso a tuttele aree e a tutti i vini. Di conseguenza la resa in uva e quella della vinificazione erano me-no attendibili. Le variazioni qui commentate tengono conto dei dati aggiornati anche peril 2004 (si veda l’Appendice Metodologica). 31) In effetti queste prime sei denominazioni (Colli Albani, Marino, Frascati, Castelli Ro-mani, Velletri e Colli Lanuvini) concentrano già oltre l’81% della produzione; l’apportodelle altre due (Montecompatri e Zagarolo) è minimo.32) Il vino da disciplinare invecchia due anni in cantina. Inoltre non è stato possibile ef-fettuare confronti con il dato del 2004 che era stato stimato ed esprimeva quindi la produ-zione potenzialmente registrabile e non quella effettivamente registrata.33) La terza per la quale non si registrano aziende e superfici in produzione è il Pentrod’Isernia.34) Il decreto istitutivo della Doc Matera è datato luglio 2005.35) Il dato si riferisce al numero di aziende che effettuano la denuncia. Da considerareche nel panorama lucano le aziende potrebbero essere in numero minore, poiché alcunepossono aver denunciato più di una produzione. 36) Il dato non è confrontabile con quello del 2004, in gran parte stimato.37) La discrasia tra fattori strettamente produttivi e strutturali potrebbe essere dovuta an-che alla difficoltà che ha vissuto il comparto a livello regionale, con la chiusura di alcunecantine sociali e la conseguente difficoltà di molte aziende. 38) Va ricordato che i dati del 2004 erano in parte incompleti. In particolare non sidisponeva dei dati relativi alla provincia di Trapani, la più significativa della regione,

115

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che erano stati stimati. Il dato relativo alla produzione effettiva è quindi l’unico con-frontabile e rende evidente la sostanziale correttezza delle stime effettuate lo scorsoanno.39) È stato riscontrato un problema di autorizzazione per una importante distilleria. Ilprodotto non inviato alla distillazione è rimasto quindi in giacenza nelle cantine, causan-do forti difficoltà al comparto. 40) È da notare che nel 2004 la Sardegna ricadeva nel quadrante “di nicchia”. Il cambia-mento è dovuto proprio all’incidenza del vino Doc sul totale regionale, che nel 2004 risul-tava maggiore della media nazionale.41) In particolare alle piogge in prossimità dell’epoca di raccolta, che hanno influito sulprocesso di maturazione dei grappoli.42) Nel 2004 era il 76%.

116

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3.1 I consumi domestici di vini a denominazione di origine nel 2006

consumi domestici di vini Doc-Docg nel 2006 in Italia rilevati dal panel

Ismea/ACNielsen43 hanno superato in valore i 772 milioni di euro, con un incre-

mento del 10,3% rispetto all’anno precedente e del 14,4% in confronto al 2004. In

termini di quantità gli acquisti domestici hanno oltrepassato i 212 milioni di litri, fa-

cendo registrare un aumento del 6,8% nel confronto con il 2005 e del 7,9% in quello

con il 2004. La crescita in valore superiore a quella in volume mostra come in questi

anni i consumatori hanno orientato le loro preferenze sui vini di qualità, nonostante la

sostenuta dinamica dei prezzi.

Per inquadrare più precisamente lo sviluppo dei vini Doc-Docg occorre conside-

rare anche l’andamento del vino nel complesso che nel 2006 rispetto al 2004 ha mo-

strato un incremento della spesa monetaria del 7,2%, mentre l’ammontare in volume

è diminuito di mezzo punto percentuale. Nel confronto tra 2006 e 2005 si conferma

per il complesso dei vini la crescita in valore (+5,1%) ed il calo in quantità (-2,0%)

degli acquisti.

Alla crescita in valore del vino in generale hanno contribuito sia le denomina-

zioni di origine che il vino da tavola, che rispetto al 2004 è cresciuto lievemente

(+1,7%) cosi come nel 2006 in confronto al 2005 (+1,0%). In termini di quantità,

invece, nel raffronto tra 2006 e 2004 si nota che la contrazione degli acquisti del

vino da tavola (-3,3%) è stata quasi del tutto compensata dalla crescità dei consu-

mi di Doc-Docg, determinando così la lieve flessione del vino nel complesso (-

0,5%). Questo fenomeno si registra in misura minore anche nel 2006 rispetto al

2005.

In sintesi, entrambe le categorie registrano rispetto al 2004 una crescita dei prezzi

compresa tra il 5% e il 6,5% circa, mentre in termini di quantità si assiste ad una pro-

gressiva sostituzione del vino da tavola con quello a denominazione.

Una conferma di questo fenomeno viene dall’analisi dell’incidenza dei Doc-

Docg sul totale vino in quantità che passa dal 25% del 2004 e 2005 al 27% del

2006, a scapito del prodotto convenzionale. Anche in termini monetari, nell’ambito

della crescita degli acquisti di entrambe le categorie, si registra una propensione

maggiore dei consumatori verso il vino Doc-Docg, la cui incidenza passa dal 43%

del 2004 al 46% del 2006. Naturalmente il maggior peso in valore delle denomina-

zioni rispetto a quello in quantità è legato al prezzo superiore dei vini con marchio

di qualità.

117

3. I consumi domestici di vino Doc-Docg, l’atteggiamento delconsumatore e le politiche attuate dal trade

I

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118

Figura 3.1 - Evoluzione degli acquisti domestici di vino in valore

Fonte: ISMEA/ACNielsen2004 2005 2006

0

200.000

400.000

600.000

800.000

1.000.000

1.200.000

1.400.000

1.600.000

1.800.000

Vino

Doc-Docg

Da tavola

Mig

liaia

di E

uro

Figura 3.2 - Evoluzione degli acquisti domestici di vino in quantità

Fonte: ISMEA/ACNielsen2004 2005 2006

150.000

250.000

350.000

450.000

550.000

650.000

750.000

850.000

Vino

Doc-Docg

Da tavola

Mig

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di l

itri

creo
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119

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2004

2005

2006

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0 eur

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Vino

797.0

841.5

56.89

380

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1.587

.299

793.2

361.6

68.81

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,0%5,1

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,5%7,2

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ocg

197.2

2467

5.907

199.3

4070

0.523

212.8

8177

2.901

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10,3%

7,9%

14,4%

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122.

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2%-4

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-58,

8%

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Page 120: Aspetti strutturali e di mercato nel comparto dei vini Doc ... · I consumi domestici di vino Doc-Docg, l’atteggiamento del consumatore e le politiche attuate dal trade 117

Riguardo alla ripartizione nel 2006 dei vini Doc-Docg tra rossi, bianchi e rosati, si

osserva che i primi ne rappresentano il 64%, i secondi il 34% e i terzi il 2% senza che

tali quote cambino molto tra acquisti monetari e reali. Nel confronto con il vino da ta-

vola, si osserva che quest’ultimo è per il 55% rosso, per il 38% bianco e per il 7% ro-

sato (sia in valore che in quantità) con la conclusione che i consumatori delle denomi-

nazioni di origine preferiscono in misura relativamente maggiore i vini rossi a svan-

taggio dei bianchi e soprattutto dei rosati.

L’uguaglianza in quantità e valore delle quote delle tre tipologie mette in evidenza

come per i Doc-Docg il posizionamento di prezzo non muti a seconda che il vino sia

rosso, bianco o rosato cosi come avviene anche per quello da tavola.

Osservando gli andamenti dei Doc-Docg nel 2006 rispetto al 2004 si nota una de-

cisa crescita dei rossi sia in termini fisici (+12,5%) che in valore (+17,3%) e un rialzo

più attenuato dei bianchi (+3,3% e +11,5%), mentre gli acquisti di rosati risultano in

forte discesa (-28,2% e -19,1%). Un fenomeno simile si registra anche nel confronto

tra il 2006 e il 2005.

120

Figura 3.3 - Ripartizione percentuale degli acquisti domestici in valore di vini Doc-Docg per tipologia nel 2006

Fonte: ISMEA/ACNielsen

Rossi64%

Bianchi34%

Rosati2%

Per quanto riguarda la distribuzione degli acquisti tra prodotto confezionato e sfu-

so, i consumi di vino sfuso rappresentavano nel 2006 tra i Doc-Docg il 7% dei volumi

e il 3% della spesa monetaria dimostrando, come era lecito attendersi, che i vini con-

fezionati a denominazione presentano un prezzo maggiore di quelli sfusi. Inoltre,

considerando l’incidenza dello sfuso nell’ambito dei vini da tavola (18% in quantità e

15% in valore), si nota come l’ acquisto del vino non confezionato si addica maggior-

mente a prodotti di qualità inferiore come i vini “indifferenziati”.

Osservando l’andamento degli acquisti nell’ambito dei Doc-Docg, si confer-

ma la tendenza verso una progressiva perdita di quota dello sfuso a favore del

confezionato, che risponde meglio all’esigenza di valorizzazione propria dei vini

creo
Page 121: Aspetti strutturali e di mercato nel comparto dei vini Doc ... · I consumi domestici di vino Doc-Docg, l’atteggiamento del consumatore e le politiche attuate dal trade 117

a denominazione di origine. Infatti nel 2006 rispetto al 2004 tra i Doc-Docg si os-

serva una crescita discreta del vino confezionato (+11,0% in quantità,+15,9% in

valore), mentre in marcata discesa appaiono gli acquisti dello sfuso (-21,5% e -

20,0%). Questa tendenza si riscontra anche nel confronto tra il 2006 e l’anno pre-

cedente.

3.2 I consumi per area geografica

I consumi di vino Doc-Docg sono discretamente differenti al variare delle ma-

croaree geografiche. In particolare l’incidenza in quantità nel 2006 dei vini a denomi-

nazione di origine sul vino in generale varia dal 35,1% del Nord Ovest, al 25,9% del

Centro e Sardegna, al 24,4% del Nord Est, fino al 17,6% del Sud e Sicilia, mentre a

livello nazionale la percentuale si attesta sul 26,8%. La situazione non cambia osser-

vando i dati in valore che presentano tuttavia incidenze più alte a causa del prezzo più

elevato dei vini a denominazione di origine. Nel Nord Ovest il 54,9% della spesa mo-

netaria per i vini è destinata ai Doc-Docg, nel Nord Est il 45,3%, nel Centro e Sarde-

gna il 45,0% e nel Sud e Sicilia il 30,1% a fronte di una percentuale del 46,3% relati-

va all’intero paese.

121

Figura 3.4 - Incidenza in quantità degli acquisti domestici di vino Doc-Docg sul vinonel complesso per area geografica nel 2006

Fonte: ISMEA/ACNielsen

Nord Ovest Nord Est Centro+Sardegna Sud+Sicilia ITALIA

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Page 122: Aspetti strutturali e di mercato nel comparto dei vini Doc ... · I consumi domestici di vino Doc-Docg, l’atteggiamento del consumatore e le politiche attuate dal trade 117

Per verificare il peso di ciascuna area geografica in riferimento ai consumi di vino

Doc-Docg, si sono presi in considerazione due indicatori: l’indice di penetrazione e

l’acquisto medio.

Il primo misura il rapporto tra il numero di acquirenti del prodotto nel 2006 e

l’intera popolazione considerata. Per i vini a denominazione di origine questo indi-

ce è pari al 53% a livello nazionale e al di sopra di questo valore si collocano il

Nord Ovest (64%), il Centro e la Sardegna (61%) e il Nord Est (55%), mentre deci-

samente al di sotto si pongono il Sud e la Sicilia (33%). Un fenomeno analogo si ri-

scontra allargando l’analisi ai vini nel complesso che nell’intero paese presentano

un’indice di penetrazione dell’82%, che risulta inferiore a quello del Nord Ovest

(88%), del Centro e Sardegna (87%) e del Nord Est (83%) e superiore a quello del

Sud e Sicilia (73%).

Una situazione leggermente diversa si verifica considerando l’acquisto medio del

2006 che rapporta gli acquisti totali al numero di acquirenti, fornendo una misura del

consumo medio di quel prodotto per individuo nell’anno.

L’acquisto medio in valore per vini Doc-Docg del 2006 nell’intero paese è stato

pari a 62 euro. Anche in questo caso il Nord Ovest (84 euro) si è posto decisamente

sopra il valore nazionale, ma a differenza dell’indice di penetrazione sia il Centro e

Sardegna (56 euro) che il Nord Ovest (55 euro) si pongono al di sotto del dato com-

122

Figura 3.5 - Incidenza in valore degli acquisti domestici di vino Doc-Docg sul vino nelcomplesso per area geografica nel 2006

Fonte: ISMEA/ACNielsen

0

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Nord Ovest Nord Est Centro+Sardegna Sud+Sicilia ITALIA

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Page 123: Aspetti strutturali e di mercato nel comparto dei vini Doc ... · I consumi domestici di vino Doc-Docg, l’atteggiamento del consumatore e le politiche attuate dal trade 117

plessivo dell’Italia. Il Sud e Sicilia (37 euro) confermano la bassa attitudine al con-

sumo di questi vini. Osservando i dati in quantità, il quadro non cambia: a fronte di

un acquisto medio di 17 litri a livello nazionale il Nord Ovest ne registra 22, il Cen-

tro e Sardegna 16, il Nord Est 15 e il Sud e Sicilia 13. Considerando i vini nel com-

plesso, si nota un contesto simile a quello dei Doc-Docg per il Nord Ovest e il Sud e

Sicilia, mentre valori relativamente più alti si registrano nel Centro e Sardegna e nel

Nord Est.

In sintesi nel Nord Ovest e nel Sud e Sicilia emergono rispettivamente una forte e

una bassa attitudine al consumo di Doc-Docg nell’ambito di un contesto simile per il

vino nel complesso.

Nel Centro e Sardegna e nel Nord Est, invece, appare maggiore rispetto al dato

nazionale la diffusione dei vini a denominazione di origine in termini di numero di

acquirenti, i quali pero destinano in generale a questi vini minori risorse rispetto all’i-

taliano medio.

Passando alle variazioni dei consumi domestici nel 2006 rispetto al 2005, si osser-

va che in tutte le circoscrizioni i Doc-Docg hanno avuto performance migliori sia in

quantità che in valore nel confronto con i vini nel complesso nelle stesse aree.

La crescità maggiore si registra nel Sud e Sicilia (+8,4% in quantità, +20,0% in

valore), mentre l’andamento peggiore riguarda il Nord Est (-1,7% e 7,4%). Si può no-

tare inoltre che solo nel Nord Ovest l’incremento in quantità (+11,7%) supera quello

in valore (+8,4%), mentre in tutte le altre circoscrizioni avviene l’inverso, lasciando

ipotizzare in queste macroaree ed in particolare per il Nord Est una dinamica inflatti-

va sostenuta per i Doc-Docg.

Riguardo alla tipologia di vino (rossi, bianchi, rosati) non si riscontrano variazioni

rilevanti nell’incidenza di ciascuna categoria sul totale Doc-Docg. In particolare i ros-

si sembrano leggermente preferiti nel Nord Ovest e nel Sud e Sicilia e di conseguenza

i bianchi sono apprezzati maggiormente nel Nord Est e nel Centro e Sardegna, consi-

derato che i rosati risultano marginali in tutte le aree.

Riguardo alle variazioni 2006/2005, dai dati emerge una crescita dei rossi in tutte

le macroregioni e soprattutto nel Sud e Sicilia (+12,1% e +19,8%). Anche i bianchi

crescono in tutte le aree con l’eccezione del Nord Est dove i consumi diminuiscono

sia in quantità (-10,7%) che in valore (-1,7%). I rosati si contraggono in tutte le circo-

scrizioni con l’eccezione del Centro e Sardegna dove presentano tassi di crescita mol-

to elevati sia nei volumi (64,2%) che nella spesa (88,3%).

Per quanto riguarda l’acquisto del prodotto sfuso, si osserva che nell’ambito dei

Doc-Docg il consumo non varia sostanzialmente per macroaree, oscillando tra il 12%

nel Nord Est e il 5% nel Centro e Sardegna del totale dei vini a denominazione in

quantità. In valore le percentuali mutano tra il 2% e il 4% a causa del minor prezzo

dello sfuso. Per quanto riguarda le variazioni dei consumi nel 2006 rispetto al 2005 di

Doc-Docg nella tipologia sfusa, si nota nelle circoscrizioni settentrionali una crescita

con tassi di variazione delle quantità superiori a quelli della spesa, mentre diminui-

scono gli acquisti soprattutto nel Centro e Sardegna ma anche nel Sud e Sicilia.

123

Page 124: Aspetti strutturali e di mercato nel comparto dei vini Doc ... · I consumi domestici di vino Doc-Docg, l’atteggiamento del consumatore e le politiche attuate dal trade 117

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3.3 I consumi per canale distributivo

Il 79% della spesa monetaria per Doc-Docg e il 69% di quella in quantità passa

attraverso gli ipermercati e i supermercati. In particolare i primi commercializzano il

39% del valore e il 34% dei volumi degli acquisti complessivi di vini a denominazio-

ne di origine, mentre i secondi si attestano su quote analoghe (40% e 35%). Emerge

chiaramente quindi che questi due canali offrono vini a denominazione di prezzo su-

periore, a differenza degli altri operatori della distribuzione, che si orientano su pro-

dotti di costo inferiore. Infatti le quote di mercato in valore di superette (2%), disco-

unt (5%), enoteche e negozi tradizionali (2%), grossisti e spaccio produttori (4%) e

dei restanti canali (8%) sono inferiori o uguali a quelle in quantità.

Passando al confronto con il vino nel complesso, si osserva che le incidenze sulla

spesa monetaria per quest’ultimo degli ipermercati (33%) e dei supermercati (39%) so-

no, soprattutto tra i primi, inferiori a quelle analoghe nell’ambito dei Doc-Docg. Questo

fenomeno, riscontrabile anche nei dati relativi alle quantità, fa emergere una specializ-

zazione di questi due format distributivi nella vendita di vini a denominazione e di con-

seguenza un maggiore orientamento degli altri operatori verso i vini da tavola.

Una conferma a queste tendenze viene dall’incidenza per ciascun canale degli ac-

quisti di Doc-Docg sul totale vino. Infatti queste percentuali, per quanto riguarda i va-

lori, sono superiori soprattutto negli ipermercati (54,7%) ma anche nei supermercati

(47,4%) a quelle delle altre forme di distribuzione che oscillano tra il 30% e il 40%.

In termini di quantità la situazione cambia poco. L’incidenza degli ipermercati

(34,9%) e dei supermercati (27,3%) risulta sempre superiore a quella degli altri cana-

li, compresa tra il 17% e il 25%, anche se il divario si attenua per il venir meno del-

l’effetto del prezzo più elevato nei due operatori principali.

126

Figura 3.6 - Ripartizione percentuale degli acquisti domestici in valore tra i canali dis-tributivi nel 2006

Fonte: ISMEA/ACNielsen

Vinonel complesso

ViniDoc-Docg

33%

39%

3%5%3%5%

12%

39%

40%

2%5%2%4%

8%

Ipermercati

Supermercati

Superette

Discount

Negozi tradizionali/ enoteche

Grossisti/ spaccio produttori

Altri canali

0

10

20

30

40

50%

60

70

80

90

100

creo
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127

Figura 3.7 - Ripartizione percentuale degli acquisti domestici in quantità tra i canalidistributivi nel 2006

Fonte: ISMEA/ACNielsen

26%

35%

4%

10%

3%

8%

14%

34%

35%

3%

10%

2%7%

9%

Vinonel complesso

ViniDoc-Docg

Ipermercati

Supermercati

Superette

Discount

Negozi tradizionali/ enoteche

Grossisti/ spaccio produttori

Altri canali

0

10

20

30

40

50%

60

70

80

90

100

Figura 3.8 - Incidenza degli acquisti domestici in valore di vino Doc-Docg sul vino nelcomplesso per canale distributivo nel 2006

Fonte: ISMEA/ACNielsen

Iper

mer

cati

Supe

rmer

cati

Supe

rette

Disc

ount

Nego

zi tra

dizio

nali/

enot

eche

Gros

sist

i/ sp

acci

o pr

odut

tori

Altri

can

ali

Tota

le

54,7%

47,4%

33.8%

39.9%

34,3% 35,7%32,3%

46.3%

0

10

20

30%

40

50

6 0

creo
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Per quanto riguarda gli acquisti di Doc-Docg sfusi, essi appaiono evidentemente

irrilevanti (<1%) nei canali della distribuzione moderna (ipermercati, supermercati,

superette e discount), mentre risultano non trascurabili per i restanti format. In parti-

colare per i grossisti e gli spacci dei produttori essi rappresentano il 50,7% delle

quantità vendute e il 36,3% della spesa per vini a denominazione di origine, per i ne-

gozi tradizionali/enoteche rispettivamente il 20,1% e il 10,1% e per i restanti operato-

ri il 31,0% e il 15,5%. Le differenze tra le incidenze in valore e quelle in quantità ap-

pena descritte dimostrano, come era facile aspettarsi, che il prezzo del vino a denomi-

nazione sfuso è decisamente inferiore a quello del confezionato.

Per quanto riguarda l’andamento degli acquisti di Doc-Docg nel 2006 rispetto al

2005 si osservano segnali di decisa crescita sia in valore che in quantità nei canali

della distribuzione moderna, mentre tendenze contrastanti appaiono per i restanti ope-

ratori.

In particolare negli ipermercati aumentano fortemente gli acquisti sia in quantità

(+13,3%) che in valore (+14,6%) con incrementi simili a quelli del vino nel com-

plesso (+9,9% e +14,6%). Nei supermercati il rialzo è più modesto nei volumi

(+2,5%) che nella spesa (+12,9%), ma comunque superiore a quello dei vini in gene-

rale (-2,5% e +7,5%). Nelle superette, a fronte di forti cali nel totale vino (-27,7% e

128

Figura 3.9 - Incidenza degli acquisti domestici in quantità di vino Doc-Docg sul vinonel complesso per canale distributivo nel 2006

Fonte: ISMEA/ACNielsen

Iper

mer

cati

Supe

rmer

cati

Supe

rette

Disc

ount

Nego

zi tra

dizio

nali/

enot

eche

Gros

sist

i/ sp

acci

o pr

odut

tori

Altri

can

ali

Tota

le

0

5

10

15

20

25

30

3534,9%

27,3%

19,3%

25,4%

17,6%

25,3%

16,8%

26,8%

%

creo
Page 129: Aspetti strutturali e di mercato nel comparto dei vini Doc ... · I consumi domestici di vino Doc-Docg, l’atteggiamento del consumatore e le politiche attuate dal trade 117

-18,8%), le denominazioni presentano un’andamento opposto attestandosi su tassi di

incremento elevati sia in quantità (+15,2%) che, in particolare, in valore (+22,2%).

Nei discount, invece, crescono più le quantità acquistate (+16,3%) che la spesa

(+7,0%) a testimonianza di una tendenza verso la riduzione dei prezzi, coerente con

le politiche di concorrenza sui costi tipiche di questo operatore.

I negozi tradizionali e le enoteche vedono ridurre le quantità consumate (-5,4%)

ma aumentare decisamente i corrispondenti valori dei Doc-Docg (+18,2%) a causa

probabilmente di una politica rivolta alla qualità che seleziona i prodotti di prezzo più

alto nell’ambito delle varie denominazioni. I grossisti e gli spacci dei produttori ve-

dono invece ridurre del 12,7% gli acquisti in valore e aumentare del 1,3% quelli in

quantità in un contesto molto negativo per i consumi di vino nel complesso effettuati

in questo canale (-13,1% in termini reali e -14,4% in termini monetari). Infine l’insie-

me dei restanti canali registra un calo dei consumi in quantita (-2,5%) ed uno più so-

stenuto per quelli in valore (-6,5%).

129

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130

Tabella 3.4 - Acquisti domestici di vini in quantità e valore per canale distributivo (2006)

Ipermercati Supermercati Superette Disc o

000 lt 000 euro 000 lt 000 euro 000 lt 000 euro 000 ltVino 208.707 556.104 274.222 647.361 30.921 44.995 81.063-Doc-Docg 72.901 304.356 74.829 306.704 5.963 15.208 20.556--Rosso 47.687 198.127 47.999 200.839 3.092 7.972 14.051

---Rosso frizzante 215 357 196 416 n.d. n.d. n.d.

---Rosso altri tipi n.d. n.d. 47.803 200.420 3.078 7.950 13.047

--Bianco 23.646 100.619 25.376 100.134 n.d. n.d. n.d.

---Bianco frizzante 127 698 352 1.057 n.d. n.d. n.d.

---Bianco altri tipi 23.518 99.923 25.024 99.077 n.d. n.d. n.d.

--Rosato n.d. n.d. 1.452 5.731 95 173 n.d.

--Confezionato 72.879 304.333 74.701 306.432 5.948 15.188 20.520

--Sfuso 22 23 128 272 15 20 36

-Da tavola 135.805 251.748 199.398 340.659 24.956 29.787 60.510--Rosso 72.000 131.087 97.591 171.146 13.757 18.053 34.093

--Bianco 52.907 99.400 87.655 146.157 9.934 10.175 22.898

--Rosato 10.894 21.262 14.148 23.355 n.d. n.d. 3.517

--Confezionato 135.273 251.226 197.714 338.462 23.720 28.454 60.380

--Sfuso 532 522 1.684 2.197 1.236 1.333 130

Spumante 15.324 99.057 16.021 95.960 970 3.940 2.771Vino e spumante 224.030 655.158 290.244 743.322 31.892 48.935 83.832

Fonte: ISMEA/ACNielsen

Tabella 3.5 - Variazioni percentuali 2006/2005 degli acquisti domestici di vino in quantità e valore per canale distributivo

Ipermercati Supermercati Superette Disc o

quantità valore quantità valore quantità valore quantitàVino 9,9% 14,6% -2,5% 7,5% -27,7% -18,8% 7,7%-Doc-Docg 13,3% 14,6% 2,5% 12,9% 15,2% 22,2% 16,3%--Rosso 19,2% 17,7% 10,7% 17,0% -16,3% -2,3% 11,5%

---Rosso frizzante n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. n.d.

---Rosso altri tipi n.d. n.d. 10,8% 17,1% -16,7% -2,5% 13,1%

--Bianco n.d. n.d. -10,0% 6,0% n.d. n.d. n.d.

---Bianco frizzante n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. n.d.

---Bianco altri tipi n.d. n.d. -9,7% 7,0% n.d. n.d. n.d.

--Rosato n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. n.d.

--Confezionato 13,3% 14,6% 2,8% 13,1% 15,2% 22,2% 16,3%

--Sfuso 340,0% 666,7% -59,4% -57,7% 15,4% 25,0% 63,6%

-Da tavola 8,2% 14,5% -4,2% 3,1% -33,6% -30,7% 5,0%--Rosso 8,0% 10,3% -5,3% 4,0% -34,3% -36,8% 14,5%

--Bianco 9,8% 19,1% -4,0% 2,8% -31,7% -15,3% 5,2%

--Rosato 1,7% 21,7% 1,8% -1,2% n.d. n.d. -42,2%

--Confezionato 8,2% 14,6% -4,3% 3,3% -33,8% -29,4% 5,0%

--Sfuso 2,7% 4,0% 8,8% -18,7% -30,8% -49,6% 0,8%

Spumante 5,6% 4,8% -2,2% -4,0% 12,3% 8,6% -21,5%Vino e spumante 9,6% 13,0% -2,5% 5,9% -26,9% -17,1% 6,4%

Fonte: ISMEA/ACNielsen

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131

c ount Negozi tradizionali/ Grossisti/ spaccio Altri canali Totaleenoteche produttori

000 euro 000 lt 000 euro 000 lt 000 euro 000 lt 000 euro 000 lt 000 euro91.394 25.783 43.082 60.257 88.937 112.283 196.945 793.236 1.668.81836.494 4.550 14.792 15.216 31.764 18.866 63.583 212.881 772.90124.517 2.517 8.160 8.113 19.420 11.372 38.992 134.831 498.027

n.d. 28 192 1.003 2.092 n.d. n.d. 3.931 8.355

22.938 2.490 7.967 7.107 17.326 n.d. n.d. 130.898 489.669

n.d. 1.899 5.935 6.698 11.112 n.d. n.d. 73.853 260.231

n.d. 87 238 1.555 2.684 n.d. n.d. 4.039 9.366

n.d. 1.812 5.693 5.141 8.428 n.d. n.d. 69.812 250.866

n.d. n.d. n.d. 407 1.235 n.d. n.d. 4.196 14.650

36.440 3.636 13.303 7.503 20.229 13.018 53.759 198.205 749.684

54 914 1.489 7.713 11.535 5.848 9.824 14.676 23.217

54.897 21.230 28.292 45.043 57.171 93.413 133.359 580.355 895.91333.141 13.261 17.478 27.300 34.817 59.937 87.906 317.939 493.628

18.510 6.750 9.181 15.412 19.754 24.767 35.120 220.323 338.297

3.246 1.221 1.632 2.327 2.606 n.d. n.d. 42.092 63.991

54.733 17.678 24.228 7.592 11.550 34.646 56.725 477.003 765.378

164 3.552 4.064 37.451 45.621 58.767 76.634 103.352 130.535

6.170 1.746 7.953 1.063 6.144 5.045 31.383 42.940 250.60797.567 27.527 51.039 61.322 95.082 117.332 228.324 836.179 1.919.427

o

c ount Negozi tradizionali/ Grossisti/ spaccio Altri canali Totaleenoteche produttori

valore quantità valore quantità valore quantità valore quantità valore6,6% 0,3% 5,8% -13,1% -14,4% -10,3% -8,1% -2,0% 5,1%7,0% -5,4% 18,2% 1,3% -12,7% -2,5% -6,5% 6,8% 10,3%0,1% -11,7% 7,3% -9,9% -15,2% -0,2% -9,6% 9,7% 11,6%

n.d. n.d. n.d. -24,0% 4,7% n.d n.d -29,7% -22,2%

2,0% -5,8% 19,2% -7,5% -17,1% n.d n.d 11,6% 12,4%

n.d. -0,1% 24,1% 30,2% 14,2% n.d n.d 3,1% 9,2%

n.d. n.d. n.d. 33,0% 18,0% n.d n.d 24,3% 3,4%

n.d. -1,8% 23,7% 29,3% 13,0% n.d n.d 2,1% 9,4%

n.d. n.d. n.d. -53,6% -67,1% n.d n.d -13,4% -7,7%

7,0% 20,1% 32,2% 28,1% -4,8% -9,0% -9,8% 8,3% 11,3%

54,3% -48,7% -39,2% -15,8% -23,7% 16,1% 16,8% -10,2% -13,0%

6,3% 1,6% 0,4% -17,1% -15,3% -11,7% -8,8% -4,9% 1,0%9,1% 4,0% -3,4% -17,0% -18,5% -15,1% -9,6% -5,6% -1,4%

9,1% 7,7% 15,8% -10,5% -0,7% 1,3% 1,8% -1,5% 6,7%

-24,7% -35,1% -24,5% -44,6% -46,4% n.d n.d -15,2% -7,7%

6,3% -4,0% -4,6% -18,1% -15,6% -6,3% 0,3% -2,6% 4,2%

0,0% 43,7% 45,0% -16,9% -15,2% -14,6% -14,6% -14,1% -14,3%

-22,1% -14,4% -15,5% 99,4% 193,8% -8,8% -21,6% -1,0% -2,7%4,2% -0,8% 1,8% -12,2% -10,3% -10,2% -9,2% -1,9% 4,0%

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3.4 I consumi per tipologia di famiglia

Il panel Ismea/AcNielsen rileva anche i consumi domestici per numerosità del nu-

cleo familiare e l’analisi di questi dati porta a risultati interessanti sulle abitudini delle

varie famiglie negli acquisti di vini a denominazione.

L’incidenza dei consumi di Doc-Docg sul totale vino decresce in modo progressi-

vo (sia in quantità che in valore) al crescere del numero di membri del nucleo acqui-

rente. Il maggiore interesse verso i vini a denominazione delle famiglie più ristrette si

spiega con il più alto reddito procapite dei componenti, capaci di orientarsi con più

facilità verso vini di prezzo superiore quali quelli a denominazione di origine.

Soltanto i nuclei composti da una persona (30,2% in termini reali e 51,0% in ter-

mini monetari) e quelli da due membri (28,0% e 47,7%) hanno un’incidenza dei con-

sumi di Doc-Docg sia in quantita che in valore su quelli di vino nel complesso supe-

riore al dato medio di tutte le famiglie (26,8% e 46,3%). Le altre tipologie di nuclei si

pongono su percentuali più basse, comprese per i volumi tra il 26,7% e il 22,2% e per

i valori tra il 44,1% e il 41,7%.

Una situazione appena diversa appare se trascurando il confronto con il vino

nel complesso, ci si concentra sull’indice di penetrazione e l’acquisto medio del

2006 di Doc-Docg delle diverse tipologie di famiglie. Considerando il primo indi-

catore si nota che i valori non solo dei nuclei di uno (58%) e due (59%) compo-

nenti ma anche quelli delle famiglie di tre persone (54%) sono superiori al dato

complessivo (53%). Risulta inoltre ridimensionata rispetto all’analisi precedente

132

Figura 3.10 - Incidenza in quantità degli acquisti domestici di vino Doc-Docg sul vinonel complesso per numerosità del nucleo familiare nel 2006

Fonte: ISMEA/ACNielsen

1 membro 2 membri 3 membri 4 membri 5 o + membri Tutte

30,2%

28%26,7%

23,5%22,2%

26,8%

0

5

10

15

20

25

30

35

%

creo
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l’importanza dei vini a denominazione per le famiglie monocomponenti che pre-

sentano un’indice di penetrazione leggermente inferiore a quello dei nuclei di due

membri, mentre quelli di quattro (49%) o cinque (44%) e più membri si conferma-

no meno interessati ai Doc-Docg. Passando all’acquisto medio in valore, la situa-

zione cambia poco. Si nota, infatti che i nuclei di uno (64 euro), due (69 euro) e

tre (64 euro) persone presentano una spesa superiore al dato generale (62 euro)

mentre quelli di quattro (52 euro) e di cinque e più membri (61 euro) si attestano

su valori più bassi.

Per analizzare gli orientamenti delle famiglie sul posizionamento di prezzo delle

Doc-Docg sono state poste a confronto le quote in valore e quelle in quantità di cia-

scun nucleo sui corrispondenti totali degli acquisti di vini a denominazione.

Ne risulta che le famiglie di un solo membro preferiscono le denominazioni di

prezzo più alto, mentre quelle con tre membri scelgono i vini a denominazione di

prezzo più basso.

Le altre tipologie di nuclei non hanno un’orientamento specifico, presentando

quote in valore e quantità molto simili.

Riguardo all’andamento dei consumi di Doc-Docg nel 2006 rispetto al 2005, si

osserva in tutte le tipologie di famiglia una crescita soprattutto della spesa, ma anche

dei volumi acquistati.

L’aumento più contenuto ha riguardato i nuclei monocomponenti (+2,9% in quan-

tità e +4,7% in valore) che sono risultati anche gli unici ad avere performance peggio-

ri di quelle del vino nel complesso nelle varie categorie di famiglie.

133

Figura 3.11 - Incidenza in valore degli acquisti domestici di vino Doc-Docg sul vino nelcomplesso per numerosità del nucleo familiare nel 2006

Fonte: ISMEA/ACNielsen

0

10

20

30

40

50

60

51%47,7%

44,1% 42,6% 41,7%

46,3%

1 membro 2 membri 3 membri 4 membri 5 o + membri Tutte

%

creo
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134

Tabella 3.6 - Acquisti domestici di vini in quantità e valore per tipologia familiare (2006)

Fam. 1 membro Fam. 2 membri Fam. 3 membri000 lt 000 euro 000 lt 000 euro 000 lt 000 euro

Vino 154.956 371.426 236.153 512.301 200.294 391.624-Doc-Docg 46.756 189.527 66.153 244.298 53.384 172.570--Rosso 30.650 121.899 43.142 158.613 30.233 106.397

---Rosso frizzante 585 854 1.836 4.360 905 1.873

---Rosso altri tipi 30.066 121.044 41.302 154.251 29.331 104.525

--Bianco 15.715 65.816 21.411 80.095 22.000 62.334

---Bianco frizzante 799 2.566 1.298 2.836 1.120 1.930

---Bianco altri tipi 14.919 63.250 20.112 77.261 20.880 60.411

--Rosato 384 1.813 1.601 5.587 1.149 3.837

--Confezionato 45.308 187.094 60.045 234.864 48.760 165.443

--Sfuso 1.448 2.433 6.108 9.434 4.624 7.127

-Da tavola 108.199 181.898 169.999 268.000 146.908 219.052--Rosso 52.284 89.657 96.880 150.261 84.842 127.895

--Bianco 46.145 77.673 63.067 100.030 51.213 75.690

--Rosato 9.771 14.567 10.044 17.715 10.857 15.472

--Confezionato 89.865 158.778 139.387 229.978 118.005 181.892

--Sfuso 18.334 23.120 30.612 38.022 28.903 37.160

Spumante 7.706 50.972 11.764 71.639 10.383 55.948Vino e spumante 162.661 422.400 247.918 583.943 210.674 447.574

Fonte: Ismea/ACNielsen

Anche i nuclei di due componenti hanno presentato incrementi più contenuti

(+6,5% e +8,6%) rispetto agli altri aggregati, mentre le famiglie di tre membri regi-

strano la crescita più sostenuta (+12,5% e +16,1%). I gruppi di quattro familiari

(+3,5% e +13,2%) e quelli di cinque o più membri (+9,3% e +16,6%) mostrano inve-

ce i divari più ampi tra la crescita in quantità e quella in valore.

Page 135: Aspetti strutturali e di mercato nel comparto dei vini Doc ... · I consumi domestici di vino Doc-Docg, l’atteggiamento del consumatore e le politiche attuate dal trade 117

135

Fam. 4 membri Fam. 5 o piu membri Tutte000 lt 000 euro 000 lt 000 euro 000 lt 000 euro

144.234 286.391 57.601 107.077 793.236 1.668.81833.825 121.904 12.762 44.600 212.881 772.90121.619 78.418 9.189 32.693 134.831 498.027

398 880 209 389 3.931 8.355

21.221 77.540 8.979 32.304 130.898 489.669

11.320 40.606 3.405 11.374 73.853 260.231

595 1.484 225 548 4.039 9.366

10.723 39.123 3.178 10.825 69.812 250.866

890 2.878 172 532 4.196 14.650

31.999 118.569 12.094 43.715 198.205 749.684

1.826 3.335 668 885 14.676 23.217

110.409 164.483 44.841 62.478 580.355 895.91361.375 92.544 22.551 33.275 317.939 493.628

41.951 61.621 17.950 23.283 220.323 338.297

7.079 10.319 4.338 5.917 42.092 63.991

93.162 143.329 36.582 51.401 477.003 765.378

17.247 21.154 8.259 11.077 103.352 130.535

9.811 53.255 3.279 18.793 42.940 250.607154.045 339.643 60.883 125.869 836.179 1.919.427

Page 136: Aspetti strutturali e di mercato nel comparto dei vini Doc ... · I consumi domestici di vino Doc-Docg, l’atteggiamento del consumatore e le politiche attuate dal trade 117

136

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Vino

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-1,8%

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-4,0%

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10,5%

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Font

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Page 137: Aspetti strutturali e di mercato nel comparto dei vini Doc ... · I consumi domestici di vino Doc-Docg, l’atteggiamento del consumatore e le politiche attuate dal trade 117

3.5 I consumi di vino biologico

Nell’ambito dei vini di qualità si colloca anche il vino biologico, del quale il pa-

nel Ismea/ACNielsen rileva i consumi domestici relativi al prodotto confezionato. Nel

2006 gli acquisti domestici di vino bio valevano oltre 1,2 milioni di euro, per un am-

montare in termini quantitativi pari a 246.000 litri. Nel confronto con 2005 si registra

un forte incremento della spesa (+47,4%) e una crescita del 26,8% delle quantità ac-

quistate, che lascia supporre un incremento dei prezzi di questo prodotto.

L’acquisto medio nel 2006 di vino biologico confezionato in Italia è stato di 10

euro e 2 litri e l’indice di penetrazione è stato pari a 0,6%. Questi indicatori fornisco-

no una misura del carattere di nicchia di questo prodotto.

Per quanto riguarda infine la variazione del prezzo medio al consumo del 2006 ri-

spetto a quello del 2005 si osserva che a livello nazionale questo è cresciuto del

16,7%.

137

Tabella 3.8 - Vino biologico confezionato nel 2006 e nel 2005 in Italia

2005 2006 Var. 06/05*Acquisti domestici in valore (euro) 835.837 1.232.109 47,4%

Acquisti domestici in quantità (litri) 194.000 246.000 26,8%

Indice di penetrazione 0,3% 0,6% 0,3%

Acquisto medio annuo in valore (euro) 10,94 10,16 -0,78

Acquisto medio annuo in quantità (litri) 2,50 2,00 -0,50

* Per gli acquisti domestici, variazione percentuale tra 2006 e 2005; per indice di penetrazione, differenza inpunti percentuali tra 2006 e 2005; per l’acquisto medio, differenza dei valori tra 2006 e 2005.Fonte: ISMEA/ACNielsen

3.6 Le indagini Ismea sul consumatore di vini Doc-Docg e sul trade

3.6.1 Obiettivi e metodologiaIl presente capitolo illustra, a completamento dei dati quantitativi illustrati nei

paragrafi precedenti, anche i principali risultati delle indagini realizzate da Ismea sul

consumatore e sul trade e focalizzate sul settore “vino a Denominazione di Origine”.

Le rilevazioni sono state finalizzate:

• alla misurazione del grado di conoscenza e della percezione del consumatoreriguardo al vino a D.O.;

• alla compresione delle strategie di assortimento e delle problematiche legate alla

vendita del vino a D.O. da parte degli operatori del trade.

Per quanto riguarda il consumatore è stata realizzata sia un’indagine di tipo qua-

litativo che una di tipo quantitativo.

L’indagine qualitativa è stata svolta mediante la conduzione di 2 focus group, uno

a Milano e uno a Roma. Questa modalità di analisi, oltre ad assumere una funzione

propedeutica alla realizzazione della fase quantitativa, ha consentito di approfondire

Page 138: Aspetti strutturali e di mercato nel comparto dei vini Doc ... · I consumi domestici di vino Doc-Docg, l’atteggiamento del consumatore e le politiche attuate dal trade 117

alcune specifiche tematiche. I consumatori partecipanti sono stati selezionati in modo

da garantire un livello minimo di interesse per il vino di qualità, consentendo così

l’avvio di un dibattito sul rapporto tra il concetto individuale di qualità e le garanzie

offerte dai prodotti a D.O.

L’indagine quantitativa è stata condotta su un campione di 601 consumatori, stra-

tificato per area geografica. Un’ampiezza campionaria di questo tipo ha permesso di

ottenere risultati statisticamente significativi, a livello generale, con un margine di er-

rore del 3% e con un livello di fiducia pari al 95%. Per ottenere risultati più fedeli

possibili al vissuto al momento dell’acquisto, si è utilizzato lo strumento delle intervi-

ste face to face in store, realizzate su territorio nazionale all’interno del reparto vino

di ipermercati.

Per quanto riguarda il trade, è stata realizzata un’indagine mediante interviste fa-ce to face su un totale di 125 punti vendita44 stratificati per area geografica e per cana-

le distributivo: il 60% delle interviste é stato rivolto a responsabili di reparto della

GDO (ipermercati e supermercati), mentre il rimanente 40% è stato realizzato presso

il dettaglio (tradizionale e specializzato – enoteche), intervistando i titolari o i respon-

sabili di negozio.

Il confronto tra il vissuto ed il comportamento del consumatore e quello degli

operatori del commercio offre spunti interessanti: è evidente, infatti, la relazione biu-

nivoca tra la competenza del venditore, le sue politiche di assortimento, pricing e ge-

stione del layout, e gli orientamenti/comportamenti di acquisto dei frequentatori del

punto vendita.

3.6.2 Analisi e risultati dell’indagine sul consumatore3.6.2.1 Il vissuto del vino e i profili dei consumatoriI consumatori partecipanti ai focus group hanno delineato un vissuto del vino ca-

ratterizzato dai seguenti concetti chiave:

• Convivialità: il vino è un prodotto che genera compagnia, un fattore di condivi-

sione ed un elemento importante delle relazioni sociali;

• Versatilità: nelle sue molteplici declinazioni, il vino permette di accompagna-

re/valorizzare qualsiasi piatto e di essere adatto ad ogni occasione;

• Appagamento: il vino è un piacere, qualcosa che dà soddisfazione e che, nelle

sue tipologie più pregiate, stimola una saggia meditazione;

• Sensualità: il vino evoca immagini calde e sensuali;

Familiarità: il vino è un elemento base dell’alimentazione, fa parte del quotidia-

no, non manca mai;

• Salubrità: per alcuni il vino possiede valenze salutistiche, tanto da essere ricor-

dato, addirittura, come prescritto dal proprio medico.

Ciascun partecipante ha definito una propria preferenza personale per determinate

tipologie di vino, preferenza che cerca di seguire in tutti gli utilizzi possibili (per cu-

cinare, con i primi, i secondi, con gli amici) salvo rispettare alcune regole basilari di

abbinamento con specifiche preparazioni.

138

Page 139: Aspetti strutturali e di mercato nel comparto dei vini Doc ... · I consumi domestici di vino Doc-Docg, l’atteggiamento del consumatore e le politiche attuate dal trade 117

In base al vissuto e all’utilizzo del vino sono emerse due tipologie principali di

consumatori:

• Gli “intenditori”

• Gli “interessati”

Gli intenditori sono consumatori che mostrano una preparazione ed una cono-

scenza del tema particolarmente elevata. Si considerano esperti del buon vino e la lo-

ro esperienza li porta ad effettuare in genere scelte considerate “ottimali”. Individua-

no sin da subito come “fattore di scelta autorevole” la presenza del marchio Doc sui

vini di qualità, acquistano anche in enoteca e dal produttore, ritengono di conoscere

le annate e le cantine migliori, hanno sempre in casa una scorta di vini di qualità da

offrire agli ospiti, quale motivo di vanto e di prestigio. Amano la sperimentazione e la

scoperta di vini particolari, di ambito locale, con una produzione limitata, che rappre-

sentino quasi delle rarità. Hanno una maggiore propensione alla spesa.

Gli interessati sono consumatori il cui livello medio-basso di esperienza in te-

ma di vino genera perplessità o insicurezze nel processo di scelta. Hanno una cono-

scenza di base in materia, ricercano con interesse fonti di informazioni esterne

(amici, ristoratori, pubblicità), sono particolarmente attenti alle caratteristiche co-

municative del prodotto e in quest’ambito l’etichetta, soprattutto, svolge un ruolo di

primo piano. In alcune occasioni gli interessati sono disposti anche a pagare un

prezzo elevato pur di avere la certezza di acquistare un vino di ottima qualità che

consenta loro di ostentare una certa competenza in materia. Conoscono i vini Doc e

non accettano comunque di rinunciarvi a favore di un vino da tavola non bene iden-

tificato. Per l’orientamento manifestato verso l’acquisizione di nuove informazioni,

gli interessati costituiscono un target di particolare rilievo per le politiche di comu-

nicazione sui prodotti di qualità.

All’interno di questi due target, in modo trasversale, è possibile individuare un

sub-profilo, ovvero quello degli esploratori. In entrambi i segmenti, infatti, si riscon-

trano individui che si caratterizzano per la propensione alla sperimentazione di nuovi

vini, anche se con una differenza sostanziale: gli esperti si sono dotati di linee guida

per la scelta anche in fatto di sperimentazione, e quindi procedono ad un’espolarazio-

ne “preparata”; gli interessati, da non esperti, adottano un comportamento meno pro-

grammato, più casuale, guidati di volta in volta da consigli ricevuti, informazioni ri-

cevute, etichette accattivanti.

Va comunque sottolineato che la necessaria selezione effettuata in fase di reclu-

tamento dei partecipanti ai focus group, che ha favorito i consumatori comunque in

grado di dibattere su tematiche legate alla qualità, ha portato alla marginalizzazio-

ne tra i presenti della categoria dei superficiali (consumatori attenti soprattutto al

prezzo), le cui risposte in merito ai marchi di qualità sono, del resto, ampiamente

scontate.

L’indagine quantitativa ha consentito di riequilibrare il quadro: essendo i risultati

rappresentativi della popolazione italiana responsabile o corresponsabile acquisto, è

stato possibile cogliere in modo equilibrato i diversi orientamenti dei consumatori.

139

Page 140: Aspetti strutturali e di mercato nel comparto dei vini Doc ... · I consumi domestici di vino Doc-Docg, l’atteggiamento del consumatore e le politiche attuate dal trade 117

In base ai risultati emersi dall’indagine quantitativa, i consumatori sono stati per-

tanto segmentati in base:

- alla competenza nella scelta del vino;

- all’atteggiamento futuro nei confronti dell’acquisto di vini a D.O.

La segmentazione in base alla competenza deriva da una autovalutazione da parte

del consumatore richiesta esplicitamente con specifica domanda (“quanto si sentecompetente nella scelta del vino da 1 a 7?”) e a seconda della risposta si sono indivi-

duate le seguenti tipologie:

a. il consumatore poco competente (33,6%) è colui che fornisce una autovalutazione

compresa tra 1 e 3: risiede soprattutto al Sud, è più facilmente di sesso femminile, possie-

de un titolo di studio mediamente più basso ed acquista prevalentemente vino da tavola;

b. il consumatore abbastanza competente (42,1%) è colui che fornisce una auto-

valutazione compresa tra 4 e 5: è poco caratterizzato per area geografica, sesso, età e

titolo di studio, nel senso che rispetto a tali caratteristiche presenta una distribuzione

analoga a quella del campione. Si distingue perché è un consumatore che acquista sia

vino da tavola (50,6%) sia vino di qualità (45,8%) e, nel 43% dei casi, si dichiara dis-

posto ad acquistare in futuro più vino a Denominazione di Origine;

c. il consumatore molto competente (22,8%) è colui che fornisce una autovaluta-

zione compresa tra 6 e 7: è presente soprattutto nel Nord Est e nel Centro Italia, pre-

senta un’elevata quota di individui di sesso maschile, di consumatori di età superiore

ai 30 anni ed in possesso di un titolo di studio mediamente più elevato. Acquista pre-

valentemente vino di qualità, fino al vino pregiato.

140

Figura 3.12 - Autovalutazione da parte del consumatore sulla propria competenza nel-la scelta del vino (dati in % delle risposte e voto medio)

Base: 601 casi - scala voti da 1 a 7Fonte: Indagine Ismea sul consumatore di vini a DO

Consumatore poco competente

Consumatore abbastanzacompetente

Consumatoremolto

competente

Non so0

5

10

15

20

25%

30

35

40

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1

2

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5

6

7

%

voto medio33,6%

2,2

4,5

6,342,1%

22,8%

1,5%

creo
Page 141: Aspetti strutturali e di mercato nel comparto dei vini Doc ... · I consumi domestici di vino Doc-Docg, l’atteggiamento del consumatore e le politiche attuate dal trade 117

La segmentazione in base all’atteggiamento di consumo futuro deriva dall’ana-

lisi delle risposte fornite dal consumatore in merito alla propensione all’acquisto futu-

ro di vini a Denominazione di Origine.

Si sono così individuate le seguenti tipologie:

a. il consumatore consolidato di vino a D.O. (9%) è il consumatore che ha di-

chiarato di non incrementare la propria propensione all’acquisto di vino a D.O. per-

ché già lo acquista. Questa tipologia è presente soprattutto al Nord, è costituita da

consumatori di età compresa tra 40 e 59 anni, in possesso di un titolo di studio media-

mente più elevato, e da acquirenti di vino di qualità. È costituita da consumatori che

si giudicano abbastanza o molto competenti nella scelta del vino;

b. l’interessato al prodotto a DO (43% del campione) è il consumatore che ha

dichiarato che in futuro aumenterà il proprio acquisto di vino a D.O. Questo consu-

matore risiede prevalentemente al Nord, possiede un titolo di studio mediamente più

elevato ed acquista sia vino da tavola che vino di qualità.

c. il fedele allo stesso tipo di vino (21% del campione) è il consumatore che ha

dichiarato di non voler incrementare il proprio acquisto futuro di vino a D.O. perché

per scelta acquista sempre lo stesso vino. Questo consumatore risiede prevalentemen-

te nel Nord Ovest e nel Sud, è anziano, pensionato e con un titolo di studio medio.

d. Il superficiale (15% del campione) è il consumatore che ha dichiarato di non in-

crementare il proprio acquisto futuro di vino a D.O. per motivi di prezzo, tempo e como-

dità. Questa tipologia di consumatore risiede prevalentemente al Sud e al Centro, è costi-

tuito prevalentemente da donne, da consumatori con un titolo di studio medio-basso, da

acquirenti prevalenti di vino da tavola. Si ritiene poco competente nella scelta del vino.

e. Il non interessato al prodotto a DO (8% del campione) è il consumatore che

ha dichiarato di non acquistare in futuro vino a D.O. perché semplicemente non inte-

ressato. Questa tipologia è costituita prevalentemente da consumatori meridionali, da

casalinghe, da acquirenti di vino comune da tavola.

141

Figura 3.13 - Tipologia di consumatore per atteggiamento di consumo futuro nei con-fronti del vino a D.O.

Base: 546 casi45

Fonte: Indagine Ismea sul consumatore di vini a DO

Consumatoriconsolidati9%

Interessati47%

Fedeli al tipodi marca

21%

Superficiali15%

Non interessati8%

creo
Page 142: Aspetti strutturali e di mercato nel comparto dei vini Doc ... · I consumi domestici di vino Doc-Docg, l’atteggiamento del consumatore e le politiche attuate dal trade 117

3.6.2.2 La domanda di vino: luoghi e criteri di acquisto

Luogo di acquistoI consumatori partecipanti ai focus group hanno, in generale, dichiarato di consu-

mare il vino piuttosto frequentemente, portandolo in tavola tutti i giorni o al minimo

3/ 4 volte a settimana e principalmente a cena.

Dall’indagine quantitativa emerge che la maggioranza degli italiani acquista pre-

valentemente vino comune da tavola (51%), ma si rileva una quota consistente di con-

sumatori che dichiarano di acquistare prevalentemente vino di qualità (45%).

Il vino viene acquistato spesso negli ipermercati e nei supermercati, ma, dall’in-

dagine quantitativa, emerge anche che un’elevata quota dei consumatori, il 35%, ac-

quista anche direttamente dal produttore. Mediamente la frequenza di acquisto di vi-

no sfuso anche dal produttore si aggira attorno alle 5 volte all’anno, anche se la mag-

gioranza degli intervistati dichiara di recarvisi al massimo 2 volte all’anno. L’abitudi-

ne ad acquistare il vino sfuso dal prodotture è più diffusa al Centro e al Sud del Paese,

tra gli uomini e tra le famiglie più numerose.

Durante la discussione in fase di focus group si sono voluti indagare anche i pluslegati ai diversi luoghi di acquisto:

- l’acquisto presso il supermercato ha come plus la convenienza, la sicurezza

igienico-sanitaria, l’ampiezza di scelta, intesa anche come ampiezza del scala di prez-

zi, la comodità;

- l’acquisto presso il produttore appare interessante perché si ha la possibilità di

verificare di persona la qualità del vitigno e le tecniche di produzione adottate, perché

si può fare scorta di buon vino a un prezzo accettabile e perché si ricevono anche utili

consigli dal produttore;

- l’acquisto presso l’enoteca permette sempre di ricevere una vera e propria con-

sulenza all’acquisto, di approfondire la conoscenza in materia, comunicare immagine

di prestigio, sperimentare e degustare il vino prima di comprarlo.

Criteri di acquistoI criteri che guidano la scelta del vino da acquistare fanno riferimento sia alla

provenienza (italianità, indicazione della regione di provenienza, origine anche intesa

come luogo/azienda di produzione) che all’esperienza precedente nella consumazione

del prodotto46. Tali aspetti sono anteposti al prezzo e alla presenza di promozioni, fat-

tori, questi ultimi, ai quali sono più sensibili i consumatori più anziani.

La presenza di marchi Docg-Doc-Igt è ritenuta un driver di acquisto di media im-

portanza, alla pari dell’indicazione della tipologia di utilizzo e dell’azienda produttri-

ce. Infatti, il 42,1% del campione dichiara di ricercare queste informazioni in etichet-

ta al momento della scelta del vino.

L’attenzione all’origine da parte del consumatore è chiaramente percepita anche

dagli operatori del trade, i quali rilevano un’attenzione frequente alla regione di pro-

venienza e all’italianità del vino da parte dei loro clienti.

142

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3.6.2.3 Le esigenze informative del consumatoreIl vissuto emerso dai focus group per quanto riguarda le esigenze informative ri-

sulta coerente con le tendenze delineate da numerosi studi sul settore vitivinicolo che

evidenziano un mutamento nella “cultura del vino”: da un vissuto “rustico e casarec-

cio” si è passati ad associazioni più eleganti e sofisticate, da una maggiore dimensio-

ne sociale del “saper bere”, tanto che la quantità del vino è svalutata a vantaggio della

qualità.

Chiaramente, le esigenze informative del consumatore variano a seconda del pro-

filo di appartenenza:

- i consumatori esperti (appartenenti al gruppo degli intenditori) guardano in par-

ticolar modo alla denominazione del vino e alla provenienza (che per la loro esperien-

za è facilmente individuabile a partire dalla denominazione stessa e dal vitigno);

- i consumatori appartenenti al profilo degli interessati sono attratti soprattutto

dalle capacità evocative dell’etichetta e all’indicazione degli abbinamenti consi-

gliati.

Emerge tra l’altro come gli abbinamenti cibo-vino non siano più così scontati (ad

esempio, il classico “rosso con la carne e bianco con il pesce”), per la volontà di

aprirsi a nuove sperimentazione e a nuovi accostamenti.

L’esigenza di incrementare la propria competenza, che emerge in entrambi i profi-

li, richiede, secondo il consumatore, di essere soddisfatta in modo “professionale”,

ossia richiede l’intervento di veri esperti del settore che, in qualità di opinion leader,

siano in grado di suggerire i giusti abbinamenti abbassando il rischio della sperimen-

tazione ed innalzando la cultura vitivinicola del consumatore, che ricerca una mag-

giore competenza soprattutto come espressione di status sociale.

143

Figura 3.14 - Le determinanti di acquisto (voti medi – scala 1-7)

Base: 601 casiFonte: Indagine Ismea sul consumatore di vini a DO

L'aspetto estetico della bottiglia

L'annata

Il processo produttivo adottato

Il grado alcolico

La presenza di un'offerta/promozione

La presenza del marchio Doc-Docg-Igt

Il prezzo

L'indicazione dell'azienda produttrice

L'abbinamento con i cibi che si intende preparare

La tipologia di utilizzo

L'origine

L'indicazione della regione di provenienza

L'esperienza precedente del prodotto

L'italianità

0 1 2 3 4 5 6 7

4,03

4,98

5,03

5,03

5,26

5,43

5,46

5,55

5,55

5,6

5,84

5,87

6,1

6,3

creo
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Tra le informazioni più richieste sul vino, anche dai focus group emerge come sia

ricercata soprattutto la provenienza italiana. Ciò che si richiede è prevalentemente la

coerenza tra zona di coltivazione del vitigno e zona di produzione del vino (“…è im-portante che il produttore sia nella stessa zona in cui è tipico il vino: un produttore diModena non mi può fare un Barbera che viene dal Piemonte”).

L’importanza della provenienza è confermata anche dai dati dell’indagine quanti-

tativa: le informazioni maggiormente ricercate in etichetta dal consumatore sono l’in-

dicazione di una specifica area di produzione (53,7%) e la presenza del marchio

Docg-Doc-Igt (42,1%).

Secondariamente si ricerca il nome del produttore (35,9%) e l’indicazione del

grado alcolico (34,1%), mentre i suggerimenti sulle modalità di consumo e sugli ab-

binamenti interessano una quota minore di intervistati (rispettivamente 9% e 6,5%).

Anche in questo caso, le informazioni ricercate variano al variare della competen-

za del consumatore: se il consumatore poco competente nel 13% dei casi non ricerca

informazioni, e tende comunque a focalizzare il proprio interesse sulla zona geografi-

ca di produzione, il consumatore molto competente cerca soprattutto il marchio a De-

nominazione di Origine e l’indicazione del grado alcolico.

144

Figura 3.15 - Le informazioni ricercate in etichetta (dati in %)

Base: 601 casiFonte: Indagine Ismea sul consumatore di vini a DO

L'attestazione di enti di certificazione

Suggerimenti sugli abbinamenti

Nessuna informazione

Altro

Suggerimenti sulle modalità di consumo

L'indicazione del processo produttivo adottato

L'indicazione del grado alcolico

L'indicazione del produttore

La presenza del marchio Doc-Docg-Igt

L'indicazione di una specifica area geografica di produzione

0 10 20 30

%

40 50 60

5%

6,5%

6,5%

6,8%

9%

9,8%

34,1%

35,9%

42,1%

53,7%

3.6.2.4 Il cuore dell’indagine: i vini a Denominazione di OrigineDurante i focus group, per approfondire il più possibile il valore attribuito alle De-

nominazioni di Origine è stato dapprima chiesto ai partecipanti di parlare liberamente

ed esprimere le loro convinzioni al riguardo, in modo da registrare a livello spontaneo

la loro conoscenza e soprattutto i vissuto dei marchi Docg-Doc-Igt.

In seconda battuta, per registrare le reazioni a livello sollecitato, sono stati illu-

strati gli elementi di tutela offerti dalla Denominazione di Origine e il significato de-

creo
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gli acronimi. È stata inoltre mostrata la lista dei primi 15 vini Doc, Docg, Igt per pro-

duzione.

Durante la fase quantitativa, parallelamente, si è voluto quantificare il livello di

conoscenza dei marchi (“ha mai sentito parlare dei vini Docg-Doc-Igt?”), misuran-

do anche il ricordo spontaneo (“qual è il primo vino Docg-Doc-Igt che le viene inmente?”) e quello sollecitato (utilizzando la stessa lista sottoposta ai partecipanti ai

focus group).

La conoscenza del significato degli acronimi è abbastanza diffusa tra i partecipan-

ti ai focus, e corrispondentemente il 95% dei consumatori intervistati nella fase quan-

titativa dichiara di avere sentito parlare di prodotti Docg-Doc-Igt. Tuttavia, il fatto di

avere sentito parlare dei marchi non coincide col farli corrispondere a specifici vini.

Infatti, alla domanda “e conosce dei vini a marchio Docg-Doc-Igt” solo il 67% degli

intervistati ha risposto affermativamente.

145

Figura 3.16 - La conoscenza dei vini a Denominazione di Origine (dati in %)

Base: 601 casiFonte: Indagine Ismea sul consumatore di vini a DO

Conosce prodottiDocg-Doc-Igt

95%

Non conosceprodotti Docg-Doc-Igt

5%

Conosce vinoDocg-Doc-Igt 67%

Non conosce vinoDocg-Doc-Igt 28%

In fase di focus group emergono anche altri interessanti aspetti:

- si conferma che la conoscenza del significato degli acronimi è abbastanza diffu-

sa, ma soprattutto con riferimento alla Doc, che è diventato un termine di uso comune

(nell’accezione di “autentico”, “di classe”);

- non è però chiara la differenza tra i tre diversi marchi (Docg, Doc, Igt) in termini

di contenuti e soprattutto non è chiara la necessità di avere tre diverse sigle che garan-

tiscano la provenienza (“…perché devono esserci tre sigle? corrispondono a controllidi intensità diversa?…”); nel tentativo di individuare le differenze il consumatore si

convince che, poiché Igt e Docg sono nati dopo il marchio Doc, essi debbano rappre-

sentare qualcosa in più, un salto di qualità; e così a livello spontaneo, mentre il mar-

creo
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chio Doc viene visto come garante della qualità delle uve, il Docg si estende oltre che

al vitigno alla produzione di vino, e l’Igt a sua volta rappresenta un legame col terri-

torio ancora più stretto.

L’identificazione dell’Igt con un livello di protezione e specificità territoriali mag-

giori genera aspettative che poi si trasformano in delusione quando vengono sommi-

nistrate informazioni precise (“…mi ha deluso, è più generico, più evasivo, la defini-zione è più elastica…”).

I vini Docg invece risultano nobilitati in seguito alla lettura del significato del

marchio, soprattutto per la presenza di un numero di serie su ciascuna bottiglia e un

contrassegno dello Stato che rassicura in via immediata sull’esistenza di controlli.

Tra coloro che sanno citare almeno un vino a D.O. a livello spontaneo, il 40% dei

consumatori dimostra di possedere un ricordo corretto e il 31% un ricordo attinente

(vale a dire ricordano il vitigno che possiede la denominazione ma non ricordano la

denominazione corretta).

Gran parte delle citazioni pertinenti (vale a dire “quasi corrette”) fanno riferimen-

to o alla denominazione vera e propria (42%) o al vitigno (37% - ad esempio cita

“Verdicchio” e non “Verdicchio dei Castelli di Jesi”).

A livello spontaneo è il vino Chianti ad occupare la “top of mind” dei consumatori.

A livello sollecitato si rileva che il 97,3% degli intervistati conosce almeno uno

dei vini a Denominazione di Origine presenti in elenco47. Si conferma così l’abba-

stanza elevato grado di notorietà di questi prodotti, perlomeno di alcuni. Non è inoltre

escluso che quel 2,7% che dichiara di non conoscere nessun vino a D.O. tra quelli

elencati non conosca in realtà altri vini a D.O. che per esigenze legate alla numerosità

delle denominazioni esistenti non sono stati inseriti in elenco.

In generale i vini Docg sono più noti rispetto a quelli Doc e a quelli Igt.

Entrando nel dettaglio, risultano godere di maggiore notorietà:

- Docg: Chianti, Barolo, Brunello di Montalcino

- Doc: Barbera d’Asti, Montepulciano d’Abruzzo, Castelli Romani

- Igt: Toscano, Sicilia, Veneto.

A livello territoriale si rileva, naturalmente, una maggiore conoscenza dei vini

prodotti nell’area geografica di residenza. I consumatori del Centro Italia, tuttavia,

mediamente conoscono un numero maggiore di vini a DO rispetto a quelli delle re-

stanti aree geografiche.

3.6.2.5 Il vissuto dei vini a Denominazione di Origine e dei vini di qualitàLa maggioranza dei consumatori (79%) ritiene che i vini a marchio Docg-Doc-Igt

abbiano un valore aggiunto rispetto ai vini tradizionali perché subiscono maggiori

controlli e offrono una qualità più elevata.

A ritenere che i vini a D.O. abbiano un valore aggiunto superiore sono soprattutto

i consumatori del Nord Ovest e del Sud, quelli con un titolo di studio più elevato e

quelli che si dichiarano più competenti. Chiaramente, emerge anche una correlazione

rispetto al tipo di vino già prevalentemente acquistato: i consumatori di vino di quali-

146

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147

Figura 3.17 - Tipologie di vini a D.O. conosciuti(dati in %)

Base: 601 casiFonte: Indagine Ismea sul consumatore di vini a DO

3,0%3,8%

6,3%8,7%9,5%9,7%

10,6%11,1%

12,6%14,5%14,8%15,1%

23,5%23,6%23,8%

13,1%15,3%16,1%

19,1%19,6%19,6%

27,6%29,8%29,8%

32,1%32,8%33,4%

37,8%46,8%

51,1%11,1%

17,1%17,6%18,3%

28,3%34,3%

35,3%37,9%

40,8%47,3%

49,9%54,2%

57,9%62,1%

75,5%

0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% 80%

Val Tidone IgtQuistello Igt

Provincia di Mantova IgtTerre del Volturno Igt

Veneto Orientale IgtMarca Trevigiana Igt

Provincia di Modena o Modena IgtColli della Toscana Centrale Igt

Delle Venezie IgtColli Trevigiani Igt

Emilia o Dell'Emilia IgtLazio Igt

Veneto IgtSicilia Igt

Toscano o Toscana IgtColli Piacentini Doc

Alto Adige DocFriuli Grave Doc

Trentino DocOrvieto Doc

Piemonte DocOltrepo' Pavese Doc

Trebbiano d'Abruzzo DocVerdicchio dei Castelli di Jesi Doc

Valpolicella DocSoave Doc

Bardolino DocCastelli Romani Doc

Montepulciano d'Abruzzo DocBarbera d'Asti Doc

Montefalco Sagrantino DocgTaurasi Docg

Cerasuolo di Vittoria DocgAlbana di Romagna Docg

Vernaccia di San Giminiano DocgBarbaresco Docg

Montepulciano d'Abruzzo Colline Teramane DocgVino Nobile di Montepulciano Docg

Franciacorta DocgBrachetto d'Acqui DocgChianti Classico Docg

Asti DocgBrunello di Montalcino Docg

Barolo DocgChianti Docg

tà o vino pregiato sono maggiormente convinti che le D.O. offrano un maggior valore

aggiunto rispetto ai consumatori orientati al vino da tavola.

Coloro che sostengono un’opinione contraria, e cioè ritengono che i vini a Deno-

minazione di Origine non abbiano un valore aggiunto particolare (21% del campio-

ne), ritengono che la denominazione non aggiunga a questi vini una maggiore qualità,

che il vino debba essere giudicato dal sapore e non dalla provenienza e che comunque

sia sufficiente sapere che si tratta di vini italiani.

Diventa a questo punto cruciale comprendere quali siano gli aspetti su cui s’in-

centra la valutazione della qualità del vino.

Gli elementi che caratterizzano la qualità del vino fanno riferimento, per il consu-

matore, all’italianità e agli aspetti organolettici (profumo e colore). Seguono aspetti le-

gati alla sicurezza e alla provenienza geografica. La presenza del marchio a Denomina-

zione di Origine risulta un aspetto molto qualificante per il 74,4% degli intervistati.

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Partendo quindi dalla convinzione condivisa dalla maggioranza del campione che

il vino di qualità sia quello italiano, è facile capire come la percezione della presenza

o dell’assenza di un valore aggiunto sia strettamente connesso alla percezione della

provenienza. Il maggiore o minore valore conferito alla D.O. è quindi correlato al vis-

suto di una maggiore o minore forza di questa garanzia rispetto ad altre semplici af-

fermazioni circa l’italianità del prodotto.

Figura 3.18 - Vino di qualità e qualità offerta dal vino a D.O.

Fonte: Indagine Ismea sul consumatore di vini a DO

Si conosce l’esatta

provenienza regionale

VINO A D.O. E’ DI MAGGIORE QUALITA’ VINO A D.O. NON HA PIU’ QUALITA’ DEGLI ALTRI VINI

Consumatori:

VINO DI QUALITA’= ITALIANO

E’ ITALIANOBasta sapere che sono

italiani

E’ ITALIANO COME ALTRI

Consumatori che percepiscono

valore aggiunto vini a D.O.

Consumatori che non percepiscono

valore aggiunto vini a D.O.

3.6.2.6 Le strategie future di valorizzazione dei vini Docg-Doc-IgtAi partecipanti ai focus group è stato chiesto quali strategie potrebbero essere utili

per valorizzare i vini a Denominazione di Origine e a Indicazione geografica. Sono

stati così individuati alcuni aspetti da prendere in considerazione:

- confezione: secondo i partecipanti, la confezione ideale per un vino Docg e Doc

deve avere la capacità di trasmettere l’idea di prestigio del prodotto, attraverso l’ado-

zione di colori scuri, eleganti, con il marchio di tutela ben visibile;

- comunicazione: è importante mettere a disposizione del consumatore le informazio-

ni in modo agevole, favorendono un’esperienza diretta e personalizzata. Sono citate infatti

iniziative promo-comunicazionali quali le degustazioni in punto vendita, la valorizzazione

delle confezioni, anche tramite libricini allegati con la storia del prodotto, l’omaggio di un

dvd sulla casa vinicola oppure anche un filmato nel reparto del punto vendita;

- informazione: l’etichetta rimane lo strumento privilegiato per la comunicazione,

per la sua immediatezza e la capacità di essere a disposizione del consumatore. Si ri-

chiede soprattutto di aumentare la comunicazione del valore della Docg, vissuta come

la punta di diamante della produzione italiana.

148

creo
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Con l’indagine quantitativa è stato inoltre dimostrato che richiamare l’attenzione

e fornire informazioni nei confronti dei vini a Denominazione di Origine è utile: in-

fatti, come già evidenziato, la conversazione effettuata in occasione dell’intervista ha

richiamato l’attenzione su questo prodotto ed ha probabilmente influenzato la propen-

sione all’acquisto del consumatore. Al termine dell’intervista il 12,6% dei consuma-

tori che inizialmente erano poco interessati ai marchi Docg-Doc-Igt (57,9% del cam-

pione), corrispondente a coloro che non hanno inserito questi marchi tra le informa-

zioni principalmente ricercate al momento dell’acquisto, ha manifestato un cambia-

mento di atteggiamento, dichiarando che in futuro, nell’acquisto del vino, presterà

maggiore attenzione alla loro presenza in etichetta.

149

FOCUS GROUP QUANTITATIVA

LUOGO DI ACQUISTO

Prevalentemente ipermercato o su-permercato perché più conveniente,offre maggiore scelta, è più sicuro.Dal produttore si va se si vuole farescorta, all’enoteca per ricevere unavera e propria consulenza.

Il 56,7% degli intervistati acqui-sta il vino anche dal produttore,mediamente 1-2 volte l’anno.Inoltre un altro 35% lo fa media-mente 5 volte all’anno.

PARAMETRI DIACQUISTO DEL VINO

Gli “intenditori” acquistano in baseall’esperienza, gli “interessati” sifanno guidare da fonti esterne.

Origine e precedente esperienzadel prodotto sono i parametri piùimportanti nella scelta del vino. Ipiù competenti guardano maggior-mente ad annata e grado alcolico.

CONOSCENZA VINO A D.O.

I focus group rivelano una buonaconoscenza del significato degliacronimi. Risulta invece più diffi-cile cogliere le differenze, in termi-ni di specifiche garanzie, tra i tremarchi.

Il 95% degli intervistati dichiara diconoscere genericamente i prodottiDoc-Docg-Igt. Di questi, il 67%dichiara di conoscere più precisa-mente i vini Doc-Docg-Igt. Il 70%degli intervistati dichiara di sapercitare almeno uno di questi vini, edi questi il 71% dimostra di posse-dere un ricordo corretto o attinente.

RICORDO SPONTANEOVINO A D.O.

Sono conosciuti soprattutto viniDoc, anche se tra quelli ricordatisono presenti per lo più vini che inrealtà sono Docg. I vini Igt sonopercepiti come quelli con un lega-me più stretto col territorio.

Il 40% ha un ricordo corretto; il31% un ricordo attinente; tra gliattinenti si ricordano soprattutto ivitigni. Chianti come top of mind.

RICORDO ATTINENTEVINO A D.O.

Il vino Igt viene riposizionato conuna maggiore idoneità per un con-sumo in cucina, quotidiano, senzapretese.

I Docg emergono come vini di gran-de pregio e si scopre che molti giàacquistavano questi vini senza essereconsapevoli che fossero Docg.

Più conosciuti i vini Docg e Docrispetto agli Igt. Vino più cono-sciuto: Chianti.

Tabella 3.9 - Sintesi delle principali evidenze emerse nell’indagine sul consumatore

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150

3.6.3 Analisi e risultati dell’indagine sul trade3.6.3.1 L’assortimento di vino nel punto venditaL’indagine effettuata sul trade ha, in primo luogo, fotografato la composizione

dell’assortimento di vino. Secondo quanto dichiarato dagli operatori, l’assortimento

di vino è mediamente composto da:

- un 30% di vino Doc;

- un 29% di vino da tavola;

- un 16% di vino Igt;

- un 14% di vino Docg;

- un 11% di spumante.

FOCUS GROUP QUANTITATIVA

VISSUTO VINO A D.O.

Gli “Interessati” sono convinti che laD.O. sia garanzia di qualità. Gli “In-tenditori” mostrano più diffidenzesulla frequenza dei controlli e sullaloro oggettività. Dapprima scetticisulla garanzia di qualità, tendono aricredersi dopo avere letto le defini-zioni corrette

Il 70% degli intervistati ritieneche i vini a D.O. abbiano un valo-re aggiunto perché subisconomaggiori controlli e possiedonouna qualità più elevata.

Il 30% che manifesta una opinio-ne contraria sostiene che il mar-chio a D.O. non aggiunge ai vinimaggiore qualità (l’italianità è ga-rantita anche da altre fonti)

PREZZO DEI VINI A D.O.

Docg: 10 € al litro

Doc: 2-3 € al litro

Igt: un livello di prezzo analogo aquello dei vini da tavola

Non era presente la domanda nelquestionario

POSIZIONAMENTOMARCHI DOCG-DOC-IGT

A livello spontaneo viene dato piùvalore a vino Igt. A livello solleci-tato, viene attribuito più valore alDocg

Il marchio a D.O. è vissuto più co-me elemento che conferisce qualitàal prodotto piuttosto che come ele-mento che deterimina la scelta diacquisto

INFORMAZIONIIN ETICHETTA

Importanza attribuita ad informa-zioni sull’abbinamento coi cibi, so-prattutto tra i meno esperti; i con-sumatori ricercano la coerenza trazona di coltivazione del vitigno ezona di produzione del vino

Indicazione di una specifica areadi produzione, presenza dei mar-chi Docg-Doc-Igt, nome del pro-duttore e indicazione del gradoalcolico

STRATEGIEPROMOZIONALI VINI A D.O.

Iniziative promo-comunicazionalicome degustazioni, valorizzazioneconfezioni, e iniziative informative

Richiamare l’attenzione e fornireinformazioni nei confronti dei vi-ni a D.O. è utile perché genera unatteggiamento più favorevole neiconfronti di tali bevande

Segue Tabella 3.9 - Sintesi delle principali evidenze emerse nell’indagine sul consumatore

Fonte: Indagine Ismea sul consumatore di vini a DO

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151

A differenza dei negozi al dettaglio tradizionale, che hanno in assortimento so-

prattutto vino da tavola, ipermercati, supermercati ed enoteche presentano una mag-

giore quota di vini a Denominazione di Origine.

A livello aggregato i vini maggiormente presenti sono quelli toscani (il 56,8% li

inserisce in assortimento), quelli piemontesi (41,6%) e quelli veneti (39,2%). A livel-

lo disaggregato si rileva, comprensibilmente, un forte legame tra la regione di prove-

nienza del vino e l’area geografica di appartenenza del punto vendita:

- al Nord Ovest sugli scaffali prevalgono vini piemontesi e lombardi;

- al Nord Est si osserva una maggiore presenza di vini veneti, emiliani e friulani;

- al Centro l’assortimento è costituito soprattutto da vini toscani, laziali e abruzzesi;

- al Sud predominano i vini pugliesi, siciliani e campani.

Figura 3.19 - Assortimento vini nei punti vendita (% media di presenza sull’assorti-mento)

Base: 125 casiFonte: Indagine Ismea sulla distribuzione di vini a DO

0

10

20

30

40

50%

60

70

80

90

100

19,2%

30,5%

40,2%

14,5%

28,9%

23,8%

15,7%

11,6%

18,1%

16,0%

28,8%27,7%

30,7%

36,2%

29,9%

13,5% 14,8%

10,3%

19,3%14,4%

14,6%11,4% 7,2%

11,9% 10,8%

Spumante

Vino Docg

Vino Doc

Vino Igt

Vino da tavola

Iper Super Dett.tradizionale

Dett.specializzato

Totale

3.6.3.2 I vini a Denominazione di OrigineAgli operatori del trade è stato chiesto di indicare quali vini a Denominazione di

Origine avevano in assortimento tra quelli presenti in una lista in cui, data la notevole

numerosità delle denominazioni esistenti, sono stati inseriti i primi 15 vini Docg,

Doc, Igt per produzione.

In linea generale i vini Docg e Doc sono più presenti dei vini Igt. In particolare, i

vini a Denominazione di Origine che i punti vendita offrono maggiormente sono:

- Docg: Chianti, Brachetto d’Acqui, Barolo, Brunello di Montalcino e Chianti

Classico;

- Doc: Barbera d’Asti, Montepulciano d’Abruzzo, Soave;

- Igt: Sicilia, Toscano, Veneto.

creo
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I risultati confermano la coerenza tra i vini più diffusi negli assortimenti e quelli

più noti ai consumatori.

A livello territoriale, i punti vendita del Nord Ovest offrono mediamente una

maggiore varietà di vini a Denominazione di Origine e si caratterizzano per inserire

in assortimento vini provenienti da diverse regioni italiane, mentre nei punti vendita

delle restanti aree geografiche si rileva una quota più elevata di denominazioni locali.

Nelle enoteche il vino più diffuso è il Brunello di Montalcino, probabilmente per-

ché ritenuto più pregiato.

152

Figura 3.20 - Tipologie di vino a D.O. presenti in assortimento (dati in %)

Base: 125 casiFonte: Indagine Ismea sulla distribuzione di vini a DO

2,5%11,5%

13,9%13,9%

20,5%24,6%25,4%

27,9%30,3%

34,4%36,9%

42,6%48,4%

50,0%62,3%

25,4%31,1%

35,2%39,3%

43,4%49,2%

50,8%53,3%

55,7%56,6%

58,2%58,2%

63,1%67,2%

76,2%23,0%

25,4%27,0%27,0%

41,0%42,6%

45,9%55,7%56,6%

62,3%67,2%67,2%68,0%

69,7%81,1%

0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% 80% 90%

Quistello IgtProvincia di Mantova Igt

Terre del Volturno IgtVal Tidone Igt

Provincia di Modena o Modena IgtMarca Trevigiana IgtVeneto Orientale IgtColli Trevigiani Igt

Colli della Toscana Centrale IgtDelle Venezie Igt

Lazio IgtEmilia o dell'Emilia Igt

Veneto IgtToscano o Toscana Igt

Sicilia IgtColli Piacentini Doc

Alto Adige DocPiemonte DocTrentino Doc

Friuli Grave DocOrvieto Doc

Castelli Romani DocBardolino Doc

Oltrepò Pavese DocVerdicchio dei Castelli di Jesi Doc

Valpolicella DocTrebbiano d'Abruzzo Doc

Soave DocMontepulciano d'Abruzzo Doc

Barbera d'Asti DocAlbana di Romagna Docg

Montefalco Sagrantino DocgTaurasi Docg

Cerasuolo di Vittoria DocgFranciacorta Docg

Montepulciano d'Abruzzo Colline Teramane DocgBarbaresco Docg

Vino Nobile di Montepulciano DocgVernaccia di San Giminiano Docg

Asti DocgChianti Classico Docg

Brunello di Montalcino DocgBarolo Docg

Brachetto d'Acqui DocgChianti Docg

creo
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Nei confronti dei vini a Denominazione di Origine, la grande maggioranza dei

punti vendita non attua strategie di differenziazione espositiva.

Solo il 17% dei punti vendita mette in atto, infatti, strategie di differenziazione del

layout, collocando i vini a D.O. in scaffali o espositori dedicati e, nel caso di alcuni

punti vendita della GDO, utilizzando anche l’esposizione di cartellonistica dedicata.

Agli operatori intervistati è stato anche chiesto di valutare l’andamento delle vendite

dell’anno 2006 di vino a Denominazione di Origine e prefigurare una previsione per le

vendite del 2007: sebbene il 48,1% del campione ritenga che l’andamento delle vendite

sia rimasto stabile nel corso del 2006, è comunque significativa (38,5%) la quota di colo-

ro che hanno riscontrato un incremento del fatturato specifico. Tale andamento positivo è

stato rilevato soprattutto dalla GDO e dagli operatori del Nord Ovest, mentre il dettaglio

specializzato e i punti vendita del Nord Est hanno assistito ad un calo del venduto.

Le prospettive circa l’andamento futuro delle vendite dei vini a D.O., rimangono inco-

raggianti: il 45,1% degli intervistati prevende un incremento, stimato mediamente attorno

all’11%, a fronte di un 42,6% di chi prevede stabilità ed un 12,3% di chi prevede un calo.

Nonostante si riscontri un clima di cauto ottimismo circa l’andamento delle ven-

dite, il 73,8% del campione individua alcune difficoltà nella commercializzazione dei

vini a D.O., legate soprattutto al fattore prezzo e ad una presunta scarsa conoscenza di

questi prodotti da parte dei consumatori.

Al tempo stesso gli operatori ritengono che sia utile promuovere i vini a D.O. (76%)

perché in questo modo si valorizzerebbero meglio le produzioni italiane rispetto a quelle

estere e perché si soddisferebbero maggiormente le esigenze qualitative del consumatore.

L’idea di promuovere maggiormente i vini a Denominazione di origine trova ampi

consensi tra i responsabili di reparto di ipermercati e supermercati, mentre tra chi possiede

un negozio al dettaglio specializzato non si riscontra più di tanto un particolare interesse.

153

Figura 3.21 - Andamento presente e futuro delle vendite di vino a D.O. (dati in %)

Base: 125 casiFonte: Indagine Ismea sulla distribuzione di vini a DO

Attualmente In futuro0

10

20

30

40

50%

60

70

80

90

100

13,1%

39,5%

48,1%

12,3%

45,1%

42,6%

In diminuzione

In aumento

Stabili

creo
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3.6.4 Comparazione tra comportamento del consumatore e strategie del tradeLe indagini svolte consentono di mettere in evidenza affinità e differenze tra il vissuto

del consumatore in fatto di vini e le politiche di presentazione dei vini nel punto vendita.

I vini a Denominazione di Origine sono piuttosto presenti nel punto vendita, e,

corrispondentemente, la quasi totalità dei consumatori dichiara di avere sentito parla-

re dei marchi Docg-Doc-Igt, anche se di fatto non tutti sono in grado di associarli al

vino singolo e di cogliere le differenze tra marchi in termini di grado di tutela.

Si riscontra inoltre che le tipologie di vino più conosciute da parte del consumatore sono

anche quelle maggiormente presenti nel punto vendita. A livello territoriale, si denota tutta-

via una disparità: se dal lato del trade è il Nord Ovest a qualificarsi come area geografica ca-

ratterizzata dalla maggiore presenza del vino a D.O. sugli scaffali, dall’altro lato è il consu-

matore del Centro a conoscere un numero di vini a Denominazione di Origine più elevato.

Gli operatori del trade ritengono che la provenienza italiana e quindi la presenza

del marchio a D.O. possa tutelare maggiormente il consumatore. Ed infatti il consu-

matore conferma questa teoria attribuendo ai marchi un ruolo di qualificazione del vi-

no sia in termini di qualità sia in termini di sicurezza.

154

CONSUMATORE TRADE

MARCHIO

DOCG-DOC-IGT

Il 95% dei consumatori conosce i

marchi Docg-Doc-Igt in generale.

Il 67% dei consumatori conosce vini

a marchio Docg-Doc-Igt.

Il 98% degli operatori della distribu-

zione commercializza vini a mar-

chio Doc-Docg.

I punti vendita del Nord Ovest pre-

sentano mediamente più vini a D.O.

in assortimento.

TIPI DI VINO

DOCG-DOC-IGT

I vini a D.O. più conosciuti sono:- Chianti Docg- Barolo Docg- Brunello di Montalcino Docg- Barbera d’Asti Doc

I vini Docg sono più conosciuti dei viniDoc e Igt;

I consumatori del Centro conoscono unnumero di vini a D.O. mediamente piùelevato.

I vini Docg-Doc-Igt più presenti in as-sortimento nei punti vendita sono:- Chianti Docg- Barbera d’Asti Doc- Brachetto d’Acqui Docg- Barolo Docg

I vini Docg e Doc sono più referenziatidai punti vendita rispetto ai vini Igt;

Il Nord Ovest presenta in assortimento unnumero di vini mediamente più elevato.

TUTELA

I vini di qualità sono quelli italiani;

I marchi Docg-Doc-Igt sono percepiti co-me elementi qualificanti;

I vini a D.O. sono riconosciuti come dimaggiore valore aggiunto perché più si-curi e di maggiore qualità.

L’aspetto che rassicura maggiormente ilconsumatore è la provenienza italiana delvino e la presenza di marchi Docg-Doc-Igt.

Tabella 3.10 - Principali evidenze emerse nelle indagini su consumatore e trade

Fonte: Indagini Ismea sul consumatore e trade di vini a DO

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Tra tutte le Denominazioni di Origine, il marchio Doc, da più tempo presente sul

mercato, è quello più conosciuto e che gode di un vissuto qualitativo più elevato.

È comunque utile lavorare ancora su alcuni aspetti, comunicando il reale signifi-

cato delle sigle, per potere valorizzare meglio il prodotto agli occhi del consumatore e

favorire un incremento della propensione all’acquisto anche tra i consumatori attual-

mente meno competenti.

155

Tabella 3.11 - Swot Analysis per il vino Docg-Doc-Igt

PUNTI DI FORZA PUNTI DI DEBOLEZZAI marchi Docg-Doc-Igt sono noti; Bassa consapevolezza delle differenze nel grado

I marchi Docg-Doc-Igt sono di tutela esistenti tra Docg, Doc e Igt;

ricercati in etichetta; I marchi Docg-Doc-Igt non sono sempre

I marchi Docg-Doc-Igt conferiscono ricercati al momento della scelta, o considerati driverqualità al vino se il significato viene imprescindibili d’acquisto;

correttamente comunicato; Scarsa differenziazione espositiva dei vini a D.O.

Il vino a D.O. ha un valore aggiunto perché nei punti vendita;

è più controllato e di qualità migliore. Prezzi poco accessibili per il consumatore

(secondo il trade).

OPPORTUNITÀ MINACCEIl vino a D.O. è ritenuto utile per valorizzare Non sempre sono note tutte le garanzie offerte dal

nel punto vendita il prodotto italiano rispetto marchio di tutela, al punto che origine e italianità

a quello straniero; ricevono talvolta un punteggio maggiore della

Richiamare l’attenzione sui vini a marchio e presenza dei marchi a D.O.

comunicare correttamente il significato fa

incrementare la propensione all’acquisto.

Fonte: Indagini Ismea sul consumatore e trade di vini a DO

43) Il panel Ismea/ACNielsen non comprende gli acquisti extradomestici e quelli effettuatinei periodi di ferie e non rileva i vini Igt. Inoltre a partire dal 2006 il panel è stato estesoda 6.000 a 9.000 famiglie e i dati degli anni passati sono stati rettificati in base all’allar-gamento del campione.44) Si sottolinea che un’ampiezza campionaria di questo tipo non permette di analizzare irisultati in base ad una significatività di tipo statistico, ma solo di individuare, con buonavisione critica, i principali orientamenti dei segmenti della distribuzione indagati.45) Il restante 9% dei consumatori non ha fornito risposte coerenti alle specifiche doman-de. Pertanto non è stato possibile classificarli.46) Al consumatore è stato chieso di valutare, con un punteggio da 1 a 7, l’importanza diuna serie di fattori per la propria scelta di acquisto. È stato quindi calcolato, mantenendola scala 1-7, il voto medio ottenuto da ciascuna determinante di acquisto proposta.47) I vini presenti in elenco sono i primi 15 vini Docg, Doc, Igt per produzione.

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4.1 La Francia

4.1.1 Le attestazioni di origine dei vini in Francia: i “Vins de Pays” e le “Appella-tions d’Origine”

La classificazione comunitaria dei vini di qualità (Reg Ce 1493/99) in vini da ta-

vola con indicazione geografica (I.G.T.) e vini di qualità prodotti in regioni determi-

nate (V.Q.P.R.D.) trova in Francia corrispondenza rispettivamente nelle categorie dei

Vins de Pays e in quella dei Vins d’Appellation d’Origine.

Le denominazioni dei Vins de Pays si distinguono a loro volta in tre sottocatego-

rie, secondo l’estensione dell’area di produzione cui fanno riferimento. Queste, infat-

ti, possono indicare una regione (Vins de Pays régionaux), uno o più dipartimenti

(Vins de Pays de departement) o aree più ristrette all’interno di esse (Vins de Pays de

zone), come singoli comuni o cantoni.

Così come previsto in Italia per le IGT, i Vins de Pays sono soggetti ad una specifi-

ca procedura di riconoscimento, e diversamente dai vini comuni da tavola rispondono

a standard di produzione relativi, oltre che all’area di produzione, alla resa massima

dei vigneti, alla varietà delle uve, al titolo alcolometrico e a specifici parametri di tipo

analitico ed organolettico. Molti di questi vincoli, come quelli imposti alla resa massi-

ma per ettaro o alle varietà ammissibili, sono tanto più restrittivi quanto più è limitata

l’area di origine. Attualmente in Francia esistono circa 150 indicazioni geografiche at-

tribuite ad altrettanti Vins de Pays, di cui 5 si riferiscono a macro-aree o regioni, che si

estendono su più dipartimenti (Vins de Pays d’Oc; Jardin du France; Comtè Tolosan;

Comtè Rhodaniens; Portes de Mediterranée). Delle rimanenti, 52 sono indicazioni re-

lative a dipartimenti e 94 rimandano ad aree più limitate che ricadono al loro interno.

I V.Q.P.R.D. ammontano ad un totale di ben 472 denominazioni, e costituiscono gran

parte della produzione nazionale di vino. Nella famiglia dei V.Q.P.R.D. rientrano le Ap-

pellations d’Origine – Vins de Qualitè Superiore (AO-VDQS) e le Appellations d’Origi-

ne Controllè (AOC). A questi vini sono riconosciute caratteristiche qualitative superiori

rispetto ai vini da tavola ad indicazione geografica. La loro area di produzione è infatti

più ristretta e gli standard produttivi sono generalmente più rigidi. Questi riguardano li-

miti sulle rese dei vigneti, sul tipo di varietà ammesse oltre a prescrizioni relative alle

pratiche colturali e a quelle di vinificazione, affinamento ed invecchiamento del vino.

In particolare, le AO-VQDS costituiscono una categoria intermedia tra i Vins de

Pays e le AOC, che sono attribuite al prodotto di eccellenza, esattamente come avvie-

ne per i vini D.O.C.G. in Italia.

156

4. Il mercato dei vini di qualità in alcuni paesi europei

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157

L’area di produzione delle AOC può infatti essere definita a livello parcellare compren-

dendo pochi e selezionati vigneti (cru) le cui uve per la particolare esposizione o per le ca-

ratteristiche del terreno conferiscono al vino caratteristiche ritenute non replicabili altrove.

4.1.2 L’assetto istituzionale nella politica di valorizzazione dei vini di qualità

La Francia, come noto, vanta una tradizione nella produzione vitivinicola di quali-

tà che ha pochi eguali in Europa.

In Francia, infatti, la disciplina nazionale delle denominazioni di origine dei vini è

di molti decenni antecedente l’emanazione dei regolamenti comunitari relativi all’or-

ganizzazione del mercato vitivinicolo. Già nei primi anni del secolo scorso i produtto-

ri vitivinicoli di alcune regioni francesi avevano rivendicato il diritto all’utilizzo

esclusivo delle denominazione dei loro prodotti per tutelarsi dalle frodi. Al riconosci-

mento delle prime attestazioni di origine è seguita nel 1935 l’introduzione nell’ordi-

namento nazionale di una disciplina valida per tutto il territorio nazionale, che è stata

mantenuta e perfezionata nel corso degli anni successivi.

La qualifica Vins de Pays è, invece, un istituto più recente che risale alla fine degli

anni ’60, creata in risposta alla politica comunitaria di promozione della qualità e di

contenimento delle eccedenze.

In entrambi i casi le procedure per l’attribuzione delle denominazioni fanno capo

rispettivamente a due istituzioni pubbliche centralizzate, che rappresentano gli inter-

locutori di riferimento dei consorzi di produttori. In particolare, VINIFLHOR sovrin-

tende e garantisce tutte le fasi di accreditamento e di controllo dei Vins de Pays, men-

tre la registrazione dei V.Q.P.R.D. fa capo all’INAO, a cui compete tra l’altro anche la

gestione delle procedure nazionali di riconoscimento delle DOP e IGP riservate ai

prodotti alimentari diversi dal vino (Reg. CE 510/06).

4.1.2.1 L’assetto istituzionale nella politica di valorizzazione e tutela dei Vins de PaysL’attuale assetto di VINFLHOR è il risultato dell’accorpamento di due preesistenti

organismi interprofessionali, ONIVINS e ONIFLHOR, istituiti per adempiere funzioni

di intervento, di promozione della qualità e di applicazione delle norme comunitarie e

nazionali nell’ambito rispettivamente della filiera ortofrutticola e di quella vitivinicola.

La loro fusione, avvenuta nel 2005, ha avuto lo scopo di accentrare le stesse compe-

tenze in un unico ente posto sotto diretta tutela del Ministero dell’Agricoltura. VINFL-

HOR ha così mantenuto tutte le funzioni attribuite in precedenza ad ONIVINS, come

l’applicazione delle misure di regolamentazione dell’offerta e di intervento sul mercato

previste dall’OCM vitivinicola (diritti di impianto, premi all’abbandono e alla ristruttu-

razione dei vigneti, aiuto allo stoccaggio privato, distillazione obbligatoria, ecc).

Per quanto attiene invece la promozione dei Vins de Pays, a VINFLHOR compete il

coordinamento delle procedura di attribuzione delle indicazioni geografiche, oltre che la

gestione dell’attività di controllo. Queste attività sono svolte sul territorio attraverso dele-

gazioni locali dislocate nelle otto regioni a più elevata vocazione vitivinicola. A livello

centrale esiste invece un Consiglio specializzato per i vini ad indicazione geografica

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(Conseil Specialisè pour le Vins de Pays) di cui fanno parte rappresentanti delle organiz-

zazioni professionali e dell’amministrazione statale (Ministero dell’Agricoltura; Direzio-

ne delle dogane, Direzione generale della concorrenza e della repressione delle frodi).

Tra le funzioni del Consiglio rientrano la valutazione e l’approvazione delle pro-

poste di riconoscimento di nuove indicazioni geografiche, oltre che delle richieste di

modifica dei disciplinari esistenti. Al Consiglio spetta inoltre il controllo della regola-

rità delle procedure di riconoscimento e la notifica ufficiale ai produttori del ricono-

scimento dell’indicazione geografica.

Ai Consorzi di tutela è lasciata l’iniziativa di proporre i disciplinari di produzione

o di richiederne la loro modifica. Essi inoltre stabiliscono quali sono i requisiti mini-

mi affichè le aziende possano poter accedere alla filiera tutelata, oltre che le condizio-

ni per mantenere la certificazione e il diritto all’utilizzo della denominazione. In altri

termini propongono un piano di controllo e di accesso alla denominazione. Tutto ciò

avviene soltanto se vi è stata l’approvazione del Consiglio.

Tutti i consorzi di produttori di Vins de Pays sono inoltre associati in un organi-

smo nazionale confederato denominato “Confederation Francais des Vins de Pays”

che svolge funzione di rappresentanza nei confronti delle altre organizzazioni profes-

sionali agricole e delle istituzioni pubbliche.

A livello regionale esistono infine Organismi professionali pubblicamente ricono-

sciuti dal Ministero dell’Agricoltura (Organismes Professionels Agrée) che intervengono

direttamente nel processo di valutazione delle indicazione geografiche, organizzando se-

dute di degustazione sui vini che ne richiedono l’utilizzo. Le degustazioni, che si svolgo-

no sotto il controllo di VINFLHOR, sono condotte da commissioni indipendenti compo-

ste da enologi, da rappresentanti della filiera e da personale incaricato appartenente alla

Direzione Generale della Concorrenza e Repressione Frodi (DGCCRF) e della Direzione

Generale delle Dogane (DGDDI) che fanno capo al Ministero dell’Economia francese.

Il personale di VINFLHOR è inoltre incaricato di prelevare campioni in cantina

per analisi di laboratorio condotte da enti accreditati che verificano il rispetto delle

pratiche enologiche consentite e dei parametri analitici stabiliti da disciplinare. Con-

trolli di tipo documentale vengono infine effettuati sulle quantità immesse in com-

mercio. Questo tipo di controllo si basa sull’accertamento di eventuali incongruenze

che dovessero emergere nella dichiarazione di raccolta dei produttori (declaration derécolte), i quali sono tenuti a notificare le quantità di vino ad indicazione geografica

prodotte e le corrispondenti quantità di uve consegnate in cantina. Il confronto con le

superfici vitate presenti in zona ed iscritte a catasto permette inoltre di verificare l’ef-

fettivo utilizzo delle varietà ammesse ed il rispetto delle rese massime consentite.

4.1.2.2 L’assetto istituzionale nella politica di valorizzazione e tutela dei Vini AO-VDQS e AOC

La registrazione delle AOC e delle AO-VDQS è gestita dall’Istitut National des

Appellations d’Origine (INAO), a cui il ministero dell’Agricoltura ha delegato com-

petenze esclusive in materia di denominazioni di origine.

158

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159

Creato inizialmente proprio per sovrintendere il sistema di registrazione e di tute-

la delle denominazioni dei vini, a partire dal 1990 la missione dell’istituto è stata

estesa ai prodotti lattiero caseari e agli altri prodotti agro-alimentari, ampliandone il

campo di azione a tutte le AOC francesi, oltre che alle DOP e alle IGP riconosciute a

livello comunitario.

Esso è costituito da un Consiglio Permanente, con funzioni di direzione generale,

e da quattro comitati nazionali di prodotto che hanno il potere di deliberare le propo-

ste di decreto per il riconoscimento delle denominazioni di origine. Tutte le richieste

comprese quelle relative ai V.Q.P.R.D. sono infatti sottoposte all’approvazione di uno

dei tre Comitati Nazionali che sono rispettivamente competenti in materia di denomi-

nazioni dei vini e delle acquaviti, dei prodotti lattiero caseari e degli altri prodotti

agroalimentari.

Il quarto comitato presiede invece l’iter di riconoscimento delle IGP in collabora-

zione con altri uffici ministeriali e con gli organismi di controllo delegati.

L’approvazione della richiesta di riconoscimento è preceduta da una lunga fase

istruttoria che inizia con la trasmissione agli uffici territoriale dell’INAO della docu-

mentazione preliminare. Il Comitato Nazionale competente procede ad un primo esa-

me relativo alla ricevibilità della documentazione e successivamente nomina una

commissione d’inchiesta incaricata di compiere indagini approfondite “sul campo”. Il

passo successivo consiste in uno scrupoloso studio dell’area di produzione che deve

essere delimitata sulla base di criteri il più possibile oggettivi, avvalendosi anche del-

la consulenza di una commissione di esperti esterni al territorio interessato (enologi;

geologi, agronomi ecc.). Successivamente, tenuto conto degli usi e delle tradizioni lo-

cali, vengono precisati le condizioni di produzione, quali gli uvaggi consentiti, le pra-

tiche colturali ammesse, le modalità di raccolta delle uve e quelle di ricevimento in

cantina; le prescrizioni relative alla vinificazione e all’affinamento del vino. Infine al

consorzio di tutela è richiesto di definire un piano di controllo da sottoporre all’ap-

provazione del comitato nazionale volto a garantire il rispetto del disciplinare e degli

standard analitici e organolettici che contraddistinguono la denominazione. I vini che

si fregiano di una denominazione di origine sono per questo sottoposti a periodiche

analisi organolettiche da parte di commissioni di degustazione composte da professio-

nisti direttamente coinvolti nella filiera di produzione.

Ciascun produttore deve inoltre richiedere agli uffici regionali dell’INAO appositi

certificati di idoneità all’utilizzo della AOC (certificats d’agrèment), documento indi-

spensabile per produrre e commercializzare il prodotto a denominazione di origine.

Alla domanda deve essere allegata una copia della dichiarazione di raccolta in modo

da poter consentire al personale incaricato controlli di natura documentale.

Questo tipo di verifica si basa sul confronto dei dati riportati nelle dichiarazioni

con quelli relativi alle superfici dei vigneti iscritti e permette di accertare la corrispon-

denza tra il quantitativo della materia prima immessa in produzione e quello del pro-

dotto finito. Visite ispettive sono infine previste nei vigneti per verificare le caratteristi-

che degli impianti, della vite e delle condizioni di produzione della materia prima.

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4.1.3 Il mercato dei V.Q.P. R D. e dei Vins de Pays in Francia

La produzione ai prezzi di base della viticoltura francese, che per l’anno 2005 è

stata stimata in 8,28 miliardi di euro, rappresenta il 14% dell’intero valore della pro-

duzione agricola.

Quello vitivinicolo costituisce, al pari del lattiero-caseario, il terzo comparto dopo

l’allevamento del bestiame ed il comparto cerealicolo (Insee, Institut National de la

Statistique et des Etudes Economiques). La capacità produttiva del 2005 è rappresen-

tata da un patrimonio di circa 775 mila ettari di vigneti, a cui si aggiungono 74 mila

ettari per la produzione di distillati di vino, che posizionano il Paese al vertice della

graduatoria dei produttori mondiali.

I soli V.Q.P.R.D, con circa 7 miliardi di euro, costituiscono l’83% del valore

espresso dal settore, mentre i vini da tavola (820 milioni di euro) e quelli destinati alla

distillazione (565 milioni di euro) concorrono per le rimanenti quote pari rispettiva-

mente al 10% e al 7%.

4.1.3.1 La distribuzione delle superfici vitate per tipo di attestazione di origineRispetto al totale della produzione di vino e della superficie vitata, i vini a denomina-

zione di origine ricoprono un peso di assoluto rilievo. I vigneti in produzione classificati

come V.Q.P.R.D. si estendono infatti su 482 mila ettari rappresentando ben il 57% della

superficie produttiva (INAO). Guardando all’estensione dei soli dei vigneti a denomina-

zione di origine, l’importanza delle AOC è predominante in confronto a quello delle AO-

V.D.Q.S. Quest’ultime, infatti, incidono per appena l’1% della superficie produttiva.

Circa tre quarti dei vigneti V.Q.P.R.D. si concentrano in quattro regioni o aree vi-

tivinicole, ed in particolare nel Bordolese, a sud ovest del Paese (123 mila ha), nella

Valleè du Rhone (78 mila ettari), nella regione Languedoc-Roussillon (59 mila ha) e

nella Val de Loire (53 mila ettari).

160

Tabella 4.1 - Distribuzione delle superfici dei vigneti in produzione per le denominazioni di origine eper i vini da tavola in Francia (*)

1995 2000 2005 Var. 05/95 .000 ha % .000 ha % .000 ha % %

AOC 454,4 51,2 467,4 53,6 475,4 56,1 4,6

V.D.Q.S. 9,3 1,0 7,8 0,9 6,9 0,8 -26,1

Totale V.Q.P.R.D. 463,7 52,2 475,1 54,5 482,3 56,9 4,0Vini da tavola (incl. Vins de Pays) 331,9 37,4 316,5 36,3 291,8 34,4 -12,1

Totale uve da vino 795,6 89,6 791,6 90,8 774,1 91,4 -2,7Distillati (Cognac; Armagnac) 92,2 10,4 80,2 9,2 73 8,6 -20,9

Totale 887,9 100,0 871,8 100,0 847,1 100,0 -4,6

(*) escluse le uve da tavola.Fonte: INAO; Vinflhor

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161

La superficie dei vigneti destinati alla produzione di vini da tavola è invece pari a

292 mila ettari, di cui 219 mila sono ammessi alla produzione dei Vins de Pays

(INAO, Vinflhor). Essi rappresentano circa un quarto del totale dei vigneti francesi,

considerando anche le uve destinate alla distillazione.

L’evoluzione nel corso degli ultimi dieci anni (Onivins) mostra una contrazione

del 4,6% della superficie vitata complessiva, scesa dagli 888 mila ettari esistenti nel

1995 agli 847 mila ettari del 2005. A fronte di questo calo, i vigneti ammessi alla pro-

duzione V.D.Q.P.R.D. hanno al contrario registrato un incremento pari allo 0,4% an-

nuo che ha portato ad un aumento delle superfici AOC di circa 20 mila ettari (+4,6%).

Nel 1995 queste rappresentavano il 52% del totale della superficie vitata.

Questa dinamica segnala una costante azione di qualificazione della viticoltura

nazionale che ha conosciuto una battuta di arresto solo dopo la campagna 2001/2002.

La crescita dei vigneti rivendicati come AOC successivamente a quella data si è infat-

ti fermata anche a causa della riduzione dell’attribuzione di diritti di impianto decisa

dall’INAO in accordo con i Consorzi di tutela e il Ministero dell’Agricoltura. Il calo

totale delle superfici è stato invece interamente a carico dei vini comuni da tavola.

Mentre le superfici dei Vins de Pays dal 2000 si sono stabilizzate intorno ai 219 mila

ettari (Vinflhor), quelle dei comuni vini da tavola hanno perso mediamente l’1% della

loro estensione riducendosi di circa 40 mila ettari negli ultimi dieci-undici anni.

In parte ciò è stato l’effetto sia delle politiche di incentivazione degli espianti sia

degli interventi volti a favorire la ristrutturazione e la conversione dei vigneti, che in

molti casi ha comportato la loro ammissione ai circuiti dei Vins de Pays o dei

Figura 4.1 - Evoluzione delle superfici in produzione dei VQPRD e dei vini da tavolain Francia (1995-2005)

Fonte: INAO; Vinflhor

1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 20050

100

200

300

400

500

600

464

332

461

333

461

326

472

317

467

325

475

316

488

299

492

292

491

284

482

290

482

292

V.Q.P.R.D.

Vini da tavola

000

ha

creo
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V.Q.P.R.D, contribuendo alla graduale crescita del mercato dei vini a denominazione

di origine.

4.1.3.2. La dinamica della produzione dei V.Q.P.R.D. e dei Vins de PaysAnche la dinamica della produzione nello stesso arco di tempo riflette una gra-

duale ridistribuzione delle produzione a favore dei vini di qualità. Essa in realtà si è

innescata ancora prima del periodo considerato e con largo anticipo rispetto agli altri

Paesi europei maggiormente vocati. Bisogna infatti considerare che solo alla fine de-

gli anni ’70 più di un terzo della produzione francese rientrava sotto un’indicazione

geografica (11%) o una denominazione di origine (25%).

I dati relativi al 2005 mostrano che la produzione di vino certificato all’origine si

attesta attualmente al 73% del totale prodotto nel Paese, mentre se si escludono i vini

per la distillazione la quota dei V.Q.P.R.D. e dei Vins de Pays sale all’88%.

162

Tabella 4.2 - Distribuzione della produzione di vino per le denominazioni di origine e per i vini da ta-vola in Francia(per il 1995-1999 e 2000-2004, media del periodo)

1995-1999 2000-2004 2005 Var. 05/95 .000 hl % .000 hl % .000 hl % %

AOC 24.644 42,8 24.468 44,7 23.435 44,0 -4,9

V.D.Q.S. 515 0,9 448 0,8 409 0,8 -20,6

V.Q.P.R.D. 25.159 43,7 24.916 45,6 23.844 44,7 -5,2Vins de Pays 14.575 25,3 14.626 26,7 14.900 27,9 2,2

Vini comuni da tavola 7.938 13,8 6.774 12,4 5.145 9,7 -35,2

Totale Vini 47.671 82,9 46.317 84,7 43.889 82,3 -7,9Vino distillato (Cognac; Armagnac) 9.844 17,1 8.365 15,3 9.425 17,7 -4,3

Totale 57.515 100,0 54.682 100,0 53.314 100,0 -7,3

Fonte: INAO; Vinflhor

È opportuno sottolineare, tuttavia, che almeno dal 1995 la quota di produzione dei

V.Q.P.R.D. non ha conosciuto variazioni di rilievo, fatta eccezione per le oscillazioni

tra un anno e l’altro, dovute più che altro a cause di natura congiunturale. La loro

quota negli ultimi due quinquenni è rimasta infatti compresa tra il 43% ed il 45%,

corrispondente ad una produzione che ha oscillato tra i 25 e i 24 milioni di ettolitri.

Inoltre, nonostante l’incremento dell’estensione delle superfici vitate, le produzio-

ni dei V.Q.P.R.D. hanno mostrato nel medesimo periodo una leggera contrazione, sep-

pure inferiore a quella accusata dai vini nel loro complesso. La stabilizzazione della

produzione a fronte dell’aumento delle superfici dei vigneti V.Q.P.R.D è quindi legata

alla progressiva diminuzione delle rese per ettaro, passata da una media di 54 ettolitri

nel quinquennio 1995-1999 a circa 51 ettolitri nel periodo successivo. Questo feno-

meno è legato alle limitazioni più restrittive imposte dai disciplinari che indirettamen-

te hanno svolto anche la funzione di contenimento dell’offerta.

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163

I vini da tavola sono stati interessati da un calo più consistente: dal 14% sono arri-

vati a rappresentare nel 2005 circa il 10% del vino prodotto in Francia, per una pro-

duzione di poco superiore ai 5 milioni di ettolitri. Al contrario l’incidenza dei Vins de

Pays è gradualmente cresciuta, fino a posizionarsi su una quota del 28% e raggiun-

gendo nel 2005 i 14,9 milioni di ettolitri. La lieve crescita dei Vins dei Pays a fronte

della costante contrazione dei vini da tavola privi di indicazione ha contenuto al 3% il

calo delle produzioni dei vini da tavola tra i due quinquenni. Nel 2005 si segnala una

contrazione del 13% rispetto all’anno precedente che si è concentrato in particolare

sul vino da tavola comune (-30%).

Figura 4.2 - Evoluzione della produzione di vino per attestazione di origine e vino datavola in Francia (1995-2005)

Fonte: INAO; Vinflhor

1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 20050

5.000

10.000

15.000

20.000

25.000

30.000

V.Q.P.R.D.

Vins de Pays

Vini da tavola

000

hl

4.1.3.3. Le esportazioniUna discreta quota del vino prodotto in Francia è destinata ai mercati esteri, i qua-

li assorbono mediamente un terzo della produzione annua.

Nel 2005 le esportazioni si sono attestate sui 13,8 milioni di ettolitri, pari al 32%

della produzione nazionale. Le vendite all’estero dei soli V.Q.P.R.D. hanno rappre-

sentato un totale di 6,5 milioni di ettolitri, ovvero poco meno della metà (47%) del-

l’export complessivo. Con un controvalore corrispondente di 4,5 miliardi di euro le

denominazioni di origine concentrano tuttavia l’80% del fatturato all’esportazione

che nello stesso anno è stato di 5,6 miliardi di euro.

Tra le singole denominazioni lo Champagne ha un incidenza di assoluto rilievo,

considerato che ad essa corrisponde un terzo (1,86 miliardi di euro) dell’intero valore

dell’export, a fronte di una quota in volume inferiore al 7% (1,86 milioni di ettolitri).

creo
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Rispetto al 2004 si rileva un calo in volume dell’export totale di vini del 2,7% ed

una sostanziale stabilità in valore. La contrazione del 2005 tuttavia si inserisce in un

fase di involuzione che ha interessato il collocamento del vino francese sui mercati

esteri nel corso degli ultimi cinque anni. Questa è seguita ad un periodo di forte

espansione, iniziato nel 1995 e culminato nel 2000, durante il quale l’export è cre-

sciuto ad un ritmo di 1 milione di ettolitri all’anno, raggiungendo il picco di 16,4 mi-

lioni di ettolitri in volume. Nel quinquennio successivo si è verificata invece una con-

trazione che in misura più consistente è stata accusata proprio dai V.Q.P.R.D.

I vini a denominazione di origine hanno infatti perso in quantità il 23% rispetto ai

volumi esportati nel 2000, mentre per tutte le categorie di vino il calo complessivo è

stato del 15%.

In particolare, all’interno della categoria dei V.Q.P.R.D., la flessione ha colpito i vini

fermi, scesi da 7,2 a 5,5 milioni di ettolitri, mentre lo Champagne ha mantenuto la pro-

pria quota, garantita da un flusso di esportazioni che si è stabilizzato sopra i 900 mila

ettolitri l’anno. In ragione di un calo inferiore, i volumi di esportazione dei vini da tavo-

la e dei Vins de Pays hanno superato quelle dei vini a denominazione di origine. Osser-

vando il fatturato all’export delle V.Q.P.R.D. nel periodo 2000-2005, solo la crescita

dello Champagne (+13%) ha permesso di compensare gli effetti del calo a valori cor-

renti accusato da tutte altre denominazioni di origine, che è stato pari all’8%.

164

Tabella 4.3 - Le esportazioni francesi di vino nel periodo 2000-2005(.000 hl)

.000hl2000 2001 2002 2003 2004 2005

Champagne 988 810 860 873 928 939

Altri V.Q.P.R.D. 7.288 6.968 6.811 6.270 5.576 5.577

Totale V.Q.P.R.D. 8.276 7.778 7.671 7.143 6.504 6.516

Vins de Pays e Vini da tavola comuni 8.074 7.607 7.691 8.030 7.646 7.256

Altri vini (inclusi Cognac e Armagnac) 76 90 68 65 61 60

Totale Vini 16.426 15.475 15.430 15.238 14.211 13.832

Fonte: INAO; Vinflhor su dati UBIFRANCE

Tabella 4.4 - Le esportazioni francesi di vino nel periodo 2000-2005(milioni di euro)

Mln €€2000 2001 2002 2003 2004 2005

Champagne 1.656 1.470 1.544 1.612 1.756 1.867

Altri V.Q.P.R.D. 2.840 3.064 3.047 2.979 2.616 2.612

Totale V.Q.P.R.D. 4.496 4.534 4.591 4.591 4.372 4.479

Vins de Pays e Vini da tavola comuni 1.049 1.133 1.152 1.171 1.158 1.086

Altri vini (inclusi Cognac e Armagnac) 26 28 28 28 28 28

Totale Vini 5.571 5.695 5.771 5.790 5.558 5.593

Fonte: INAO; Vinflhor su dati UBIFRANCE

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165

La dinamica delle esportazioni tra il 2000 e il 2005 ha prodotto una ridistribuzio-

ne delle quote dell’export tra le diverse categorie di vino. La quota in volume dei vini

da tavola è infatti salita dal 49 al 53%, mentre quella delle AOC, ad esclusione dello

Champagne, è passata dal 45 al 40%. In termini di valori correnti i vini da tavola in-

vece hanno mantenuto un quota compresa tra il 19 e il 20% sul totale dell’export,

mentre per i V.Q.P.R.D diversi dallo Champagne si è registrato una calo dal 51 al

47%. In crescita in valore risulta infine la quota dello Champagne.

Figura 4.3 - Le esportazioni francesi di vino VQPRD e da tavola nel periodo 1995-2005

Fonte: INAO; Vinflhor su dati UBIFRANCE

1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 20050

1.000

2.000

3.000

4.000

5.000

6.000

7.000

8,000

9.000

10.000

000

hl

V.Q.P.R.D.

Vini da tavola

Tabella 4.5 - Le esportazioni francesi di vino per Paese di destinazione (2005)

Var. Var..000 hl % 05/04 (%) Mln. €€ % 05/04 (%)

Regno Unito 2.932 21,2 -5,5 1.210 21,6 -1,6

Germania 2.453 17,7 -7,8 622 11,1 -8,5

Belgio 1.675 12,1 0,7 536 9,6 -2,9

Olanda 1.329 9,6 -6,8 319 5,7 -4,2

USA 985 7,1 3,8 876 15,7 6,3

Giappone 616 4,5 -3,2 361 6,5 -4,9

Canada 575 4,2 0,8 212 3,8 2,5

Altri 3.267 23,6 0,9 1.458 26,1 6,9

Totale 13.832 100 2,6 5.594 100 0,4

Fonte: INAO; Vinflhor su dati UBIFRANCE

creo
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4.1.3.4. I consumi di vino in Francia e la domanda di V.Q.P.R.D.Rispetto agli anni ’60 il consumo pro-capite in Francia, pur rimanendo il più ele-

vato in Europa, si è dimezzato scendendo da 100 a poco più di 50 litri all’anno (OIV;

Organizzazione Internazionale della Vigna e del Vino).

Un calo di questa portata è la conseguenza del cambiamento delle abitudini ali-

mentari, comune anche ad altri Paesi europei dove il consumo di vino è maggiormen-

te radicato. Uno dei segnali di questo mutamento è stata l’affermazione nei mercati

dei Paesi mediterranei di bevande alcoliche alternative, prima fra tutte la birra, tradi-

zionalmente più diffuse nel Nord Europa. La modificazione degli stili di vita ha d’al-

tra parte ridotto la frequenza del consumo di vino, considerato di meno come elemen-

to integrante dell’alimentazione come lo era in passato.

Gli effetti di tale cambiamento si manifestano non solo nella diminuzione del to-

tale degli acquirenti ma, soprattutto, di quella dei consumatori abituali che utilizzano

il vino regolarmente, come accompagnamento dei pasti quotidiani.

I risultati di una ricerca di mercato pubblicata nel rapporto annuale Vinflhor-Oni-

vins-INRA (2005) indicano una forte riduzione dei consumatori di vino che nel perio-

do compreso tra il 1985 e il 2005 sono scesi dal 74% al 62% della popolazione di età

superiore ai quattordici anni. A fronte di questo calo, la fascia dei consumatori abitua-

li, che solo vent’anni prima rappresentavano più della metà dell’intera popolazione, è

diminuita in misura ancora più consistente, scendendo al 21%.

La contrazione dei consumi è stata accompagnata tuttavia da una maggiore richiesta

di vino di qualità, come prova l’evoluzione della domanda dei V.Q.P.R.D. La quota di

mercato rappresentata dalle denominazioni di origine è infatti salita nel medesimo perio-

do dal 10 a circa il 50% del totale delle richieste di vino. La trasformazione dell’immagi-

ne del vino, non più concepito esclusivamente come un semplice alimento, ha quindi

contribuito allo sviluppo della produzione di qualità, alimentando la domanda per il pro-

dotto certificato. La conseguenza di questo cambiamento nell’approccio dei consumatori

è una più diffusa conoscenza dei marchi di origine. La stessa indagine stima che la quota

dei consumatori che conoscono il significato del marchio AOC è cresciuto nel giro di

dieci anni dal 40% al 58% della popolazione francese. Tra questi, quasi due terzi sono in

grado di fornire anche esempi di vini riconosciuti come AOC, citando correttamente al-

cune denominazioni di origine. Il grado di consapevolezza relativamente alla classifica-

zione Vins de Pays è meno diffuso dal momento che, nonostante il 79% del campione in-

terpellato ha dichiarato di averne sentito almeno parlare, meno del 20% è in grado di for-

nire correttamente esempi concreti di indicazioni di origine, confondendo spesso le due

categorie. I marchi di origine sono in ogni caso più conosciuti dei marchi privati delle

cantine, la cui conoscenza è ristretta a pochi nomi di grandi produttori.

4.1.3.5. I consumi domestici e la disponibilità di spesa per i V.Q.P. R.D.I risultati delle indagini relative alla conoscenza dei marchi di origine dei vini tro-

vano corrispondenza con le ricerche demoscopiche sulla composizione dei consumi

domestici delle famiglie francesi (TNS, Secodip 2004).

166

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167

Per quanto riguarda i vini fermi, le indagini campionarie condotte su un panel di

7.500 famiglie, indicano una netta preferenza per i V.Q.P.R.D., acquistati almeno una

volta nel corso del 2004 dall’82% delle famiglie francesi. Il consumo medio di vini a

denominazione di origine entro le mura domestiche si attesta intorno ai 25,5 litri per

nucleo familiare.

La percentuale delle famiglie che acquistano almeno una volta i Vins de Pays e i

vini comuni da tavola è di molto inferiore, e pari rispettivamente al 45% e al 42% del

totale, mentre le quantità consumate sono comprese tra i 20 e i 18 litri per famiglia al-

l’anno.

Tra i vini frizzanti è in assoluto lo “Champagne” a riscuotere il maggiore favore,

essendo acquistato almeno una volta all’anno dal 30% delle famiglie. Seguono piutto-

sto distanziate le altre AOC (19%) e gli altri vini spumanti non qualificati da denomi-

nazioni di origine (17%).

I consumi medi per famiglia mostrano ordini di grandezza ben diversi rispetto al

grado di penetrazione, con quantitativi che vanno dai 4 litri per lo Champagne ai 7

per tutti gli altri vini frizzanti. La maggiore richiesta di vini di qualità, tuttavia, si ac-

compagna anche alla disponibilità a spendere cifre molto più consistenti per le AOC

rispetto alle altre categorie di vino.

Il prezzo medio per i V.Q.P.R.D. è pari a 3,71 euro al litro, mentre la cifra

complessiva annua spesa è di 95 euro per famiglia, ovvero più del triplo della

spesa sostenuta per vini comuni da tavola da tavola, pari a 27 euro. Per i Vins dei

Pays il “budget” dedicato scende a 37 euro, per una spesa media di circa 1,80 eu-

ro al litro.

La qualità percepita dello Champagne, oltre che la sua notorietà su scala mondia-

le, porta la disponibilità di spesa per questa AOC ad 80 euro all’anno rispetto ai circa

20 euro riservati agli altri vini frizzanti. Le famiglie sono disposte a pagare un prezzo

di oltre 17 euro al litro per lo Champagne e di 7 euro per le altre AOC, mentre per i

vini frizzanti di qualità inferiore la spesa media scende a 2,80 euro al litro.

Tabella 4.6 - Gli acquisti di vino delle famiglie francesi per il consumo domestico (2004)

Famiglie Acquisto per Prezzo Spesa acquirenti (%) famiglia (lt/anno) medio (€/lt) totale (€)

V.Q.P.R.D. 81,9 25,5 3,71 94,7

Vins de Pays 45,4 20,4 1,83 37,4

Vini da tavola 41,8 18 1,50 26,9

Totale vini tranquilli 88,4 45,1 2,74 123,4Champagne 30,4 4,4 17,44 80

Altri spumanti AOC 19,1 3,9 5,99 23,7

Altri spumanti 17,5 6,9 2,78 19,2

Totale vini frizzanti 50,4 7,0 9,32 64,8

Fonte: Vinflhor su dati TNS Secodip

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4.2 La Germania

4.2.1. Le attestazioni di origine dei vini in Germania: i “Landwein” e i “Qualität-swein”

L’ordinamento tedesco ha disposto una suddivisione del territorio in unità geogra-

fiche più o meno ristrette che fornisce il riferimento alla classificazione qualitativa dei

V.Q.P.R.D, corrispondenti alla categoria dei Qualitatswein, e dei vini da tavola ad indi-

cazione geografica. Tra i vini da tavola (Tafelwein) che possono riportare in etichetta

l’origine, rientrano i Deutscher Tafelwein ottenuti con uve provenienti da una delle

cinque regioni designate. Queste aree sono a loro volta suddivise in 19 sub-regioni a

cui fanno riferimento le indicazioni geografiche dei Landwein, vini da tavola di qualità

superiore così come lo sono, ad esempio, le IGT in Italia o i Vins de Pays in Francia.

Alle denominazioni dei Qualitätswein corrisponde invece una suddivisione del

territorio in 13 regioni viticole specifiche (Anbaugebiete) le quali comprendono 39

distretti (Bereich) identificati sulla base dell’omogeneità delle caratteristiche pedocli-

matiche. All’interno delle regioni specifiche sono individuati, infine, 167 comprensori

(Grosslage), su cui insistono un numero limitato di aziende oltre che diverse centinaia

di siti individuali (Einzellage).

La gamma dei V.Q.P.R.D. tedeschi, le cui denominazioni indicano una delle zone

di origine sopra elencate, comprende la categoria dei Qualitätswein bestimmter An-

baugebiete (QbA, Vini di qualità da regioni specifiche) e quella dei Qualitätswein mit

Pradikät (QmP, Vini di qualità con caratteristiche particolari). I primi sono i vini pro-

dotti nelle regioni specifiche riconosciute dalla legge tedesca, mentre i QmP proven-

gono da uno dei distretti in cui le regioni specifiche sono a loro volta ripartite. Sia per

Qualitätswein sia per i Landwein è prevista la possibilità di utilizzare una quantità

minima di uve della medesima varietà o della stessa vendemmia dichiarata in etichet-

ta pari all’85% del totale.

Fino al 1993, inoltre, non esistevano standard relativi alle rese massime consenti-

te. Per le varietà utilizzate nei QbA questi sono stati fissati considerando la media

delle rese per ettaro dei dieci anni precedenti, mentre, solo a partire dal 2000, si sono

previsti vincoli più restrittivi per i vini di qualità che si fregiano della menzione parti-

colare “Selezione”, attribuita a quei V.Q.P.R.D. che rispondono a standard qualitativi

più elevati.

Oltre che all’estensione dell’area di provenienza, la principale differenza esistente

tra i vini da tavola e i V.Q.P.R.D. consiste nei differenti limiti ai processi di concentra-

zione o di zuccheraggio dei mosti e dei vini in fermentazione, cui si ricorre per au-

mentarne artificialmente il titolo alcolometrico potenziale.

A questo proposito è opportuno premettere che nel processo di implementazione

dei regolamenti comunitari, uno degli aspetti più dibattuti è stata la disciplina delle

pratiche enologiche di arricchimento largamente utilizzate nel Nord Europa ed in par-

ticolare in Germania. Infatti, per le più rigide condizioni climatiche, le uve prodotte

168

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169

in molte regioni dell’Europa settentrionale non raggiungono la piena maturazione

rendendo necessari procedimenti volti a incrementarne il contenuto zuccherino e ad

ottenere così un vino con un’adeguata gradazione alcolica.

Per questo motivo il Reg 1493/99, relativamente alle possibilità di ricorrere al-

l’aggiunta di zucchero ai mosti, ha previsto vincoli meno restrittivi per i produttori

dell’area viticola classificata come zona A, nella quale ricade tutto il territorio della

Germania con la sola eccezione della regione specifica Baden. Nelle regioni viticole

che rientrano in queste zone, i regolamenti comunitari consentono, inoltre, l’arricchi-

mento non solo mediante il ricorso a mosti concentrati o rettificati, ma anche tramite

l’utilizzo di saccarosio, che è al contrario vietato negli altri Paesi europei.

L’ordinamento tedesco ha scelto di adottare per i vini di qualità parametri più

stringenti rispetto a quelli previsti per i comuni vini da tavola, escludendo tuttavia

qualsiasi operazione di arricchimento limitatamente ai soli QmP. Per i Landwein è

stato così fissato come limite a questa pratica un valore minimo del titolo alcolometri-

co naturale presente nei mosti pari a 5,5% vol. (6,5% vol. nella regione specifica Ba-

den). La soglia per la categoria dei QbA differisce invece secondo la regione di pro-

duzione e la varietà delle uve utilizzate.

Allo scopo di introdurre una maggiore differenziazione basata sulla provenienza

del vino, oltre che sulla limitazioni ai processi di arricchimento, la legge tedesca ha

creato nel 1994, all’interno della famiglia dei V.Q.P.R.D. la categoria dei Qualität-

swein garantierten Ursprung (QgU - Vini di origine garantita). Per questi vini viene

riconosciuto un più stretto legame con l’area di origine e anche per questo sono sotto-

posti a controlli di tipo sensoriale ed analitico più rigorosi. Si tratta di prodotti prove-

nienti da specifici distretti o da vigneti selezionati all’interno di tali territori, le cui ca-

ratteristiche conferiscono al vino un profilo organolettico particolare.

A partire dalla vendemmia del 2000 sono state inoltre introdotte le menzioni

“Classico” (Classic) e “Selezione” (Selection) che, riportate in etichetta immediata-

mente dopo la denominazione di origine, forniscono ulteriori garanzie al consumato-

re. Nella categoria “Classico” rientrano vini secchi con un determinato rapporto di

acidità e residuo zuccherino, prodotti da uve dal titolo alcolometrico più elevato ri-

spetto ai minimi prescritti per gli altri vini e provenienti da varietà registrate come ti-

piche delle 13 regioni specifiche nelle quali sono prodotti. L’attributo “Selezione” è

riservato invece ai vini di particolare pregio che per raggiungere la piena maturità ne-

cessitano di un periodo minimo di affinamento in bottiglia. L’area di produzione è li-

mitata a vigneti selezionati per la loro particolare esposizione e per le caratteristiche

del clima e dei terreni. La resa massima è prescritta in 60 hl per ettaro, mentre il con-

tenuto alcolometrico naturale delle uve, di varietà tipiche del territorio, non può esse-

re inferiore ai 12% vol.

Le etichette dei QmP devono infine riportare particolari menzioni che fanno ri-

ferimento al diverso grado di maturazione delle uve e al differente periodo o tecnica

di raccolta: Kabinett, Spätlese, Auslese, Beerenauslese, Eiswein e Trockenbeere-

nauslese.

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Il termine Kabinett è utilizzato, ad esempio, per i prodotti ottenuti da uve raccolte

durante il normale periodo di vendemmia, mentre Spätlese si riferisce ad una raccolta

più tardiva, condotta all’ultimo stadio di maturazione delle uve. L’attributo Beere-

nauslese contraddistingue invece i vini da uve prodotte in condizioni microclimatiche

particolari e per questo soggette al fenomeno naturale della “botrizzazione” che ne

provoca la sovramaturazione, conferendo al prodotto finito intensità ed aromi unici.

Una tecnica di raccolta delle uve che rappresenta una particolarità quasi esclusiva dei

Paesi nordici è quella adottata invece per gli Eiswein. In questi casi la vendemmia av-

viene in inverno inoltrato quando le uve sono ghiacciate allo scopo di ottenere un vi-

no con un elevato residuo zuccherino e dagli aromi particolarmente concentrati.

4.2.2 Il sistema dei controlli dei vini di qualità in Germania

I vini di qualità tedeschi prima della loro immissione in commercio sono sottopo-

sti a controlli di tipo analitico e organolettico per verificarne la rispondenza agli stan-

dard prescritti dai rispettivi disciplinari. L’organismo incaricato a gestire il sistema di

controllo dei vini a denominazione di origine è DLG (Deutsche Landwirtschaft Ge-

sellschaft) tra le cui funzione rientra anche la promozione delle politiche di valorizza-

zione e certificazione della qualità dei prodotti alimentari. L’organismo è inoltre ac-

creditato per rilasciare certificati di conformità agli standard internazionali per i mac-

chinari agricoli e rilascia certificazioni di qualità ai prodotti utilizzati nelle aziende

agricole e zootecniche (mangimi, prodotti disinfettati, fertilizzanti), che attestano la

rispondenza a specifici requisiti.

Per quanto riguarda i vini, i controlli consistono in una serie di test condotti da un

panel indipendente di esperti del settore che valutano se il prodotto per origine, varie-

tà delle uve e caratteristiche organolettiche è conforme agli standard richiesti dalla

denominazione e stabiliti nel disciplinare per l’attribuzione del marchio di qualità. Se

uno di questi parametri non viene soddisfatto, il vino perde il diritto alla denomina-

zione e rimandato ad un successivo esame. Diversamente, il test procede con una se-

duta di degustazione durante la quale si procede ad un più approfondito esame del

prodotto per valutarne le caratteristiche visive, olfattive e gustative. Per superare il

test il vino deve ottenere un punteggio minimo complessivo pari a 1,5 punti, su un

massimo di 5. In tal caso al produttore viene rilasciato il diritto di apporre sulle botti-

glie immesse in commercio un marchio che riporta il numero di codice del test di

qualità (A.P-Nr.) ed il logo del DLG e che attesta l’esito positivo dei controlli. Alcuni

vini possono poi fregiarsi di ulteriori riconoscimenti qualora il risultato dei test sia

stato particolarmente elevato.

4.2.3 Il mercato dei V.Q.P.R.D. in Germania4.2.3.1 La localizzazione delle regioni viticolePer estensione della superficie vitata la Germania è il primo dei Paesi dell’area

settentrionale della Ue tra i quali solo l’Ungheria ne contende il primato. Il patrimo-

170

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171

nio viticolo è costituito da 102 mila ettari di vigneti, esclusivamente destinati alla pro-

duzione di uve da vino e per due terzi costituiti da varietà a bacca bianca. Di queste le

più diffuse sono il Riesling renano, il Muller-Thurgau e il Silvaner che rappresentano

il 40% della superficie complessiva.

La viticoltura è concentrata in particolare negli stati federati sud-occidentali

del Rheinland-Pfalz e del Baden Wurttenberg e in particolare nei comprensori

marcati dal fiume Reno e dalla Mosella. Le prime quattro regioni viticole che rica-

dono all’interno di questo territorio rappresentano complessivamente i tre quarti

della superficie vitata tedesca. Le principali per estensione sono la regione del

Rheinhessen, che conta un totale di 26 mila ettari a vigneto, e il Pfalz con poco più

di 23 mila ettari. A queste seguono la regione specifica del Baden e quella del Mo-

sel-Saar-Ruwer.

Figura 4.4 - La superficie vitata in produzione in Germania nel periodo 1995-2004

Fonte: Deutsches Weininstitut – Satistisches Bundesamt

1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004

0

20.000

40.000

60.000

80.000

100.000

120.000

etta

ri

Ad oriente del comprensorio del Reno le principali regioni viticole sono per

estensione il Wuttemberg, che vanta 11 mila ettari a vigneto e la Franconia (Franken)

situata nella parte nord della Baviera. Il confine settentrionale della viticoltura tedesca

è invece rappresentato dalle due regioni viticole Sachsen e Saale Unstrut, localizzate

rispettivamente ai confini tra la Sassonia e il Brandeburgo e nei dintorni della città di

Lipsia, arrivando a sommare un totale di poco più di 1.000 ettari.

creo
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4.2.3.2. La superficie vitata e la produzione per attestazione di origineNel 2004 dei 102 mila ettari di superficie vitata circa 98.400 erano in produzione,

mentre la produzione di vino nello stesso anno si è attestata sui 10 milioni di ettolitri.

Se si guarda alla dinamica della superfici produttive nell’arco degli ultimi dieci anni,

si rileva un calo del 5%, pari a 4.800 ettari, che si è distribuito in modo pressoché re-

golare nel corso del periodo.

Tuttavia, alla perdita della superficie produttiva non è corrisposta una contrazione

altrettanto lineare della produzione di vino. Nel 2004 il volume di produzione è risul-

tato, infatti, inferiore solo al massimo raggiunto nel 1999, pari a 12 milioni di ettoli-

tri. All’inizio del periodo considerato, durante il quale la superficie a vigneto ha rag-

giunto la sua massima estensione, la produzione al contrario si è mantenuta media-

mente intorno agli 8,5 milioni di ettolitri. L’accentuata variabilità delle rese è deter-

minata principalmente dall’influenza dei fattori climatici che a simili latitudini, anco-

ra più che altrove, determina i risultati quantitativi e qualitativi delle vendemmie. Ne

è una prova l’altrettanto forte variabilità riferibile alle quote di produzione delle cate-

gorie dei V.Q.P.R.D.

Sui 10 milioni di ettolitri di vino prodotti nel 2004, ben il 94% era classificato

come V.Q.P.R.D. I dati disponibili mostrano che nel periodo 2001-2004 questa

quota si è mantenuta complessivamente stabile, mentre quella relativa ai vini da ta-

vola è rimasta compresa tra un minimo del 3% ed un massimo del 6% (Deutsches

172

Tabella 4.7 - Distribuzione delle superfici vitate e della produzione di vino per regione e attestazione diorigine in Germania - (2004)

Totale superficie vitata TW QbA QmPha % .000 hl % .000 hl % .000 hl %

Rheinhesse 26.177 25,6 292 49,8 1.725 25,1 607 23,8

Pfalz 23.413 22,9 132 22,6 1.523 22,2 403 15,8

Baden 15.977 15,6 9 1,5 825 12,0 488 19,1

Wurttemberg 11.522 11,3 4 0,7 1.027 14,9 185 7,3

Mosel-Saar-Ruwer 9.266 9,1 141 24,0 1.180 17,2 323 12,7

Franken 6.051 5,9 2 0,4 174 2,5 251 9,8

Nahe 4.145 4,1 4 0,6 181 2,6 106 4,2

Rheingau 3.137 3,1 0 0,0 111 1,6 148 5,8

Saale-Unstrut 654 0,6 0 0,0 31 0,5 5 0,2

Ahar 538 0,5 2 0,3 41 0,6 2 0,1

Mittelrhein 472 0,5 0 0,1 20 0,3 13 0,5

Hessische Bergstrasse 441 0,4 0 0,0 22 0,3 12 0,5

Sachsen 416 0,4 0 0,0 8 0,1 8 0,3

Totale 102.209 100,0 586,5 100,0 6.867,6 100,0 2.552,4 100,0

Fonte: Deutsches Weininstitut – Satistisches Bundesamt

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173

Weininstitut). Notevoli differenze tra un anno e l’altro, per i motivi sopra esposti,

possono tuttavia intervenire relativamente all’incidenza dei vini classificati come

QmP (Pradikatswein) e QbA (Qualitatswein) che compongono la famiglia dei

V.Q.P.R.D.

In annate caratterizzate da un andamento climatico “normale” i Pradikatswein,

Tabella 4.8 - Distribuzione della produzione di vino da tavola e a denominazione di origine in Germa-nia (2001-2004)

2001 2002 2003 2004.000 hl % .000 hl % .000 hl % .000 hl %

Qualitatswein bestimmter

Anbaugebiete 6.085 68,4 6.530 66,1 3.611 44,5 6.868 68,6

Qualitatswein mit Pradikat 2.422 27,2 2.732 27,6 4.251 52,4 2.552 25,5

V.Q.P.R.D. 8.507 95,7 9.262 93,7 7.862 96,9 9.420 94,1

Vino da tavola (Tafelwein) 384 4,3 623 6,3 248 3,1 587 5,9

Totale vini 8.891 100,0 9.885 100,0 8.110 100,0 10.007 100,0QbA-bianchi 3.545 58,4 3.314 52,1 1.757 32,5 3.390 56,2

QmP-bianchi 2.166 35,7 2.458 38,6 3.410 63,2 2.118 35,1

Vino da tavola bianco 359 5,9 592 9,3 230 4,3 526 8,7

Totale bianchi 6.071 100,0 6.364 100,0 5.397 100,0 6.034 100,0QbA-rossi 2.539 90,0 3.216 91,3 1.854 68,3 3.478 87,5

QmP-rossi 256 9,1 274 7,8 841 31,0 435 10,9

Vino da tavola rosso 25 0,9 31 0,9 18 0,7 60 1,5

Totale rossi 2.820 100,0 3.521 100,0 2.713 100,0 3.973 100,0

Fonte: Deutsches Weininstitut – Satistisches Bundesamt

assimilabili alle Docg italiane, costituiscono dal 25% al 27% della produzione di

vino complessiva. Tra il 2002 e il 2003 la produzione è tuttavia balzata da poco

più 2,7 milioni ad oltre 4,2 milioni di ettolitri, corrispondente al 52% del totale

prodotto, per poi rientrare nell’anno successivo a 2,5 milioni di ettolitri. Il picco

nella produzione di QmP raggiunto nel 2003 è legato al clima di quell’annata che

ha favorito in molte aree viticole la piena maturazione delle uve, pur provocando

una diminuzione generale delle rese. Ciò ha determinato un calo della produzione

complessiva di vino, ma ha anche consentito ad una gran quantità di vino – prece-

dentemente classificato come QbA - di poter accedere alla categoria di QmP, per il

maggiore contenuto naturale di zucchero delle uve raccolte. Per questi ultimi, in-

fatti, non sono ammesse pratiche di arricchimento a cui al contrario si fa normal-

mente ricorso per aumentare la gradazione dei vini che rientrano nelle altre cate-

gorie.

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4.2.3.3. Le esportazioniLe esportazioni di vino costituiscono un importante quota di mercato per l’indu-

stria vitivinicola tedesca. La domanda estera assorbe infatti non meno del 25% della

produzione annua.

Nel 2004 le esportazioni si sono attestate sui 2,55 milioni di ettolitri, in crescita

dell’1% circa sull’anno precedente, per un controvalore di 432 milioni di euro

(+1,4%). In volume i vini classificati come QbA hanno venduto all’estero 1,53 milio-

ni di ettolitri, pari al 60% del totale dell’export, producendo un fatturato di 289 milio-

ni di euro.

A fronte di questo flusso di esportazioni, nello stesso anno sono stati acquistati

dall’estero poco più di 13 milioni di ettolitri, che corrispondono ai due terzi dei con-

sumi interni. Nonostante una condizione di autoapprovvigionamento largamente defi-

citaria, il crescente interesse dei consumatori esteri ha contribuito a sostenere questo

comunque consistente flusso di export.

L’immagine del prodotto tedesco ha, infatti, acquistato credito su molti mercati

esteri grazie soprattutto al gradimento riscosso dai vini ottenuti da varietà di uve a

bacca bianca, prime fra tutte il Riesling Renano, che in Germania hanno trovato il lo-

ro territorio di elezione e che hanno funzionato da traino anche per altri prodotti di

media e alta qualità.

Compatibilmente con le fluttuazioni annue della produzione, la dinamica delle

vendite all’estero mostra una crescita rispetto ai volumi di fine anni ’90 di circa 400

mila ettolitri (+19%). Il 2004 ha visto un consolidamento della posizione raggiunta,

grazie alla crescita dei principali mercati di sbocco.

174

Figura 4.5 - La produzione di vino in Germania per tipologia (2001-2004)

Fonte: Deutsches Weininstitut – Satistisches Bundesamt

2001 2002 2003 2004

0

1.000

2.000

3.000

4.000

5.000

6.000

7.000

Qualitatswein bestimmterAnbaugebiete

Qualitatswein mit Pradikat

Vino da tavola (Tafelwein)

000

hl

6.085

2.422

384

6.530

2.732

623

3.611

4.251

248

2.552

587

6.868

creo
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175

I primi tre Paesi di destinazione costituiscono il 60% dell’intero volume delle

vendite all’estero. Con 971 mila ettolitri il Regno Unito è l’acquirente più importante

di vino tedesco, seguito dall’Olanda a cui sono destinati 380 mila ettolitri, e dagli Sta-

ti Uniti. In termini monetari i tre mercati valgono 239 milioni di euro, più della metà

dell’intero valore dell’export. La crescita delle vendite in questi Paesi (+5%) ha com-

pensato il calo accusato su mercati meno importanti come la Francia, la Svezia e il

Giappone.

Figura 4.6 - Le esportazioni tedesche di vino nel periodo 1995-2004(.000 di hl)

Fonte: Deutsches Weininstitut – Verband Deutscher Weinexporteure

1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 20040

500

1.000

1.500

2.000

2.500

3.000

000

hl

Tabella 4.9 - Le esportazioni tedesche di vino per Paese di destinazione (2004)

.000 hl % Var. 04/03 (%) Mln. €€ % Var. 04/03 (%)Regno Unito 971 38,1 4,1 125,9 29,2 4,7

Olanda 381 14,9 7,1 48,9 11,3 23,4

USA 196 7,7 13,3 64,5 14,9 0,4

Svezia 144 5,6 -6,9 19,5 4,5 -17,2

Francia 112 4,4 -12,8 17,7 4,1 -17,0

Danimarca 72 2,8 9,4 8,8 2,0 30,4

Norvegia 65 2,5 7,4 13,0 3,0 16,5

Altri 609 23,9 -7,8 133,4 30,9 -3,9

Totale 2.549 100,0 0,7 431,7 100,0 1,4

Fonte: Deutsches Weininstitut – Verband Deutscher Weinexporteure

creo
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4.2.3.4 Le importazioni di vinoL’evoluzione della domanda dell’ultimo decennio ha alimentato una forte richie-

sta dall’estero tanto che la Germania è diventata il primo Paese per importazioni

mondiali di vino, oltre che il quarto mercato per volumi di consumo. Le importazioni

nello stesso periodo sono cresciute del 25%, raggiungendo nel 2005 i 13,5 milioni di

ettolitri.

In volume i vini rossi costituiscono il 50% dell’import, per un totale di 6,7 mi-

lioni di ettolitri, mentre i vini bianchi con 4,9 milioni di ettolitri ne rappresentano

poco più di un terzo. La quota rimanente si distribuisce tra la tipologia dei vini

fortificati48 e aromatizzati (8%) e quella degli spumanti (6%). Sul totale dei vini

fermi e frizzanti prevale il prodotto comunitario classificato come vino comune da

tavola o i vini extracomunitari che non trovano una corrispondente classificazione

nelle categorie dei V.Q.P.R.D. Con un totale di 8,5 milioni di ettolitri, i vini da ta-

vola rappresentano il 63% dell’import totale e circa i tre quarti dei soli vini fermi o

frizzanti.

176

Tabella 4.10 - Le importazioni tedesche di vino per tipo e attestazione di origine (2005)

Var. 05/04 Var. 05/04 .000 hl % (%) Mln. €€ % (%)

Qualitaswein 3.122 23,1 -1,9 692 37,3 -4,8

Vini da tavola 8.538 63,2 16,5 746 40,1 10,6

Totale vini tranquilli-frizzanti 11.661 86,4 10,9 1.438 77,4 2,6Spumanti 779 5,8 -2,7 289 15,6 -2,1

Altri vini 1.061 7,9 -12,9 131 7,0 -1,9

Totale 13.500 100,0 7,8 1.858 100,0 1,5

Fonte: Deutsches Weininstitut – Verband Deutscher Weinexporteure

La quota relativamente bassa dei V.Q.P.R.D. sembrerebbe dimostrare una mi-

nore consapevolezza o considerazione da parte dei consumatori dei sistemi di

classificazione e dei marchi di origine adottati dagli altri Paesi comunitari, rispet-

to ad esempio alle indicazioni che possano richiamare la provenienza del prodot-

to. Lo dimostrerebbe anche il successo che stanno riscuotendo sul mercato tede-

sco i vini prodotti nelle aree vitivinicole più importanti al di fuori del continente

europeo, quali il Cile, la California, l’Australia e il Sud Africa che non riportano

in etichetta termini o marchi equivalenti alle attestazioni di origine comunitarie

(Hoffmann, 2005). Seppure la loro incidenza si attesti al 13%, sono i prodotti

provenienti da questi Paesi a mostrare i margini di crescita più elevati in confron-

to di quelli europei.

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177

4.2.3.5. I consumi domestici di vino la disponibilità di spesa per i V.Q.P.R.D.La domanda di vino in Germania ha conosciuto negli ultimi dieci anni una forte

espansione che è avvenuta in particolare nella seconda metà degli anni ‘90. Il mercato

tedesco ha goduto infatti di margini di crescita superiori rispetto ai Paesi europei, in

cui il consumo è per costume e tradizione molto più elevato, ma che stanno scontando

una fase di minore dinamicità legata alla maturità del settore e al mutamento degli sti-

li di alimentazione.

Tabella 4.11 - Le importazioni di vino in Germania per Paese di provenienza (2005)

.000 hl % Var. 05/04 (%) Mln. €€ % Var. 05/04 (%)Italia 5.029 37,3 6,6 622 34 2,6

Spagna 2.667 19,8 33,9 271 14,8 8,9

Francia 2.393 17,7 -8,9 560 30,6 -5,3

Cile 628 4,7 37,1 48 2,6 37,7

USA 480 3,6 6,4 75 4,1 -17,5

Macedonia 366 2,7 20,8 13 0,7 13,5

Austria 328 2,4 -22,4 32 1,7 -7,3

Australia 320 2,4 37,8 46 2,5 23,7

Sud Africa 242 1,8 30 36 2 25,6

Altri 1.047 7,8 -8,2 129 7 -5,9

Totale 13.500 100,0 7,8 1.831 100,0 1,5

Fonte: Deutsches Weininstitut – Verband Deutscher Weinexporteure

Figura 4.7 - I consumi pro-capite di vino in Germania nel periodo 1995-2004

Fonte: OIV

1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 20040

5

10

15

20

25

30

Litri

pro

-cap

ite

creo
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Dal 1995 al 2000 i volumi destinati al consumo in Germania sono saliti da 18,5 a

20 milioni di ettolitri (OIV), con un aumento dei consumi pro-capite di circa 1,8 litri.

Dal 2001 al 2004, invece, il mercato si è stabilizzato sui medesimi livelli e il consumo

medio è rimasto intorno ai 24,5 litri.

A fronte di queste tendenze della domanda di vino, si è registrato una sensibile

diminuzione nei consumi di birra che tuttavia - con circa 116 litri per abitante - conti-

nua ad essere la bevanda “nazionale” e dunque quella più richiesta. Questa dinamica

è speculare a quella che si è verificata in Francia, in Italia o in Spagna, dove il consu-

mo pro-capite di vino ha subito un ridimensionamento che ha favorito lo sviluppo

delle bevande tradizionalmente più consumate nel Nord Europa.

178

Tabella 4.12 - Consumo pro-capite di bevande alcoliche in Germania (2000-2004)

Litri/anno2000 2001 2002 2003 2004

Vini tranquilli 20,2 20,0 20,6 20,5 20,6

Vini spumanti 4,3 4,3 4,0 3,9 3,9

Totale Vino 24,5 24,3 24,6 24,4 24,5Birra 125,3 122,4 121,5 117,7 115,8

Superalcolici 5,8 5,8 5,9 5,9 5,8

Totale bevande alcoliche 154,2 152,2 151,6 147,2 145,6

Fonte: OIV; Deutsches Weininstitut – Verbande der Getranke-Industrie

Anche la distribuzione in valore degli acquisti di bevande alcoliche da parte delle

famiglie tedesche si è modificata, portando ad un sensibile aumento della disponibili-

tà di spesa per vini (Deutsches Weininsititut, GfK Haushaltpanels). Mentre l’inciden-

za degli acquisiti di birra è scesa nel corso degli ultimi dieci anni dal 35% al 30% del-

l’intero valore, quella dei vini è passata dal 37 al 40%. In particolare, l’aumento è do-

vuto ai vini fermi e frizzanti, che ha più che compensato la diminuzione della quota

degli spumanti, scesa dal 10% a poco meno del 9%.

In termini assoluti, si stima che nel 2004 le famiglie tedesche abbiano speso per il

consumo domestico di vino circa 4,2 miliardi di euro, dei quali 900 milioni destinati

all’acquisto di spumanti. La spesa per birra e superalcolici è invece ammontata rispet-

tivamente a 3,1 e 2,6 miliardi di euro.

Le medesime indagini di mercato, condotte su panel rappresentativi di famiglie,

indicano che quasi il 98% degli acquisti di vino tedesco (escluso il prodotto di impor-

tazione) è costituito da vini qualificati come V.Q.P.R.D. (Forschungsanstalt Geisen-

heim, GfK Haushaltpanels). Meno dell’1% è al contrario vino comune da tavola men-

tre i Landwein rappresentano all’incirca il 3% del totale degli acquisti.

Questa distribuzione non ha conosciuto significative variazioni nell’arco del

triennio 2003-2005 e ricalca grossomodo la suddivisione della produzione tede-

sca tra V.Q.P.R.D. e vini comuni da tavola. Differenze più evidenti emergono dal

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179

Figura 4.8 - Distribuzione % della spesa delle famiglie per l’acquisto di bevande alcoli-che in Germania (1996-2004)

Fonte:Deutsches Weininstitut – GfK Haushaltpanels

1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004

0

10

20

30

40

50

60

70

80

90

100

Superalcolici

Vini tranquillie frizzanti

Spumanti

Birra

% s

ul to

tale

del

la s

pesa

in b

evan

de a

lcol

iche

34,6 34,1 33,7 32,7 31,7 30,7 30,5 30,0 29,8

26,9 27,5 28,2 29,4 31,2 32,4 33,3 32,4 31,1

10,3 10,0 9,9 9,8 9,3 9,1 8,6 8,6 8,8

25,1 25,1 24,2 24,2 23,8 23,6 22,8 23,6 25,2

Figura 4.9 - Distribuzione % degli acquisti di vino tedesco per tipologia (2003-2005)

*escluse le vendite dirette.Fonte:Deutsches Weininstitut – GfK Haushaltpanels

2003

2004*

2005

0 10 20 3 0 40 50 60 70 80 90 100

Pradikätswein

Qualitätswein

Landwein & Tafelw

% sul totale degli acquisti

Ann

i

80,1

86,1

79,9

16,6

10,8

16,8

3,3

3,1

3,3

creo
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confronto tra le due categorie di V.Q.P.R.D, con la quota dei Pradikätswein che

nel 2004 è scesa dal 16% all’11% circa del totale. Bisogna tuttavia considerare

che in quell’anno l’indagine non ha rilevato le vendite dirette da produttore a con-

sumatore.

Al dettaglio il prezzo medio dei Landwein nel 2005 è stato di 1,70 €/litro in con-

fronto ai 2,50 e 4,05 €/litro pagati rispettivamente per i Qba e dei QmP. Come ten-

denza, il mercato dei vini di fascia medio-alta è in crescita in particolare per quanto

riguarda i vini rossi. In quantità, circa il 68% del vino rosso, compreso quello di im-

portazione, è stato venduto nel 2001 ad un prezzo uguale o superiore ai 4 euro/litro,

contro il 54% del vino bianco della medesima fascia di prezzo.

Solo qualche anno prima le rispettive quote erano pari al 64% e al 57%. Alla mag-

giore disponibilità a pagare prezzi più elevati per i vini rossi corrisponde anche l’au-

mento della preferenze dei consumatori per questo tipo di vino. Nel corso degli ultimi

cinque anni la quota di vino rosso sul totale degli acquisti di prodotto tedesco è salita

in quantità dal 28% al 38%, mentre quella dei bianchi è scesa dal 64% al 52%. I vini

rosati coprono la rimanente quota del 10%.

Per quanto riguarda invece i vini di importazione, la distribuzione per tipo di

vino è rimasta in termini percentuali sostanzialmente stabile, con i vini rossi che

hanno continuato a rappresentare in quantità una buona quota degli acquisti di vini

esteri.

4.3 La Spagna

4.3.1 Le attestazioni di origine dei vini in Spagna

In Spagna il regime di protezione delle denominazioni dei vini di qualità è disci-

plinato dalla Legge 24 del 10 luglio 2003, denominata Ley de la viña y del vino, che

ha riformato il precedente Estatuto de la vina, del vino y de los alcohols del 1970. Per

quanto riguarda le disposizioni relative alle attestazione di origine, una delle novità

introdotte dalla riforma è stata la differenziazione dei vini ad indicazione geografica

dai comuni vini da tavola (vinos de mesa). I vini ad indicazione geografica si contrad-

distinguono per la menzione Vino de la tierra riportata in etichetta cui segue l’indica-

zione del luogo di provenienza. Indipendentemente dall’ampiezza della zona di origi-

ne, l’indicazione geografica è riconosciuta se almeno una delle condizioni ambientali

o di coltivazione proprie del territorio conferiscono al vino specifiche caratteristiche.

Per questi vini, inoltre, è obbligatorio fissare da disciplinare la varietà delle uve utiliz-

zate, il valore minimo del titolo alcolometrico naturale e gli standard relativi alle prin-

cipali caratteristiche organolettiche. A dicembre 2006 risultano registrate 41 indica-

zioni geografiche di vini classificati come Vino de la tierra, di cui 12 prodotti nella

Comunità autonoma dell’Andalusia e 5 rispettivamente in quella di Aragona e delle

Isole Baleari.

180

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181

Nell’ambito della categoria dei V.Q.P.R.D., la nuova Ley de la viña y del vino di-

stingue quattro classi qualitative, cui corrispondono altrettante tipologie di attestazio-

ne di origine e livelli di protezione.

Il primo livello è costituito dai Vinos de calidad con indicacion geografica, che

conta un totale di 5 riconoscimenti. Si tratta di vini prodotti nella regione o nella loca-

lità indicata dopo la dizione obbligatoria “Vino de calidad” e ottenuti da uve coltivate

nel medesimo luogo. La condizione necessaria al riconoscimento è la sussistenza di

un legame tra l’area di provenienza e la qualità, le caratteristiche del vino o anche so-

lo la reputazione della denominazione. Per i Vinos con denominacion de origen (DO)

questo rapporto deve essere esclusivo e riguardare tutti e tre gli elementi. Inoltre, rela-

tivamente alla reputazione, è necessario che la denominazione goda di un certo presti-

gio anche al di fuori della regione di produzione. Per questo motivo è richiesto come

condizione necessaria che la zona cui la denominazione fa riferimento sia stata rico-

nosciuta da almeno 5 anni come comprensorio di produzione di Vini di qualità ad in-

dicazione geografica. In questa categoria rientra il numero più elevato di V.Q.P.R.D.

spagnole, pari ad un totale di 62 denominazioni.

Dopo dieci anni dal riconoscimento i vini a denominazione di origine possono a

loro volta accedere alla categoria superiore dei Vinos con denominacione de origen

calificada (DOCa), che corrisponde a quella dei vini Docg in Italia. A dicembre 2006

la sola denominazione “Rioja” risulta classificata come Doc a.

La legge impone che la commercializzazione di questi vini avvenga esclusiva-

mente in bottiglia e che la fase di imbottigliamento sia condotta in impianti registrati

e localizzati nella medesima area di coltivazione delle uve e di vinificazione. Inoltre

non è ammessa la presenza all’interno della stessa cantina di uve, mosti o vini prove-

nienti da vigneti o da altri impianti non iscritti o non autorizzati all’utilizzo della de-

nominazione, con la sola eccezione per i prodotti classificati come Vinos de Pago se

questi provengono da aree comprese nello stesso territorio.

I Vinos de Pago rappresentano la categoria qualitativa di eccellenza. Essi proven-

gono da aree più ristrette all’interno delle zone di produzione delle DOCa, come ad

esempio siti rurali, poderi o singole tenute, il cui particolare microclima conferisce al

prodotto finito caratteristiche differenti rispetto ai vini ottenuti dalle stesse varietà di

uva coltivate nelle zone limitrofe. L’estensione massima di questi siti è stabilita dalle

autorità competenti di ciascuna comunità autonoma, ma non può comunque coincide-

re o superare i confini amministrativi dei comuni nei quali essi ricadono. Nel caso in

cui la tenuta, il cui nome identifica il vino, è inclusa nell’ambito territoriale di una

DOCa, in etichetta potrà essere riportata la menzione particolare “Vino de Pago Cali-

ficado”. Salvo deroghe concesse dalle amministrazioni delle Comunità autonome, per

i Vinos de Pago è prescritta inoltre la produzione e l’imbottigliamento all’origine, ov-

vero nelle stesse aziende vitivinicole da cui provengono le uve. Ad oggi sotto la cate-

goria dei Vinos de Pago rientrano due sole denominazioni, “Dominio de Valdepusa”

e “Guijoso”, che si estendono rispettivamente su poche decine di ettari di vigneto.

La legge sul vino spagnola del 2003 ha infine definito gli ambiti di applicazione

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delle menzioni tradizionali relative ai metodi di elaborazione e invecchiamento dei vi-

ni allo scopo di evitarne un utilizzo fraudolento ed ingannevole. Ad esempio i termini

“Noble” e “Anejo” che seguono le designazioni sia dei V.Q.P.R.D. sia dei Vinos de la

tierra sono attribuiti esclusivamente a quei vini affinati in bottiglia o in botti di capa-

cità non superiore a 600 litri per un periodo minimo pari rispettivamente a 18 e 24

mesi. L’attributo “Viejo” è invece riservato ai prodotti sottoposti ad un periodo di in-

vecchiamento di oltre 36 mesi durante i quali subiscono un voluto processo di ossida-

zione causato dal prolungato contatto con l’aria o dagli sbalzi di temperatura. I termi-

ni “Crianza”; Reserva” e “Gran Reserva”, invece, possono essere utilizzati esclusiva-

mente in associazione alle denominazione di vini tranquilli appartenenti ad una delle

quattro categorie di V.Q.P.R.D. e, come nel caso delle menzioni precedenti, fanno ri-

ferimento ai differenti periodi e tecniche di invecchiamento stabiliti per i vini rossi e

per quelli bianchi o rosati. Per quanto riguarda i vini spumanti le menzioni particolari

“Premium” e “Reserva” qualificano le denominazioni di V.S.P.R.D. mentre il termine

“Gran Reserva” distingue unicamente lo spumante a denominazione “Cava”, che –

prodotto seguendo il metodo classico - ha superato i trenta mesi di fermentazione in

bottiglia e di affinamento sui lieviti. Da notare che il Reg. Ce 1493/99, recepito dalla

Ley del Vino del 2003, ha riconosciuto a tutti gli effetti il termine “Cava” come deno-

minazione di origine, nonostante essa non faccia esplicitamente riferimento ad una

regione determinata di produzione. Il suo utilizzo è tuttavia ammesso limitatamente a

quei vini spumanti prodotti a norma di disciplinare in diversi comuni situati nelle co-

munità autonome Nord orientali del Paese.

4.3.2 L’assetto istituzionale nella politica di valorizzazione dei vini di qualità

4.3.2.1 Le procedure di riconoscimento dei V.Q.P.R.D.Ad ogni V.Q.P.R.D. deve corrispondere un organo di gestione (organ de gestion)

nel quale sono rappresentati i coltivatori e i produttori inscritti nell’apposito registro

dei soggetti ammessi al circuito della produzione tutelata. Nel caso delle DO e DOCa

l’organismo prende il nome di “Consejo Regulador” ed è assimilabile alla figura dei

Consorzi di tutela previsti in Italia per la gestione dei marchi Doc e Docg. Una deroga

all’obbligo di costituirsi in forma consortile o in un organismo associativo è prevista

se il numero dei soggetti che partecipano alla filiera produttiva è inferiore ad un mini-

mo stabilito dalle singole Comunità autonome (corrispondenti alle nostre Regioni). In

ogni caso la deroga è applicabile esclusivamente nel caso di vini riconosciuti come

Vinos de Pago. Per essere riconosciuti, i Consejos Regulador (o gli Organos de ge-

stion) devono assumere personalità giuridica propria e quindi la piena capacità di agi-

re in regime di diritto pubblico o privato, fermo restando il principio dell’attività sen-

za fine di lucro e il criterio della rappresentatività di tutti i soggetti coinvolti. La mis-

sione dei consorzi - espressamente indicata nella Ley del Vino - è la rappresentanza,

la difesa, lo sviluppo e la promozione del prodotto e della sua denominazione. Tra le

loro funzioni rientra sia la proposta del disciplinare di produzione ed eventualmente

182

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183

delle sue modifiche, sia la predisposizione di un piano di controllo dei soggetti che

intervengono in ciascuna delle fasi di produzione. Nel piano sono contemplati gli

adempimenti e i requisiti minimi per poter accedere alla filiera tutelata, oltre che le

condizioni per mantenere la certificazione e il diritto all’utilizzo della denominazione.

Inoltre i consorzi gestiscono, secondo propri regolamenti statutari, i registri nei quali

sono iscritti i soggetti certificati collaborando con le autorità competenti per l’aggior-

namento dei catasti vitivinicoli.

La procedura per il riconoscimento delle denominazioni dei V.Q.P.R.D. o delle in-

dicazioni geografiche dei Vinos de la Tierra parte dall’iniziativa dei gruppi di produt-

tori o dei loro consorzi, qualora questi siano già stati costituiti. La richiesta deve esse-

re indirizzata agli uffici competenti delle rispettive comunità autonome o al Ministero

dell’Agricoltura, della Pesca e Alimentazione spagnolo (MAPA) nei casi in cui la zo-

na di origine ricade nel territorio di due o più comunità autonome. La domanda è cor-

redata dalla certificazione che attesta l’inesistenza di soggetti terzi, al di fuori di quel-

li proponenti, che possano rivendicare diritti sull’utilizzo del marchio di origine, oltre

alla motivazione relativa la scelta della denominazione, la quale deve richiamare sen-

za ambiguità e con sufficiente precisione la zona di origine. A queste deve seguire la

documentazione che descrive le caratteristiche del prodotto e dei processi di produ-

zione. In particolare questa deve contenere la delimitazione dell’area geografica di

produzione; l’indicazione delle varietà di uve ammesse e delle relative tecniche di

produzione; le tecniche di vinificazione, di affinamento ed eventualmente di invec-

chiamento del vino, e la descrizione delle caratteristiche tipiche del prodotto finito sia

di tipo analitico sia organolettico. Gli standard relativi alla coltivazione delle uve de-

stinate ai vini di qualità superiore riguardano anche le rese massime consentite dei vi-

gneti iscritti. Inoltre, nel caso la richiesta sia avanzata per il riconoscimento di un

V.Q.P.R.D., devono essere illustrati tutti quegli elementi che giustificano la notorietà

e il prestigio acquisito dalla denominazione. Secondo modalità proprie a ciascuna co-

munità autonoma, il procedimento prosegue con l’eventuale audizione delle parti i cui

interessi possono risultare toccati dal riconoscimento. Entro sei mesi dalla presenta-

zione della domanda i proponenti sono quindi tenuti a inoltrare all’ufficio competente

il disciplinare di produzione nel quale sono formalmente dettagliati tutti gli standard

di produzione contenuti nella documentazione già allegata. Se la comunità autonoma

formalizza il proprio parere favorevole, questa entro un mese deve inviare al Ministe-

ro dell’Agricoltura un atto che certifica le motivazioni del riconoscimento ai fini della

sua pubblicazione nel Bollettino ufficiale e quindi della protezione della denomina-

zione a livello nazionale e comunitario.

4.3.2.2. Il sistema di controllo e certificazione dei V.Q.P.R.D.In Spagna gli organismi di controllo dei vini di qualità devono soddisfare gli

stessi requisiti di terzietà ed indipendenza richiesti per l’attività di certificazione del-

le DOP ed IGP (Reg Ce n. 510/2006). La Ley del Vino, nel disciplinare le linee gui-

da per la certificazione dei V.Q.P.R.D., ha infatti stabilito il principio della separazio-

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ne tra la funzione di gestione e quella di controllo delle denominazioni e del loro uti-

lizzo. Nel caso delle DO o DOCa é quindi previsto che l’ente di controllo, se privato,

svolga la propria attività senza alcun vincolo di dipendenza gerarchica o amministra-

tiva rispetto agli organi di gestione dei Consejos regulador. Per questo motivo, a ga-

ranzia della loro indipendenza, ai controllori è riconosciuto il diritto all’inamovibili-

tà per un periodo minimo di sei anni, qualora essi siano stati nominati e abilitati da-

gli stessi consorzi. In ogni caso l’ente privato deve essere accreditato in conformità

alla norma EN 45011 relativa ai requisiti degli enti di certificazione di prodotto o, in

alternativa, alla norma EN 45004 relativa ai criteri di funzionamento degli organismi

di ispezione. In quest’ultimo caso i risultati delle ispezioni devono essere messi a

disposizione dell’autorità pubblica competente, che decide sul riconoscimento della

denominazione geografica e sui provvedimenti correttivi conseguenti alla rilevazione

di non conformità. Se l’organismo privato è invece accreditato per l’attività di certi-

ficazione (EN 45011) tali decisioni a carattere vincolante spettano al medesimo or-

ganismo. Il controllo sulla produzione è condotto conformemente alle modalità e al-

le procedure stabilite negli specifici piani e copre tutte le fasi del ciclo produttivo,

dalla coltivazione delle uve alla loro elaborazione fino all’analisi del prodotto finito.

La documentazione relativa ai risultati dell’attività svolta e alle certificazioni emesse

deve essere inoltre conservata per un periodo minimo di sei anni per permetterne la

consultazione da parte di qualsiasi soggetto interessato e per giustificare la presenza

di eventuali irregolarità rilevate nell’esercizio della propria funzione. Gli enti di cer-

tificazione a loro volta sono soggetti ad iniziative di tipo ispettivo da parte delle am-

ministrazioni pubbliche competenti in materia vitivinicola, le quali possono anche

disporre accertamenti complementari a quelli già previsti nel piano di controllo dei

V.Q.P.R.D.

4.3.3. Il mercato dei V.Q.P. R.D. in SpagnaLa produzione ai prezzi di base del settore vitivinicolo spagnolo, stimata nel 2005

pari a 1,3 miliardi di euro, costituisce il 3% circa del valore della produzione agricola

del Paese (43,8 miliardi di euro). Considerando le sole produzioni vegetali, il compar-

to concorre per un quota del 4,5% del loro valore, di molto inferiore rispetto a quella

degli ortaggi (34%), della frutta (20%) e dell’olio di oliva (11%).

Il Paese tuttavia vanta a livello mondiale la superficie a vigneto più estesa e, con

una produzione annua che si attesta intorno ai 40 milioni di ettolitri, si contende con

Francia e Italia la posizione di principale produttore di vino.

4.3.3.1 La distribuzione delle superfici vitate In Spagna la superficie vitata è costituita da 1,14 milioni di ettari destinati alla

produzione di vino e da 23 mila ettari di varietà di uve da tavola. A questi si aggiun-

gono circa 4 mila ettari per la produzione di uva passa.

Sebbene presente in tutte le comunità autonome, la vitivinicoltura si caratterizza

per una forte concentrazione nella Comunità autonoma della Castiglia-La Mancha,

184

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185

nel cui territorio è localizzata poco meno della metà dei vigneti, per un totale di 567

mila ettari. A questa seguono per estensione della superficie a vigneto l’Estremadura

(89 mila ettari) e la comunità Valenciana (74 mila ettari) che concentra inoltre gran

parte della produzione di uve da tavola del Paese. Non meno importanti, in particolare

per la produzione di vini di qualità, sono la Catalogna, la Castiglia y Leon, La Murcia

e la Comunità Autonoma dell’Andalusia le cui superfici vitate sono rispettivamente

comprese tra 45 e 66 mila ettari. È tuttavia la piccola comunità autonoma La Rioja a

caratterizzarsi per la più forte specializzazione vitivinicola, oltre che eccellere nella

produzione di vini di qualità.

Tabella 4.13 - Distribuzione delle superfici dei vigneti in Spagna*

1995 2000 2004 Var. 04/95 .000 ha % .000 ha % .000 ha % %

Vini da tavola 566,2 47,3 533,1 44,7 520,7 44,7 -8,0

V.Q.P.R.D. 591,9 49,5 634,6 53,3 621,7 53,3 5,0

Totale uve da vino 1.158,1 96,8 1.167,7 98,0 1.142,4 98,0 -1,4Uve da tavola 38,1 3,2 23,9 2,0 22,7 1,9 -40,4

Totale 1.196,2 100,0 1.191,3 100,0 1.165,7 100,0 -2,5

* Superficie totale, escluse le uve da appassimento.Fonte: MAPA – Anuario de Estadistica Agroalimentaria

Se si guarda alla dinamica degli ultimi vent’anni, la superficie a vigneto mostra

una forte riduzione nel periodo compreso tra il 1986, l’anno di adesione alla Comuni-

tà Europea, e la seconda metà degli anni ’90, durante il quale essa è scesa da 1,5 mi-

lioni a 1,1 milioni di ettari. In questi anni si sono infatti concentrati i maggiori sforzi

di razionalizzazione della produzione allo scopo di aumentarne la qualità e garantire

un maggiore equilibrio di mercato (Albisu; Fava 2006).

Al termine di questo periodo, in controtendenza rispetto alla riduzione genera-

le delle superfici, i vigneti a DO sono arrivati a rappresentare poco più della metà

della superficie nazionale vitata, mantenendo la stessa incidenza anche negli anni

successivi. Dal 1995 al 2004 questa tendenza è continuata ma ad un ritmo meno

sostenuto. Nel medesimo periodo si rileva una contrazione della superficie produt-

tiva delle uve da vino dell’1,4%, corrispondenti alla perdita di circa 30 mila ettari,

che è stata interamente a carico dei vigneti non classificati come V.Q.P.R.D. Gli

impianti destinati alla produzione di vini da tavola, con un calo dell’8%, sono in-

fatti passati da 566 mila a 521 mila ettari, mentre i vigneti registrati come

V.Q.P.R.D., che nel 2004 si estendevano su una superficie di circa 622 mila ettari,

sono aumentati del 5%.

Il numero delle aziende viticole che alimentano i circuiti dei V.Q.P.R.D. sono in

totale 160 mila per una dimensione media di circa 4 ettari per azienda.

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4.3.3.2 La dinamica della produzione dei V.Q.P. R. D. e dei vini da tavolaAl calo della superficie vitata non è corrisposta una diminuzione della produzio-

ne, a causa del deciso incremento delle rese dei vini comuni da tavola. La produzione

di 43 milioni di ettolitri toccata nella campagna 2004/2005 (Federacion Espanola del

Vino, FEV), in aumento del 5% rispetto alla vendemmia del 2003, costituisce il mas-

simo mai raggiunto in precedenza. Rispetto alla media della seconda metà degli anni

’90 risulta una crescita nell’ordine del 40%, che è stata accompagnata da un maggior

ricorso alla distillazione di crisi e dal costante aumento degli stock di inizio campa-

gna, saliti tra il 1995 e il 2004 da 17,7 a 34,4 milioni di ettolitri. Relativamente ai ri-

sultati della vendemmia del 2005, le stime della FEV prevedono un deciso rientro

della produzione, che dovrebbe contribuire ad allentare le tensioni sui prezzi, accen-

tuate dal tendenziale calo della domanda sul mercato interno.

I soli vini a denominazione di origine rappresentano il 33% della produzione di

vino, corrispondente a poco meno di 14 milioni di ettolitri (FEV). Complessivamente

nel 2004 risultavano iscritte nei registri dei Consejos Regulador 4.680 aziende vinico-

le, di cui 2.892 dotate di impianti di imbottigliamento (MAPA).

Osservando l’evoluzione degli ultimi dieci anni, la crescita dei vini a denomina-

zione di origine risulta notevolmente inferiore a quella dei comuni vini da tavola,

nonostante la diversa dinamica delle superfici iscritte e l’aumento del numero di

prodotti riconosciuti come V.Q.P.R.D. La loro produzione nel medesimo periodo è

infatti oscillata con sensibili variazioni infrannuali, tra 11 milioni e 14 milioni di et-

tolitri.

186

Figura 4.10 - Suddivisione della superficie dei vigneti in produzione in Spagna nel periodo1995-2004

Fonte: MAPA – Anuario de Estadistica Agroalimentaria

1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004

0

100

200

300

400

500

600

700

V.Q.P.R.D.

Vini da tavola

000

ha

creo
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187

Da una media di circa 17 milioni di ettolitri del periodo 1995-1999, la produzione

di vini da tavola è invece salita nel 2000-2003 a 24 milioni di ettolitri ed ha conosciu-

to un ulteriore incremento nel 2004, superando i 29 milioni di ettolitri (+21%).

Tabella 4.14 - Distribuzione della produzione di vino in Spagna

1995-1999* 2000-2003* 2004 Var.04/95-99**

.000 hl % .000 hl % .000 hl % %V.Q.P.R.D 11.872 39,6 12.393 33,9 13.970 32,5 17,7

Vini da tavola 17.184 57,3 24.008 65,6 29.040 67,5 69,0

Altri vini 942 3,1 200 0,5 30 0,1 -96,8

Totale vini 29.998 100,0 36.598 100,0 43.040 100,0 43,5

* Media del periodo.** Variazione % del 2004 su media del periodo 1995-1999.Fonte: FEV-Federacion Espanola del Vino

La distribuzione tra le diverse comunità autonome delle superfici iscritte e delle

produzioni a denominazione di origine presenta alcune differenze di rilievo rispetto

alla produzione vinicola nel suo complesso. Ad esempio nella comunità della Casti-

glia–La Mancha e in Extremadura si produce oltre la metà del vino spagnolo, ma me-

no del 20% dei V.Q.P.R.D. Al contrario sono la Catalogna e la Rioja a produrre la più

elevata quantità di vino a denominazione di origine con produzioni che si aggirano ri-

spettivamente intorno a 3 e 2,6 milioni di ettolitri all’anno. In Catalogna, inoltre, si

produce gran parte del vino spumante a DO Cava, che con 1,7 milioni di ettolitri rap-

presenta il 13% circa del totale dei V.Q.P.R.D. A queste due comunità seguono l’An-

dalusia e la Castiglia Leon in cui la produzione di DO e DOCa si attesta a poco più di

un milione di ettolitri. L’importanza dell’Andalusia per il comparto vitivinicolo del

Paese è legata in particolare alla produzione di Sherry (o Jerez), vino liquoroso che ha

acquisito a livello mondiale un grande prestigio. Altre produzioni importanti proven-

gono infine dalle comunità Valenciana (1 milione di ettolitri), Navarra (870 mila etto-

litri) ed Aragona (640 mila ettolitri).

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188

Figura 4.11 - Evoluzione della produzione di vino da tavola e di qualità in Spagna

Fonte: FEV- Federacion Española del Vino

1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004

0

5.000

10.000

15.000

20.000

25.000

30.000

35.000

40.000

45.000

000

hl

V.Q.P.R.D.

Vini da tavola

Figura 4.12 - Distribuzione delle produzioni V.Q.P.R.D. per denominazione di origine(2004)

Fonte: MAPA su dati Consejios Regulador di 59 DO e DOCa

Rioja21%

Cava14%

La Mancha10%

Navarra6%

Jerez eMazanilla

5%

Altre 44%

creo
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189

4.3.3.3 Le esportazioniPer il vino spagnolo il mercato estero rappresenta una destinazione commerciale

non meno importante del mercato domestico. Il forte aumento della domanda dall’e-

stero ha infatti trainato la produzione ben oltre il livello dei consumi interni, tanto che

attualmente le esportazioni assorbono circa il 45% delle disponibilità. Nell’ultimo de-

cennio queste sono cresciute mediamente dell’8% all’anno, raggiungendo nel 2005

un volume di 14,4 milioni di ettolitri. Nell’arco di questo periodo la crescita dei vini

da tavola, ed in particolare del prodotto venduto sfuso, è stata sensibilmente superiore

a quella dei V.Q.P.R.D. che, con 4,7 milioni di ettolitri, rappresentano il 33% del tota-

le. In confronto ai quantitativi della prima metà degli anni ’90, l’export delle denomi-

nazioni di origine è cresciuto di circa un milione di ettolitri, corrispondente ad un au-

mento del 25%. Nello stesso arco di tempo l’export di vino comune da tavola e di al-

tri vini è invece più che triplicato, passando da 3 a 9,7 milioni di ettolitri.

Figura 4.13 - Evoluzione delle esportazioni spagnole di vino da tavola e di qualità (1995-2005)

Fonte: FEV su dati Direcciòn General de Aduanas

1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 20050

2.000

4.000

6.000

8.000

10.000

12000

14.000

16.000

V.Q.P.R.D.

Vini da tavola

000

hl

Rispetto al 2004, tuttavia, si rileva un calo in quantità dell’1,7% causato dalla sen-

sibile contrazione del vino sfuso in cisterna (-9%) che costituisce poco meno della

metà delle vendite complessive all’estero. Al contrario per i V.Q.P.R.D. si rileva una

crescita del 4%.

Tra tutti i vini spagnoli a denominazioni di origine, il più venduto all’estero è lo spu-

mante “Cava”, esportato per poco più di un milione di ettolitri all’anno, seguito dalla

D.O. “Rioja” le cui vendite all’estero si aggirano intorno ai 700 mila ettolitri. Sebbene

interessato da una marcata tendenza alla contrazione, lo Sherry continua a ricoprire un

peso di grande rilievo sull’export di V.Q.P.R.D., pari nel 2005 a 300 mila ettolitri.

creo
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Nonostante i V.Q.P.R.D. costituiscano in quantità solo un terzo delle esportazioni

di vini, essi concentrano il 73% del loro valore complessivo. Il fatturato 2005 delle

vendite all’estero è stato di 1.587 milioni di euro, di cui 1.155 realizzati da soli vini a

denominazione di origine. Rispetto al 2004 si è registrato un aumento dell’1,8% do-

vuto alla crescita dei V.Q.P.R.D. (+3,3%) che ha più che compensato la diminuzione

in valore ed in quantità dei vini da tavola sfusi (-13%). Cresce invece il valore dei vini

da tavola in bottiglia (+8,3%) che non ha consentito tuttavia all’intero comparto dei

vini da tavola di poter chiudere il 2005 in terreno positivo. Il fatturato totale di questi

ultimi si è attestato infatti complessivamente sui 387 milioni di euro, con un calo del

5% sull’anno precedente.

La grande quantità di vini comuni venduti all’estero determina un valore medio

all’esportazione di appena 1,10 euro al litro. I V.Q.P.R.D. tranquilli e frizzanti, in mi-

nima parte venduti sfusi, spuntano un prezzo medio di 2,33 euro/litro che è rimasto

190

Tabella 4.15 - Le esportazioni spagnole delle diverse tipologie di vino nel periodo 2000-2005

.000 hl2000 2001 2002 2003 2004 2005

V.Q.P.R.D. 2.692 3.087 3.148 3.270 3.156 3.320

Cava 716 797 875 1.040 1.074 1.087

Sherry (Jerez) 393 345 353 310 300 302

Totale V.Q.P.R.D. 3.801 4.229 4.376 4.620 4.530 4.709Vini da tavola in bottiglia 1.396 1.655 1.747 1.808 2.093 2.213

Vini da tavola sfusi 3.308 4.134 3.717 5.792 7.570 6.883

Totale vini da tavola 4.704 5.789 5.464 7.600 9.663 9.096Altri vini 519 524 530 587 493 634

Totale vini 9.024 10.542 10.370 12.807 14.686 14.439

Fonte: FEV su dati D. G. Aduanas

Tabella 4.16 - Il valore delle esportazioni spagnole di vino nel periodo 2000-2005

Mln €€2000 2001 2002 2003 2004 2005

V.Q.P.R.D. 634 713 737 749 751 773

Cava 228 245 254 267 277 295

Sherry (Jerez) 92 103 106 88 90 88

Totale V.Q.P.R.D. 954 1.062 1.096 1.104 1.118 1.155Vini da tavola in bottiglia 126 139 133 139 157 170

Vini da tavola sfusi 144 146 127 199 251 218

Totale vini da tavola 270 285 260 337 408 387Altri vini 32 68 37 41 33 44

Totale vini 1.256 1.415 1.393 1.481 1.559 1.587

Fonte: FEV su dati D. G. Aduanas

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191

pressoché stabile rispetto ai livelli del 2004. Il prezzo medio all’esportazione dello

spumante “Cava” è stato invece pari a 2,71 euro (+5,2%).

Per quanto riguarda i mercati di destinazione, Francia, Germania, Portogallo e

Regno Unito sono nell’ordine (per volumi) i primi quattro Paesi di esportazione del

vino spagnolo, concentrando il 57% dei volumi ed il 46% degli introiti monetari. La

più elevata domanda di vini a denominazione di origine proviene tuttavia da Germa-

nia e Regno Unito, mentre in Francia e Portogallo prevale, al contrario, la richiesta di

vino comune da tavola sfuso a basso prezzo, che costituisce, rispettivamente, il 70% e

l’80% delle forniture. A questi Paesi segue l’Italia che nel 2005 ha importato una

quantità di 674 mila ettolitri, in calo di oltre 540 mila ettolitri rispetto all’anno prece-

dente, per un controvalore di 31,3 milioni di euro.

Tabella 4.17 - Le esportazioni spagnole di vino per Paese di destinazione (2005)

Var. 05/04 Var. 05/04 .000 hl % (%) Mln. €€ % (%)

Francia 3.115 21,6 -4,3 117 7,3 -7,7

Germania 2.322 16,1 -16 307 19,3 -1,8

Portogallo 1.523 10,5 -5,4 48 3 -20,4

Regno Unito 1.212 8,4 2,4 268 16,9 -4

Italia 674 4,7 -44,4 31 2 -34,4

Paesi Bassi 485 3,4 11,5 77 4,9 1,3

Svizzera 334 2,3 3,6 79 4,9 8,5

Altri 4.774 33,1 22,3 661 41,6 13

Totale 14.439 100,0 -1,7 1.587 100,0 1,8

Fonte: FEV su dati D. G. Aduanas

4.3.3.4 I consumi di vino in Spagna e la domanda di V.Q.P.R.D.La continua espansione delle esportazioni ha permesso di limitare l’aumento delle

eccedenze causate dalla dinamica della produzione e dal contestuale declino dei con-

sumi interni. Infatti, in Spagna la domanda di vino è interessata da un calo strutturale

tanto che nel 2005 i consumi interni sono scesi per la prima volta sotto il livello delle

esportazioni (FEV). Questa dinamica ha posto la Spagna nella cerchia dei produttori

mondiali a vocazione esportatrice, accanto a Paesi quali il Sud Africa, il Cile e l’Au-

stralia, per i quali la differenza tra produzione e consumo domestico è superiore al

50%.

Dal 1995 al 2005 i consumi (calcolati da bilancio di approvvigionamento) sono

scesi da 14,5 a 13,7 milioni di ettolitri (-5%) mentre in termini pro-capite, il calo è

esprimibile in circa 5 litri consumati in meno rispetto ai 38 litri per abitante del 1995.

Questo declino è confermato anche dal monitoraggio condotto annualmente dal

Ministero dell’Agricoltura su un campione rappresentativo di famiglie, che permet-

te anche di valutare l’evoluzione dei consumi di V.Q.P.R.D. nel periodo considera-

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to. Stando a queste rilevazioni, il calo della domanda dei vini nel complesso avreb-

be subito un’accelerazione in particolare dalla fine degli anni ’90, periodo nel quale

è stato stimato un consumo tra 13 e i 14 milioni di ettolitri all’anno rispetto agli

11,5 milioni di ettolitri del 2005. Le rilevazioni campionarie mostrano tuttavia che

il consumo di V.Q.P.R.D. è in controtendenza rispetto all’andamento della domanda

complessiva.

192

Tabella 4.18 - I consumi di vino in Spagna (2004-2005)

2004 2005(*) Var. 05/04.000 hl % .000 hl % (%)

V.Q.P.R.D. 3.467 28,9 3.823 33,1 10,3

Vini da tavola 7.682 64,1 6.899 59,7 -10,2

Spumanti 458 3,8 481 4,2 5,1

Altri vini 371 3,1 362 3,1 -2,3

Totale 11.978 100,0 11.565 100,0 -3,4

(*) dati provvisori.Fonte: MAPA - Panel de alimentacion

Figura 4.14 - Evoluzione dei consumi di vino in Spagna (1995-2005)

Fonte: MAPA - Panel de alimentacion

1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 20050

2.000

4.000

6.000

8.000

10.000

12.000

14.000

16.000

Vino da tavola

V.Q.P.R.D.

Totale

000

hl

La crescita dei vini a denominazione di origine, seppure non abbia compensato la

contrazione degli altri vini, è proceduta nello stesso periodo ad un tasso di incremento

annuo del 4%, raggiungendo i 3,8 milioni di ettolitri. Nel 2005 essi sono arrivati a

rappresentare un terzo del consumo totale di vino, mentre durante tutta la prima metà

creo
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193

degli anni ’90, la loro quota è rimasta ferma tra il 20% e il 22%. Al contrario i vini da

tavola hanno accusato un calo superiore al 25% rispetto alla media dei consumi della

seconda metà degli anni ’90.

I dati provvisori relativi al 2005 mostrano una decisa accelerazione di questo

trend, stimando, rispetto all’anno precedente, una contrazione dell’ordine del 10% per

i vini da tavola, scesi a 6,9 milioni di ettolitri, ed una crescita della medesima entità

dei vini a denominazione di origine. I consumi nel loro complesso hanno tuttavia

confermato il calo strutturale degli ultimi anni, segnando su base annua una contra-

zione del 3,4%.

Rispetto invece ai canali di consumo, la tendenza in atto vede il calo degli acquisti

nella distribuzione al dettaglio e, al contrario, una sostanziale tenuta dei consumi nei

canali della ristorazione (HORECA), che assorbono quantitativi superiori a quelli do-

mestici. La ristorazione soddisfa infatti circa il 60% della domanda totale di vino. È

proprio nelle occasioni di consumo fuori dalle mura domestiche che aumentano le

preferenze per i vini a denominazione di origine, tanto che oltre il 70% dei

V.Q.P.R.D. è consumato in ristoranti, mense, alberghi o altri canali della ristorazione.

Al contrario, il consumo domestico è costituito per circa due terzi da vino comune da

tavola e solo per il 23% da vini a denominazione di origine.

Tabella 4.19 - I consumi di vino in Spagna per canale (2005*)

Consumo domestico Ristorazione.000 hl % .000 hl % Totale

V.Q.P.R.D. 1.104 23,2 2.720 39,9 3.823

Vini da tavola 3.134 65,9 3.765 55,3 6.899

Spumanti 261 5,5 219 3,2 481

Altri vini 254 5,3 109 1,6 362

Totale 4.753 100,0 6.812 100,0 11.565

(*) dati provvisori.Fonte: MAPA - Panel de alimentacion

Per quanto riguarda i prezzi e la segmentazione per fasce di prezzo del mercato al

dettaglio (Abilsu; Fabra 2005 su dati AC Nielsen), il prezzo medio nel 2004 delle DO

relative a vini fermi venduti in bottiglia da 750 ml è stato pari a 2,94 euro. I

V.Q.P.R.D. che rientrano nella fascia di prezzo superiore ai 4,5 euro costituiscono in

volume il 12% circa del consumo domestico, ma realizzano più del 30% del fatturato.

I vini di gamma più bassa, i cui prezzi sono compresi tra 2,5 e 4,5 euro, rappresenta-

no invece il 20% delle vendite ed una quota sul totale del valore al consumo di quasi

il 30%. Più dei due terzi delle vendite al dettaglio in volume riguardano invece pro-

dotti venduti a meno di 2,5 euro la bottiglia, percentuale che scende sotto il 40% in ri-

ferimento alle vendite in valore.

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194

Figura 4.15 - Segmentazione del mercato al dettaglio per fasce di prezzo (2004)

Fonte: Albisu; Fabra (AC Nielsen, 2004)

% volume % valore

0

10

20

30

40

50%

60

70

80

90

100

Più di 4,5 euro

Tra 2,5 e 4,5 euro

Meno di 2,5 euro

11,7

39,3

68,4

29,4

31,319,9

48) Si tratta dei vini ottenuti mediante o l’aggiunta di zucchero di mosto o di mosto. È unapratica utilizzata nei paesi non molto caldi.

creo
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195

Conclusioni

Dall’analisi delle diverse variabili analizzate nel presente Rapporto, emerge anco-

ra, come negli anni precedenti, una tendenza verso lo sviluppo delle produzioni vini-

cole di maggiore qualità, a scapito del prodotto indifferenziato, confermata tanto dalla

dimensione strutturale, quanto dall’andamento della domanda.

Secondo i dati forniti dall’ISTAT, nel 2005 la produzione di vini di qualità, pur di-

minuendo rispetto all’anno precedente, ha ancora rappresentato una quota cospicua

dei vini nel complesso, incidendo sul loro ammontare complessivo per il 58% e recu-

perando circa un punto percentuale di quota in valore assoluto sul 2004. Inoltre, an-

che a livello di consumi domestici, il peso dei vini di qualità rispetto al totale vini è in

crescita: nell’ultimo biennio il peso in valore degli acquisti di vini a marchio di origi-

ne è passato dal 43% del 2004 al 46% del 2006. Un comparto quindi che nell’ambito

di quello vinicolo assume un ruolo sempre più importante.

Esaminando più a fondo il settore dei vini di qualità, emergono forti differenze al

suo interno, sia a livello di aree geografiche che dal punto di vista delle singole realtà

regionali.

Per quanto concerne la distribuzione geografica del numero di riconoscimenti,

emerge ancora la netta prevalenza del Nord con circa il 42% delle denominazioni, se-

guito dal Centro e dal Sud, entrambe con un peso intorno al 23% e, in ultimo, dalle

Isole con poco più del 13%.

In termini di produzione di vino di qualità (Doc+Docg+Igt), invece, il peso del

Nord sale a quasi il 57%, mentre è relativamente più basso nelle altre aree, a dimo-

strazione della presenza di ancora molte denominazioni di origine con bassi livelli

produttivi.

Anche riguardo alle singole regioni, si evidenziano approcci e orientamenti diver-

si alla produzione di vini di qualità. Leggendo congiuntamente opportuni indicatori

che misurano la più o meno elevata specializzazione in vini a denominazione di origi-

ne, si sono potuti delineare almeno quattro sistemi produttivi vinicoli differenti.

Vi è infatti un primo gruppo di regioni nelle quali il comparto vinicolo assume un

peso rilevante, ma in cui l’incidenza della produzione Doc-Docg su quella totale di

vino è minore rispetto alla media nazionale. Si tratta quindi di realtà in cui la quantità

assume un ruolo maggiore rispetto alla qualità, come accade in Puglia e in Sicilia.

Il secondo gruppo di regioni è stato definito quello “dell’eccellenza”. Nelle regio-

ni che vi ricadono – Abruzzo, Toscana, Friuli Venezia Giulia, Piemonte, Trentino Alto

Adige, Veneto – il comparto vitivinicolo è uno di quelli portanti per l’economia agri-

cola regionale e le produzioni di qualità assumono un ruolo fondamentale nella co-

struzione di questo percorso.

In un terzo insieme di regioni la produzione di vino di qualità ha una incidenza

elevata, ma il comparto nel suo complesso riveste un ruolo economico limitato. È il

caso della Lombardia, della Val d’Aosta, delle Marche, della Liguria, del Molise e del

Lazio.

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Infine il quarto ed ultimo aggregato racchiude situazioni molto differenziate, ma

che sono riconducibili ad un ruolo ridotto dei vini di qualità, unitamente ad un peso

limitato della vitivinicoltura (è il caso di molte realtà del Sud Italia). Tuttavia, in que-

sto gruppo rientrano anche alcune regioni (come la Sardegna) che rivestono un ruolo

meno marginale, avvicinandosi a situazioni di maggiore “equilibrio”.

Dal presente Rapporto si evidenzia un buono stato di salute del comparto dei vini

a denominazione anche sul fronte della domanda interna. I consumi di vini Doc e

Docg, secondo gli ultimi dati disponibili, risultano in buona crescita sia in volume

che in valore, con un rialzo più favorevole rispetto all’andamento dei vini nel com-

plesso.

D’altra parte, secondo le indagini effettuate da Ismea presso i consumatori, i vini

Doc-Docg e Igt sono abbastanza noti e ricercati in etichetta dal consumatore, anche

se emerge una bassa consapevolezza e percezione delle differenti garanzie offerte da

tali denominazioni.

Altri fenomeni che caratterizzano i consumi di questi vini sono inoltre una pro-

gressiva perdita di interesse del consumatore verso il vino sfuso a favore di quello

confezionato ed un crescente interesse, sia pur legato a volumi ancora limitati di pro-

dotto, del segmento del vino biologico.

Le prospettive per i vini a marchio di origine sono quindi, in base a quanto finora

sottolineato, positive.

Inoltre anche la maggior parte degli operatori della distribuzione prevede una cre-

scita delle vendite nei prossimi 2-3 anni del mercato stimata mediamente in circa

l’11%.

In conclusione, in un contesto di forte ristrutturazione del comparto vitivinicolo a

cui si è assistito negli ultimi anni, i vini a denominazione stanno guadagnando quote

di mercato, trainati anche dal complessivo buon andamento dei consumi interni.

A soddisfare la domanda, vi è un’offerta composta da un ampio ventaglio di de-

nominazioni di origine, alcune delle quali presentano un notevole peso produttivo ed

incidono in maniera significativa sulla produzione regionale e nazionale, mentre altre

(la maggior parte) rappresentano quote a volte davvero basse dell’offerta complessi-

va, ma soddisfano spesso richieste di nicchia e di elevata eccellenza qualitativa contri-

buendo, a volte, allo sviluppo delle economie locali.

196

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197

dati utilizzati nel presente rapporto sono stati reperiti presso le Camere di Commer-

cio provinciali, attraverso la somministrazione di un questionario opportunamente

redatto (nella Tabella A.1 si riporta un esempio di questionario sottoposto in Liguria).

Come per l’indagine relativa all’anno 2004, per il 2005 il questionario richiedeva

di riportare le seguenti informazioni:

• dati relativi alla SAU iscritta all’Albo (superficie che viene iscritta dalle aziendepresso le Camere di Commercio e che potenzialmente può produrre vino di una deter-minata Doc);

• dati relativi alla superficie effettivamente in produzione (superficie rivendicatadalle aziende anno per anno che effettivamente viene destinata alla produzione diuna determinata Doc);

• dati relativi al numero di aziende iscritte (numero di aziende iscritte all’Albodelle CCIAA);

• dati relativi alla produzione effettiva (produzione di uva e vino che viene denun-ciata alle CCIAA per avere successivamente la certificazione);

• dati relativi alla produzione certificata (produzione di vino che dopo esami orga-nolettici ottiene la definitiva certificazione);

• dati relativi ai prezzi e agli imbottigliatori. Il dato sull’imbottigliamento è stato

arricchito con l’indicazione della quantità effettivamente imbottigliata.

Questi ultimi dati sono stati i più difficili da raccogliere, perché non sempre le

Camere di Commercio disponevano di una banca dati che permettesse l’acquisizione

di tali informazioni.

La raccolta dei dati è stata effettuata con la collaborazione della società AGER at-

traverso la sua rete regionale e provinciale.

Vista la mole dei dati e la differente metodologia di gestione degli stessi da parte

delle differenti Camere di Commercio, la fase successiva alla compilazione dei que-

stionari è stata quella di controllo ed omogeneizzazione delle informazioni.

A questo proposito, sui dati raccolti sono stati calcolati degli “indici sentinella”, co-

me la resa apparente (quintali di produzione ad ettaro di superficie denunciata), la resa

in vinificazione (percentuale di vino prodotta in rapporto ai quintali di uva), il rapporto

tra produzione certificata e effettiva e la SAU media per denuncia. A seconda dell’oscil-

lazione di questi indici al di fuori di un range pre-definito, considerato “nella norma”, si

è provveduto a contattare singolarmente le Camere di Commercio e a controllare le

anomalie. In questo modo, oltre alla correzione dei possibili errori, si sono potute evi-

denziare peculiarità proprie di ogni vino, messe in opportuna evidenza nel Rapporto.

Appendice metodologica

I

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198

Tabella A.1 – Esempio di questionario sottoposto alle Camere di Commercio

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Un’ulteriore fase di controllo incrociato è stata effettuata attraverso il confronto

dei dati tra l’annata 2005 e quella precedente. Questa verifica ha permesso anche di

aggiornare alcuni dati relativi alla vendemmia 2004, che le Camere di Commercio nel

2006 stavano ancora elaborando ed avevano fornito come parziali. Qui di seguito, nel-

la Tabella A.2, sono riportati gli aggiornamenti effettuati regione per regione.

200

Tabella A.2. Aggiornamenti effettuati sui dati 2004, al fine del corretto calcolo delle variazioni ‘05/04

REGIONE VINO AGGIORNAMENTI

EFFETTUATI

Veneto Piave Aggiunti i dati della provincia di

Venezia, che non erano

disponibili nel 2006

Liguria Cinqueterre Aziende iscritte e SAU iscritta

Emilia Romagna Albana Spumante SAU iscritta

Toscana Val di Chiana Produzione effettiva di vino

Marche Verdicchio dei Castelli di Jesi SAU iscritta

Umbria Lago di Corbara SAU iscritta e in produzione,

produzione effettiva di uva e vino

Colli del Trasimeno SAU iscritta e in produzione,

produzione effettiva di uva e vino

Lazio Circeo Produzione effettiva di vino

Cori SAU in produzione

Puglia Cacc’e mitte di Lucera SAU Iscritta

Rosso di Cerignola SAU iscritta

San Severo SAU iscritta

I dati effettivamente raccolti rappresentano la quasi totalità di quelli da ottenere.

Solo una provincia, infatti, non ha fornito i dati necessari, che in questo caso sono

stati stimati.

Il processo di stima è stato quindi più contenuto rispetto alla raccolta dati effettua-

ta per il 2004. Per le stime, ove necessario, si è proceduto con le stesse metodologie

dello scorso Rapporto. Si sono quindi verificate varie ipotesi:

• i dati strutturali (aziende, SAU), o produttivi (rese, produzione effettiva di uve e

di vino) non risultavano disponibili a livello di singola menzione; in questo caso, uti-

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201

lizzando i parametri relativi alle altre menzioni dello stesso vino, si è proceduto a sti-

mare i dati mancanti;

• Lo stesso procedimento è stato attuato nel caso che i dati di un vino, ottenuto in

più province, fossero disponibili per una sola;

• Se, come in alcuni casi (ad esempio la provincia di Brescia) risultavano mancan-

ti i dati strutturali a livello territoriale, la stima è stata effettuata partendo dai parame-

tri medi regionali;

• In alcune e limitate occasioni (come nel caso del Veneto per il Piave Doc ed il

Lison Doc) e in relazione ai soli dati strutturali, sono stati utilizzati i valori degli indi-

catori del 2004.

I dati rilevati e stimati sono stati arricchiti attraverso la realizzazione di alcune in-

terviste con i Consorzi maggiormente rappresentativi. Ciò ha permesso di integrare i

dati e le dinamiche strutturali e produttive con ulteriori informazioni qualitative relati-

ve all’andamento dei prezzi e dei mercati, alla produzione e al clima.

Si è potuto quindi fornire al lettore un’informazione più dettagliata ed una mag-

giore interpretazione del dato stesso.

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