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1 ASSISI 2018 DECANATO DI PESCHIERA BORROMEO USCITA SECONDA-TERZA MEDIA PERIODO 2-4 APRILE 2018 ALLOGGIO: HOTEL POSTA PANORAMIC, VIA SAN PAOLO 11 “Assisi è una gran bella cosa, paese, città e santuario”, scriveva Giosuè Carducci. Paese, perché ha tutte le caratteristiche del borgo umbro: arroccato in cima a una collina che guarda sulla valle, piccolo, composto, uguale nei secoli. Città, perché Assisi ha svolto un ruolo fondamentale nella storia del mondo: da qui è partito San Francesco per cambiare (o almeno provare) la chiesa. Santuario, perché del passaggio di San Francesco e Santa Chiara restano chiese piccole e grandi, luoghi miracolosi, cripte che attirano ogni anno migliaia di fedeli. Oltre ai luoghi religiosi in cui hanno lasciato i loro capolavori Giotto e Simone Martini, Assisi ha una bella Rocca, una ricca Pinacoteca Civica, uno straordinario Tempio della Minerva e una scenografica Piazza del Comune.

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ASSISI 2018 DECANATO DI PESCHIERA BORROMEO

USCITA SECONDA-TERZA MEDIA

PERIODO 2-4 APRILE 2018

ALLOGGIO: HOTEL POSTA PANORAMIC, VIA SAN PAOLO 11

“Assisi è una gran bella cosa, paese, città e santuario”, scriveva Giosuè Carducci. Paese, perché ha tutte le caratteristiche del borgo umbro: arroccato in cima a una collina che guarda sulla valle, piccolo, composto, uguale nei secoli. Città, perché Assisi ha svolto un ruolo fondamentale nella storia del mondo: da qui è partito San Francesco per cambiare (o almeno provare) la chiesa. Santuario, perché del passaggio di San Francesco e Santa Chiara restano chiese piccole e grandi, luoghi miracolosi, cripte che attirano ogni anno migliaia di fedeli. Oltre ai luoghi religiosi in cui hanno lasciato i loro capolavori Giotto e Simone Martini, Assisi ha una bella Rocca, una ricca Pinacoteca Civica, uno straordinario Tempio della Minerva e una scenografica Piazza del Comune.

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La Basilica di San Francesco ad Assisi

Erano passati solo due anni dalla morte di Francesco che Frate Elia, il suo successore, ricevette in dono un piccolo pezzo di terra sul Colle dell’Inferno dove fino a un po’ di tempo prima si impiccavano i condannati. Francesco era morto nella Porziuncola, una piccola chiesetta, ma i suoi fratelli lo portarono subito a San Damiano e poi da lì alla Chiesetta di S. Giorgio, dentro le mura di Assisi e vicino alla casa paterna. In quella chiesetta il 16 luglio 1228 Gregorio IX proclamò santo il frate di Assisi la santità e il giorno dopo andò sul colle, insieme a Frate Elia, a posare la prima pietra della futura Basilica di San Francesco. Il 25 maggio 1230, meno di 4 anni dalla morte del Santo, la basilica era pronta. Vista da lontano sembra una roccaforte unica ma è in realtà composta da due chiese sovrapposte: la Basilica inferiore e quella superiore e una cripta con la tomba del Santo. Nelle due chiese è stata scritta la storia dell’arte italiana: ci hanno lavorato Cimabue, Giotto, i Lorenzetti, Simone Martini. Tra le tante opere sono da ricordare: il ciclo completo delle Storie di San Martino dipinto da Simone Martini; la Cappella della Maddalena da Giotto; nel transetto c’è un affresco di Cimabue e otto Storie dell’infanzia di Cristo dipinte da Giotto. Nella chiesa superiore, ci sono i famosissimi affreschi di Giotto che illustrano, in 28 quadri, la vita di San Francesco e altre opere di Cimabue. Nella Inferiore c’è la Cripta con i resti di San Francesco. Semplice, scavata nel muro e circolare come il Santo Sepolcro, c’è l’urna di pietra rinchiusa da sbarre in due griglie di ferro nella quale fu trovato il corpo del santo. Sopra la tomba brucia una lampada con l’olio offerto ogni anno da una regione italiana diversa.

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La Basilica di Santa Maria degli Angeli in Porziuncola ad Assisi

A 4 km dal centro di Assisi si trova la seconda chiesa di Assisi legata a San Francesco: è la Basilica di Santa Maria degli Angeli in Porziuncola costruita per inglobare e quindi proteggere alcuni luoghi emblematici nella vita del Santo. Prima di tutto la Porziuncola, la piccola chiesetta ospitata nella Basilica in cui San Francesco compose il Cantico delle Creature e morì il 3 ottobre 1226. La chiesetta prende il nome da “Portiuncula”, che letteralmente indica la piccola porzione di terreno su cui sorgeva. Questa chiesetta fu una delle prime tre ad essere restaurate dal Santo che ne fece il centro del Francescanesimo: qui ha la visione in cui Gesù gli conferisce l’Indulgenzaconosciuta come “Indulgenza della Porziuncola” o “Perdono di Assisi”, approvata poi dal Papa Onorio III. Alla Porziuncola raduna ogni anno i suoi frati che vanno in giro per il mondo ad annunciare il Vangelo. Nella Basilica c’è anche il Transito, un vano in pietra in cui si trovava l’infermeria del convento, dove San Francesco passò gli ultimi giorni della sua vita e morì la sera del 3 ottobre 1226. Infine, un luogo simbolico pieno di fascino: il Roseto con le rose in cui San Francesco si rotola per combattere contro il dubbio e la tentazione. Secondo il racconto, le piante a contatto con il corpo del santo perdono le spine dando origine alla “Rosa Canina Assisiensis“, che ancora oggi continua a fiorire solo alla Porziuncola.

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La Basilica di Santa Chiara ad Assisi

Non si può comprendere l’importanza della Basilica di Santa Chiara senza accennare al rapporto della santa di Assisi con San Francesco: affascinata dalla predicazione di San Francesco, a 18 anni fuggì dalla sua ricca famiglia per unirsi a Francesco e ai primi frati presso la chiesetta di santa Maria degli Angeli, già da allora chiamata Porziuncola. Ben presto si trasferì nella chiesa di San Domenico dove raggiunta dalle sorelle Agnese e Beatrice e dalla madre, fondò l’Ordine delle Clarisse. Qui visse e morì dopo 42 anni. La chiesa di Santa Chiara fu costruita subito dopo la morte, proprio vicino all’antica chiesa di San Giorgio, che fino al 1230 aveva custodito le spoglie di san Francesco. Le spoglie della santa vennero traslate già nel 1260 ma la consacrazione ufficiale avvenne nel 1265. La Chiesetta è in stile gotico-umbro, con un interno a tre navate: dietro l’altare c’è l’Oratorio con il Crocifisso che parlò a San Francesco nell’Eremo di San Damiano e fu alla base della sua scelta di vita. Dietro una grata ci sono alcune importanti reliquie della santa e di San Francesco. Dalle scale, situate a metà Basilica, si accede anche alla Cripta con il corpo della Santa. Dietro ad una grata ci sono i resti mortali di S. Chiara conservati in un sarcofago in pietra del Subasio.

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Il Tempio di Minerva ad Assisi

Quando nel 1786 Johann Wolfgang von Goethe arriva ad Assisi per il suo viaggio in Italia, resta incantato davanti alle colonne del Tempio della Minerva, il primo monumento dell‘antichità che avesse mai visto integro. Non è difficile comprendere lo stupore del letterato tedesco: la facciata è perfettamente conservata, con le sei colonne che poggiano direttamente sulla scalinata sormontate da un capitello in stile corinzio. Si ritiene che il tempio, costruito nel I secolo a.C, fosse dedicato ad Ercole anche se prende il nome dal ritrovamento di una statua di donna. Dopo essere stata usata come carcere, abitazioni, botteghe, sede del consiglio cittadino, nel Medioevo il tempio viene trasformato in chiesa con il nome di Santa Maria sopra Minerva. Nel 1634 fu riadattata in forme barocche e dedicata a S. Filippo Neri.

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Palazzo del Capitano del Popolo, Palazzo dei Priori e Torre del Popolo ad Assisi

Piazza del Comune è la principale piazza di Assisi e una delle più belle d’Italia. Costruita nel luogo del Foro romano, altre che dal Tempio di Minerva (vedi punto 4) è abbellita dalla Torre del Popolo e dal Palazzo dei Priori. La Torre fu costruita a partire dal 1276 per ospitare la famiglia del Capitano del Popolo. Davanti la torre si può ancora ammirare una lapide in pietra rossa del Subasio, con le misure di riferimento dei prodotti tipici della Assisi medievale: mattoni, pianelle, quadrelli e coppi. Lo Statuto comunale del 1469 prescriveva l’uso di questi modelli per chiunque fosse impegnato nelle professioni artigiane e commerciali. Di fronte alla Fontana dei tre leoni c’è il Palazzo dei Priori, oggi sede del Municipio e della Pinacoteca.

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Duomo di San Rufino ad Assisi

Contariamente a quello che si potrebbe pensare, il principale luogo ecclesiastio di Assisi non è la Basilica di San Francesco ma il Duomo di San Rufino. La chiesa è la più antica di Assisi e si ritiene sorga nello spazio dove c’era l’antico Foro Romano e nello stesso luogo in cui esisteva un tempio dedicato alla Bona Mater (o Cerere dea delle messi). Costruito nel XII secolo fu dedicato a San Rufino vescovo e martire del III secolo. In realtà, il Duomo è un’importante luogo di culto francescano perché si ritiene che qui furono battezzati San Francesco e Santa Chiara. In questa chiesa, inoltre, San Francesco fece la sua prima predicazione. La facciata è considerata il più bell’esempio di gotico-umbro, austera, con tre rosoni e tre portali. La lunetta ospita il Cristo in trono tra il sole e la luna, la Madonna che allatta a sinistra e San Rufino a destra.

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La Rocca Maggiore di Assisi

Se avete un po’ di tempo in più da passare ad Assisi, è una buona idea arrampicarsi fino alla Rocca Maggiore di Assisi. Da più di 800 anni il bastione domina la cittadina di San Francesco e la campagna circostante. La prima costruzione risale al 1183, voluta da Federico Barbarossa. Vi soggiornò anche suo nipote Federico II d Svevia che fu cacciato quando aveva solo 4 anni in seguito al passaggio di Assisi alla parte guelfa di Papa Innocenzo III. Distrutta dalla popolazione in rivolta, la Rocca fu ricostruita dal Cardinale d’Albornoz nel 1365 e faceva parte della rete di castelli costruiti per difendere lo Stato Pontificio. Fu poi ampliata e modificata da Biordo Michelotti (1395-98), dal Piccinino (1458), da Pio II (1460), da Sisto IV (1478), da Paolo III (1535). Abbandonata nel 1600, è arrivata quasi intatta fino a noi. Oggi offre una passeggiata suggestiva tra mura secolari e una magnifica vista su Assisi e i dintorni.

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La vita di San Francesco d'Assisi

Francesco nacque ad Assisi nel 1182, da Pietro di Bernardone, ricco mercante di stoffe preziose, e da Madonna Pica; la madre gli mise nome Giovanni; ma, tornato il padre dal suo viaggio in Francia, cominciò a chiamare il figlio Francesco (FF1395). Prima della conversione il giovane Francesco fu partecipe della cultura "cortese-cavalleresca" del proprio secolo e delle ambizioni del proprio ceto sociale (la nascente borghesia). Nel 1202, tra le fila degli homines populi, prese parte allo scontro di Collestrada con i perugini e i boni hominesfuoriusciti assisani: Francesco fu catturato con molti suoi concittadini e condotto prigioniero a Perugia…Dopo un anno, tra Perugia e Assisi fu conclusa la pace, e Francesco rimpatriò insieme ai compagni di prigionia (FF 1398). Decide allora di realizzare la sua aspirazione a diventare miles (cavaliere) e nel 1205 si unisce al conte Gentile, che partiva per la Puglia, onde essere da lui creato cavaliere (FF 1491). È a questo punto della vita di Francesco che iniziano i segni premonitori di un destino diverso da quello che lui aveva sognato. In viaggio verso la Puglia, giunto a Spoleto, a notte fatta si stese per dormire. E nel dormiveglia udì una voce interrogarlo: «Chi può meglio trattarti: il Signore o il servo?». Rispose: «Il Signore». Replicò la voce: «E allora perché abbandoni il Signore per il servo?» (FF 1492). L’indomani Francesco torna ad Assisi aspettando che Dio, del quale aveva udito la voce, gli rivelasse la sua volontà (FF 1401). Trascorre circa un anno nella solitudine, nella preghiera, nel servizio ai lebbrosi, fino a rinunciare pubblicamente, nel 1206, all’eredità paterna nelle mani del vescovo Guido e assumendo, di conseguenza, la condizione canonica di penitente volontario. Francesco veste l’abito da eremita continuando a dedicarsi all’assistenza dei lebbrosi e al restauro materiale di alcune chiese in rovina del contado assisano dopo che a San Damiano aveva udito nuovamente la voce del Signore dirgli attraverso l’icona del Crocifisso: «Francesco va’, ripara la mia casa che, come vedi, è tutta in rovina» (FF 593). Nel 1208, attirati dal suo modo di vita, si associano a Francesco i primi compagni e con essi nel 1209 si reca a Roma per chiedere a Innocenzo III l’approvazione della loro forma di vita religiosa. Il Papa concede loro l’autorizzazione a predicare rimandando però a un secondo tempo l’approvazione della Regola: Andate con Dio, fratelli, e come Egli si degnerà ispirarvi, predicate a tutti la penitenza. Quando il Signore onnipotente vi farà crescere in numero e grazia, ritornerete lieti a dirmelo, ed io vi concederò con più sicurezza altri favori e uffici più importanti (FF 375).

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Spinto dal desiderio di testimoniare Cristo nei paesi musulmani, Francesco tenta più volte di recarvisi. Finalmente nel 1219 raggiunge Damietta, in Egitto, dove, durante una tregua nei combattimenti della quinta crociata, viene ricevuto e protetto in persona dal Sultano al-Malik al-Kamil. Rientrato ad Assisi nel 1220 Francesco rinuncia al governo dei fratia favore di uno dei suoi primi seguaci: Pietro Cattani. Non rinuncia però ad esserne la guida spirituale come testimoniano i suoi scritti. Il 30 maggio 1221 si radunò in Assisi il capitolo detto "delle stuoie" al quale partecipò un numero davvero rilevante di frati (dai 3000 ai 5000), si discusse il testo di una Regola da sottoporre all’approvazione della Curia romana e fu nominato frate Elia vicario generale al posto di Pietro Cattani, morto il 10 marzo di quell'anno. La Regola (conosciuta come "Regola non bollata") discussa e approvata dal capitolo del 1221 fu respinta dalla Curia romana perché troppo lunga e di carattere scarsamente giuridico. Dopo un processo di revisione del testo, al quale collaborò il cardinale Ugolino d'Ostia (il futuro papa Gregorio IX), il 29 novembre 1223finalmente Onorio III approva con la bolla Solet annuere la Regola dell’Ordine dei Frati Minori (detta "Regola bollata").

Durante la notte di Natale del 1223, a Greccio, Francesco volle rievocare la nascita di Gesù, facendo una rappresentazione vivente di quell'evento per vedere con gli occhi del corpo i disagi in cui si è trovato [il Bambino nato a Betlemme] per la mancanza delle cose necessarie a un neonato, come fu adagiato in una greppia e

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come giaceva sul fieno tra il bue e l’asinello (FF468). È da questo episodio che ebbe poi origine la tradizione del presepe. Dopo il capitolo di Pentecoste del 1224 Francesco si ritirò con frate Leone sul monte della Verna per celebrarvi una quaresima in onore di san Michele Arcangelo. Lì, la tradizione dice il 17 settembre, Francesco avrebbe avuto la visione del serafino, al termine della quale nelle sue mani e nei piedi cominciarono a comparire gli stessi segni dei chiodi che aveva appena visto in quel misterioso uomo crocifisso (FF 485). L’episodio è confermato dall’annotazione di frate Leone sulla chartula autografa di Francesco (attualmente conservata in un reliquiario presso il Sacro Convento di Assisi): Il beato Francesco, due anni prima della sua morte, fece una quaresima sul monte della Verna…e la mano di Dio fu su di lui mediante la visione del serafino e l’impressione delle stimmate di Cristo nel suo corpo (FF p. 176 nota). «Laudate et benedicite mi Signore, et rengratiatelo et serviatelo cum grande humilitate» San Francesco Nell’ultimo biennio di vita di Francesco si colloca anche la composizione del Cantico di frate sole (o Cantico delle creature). Sono anni questi in cui Francesco è sempre più tribolato dalla malattia (soffriva di gravi disturbi al fegato e di un tracoma agli occhi). Quando le sue condizioni si aggravarono in maniera definitiva Francesco fu riportato alla Porziuncola, dove morì nella notte fra il 3 e il 4 ottobre 1226. Il giorno seguente il suo corpo, dopo una sosta presso San Damiano, fu portato in Assisi e venne sepolto nella chiesa di San Giorgio. Frate Francesco d’Assisi fu canonizzato il 19 luglio 1228 da Papa Gregorio IX. Il 25 maggio 1230 la sua salma fu infine trasferita dalla chiesa di San Giorgio e tumulata nell'attuale Basilica di San Francesco fatta costruire celermente da frate Elia su incarico di Gregorio IX tra il 1228 e il 1230. (Con l'indicazione FF si intende Fonti Francescane, raccolta degli scritti del primo secolo francescano, edita da "Editrici Francescane". Le immagini sono tratte dal volume "Francesco d'Assisi attraverso l'immagine" a cura dell'Istituto Storico dei Cappuccini)

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CANTICO DELLE CREATURE Altissimu, onnipotente, bon Signore, Tue so' le laude, la gloria e l'honore et onne benedizione. Ad Te solo, Altissimo, se konfane, e nullu homo ène dignu Te mentovare. Laudato si', mi' Signore, cum tutte le Tue creature, spezialmente messor lo frate Sole, lo qual è iorno et allumini noi per lui. Et ellu è bellu e radiante cum grande splendore: de Te, Altissimo, porta significazione. Laudato si', mi' Signore, per sora Luna e le stelle: in celu l'ai formate clarite e preziose e belle. Laudato si', mi' Signore, per frate Vento e per aere e nubilo e sereno e onne tempo, per lo quale a le Tue creature dai sustentamento. Laudato si', mi' Signore, per sor'Acqua, la quale è multo utile et humile e preziosa e casta. Laudato si', mi' Signore, per frate Focu, per lo quale ennallumini la notte: et ello è bello e iocundo e robustoso e forte. Laudato si', mi' Signore,

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per sora nostra matre Terra, la quale ne sustenta e governa, e produce diversi frutti con coloriti fiori et herba. Laudato si', mi' Signore, per quelli ke perdonano per lo Tuo amore e sostengo infirmitate e tribulazione. Beati quelli ke 'l sosterrano in pace, ka da Te, Altissimo, sirano incoronati. Laudato si', mi' Signore, per sora nostra Morte corporale, da la quale nullu homo vivente po' skappare: guai a quelli ke morrano ne le peccata mortali; beati quelli ke trovarà ne le Tue santissime voluntati, ka la morte secunda no 'l farrà male. Laudate e benedicete mi' Signore et rengraziate e serviateli cum grande humilitate.

Preghiera davanti al Crocifisso

O alto e glorioso Dio, illumina le tenebre del cuore mio. Dammi una fede retta, speranza certa, carità perfetta e umiltà profonda. Dammi, Signore, senno e discernimento per compiere la tua vera e santa volontà. Amen.

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Benedizione a Frate Leone

Il Signore ti benedica e ti custodisca, mostri a te il suo volto e abbia misericordia di te. Rivolga verso di te il suo sguardo e ti dia pace. Il Signore benedica te, frate Leone.

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PROGRAMMA

Lunedi 2 Aprile H 6.45 ritrovo alla Parrocchia di Bettola (parcheggio Via Martin Luther King) H 7.00 partenza H 12.30 arrivo, pranzo al sacco + visita guidata alla Basilica di Santa Maria degli Angeli H 15.00 arrivo in hotel e sistemazione camere H 15.30 visita libera a gruppi parrocchiali H 18.30 Santa Messa H 19.30 cena Serata: Assisi by night Martedì 3 Aprile H 8.00 colazione Mattina: visita di Assisi con guida – i luoghi della vita di San Francesco: Basilica di Santa Chiara, luoghi natali di San Francesco, Piazza del Comune, Basilica di San Francesco H 12.30 pranzo in hotel Pomeriggio: visita guidata a San Damiano e Cattedrale di San Rufino H 18.00 Santa Messa H 19.30 cena Serata: gioco per le vie della città Mercoledì 4 Aprile H 8.00 colazione H 10.30 visita all’Eremo delle Carceri con i Frati francescani e testimonianze H 12.30 pranzo, partenza H 21.00 circa: arrivo a Bettola

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