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ASSOCIAZIONE COMBATTENTI X a FLOTTIGLIA MAS CAPITANO DI FREGATA MEDAGLIA D’ORO AL VALORE MILITARE JUNIO VALERIO BORGHESE 1906 – 2006 CENTENARIO DELLA NASCITA

ASSOCIAZIONE COMBATTENTI Xa FLOTTIGLIA MAS · Se ho sbagliato con la mia decisione dell’8 settembre sono qui per pagare, anche con la vita, che non è la prima volta che metto a

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ASSOCIAZIONE COMBATTENTI Xa FLOTTIGLIA MAS

CAPITANO DI FREGATAMEDAGLIA D’ORO AL VALORE MILITARE

JUNIO VALERIO BORGHESE

1906 – 2006

CENTENARIO DELLA NASCITA

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Pubblicazione edita dall’Associazione Combattenti Xa Flottiglia Mas su iniziativa dei Consiglieri Mario Bordogna e Fabio Castellani

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Se ho sbagliato con la mia decisione dell’8 settembre sono qui per pagare, anche con la

vita, che non è la prima volta che metto a disposizione della Patria, ma chiedo che esca da

questo processo la gloria della Decima MAS.

Junio Valerio Borghese

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INTRODUZIONE

L’Associazione Combattenti Xa Flottiglia Mas ha voluto ricordare il centenario della nascita

del suo Comandante Medaglia d’Oro al Valore Militare Junio Valerio Borghese (6 giugno

1906) ed il trentaduesimo della sua morte (26 agosto 1974) avvenuta in esilio, pubblicando

stralci di un suo memoriale scritto durante la sua permanenza nel campo di prigionia di

Cinecittà in Roma nei mesi di maggio e giugno 1945.

Viene riportato anche l’elenco delle decorazioni e le motivazioni delle Decorazioni al Valore

Militare ricevute nel compimento del dovere di Soldato durante la sua attività al comando del

leggendario Sommergibile “Scirè” e della X Flottiglia M.A.S. a difesa dell’onore militare

ferito a seguito della resa incondizionata dell’8 settembre 1943.

Auspichiamo che queste pagine possano far comprendere alle giovani generazioni che cosa

abbia significato battersi ancora quando ogni speranza era ormai perduta, con il solo scopo

di difendere l’ONORE della nostra Patria ITALIA.

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Milano, Ottobre 1944

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DECIMA COMANDANTE !

I marò della Xa Flottiglia Mas della Repubblica Sociale Italiana salutano il mai dimenticato

Comandante Medaglia d’Oro al Valore Militare Junio Valerio Borghese a 100 anni dalla

nascita e 32 dalla dipartita, sempre presente nelle loro menti e nel loro cuore.

Abbiamo sempre apprezzato le sue decisioni, le sue parole, i suoi ordini, orgogliosi di

appartenere alla sua Decima Flottiglia Mas.

Indicheremo sempre alle future generazioni la sua onestà d’intenti, la sua linearità di pensiero

ed auspichiamo che in questa epoca di mancanza di Ideali e di senso morale, i suoi scritti

possano essere utili per far comprendere a chi verrà dopo di noi i valori ed i principi che

ci spinsero ad accorrere volontari nei suoi reparti di mare e di terra ove combattemmo con

valore per riscattare l’Onore perduto l’8 settembre 1943.

“Onestà, lealtà, coraggio e competenza”: abbiamo sempre operato con questi suoi principi e

sempre opereremo al servizio della nostra ITALIA.

Grazie Comandante!

DECIMA SEMPRE!

Bordogna Mario

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ESTRATTO MATRICOLARE DEL CAPITANO DI FREGATA BORGHESE JUNIO VALERIO SCIPIONE ALFREDO DI LIVIO (DEI PRINCIPI) E DI KEUN VALERIA, NATO IL 6 GIUGNO 1906 A ROMA

SERVIZI E PROMOZIONI

• Allievo della Regia Accademia Navale (Corso Ufficiali di Vascello) dal 25 ottobre 1922 per Decreto Ministeriale 15 novembre 1922

• Aspirante Guardiamarina il 1° novembre 1927

• Guardiamarina nello Stato Maggiore Generale della Regia Marina con riserva di anzianità e con anzianità di grado 1° luglio 1928 con Regio Decreto 28 giugno 1928 (Registrato alla Corte dei Conti il 3 agosto 1928 Registro 1 Marina Foglio 388)

• Sottotenente di Vascello con riserva di anzianità e con anzianità di grado 1° luglio 1929 con Regio Decreto 26 luglio 1929 (Registrato alla Corte dei Conti il 4 novembre 1929 Registro 3 Marina Foglio 457)

• Tenente di Vascello con riserva di anzianità e con anzianità di grado 1° luglio 1933 con Regio Decreto 13 luglio 1933 (Registrato alla Corte dei Conti il 29 settembre 1933 Registro 42 Marina Foglio 38)

• Capitano di Corvetta con riserva di anzianità e con anzianità di grado 13 agosto 1940 con Regio Decreto 5 settembre 1940 (Registrato alla Corte dei Conti il 21 dicembre 1940 Registro 17 Marina Foglio 192)

• Capitano di Fregata per merito di guerra con riserva di anzianità e con anzianità di grado 20 settembre 1941 temporaneamente in soprannumero con Regio Decreto 29 novembre 1941 (Registrato alla Corte dei Conti il 31 agosto 1942 Registro 11 Marina Foglio 25)

• Con ordine del giorno in data 18 giugno 1944 il Sottosegretario di Stato gli ha concesso le funzioni del grado superiore a decorrere dall’8 febbraio 1944 (Foglio 73691 del 24 giugno 1944) – Repubblica Sociale Italiana

• Sospeso dall’impiego a tempo indeterminato in attesa di procedimento penale a decorrere dal 14 settembre 1944 per Decreto Luogotenenziale in data 14 settembre 1944 • Incorso nella perdita del grado per cancellazione dai ruoli degli Ufficiali della Regia Marina in applicazione dell’articolo 1 del Decreto Legislativo Luogotenenziale in data 26

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aprile 1945 n. 294 per Decreto Luogotenenziale in data 21 giugno 1945 (Registrato alla Corte dei Conti il 13 giugno 1946 Registro 77 Marina Foglio 264)

• In congedo il 21 giugno 1945

• Reinserito, in seguito alla perdita del grado, nei ruoli del C.E.M.M. della sua classe e contemporaneamente trasferito al Distretto Militare di Roma con matricola 12739 Esercito Italiano (Foglio n. 3391332/28126 del 9 maggio 1951 di Marinequip - Roma)

• Deceduto a Cadice (Spagna) in data 26 agosto 1974

CAMPAGNE DI GUERRA, COMBATTIMENTI, FERITE, AZIONI DI MERITO, DECORAZIONI , INCARICHI, MISSIONI SPECIALI

• Destinazioni a terra alla Regia Accademia Navale di Livorno:dal 4 dicembre 1924 all’8 luglio 1925dal 21 ottobre 1925 al 4 luglio 1926dal 16 ottobre 1926 al 1° luglio 1928

• Ascritto al Comando in Capo del Dipartimento Marittimo Alto Tirreno di La Spezia per disposizione Ministeriale 8 luglio 1928

• Ha prestato giuramento presso il Comando della Regia Nave “Trento” il 21 agosto 1928

• Destinato alla Regia Accademia Navale per eseguirvi il Corso Superiore dal 6 novembre 1930 al 15 luglio 1931

• Ha contratto matrimonio con la Signorina Olsoufieff Daria il 30 settembre 1931 previo Regio Assentimento in data 24 luglio 1931• Destinato alle Scuole C.R.E.M. di Pola dal 26 agosto 1931 al 5 giugno 1932

• Destinato alla Commissione Permanente E.M.G. per tirocinio T dal 27 ottobre 1933 al 14 marzo 1934

• Tirocinio per palombari grandi profondità dal 15 marzo 1934 al 2 giugno 1934• Concessogli il brevetto di idoneità al servizio T di bordo (siluri) previsto dal Regio Decreto 5 maggio 1921 n. 629 (Foglio Ordini 15 maggio 1934)

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• Mobilitato per esigenze di carattere eccezionale ai sensi e per gli effetti dei Regi Decreti 11 giugno 1936 n. 1807 e 24 settembre 1936 n. 1846 dal 7 novembre 1935 al 31 luglio 1936

• MEDAGLIA DI BRONZO AL VALORE MILITARERegio Decreto 8 aprile 1939

• Ha diritto al computo di una Campagna della Guerra di Spagna 1936 – 1939

• MEDAGLIA D’ORO AL VALORE MILITARE Regio Decreto 2 gennaio 1941 (Foglio n. B/11859 in data 10.9.1941 del Ministero Marina Gabinetto)

• CAVALIERE DELL’ORDINE MILITARE DI SAVOIASovrano Motu Proprio 2 marzo 1942

• Concessagli dal Comando Supremo delle Forze Armate Germaniche la Croce di Ferro di 2^ Classe (Foglio B/33011 del 25 luglio 1942 Ministero Marina Gabinetto)

• Ha presto giuramento alla R.S.I. presso il Sottosegretariato di Stato il 10 gennaio 1944

• Il Tribunale Supremo Militare con sentenza emessa in data 23 novembre 1959 ha esteso gli effetti della riabilitazione concessa dalla Corte di Appello di Roma in data 4 dicembre 1958 alle pene accessorie militari e ad ogni effetto penale militare della condanna riportata con sentenza della Corte di Assise Speciale di Roma in data 17 febbraio1949 (Foglio n. 6455 in data 18 dicembre 1959 del Tribunale Supremo Militare).

• La Corte di Assise Speciale di Roma con sentenza in data 17 febbraio 1949, confermata dalla Corte di Cassazione in data 10 settembre 1950, ha condannato il BORGHESE alla pena di anni 12 di reclusione (condonati anni 9) in ordine al reato di “collaborazione militare” (escluso il reato di omicidio) con l’interdizione perpetua dai pubblici uffici (Foglio D/3148 del 6 ottobre 1995 di Maripers 2 Divisione)

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La Spezia, 2 aprile 1942 Consegna delle decorazioni al Valore Militare all‘equipaggio del Sommergibile“Sciré” e al comandante Borghese

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IMBARCHI DEL COMANDANTE BORGHESE NAVE DATA IN TEMPO DI PACE IN TEMPO DI GUERRA IMBARCO SBARCO ANNI MESI GIORNI ANNI MESI GIORNI FERRUCCIO 11.7.1923 20.10.1923 3 9 FERRUCCIO 8.7.1924 20.10.1924 3 12 VESCPUCCI 8.7.1925 22.10.1925 3 14 PISA 4.7.1926 16.10.1926 3 12 TRENTO 15.7.1928 30.10.1929 1 3 15 FABRIZI 31.10.1929 1.5.1930 6 1 FABRIZI 1.5.1930 20.5.1930 19 COSENZ 20.5.1930 16.6.1930 26 COSENZ 16.6.1930 21.6.1930 5 COSENZ 21.6.1930 23.7.1930 1 2 COSENZ 23.7.1930 27.10.1930 3 4 CANTORE 15.7.1931 26.8.1931 1 11 TRICHECO 5.6.1932 5.9.1932 3 TRICHECO 5.9.1932 1.10.1932 26 TRICHECO 1.10.1932 9.10.1932 8 TRICHECO 9.10.1932 5.12.1932 1 26 TRICHECO 5.12.1932 23.1.1933 1 18 TITANO 24.1.1933 24.5.1933 4 COLOMBO 24.5.1933 9.6.1933 14 COLOMBO 9.6.1933 13.6.1933 4 COLOMBO 13.6.1933 15.6.1933 2 COLOMBO 15.6.1933 27.10.1933 4 12 LEONE 15.2.1934 15.2.1934 1 TITANO - TIROCINIO PRATICO 14.3.1934 13.5.1934 1 29 TITANO 13.5.1934 24.5.1934 11 TITANO 24.5.1934 2.6.1934 8 TITANO 2.6.1934 11.6.1934 9 TITANO 11.6.1934 29.10.1935 1 4 18 TRICHECO 1.11.1935 6.12.1936 1 29 TRICHECO 6.12.1936 12.2.1937 2 6 FINZI 13.2.1937 15.6.1937 4 2 IRIDE 15.6.1937 20.6.1937 5 IRIDE - COMANDANTE 20.6.1937 11.11.1937 4 2 FERRARIS - COMANDANTE 12.11.1937 8.1.1938 1 26 IRIDE - COMANDANTE 8.1.1938 18.4.1939 1 3 10 NEREIDE - COMANDANTE 19.4.1939 14.6.1939 1 25 AMETISTA - COMANDANTE 14.6.1939 16.6.1939 2 AMETISTA - COMANDANTE 16.6.1939 1.11.1939 4 15 ZAFFIRO - COMANDANTE 1.11.1939 9.5.1940 6 8 PISANI - COMANDANTE 9.5.1940 11.9.1940 1 2 3 SCIRE’ - COMANDANTE 11.9.1940 30.12.1940 3 19 DIASPRO - COMANDANTE 1.1.1941 15.2.1941 1 14 SCIRE’ - COMANDANTE 15.2.1942 27.7.1941 5 14 X FLOTTIGLIA MAS 29.7.1941 29.9.1941 2 SCIRE’ - COMANDANTE 29.9.1941 8.2.1942 4 9 SCIRE’ - COMANDANTE 8.2.1942 8.3.1942 1 X FLOTTIGLIA MAS / SCIRE’ 8.3.1942 28.5.1942 2 20 X FLOTTIGLIA MAS 28.5.1942 8.9.1943 1 3 11

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DECORAZIONI DEL CAPITANO DI FREGATA JUNIO VALERIO BORGHESE

1. CROCE DI CAVALIERE DELL’ORDINE MILITARE DI SAVOIA2. MEDAGLIA D’ORO AL VALORE MILITARE3. MEDAGLIA D’ARGENTO AL VALORE MILITARE4. MEDAGLIA DI BRONZO AL VALORE MILITARE5. CROCE AL MERITO DI GUERRA – SPAGNA6. CROCE AL MERITO DI GUERRA – AFRICA ORIENTALE E GUERRA 1940-19437. MEDAGLIA DI BENEMERENZA PER I VOLONTARI DELLE OPERAZIONI MILITARI IN O.M.S.8. MEDAGLIA COMMEMORATIVA DELLE CAMPAGNE DI LIBIA9. MEDAGLIA COMMEMORATIVA DELLE OPERAZIONI MILITARI IN AFRICA ORIENTALE10. MEDAGLIA COMMEMORATIVA DELLA CAMPAGNA DI SPAGNA11. MEDAGLIA COMMEMORATIVA DELLA GUERRA 1940 – 194312. CROCE DI CAVALIERE UFFICIALE DELLA CORONA D’ITALIA13. CROCE DI CAVALIERE DELL’ORDINE COLONIALE DELLA STELLA D’ITALIA14. MEDAGLIA D’ONORE DI LUNGA NAVIGAZIONE15. CROCE DI ANZIANITA’ DI SERVIZIO16. ORDINE DI MALTA17. CROCE DI FERRO TEDESCA DI IIª CLASSE18. CROCE DI FERRO TEDESCA DI Iª CLASSE

DISTINTIVI D’ONORE 1. DISTINTIVO PER PROMOZIONE PER MERITO DI GUERRA2. DISTINTIVO D’ONORE MEZZI D’ASSALTO3. DISTINTIVO D’ONORE Xª FLOTTIGLIA MAS REPUBBLICA SOCIALE ITALIANA

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Distintivo d’Onore dei Mezzi d’Assalto

Regno d’Italia – Repubblica Sociale Italiana – Repubblica Italiana

Distintivo d’Onore della Decima Flottiglia MAS della Repubblica Sociale Italiana

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DECORAZIONI AL VALORE MILITARE DI JUNIO VALERIO BORGHESE

Croce di Cavaliere dell’Ordine Militare di Savoia

“Comandante di sommergibile assegnato alla Xa Flottiglia Mas per operazioni con mezzi

speciali d’assalto, dopo aver compiuto con successo tre audaci e difficili imprese, studiava

e preparava con tecnica perfetta e sagacia una quarta operazione per il forzamento di

altra base nemica. Con il suo sommergibile si avvicinava al munitissimo porto affrontando

con fredda determinazione i rischi frapposti dalla difesa e dalla vigilanza del nemico per

mettere i mezzi d’assalto nelle condizioni migliori per il forzamento della base nemica.

Lanciava quindi i mezzi d’assalto nell’azione che era coronata da brillante successo avendo

portato al grave danneggiamento di due corazzate nemiche”.

Mediterraneo orientale, dicembre 1941

Sovrano Motu Proprio 2 marzo 1942

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Medaglia d’Oro al Valore Militare

“Comandante di sommergibile, aveva già dimostrato in precedenti circostanze di possedere

dele doti di ardimento e di slancio. Incaricato di riportare nelle immediate vicinanze di

una munitissima base navale nemica alcuni volontari destinati a tentarne il forzamento

con mezzi micidiali, incontrava, nel corso dei reiterati tentativi di raggiungere lo scopo

prefisso, le più aspre difficoltà create dalla violenta reazione nemica e dalle condizioni del

mare e dalle correnti.Dopo avere superato con il più assoluto sprezzo del pericolo e con

vero sangue freddo gli ostacoli opposti dall’uomo e dalla natura, riusciva ad assolvere in

maniera completa il compito affidatogli, emergendo a brevissima distanza dall’ingresso

della base nemica ed effettuando con calma e con serenità le operazioni di fuoriuscita del

personale. Durante la navigazione di ritorno, sventava la rinnovata caccia del nemico e,

nonostante le difficilissime condizioni di assetto in cui era venuto a trovarsi il sommergibile,

padroneggiava la situazione, per porre in salvo l’unità e il suo equipaggio. Mirabile

esempio di cosciente coraggio, spinto agli estremi limiti di perfetto dominio d’ogni avverso

evento”.

Mediterraneo occidentale, 21 ottobre – 3 novembre 1940 Regio Decreto 2 gennaio 1941

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Medaglia d’Argento al Valore Militare

“Comandante di sommergibile di elevatissime capacità professionali, partecipava fin dai

primi giorni del conflitto, con ardimento ed indomito spirito aggressivo, a numerose mis-

sioni di guerra in Mediterraneo, durante le quali conduceva le unità e l’equipaggio al suo

comando a fortunato contatto col nemico. Desideroso di condurre l’offesa sempre più a

fondo, chiedeva ed otteneva il comando di sommergibile assegnato ai reparti d’assalto della

Marina, dedicandosi con grande entusiasmo e rara perizia tecnica al rapido appronta-

mento e messa a punto della nuova unità e delle attrezzature speciali, nonché al delicato

addestramento dell’equipaggio per il particolare impiego.Per ben cinque volte trasportò

quindi con grande successo, nelle immediate vicinanze delle più munite basi nemiche del

Mediterraneo, mezzi d’assalto della Marina destinati a tentarne il forzamento incontrando,

nel corso dei reiterati tentativi di raggiungere lo scopo prefisso, le più aspre difficoltà create

dalla intensa vigilanza, dalla violenta reazione nemica e spesso dalle sfavorevoli condizioni

idrografiche”.

Mare Mediterraneo, giugno 1940 – giugno 1942

Determinazione del 1° agosto 1944 – Repubblica Sociale Italiana

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Medaglia di Bronzo al Valore Militare

“Comandante di sommergibile legionario ha compiuto numerose missioni di guerra sulle

coste spagnole operando contro le navi da guerra rosse e contro il traffico di contrabbando,

dimostrando elevato spirito offensivo e solide qualità professionali. Con il sommergibile

Iride attaccava risolutamente di notte, stando in superficie un cacciatorpediniere e riusciva

successivamente con calma e abilità ad eludere la ricerca e l’offesa di varie unità avversa-

rie che cercavano ripetutamente di colpire il sommergibile con bombe di profondità”.

Mediterraneo occidentale, settembre 1937 – febbraio 1938

Regio Decreto 8 aprile 1939

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Promozione a Capitano di Fregata per merito di guerra

“In comando di sommergibile destinato a missioni speciali, dopo aver eseguito una audace

e difficilissima operazione di trasporto di mezzi d’assalto in prossimità di una munitissima

base nemica, ripeteva una seconda e una terza volta le stesse operazioni con cosciente ar-

dimento e indubbio sprezzo del pericolo.

Assunto anche il comando del Reparto d’assalto, preparava con grande capacità e con

lavoro meticoloso gli uomini e i mezzi che nel corso della 3a operazione riuscivano ad at-

taccare tre unità nemiche, danneggiandone gravemente una e affondando le altre due.

In ognuna delle missioni riusciva a riportare alla base il sommergibile e il suo equipaggio,

nonostante le difficoltà frapposte dalla insistente caccia del nemico e dalle navigazioni

subacquee spinte sino ai limiti della resistenza fisica degli uomini.

Magnifico esempio di organizzatore e di comandante”.

Regio Decreto 20 settembre 1941

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La Spezia 1943 Caserna San Bartolomeo

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8 SETTEMBRE 1943

Si riportano alcuni autorevoli giudizi in merito alla resa incondizionata dell’Italia.

“La resa dell’Italia fu uno sporco affare. Tutte le nazioni elencano nella loro storia guerre vinte e guerre perse ma l’Italia è la sola ad avere perduto questa guerra con disonore salvato, solo in parte dal sacrificio dei combattenti della Repubblica Sociale Italiana”Dal Diario di guerra di Eisenhower Comandante supremo delle forse USA nello scacchiere europeo.

“Il fatto è che il governo italiano decise di capitolare non perché si vide incapace di offrire ulteriore resistenza ma perché era venuto, come in passato, il momento di saltare dalla parte del vincitore”Da Le armate alleate in Italia di Alexander

“Il voltafaccia italiano dell’otto settembre fu il più grande tradimento della storia”Da Le memorie di Montgomery Comandante l’Ottava Armata britannica in Africa Settentrionale

“Solo dopo la defezione italiana noi abbiamo potuto raggiungere la vittoria”Da Taccuino segreto di W. Churchill Primo Ministro inglese

“L’Italia fu fedele al suo carattere di sciacallo internazionale, sempre in cerca di compenso per i suoi tradimenti”Da Storia della diplomazia di Potemkin Ambasciatore sovietico a Roma

“Che alleata sarà l’Italia nel caso di guerra? Quali garanzie ci sono che l’Italia, la quale ha cambiato schieramento nella seconda guerra mondiale di questo secolo, non farà altrettanto?Da un articolo di fondo del Washington Post, autorevole giornale americano, dell’inizio degli anni novanta.

“Voi della Repubblica Sociale Italiana siete stati dalla parte giusta. La ragione e la storia sono state e saranno sempre con Voi. Se non fossi stato il figlio di Sua Maestà il Re d’Italia, io pure avrei scelto la via del nord. Baci per me la mia, la nostra Patria”Pur quasi incredibile, ma assolutamente vero, è quanto lo stesso Umberto di Savoia ebbe a confidare al giornalista Loris Lolli (Combattente della R.S.I.) nel 1956 a Cascais nel corso di un lungo colloquio improntato alla massima gentilezza e cordialità.

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“Lo smarrimento e la disperazione Borghese li sperimentò nelle giornate susseguenti l’8

settembre, quando si rese conto che “il 25 luglio non era solo mutato un governo, ma era

stata decretata la resa e la dissoluzione del paese”.

Per l’esattezza Borghese ha voluto precisare che, pur considerandosi e comportandosi da

militare e non essendosi mai occupato di politica, aveva i suoi convincimenti e i suoi ideali,

che così possono riepilogarsi:

1. La guerra si doveva vincere, oltreché per ovvie ragioni militari, anche per ragioni politiche;

e queste erano nel 1943 che la civiltà europea andava salvaguardata dal predominio sia

americano che sovietico;

2. Il passaggio del re di Badoglio a quella parte costituiva, pertanto, un tradimento ai danni

del popolo italiano; e il sacrificio della sua civiltà “europea” al materialismo americano-

sovietico;

3. Con il loro vile comportamento, i capi responsabili avevano perso le loro prerogative e,

quindi, ogni autorità per impartire ordini agli italiani;

4. Era intollerabile che, volendo sottrarre l’Italia alla guerra e alla alleanza, lo si facesse in

modo indegno e turpe.”

“Una guerra si può perdere, ma con dignità e lealtà; e allora l’evento storico non incide

che materialmente, sia pure per decenni. La resa e il tradimento hanno, invece, incidenze

morali incalcolabili, che possono gravar per secoli sul prestigio di un popolo, per il

disprezzo sia degli alleati traditi che dei vincitori con cui si cerca, vilmente, di accodarsi.

Non mi sembra che tali convincimenti e sentimenti abbiano una impronta fascista:

appartengono al patrimonio ideale e morale di chiunque”.

“Dai miei orientamenti generali, dal mio comportamento, dalla mia deferente ammirazione

per Mussolini, mi si può definire fascista. Dalla mia indipendenza nei confronti del

partito, dal mio rifuggire dalle sue manifestazioni esteriori (camicia nera, rettorica,

ecc.), dall’essermi opposto a fare della Decima una formazione politica anziché militare

(lo dichiarai lealmente a Mussolini che, su pressione dei gerarchi mi propose di tenere

“almeno” un discorso politico alla radio), a molti fascista non parvi.

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Ancor oggi, per i comunisti, di cui sono avversario, rappresento la quintessenza del

fascismo, per i fascisti fanatici sono, nella migliore delle ipotesi, un “fascista tiepido”.

Io non dò troppo peso alle definizioni. Poniamo, ad esempio, il quesito: “Fu fascista la

RSI? Per me, la RSI rispose ad una esigenza morale e nazionale; avrebbe potuto formarsi

anche senza Mussolini. Non va confusa con il fascismo tradizionale. Alla RSI aderirono

uomini che non erano mai stati fascisti e si trovarono a fianco con fascisti del ventennio

per un ideale più alto di quello di un partito”.

Dal volume di Ruggero Zangrandi “1943: 25 luglio – 8 settembre” Feltrinelli Editore Milano - 1964

La Spezia, 19 febbraio 1944 Cerimonia della partenza per il fronte del Battaglione Barbarigo

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La Spezia, 14 settembre 1943

La Xa Flottiglia M.A.S. è unità complessa appartenente alla marina militare italiana, con completa autonomia nel campo logistico, “organico”, della giustizia e disciplinare, amministrativo;

E’ alleata alle FF. AA. germaniche con parità di diritti e di doveri;

Batte bandiera da guerra italiana;

E’ riconosciuto a chi ne fa parte il diritto all’uso di ogni arma;

E’ autorizzata a ricuperare e armare, con bandiera ed equipaggi italiani, le unità italiane che si trovano nei porti italiani; il loro impiego operativo dipendedal Comando della Marina germanica;

Il Comandante Borghese ne è il Capo riconosciuto, con i diritti e i doveri inerenti a tale incarico.

J.V. BORGHESEMAX BERNINGHAUS

La Spezia, den 14. September 1943

Die 10. M AS Flottille ist eine organische Einheit, die zur italienischen Kriegsmarine angehört. Sie geniesst vollständige Selbstregierung auf dem logistichen, organisatorischen, rechtlichen und disziplinerischen Gebiet.

Sie hat bei gleichen Pflichten und Rechten zusammen mit der deutschen Wehrmacht ein Bündnis geschlossen.

Sie fuhrt die italienische Kriegsflagge.

Wer ihr angehört, der wird berichtigt alle Waffen zu benützen.

Es wird ihr die Vollmacht zugegeben, die in italienischen Häfen stehenden italienischen Einheiten mit italienischer Flagge und Bemannung wiedereizunehmen; die wirkende Anlage von diesen wird durch die Kommandantur der deutschen Kriegsmarine bestimmt.

Der Kommandant Borghese ist das anerkannte Haupt davon, mit allen bei diesem Auftrag verknupften Rechten und Plichten.

MAX BERNINGHAUSJ.V. BORGHESE

TRATTATO DI ALLEANZA

TRA LA Xa FLOTTIGLIA MAS E IL RECH TEDESCO

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La scelta dell’Onore

All’8 settembre, al comunicato di Badoglio, piansi. Piansi e non ho mai più pianto. E adesso, oggi, domani potranno esserci i comunisti potranno mandarmi in Siberia, potranno fucilare la metà degli italiani, non piangerò più. Perché quello che c’era da soffrire per ciò che l’Italia avrebbe vissuto come suo avvenire, io l’ho sofferto allora. Quel giorno io ho visto il dramma che cominciava per questa nostra disgraziata nazione che non aveva più amici, non aveva più alleati, non aveva più l’onore ed era additata al disprezzo di tutto il mondo per essere incapace di battersi anche nella situazione avversa.Così, l’esperienza per me più interessante ed importante dal punto di vista politico, formativo e dell’esistenza è stata quella successiva all’8 settembre. Prima era piuttosto semplice. Si trattava di compiere il proprio dovere senza scelte personali. Non c’erano problemi. L’8 settembre ci ha messo di fronte a molti dilemmi, a esami di coscienza, alle responsabilità da prendersi verso noi stessi, verso le istituzioni alle quali appartenevamo, per me la Marina, e verso gli uomini che da noi dipendevano. Quindi, da quel momento, hanno cominciato a pesare fattori di ordine spirituale e politico. Tutto il periodo della RSI è stato particolarissimo anche per il tipo di umanità che è affluita sotto le armi in quella fase. I volontari si spogliavano di ogni interesse terreno ed erano animati esclusivamente dall’impegno di conseguire un risultato puramente spirituale. Essi volevano mettere in luce lo spirito di combattività dell’italiano che non si rassegnava ad un armistizio giudicato obbrobrioso, ma intendeva far vedere di saper morire combattendo contro il nemico.Naturalmente, tra i volontari c’erano tutte le sfumature politiche. C’era il fascista fanatico, che pensava che fosse suo dovere ritrovarsi dalla parte di Mussolini. E c’era il giovane politicamente freddo, che però pensava di dover continuare a combattere accanto a degli alleati da un giorno all’altro traditi. Anch’io in quei giorni del settembre 1943, fui chiamato ad una scelta. E decisi la mia scelta. No, non me ne sono mai pentito. Anzi, quella scelta segna nella mia vita il punto culminante, del quale vado più fiero. E nel momento della scelta, ho deciso di giocare la partita più difficile, la più dura, la più ingrata. La partita che non mi avrebbe aperto nessuna strada ai valori materiali, terreni, ma mi avrebbe dato un carattere di spiritualità e di pulizia morale al quale nessuna altra strada avrebbe potuto darmi.In ogni guerra, la questione di fondo non è tanto di vincere o di perdere; ma di come si vince, di come si perde, di come si vive, di come si muore.Una guerra si può perdere, ma con dignità e lealtà. La resa e il tradimento bollano per secoli un popolo davanti al mondo.

Junio Valerio Borghese

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Il comandante Borghese al fronte di Nettuno con alcuni marò del Battaglione Barbarigo A sinistra il comandante Bardelli e Bordogna

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GIURAMENTO DEI MILITARI DELLA

REPUBBLICA SOCIALE ITALIANA

“Giuro di servire e di difendere la Repubblica Sociale Italiana nelle sue istituzioni e nelle

sue leggi, nel suo onore e nel suo territorio, in pace e in guerra, fino al sacrificio supremo.

Lo giuro dinanzi a Dio e ai Caduti per l’unità, l’indipendenza e l’avvenire della Patria”.

GIURO!

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Quando pareva vinta Roma antica sorse l’invitta Decima Legione vinse sul campo il barbaro nemico Roma riebbe pace con onore. Quando l’ ignobil 8 di Settembre abbandonò la Patria il traditore sorse dal mar la Decima Flottiglia e prese l’armi al grido “Per l’Onore”! Decima Flottiglia nostra che beffasti l’Inghilterra vittoriosa ad Alessandria Malta Suda e Gibilterra. Vittoriosa già sul mare ora pure sulla terra Vincerai !

Inno della Xa MAS

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Testo di Donna Daria Borghese

Navi d’Italia che ci foste tolte non in battaglia ma col tradimento nostri fratelli prigionieri o morti noi vi facciamo questo giuramento: Noi vi giuriamo che ritorneremo là dove Iddio volle il Tricolore Noi vi giuriamo che combatteremo fin quando avremo pace con Onore! Decima Flottiglia nostra che beffasti l’Inghilterra vittoriosa ad Alessandria Malta, Algeri e Gibilterra vittoriosa già sul mare ora pure sulla terra Vincerai !

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Comunicato del 14 gennaio 1944 alla Xa Flottiglia M.A.S. dal carcere di Brescia dove il

Comandante Borghese fu rinchiuso dopo il suo arresto nell’anticamera dell’ufficio di Benito

Mussolini, Capo del Governo e dello Stato repubblicano. L’arresto, voluto da elementi fas-

cisti, ebbe termine dopo pochi giorni.

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La Spezia, febbraio 1944L’Ammiraglio Sparzani consegna al comandante Borghese la Bandiera di Combattimento della Repubblica Sociale Italiana. A sinistra il Comandante Bardelli

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Brani tratti dal memoriale scritto dal Comandante Borghese durante la sua permanenza nel

campo di prigionia di Cinecittà in Roma nei mesi di maggio e giugno 1945.

“Nelle pagine che seguono è brevemente riassunta l’attività svolta dalla Xa Flottiglia

MAS nei 20 mesi intercorsi fra l’8 settembre 1943 ed il 1° maggio 1945.

La Xa Flottiglia MAS, che nel quadro delle attività offensive della marina Italiana,

durante 3 anni di guerra, è stata la pattuglia di punta, e con i suoi valorosi ragazzi dei

mezzi d’assalto ha riportato sul marinaio italiano l’attenzione e l’ammirazione di tutto il

mondo, ha al suo attivo l’affondamento di 2 navi da battaglia inglesi – la Queen Elizabeth

e la Valiant (Alessandria 17 dicembre 1941) – due incrociatori inglesi (York a Suda – altro

ad Algeri) – e di oltre 150 mila tonn. di naviglio mercantile nemico – affondate in tutti i

mari – da Sebastopoli ad Algeri, da Suda a Gibilterra, da Alessandria a Messina.

Questa unità della Marina – abbandonata, come molte altre – alla sua sorte l’8 settembre

– quando ogni decisione – per esplicito parere dei capi responsabili – era rimesso alla

coscienza dei singoli comandanti, non ha voluto accettare una resa a discrezione (che

non concedeva l’onore delle armi, ma anzi - esplicitamente – la loro consegna al nemico)

– resa che oggi il popolo italiano conosce nella crudezza del suo testo originale – e ha

ritenuto suo onorevole dovere di continuare la lotta contro il nemico che . contrariamente

ad ogni armistizio – continuava l’invasione della nostra terra.

A questo scopo, nei duri giorni seguenti l’8 settembre, la Xa Flottiglia MAS ha dovuto

dapprima lottare contro le forze germaniche occupanti – per preservare il suo stato di

completa indipendenza – quale unità appartenente alla Marina da guerra italiana –

statuto riconosciuto poi dalle autorità germaniche negli accordi del 14 settembre 1943;

mantenere con onore e decoro la bandiera da guerra italiana, che dal picco dell’albero

eretto nel piazzale della Flottiglia in La Spezia – e sventolante a poppa delle sue unità

d’assalto – non è mai stata ammainata; in seguito difendersi contro reiterati attacchi da

parte di autorità politiche (che ne vollero e ordinarono lo scioglimento) – culminati con

l’arresto del Comandante Borghese, d’ordine di Mussolini, il 12 gennaio 1944; in seguito

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difendersi contro gli attacchi di elementi partigiani, che indiscriminatamente attaccavano

individui della Xa – confondendoli con fascisti; e finalmente lottare strenuamente contro la

volontà germanica di asservimento – lotta culminata con il tentato arresto del Comandante

Borghese, da parte germanica – avvenuto in Fiume d’Italia – nel dicembre 1944”.

……………

In particolare si deve all’energico intervento della Xa se è stata scongiurata la minaccia

della distruzione totale del porto di Genova – così come era stata predisposta dalla Marina

germanica.

La Xa ha avuto numerosi contatti sia con capi partigiani o uomini responsabili del

Fronte della Libertà, sia con emissari inviati dal Sud al Nord da varie autorità – con vari

compiti. Ogni qual volta si è manifestata una possibilità di intesa sulla base di un interesse

nazionale da salvaguardare, al di sopra ed al di fuori di divergenze politiche o differenze

di parte, questi contatti hanno portato a pratici risultati di collaborazione fra italiani per

la difesa contro la sopraffazione straniera – indifferentemente tedesca o inglese – slava

o americana.

……………

La Xa non si trincera dietro a fangosi ripari di doppiogioco – ma racconta quello che ha

fatto – e perché lo ha fatto – con quella tranquillità di coscienza che deriva dal dovere

compiuto per la più nobile delle cause: servire l’Italia invasa – al di fuori di ogni faziosità

– contro tutti gli invasori.

……………

Quello che non passò nemmeno nell’anticamera del cervello del Comandante Borghese fu

che si dovesse abbandonare il proprio posto di combattimento – e, travestiti in borghese –

si dovesse fuggire, abbandonando militari dipendenti e relativo materiale.

Armistizio in atto, uguale ognuno al suo posto di combattimento con le armi al piede. Ma

quando si apprese che Badoglio, col suo proclama – pochi giorno dopo avere annunciato

al popolo che “la guerra continua” fa intendere che l’alleato di tre anni è improvvisamente

diventato nemico – che il Re non è più a Roma – ma in mano del nemico, che la flotta, al

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completo e pronta al combattimento estremo, con le armi e con gli spiriti – si è consegnata

in un porto nemico, che le più alte autorità dello stato – militari e civili – governo in

testa – hanno abbandonato il loro posto, il loro popolo, le loro Forze Armate, curandosi

solamente di fuggire, allora un soldato ed un Comandante – abbandonato alla decisione

delle propria coscienza – che sente la responsabilità verso il paese dell’incarico affidatogli,

del valore di molti milioni del prezioso materiale segreto di guerra, e della vita di molte

centinaia di marinai, un Comandante che ha una destinazione a terra e non a bordo – e

che vede intorno a sè il cataclisma che si abbatte sul popolo italiano abbandonato alla

sua triste sorte e alla inevitabile reazione germanica, decide di restare al suo posto – di

non fuggire – di non abbandonare né ammainare la bandiera di combattimento della sua

unità, ma di difenderla con tutti i mezzi contro chiunque.

……………

Se nei giorni correnti dall’8 al 30 settembre 1943 gli angloamericani fossero sbarcati

invece che a Salerno e a Taranto, a Genova e a Trieste, non avrebbero incontrato nessuna

resistenza organizzata – e la campagna d’Italia sarebbe finita nell’autunno del 1943 – con

immenso risparmio di lutti e di rovine per il nostro paese. Questa mancata iniziativa è

sempre rimasta un mistero per gli italiani del Nord.

……………

Il 14 settembre fu stipulato un accordo con la più alta autorità militare germanica in

sede: il Capitano di Vascello Berlinghaus ed il Comandante Borghese. Tale accordo è

di capitale importanza in quanto chiarisce e delimita perfettamente le funzioni della Xa

nel quadro generale: gli accordi rimasero in vigore per 20 mesi e non furono modificati

nemmeno quando – sorto il governo della repubblica – questa concordava con i germanici

altri accordi riguardanti lo statuto delle FF.AA. italiane.

……………

Ben presto, da Spezia dapprima, e poi da tutta Italia, affluirono attorno a questa bandiera

italiana – forse l’unica rimasta a riva dopo l’armistizio – dapprima centinaia e poi migliaia

e migliaia di giovani , tutti volontari per riprendere le armi e continuare il combattimento

– al grido “Per l’Onore d’Italia”.

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Con i vecchi elementi della Xa - tutti della Marina - ed altri affluiti dalle basi

sommergibilistiche italiane di Francia e Germania (Bordeaux e Danzica) furono rimesse

in piedi le attività specifiche marinare – mezzi d’assalto di superficie e subacquei. In tre

mesi di duro lavoro furono riportati alla superficie i 3 sommergibili della Xa - nuovissimi

e attrezzati quali trasportatori, affondati criminalmente da alcuni invasati il 9 settembre

(con perdite di vite umane). Erano il Grongo il Murena e lo Sparide. Ne furono subito inizi

i lavori di raddobbo. Fu ripresa la sorveglianza tecnica presso le ditte costruttrici delle

costruzioni navali in corso. 80 SMA e 36 SSB. Fu recuperato all’Arsenale di Spezia un

trasporto mezzi di superficie – la nave Pegaso – e fu messa ai lavori. A Spezia, Bocche

di Magra e nei Cantieri Baglietto di Varazze furono rastrellati tutti i MAS disponibili

– assicurandoli così alla Marina Italiana in contrasto a quella germanica, e ne fu

sollecitamente curato il ripristino di efficienza e l’approntamento militare. Fu attrezzata

una officina civile per la costruzione dei silurotti per i mezzi d’assalto, che, dopo qualche

mese, forniva regolare produzione.

……………

La raccolta completa dei rapporti di missione, che era conservata presso lo Stato Maggiore

della Marina a Lonato, dimostra di quali qualità era dotato il marinaio italiano, proteso in

lotta disperata contro un nemico strapotente che ne invadeva la patria; e quanti sforzi sia

costato al Comando della Xa Flottiglia Mas far risorgere questo speciale reparto, intorno

al quale era concentrata la maggiore attività della marina da guerra della Repubblica.

Sotto la guida di valenti comandanti, i marinai volontari della Xa hanno combattuto sino

al limite dell’impossibile, dimostrando sempre grande coraggio, alto spirito patriottico

e morale molto elevato, non smentendo cos’ la promessa fatta ai compagni morti e

prigionieri, di combattere “sino a quando non si avrebbe una pace con onore”.

……………

In questo particolare tipo di attività il segreto più assoluto sul personale operatore, sul

materiale ed i suoi perfezionamenti, nonché sulle operazioni progettate, è condizione

indispensabile di riuscita; e questo fu ottimo argomento per circondare il gruppo di tali

e tante norme cautelative che avevano come scopo segreto di tenere lontani gli alleati

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germanici, a cui non volevasi comunicare elementi che costituiscono un segreto specifico

bellico della Marina Italiana.

Tale segreto è stato, sotto molti aspetti, potuto mantenere fino a quando l’arrivo delle

truppe alleate, forti delle norme armistiziali, ne ha, per forza di cose, provocata la rottura

a danno della potenza militare della nostra Marina e del nostro paese.

……………

Le molte migliaia di volontari che si andavano presentando alla Xa non potevano tutte

trovare impiego nelle attività navali disponibili.

Per soddisfare il loro desiderio di partecipare con le armi in pugno alla lotta di difesa

del territorio nazionale contro il nemico avanzante, fu deciso di riunirli sotto l’organico

di battaglioni . facenti parte del corpo della Fanteria di Marina – e, ad addestramento

ultimato, impiegarli al fronte.

Nacquero così vari battaglioni e gruppi di artiglieria. Il primo battaglione ad essere

impiegato fu il “Barbarigo” che, con una forza di 650 uomini, fu avviato al fronte di

Nettuno nel marzo del 1944. Questo Battaglione partì con scarso addestramento, ma lo

completò egregiamente in linea, ove fu subito impiegato, e dove valorosamente si mantenne

fino alla occupazione di Roma nel giugno 1944. Fu la prima unità totalmente italiana a

raggiungere il fronte dopo l’armistizio ed il suo invio al fronte, prematuro nei riguardi

dell’addestramento degli uomini, era stato reso necessario perché alla difesa di Roma

contro i negri e gli australiani si volle fossero presenti truppe italiane; era una sentita

questione di prestigio di fronte al popolo italiano e di fronte agli alleati germanici. Dal

calore della dimostrazione di affetto che la cittadinanza e tutto il popolo di Spezia fece

al Battaglione, all’atto della sua partenza per il fronte, si potè arguire che quei giovani

volontari rappresentavano veramente e degnamente la volontà popolare di non cedere al

nemico e non arrendersi senza combattere. Altri battaglioni seguirono per un totale di

circa 10 mila uomini di cui 5000, per ordine del Maresciallo Graziani, furono inviati alla

Divisione Marina San Marco di cui seguirono la sorte.

……………

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Fu così possibile costituire una piccola Divisione, riunendo in unità complessa i battaglioni

già pronti. La Divisione Xa aveva organico su tre Reggimenti: 1° Reggimento Fanteria

– Battaglione Lupo, N.P., Barbarigo; 2° Reggimento Fanteria – Battaglione Sagittario,

Guastatori Alpini Valanga, Bersaglieri Fulmine; 3° Reggimento Artiglieria su 3 Gruppi di

Artiglieria con 12 pezzi da 100/22, 12 da 105 e 12 da 20 a.a. A disposizione del Comando

Divisione vi era inoltre il Battaglione Genio Freccia.

……………

Così per terra, come per mare, i nostri nemici di ogni razza e di ogni colore hanno

incontrato degli italiani, valorosi combattenti e difensori della loro terra, inquadrati nelle

formazioni della Xa, e, come è vero che il valore di un soldato dà prestigio alla nazione cui

appartiene, così, a detta dello stesso nemico, la strenua ostinata difesa di questi marinai

ha fatto onore alla nostra patria.

……………

Nel mese di ottobre 1944 il Comando della Xa, ritenuto ultimato il periodo di addestramento

della Divisione, constatato che la lunga permanenza in Piemonte aveva portato a

coinvolgere la Divisione in attriti con i partigiani, quali contromisure all’assassinio del

Comandante Bardelli e di 10 suoi marinai, esaminata la situazione generale che pareva

prevedere imminente un crollo del fronte germanico, e quindi urgente la minaccia sulle

nostre terre della Venezia Giulia, emanava le seguenti direttive circa la futura attività

della Divisione Xa:

A. Concentrare tutte le attività della Xa nella Divisione (escluse quelle navali) tralasciando

quelle sussidiarie

B. Destinare l’intera Divisione Xa alla difesa dei confini orientali contro l’esercito di

Tito, con lo specifico compito di restare sul posto anche qualora le truppe germaniche si

ritirassero.

……………

I reparti hanno immediatamente assunto le previste posizioni di difesa e, fatti segno ad

attacchi da parte delle truppe slave del IX Corpus di Tito (9a dell’Esercito jugoslavo),

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hanno ovunque costituito solida barriera. Fra i molti episodi è da citarsi quello di Tarnova

della Selva ove il Battaglione Fulmine, su una forza di circa 300 uomini, ha tenuto testa

per tre giorni e tre notti contro un attacco di 2000 slavi, facendo così fallire la progettata

e già decantata occupazione di Gorizia e perdendo, nella valorosa difesa, circa il 50% dei

propri effettivi.

……………

Fu stabilito, con il plenipotenziario tedesco, che metà Divisione, a turno, doveva

partecipare alla difesa del fronte meridionale, mentre l’altra metà doveva restare nella

zona per riordinamento ed addestramento. In tal modo il Comando della Xa intendeva

tenere in Veneto forze discrete, che, come da primitivo programma, erano pronte ad

affluire in Venezia Giulia in caso di necessità.

……………

Il problema delle Province occupate dalla armate tedesche(Alto Adige – Venezia Giulia)è

stato uno dei compiti fondamentali che la Xa ha voluto, di propria iniziativa, affrontare e

che ha cercato di risolvere. Quello che si è fatto:

a) trattato il problema per via diplomatica con le competenti autorità

germaniche(numerosissimi colloqui Borghese – Rahn- Wolff);

b) interessare il Governo Mussolini sull’argomento (colloqui Borghese – Mussolini);

c) invio di reparti armati della Xa a Lussino, Fiume, Pola, Trieste e l’intera Divisione Xa a

Gorizia;

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Pagina 12 dell’originale manoscritto durante la prigionia

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d) organizzare un servizio informativo politico e di propaganda nella Venezia Giulia;

e) prendere contatti con quelle bande partigiane che davano affidamento di solidarietà nella

lotta contro lo straniero invasore(specie jugoslavo).

……………

Come risulta da quanto detto circa la nascita della nuova Xa, questa è sorta il 9 settembre

1943 quando ancora non esisteva in Italia né un Governo Mussolini, né, tantomeno, un

movimento partigiano.

Di più, le funzioni, i compiti e gli scopi della Xa erano nettamente militari, totalmente

apolitici e si possono riassumere nella frase: “organizzazione volontaria militare navale col

compito della salvaguardia degli interessi della Marina Italiana contro tutti gli stranieri”.

La Xa non si è perciò mai occupata del problema partigiano, anche quando, nei primi mesi

del 1944, la loro attività nella zona di Spezia (allora sede della Flottiglia)incominciò a farsi

sentire. Era stato chiaramente reso noto a tutti che la Xa non si occupava né di politica, né

di polizia, ma era un coprpo combattente che cercava il combattimento contro il nemico

esterno, per mare e per terra, a protezione, e non in contrasto, al polo italiano.

Purtroppo la voce di buon senso e di concordia non venne raccolta.

……………

Era necessario che si sapesse che la Xa non si occupava in nessun modo dei partigiani, ma

desiderava in egual modo che i partigiani non si occupassero di lei.

……………

In Piemonte, malgrado la situazione partigiana fosse molto delicata e difficile, il Tenente

Colonnello Carallo, che teneva il comando della Divisione, riuscì abilmente, attraverso

opportuni ordini e transazioni con i capi partigiani, a mettere in esecuzione gli ordini

impartitigli dal Comandante Borghese: evitare in ogni modo attriti; non immischiarsi

nelle questioni di polizia locale; dedicare ogni attività all’unico scopo di completare

l’addestramento del personale, per renderlo idoneo a raggiungere il fronte; far conoscere

tali direttive ai capi partigiani.

……………

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Questa situazione resse fino all’ 8 luglio 1944, nel quale triste giorno il Comandante Bardelli

del Barbarigo, reduce dal fronte di Nettuno, mentre nel paesetto di Ozegna discuteva con

alcuni partigiani, esprimendo loro l’inutilità, l’orrore ed il danno di una lotta fratricida,

cadeva in un vigliacco agguato tesogli, e dopo strenua lotta veniva barbaramente ucciso

con 10 dei suoi uomini.

Furono ritrovati i loro corpi spogliati degli indumenti e dei valori personali, strappati gli

anelli dalle dita ed i denti d’oro dalle bocche, e con le bocche stesse piene di terra e di erba

in segno di sfregio. Questo episodio di ferocia balcanica, ingiustificabile delitto, compiuto

da un “patriota” – noto criminale e delinquente comune, chiamato Piero, e dalla sua banda

– fu motivo determinante perché la Xa la cui pazienza aveva tollerato numerosi altri fatti

criminali isolati, decidesse di intervenire per rintracciare i colpevoli e dare loro l’esemplare

punizione che essi si erano meritati per l’ignobile massacro.

Nel mese di settembre e parte di ottobre 1944 alcune unità della Xa risalirono le vallate di

Locana di Viù e di Lanzo alla ricerca del bandito Piero, scontrandosi più volte con resistenze

di partigiani: ma toccò proprio al Battaglione Barbarigo la giusta sorte di raggiungere la

banda di Piero, nell’alta valle Locana, e compiere quella giustizia che era richiesta dalla

leggi divine, umane e da quelle dell’onore del soldato italiano.

Dalla fine di ottobre, per evitare gli inevitabili strascichi, ed in concomitanza con altre

direttive, tutti i reparti furono ritirati dal Piemonte e avviati a Gorizia per iniziare finalmente

la agognata lotta contro lo straniero invasore.

……………

Il Comandante Borghese personalmente, deplorando vivissimamente il fatto che tante vite

umane (e generalmente, come succede, le migliori) si perdessero in una sterile lotta fratricida,

così lontana dagli scopi della Xa, quando invece la situazione generale del paese avrebbe

richiesto una più che mai una stretta cooperazione di tutti gli Italiani per la tutela degli

interessi nazionali contro tutti gli invasori, e ben realizzando come, tutto sommato, questa

lotta interna non facesse altro che il gioco degli occupanti (tedeschi a angloamericani), tutti

ugualmente interessati ad averci divisi e a far pagare con nostro sangue la realizzazione dei

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loro piani, si è adoperato in ogni modo per venire ad una possibile intesa, ogni volta che se

ne è presentata l’occasione.

Non ha mai rifiutato incontri con capi partigiani, quando richiestone; ha voluto ricevere

i capi delle bande con cui erano in corso scontri nel Piemonte per tentare una definizione

pacifica della questione; di sua iniziativa ha compilato un manifesto, affisso in tutti i borghi

delle valli di Locana Lanzo e Aosta, in cui assicurava ogni partigiano, che avesse deposto

le armi, che non sarebbe stato né giustiziato, né imprigionato, né mandato in Germania,

ma rinviato a casa sua o arruolato nei battaglioni volontari di lavoratori del genio Militare

(questo bando è stato immediatamente soppresso dalla autorità governative e ha procurato

al Comandante Borghese serie noie con Mussolini che ha citato il fatto in Consiglio dei

Ministri a prova di eccessivo spirito di iniziativa e autonomia – ma non ha avuto conseguenze

– perché era stato preventivamente concordato fra lo stesso Comandante Borghese e il

Generale Wolff e l’Ambasciatore Rahn a cui Borghese aveva chiesto (ed ottenuto) le più

assolute garanzie per il mantenimento degli impegni che prendeva, da parte della autorità

germaniche).

……………

La Xa Flottiglia Mas che, quale corpo militare apolitico di volontari al combattimento, si

disinteressava totalmente al problema partigiano, fu, inevitabilmente, coinvolta nella guerra

civile che devastava il paese; molte centinaia di giovani furono le vittime, assolutamente

innocenti, del loro alto ideale di combattere per una patria libera da stranieri; vittime di uno

spirito veramente partigiano e fazioso, che, fuorché in alcuni uomini di buona fede, prese il

sopravvento su uno spirito di concordia nazionale, che era quello che animava la Xa.

Le poche volte che reparti della Xa sono stati impiegati contro bande partigiane questo è

avvenuto solo ed esclusivamente per legittima difesa contro provocazioni di sangue; non è

concepibile che un capo responsabile possa assistere indifferente allo sterminio e alla strage

compiuta a danno dei suoi uomini, e che questo capo – esauriti e visti vani i mezzi pacifici

di persuasione – non ricorra a sistemi energici, specie laddove l’azione patita manifesta,

attraverso efferati dettagli di brutalità, l’esistenza di delinquenza comune che comodamente

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Pagina 67 dell’originale manoscritto durante la prigionia

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tentava di portare a segno i suoi nefasti scopi sotto la copertura di alti ideali politici.

……………

Questo popolo italiano dovrà onorare questi suoi figli, Caduti, come molti altri, per l’alto

ideale della sua difesa; ed il governo italiano, di qualunque tendenza esso sia, dovrà venire

incontro alle famiglie dei Caduti, ai feriti e mutilati della Xa per un superiore senso di

umanità e giustizia sociale e nazionale.

……………

L’attività antisabotaggio germanico della Xa ebbe inizio quando nel settembre 1944 il

Direttore Generale della FIAT chiese personalmente al Comandante Borghese se la Xa

sarebbe stata in grado di organizzare un servizio armato di protezione ai macchinari e agli

stabilimenti di Torino per impedire che, all’atto della ritirata, i germanici compissero atti

di sabotaggio e distruzione.

……………

Il Comandante Borghese prese i seguenti provvedimenti:

a) creazione di un Distaccamento della Xa a Torino, su una forza di circa 150 uomini,

al comando del Tenente Bigio, grande mutilato di guerra. Compito ufficiale: protezione

contro gli stabilimenti FIAT contro i partigiani. Compito reale, segreto: protezione degli

stabilimenti contro qualsiasi attività distruttiva germanica;

b) interessare il Generale Plenipotenziario Wolff e l’Ambasciatore Rahn perché i piani di

sabotaggio germanici non venissero compiuti.

……………

Si ritiene che quanto è citato sia sufficiente ad illustrare con quale spirito, con quali

intenzioni, con quali mezzi, con quali risultati, la Xa Flottiglia Mas abbia operato in questo

campo vitale dell’attività nazionale ed il solo fatto di avere impedita la distruzione del porto

di Genova, il primo d’Italia, sia motivo sufficiente di quella grande soddisfazione che deriva

dall’avere compiuto il proprio dovere.

……………

La guerra, che da tre anni infuriava, aveva colpito il popolo italiano nelle tre forme che

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l’accompagnano inevitabilmente: Caduti, prigionieri e dispersi, mutilati e grandi invalidi

di guerra.

……………

Gli uffici assistenza della Xa (con sedi a Milano, Venezia e Genova) avevano i seguenti

compiti:

- assistenza ai militari della Marina, feriti o ammalati, negli ospedali o a casa;

- assistenza alle famiglie dei Caduti, prigionieri o dispersi;

- assistenza ai prigionieri e internati in Germania;

- assistenza ai militari smobilitati per cause di servizio.

……………

Gli uffici assistenziali della Xa, nella forma in cui hanno svolto la loro opera, sono stati un

fatto nuovo nella storia delle FF.AA. italiane; fatto che merita di essere studiato e ripreso

per l’alto spirito umanitario che lo ha ispirato e per i benefici risultati conseguiti.

……………

Fu precisa volontà del Comandante Borghese che la Xa avesse le sue Ausiliarie per il

principio, da salvaguardare in ogni circostanza, dell’apoliticità della Xa.

……………

Quasi 300 sono le volontarie uscite dai 3 corsi svolti ed il servizio da esse prestato è stato di

alto rendimento ed ha permesso di impiegare quasi 300 uomini in più nei reparti combattenti.

Per il loro alto sentimento patriottico e la serietà dimostrata hanno benemeritato. Alcune di

essere hanno pagato con la vita il loro attaccamento alla patria: due volontarie, una a Tiene

ed una a Torino, sono cadute vittime dell’inconsiderato odio partigiano, nelle giornate che

ora è uso chiamare “della liberazione”.

……………

Quanto esposto sta a dimostrare la comprensione, la voluta e cosciente aderenza del

Comandante Borghese – e con lui di tutta la Xa – a tutti i punti di vista di reale interesse

nazionale, al di fuori e al di sopra di questioni di parte (Regi o Repubblicani) e di partiti

(fascisti o anti), semplicemente deleterie, a suo avviso, nel momento in cui la patria era in

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pericolo. Con tale modo di agire egli incorreva indubbiamente in gravissimi rischi, essendo

sotto stretta sorveglianza da parte delle autorità germaniche, come di quelle politiche, ma

nessun timore e nessuna minaccia hanno mai deviato il Comandante Borghese dal compiere

quello che egli riteneva essere il suo dovere.

……………

Pur senza venir mai meno al principio della lealtà militare, la Xa non si è mai assoggettata

ai tentativi di sottomissione che i tedeschi – con quella grossolanità di senso psicologico che

talvolta li caratterizza – hanno cercato di esplicare nei suoi riguardi.

………..

Si può dire che la Xa abbia bene assolto quella parte di compito, che essa si era volontariamente

accollata, di essere guida e difesa del popolo contro chiunque lo minacciasse – americani,

tedeschi o banditi -; di costituire un elemento di moderazione e di ordine; di rappresentare

– nel campo delle forze armate – con dignità ed onore il popolo italiano, davanti ad amici e

nemici, per l’unica causa del bene dell’Italia.

Data l’impostazione politica dei rapporti fra Repubblica Sociale Italiana e Germania,

fu molto difficile a tutti mantenere rapporti di assoluta alleanza. La Xa, con la chiara

impostazione del problema, senza possibilità di equivoci, sancita dagli accordi del 14

settembre, seguì la sua strada, sul concetto da cui mai deflettè: parità di diritti e parità di

doveri. Questo valse, da parte germanica, molta diffidenza e sospetto, ma altresì stima e

rispetto. La Xa, in un triste momento della storia nazionale, ha mantenuto alto l’onore delle

FF.AA. italiane e della Marina in particolare.

Dal 2 aprile ho seguito da vicino – in Milano – le ultime giornate del Governo della

Repubblica Sociale Italiana, come spettatore, e, in piccola parte, come attore. Ormai la

situazione non presentata più alcuna incognita: gli angloamericani, rotto il fronte, passato

il Po senza resistenza, dilagavano nella pianura padana; le truppe germaniche, ormai in

dissoluzione come esercito, non presentavano più seria resistenza; se ne avvalevano le forze

dell’insurrezione per prendere il facile sopravvento. In queste circostanze ho tentato di

portare una nota di buon senso e di logica, sia nella riunione dei Capi di Stato Maggiore

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Pagina 75 dell’originale manoscritto durante la prigionia

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delle Forze Armate, tenutasi in Milano il 23 aprile e presieduta dal Maresciallo Graziani,

e sia nelle consultazioni a cui sono stato chiamato da membri del governo, come “esperto

militare” alla Prefettura il 24 e 25 aprile.

Le proposte che feci in tali occasioni sono le seguenti:

Premesso che la guerra è ormai finita e perduta, è nostro dovere prendere tutti i possibili

provvedimenti perché l’ondata di deflusso germanica e quella di riflusso angloamericano

pasdsino sul nostro territorio arrecando il minimo possibile danno a persone e cose. Davanti

a tale problema di interessa nazionale ogni altro diviene secondario e particolarmente

quelli politi interni. Per affrontare nel miglior modo la situazione è necessario siano

immediatamente presi i seguenti provvedimenti:

- passare tutti i poteri dalle autorità civili a quelle militari; i civili pensino sono al prosieguo

delle pratiche amministrative;

- mediante appositi accordi con il C.L.N. impedire disordini di piazza: le FF.AA.

repubblicane, sotto il comando delle autorità militari, si incarichino del mantenimento

dell’ordine pubblico;

- in accordo con le autorità militari germaniche condurre trattative fra le autorità militari

della Repubblica e quelle angloamericane per il passaggio delle province del Nord senza

disordine;

- evitare in ogni modo ulteriore spargimento di sangue italiano.

……………

Quando il 25 aprile, alle 19.30, vidi partire dalla Prefettura la colonna delle macchine

governative, e mi trovai solo in mezzo al cortile della Prefettura, decisi di seguire il mio

programma stabilito per la Xa, lo stesso dell’8 settembre 1943, restare sul posto, in difesa dei

miei uomini e con essi, seguendo la loro sorte, cercare di rendersi ancora utile al popolo.

……………

Salutai i miei bravi marinai e dissi loro che li lasciavo liberi di continuare a servire la Patria

così come la loro coscienza, ed i principi che in 20 mesi la Xa aveva loro instillati, avrebbe

dettato. Feci consegnare 6 mensilità di paga ad ogni uomo. Feci consegnare alla Prefettura

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alcuni milioni di lire (11 mi pare), rimanenza di cassa, ed i registri amministrativi.

……………

Basata su questi quattro postulati: Onestà, Competenza, Coraggio, Lealtà, la Xa ha servito

il paese per 20 mesi; il fatto che si sia trovata dal lato perdente, non altera in nulla i

benefici effetti prodotti. Alcune migliaia di giovani nelle sue file sono stati educati all’amore

per la Patria, al coraggio, al combattimento, ad affrontare ogni rischio quando la meta

sia il bene della Patria. Ha contribuito alla salvezza di molte proprietà italiane dalle

distruzioni e dai saccheggi. Ha ingigantito l’attaccamento al mare di molte centinaia di

giovani. Ha mantenuto in ogni caso alto il prestigio del soldato italiano davanti al popolo

italiano, che voleva bene ai suoi “marò”, e lo ha dimostrato in molte occasioni, davanti al

nemico anglosassone e all’alleato germanico. Ha esercitato una severa disciplina interna

premiando i valorosi e colpendo duramente i disonesti e i codardi. Ha combattuto per mare

e per terra, non sempre con successo, ma sempre con lealtà e coraggio. Ha assistito la

popolazione bisognosa. Ha evitato in tutti i modi la disastrosa guerra civile, pur lottando,

sempre secondo le buone regole di guerra, contro il banditismo, mai contro l’autentico

patriottismo. Ha collaborato per evitare distruzioni e sabotaggi da parte germanica e ha il

merito, con altri, della salvezza del porto di Genova. Ha difeso al massimo limite delle sue

possibilità il suolo della Patria contro gli invasori e, in particolare, la Venezia Giulia contro

le orde di Tito. Si è accodata con ogni italiano, di qualunque parte o partito, quando ciò era

a vantaggio dell’interesse nazionale.

Anche nei momenti di maggiore gravità, e quando il panico invadeva ogni strato

dell’organizzazione militare italiana, ha seguito i dettami della calma, dell’onore militare e

degli interessi del paese (8 settembre 1943 – 26 aprile 1945).

Questa era la Xa Flottiglia MAS, costituita da migliaia di giovani volontariamente affluiti con

un solo scopo, alto, disinteressato, eternamente trionfante: combattere per l’indipendenza

della patria dallo straniero, combattere per l’Onore d’Italia”.

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Curriculum vitae redatto a J.V.B nel 1974

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Rapporto di attività di Junio Valerio Borghese dal 30 ottobre al 5 novembre 1944

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Fonte: Ufficio Storico della Marina Militare - Roma

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Sesto Calende, Ottobre 1944Il Comandante Borghese in visita alla Scuola Piloti Mezzi d‘Assalto di Superficie “Todaro”Primo a sinistra il T.V. Pilota Elio Scardamaglia

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“Nel concludere la vicenda della Decima Flottiglia Mas durante la Repubblica Sociale

Italiana, non posso fare a meno di rivolgere pubblicamente un pensiero riconoscente

a tutti quegli italiani che mi aiutarono a superare il periodo della mia detenzione. Un

ringraziamento particolare va a tutti i miei ufficiali, sottufficiali e marò, alle ausiliarie

del SAF, a tutti i commilitoni della Decima che, pur perseguitati e vilipesi, mi sono stati

costantemente vicini. A tutti coloro che per la Decima si sono immolati combattendo per

il bene della Patria e per l’”Onore”, il mio reverente, grato, commosso, perenne ricordo.

Basata su questi quattro postulati: Onestà, Competenza, Coraggio, Lealtà, la Xa ha servito

il paese per 20 mesi; il fatto che si sia trovata dal lato perdente, non altera in nulla i benefici

effetti prodotti. Alcune migliaia di giovani nelle sue file sono stati educati all’amore per la

Patria, al coraggio, al combattimento, ad affrontare ogni rischio quando la meta sia il bene

della Patria. Ha contribuito alla salvezza di molte proprietà italiane dalle distruzioni e dai

saccheggi. Ha ingigantito l’attaccamento al mare di molte centinaia di giovani. Ha mantenuto

in ogni caso alto il prestigio del soldato italiano davanti al popolo italiano, che voleva bene

ai suoi “marò”, e lo ha dimostrato in molte occasioni, davanti al nemico anglosassone e

all’alleato germanico. Ha esercitato una severa disciplina interna premiando i valorosi e

colpendo duramente i disonesti e i codardi. Ha combattuto per mare e per terra, non sempre

con successo, ma sempre con lealtà e coraggio. Ha assistito la popolazione bisognosa. Ha

evitato in tutti i modi la disastrosa guerra civile, pur lottando, sempre secondo le buone

regole di guerra, contro il banditismo, mai contro l’autentico patriottismo. Ha collaborato

per evitare distruzioni e sabotaggi da parte germanica e ha il merito, con altri, della salvezza

del porto di Genova. Ha difeso al massimo limite delle sue possibilità il suolo della Patria

contro gli invasori e, in particolare, la Venezia Giulia contro le orde di Tito. Si è accodata

con ogni italiano, di qualunque parte o partito, quando ciò era a vantaggio dell’interesse

nazionale. Anche nei momenti di maggiore gravità, e quando il panico invadeva ogni strato

dell’organizzazione militare italiana, ha seguito i dettami della calma, dell’onore militare

e degli interessi del paese (8 settembre 1943 – 26 aprile 1945). Questa era la Xa Flottiglia

MAS, costituita da migliaia di giovani volontariamente affluiti con un solo scopo, alto,

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disinteressato, eternamente trionfante: combattere per l’indipendenza della patria dallo

straniero, combattere per l’Onore d’Italia”.

Milano, Ottobre 1944

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Milano, Ottobre 1944

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Il Comandante Junio Valerio Borghese, riconosciuto “non colpevole” di “atti criminosi”

né di “rapine” né di “sevizie efferate” né di “stragi”, fu condannato a 12 anni per “col-

laborazionismo col tedesco invasore”. In base al passato militare, all’attività svolta per la

salvaguardia delle industrie del Nord e per la difesa della Venezia Giulia, e per l’assistenza

prestata senza distinzioni ideologiche ai marinai internati nei campi di concentramento

germanici e alle loro famiglie, lasciò il carcere di Regina Coeli alle ore 19 del 17 febbraio

1949.

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Lettera consegnata a Bordogna dal Comandante Borghese per i commilitoni della Xa

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BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE

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Gianpaolo Pansa

BORGHESE MI HA DETTO

Palazzi Editore Milano – 1971

Silvio Bertoldi

SALÒ – VITA E MORTE DELLA REPUBBLICA SOCIALE ITALIANA

Rizzoli Editore Milano – 1976

Franco Bandini

VITA E MORTE SEGRETA DI MUSSOLINI

Mondatori Editore Milano – 1978

Ricciotti Lazzero

LA DECIMA MAS

Rizzoli Editore Milano – 1984

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Sergio Nesi

DECIMA FLOTTIGLIA NOSTRA ….. – I MEZZI D’ASSALTO DELLA MARINA

ITALIANA AL SUD E AL NORD DOPO L’ARMISTIZIO

Mursia Editore Milano – 1986

Guido Bonvicini

DECIMA MARINAI! DECIMA COMANDANTE! – LE FANTERIE DI MARINA 1943

– 1945

Mursia Editore Milano – 1988

A cura di Mario Bordogna

JUNIO VALERIO BORGHESE E LA Xa FLOTTIGLIA MAS – DALL’8 SETTEMBRE

1943 AL 26 APRILE 1945

Mursia Editore Milano – 1995

Renzo De Felice

IL ROSSO E IL NERO

Baldini & Castoldi Editore Milano – 1995

Sergio Nesi

JUNIO VALERIO BORGHESE – UN PRINCIPE UN COMANDANTE UN ITALIANO

Editrice Lo Scarabeo Bologna – 2004

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