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Sped. in a.p. Posta Target Magazine autor. GIPA/LO/CONV/001/2011 del 17.01.2011-DCB MILANO- Anno XC - N. 9 N. 9 – 2011 OTTOBRE MENSILE DELL’A.N.A. Imperia: l’omaggio ai Caduti del mare

Associazione Nazionale Alpini - Imperia: l’omaggio ai Caduti ......23 Pasubio: capolinea degli Eroi 26-27Gli alpini nella storia d’Italia, ottava puntata 28-29Ritorno a Rossosch

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    N. 9

    N. 9 – 2011OTTOBREMENSILE DELL’A.N.A.

    Imperia: l’omaggioai Caduti del mare

  • 29-2011

    AUTORIZZAZIONE TRIBUNALE NUMERO 229

    DIRETTORE RESPONSABILEVittorio Brunello

    DIREZIONE E REDAZIONEvia Marsala, 9 - 20121 Milanotel. 02.29013181 - fax 02.29003611

    INTERNET E-MAILwww.ana.it [email protected]

    COMITATO DI DIREZIONEAdriano Crugnola (presidente), Ildo Baiesi,Fabrizio Balleri, Alcide Bertarini, Mario Botteselle,Vittorio Brunello, Stefano Duretto, Nino Geronazzo.

    NON ISCRITTI ALL’ANAAbbonamenti, cambio indirizzo, rinnovitel. 02.62410215 - fax [email protected] tariffe per l’abbonamento a L’Alpinoper l’Italia: 14,50 europer l’estero: 16,50 eurosul C.C.P. 000023853203 intestato a:«L’Alpino» - via Marsala, 9 - 20121 MilanoIBAN: IT28 Z076 0101 6000 0002 3853 203BIC: BPPIITRRXXX

    ISCRITTI ALL’ANAGli iscritti all’ANA, per il cambio di indirizzo,devono rivolgersi esclusivamente al gruppo oalla sezione di appartenenza.

    Fotolito e stampa: Amilcare Pizzi s.p.a.Via Amilcare Pizzi, 1420092 Cinisello Balsamo (MI)

    Progetto grafico e impaginazione: Camillo Sassi

    Chiuso in tipografia il 23 settembre 2011Di questo numero sono state tirate 391.710 copie

    ottobre 2011 sommario

    3 Editoriale

    4-5 Lettere al direttore

    6 CDN del 17 settembre 2011

    7 Calendario manifestazioni

    8 “Una casa per Luca”

    9 Ricordo di Walter Bonatti

    10-11 Bolzano: aspettando l’Adunata

    12-15 Imperia: raduno del 1º Rgpt.

    16-17 Raduno al Monte Tomba

    18-19 Pellegrinaggio al Monte Grappa

    20-22 Sull’Ortigara con austriaci e sloveni

    23 Pasubio: capolinea degli Eroi

    26-27 Gli alpini nella storia d’Italia,

    ottava puntata

    28-29 Ritorno a Rossosch

    32-34 Nostri alpini in armi

    36-37 Protezione civile

    40 Sport

    41-50 Rubriche

    51-55 Dalle nostre Sezioni

    56 Obiettivo sulla montagna

    IN COPERTINA“Gli applausi del pubblico non hanno tregua… Prima un tributo all’eroismo e al sacri-ficio, poi diventano un commosso omaggio ai Caduti, quindi un ringraziamento chesfocia in un caloroso inno alla gioia…”. Così Massimo Boero su La Stampa, nella cro-naca del raduno del 1° Raggruppamento a Imperia. È stato un tripudio: di bandiere,inni, applausi, canti, di partecipazione della gente che ha stretto in un grande abbrac-cio i quindici-ventimila alpini. Una suggestiva selva… di alberi e vele (nella foto diValeria Marchetti-L’Alpino). L’incontro tra la gente di montagna e quella di mare.Il Labaro è arrivato su una motovedetta, dalla quale sarà gettata una corona e sarannoresi gli onori ai Caduti del mare (nella foto di copertina, di Giuliano Fighera).

    ASSOCIAZIONE NAZIONALE ALPINIVia Marsala, 9 - 20121 Milano

    Segreteria: tel. 02.62410200fax 02.6592364

    [email protected]

    Direttore Generale: tel. [email protected]

    Segretario Nazionale: tel. [email protected]

    Amministrazione: tel. 02.62410201fax 02.6555139

    [email protected]

    Protezione Civile: tel. 02.62410205fax 02.62410210

    [email protected]

    Centro Studi ANA: tel. 02.62410207fax 02.62410230

    [email protected]

    Servizi ANA srl: tel. 02.62410219fax 02.6555139

    [email protected]

    Le immagini dell’Adunata nazionale a Torino sono disponibili in sette DVD, divisi per settore(Liguria e Valle D’Aosta, Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna, Veneto, Friuli e Trentino,Sezioni del centro, sud, isole e Toscana). Ognuno contiene le riprese dell’inizio e della fine dellasfilata, le Sezioni all’estero, la Protezione civile del Raggruppamento di competenza e la chiusuradella sfilata, nonché le immagini delle Sezioni ANA selezionate per regione. Può essere acquistatoanche un solo DVD, quello in cui è registrata la propria sezione. Per l’84ª Adunata Nazionale di Torinosaranno disponibili i seguenti DVD: AT111 - LIGURIA E VALLE D’AOSTA (Sezioni della Liguria e Valle D’Aosta); AT112 -PIEMONTE (Sezioni del Piemonte); AT113 - LOMBARDIA (Sezioni della Lombardia); AT114 - EMILIA ROMAGNA (Sezionidell’Emilia Romagna); AT115 - VENETO (Sezioni del Veneto); AT116 - FRIULI E TRENTINO ALTO ADIGE (Sezioni del FriuliVenezia Giulia e Trentino Alto Adige); AT117 - 4° RAGGRUPPAMENTO (Sezioni del centro, sud, isole e della Toscana).OGNI DVD È IN VENDITA A 11,00 EURO (IVA INCLUSA). Saranno inoltre addebitati i seguenti importi a titolo di con-tributo spese di spedizione: per ordini fino a 2 DVD con la stessa destinazione ¤ 6,00; per ordini da 3 a 50 DVD con lastessa destinazione ¤ 11,00. Sino ad esaurimento scorte sono disponibili anche i DVD delle Adunate: Latina 2009, Bergamo2010. Per gli altri DVD non presenti nel modulo d’ordine, contattare la Servizi A.N.A. Gli ordini saranno evasi in ordine cro-nologico dal ricevimento del pagamento, che dovrà essere effettuato entro 10 giorni dalla richiesta.Per l’acquisto, i singoli soci ed i Gruppi, possono rivolgersi alla Sezione di appartenenza, oppure utilizzare il modulo on linepresente su www.ana.it. Per informazioni contattare la Servizi A.N.A. s.r.l., dal lunedì al venerdì (escluso mercoledì) dalle 9,30alle 13 ai seguenti numeri: tel. 02-62410219 fax 02-6555139, e-mail:  [email protected]

    I DVD con i video della sfilatadell’Adunata di Torino

  • Che si fa, dunque, nel 150° anni-versario dell’Unità d’Italia? Sismantella la memoria dellanostra storia, di ciò che eravamo, diciò che siamo. Via, dunque, l’ormaianacronistico 2 Giugno festa dellaRepubblica, via il 1° Maggio festa delLavoro – tanto, ormai manca sempredi più – e via anche il 25 Aprile. Emagari anche altre ricorrenze: cosasaranno poi mai, questa Liberazionee questa Giornata delle Forze Arma-te! Chi vuol festeggiare è padrone difarlo la domenica prima o la dome-nica dopo, a piacere. Resistono – ma per poco – il capo-danno, imposto dal calendario, e lefestività religiose come Natale e l’E-pifania, mentre sono un optionalquelle dei santi patroni della città,come Sant’Ambrogio, a Milano, chepiù che religiosa è una festa cultura-le perché è il debutto della stagionemusicale alla Scala, un evento checoinvolge non soltanto la città.Che il nostro fosse diventato il Paesedei “ponti” è vero, con una vocazio-ne all’estensione temporale della fe-stività abbinata ai primi o agli ultimigiorni della settimana. Una tendenzaantica e brillantemente perseguitanei giorni nostri. Nessuno mette in dubbio che intempo di crisi è preferibile lavoraredi più piuttosto che di meno, maperchè pigliarsela con le tre ricor-renze sociali e laiche che segnano la

    scansione della storia del nostroPaese e riguardano tutti i cittadini?Sarebbe tutto regolare se non vives-simo un periodo di perdita di valorie di identità, di smarrimento moralee di costumi, fenomeni più volte de-nunciati dal nostro presidente dellaRepubblica oltre che dalla stessaChiesa.È ben vero che, sull’onda di una indi-gnazione popolare diffusa, il comma24 della manovra bis che sopprime-va le tre festività è stato revocato,ma il tentativo c’è stato. E ci sonostati anche gli appelli giunti da piùparti e da organizzazioni economi-che e culturali: perché, si è detto aragione o a torto, eliminare festivitàche, anziché agevolare il risparmioprovocano mancati introiti al com-mercio valutati 6 miliardi? Perchéabolire il ricordo di giorni significati-vi della nostra Unità e la festa di unlavoro invocato come non mai, so-prattutto dai giovani?Certo, l’Italia non è quella per laquale hanno combattuto e sonomorti i nostri nonni; la Repubblicanon è proprio quella prevista dallaCostituente, da una classe politicache nella Costituzione ha trasmessoil senso dello Stato; il lavoro è sem-pre più incerto, in un momento sto-rico che pur era previsto, basta guar-dare agli allarmi lanciati vent’anni fadal Consiglio Europeo in un rappor-to di previsione che si riferiva al

    2010. Ma tutto questo sarebbe unaragione in più, invece, per rilanciarequeste ricorrenze e con queste lanostra identità. Mentre sarebbe unerrore dare un risposta in chiave par-titica: perché la nostra storia appar-tiene a tutti i cittadini, di qualsiasiestrazione e pensiero siano. Si chia-ma Democrazia. Del resto, la ricorrenza del 150° an-niversario dell’Unità d’Italia, l’im-bandieramento generale delle no-stre città e paesi, l’entusiasmo, masoprattutto lo spirito che ha anima-to la gente sono stati la stupefacen-te dimostrazione che pur in un mo-mento di grande preoccupazioneper l’economia, i problemi di tantee tante famiglie (in breve: per il fu-turo) gli italiani si riconoscono inquel Tricolore che hanno sventola-to, legato alle terrazze, esposto allefinestre.Lo abbiamo visto a Torino, all’Adu-nata. Forse – anche – perché i tori-nesi avevano bisogno di un punto diriferimento preciso e fidato al qualeguardare, e lo hanno trovato. Perchéè indubbio che quel cappello sacroagli alpini sia anche nel cuore dellagente: significa l’Italia che tutti vor-rebbero, onesta, fedele alle istitu-zioni, disposta al servizio e alla soli-darietà, che ispira fiducia. L’Italia che non rinnega il passato,ma guarda avanti.

    **

    E D I T O R I A L E

    Il senso dello Stato

    39-2011

  • 49-2011

    L E T T E R E A L D I R E T T O R E

    IL TRICOLORE BRUCIATO

    Allego questo articolo pubblicato sul Giornale di Brescia del 28luglio 2011 dal titolo “Bruciato il tricolore degli alpini”. “La cor-dicella della bandiera tricolore è ancora per terra dal 17 luglio, aipiedi del monumento dei Caduti di San Polo (BS), in via Sabbioneta.Qualcuno quella notte ha avuto l’idea di dare fuoco al tricolore col-locato dagli alpini la sera del 14, con cerimonia commemorativa d’al-zabandiera. Non sappiamo chi sia stato, ma abbiamo voluto denun-ciare l’episodio”, ha spiegato il capogruppo alpini di San Polo, EmilioLombardi… La sorpresa è stata amara…”.

    Giulio Bandera Gruppo - S. Polo Brescia

    Non è il Tricolore degli alpini, ma di tutti gli italiani. Da quelli cheduecento anni fa dovevano tenerlo nascosto per non finire ingalera a quelli che lo hanno onorato con i sacrifici della guerra oche lo hanno fatto sventolare prima e dopo il 25 aprile 1945.Purtroppo c’è sempre qualcuno che scopre nel tricolore un simbo-lo reazionario o comunque da eliminare. Il “come” è solo questio-ne di stile. Un segno di povertà di spirito camuffata da utopie ovelleità politiche. Contagi comunque da non sottovalutare.

    ALPINI NO TAV

    Mi auguro che dopo il vergognoso comportamento di alcunialpini, con tanto di cappello bene in vista, al cantiere TAV inVal di Susa, l’ANA non si limiti ad una semplice deplorazione, e chesiano coraggiosamente espulsi dall’Associazione. Non si può con-sentire che soci dell’ANA manifestino pubblicamente contro l’auto-rità costituita; quando poi questa era rappresentata anche da alpiniin servizio militare! Se la cosa fosse archiviata e passata sotto silen-zio, ciò costituirebbe per l’ANA un precedente pericoloso.

    Gen. Edoardo Eynard - Cuneo

    Al solo pensiero che il cappello alpino sia stato strumentalizzatoin maniera così ambigua alla dimostrazione anti-TAV, mi ha pro-vocato un forte disagio. Ho pensato alle centinaia di migliaia dipenne nere che come me hanno disapprovato quanto accaduto eallora ho avvertito tutta la grandezza e la solidità della nostra glo-riosa Associazione. Ennio Biagioni

    Gli alpini assunti a simbolo della disgregazione del paese: questoin sintesi quanto riportato nell’articolo apparso ne “Il Giornale”del 26 luglio. Si fa riferimento alla presenza di almeno 300 pennenere all’ultima manifestazione “NO TAV” in Val di Susa, nella qualesi sono mescolati ai più facinorosi contestatori.

    Franco Cuzzuol - S. Vendemiano (TV)

    Su L’Alpino abbiamo riferito abbastanza sui fatti dei NO TAV. Perme anche troppo. Torno quindi controvoglia a parlarne e solo perprecisare che il presidente della sezione ANA di Val Susa, Sosello,dispone di sei nominativi, non trecento, di alpini iscritti all’ANApresenti ai tafferugli dei NO TAV e che nei loro confronti è incorso un procedimento disciplinare. Questo i giornali che hannodiffuso senza riguardi l’immagine del cappello alpino dovrebberoper correttezza scriverlo con lo stesso rilievo con il quale ci hanno

    È QUESTA L’ITALIA DEI GIOVANI

    Ho letto ed apprezzato l’editoriale de L’Alpino intitolato“L’Italia che non fa rumore” di Bruno Fasani. Un bellissi-mo percorso storico della nostra Italia nel quale mi sonoritrovata con i miei ricordi e la mia semplice esperienza. Èquesta l’Italia che i giovani devono avere come esempio edalla quale trarre spunto ed ispirazione. Mi congratulo perquesto editoriale così “vero” che incita alla nostra Unità. Ainostri veri valori italiani, a quell’Italia cui i vostri soci aspirava-no alla fine della prima guerra mondiale. Sono trascorsi più di90 anni e in tutto questo periodo avete dimostrato che ivalori non sono negoziabili, non sono trattabili e non sonosoggetti alle mode del periodo. L’Italia è cambiata e sarà sem-pre in continuo cambiamento come tutte le cose vive, masempre rispettosa dei valori, dell’impegno sano, del lavoroproduttivo, dell’amicizia, della fratellanza e della pace.

    Maria Croato - Consigliere comunale di Buttrio (UD)

    Questa lettera, come sempre riprodotta per stralci per ovvieesigenze di spazio, mi è stata girata dal presidente Perona cuiera destinata. È propedeutica a quella che segue e ci aiutanell’impegno, difficile e a volte vicino allo sconforto, di con-tinuare a credere in un’Italia diversa da quella che ci vienequotidianamente proposta con ossessiva insistenza. Se da unlato ci sostiene la convinzione che gli italiani sono un popolosano, che crede ancora nella famiglia, nell’onestà, nella capa-cità di alzare la testa e onora i padri che hanno fatto l’Italia,dall’altro si ha la sensazione che ogni riferimento morale siain caduta libera. Senza fine.

    LA CULTURA DELLO SBALLO

    Nei giorni scorsi si sono accavallate le notizie della morte di AmyWinehouse e delle dimissioni dall’ospedale di Vasco Rossi. Ilfatto sconcertante non è tanto il successo che le due rockstarhanno riscosso tra i teenager di mezzo mondo, ma che nessunaautorità politica, religiosa o morale abbia pubblicamente stigmatiz-zato il loro modello “educativo”. È normale lasciare che l’educazio-ne dei giovani sia intossicata dalla cultura dello sballo?

    Gianni Toffali - Verona

    Innanzi tutto, rispetto senza riserve nei confronti della sofferenzae più ancora della morte. Sempre e comunque. Non so se “la vitaspericolata” di alcuni artisti finisca per collocarli tra le categoriedei “responsabili” o piuttosto delle “vittime” del disorientamentotra i giovani. In ogni caso tutte le epoche hanno avuto i “poetimaledetti”; la differenza – e qui concordo con te – è che oggi l’im-patto mediatico di certi modelli è di una violenza incontrollabilee non so se possiamo ancora confidare in qualche autorità perarginarla. Ed eventualmente, quale.

  • 59-2011

    L E T T E R E A L D I R E T T O R E

    presentato in veste di contestatori. Restano comunque intatte leresponsabilità morali di chi ha usato strumentalmente il nostrosimbolo e di chi non ha evitato di trascinarlo in quella vicenda.

    IL RISCATTO DEL PERIODO MILITARE

    Prima di scrivere, come si dice a Napoli, ho fatto “passà a nutta-ta”. Troppa era l’inc(cavolatura) per le decisioni prese in materiapensionistica dal nostro Governo, scritto con la maiuscola, proprioin rispetto alle istituzioni. Rispetto, ahi noi, non troppo ricambiatosoprattutto verso chi ha risposto “presente” alla famosa e rimpianta“chiamata alla leva”. Moltissimi di noi hanno riscattato il periodomilitare, fino all’altro ieri si poteva inserire come anzianità per i 40anni per il raggiungimento della meritata pensione.

    Roberto Vuerich - Valdagno

    I tempi di un mensile non consentono risposte tempestive e ilproblema sollevato da Roberto è stato da tempo risolto. Ritengotuttavia doveroso segnalare che appena appresa la notizia il presi-dente Perona ha inviato al Ministro della Difesa La Russa una let-tera di dissenso, in cui diceva fra l’altro: “La notizia di cancellarecon un tratto di penna la computabilità del servizio militare obbli-gatorio ai fini pensionistici ha irritato (per usare un gentile eufemi-smo) i nostri associati che ritengono l’ipotesi non solo una eviden-te ingiustizia, ma una sorta di punizione per quanti non hannofatto altro che assolvere un “sacro” dovere … Mi pare che l’iniquitàdi una tale decisione non abbia bisogno di ulteriori dimostrazioni… Oltre alla palese ingiustizia, ci sembra un segnale pessimo allacollettività, premiando coloro che evitarono, più o meno lecita-mente, il servizio di leva e dipingendo il periodo passato al servi-zio delle Istituzioni come del tutto inutile e privo di qualsiasi rico-noscimento. Il tutto, nel 150° dell’Unità Nazionale, assume unacolorazione particolarmente deprimente”. Aggiungo: è difficileper una mente serena pensare che sia equo riconoscere i giustidiritti a chi presta un servizio “volontario”, pagato poco ma paga-to, e negarli a chi l’ha fatto “obbligatoriamente”, retribuito con la“deca”. Fa male inoltre sentir dire che il ripensamento dei GrandiContabili di Stato non è stato dettato da una esigenza di equità,ma dalle persone interessate al provvedimento: 60.000 e non600.000 come pensavano, quindi non valeva la pena insistere.

    UN PASSAGGIO PER L’ADUNATA

    Sono un alpino da anni iscritto all’ANA, gruppo di Cernusco sulNaviglio, sezione di Milano. Purtroppo anni fa ho subito un graveinfortunio sul lavoro in cantiere con trauma cranico ed emiparesi eadesso mi trovo solo parzialmente autosufficiente. I giornidell’Adunata sono da me vissuti in modo triste e malinconico. Nonpotendo guidare, pur avendo l’auto, ogni anno chiedo a tutti gli alpi-ni che conosco di accompagnarmi con la mia auto all’Adunatapagando tutte le spese di benzina e pedaggi oltre al vitto. Nessunomi ha mai confermato, tutti adducendo i più vari motivi hannodeclinato l’invito. Così i giorni del raduno li passo a casa guardandoil mio cappello pronto, aspettando sempre l’anno dopo, pur sapen-do che sarò sempre a casa. Gilberto Frattini, 02/90723333

    Non essere così pessimista. Forse non hai contattato le personegiuste. Gli alpini non lasciano nessuno solo.

    IL PELLEGRINAGGIO A LOURDES

    Sono andato anche quest’anno al pellegrinaggio militare interna-zionale a Lourdes, cui partecipano le rappresentanze di militariin servizio e in congedo delle varie nazioni. In particolare con ladelegazione dell’Ordinariato Militare Italiano, oltre ovviamente aimilitari in servizio delle quattro FF.AA. e specialità, ho constatatouna buona presenza anche di militari in congedo con rispettivi fami-gliari delle varie associazioni d’arma. Noi alpini con cappello appenasei o sette! Forse manca una opportuna informazione sul nostroperiodico L’Alpino? Le Sezioni che hanno la fortuna di avere nei lororanghi un cappellano militare in congedo potrebbero rivolgersi a luiper l’organizzazione o per avere indicazioni in merito. Chissà se peril pellegrinaggio del 2012 (dall’11 al 13 maggio) la nostra Associazionesarà opportunamente rappresentata.

    Roberto Fontana - Padova

    Effettivamente non abbiamo mai pubblicizzato questa iniziativaper mancanza di informazioni. Ripareremo i danni l’anno prossimo,ma non dimenticare che qui in Italia, dalla Madonna del Don aquella del Frassino e via via per Gruppi e Sezioni il culto a Marianon perde un colpo. Così ci sentiamo tutti sotto il suo manto.

    I DECORATI DEL GRUPPO UDINE

    Accanto alle delusioni capita, ogni tanto, di avere qualchebella soddisfazione. Mi sono per caso imbattuto nel sitowww.grudine.it e ho scoperto una rubrica dedicata ai decorati delgruppo Udine che denota un’attenzione, un rispetto e un amore peri nostri “veci”che davvero fa bene al cuore. Complimenti al curatoredel sito, il giovane caporale Fabio Dassiè, “montagnino” del GruppoUdine, che, “rubando” il tempo alla famiglia ed al lavoro, è riuscitoad ottenere un così valido risultato.

    Giorgio Fabbri - Rimini

    I MIEI ALPINI: PURI DIAMANTI

    Sono un vecchio ufficiale alpino e mi ricordo i miei signori alpiniche non temevano il vero, il giusto non poteva essere messo indubbio, non esisteva timore per il superiore se sbagliava. Migliaia dibestemmie e poi se l’ordine era sbagliato mandavano in “m…” ilsuperiore che recepiva e faceva finta di non sentire. Mi è capitatopiù volte di osservare queste situazioni e mi compiacevo per lapurezza di cuore e di mente dei miei sottoposti. Erano diamanti. Puridiamanti.

    Neri Valmassoi - Pieve di Cadore

    Espressioni di apprezzamento nei confronti degli alpini ne ho sen-tite tante e ho anche avvertito tanta riconoscenza per quello chehanno fatto, soprattutto nei momenti difficili della nostra storia.Mai ero arrivato a sentirli definire “puri diamanti”. È una dichiara-zione che fa riflettere e non va considerata un eccesso di autoce-lebrazione. È un modo poetico di descrivere un mondo fatto dirudezze, sentimenti profondi, impennate estrose, genuinità d’ani-mo, creatività originali e tanta umanità, sempre e in ogni circostan-za. Un patrimonio prezioso che vale un’iperbole.

  • 69-2011

    C O N S I G L I O D I R E T T I V O N A Z I O N A L E

    del 17 settembre 20111. IMPEGNI DEL PRESIDENTELuglio: 24, Monte Camino, Biella, Messa presso la chiesa delle Penne Mozze. – 27,Ornavasso, per futuro associativo con le sezioni di Omegna, Intra e Domodosso-la. – 29, Tonale, per futuro associativo, sezione di Vallecamonica. – 30/31, 48°pellegrinaggio in Adamello e 90° della sezione Vallecamonica.Agosto: 5, Aosta, Centro Addestramento Alpino per la cerimonia conclusiva delcorso “Vivi le Forze Armate”. – 7, Valle del Cervo, festa sociale. – 26, Aosta, cam-bio del comandante del Centro Addestramento Alpino: il gen. Maggi sostituisceil gen. Rondano. In serata ad Introd presso il Gruppo ANA. – 28, Roburent, grup-po San Giovanni dei Govoni, sezione di Mondovì, inaugurazione del Rifugio Na-vonera.Settembre: 2, Conegliano, futuro associativo con la locale Sezione e quella diVittorio Veneto. – 3, Possagno, per futuro associativo alle sezioni di Bassano delGrappa e Valdobbiadene. – 4, Monte Tomba (TV), cerimonia commemorativa or-ganizzata dalla sezione di Bassano del Grappa. – 9, Bergamo, inaugurazione delmuseo. – 10, Ozzano Emilia, per futuro associativo alle sezioni di Modena, Reg-gio Emilia e Bolognese Romagnola. – 10/11, Imperia, raduno del 1° Raggruppa-mento. 13, Milano, incontro con il comandante dell’8° Reggimento Alpini col. Mi-chele Merola che ha sostituito il col. Andrea Piovera. – 16, Aosta, Caserma Batti-sti, saluto ai partecipanti progetto “Vivi le Forze Armate”.

    2. …E DEI VICE PRESIDENTIFavero. Luglio: 24, Calalzo, 90° del Gruppo, sezione Cadore. – 25, Monte Tomba(TV), incontro con i ragazzi del campo per formazione Protezione civile, sezioneBassano del Grappa. – 29/30/31, Adamello, raduno solenne. – Agosto: 3, Milano,riunione organo disciplinare di 1° grado e disbrigo pratiche “Una casa per Luca”. –5, Belluno, termine del corso “Vivi le Forze Armate”. – 5, Castelcucco, sezione diTreviso: inaugurazione di una via intitolata agli Alpini. – 8, Costalovara, commis-sione Grandi Opere. – 17/22, Rossosch, Russia, incontro con il nuovo sindaco edamministratori e a Mosca con il vice ambasciatore e l’addetto militare. – 30, Ca-vaso del Tomba (TV), conferenza stampa per la cerimonia del 4 settembre. – Set-tembre: 1, Contrin, commissione chiusura lavori. – 3, Visita con Perona al MontePalon e a Bassano del Grappa: successivamente a Possagno per futuro associativo.– 4, Monte Tomba (TV), cerimonia commemorativa solenne. – 8, Imperia, assem-blea dei presidenti del 1° Raggruppamento. - 10/11, Bergamo, 90° della Sezione. Bertino. luglio: 24, Vendone, raduno del Gruppo. – 27, Segrate, presso Mondadoriper consegna premio “Giornalista dell’anno” alla testata “Panorama”. –29/30/31, Adamello, cerimonia commemorativa. – Agosto: 3, Milano, Commis-sione disciplinare di 1° grado. – 5, Bousson di Cesana, chiusura 1° ciclo “Vivi le For-ze Armate”. – 7, Monte Beigua, raduno gruppo di Varazze. – 16, Rocca la Meja,gruppo Dronero, sezione di Cuneo, commemorazione dei 23 alpini travolti daslavina. – 21, Sassello, raduno di Gruppo. – 23, Varazze, per pubblicazione librocomandante Delfino, soccorritore del Galilea affondato con gli alpini del Gemo-na. – 26, ad Aosta per il cambio del Comandante del Centro Addestramento Al-pino, poi a Celle Ligure per concerto fanfara Monte Beigua e raccolta fondi “Unacasa per Luca”. – 28, 1° raduno settore Levante Savonese. – Settembre: 3, Pontre-moli, presentazione del libro: “Il battesimo” di Andrea Filattiera, capitano medi-co alpino in Afghanistan. – 4, Garbagna, raduno sezionale Alessandria e 50° delGruppo. – 10/11, Imperia, incontro presidenti di sezione e referenti Centro Studi.Raduno del 1° raggruppamento. Arnoldi. Luglio: 29, Gazzaniga, sezione di Bergamo, incontro capigruppo 3ª area.– Agosto, 3, Milano, commissione disciplinare. – 5, San Candido, chiusura corso“Vivi le Forze Armate”. – Settembre: 2, Bergamo, presentazione alle autorità delLibro Verde. – 3, Endine Gaiano, sezione di Bergamo, per presentazione esercita-zione P.C. 2° raggruppamento. – 4, Monte Tomba, pellegrinaggio. – 6, Bergamo,presentazione libro: “Lettere dal fronte dei fratelli Leidi”. – 9, Bergamo, inaugu-razione museo sezionale. – 10/11, Manifestazioni per il 90° della Sezione.

    3. 85ª ADUNATA NAZIONALE DI BOLZANO: TEMA ADUNATADopo un’ampia discussione con numerose proposte da parte dei consiglieri sonostati definiti dei temi che saranno oggetto di riflessione e al prossimo CDN si

    sceglierà quello dell’Adunata. Geronazzo riferisce che sono state individuate 4grandi aree per gli accampamenti. Ente Fiera Palaonda, palestre e ulteriori dispo-nibilità saranno riportate sul nostro portale. È in corso lo studio per snellire leprocedure degli appalti.

    4. ADUNATA NAZIONALE 2013: 10-11-12 MAGGIO A PIACENZAIl gen. Vecchio riferisce che le riserve iniziali sul reperimento degli alloggi per leesigenze della sede nazionale, sezioni all’estero ed altri sono state superate. An-che sul tracciato della sfilata si è trovata una soluzione accettabile. Si ritiene per-tanto di passare all’audizione del presidente della sezione di Piacenza Plucaniche conferma di aver avuto garanzia da parte degli enti locali della fornitura deiservizi necessari e che sono stati reperiti gli alloggi richiesti. Per la viabilità non cisono problemi e anche il percorso ipotizzato risulta idoneo. Il Consiglio approval’assegnazione dell’Adunata 2013 a Piacenza, nei giorni 10-11-12 maggio.

    5. SPORT: ALPINIADIIl responsabile dello sport, Peli, assicura il consiglio che ormai l’organizzazione è aregime, grazie anche alla collaborazione dei locali Sci-Club e che le piste danno ga-ranzie di qualità e sicuro innevamento. Apertura l’8 marzo a Cencenighe, inizio del-la Valle Biois, 9 sci alpinismo, 10 slalom. Il gen. Lunardon curerà il cerimoniale. Uni-co punto da definire il numero minimo di pernottamenti richiesto dagli alberghi.

    6. APERTURA SPERIMENTALE DEI CAMPIONATI NAZIONALI ANA AI GIOVANI AGGREGATI

    Il CDN delibera di ammettere alle competizioni organizzate dall’ANA gli aggre-gati di età inferiore ai 40 anni, con classifiche separate, non valide ai fini del con-seguimento dei punteggi e dei premi nazionali e in conformità ai regolamentidella Commissione sportiva.

    7. RIUNIONE DEI PRESIDENTI DI SEZIONE DEL 23 OTTOBRE 2011: ORDINE DEL GIORNO

    L’ordine del giorno della riunione prevede: a) l’esame della situazione soci; b) l’i-niziativa “Una casa per Luca”; c) l’attività sportiva; d) il tesseramento degli alpiniin armi; e) il futuro associativo.

    8. BORSE DI STUDIO BERTAGNOLLILe borse di studio da destinare a studenti residenti all’estero e discendenti da al-pini sono state così ripartite: 2 al Belgio, 13 al Canada, 2 a New York.

    9. PROGETTO: “UNA CASA PER LUCA”Favero informa che gli spot pubblicitari Mediaset interessanti e soprattutto gra-tuiti hanno dato dei riscontri economici confortanti. Anche dai Gruppi e Sezionil’invio di contributi è in crescita. Le procedure richieste per la realizzazione delmanufatto sono in corso e si ritiene di poterlo ultimare prima dell’Adunata diBolzano.

    10. COMMISSIONIBonaldi (P.C.): a Endine esercitazione di bonifica e prevenzione in corso con l’im-piego di 1200 volontari. Potenziamento delle capacità operative: sei progetti ap-provati dal Dipartimento. Minelli (Sezioni all’estero): l’ANA, con il presidente Pe-rona sarà a Sofia per l’assemblea delle Sezioni d’Europa, a New York per quelladelle sezioni Nord America e parteciperà con il Labaro al Columbus Day. Bellacerimonia il 10/11 settembre a Grüntentag, Germania. Geronazzo (VF+1): per leattività di orientamento non sono disponibili gli elenchi di Toscana e Marche.Crugnola (CDD): bisogna ricercare una data del CISA compatibile con l’utilizzodel Soggiorno di Costalovara. Chiofalo (Centro Studi): è stato avviato il lavoroper realizzare una guida delle Sale Storiche. Bertuol (Giovani): 29/30 ottobre in-contro a Costalovara per attività di formazione. Col. Plasso per le TT.AA. Ad ot-tobre ultima sessione del progetto “Vivi le Forze Armate”. Gli alpini sono ancorapresenti nel programma “Strade sicure” ed è in previsione un nuovo impiego inAfghanistan per il 2012. ●

    L a riunione del Consiglio Direttivo Nazionale ha avuto un prologo parti-colare, poiché il socio alpino Ezio Zanor, del gruppo di Stregna, sezionedi Cividale, ha consegnato al presidente nazionale Corrado Perona, la custo-dia della prima Bandiera della nostra Associazione conservata in una teca nel-la Sala del Consiglio. Il giovane alpino, appassionato collezionista, è riuscitoinfatti ad entrarne in possesso acquistan-dola ad un’asta e con un gesto di grandesensibilità ed attaccamento alla nostra Fa-miglia ha voluto che ritornasse “a baita”.Tutto il CDN ha ringraziato l’alpino Zanorcon un sincero applauso che si è levato do-po che il consigliere Giuliano Chiofalo, in

    AL CDN la custodia della prima Bandiera ANAqualità di presidente della Commissione Centro Studi, ha presentato l’avve-nimento. Il presidente nazionale Perona si è soffermato sul significato diquesto gesto che dimostra come nei giovani soci siano presenti sentimentiforti di appartenenza e di attaccamento alla nostra Associazione e alla suastoria. L’alpino Zanor ha poi regalato alla sede nazionale, due storiche co-

    pertine della Domenica del Corriere, l’unache ritrae la battaglia dell’Ortigara del giu-gno 1917 e l’altra il primo raduno dell’ANA,del settembre 1920. È stato inoltre sostitui-to il nastro della Bandiera con quello origi-nale, recuperato da un donatore che prefe-risce l’anonimato. ●

  • 79-2011

    CALENDARIO MANIFESTAZIONI

    novembre 2011

    ROMA – A Villa Borghese conclusione manifestazioni per il90° della Sezione e 139° Truppe Alpine

    GORIZIA – Accensione 55ª fiaccola alpina della fraternità al Sacrario di Timau e arrivo al Sacrario di OslaviaTRIESTE - 25ª fiaccola alpina della fraternità dal cimiterodegli eroi di Aquileia alla foiba di Basovizza

    GORIZIA – Accensione della fiaccola della fraternità alSacrario di Oslavia ed arrivo al Sacrario di Redipuglia perl’accensione dei tripodiVAL SUSA – All’abbazia della Novalesa Messa ed onori al Soldato IgnotoVALLECAMONICA – Al Passo Tonale giornata dell’Unitàd’Italia e delle Forze Armate

    COMO – In duomo Messa per i Caduti

    4 NOVEMBRE

    1 NOVEMBRE

    30 OTTOBRE

    5 NOVEMBRE

    SONDRIO – A Tresivio “Giornata dell’atleta alpino”

    BOLOGNESE ROMAGNOLA – A Ozzano Emilia 89° della SezioneLECCO – A Bellano, santuario di Lezzeno, festa del ricordoPARMA – Nella chiesa della Steccata Messa in onore dei Caduti

    VARESE – “Giornata della riconoscenza”, 32ª edizione del premio “Pà Togn” e consegna del Premio PresidenteNazionale

    PALMANOVA – A Moggio Udinese Messa di ringraziamento VICENZA – A Costabissara gara di corsa in montagna trofeoPeriz

    20 NOVEMBRE

    26 NOVEMBRE

    27 NOVEMBRE

    13 NOVEMBRE

    Sabato 26 novem-bre si svolgerà intutta Italia la 15ªGiornata Nazionaledella Colletta Ali-mentare, un’iniziativaorganizzata dalla Fon-dazione Banco Ali-mentare Onlus e dal-la Compagnia del-le Opere, alla qualeaderisce anche l’As-sociazione NazionaleAlpini.Le penne nere di tante Sezioni e Gruppi saranno presentinei supermercati per raccogliere le donazioni di alimentinon deperibili (preferibilmente olio, omogeneizzati e ali-menti per l’infanzia, tonno e carne in scatola, pelati e legu-mi in scatola), che saranno distribuiti a un milione e trecen-to mila indigenti attraverso gli oltre 8.000 enti convenzio-nati con la Rete Banco Alimentare (mense per i poveri, co-munità per minori, banchi di solidarietà, centri d acco-glienza, ecc.). Secondo i dati Istat, in Italia nel 2010 l'11%delle famiglie è relativamente povero e il 4,6% lo è in ter-mini assoluti. E, da allora, la situazione è peggiorata in mo-do drammatico. Lo scorso anno oltre 5 milioni di italianihanno donato 9.400 tonnellate di cibo, per un valore eco-nomico di oltre 30 milioni di euro. Per informazioni: www.bancoalimentare.it ●

    Èaperta a Luserna, presso il Centro Do-cumentazione che ne ha curato l’orga-nizzazione in collaborazione con l’IstitutoSardo per la Storia della Resistenza edell’Autonomia di Cagliari, la mostra “Unanno sull’Altipiano” - dal nome del cele-bre libro di Emilio Lussu - sulle vicendedella Brigata Sassari che in guerra rap-presentò un unicum, composta com’eraquasi esclusivamente da soldati dell’i-sola. Curata da Lorenzo Baratter, diret-tore del Centro Documentazione, rap-presenta un’importante occasione didivulgazione storica e culturale sul

    tema della prima guerra mondiale nell’ambito territoria-le degli altipiani trentini e veneti. Il suo percorso divulgativo fa sì che il vi-sitatore, accanto alla storia di Lussu e della brigata Sassari narrata da nu-merosi pannelli, possa osservare uno spaccato del materiale militaredell’epoca, proveniente da collezioni private e diviso per temi. Un filmatoappositamente realizzato propone alcune toccanti riflessioni di Lussu sultema della guerra. A corredo dell’esposizione sono previste conferenzestoriche e uno spettacolo teatrale, scritto e interpretato da Andrea Bru-nello “Storie di uomini. Un anno sull’Altipiano”. La mostra è aperta tutti igiorni fino al 6 novembre 2011, (orario 10-12 e 14-18), e poi nuovamente nelperiodo natalizio (dal 26 dicembre 2011 all’8 gennaio 2012), nonché – suprenotazione – in altri periodi ed altri orari per scolaresche e comitive.Per informazioni: Centro Documentazione Luserna, Stradù 6 – 38040 Luserna (Trento)Tel. 0464-789638 Fax. 0464-789638e-mail: [email protected] – www.lusern.it

    A Luserna la mostra storica “Un anno sull’Altipiano”

    IL 26 NOVEMBRE “Giornata della Colletta Alimentare”

    in tutti i supermercati

  • 89-2011

    Uno spot televisivo durante l’esta-te (realizzato e trasmesso total-mente gratis per la generosa di-sponibilità di Toni Capuozzo del TG5 edella società Mediafriends) ha efficace-mente diffuso la voce che girava già al-l’Adunata di Torino: gli alpini dell’ANA egli alpini in armi dell’8° Reggimento han-no bisogno di una mano per aiutare unodi loro, il giovane caporalmaggiore LucaBarisonzi, rimasto paralizzato per le graviferite riportate durante la missione in Af-ghanistan. Hanno deciso di costruirgliuna casa che possa renderlo di nuovoautonomo e indipendente, desideranoridargli fiducia e prospettive, voglionofargli sentire il calore e l’affetto della fa-miglia alpina. Le nostre Sezioni e i nostri Gruppi poi,sollecitate dal presidente Perona, hannosubito avviato decine di iniziative a so-stegno della causa, ammirati e commossidal coraggio e dal senso del dovere, de-gno del nostro Corpo, con cui il giovanegraduato ha affrontato la sua ardua si-tuazione. E così, non solo gli alpini ma tantissimiItaliani, hanno prontamente rispostoall’appello, in una meravigliosa gara digenerosità, con contributi piccoli e gran-di, in denaro, in materiali e forza lavoro,tutti egualmente indispensabili e prezio-si, anche per il loro valore simbolico. E allora, visto che l’impegno può ora di-ventare realtà, molti si chiedono: comesarà la “casa per Luca”? Un’idea del suoaspetto si può avere nell’anticipazioneprogettuale qui raffigurata, che però nonrivela la particolarità dell’edificio, construttura prefabbricata in legno, che saràrealizzato, se tutto va bene, entro la pros-sima Adunata nazionale sul già acquisitoterreno nel Comune di Gravellona Lo-mellina (Pavia), dove Luca Barisonzi vive. Il vero “segreto” sarà il cuore elettronicodella casa, che risponderà ai più modernied innovativi criteri della domotica, cioèdella completa automazione domestica,in modo che anche una persona con gra-vi disabilità possa condurvi una vita au-tonoma e normale e svolgervi anche lanecessaria continua attività riabilitativa,grazie anche alle attrezzature che il Mini-stero della Difesa ha promesso di fornire. Il progetto - probabilmente la prima rea-lizzazione di questo tipo in Italia - preve-de inoltre la più completa autosufficien-

    COME SARÀ LA “CASA PER LUCA”

    Il progetto e la planimetria della “Casa per Luca”.

    za termica ed energetica dell’edificiograzie ad un impianto fotovoltaico.Luca quindi potrà muoversi e vivere incompleta autonomia nella casa, con

    strumenti che risponderanno ai suoi co-mandi, attivabili anche solo con un dito.Il cantiere sarà presto inaugurato e vi la-voreranno anche i nostri volontari. ●

    Codice BIC-SWIFT: BCITITMM

  • 99-2011

    Il grande alpinista Walter Bonatti si èspento il 13 settembre scorso a Roma.Era nato a Bergamo il 22 giugno 1930.Fu il protagonista di imprese ardite edestreme negli anni ’50 e ’60. Iniziò giova-nissimo l’attività sportiva nella societàmonzese “Forti e Liberi”, compiendo leprime ascensioni sulle Prealpi lombardee nel 1949 ripetendo le vie già aperte dafamosi scalatori sulle Dolomiti, sulleGrandes Jorasses e sul Pizzo Badile. Nel luglio 1951 il primo grande successo:con Luciano Ghigo scala il Grand Capu-cin aprendo una nuova via che da alloraporta il suo nome.Bonatti era così legato alla montagnache nel 1952 quando venne chiamatosotto le armi e assegnato alla Scuola mo-torizzazione della Cecchignola, protestòcon veemenza, tanto da essere immedia-tamente trasferito al 6° Alpini, dove fre-quentò numerosi corsi di alpinismo eroccia. Fu un ottimo allenamento in pre-visione del conseguimento, nel 1954, delbrevetto di guida alpina.Allo stesso anno risale la sua partecipa-zione alla conquista del K2 con la spedi-zione guidata da Ardito Desio, dellaquale fu l’alpinista più giovane; una terri-bile avventura che segnò la sua vita. Bo-natti era sceso al Campo 7 per andare aprendere le bombole d’ossigeno lasciateil giorno precedente dalla spedizione.Risalito, era stato costretto a trascorrerela notte all’addiaccio perché Lacedelli eCompagnoni avevano allestito il Campo9 in un posto diverso da quello concor-

    dato e lo avevano successivamente ac-cusato di aver utilizzato l’ossigeno dellebombole mettendo a rischio la spedi-zione.Fu un caso controverso che si è chiusosolo nel 2008, con la pubblicazione dellarelazione della commissione apposita-mente istituita dal CAI, nella quale venneavvalorata la versione dei fatti fornitatanti anni prima da Bonatti e sconfessataquella di Lacedelli e Compagnoni fattapropria da Desio.Nel 1955 l’impresa storica che lo fece en-trare nell’olimpo dell’alpinismo: la scala-ta in solitaria del pilastro sud-ovest delPetit Dru sul Monte Bianco, restando inparete per sei giorni!Tra le numerose ascensioni, alcune dellequali drammatiche, ricordiamo quelladell’inverno 1956 sulla Poire, dove Bonat-ti e Silvano Gheser vennero soccorsi esalvati dalle guide alpine, quelle in Pata-gonia con la spedizione per la conquistadel Cerro Torre, nel Karakorum con laspedizione diretta da Riccardo Cassin enelle Ande. Nel 1961 ritornò sul Bianco, dove fu pro-tagonista di una tragica impresa insiemeai compagni di cordata Andrea Oggioni eRoberto Gallieni nel tentativo di conqui-stare una cima inviolata, il Pilone Centra-

    Addio a Bonatti: sfidò l’impossibileriuscendo dove altri non osavano

    le del Freney: dopo essersi uniti ad altriquattro alpinisti francesi, il maltempotrasformò l’ascensione in tragedia e solotre alpinisti sopravvissero. Bonatti decise di chiudere la carriera al-pinistica a soli 35 anni, nel 1965, conun’ultima impresa: l’apertura di una nuo-va via sulla parete nord del Cervino, sca-lata d’inverno in solitaria. Negli anni successivi si dedicò ai viaggid’esplorazione nel mondo, collaborandocome giornalista con il settimanale Epo-ca, e a scrivere libri, alcuni dei quali digrande successo: "Montagne di una vita","Una vita così", "In terre lontane".È stato insignito di numerose onorificen-ze: la Legion d'Onore francese, la Meda-glia d'Oro al valore atletico del CONI edi Cavaliere di Gran Croce, conferita nel2004 dal Presidente della RepubblicaCarlo Azeglio Ciampi, onorificenza poirestituita da Bonatti, che non poteva ac-cettare che con lui venisse premiato an-che Achille Compagnoni. La vertenza con quest’ultimo sull’impre-sa del K2, durò tutta la vita, senza mai ri-comporsi. Bonatti sfidò l’impossibile, riuscendo do-ve altri non osavano. Era un mito già invita, ora è entrato nella leggenda dell’al-pinismo. ●

  • ASPETTANDO L’ADUNATA

    109-2011

    L’Alto Adige, terra di confine, ma alcontempo terra di unione traNord e Sud, riassume nella sua

    storia le vicende che interessarono l’in-tera Europa sin dalla notte dei tempi adoggi. I primi insediamenti umani si ebbe-ro già nella preistoria quando pastori ecacciatori si avventurarono sulle monta-gne varcando la displuviale alpina. Ad es-si subentrarono popolazioni socialmen-te organizzate come i Reti, tuttavia inca-paci di opporsi alle incursioni celtiche ri-volte verso la ricca pianura veneta, tanto

    da indurre l’imperatore Au-gusto ad affidare, al figlioDruso, nel 15 a.C., il coman-do di sei legioni con lo sco-po di rendere sicure tuttele vie al di là dello spar-tiacque alpino. La battagliaprincipale si svolse sullapiana alla confluenza tral’Isarco ed il Talvera con lavittoria romana e la costru-zione di un ponte, il “PonsDrusi” fondamento dell’o-dierna Bolzano. La Pax ro-mana portò ricchezza eprosperità e la creazione diuna strada che univa l’A-driatico ad Augusta (500km) chiamata “via ClaudiaAugusta”. Dall’Editto di Co-stantino (313 d.C.) e di Teodosio (319 d.C.)la regione si affacciò al cristianesimo in-trodotto dal vescovo di Trento Vigilio sumandato di Sant’Ambrogio. La caduta dell’Impero romano segnò unlungo periodo di invasioni barbariche: gliOstrogoti di Teodorico, i Longobardi ed iFranchi di Carlo Magno. Con la restaurazione del Sacro RomanoImpero la “terra inter montes” divenne lavia obbligata per gli eserciti imperiali chedalla Germania scendevano in Italia, tan-to che Federico I il Barbarossa diede l’Al-to Adige a dei piccoli vassalli della Curiadi Coira, a lui fedeli, col titolo di Contidel Tirolo e di Gorizia.

    Il più famoso di questi, Mainardo II, la-sciati i territori goriziani al fratello, si de-dicò a costruire una contea forte ed effi-cacemente amministrata. Alla sua mortegli successe la figlia Margarete che, primasposa di Giovanni di Boemia e poi di Lu-dovico di Brandeburgo, fu costretta a ce-dere la Contea nel 1363 agli Asburgo. È diquel periodo l’inizio della tedeschizza-zione dell’Alto Adige. Seguì un lungo periodo di lotte tra i variregnanti della zona e rivolte popolari fi-no all’avvento della duchessa Claudia deMedici vedova di Leopoldo e reggentedal 1632 al 1646. A lei Bolzano deve l’isti-tuzione del “Magistrato Mercantile”, unorganismo composto da italiani e tede-schi che deve giudicare sulle controver-sie commerciali.

    Con l’estinzione del ramotirolese degli Asburgo, nel1712 la regione subisce l’ac-centramento viennese per-dendo la propria autono-mia e diventando territorioasburgico indivisibile. All’inizio dell’800 sull’Euro-pa soffia il vento napoleo-nico sull’onda delle ideedella Rivoluzione francese.Napoleone si affaccia nellevalli altoatesine nel 1796avendo un primo scontrocon gli Schützen (tiratoriscelti) ed i Landsturm (mili-zia), ma poi si dirige verso leforze austriache a Bassanodel Grappa.Ben diversa la situazionedopo la vittoria napoleoni-

    ca ad Ulma nel 1805 e la consegna del-l’Alto Adige all’alleata Baviera nel 1806. Ilfatto provocò la rivolta tirolese guidatada Andreas Hofer che, tra alterne fortu-ne, continuò nonostante la nuova scon-fitta austriaca a Wagram e la pace diSchönbrunn in virtù della quale l’Austriarinunciava definitivamente al Tirolo. Ho-fer, dopo un’ulteriore resistenza, fu cat-turato dai Francesi e fucilato a Mantovail 20 febbraio 1810. Caduto Napoleoneviene restaurato l’ordine con il Congres-so di Vienna ed ai Tirolesi, pur sempre fe-deli all’Imperatore, nel 1816 vennero tol-te tutte le antiche autonomie provocan-do un senso di ingratitudine nella popo-

    L’Alto Adige nella Storia

    di Maurizio Ruffo

    Andreas Hofer.

    Vigneti della zona di Santa Maddalena. Sullo sfondo la città di Bolzano

    Affreschi della Cappella dei Domenicani.

  • 119-2011

    Gruber, firmavano nel 1946 un accordoper l’autonomia dell’Alto Adige. Il proces-so autonomistico andò avanti nonostan-te l’oscuro periodo terroristico degli anni’60 e si concluse nel 1972 con l’entratadell’attuale statuto d’autonomia. Questoè l’Alto Adige di oggi: una casa comune incui vivono ed operano persone di storia elingua diverse proiettate verso la nuovaPatria comune: l’Europa. ●(Foto Azienda di Soggiorno e Turismo di Bolzano)

    lazione. Nel 1848, le prime insurrezioni,le guerre d’indipendenza italiane e le ri-vendicazioni nazionali, costrinsero l’im-peratore Francesco Giuseppe a rivederela Costituzione concedendo l’autonomiaai Länder maggiori. In quegli anni inizia lascolarizzazione, sorgono le prime indu-strie e, nel 1867, viene inaugurata la ferro-via Bolzano-Innsbruck. Ma il 1848 avevalasciato degli strascichi: i Trentini riven-dicavano maggior autonomia dal Tiroloe le conseguenze si videro nel 1906quando la folla impedì con la forza l’isti-tuzione di corsi universitari in italiano. A Sarajevo il 28 giugno 1914 lo studente

    nella nuova zona industriale a sud di Bol-zano, ma nasce anche il problema deisudtirolesi che non vogliono rimaneresotto il Regno d’Italia. Gli accordi tra il Governo italiano e quel-lo tedesco che, nel frattempo, aveva an-nesso l’Austria alla Germania, portano al-l’esodo di alcune migliaia di sudtirolesidall’Alto Adige in Germania. Durante laseconda guerra mondiale, dopo la resaitaliana agli Alleati (8 settembre 1943),l’Alto Adige viene occupato dalle truppenaziste e dichiarato parte integrante delReich tedesco. Nasce così anche in AltoAdige un movimento di resistenza che,oltre a combattenti italiani vede anchealcuni sudtirolesi. Terminata la Guerra e divenuta l’Italia unaRepubblica, il Primo ministro italiano DeGasperi, unitamente al collega austriaco

    ASPETTANDO L’ADUNATA

    serbo Gravilo Princip uccide l’Arciducad’Austria Francesco Ferdinando e suamoglie: è la guerra. L’Italia non parteciparitenendo che il Trattato della TripliceAlleanza comprendente Italia, Austria-Ungheria e Germania sia stato violato inquanto l’aggressore non era la Serbia, mal’Austria. L’Italia entrerà in guerra solo il24 maggio del 1915 sulla base del Trattatodi Londra che la lega ai Paesi dell’Intesa:Inghilterra, Francia, Russia e successiva-mente Stati Uniti. Con la fine della guerra (il 4 novembre1918) ed a seguito della pace di Versaillese del Trattato di Saint Germain, l’Italiaacquisisce, tra l’altro, l’intero Trentino Al-to Adige, fino al Brennero. Gli anni suc-cessivi, con il governo fascista, vedonoun intenso processo di italianizzazionedell’Alto Adige. Nascono le fabbriche

    ADUNATA 2013 A PIACENZANel 2013 l’Adunata nazionale sarà a Piacenza, nei giorni 10-11 e 12 maggio.

    Lo ha deciso il Consiglio Direttivo Nazionale nella riunione del 17 settembre.

    Il ministro degli Esteri austriaco Gruber e il primo ministro italiano Alcide De Gasperi.

    Piazza delle Erbe.

    Uno scorcio di via Cassa di Risparmio.

  • 129-2011

    1° RAGGRUPPAMENTO

    fants de la Patrie; quelli erano una proie-zione diretta delle società entro il mo-dello critico e feroce della guerra”. Sono le parole di saluto di Luigi Sappa,presidente della Provincia di Imperia e,come capita raramente sulla bocca deinostri reggitori della cosa pubblica, trac-ciano un profilo esemplare e per certiversi nostalgico del mito costruito sulla

    di orgoglio alpino

    AD IMPERIA IL RADUNO DEGLI ALPINI DEL 1° RAGGRUPPAMENTO IN UNA CORNICE DI FOLLA ENTUSIASTA

    “Li ho sempre visti così gli alpi-ni… mai reduci: la loro vita inuniforme era prosecuzionedella vita quotidiana in campagna. Ma-gari cambiava il colore del pelo del mu-lo, ma sempre vita grama era. Fatica afalciare il grano, fatica a scavare trincee.Quelli erano veramente cittadini-solda-ti: più degli eroi omerici, più degli en-

    Il Gonfalone della Provincia di Imperia sfila davanti al Labaro, scortato dal presidente Perona, dal generale Bellacicco e dai consiglieri nazionali.

    L’alzabandieraeffettuato dai marinai.

    Un’impennataUn’impennata

  • 139-2011

    1° RAGGRUPPAMENTO

    fatica, la tenacia, le sofferenze di cui lastoria ha riempito lo zaino delle pennenere. Imperia, città di mare, immersanell’ultima calura del sole settembrino,con il porto strapieno di barche da di-porto e lussuosissimi yacht, ha accoltogli alpini del primo raggruppamento conun entusiasmo inimmaginabile in genteriservata e schiva come sono i liguri, abi-tuati a scrutare superfici piatte piutto-sto che diritte pareti.Il programma predisposto dalla Sezioneguidata con tanta discrezione ma manoferma da Vincenzo Daprelà era fitto di mo-menti e iniziative significativi come i con-corsi: gli alpini dal 1872 protagonisti dellastoria sia in pace che in guerra, il concorsoper le scuole elementari e medie dellaprovincia di Imperia, oltre a quattro dipin-ti ad olio su grandi pannelli, m. 1,5x2, realiz-zati dalla locale Scuola d’Arte. Dopo le riunioni dei presidenti di Sezionee del Centro Studi tenutesi in mattinata,di cui si riferisce in queste pagine, alle 15,in piazza della Stazione di Imperia, depo-sizione di una corona davanti alla lapidedel 1° Reggimento Alpini, presente il sin-daco Paolo Strescino, tanti colleghi, au-torità civili e militari, picchetto armato efanfara. A seguire ammassamento in zonaCalata Anselmi in attesa dell’arrivo dalmare del Labaro, scortato dal vice presi-dente nazionale Luigi Bertino e da unadecina di consiglieri ANA. Con una motovedetta della Guardia Co-stiera, guardata a vista da un natante deicarabinieri, il massimo simbolo associati-vo ha fatto il suo ingresso nell’ampio por-to, accolto da una folla entusiasta che siassiepava in ogni angolo del lungomare. Quando in un attimo di sosta è stata get-tata in mare una corona in memoria dei

    Caduti è esploso un lungo applauso e po-co dopo sulle note del Trentatré si è for-mato lo schieramento. Gonfaloni, vessilli,gagliardetti, la banda degli amici Chas-seurs Alpins, autorità, tantissimi alpini,sotto un sole che esaltava gli ultimiscampoli dell’estate la sfilata si è snodatalungo le vie di porto Maurizio tra due alidi folla entusiasta fino a raggiungere piaz-za Duomo, non prima che due marinaiconsegnassero al presidente Daprelà unaciambella di salvataggio della fregata “Al-pino”, recentemente andato in disarmo.La città addobbata con gusto e tanti tri-colori sembrava trasformata. Ad un bam-bino felicemente sorpreso da un’inaspet-tata invasione di tanti cappelli con lapenna nera la mamma prontamente dis-se: “Sono belli gli alpini!”.Davanti alla maestosa cattedrale, con lapiazza colma di gente, mentre il grandeschermo trasmetteva la cerimonia del-

    l’alzabandiera e la deposizione di unacorona al Sacrario di Col di Nava, si sonosucceduti numerosi interventi da partedi autorità regionali e provinciali, tuttimolto coinvolgenti. Il sindaco Strescino,tracciando un percorso storico dellacittà, un tempo a vocazione agricola,ora industriale e turistica, ha ricordato itanti alpini liguri che hanno scritto pagi-ne leggendarie della nostra storia. Il gen.Bellacicco, che in un certo senso gioca-va in casa per aver trascorso la sua giovi-nezza ad Imperia, ha parlato degli alpinidi oggi: “Professionisti moderni che pro-muovono la sicurezza nelle aree di insta-bilità. Sanno rischiare e operare congrande perizia”. Ha auspicato un semprepiù stretto legame tra alpini in armi ed incongedo. Il presidente della sezione diImperia, Daprelà, visibilmente toccatodalla presenza di tanti alpini, autorità,cittadini ha ringraziato quanti, al suo

    Il presidente sezionale Vincenzo Daprelà con la “ciambella di salvataggio” della nave “Alpino”, recentemente andato in disarmo, donatagli dall’equipaggio della motovedetta che aveva ospitato il Labaro.

    Una... marea di alpini.

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    Centro Studi: interscambio di idee e iniziative con le Sezioni e i Gruppi

    In occasione del Raduno a Imperia si è svolta la riunione dei referenti del Centro Studi del rag-gruppamento. L’incontro, come quelli che si terranno prossimamente anche negli altri raggrup-pamenti, si inserisce in una nuova impostazione data all’organizzazione del Centro Studi ANA chevuole un sempre più intenso collegamento tra le attività dei Gruppi e delle Sezioni con quelle delCentro Studi, attraverso una sorta di rete. L’idea, lanciata in occasione dell’incontro a livello nazio-nale dei referenti a Conegliano trova dunque una concretizzazione. Ad Imperia, in una sala della bi-blioteca civica, erano rappresentate 14 sezioni, e quindi, purtroppo, 10 sono risultate assenti. Dopo i saluti del vice presidente della sezione di Imperia, il consigliere nazionale Adriano Crugnola,componente della Commissione Centro Studi, si è soffermato sugli scopi e sulle finalità dell’incon-tro. Ha preso poi la parola Marco Fulcheri, vice presidente della sezione di Biella e referente per i mu-sei del 1° raggruppamento che ha parlato della fervente attività di talune Sezioni e del continuoscambio di esperienze indispensabile alla realizzazione di ambiziosi progetti. Il vice presidente nazio-nale Luigi Bertino ha focalizzato il suo intervento sull’importanza che ha assunto il Centro Studi al-l’interno dell’Associazione e suggerito come Sezioni e Gruppi debbano rispondere positivamente al-le varie attività. Ha inoltre ricordato il progetto “Una casa per Luca”. Infine Luca Geronutti, compo-nente esterno della Commissione, ha illustrato le attività finora svolte e quelle future relative alle bi-blioteche ANA. Il dibattito è stato interessante e ha visto l’intervento di molti referenti sezionali chehanno spaziato sui diversi progetti in essere del Centro Studi; in modo particolare si è parlato delleattività fatte o previste nelle scuole, sottolineando l’efficacia del supporto dato dal dvd “Ma chi so-no questi alpini?” realizzato dal Centro Studi a cura di Gianluca Marchesi. Diverse idee scaturite dall’incontro costituiranno spunti di analisi per la programmazione delle pros-sime attività. La riunione si è conclusa con un arrivederci al prossimo appuntamento a livello nazio-nale dei referenti del Centro Studi.

    fianco, hanno lavorato con dedizione al-l’organizzazione dell’evento. Il vice pre-sidente nazionale Bertino, nel portare ilsaluto del presidente Perona e del Con-siglio Direttivo Nazionale, ha evidenzia-to come il ruolo dell’ANA nella societàcivile diventi sempre più incisivo per ini-ziative e per i valori che propone comepunto di riferimento. La Messa celebrata dall’arcivescovomons. Oliveri ha visto il duomo riempito

    culinarie di gran pregio, neanche a dirlo,firmate Carli. A seguire, in diverse piazzedella città “notti bianche” animate dafanfare, cori e l’immancabile allegria chegli alpini si portano addosso come unadivisa e che sanno trasmettere ovunqueessi vadano. Domenica, ammassamento in zona “ExFerriere”, con i reduci, un po’ frastornatida quella marea di gente ma felici, a sa-lutare dalle camionette il presidente na-zionale Corrado Perona, un po’ reduceanche lui dalle sue trasferte per le sezio-ni. Tanti gonfaloni, labari e soprattuttotanti alpini. La sfilata di poco meno ditre ore, ordinata e per certi versi impec-cabile, ha visto marciare con la più bellagioventù “del Piemonte e dell’Italia” an-che la fanfara degli Chasseurs Alpins eparecchi commilitoni dall’ampio bascobianco e nero, a sancire una ritrovatafratellanza e a confermare che le monta-gne uniscono. In tribuna con le autoritàanche alcuni reduci di Russia e tra questiCenci e Alberti a ricordare gli oltre ot-tantamila commilitoni meno fortunatidi loro. Tra le Sezioni che hanno fatto laparte del leone, ovviamente Torino, conil nuovo presidente Gianfranco Revelloe una marea di alpini che non finiva mai;ma non hanno scherzato nemmeno ValSusa, Pinerolo e tante altre presenti inforza e compatte. La grande tradizionealpina del primo raggruppamento haavuto la sua impennata di orgoglio, inuna cornice che non poteva essere piùsuggestiva. v.b.

    (Fotoservizio di Valeria Marchetti – L’Alpinoe di Giuliano Fighera)

    all’inverosimile di fedeli. In serata, pres-so la prestigiosa sede dell’azienda F.lliCarli, da un secolo un riferimento presti-gioso nel settore oleario, signorilmenteaccolti dal dottor Carlo, alpino, com-battente della seconda guerra mondialee da sua moglie, donna Carla, cena di ga-la per oltre centocinquanta ospiti in unsalone dominato dal Tricolore e da bel-lissime gigantografie del miglior reper-torio alpino. Olio, vini ed altre specialità

    ...il mare!

    1° RAGGRUPPAMENTO

  • si che, proprio nello stesso anno, commemoreranno l’anniversario di fonda-zione della città. Ha terminato facendo il punto sul progetto “Una casa perLuca”, i cui lavori inizieranno fra breve in modo da essere consegnata per ilprossimo mese di aprile e descrivendo infine la grande volontà che animaLuca Barisonzi. Poi una breve quanto gradita interruzione, perché è venuto aportare il suo saluto ai presidenti il Cavaliere del Lavoro Carlo Carli, alpinoe reduce di Russia, lungamente applaudito. I lavori sono quindi ripresi con larelazione del responsabile della Protezione civile Bruno Pavese che ha illu-strato alcune convenzioni che saranno più specificatamente trattate nellaprossima riunione di raggruppamento. Giancarlo Sosello ha parlato sulla si-tuazione in Val Susa dopo le note vicende legate alla linea ferroviaria ad al-ta velocità. L’argomento ha suscitato diverse reazioni e dato seguito ad unacceso scambio di opinioni.Sulla prossima riunione dei presidenti a Costalovara sono state fatte alcunevalutazioni ed espresse perplessità sulla prassi che ha portato alla sceltadella località. Gian Mario Gervasoni, presidente della Sezione di Savona, haavanzato la candidatura della propria città come sede di una delle prossimeAdunate nazionali, dichiarando che presenterà la brochure in febbraio allariunione dei presidenti del 1° raggruppamento.È stato, quindi, presentato Mauro Buttigliero, nuovo rappresentante dei gio-vani il quale ha dichiarato quan-to i giovani debbano essere presiin considerazione, perché sonoquelli che servono ai presidentie non viceversa. Ha concluso laserie degli argomenti il problemadelle spese postali, con l’illustra-zione di diverse soluzioni propo-ste, tra gli altri, dai presidenti diAsti, Blengio e di Ivrea, Barmasse,e la decisione di fissare un incon-tro con i responsabili delle Posteitaliane nella sede competenteper la zona di Torino. A riunioneconclusa è seguito un buffet a ba-se di prodotti tipici, gentilmenteofferto dalla ditta Fratelli Carli,cui hanno partecipato anche gliaddetti al Centro Studi che si era-no incontrati presso la Bibliotecacivica comunale. (e.d.)

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    Afar da prologo al 14° raduno del 1° raggruppamento di Imperia è sta-ta la riunione dei presidenti delle sezioni della Valle d’Aosta, Pie-monte, Liguria e Francia che, sabato 10 settembre, è stata convoca-ta nell’elegante Auditorium dell’oleificio Fratelli Carli. Il referente del rag-gruppamento Giancarlo Sosello ha aperto i lavori ringraziando la FratelliCarli per l’ospitalità salutando, poi, i consiglieri nazionali e i presidenti se-zionali. Dopo la nomina del segretario, ha preso la parola il sindaco di Impe-ria Paolo Strescino, che ha definito entusiasmante l’esperienza di lavoro vis-suta a fianco della sezione di Imperia condivisa con l’assessore alpino EmilioBroccoletti e a quanti hanno voluto partecipare all’onere organizzativo, haconcluso dicendo che in città c’è grande attenzione e rispetto per quantohanno fatto gli alpini.È seguito il saluto del presidente sezionale Enzo Daprelà, che ha illustrato ilprogramma del raduno soffermandosi sulle fasi più delicate dalla cerimoniaprotocollare dalla vigilia alla sfilata del giorno conclusivo. Il vice presidentenazionale vicario Sebastiano Favero ha portato i saluti del presidente nazio-nale, Corrado Perona dopo aver salutato il vice presidente Luigi Bertino e ildirettore de L’Alpino, Vittorio Brunello e ha ringraziato gli alpini e il presi-dente della sezione di Imperia per l’organizzazione del raduno. Ha espressola preoccupazione per il futuro associativo rimarcando che l’ANA è sì un’As-sociazione d’arma ma che può sperare nel futuro solo portando avanti l’im-pegno nella solidarietà. Parlando poi del rifugio Contrin ha detto che può considerarsi concluso an-che grazie al determinante apporto della Provincia di Trento. “L’altro grandeimpegno: Costalovara. Anche lì sono stati fatti molti lavori; da definire c’èancora qualche dettaglio, dopodiché anche questa struttura sarà funzionan-te, tanto da ospitare la prossima riunione dei presidenti sezionali”. Favero hacomunicato poi, che accompagnato dai membri della commissione LinoChies e Luigi Sala, è stato a Rossosch per attivare i rapporti con la nuova am-ministrazione in vista, nel 2013, del 70° della Ritirata di Russia e del venten-nale della costruzione dell’asilo, trovando la collaborazione dei giovani rus-

    I presidenti del 1° rgpt. si confrontano

    Sfila la PC del raggruppamento.

    1° RAGGRUPPAMENTO

    Aspettando lamotovedetta...

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    Sul Monte Tomba, baluardo di valori

    LA COMMEMORAZIONE DEI CADUTI SUL LUOGO IN CUI NEL NOVEMBRE DEL ’17 SI SCONTRARONO SOLDATI DI 8 NAZIONI

    Per quello che rappresenta di positivo in un momento storico difficile

    Con la partecipazione delle rap-presentanze delle otto nazioniche vi hanno combattuto, si èsvolta domenica 4 settembre 2011 unasignificativa cerimonia sul monte Tom-ba la cui dorsale, nel novembre del ’17,costituì la prima linea dopo la disfattadi Caporetto.A dar maggior lustro alla commemora-zione quest’anno si è avuta anche lapresenza del Labaro con il presidenteCorrado Perona, accompagnato dal vicepresidente nazionale vicario SebastianoFavero, dal vice presidente nazionaleAntonio Arnoldi, dal segretario delCDN Angelo Pandolfo e dai consiglierinazionali Roberto Bertuol e Nino Gero-nazzo. C’erano inoltre il vicepresidentedella Giunta regionale Marino Zorzatocon l’assessore regionale Elena Donaz-zan, numerosi sindaci del territorio e ilten. col. Stefano Fregona, vice coman-dante del 7° Alpini, con un picchetto dipenne nere.Con l’accensione di una fiaccola di pace

    Soldati di 8 nazionisenza vincitori nè vinti

    Il futuro associativo occupa una parteimportante dei pensieri e dell’attivitàdel presidente Perona. A ritmo serra-to sta incontrando presidenti e capi-gruppo delle ottantuno Sezioni in Ita-lia per un confronto basato su dati,proiezioni statistiche, necessità diconservare l’identità alpina. Venerdì 3settembre era a Conegliano, presenteanche la sezione di Vittorio Veneto;sabato - dopo una lunga sosta sulPonte Vecio a Bassano per salutare glialpini e visitare lo splendido museoche nell’arco dell’anno conta cento-trentamila visitatori - era a Possagno,nelle vicinanze del Tempio del Cano-va, a dialogare con i responsabili dellesezioni di Bassano e Valdobbiadene.Domenica, con il Labaro, presenziavaalla cerimonia sul monte Tomba,sommità stretta tra il Piave e il Grap-pa, per onorare i Caduti delle dram-matiche giornate di fine novembre1917, quando su quei desolati pendiireparti di otto nazioni (Austria, Belgio,Francia, Germania,Gran Bretagna, Ita-lia, Ungheria e Stati Uniti d’America) siscontrarono per la partita decisiva delprimo conflitto mondiale. In unostesso giorno il bollettino di guerraaustriaco annunciava la conquista diquel monte e quello italiano dichiara-va di averne mantenuto il possesso.Avevano ragione tutti e due. Gli au-striaci riuscirono a raggiungere unadelle due quote sommitali del costo-ne e gli italiani non cedettero un pal-mo della seconda. Distanza tra i duecontendenti: duecento metri. Diffe-renza di quota: diciotto. E lì, tra l’an-dare e venire delle nebbie autunnali,cominciò a svanire il sogno dell’aquilabicipite di occupare la pianura venetae chiudere i conti con l’Italia.

    da parte della delegazione tedesca sisono voluti ricordare tutti coloro chesono morti all’ombra della propria ban-diera, con l’auspicio che il futuro riserbisoltanto giustizia e libertà per tutti ipopoli che una volta si erano tantoaspramente combattuti.Prima della Messa, ci sono stati i salutidel presidente sezionale Carlo Bordi-gnon e del ten. col. Fregona. Subito do-po si è avuto l’atteso intervento delpresidente nazionale. Fin dalle sue pa-role iniziali tutti hanno colto in CorradoPerona una emozione intensa, viva, qua-si sofferta. Questo suo modo di porger-si, autentico e spontaneo, ha contribui-to a renderlo ancora più genuino e vici-no al sentire di tutti i presenti. Il presidente ha ricordato i motivi diquesto suo “pellegrinaggio” al Tomba.Lo doveva fare innanzitutto per rende-re testimonianza ai “suoi” alpini delbiellese Caduti sui pendii dei vicinissimiSolaroli nel 1918 (inquadrati nel batta-glione Aosta) e a suo padre (che com-

    Le 8 bandiere e quella dell’Europa fra i vessilli, i gonfaloni e i gagliardetti.

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    batté sul Pasubio). Ma lo doveva fareanche per esortare tutti, “in un momen-to difficilissimo della nostra amata Pa-tria, a rimanere fedeli ai valori della so-lidarietà, dell’impegno civico, dell’aiutoreciproco, senza calcoli né cinismi”. “Mi rivolgo a tutti - ha continuato - maspecialmente ai giovani, a voi che siete ilnostro futuro ed in molti casi siete già ilnostro presente. Raccogliete il testimo-ne, siate baluardo dei valori in cui hannofortemente creduto le generazioni che vihanno preceduto; le generazioni dei vo-stri padri, dei vostri nonni, di 90 anni di

    Il presidente Perona ha rivolto un appello ai giovani.

    vita della nostra Associazione”. Dopo unlungo applauso degli alpini e delle auto-rità, il presidente ha ripreso: “Secondoun uomo di cultura francese, la potenzadei ricordi è una delle cose più difficili daestirpare dall’animo umano, per cui biso-gna credere fortemente in ciò che si de-sidera. Le parole del vostro capogruppoCeccato mi hanno fatto venire la pelled’oca. Ed è giusto che sia così: è bello cheun giovane abbia lui stesso la pelle d’ocaquando si parla di alpinità. Dobbiamoandare oltre i calcoli di meschino torna-conto personale; dobbiamo rendere

    omaggio alla memoria dei nostri vecchied essere trasmettitori di valori positivialla società nella quale viviamo. Ognigiorno che passa - ha concluso - sento ilpeso di questo ruolo, ma sono conforta-to dal fatto che mi trovo in cordata, cioèsono legato a persone che condividonogli stessi ideali e collaborano nel tra-smetterli. A questi amici dico grazie e di-co anche: continuiamo su questa strada”.Un uragano di applausi non potevamancare, dopo queste parole, e (perchéno?) qualche lacrima di commozione.Tutti hanno voluto dire grazie col cuoreal presidente perché, ancora una volta,attraverso lui, si sentono vicini all’Asso-ciazione.

    Gianni Idrio(Foto di Mario Salton)

    La spianata con centinaia di intervenuti.

    Il Labaro scortato dal presidente durante gli onori ai Caduti,resi anche dal picchetto del 7º Alpini.

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    ITALIANI E RAPPRESENTANZE CIVILI E MILITARI DEL DISCIOLTO IMPEROAUSTRO-UNGARICO IN PELLEGRINAGGIO

    La scritta imponente che guardasulla pianura veneta, voluta dal ge-nerale Giardino per i suoi Cadutidel Grappa, e che è dedicata ai combat-tenti che su quella cima spazzata dalvento e dalle nebbie ebbero a sacrifica-re l’esistenza in nome del dovere, una

    ne tra le più sentite e partecipate che sitengono in Italia in ricordo dei Caduti ditutte le specialità, di tutti gli eserciti.L’Ossario che avvolge la sommità dellamontagna custodisce le salme di oltredodicimila italiani e diecimila tra au-striaci, ungheresi, cechi, slovacchi, slo-veni e di diverse altre nazionalità. Il pellegrinaggio sul massiccio sacro allaPatria ebbe inizio col patriarca di Vene-zia, divenuto poi papa e santo Pio X, fi-glio delle terre che si stendono proprioai piedi di quel monte. Nel 1901 era sali-to lassù a dorso di un’asina bianca perbenedire un sacello dedicato alla Ma-donna e tutto poteva pensare tranneche appena sedici anni dopo su queidossi erbosi si sarebbe scatenata la furiadi una delle più accanite e sanguinosebattaglie della prima guerra mondiale.Oggi, per volontà delle amministrazionidei Comuni ai piedi del Grappa, ogni pri-ma domenica di agosto l’appuntamentoall’Ossario è diventato unpellegrinaggio della memo-

    volta all’anno scompare dietro una ma-rea di bandiere, stendardi, vessilli, ga-gliardetti. Si tratta di una manifestazio-

    Viene issato il Tricolore.

    “Gloria a voi soldati

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    ria. Sono in tanti a salire lassù: in pull-man, auto, bici, a piedi. Ascoltano in si-lenzio gli inni austriaco e italiano, suo-nati dalle bande dei rispettivi paesi,mentre le bandiere salgono sugli altissi-mi pennoni. Osservano sfilare le coronedi alloro, i labari con centinaia di Meda-glie d’Oro, i gonfaloni delle città e i Co-muni decorati al valore militare, dell’U-niversità di Padova che ha fornito i qua-

    dri della Resistenza vene-ta, i grandi stendardi dellenazioni del disciolto Im-pero Austro-Ungarico. Glialpini, neanche a dirlo,non sono una presenzamarginale. Tante le autorità civili e militari, com-presi anche il ministro della Difesa dellaRepubblica ungherese e l’arciduca della

    casa imperiale Asburgo-Lorena. Nel corso del rito religioso, mons.Doni, vicario della diocesi di Pado-va, ha evidenziato come la storiadei popoli, pur segnata da momen-ti tragici come le guerre, camminisui sentieri della fratellanza umana.Quella fratellanza che le associa-zioni d’arma e le comunità civili didiversi paesi d’Europa vogliono te-stimoniare con una cerimonia so-lenne e suggestiva, che vorremmofosse maggiormente condivisa. ●

    (Foto di Cesare Gerolimetto)

    L’alzabandiera austriaco.

    Una delle rappresentanze austriache.

    del Grappa”

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    Con austriaci e sloveniin Ortigara

    INSIEME, PER RIPRISTINARE TRINCEE E RECUPERARE LE TESTIMONIANZEDELLA GRANDE GUERRA

    Erano più di novant’anni che le vettedell’Ortigara e del monte Chiesanon sentivano le voci di soldatidell’imperial regio esercito. Eredi del 17°Infanterie K.u.K. Regiment di Lubjana edel 59° Infanterie Regiment “Rainer” diSalisburgo calcano ancora le linee che,dal 1916 al 1917, i loro nonni avevano co-struito, rafforzato, difeso nel corso diterribili scontri culminati con la batta-glia dell’Ortigara del 1917… Ma andiamocon ordine. La sezione di Marostica, dal 2006, si oc-cupa di coordinare i volontari dell’ANAper ripristinare e mantenere il campo di

    non lo sembrava anche quando iniziam-mo quella che è divenuta “l’operazioneOrtigara”?Tramite i buoni uffici del consigliere na-zionale Franco Munarini entrammo incontatto con gli amici sloveni dell’IFMS,nella persona di Fedja Vranicar, mentre

    battaglia simbolo delle Truppe alpine,l’Ortigara. Nel 2010 accompagnammo invisita una delegazione dell’IFMS, la Fe-derazione internazionale dei soldati dimontagna. L’idea nacque proprio inquell’occasione. Un campo di battaglia ècomposto di due parti e se noi stiamocurando la “nostra” perché non coinvol-gere anche “gli altri” per curare la pro-pria?Ne parlai con il presidente sezionale Fa-bio Volpato che si disse subito d’accor-do, anche se sembrava un’idea folle, ma

    Sloveni davanti alla lapide del 17° reggimento di fanteria di Lubjana. Al centro Roberto Genero, già presidente sezionale.

    Paletta, secchio, spazzola e… tanta buona volontà. Al lavoro, il gen. Kavar e GianniLombardi della sezione di Marostica.

    Foto ricordo alla “Dolina degli sloveni”: al centro il gen. Janez Kavar. Alle loro spalle i resti degli accampamenti recuperati.

    avevo già contatti con i “Rainer” del 59°perché da diverso tempo accompagna-vo Paul Wieland ed altri amici austriaciall’annuale pellegrinaggio in Ortigara.Non nascondo la sorpresa e la gioia checi colse quando la nostra proposta fuentusiasticamente accolta da entrambe

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    le associazioni! Provate a mettervi neiloro panni: qualcuno vi chiede di venirea lavorare a 3/400 chilometri da casa a2.000 metri di quota, in un posto di-menticato da Dio, solo in virtù di unsentire comune di rispetto per le pro-prie radici e per i propri ideali. Bisognaproprio sentirli questi valori!Tralasciamo di raccontare del mare di e-mail scambiate per organizzare il tuttoed arriviamo ai giorni delle operazioni, il21-24 luglio per gli sloveni e 11-14 agostoper gli austriaci.Capitanati dal generale di brigata JanezKavar, coadiuvato dal nostro “gancio”col. Fedja Vranicar, i 9 sloveni arrivanonel pomeriggio di giovedì 21. Accolti dalpresidente Volpato, assieme al fido Giu-liano Basso li accompagnamo al rifugioTre Fontane, in alta Val Galmarara, chefungerà da base per tutta l’operazione.Dopo una serata trascorsa a fare cono-scenza reciproca, anche grazie ai buoniuffici dell’ottimo rosso delle nostre col-line, ci diamo appuntamento con la sve-glia per le sette del giorno dopo. Infatti, alle sei e mezza siamo pronti apartire per il monte Chiesa, anche se inostri amici stavano già “pestolando”dalle sei. La provvidenza ci gratifica diuna meravigliosa giornata così che ab-biamo modo di illustrare ai nostri ospitile caratteristiche della loro linea cheaveva nella Val Galmarara una delle prin-cipali vie di supporto logistico. I nostriamici fotografano, chiedono, guardano.E si commuovono quando, ad una svoltadella stradina mostro il primo cippo chericorda il 17° - Infanterie di Lubjana. Conqualche peripezia fuoristradistica arri-viamo sul monte Chiesa e, lasciati i mez-zi, ci incamminiamo per il breve trattoche porta alla Dolina degli Sloveni. Saràstata l’aria fine della montagna a far inu-midire gli occhi ai nostri amici quando,tutti assieme, ci siamo raggruppati at-torno alla lapide, in sloveno, posta pro-prio in centro ai baraccamenti?Passato questo momento si distribui-scono gli attrezzi e si comincia: chi tagliacol decespugliatore, chi spazza i pavi-menti in larice che ancora rimangono,chi toglie le erbe dagli interstizi e chiudei buchi con un po’ di malta. Arriva Gian-ni Lombardi con il terzo mezzo ed il ran-cio. Si affianca a Janez che aveva comin-ciato a ripulire una scala in pietra. Lavorano insieme, in silenzio, scambian-dosi rari cenni per meglio svolgere il la-voro. Un italiano ed uno sloveno a riportare

    Tutti insieme, italiani e austriaci a ripulire una trincea.

    alla luce una memoria… Potremmo sca-tenarci con la retorica, ma credo chequest’immagine, da sola, valga più dimille parole.Lavoriamo fino a mezzogiorno, poi ciconcediamo una piccola pausa. Usciamodalla dolina e ci portiamo sulla cresta epoi sulla trincea di prima linea. Si capi-sce molto bene perché gli alpini non riu-scirono neanche ad immaginare di at-taccare queste posizioni.Il lavoro prosegue fino a sera. Lasciamo imateriale nella dolina e ritorniamo aimezzi. Saliamo sul caposaldo del Chiesa.Una sosta “obbligatoria” per una foto almonumento del 17° di cui Janez ha unafoto storica che mi dona. Visitiamo ilThurmau Tunnel e la “busa del giasso”ed i nostri amici capiscono quanto han-no lavorato i loro padri. Torniamo pren-dendola alla larga, passando per CampoGallina, sede del comando della 6ª Divi-sione austroungarica e poi la sera, in ri-fugio, è una sfida a canti e battute nellelingue più disparate, italiano, sloveno,dialetto di Santa Caterina, tedesco, in-glese… Armando scopre di essere nato con unsolo giorno di differenza con Janez. Daquel momento diventano amici fraternie conversano amabilmente, l’uno in slo-veno e l’altro in “santacaterinese”, tradu-cendo il tutto in gesti, “motti” ed am-miccamenti da far invidia al miglior Da-rio Fo.Sabato Giove pluvio si prende la rivinci-ta. Pioggia, nuvole, vento… Mettiamo inpratica il piano “B”. Ritorniamo alla doli-

    na per recuperare il materiale lasciato ilgiorno precedente poi, passando per lelinee del Monte Forno, rientriamo nellaparte italiana e giù ad Asiago per visita-re il Sacrario del Leiten. Foto di rito, inostri amici sfogliano le pagine del librodi bronzo che ricorda i tanti Caduti del-l’imperial regio esercito qui sepolti e ri-conoscono tanti nomi comuni in Slove-nia. Perché tanti occhi lucidi? Che abbia-no tutti la congiuntivite? Ritorniamo in quota, al rifugio Cecchindove troviamo ad attenderci l’architettoVittorio Corà, il nostro referente per laComunità Montana “Spettabile Reggen-

    La delegazione austriaca. Sullo sfondo, l’Ortigara.

  • 229-2011

    za dei Sette Comuni”. Un’ampia schiaritaconsente a Vittorio di guidare gli sloveniad una visita alla linea italiana.Rientriamo nottetempo al Tre Fontane,pronti per la cerimonia del giorno dopo. Alle otto di domenica cominciano adarrivare i gruppi, i vessilli di Marostica edAsiago, il presidente Fabio Volpato, laTV. Una cerimonia semplice, alzabandie-ra con il canto dell’inno italiano e slove-no, onore ai Caduti, discorsi di circo-stanza, scambio di doni e gagliardetti econsegna della mostrina di Campagna. Un tenente che decora un generale! Co-se che succedono solo con gli alpini! Le parole dei discorsi non rendono giu-stizia di ciò che sentiamo. Non abbiamofatto nulla d’eccezionale ma credo chel’unità d’Europa passi anche per la cono-scenza reciproca, per la capacità chedobbiamo avere di smussare le differen-ze ed enfatizzare i punti comuni. Si salesui mezzi ed accompagno i nostri amiciall’autostrada. Ci fermiamo prima del casello, hannoancora tanta strada da fare. Fedja spa-lanca le braccia in un grande sorriso. Ciabbracciamo, non servono parole. Salu-to tutti gli altri, ci ritroveremo perchésono più le cose che ci uniscono chequelle che ci dividono!Agosto arriva in fretta. Io e Fabio acco-gliamo i nostri amici Rainer davanti alLeiten giovedì 11 agosto alle 18. Conoscosolo Paul ed Albert, perché nostri ospitial recente pellegrinaggio in Ortigara, mabasta qualche birra ed un po’ di rossoper entrare subito in sintonia. Ci trasfe-riamo rapidamente al rifugio Cecchin

    dove i nostri amici prendono possessodell’accampamento. La serata scorre ve-loce, tra un canto e una schitarrata di Al-bert, gran musicista. Impariamo, o alme-no seguiamo borbottando, l’inno deiRainer una marcia molto orecchiabileche i nostri amici cantano ripetutamen-te, tra un rosso e l’altro. Andiamo a dor-mire che ancora cantano, e la finirannomolto ma molto tardi. Pensiamo: “Allasera leoni, al mattino...”. Invece al matti-no dopo la truppa austriaca è bella fre-sca e pimpante per l’alzabandiera delle7,30. Carichiamo zaini ed attrezzi e, inun’oretta e mezza di cammino, arriviamonella zona del cippo austriaco di quota2101, dove troviamo Paolo Pozzato che,in un ottimo tedesco, si porta un po’ ingiro i Rainer ed illustra loro gli eventibellici dell’Ortigara visti dalla loro parte.Terminato il giro illustrativo si vede chegli austriaci hanno voglia di “menare lemani”. Rapidamente si portano sulla trin-cea sotto il cippo e, assieme a nostri vo-lontari di Bergamo, Vicenza e Cento, cidanno dentro di brutto. La trincea è colma di detriti, per unospessore variabile tra un metro ed unmetro e mezzo, ma loro sembrano in-stancabili, soprattutto quando cominciaad emergere qualche reperto, qualchecolpo, qualche caricatore di pistola mi-tragliatrice Villar Perosa. Si va avanti tutto il pomeriggio e si rien-tra a sera. Saranno anche fatti d’acciaioma la sera pochi canti, una bella mangia-ta ed a letto presto. Il sabato stessa sto-ria con la differenza che, conoscendooramai la strada, partono in volata, arri-

    vando in zona di lavoro con una buonamezz’ora di anticipo sugli “italiani”, dan-doci dentro a tutto spiano. Energia chesembra aumentare ulteriormente quan-do viene rinvenuta una baionetta au-striaca e qualche altro reperto che ren-dono molto felici i nostri amici.I molti passanti, sentendo parlare tede-sco e vedendo quest’attività, s’incuriosi-scono e si fermano. Penso che abbiamofatto più pubblicità alla nostra attività direcupero delle trincee in questa giorna-ta che non nei cinque anni precedenti!Arriva sera. Non abbiamo più tanta vo-glia di cantare, ognuno riflette sullegiornate appena trascorse, su cosa e sudove ha messo le mani, sulla nostra sto-ria, sulla nostra vita. Non è malinconiama la consapevolezza che, se la storia èfatta dalla somma di tanti atti personali,forse abbiamo scritto una piccolissimapagina nella storia dei nostri Paesi.Domenica mattina arriva il presidenteVolpato, i vessilli di Marostica ed Asiago,i gagliardetti di tanti gruppi. Andiamoalla Madonnina, i Rainer nella lorouniforme del 1917 con il loro stendardoche garrisce al vento.Alzabandiera, onore ai Caduti, deposi-zione di corone ai piedi della Madonni-na, discorsi di rito, emozione e commo-zione quando consegniamo la mostrinadi Campagna, quella che viene conse-gnata solo a coloro che si sono “sporca-ti le mani” su questa terra bagnata dalsangue dei nostri padri per conservarneimperitura la memoria. Anche in questocaso non servono tante parole, bastaguardarsi negli occhi e, anche se non siparla la stessa lingua, basta un cenno percomprendere. Si sta bene, non serve al-tro. Velocemente disfiamo il campo, ca-richiamo i mezzi e li accompagniamo apiazzale Lozze. Hanno tanta strada dafare per arrivare a casa. Al piazzale gli ultimi saluti. Gianni chie-de loro di cantare per l’ultima volta l’in-no del reggimento. I Rainer si abbraccia-no e cominciano: “Hoch Regiment derRainer, als tapfer all bekannt, wir schüt-zen unsere Heimat, und unser Vater-land...” (Avanti reggimento Rainer, cono-sciuto da tutti come eroico, noi proteg-giamo la nostra Patria e il Paese dei pa-dri).Cantano della loro patria, della loro ca-sa, delle loro famiglie, esattamente co-me le cantiamo noi nelle nostre canzoni. Ma allora perché tanti anni fa ce le sia-mo suonate di brutto?

    Roberto Genero

    Alla Madonnina del Lozze.

  • 239-2011

    Sul Pasubio, capolinea degli Eroi

    L’ANNUALE PELLEGRINAGGIO SULLA MONTAGNA CHE FU TEATRO DI DURI SCONTRI E DELLA GUERRA DI MINE

    Pasubio, domenica 4 settembre:dalla Strada degli Eroi e dalla Stra-da delle Gallerie salgono le pennenere. Il silenzio è rotto solo dallo scal-piccio degli scarponi sulla roccia che ac-compagna gli alpini fin sulla cima. Perchi arriva dalle Gallerie, dal Passo Fonta-na d’Oro si scorge qualche fuoristradasalire dagli Scarubbi; ma dall’alto, di queimotori, si percepisce poco o nulla. Il palcoscenico offre un paesaggio tor-mentato; forse non ci sono altri luoghicome le vette del Pasubio a richiamarele immagini della guerra in montagna. Ele cose aggiunte, perfino la moltitudinedi tricolori che oggi ballano al ventosotto il cielo plumbeo, appaiono in so-vrappiù. Monte Corno Battisti, il DenteItaliano, il Dente Austriaco, i Roccionidella Lora, Cima Palon, il BattaglioneMonte Berico, il generale Pecori Giraldi:sono alcuni dei nomi lontani che rie-cheggiano a ogni passo. Ieri gli alpinierano all’Ossario e al Dente Italiano(quota 2.220) e Austriaco (2.217); oggi so-no in silenzio davanti alla tomba di Vit-torio Emanuele Rossi, che comandò sulPasubio il btg. Monte Berico e che volleessere sepolto con i suoi soldati.

    Moro del Genio Guastatori della Julia.Dice il presidente della sezione di Vi-cenza Giuseppe Galvanin: “Stare qui si-gnifica essere in un luogo sacro dellamemoria. Nessuno di voi era obbligato avenirci: la vostra presenza è un tributoalla Storia e ai soldati che hanno contri-buito a scriverla. E al ricordo dei giovanidi ieri si unisce un pensiero agli alpini dioggi impegnati in Afghanistan”. Ci sono 106 gagliardetti e 11 vessilli in-quadrati davanti alla cappella votiva diSanta Maria; ci sono Valentino Fabrelloe Gianfranco Borgo: due alpini che pro-prio cinquant’anni fa contribuirono aerigere la chiesetta. E c’è suor Teresina,che fu assistente di don Francesco Gal-loni, cioè colui che più di tutti volle iltempio sul Pasubio. Ieri loro, oggi i gio-vani alpini che lavorano negli stessi luo-ghi per la conservazione dei manufattidella guerra: la storia, c’insegnano, si ri-pete sempre. Quando l’ufficialità finisce,il silenzio si riappropria della montagnamentre i pellegrini scendono a valle; esono in pochi quelli che rincasando nonsi voltano indietro almeno una volta.

    Federico Murzio

    Salire su questa montagna nel 2011, dovetra il 1916 e il 1918 soldati italiani e au-striaci furono attori inconsapevoli di undramma più grande, non è più una tradi-zione associativa ma un pellegrinaggio.Sono presenti poco oltre seicento alpi-ni, un piccolo gruppo di autorità civili, ilmaresciallo Fiumara del 2° Artiglieria daMontagna “Vicenza” e il capitano Dal

    La Messa alla chiesetta sul Pasubio costruita dagli alpini della sezione di Vicenza.

    Gli onori ai soldati italiani ancora sepolti sotto le macerie della grande mina austriaca del 13 marzo del ’18 (Foto di Maurizio Mattiolo).

  • 249-2011

    Apochi chilometri da Tarcento, nelcuore della terra friulana si erge,per volontà degli alpini dei Grup-pi friulani, un monumento a ricordo deiCaduti della Julia che, oggi triveneta,affonda le sue radici nella tradizionefriulana. Chi lo costruì 54 anni fa volleche le due ali d’aquila stilizzate su un fa-ro a guisa di lunghissima lancia alta ven-ti metri ricordassero chi dedicò la vitaalla Patria: alpini protagonisti dellaGrande Guerra e della ritirata di Russia,del fronte greco-albanese e delle innu-merevoli altre battaglie del secondoconflitto. Questo fino a ieri, da quest’anno il faro ècustode, con una targa alla memoria, delricordo anche dei Caduti della Julia interra afgana. Sette sono state le pennemozze che la brigata ha tristemente la-sciato sul campo nella sua ultima mis-sione. Sette Caduti che nel 54° anniver-sario della costruzione del faro sonostati onorati dagli alpini delle Sezionifriulane alla presenza dei famigliari diquesti alpini in armi che hanno pagatocon la vita, oggi come i nostri pa