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Free e-book non commerciale, aggiornato sul sito http://home.tele2.it/ger1575/index.htm Pensieri Atei - Pensieri Atei 4 per p2p – - Versione aggiornata al 16 settembre 2006. E' proibito modificare il testo. Grazie. Ger75 Avvertenza Importante Quanto scritto in questo ebook non è da considerarsi una posizione ufficiale dell'ateismo, poichè con esso si intende un'idea libera e spontanea che nasce dal libero confronto, dall'approfondimento di argomenti di scienza e filosofia e non da verità assolute o dogmi impegnativi per tutti. In questo testo vi sono frasi rivolte a personalità o simboli sacri che potrebbero risultare non gradite, tali prese di posizione rappresentano unicamente liberi pensieri e democraticamente, senza voler porre danno ad alcuno, hanno diritto di essere espresse. Va inteso che il presente testo è solo una libera scrittura del pensiero dell’autore e non un libro commerciale, l’autore è un semplice essere umano, non è quindi perfetto nè esente da compiere errori di giudizio o di espressione. L'ebook è ancora in fase di scrittura, verifica e collaudo. Lo stesso autore invita gli eventuali lettori religiosi del presente testo a non sentirsi offesi da dichiarazioni che potrebbero essere considerate amorali o addiriuttura blasfeme e contrarie alle posizioni religiose. Ateismo è sinonimo di critica oggettiva e considerazioni personali, è quindi logico che si creino attriti tra questo pensiero e le idee religiose. Che però dovrebbero accettare critiche aperte alle loro posizioni. Sono previsti ampliamenti e reimpostazioni sostanziali del presente scritto e sito. Buona lettura

[Ateismo] PENSIERI ATEI 4 (2006) [eBook Ita Filosofia Ateismo]

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Ateismo

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Free e-book non commerciale, aggiornato sul sito http://home.tele2.it/ger1575/index.htm

Pensieri Atei

- Pensieri Atei 4 per p2p – - Versione aggiornata al 16 settembre 2006. E' proibito modificare il testo.

Grazie. Ger75

Avvertenza Importante

• Quanto scritto in questo ebook non è da considerarsi una posizione ufficiale dell'ateismo, poichè con esso si intende un'idea libera e spontanea che nasce dal libero confronto, dall'approfondimento di argomenti di scienza e filosofia e non da verità assolute o dogmi impegnativi per tutti.

• In questo testo vi sono frasi rivolte a personalità o simboli sacri che potrebbero risultare non gradite, tali prese di posizione rappresentano unicamente liberi pensieri e democraticamente, senza voler porre danno ad alcuno, hanno diritto di essere espresse.

• Va inteso che il presente testo è solo una libera scrittura del pensiero dell’autore e non un libro commerciale, l’autore è un semplice essere umano, non è quindi perfetto nè esente da compiere errori di giudizio o di espressione. L'ebook è ancora in fase di scrittura, verifica e collaudo. Lo stesso autore invita gli eventuali lettori religiosi del presente testo a non sentirsi offesi da dichiarazioni che potrebbero essere considerate amorali o addiriuttura blasfeme e contrarie alle posizioni religiose. Ateismo è sinonimo di critica oggettiva e considerazioni personali, è quindi logico che si creino attriti tra questo pensiero e le idee religiose. Che però dovrebbero accettare critiche aperte alle loro posizioni.

• Sono previsti ampliamenti e reimpostazioni sostanziali del presente scritto e sito.

Buona lettura

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Capitoli in questa edizione:

Pensieri di Ateismo:

1- L’uomo e dio

2- Comportamento di dio

3- L’Aldilà

4- Chi crea dio e chi l’uomo?

5- Disegno divino o casualità, serve un dio?

6- Ipotesi sulla vita

7- Religione e paure

Altri pensieri:

8- Fuga dalla follia

9- Il mondo dei folli

10- Il Papa e altri pensieri

11- Miracoli e Scienza

12- Essere Atei

13- Il mondo che vorrei

Notizie:

14- La Sindone [Art. La Stampa]

15- Il Giudice Tosti contro il crocifisso in aula

16- Il “Codice da Vinci”

17- Nuovi Argomenti futuri

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1. – L’uomo e dio

L’uomo non è sempre uguale. Può essere un pacifico amico, ma anche un terribile carnefice. Come un rullo compressore schiaccia qualsiasi ostacolo si frapponga alla sua meta, per poi cercarne un’altra. Chi vuole vivere in pace, in tranquillità, non può resistere alla tirannia di chi vuole il potere. E più si è deboli, più si cade nelle mani sanguinarie del potente. Denaro, conoscenze, sono reti da pesca per altro potere. Non c’è dio agli “alti” livelli, ai quali nessun uomo buono riesce a raggiungere. La viscidezza, la presunzione, l’arroganza non danno spazio o tregua a chi cerca lo spirito del bene, che ha portato la civiltà a tanti progressi, ma che ha dato ancora più spazio, di contro, alla cattiveria. Medicina, istruzione, lavoro ed economie forti, ma anche marciume, commerci illegali, corruzione. L’uomo buono, che lavora e convive pacificamente col suo vicino, cerca riferimenti e consigli per ispirarsi alla pace, per avere la forza d’animo per affrontare la vita quotidiana e per sperare nel miglioramento. Parabole, dei, santi, statue, talismani, qualsiasi cosa per attingere dall’esperienza della saggezza del bene. Ma è l’uomo che ha inventato dio, o esiste un dio che ci sta creando? Siamo noi esseri umani che abbiamo sentito il bisogno di cercare conforto in qualcosa di trascendentale, uno spirito di bontà eterna e misericordiosa, che a volte si incarna in alcuni di noi, creandoci così un essere sovrumano che ci mette alla prova, dandoci esempi di vita leale da emulare e ci premia o ci punisce, a seconda della sua giustizia, oppure è questo dio esistente e pensante, che ci accompagna passo per passo nel nostro cammino, richiamandoci verso la sua essenza di pace e giustizia? Perché allora questo dio, esistente o inventato, così ricercato da tutti, non ha la forza di farsi ascoltare o di sapersi imporre come scopo da raggiungere, come fine della nostra vita? Chi detiene il potere, cioè la ricchezza per sedurre e imporsi, nella battaglia per arrivare in alto nelle gerarchie, ha sicuramente scartato l’etica. Per poter scavalcare gli altri suoi contendenti deve far uso di tutta la sua rapacità, senza dar spazio a riflettere se è giusto ciò che sta facendo, specialmente nei confronti degli altri coinquilini del grande villaggio globale cioè degli altri abitanti del pianeta. Assassini e guerrafondai la fanno da padrone negli ambienti più potenti, nei centri nevralgici della società. Individui che hanno fatto largo uso del proprio potenziale di male per farsi strada e schiacciare gli avversari, sicuramente non sono le persone adatte a guidarci o a ricoprire i loro incarichi. Lotte di potere, minacce e intimidazioni, interventi militari e altro ancora, hanno da sempre avuto gran parte della scena mondiale. Non sarà certo un buon dio, carico di sentimenti, a bloccare il cammino di un prepotente, può però tentare di creare le condizioni perché il male si ridimensioni e le buone persone si coalizzino e resistano per poi espandersi. Ma si può far avverare tale pensiero, cioè togliere il terreno ai “cattivi” da sotto i piedi? E quanto ci vuole per fare questo? In migliaia di anni di storia i ricchi potenti sono sempre esistiti e hanno sempre fatto ciò che a loro importava. Infatti l’ordine del pianeta è sempre stato costruito da guerre militari o congiure e assassini. Troppo blande le religioni, troppo duro il gioco di cui si fa parte. Così gli stessi Parlamenti, i governi risultano essere, se non dittatoriali, un esempio di continua lotta, di muro contro muro, organizzato occultamente da chi siede sempre nella stanza del potere. E per mascherarsi, essi cercano sempre una

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veste legale, oppure un muro di omertà, verso chi reclama giustizia. Tutto deve funzionare come previsto, nelle mani di chi controlla il motore dell’economia. Nobili prima, alta borghesia poi, sempre alla ricerca del profitto, per far sopravvivere le proprie aziende, il proprio potere, cercando alleanze o scontri per non essere inghiottiti da un mercato che non perdona, che non accetta errori. Un mercato che non tollera lo spirito di bene. Chiudi o sarai chiuso, compra o sarai comprato, e resisti finchè avrai forza, altrimenti verrai scavalcato da altri. L’unico bene che scaturisce da queste leggi è l’investimento nel progresso, che da un lato migliora le condizioni di vita di una elite di Paesi, ma dall’altro tiene in povertà estrema il resto del mondo. E anche i paesi elitari, almeno finora, hanno parecchi problemi, dalla disoccupazione alla corruzione. La speranza è che l’andamento del mondo sia sempre positivo, e che presto il benessere si espanda, ma il potere a chi andrà? Resterà come ora nelle mani di poche Super-Aziende o lobbies, o sarà esteso ad altri? Forse è più importante pensare che coloro i quali un tempo sarebbero stati dei poveri contadini, oggi hanno una buona base di cultura scolastica e un lavoro che permette di accumulare risparmi. Ma è solo un elite in confronto al pianeta intero. L’impressione è che si potrebbe già ora stare meglio, quasi dovunque, la barriera è appunto nel muro di persone che non vogliono realizzare una società migliore, tenendosi i propri latifondi finanziari a scapito di molti. La mafia ne è un classico esempio. Commercia illegalmente, a scapito di chi vorrebbe osservare le regole, e non è incline a mollare il proprio privilegio, anzi, si muove solo per consolidarlo. Il dio-Azienda, nelle mani di costoro, può essere il peggior nemico per chiunque. Può trasferire lavoro e capitali ovunque, può dare forza a partiti e governi, da esso dipende l’intera società moderna e non è un essere umano, non si chiede se è bene o è male ciò che fa. Deve solo resistere e consolidarsi, per non vedersi scavalcato. Non è consentito opporsi, si viene messi a tacere, non si può dar fastidio a questo “dio” quasi onnipotente, che tende a eliminare ogni possibile fonte di paura o incertezza, si rischia costantemente di mettere in crisi l’intero mercato. Non si può criticare il dio-Azienda, non si può cercare di fermarlo, non lo si può nemmeno accusare, è un modello che funziona così, selvaggio come la natura, come la selezione naturale. Eppure, dagli investimenti derivano sempre nuove armi per migliorare la vita, per far diminuire i prezzi e per avere prodotti sempre più sofisticati e migliori, che aiutano l’uomo pacifico, ignaro del prezzo preteso per avere questi nuovi accessori. Il prezzo è ovviamente l’affidamento nelle mani di colossi del potere dell’intero pianeta. Sono essi a stabilire i ritmi di crescita e di sviluppo, quali mercati potenziare e su quale prodotti puntare. Dalle loro private decisioni dipende l’intero genere umano. Ma saranno decisioni giuste? Sarà seguito lo spirito del benessere esteso a sempre più persone o saranno scelte senza battere ciglio che favoriranno e salvaguarderanno solo i propri mercati, usando uomini politici e anche religiosi per nascondere il tutto e per continuare a comandare e a difendere i propri privilegi? Di nuovo si pone la domanda, esiste un dio, alto osservatore di tutto ciò che avviene su questo piccolo pianeta, o esiste una religione alla quale ispirarsi per fuggire da un mondo così aggressivo, per cercare conforto dalle afflizioni della vita, unico richiamo alla giustizia, unico baluardo dell’uomo per difendersi da se stesso e dall’altro dio del male? O la religione è un modo per mettere a tacere chi vorrebbe parlare e cercare di migliorare

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l’ambiente in cui viviamo, come già accadeva in passato con l’inquisizione? Se dicessimo che non è un dio a dirci come ci dobbiamo comportare, ma siamo noi a scegliere il nostro atteggiamento di calma e pacificazione, che critiche riceveremmo? Se fossimo in contrasto con il credere che la preghiera basti per guarire dai mali, staremmo cancellando questo dio o staremmo cercando nuove vie sia per rimanere dal lato buono sia per contrastare il dio-Azienda? Verremmo ammutoliti e cacciati se affermassimo che la religione parte da ogni essere umano e non da un dio che la propone a noi e ce la fa accettare come unica via nella ricerca del bene? Perché è proibito o considerato blasfemo fare commenti sulle religioni? E' dio stesso a proibirlo, o danneggio chi ha interesse a divulgare la propria religione? Cosa è giusto credere, quindi, che la religione è l’arma dataci da un dio per accettare la nostra condizione e per darci la forza d’animo per resistere, o piuttosto che è l’uomo ad aver sentito il bisogno di avere qualcosa di certo a cui aggrapparsi, creando così miti e leggende, inventando parabole e miracoli, attribuendo tutto ad un dio, in criticabile e indiscutibile, anche per salvaguardarlo dal contagio del marciume e della sete di potere? La religione ha da sempre rappresentato una forza di grande ispirazione per chiunque, a volte c’è chi sceglie di dedicarle la vita, rinunciando a tutto, sperando così di aver dato un piccolo ma significativo contributo per aiutare gli altri. Ma vista con gli occhi di un potente, di un re o di un suo vassallo, vista dagli occhi di uomini moderni di potere, cos’è la religione? Un antico ricordo nel proprio animo sommerso e sepolto, bloccato dalla lotta per il potere, o resta sempre come fine da raggiungere? C’è la coscienza tra queste persone, dittatori, sfruttatori, corrotti e corruttori, mafiosi, di essere dalla parte sbagliata e di doversi redimere per cambiare, di doversi pentire per l’aver provocato danni e sofferenza, o questo pensiero si perde e viene ignorato? La religione di certo può muovere masse di persone, le può unire dando uno spirito di legame, ma le può condurre anche al fanatismo, creando regimi del terrore, dove tutti sono sottoposti alla fede e facilmente comandati da militari e uomini senza scrupoli, giunti al potere nella lotta tra pretendenti sempre più agguerriti. Che ambienti devono essere quelli frequentati da queste persone, ambienti dove si può decidere della vita degli altri, a volte di interi popoli sottomessi o di singoli individui? Che ambiente può essere, dominato com’è dalla corruzione e dall’arrivismo? La ragion di Stato può essere superiore alla fede? Togliere l’indipendenza a popoli interi, investire in armi anziché in sviluppo, ignorare l’istruzione, distruggendola e stravolgendola per non creare classi di oppositori, ma per formare degli automi che eseguano gli ordini in disciplina. Se esiste questo dio, perché non interviene più pesantemente, o ha anch’egli le mani legate, o ci lascia semplicemente fare esperienza, o è lui stesso a farla con noi? O forse siamo noi creatori di questa illusione, a dover arrivare a creare un dio e una religione più completa, più coinvolgente, che riguardi tutti, anche i suddetti persi? Forse, se anche chi siede nella stanza dei bottoni capisse che dobbiamo tutta la nostra civilizzazione alla tecnologia, alla libertà di espressione, alla convivenza pacifica e all’inventiva dalle mille risorse di tutti noi, se veramente si potesse ottenere una pace universale per garantire lo sviluppo di tutto il pianeta e non solo di una parte di esso, le condizioni di tutti migliorerebbero esponenzialmente. Ma difficilmente si può togliere dall’animo di un potente la componente viscida, la sete di potere o l’invidia. E’ l’ambiente

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stesso in cui essi vivono a crearli così, per loro è una normalità la ricerca del trono. E un radicale cambiamento di direzione degli investimenti, nello sviluppo piuttosto che nella corruzione e delle risorse personali, creerebbe dei contraccolpi ai fragili equilibri economici. E mai un potente rinuncerebbe al trono sul quale ha costruito il proprio impero. La catena, il legame che unisce tutte le stanze dei bottoni è sempre stato fortissimo, mentre il legame che unisce le persone, le semplici e oneste persone che vivono a miliardi su questo pianeta, è più blando, e non è in grado di rovesciare l’altro, anzi, per rilassatezza e adagio, ne è anche complice. Eppure, nonostante tutto, si sono create le condizioni per il benessere esteso a sempre più persone, la dove regnava indiscusso il potere di pochi. Con la divulgazione del sapere, la sete di libertà, ma anche di nuove tecniche che garantiscono cibo e lavoro e quindi risparmio ed istruzione a larghe fasce di popolazione, si sono creati centri sempre più vasti di persone in grado di avere la forza di rovesciare il marciume e contrastarlo. Salvo poi essere vittima di altri e più giganti problemi, non ultimo l’inquinamento e comunque la corruzione stessa, che permane sempre anche se a livelli più accettabili. Il bicchiere non è quindi pieno, ma mezzo pieno o mezzo vuoto, più mezzo pieno poiché sono state poste le fondamenta, le strutture di base per un tessuto sociale sempre migliore, più vigile nei confronti del potere, fino a sfociare in aperte battaglie costanti tra bene e male, tra che vuole conservare il proprio latifondo di potere e chi vuole conquistare per se e per gli altri una condizione più umana e più progredita, fino ad arrivare a chiedere migliori condizioni anche per persone esterne a questi Paesi d’elite. L’eterna lotta tra bene e male, la stessa presente in tutte le religioni, dove il dio cattivo tenta di sedurre l’uomo per portarlo al potere, e il dio del bene che resiste e riunisce tutti per contrastarlo e vincerlo. Sarà un dio che ci ispira, o è l’uomo che lo sta creando?

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2. – Comportamento di dio

Fin dagli albori della storia, l’uomo ha sempre ricercato la propria ragione d’esistere. L’unica risposta accettata consisteva nel credere a esseri sovrannaturali, a dei, con la forza e il potere di creare tutto, anche lui, l’uomo, piccolo abitante delle foreste o delle praterie. Egli credeva che tali divinità potevano decidere anche il suo destino, mettendolo alla prova nella dura esistenza nella Natura e tra gli altri uomini, specie tra quelli animati da maniere espansive ed arroganti. Contemporaneamente l’uomo ha sempre cercato un appiglio, un conforto per cercare di accettare la dura vita e lo scontro con gli altri, cercando un lato buono, pacifico e sensibile di se stesso. Una filosofia di vita che gli permetta di dominare il male, presente ovunque e di cercare il bene, anch’esso presente ovunque. Da qui ha luogo la fusione tra déi creatori del mondo e onnipotenti e filosofie di vita per ricercare la moralità e la giustizia. Dio ha creato l’uomo e lo educa al bene. L’uomo che si perde, che non trova più questa strada è ritenuto dominato da spiriti oscuri della malvagità, che, in contrasto con gli dei del bene, cercano di imporsi e di impadronirsi della vita degli altri per assoggettarli. L’unica via di salvezza è quindi seguire il dio buono e ciò che egli dice. Per parlare, per farsi riconoscere, questo dio ha sempre scelto, secondo la tradizione, uomini dotati di particolare carisma e capacità, delegandoli come suoi rappresentanti in terra. E’ infatti raro se non mai accaduto che il dio superiore, il comandante delle forze del bene, appaia agli abitanti del pianeta. Come detto, vengono da lui scelte delle persone per simboleggiarlo, per fare della propria vita una parabola e far forza a tutti, nel proseguire il cammino della vita, a volte per compiere miracoli, magie inspiegabili che guariscono ammalati o per fermare le forze della seduzione maligna e far trionfare la retta via. Queste persone vedono il loro carisma continuare anche dopo la loro scomparsa, un omaggio alla loro personalità che resiste alla morte, al male. Spesso sono persone che vengono martirizzate, condannate ingiustamente da altre persone, i potenti corrotti dalle tenebre. E’ chiaro che un martire, in mezzo ad altre persone sofferenti viene subito accettato e fa breccia nel cuore di chiunque e riesce quindi a far udire il suo messaggio, o il messaggio a lui affidato da dio. Ovviamente, le forze del male, il diavolo, non stanno a guardare e cercano di approfittare come sempre di qualsiasi situazione per continuare a rimanere saldamente al potere. Così, un sant’uomo può essere citato per zittire tutti, per imporre una religione e non avere antagonisti, per sfruttare l’immagine e la fama del bene a proprio vantaggio. Dalle guerre sante, ispirate da dio, o fatte ispirare da dio, alla vendita del personaggio illuminato da dio come un prodotto, per farlo conoscere e dare testimonianza della veridicità del proprio credo e della propria partecipazione ad esso. Ma chi si rivolge ad un santo guaritore? O alla religione come aiuto per vivere? Non solo le semplici persone con la propria tranquilla esistenza, ma anche folle di disperati, di persone bisognose di aiuto e di conforto e a volte, se non spesso, distrutte da dolori e ingiustizie. Ecco quindi arrivare il guaritore, l’uomo mandato da dio che aiuta a ritrovare la forza necessaria e la sicurezza, la fiducia in sé perduta. Se accadono fatti positivi, il merito viene dato al sant’uomo senza replica, con beneficio del credente, che ritrova animo e vita, del guaritore, che viene confermato tale e della religione, che trova così nuova linfa nelle folle

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di credenti e nella propria giusta esistenza, poiché creata da un dio che esiste e ci aiuta. Ma saranno veramente guarigioni attribuibili a persone delegate da un dio? O sarà lo stesso effetto di un talismano, o di un oroscopo? Le persone bisognose di aiuto trovano solo nella religione il conforto o ci sono altre strade? La magia, attribuita a esseri umani con poteri particolari, quindi a creature mezze uomo e mezze dio, a semidei, non è accettata dalla razionalità, ma può esserlo per chi cerca conforto e lo trova in esse, inducendo a credere che essi esistano. Ma un dio che ci segue passo per passo nella nostra evoluzione, a cui si ispirano e rivolgono in preghiera miliardi di persone ogni giorno da sempre, ha bisogno di manifestarsi con semplici magie per guarire poche persone, elette tra le moltitudini di bisognosi? O potrebbe fare di meglio, apparendo egli stesso e guarendo tutti i malati, parlando a chi martirizza inducendoli alla riflessione e facendoli smettere? Si guarda più al martire o a chi lo ha torturato e non ci si accorge del perchè il crimine è stato commesso? Il dio buono e misericordioso perdona tutti inducendo noi a tenere lo stesso comportamento. Ma è giusto solo perdonare o bisogna ricercare il motivo per cui degli uomini uccidono un altro e quindi tentare di evitare che in futuro agiscano ancora così, creando nuove vittime, nuovi martiri? Come mai, inoltre, ad essi non arriva la religione di un dio che dispone di arti magiche per guarire chiunque vuole, tramite altri semidei? Perché questi semi-dei, anziché guarire dalla malattia solo brave e buone persone, non guariscono dal male anche i malvagi? Forse questo dio non è così onnipotente, forse abbandona i persi alla forza cattiva, lasciandoli colpire, ignari della loro malattia inguaribile. Basterà l’esempio delle parabole della gente a convertire al bene questi abbandonati, o non c’è speranza? Perché questo dio non interviene? O si tratta semplicemente di un dio e di una religione creati dall'uomo alla ricerca del sentimento di bontà proprio per resistere ai dolori inflitti loro dal male. Un mezzo comunque valido anche per richiamare l’attenzione su di sé e incoraggiare altri a seguire gli insegnamenti del dio creato dall’uomo e forse un giorno arrivare a togliere dal male i suoi affiliati. Non si può lottare contro un dio, egli è superiore a tutti gli uomini, nessuno lo può scalfire, è sempre lì, eterno e buono, pronto a indicarci la strada per raggiungerlo e a perdonarci se ci eravamo perduti. Ma si tratta di un essere esistente, o di un insieme di buoni principi, dalla tolleranza alla libertà di espressione, da raggiungere e cercare costantemente, come un Graal che ci darà l’immortalità? La vita in effetti è immortale, esiste da miliardi di anni e continua tuttora a svilupparsi, a migliorarsi e alla base di essa vi è il legame che unisce gruppi di individui e li rende più forti, più protetti e più in grado di affrontare le difficoltà. E questo dio, che viene pregato, rappresenta proprio questa unione. E nel nome di dio che si combatte e si è pronti anche a morire, è per dio che si vive e si costruisce la civiltà, è dio che da sempre nuova linfa all’inarrestabile civilizzazione. E’ un energia immensa che risveglia in chiunque una potente forza d’animo, in grado di resistere alle tentazioni del potere e a sconfiggere o contrastare e vincere il male e i suoi peccatori. E’ sempre in nome di dio che si conquista qualcosa nel bene ma a volte anche nel male, con guerre o altri mezzi tipici della prepotenza, un esempio ne è il terrorismo o l’intolleranza verso persone di diversa fede. Ma chi è dio? E’ l’idea di base che rappresenta tutti noi, è un essere esistente più evoluto, infinitamente saggio e intelligente, che ci fa da balia, o siamo noi stessi, diventati al

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termine dell’evoluzione un'unica entità pensante, in un pianeta divenuto il nostro paradiso? Avrà questo dio la capacità di viaggiare nel tempo e la possibilità di intromettersi nella vita del pianeta nel passato, o sarà un semplice osservatore-studioso? Si può intervenire nella linea della storia? Può farlo un dio che senz'altro ha questa possibilità? Oppure è una nostra illusione, un sogno, una sorta di utopia da noi creata, che simboleggia la civiltà perfetta? Non a caso, si crede che dopo la morte si vada nell’aldilà, un altro mondo, perfetto, dove si avrà giustizia, vivendo in pace in un mondo sotto la guida di un dio. Se così fosse, è così buono da aspettarci tutti o punirà il male e i suoi uomini segregandoli per l’eternità all’inferno, senza pietà?

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3. – L’Aldilà

Alla morte di un individuo, ovviamente, si verifica il suo abbandono del gruppo al quale apparteneva, famiglia, amici, società. Chiaramente egli resta ricordato e celebrato. Si sente il bisogno di saperlo felice da qualche parte, magari ad aspettare il nostro arrivo a raggiungerlo. Non esistono prove su un’ esistenza o una resistenza post-morte di una persona, ma da sempre è stato creduto e dato per certo che l’anima, la vita che è racchiusa nel corpo, una volta che questo cessa di vivere, emigra o ascende a dio e ad un idilliaco posto da lui governato dove tutte le anime dei defunti si incontrano e continuano a esistere per l’eternità. Questa è quindi la prima speranza che il gruppo augura a chi lo abbandona. Un luogo ideale dove non si soffre più e dove si avrà giustizia, un luogo quindi migliore della terra, migliore del luogo in cui abitiamo, così sporco di male e ingiustizie. Questa sembrerebbe la linea di condotta di dio, che nel mondo dei vivi fa sentire la propria presenza ispirando la retta via agli esseri umani, per poi accoglierli al suo cospetto, punendo i peccati da questi commessi. Quest’ultima speranza, vendicativa, è indice della libertà di cui godono i malfattori, i corrotti, e scaturisce dal desiderio di vederli finalmente presi, giudicati e puniti. E’ colpa loro se la società è corrotta e deturpata e non è giusto che la facciano sempre franca. Chi meglio di un dio può punire questi inquinatori? Così, se da un lato si auspica l’esistenza di una continuità dopo la morte terrena, si tende a credere nell’esistenza di un luogo certamente migliore, che meritiamo di raggiungere, non più nelle mani dell’uomo, così in grado di rovinare se stesso e gli altri, ma istituito e comandato da un dio, a noi sicuramente superiore, più giusto. Ma questo dio vorrà punire i reati, i peccati commessi, o tenderà a capire perché vengono commessi? Se nessuno insegna a un uomo cos’è la pace, la bontà d’animo, come farà ad essere sempre dal lato giusto? Se egli nasce, cresce e vive in ambienti malvagi, saranno solo colpa sua i delitti commessi ai danni degli altri? Forse, un dio, così in grado di governare con giustizia il nostro aldilà, potrebbe eliminare del tutto la vita terrena, così rischiosa di farci commettere peccati o forse potrebbe farsi sentire più pesantemente, non solo delegando a persone alcune arti magiche o fornendo parabole di vita buona dedicate al bene, ma che vanno a interessare persone già di per sé buone, non andando nemmeno a sfiorare gli ambienti “cattivi”. Cosa può importare a un assassino delle buone parole e di un ipotetico aldilà? Come farà un dittatore o un politico corrotto ad accorgersi dei propri peccati e a rinunciare a una vita di comodi lussi e agi a cui è abituato? E’ forse più facile credere che l’idea di aldilà e di giustizia divina nasce da un bisogno, da sempre sentito dall’uomo, di vivere in pace con sé e con gli altri, progredendo e civilizzandosi e quindi viene coinvolto a sognare un giorno di poter ricevere giustizia in un paradiso da un dio e non da un uomo, così incapace di organizzarsi senza intoppi. Si può rimproverare a dio di averci lasciati troppo soli? Se esiste questo dio, è difficile rispondere, poiché l’assoluta e infinita maggioranza di persone su questo pianeta crede nell’esistenza di dei superiori e in un’aldilà o in una reincarnazione in un individuo superiore, più benestante, più ricco anche spiritualmente. E quest’oceano di persone non rimprovera nulla a dio, sarebbe come insultarlo, una bestemmia. Oppure non se ne può parlare? E’ lecito giudicare dio? E’ lecito che dio invece giudichi noi?

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Ci ha creato, ci ha dato l’esempio di come vivere sereni e in pace, ci aspetta nel suo aldilà e ci da giustizia, oltre che spingerci con un legame più forte, un legame religioso che unisce milioni di fedeli e che quindi contrasta i dissapori. Ma è un legame imposto anche con la forza, da noi uomini e da secoli di ignoranza e analfabetismo, base per il fanatismo, condizioni che impediscono alle persone di istruirsi, di avere una cultura personale e di porsi queste domande filosofiche. Fino a non molto tempo fa si viveva di agricoltura, solo ora nell’ultimo dopoguerra la vita è cambiata ed è cambiata anche la ricerca di dio. Non è più il nostro protettore, che ci mette alla prova, per poi premiarci o punirci. Per alcuni è fonte di ispirazione per la forza d’animo, per affrontare la vita, come sempre, ma per altri egli è uno spirito guida, un principio di onestà e sviluppo, di sincerità e di bene, che ognuno tiene presente come fine di tutte le nostre azioni, sottoposte sia al giudizio nostro che dei posteri, che contribuiamo a creare. Se siamo stati noi a idealizzare un dio, quindi non lui, esistente, a creare noi, dio è l’insieme di tutti i buoni principi, patrimonio delle società moderne, della democrazia, della tolleranza, del rispetto reciproco, dell’uguaglianza. Non ci si abbandona al destino previsto da dio, siamo noi a costruire una società sempre più organizzata, a risolvere i problemi che essa crea, tenendo in costante primo piano il dio-principio del bene, in antitesi con il diavolo, cioè la sete di potere e ricchezza, l’arroganza e la disparità tra individui. L’aldilà in questo ragionamento potrebbe essere inteso come la utopica società perfetta che ci stiamo avviando a creare, una società-dio forse anche in grado, con l’evoluzione della tecnologia, di tornare indietro nel tempo e influire, proprio come un dio. Ma, se esistesse una tale possibilità, sarebbe da percorrere o gli eventi avvengono tutti da soli, spontaneamente? Il fantomatico regno dei cieli, di cui Gesù Cristo prevedeva l’arrivo, di questa società, intendendo con molto intuito, che ci si sarebbe evoluti e sarebbe stato tutto migliore, perfetto, se i suoi principi di pace e non-violenza fossero stati seguiti? Di nuovo la domanda del paragrafo precedente, può un ipotetico dio onnipotente decidere in che momento rivelarsi? In base a quali criteri? E’ probabile che tutto accada senza spinta alcuna, poiché l’uomo ha sempre avuto bisogno di una religione ed è perfettamente in grado di crearsela, seguendo le proprie esigenze. Così come gli ebrei sostengono di essere il popolo eletto da dio, così tutte le altre popolazioni hanno i propri dei e di conseguenza religioni con cui provano a spiegare, a dar senso alla vita e alla morte. Inoltre può essere un paradiso già il fatto di convivere con altre persone, o avere libero e felice il proprio spirito interno. Possono anche non servire la tecnologia e le sue “magie”. L’uomo crea ciò che vuole e crede in ciò che vuole. Solo una civiltà perfetta, non contagiata dal male, potrebbe arrischiarsi a ripercorrere le proprie orme senza rischiare di rovinarle ulteriormente. E non sembra sia una reale necessità. Bisogna allora credere ai miracoli, alle magie? O sono il frutto del misticismo, o semplici parabole, o il frutto di questa fantomatica civiltà del futuro? E’ più probabile che siano il frutto di una visione da parte dell’uomo della sua società come sottoposta alla Natura-dio, e che, con molta superstizione, fa apparire come miracoli fatti inesistenti o solo ora spiegabili razionalmente, spesso esagerati e portati all'estremo. La religione ha bisogno di linfa continua, il suo richiamo spirituale non si deve interrompere, l’uomo ne ha sempre avuto bisogno, è egli stesso a volerla far sopravvivere

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nel suo cammino. E’ facile quindi che si abbia bisogno di miracoli o apparizioni mistiche, per dare un senso alla vita, alla ragione di cercare ristoro nel nostro lato buono e di vederlo aiutato da un buon dio, sempre al fianco del bene e dell’uomo fedele che affronta la vita. Oltre che essere tutto questo utile a rinnovare la fede e la credenza della sua autenticità. Se comunque esistesse un’entità superiore, un dio che effettivamente segue la nostra civiltà, probabilmente entrerebbe in contatto con noi al termine della nostra evoluzione, questo per lasciare che la nostra razza faccia esperienza da sola, senza interferenze, come un bambino che cresce. Un bambino, però, troppo spesso lasciato a se stesso, come autodidatta, o abbandonato alla sola fiducia di poter un giorno crescere. Infine l’anima. La stragrande maggioranza degli uomini crede all’esistenza dell’anima. Ma cos’è l’anima? Qual è il confine tra la vita e la non-vita? Può essere l’anima l’energia che ci consente di vivere? E questa energia, se il corpo che la ospita muore, si separa da esso o svanisce? E se continua a vivere, a esistere, porta con sé cosa del corpo ospitante? L’esperienza? La memoria? I caratteri fisici, braccia, gambe e organi? Non esistono ancora risposte. Ma la supposizione che i viventi siano dotati di un’anima è associata al bisogno di credere nell’esistenza del trapasso del defunto nell’aldilà. Se il corpo resta e col tempo ritorna decomposto alla terra, l’anima continua oltre la propria esistenza, senza bisogno di nutrimento. E’ una tesi davvero difficile da sostenere. Un essere vivente che non necessita di energia per vivere, che era imprigionato, forse creato da un corpo vivente che deve la sua vita all’energia che produce. L’anima potrebbe essere un’essenza, magari derivataci dal principio dell’evoluzione, da quei batteri, poi alghe, poi esseri pluricellulari, che colonizzarono il pianeta all’alba della vita su di esso. Se invece solo l’uomo possiede l’anima,quando, nella scala evolutiva essa è intervenuta? Chi ce l’ha data? Perchè? Altri esseri viventi la possiedono? E se ci fosse vita su altri pianeti, anch’essi andrebbero nel paradiso dal creatore? Forse l’anima può essere intesa come l’energia prodotta dal corpo per sopravvivere, o, al contrario, l’energia che da vita al corpo che a sua volta trasforma il cibo in energia. Se non è più in grado di produrla, esso muore, e con esso anche il cervello, fonte dell’intelligenza e dell’essere in vita.

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4. – Chi crea dio e chi l’uomo?

Ogni popolo in passato faceva riferimento a uno o più déi, cioè esseri non-umani, sovrannaturali, con la forza, il potere di creare tutto e governare tutto. Antichi egizi e babilonesi, greci e persiani, indiani ed ebrei, cinesi e americani precolombiani. Ogni popolo, scrivendo o raccontando la propria memoria storica, si diceva comandato o osservato da degli dei che entravano nella cultura uscendo dalle leggende, per dare un legame saldo e una linea di condotta, oltrechè influire nelle usanze e nei costumi, ma anche nelle decisioni, con premonizioni e sogni o segnali di ogni tipo. Era una vita dominata da questi dei, che avevano costruito tutto il mondo ed eletto l’uomo come essere più intelligente. La visione del pianeta per persone senza istruzione, senza storia, semplici contadini, era semplificata al massimo. Non vi erano altre spiegazioni che la presenza di déi, di super-uomini a cui chiedere benevolenza in cambio di doni o gesta eroiche. Erano déi o, semplicemente, un’entità, un dio unico, che metteva alla prova nella dura terra ogni singolo uomo, per poi attenderlo nell’aldilà. Secondo alcune religioni, per esempio quella cristiana, l’uomo affronta le asperità della vita, ma se in grado di mantenersi puro e non corrotto, ha diritto ad accedere, alla morte, ad un mondo ideale perfetto, al benessere spirituale, creato e gestito da dio. Oppure nel caso di individui marci e peccaminosi, dio avrebbe fatto giustizia segregandoli per sempre all’inferno, luogo di tortura per far pagare le malefatte. In riassunto, un dio si presenta all’uomo, lo mette alla prova e, se superata, cioè se nella vita terrena rimane onesto attenendosi alle regole dettate da dio, gli è garantita la salvezza eterna risultando così questo un buon modo per creare forti legami tra persone già buone di spirito, aiutandoli con inviati e parabole di saggezza. Un modo inoltre per fare da deterrente alla malvagità, il diavolo. Ma per rendere la vita solo un mero passaggio in attesa della vera "vita", quella oltre la morte. Ed ecco qui l’eterna lotta tra bene e male, dove dio incarna tutti i principi del bene, da seguire per raggiungerlo in paradiso, opposto a tutti i lati del maligno, che cerca di approfittare degli altri per avere privilegi per se, togliendoli ad altri. Il legame tra la brava gente era di certo sentito, specie in passato, per resistere non solo alla tentazione di avere il potere, la ricchezza, ma anche per sfuggire o cercare refrigerio dai dolori e dai soprusi della vita quotidiana, in pratica resistere insieme tenendo sempre alti i propri pregi e contrastare le difficoltà create dai corrotti. In questo modo, con una solida base di bontà, si garantisce un minimo di rispetto e libertà di opinione o di farsi un opinione e migliorare il livello di civiltà. Così dalle caverne dove si nascondeva per ripararsi, l’uomo unito dal legame del bene ad altri uomini ha colonizzato l’intero pianeta. Ma è stato dio a rendere possibile la pacifica convivenza tra persone, o esso è soltanto un principio guida, costruito dagli uomini stessi ed eletto a dio, a civiltà-società ideale nella quale vivere, da creare seguendo la bontà di spirito, la fratellanza, l’uguaglianza? Se i popoli primitivi potevano darsi un'unica spiegazione, cioè che tutto è creato da un dio che ci mette alla prova per raggiungerlo, ora si può pensare che è l’uomo ad aver creato il proprio dio ed egli stesso è dio e sta creando la propria organizzazione, il proprio stato, il proprio pianeta per renderlo ovunque armonioso e abitabile. Forse dio è la nostra civiltà che ha raggiunto il suo apice, una complessa unione tra milioni, miliardi di individui che vivono pacificamente tra loro, tutt’ora un’utopia, ma raggiungibile, non grazie a miracoli, a guarigioni o a ricompense di dei e semidei, o uomini-talismano, bensì attraverso il proprio innato talento, sfruttando

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l’inventiva, le scoperte e le invenzioni scientifiche in grado di migliorare la vita a tutti. Frutto della ricerca e del sapere dell'uomo ovviamente. Perché allora credere che esista davvero qui insieme a noi, un essere sovrannaturale che tramite delegati, quasi mai quindi in prima persona, ci indica costantemente la retta via? Seguire un dio perfetto e buono è molto più semplice che seguire un semplice uomo, criticabile e soggetto a compiere errori. Un popolo che cerca la propria unità preferisce essere guidato da un dio piuttosto che da altri esseri umani. Ma forse è proprio l’umanità il vero dio, con il perenne contrasto tra bene e male, e con la sua inesorabile marcia verso la civilizzazione. Chi è dunque questo dio, un essere pensante che ci indica con uomini da lui istruiti a seguirlo, o la vita stessa, con le sue unioni e le sue divergenze? Esiste l’aldilà, o l’uomo deve creare se stesso e i luoghi dove abita come un paradiso nel quale vivere, solo con le proprie forze?

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5. – Disegno divino o casualità, serve un dio?

Non sono il portavoce di nessuno se non di me stesso e voglio esprimere la mia opinione sul dibattito che questa domanda fa nascere nella mente di ognuno: C'è bisogno dell'esisenza di un dio? 1 - Ridurre l'ateismo al solo dire dio non esiste è altamente limitante, ateismo vuole dire anche ragionare, sottrarsi al giogo dei dogmi delle religioni, al comando delle alte gerarchie che da millenni esercitano il loro potere perchè mandati o rappresentanti di un dio, come dio era il faraone egizio, dio era l'imperatore di roma, in nome di dio si era nobili e padroni di un regno, in nome di un dio si è suoi rappresentanti e vicari. Essere atei vuol dire prima di tutto sottrarsi a questo dominio e quindi poter usare autonomamente il proprio intelletto e produrre risposte alternative a quelle propagandate dai rappresentanti degli dei. Vuol dire venire a conoscenza di strade alternative ai dogmi, capire che il mondo, l'universo, l'uomo, esistono, vivono non per merito di un essere superiore che tutto può e tutto fa, ma grazie a leggi fisiche e biologiche, dalla gravità che crea stelle e pianeti all'evoluzione e selezione naturale, una realtà ben più complessa di quella descritta nei testi sacri dettati da un dio milleni fa, e che verosimilmente rappresentano il sapere, o il non-sapere dell'epoca. 2 - dio esiste per chi ha bisogno di crederci, dio non esiste per chi non ne ha bisogno. Personalmente considero gli dei, di tutte le religioni, come un sogno, un sogno di cui si ha forte bisogno, un bisogno di avere una guida, un sentimento altruistico, una casa in cui raccogliersi, una spiegazione a cui credere, un senso da dare a tutto, un bisogno nato da una carenza dell'uomo a saper affrontare la dura realtà, ci si affida quindi ad un essere immaginario superiore. Ma la realtà come sappiamo possiamo cambiarla noi, e siamo proprio noi, sempre, a crearla, senza dei, senza quel dio tanto buono, tanto perfetto, tanto rassicurante, che assomiglia molto a un superuomo, un obiettivo a cui l'uomo vuole giungere, non con l'aiuto di un dio-guida, ma con l'evoluzione e la cultura che l'uonmo stesso ha da sempre prodotto. Il bello di essere atei è che ognuno può avere una propria opinione, e poi confrontarla con quella degli altri, senza canoni fissi da cui non potersi discostare, per paura di fare un torto a un dio. Alla domanda "C'è bisogno di dio per la vita?" quindi rispondo: Non serve immaginare una vita senza dio (minuscola perchè non è il nome proprio di qualcuno, è un aggettivo che qualifica, è un dio), mi spiego: La Natura: è autosufficiente In un ecosistema, ovvero l'insieme degli esseri viventi che popolano uno spazio, gli esseri viventi si autoregolano da soli, chi mangia e chi è mangiato, se ci sono troppe prede, di solito erbivori, mangerebbero troppa erba che non basterebbe più per tutti, le pozze d'acqua non basterebbero, i predatori avrebbero più cibo e aumenterebbero di numero, in breve le prede calerebbero di numero. Viceversa con una sovrappopolazione di predatori questi non troverebbero cibo a sufficienza e solo i più forti resisterebbero, mentre le prede verrebbero selezionate ulteriormente, solo i più astuti e di nuovo i più forti sfuggirebbero alla caccia, autoselezionandosi per resistere meglio. La natura premia l'intelligenza, l'organizzazione,

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e tutti gli animali, chi più chi meno, si radunano in gruppo, chi per aiutarsi nella sorveglianza, chi per avere più probabilità di non essere preso, chi per avere più possibilità di procurarsi una preda. Non serve un entità superiore che governi il tutto, poichè il tutto è autosufficiente e si è organizzato con la specializzazione, la selezione naturale, l'evoluzione, tutte cose meccaniche, che vengono prodotte dalla casualità degli eventi. Un dio non manda una siccità improvvisa per cambiare ambiente e animali che lo popolano, semplicemente il clima cambia per cause autonome e gli animali di conseguenza. Se non fosse così si sarebbero evoluti i dinosauri e noi non saremmo mai esistiti. Non dobbiamo ringraziare un dio che li ha sterminati per far posto a noi, ringraziamo il caso che ha creato le condizioni per la loro estinzione e per la nostra evoluzione. La non vita: forza di gravità e reazioni Gli atomi per la loro piccola carica elettrica tendono ad aggregarsi in molecole, che si aggregano in materia non viva ma che in realtà si comporta come i viventi: i minerali, i metalli, le rocce sono frutto del piccolo movimento di attrazione esercitato dalla forza di gravità, gli atomi, le molecole ecc. si attirano di quel tanto che basta per creare materiali sempre più grandi e con una semplice organizzazione, struttura, non casuale, ma che segue un suo proprio ordine, dovuto sempre alla carica elettrica. L'elettricità non è dio, è semplice energia, non è vita. Il calore: energia di vita. La vita è possibile perchè un'essere è vivo se ha bisogno di nutrirsi, di assumere qualcosa per produrre energia. Le piante assorbono dal terreno i minerali, le foglie prendono il calore, la luce e la pianta genera combustioni e assume nutrimento per continuare a vivere, a produrre energia. E cos'è una pianta? Una grande agglomerazione di cellule, specializzate in gruppo per sopravvivere e aiutarsi, proprio come la non-vita (origine primordiale della vita stessa?) si autoorganizza chimicamente per ingrandirsi. Lo stesso sole, nostra fonte di calore, luce e quindi vita, altro non è che un gigantesco agglomerato di atomi di idrogeno, attiratisi l'un l'altro per la forza di gravità e quindi, per la massa immmensa, autoinnescatisi in una reazione nucleare che genera appunto energia, luce, calore. Non c'è dio alla base di questo, semplice moti meccanici e probabilità casuali, ordine nel caos. I sentimenti, l'intelligenza: evoluzione. L'uomo è capace di provare sentimenti, emozioni, sa ragionare, sa astrarre, queste capacità lo rendono unico sul nostro pianeta, gli altri animali non hanno capacità simili, ma si sa che non se le è inventate qualcuno di notte per poi farle di giorno: sono caratteristiche che si sono evolute man mano nel lento processo che ci ha trasformati da scimmietta in esseri umani. In conclusione: non serve un dio pensante, basta la casualità. La casualità genera una serie vastissima di eventi, e fra questi viene premiato, per capacità nel sapersi procurare l'energia, il cibo, il più forte, noi siamo il risultato di questo, non dell'intervento divino di qualcuno. Gli eventi accadono da soli, questo a causa del movimento, delle leggi fisiche e chimiche, della selezione, del premio, non per volontà di qualcuno. Se questo qualcuno esistesse gli si potrebbe chiedere: perchè hai fatto così e non in un'altro modo? Risposta: perchè nella serie di casualità gli eventi, da soli, sono

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andati in questo senso, senza l'intervento di un moderatore, di cui quindi non c'è alcun bisogno, l'esistenza è già un moderatore a sè. Se una cosa esiste continua ad evolversi e a migliorarsi, se non è più in grado si estingue se intervengono dei cambiamenti a cui non sa far fronte, e il suo posto viene preso da altre casualità evolute.

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6. – Ipotesi sulla vita :

La vita come la conosciamo noi è già ad un alto livello di specializzazione. Esseri pluricellulari è dire poco quando ci si riferisce ad animali o piante, o addirittura all’uomo. Ogni cellula che compone l’organismo è specializzata in una funzione per dar vita all’intero corpo, che assume l’entità di essere unico, pensante e vivo. Non più quindi una semplice accozzaglia di cellule, ma da una fonte iniziale, l’ovulo fecondato, si diramano un’infinità di specializzazioni. Cosa rimane di quel primo embrione? Un’essenza forse? E’ certo che si può vivere senza un braccio, o sostituendo alcuni organi vitali, cuore, reni, polmoni, con organi artificiali, l’individuo continua la sua vita e rimane se stesso. Anche senza porzioni di cervello esso resta sempre lo stesso essere. Quando cessa di vivere effettivamente? Quando cessa di essere se stesso se gli viene asportata una parte di mente? E quale parte? Da questo principio, cioè che l’essenza originale dell’individuo è l’individuo stesso, mentre tutto il resto del suo corpo è costituito da cellule prodotte da esso per specializzarsi e affrontare la natura, si può tentare di fare un parallelo con la vita e con la sua essenza. L’universo, le galassie, costituiscono la non-vita, cioè sono composti da materiali certamente non vivi. Ma essi seguono leggi fisiche, dalle più elementari alle più complesse, E’ probabile che da un materiale originario iniziale sia scaturita altra materia, formando non individui vivi, ma entità governate da leggi precise, non dal caos. Una semplice pietra è l’unione di atomi e molecole legati tra loro seguendo particolari schemi. Le stelle diventano tali quando grandi ammassi di atomi creano l’innesco di reazioni nucleari e così via. I pianeti, le stelle, le galassie, non sono vivi, ma seguono precise leggi che non possono essere violate. Anche il principio della vita, il più elementare, segue leggi fisiche, deve creare una combustione e deve procurarsi il cibo, gli elementi necessari alla sua sopravvivenza. Seguendo questa nuova legge, l’aver bisogno di energia per continuare a vivere, in miliardi di anni d’evoluzione, queste primordiali rozze e schematiche vite si sono organizzate in individui pensanti in grado di controllare la natura e in grado di vivere in gruppi, dove ogni individuo si specializza dando forma ad una società viva, che aiuta i singoli a risolvere i propri problemi. Ma cosa è rimasto della vera radice originale? E’ questa a essere dio o dio è inteso come tutto ciò che si può vedere e toccare, cioè l’universo stesso, pur essendo vuoto, esiste e contiene il vuoto e la materia scaturita dall’origine. O forse dio è la legge fisica che ha creato tutto? E per gli individui come l’uomo, dio è tutto ciò che esiste, comprese le leggi che lo governano, o la propria società, in continua evoluzione e superiore ai singoli, ma da essa composta? Se dio fosse la vita conserveremmo di lui un qualcosa, che poi si spegne con la morte; se dio è la materia, continueremmo a farne parte, o come vita esterna ma compresa e dipendente da tutto ciò che le è attorno, o come non-vita. Se dio è una legge che ha creato il bisogno di nutrirsi per produrre energia, dio è l’unione il legame che unisce i singoli e che li spinge a specializzarsi e a vincere nella natura, unione tra vita e non-vita. Se dio è l’uomo, allora lo è anche la società da esso costruita, come detto, in perenne miglioramento grazie all’inventiva e al solido legame che unisce la gente.

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7. – Religione e paure

L'ignoto fa paura. Cosa c'è dopo la morte? Chi può avere creato il mondo e la vita? Di chi è l'universo? Ancestralmente l'uomo, ponendosi tali domande, ha tentato di rispondere nel modo a lui più congeniale: non può che essere stata una divinità, un dio, un essere superiore a creare tutto ciò che si vede intorno. La vita era dura, si andava a caccia per mangiare, senza un buon bottino si aveva fame, era il digiuno. Le persone morivano senza spiegazione, colpite dalle malattie, quando i virus e le infezioni certo non potevano essere noti.

In una natura così dura, che dava poco e pretendeva molto, l'uomo primordiale cercava una protezione divina, trovandola nel culto dei defunti, per avere il coraggio, la forza per reagire e combattere ogni giorno la sua esistenza. Uno spirito dell'aldilà che propiziasse la caccia, il raccolto, la fertilità, tutto ciò che serviva ai fini della sopravvivenza e che era così legato al caso, all'ignoto, all'incertezza. L'uomo sentiva così un qualcuno che gli voleva bene, che lo aiutava, e non era più solo contro l'imbattibile natura. Da qui la prima spiegazione, giunta in un epoca remotissima, sull'esistenza di creature superiori che regolano la vita sul pianeta. Il passo successivo è la lotta tra bene e male, tra divinità buone che ci proteggono e malvagie, che ci ostacolano e sono la causa dei nostri mali.

Infine, la materializzazione di questi dei, che diventano uomini e vivono in mezzo a noi, per dettarci le regole per la nostra convivenza, per decidere a loro piacimento lo scorrimento delle vicende umane. Ultimo passo evolutivo, davvero significativo, è un dio unico, e non più tante divinità, che ci sta accanto, che soffre assieme a noi per realizzare il suo ideale di pace e di amore tra gli uomini. Un dio idealista. Un ennesimo bisogno, questa volta più evoluto, dell'uomo, creato come sempre dalle sue necessità. La presenza di un dio e il seguire i suoi dettami significa esserne avallati, aiutati, essere dalla parte del giusto e della perfezione.

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La paura di essere soli, la paura di sbagliare e fallire, e pagarne le dure conseguenze, la paura di morire e finire nel nulla ha creato le nostre "moderne" religioni. Rimaste ad un epoca in cui l'uomo iniziava ad avere grande bisogno di ideali da realizzare e si appellava all'aiuto divino per riuscire a concretizzarli. Le successive evoluzioni del pensiero religioso sono insignificanti, fino allo sbocciare del moderno ateismo. Una sana e sincera critica alle divinizzazioni e certo un nuovo -finalmente- passo in avanti per il nostro cammino. Non progettato da un dio superiore e perfetto, ma creato coi nostri sforzi, di generazione in generazione.

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ALTRI PENSIERI

8. – Fuga dalla follia

Sul pianeta dei folli tira una brutta aria. E’ un pianeta del terzo mondo, dove la ricchezza si concentra nelle mani di pochi, di aziende colossali che dominano i mercati, dove buona parte della popolazione è in mano a dittature o vive in paesi non molto progrediti. Questo pianeta è suddiviso in Stati, tutti dello stesso stampo: c’è chi governa, chi è governato e chi interferisce fra queste due fasce. Ci sono mafie, lobbies di potere, persone-aziende che vogliono mantenere i loro privilegi, così danno in pasto alle classi medio ricche, ma anche a quelle meno abbienti, elezioni. Migliaia di persone eleggono uno dei candidati proposti, ma come fanno a scegliere? Di solito sono candidati con idee in completa antitesi, c’è il candidato di destra e quello di sinistra, chi scegliere quindi? Chi ha veramente ragione? Su questo folle pianeta ha ragione il più forte, e quindi viene eletto il candidato più votato, anche per un solo voto. Ma come si giustifica la profonda divergenza tra destra e sinistra? Uno stato può essere governato sia da uno che dall’altra mano? Esistono insomma due modi diversi per governare, per darsi degli obiettivi? No, non esistono due modi diversi per comandare, ne tre, ne quattro, ne infiniti. Le elezioni sono solo una scusa per fare finta che tutto è regolare, che sono tutti onesti. L’importante è che i mercati e le aziende che li popolano abbiano le giuste sicurezze, le garanzie di continuare a esercitare ed espandersi. Ma non è finita. Per vincere la noia della vita, per sentirsi al passo coi tempi, nei paesi più ricchi o nelle sfere più opulente, si usano di droghe, sia leggere che pesanti, e c’è chi spende fortune di soldi per averne. E i signori della droga aumentano le loro ricchezze, senza peraltro portare benessere nel proprio paese. Nessun mafioso investe i propri soldi in opere per le altre persone. No, i soldi vengono tenuti, messi in cassaforte e restano improduttivi o sono utilizzati per altri scopi illegali o per creare veri eserciti e apparati delinquenti contro-statali. Perchè quindi non cercare di fuggire da un posto simile? Esistono diverse religioni, ognuna di esse raccoglie diversi Stati o continenti. Fanno riferimento ad un Dio, tanto buono e tenero con i suoi figli, tanto severo e deciso nel giudicarli. Dio ci aspetta tutti nell’aldilà, dove finalmente non sono più gli uomini a comandare, così imperfetti, così inclini alla disonestà. Dio si che governa bene e per raggiungerlo prima basta semplicemente seguire le sue leggi e pregare, sia lui che i vari santi, dei veri semi-dei che fanno miracoli-magie, i più buoni si aiutano così vicendevolmente, con la carità, ispirata naturalmente da Dio. E i cattivi? Quelli per cui conta solo il potere? Dio li punirà sicuramente, nell’aldilà, mandandoli all’inferno per tutta l’eternità. Un po’ esagerato, così si è pensato bene di dire che l’inferno è vuoto ed è popolato solo da pochi veri malvagi. Ma si sono chiesti perché erano così malvagi? E una seconda occasione per redimersi e capitare in una persona più adatta? Ma questa è un’altra religione. Per le religioni la preghiera è importantissima. Ma altro non è che il ripetere continuamente frasi, sempre le stesse, per lo scopo proposto. Con la preghiera si guarisce prima, parrebbe questo il motto. Ma chi ci crede veramente? E chi crede veramente che esista un diavolo, il dio del male, il quale si insinua nella mente di pochi poveretti per dominare il mondo? Chi crede insomma agli indemoniati e agli esorcisti? Abbracciando una religione non si abbraccia la sola componente di buoni propositi di vita e di convivenza con gli altri, si accetta anche il pacchetto medievale, con tutte le sue ancestrali paure. Nell’universo

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non esiste un’entità buona né tanto meno una cattiva. La Natura è inanimata, è premia il più forte. Esiste la materia, che per ora, con le prime conoscenze di oggi, resta un’ enigma sapere da dove viene. Possiamo giusto ipotizzare che tornare indietro nel tempo è un errore, perché la storia non deve essere influenzata per nessun motivo e perchè le cose successe non vanno fatte accadere dal futuro tornando indietro, semplicemente accadono per volontà di chi si trova nel presente. E spesso il bene di un'idea ha generato il male come conseguenza. Forse anche questo Dio, quello ritenuto esistente, onniscente e immenso, è al corrente di questo e si è limitato ad ispirare il minimo possibile. Anche lui non è onnipotente. Il destino non può essere cambiato poichè una cosa accaduta non può essere certo cambiata tornando indietro, quindi come farebbe questo dio a scegliere il momento in cui farsi sentire? In base a quali criteri? E sono giusti? E' molto più logico dedurre che l'uomo si evolve lentamente secondo le proprie esigenze e i propri eroi o nemici. A questo riguardo la vicenda di Gesù Cristo diventa emblematica, che effetti ha avuto sull’umanità? E' stato un Dio a organizzarla? O l'uomo che l'ha anche ingigantita creando un sostituto di dio, o una presenza di dio di cui c'era bisogno? Gesù Cristo senz'altro rappresenta una risposta alle esigenze dell'epoca, come per esempio avvenne coi fratelli Gracchi, che chiedevano riforme e furono trucidati. La Storia di G.Cristo sembra un'esagerazione, mi riferisco soprattutto ai miracoli compiuti e all'origine divina che gli viene attribuita, una storia che comunque se attribuita ad un uomo vorrebbe significare l'eterna lotta e il bisogno di parità sociale nella società, un bisogno di avere una guida e una riflessione sulla convivenza pacifica. Ma se gli attribuissimo come fanno i credenti delle origini divine, che sarebbe successo se non fosse mai nato? Forse l’uomo avrebbe trovato da solo la strada per esprimersi? Forse è proprio quello che è successo, l'uomo si sta evolvendo. Un simile discorso si può produrlo per le altre principali religioni. C’è un dio, un profeta illuminato da questo e i seguaci che si dedicano a convertire. Bisogna forse credere che ci siano tanti dei su questo pianeta o bisogna pensare che c’è ne é uno solo, o neanche quello e che tanto è stato fantasticato e ingigantito? E se esiste questo dio, è possibile chiedersi chi è? No, perché sul pianeta dei folli non ci si può chiedere nulla, è un reato perché darebbe fastidio a qualcuno. Il vero dio in realtà siamo noi, veri artefici della nostra storia e della nostra società, e ci stiamo evolvendo per diventare noi un stessi, forse, quasi un dio. Con i mezzi messici a disposizione dalla tecnologia e dalla scienza. Niente più miracoli ma medicine, niente più pentimenti ma sicurezza dagli sfruttatori, dai parassiti della nostra società. Il futuro è sempre visto così roseo, e forse lo è davvero, il novecento è un epoca di trapasso, tra il pianeta dei folli e un'ipotetico luogo perfetto, una società migliore simile a un Dio. Perché chi vivrà dopo di noi vivrà meglio e più in pace di noi che stiamo ancora costruendo le basi per una pace durevole. E la pace e simbolo di evoluzione e benessere.

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9. – Il pianeta dei folli

Chi sono i folli?

Quelli che per anni hanno diviso in due il pianeta, quelli che continuano a volere i propri privilegi a scapito degli altri, quelli che credono in dio e che dopo morti credono di presentarsi davanti a lui per essere giudicati e pretendono di avere ragione, quelli che fanno parte di lobbies di potere, quelli che non possono vivere senza dare addosso agli altri per salire nella loro immaginaria scala gerarchica. Sono quelli che effettuano il "lavaggio del cervello" alle persone, anche ai ragazzini, per averli sempre dalla propria parte e usarli. Sono coloro i quali impediscono all’umanità di progredire. I folli non vogliono investire nella ricerca sui surrogati del petrolio, in particolare sui motori a idrogeno, che pur essendo già disponibili, non vengono nè applicati nè sviluppati, dato che è ancora costoso produrre idrogeno... che però non inquina. Esiste anche la possibilità di ricorrere all'olio di colza, utilizzato per legge in minima quantità misto a diesel creando il biodiesel, questo perchè per legge si deve pagare la tassa sui carburanti, e l'olio di colza, pur non essendo assolutamente inquinante, non è un carburante, è un semplice olio di semi. Ci sono sempre troppi interessi nel petrolio. Dalle compagnie americane, all’Europa ai paesi arabi, compresi i terroristi, che si finanziano appunto con l’oro nero. Che succederà? Lo scopriremo fra 30 anni, troppi. Ma un presidente Usa dura solo 4 anni, poi devono fare campagna per gli altri 4 anni. Non vanno oltre i problemi del loro mandato. Il resto è già tutto previsto dall'economia e dalle esigenze del mercato. Spesso penso a una frase che faccio mia: non avete sbagliato anno, avete sbagliato pianeta Io tornerei indietro all’anno 1000 e mi rifarei una vita li. Ma lontano da tutti, specie dai folli di allora, da cui tutta la nostra civiltà deriva. Tornare intorno al mille non sarebbe male, è qualcosa di affascinante, misterioso, cupo, solo che non c’era legge, c’erano i nobili, i cavalieri e il volgo ignorante. Come sia potuto succedere che da li siamo arrivati a oggi resta un mistero, ma prima o poi doveva evolversi la situazione, ma le troppe guerre l’hanno minata. Siamo cresciuti storti, manca il vero legame che unisce tutti i popoli per portarli al progresso, al miglioramento della propria condizione. Forse siamo anche in ritardo sulla tabella di marcia. Che sarebbe successo se non fosse scoppiata la II guerra mondiale? Che sarebbe successo se Hitler, Stalin, Mussolini e tutti gli altri dittatori fossero stati sostituiti da governi moderni che avessero investito in progresso? Non lo sapremo mai. E’ come fare la moviola al calcio, sono giochi già accaduti, non si possono cambiare, si può solo correggere la rotta. E migliorare nel tempo. Certo che è una faticaccia. E se ce la fai magari dio si prende tutti i meriti. Se questo dio esistesse saremmo tutti un po’ più buoni, se questo dio esistesse non ci avrebbe lasciati così soli, ci avrebbe accompagnato e preso per mano durante i periodi più cruciali. Ma questo dio non esiste, e se esiste fa solo santi miracolatori, guaritori di malattie, Non va dal mafioso a dirgli di non riscuotere il pizzo, non va dal nobile a dirgli di governare con saggezza, non va certo dal dittatore a convincerlo ad essere più democratico. E tutto basato sui soliti noti privilegiati, che non rinunciano a riscuotere i loro privilegi. E’ tutto così folle. Basterebbe poco, e tutto andrebbe per il meglio. Invece invidie e lacerazioni sono dovunque, basta pensare al mondo diviso in due superpotenze, a cosa è servito? Eppure è continuato per 70 anni. Il potere da alla testa. E indietro non si torna.

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10. – Il Papa e altri pensieri

Il Papa. Argomento sempre delicato il parlarne. Nel 2003, consapevole che la sua fine era prossima, ha detto che da morto si presenterà a dio per rendergli conto del suo operato, come da copione della credenza cristiana e non solo. Ma chi crede davvero a questo? E questo dio tanto buono e tanto giusto cosa gli dirà? La parola del papa è inequivocabile, nessuno mai oserà contraddirlo, ma giusto qua, voglio esporre la mia personale critica. Io non l'ho mai apprezzato, essendo ateo e non cristiano. E' un uomo divenuto uomo-immagine e mitizzato che ha passato la vita a pregare e a canonizzare santi, accettando i loro miracoli come veri, e a lanciare l'immagine della chiesa con palcoscenici hollywoodiani ed effetti speciali. Ci vogliono far credere che lui da solo ha sconfitto il moribondo comunismo. Sicuramente ha dato il suo contributo, ma chi lo ha elettto già sapeva chi cercare e cosa fargli dire e fare. Va detto che certamente il Papa ha conosciuto in prima persona il dramma della dittatura del comunismo e quindi è una persona estremamente sensibilizzata alla ricerca della sconfitta delle tirannie e a prodigarsi per aiutare chi ne è sottoposto. Andrebbe comunque sottinteso che per un non credente, che non crede all'intervento ispiratore dello spirito santo nell'elezione papale, è plausibile pensare che gli ambienti da “stanza dei bottoni” occidentali già prevedevano azioni volte alla fine del comunismo e del duopolio delle due ex-superpotenze, il comunismo stesso stava già lentamente implodendo, vittima di colossali investimenti in armi e non in altre produzioni più utili al sostentamento e al progresso, non poteva più reggere, e si ipotizza che il papa stesso fosse la persona scelta apposta per aumentare la pressione contro il regime. In pratica un uomo chiave posizionato a dovere e anche aiutato nel compito, giusto e sicuramente approvabile, di far cadere le dittature dell’est europeo. Nulla si vuole togliere all’operato dell’uomo che ha senz’altro dato il suo contributo nel risolvere la questione. La critica semmai viene mossa alla chiesa, che nei suoi programmi prevedeva certamente l'evangelizzazione delle terre strappate all’ateismo imposto dallo Stato, ateismo ben diverso da un’idea spontanea e filosofica frutto del libero pensiero e del confonto fra culture. Si ipotizza che la chiesa, lungimirante, abbia capito che la fine del comunismo era prossima e abbia cercato l' "uomo giusto" per tentare di riacciuffare le "anime perse". Inoltre è contestabilissima la campagna sessuofoba, contro gli anticoncezionali, che produce solo danni e il diffondersi di malattie come l'aids specie nei paesi più a rischio. Ma la chiesa ha bisogno di un rilancio di immagine? La chiesa sembra ostentare sicurezza, anche se le nuove risposte e soluzioni messeci a disposizione dalla scienza e dal progresso, dalla medicina all’astronomia, hanno provocato e provocano in sempre più persone una profonda crisi spirituale. Non di valori, ma di concezione delle idee e delle spiegazioni religiose. Malgrado tenti di nasconderlo con presentazioni opulente e di potere, la fede stessa è sempre più in contrasto con il progresso e sempre più messa in discussione. Con la scienza l'uomo cerca di capire il funzionamento della natura, con la fede tappa le falle con spiegazioni ancestrali e del tutto ingiustificabili, come i dogmi. Per reagire a questo ci vuole qualcosa che la rilanci. Magari un bel miracolo. Ma il miracolo non è arrivato, non arriverà mai. Così il papa ha detto che dio è scontento di come vanno le cose (2003). Ha messo le parole in bocca al suo dio, attribuendo a questo essere immaginario, per l'ennesima volta, un comportamento tipico umano, facendolo divenire un super-uomo, perfetto e intoccabile, pulito dai mali del mondo con il capro espiatorio di tutti i nostri difetti attribuiti al dio del male, il diavolo. Si dice che il papa sia la persona più vicina a dio. Ma che ne può sapere lui di questo dio, così immenso da creare l'universo intero? Di certo non lo ha mai incontrato veramente se non con la presunta fede e con le proprie speranze. O sogni. Dice di essere il vicario di cristo in terra, ma sarà vero? Nonostante la scienza incalzi i

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dogmi millenari, sventrandoli e contraddicendoli, l’inossidabile papa continua ad avere fede. In cosa? In qualcosa che non esiste, non può esistere, qualcosa che è stato creato dalle esigenze degli uomini, non da un dio. E l’aldilà può attendere, intanto siamo tutti qui, anche chi non dovrebbe, a costruire il nostro domani per noi e per le future generazioni, senza miracoli, senza abbandonarsi alle preghiere o al vivere ritirati perdendo le nostre sudate conquiste scientifiche. Quello che abbiamo lo dobbiamo all’uomo, non a un dio. Come la gente va in massa dai curatori filippini o dai chiromanti, così si trova presto una massa che segue la chiesa, ma prima o poi sarà tutto finito, niente più padre pio, niente più miracoli, niente più bisogno di un dio. Speriamo che questo tempo arrivi presto. Anche se recentemente sembra che la chiesa voglia lanciare l’ennesima immagine dell’uomo-dio, il vecchio papa, scomparso, ha già iniziato a far sentire i suoi miracoli. Siamo in 6 miliardi al mondo, possibile che solo pochi eletti fortunati possano beneficiare di queste presunte guarigioni magiche? Che ne è degli altri? E soprattutto, chi va dall’usuraio, dal delinquente, dal corruttore, per farlo smettere di rovinare il mondo? Che dire ancora dei creduloni? (Considero creduloni le persone ingenue e deboli di posizione a causa di problemi personali pesanti che creano masse di persone disposte a credere a tutto, anche a cose verosimilmente fasulle come i curatori filippini, o anche le persone che per mancanza di cultura non sono in grado di criticare le verità assolute propagandate, e la cultura deve essere divulgata dalla società a cui si appartiene, creduloni comunque inteso in modo non offensivo). Hanno nel papa, elettore dei santi miracolatori, la loro identificazione. Il papa è la sintesi del vecchio che è avanzato. Con la storia di padre pio ha fatto l’ultimo atto. Come si fa a credere in un miracolo? Il santo di turno l’ha fatto, gli altri stanno a guardare. E’ come se si volesse far continuare a vivere un morto. Pregare non serve a nulla, i miracoli non li fa nessuno, bisogna sognarseli, come credere al bambino guarito magicamente che si è sognato padre pio che lo guariva. Solo lui, nessun altro. Tutti quelli che dicono di essere devoti a questo o a quello ci credono, mi domando come facciano a essere così ingenui. Come i calciatori che dicono che dio c’è perché hanno vinto una partita, e si fanno il segno della croce quando entrano in campo. Tutta scaramanzia di un dio che proprio esiste nella sola fantasia e speranza dei creduloni. E il papa, incriticabile perchè per dogma infallibile, continua la sua opera "industriale" di beatificazione e santificazione. Spero che l’epoca di questa chiesa e delle preghiere sia finita. Deve finire. Dov’è dio in tutto questo? Dov’è lo spirito buono? E’ solo nel progresso, nel migliorare le nostre condizioni e quelle degli altri che ci sono attorno. La Chiesa ha fatto il suo tempo, non è un dio a dettarci le regole per convivere, siamo noi che le abbiamo costruite e tramandate. La chiesa semmai è una vecchia serie di rigide liturgie, di etichette, di protocolli. Non serve a niente così com’è ora. La chiesa si fregia di beneficienza o missioni in paesi impossibili. Naturalmente c'è sempre chi sostiene che la forza della fede serve fare del bene agli altri, sono a volte persone veramente forti d’animo che affrontano scenari di povertà e miseria, ma che purtroppo non hanno la vera forza e organizzazione per ribaltare la situazione di tanti paesi terzomondiali, o anche più industrializzati, dove la vita è sempre difficile. All’uomo che ha fame si deve dare la canna da pesca, non il pesce ogni giorno finchè c’è. E l’opera di indottrinamento non è certo molto rispettosa delle precedenti culture che le missioni vogliono cancellare. Non esisono solo le missioni cristiane, esistono tante altre operazioni più o meno imporatanti che si occupano dei paesi più difficili. Ma la situazione non è mai

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cambiata in positivo. Neanche nei paesi più ricchi. Le trasmissioni a diffusione nazionale Miracoli e Angeli, andate in onda per lungo tempo, cercavano di dimostrare che i miracoli e i poteri paranormali esistono, che è tutto vero, non si domandavano nemmeno se qualcuno avanzava dubbi sui fatti "magici" presentati, erano cose date per vere, per certe. Uno scandalo. Perché di contro non fanno una trasmissione per non credenti? Chi non vorrebbe vedere una trasmissione in cui si samscherano i presunti veditori di angeli o madonne, o i miracolati o i protagonisti di qualche prodigio? Un buon prestigiatore sicuramente sarebbe in grado di esporre il proprio pensiero e saper criticare oggettivamente e magari anche smascherare molte persone che, e sono andate anche in onda, sostengono di avere visioni o poteri paranormali. Da un pianeta simile cosa aspettarsi? E io in paradiso non ci vado. Non mi interessa. Io resto qui. L’altra vita, il mito di abbandonare questa terra e di andare in un'altra, dove regnino giustizia e pace. Il paese dei balocchi. Si è detto tempo fa che l’inferno esiste, ma è vuoto. Nessuno è mai tornato indietro per dircelo. E’ così facile abbindolare le persone. Se si scoprisse che l’aldilà non c’è i ricconi troverebbero subito il modo per restare qui in eterno e non morire mai. Siamo alle solite, questo povero pianeta ne ha viste di tutti i colori. Bisogna anche sapersi accontentare. Io non ci riesco, avrei potuto avere una vita molto più brillante di questa piena di mediocrità, ma la vita è dura per tutti. Il papa (l'istituzione) questo medievale. Le sue fondamenta affondano nel lontano passato, quando la terra era popolata da re, vassalli, valvassini e valvassori. Ancora oggi il papa ha sotto di se cardinali, vescovi e preti. La sua figura è inattaccabile, come le sue spiegazioni medievali alla creazione del mondo. E non si può contestargli nulla, nemmeno quando elegge santi e beati, secondo lui autori di miracoli. I miracoli non li fa nessuno, andava meglio una volta, quando il popolo era formato per la maggior parte da contadini analfabeti, superstiziosi e creduloni. Ma i miracoli riguardano per la maggior parte guarigioni strane, mai nessuno andrà dal mafioso per impedirgli di riscuotere il pizzo, non sarà padre pio a dirgli di redarguirsi. E’ tutto puntato sulla paura dell’aldilà, della vita ultraterrena, del giudizio divino. Noi siamo qui per evolverci invece, non in funzione di un dio e dei suoi dettami, ma da soli e con le nostre forze. Possiamo giudicare il nostro passato e il nostro presente, e in futuro verremo giudicati dalle nuove generazioni. E probabilmente il concetto religioso sarà evoluto, non più preghiere ripetitive, non più un dio che ha creato tutto, ma una lenta evoluzione, darwinismo quindi. Del papa e del suo credere contadino puro e semplice, probabilmente, non resterà traccia.

Aggiornamento del 4/04/05):

E' morto il papa, Giovanni Paolo II.

Qualche riflessione.

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Oltre al capolavoro mediatico e scenico che ci hanno fornito i giornalisti, alcuni avevano già prenotato da anni appartamenti e camere d'albergo nei pressi del vaticano per fare un servizio spettacolare, simile in tutto ad un grande fratello nostrano incentrato su tutta la morte minuto per minuto e in diretta, ho fatto negli ultimi tempi un paio di considerazioni personali. Da un lato il lavoro del papa, notevole, ha certamente rischiato la vita per concorrere, e sottolineo concorrere, alla caduta del comunismo che lui stesso ha vissuto sulla sua pelle. Io ho avuto parenti italiani rimasti imprigionati a Est, oltrecortina, e quando sono andato a trovarli, undicenne nell'86, ho visto la pazzia a cui l'uomo è in grado di arrivare, la dittatura e la mancanza di tutto, di alimenti e di libertà, di proprietà privata e di speranza per l'avvenire, erano cose tremende e inaudite. Un bene che sia caduto e quindi il papa è risultato essere una delle persone giuste messe al posto giusto nel momento giusto. C'è chi vuol far risalire questo alla volontà divina, chi come me a una volontà più terrena e occidenatale, giusta, di far franare su se stesso il comunismo. Si sa che molti sforzi sono stati fatti anche dagli USA di Reagan, che allora, come veniva spiegato fino a poco fa, intrepresero una gara ad acquistare armamenti sempre più costosi di fatto obbligando l'Urss, che viveva sull'orlo del fallimento dell'economia pianificata, a dissanguarsi ulteriormente e a fallire del tutto. E da non dimenticare la posizione dell’ultimo presidente sovietico, Gorbaciov, il traghettatore tra i due estremi. Ultimamente questi personaggi, protagonisti assoluti con i loro incontri nel decennio degli anni ’80, sembrano dimenticati. Sempre il papa si è certo conquistato ampie fasce di popolarità e benevolenza con posizioni "internazionali", di pace e di dialogo, che nei suoi numerosi viaggi e colloqui con i vari "potenti della terra" lo hanno affermato come leader indiscusso, forse perchè unico, nella ricerca della pace umana. Ma cosa ha ottenuto dalle sue richieste di pace? La macchina aziendale non si è fermata, guerre e desolazioni, situazioni insostenibili e invivibili sono presenti come prima su quasi tutto il pianeta. Già è difficile il dire, figuriamoci il fare. L’unica valida proposta, che non si sa da dove è giunta, e che rappresenta il tentativo più valido per opporsi alla miseria dei paesi terzomondiali, è il tentativo di saldare il loro debito pubblico, per permettergli di avere soldi a sufficienza per investire nei settori di sviluppo e non per arrancare usando le proprie risorse per pagare a noi, occidente pieno di problemi, i loro debiti e i pesanti interessi su di essi. Inoltre il papa si è adoperato nella parte più medievale e liturgica della sua religione, beatificando, santificando maree di persone, affermando la veridicità dei miracoli, delle persone alla padre pio, ha compiuto anche esorcismi, ma soprattutto, in barba al dialogo interreligioso, ha tacciato l'ateismo e implicitamente l'agnosticismo semplicemente come dei mali che affliggono il mondo, equiparandoli al comunismo e alla degradazione morale, come scritto in una sua enciclica, la “centesimus annus”, dove dichiara: “La negazione di dio priva l’uomo delle sue fondamenta”. Il papa ha guidato la sua chiesa contro le nuove idee e opportunità offerteci anche dalla medicina, come l’eutanasia, contro l’accanimento terapeutico; il controllo delle nascite e la prevenzione dell’Aids insistendo e dichiarandosi contrario all’uso del preservativo anche nei paesi dove le malattie veneree colpiscono enormi fasce della popolazione, che segue ciecamente ciò che il papa-dio decide per loro. La chiesa è rimasta fermamente contraria alle unioni di fatto, alle coppie quindi non sposate, e non si è aperta alla nuova tolleranza verso i diritti degli omosessuali. Una persona atea che cerca di riconoscersi in una religione, non trova abbastanza risposte alle sue domande, sentendosi rispondere con dogmi e frasi fatte, cerca sempre di dialogare con tutti nella ricerca di qualche certezza, e cosa scopre? Di far parte dei mali del mondo, di essere un diverso e di partecipare alla degenerazione del mondo. E di essere quindi per questo messo a tacere e ignorato. E' morto non solo il papa, il grande

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come già viene definito, è morto forse dio stesso. Il dio mediatico che si era fatto benvolere con scenari hollywoodiani, con folle festanti, con la forza dell'interventismo politico nella scena internazionale, che gli aveva fruttato alleanze e come si vede in televisione, una totale mancanza, paura, di muovergli una qualsiasi critica. E' morto un dio che era percepito come un essere superiore, come un dio in terra, aiutato, consigliato e spinto dagli amici protetti giornalisti, dai politici, dal motore economico. Questo è il vero papa che è morto, il papa-dio mediatico, che si era imposto sulla scena benedicendo e chiedendo perdono a dio, non alle vittime, dei peccati commessi dai figli della chiesa, non dalla chiesa, che per egli è una società perfetta e intoccabile. Benvoluto e aiutato a farsi benvolere, il papa-dio ora non c'è più, certo non tarderà a farsi risentire con miracoli e voci, forse come un nuovo padre pio, e a tal proposito non si è perso certo tempo, come recita un’agenzia Ansa del 4 aprile:

-CITTA' DEL MESSICO,4 APR - Un bambino messicano e' un esempio vivente dell'opera miracolosa del Papa: lo afferma il portavoce della diocesi di Zacatecas. Heron Badillo Mireles, 20 anni, sarebbe guarito da una leucemia linfoblastica 15 anni fa dopo essere stato benedetto dal Papa in occasione della sua seconda visita in Messico, nel 1990. Il cardinale Javier Lozano Barragan ha riferito di aver assistito personalmente alla benedizione del Papa al bambino malato, che guari' poco dopo quell'incontro. Il suo sostituto e nuovo papa difficilmente potrà replicare il prestigio internazionale che quest'uomo si era guadagnato. Non da solo almeno. Resta da chiarire se dio sia l'essere superiore che tutto può e tutto vede, o che sia l'insieme dei pregi e il riassunto della perfezione a cui aspira ad ascendere l'uomo. Ma per ascendere a dio non credo serva l'aiuto dei media, semmai l'ispirazione, simile a quella buddhista, che permetta all'uomo di superare le sue piccole lotte e guerre quotidiane, e gli permettano di vivere in pace e in armonia con tutto e tutti in un equilibrio taoista, tra Yng e Yang, tra bene e male, tra un estremo e l'altro. Forse con la scomparsa del papa-dio ora si apriranno nuovi scenari e presto anche la non-religione atea troverà la sua collocazione e dialogo con le religioni divinatorie degli dei. Non più male del mondo o pensiero imposto con la forza, ma un semplice ragionamento e confronto tra tutta la cultura storica dell'uomo, dall'inizio dei tempi al futuro, che noi stiamo creando e che in questi tempi forse si è avvicinato di un ulteriore passo.

Fra ateismo e chiesa vi sono due posizioni antitetiche, ma non per questo provocatorie di risse verbali tipiche del nostro mondo politico. Si possono avere anche posizioni diverse senza bisogno di litigare, ci si rispetta e magari ci si confronta, alla ricerca della verità passando per tutte le possibilità. Dopo tutte queste considerazioni, come si fa a credere in qualcosa, in qualcuno che metta ordine, tolga il male e crei una società giusta e incorrotta, che ci faccia raggiungere un migliore grado di civiltà? Quali saranno i nuovi punti di riferimento? Probabilmente i riferimenti non saranno più gli Stati che dividono il mondo, anche essi costituiscono un concetto medievale che probabilmente verrà superato, è inutile restare divisi o troppo uniti, come lo sono India e Cina, e le aziende dovranno concedere qualcosa necessario al

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benessere globale. Sottolineando questo periodo di tempo in cui viviamo come simbolo del trapasso tra una società medievale e statica e una società più progredita e più aperta. Saremo in grado di chiedere ai politici più dettagli e saremo in grado di pretendere obiettivi più precisi dai vari parlamenti. La religione deve necessariamente toccare meglio questi ambienti, ma senza il suo fanatismo, semplicemente come legame che unisce, uno spirito superiore di leganza con cui far fronte ai contrasti e come obiettivo di qualsiasi disputa, cioè il benessere oltre il singolo, un benessere globale lentamente raggiungibile, anche grazie alle grandi possibilità offerteci dalla tecnologia, ma anche un benessere che si traduca in miglioramento dei singoli, delle singole famiglie, cellule naturali del tessuto sociale. Famiglie però moderne, non di stampo e concezione arcaiche. Va infine aggiunto che se per i credenti il papa è equiparato a dio, dicendo che egli è l'uomo più vicino a dio, quindi suggellando in tal modo la sua perfezione e il suo primato su chiunque, in quanto perfetto, per un ateo il papa rappresenta l'ideale vecchio e statico delle religioni dei primordi, quindi l'imperfezione da correggere. Non è quindi ostentando una perfezione di un individuo avallandone quindi ogni posizione, che si trae fondamento alle proprie idee. La religione va criticata e ridiscussa, indipendentemente dal prestigio che i suoi credenti hanno. Con questa critica all'opera e alle idee del precedente papa, voglio quindi sottolineare l'esagerazione mediatica che l'ha trasformato in un quasi-dio, contro la totale assenza di critiche oggettive, messe a tacere dai forti poteri e dalle forti amicizie vaticane, che nella nostra tv l'hanno sempre fatta da padrone. Eccone un esempio concreto:

Spunti di cronaca (2003) Eureka, il papa ha ammesso un nuovo miracolo. Per l’ennesima volta ci si deve arrendere al medioevo, un uomo nel ‘90 (!) è prodigiosamente guarito da un cancro ai polmoni. Là dove la scienza non arriva, quando vuole, arriva dio. Verrà così proclamato santo un certo padre Orione, considerato il fautore del miracolo. Mi chiedo cosa stesse facendo in quel momento padre Pio. In questa disputa tra morti credo vada così: c’è un vasto parco di guarigioni, quelle che fanno più effetto, si scelgono le migliori, si mette tutti a tacere, passa

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un po’ di tempo, così tutti dimenticano, e il gioco è fatto. Io non credo ai miracoli, ogni religione ha i suoi, ci possono essere spiegazioni diverse, a cui la scienza moderna non è ancora giunta, oppure delle vere e proprie frodi. Un nuovo santo, una nuova festa tiene viva l’attenzione e la credenza del popolo a cui ci si rivolge, che va dalla miseria dell’Africa, alla povertà Sudamericana alla ricchezza europea. Ma a chi è veramente servito questo miracolo? Un uomo che doveva morire non è più morto, è ancora vivo, ma siamo già in 6 miliardi su questo pianeta, e non tutti godono della protezione addirittura dei santi guaritori. Conviene alla chiesa, o a dio, se esiste, un bel bagno di folla. Ma che razza di dio è un dio che guarisce chi vuole tramite intermediari i mali della gente? Ci sono cose più importanti, che vengono naturalmente evitate. Le ripeto io, mafia, lobby, corruzione, inquinamento. Cos’è la vita di un semplice uomo davanti a ciò che impedisce realmente di vivere? Anche oggi la società ha perso, è stato accettato un intervento divino, ma durerà ancora tanto tempo? Speriamo di No. Due i fatti odierni, due ragazze 29enni iraniane siamesi, attaccate per la testa una all’altra e un bambino di pochi mesi sopravvissuto a una caduta aerea presso un aeroporto in Sudan. Il bambino era islamico. Il primo fatto veniva al telegiornale narrato dalla speaker solita del vaticano come un fatto di dio, è stato dio a crearle così quelle due poverette, separarle sarebbe forse uno sgarro a lui? E il bambino, non è forse stato miracolato? O bisogna essere dei fedeli per ottenere la grazia? Le due gemelle ormai sono morte, la scienza ha fallito, ma ci ha provato, dio nemmeno questo ha fatto, era troppo impegnato? E se invece di morire fossero sopravvissute? Si sarebbe gridato al miracolo? O all’intervento divino? Quand’è che la scienza avrà ciò che si merita, da secoli ci guarisce ed è l’unico vero rimedio ai malanni. Ma questo sono in molti a non mandarlo giù. Forse tra 50 anni, forse meno, ci libereremo una volta per tutte di questo dio e del suo regno, un immenso castello di carta costruito senza alcuna fondamenta. Ora è ancora troppo presto, ma già si intravede qualcosa. Ma si intravedono anche i segni della decadenza, come l’impero romano, così forse succederà di nuovo, una nuova alternanza di potere in un lungo periodo. E io che ci faccio qua in semischiavitù? Niente, non posso farci assolutamente niente. Fosse per me, me ne sarei già andato. Che ci faccio ancora qui?

Altre considerazioni Un vero religioso può essere considerato un estremista? Sì, perché è soggetto a fanatismo. Lui deve credere e non vuol sentir ragioni, l’unica verità è la sua, in cui tutti ci devono credere, gli altri sono i diversi. Inoltre, non contento di ciò, è convinto che la sua missione sia quella di convertire gli altri, gli infedeli, per far trionfare il proprio dio, che da solo non riesce, e la propria dottrina. Perciò un credente puro può essere considerato un medievale fanatico, con il paraocchi, pauroso di chiedersi se ciò in cui crede è vero o no. Essi sono un’ostacolo al libero ragionamento, alla libertà di espressione, perché vogliono mettere a tacere qualsiasi critica gli venga mossa, fanno gruppo per sembrare in tanti e nessuno può più fiatare. L’unica è creare le condizioni affinché vi siano sempre meno fanatici e ultra credenti, dovunque nel mondo. E le chiese, che traggono linfa vitale da questi esaltati, naturalmente insabbiano tutto. Qualsiasi religione ha bisogno di fanatici per attirare altre persone, altri fanatici, finanziamenti e forza. Ma le religioni non danno risposte sulle domande a cui vanno a rispondere, dicono solo che un’essere soprannaturale, un dio, ha creato tutto e tutto si deve alle sue ispirazioni. Un’ essere che nessuno ha mai visto, fin dalle caverne, un essere intoccabile ma anche intraducibile, non si riesce a capire il suo millenario silenzio. Bisognerebbe rivedere molto le nostre antiche e antiquate

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religioni, ma per ora, per fanatismo e per paura, ancora non è possibile. Chi sono in realtà i costruttori del nostro pianeta? A chi dobbiamo il mondo così com’è oggi? Molto ai militari, che fin dall’antichità costruivano regni e imperi, molto agli esponenti politici, più o meno nobili, specialmente i più abili ad accaparrarsi le simpatie del popolo o forse quelli scelti dalle lobbies di potere, esponenti non quindi della popolazione ma da una parte di essa, la parte oscura che comanda da secoli, forse da sempre, dalle società segrete alle religioni. Il nostro mondo è disegnato così com’è, diviso tra stati più progrediti e potenti e aree depresse o misere, ed è il risultato di com’è nato, fin dagli albori, tra mille incertezze e mafie che lo comandano. Un antico impero romano al massimo fulgore, dove vivevano barbari, cittadini, religiosi, politici, militari, schiavi, ricchi e poveri. Da questa premessa, comune anche ad altre parti del mondo, ci siamo evoluti. E ogni periodo storico ha i suoi grandi condottieri, e i loro finanziatori. Il mondo è oggi la risultante di ciò che è stato prima, un prima che si può considerare la base di costruzione e l’oggi, che si può considerare una base fissa e visibile, facilmente verificabile. Ora si sa dove si deve intervenire per salvare ciò che è marcio, la differenza tra l’ieri e l’oggi è la presa di coscienza dei nostri problemi e nell’andare a risolverli. Un fenomeno come il nazismo oggi verrebbe sicuramente condannato e forse represso, ciò che era possibile fino a poco tempo fa, risulta ora impensabile, anche se numerosi paesi, i più arretrati, presentano guerre civili o miseria, mentre i più ricchi sono impantanati dalla rivalità del bipolarismo e dai sostenitori dell’una o dell’altra parte, o di entrambe, dalle solite lobbies. Tutto è rallentato e lo sviluppo langue, eppure, salvo rivoluzioni o colpi di mano, si prevede lo sviluppo di tutte le aree. Il nostro pianeta è quindi stato costruito in simbiosi tra uomini senza scrupoli e grandi condottieri della scienza o della politica, e attualmente è la risultanza di questo insieme, per cambiarlo occorre più che un semplice richiamo. Ci vuole tenacia e costanza. Il cristianesimo e l’islam sono delle tappe fondamentali nella storia dello sviluppo dell’umanità, ma come hanno fatto a fare presa fin da subito sulle popolazioni di un tempo, quando erano ancora agli albori? Non credo che solo 12 apostoli siano stati in grado di convertire in poco tempo masse di persone. Certamente c’era la necessità di una religione, che mettesse pace, che indicasse il cammino da seguire ad ognuno come una retta via, non più dei litigiosi ma un unico dio superiore che ama, che protegge i credenti. All’epoca certamente le ingiustizie erano infinite e lasciate impunite, era certo importante sapere che qualcuno nell’aldilà pensasse alla triste vita di miseria dell’aldiqua, e che anche qui riunioni di persone pregavano per la pace e la prosperità. Gesù Cristo rappresenta un vero legame tra dio e gli uomini, un tramite che assicura l’esistenza di dio, di un dio buono, e di una terra finalmente più giusta. La religione cristiana si è quindi espansa, malgrado le persecuzioni, sia per grazia della nullità della vecchia religione pagana, sia per la nuova esigenza di avere esempi e vita di pace. Come anno fatto quindi i soli 12 apostoli a creare questo? Gesù Cristo non si era mai mosso dalla Palestina e i suoi miracoli venivano visti da relativamente poche persone. Si potrà mai ipotizzare che il cristianesimo, almeno sul nascere è stato aiutato da qualche fonte esterna? Stesso discorso vale anche per l’islam, come ha fatto il solo Maometto, con un semplice sogno, a convincere un esercito di fedeli e conquistare il mondo arabo? Forse la risposta è semplice, questi due uomini rappresentavano il bisogno di allora, di una nuova religione, di nuova filosofia che rivaluti i buoni sentimenti. Se i miracoli di G.Cristo sono veri significa che qualcuno lo ha messo in condizioni di praticarli, un qualcuno, razionalmente, non un

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dio ma ai nostri occhi quasi, che disponga di tecnologie avanzate, in grado anche di far resuscitare un morto. Esiste questo qualcuno? Sembrerebbe di no, e i miracoli potrebbero essere delle parabole o delle esaltazioni di fatti accaduti. Di certo è che il dio tanto buono e commiserevole che ci attende tutti nell’aldilà, nel suo regno, vacilla. Perché non si è mai più fatto vivo? Perché creare tante divergenze e tanto odio tra religioni rivali? Perché crescerci così? Forse non c’è nessun dio, la vita si spegne con la morte, quando il corpo non è più in grado di assorbire energia vitale e cessa le sue funzioni. Noi siamo solo materia, vivente perché abbisogniamo di questa energia per vivere, forse non c’è l’aldilà e non capiremo mai il mistero della vita ma resterà ancora il dubbio su come abbiano fatto poche persone a convincere masse intere di miserabili analfabeti o schiavi, erano questi i ceti basilari del cristianesimo. E’ giusto che sia un dio a dirci come dobbiamo comportarci, che getti le fondamenta di leggi per il vivere comune oppure siamo noi soli a doverci dare delle regole? Un dio è certo superiore a un corruttibile uomo e si accetta più volentieri. Potrà mai aver torto un dio? Ma se fosse un dio a educarci, allora l’avrebbe fatto fin dai primordi o più tardi? L’uomo fin dall’alba della sua comparsa, come tutti gli animali, si è aggregato ad altri ed ha imparato la convenienza per se e per gli altri a unirsi in gruppo. Non c’è la mano di un dio ne tra gli animali ne tra gli uomini, che grazie alla loro intelligenza e capacità di scrittura, si sono tramandati l’esperienza e le idee per il vivere comune. Purtroppo non sempre ciò ha funzionato, sia a livello di piccoli gruppi, che a livello di moderni Stati, il modello del vivere bene in pace gli uni con gli altri non viene da tutti rispettato, così la società perde forza a scapito dei più deboli, determinando corruzione e ingiustizie. Anche oggi questi problemi sono irrisolvibili e trionfano le mafie che influenzano l’andamento della politica e dell’economia. Sono a volte vere e proprie guerre finanziarie o politiche che poco hanno a che vedere con una filosofia di vita saggia e buona. Gli approfittatori delle debolezze altrui sono in gran numero, può essere chiunque ad infrangere una legge e il deterrente dell’aldilà dell’inferno e delle pene che dio farà pagare ai trasgressori delle sue leggi sono davvero ridicole e finiscono per attanagliare ancora di più i meno forti, coloro i quali hanno scelto di vivere in pace seguendo una vita vissuta in pace con gli altri. Sono proprio queste persone a credere e ad avere la fede in un dio che non esiste, ma in cui credono e si fidano ciecamente. Così arrivano frasi altisonanti ma gratuite, come Maria regina della pace, non sarà certo la madonna a fermare i clan mafiosi, semmai fa sperare nell’aldilà, e lascia che l’aldiqua venga secondo il destino, rinunciando a battersi per migliorare le condizioni di vita, ottenendo l’effetto contrario. Se dovessimo tutti tener conto di ignorare la nostra terra in attesa del trapasso a miglior vita, questo pianeta andrebbe allo sbando, come già accadde nei secoli bui del passato. In conclusione non è un dio a dettar regole, ma siamo noi, o una parte di noi, ad aver bisogno di un essere superiore che ci segue e che ci conduce per mano durante la nostra evoluzione, quando questo bisogno non sarà più avvertito, ci guarderemo alle spalle e valuteremo l’opera intera dell’uomo e solo di esso.

La bibbia, un libro di fantasia e sogni? Quante sono le falsità, i miti inesistenti, le bugie della bibbia? Innumerevoli, dalla torre di babele, inutile parabola scontatissima, almeno per i nostri tempi, all’arca di noè, impossibile e marcia storia, dove dio stermina gli esseri umani tranne una famiglia, e poi

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rifà tutto come prima. Come sodoma e gomorra, città distrutte, solo distruzione, un dio potente si fa certo ubbidire meglio. O la parabola del peccato originale e della creazione dell'uomo, che mal si accordano alle teorie evolutive. Ma a noi, qua nel futuro, a Medioevo finito, servono veramente queste parabole di 3000 anni fa, queste spiegazioni elementari scritte da persone con scarsissime conoscenze moderne? No, la bibbia è un libro finito, non serve più. Fosse stato più morbido si sarebbero risparmiate migliaia, forse milioni di vite, poiché ha ispirato a compiere una marea di omicidi, delitti e ingiustizie le persone da essa ispirate, la chiesa con l’inquisizione, gli altri uomini con il fanatismo. Ora, bisogna mettersi nei panni dei nostri avi e capire che la bibbia era uno dei pochi libri in circolazione ed era sacro, intoccabile, ispirato da dio. Come del resto ogni buon libro dice di essere, soprattuto se riguardante una religione. Guai disobbedire. E tuttora non è possibile muovere critiche, come il corano, chi lo critica viene anche ucciso. Ma dagli errori storici della bibbia, dal sole che ruota intorno alla terra e altre storie incredibili, si capisce subito che non può essere un dio tanto potente o onnipotente ad averlo ispirato. Piuttosto sono tradizioni e storie scritte che ci provengono da un oscuro passato, dove l’uomo immaginava o tentava di darsi una spiegazione logica alla sua esistenza e alla sua morte, convenendo che solo un dio, un essere superiore all’uomo può aver creato tutto. Da qui poi il bisogno di avere giustizia, di punire i malfattori, di non scomparire dopo la morte, che hanno alimentato leggende e miti giuntici fino a noi quasi intatti.E la pessima teoria, oggi in voga presso i credenti, di sostituire l'evoluzionismo basato sul successo durante il susseguirsi di eventi casuali, a un ipotetico "progetto" di dio, il progetto che dio ha per noi. C'è veramente bisogno di credere a questo? E' forse così traumatico e pauroso pensare che ci siamo evoluti con la casualità? La bibbia ormai non serve più, serve al clero per trarre ispirazione, ma senza una profonda ristrutturazione del pensiero, è tutto destinato a scomparire. Presto o tardi l’uomo si accorgerà che la realtà non è quella descritta nelle sue sacre scritture intoccabili, ma va scoperta di passo in passo. E la bibbia finirà per essere un ricordo del passato medievale, oscuro e terribile.

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11. – Miracoli e Scienza

La Religione, in particolare la Chiesa Cattolica, ha ammesso nella passata gestione centinaia di "inspiegabili" miracoli, fatti di cui la scienza non può dare spiegazione. Si tratta spesso di guarigioni miracolose, sempre le stesse, da malattie impossibili, che hanno interessato qualche migliaio di persone. Al mondo siamo in 6 miliardi.

Ecco alcuni miracoli di San (Padre) Pio: - 1908-Una donna che si trovava nel convento di montefusco guarì immediatamente da una esplosione in volto; - Guerra 15/18: Padre Pio incontra una pellegrina che solo lui poteva incontrare che gli fa dono di pane per la comunità; -- P. Pio ha tante particole da consacrare tutti i suoi fedeli, nonostante fossero finite; -- P. Pio mette in comunicazione i dispersi della Guerra con i loro famigliari, loro scrivono lettere non indirizzate, lui magicamente le recapita; -- P. Pio resuscita una defunta; -- Malgrado i fiori delle piante da frutta siano stati divorati dai bruchi, il raccolto è abbondantissimo. La botanica non sa spiegarsi il perchè; -- P. Pio parla agli animali, zittisce gli uccelli; -- I fucili di un plotone di esecuzione non sparano, P. Pio fa graziare un condannato che torna alla fede; -- una vespa senza benzina corre a 180 km/h per arrivare in convento; - 1925 resuscita un bimbo morto, la notizia corre sul telegrafo in tutto il mondo; - per intercessione della madonna delle grazie ascolta una sua fedele e ne guarisce il marito da grave malattia; - Stigmate, previsioni del futuro, ecc.

Ecco alcuni esempi di medicina: Fonte: GuidaMed - Ippocrate , greco (460 o 459 – tra il 365 e il 361 a.C.): E’ il più grande medico greco. Staccandosi completamente dalla medicina sacerdotale e magica, le dà un fondamento razionale e sperimentale. Prescrive la conoscenza precisa dei fatti mediante l’osservazione particolare, confortata dal ragionamento e dall’esperienza: Per la prima volta afferma l’azione dell’ambiente sull’individuo e sull’origine della malattia, l’importanza dell’ereditarietà. Nel Giuramento della sua scuola, il famoso “giuramento di Ippocrate”, propone una concezione etica della medicina, le cui norme fondamentali sono il segreto professionale, la consapevolezza di compiere un’opera nobile, che ha come obiettivo imprescindibile il bene del malato, la illiceità dell’aborto, il divieto dell’uso di veleni. A tale concezione la medicina si ispirerà per secoli. - Edward Jenner , inglese (Berkeley 1749 – 1823): Pratica, con successo, la prima vaccinazione antivaiolosa (1796) con materiale infetto prelevato da pustole vaiolose di animali. Nei primi anni dell’Ottocento la vaccinazione di Jenner verrà praticata in tutta Europa. - Rudolph Virchow , tedesco (Schivelbein, Pomerania, 1821 - Berlino 1902): E’ considerato il fondatore della patologia cellulare (è convinto che nelle cellule e nei loro

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rapporti reciproci sta la ragione della salute e delle malattie). Importanti i suoi studi sulla leucemia e sull’encefalite acuta congenita (malattia di Virchow). - Luois Pasteur , francese (Dole 1822 – Villeneuve-l’Etang 1895): E’ considerato il fondatore della microbiologia e dell’immunologia (vaccinazioni preventive). Scopre lo streptococco della febbre puerperale, prepara i vaccini contro il carbonchio (malattia degli erbivori trasmissibile anche all’uomo) e contro la rabbia (malattia animale trasmissibile all’uomo mediante il morso). - Robert Koch , tedesco (Clausthal, Hannover, 1843 – Baden-Baden 1910): Scopre i bacilli della tubercolosi (bacillo di Koch) e del colera. Prepara la tubercolina, da lui ritenuta efficace contro la tubercolosi (oggi viene usata a scopo diagnostico). - Camillo Golgi (Corteno, Brescia, 1843 – Pavia 1926): Scopre le caratteristiche del neurone (insieme della cellula nervosa e dei suoi prolungamenti). Descrive lo sviluppo del parassita delle febbri terzana e quartana (malaria). - Alexander Fleming , inglese (Lochfield 1881 – Londra 1955): Inaugura l’era degli antibiotici. Scopre la penicillina (1929), che avrà un’azione efficace contro molte malattie infettive (tifo, malaria, tubercolosi, ecc.) - Gerhard Domagk , tedesco (Lagow 1895 – Burgberg 1964): Scopre i sulfaminici (1935), in grado di curare molte malattie infettive (setticemia, meningite, polmonite ecc.). - Albert Bruce Sabin , statunitense di origine polacca (Biaystock 1906 - Washington 1993): Scopre un vaccino antipolio di virus vivi, somministrabile per via orale, che viene usato regolarmente dal 1956. Tale vaccino soppianta in breve tempo il vaccino realizzato dallo statunitense J.E. Salk, con virus uccisi, impiegato fino a quel momento. Sabin non brevettò la sua invenzione, rinunciando allo sfruttamento commerciale, per garantire una più vasta diffusione della cura. Anche per questo motivo, oggi, la poliomelite è praticamente debellata. - si segnalano: Rita Levi Montalcini e Renato Dulbecco

Quanti milioni o miliardi di persone sono stati salvati da questi scienziati, spesso pionieri della medicina? Nessuna religione ha mai nominato santi gli scienziati, anzi, spesso gli scienziati erano visti come stregoni da cui diffidare (l'esempio di Jenner è emblematico). La scienza, quando non si tratta di frodi per catturare l'immagine e la fantasia e le speranze dei credenti, o le vocazioni dei nuovi sacerdoti, può anche non riuscire a dimostrare certi fatti, ma ci potrà riuscire. Il miracolo è un'offesa alla scienza e all'umanità, l'uomo può da solo, con i propri studi e la propria intelligenza, arrivare a risolvere i propri problemi senza bisogno della divinità di turno che ci fa dono, magnanima, della sua benevolenza. Con lo studio, il sacrificio di molti pionieri, siamo giunti ad un livello di progresso tale che ormai si può affermare senza problemi che tanto più l'uomo progredisce tanto più scopre di non avere bisogno di alcun dio.

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Chi perpetua le credenze tutte medievali nei miracoli, nella magia, nell'esorcismo, un giorno dovrà rendere conto di questo suo operato alle nuove generazioni, che forse non saranno più illuse da queste favole che accontentano i fedeli con un po' di speranza, specie quando le medicine non sono disponibili, ma che non risolvono alcun problema in modo duraturo nel tempo.

Canonizzazioni tra il 1982 e il 2002: Nr. 464

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12. – Essere Atei

Ateismo non è una religione, al contrario è una scelta, una posizione individuale che nasce dalla critica alle posizioni e alle idee che ci circondano. Le religioni esistenti impongono ai credenti una fede, cieca e doverosa, verso i propri rigidi dettami. Al contrario, la posizione atea privilegia l'atteggiamento di ricerca e di discussione sulle varie alternative offerteci dal nostro pensiero. A-Teo, senza dio, senza quindi un "padrone" del nostro pensiero, delle nostre idee, che ci rende "servi", "schiavi" di esse e pretende obbedienza e rispetto senza fornire spiegazione e fondamento alcuno alle proprie certezze. Un ateo, ma anche un agnostico, una persona comunque razionale, ha la possibilità di scegliere liberamente, di confrontarsi con gli altri per poter decidere la propria strada e le proprie idee. Non esiste un testo sacro, un rappresentante ufficiale che vincola tutti a seguire le proprie idee. Esiste una comunità sempre più vasta di persone che hanno l'esigenza di ricercare qualcosa di più vero, di meno medievale e contadino, di più moderno e flessibile, in cui riconoscersi e con cui affrontare la realtà che ci circonda. Politica, economia, cultura, società, sono solo alcuni degli aspetti che un "vero" ateo affronta libero da schemi prefissati e pregiudizi arcaici derivati dal nostro recente e lontano passato. Il mondo è in continua e costante evoluzione e sempre nuove domande e nuove risposte giungono da ogni ambiente. Non è quindi più logico restare fossilizzati su pensieri totalmente privi di verosomiglianza con la realtà scritti migliaia di anni fa da persone con conoscenze e mentalità arcaiche e superate. In tutti gli ambienti l'ignoranza e la superstizione hanno bloccato e impedito lo sviluppo dell'uomo e delle sue capacità. Quindi è giusto e doveroso essere in grado di criticare, positivamente o negativamente ciò che ci circonda, e formarsi un opinione e una cultura per sorreggerla confrontadosi con la comunità a cui si appartiene e con le idee espresse non da divinità che pensano al posto nostro, ma da persone con cui conviviamo e con cui ci organizziamo per migliorare noi stessi e gli altri. Essere atei vuol dire prendere in considerazione tutte le idee che la nostra mente e la nostra sapienza ci offre, pur conoscendo i limiti delle nostre stesse capacità, poichè ad una certezza medievale basata su supposizioni e paleo-idee, si può rispondere con domande o incertezze. Sempre rimanendo nell'ambito di un dialogo democratico e moderno. Basato sulle esperienze e sulle supposizioni che ci può dare la ragione e la tecnologia piuttosto che su antiche spiegazioni che per millenni hanno irretito e spaventato l'umanità. Essere atei, in una parola, significa essere liberi nella mente, conoscendone limiti e potenzialità, liberi di potersi esprimere e di ricercare le risposte che cerchiamo senza muri di paure e preconcetti. Una mentalità più moderna e più adatta ad affrontare i nostri problemi e la nostra società.

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13. – Il mondo che vorrei

Non è questo il mondo che voglio Guardo la televisione e vedo dei palloni gonfiati che fanno i propri comodi, che ci prendono in giro con i loro sorrisi, con i loro vestiti eleganti, con il loro potere. Il mondo che esce dalla tv, dai giornali, il mondo fuori dalla finestra di casa mia, non è quello che intendo. E’ diversa la realtà da ciò che avrebbe dovuto essere. Cosa è successo? Cosa ha fatto creare questa perenne situazione? Qual’è e dov’è l’errore commesso? Chi lo ha commesso? Perchè? Vedo immagini di ciò che vuole apparire, ma dietro vedo quanto è tutto falso, artificiale, costruito. E’ un mondo squallido, non lo accetto, non lo voglio, non mi piace, non voglio viverci dentro, non posso però uscirne. Di chi è questo mondo? Chi lo ha fatto? Lo detesto, come detesto chi lo comanda. Come detesto chi lo accetta. Se ci fossero altri come me? Che vedono quello che si vuole nascondere, l’altra faccia della medaglia, quella non dorata e splendente che ci fanno vedere, quella sporca e unta che si cela dietro tutto. Come sarebbe il mondo senza quei sorridenti paciocconi che ci comandano e che hanno tutti i soldi e il potere che c’è disponibile? Come sarebbe il mondo se comandasse chi è come me, chi vuole essere sincero e onesto, chi vuole darsi da fare perchè tutto funzioni, chi non vuole approfittarsene degli altri, come sarebbe stato ciò che ora c’è? Sarebbe stato uguale o sarebbe stato diverso? Migliore o peggiore? Non ne possso più di vedere quella gente, quei falsi sorrisi, quelle battute sagaci e ironiche, tutto quel potere circoscritto nelle mani sporche di pochi affamati di averne ancora di più. Voglio immaginare di poter cambiare il mondo, di fare parte di un progetto concreto e reale per poterlo rivoltare come un guanto su se stesso, di farlo diventare il contrario di quello che è ora, di poter cambiare il destino che sembra avvicinarsi sempre più come qualcosa di sbagliato, di distruttivo. Voglio dare corpo alla mia fantasia e sognare di cambiare questo mondo e farlo diventare il MIO mondo, il mondo che vorrei, il mondo che tutti sognamo, ma che nessuno è in grado di costruire, perchè non si può, perchè c’è chi non vuole, chi lo impedisce. Voglio immaginare che il mio sogno che sto dipingendo qua, prenda corpo e si materializzi, che quei sorridenti personaggi seduti in poltrona, sicuri e forti con i loro amici, non contino più nulla, che i soldi che sono nelle mani sbagliate vengano orientati verso le cose che servono veramente a tutti noi 6 miliardi che popoliamo il NOSTRO pianeta, che non ci sia più bisogno di invidiare chi ha di più o di discriminare chi è diverso. Voglio che ci sia istruzione profonda per tutti, voglio che le spighe di grano siano lunghe 2 metri e diano nutrimento a tutti, voglio che l’acqua dolce sia prodotta e depurata in grandi quantità e sia disponibile per tutti, voglio che la carne venga fatta crescere artificialmente e non più presa da animali allevati per essere uccisi, voglio che le malattie vengano curate e che si studino senza tregua nuove medicine sempre più efficaci e alla portata di tutti, voglio risanare l’ambiente e l’aria di piombo del pianeta, voglio mettere depuratori ovunque, non

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voglio più far funzionare motori che inquinano o usare materiali o gas che siano dannosi per tutti e per tutto. Voglio che ognuno abbia la possibilità di vivere dignitosamente e di poter realizzare nella propria vita se stesso e le proprie capacità. Non voglio più lavorare per poco e accontentarmi di arrivare stretto a fine mese con un misero stipendio e lavorare come una bestia tutto il giorno. Voglio riparare a tutti i danni commessi dall’avidità e dal potere e rilanciare il dialogo e la possibilità di esprimersi senza avere il consenso di un protettore, voglio porre fine a tutte le mafie e a tutte gli scontri di potere e alle loro conseguenze. Voglio curare e gurarire il pianeta, con un sogno che voglio si realizzi. E descriverò questo sogno su queste pagine perchè so che un giorno sarà possibile realizzarlo, e voglio esserci anch’io, voglio anch’io costruire il pianeta in cui vivo, e sbattere fuori gli ideali marci e sbagliati che da troppo tempo, da sempre, lo hanno imprigionato e costretto a vivere creando un inferno terreno dove ogni giorno è duro e dove si ha paura. Chi vuole sognare assieme a me? Chi vuole che questo sogno si avveri? A chi non vuole invece auguro di poter vedere in questa descrizione come sarebbe stato il mondo senza di lui, senza la sua presenza, senza il suo arrivismo e senza la sua crudeltà. Vorrei mostrare il mondo nel quale io voglio vivere e crescere, non quello in cui altri mi costringono a resistere. Di chi è la mia vita? Di chi sono io? A chi appartiene il mondo? Chi ha diritto di decidere per gli altri secondo i propri comodi? A coloro i quali non capiscono quanta buona volontà abbia l’uomo comune che vive ogni giorno nell’anonimato, a coloro i quali vivono come parasssiti della società composta da gente comune, a coloro i quali annebbiano la mente di chi vivrebbe in pace e serenità e li obbligano a imbracciare le armi dell’odio e della violenza, della paura e della corruzione, a coloro i quali chiudono i sensi a tutti per conservare il proprio potere e i propri agi, a questi dedico questo mio sogno, guardate e ammirate, miseri esseri privi di dignità, come sarebbe stato il mondo senza di voi, e cosa bisogna fare per correggerlo, per rifondarlo, guardate cosa non è ciò che per colpa vostra, purtroppo, è.

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Notizie

14. – La sindone

[Art. fonte DOMENICO QUIRICO corrispondente da PARIGI , La Stampa 22 giugno 2005]

Gli arnesi per la sfida sono sul tavolo: un telo di lino tessuto con una tecnica analoga a quella del Medio Evo, un barattolo pieno di ossido di ferro mescolato con una gelatina naturale ricca di collagene, un legante molto utilizzato per i colori ai tempi in cui Giotto decorava le cattedrali. E poi, naturalmente lui, il volto: il calco di un bassorilievo del milleduecento che rappresenta il Cristo straziato dal supplizio. Paul-Eric Blanrue, storico, si muove svelto davanti alle telecamere e ai clic dei fotografi, come un vero fabbricante di (false) reliquie dei secoli bui, quando l'Europa cristiana esorcizzava le paure e la sete di divino anche e soprattutto negli inesauribili retrobottega dei trafficanti e dei falsari del sacro. Immerge il lino nell'acqua, poi ben impregnato, lo adagia sul volto, lo pressa perchè aderisca ai rilievi della scultura. Dopo che è seccato procede con un tampone imbevuto di ossido di ferro dal clore rossastro. E olpà, sul lino si staglia, ben marcato e riconoscibile, color sangue, il volto di un uomo. Nel negativo fotografico il viso diventa di un sorprendete, arcano realismo. La somiglianza con il viso della sindone è stupefacente, trasmette un frammento di quella immensa carica emozionale che ha fatto tremare generazioni. Ne viene, occorre confessarlo, un senso di oscuro disagio. L'impronta si è irrestibilmete fissata alle fibre del tessuto, sembra impregnata anch'essa, nelle ombre e nei vuoti, di un immenso arcano dolore. «Ha resistito al lavaggio, al riscaldamento a 250 gradi spiega Blanrue - lo abbiano immerso nell'acido citrico, in quello acetico, nel bisolfito e infine immerso per ventiquattro ore in un antiruggine. Ebbene l'immagine non è stata alterata. E' il collagene il segreto dei falsari. Perchè un campione dello stesso tessuto impregnato di ossido di ferro puro non ha resistito al contatto con l'acqua e con l'acido». L'esperimento è compiuto, dunque. Secondo la equipe riunita dalla rivista francese «Science & vie» il più grande, affascinante mistero della storia cristiana, la sindone, la impronta di Gesù, non è altro che un fortunato colpo messo a segno da avidi falsari medioevali, istigati forse da vescovi avidi di elemosine e di potere, passato attraverso i secoli trionfalmente spinto dal vento della credulità e da quella che questi infervorati positivisti definiscono «una vergognosa rinuncia degli scienziati a usare il linguaggio della scienza»: «I partigiani della verità della reliquia sostengono la sua non riproducibilità, invocano il fatto che le copie tentate non sono mai apparse credibili a riprova del suo carattere soprannaturale. Ebbene, ecco la tecnica, o una delle tecniche, con cui fu realizzta nel Medio Evo, di stupefacente somiglianza». La scienza contro la fede, vecchio aspro, antico: inutile forse perchè gli alfabeti sono incociliabili, il Mistero del credere resiste a ogni esperimento demolitore.

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Nell'aula del museo di storia naturale dove è stato replicato l'esperimento, soffia un gagliardo fastidioso vento di battaglia finale contro l'oscurantismo, un armamentario ottocentesco che il laicismo francese continua a considerare attualissimo. I ricercatori ingaggiati da «Science & Vie» vogliono stravincere. Hanno realizzato una controprova, la confutazione definitiva: una vaporografia. Hanno riprodotto gli effetti della reazione chimica che avviene sul corpo di un giustiziato. Sul bassorileivo è stata applicata una soluzione di ammoniaca con una concentrazione da tre a cinque volte superiore a quella del sudore umano e della tintura di aloe. «Ebbene non abbiamo ottenuto alcuna impressione sulla tela, il che prova che la sindone non è stata marchiata dal corpo piagato di Cristo». Jacques Evin, esperto di datazioni archeologiche, ha poi ricordato i risultati ottenuti con la prova del carbonio 14 nel 1988 : «E' una prova definitiva, irrefutabile anche se qualcuno ha pensato di fare della fisico-poesia sostenendo che la radioattività ha alterato i tessuti rendendo inattendibile il test. Il lino del sudario ha meno di ottocento anni, appartiene a una datazione tra il 1260 e il 1390. E pensare che già nel 1390 una parte alla Chiesa era convinta che si trattasse di un falso e metteva in guardia i fedeli ».

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15. – Il Giudice Tosti contro il crocifisso in aula

19 novembre 2005 fonte: Osservatorio Legalità Diritti Crocifisso nelle aule : il giudice Tosti condannato a sette mesi di red E' stato condannato a sette mesi di reclusione con la condizionale e la sospensione della pena, nonche' l'interdizione dai pubblici uffici il magistrato Luigi Tosti, accusato di omissione d'atti d'ufficio per essersi rifiutato di celebrare processi in aule giudiziarie che esponessero il crocifisso. Si annuncia una richiesta d'appello. Il giudice chiedeva di eliminare il simbolo cattolico da tutte le aule giudiziarie o di poter esporre anche i suoi simboli religiosi. Il giudice denunciava "la marcatura delle pareti pubbliche da parte dei cattolici", rivendicando "diritti di uguaglianza delle altre confessioni religiose e degli atei". Tosti denunciava inoltre sia la violazione della laicita' dello Stato insita nella presenza di un simbolo religioso in un ufficio pubblico dove peraltro mancava la fotografia del capo dello Stato, sia la violazione della privacy dei non credenti in ordine alla propria fede nel momento in cui si voglia poter esporre i propri simboli, sia la forma di razzismo e discriminazione derivante dall'imposizione di una fede come superiore alle altre. Il magistrato aveva quindi deciso il 9 maggio scorso di astenersi dalle udienze ed aveva anche chiesto al ministro Castelli ed alla Corte dei Conti di non erogargli lo stipendio, visto che non stava lavorando. Sempre per la presenza del crocifisso in un seggio, il giudice e sua moglie si erano rifiutati di votare alle recenti elezioni. L'aula del tribunale de L'Aquila in cui e' stato trattato il procedimento a suo carico era priva del crocifisso. Fuori dell'aula hanno manifestato solidarieta' al magistrato esponenti di associazioni di atei e agnostici provenienti da diverse parti d'Italia. Anche alcuni politici hanno manifestato solidarieta' al giudice imputato, per la battaglia di civilita' che sta conducendo, hanno detto. Proprio a L'Aquila si era avuta l'ordinanza di un magistrato che vincolava una scuola con allievi musulmani a non esporre il crocifisso nelle aule, ma la vicenda del giudice Tosti dimostra che non si tratta solo di un problema di immigrati, dato che in Italia vi sono molti non cattolici, Ebrei e agnostici. Anche il professor Montagnana, un ateo, si rifiuto' di svolgere l'incarico di scrutatore nei seggi, a causa della presenza di un crocifisso, e fu per questo processato, ma una sentenza della Cassazione gli ha dato ragione.

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16.- Il “Codice Da Vinci”

Il "Codice da Vinci", un libro su cui si è detto di tutto e anche di più. Ha senz'altro il merito di avere introdotto alla portata di tutti, specie dei meno informati, l'argomento della critica alla religione cristiana, ma ha anche sottointeso che tutte le religioni possono subire una critica.

A mio modo di vedere però il libro, e il film soprattutto, come era logico immaginare, discosta l'attenzione dall'argomento centrale della critica, ovvero la presunta riedizione del cristianesimo ad opera dell'imperatore Costantino, a favore della centralità della figura di Gesù Cristo come ideatore e propagatore della fede originale. Oggi non ci è dato sapere molto su ciò che avvenne 2000 anni orsono, ma comincia a prendere corpo l'ipotesi che ben più di un semplice manipolo di poveri uomini umili abbia pianificato la propagazione di un nuovo credo, di una nuova rettitudine basata sui sentimenti per il prossimo e sull'uguaglianza di tutti gli uomini dinnanzi a dio, nobiltà e imperatore compresi. E' possibile che queste 12-13 persone decantate nei vangeli in realtà siano molte di più, che in realtà possa esservi un origine ben diversa dal semplice propagandare ideali di pace e libertà, e che il messaggio evangelico e le parabole con cui esso viene proposto siano già in origine una fusione della cultura e del sapere dell'epoca, oltrechè un bisogno per le persone, allora già in crisi e a disagio con la religione pagana. Un dio che è vicino a chi soffre, che predica l'Amore, che promette salvezza eterna e aiuto ai deboli, ovvero alla quasi totalità della popolazione dell' impero romano di quei tempi, era senz'altro un forte richiamo civetta per chiunque, e se ipotizziamo una società segreta ebraica che volesse ribaltare l'ordine imperiale degli invasori romani e imporsi possiamo quindi anche credere di poter capire quanto questa religione sia stata "studiata a tavolino" per avere successo e saper sopravvivere oltre i propri creatori. Il cristianesimo stesso, i suoi fondamenti, sono per i credenti un progetto divino, per i non-credenti un idea molto più terrena di persone umane. Animate certo da buoni propositi, ma sappiamo che esiste sempre chi cerca di approfittare degli eventi per i propri interessi. E' probabilmente il caso dell'imperatore Costantino, che 3 secoli dopo la nascita della nuova religione, fu costretto ad avallarla e a renderla più accettabile anche agli occhi della comunità pagana. Da qui la fusione dei marchi del politeismo con quelli del monoteismo, santi miracolatori al posto degli dei protettori, feste convertite, parabole e soprattutto l'origine divina di Gesù Cristo, fino allora ritenuto dai più un uomo, un profeta. Non si capisce la condanna alla donna, il suo assoggettamento e persecuzione come essere tentatore e diabolico. Ma senz'altro troveremo una spiegazione anche a questo. Nel libro "il codice da Vinci" invece si prende come anello accentratore della vicenda una presunta discendenza di G.Cristo, glorificandolo a padre-nobile della religione, a re incontrastato e massimo creatore del suo cristianesimo. Oggi è possibile tentare di risalire a questa figura storica e notarne le incongruenze con quanto tramandatoci. Il cristianesimo, come detto, è molto probabilmente il frutto di una fusione tra più fedi, e anche l'origine parrebbe essere alquanto lontana dai buoni propositi delle sue parabole. Ma nel libro in questione si da grande risalto alla discendeza di Cristo, affermando contemporaneamente che egli era un semplice uomo. Ma creatore della religione. Con il

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pretesto delle menzogne gettate nel tempo sulla Maddalena da parte della chiesa, rea di nascondere il vero al suo popolo, il libro porta l'improbabile tesi della discendenza mortale di Gesù come suo tema principale, affermando che la religione cristiana verrebbe da questa ipotesi, nella trama descritta come vera, distrutta. La realtà è che il cristianesimo si basa non solo sulla figura glorificata del figlio di dio, ma su tutte le sue azioni, sulla carica di sentimenti, sugli insegnamenti di questo e dei suoi discepoli. Il Papa è detto successore di Pietro, il Vaticano è la basilica di SS Pietro e Paolo. Tema centrale della critica alla fede cristiana non dovrebbe quindi essere una teoria tutt'altro che dimostrabile, sulla discendenza di Cristo, ma sull'origine e sulle riedizioni e adattamenti alla religione e ai suoi temi centrali ad opera di persone esterne o interessate ad utilizzarla per il proprio potere. Nel libro e ancor più nel film tale argomentazione è di livello marginale al contesto. L'argomento della tesi di Brown quindi è fuorviante e non centra il "nocciolo" della questione. Ha comunque il merito di avere fornito una freccia nell'arco di chi si definisce non-credente ed ha un ruolo attivo nella discussione e nel confronto, anche a livello del bar di strada. Oggi un credente si sentirà dire: il libro più letto del mondo attacca la tua religione. Forse lo indurrà a riflettere e a criticare le sue certezze dogmatiche, magari scoprendo la loro origine o affrontando le sue paure ancestrali scoprierà un universo non popolato da dei, santi e buoni esseri alati in lotta con le forze demoniache, ma regolato da leggi fisiche e dal volere della vita. Comunque, anche il credente più chiuso e restio a ricevere critiche, dovrà confrontarsi con questo nuovo scenario, in cui un semplice libro di massa che critica la religione esiste e fa parlare di sè.

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17 . – Nuovi temi

Se volete suggerire o solo leggere i nuovi temi affrontati da “Pensieri Atei” potete visitarne il sito web attualmente all’indirizzo:

http://home.tele2.it/ger1575/index.htm

o cercare nei motori di ricerca le parole chiavi del sito per aumentarne il ranking. Grazie della lettura e del sostegno. Vi ricordo che è proibito modificare il testo e spero non vogliate distribuire copie in formato .doc o .txt, troppo semplici da cambiare. Grazie di nuovo.

E’ utile, se volete continuare la diffusione di questo file tramite p2p, lasciare integre la parole chiave del nome del file stesso:

Pensieri Atei 4 (2006) [ebook ita filosofia ateismo].pdf

Per la versione .lit sarà presto disponibile una copia sul sito.

Per la versione stampata su carta e rilegata si attenda il 2007. La versione, lo sottolineo, non è commerciale. Avrà approfondimenti su temi filosofici, bibliografici, confronti tra religioni passate e presenti.

Saluti atei.

Ger75