1
14 primo piano Domenica 25 Marzo 2012 Viterbo & AltoLazio Atti retrodatati, strane amicizie e “protuberanze” nella Riserva Terza puntata del racconto del dottor De Santis sulla vicenda degli immobili nella Riserva del Lago di Vico P rosegue il racconto delle peripezie del dottor Roberto De Santis per avere accesso ad alcuni documenti delle Riserva Naturale del Lago di Vico. “Come visto nella puntata precedente, la Riserva del Lago di Vico, con escamotage di vario tipo ha messo in atto tutta una serie di azioni per boicottare il nostro ac- cesso agli atti, nonostante fosse sta- to autorizzato dal Consigliere Nazionale di Italia Nostra il dr. Rutigliano. Quest’ultimo, ascoltato in Procura, ha affermato che a seguito di un sopralluogo effettuato, ha potuto constatare ed affermare che esistono gravi motivi di preoc- cupazione. Gli uf�ci presieduti dal mago Otelma, in arte il direttore della Riserva, folgorato sulla via di Damasco, a seguito del nostro accesso, pur se autorizzato dal Co- mune di Caprarola, si è ri�utato di consegnarci la documentazione so- spettando che la delega costituisse un falso. Questo emerge da alcuni documenti rinvenuti in Procura e �nalmente comprendiamo perché questo signore, una volta, in un solo caso si permise di balbettare tale tesi. Infatti pochi mesi dopo una rappresentante di Italia Nostra depositava in Comune un docu- mento, senza carta intestata, senza alcun indirizzo della sede e scritto a mano, probabilmente in loco, disconoscendo la nostra delega. Il mago Otelma aveva dunque pre- detto il giusto! Immaginiamo dun- que ed auguriamo quanto prima a questo signore di intraprendere ed assecondare questo suo istinto, sicuramente più remunerativo del- l’incarico che ricopre. Purtroppo nonostante tale di- sconoscimento, nessuno si è sentito in dovere di procedere e sporgere una doverosa denuncia per falso in atto pubblico! Come già men- zionato, ma riteniamo utile sottoli- neare questo principio, gli atti della pubblica amministrazione devono essere pubblicati entro le ventiquattro ore, e non come si evince dalla no- stra legge sulla trasparen- za, accessibili, in quanto tra il primo termine ed il secondo la differenza è in- calcolabile. La nostra leg- ge parla di “accesso” ben sapendo che molto spesso i burocrati a capo dei vari uf�ci possono permettersi di negare l’istanza legit- tima del cittadino che a quel punto è costretto ad intraprendere costosissi- mi ricorsi amministrativi, spesso insostenibili. Per questo motivo abbiamo deciso di evidenziare tali comportamenti, i cui esiti consideravamo sin dall’inizio scontati, offrendovi degli spunti di ri�essione. Abbiamo volutamente recitato, in tutta questa vicenda, la Il documento con cui si disconosceva la delega di Italia Nostra parte del topo ben conoscendo le italiche virtù e le umane debolez- ze. Siamo stanchi delle numerose inchieste e denunce che i media ci propongono quotidianamente, utili forse a “riempire” le pagine dei giornali, ma non ad arginare il fenomeno della corruzione che si combatte non aumentando le pene, ma estirpando il male alla radice. Poiché è ovvio che il fenomeno corruttivo è terreno di scambio tra due soggetti in causa, il privato e la pubblica amministra- zione. Pertanto è necessario estendere il controllo di tali procedimenti a tutti i cittadini pubblicando i documenti entro le ventiquattro ore. Il principio è semplicissimo, più sarà esteso il controllo degli atti ed i procedimenti della pubblica amministrazione, tanto più sarà impossibile porre in essere attività corruttive. Desideriamo pertanto sottoporre tali accadimenti non tanto perché interessati a denunce od altro, che spesso si risolvono in un nulla di fatto, ma bensì per met- tere in evidenza le ipocrisie di un sistema che rinuncia ad intervenire a monte del processo, con politiche di prevenzione, per accanirsi solo quando ormai è troppo tardi! Il motto è sempre lo stesso “la pre- venzione è la migliore delle cure”. Non è un caso che dalla �ne della prima Repubblica abbiamo assistito ad un incremento dei feno- meni corruttivi. Tale conseguenza è senza ombra di dubbio la cartina tornasole che testimonia l’insucces- so di un sistema punitivo. Evitando dunque di perderci ad oltranza è opportuno a questo punto entrare nel merito e dimostrarvi come privi di regole trasparenti, burocrati sen- za scrupoli osano farsi gioco delle leggi e della democrazia. Tornando dunque alla nostra vicenda, abbiamo potuto veri�ca- re in prima persona come alcuni addetti con ruoli di controllo della Riserva del Lago di Vico, ma Dalla fine della Prima Repubblica l’aumento dei fenomeni corruttivi rappresenta il fallimento del sistema punitivo solerzia ed una attitudine del guardia parco al di fuori di ogni immaginazione. Questo signore, nella stessa mattinata, compiendo un impresa stoica, era riuscito a recarsi sul luogo dell’immobile, scattare le fotogra�e, concordare con la proprietaria un appunta- mento e di buon ora, protocollare il documento, inviarlo all’uf�cio di arrivo del Comune ed incredibile a dirsi sempre nella stessa matti- nata, consegnarlo al sottoscritto di buon ora. Questo si evince dal documento protocollato. “Roba da non credere”! Ma se le nostre affermazioni sono veritiere, ovvero che il documento è stato retroda- tato e state pur certi che possiamo provarlo in qualsiasi momento, un interrogativo a questo punto è d’uopo. Perché la consegna di questo documento è stata retro- datata di tre mesi? La sola risposta che abbiamo è che fosse necessario prendere tempo per costruire delle foto ad arte e dei documenti che combaciassero con l’attuale forma dell’immobile. Non è un caso che dal fascicolo fotogra�co prodotto dalla Riserva, le foto del 1988 sono state scattate con angolazioni tali che risulta impossibile distin- guere la forma. Le foto del 2009 sono state diversamente scattate con angolazioni appropriate ed è facile distinguere non solo la forma ma l’intera visuale o coni, come si usa in gergo, dell’immobile. Non siamo i soli ad aver notato questa lievitazione anomala, ma altre persone da noi intervistate hanno potuto osservare tali inappropriate modi�che, in tempi recenti. Risultachel’attualeproprietaria, abbia effettuato dei lavori già nei primi anni del duemila. Tale circostanza ci stupisce non poco considerando che in quel periodo non aveva alcun titolo, poiché l’immobile è stato acquistato con rogito notarile a Vetralla solo nel duemilaquattro. Le prove, possiamo per il momento rispondere a questi signori richiamando un detto “il diavolo fa le pentole ma non i coperchi”! Altra domanda che ci poniamo è comprendere i motivi per i quali è stata af�data la procura ad un signore settantenne che si è sobbarcato l’onere di rendere o ricevere dichiarazioni di cui alle leggi 151/75, 47/85, 131/86, che si riferiscono agli ultimi condoni. Ma non è tutto. Negli anni duemila è stata eretta tutt’intorno la villa, una barriera protettiva di teloni al �ne di occultare la visuale ed apposto un cartello di lavori in corso. Inoltre sono state collocate molte piante di alto fusto, in aderenza all’abitazione ed apposte con criteri precisi, come se dovessero anch’esse fungere da barriere visive, ben sapendo che le radici avrebbero potuto apportare dei danni e non solo. Perché la Riserva Naturale del lago di Vico, contattata in tale occasione, ci rassicurò prontamente sulle attività in essere? A sostegno di quanto affermato alleghiamo una foto aerea delle piante di alto fusto appositamente collocate ad arte, che chiaramente subito dopo la �ne dei lavori sono state rimosse. Da immagini di “Google Earth” risalenti al 2003 emerge una improvvisa protuberanza. In alcuni documenti rinvenuti in comune che risalgono a dicembre 2004, il tecnico incaricato documenta che a causa di un forte bradisisma sismico, si sono veri�cate alcune lesioni, tali da far temere il crollo della famosa protuberanza”, concludendo che fosse pertanto opportuno demolirla e ricostruirla. Pochi mesi prima per la stessa abitazione, sempre lo stesso professionista, aveva presentato un altro progetto nel quale si elencavano altre attività, ma nessuna lesione fu osservata e riscontrata. Evidentemente il bradisisma aveva deciso di farsi “vivo” solo qualche settimana dopo, altrimenti non è comprensibile come la lesione documentata non sia stata visibile La villetta circondata da piante ad alto fusto prima! Ma siamo sicuri che tali lesioni sono state prodotte da un bradisisma, o non siano stati dei fulmini o forse le radici delle piante collocate così vicino all’abitazione a causare tali danni? Su “Google Earth”, ottimo strumento, a maggio 2005 si osservano attività sul luogo che non sembrano essere state autorizzate in nessun progetto presentato. Siamo certi che il tecnico incaricato durante il bradisisma, fosse sul luogo e che onde sconosciute abbiano colto lo stesso causandogli vuoti di memoria. Questa piccola considerazione in virtù del fatto che il tecnico incaricato non si è sicuramente reso conto dell’esistenza di una determina della Regione Lazio del 2 aprile del 1992 che disponeva la rimozione del porticato annesso alla “protuberanza” ora trasformata in un ampio terrazzo. La stessa protuberanza ha subito delle modi�che strutturali dovendosi certamente adeguare alla nuova struttura realizzata. E’ altresì vero che la proprietaria di tale immobile può vantare una profonda e decennale amicizia con i guardia parco, e con il direttore della Riserva, ma non solo. Aristotele sostiene che l’amicizia ha come elementi in comune sempre delle af�nità culturali e sociali. Certamente la loro stessa comune matrice politica è sicuramente un ottimo collante. E’ interessante infatti osservare come la Riserva abbia af�dato a questa signora, di professione regista, nel corso degli anni, numerosi documentari sul lago di vico che non abbiamo mai avuto il piacere di visionare. Ed anche in questo caso sarebbe utile approfondire se questo scambio di favori non rientri ad esempio nella categoria del “do ut des”. Continua Ci venne chiesto di firmare l’istanza di accesso, ma retrodatando il documento di tre mesi allo stesso modo del Comune di Caprarola, almeno inizialmente e senza alcuna istanza di accesso, abbiano apparentemente asse- condato le nostre richieste, ma con modalità, come dire, rocam- bolesche. Vogliamo porre alla vostra attenzione, tra i tanti, un episodio. Una mattina, non ricevendo ri- sposta alcuna, ci siamo presentati in Comune e richiesto all’ex geo- metra Mechilli, oggi in pensione, informazioni su due immobili ubicati sulle sponde del lago, che ci sembravano come minimo, alme- no raddoppiati di cubatura. Il fun- zionario con molta solerzia chia- mava telefonicamente un guardia parco chiedendogli, visibilmente infastidito dalle nostre richieste, di precipitarsi in uf�cio portando con sé tutta la documentazione. Muniti di pazienza abbiamo atte- so pazientemente il solerte guardia parco, non solo in quell’occasione, ma la stessa scena è andata in onda sempre con gli stessi inter- preti, per diversi giorni. Dopo diversi mesi, improvvisamente, e con altri espedienti che sarebbe troppo lungo e tedioso raccontare, ci furono �nalmente consegnati dai guardia parco e dal geometra comunale, le fotogra�e di uno dei “famigerati” immobili, senza che nessuna istanza di accesso fosse mai stata �no a quel momento presentata! In tale occasione abbiamo assistito ad un episodio illuminante. Ci venne richiesto di �rmare l’istanza di accesso ai sensi della legge 241/’90, ma con un espediente, ovvero retrodatando tale documento di tre mesi. In tal modo era probabilmente inten- zione degli “addetti”, far coin- cidere la consegna dell’atto, con le prime visite “a vuoto” descritte poc’anzi di diversi mesi prima! La domanda che ci poniamo è come sia stato possibile retrodatare tali protocolli, anche se in verità non siamo affatto stupiti, altresì perché un collega dei guardia parco ci confessò che tali espedienti non fossero poi così anomali. Mettiamoci dunque bene in testa e non dimentichiamo che anche una semplice manomissio- ne delle procedure di protocollo può costituire in molti casi un utile sup- porto per garantire ad esempio l’as- segnazione di una gara, di un bando e molto altro. Anche queste procedure sfuggono al con- trollo dei cittadini e sarebbe ad esempio opportuno che i protocolli fossero resi pubblici ed accessibili a chiun- que in qualsiasi momento, pubbli- cati ed aggiornati tempestivamente on line. Questo episodio è stato altresì illuminante in quanto abbiamo potuto apprezzare e constatare una

Atti retrodatati e

Embed Size (px)

DESCRIPTION

Un attenta indagine che mette in evidenza come la crescente parcomania sia più diffusa per alimentare clientelismi ed interessi particolari !

Citation preview

Page 1: Atti retrodatati e

14 primo piano Domenica 25 Marzo 2012Viterbo & AltoLazio

Atti retrodatati, strane amiciziee “protuberanze” nella Riserva

Terza puntata del racconto del dottor De Santis sulla vicenda degli immobili nella Riserva del Lago di Vico

Prosegue il racconto delle peripezie del dottor Roberto De Santis per avere accesso

ad alcuni documenti delle Riserva Naturale del Lago di Vico.

“Come visto nella puntata precedente, la Riserva del Lago di Vico, con escamotage di vario tipo ha messo in atto tutta una serie di azioni per boicottare il nostro ac-cesso agli atti, nonostante fosse sta-to autorizzato dal Consigliere Nazionale di Italia Nostra il dr. Rutigliano. Quest’ultimo, ascoltato in Procura, ha affermato che a seguito di un sopralluogo effettuato, ha potuto constatare ed affermare che esistono gravi motivi di preoc-cupazione. Gli uf�ci presieduti dal mago Otelma, in arte il direttore della Riserva, folgorato sulla via di Damasco, a seguito del nostro accesso, pur se autorizzato dal Co-mune di Caprarola, si è ri�utato di consegnarci la documentazione so-spettando che la delega costituisse un falso. Questo emerge da alcuni documenti rinvenuti in Procura e �nalmente comprendiamo perché questo signore, una volta, in un solo caso si permise di balbettare tale tesi. Infatti pochi mesi dopo una rappresentante di Italia Nostra depositava in Comune un docu-mento, senza carta intestata, senza alcun indirizzo della sede e scritto a mano, probabilmente in loco, disconoscendo la nostra delega. Il mago Otelma aveva dunque pre-detto il giusto! Immaginiamo dun-que ed auguriamo quanto prima a questo signore di intraprendere ed assecondare questo suo istinto, sicuramente più remunerativo del-l’incarico che ricopre.

Purtroppo nonostante tale di-sconoscimento, nessuno si è sentito in dovere di procedere e sporgere una doverosa denuncia per falso in atto pubblico! Come già men-zionato, ma riteniamo utile sottoli-neare questo principio, gli atti della pubblica amministrazione devono essere pubblicati entro le ventiquattro ore, e non come si evince dalla no-stra legge sulla trasparen-za, accessibili, in quanto tra il primo termine ed il secondo la differenza è in-calcolabile. La nostra leg-ge parla di “accesso” ben sapendo che molto spesso i burocrati a capo dei vari uf�ci possono permettersi di negare l’istanza legit-tima del cittadino che a quel punto è costretto ad intraprendere costosissi-mi ricorsi amministrativi, spesso insostenibili. Per questo motivo abbiamo deciso di evidenziare tali comportamenti, i cui esiti consideravamo sin dall’inizio scontati, offrendovi degli spunti di ri�essione. Abbiamo volutamente recitato, in tutta questa vicenda, la Il documento con cui si disconosceva la delega di Italia Nostra

parte del topo ben conoscendo le italiche virtù e le umane debolez-ze. Siamo stanchi delle numerose inchieste e denunce che i media ci propongono quotidianamente, utili forse a “riempire” le pagine dei giornali, ma non ad arginare il fenomeno della corruzione che si combatte non aumentando le pene, ma estirpando il male alla radice.

Poiché è ovvio che il fenomeno c o r r u t t i v o è terreno di scambio tra due soggetti in causa, il privato e la pubblica amministra-zione. Pertanto è necessario estendere il controllo di tali procedimenti

a tutti i cittadini pubblicando i documenti entro le ventiquattro ore. Il principio è semplicissimo, più sarà esteso il controllo degli atti ed i procedimenti della pubblica amministrazione, tanto più sarà impossibile porre in essere attività corruttive. Desideriamo pertanto sottoporre tali accadimenti non tanto perché interessati a denunce od altro, che spesso si risolvono in un nulla di fatto, ma bensì per met-tere in evidenza le ipocrisie di un sistema che rinuncia ad intervenire a monte del processo, con politiche di prevenzione, per accanirsi solo quando ormai è troppo tardi! Il motto è sempre lo stesso “la pre-venzione è la migliore delle cure”.

Non è un caso che dalla �ne della prima Repubblica abbiamo assistito ad un incremento dei feno-meni corruttivi. Tale conseguenza è senza ombra di dubbio la cartina tornasole che testimonia l’insucces-so di un sistema punitivo. Evitando dunque di perderci ad oltranza è opportuno a questo punto entrare nel merito e dimostrarvi come privi di regole trasparenti, burocrati sen-za scrupoli osano farsi gioco delle leggi e della democrazia.

Tornando dunque alla nostra vicenda, abbiamo potuto veri�ca-re in prima persona come alcuni addetti con ruoli di controllo della Riserva del Lago di Vico, ma

Dalla fine della Prima Repubblical’aumento dei fenomeni corruttivi

rappresenta il fallimento del sistema punitivo

solerzia ed una attitudine del guardia parco al di fuori di ogni immaginazione. Questo signore, nella stessa mattinata, compiendo un impresa stoica, era riuscito a recarsi sul luogo dell’immobile, scattare le fotogra�e, concordare con la proprietaria un appunta-mento e di buon ora, protocollare il documento, inviarlo all’uf�cio di arrivo del Comune ed incredibile a dirsi sempre nella stessa matti-nata, consegnarlo al sottoscritto di buon ora. Questo si evince dal documento protocollato. “Roba da non credere”! Ma se le nostre affermazioni sono veritiere, ovvero che il documento è stato retroda-tato e state pur certi che possiamo provarlo in qualsiasi momento, un interrogativo a questo punto è d’uopo. Perché la consegna di questo documento è stata retro-datata di tre mesi? La sola risposta che abbiamo è che fosse necessario prendere tempo per costruire delle foto ad arte e dei documenti che combaciassero con l’attuale forma dell’immobile. Non è un caso che dal fascicolo fotogra�co prodotto dalla Riserva, le foto del 1988 sono state scattate con angolazioni tali che risulta impossibile distin-guere la forma. Le foto del 2009 sono state diversamente scattate con angolazioni appropriate ed è facile distinguere non solo la forma ma l’intera visuale o coni, come si usa in gergo, dell’immobile. Non siamo i soli ad aver notato questa lievitazione anomala, ma altre persone da noi intervistate hanno potuto osservare tali inappropriate modi�che, in tempi recenti.

Risulta che l’attuale proprietaria, abbia effettuato dei lavori già nei primi anni del duemila. Tale circostanza ci stupisce non poco considerando che in quel periodo non aveva alcun titolo, poiché l’immobile è stato acquistato con rogito notarile a Vetralla solo nel duemilaquattro. Le prove, possiamo per il momento rispondere a questi signori richiamando un detto “il diavolo fa le pentole ma non i coperchi”! Altra domanda che ci poniamo è comprendere i motivi per i quali

è stata af�data la procura ad un signore settantenne che si è sobbarcato l’onere di rendere o ricevere dichiarazioni di cui alle leggi 151/75, 47/85, 131/86, che si riferiscono agli ultimi condoni.

Ma non è tutto. Negli anni duemila è stata eretta tutt’intorno la villa, una barriera protettiva di teloni al �ne di occultare la visuale ed apposto un cartello di lavori in corso. Inoltre sono state collocate molte piante di alto fusto, in aderenza all’abitazione ed apposte con criteri precisi, come se dovessero anch’esse fungere da barriere visive, ben sapendo che le radici avrebbero potuto apportare dei danni e non solo. Perché la Riserva Naturale del lago di Vico, contattata in tale occasione, ci rassicurò prontamente sulle attività in essere? A sostegno di quanto affermato alleghiamo una foto aerea delle piante di alto fusto appositamente collocate ad arte, che chiaramente subito dopo la �ne dei lavori sono state rimosse.

Da immagini di “Google Earth” risalenti al 2003 emerge una improvvisa protuberanza. In alcuni d o c u m e n t i rinvenuti in comune che r i s a l g o n o a dicembre 2004, il tecnico i n c a r i c a t o documenta che a causa di un forte bradisisma sismico, si sono veri�cate alcune lesioni, tali da far temere il crollo della famosa protuberanza”, concludendo che fosse pertanto opportuno demolirla e ricostruirla.

Pochi mesi prima per la stessa abitazione, sempre lo stesso professionista, aveva presentato un altro progetto nel quale si elencavano altre attività, ma nessuna lesione fu osservata e riscontrata. Evidentemente il bradisisma aveva deciso di farsi “vivo” solo qualche settimana dopo, altrimenti non è comprensibile come la lesione documentata non sia stata visibile

La villetta circondata da piante ad alto fusto

prima! Ma siamo sicuri che tali lesioni sono state prodotte da un bradisisma, o non siano stati dei fulmini o forse le radici delle piante collocate così vicino all’abitazione a causare tali danni? Su “Google Earth”, ottimo strumento, a maggio 2005 si osservano attività sul luogo che non sembrano essere state autorizzate in nessun progetto presentato. Siamo certi che il tecnico incaricato durante il bradisisma, fosse sul luogo e che onde sconosciute abbiano colto lo stesso causandogli vuoti di memoria. Questa piccola considerazione in virtù del fatto che il tecnico incaricato non si è sicuramente reso conto dell’esistenza di una determina della Regione Lazio del 2 aprile del 1992 che disponeva la rimozione del porticato annesso alla “protuberanza” ora trasformata in un ampio terrazzo. La stessa protuberanza ha subito delle modi�che strutturali dovendosi certamente adeguare alla nuova struttura realizzata.

E’ altresì vero che la proprietaria di tale immobile può vantare una

profonda e d e c e n n a l e amicizia con i guardia parco, e con il direttore della Riserva, ma non solo. A r i s t o t e l e sostiene che l’amicizia ha come elementi

in comune sempre delle af�nità culturali e sociali. Certamente la loro stessa comune matrice politica è sicuramente un ottimo collante. E’ interessante infatti osservare come la Riserva abbia af�dato a questa signora, di professione regista, nel corso degli anni, numerosi documentari sul lago di vico che non abbiamo mai avuto il piacere di visionare. Ed anche in questo caso sarebbe utile approfondire se questo scambio di favori non rientri ad esempio nella categoria del “do ut des”.

Continua

Ci venne chiesto di firmarel’istanza di accesso,

ma retrodatandoil documento di tre mesi

allo stesso modo del Comune di Caprarola, almeno inizialmente e senza alcuna istanza di accesso, abbiano apparentemente asse-condato le nostre richieste, ma con modalità, come dire, rocam-bolesche.

Vogliamo porre alla vostra attenzione, tra i tanti, un episodio. Una mattina, non ricevendo ri-sposta alcuna, ci siamo presentati in Comune e richiesto all’ex geo-metra Mechilli, oggi in pensione, informazioni su due immobili ubicati sulle sponde del lago, che ci sembravano come minimo, alme-no raddoppiati di cubatura. Il fun-zionario con molta solerzia chia-mava telefonicamente un guardia parco chiedendogli, visibilmente infastidito dalle nostre richieste, di precipitarsi in uf�cio portando con sé tutta la documentazione. Muniti di pazienza abbiamo atte-so pazientemente il solerte guardia parco, non solo in quell’occasione, ma la stessa scena è andata in onda sempre con gli stessi inter-preti, per diversi giorni. Dopo diversi mesi, improvvisamente, e con altri espedienti che sarebbe troppo lungo e tedioso raccontare, ci furono �nalmente consegnati dai guardia parco e dal geometra comunale, le fotogra�e di uno dei “famigerati” immobili, senza che nessuna istanza di accesso fosse mai stata �no a quel momento presentata! In tale occasione abbiamo assistito ad un episodio illuminante. Ci venne richiesto di �rmare l’istanza di accesso ai sensi della legge 241/’90, ma con un espediente, ovvero retrodatando tale documento di tre mesi. In tal modo era probabilmente inten-zione degli “addetti”, far coin-cidere la consegna dell’atto, con le prime visite “a vuoto” descritte poc’anzi di diversi mesi prima! La domanda che ci poniamo è come sia stato possibile retrodatare tali protocolli, anche se in verità non siamo affatto stupiti, altresì perché un collega dei guardia parco ci confessò che tali espedienti non fossero poi così anomali.

Mettiamoci dunque bene in testa e non dimentichiamo che anche una semplice manomissio-

ne delle procedure di protocollo può costituire in molti casi un utile sup-porto per garantire ad esempio l’as-segnazione di una gara, di un bando e molto altro. Anche queste procedure sfuggono al con-trollo dei cittadini e sarebbe ad esempio opportuno che i protocolli fossero resi pubblici ed accessibili a chiun-que in qualsiasi momento, pubbli-cati ed aggiornati tempestivamente on line. Questo episodio è stato altresì illuminante in quanto abbiamo potuto apprezzare e constatare una