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1 AUDIOLOGIA - NEWSLETTER Volume 7 Numero 3-4 - Anno 2003 SOCIETÀ ITALIANA DI AUDIOLOGIA Consiglio Direttivo Presidente: Prof. Giancarlo Cianfrone Vice Presidente: Prof. Ettore Cassandro Past president: Prof. Agostino Serra Segretario-Tesoriere: Prof. Alessandro Martini Consiglieri: Dr.ssa Deborah Ballantyne Sig.ra Francesca Bellomo Prof . Antonio Cesarani Sig.ra Biancamaria Martina Prof. Antonio Pirodda Prof. Oskar Schindler Dr. Maurizio Vancheri Notiziario ufficiale della Società Italiana di Audiologia Direttore: Prof. Antonio Quaranta Redazione: prof. Alessandro Martini, dott. Domenico Leonardo Grasso Periodico trimestrale - Aut. Trib. di Bari n. 1330 del 18/7/1997 In questo numero: 2. Norme per la preparazione dei manoscritti 3. Effetti dei campi elettromagnetici sull’udito valutati mediante ABR: risultati preliminari. F. MARTINES, S. FERRARA, E. MARTINES, G. TINÈ, P.FERRARA 15. Applicazione delle distribuzioni tempo-frequenza Cone-Shaped, esponenziale e dello spettrogramma di ai segnali TEOAE di 8 pazienti con malattia autoimmune. GRISANTI GUIDO M., E. MARTINES, C. PARLAPIANO, G. RODONÒ 22. Il silenzio e la voce: suggestioni magno-greche di una filosofa di Crotone. L. FARANDA 26. Recensione. A. MARTINI

AUDIOLOGIA - NEWSLETTER - sia-f.it F. Martines*, S. Ferrara*, E. Martines**, G. Tinè***, P. Ferrara* *Istituto di Clinica Otorinolaringoiatrica R, Università degli Studi di Palermo

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A U D I O L O G I A - N E W S L E T T E R

Volume 7

Numero 3-4 - Anno 2003

SOCIETÀ ITALIANA DI AUDIOLOGIA

Consiglio DirettivoPresidente: Prof. Giancarlo CianfroneVice Presidente: Prof. Ettore CassandroPast president: Prof. Agostino SerraSegretario-Tesoriere: Prof. Alessandro Martini

Consiglieri:Dr.ssa Deborah BallantyneSig.ra Francesca BellomoProf . Antonio CesaraniSig.ra Biancamaria Martina

Prof. Antonio PiroddaProf. Oskar SchindlerDr. Maurizio Vancheri

Notiziario ufficiale della Società Italiana di AudiologiaDirettore: Prof. Antonio QuarantaRedazione: prof. Alessandro Martini, dott. Domenico Leonardo Grasso

Periodico trimestrale - Aut. Trib. di Bari n. 1330 del 18/7/1997

In questo numero:2. Norme per la preparazione dei manoscritti3. Effetti dei campi elettromagnetici sull’udito valutati mediante ABR: risultati preliminari. F. MARTINES,

S. FERRARA, E. MARTINES, G. TINÈ, P. FERRARA

15. Applicazione delle distribuzioni tempo-frequenza Cone-Shaped, esponenziale e dello spettrogramma di ai segnali TEOAE di 8 pazienti con malattia autoimmune. GRISANTI GUIDO M., E. MARTINES, C. PARLAPIANO, G. RODONÒ

22. Il silenzio e la voce: suggestioni magno-greche di una filosofa di Crotone. L. FARANDA

26. Recensione. A. MARTINI

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NORME PER LA PREPARAZIONE DEI MANOSCRITTI

AUDIOLOGIA NEWSLETTER, trimestrale, è l’organo ufficale della Società Italiana di Audiologia: La rivista pub-blica lavori, su invito ed originali, di interesse audiologico; inoltre pubblica editoriali, recensioni, notizie sindacali,atti ufficiali della Società, ed ogni altra comunicazione di interesse per i soci. I lavori presentati per pubblicazionenon devono essere sottoposti contemporaneamente ad altra rivista. Gli articoli pubblicati impegnano esclusiva-mente la responsabilità degli autori. La proprietà letteraria degli articoli è riservata alla rivista. La pubblicazione dei lavori originali è subordinata ad una revisione redazionale. La proposta di correzioni o di ognivariazione sarà rinviata agli autori. I testi e le illustrazioni dei lavori non verranno restituiti e saranno distrutti allafine di ogni anno. I lavori originali sono pubblicati gratuitamente. Sono addebitati agli autori i costi della fotocomposizione di tabel-le e figure. Gli estratti, se richiesti, sono addebitati secondo costi tipografici.

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Illustrazioni: in bianco-nero, in tre copie, numerate progressivamente in numeri arabi, con riportato sul retro, amatita, cognome del primo autore, titolo del lavoro abbreviato, verso superiore della figura. Se sono necessarie figu-re a colori contattare la tipografia per le modalità di stampa.

Tabelle: numerate progressivamente con numeri romani.

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corrispondenza:prof. ALESSANDRO MARTINIAUDIOLOGIAARCISPEDALE S. ANNAC.SO GIOVECCA, 20344100 - FERRARA

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AUDIOLOGIA-NEWSLETTER7:3-4, 2003, Società Italiana di Audiologia

EEFFETTI DEI CAMPI ELETTROMAGNETICI SULL’UDITO VALUTATI MEDIANTE ABR: RISUL-TATI PRELIMINARI

F. Martines*, S. Ferrara*, E. Martines**, G. Tinè***, P. Ferrara*

*Istituto di Clinica Otorinolaringoiatrica R, Università degli Studi di Palermo** Sezione di Audiologia del Dipartimento di Biotecnologie Mediche e Medicina Legale,Università degli Studi di Palermo.***Istituto di Studi sui Sistemi Intelligenti per l’Automazione del Consiglio Nazionale delle Ricerche.

RIASSUNTO

L’uso sempre più massiccio della telefonia cellulare e lastretta vicinanza tra l’antenna emettitrice del campoelettromagnetico e la testa dell’utilizzatore ha fattoemergere l’esigenza di verificare come le specie viventi,ed in particolare l’uomo, reagiscono a una così rapidamodifica dei valori dell’energia elettromagnetica pre-sente nell’ambiente che li circonda e soprattutto se l’e-sposizione a determinati valori di campo elettroma-gnetico (CEM) possa costituire rischio per la salute.In questo lavoro ci si è proposto di accertare, median-te la registrazione delle risposte uditive del tronco ence-falico (ABR), se la comparsa di eventuali modificazio-ni a carico del sistema uditivo possano essere correlateai campi elettromagnetici emessi da un telefono cellu-lare di tipo GSM.Lo studio è stato effettuato su 43 soggetti volontari,suddivisi, al fine di avere un campione rappresentati-vo della popolazione di normoudenti fruitori del servi-zio di telefonia mobile tipo GSM, in 23 di sessomaschile e 20 di sesso femminile.Per la valutazione della funzionalità del sistema uditivosono stati presi in considerazione i seguenti parametri:sensazione soggettiva di variazione della temperatura acarico del padiglione auricolare esposto; rilevamentodella temperatura corporea, in corrispondenza delpadiglione auricolare, prima e dopo l’esposizione alcampo elettromagnetico; risposte evocate uditive deltronco encefalico.La ricerca ha evidenziato, in linea con le conoscenzeattuali, che dopo un’esposizione a 12 minuti di CEMa 900 MHz, il valore medio dell’innalzamento dellatemperatura è stato di 0,22°C, inoltre la valutazionedelle onde principali, di quelle cioè più facilmentevalutabili perché meno soggette a variazioni, hamostrato l’assenza di modifiche sia dopo 6 che dopo12 minuti di esposizione a CEM.La valutazione delle onde intermedie II e IV invece hapresentato sia dopo 6 che dopo 12 minuti di esposi-zione continua a CEM delle sostanziali variazioni che,per l’esiguo numero dei soggetti esaminati, non è statopossibile ascrivere con certezza ad effetti di tipo termi-co.

Introduzione

Tutte le specie viventi si sono evolute in milioni dianni immerse in campi elettromagnetici (CEM)naturali di origine prevalentemente solare e cosmica.Durante la seconda metà del XX secolo, però, con lagraduale e notevole diffusione delle radiocomunica-zioni, la quantità di energia elettromagnetica ambien-tale è andata via via aumentando fino a raggiungere,negli ultimi anni, un valore di sei ordini di grandezzamaggiore rispetto a quello che era presente agli inizidel secolo(5,6,11,13,14).E’ sorto, a questo punto, il problema di verificarecome le specie viventi, ed in particolare l’uomo, rea-giscono a una così rapida modifica dei valori dell’e-nergia elettromagnetica presente nell’ambiente che licirconda e soprattutto se l’esposizione a determinativalori di CEM può costituire rischio per la salute.E’ ormai noto che i CEM producono sui sistemi bio-logici una grande varietà di effetti che ad oggi si pos-sono dividere in due grandi categorie: i cosiddettieffetti termici, caratterizzati dalla trasformazione incalore di parte dell’energia associata a un’onda elet-tromagnetica (tabella I), e gli effetti non termici, chemanifestandosi in termini di interazioni molecolaripossono influenzare la struttura cellulare (aumentodel flusso di ioni Ca2+ dalle membrane cellulari dicellule esposte a CEM; effetti a carico del nucleo cel-lulare quali rotture geniche e traslocazioni cromoso-miche)(4,9).Un effetto biologico però non necessariamente costi-tuisce un danno: perché questo si verifichi, occorreche l’effetto superi la capacità di compensazione dicui dispone l’organismo, che a sua volta dipende dallecondizioni ambientali. Con il termine di “rischio” si intende la probabilità disubire un danno e le norme di sicurezza servono aproteggere dal rischio di subire quel danno che, nelnostro caso, consistono nel fissare dei livelli limite diesposizione a CEM che siano sufficientemente al disotto dei livelli che provocano effetti biologici accer-tati (Tabella II).

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compresa rispettivamente tra 880 e 915 MHz e tra1880 e 1900 MHz con segnale modulante di tipodigitale. L’unica conseguenza accertata dell’assorbimento dienergia elettromagnetica dalla testa dell’utente ditelefono cellulare è un aumento della temperaturalocale dei tessuti talmente modesto da non compor-tare, anche nella condizione peggiore di esposizione,rischio alcuno di natura termica per le strutture del-l’occhio, dell’orecchio e cerebrali, in quanto la depo-sizione di energia è largamente compensata dai pro-cessi fisiologici di termoregolazione. Simulazioni su modelli anatomici della testa hannodimostrato che il riscaldamento indotto da telefonocellulare a contatto con l’orecchio, dopo una conver-sazione della durata di 6-7 minuti, è al massimo di

Particolare attenzione oggi viene posta ai possibilirischi derivanti dall’uso sempre più massiccio dellatelefonia cellulare visto che il suo utilizzo richiede lastretta vicinanza tra il generatore del CEM costituitodall’antenna e la testa dell’utente. Al fine allora di sta-bilire gli effetti di tipo non termico dei CEM e quin-di la sicurezza delle comunicazioni senza fili si rendenecessario valutare quantitativamente l’interazioneelettromagnetica tra il telefono cellulare e la testaumana. I sistemi di telecomunicazione cellulare comunemen-te utilizzati sono rappresentati dai sistemi TACS ditipo analogico che trasmettono con una frequenzaportante compresa tra 800 e 900 MHz con modula-zione di frequenza e dai sistemi GSM e DECT ditipo digitale che utilizzano una frequenza portante

Tabella 1: Effetti biologici di tipo termico

Tabella II: Manifestazioni morbose nell’uomo da esposizione a RF e MW

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0,18°C, valore non sufficiente per parlare di effettoneurotossico da telefono cellulare. Sulla base delle conoscenze attuali, quindi, non sonostati accertati effetti dannosi immediati sulla saluteconseguenti a fenomeni termici provocate dalle espo-sizioni ai telefoni cellulari(1,15).Tuttavia potrebbero insorgere danni a distanza edallora nella eventualità di un effetto dannoso suitumori cerebrali, coordinato dalla AgenziaInternazionale per la Ricerca sul Cancro, è attual-mente in corso in 14 Nazioni, compresa l’Italia, unostudio caso-controllo (Progetto INTERPHONE) suitumori cerebrali e della parotide in relazione all’usodel telefono cellulare(2,10). Quest’ultimo si propone di valutare se l’incidenzadelle neoplasie nelle sedi anatomiche più vicine allasorgente di emissione risulta in qualche modoinfluenzata dalla durata e frequenza d’uso del telefo-no cellulare ed dall’intensità di esposizione alle radio-frequenze utilizzate nella telefonia mobile.

Scopo della ricerca

In uno studio, condotto al fine di evidenziare i possi-bili effetti dovuti all’interazione tra i campi elettro-magnetici emessi da un telefono cellulare di tipoTACS e il sistema uditivo mediante la registrazionedelle otoemissioni acustiche evocate (transienti e pro-dotti di distorsione), sono state riscontrate dellevariazioni interpretabili come la diretta conseguenzadell’assorbimento dell’energia elettromagnetica emes-sa dal telefono cellulare(12).Sulla base di queste considerazioni in questa ricerca cisi è proposto di accertare, mediante la registrazionedelle risposte uditive del tronco encefalico (Auditory

Braimstem Responses = ABR), se la comparsa di talimodificazioni a carico del sistema uditivo possanoessere correlate anche ai campi elettromagneticiemessi da un telefono cellulare di tipo GSM. L’ABR, particolarmente in questa ricerca, data l’ele-vata riproducibilità valutabile sulla base della Latenzae dell’Ampiezza(3,7,8), ci permette di evidenziare lapresenza di alterazioni delle vie uditive centrali pro-vocate dalle onde elettromagnetiche.Per la valutazione della funzionalità del sistema uditi-vo sono stati presi in considerazione i seguenti para-metri:sensazione soggettiva di variazione della temperaturaa carico del padiglione auricolare esposto; rilevamento della temperatura corporea, in corri-spondenza del padiglione auricolare, prima e dopol’esposizione al campo elettromagnetico;risposte evocate uditive del tronco encefalico.

Materiali e Metodi

Lo studio è stato effettuato su 43 soggetti volontari,23 di sesso maschile e 20 di sesso femminile, nor-moudenti, abituali fruitori del servizio di telefoniamobile di tipo GSM.L’indagine è stata condotta presso l’Università degliStudi di Palermo dalla Sezione di Audiologia delDipartimento di Biotecnologie Mediche e MedicinaLegale e dalla Clinica Otorinolaringoiatria R in colla-borazione con l’Istituto di Studi sui SistemiIntelligenti per l’Automazione del ConsiglioNazionale delle Ricerche.I volontari sono stati selezionati da un campione ori-ginario di 50 soggetti 3 dei quali esclusi perchéimpossibilitati a sottoporsi al previsto follow-up e 4

Tabella III: Manifestazioni morbose nell’uomo da esposizione a RF e MW

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perché affetti da otite media cronica. Tutti i soggetti esaminati, di età compresa tra i 24 edi 30 anni, sono stati sottoposti ad accertamenti clini-ci e strumentali che comprendevano: anamnesi, visi-ta otorinolaringoiatrica, audiometria tonale liminare,impedenzometria. L’indagine anamnestica personale è stata effettuata alloscopo di escludere malattie di natura ereditaria e/opregresse patologie a carico dell’orecchio; la visita oto-rinolaringoiatrica al fine di escludere la presenza diuna qualche patologia a carico del distretto otorino-laringoiatrico; l’audiometria tonale liminare per stu-diare il tipo, la morfologia, il grado e le caratteristichedella curva audiometria ed infine l’esame impedenzo-metrico per valutare la perfetta funzionalità del siste-ma timpano-ossiculare. Sono stati considerati idonei quei soggetti con unacapacità uditiva nei limiti della norma bilateralmen-te. Sono invece stati esclusi tutti quei volontari affet-ti da sordità neurosensoriale anche di lieve entità etutti quei soggetti con patologia a carico dell’orecchiomedio e/o disfunzione tubarica resistenti alle comuniterapie mediche.

Il protocollo sperimentale, per ogni soggetto, è statoarticolato in più fasi: I° Fase: Misurazione della temperatura corporea, effet-tuata pochi secondi prima dell’esposizione al CEM,mediante un termometro auricolare, l’unico in gradodi rilevare direttamente la temperatura dell’ipotala-mo;II° Fase: Rilevazione dei potenziali evocati uditivi deltronco (A.B.R.), in assenza di CEM, per un periodo diregistrazione pari a tre minuti (test);III° Fase: Ripetizione della fase precedente (re-test), alfine di verificare la stabilità della risposta uditiva delsoggetto esaminato;IV° Fase: Rilevazione dei potenziali evocati uditivi deltronco (A.B.R.), in presenza di CEM, per un periododi registrazione pari a sei minuti;

V° Fase: Rilevazione dei potenziali evocati uditivi deltronco (A.B.R.), in presenza di CEM, per un periododi registrazione pari a dodici minuti;VI° Fase: misurazione della temperatura corporea, altermine dell’esposizione del soggetto ai campi elettro-magnetici.

La registrazione dei potenziali evocati è stata effettua-ta mediante Amplaid MK12 e l’intero esame si è svol-to all’interno di una cabina silente climatizzata, man-tenuta alla temperatura costante di 22C°. Il soggetto in esame è stato posto su di un lettinofacendo attenzione a che i muscoli della testa e delcollo fossero il più possibile rilassati. Gli elettrodi, dopo avere accuratamente sgrassato leparti con alcool, sono stati posizionati sul lobo del-l’orecchio da esaminare l’elettrodo di riferimento (-), sul lobo controlaterale l’elettrodo di massa (terra) esulla fronte quello attivo (+). Al fine di eseguire correttamente la valutazione deipotenziali si è fatto in modo che l’impedenza misura-ta tra gli elettrodi avesse un valore inferiore ai 3,5kW. Per evocare i potenziali uditivi in assenza di CEMsono stati inviati, per singola registrazione, 2000 sti-moli ad una cadenza di 11 impulsi/sec per una dura-ta complessiva di tre minuti circa. Le prove eseguite in presenza di CEM sono stateeffettuate utilizzando gli stessi parametri scelti nelcaso precedente ma per un periodo di tempo supe-riore per cui sono stati inviati, per ogni singola regi-strazione, 4000 stimoli ad una cadenza di 11 impul-si/sec per una durata di sei minuti (tabella III). Per quanto concerne i tracciati A.B.R., questi sonostati ritenuti idonei alla nostra ricerca quando rispon-devano a quei parametri internazionali considerati dinormalità e cioè:Presenza delle onde principali I, III e V che sono lepiù stabili e che scompaiono per ultime;Riproducibilità del tracciato;

Figura 1: Schema a blocchi del sistema di generazione del campo elettromagnetico

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Differenza tra le latenze delle singole onde nel test ere-test eseguito in condizioni di base < 0,2 ms.

La creazione del campo elettromagnetico tipico deisistemi per telefonia cellulare GSM è stata ottenutamediante il sistema schematizzato in figura 1.Tale sistema in particolare comprende un generatoredi segnale vettoriale del tipo SMIQ della Rohde &Schwarz operante nel campo di frequenza 300 kHz –

3.3 GHz modulabile secondo gli standard tipici dellatelefonia cellulare quali: GSM, GSM-EDGE, DECT,etc. Il segnale dal generatore viene inviato ad un amplifi-catore lineare in grado di amplificare con una poten-za massima di 5 Watt. In cascata all’amplificatore troviamo un accoppiatoredirezionale che, associato con il misuratore di poten-za, consente di effettuare la lettura diretta della

Tabella IV: Temperature rilevate a confronto

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potenza transitante dall’amplificatore all’antenna. Infine il sistema radiante, che irradia il segnale giàamplificato, è costituito da un dipolo corto in gradodi trasformare il segnale ricevuto in ingresso in uncampo elettromagnetico che si propaga nello spaziocircostante.In condizioni operative reali gli apparecchi per telefo-nia mobile tipo GSM, di nuova generazione, impie-gano livelli di potenza variabili fino ad un massimo di2 Watt con un livello di potenza media di 0,25 Watt. Inoltre la banda di frequenza utilizzata per la trasmis-sione dall’apparecchio mobile alla stazione radio baseè compresa tra 890 – 915 MHz.

Nel nostro caso i parametri del sistema di generazio-ne e trasmissione del campo sono stati scelti inmaniera tale da fornire un segnale in antenna dipotenza massima pari ad 1 W alla frequenza di 915MHz con modulazione TDMA tipica dei GSM.Per quanto riguarda la collocazione del sistema diesposizione si è provveduto a realizzare un appositosupporto per l’antenna in modo da fissarla stabil-mente su un lato della cuffia utilizzata per l’esameABR ad una distanza dalla testa di 6 cm.Inoltre tutte le apparecchiature per la generazione delcampo sono state collocate in una camera adiacente aquella in cui si trovava il soggetto in esame in modo

Tabella V: Rilevazioni dei PEU in assenza di CEM

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Tabella VI: Rilevazioni dei PEU in assenza di CEM

tale che la registrazione non venisse influenzata dallapercezione o meno, da parte dello stesso soggetto, diessere esposto al campo elettromagnetico.

Risultati

Dei 43 soggetti soltanto dieci, 7 di sesso maschile e 3di sesso femminile, hanno avvertito una sensazione dicalore ai tessuti direttamente a contatto col CEMmentre in tutti si è riscontrata una variazione dellatemperatura auricolare tra prima e dopo esposizione,compresa tra -0,3°C e +0,9°C, con una media di

0,22°C (tabella IV). Per quanto riguarda l’analisi dei dati ottenuti dalleregistrazione delle A.B.R. in assenza ed in presenza dicampi elettromagnetici vi è da dire che ci si è attenu-ti alla seguente procedura: calcolo delle differenze tra i tempi di latenza delle sin-gole onde ottenute nelle fasi di test e re-test in assen-za di CEM;individuazione ed esclusione dei soggetti nei i quali èstata riscontrata una differenza tra i tempi di latenza,in corrispondenza della I o della III oppure della Vonda, maggiore di 0,2 ms;calcolo della media dei tempi di latenza, relativamen-

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Tabella VII: Valutazione della riproducibilità del tracciato in assenza di CEM

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te ai soggetti non esclusi al passo precedente, in cor-rispondenza delle singole onde registrate in fase ditest e re-test senza CEM; confronto tra i valori medi ottenuti per ogni singolaonda e per ogni soggetto ed i valori delle relativelatenze registrate in presenza di CEM per un periododi esposizione pari a 6 e 12 minuti; identificazione del numero di soggetti con una diffe-renza di latenza > 0,2 ms in presenza di CEM rispet-to all’esame eseguito in condizioni di base.I dati ottenuti sono stati raccolti nelle tabelle V e VIe rappresentano i tempi di latenza delle cinque ondedei potenziali evocati misurati, per ogni singolo sog-getto, rispettivamente in assenza ed in presenza diCEM. In particolare nella tabella V sono riportati due grup-pi di dati relativi ai tempi di latenza delle cinque ondeA.B.R., per ogni soggetto, ottenuti durante un perio-do di registrazione pari a 3 ed a 6 minuti, in assenzadi CEM. Analogamente nella tabella VI sono riportati duegruppi di dati ottenuti in presenza di CEM corri-spondenti questa volta a periodi di registrazione di 6e 12 minuti.

Nella tabella VII sono stati analizzati, tenendo contodei requisiti internazionali sopra detti, i dati relativi aitempi di latenza ottenuti in assenza di CEM. In essasono state poi calcolate le differenze tra i tempi dilatenza delle singole onde nella fase di test e re-test. Da una prima analisi si è visto che due soggetti, il n°20 e il n° 27, presentavano una differenza tra i tempidi latenza maggiore di 0,2 ms e pertanto, non soddi-sfacendo il 3° parametro di normalità, sono statiesclusi dallo studio.Anche il soggetto n°10 è stato eliminato in quantonon rispondeva al 1° requisito data la impossibilità adindividuare i tempi di latenza relativi alla I, II e IVonda sia nella fase di test sia in quella di re-test (figu-ra 2). Della esclusione ha fatto parte infine il soggetto n° 4ove è stata riscontrata una eccessiva instabilità neitracciati ABR che non consentiva di individuare itempi di latenza delle singole onde (figura 3).Nella fase successiva dell’analisi sono stati calcolati itempi medi di latenza delle singole onde e messi aconfronto con i tempi di latenza ottenuti durante leregistrazioni dei potenziali evocati dopo 6 minuti e12 minuti di esposizione a CEM (tabella VIII). Infine, allo scopo di individuare eventuali variazionidei tempi di latenza delle cinque onde dei potenzialievocati correlabili con la presenza del campo elettro-magnetico si è proceduto all’analisi dei valori assolutidelle differenze dei tempi di latenza per ogni singolaonda mettendo in evidenza solo quelli che superava-no i 0,2 ms.I risultati di tale confronto, riportati nella tabella IXdove sono indicati con ‘0’ i valori inferiori o uguali a0,2 ms e con ‘1’ i valori superiori a 0,2 ms, hannomesso in evidenza che non esistono differenze trarisposte evocate uditive del tronco encefalico eseguitea riposo e risposte evocate uditive del tronco encefa-lico eseguite in presenza di CEM ad alta frequenzamantenuto attivo fino ad un tempo massimo di 12minuti e posto ad una distanza di 6 cm dal padiglio-ne auricolare.In particolare la valutazione delle onde principali, diquelle cioè più facilmente valutabili perché menosoggette a variazioni, mostra l’assenza di modifichesia dopo 6 che dopo 12 minuti di esposizione aCEM, mentre le onde intermedie II e IV hanno pre-sentato, in diversi casi, delle sostanziali variazioni.

Considerazioni Conclusive

Dalle più recenti ricerche sul settore delle radiofre-quenze (RF) e delle microonde (MW) per le comu-nicazioni è emerso, come già detto, che, dopo unaconversazione della durata di 6-7 minuti, l’unica con-seguenza certa dell’assorbimento di energia elettro-magnetica dalla testa dell’utente di telefono cellulareè un aumento della temperatura locale dei tessuti almassimo di 0,18°C, valore comunque non sufficien-

Figura 2: Registrazione dell’ABR nel soggetto n° 10

Figura 3: Registrazione dell’ABR nel soggetto n° 4

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Tabella VIII: PEU rilevanti in assenza di CEM Vs PEU rilevanti durante esposizione prolungata a CEM

te per parlare di effetto neurotossico da telefono cel-lulare in quanto largamente compensato dai processifisiologici di termoregolazione(1,15). Anche dalla nostra ricerca è emerso, in linea con leconoscenze attuali, che dopo un’esposizione a 12minuti di CEM a 900 MHz, il valore medio dell’in-nalzamento della temperatura è stato di 0,22°C e ciògiustifica l’assenza di alterazioni dei tracciati A.B.R.almeno a carico delle onde principali.Non è stata inoltre riscontrata (tabella IV) alcuna

relazione tra sensazione soggettiva di calore a caricodel padiglione auricolare esaminato ed aumento dellatemperatura corporea.Una considerazione a parte merita l’analisi delle ondeII e IV dove invece sono state riscontrate sostanzialivariazioni sia in termini di latenza, analiticamenteevidenziabili, che in termini di morfologia.Ed infatti essendo queste ultime, già in condizioni dibase, le onde più soggette a variazioni e quindi menovalutabili, possono non essere rilevanti ai fini dellostudio, ma proprio la loro labilità potrebbe renderle

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Tabella IX: Differenza tra i tempi di latenza delle singole onde valutati in presenza di CEM (a 3 e 6 minuti di esposizione)

più vulnerabili all’azione dei CEM ad alta frequenzae quindi giustificare differenze di latenze maggiori di0,2 ms che nella nostra ricerca sono state riscontratein 4 ed 8 soggetti rispettivamente per le onde II e IVdopo 6 minuti di esposizione ed in 3 e 7 soggettidopo 12 minuti di esposizione continua.Visto però l’esiguo numero di soggetti esaminati, irisultati fin qui ottenuti possono solo avere un valoreindicativo e pertanto, la ricerca, che è ancora in corso,mira ad aumentare il numero dei soggetti volontari alfine di stabilire con sufficiente certezza se le variazio-

ni riscontrate sono da ascrivere realmente ad effetti ditipo termico come invece ci auguriamo non sia.

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Scopo dello studio

Lo scopo di questo studio è ottenere una rappresen-tazione del segnale TEOAE (Otoemissione AcusticaEvocata Transitoria) tale da evidenziare i singolisegnali monocomponenti contenuti in esso.Sono stati presi in considerazione i tracciati delleTEOAE di 8 pazienti affetti da malattia autoimmu-ne; ogni segnale di otoemissione è stato ottenuto confrequenza di campionamento di 25 kHz, protocollodi stimolazione non lineare, frequenza dello stimolo(click) di 50 Hz ed estremi della finestra di acquisi-zione pari a 2,5 ms e 20 ms; sono stati poi aggiunticampioni nulli sino ad ottenere 512 campioni perrisposta.Successivamente sono stati applicati a tali segnali glialgoritmi, riportati in appendice, delle distribuzionitempo-frequenza Wigner-Ville, Cone-Shaped edesponenziale (Choi-Williams) e degli spettrogrammidi Gabor di ordine 3 e 4.Sul piano tempo-frequenza si sono ottenuti dei grafi-ci d’intensità interpolando con una scala di colore irisultati precedenti sia con scala di interpolazionelineare che con scala logaritmica; sono stati misurati,per ogni risposta, le componenti a frequenza costan-te, gli impulsi temporali e i segnali chirp; infine sonostate avanzate ipotesi sull’ attendibilità di tale proce-dimento.L’uso di varie distribuzioni tempo-frequenza permet-te di attenuare di volta in volta uno dei due principa-li problemi che esse presentano, l’interferenza da ter-mini incrociati e la risoluzione; infatti un migliora-mento di uno di questi parametri viene compensatocon il parallello peggioramento dell’altro; la distribu-zione di Wigner-Ville ha la risoluzione tempo-fre-quenza più alta, ma è fortemente affetta dall’interfe-renza dei crossterm; il suo uso è limitato in questocontesto alla definizione dei contorni di strutturetempo-frequenza del segnale TEOAE già individuatecon le altre distribuzioni.

Metodi

Sono stati analizzati i 16 tracciati TEOAE di 8

pazienti di età compresa tra 27 e 66 anni; i tracciatisono stati acquisiti nel corso di una ricerca audiologi-ca sulle malattie autoimmuni; tutti i soggetti in esamepresentavano una manifestazione patologica di natu-ra autoimmune, ma non tutti presentavano deficituditivo, come emerso dagli esami audiometrici limi-nari standard eseguiti sugli stessi.L’ acquisizione dei tracciati delle otoemissioniTEOAE è avvenuta tramite il sistema ILO88 v.4.2b prodotto dalla Otodynamics Ltd.; la misurazio-ne è stata svolta in cabina silente, e la durata di ognisessione di registrazione è stata di circa 140 sec.; lasonda di acquisizione adoperata è stata il modelloBC920816 della Otodynamics; il protocollo di sti-molazione scelto è stato quello non lineare, dettoanche derivato, con frequenza di stimolazione pari a50 Hz e la forma d’ onda dello stimolo adoperato èdel tipo “click”.La finestra di acquisizione relativa ad ogni stimolo èrettangolare e compresa tra gli istanti 2,5 ms e 20 msmisurati dall’ inizio di ogni stimolo.L’ intensità degli stimoli è stata scelta automatica-mente dal sistema nel range 47-68 dB SPL, con varia-zione minima di 3dB per ottimizzare il rapportosegnale/rumore; quest’ ultimo ha presentato in effet-ti notevoli variazioni sia a causa del livello di rumoreambientale, sia per la diversa funzionalità della cocleae delle sezioni media ed esterna dell’ apparato uditivodel soggetto. Il segnale acquisito dalla sonda è stato amplificato esuccessivamente filtrato prima con un filtro passa altodel 2° ordine avente frequenza di taglio 350 Hz eguadagno 1,50, e poi con un filtro passabasso del 4°ordine avente frequenza di taglio 10,0 kHz e guada-gno 2,0.La frequenza di campionamento del segnale analogi-co è stata posta a 25 kHz; questa scelta ha permessodi soddisfare pienamente il criterio di Nyquist, datoche le frequenze più alte presenti nei segnali TEOAEnon superano i 4 kHz. La conversione A/D è avve-nuta con quantizzazione uniforme a 12 bit e unnumero dispari di livelli.Successivamente il segnale digitale è stato filtrato confiltro del 2° ordine avente frequenze di taglio 0,5 ÷ 6,0 kHz.

AUDIOLOGIA-NEWSLETTER7:3-4, 2003, Società Italiana di Audiologia

APPLICAZIONE DELLE DISTRIBUZIONI TEMPO-FREQUENZA CONE-SHAPED, ESPONENZIALEE DELLO SPETTROGRAMMA DI GABOR AI SEGNALI TEOAE DI 8 PAZIENTI CON MALATTIA

AUTOIMMUNE

Grisanti Guido M.*, Martines E.**, Parlapiano C.**, Rodonò G.*

* Dipartimento di ricerche energetiche ed ambientali, Università di Palermo** Dipartimento di biotecnologie mediche e medicina legale, Università di Palermo

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Con lo spettrogramma di Gabor di ordine 4 si evidenzia bene un segnale chirp tra ( 4,32 ms - 4,5 kHz ) e ( 5,84ms - 2 kHz ):

I tracciati finali sono stati ottenuti come medie arit-metiche eseguite su 260 registrazioni; successivamen-te sono stati scartati i tracciati “non validi”, dove pertracciato valido si è considerato una risposta digitaliz-zata con rapporto segnale/rumore superiore ad unacerta soglia in 5 bande frequenziali contigue.Le elaborazioni successive hanno previsto la conver-sione dei dati dal formato ILO88 al più comuneASCII, il calcolo delle energie dei segnali e dellemedie delle distribuzioni tempo-frequenza, e sonostate svolte direttamente su PC utilizzando modulicostruiti appositamente all’ interno dell’ ambiente disviluppo LABVIEW.L’ analisi tempo-frequenza è stata svolta adoperandoil modulo “Joint Time-Frequency Analyzer” (JTFA)

v.3.a sviluppato dalla National Instruments Co. perl’ambiente di sviluppo LABVIEW .

Risultati sperimentaliSono mostrati di seguito gli spettrogrammi ottenuticon i metodi descritti in precedenza relativi ai segna-li TEOAE destro e sinistro del paziente n. 4:

Paziente n.4 lato dxL’ energia del segnale risulta pari a 2,37·10-13 J/m2; lamassima frequenza distinguibile è di 4,83 kHz.La distribuzione Cone-Shaped con α=0,5 evidenziauna componente con frequenza costante di 0,83 kHztra 7 ms e 15 ms, con una zona di massima densità dienergia tra 9,92 ms e 12,32 ms e tra 0,83 kHz e 0,98kHz:

4dx - Distribuzione Cone-Shaped con parametro α=0,5

4dx – Spettrogramma di Gabor di ordine 4

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Questa struttura è evidente anche adoperando la distribuzione di Wigner-Ville:

4dx - Distribuzione di Wigner – Ville

Infine con la distribuzione esponenziale applicata al segnale analitico con α=1 si evidenziano due impulsi negliistanti 7,52 ms e 10,24 ms:

4dx - Distribuzione esponenziale con α=1 sul segnale analitico

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Paziente n.4 lato sxL’ energia del segnale risulta pari a 2,20·10-13 J/m2; la massima frequenza distinguibile è di 4,2 kHz.La distribuzione Cone-Shaped con ?=0,5 evidenzia due componenti alle frequenze costanti di 1,05 kHz e 1,32 kHztra 5,28 ms e 13,76 ms, seguite da una zona di massima densità di energia compresa tra 13,76 ms e 16,96 ms e tra0,85 kHz e 1,03 kHz:

4sx - Distribuzione Cone-Shaped con parametro α=0,5

Lo spettrogramma di Gabor di ordine 4 mostra che la regione di massima densità energetica ha una struttura a chirptra ( 12 ms - 1,3 kHz ) e ( 17,44 ms - 0,9 kHz )

4sx – Spettrogramma di Gabor di ordine 4

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Infine con la distribuzione esponenziale con parametro α=0,3 applicata al segnale analitico si evidenzia un impul-so a banda larga in t = 6,56 ms:

DiscussioneLa distribuzione più importante nell’analisi dei trac-ciati è stata la Cone-Shaped; essa ha consentito dirivelare le componenti a frequenza costante o legger-mente variabile, e di evidenziarne le regioni di massi-ma densità energetica. Un altro aspetto positivo dellaCone-Shaped è stata la precisione nel rivelare le com-ponenti a frequenze più elevate, in genere moltodeboli e identificabili con segnali relativi ad emissio-ni otoacustiche spontanee; in ogni caso la massimafrequenza così misurata è stata costantemente inferio-re a quella massima misurata dallo spettro di poten-za. La Cone-Shaped non è riuscita invece ad eviden-ziare segnali impulsivi, mentre i segnali chirp si sonopresentati come una successione nel tempo di lineeorizzontali o debolmente inclinate sconnesse tra loro.L’uso del segnale analitico consente una maggiorerisoluzione frequenziale nello spettrogramma, ma ingenere tale scelta non è stata fatta per non distorcerela struttura tempo-frequenza dello spettrogramma.Lo Spettrogramma di Gabor ha dato luogo a graficicon la tipica struttura a “ragnatela”; è stato adoperatoper misurare gli estremi dei segnali chirp, evidenziatimolto chiaramente così come le zone di massimadensità energetica; sono apparsi invece meno nitidigli impulsi temporali; non si è riusciti inoltre a misu-rare con precisione i contorni delle componenti a fre-quenza costante, che tendono a trasformarsi in regio-ni fortemente ellissoidali; inoltre lo spettrogramma diGabor ha reso difficile la distinzione tra autotermini

]

4sx - Distribuzione esponenziale con parametro α=0,3 calcolata sul segnale analitico

e termini incrociati. a distribuzione di Wigner-Villepossiede un’ottima risoluzione nel dominio tempo-frequenza ma purtroppo è fortemente affetta dall’interferenza introdotta dai termini incrociati; di con-seguenza non è praticamente possibile, adoperandola,separare i contributi energetici dovuti ai vari segnalimonocomponenti che formano il segnale complessi-vo.La distribuzione esponenziale è stata adoperata essen-zialmente per misurare con precisione gli istanti incui sembrano presentarsi segnali impulsivi; tuttaviauna difficoltà costante presentata dalla distribuzioneesponenziale calcolata sul segnale semplice è stata lacomparsa di bande verticali che, imitando la struttu-ra tempo-frequenza dell’impulso temporale, spessone ha reso di fatto impossibile il riconoscimento. Inogni caso un’indicazione da parte di questa distribu-zione della presenza di un impulso temporale ad uncerto istante è sempre molto incerta, e va verificatacon lo spettrogramma di Gabor e con l’osservazionedel tracciato temporale del segnale. Un altro problema di questa distribuzione è che nonsmorza i crossterm relativi a coppie di sottosegnaliche nel piano tempo-frequenza sono centrati su puntiaventi uguale coordinata temporale o frequenziale; laconseguenza sul piano grafico è la comparsa di nume-rose figure di interferenza costituite da segmenti oriz-zontali o verticali. Da notare negativamente infine èstata la particolare lentezza di calcolo di questa distri-buzione rispetto a tutte le altre.

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ConclusioniLa distribuzione Cone-Shaped realizza un ottimocompromesso tra risoluzione tempo-frequenza e lim-itazione dei termini incrociati evitando inoltre, a dif-ferenza di quella esponenziale, la comparsa di strisceverticali non corrispondenti ad autotermini.La distribuzione di Wigner-Ville produce spettro-grammi ad alta definizione ma assai poco inter-pretabili.Lo spettrogramma di Gabor e la distribuzione espo-nenziale infine permettono di misurare in modo otti-male rispettivamente i segnali chirp e gli impulsi tem-porali.

AppendiceLe distribuzioni usate in questo lavoro, eccetto lospettrogramma di Gabor, appartengono alla classe diCohen. Considerando segnali a tempo discreto, visono più possibili definizioni della classe di Cohen; cisi limita qui a considerare solo la seguente definizio-ne, valida per segnali a tempo discreto, complessi e adurata finita, adottata negli algoritmi del moduloJTFA dell’ ambiente grafico di sviluppo LAB-VIEW‰:

dove L è il numero complessivo di campioni di s otte-nuti con periodo di campionamento T. Si sceglie ingenere L potenza di 2 per facilitare il calcolo dellaFFT; nel caso in cui L non sia una potenza di 2 siaggiungono campioni nulli sino a raggiungere lapotenza di 2 successiva.La distribuzione Cone-Shaped per segnali a tempodiscreto è caratterizzata dal nucleo ϕ così definito:

dove α è un parametro positivo variabile inversamen-te proporzionale al grado di smussamento della dis-tribuzione; dunque la versione discreta della distribu-zione Cone-Shaped risulta uguale a:

La distribuzione esponenziale o di Choi-Williams ècaratterizzata dal nucleo:

dove α è un parametro positivo variabile inversamen-te proporzionale al grado di smussamento della dis-tribuzione; dunque la versione discreta della distribu-

zione esponenziale è la seguente:

Nell’ implementazione pratica di questa distribuzio-ne si usa per il nucleo ϕ(i,m) una finestra di duratatemporale finita pari a 2M+1, e ciò si traduce nell’ulteriore condizione ι≤Μ sull’ indice della sommadi convoluzione.La distribuzione di Wigner-Ville è caratterizzata dalnucleo:

dunque la versione discreta della distribuzioneWigner-Ville è:

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Comunicazione presentata al XXIX congresso nazionale dellaSocietà Italiana di Audiologia - Le Castella - Isola di CapoRizzuto - Crotone, 24/27 Settembre 2003.

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AUDIOLOGIA-NEWSLETTER7:3-4, 2003, Società Italiana di Audiologia

XXIX Congresso Nazionale Società Italiana di AudiologiaCatanzaro 24-27 Settembre 2003

Relazione Inaugurale

IL SILENZIO E LA VOCE: SUGGESTIONI MAGNO-GRECHE DI UNA FILOSOFA DI CROTONEProf. Laura Faranda

Ringrazio anzitutto gli organizzatori del Convegnoper la fiducia accordatami nel propormi un interven-to “di benvenuto”, per certi aspetti inaugurale: unintervento che dovrebbe lasciare intuire la ricchezza eil prestigio storico-antropologico del territorio cheospiterà, in queste tre giornate, il Congresso dellavostra Società. Non so se sarò all’altezza del compitoassegnatomi; so per certo, tuttavia, che la mia sarà“una voce fuori dal coro”, e che la mia formazioneantropologica (mi occupo in particolare di antropo-logia del mondo antico) finirà per “forzare” il vostroascolto in una direzione tematica che mi auguro nonsia troppo disorientante.Avrei potuto optare per un excursus di sintesi sullaricchezza di quest’area della Magna Grecia; avreipotuto soffermarmi sull’eloquenza di una cronologiache colloca Crotone (la cui fondazione risale al 709-708 a.C.) – al pari di Siracusa (733 a.C.) o diMetaponto (773), o di Milazzo (716) o di Sibari(708) – fra le più antiche aree achee di colonizzazionegreca; e avrei potuto tentare di contestualizzare nelpresente una simile eredità, lasciandovi appena intui-re gli esiti geo-antropici di un processo di ellenizza-zione che ha caratterizzato nei secoli il territorio checi ospita. Ma il tempo a nostra disposizione avrebbefinito per mortificare ogni ambizione alla sintesi. Eallora ho preferito concentrarmi elettivamente su unsolo esempio, su una sola suggestione, su una storia euna figura paradigmatica che mi è sembrato avvici-nassero emblematicamente e metaforicamente questaterra antica al vostro campo di saperi.

Riposando sulla convinzione tanto elementare quan-to inequivocabile che l’orecchio, oltre che il primoorgano sensoriale che si instaura nella vita embriona-le, sia anche una fonte creatrice di universi simbolici,cercherò di ancorare le oscillazioni percettive dellacoscienza uditiva a una precisa stagione storica.Proverò a far viaggiare – con un ampio supplementodi libertà – alcune categorie sensoriali sulle quali sifonda un disciplina come l’Audiologia – il suono, lavoce, il silenzio – nella storia di Crotone e nella suaeredità magno-greca. Una storia insolita, a dire ilvero, che è al tempo stesso storia di corpi e di silenzi.Di corpi femminili che si dischiudono alla pedagogiadell’ascolto. Di figure sonore che concorrono all’arti-colazione di un mondo immaginativo. Di silenzi che

parlano dell’indicibile, che preludono all’ascolto som-messo di un suono originario, di una voce fondatrice.Cosicché, attraverso i precetti di Teano – una filosofaallieva di Pitagora, nata e vissuta nell’area crotoniate– tenterò di lasciare intuire alcune potenzialità sim-boliche dell’universo sonoro, ma soprattutto il potereaccordato al binomio simbolico voce-silenzio, nelloscenario storico-culturale di una donna della MagnaGrecia.Per iniziare, l’enfasi e l’emozione di una scrittura alfemminile, evento di per sé eccezionale, per una sto-ria delle donne nel mondo antico così avara di testi-monianze dirette. Siamo a Crotone, più di 2.500anni fa: in quella Magna Graecia la cui “grandezza” èal tempo stesso politica e culturale; in una terra in cuila presenza e l’influenza culturale e politica diPitagora comincia ad annoverare allievi e allieve diprestigio. In questa Crotone del VI secolo a.C. unadonna, una donna insolita – potremmo dire “unica”nel suo genere e nell’ordine etico del genere che rap-presenta – prende a servizio uno strumento altrettan-to inusuale per dialogare con un’amica e le scrive unalettera. Di questa lettera ci giunge un frammento, cheper la sua brevità e per la sua eloquenza riporto quasiintegralmente:

Quale dolore – scrive Teano all’amica Euridice –invade la tua anima? Tu sei disperata per niente altrose non perché colui con cui sei unita in matrimoniova con una etèra, per il piacere del suo corpo. Ma nonti affligere, o meravigliosa tra le donne: non sai tu ineffetti, che l’orecchio ora è preso dal piacere del suonodella lira o di un canto musicale, ma quando ne èsazio gode volentieri ad ascoltare il flauto? Ora, non-ostante quel rapporto, [tu credi che] il flauto sia ingrado di reggere il confronto con le corde musicali econ l’ammirevole suono di una lira della più soavequalità? Considera che un rapporto analogo vi è fra tee la cortigiana con cui va tuo marito1.

Due donne a confronto: una moglie sottratta all’ano-nimato, ma di cui conserviamo poco più che unnome e un “dolore” e una donna che la tradizionefilosofica antica annovera fra le figure più autorevolidella scuola pitagorica. Due donne a confronto chemutuano dalla loro “fonosfera acustica” e dal lorouniverso simbolico sonoro due metafore esemplari.

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Laddove l’equilibrio e l’armonia di un legame coniu-gale viene turbato dalla scoperta di una passione peruna cortigiana, ecco infatti che «la misurata propor-zione della moglie rispetto alla scomposta passionali-tà del rapporto con la cortigiana trova un corrispetti-vo simbolico nell’opposizione tra lira e flauto. Allalira, strumento apollineo in cui risulta evidente edesemplare il rapporto tra i suoni delle corde e il lorogrado quantificabile di tensione, si contrappone ilflauto orgiastico e dionisiaco. Alla misura, tranquillasino alla monotonia, e all’armonia, si contrappone lasregolatezza che viene tollerata solo se riconosciutacome disarmonico, passeggero sfogo»2.Nella lettera a Euridice e nella metafora del flauto edella lira sono riconoscibili, come vedremo, i temidominanti di un “sapere femminile” di cui Teano lacrotoniate sarà portavoce esemplare, ma anche di una“pedagogia al femminile” che getta le proprie fonda-menta nei paradigmi dell’armonia e della saggezza enella loro stretta relazione di equivalenza.Un’armonia e una saggezza che si conquistano pro-gressivamente, attraverso l’esercizio di un silenzio chediventerà la vera virtù delle donne istruite da Teano,il principio caratterizzante di un’esistenza votata alpudore e alla muta fedeltà verso lo sposo.Chi era, dunque, Teano, questa esemplare maestra delsilenzio? La tradizione antica la valorizza principalmente comela prima donna filosofa. Pitagora la incontra per l’ap-punto a Crotone, dove approda intorno al 530 a.C. edove fonda – dopo aver conquistato i favori e glianimi di anziani, giovani, ragazzi e infine donne – lasua comunità ideale. Figura rappresentativa di unnuovo sistema politico-filosofico fondato sull’armo-nia e sul buon governo, Teano sembra incarnare unmodello ideale di donna, coerente con le funzioni, ivalori e gli spazi che nel mondo pitagorico vengonoad essa attribuiti. Non a caso la donna istruita daTeano viene assunta a sua volta come depositaria dellememorie della scuola, di una rete di saperi preclusialla diffusione, accessibili solo a pochi iniziati.Relegate nello spazio domestico, confinate nel silen-zio, escluse dalla sfera acustica della vita pubblica, ledonne, dopo essere state iniziate alla disciplina delsilenzio, appaiono come i soli contenitori sicuri del“verbo pitagorico”: la trasmissione del messaggiodella scuola avviene così da Pitagora a Damo, la figlia,e alla morte di Damo alla figlia Bitale.Tornando alla biografia di Teano, la documentazio-ne, scarna e lacunosa di indicazioni attendibili, non ciconsente in alcun modo di abbozzare un suo profilobiografico, né di ancorarci a riferimenti cronologicicerti. I cenni indiretti che la riguardano, presentinelle opere a carattere biografico su Pitagora, più chealle sue doti filosofiche attribuiscono gran parte dellasua fama al suo esser stata figlia, madre, moglie ediscepola di famosi pitagorici, quando non dello stes-so Pitagora, di cui una sostenuta tradizione docu-mentaria la vuole sposa, oltre che feconda discepola e

depositaria dei suoi scritti. Anche nel caso di Teano,come in numerosi altri casi in cui la donna antica escedall’anonimato della storia, siamo di fronte a una bio-grafia ingannevole: un inganno che la stessa Teanocontribuisce ad alimentare, se è vero che a chi le posela domanda «Come hai fatto a diventare famosa ben-ché donna?» la filosofa di Crotone pare abbia rispostoche ciò dipendeva dall’aver tessuto la tela e diviso conil suo sposo il letto coniugale3. Niente di più falso, se si considera che, oltre chebuona tessitrice, Teano era anche una prolifica scrit-trice, in epoca di assoluto analfabetismo femminile.Purtroppo, tuttavia, se si escludono un frammento,poche lettere e un poema epico in versi, delle opere diTeano non ci rimangono che i titoli: Sulla devozione,Sulla virtù, Esortazioni alle donne, Intorno a Pitagora,Massime pitagoriche, Commentari filosofici. Titolicomunque eloquenti e rappresentativi sia della ten-sione etica della filosofa volta al perseguimento di unmodello di virtù, di equilibrio e di fedeltà da condi-videre con le altre donne, sia della sua vocazionedivulgativa dei contenuti della filosofia pitagorica; ilche sembrerebbe in contraddizione con la pratica eso-terica del silenzio, se non fosse che, proprio sul temadel silenzio – motivo costante e imperativo del pen-siero pitagorico –, sembra esercitarsi l’attenzione diTeano nei confronti della natura femminile4.Oltre che una pratica esoterica volta a difenderealcune verità della scuola, oltre che una prova inizia-tica (pare che Pitagora imponesse agli aspiranti disce-poli cinque anni di silenzio), l’arte del tacere rappre-sentava la virtù più apprezzata dell’animo femminile:in questa prospettiva, almeno a giudicare da quantoci è pervenuto dei suoi scritti, sembra che l’impegnodivulgativo di Teano si realizzi anzitutto in una accu-rata pedagogia del silenzio. Un silenzio inteso comedivieto di divulgare le verità segrete della filosofiapitagorica, ma soprattutto un silenzio inteso comeregola di vita volta a riplasmare entro un regime disaggezza e di virtù una natura femminile costitutiva-mente inadatta alla vita pubblica.Così, attraverso un’instancabile opera di “domestica-zione”, la donna su cui Teano esercita la sua paideiapiegherà la sua natura indomita, rendendo eloquen-temente muto un corpo che viene avvertito e temutocome luogo virtuale dell’alterità, della destabilizzazio-ne di ogni principio razionale, di costante attentato alsublime destino dell’anima: «È preferibile – scrive inproposito la stessa Teano – affidarsi a un cavallo senzafreni che a una donna dissennata». E certamente allaavveduta filosofa ritornano a mente costantemente,nell’esercizio della sua funzione pedagogica, le innu-merevoli signore del grido, testimoni inquietanti diun’oralità superstite che animeranno per almeno duesecoli la scena tragica della Grecia classica e gli spazirituali del mondo magno-greco. Non a caso ammo-nisce le donne a far proprio il modello di Penelope,maestra di silenzio, per non incorrere nel rischio disomigliare a Medea, sposa ribelle e madre assassina.

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Dopo aver soffocato ogni grido, dopo avere rinuncia-to a ogni voce dissonante che evochi il frastuono diun corpo sottomesso alle note stridule del flauto, ladonna auspicata da Teano dovrà rigenerarsi come“contenitore” muto ed abile, come sapiente ministradi un sapere precluso ad ogni spazio pubblico.Eloquente appare a questo proposito l’episodio piùtardo attribuito alla pitagorica Timica, moglie diMillia, la quale, prigioniera col marito del tirannoDionisio, che tentava di estorcerle i segreti della scuo-la pitagorica, «pur di non parlare, si staccò la lingua ela sputò sul volto del tiranno, temendo che la suadebole natura di donna, soccombendo sotto i tormen-ti, fosse costretta a rivelare alcunché dei segreti dellasetta»5. Ed è significativo che un gesto di mutilazionecosì eloquente venga riportato dai biografi comereplica alla violenza di un tiranno che proprio perestorcere segreti ai prigionieri fece edificare a Siracusal’emblema più ambiguo della potenza dell’ascolto, ilfamoso, credo a tutti noto orecchio di Dionisio.Ma il silenzio femminile postulato da Teano, oltreche come sacrificio volontario ai segreti misterici,viene posto anche in stretta connessione con il pudo-re quotidiano, ovvero con la vocazione a proteggere ea celare di fronte agli estranei la propria identità, non-ché la propria fragilità emotiva e psichica:

«Anche delle parole – scrive in proposito Teano – èbene che una donna saggia non faccia sfoggio in pub-blico, e anche di parlare davanti agli estranei abbiavergogna, come se si spogliasse, e se ne astenga: nellavoce, infatti, si possono intravedere la sensibilità(pathos), l’indole (hethos) e lo stato d’animo di coleiche parla6»

Il passo si presterebbe ad una serie articolata di con-siderazioni che qui, per ragioni di tempo, siamocostretti a contrarre: ci limiteremo a segnalare l’elo-quenza di un’analogia “forte”, che assimila la voce alcorpo femminile: parlare, per una donna, equivale aspogliarsi; la presenza della voce rischia di tradire ilfrastuono di un corpo che oltrepassa gli argini di undestino riproduttivo, unica ragione della sua visibili-tà sociale. Nel mondo greco (e non di meno nelle suecolonie culturali) il riconoscimento sociale di unavoce femminile si attua solo in assenza di un corpovisibile: si pensi, per tutte, alla voce mantica dellaPizia (o, in area magno-greca, della Sibilla), che soloannullando il proprio corpo, rendendolo impenetra-bile alla vista dei fedeli può farne strumento di pas-saggio della parola divina, attraverso la sua propriavoce; la coesistenza di corpo e voce in un soggettofemminile, di contro, viene percepita come insosteni-bile conflitto culturale: si pensi alle inquietanti vocigutturali delle figlie di Danao, vergini ribelli rispettoa uno statuto etico-politico che le vorrebbe consacra-te alla coniugalità; si pensi, ancora, alle voci contraf-fatte, ai “latrati” ferinici delle Baccanti che, invasateda Dioniso, abbandonano i vincoli della natura

umana per incarnare, sospinte dal suono del flauto,l’immagine selvaggia di una donna sinistra, di unacagna, di una madre assassina.L’invito al silenzio di Teano appare in questa chiavecritica frutto di una consapevolezza quasi ancestraledelle potenzialità trasgressive della natura e quindidella voce femminile; di questa consapevolezzarimangono tracce vibranti nella letteratura medica ein quella filosofica posteriore: così, «le “voci striden-ti” dell’alienato rappresentano per Galeno qualcosa dipiù arcaico e inquietante. Nella loro violenza anomi-ca sono le manifestazioni di un “guasto irrimediabi-le”, che si è prodotto all’atto della “prima formazio-ne” dei temperamenti e dalla cui esistenza dipende siala malattia fisica che quella mentale e morale.7». Eancora, contro i “torrenti di voce” scaturiti da un’alie-nazione di matrice femminile, la pedagogia platonicasi leva a evocare quel brusio anonimo di “voci” che,succhiate col latte delle madri e delle nutrici ritorna-no sulla bocca degli adulti e che il legislatore ha ildovere di soffocare ancora prima della nascita, impo-nendo alla donna gravida uno statuto comportamen-tale votato alla misura e al silenzio8.Anticipando lo statuto etico prescritto da Platone,Teano la crotoniate pone il silenzio in stretta connes-sione con il pudore, principale virtù per una donnasaggia. Proprio in riferimento alla conquista del prin-cipio della misura appare eloquente il richiamo diTeano a figure femminili mutuate dalla tradizionemitica ed epica. Sempre seguendo la pista del silenzio,ci limiteremo a segnalare le due eroine citate da Teanoche in qualche modo appaiono esemplari della suavocazione pedagogica: Penelope e Medea, che Teano,come si è già accennato, assume come paradigmi didue atteggiamenti opposti, in relazione alla loro iden-tità femminile: Penelope, moglie esemplare, a cui lafilosofa, abile tessitrice e compagna fedele di un tala-mo coniugale, si ispira in prima persona. Medea, dicontro, incarnazione ferinica di un modello tantofosco quanto rigettabile, moglie arrogante, possessivae infine madre indegna, divorata dalla propria gelosiafino al matricidio.Entrambe “maestre” nell’arte del tacere, Penelope eMedea votano il silenzio a due obiettivi di oppostanatura. Fin dalla prima comparsa nello scenario epicodell’Odissea, Penelope, la saggia, astuta, prudente efedele sposa di Odisseo, ci viene presentata nel ruolodi infaticabile e muta tessitrice: rinchiusa nelle suestanze, al piano superiore del palazzo, la figlia diIcario siede al suo telaio in compagnia delle ancelle.Totalmente estranea al tempo mondano dell’azione,la sua esistenza appare scandita da due momentialterni, che si succedono senza apparente soluzione dicontinuità: da un lato la fatica vana al telaio, dall’al-tro la sofferenza consumata in una sorta di interregnoesperenziale in cui il silenzio regna sovrano.Diversa la natura del silenzio di Medea: «si tratta diun silenzio che prelude alla collera omicida, un silen-zio che si accompagna alla potenza mortifera di uno

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sguardo materno i cui “occhi torvi, di toro” si posanofoscamente sui figli preannunciando un’ira funestache non darà tregua. Metafora di un conflitto insana-bile tra amore e follia, Medea racchiude nella suafigura la radicalizzazione estrema dello sguardo grecosu un corpo femminile che rinvia alla insondabilememoria della carne; uno sguardo all’indietro attra-versato dal fremito di un flusso vitale originario, nelquale nascita e morte si fondono9». E nel quale alsilenzio fa eco il grido, metafora dell’eccesso e dell’a-lienazione, dell’anomia e dell’ambiguità.Il richiamo ai modelli di Penelope o di Medea daparte di Teano ci indica in altri termini che l’esigenzadi formulare una nuova immagine femminile nonpuò prescindere – Teano mostra di avvertirlo costan-temente – da quel “nucleo di verità” cui rinvia l’im-magine ancora prepotente nella memoria collettiva diuna donna-corpo, di una donna-madre, di unamadre-terra, di una terra-divorante, di una fisicitàimperante e tentacolare che si annida nella potenzadella voce.Ora, io credo che proprio su questo nucleo di verità,di cui la filosofa crotoniate intuisce già nel VI secoloa.C. il potenziale eversivo – e che conseguentemente,sposando la logica di una civiltà androcratica avversacon la potenza del proprio lógos discorsivo – si edifi-chino secoli di conflitti, di omissioni storiche, maanche di proliferazioni poetiche, di sopravvivenzemitico-rituali. Il corpo femminile, pur messo a taceredall’etica di una sapiente prosa (l’epistolario di Teanoè in questo senso esemplare), continua a parlare nellascena tragica e nella parola poetica, continua asopravvivere nelle testimonianze storiche che ne rac-colgono non tanto le spoglie, quanto le tracce palpi-tanti.

Continua a proliferare nelle metafore evocate delflauto e della lira, simboli acustici di universi sonori cheunificano, attraverso la pedagogia di Teano, le signo-re del grido e le maestre del silenzio in un unico pro-getto pedagogico. Metafore mutuate da un universosonoro che consente a due donne di dialogare, conse-gnando i segni inquietanti di un corpo femminilecostitutivamente ribelle (e ancora memore del clamo-re dei crotali e del gemito dei flauti cari alla Madredegli dèi), alla potenza della ragione, alla virtù dellamemoria, alla efficacia pedagogica dell’ascolto.

Note

1 I frammenti delle lettere di Teano e altri testi attribuiti alle adep-te pitagoriche sono raccolti nell’opera di M. Meunier, Femmespythagoriciennes: fragments de lettres de Theano, etc., L’Artisan duLivre, Paris 1932. I passi qui citati sono stati tradotti e richiama-ti nel denso saggio di C. Montepaone, Teano, la pitagorica, in N.Loraux (a cura di), Grecia al femminile, Roma-Bari, Laterza,1993, al quale si rimandano quanti vogliano approfondire lacomplessa biografia della filosofa crotoniate.2 Ivi , p. 90.3 Sull’opacità sociale della figura femminile nel mondo greco, cfr.L. Faranda, Dimore del corpo. Profili dell’identità femminile nellaGrecia classica, Roma, Meltemi, 19964 Cfr. C. Montepaone, Teano, la pitagorica, cit., pp. 79-86.5 Ivi, p.81. 6 Ivi, p. 82.7 F. Rosa, La voce, il silenzio, la follia, in F. Rosa (a cura di)Immaginario e follia, Trento, U.C.T., 1991, p.39.8 Platone, Leggi, 887d9 L. Faranda, Dimore del corpo…, cit., p. 98.

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Recensione a cura di Alessandro Martini, Ferrara

Rane, torpedini e scintilleGalvani, Volta e l’elettricità animale

Marco Piccolino e Marco Bresaola, Bollati-Boringhieri 2003

Un libro affascinante. Non è facile scrivere di storiadella scienza in modo così coinvolgente, senza tradirela rigorosità scientifica delle fonti e dei dati, basando-si anzi sulla lettura diretta delle fonti in parte scoper-te dagli stessi Autori. Una gran parte del fascino diquesto libro deriva dal fatto che la rivalità scientificatra Galvani, Volta e altri “filosofi naturali” del tempoviene descritta e quindi vissuta dal lettore “in diretta”,per cui si ha l’impressione di partecipare a tutto quelche di nuovo si sta scoprendo in quello straordinarioperiodo che è stata la fine del Settecento-inizioOttocento; l’ambiente scientifico in cui avvengonomoltissime scoperte e discussioni filosofico-naturali-stico-scientifiche viene descritto con ricchezza di datie appare chiaramente nella sua straordinaria vivacitàintellettuale.

Il libro racconta (si dovrebbe dire “analizza”, ma,come abbiamo detto, la lettura scorre veloce come inun romanzo) un periodo particolarmente vivace dellascienza dell’ultima parte del Settecento, e in partico-lare la contesa scientifica tra Luigi Galvani eAlessandro Volta sulla natura dell’elettricità osservatanegli animali: Galvani era anatomico all’Università diBologna (e anche professore di Anatomia prima, e diOstetricia poi all’Istituto delle Scienze della stessacittà), mentre Alessandro Volta era professore diFisica all’Università di Pavia.Galvani aveva osservato la contrazione dei muscolidella rana in assenza di ogni evidente elettricità ester-na, connettendo il nervo ed il muscolo dell’animaletramite conduttori metallici. E’ credenza comune chela scoperta del professore bolognese sia stata casuale,non il frutto di una serie di esperimenti ben concate-nati e di rigorose considerazioni scientifiche. Questaopinione è molto diffusa e riportata in quasi tutte levoci bibliografiche che riguardano Galvani in tratta-ti/dizionari enciclopedici anche stranieri. Piccolino eBresadola demoliscono questa credenza, e dimostra-no altresì la validità di molti degli assunti teorico-sperimentali di Galvani, che si rivelano decisivi per glisviluppi dell’elettrofisiologia del ventesimo secolo.Come infatti riporta Palo Mazzarello (professore diStoria della Medicina all’Università di Pavia) in unasua bellissima recensione, apparsa sulla Stampa dello

scorso settembre, “la neurofisiologia contemporanea,che ha chiarito il linguaggio attraverso cui comunica-no i neuroni, trae le sue radici, in ultima analisi, pro-prio dagli studi di Galvani.”Particolarmente interessante poi, per chi si interessadi ‘sordità’, è la parte che riguarda gli esperimenti diVolta sulla stimolazione elettrica dell’orecchio in unsoggetto sordo. Nella interazione feconda tra fisica efisiologia che caratterizzava la scienza del Settecento,Volta riesce, utilizzando la rana preparata di Galvani,a dimostrare che, dal contatto tra due conduttorimetallici diversi si produce una “forza elettromotri-ce”. Questo sarà il punto il punto di partenza di quel-lo straordinario cammino di ricerca che porterà lostudioso di Pavia a inventare l’apparecchio comune-mente noto come pila di Volta. Per arrivare alla pilasarà decisiva l’attenzione e la riflessione di Volta suglistudi sui “pesci elettrici” (uno dei capitoli più inte-ressanti della ricerca scientifica di quel periodo, accu-ratamente ricostruito in questo libro). Pur essendoprofessore di fisica, Volta mostra infatti di avere unagrande attenzione alla fisiologia e alla medicina, e, inparticolare, uno sguardo rivolto alle possibili applica-zioni diagnostiche e terapeutiche dell’elettricità. Nel1793, accennando ai suoi esperimenti di stimolazio-ne elettrica del senso visivo e del senso tattile-dolori-fico, egli dice di aver fatto tentativi di stimolare conl’elettricità degli archi bimetallici anche l’udito e l’o-dorato. Nel 1802 farà il tentativo di applicazioneterapeutica dell’elettricità a una fanciulla sordanotando che la fanciulla che prima della cura “nonsentiva punto i suoni più forti da nessuno degliorecchj, or sente i discretamente forti singolarmentedall’orecchio dritto”(v. “Lettera del ProfessoreAlessandro Volta al Prof. Luigi Brugnatelli sopra l’ap-plicazione dell’elettricità ai sordomuti dalla nascita”del 1802, fig.1). Tentativi analoghi venivano fattianche da altri studiosi (v. per esempio la figura 2 trat-ta da un’opera pubblicata all’inizio dell’Ottocento dalmedico tedesco Grapengiesser)

L’incontro-collaborazione-amicizia di uno scienziato-sperimenatale come Marco Piccolino (elettrofisiologoe professore di Fisiologia Generale presso l’Universitàdi Ferrara) con uno storico della scienza (MarcoBresadola, studioso del Settecento e ricercatore nellaFacoltà di Lettere della stessa Università) è statoindubbiamente un fatto “fortunato” perché ha per-messo la nascita di un “prodotto” scritto con metodoinnovativo e con un risultato affascinante.

Riferimento bibliograficoMazzarello P., Rane, muscoli e scintille, Tutto-scien-ze-tecnologia, “La Stampa”, Torino, 24/ 9/ 2003.

RECENSIONI

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Lettera del Professore Alessandro Volta al Prof. Luigi Brugnatelli (1802)

L’uso medico della pila di Volta per la cura dellasordità (da C.J.C. Grapengiesser: Essai sur leGalvanisme, Recherches sur le galvanisme et sur sonusage dans le traitement de certaines maladies. Paris,Croullebois et Fuchs, 1802.

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