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successivi; controllarle seguendo i comunicati stampa e il sito Internet dell’Agenzia delle Entrate ANNUARIO 2002 XXII. COME EVITARE LE LITI 139 Le liti fiscali hanno sempre un costo, anche per chi le vince. È quindi interesse, sia dell’amministrazione sia del contribuente, che le controversie siano ridotte al minimo e che il rapporto tributario venga definito al più presto possibile con il pagamento di quanto dovuto, senza dover subire il peso e le incertezze dei giudizi. In questo capitolo esaminiamo: 1. cosa si può fare nel caso l’amministrazione finanzia- ria abbia commesso degli errori (c.d. “autotutela”); 2. come è possibile correggere proprie irregolarità od omissioni (c.d. “ravvedimento”); 3. gli “sconti” che il contribuente può ottenere, pagan- do subito e rinunciando al ricorso (c.d. acquiescenza); 4. le procedure da seguire per arrivare al “concordato” e alla “conciliazione”. La pubblica amministrazione ha il dovere di applicare la legge correttamente e in modo imparziale. Quando l’amministrazione verifica di aver commesso un errore, danneggiando ingiustamente il cittadino, può annullare il proprio operato e correggere l’errore senza necessità di una decisione del giudice. Questo potere di autocor- rezione si chiama “autotutela” e nel campo fiscale è disciplinato da una legge del 1994 e da un regolamen- to ministeriale. Sull’argomento sono poi intervenute la circolari n. 198/98 del Ministero delle Finanze e le circolari n.143/00 e n.103/01 dell’Agenzia delle Entrate (tutte consultabili sul sito Internet dell’Agenzia). CHI È COMPETENTE AD ANNULLARE GLI ATTI ILLEGITTIMI L’amministrazione può provvedere all’autocorrezione in via del tutto autonoma, “d’ufficio”, oppure dietro inizia- tiva del contribuente. Non è necessario, quindi, che il contribuente abbia presentato una domanda di annulla- mento né tanto meno che abbia presentato ricorso alla Commissione tributaria. Competente per l’annullamento dell’atto illegittimo è lo stesso ufficio che ha emanato l’atto. Nel caso che questo ometta di provvedere all’an- nullamento senza giustificato motivo può provvedere, in via sostitutiva, la Direzione regionale da cui l’Ufficio dipende. IN QUALI CASI Il potere di annullamento o revoca dell’atto, o di rinuncia all’imposizione sorge in tutti i casi di illegittimità dell’atto o dell’imposizione, come ad esempio nelle ipotesi di: • errore di persona; • evidente errore logico o di calcolo; • errore sul presupposto dell’imposta; • doppia imposizione; • mancata considerazione di pagamenti regolarmente eseguiti; • mancanza di documentazione successivamente sana- ta (non oltre i termini di decadenza); • sussistenza dei requisiti per fruire di deduzioni, detra- L’autotutela XXII. COME EVITARE LE LITI (AUTOTUTELA, RAVVEDIMENTO, ACQUIESCENZA, CONCORDATO, CONCILIAZIONE) CHE COS’È L’AUTOTUTELA Restituzione delle somme indebitamente riscosse D’ufficio Su istanza del contribuente Annullamento anche degli atti consequenziali Annullamento degli atti illegittimi da parte dell’ufficio che li ha emessi

(AUTOTUTELA, RAVVEDIMENTO, ACQUIESCENZA, … · rezione si chiama “autotutela” e nel campo fiscale è disciplinato da una legge del 1994 e da un regolamen-to ministeriale. Sull’argomento

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successivi; controllarle seguendo i comunicati stampa e il sito Internet dell’Agenzia delle Entrate

ANNUARIO 2002 XXII. COME EVITARE LE LITI

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Le liti fiscali hanno sempre un costo, anche per chi levince. È quindi interesse, sia dell’amministrazione sia delcontribuente, che le controversie siano ridotte al minimoe che il rapporto tributario venga definito al più prestopossibile con il pagamento di quanto dovuto, senzadover subire il peso e le incertezze dei giudizi.In questo capitolo esaminiamo:

1. cosa si può fare nel caso l’amministrazione finanzia-ria abbia commesso degli errori (c.d. “autotutela”);

2. come è possibile correggere proprie irregolarità odomissioni (c.d. “ravvedimento”);

3. gli “sconti” che il contribuente può ottenere, pagan-do subito e rinunciando al ricorso (c.d. acquiescenza);

4. le procedure da seguire per arrivare al “concordato”e alla “conciliazione”.

La pubblica amministrazione ha il dovere di applicare lalegge correttamente e in modo imparziale. Quandol’amministrazione verifica di aver commesso un errore,danneggiando ingiustamente il cittadino, può annullareil proprio operato e correggere l’errore senza necessitàdi una decisione del giudice. Questo potere di autocor-rezione si chiama “autotutela” e nel campo fiscale è

disciplinato da una legge del 1994 e da un regolamen-to ministeriale.Sull’argomento sono poi intervenute la circolari n.198/98 del Ministero delle Finanze e le circolarin.143/00 e n.103/01 dell’Agenzia delle Entrate (tutteconsultabili sul sito Internet dell’Agenzia).

CHI È COMPETENTE AD ANNULLARE GLIATTI ILLEGITTIMIL’amministrazione può provvedere all’autocorrezione invia del tutto autonoma, “d’ufficio”, oppure dietro inizia-tiva del contribuente. Non è necessario, quindi, che ilcontribuente abbia presentato una domanda di annulla-mento né tanto meno che abbia presentato ricorso allaCommissione tributaria. Competente per l’annullamentodell’atto illegittimo è lo stesso ufficio che ha emanatol’atto. Nel caso che questo ometta di provvedere all’an-nullamento senza giustificato motivo può provvedere, invia sostitutiva, la Direzione regionale da cui l’Ufficiodipende.

IN QUALI CASIIl potere di annullamento o revoca dell’atto, o di rinunciaall’imposizione sorge in tutti i casi di illegittimità dell’attoo dell’imposizione, come ad esempio nelle ipotesi di:

• errore di persona;• evidente errore logico o di calcolo;• errore sul presupposto dell’imposta;• doppia imposizione;• mancata considerazione di pagamenti regolarmente

eseguiti;• mancanza di documentazione successivamente sana-

ta (non oltre i termini di decadenza);• sussistenza dei requisiti per fruire di deduzioni, detra-

L’autotutela

XXII. COME EVITARE LE LITI(AUTOTUTELA, RAVVEDIMENTO,ACQUIESCENZA, CONCORDATO,CONCILIAZIONE)

CHE COS’È L’AUTOTUTELA

Restituzione delle somme indebitamente riscosse

D’ufficio

Su istanzadel contribuente

Annullamento anchedegli atti consequenziali

Annullamento degli attiillegittimi da parte

dell’ufficio che li ha emessi

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XXII. COME EVITARE LE LITIANNUARIO 2002

zioni o regimi agevolativi, precedentemente negati;• errore materiale del contribuente, facilmente ricono-

scibile dall’amministrazione.

L’annullamento dell’atto illegittimo può essere effettuatoanche se è pendente il giudizio o se l’atto è divenuto ormaidefinitivo per decorso dei termini per ricorrere e anche seil contribuente ha presentato ricorso e questo è statorespinto per motivi formali (inammissibilità, improcedibilità,irricevibilità ecc.) con sentenza passata in giudicato.

Se sulla questione si è formato un giudicato sostanziale(se, cioè, il contribuente ha impugnato l’atto e i giudicitributari, con decisione non più revocabile, hanno datoragione all’amministrazione), l’annullamento è possibilesoltanto per motivi di illegittimità del tutto diversi daquelli esaminati e respinti dai giudici.L’annullamento dell’atto illegittimo comporta automati-camente l’annullamento degli atti ad esso consequenzia-li (ad es., il ritiro di un avviso di accertamento infondatocomporta l’annullamento della conseguente iscrizione aruolo e delle relative cartelle di pagamento) e l’obbligo direstituzione delle somme indebitamente riscosse.

CHE COSA DEVE FARE IL CONTRIBUENTEL’annullamento dell’atto, come già chiarito, potrà avve-nire sia per iniziativa dello stesso ufficio che lo ha ema-nato sia su domanda del contribuente.L’istanza non è soggetta al rispetto di forme particolari:sarà sufficiente, ad esempio, trasmettere all’ufficio com-petente una semplice memoria in carta libera (V. schemain appendice) contenente un’esposizione sintetica deifatti corredata dalla documentazione idonea a compro-vare le tesi sostenute.Qualsiasi atto di per sè idoneo a ledere gli interessi delcontribuente può essere oggetto di riesame.

ANNULLAMENTO DELLE CARTELLEEMESSE SU RUOLI FORMATI DAICENTRI DI SERVIZIOCome chiarito nel precedente capitolo, con la progressi-va soppressione dei Centri di Servizio le richieste diannullamento in autotutela degli atti emessi dai Centridi Servizio soppressi devono essere inoltrate agli ufficidelle Entrate o, se non ancora attivati, agli uffici delleimposte dirette (o Iva) oppure, nei limiti dei loro compi-ti, ai Centri di Assistenza telefonica.

In base alle norme sul c.d. “ravvedimento” è possibileregolarizzare le omissioni e le irregolarità commesse,beneficiando della riduzione delle sanzioni amministra-tive, entro determinati limiti di tempo, ossia entro iltermine di presentazione della dichiarazione relativaall’anno in cui è stata commessa la violazione o, inmancanza della dichiarazione, entro un anno dalla vio-lazione.

QUANDO NON È POSSIBILEIl ravvedimento non è consentito:

- quando la violazione è stata già constatata dall’ufficioo ente impositore;

- quando sono iniziati accessi, ispezioni e verifiche. Inquesti casi l’esclusione del ravvedimento non è totale,ma è limitata ai periodi ed ai tributi che sono oggettodi controllo;

- quando sono iniziate altre attività amministrative diaccertamento (notifica di inviti a comparire, richiestedi esibizione di documenti, invio di questionari, ecc.)formalmente comunicate all’autore o ai soggetti soli-dalmente obbligati. Non sono di ostacolo al ravvedi-mento indagini di altro tipo, come quelle di naturapenale.

Il “ravvedimento”

Attenzione a non perdere (in attesa di unintervento dell’amministrazione che potrebbeanche non arrivare) la possibilità di rivolgersial giudice tributario (v. Cap. XXIII).

In base alla legge l’amministrazione nonsarebbe obbligata a provvedere sull’istanza diautotutela. Tuttavia, se l’Ufficio non risponde,il contribuente può rivolgersi alla competenteDirezione regionale che può procedere in viasostitutiva all’annullamento dell’atto illegitti-mo, in caso di “grave inerzia“ dell’Ufficio chelo ha emanato.

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ANNUARIO 2002 XXII. COME EVITARE LE LITI

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COME SI APPLICA IL RAVVEDIMENTO INMATERIA DI IMPOSTE DIRETTE

Violazioni relative al pagamento di tributiL’omesso o insufficiente pagamento delle imposte dovu-te a titolo di acconto o di saldo in base alla dichiarazio-ne, nonché l’omesso o insufficiente versamento delleritenute alla fonte operate dal sostituto di imposta, pos-sono essere regolarizzati eseguendo spontaneamente ilpagamento dell’imposta dovuta, degli interessi morato-ri (calcolati al tasso legale annuo dal giorno in cui il ver-samento avrebbe dovuto essere effettuato a quello incui viene effettivamente eseguito) e della sanzione inmisura ridotta.In particolare la prevista sanzione del 30% viene ridotta:

• ad 1/8, ossia al 3,75%, se il pagamento viene esegui-to entro 30 giorni dalla scadenza prescritta;

• ad 1/5, ossia al 6%, se il pagamento viene effettuatocon ritardo superiore ai 30 giorni, ma entro il terminedi presentazione della dichiarazione relativa all’annoin cui la violazione è stata commessa.

Per la regolarizzazione di queste violazioni non ènecessario presentare una dichiarazione integrativa.

N.B. Il ravvedimento si perfeziona solo dopo che sono stateeseguite tutte le incombenze richieste dalla legge; in man-canza di uno solo dei pagamenti a titolo di imposta, inte-ressi legali e sanzione, il ravvedimento non è valido.

Violazioni di natura formale In applicazione della disciplina contenuta nello Statutodel Contribuente, che prevede la non punibilità dei com-portamenti che si traducono in una ”mera violazioneformale senza alcun debito d’imposta”, sono state eli-minate le disposizioni che permettevano al contribuen-te, nei casi di omissione od errore che non ostacolanouna attività di accertamento in corso e che non incido-no sulla determinazione o sul pagamento del tributo, diravvedersi entro tre mesi dall’omissione od errore, senzaapplicazione delle sanzioni. Resta salva la facoltà per isoggetti che si avvedono di aver commesso degli erroriod omissioni, anche se ininfluenti sull’attività di control-lo, di regolarizzare la propria posizione mediante la pre-sentazione di una dichiarazione integrativa, da redigeresu modello conforme a quello approvato (utilizzandoanche fotocopia o altri mezzi di riproduzione del model-lo pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale, che può esserereperito anche via Internet) con riferimento al periodod’imposta interessato. Tale regolarizzazione deve essere

effettuata comunque prima dell’inizio dell’attività dicontrollo o verifica.Per le violazioni formali che siano di ostacolo all’attivitàdi accertamento dell’ufficio, la regolarizzazione, daeffettuarsi nei termini e con le modalità previste dellalegge, comporta il pagamento della sanzione in misuraridotta.Sono così sanabili le infrazioni relative al contenuto delladichiarazione quali, ad esempio:

• l’omessa o errata indicazione di dati rilevanti per l’indi-viduazione del contribuente o del suo rappresentante,

• la compilazione della dichiarazione su modello nonconforme a quello approvato con decreto ministeriale,

• la mancata o errata compilazione di quadri delladichiarazione previsti per indicare dati non rilevanti aifini della determinazione delle somme dovute.

Violazioni di natura sostanziale - Errori edomissioni incidenti sulla determinazione esul pagamento del tributoGli errori o le omissioni relativi alle dichiarazioni valida-mente presentate (comprese quelle presentate con ritar-do non superiore a novanta giorni) possono essere rego-larizzati presentando una dichiarazione integrativa entroil termine stabilito per la presentazione della dichiara-zione dell’anno successivo. Entro lo stesso termine deveessere eseguito il pagamento del tributo o del maggiortributo dovuto, dei relativi interessi (calcolati al tassolegale annuo con maturazione giorno per giorno) e dellasanzione ridotta ad un quinto del minimo previsto.

Sono suscettibili di regolarizzazione:a) gli errori ed omissioni rilevabili in sede di liquidazione

delle imposte dovute ai sensi degli articoli 36-bis e 36-ter del DPR 600/73 quali: errori materiali e di calcolonella determinazione degli imponibili e delle imposte,indicazione in misura superiore a quella spettante didetrazioni di imposta, di oneri deducibili o detraibili, diritenute di acconto e di crediti di imposta.

In questi casi la regolarizzazione comporta ilpagamento della sanzione ridotta al 6% (pariad 1/5 del 30%) della maggiore imposta odella differenza del credito utilizzato, oltre alpagamento del tributo dovuto e degli interes-si calcolati al tasso legale annuo con matura-zione giorno per giorno;

b) gli errori e le omissioni che configurerebbero la viola-

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XXII. COME EVITARE LE LITIANNUARIO 2002

zione di infedele dichiarazione, come nell’ipotesi diomessa o errata indicazione di redditi, errata deter-minazione di redditi, esposizione di indebite detrazio-ni d’imposta o di indebite deduzioni dell’imponibile.

In queste ipotesi la spontanea regolarizzazio-ne comporta il pagamento della sanzioneridotta al 20% (pari ad 1/5 della sanzione mini-ma prevista del 100%) della maggiore impostadovuta o della differenza di credito spettante,oltre al pagamento del tributo dovuto e deirelativi interessi.

Nei casi in cui si intendano regolarizzare contestual-mente errori ed omissioni indicate ai precedenti punti a)e b), deve essere presentata un’unica dichiarazione inte-grativa ed effettuato il pagamento delle somme com-plessivamente dovute; in questo caso le misure dellesanzioni ridotte (6% e 20%) saranno rapportate airispettivi maggiori tributi o minori crediti spettanti.

Presentazione della dichiarazione con ritardo non superiore a novanta giorniSe la dichiarazione è presentata con ritardo non supe-riore a novanta giorni, la violazione può essere regola-rizzata eseguendo spontaneamente entro lo stesso ter-mine il pagamento di una sanzione di 32 euro(L. 62.500), pari ad 1/8 di 258 euro (L. 500.000), fermarestando l’applicazione delle sanzioni relative alle even-tuali violazioni riguardanti il pagamento dei tributi, qua-lora non regolarizzate secondo le modalità illustrate neiprecedenti paragrafi.

RAVVEDIMENTO IN MATERIA DI IVA

Omesso o insufficiente versamentodell’imposta risultante dalla dichiarazioneLe violazioni degli obblighi relativi all’omesso o insuffi-ciente pagamento dell’imposta, anche in acconto, risul-tante dalla dichiarazione annuale o dalle liquidazioniperiodiche possono essere regolarizzate eseguendospontaneamente entro i termini stabiliti il pagamentodell’imposta o della differenza di imposta dovuta, degliinteressi (calcolati al tasso legale annuo dal giorno suc-cessivo a quello in cui il versamento avrebbe dovutoessere effettuato) e della sanzione in misura ridotta.In particolare la prevista sanzione del 30% viene ridot-

ta:- ad 1/8, ossia al 3,75%, se il pagamento è eseguito

entro 30 giorni dalla data in cui l’infrazione è statacommessa;

- ad 1/5, ossia al 6%, se il pagamento viene effettuatocon ritardo superiore ai 30 giorni, ma entro il terminedi presentazione della dichiarazione relativa all’annonel corso del quale la violazione è stata commessa (adesempio, un omesso versamento riguardante la dichia-razione per l’anno 2000, presentata nel 2001, puòessere sanato nel termine di presentazione delladichiarazione relativa a quest’ultimo anno, da presen-tare nel 2002).

Per i contribuenti trimestrali tenuti a maggiorare lesomme da versare dell’1%, gli interessi legali e la san-zione ridotta vanno calcolati sulla base dell’importocomprensivo di tale maggiorazione.Per la regolarizzazione di queste violazioni non è neces-sario presentare una dichiarazione integrativa.

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ANNUARIO 2002 XXII. COME EVITARE LE LITI

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Violazioni

1. Omessi o carenti versamenti di imposte e/o ritenu-te dichiarate

2. Errori formali (che non incidono nella determina-zione del reddito) relativi al contenuto della dichia-razione

3. Errori ed omissioni che incidono nella determina-zione del redditoA. Errori rilevabili in sede di applicazione dell’art.

36 bis DPR 600/73 (errori di calcolo ecc.) chehanno determinato un minor versamento,diversi da quelli indicati al punto 1

B. Errori rilevabili in sede di accertamento (omessae/o errata indicazione di redditi) che hannodeterminato un minor versamento, e/o unmaggior credito

4. Omessa presentazione nei termini della dichiara-zione

Dichiar. integrativa

NO

SÌEntro 90 giorni

In questo caso non si tratta di dichia-razione integrativa, ma della dichiara-zione originaria presentata in ritardo

Versamenti da effettuare

Imposta, interessi (commisurati all’imposta e al tassolegale, calcolati giorno per giorno), sanzione 3,75%(se entro 30 gg.) o 6% (entro il termine di presenta-zione della dichiarazione relativa all’anno in cui èstata commessa la violazione)

NESSUNO

Imposta, interessi, sanzione 6% (1/5 della sanzioneordinaria del 30%); la regolarizzazione deve avvenireentro il termine di presentazione della dichiarazionerelativa all’anno nel corso del quale è stata commes-sa l’infrazione che si intende sanare

Imposta o minor credito, interessi, sanzione 20%;la regolarizzazione deve avvenire entro il termine dipresentazione della dichiarazione relativa all’anno nelcorso del quale è stata commessa l’infrazione che siintende sanare

Entro 90 giorni con il pagamento di una sanzione di32 euro (L. 62.500), ferma restando l’applicazionedelle sanzioni relative alle eventuali violazioni riguar-danti il pagamento delle imposte, se non regolarizza-te secondo le modalità illustrate al punto 1

Tab. 27 - GLI ADEMPIMENTI DEL CONTRIBUENTE NEL RAVVEDIMENTO PER LE IMPOSTE DIRETTE

IL RAVVEDIMENTO PER LE IMPOSTE DIRETTE

Chi può utilizzarlo Tutti i contribuenti (persone fisiche e/o giuridiche, sostituti d’imposta)

Modalità di pagamento

Non è prevista alcuna forma di pagamento rateale

SANZIONETRIBUTO E INTERESSI MOD. F24

Errori e/o omissionisanabili 1. Omessi, carenti versamenti di imposte e/o di ritenute dichiarate

2. Errori che incidono nella determinazione del reddito (rilevabiliin sede di art. 36 bis DPR 600/73 e/o in sede di accertamento)

3. Omessa presentazione nei termini della dichiarazione

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XXII. COME EVITARE LE LITIANNUARIO 2002

Omessa presentazione delladichiarazione annuale IvaSe la dichiarazione annuale viene presentata con unritardo non superiore a novanta giorni rispetto al termi-ne di scadenza naturale, l’inadempimento può essereregolarizzato con il pagamento della sanzione ridotta a32 euro (L. 62.500), corrispondente ad 1/8 del minimoprevisto di 258 euro (L. 500.000.) Qualora siano dovute somme a titolo di imposta, l’ina-dempimento potrà essere regolarizzato con i criteri indi-cati al paragrafo relativo agli omessi versamenti.

Omessa fatturazione e/o registrazione dioperazioni imponibiliLe violazioni relative all’omessa fatturazione o all’emis-sione di fatture senza indicazione d’imposta o con l’in-dicazione di una imposta inferiore, nonché le violazioniper l’omessa registrazione di operazioni imponibili o laregistrazione con indicazioni inesatte tali da comportareuna imposta inferiore, possono essere regolarizzate incorso d’anno o entro il termine di presentazione delladichiarazione annuale con il versamento della sanzioneridotta al 20% dell’imposta relativa all’operazione nondocumentata e comunque non inferiore a 103 euro (L. 200.000), pari ad 1/5 della sanzione minima previstadel 100% dell’IVA relativa, con un minimo di 516 euro(L. 1.000.000).Se la fatturazione o la registrazione tardiva vengonoeseguite nello stesso mese o trimestre di competenza, inrelazione alla liquidazione periodica, non è dovuta alcu-na sanzione; se la violazione non ha dato luogo al man-cato versamento del tributo, permanendo una posizionecreditoria, il ravvedimento si perfeziona con il pagamen-to della sanzione ridotta come sopra indicata. Se, inve-ce, la violazione ha comportato un mancato versamentodi imposta occorre regolarizzare sia la c.d. violazioneprodromica (omessa o irregolare fatturazione e/o regi-strazione) sia la violazione indotta (omesso versamen-to). In tale ipotesi, oltre al versamento della sanzione dicui si è detto, devono essere eseguiti i pagamenti del-l’imposta non versata, degli interessi legali maturati dalgiorno successivo a quello in cui l’imposta avrebbedovuto essere versata fino a quello in cui viene effetti-vamente pagata e della sanzione pari al 6% dell’impo-sta oggetto di regolarizzazione.

IL RAVVEDIMENTO IN MATERIA DISUCCESSIONI E DONAZIONI, DIIMPOSTA DI REGISTRO, IPOTECARIAE CATASTALE

Omessa richiesta di registrazione opresentazione della denunciaLe violazioni relative all’omissione della richiesta di regi-strazione o della presentazione di atti o denunce posso-no essere regolarizzate entro novanta giorni dal terminedi scadenza previsto con il versamento della sanzioneridotta ad 1/8 del minimo del 120% purché la violazio-ne non sia stata constatata e, comunque, prima di acces-si, ispezioni, verifiche. Entro lo stesso termine l’interes-sato, se si tratta di tributo autoliquidabile, deve versarela sanzione ridotta, il tributo dovuto nonché gli interessial tasso legale con maturazione giorno per giorno, e pre-sentare l’atto per la registrazione.Il ravvedimento può essere effettuato con le stessemodalità anche entro un anno dalla violazione, però conla sanzione ridotta ad 1/5 del minimo del 120%.Nell’ipotesi in cui la liquidazione del tributo debba essereeffettuata dall’ufficio il ravvedimento si articola in due fasi:

• entro il termine massimo di un anno e sempreché nonsussistano cause ostative, l’interessato deve presentarel’atto o la denuncia per la registrazione;

• i pagamenti devono essere eseguiti entro il termine disessanta giorni dalla notificazione dell’avviso contenen-te la liquidazione dell’imposta dovuta, degli interessilegali maturati dalla data della violazione fino a quelladel ravvedimento nonché della sanzione nella misuraridotta, pari al 15% dell’imposta (o al 24%, se l’atto ola denuncia sono presentati oltre novanta giorni maentro un anno dal termine previsto). Un eventuale man-cato pagamento nel termine di sessanta giorni rendeinefficace la regolarizzazione e obbliga l’ufficio ad appli-care la sanzione nella misura intera.

Insufficiente dichiarazione di valoreÈ possibile presentare una dichiarazione integrativa divalore precedentemente dichiarato in misura inferiore aldovuto. In tal caso, poiché non è prevista l’autoliquidazio-ne dell’imposta da parte dell’interessato, la procedura diregolarizzazione si articola in due fasi:

• entro un anno, e semprechè non sussistano cause osta-tive, va presentata una dichiarazione integrativa di valorein forma libera allo stesso ufficio presso cui è stato regi-strato l’atto contenente l’insufficiente dichiarazione;

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ANNUARIO 2002 XXII. COME EVITARE LE LITI

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• entro il termine di cui all’art. 76, comma 1-bis delD.P.R. 131/86, l’Ufficio notifica apposito atto conte-nente la liquidazione della maggiore imposta dovuta,degli interessi maturati fino al giorno in cui è stataeffettuata l’integrazione di valore nonchè della san-zione nella misura di 1/5 del minimo, pari al 20%.

Pagamenti tardiviNell’ipotesi di mancato pagamento di un tributo o diuna sua frazione nel termine previsto l’infrazione puòessere regolarizzata spontaneamente con il versamentodella sanzione ridotta:

• ad 1/8 ossia al 3,75%, se la regolarizzazione avvieneentro trenta giorni dalla violazione;

• ad 1/5, ossia al 6%, se avviene entro un anno dallaviolazione.

Omessa presentazione della dichiarazionedi successioneSe la dichiarazione di successione viene presentata entroi novanta giorni successivi al termine previsto, l’infrazio-ne può essere regolarizzata con il pagamento della san-zione ridotta al 15% pari ad 1/8 della sanzione minimadel 120%; se la regolarizzazione avviene entro un annodalla data di scadenza della presentazione della dichia-razione la sanzione è ridotta al 24% pari ad 1/5 delminimo.

RAVVEDIMENTO IN CASO DI ERRORE DICOMPILAZIONE DEI MODELLI DIVERSAMENTO F24 E F23Per correggere errori di compilazione del modello di ver-samento F24 che non incidono sul pagamento del debi-to tributario complessivo e che, quindi, si configuranocome violazioni formali non soggette a sanzione (errataindicazione del periodo di riferimento, errata attribuzio-ne ad un solo codice tributo dell’importo a debito o cre-dito relativo a più tributi), i contribuenti possono pre-sentare una istanza di rettifica del modello ad uno qual-siasi degli uffici locali (vedi schema in appendice), con-tenente gli elementi necessari per consentire la corre-zione dell’errore.

Ai fini del ravvedimento in caso di errore di codice tributocompiuto nel mod. F23, la comunicazione può essereinviata all’Ufficio periferico il cui codice è stato indicato nelmodello stesso ovvero, in caso di soppressione di taleUfficio in data successiva a quella della violazione,all’Ufficio delle Entrate che ne ha assunto le funzioni.Per quanto riguarda, invece, il ravvedimento per l’errataindicazione del codice ufficio nel mod. F23, il contri-buente deve inviare una comunicazione sia all’Ufficio peri-ferico il cui codice è stato indicato erroneamente sul modello diversamento, sia a quello cui il versamento deve essere corretta-mente abbinato.Trattandosi di violazioni formali che non comportanoalcun debito di imposta gli uffici devono accogliere leistanze senza la necessità di ulteriori adempimenti daparte dei contribuenti.

MODALITÀ DI PAGAMENTOI versamenti devono essere effettuati (indicando i codicitributo consultabili sul sito www.agenziaentrate.it), pres-so banche, uffici postali o concessionari ed utilizzando:

• per le imposte sui redditi, le relative imposte sostituti-ve, l’Iva, l’Irap, e l’imposta sugli intrattenimenti, ilmod. F24, nel quale non devono essere indicati nè ilcodice ufficio nè il codice atto;

• per l’imposta di registro e gli altri tributi indiretti, ilmod. F23, nel quale si deve indicare la causale “SZ”e, nello spazio riservato agli estremi dell’atto, l’annocui si riferisce la violazione.

In entrambi i casi:

• se il periodo d’imposta da indicare non coincide conl’anno solare, deve essere indicato il primo dei dueanni interessati, nella forma AAAA (es.: 2000);

• se sono dovuti interessi, questi, calcolati al tasso lega-le, devono essere versati cumulativamente con il tri-buto; qualora il tributo sia stato già pagato, gli inte-ressi devono essere versati utilizzando il codice del tri-buto cui si riferiscono.

E’ possibile effettuare la compensazione delle somme,comprese le sanzioni, dovute per effetto del ravvedi-mento, con i crediti d’imposta del contribuente, ai sensidell’articolo 17 del decreto legislativo n. 241 del 1997.

PRESENTAZIONE DELLA DICHIARAZIONEINTEGRATIVANel caso in cui, ai fini del ravvedimento, è previsto l’obbli-go di una dichiarazione integrativa, questa può essere pre-sentata ad un ufficio postale o in via telematica (diretta-

Il mancato pagamento nel termine indicato nel-l’avviso di liquidazione rende inefficace la rego-larizzazione e obbliga l’ufficio a procedere allarettifica del valore dichiarato, con applicazionedella sanzione in misura intera.

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XXII. COME EVITARE LE LITIANNUARIO 2002

mente o tramite intermediario), entro i termini di presen-tazione della dichiarazione relativa all’anno nel corso delquale l’errore o l’omissione si sono verificati:

• scrivendo sulla busta la dicitura “Dichiarazione inte-grativa per ravvedimento modello ....”;

• utilizzando, anche in fotocopia, i modelli di dichiara-zione approvati per l’anno di riferimento (disponibilisul sito Internet dell’Agenzia);

• riproducendo integralmente il contenuto della dichia-razione originaria, ovviamente rettificato, tenendoconto delle correzioni o integrazioni oppure indicandole sole correzioni o integrazioni che si intendonoapportare rispetto alla dichiarazione originaria;

• barrando nella dichiarazione l’apposita casella“Dichiarazione integrativa”.

Dichiarazione integrativa in diminuzione

A questi fini è possibile presentare una dichiarazioneintegrativa, anche in via telematica, entro il termine dipresentazione di quella relativa al periodo d’impostasuccessivo, utilizzando i modelli approvati per il periodo

d’imposta cui la integrazione è riferita (reperibili sul sitoInternet dell’Agenzia).Diversamente da quelle operate per il ravvedimento, lecorrezioni a favore del contribuente, se effettuate neitermini, non sono soggette a sanzioni.Il maggior credito d’imposta risultante dalla dichiarazio-ne integrativa in diminuzione può essere utilizzato incompensazione.La dichiarazione integrativa a favore del contribuentepresuppone che la dichiarazione originaria sia stata asuo tempo validamente e tempestivamente presentata.Possono quindi essere integrate anche le dichiarazionipresentate entro novanta giorni dal termine di scadenzache sono considerate valide salva l’applicazione dellasanzione prevista per il ritardo. Le dichiarazioni presen-tate oltre i novanta giorni, invece, dovendosi considera-re omesse (costituiscono titolo solo per la riscossionedelle imposte evidenziate), non possono essere oggettod’integrazione. La dichiarazione si considera omessaanche se trasmessa dall’intermediario incaricato conritardo superiore a 90 giorni.

La dichiarazione integrativa che va a favore delcontribuente è consentita per le dichiarazionipresentate a decorrere dal 1° gennaio 2002,ovvero per quelle presentate prima, per le quali -alla data del 1° gennaio 2002 – non sianodecorsi 90 giorni dal termine di scadenza: adesempio, il modello Unico 2001, presentato invia telematica entro il 31 ottobre, è integrabileda parte del contribuente nei termini di presen-tazione del modello Unico 2002.

Dal 2002 il contribuente può integrare anche asuo favore le dichiarazioni dei redditi, dell’impo-sta regionale sulle attività produttive e dei sosti-tuti d’imposta, per correggere errori o omissioniche abbiano determinato un maggior reddito o,comunque, un maggior debito o un minor credi-to d’imposta (articolo 2, comma 8-bis, D.P.R. n.322 del 1998).

LE STRADE PER EVITARE LA LITE

INIZIATIVA

Ravvedimento

Acquiescenza con agevolazioni

Contribuente

Autotutela

ContribuenteAgenzia

Concordato

Conciliazione giudiziale

ContribuenteAgenzia

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ANNUARIO 2002

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XXII. COME EVITARE LE LITI

CODICI SANZIONI PECUNIARIEcon modello F24

IRPEF 8901Addizionale regionale all’IRPEF 8902Addizionale comunale all’IRPEF 8903IVA 8904IRPEG 8905Sostituti d’imposta 8906IRAP 8907Altre II.DD. 8908Imposta sugli intrattenimenti 8909IVA forfetaria relativa all’imposta sugli intrattenimenti 8910Altre violazioni tributarie relative ad imposte sostitutive, IRAP e IVA 8911Anagrafe tributaria e codice fiscale 8912Imposte sostitutive imposte sui redditi 8913IRPEF, rettifica mod. 730 8915Add. reg.le IRPEF, rettifica Mod. 730 8916Add. com.le IRPEF, rettifica Mod. 730 8917Regolarizzazione operazioni soggette ad IVA in caso di mancata o irregolare fatturazione 9399

CONVERSIONE IN EURO DELLE SANZIONI

Le sanzioni in misura fissa sono convertite in € con il sistema del tron-camento (eliminazione delle cifre decimali), quelle espresse in per-centuale con arrotondamento al centesimo. (Circ. 106/E del21/12/01)

con modello F23Imposta di registro 671TImposte sulle successioni e donazioni 672TINVIM 673TImposte e tasse ipotecarie e catastali 674TImposta di bollo 675TTasse sulle concessioni governative 678TTasse sul possesso di autoveicoli 679TAbbonamenti alle radioaudizioni 680TAbbonamento alla televisione 681TAltri tributi indiretti 682TImposte sostitutive di imposte indirette 687T

F24 A ZERO: OMESSA PRESENTAZIONE

Per l’omessa presentazione dell’ F24 contenente i dati relativi allacompensazione eseguita, è prevista la sanzione di lire 300.000 (€154,00) ridotta a lire 100.000 (€ 51,00) se il ritardo non è superiorea cinque giorni lavorativi. Il ravvedimento si perfeziona con la presen-tazione del modello F24 e il pagamento (codice tributo 8911) dellasanzione ridotta a:- lire 20.000 (€ 10,00) se il modello F24 viene presentato con ritar-do non superiore a cinque giorni lavorativi;- lire 60.000 (€ 30,00) se il modello F24 viene presentato entro unanno dal termine per la presentazione del modello stesso

Altre informazioni sul ravvedimento

INVIO TELEMATICO DELLE DICHIARAZIONIPer la tardiva od omessa trasmissione delle dichiarazioni da parte dei soggetti abilitati all’invio telematico è prevista la sanzione da£. 1 milione (€ 516,00) a £. 10 milioni (€ 5.164,00) (dlgs. 241/97 art. 7-bis). La sanzione può non essere applicata nel caso in cuile dichiarazioni, tempestivamente trasmesse e scartate, vengono ritrasmesse correttamente non oltre 5 giorni dalla data di restitu-zione delle ricevute che segnalano il motivo dello scarto.La violazione per tardiva od omessa trasmissione telematica delle dichiarazioni non è sanabile, in quanto trattasi di sanzione ammi-nistrativa e non tributaria.

CODICE ATTIVITÀComunicazione errata o mancata del codice di attività: l’indicazione in UNICO del codice di attività corretto, accompagnata dalla pre-sentazione del modello di variazione dati all’ufficio finanziario, consente di evitare al contribuente la sanzione da 1 a 4 milioni di lire(da 516 a 2.065 euro) prevista dall’art. 5, co. 6, del D.lgs. 471/1997, in quanto la violazione commessa non incide sulla determina-zione della base imponibile, dell'imposta e sul versamento del tributo e, una volta regolarizzata, non arreca pregiudizio all'eserciziodelle azioni di controllo (circ. 54/E del 13/06/2001; ris. 112/E del 06/07/2001)

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ANNUARIO 2002 XXII. COME EVITARE LE LITI

La riforma del contenzioso (v. Capitolo XXIII), nell’obiet-tivo di ridurre il sovraccarico di ricorsi e scoraggiare le litiaventi scopi puramente dilatori, ha reso il ricorso piùcostoso - obbligando, in molti casi, a munirsi di un difen-sore - e più rischioso, prevedendo la possibilità dellacondanna alle spese nel caso di soccombenza.Per i contribuenti che ricevono avvisi di accertamentofondati su dati e valutazioni difficilmente contrastabili,sorge quindi l’interesse ad evitare i rischi di una lite: spe-cie se si considera che con la rinuncia al ricorso è possi-bile ottenere una riduzione delle sanzioni.L’art. 15 del D.Lgs. 218 del 1997 prevede infatti la ridu-zione ad un quarto delle sanzioni irrogate dagli uffici congli avvisi di accertamento non impugnati per le violazio-ni concernenti il tributo e per quelle relative al contenu-to delle dichiarazioni. La misura delle sanzioni non puòessere inferiore ad un quarto dei minimi previsti dallalegge per le violazioni più gravi relative a ciascun tributo.

VERSAMENTI A SEGUITO DIACQUIESCENZALe somme dovute a seguito di acquiescenza si versanopresso banche, poste e concessionari, utilizzando:

- il Mod. F24 per le imposte sui redditi, le relative impo-ste sostitutive, l'Irap, l'Iva e l'imposta sugli intratteni-menti;

- il Mod. F23 per l’imposta di registro e gli altri tributiindiretti.

Tali somme possono essere versate, oltre che in unicasoluzione, anche ratealmente, in un massimo di otto ratetrimestrali di pari importo ovvero, se l’importo da paga-re supera euro 51.645,69, in dodici rate trimestrali, sem-pre di pari importo; per le rate successive alla prima

(gravate degli interessi legali), il contribuente è tenuto aprestare garanzia secondo una delle forme previste dallalegge (titoli di Stato o garantiti dallo Stato, fidejussionebancaria o polizza assicurativa fidejussoria) per il perio-do della rateazione aumentato di un anno.

LA DEFINIZIONE AGEVOLATADELLE SANZIONIIl D.Lgs. n. 472 del 18 dicembre 1997 prevede, con gliartt. 16 e 17, la possibilità di definire le sanzioni irroga-te con il pagamento, entro il termine previsto per la pro-posizione del ricorso all’ufficio finanziario, di un importopari ad un quarto della sanzione indicata.I versamenti devono essere effettuati presso banche,poste o concessionari, utilizzando:

- il mod. F24 per le imposte sui redditi, le relative impo-ste sostitutive, l’Irap, l’Iva e l’imposta sugli intratteni-menti;

- il mod. F23 per l’imposta di registro e per gli altri tri-buti indiretti.

I relativi codici tributo sono reperibili tramite il sito Internetdell’Agenzia.

I VANTAGGIIl concordato e la conciliazione giudiziale sono due stru-menti che consentono al contribuente di prevenire levertenze con il fisco o di chiuderle dopo che sono inizia-te. In particolare, con il concordato (detto anche, in ter-mini tecnici, “accertamento con adesione”) si può pat-teggiare l’imponibile quando si è ricevuto un accerta-mento o anche prima di averlo ricevuto, quando si èsubito un controllo da parte dell’amministrazione; con laconciliazione si può mettere fine a una controversia giàavviata presso la Commissione tributaria provinciale,evitando le lungaggini e le spese dei vari gradi di giudi-zio. Entrambi, concordato e conciliazione, possono esse-re proposti sia dal contribuente che dal fisco.Vediamo, in sintesi, quali sono i vantaggi offerti dai dueistituti.

Con il concordato:• si chiude totalmente la controversia (l’amministrazione

non può fare altri accertamenti sull’imponibile concor-dato, se non in certi casi tassativamente determinati);

• le pene previste per i reati tributari sono ridotte fino

Il concordato e la conciliazione

La riduzione delle sanzioni spetta a condizioneche il contribuente:

• rinunci ad impugnare l’avviso di accertamento;• rinunci a presentare istanza di accertamento

con adesione;• provveda a pagare, entro il termine di proposi-

zione del ricorso, le somme complessivamentedovute tenendo conto delle riduzioni.

Acquiescenza

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XXII. COME EVITARE LE LITI

alla metà e non si applicano le sanzioni accessorie, seil concordato è stato perfezionato prima dell'aperturadel dibattimento di primo grado, con estinzione deldebito tributario;

• le sanzioni sono ridotte a un quarto del minimo previ-sto dalla legge per ciascun tributo e per ciascun perio-do d’imposta.

Con la conciliazione giudiziale:• è possibile anche una chiusura parziale della contro-

versia;• si possono definire anche le controversie riguardanti il

rimborso delle imposte già pagate;• le sanzioni sono ridotte ad un terzo delle somme irro-

gabili in rapporto all’ammontare del tributo risultantedall’accordo conciliativo;

• nel caso in cui la violazione tributaria costituiscareato, è possibile la riduzione fino alla metà della penae la non applicazione delle pene accessorie, se la con-ciliazione giudiziale è stata perfezionata prima dell'a-pertura del dibattimento di primo grado, con estinzio-ne del debito tributario.

PER QUALI IMPOSTE È AMMESSO IL CONCORDATO

Possono essere “concordate” tutte le più importantiimposte dirette e indirette:

Imposte dirette • Irpef• Irpeg• Ilor• Irap• Contributo straordinario per l’Europa• Imposta sul patrimonio netto delle imprese• Imposte sostitutive sulla rivalutazione dei beni delle

imprese• Imposta sostitutiva su riserve o fondi in sospensione

Imposte indirette• Iva• imposta sulle successioni e donazioni• imposta di registro• imposta ipotecaria e catastale

• Invim (ordinaria e decennale)• imposta sostitutiva dell’Invim• imposta sostitutiva sulle operazioni di credito• imposta erariale di trascrizione e addizionale regiona-

le all’imposta erariale di trascrizione• imposta provinciale sull’immatricolazione di nuovi vei-

coli.

QUANDO CI SI FA RAPPRESENTAREll contribuente può farsi rappresentare da un procurato-re, anche con un incarico speciale relativo solo al con-cordato. In questo caso la procura deve essere conferitaper iscritto e la firma autenticata.Non è necessaria l’autentica se la procura è fatta alconiuge o a parenti e affini entro il quarto grado (o, incaso di società ed enti, ai propri dipendenti). Si ricordache entro il quarto grado rientrano fratelli e sorelle, figlie genitori, nipoti, cognati ed altri familiari.

I casi praticiI casi a cui più di frequente si può applicare ilconcordato possono riguardare:

• accertamento analitico ai fini delle impostedirette con valutazione induttiva (maggioriricavi, minori costi);

• accertamento del reddito complessivo dellepersone fisiche sulla base di presunzioni;

• accertamenti d’ufficio in caso di omessadichiarazione;

• accertamento analitico Iva con poste induttive;• accertamento induttivo imposte dirette;• accertamenti basati su coefficienti;• accertamenti basati su parametri o studi di set-

tore;• accertamenti in base al redditometro;• accertamenti basati su valutazioni dell’Ute;• accertamenti riguardanti la qualificazione del

reddito (d’impresa, di lavoro autonomo, dicapitale, ecc.);

• accertamenti riguardanti la qualificazione dicerte spese (pluriennali e no, promozionali o dirappresentanza, ecc.);

• accertamenti per i sostituti d’imposta in meritoall’ammontare degli imponibili o alla quantifi-cazione dei redditi in natura.

Il concordato (“accertamento con adesione”)

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ANNUARIO 2002 XXII. COME EVITARE LE LITI

IL CONCORDATO PER LE IMPOSTEDIRETTE E PER L’IVA

Chi può farlo, per quali casiLa possibilità di concordare è estesa a tutti i contribuen-ti (persone fisiche, società di persone, associazioni pro-fessionali, società di capitali, enti), compresi i sostitutid’imposta.Il concordato si può utilizzare anche per definire gliaccertamenti induttivi, gli accertamenti sintetici basatisul cosiddetto redditometro, gli accertamenti fondati sui“coefficienti presuntivi”, sui parametri o sugli studi disettore.

Gli effetti sui contributi e sui reati tributariLa definizione ha effetto sui contributi assistenziali eprevidenziali, che hanno la stessa base imponibile diquella delle imposte sui redditi. In pratica, il contribuen-te che concorda con il fisco dovrà poi regolarizzare lasua posizione anche con gli enti previdenziali.Ai maggiori contributi non vanno però aggiunti interes-si e sanzioni.Il concordato non ha invece conseguenze per quantoriguarda l’Iciap e per eventuali fini extratributari.A seguito della definizione concordata, inoltre, le penepreviste per i reati tributari connessi all’avviso di accer-tamento sono diminuite fino alla metà e non si applica-no le pene accessorie, se il concordato è stato perfezio-nato prima dell'apertura del dibattimento di primogrado con estinzione del debito tributario.

Gli effetti sull’IvaLa definizione delle imposte sui redditi ha effetto ancheper l’imposta sul valore aggiunto quando l’accertamen-to riguarda voci che possano riferirsi ad entrambe leimposte. Per esempio, un accertamento riguardante pre-stazioni non dichiarate può avere effetti sull’Iva dovutadall’artigiano o dal professionista. Viceversa, la defini-zione di un accertamento riguardante ammortamentinon riconosciuti non assume rilevanza ai fini dell’Iva.È anche possibile utilizzare il concordato per definirecontestazioni riguardanti solamente l’Iva senza riflessisull’imposizione diretta, come nell’ipotesi di rettificherelative all’aliquota adottata oppure al regime di nonimponibilità o di esenzione applicato dal contribuente.

Gli eventuali accertamenti successivi al concordatoL’accertamento definito con il concordato non può esse-

re integrato o modificato dall’ufficio finanziario, a menoche successivamente non emergano nuovi elementi cheattestano un’evasione macroscopica.

N.B.: queste condizioni, a partire dal periodo di imposta 1998,non sono necessarie ai fini di un ulteriore accertamentonei casi di concordato relativo ad accertamento basatosugli studi di settore o sui parametri.

Un nuovo accertamento è possibile in alcuni casi parti-colari riguardanti le società di persone, le associazioni ele aziende coniugali:

• se la definizione ha riguardato esclusivamente i reddi-ti di partecipazione nei confronti di società di personeed associazioni professionali, ovvero del coniuge del-l’azienda coniugale non gestita in forma societaria;

• se viene accertato un maggior reddito nei confronti dellasocietà, associazione o azienda coniugale alla quale par-tecipano soggetti che, limitatamente ai redditi diversi daquelli di partecipazione, hanno già definito la loro posi-zione individuale. Questi accertamenti possono riguar-dare, perciò, soltanto il maggior reddito di partecipazio-ne attribuibile al socio, all’associato o al coniuge in con-seguenza dell’accertamento effettuato nei confrontidella società, associazione o azienda coniugale.

SanzioniA seguito del concordato, le sanzioni per le violazioniconcernenti i tributi oggetto di definizione e il contenu-

Un nuovo accertamento è possibile, infine, neiconfronti di tutti i contribuenti, quando la defini-zione ha riguardato un accertamento parziale.

Devono sussistere, contemporaneamente, leseguenti condizioni:• i nuovi elementi non dovevano essere cono-

sciuti (né conoscibili) dall’ufficio finanziario almomento della definizione;

• da questi elementi deve emergere un maggiorreddito superiore al 50 per cento di quello defi-nito;

• il maggior reddito deve comunque essere noninferiore a 77.468 euro.

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XXII. COME EVITARE LE LITI

to delle dichiarazioni si applicano nella misura di unquarto del minimo previsto.Si ricorda comunque che, in caso di cumulo delle san-zioni derivante dall’applicazione delle regole sulla conti-nuazione delle violazioni, per ciascun tributo oggettodell’adesione sarà determinata una sanzione unica pertutte le violazioni ad esso riferite nell’ambito del perio-do d’imposta interessato dalla definizione.In tal caso, la continuazione assorbirà esclusivamentele sanzioni inerenti alle violazioni “prodromiche” inrapporto di progressione con quella più grave.Maggiori delucidazioni su questo punto sono contenu-te nella circolare 180/E del 10 luglio 1998 (v. sul sitodell’Agenzia).Sono escluse dalla riduzione le sanzioni applicate pergli errori formali riscontrati in sede di liquidazione delledichiarazioni dei redditi ed Iva (in base agli articoli 36-ter del D.p.r. 600/73 e 60, comma 6, del D.p.r. 633/72)ossia durante il primo controllo effettuato su questedichiarazioni, nonché le sanzioni per omessa, incom-pleta o non veritiera risposta alle richieste dell’Ufficio.

Scritture contabiliIl concordato, a differenza di quanto venne a suo tempoprevisto per il cosiddetto concordato di massa, non eli-mina l’obbligo di conservazione delle scritture e deidocumenti contabili riguardanti l’annualità definita.

Le società di persone e le associazioniprofessionaliL’ufficio competente all’accertamento nei confronti dellesocietà di persone o dell’associazione professionaleeffettua anche la definizione della quota di reddito attri-buibile ai soci o associati, con un unico atto ed in con-traddittorio con ciascuno di loro.L’amministrazione finanziaria è quindi tenuta a convoca-re, oltre al rappresentante legale, tutti i soci o associati.

La definizione può essere effettuata anche solo da alcu-ni degli interessati (il singolo socio o associato può,quindi, definire la propria posizione a prescindere dallascelta della società o dell’associazione).Nell’ipotesi in cui solo alcuni dei soggetti interessatiabbiano aderito all’accertamento, l’amministrazioneprovvederà a notificare, sulla base degli imponibili defi-niti, atti di accertamento sia ai soggetti che sono inter-venuti al contraddittorio e non hanno aderito sia a quel-li che, pur convocati, non sono intervenuti. In tal caso,non essendo applicabile la riduzione prevista per l’ac-certamento con adesione, le sanzioni verranno irrogatenella misura ordinaria.

Quali sono gli Uffici competenti per ilconcordatoSono competenti ad applicare il concordato gli ufficilocali dell’Agenzia, nelle circoscrizioni in cui sono statiistituiti.Nelle circoscrizioni in cui questi uffici non esistono anco-ra la competenza spetta agli uffici delle imposte dirette(e, per gli accertamenti da loro notificati, agli Uffici Iva).Se il concordato riguarda società di persone, associazio-ni professionali o aziende coniugali gestite in formaassociata, l’ufficio competente all’accertamento conadesione della società (o dell’associazione o dell’azien-da) effettua anche la definizione del reddito attribuibileai soci o agli associati, con unico atto e in contradditto-rio con loro, a prescindere dalla loro residenza.

Come si avvia il concordatoIl concordato può essere avviato dagli uffici finanziari odal contribuente.Nella prima ipotesi l’ufficio invia al contribuente un“invito a comparire”, avente unicamente carattereinformativo, nel quale sono indicati i periodi di impostasuscettibili di accertamento, il giorno e il luogo dell’ap-

I VANTAGGI DEL CONCORDATO

Perde efficacia

1/4 del minimo

Accertamento

Sanzioni

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ANNUARIO 2002 XXII. COME EVITARE LE LITI

puntamento, nonché gli elementi rilevanti ai fini dell’ac-certamento.Nel caso in cui il contribuente sia soggetto all’applica-zione dei coefficienti presuntivi, la richiesta di chiari-menti inviata dall’ufficio delle entrate o delle impostedirette vale anche come invito a comparire.Il contribuente può attivare autonomamente la proceduradel concordato quando ha ricevuto la notifica di un attodi accertamento non preceduto da un invito a comparire,presentando all’ufficio una domanda in carta libera.

Si sottolinea che l’accertamento non deve essere statopreceduto da un invito a comparire in quanto, se fossestato inviato tale avviso, il contribuente avrebbe giàdovuto presentarsi presso l’ufficio per avviare la proce-dura di concordato. Se non lo ha fatto, lasciando caderenel vuoto la proposta dell’ufficio, non ha più la possibi-lità di riproporlo.La domanda, con l’indicazione del recapito anchetelefonico, deve essere presentata all’ufficio che haemesso l’atto di accertamento, mediante consegnadiretta o a mezzo posta (v. fac-simile in Appendice). Ladomanda deve essere presentata all’ufficio entro il ter-mine di 60 giorni dalla notifica dell’atto. Nel caso diinvio per posta ordinaria vale la data di arrivo all’Ufficio,mentre vale la data di spedizione se l’istanza è inviatamediante plico raccomandato senza busta con avviso diricevimento. L’ufficio, entro quindici giorni dal ricevimen-to della domanda, invita, anche telefonicamente, il con-tribuente a comparire.Un secondo caso in cui il contribuente può avviare di suainiziativa il procedimento di concordato è quando sonostati effettuati nei suoi confronti accessi, ispezioni o veri-fiche da parte della Guardia di finanza o degli Uffici del-l’amministrazione finanziaria. In questo caso il contri-

buente, sempre con una domanda in carta libera presen-tata con le stesse modalità (v. fac-simile in appendice)può chiedere all’Ufficio competente di formulare una pro-posta di accertamento ai fini dell’eventuale definizione.Se lo ritiene opportuno, l’Ufficio invierà un invito perinstaurare il contraddittorio con il contribuente.

Cosa succede quando l’ufficio inviaun invito a comparire

L’ufficio non è obbligato a inviare l’invito a comparireprima dell’accertamento, così come il contribuente nonè obbligato a rispondere alla convocazione: se non sipresenta, non è soggetto ad alcuna sanzione (quandopoi arriverà l’atto di accertamento non potrà però pren-dere l’iniziativa di proporre il concordato).

Sospensione dei terminiAllo scopo di non danneggiare il contribuente che hapresentato la domanda di concordato, il termine perimpugnare un atto di accertamento presso laCommissione tributaria provinciale è sospeso per unperiodo di 90 giorni a decorrere dalla data di presenta-zione o spedizione dell’istanza, indipendentementedalla data in cui si dovesse verificare l’eventuale esito

IL CONTRIBUENTE• può aderire all’invito e partecipare al con-

traddittorio con l’ufficio• può non dare seguito all’invito e attendere

l’eventuale avviso di accertamento, riser-vandosi di impugnarlo davanti allaCommissione tributaria provinciale.

GLI UFFICI COMPETENTI AL CONCORDATO

UFFICI LOCALI DELL’AGENZIA DELLE ENTRATE

UFFICIO IMPOSTE DIRETTE

UFFICI IVA

oppure, dove non sono stati attivati:

Per le sole imposte dirette

Per la sola Iva

Per le imposte dirette e l’Iva

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XXII. COME EVITARE LE LITI

negativo del procedimento.Il contribuente che entro questo termine non riesce amettersi d’accordo con l’ufficio non perde quindi la pos-sibilità di ricorrere alla Commissione tributaria provin-ciale.Dalla data della domanda è sospeso per 90 giorni ancheil termine per il pagamento dell’Iva (o della maggioreIva) accertata.Anche l’iscrizione a ruolo a titolo provvisorio delle impo-ste accertate dall’Ufficio è effettuata, ricorrendone i pre-supposti, dopo la scadenza del termine di sospensione.

Come si conclude il concordato In caso di esito favorevole del contraddittorio, il procedi-mento si conclude con la redazione di un atto, in doppiacopia.

L’atto conclusivo del concordato deve indicare:• gli elementi e la motivazione del concordato• le maggiori imposte, sanzioni e interessi dovuti a

seguito della definizione• le altre somme eventualmente dovute.

Come si perfezionaIl concordato si perfeziona con il versamento delle sommerisultanti dall’accordo. Questo può essere effettuato:• in unica soluzione, entro i venti giorni successivi alla

redazione dell’atto• in un massimo di otto rate trimestrali di uguale impor-

to, o in un massimo di dodici rate trimestrali, se lesomme dovute superano 51.645,69 euro, delle quali laprima da versare entro il termine di venti giorni dallaredazione dell’atto. Per le rate successive (gravate degliinteressi legali) è però necessario che il contribuentepresti garanzia secondo una delle forme previste dallalegge (titoli di stato o garantiti dallo stato, fidejussionebancaria o polizza assicurativa fidejussoria).

Entro i dieci giorni successivi al pagamento dell’interoimporto o della prima rata il contribuente deve farpervenire all’ufficio competente la quietanza (accom-pagnata, nei casi di rateazione, dalla documentazionerelativa alla garanzia), dopodichè potrà ottenere dal-l’ufficio la consegna della copia dell’atto di adesione.

Nel momento in cui si perfeziona il concordatonon ha più alcuna efficacia l’eventuale avvisodi accertamento ricevuto in precedenza.

Come si versano le somme dovuteIl versamento deve essere effettuato, distintamente perciascun anno definito, presso qualsiasi concessionariodella riscossione, banca o ufficio postale, utilizzando ilmod. F24; i codici tributo da utilizzare sono indicati nelsito Internet dell’Agenzia.E’ possibile effettuare la compensazione delle somme(comprese le sanzioni), dovute per effetto del concor-dato con i crediti d’imposta del contribuente, ai sensidell’articolo 17 del decreto legislativo n.241 del 1997.

IL CONCORDATO PER LE ALTREIMPOSTE INDIRETTE

Oggetto del concordatoAnche se l’ipotesi tipica di concordato in materia diimposte indirette riguarda i casi in cui l’ufficio stima ilvalore di un atto (per esempio, l’accertamento di mag-gior valore in caso di compravendita), è possibile arriva-re al concordato in tutte le circostanze in cui è attribui-to agli uffici un potere di accertamento.La definizione ha effetto per tutti i tributi dovuti dal con-tribuente, relativamente ai beni e ai diritti indicati in cia-scun atto, denuncia o dichiarazione che ha determinatol’accertamento.In ogni caso, il valore definito a seguito del contraddit-torio fra l’ufficio ed il contribuente vincola l’ufficio soloper la definizione dei tributi trattati.Il concordato non può essere impugnato dal contribuen-te e non può essere integrato o modificato dall’ufficio.

AttenzioneIn caso di mancato versamento delle sommerateizzate nei termini stabiliti, l’amministra-zione finanziaria recupera le somme dovuteattraverso la cauzione o le garanzie prestate.

AttenzioneÈ possibile chiedere il concordato e poi, senon viene concluso, fare ricorso, ma non ilcontrario. Se, pertanto, il contribuente dopoaver ricevuto un avviso di accertamento pre-senta ricorso alla Commissione tributaria, nonpuò più fruire del concordato.

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ANNUARIO 2002 XXII. COME EVITARE LE LITI

Né l’ufficio tributario né il contribuente, in altri termini,possono presentare una ulteriore contestazione per irapporti tributari definiti.Sono escluse adesioni parziali riguardanti singoli beni odiritti contenuti nello stesso atto, denuncia o dichiarazione.L’atto non è divisibile, ai fini dell’accertamento con ade-sione, quando contiene disposizioni necessariamenteconnesse.Se, invece, un atto contiene più disposizioni che nonderivano necessariamente le une dalle altre per la lorointrinseca natura, ciascuna di esse, se soggetta ad auto-noma imposizione, può formare oggetto di definizionecome se fosse un atto distinto.Ad esempio, è di regola un atto non divisibile la denun-cia di successione, mentre sono divisibili le diverse com-pravendite eventualmente contenute in un unico atto.

SanzioniLe sanzioni dovute per ciascun tributo, a seguito del con-cordato, si applicano nella misura di un quarto del minimoprevisto dalla legge, con modalità simili a quelle previsteper le imposte dirette e per l’imposta sul valore aggiunto.

Uffici competentiCompetente per il procedimento di definizione delle impo-ste indirette è l’Ufficio locale dell’Agenzia, se è istituito.Altrimenti, la competenza spetta agli Uffici del registro.

Come si avviaPer l’avvio del concordato possono presentarsi duediverse situazioni:A. nel caso in cui è stato notificato un avviso di accertamento,

non preceduto dall’invito a comparire, il contribuen-te può presentare all’Ufficio competente una doman-da di concordato in carta libera indicando il propriorecapito, compreso quello telefonico.La domanda deve essere presentata all’ufficio entro iltermine di 60 giorni dalla notifica dell’atto. Nel casodi invio per posta ordinaria vale la data di arrivoall’Ufficio, mentre vale la data di spedizione se l’i-stanza è inviata mediante plico raccomandato senzabusta con avviso di ricevimento.La presentazione della domanda da parte del contri-buente sospende per 90 giorni sia i termini per l’im-pugnazione dell’atto davanti alla giurisdizione tribu-taria sia il pagamento delle somme dovute in pen-denza del giudizio.

L’Ufficio è tenuto, entro 15 giorni dalla ricezione delladomanda, a trasmettere al contribuente, anche median-te telefono, l’invito a comparire

B. nel caso in cui non è stato notificato un avviso di accerta-mento, il procedimento può essere iniziato dall’ufficioche invia al contribuente un invito a comparire nelquale devono essere indicati:• gli elementi identificativi dell’atto, della denuncia o

della dichiarazione cui si riferisce il rapporto tribu-tario per il quale si può arrivare al concordato

• il giorno e il luogo della comparizione• gli elementi rilevanti ai fini dell’accertamento.

Come si concludeIn caso di esito positivo del contraddittorio, il procedi-mento di accertamento con adesione si conclude con laredazione da parte dell’Ufficio di un atto in doppia copiacontenente:

• l’indicazione per ogni tributo degli elementi su cui ladefinizione si fonda e della sua motivazione;

• la liquidazione delle maggiori imposte, sanzioni e inte-ressi dovuti a seguito della definizione.

Quando ci sono più interessatiLa definizione delle imposte indirette, nelle quali posso-no essere coinvolti più contribuenti allo stesso titolo,può essere chiesta ed ottenuta anche da uno solo degliobbligati.

L’invio della proposta di adesione non è obbli-gatorio ma è lasciato alla valutazione degliuffici, che devono tenere conto anche delleproprie capacità operative, soprattutto inprossimità della scadenza dei termini per l’ac-certamento.

AttenzioneNon è consentita la presentazione delladomanda di concordato se il contribuente hagià impugnato l’atto davanti alla commissio-ne tributaria provinciale.

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ANNUARIO 2002

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XXII. COME EVITARE LE LITI

In questi casi:

• l’ufficio deve inviare l’invito a comparire a tutti gliobbligati, per consentire a ciascuno di partecipare alcontraddittorio;

• la definizione chiesta e ottenuta da uno degli obbliga-ti estingue l’obbligazione tributaria nei confronti ditutti con conseguente perdita di efficacia dell’avviso diaccertamento eventualmente già notificato;

• la presentazione della domanda di concordato, ancheda parte di un solo obbligato, comporta la sospensio-ne per un periodo di 90 giorni, per tutti i coobbligati,dei termini per l’impugnazione e di quelli per la riscos-sione delle imposte in pendenza di giudizio.

Come si perfezionaIl concordato si perfeziona con il versamento delle inte-re somme dovute o con il pagamento della prima rata ela prestazione di idonea garanzia.In dettaglio il versamento delle somme risultanti dalladefinizione può essere effettuato:

• in unica soluzione, entro i venti giorni successivi allaredazione dell’atto di adesione

• in otto rate trimestrali di uguale importo, o in un mas-simo di dodici rate trimestrali se le somme dovutesuperano 51.645,69 euro, delle quali la prima da ver-sare entro il termine dei venti giorni. Per le rate suc-cessive (gravate degli interessi legali) è necessario cheil contribuente presti garanzia secondo una delle formepreviste dalla legge (titoli di stato o garantiti dallostato, fidejussione bancaria o polizza assicurativafidejussoria).

Dal momento del perfezionamento del concor-dato non ha più alcuna efficacia l’eventualeavviso di accertamento emanato in precedenza.

Entro i dieci giorni successivi al pagamento il contri-buente deve far pervenire all’ufficio competente la quie-tanza e, nei casi di rateazione, la documentazione rela-tiva alla garanzia in modo da ottenere da parte dell’uf-ficio la consegna della copia dell’atto di adesione.In caso di mancato versamento delle somme rateizzatenei termini stabiliti, l’amministrazione finanziaria recu-pera le somme dovute presso chi ha garantito la cauzio-ne o prestato la fideiussione.

Modalità di versamentoLe somme dovute devono essere versate presso qualsia-si concessionario, banca o ufficio postale, utilizzando ilmodello F23 (il modello F24 per l’imposta sugli intrat-tenimenti) e indicando i codici-tributo riportati nel sitoInternet dell’Agenzia.

Nel caso vi sia un contenzioso aperto con il fisco a segui-to di un ricorso presentato a una Commissione tributa-ria provinciale, la conciliazione giudiziale permette dichiuderlo evitando il rischio e i costi del proseguimentodella lite.Con la conciliazione le parti fissano l’importo del tributoe delle altre somme dovute estinguendo il contenzioso.La conciliazione può anche riguardare non già la con-

La conciliazione giudiziale

LE FORME DI CONCILIAZIONE

Proposte del contribuente

Proposte dell’ufficio

Iniziativa del giudice

Accordo extra-giudiziale

Deposito della proposta

in udienza

Rito abbreviato

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ANNUARIO 2002 XXII. COME EVITARE LE LITI

troversia nel suo insieme ma solo alcuni suoi aspetti. Inquesto caso la controversia prosegue nei modi ordinari,limitatamente alle questioni non conciliate.

PER QUALI MATERIELa conciliazione è applicabile a tutte le controversie perle quali sono competenti le Commissioni tributarie.Pertanto, il tentativo di accordo conciliativo è consentitoanche per le liti in materia di tributi locali.È possibile conciliare anche le vertenze derivanti darichieste di rimborso nei casi in cui il contribuente, perpropria tranquillità, ha preferito pagare per poi conte-stare davanti al giudice l’illegittimità delle pretesedell’Amministrazione.

I BENEFICIIl contribuente in caso di conciliazione consegue iseguenti benefici:

• le sanzioni amministrative sono ridotte ad un terzodelle somme irrogabili in rapporto all’ammontare deltributo risultante dalla conciliazione;

• la misura delle sanzioni non può comunque essereinferiore ad un terzo dei minimi previsti per le viola-zioni più gravi relative a ciascun tributo;

• in caso di cumulo delle sanzioni derivante dall’appli-cazione delle regole sulla continuazione delle violazio-ni, si applicherà una sanzione unica solo per le viola-zioni espressamente indicate nell’atto di contestazio-ne o nel provvedimento di irrogazione (es.: se nell’at-to di contestazione sono indicate violazioni relative apiù periodi d’imposta, ma riferite alle sole impostedirette, la regola del cumulo giuridico si applicherà soloalle imposte dirette anche se le violazioni interessanoaltri tributi);

• le pene previste per i reati tributari sono diminuite finoalla metà e non si applicano le pene accessorie;

• le spese di giudizio restano compensate;• si chiude definitivamente la partita con il fisco, se la

conciliazione è totale.

Il tentativo di conciliazione non è vincolante, nel sensoche il contribuente può tentare l’accordo; qualora non loraggiunga può sempre proseguire il contenzioso.Nel caso in cui la violazione configuri una delle condot-te criminose punite dalla nuova legge sui reati tributari,la conciliazione giudiziale costituisce una circostanzaattenuante che consente la riduzione della sanzionepenale fino alla metà e la non applicazione delle peneaccessorie (es.: interdizione dagli uffici direttivi dellesocietà e interdizione dai pubblici uffici).

COME SI CONCILIALa conciliazione giudiziale può essere realizzata inudienza o fuori udienza.

La conciliazione fuori udienzaLa conciliazione fuori udienza viene avviata formalmen-te una volta che sia intervenuto l’accordo tra l’ufficio eil contribuente sulle condizioni alle quali si può chiude-re la controversia.In questa ipotesi lo stesso ufficio, prima della fissazionedella data di trattazione, provvede a depositare presso lasegreteria della Commissione una proposta di concilia-zione con l’indicazione dei contenuti dell’accordo.Se l’accordo viene confermato, il Presidente dellaCommissione dichiara, con decreto, l’estinzione del giu-dizio.

In udienzaLa conciliazione in udienza può essere avviata su inizia-tiva delle parti o dello stesso giudice.

• Il contribuente, con una domanda di discussione inpubblica udienza depositata presso la segreteria dellaCommissione e notificata all’Ufficio entro i dieci gior-ni precedenti la trattazione, può chiedere di conciliarein tutto o in parte la controversia;

• l’ufficio, dopo la data di fissazione dell’udienza di trat-tazione e prima che questa si sia svolta, può deposita-re una proposta scritta già concordata con il ricorrente;

• il giudice tributario, con intervento autonomo, puòinvitare le parti ad esperire l’accordo conciliativo.

Se l’accordo viene raggiunto e/o confermato, vieneredatto un verbale, in udienza, contenente i termini dellaconciliazione e la liquidazione delle somme dovute.

La conclusione del procedimentoIn caso di esito favorevole, la conciliazione si concludecon la redazione di un atto scritto in doppia copia con-tenente:

La conciliazione può essere realizzata solonelle controversie davanti alla Commissionetributaria provinciale, e non oltre la primaudienza.

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ANNUARIO 2002

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XXII. COME EVITARE LE LITI

• l’indicazione della Commissione tributaria provincialealla quale era stato presentato il ricorso;

• l’indicazione dell’ufficio dell’Agenzia e del ricorrente;• la manifestazione della volontà di conciliare, con l’in-

dicazione degli elementi addotti nella proposta conci-liativa e una succinta motivazione;

• la liquidazione delle somme dovute in base alla conci-liazione giudiziale;

• la data, la sottoscrizione del titolare dell’ufficio e lasottoscrizione del ricorrente.

Come si perfezionaLa conciliazione si perfeziona, e quindi produce i suoieffetti, solo se il contribuente provvede al versamentodelle somme dovute secondo le modalità seguenti:

• in unica soluzione, entro venti giorni dalla data delverbale (conciliazione in udienza) o della comunica-zione del decreto del Presidente della Commissione(conciliazione fuori udienza);

• in otto rate trimestrali di uguale importo (o in un mas-simo di dodici rate trimestrali, se le somme dovutesuperano 51.645,69 euro). La prima delle rate deveessere versata entro il termine di venti giorni dalladata del processo verbale o del decreto presidenziale,mentre per le rate successive (che sono gravate degliinteressi legali) è necessario che il contribuente prestigaranzia secondo una delle forme previste dalla legge.La garanzia deve essere prestata in titoli di stato ogarantiti dallo stato ovvero con fidejussione bancaria

o polizza assicurativa fidejussoria, per tutto il periododi rateazione aumentato di un anno. Gli interessi sullerate sono calcolati dal giorno successivo a quello delprocesso verbale di conciliazione o a quello di comu-nicazione del decreto di estinzione del giudizio, e finoalla scadenza di ciascuna rata.

Il contribuente deve consegnare all’ufficio copia dell’at-testazione del versamento accompagnata - nell’ipotesidi pagamento rateale - dalla documentazione dellagaranzia prestata.

In caso di mancato versamento delle rate nei terministabiliti, l’Amministrazione finanziaria recupera lesomme dovute presso chi ha garantito la cauzione oprestato la fideiussione.

Come si versano le imposteIl versamento delle somme dovute per la conciliazionedelle controversie tributarie è effettuato presso qualsia-si concessionario, banca o ufficio postale, utilizzando ilmodello F24 per le imposte dirette e per l’Iva; il model-lo F23 per le altre imposte indirette.

Per le imposte dirette e per l’Iva è consentito effettuarela compensazione delle somme (comprese le sanzioni),dovute per effetto della conciliazione giudiziale con icrediti d’imposta del contribuente, ai sensi dell’articolo17 del decreto legislativo n. 241 del 1997.

I VANTAGGI DELLA CONCILIAZIONE

Chiuso

Limitati

1/3 delle somme irrogabili in base al tributo conciliato

Contenzioso

Costi della lite

Sanzioni

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158 ATTENZIONE: Le indicazioni dell’Annuario potrebbero subire modifiche per effetto di provvedimenti

ANNUARIO 2002 XXIII. QUANDO SI È COSTRETTI A RICORRERE

Nei casi in cui il contribuente è convinto della illegitti-mità della pretesa dell’ufficio può rivolgersi alle com-missioni tributarie chiedendo l’annullamento totale oparziale dell’atto fiscale notificato.Nel valutare l’opportunità di instaurare un contenziosotributario occorre però tenere presente che la proposi-zione di un ricorso comporta, nella maggior parte deicasi, costi aggiuntivi rappresentati dall’obbligo di farsiassistere da un difensore e dal rischio, per chi perde, diessere condannato al pagamento delle spese.Per tutte le liti tributarie esistono due gradi di giudizio:

• dinanzi alla commissione tributaria provinciale com-petente per territorio sulla base dell’ufficio che hasede nella propria circoscrizione si può, in prima istan-za, proporre ricorso avverso gli atti emessi dagli ufficidelle Entrate o del Territorio ovvero degli enti locali odei concessionari dei servizi di riscossione;

• dinanzi alla commissione tributaria regionale si puòproporre impugnazione per le decisioni emesse dallecommissioni tributarie provinciali che hanno sedenella propria circoscrizione.

Dinanzi alla Commissione tributaria centrale (abolitadalla riforma del 1996) continuano ad essere decisi igiudizi proposti alla data del 1° aprile 1996, fino adesaurimento delle liti pendenti.Con l’instaurazione di un giudizio tributario il contri-buente può:

• chiedere alla commissione tributaria (ma solo in primaistanza) la sospensione dell’esecuzione dell’atto impu-gnato;

• promuovere, in caso di sentenza definitiva favorevoleal contribuente, il “giudizio di ottemperanza” perobbligare gli uffici ad adeguarsi alle decisioni emessedalle commissioni.

La proposizione del ricorso presenta, comunque, nume-rose insidie: esistono regole tassative da rispettare chepossono, in caso di inosservanza, determinare l’inam-missibilità dell’atto ed, al tempo stesso, sono previstepossibilità di estinzione dei giudizi per inattività delleparti.

In definitiva: prima di avviare una lite occorre, sia daparte dell‘interessato che dei suoi eventuali difensori,molta cautela ed attenzione nel valutare i costi proces-suali e gli adempimenti da rispettare.

1. LA COMPETENZA DELLE COMMISSIONIL’art 12, comma 2 della legge n. 448/2001 (legge finan-ziaria 2002) ha ampliato la competenza delle commis-sioni tributarie.Pertanto, a decorrere dal 1° gennaio 2002, appartengo-no alla giurisdizione delle commissioni tributarie tutte lecontroversie aventi ad oggetto i tributi di ogni genere especie, compresi quelli regionali, provinciali e comunali eil contributo per il Servizio sanitario nazionale, le sovrim-poste e le addizionali, le sanzioni amministrative,comunque irrogate dagli uffici finanziari, gli interessi eogni altro accessorio.Alle commissioni è attribuita, infine, la competenza agiudicare su varie controversie di natura catastale comequelle concernenti, ad esempio, l’intestazione, la delimi-tazione, l’estensione, il “classamento” dei terreni e l’at-tribuzione della rendita.Restano escluse dalla giurisdizione delle commissionisoltanto le controversie riguardanti gli atti dell’esecuzio-ne forzata tributaria successivi alla notifica della cartelladi pagamento o dell’avviso di intimazione ad adempierel’obbligo risultante dal ruolo.

2. GLI ATTI IMPUGNABILIGli atti contro i quali è possibile ricorrere sono:• l’avviso di accertamento• l’avviso di liquidazione• il provvedimento che irroga le sanzioni• il ruolo e la cartella di pagamento• l’avviso di mora• gli atti relativi ad alcune operazioni catastali • il rifiuto, espresso o tacito, alla restituzione di tributi,

sanzioni, interessi o altri accessori non dovuti• i provvedimenti che negano la spettanza di agevola-

zioni nonché i provvedimenti di rigetto delle domandedi definizione agevolata dei rapporti tributari

• ogni altro atto (ad esempio, fermo amministrativo)espressamente indicato dalla legge come autonoma-mente impugnabile.

Come si svolge il processo

Il processo tributario

XXIII. QUANDO SI È COSTRETTI A RICORRERE

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successivi; controllarle seguendo i comunicati stampa e il sito Internet dell’Agenzia delle Entrate

ANNUARIO 2002

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XXIII. QUANDO SI È COSTRETTI A RICORRERE

Per agevolare il contribuente, la legge prevede che tuttigli atti impugnabili debbano contenere le seguenti indi-cazioni:

• termine entro il quale il ricorso va proposto• Commissione tributaria competente• procedure da seguire.

3. ASSISTENZA TECNICAPer le controversie aventi ad oggetto tributi di valoresuperiore a 2.582,28 euro è indispensabile l’assistenzadi un difensore abilitato. Per valore si intende l’importodel tributo al netto degli interessi e delle eventuali san-zioni (se si tratta solo di sanzioni, il valore è dato dallasomma di queste).

Attenzione:1. qualunque sia il loro valore, l’assistenza tecnica non è

richiesta per le controversie aventi ad oggetto le iscri-zioni a ruolo effettuate a seguito della liquidazione delladichiarazione dei redditi da parte dei Centri di Servizio.

2. Il presidente della commissione (o della sezione) o ilcollegio possono ordinare alla parte di munirsi dell’as-sistenza tecnica, anche nei casi in cui questa non èobbligatoria.

3.Per le cause già pendenti davanti alle vecchieCommissioni tributarie l’assistenza tecnica non è obbli-gatoria ma può essere disposta dalla Commissione.

4. Anche quando non è obbligatoria l’assistenza tecnica,il contribuente deve comunque fare attenzione allacomplessità degli adempimenti previsti dalla nuova pro-cedura (con la quale il contenzioso tributario viene difatto ad essere assimilato al giudizio civile), e al rischioche la vertenza subisca un esito negativo a causa di unaloro non esatta applicazione.

Chi è autorizzato a difendere i contribuentiSono abilitati a prestare assistenza tecnica dinanzi allecommissioni tributarie, se iscritti nei relativi albi profes-sionali:

• gli avvocati,• i dottori commercialisti,• i ragionieri e periti commerciali.

Sono inoltre abilitati, se iscritti nei rispettivi albi profes-sionali:

• i consulenti del lavoro, per le materie concernenti leritenute alla fonte sui redditi di lavoro dipendente edassimilati e gli obblighi di sostituto di imposta ad esserelativi;

• gli ingegneri, gli architetti, i geometri, i periti edili, idottori agronomi, gli agrotecnici e i periti agrari, per lematerie concernenti estensione, classamento dei ter-reni e ripartizione dell’estimo fra i possessori di unastessa particella, consistenza, classamento delle sin-gole unità immobiliari urbane e attribuzione della ren-dita catastale;

• a certe condizioni, anche altre categorie tra cui i fun-zionari dell’amministrazione finanziaria e gli ufficialidella guardia di finanza a riposo dopo venti anni diservizio, i funzionari abilitati delle associazioni di cate-goria, i dipendenti delle imprese per le controversieche le riguardano.

4. COME SI COMPILA IL RICORSO

Gli elementi essenzialiIl ricorso deve essere redatto in carta da bollo e conte-nere una serie di indicazioni:

• la Commissione tributaria a cui ci si rivolge;• il nome, il cognome (o la ragione sociale o la denomi-

nazione) del ricorrente (e, quando c’è, del suo legalerappresentante);

• la residenza (o la sede legale o il domicilio eletto);• il codice fiscale;• l’ufficio (o l’ente locale o il concessionario della riscos-

sione) nei cui confronti è proposto;• gli estremi dell’atto impugnato (avviso di accertamen-

Assistenza gratuitaAi non abbienti è assicurata l’assistenza gra-tuita; alla Commissione per il gratuito patro-cinio, istituita presso ogni Commissione tribu-taria, è affidata la verifica del possesso dellecondizioni richieste (che potranno anche esse-re autocertificate).

Il termine per ricorrere è di 60 giorni dallanotifica dell’atto. Se è stato notificato un avvi-so di accertamento e il contribuente presentala domanda di concordato, i termini per ricor-rere sono sospesi per 90 giorni a decorreredalla data di presentazione o spedizione delladomanda.

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ANNUARIO 2002 XXIII. QUANDO SI È COSTRETTI A RICORRERE

to, provvedimento di irrogazione sanzioni, ecc.);• l’oggetto della domanda (ad es., la richiesta di annul-

lamento dell’atto);• i motivi di fatto e di diritto idonei a provare la sua fon-

datezza;• la sottoscrizione del ricorrente;• la sottoscrizione del difensore, quando è presente, con

l’indicazione dell’incarico conferito.

A titolo indicativo, in Appendice sono riportati alcuni schemi diricorso.

5. COME SI PRESENTA IL RICORSOIl ricorso deve essere proposto direttamente alla contro-parte (Ufficio dell’Agenzia, Ente locale, Concessionariodella riscossione) utilizzando, alternativamente, unadelle seguenti modalità:

• notifica a mezzo Ufficiale Giudiziario da effettuare osser-vando le disposizioni del codice di procedura civile;

• invio a mezzo servizio postale con plico raccomanda-to, senza busta, con avviso di ricevimento;

• consegna diretta all’ufficio finanziario (o all’Ente loca-le) che ha emesso l’atto contro il quale si ricorre.

In tal caso l’impiegato addetto alla ricezione provvede alrilascio di ricevuta.

Nel caso di consegna diretta all’Ufficio o invioper posta, deve essere consegnato o spedito l’o-riginale del ricorso in bollo, conservandonecopia in carta semplice per la successiva costitu-zione in giudizio. Nel caso, invece, di notifica,devono essere consegnati all’ufficiale giudizia-rio 2 originali del ricorso, entrambi in bollo (unorimarrà alla controparte, l’altro sarà restituito alricorrente con apposta la “relata di notifica”).

5.1. Ruoli emessi dai Centri di servizioÈ soggetta a regole particolari la procedura per i ricorsicontro le iscrizioni a ruolo effettuate a seguito dellaliquidazione della dichiarazione dei redditi da parte deiCentri di Servizio, alcuni dei quali (Milano, Palermo,

Pescara, Roma e Venezia) sono stati soppressi alla datadel 31 dicembre 2001.Per gli altri Centri di servizio è stata disposta la soppres-sione in date diverse (Bologna e Salerno al 30 aprile2002; Cagliari, Genova, Torino e Trento al 30 giugno2002; Bari al 31 dicembre 2002).Il ricorso, in bollo (v. schema in Appendice), deve essereintestato alla Commissione tributaria provinciale e inviatotramite posta, con plico raccomandato senza busta, entro60 giorni dalla notifica della cartella di pagamento:

- al Centro di servizio, se si ricorre contro un ruolo for-mato da un Centro non ancora soppresso;

- all’Ufficio locale dell’Agenzia delle Entrate (o se nonancora attivato, all’Ufficio distrettuale delle impostedirette competente per territorio) se si ricorre contro unruolo formato da un Centro di servizio ormai soppres-so.

Come si chiede la sospensione del pagamento • Il contribuente che fa ricorso può presentare al Centro

di Servizio o, nel caso in cui alla data di presentazionedel ricorso il Centro di Servizio che ha emesso il ruolosia stato soppresso, all’Ufficio locale dell’Agenziadelle Entrate (ovvero, ove non ancora attivato,all’Ufficio Distrettuale delle Imposte Dirette), doman-da in carta semplice, per chiedere la sospensione delpagamento.Se successivamente il ricorso viene respinto, il contri-buente deve pagare gli interessi maturati durante ilperiodo di sospensione del pagamento.

• Se il pagamento della cartella può causare danni gravied irreparabili, per ottenere la sospensione del paga-mento il contribuente può presentare domanda moti-

In caso di mancata risposta trascorsi almeno 6mesi (e non oltre due anni) dalla presentazione delricorso, il contribuente deve depositare presso laSegreteria della Commissione tributaria provincia-le nella cui circoscrizione ha sede l’Ufficio locale (ose non ancora attivato, l’Ufficio distrettuale delleimposte dirette) il fascicolo di parte contenente:

• la copia del ricorso in carta libera, dichiarataconforme all’originale;

• la fotocopia della ricevuta della spedizione delricorso;

• la fotocopia della cartella di pagamento;• altri eventuali documenti a sostegno del ricorso.

La mancata indicazione di uno o più degli ele-menti sopra indicati comporta l’inammissibi-lità del ricorso. Tuttavia, non può esseredichiarato inammissibile il ricorso che mancadell’indicazione del solo codice fiscale.

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ANNUARIO 2002

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XXIII. QUANDO SI È COSTRETTI A RICORRERE

vata alla Commissione tributaria provinciale. Il contri-buente deve notificare la domanda all’Ufficio controcui ricorre e deve depositarla presso la segreteria dellaCommissione.La Commissione può concedere la sospensione fino alladata di pubblicazione della sentenza di primo grado.

5.2. Ruoli emessi dagli Uffici dell’Agenziadelle Entrate (diversi dai Centri di Servizio)per i seguenti tributi:Imposta sui redditi e relative imposte sostitutive,Iva, Invim, Imposta di registro, Imposta sulle suc-cessioni e donazioni, Imposta ipotecaria e cata-stale, Imposta sulle assicurazioni, Irap, Imposta dibollo, Tassa sui contratti di borsa, Imposta suglispettacoli e imposta sugli intrattenimenti, Tassasulle concessioni governative, Tasse automobili-stiche.

Come presentare il ricorsoIl contribuente deve:

• intestare il ricorso in bollo alla Commissione tributariaprovinciale nella cui circoscrizione territoriale ha sedel’ufficio finanziario competente in ragione del propriodomicilio fiscale, e cioè:- l’Ufficio locale dell’Agenzia delle Entrate o l’Ufficio

Distrettuale delle Imposte Dirette, per i ruoli deri-vanti da avvisi di accertamento parziale

- l’Ufficio locale dell’Agenzia delle Entrate o l’UfficioIVA, per quelli derivanti dalla liquidazione dell’IVA

• notificare il ricorso all’Ufficio finanziario competentespedendolo senza busta per raccomandata con avvisodi ricevimento, oppure tramite l’Ufficiale giudiziario,oppure consegnandolo all’impiegato addettodell’Ufficio, facendosi rilasciare la relativa ricevuta.

Come chiedere la sospensione del pagamento Il contribuente che fa ricorso può presentare domandain carta semplice, per chiedere la sospensione del paga-mento all’Ufficio locale dell’Agenzia delle Entrate che haemesso il ruolo, oppure, se il ruolo è stato emesso da unUfficio Distrettuale delle Imposte Dirette, da un UfficioIva o da un Ufficio del Registro, alla Sezione Staccatadella Direzione Regionale dell’Agenzia delle Entrate. Seil ricorso viene respinto, il contribuente deve pagare gliinteressi maturati durante il periodo di sospensione delpagamento.Se il pagamento della cartella può causare danni gravi

ed irreparabili, per ottenere la sospensione del paga-mento il contribuente, insieme allo stesso ricorso o sepa-ratamente, può presentare domanda motivata allaCommissione tributaria provinciale. Il contribuente devenotificare la domanda all’Ufficio contro cui ricorre edeve depositarla presso la segreteria della Commissione.

La Commissione può concedere la sospensione fino alla data dipubblicazione della sentenza di primo grado.

5.3. Ruoli in materia di canone di abbonamento alla televisione

Come e a chi presentare il ricorsoIl contribuente deve:

• Intestare il ricorso in bollo alla Commissione tributariaprovinciale di Torino;

• notificare il ricorso spedendolo all’Ufficio Locale di Torino1 - S.A.T. - Sportello Abbonamenti TV - senza busta perraccomandata con avviso di ricevimento, oppure tramiteUfficiale giudiziario o consegnandolo all’impiegato addet-to dell’Ufficio, facendosi rilasciare la relativa ricevuta.

Dati da indicare nel ricorsoNel ricorso, intestato alla Commissione tributaria pro-vinciale di Torino, il contribuente deve indicare:

• le proprie generalità;• il codice fiscale;• il rappresentante legale, se chi fa ricorso è una società

o un ente;• la residenza, o la sede legale o il domicilio eventual-

mente scelto;• l’Ufficio finanziario contro cui ricorre (Ufficio Locale di

Torino 1 - S.A.T. Sportello Abbonamenti TV);• il numero della cartella;• i motivi del ricorso;• le conclusioni, cioè la richiesta che il contribuente rivol-

ge alla Commissione tributaria provinciale di Torino.

Costituzione in giudizioEntro 30 giorni dalla data in cui ha provveduto alla noti-fica del ricorso, il contribuente deve costituirsi in giudizio,cioè deve depositare il proprio fascicolo presso la segre-teria della Commissione tributaria provinciale di Torino. Seil contribuente non deposita il proprio fascicolo nei tempiprevisti perde il diritto di procedere nel ricorso.

Richiesta di sospensione del pagamento Il contribuente che fa ricorso presso la Commissione tri-

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ANNUARIO 2002 XXIII. QUANDO SI È COSTRETTI A RICORRERE

butaria provinciale di Torino può presentare domanda incarta semplice per chiedere la sospensione del paga-mento all’Ufficio Locale di Torino 1. Se il ricorso vienerespinto, il contribuente deve pagare gli interessi matu-rati durante il periodo di sospensione del pagamento.Se il pagamento della cartella può causare danni gravied irreparabili, per ottenere la sospensione del paga-mento il contribuente, insieme allo stesso ricorso o sepa-ratamente, può presentare domanda motivata allaCommissione tributaria provinciale di Torino. Il contri-buente deve notificare la domanda all’ Ufficio Locale diTorino 1 - S.A.T. Sportello Abbonamenti TV e deve depo-sitarla presso la segreteria della Commissione.La Commissione può concedere la sospensione fino alla datadi pubblicazione della sentenza di primo grado.

6. QUANDO PRESENTARE IL RICORSOIl ricorso deve essere proposto, a pena di inammissibi-lità, entro 60 giorni dalla data di notificazione dell’atto(avviso di liquidazione o di accertamento, cartella dipagamento, ecc.).Può accadere che l’atto di imposizione vero e propriomanchi (come, ad esempio, nel caso di una domanda dirimborso a cui l’Amministrazione non ha dato risposta).In questi casi occorre attendere che si formi il c.d. “silen-zio-rifiuto”, e cioè che siano trascorsi almeno 90 giornidalla presentazione della domanda. A partire dal 91°giorno, e fino a quando il diritto non si prescrive (termi-ne che può variare, secondo i casi, dai 48 mesi ai 10anni) è possibile proporre il ricorso.I termini per la proposizione del ricorso sono sospesi nelperiodo feriale dal 1° agosto al 15 settembre.

7. LA CONDANNA ALLE SPESECon la sentenza che definisce il giudizio la Commissionepotrà anche condannare la parte perdente al pagamen-to delle spese (o, a seconda dei casi, dichiararle com-pensate in tutto o in parte).

8. SOSPENSIONE DELL’ATTO IMPUGNATOSe dall’atto impugnato può derivargli un danno grave eirreparabile, il ricorrente può chiedere alla Commissioneprovinciale la sospensione della sua esecuzione.La richiesta motivata può essere inserita nel ricorso o pro-posta con atto separato (che va notificato alle altre partie depositato presso la segreteria della Commissione).

Quando la sospensione è richiesta in materia di sanzio-ni tributarie non penali:

1. il giudice deve necessariamente concederla se il con-tribuente produce un’idonea garanzia, anche a mezzofideiussione bancaria o assicurativa;

2. può essere proposta istanza anche dinanzi allaCommissione tributaria regionale.

9. DOPO LA PRESENTAZIONE OCCORRELA COSTITUZIONE IN GIUDIZIO

Nei 30 giorni successivi alla proposizione del ricorso ilricorrente deve “costituirsi in giudizio”.

Questo adempimento è di fondamentale importanza inquanto la sua omissione o, anche, la semplice tardivitàcomporta l’inammissibilità del ricorso. Una inammissibi-lità rilevabile d’ufficio in ogni stato e grado del giudizioe pronunciabile anche se la parte avversa si è costituita.

La costituzione in giudizio si effettua depositando pres-so la segreteria della Commissione il fascicolo di partecontenente:

• l’originale del ricorso notificato a mezzo ufficiale giu-diziario; se la presentazione è avvenuta per consegnadiretta o a mezzo posta, si deposita una copia delricorso dichiarata conforme all’originale insieme allacopia della ricevuta di consegna o di spedizione

• l’originale o la fotocopia dell’atto impugnato e deidocumenti eventualmente prodotti, elencati nel ricor-so. Se sorgono contestazioni, il giudice può ordinarel’esibizione in originale di tutti gli atti e documenti.

Anche l’Ufficio deve costituirsiL’obbligo di costituzione in giudizio riguarda anche laparte nei cui confronti il ricorso è proposto, che devedepositare le proprie controdeduzioni.Tale adempimento è di estrema importanza in quantotramite esso il ricorrente viene messo in condizioni diconoscere la strategia adottata dalla controparte. Nellecontrodeduzioni la parte resistente è, infatti, tenuta adesporre le sue difese e a prendere posizione sui motividel ricorso, indicando le prove di cui intende avvalersi eproponendo eventuali eccezioni processuali e di merito.La parte resistente è tenuta a costituirsi in giudizio entroil termine (non perentorio) di 60 giorni dalla proposizio-ne del ricorso.Unica eccezione è data dai ricorsi proposti ai Centri diServizio non soppressi, per i quali la costituzione in giu-dizio avviene entro 60 giorni dalla richiesta di trasmis-sione del ricorso da parte della segreteria dellaCommissione Tributaria Provinciale che fa seguito aldeposito del ricorso da parte del contribuente.

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XXIII. QUANDO SI È COSTRETTI A RICORRERE

Le regole per il deposito dei documentiIl processo tributario è un processo prevalentemente docu-mentale: non è quindi ammessa la possibilità di avvalersidegli altri mezzi di prova ordinariamente riconosciuti come,ad esempio, il giuramento e la prova testimoniale.

È comunque ammesso produrli anche separatamente; intal caso è però necessario preparare una apposita nota(chiamata “Nota di deposito documenti”), firmarla edepositarla in segreteria (in originale e in tante copie incarta semplice per quante sono le altre parti).

I “motivi” e il divieto delle “memorieintegrative”Uno degli elementi essenziali del ricorso - prescritto apena di inammissibilità - è costituito dai “motivi”, ossiadalla dettagliata esposizione delle proprie ragioni.L’esposizione dei motivi che sono a base del ricorso costi-tuisce un elemento di estrema importanza in quanto imotivi non potranno essere integrati in atti successivi.Fa eccezione il caso in cui l’integrazione sia resa neces-saria dal successivo deposito di documenti ad operadelle altre parti o per ordine della commissione. In que-sti casi l’integrazione è ammessa entro il termine di 60giorni decorrenti dalla data in cui l’interessato ha notiziadel deposito.

Se è stata già fissata l’udienza di trattazione l’interessa-to deve dichiarare a pena d’inammissibilità, non oltre latrattazione in camera di consiglio o la discussione inudienza pubblica, che intende proporre motivi aggiunti.Dopo tale adempimento la trattazione o l’udienza devo-no essere rinviate ad altra data per consentire il deposi-to della memoria.L’integrazione dei motivi si effettua mediante un attoche deve avere, per quanto applicabili, i requisiti pre-scritti per il ricorso.È invece possibile depositare, anche successivamente alricorso, documenti e memorie illustrative (atti che senzaampliare l’ambito della controversia si limitano ad illu-strare in maniera più approfondita i motivi già esposti nelricorso). Nel caso di trattazione della controversia incamera di consiglio è possibile anche la presentazione di“brevi repliche”, con le quali si propongono ulteriori con-testazioni alle argomentazioni esposte nelle memorie.

Il deposito delle memorie, dei documenti e delle repli-che va effettuato entro precisi termini: fino a 20 giorniliberi prima della data di trattazione, per i documenti;fino a 10 giorni liberi prima della data di trattazione, perle memorie; fino a 5 giorni liberi prima della data di trat-tazione in camera di consiglio, per le brevi repliche.

Esempio: ricorro chiedendo l’annullamentodell’atto per violazione dell’obbligo di motiva-zione imposto dall’art. 42, comma 3°, delD.P.R. 29 settembre 1973, n. 600.

Per essere utilizzati nel processo, i documentidevono essere elencati negli atti di parte cuisono allegati (ad esempio, nel ricorso).

A CHI SI RICORRE

Commissione provinciale nella cui circoscrizione ha sede l’Ufficio

Ruoli emessi da un Ufficio localeUfficio imposte dirette

Ufficio IVAUfficio del registroConcessionarioEnte Locale

Commissione provinciale nella cui circoscrizione ha sede

l’Ufficio locale (o l’ufficio delle imposte dirette)che gestisce il tributo

Ruoli del centro di servizio

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164 ATTENZIONE: Le indicazioni dell’Annuario potrebbero subire modifiche per effetto di provvedimenti

ANNUARIO 2002 XXIII. QUANDO SI È COSTRETTI A RICORRERE

10. TRATTAZIONE DEL RICORSO ENOTIFICA DELLA SENTENZA

La controversia è trattata di norma in “Camera di consi-glio” (senza la presenza delle parti); se una delle partivuole che il ricorso sia discusso in udienza pubblica devefarne richiesta alla Commissione con istanza da deposita-re in segreteria e da notificare alle altre parti costituite.L’istanza di pubblica udienza può anche essere propostacontestualmente al ricorso o ad altri atti processuali.Alla segreteria della Commissione spetta il compito dicomunicare alle parti costituite il dispositivo della senten-za. Alla notifica della sentenza possono invece provvede-re le parti (sarà la parte che vi ha interesse a notificare lasentenza alle altre). La parte che ha provveduto alla noti-fica dovrà depositare nella segreteria della Commissionel’originale (o copia autentica) della sentenza notificata.

11. PAGAMENTI E RIMBORSIAnche in deroga a quanto previsto dalle singole leggid’imposta, nei casi in cui è prevista la riscossione frazio-nata i tributi devono essere pagati:

a) per due terzi, dopo la sentenza della commissione tri-butaria provinciale che respinge il ricorso;

b) per l’ammontare risultante dalla sentenza della com-missione tributaria provinciale, e comunque non oltre idue terzi, se la stessa accoglie parzialmente il ricorso;

c) per il residuo ammontare determinato dalla commis-sione tributaria regionale.

Per le ipotesi indicate nelle precedenti lettere a), b) e c)gli importi da versare vanno in ogni caso diminuiti diquanto già corrisposto.Se il ricorso viene accolto, il tributo corrisposto in ecce-denza rispetto a quanto stabilito dalla sentenza dellacommissione tributaria provinciale, con i relativi interessiprevisti dalle leggi fiscali, deve essere rimborsato d’ufficioentro novanta giorni dalla notificazione della sentenza.Le imposte suppletive devono essere corrisposte dopol’ultima sentenza non impugnata o impugnabile solocon ricorso in cassazione.Nel caso di proposizione di un ricorso contro il rifiuto oil silenzio-rifiuto a provvedere ad un rimborso, se laCommissione condanna l’ufficio al pagamento disomme, e solo se la relativa sentenza è passata in giu-

dicato, la segreteria della Commissione che l’ha emessa,a richiesta dell’interessato, rilascia copia spedita informa esecutiva a norma dell’art. 475 del C.p.c. La sen-tenza delle Commissioni Tributarie Provinciale eRegionale spedita in forma esecutiva è titolo per le azio-ni esecutive previste dallo stesso C.p.c.

12. GIUDIZIO DI “OTTEMPERANZA”Dopo la scadenza del termine entro il quale dovevanoessere adempiuti da parte dell’ufficio gli obblighi impo-sti da una sentenza divenuta definitiva (o, in mancanzadel termine, dopo trenta giorni dalla messa in moramediante ufficiale giudiziario), il contribuente può pre-sentare un ricorso per chiedere che venga data esecu-zione alla sentenza.La Commissione tributaria può anche delegare un propriocomponente o un Commissario speciale (Commissario“ad acta”) perché provveda direttamente all’esecuzione.

Attenzione a non chiamare in causa inutilmenteil concessionarioL’esperienza del primo periodo di applicazione del nuovocontenzioso ha messo in evidenza che spesso i contri-buenti commettono degli errori nel proporre i ricorsi neiconfronti del concessionario della riscossione.Secondo la procedura, i ricorsi devono essere proposti neiconfronti del concessionario della riscossione unicamentese il motivo del ricorso è quello di contestare vizi propridella cartella o dell’avviso (come ad esempio errori mate-riali di compilazione, irregolarità della notifica, ecc.).In tutti i casi, invece, in cui il contribuente vuole contesta-re il merito della richiesta, il ricorso deve essere presenta-to nei confronti dell’Ufficio impositore (ad esempio, ilComune per la tassa per lo smaltimento dei rifiuti solidiurbani, i diversi uffici finanziari nel caso di tributi erariali).Occorre fare attenzione alla corretta presenta-zione del ricorso, in quanto il ricorso presentatocontro il concessionario della riscossione nei casiin cui questo non deve essere chiamato in causa,oltre a non produrre effetto pratico, può deter-minare la condanna del contribuente a pagare lespese di giudizio in favore del concessionarioconvenuto e l’eventuale decadenza dei terminiper presentare validamente il ricorso.