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Nella città di Nazaret La città di Nazaret oltre ad essere stata pensata da sempre da Dio è, da oltre duemila anni, nel cuore del l’umanità. Possiamo a ragione dire che Nazaret è il luogo dell’umanizzazione di Dio e della divinizzazione dell’umanità. E’ il luogo di un matrimonio tra Dio e l’umanità. Ed ecco come L’annuncio a Maria L’angelo Gabriele è il messaggero dell’evento divi no che apre il tempo del compimento. La verginità di Maria diventa la condizione perché Dio compia qual cosa di inaudito: un intervento creatore. Il saluto: Chaire Maria Recandosi a Nazaret, in pellegrinaggio, si rimane stupiti quando si vede un tale saluto scolpito nella roc cia trovata nella casa di Maria. Un devoto pellegrino, visitando la casa della Vergine ha voluto lasciare il sa luto dell’angelo incidendolo sulla roccia della casa della Vergine. L’incarnazione del Verbo di Dio ha avuto un contesto storico e geografico ben preciso: in una città della Galilea chiamata Nazaret, in una abita zione dove si trovava una vergine chiamata Maria. Il saluto greco Chaire, quando si incontra nell’Antico Te stamento, si riferisce alla Figlia di Sion, per invitarla a rallegrarsi del fatto che il Signore è con lei. L’annuncio a Maria: Il “Si” che Prepara il Natale Il consenso di Maria a diventare la madre di Gesù Cristo, Figlio di Dio, è rivelatore di una perfezione di fede, di speranza e di carità, che qualifica la Vergine benedetta. Tuttavia questo consenso di Maria ha anche dimensioni drammatiche che noi non abbiamo il diritto di sottovalutare. Il Vangelo ce le evidenzia: «Allora Maria disse all’ange lo: Com’è possibile? Non conosco uomo». Maria è vergine e le si annunzia una mater nità; Maria è donna e sa che la maternità com porta la presenza dell’uomo, una presenza in cisiva e determinante, perché non c’è madre senza padre. La domanda della Madonna rive la questa consapevolezza della donna vergine e la risposta che riceve dall’angelo è mi steriosa e nello stesso tempo rassicurante. Ecco la disponibilità della Madonna. Lei, che era stata salutata dall’angelo come la be nedetta fra tutte le donne, come la creatura piena di grazia, nel dire di sì, si proclama in maniera esplicita e convinta «serva del Signo re»: «Eccomi, sono la serva del Signore, av venga di me quello che hai detto». Questo consenso di Maria a diventare la madre del Salvatore del mondo è caratterizzato da una professione di servizio che investe tutta la sua vita e dà significato a tutti i suoi gesti. Ciò che l’angelo le ha detto poteva benissi mo farla sentire regina. Lei, con la responsabi lità della fede e con la pienezza della carità, dice di sì, proclamandosi serva. Ma serva di chi? «Serva del Signore». In questo consenso motivato la Madonna riafferma la sua condi zione di creatura umana. E nello stesso tempo, dichiarandosi serva, si mette nella logica di quel mistero dell’Incarnazione che i profeti hanno annunciato come l’avvento del «Servo di Iahvè». Lei è la serva del Signore e Colui che nascerà da lei sarà il «Servo» dell’Onni potente Dio. • continua a pagina 2 • continua a pagina 3 Anno XIV n. 12 Bari, 18 Dicembre 2005 4ª Domenica diAvvento Anno B 4ª Domenica di Avvento Anno B Ave, Piena di Grazia )RJOLR GL LQIRUPD]LRQH VHWWLPDQDOH GHOOD 3DUURFFKLD6DQWXDULR 6DQWD )DUD 3HULRGLFR JUDWXLWR D GLVWULEX]LRQH LQWHUQD

Ave, Piena di Grazia - Santa Fara

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Nella città di Nazaret La città di Nazaret oltre ad essere stata pensata da

sempre da Dio è, da oltre duemila anni, nel cuore del­ l’umanità. Possiamo a ragione dire che Nazaret è il luogo dell’umanizzazione di Dio e della divinizzazione dell’umanità. E’ il luogo di un matrimonio tra Dio e l’umanità. Ed ecco come

L’annuncio a Maria L’angelo Gabriele è il messaggero dell’evento divi­

no che apre il tempo del compimento. La verginità di Maria diventa la condizione perché Dio compia qual­ cosa di inaudito: un intervento creatore.

I l saluto: Chaire Maria Recandosi a Nazaret, in pellegrinaggio, si rimane

stupiti quando si vede un tale saluto scolpito nella roc­ cia trovata nella casa di Maria. Un devoto pellegrino, visitando la casa della Vergine ha voluto lasciare il sa­ luto dell’angelo incidendolo sulla roccia della casa della Vergine. L’incarnazione del Verbo di Dio ha avuto un contesto storico e geografico ben preciso: in

una città della Galilea chiamata Nazaret, in una abita­ zione dove si trovava una vergine chiamata Maria. Il saluto greco Chaire, quando si incontra nell’Antico Te­ stamento, si riferisce alla Figlia di Sion, per invitarla a rallegrarsi del fatto che il Signore è con lei.

L’annuncio a Maria: Il “Si” che

Prepara il Natale Il consenso di Maria a diventare la madre

di Gesù Cristo, Figlio di Dio, è rivelatore di una perfezione di fede, di speranza e di carità, che qualifica la Vergine benedetta.

Tuttavia questo consenso di Maria ha anche dimensioni drammatiche che noi non abbiamo il diritto di sottovalutare. Il Vangelo ce le evidenzia: «Allora Maria disse all’ange­ lo: Com’è possibile? Non conosco uomo».

Maria è vergine e le si annunzia una mater­ nità; Maria è donna e sa che la maternità com­ porta la presenza dell’uomo, una presenza in­ cisiva e determinante, perché non c’è madre senza padre. La domanda della Madonna rive­ la questa consapevolezza della donna vergine e la risposta che riceve dall’angelo è mi­ steriosa e nello stesso tempo rassicurante.

Ecco la disponibilità della Madonna. Lei, che era stata salutata dall’angelo come la be­ nedetta fra tutte le donne, come la creatura piena di grazia, nel dire di sì, si proclama in maniera esplicita e convinta «serva del Signo­ re»: «Eccomi, sono la serva del Signore, av­ venga di me quello che hai detto».

Questo consenso di Maria a diventare la madre del Salvatore del mondo è caratterizzato da una professione di servizio che investe tutta la sua vita e dà significato a tutti i suoi gesti.

Ciò che l’angelo le ha detto poteva benissi­ mo farla sentire regina. Lei, con la responsabi­ lità della fede e con la pienezza della carità, dice di sì, proclamandosi serva. Ma serva di chi? «Serva del Signore». In questo consenso motivato la Madonna riafferma la sua condi­ zione di creatura umana. E nello stesso tempo, dichiarandosi serva, si mette nella logica di quel mistero dell’Incarnazione che i profeti hanno annunciato come l’avvento del «Servo di Iahvè». Lei è la serva del Signore e Colui che nascerà da lei sarà il «Servo» dell’Onni­ potente Dio.

• continua a pagina 2 • continua a pagina 3

Anno XIV ­ n. 12 ­ B

ari, 18 Dicembre 2005 ­ 4ª Dom

enica di Avvento ­ Anno B

4ª Domenica di Avvento ­ Anno B

Ave, Piena di Grazia Foglio di informazione settimanale della Parrocchia-Santuario Santa Fara. Periodico gratuito a distribuzione interna.

Santa Fara Pagina 2

L’evangelista Luca vede in Maria la Figlia di Sion, la personificazione di Israele. Nel testo viene utilizzato un verbo all’imperativo: kaire, ossia rallegrati!

I l motivo della gioia: piena di grazia

Il motivo è rivelato pienamente dal titolo che Maria riceve da Dio stesso: piena di grazia, beneamata, prediletta del Signore. Il titolo di Maria è quasi un nome nuovo come accade in tutte le grandi chiamate dove Dio stesso cambia il nome. Il nome nuovo di Maria è “piena di grazia” favori­ ta, ha incontrato la pienezza della benevolenza divina.

I l Signore è con te È una rassicurazione in vista

della missione che la Vergine dovrà svolgere la vergine. Maria ha tutte le garanzie per iniziare la sua missione.

Hai trovato grazia presso Dio Maria ha incontrato pienamente il favore divi­

no, essendo già stata trasformata dalla grazia. Que­ sta grazia sta nella sua maternità, nel figlio che na­ scerà dal suo grembo. La maniera di esprimersi dell’evangelista ci richiama la profezia di Isaia 7,14, già preparato precedentemente col nome “vergine”. “Ecco la vergine concepirà nel suo grembo e partorià un figlio” dice il profeta Isaia.

I l figlio che nascerà “Sarà grande ” : E’ una realtà che i salmi affer­

mano solo di Dio (cfr. Sl 85,10; 94,3) . La sua grandezza sta nell’essere Figlio dell’Altissimo. La presentazione dell’angelo avrà un seguito nella vita terrena di Gesù. Sarà accreditato dal Padre più volte in quanto Figlio. All’atto del bat­ tesimo, al fiume Giordano, la voce dall’alto lo proclamerà ufficialmente Figlio diletto. Solo Pie­ tro, per una rivelazione ricevuta dall’alto, riesce ad intravedere nella persona di Gesù il Figlio di Dio (Mt16.16). Possiamo così notare la dimensio­ ne dell’impegno che il Padre ha preso con tutta l’umanità : si è servito di una piccola fanciulla per un progetto di salvezza universale.

L’azione dello Spirito In Maria l’azione dello Spirito ha una funzione

creatrice. É lo Spirito fonte di vita, atteso per i

• continua da pagina 1 (Ave, Piena di Grazia) tempi finali, che rinnova tutto ed ora opera in Maria il grande intervento della salvezza.

Il Signore gli da rà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacob­ be e il suo regno non avrà fine.

Il brano che ha più attinenza con il testo che ab­ biamo appena ascoltato è soprattutto 2 Samuele 7, là dove il re Davide dopo aver costruito una casa

per se stesso, dopo aver occupato la città di Gerusalemme togliendola ai Gebusei, si pone il problema se sia giusto che lui abiti in una casa fatta di cedro mentre il Signore

abita ancora nella tenda. Manifesta al profeta Natan il desiderio di costruire una casa per il Signo­ re. Natan gli risponde in un primo momento: Quanto hai in mente di fare mettilo in atto, il

Signore è con te. Ma subito dopo il profeta ritorna e riferisce a Davide: Non sarai tu a fare una casa al Si­ gnore ma il Signore farà una casa a te e sarà stabile per sempre. Si trat­ ta di una promessa fatta dal Signore al re Davide e la realizzazione sem­

bra abbastanza lontana. Più volte la di­ nastia di Davide è messa in crisi e i profeti che cre­ dono nelle promesse del Signore ne hanno messo in luce la pericolosità. È necessar io continuare a credere perché senza la fede non si può avere una sussistenza per il futuro (Is 7,9).

È possibile l’impossibile Abbiamo iniziato la lettura di questo brano con

la domanda di Maria: come è possibile? E con­ cludiamo con l’affermazione dell’angelo: nulla è impossibile a Dio.

Eccomi “Eccomi” si risponde e con ciò si vuole sotto­

lineare la presenza a se stessi davanti a Dio e da­ vanti alla storia che ci è data da vivere. Maria ha mostrato di essere presente nei vari momenti della vita di Gesù. Per Lui ha dovuto soffrire ed accettare continuamente la volontà di Dio che si delineava sempre di più fin sulla croce.

La preghiera dell’Angelus che ogni giorno pre­ sentiamo al Signore è modellata tutta su questo brano del Vangelo. Una simile preghiera ha for­ mato intere generazioni all’accoglienza quotidiana del Signore e della sua santa volontà. Ogni giorno dobbiamo trovare la forza per dire “eccomi ”: ci sono e voglio esserci in tutte le circostanze della vita in modo conforme alla volontà di Dio.

fr. Diego Pedone

Santa Fara Pagina 3

Tutto è accaduto nello scenario dimesso di un villaggio sperduto della Galilea. E lì che tu, o Dio, hai realizzato la pro­ messa fatta a Davide, lì hai proposto ad una giovane donna di diventare la Madre del tuo Figlio.

Tutto è avvenuto lontano dai riflettori puntati come al solito sulle persone che contano, lon­ tano dalle stanze del potere dove sembra si giochino il destino dei popoli e il corso della storia, lontano anche dai luoghi sacri, come il Tempio di Gerusalem­ me, invaso dal fumo dei sacrifici e dal canto dei salmi.

Hai scelto uno strano modo, mio Dio, per dare ini­ zio al capitolo decisivo del tuo rapporto con gli uomi­ ni. Hai scelto uno stile tutto tuo per dare compimento alle attese di Israele.

Quello che conta veramente per la mia vita e per quella di tutti gli uomini e le donne che sono e saran­ no sotto questo cielo è contenuto nel racconto così sobrio del vangelo di oggi. Tu sei entrato nella vita di Maria e le hai chiesto di accogliere un progetto più grande di lei.

E Maria ha accolto quella proposta oscura con lo slancio e la gioia di chi si affida totalmente a te.

Roberto Laurita

Questa condizione di servizio ha un significato estremamente profondo: scandisce la dignità assoluta e inviolabile di Dio, il Signore Dio di Abramo, di Isacco, di Giacobbe; e scandisce anche la radicale condizione della creatura di Dio. Questo Signore onnipotente, che crea tutte le cose, quanto più perfette le crea tanto più le fa consapevoli che davanti a lui sono servi e devono essergli fedeli.

La Madonna è esempio luminoso di questa verità che interpella la nostra fede. Servi di Dio, che vuol dire? Servi vuol dire sottomessi, vuol dire impegnati e occupati a vantaggio del Signore; servi vuol dire anche disponibilità a compiere sempre la volontà del Signore. E in questa logica che la Madonna si proclama serva.

Per lei, il riconoscersi serva è un ribadire, fin nel più intimo del suo essere, questa sua condizione davanti a Dio, il quale, invitandola a diventare madre del Figlio suo, non diminuisce la sua dignità divina e la sua asso­ luta signoria.

Parlare di umiltà è troppo poco; o, quanto meno, bi­ sogna parlare di una umiltà che va alle radici dell’essere e sa scoprirle in Uno solo, il Signore di tutte le creature.

La Madonna, dunque, è serva. E il suo proclamarsi serva la rende madre. Anche la maternità è un servizio. Però, se la maternità la coronerà di gloria e cingerà il suo capo di dodici stelle, come nella visione dell’Apocalisse, ciò non cambia niente: lei è la serva del Signore.

Diventando la madre del Signore, Maria, nel progre­ dire della sua fede, capirà ancora qualcosa di più. Quel­ lo, cioè, che tante volte esprime la Liturgia e che hanno bene espresso i grandi contemplativi della Chiesa: la serva del Signore è anche la figlia del Padre, la figlia prediletta che ha realizzato in sé la più profonda parte­ cipazione a quella divina figliolanza che Gesù Cristo, Figlio suo, le ha comunicato. «Figlia del tuo Figlio», come la salutava il poeta.

Se ci fermiamo a riflettere anche a lungo, potremo appena sfiorare la ineffabilità di questo rapporto della Madre con il Figlio che porta in grembo, con il Figlio che offrirà ai pastori, ai Magi, a tutta l’umanità, come Salvatore: Figlia del tuo Figlio! Quale stupendo miste­

ro natalizio e momento di profonda contemplazione, questo che ci raccoglie intorno a Maria, serva del Si­ gnore, che ne è figlia e madre al tempo stesso!

La grande ricchezza del Natale cristiano ci aiuta ad entrare nell’insieme di queste stupende verità, che sono anche fatti concreti nella vita dell’umanità, perché si sono realizzati in persone concrete: Maria, Giuseppe, Gesù.

Forse, se ci fermassimo di più a pensare, a meditare, l’atmosfera del Natale diventerebbe immensamente più colma di luce, più colma di ardenti desideri e di soavis­ sime speranze. E, nello stesso tempo, ci sentiremmo in­ terpellati da questa Serva del Signore, che, proclaman­ dosi così, diventa creatura esemplare per noi.

Anche noi siamo servi del Signore; anche noi dob­ biamo essere sottomessi alla signoria di Dio, dobbiamo essere disponibili ai progetti di Dio, e questo è il servi­ zio che dobbiamo rendergli.

Troppe volte si scambiano i problemi della promo­ zione umana e i problemi dell’autonomia dell’uomo con le infinite tentazioni della ribellione a Dio. Nessu­ no può essere ribelle verso Dio, tutti dobbiamo essere servi, chinare la fronte davanti a lui, adorando e accla­ mando, perché adorare il Signore è suprema dignità dell’uomo, perché confessare il Signore è realizzazione piena del progetto di Dio sull’uomo.

Gesù Cristo, il Figlio di Maria, ci aiuti a non ricadere mai nella tentazione del primo peccato, che fu il rifiuto del servizio: «Non servirò». Siamo servi di Dio.

Com’è bello, specialmente a Natale, pensare che Cristo è venuto a salvarci diventando servo e che la madre sua ha accettato di essergli madre proclamandosi serva. Servizio che non ci umilia ma ci libera dalla su­ perbia; servizio che non ci rende schiavi, ma figli liberi dell’unico eterno e infinito Signore.

Diceva Gesù, parlando dei rapporti con il Padre suo: «Io faccio sempre ciò che piace al Padre». La Madonna risponde all’angelo: «Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto». Questa disponibi­ lità a fare la volontà del Signore può davvero diventare un dono natalizio che noi chiediamo a Maria e, per sua intercessione, chiediamo a Gesù.

fr. Pietro Gallone

• continua da pagina 1 (L’Annuncio a Maria...)

Preghiera

Santa Fara Pagina 4

Santa Fara www.santafara.org

Redazione: Via G. Bellomo, 94 ­ Bari Telefono / Fax: 080.561.82.36 email: [email protected]

Responsabile fr. Pietro Gallone (Parroco ­ Rettore) Redazione fr. Diego Pedone (Min. Provinciale)

fr. Francesco Neri (Vice Parroco)

Orario Ufficio Parrocchiale Mercoledi e Venerdi 16.30 ­ 18.30

Orario Sante messe: (ora solare) dal Lunedì al Sabato ore 7.30 ­ 18.30

la Domenica ore 9.30 ­ 10.45 ­ 12.00 ­ 18.30

L ITURGIA DEL GIORNO

Ringraziano il Signore ed invocano la benedizione di Dio ed il patrocinio di Santa Fara,

nel 25° anniversario di matrimonio Domenica 18 Dicembre alle ore 10.45

Vincenzo Zaccaro ed Assunta Mongelli

S. Natale 2005 NOVENA: 15­23 dicembre ore 19,30

"Rendete ragione della speranza che è in voi"

NOTTE SANTA ore 23,00: Veglia con Salmi,

Canti e Letture. Messa concelebr ata.

S. NATALE SS. Messe: ore 9,30 ore 10,45 ore 12,00 ore 18,30

Auguri di pace e serenità per tutto l'anno 2006

4ª Settimana di Avvento (18 ­ 24 Dicembre 2005) Liturgia delle Ore: 4ª Settimana

Dom 18 ­ S. Graziano Il Signore è fedele per sempre

2Sam 7,1­5.8b­12.14.16; Sal 88,2­5.27.29; Rm 16,25­27; Lc 1,26­38 9.30 Pro Populo 10.45 Pro Piero (fam. Ponzoni) 12.00 Pro Paolo (fam. Petruzzelli);

Pro Domenico e Giovanni (fam. Monteleone ­ Accogli) 18.30 Pro Vitomichele (fam. Miuli)

Lun 19 ­ S. Anastasio I Canterò senza fine, Signore, le tue meraviglie Gdc 13,2­7.24­25a; Sal 70,3­6.16­17; Lc 1,5­25

7.30 Pro 18.30 Pro Giuseppe (fam. Lamontanara); Pro Salvatore (fam. Carchio);

Pro Fr ancesco (fam. Albergo); Pro Michele (fam. Carofiglio)

Mar 20 ­ S. Liberale di Roma Ecco, viene il Signore, re della gloria Is 7,10­14; Sal 23,1­4b.5­6; Lc 1,26­38

7.30 Pro 18.30 Pro Michele (fam. Mastrorilli); Pro Car lo (fam. Boscolo);

Pro Rosamar ia e Rosetta (fam. De Palma)

Mer 21 ­ S. Pietro Canisio Cantiamo al Signore un canto nuovo

Ct 2,8­14 (Sof 3,14­18a); Sal 32,2­3.11­12.20­21; Lc 1,39­45 7.30 Pro 18.30 Pro Vincenzo (fam. Binetti); Pro Domenico (fam. Salvatore);

Pro Michele e Giovanna (fam. De Palma); Pro Giuseppe e Carmela (fam. Surico)

Gio 22 ­ S. F rancesca Cabrini L'anima mia magnifica il Signore

1Sam 1,24­28; Cant. 1Sam 2,1.4­8; Lc 1,46­55 7.30 Pro Aldo (fam. Capuzzimati) 18.30 Pro Anna e Vito (fam. Campanelli); Pro Giulio (fam. Lippolis);

Pro Raffaele (fam. Loiacono); Pro Assunta (fam. Rampino)

Ven 23 ­ S. Giovanni da Kety Leviamo il capo: è vicina la nostra salvezza

Ml 3,1­4.23­24; Sal 24,4­5.8­11; Lc 1,57­66 7.30 Pro Giovanni e Giuseppa 18.30 Pro Anna (fam. Squeo); Pro Mimmo (fam. Solitario);

Pro Benito (fam. Abbrescia); Pro Giuseppe (fam. Calisi)

Sab 17 ­ S. Irma Il Signore è fedele per sempre

2Sam 7,1­5.8b11.16; Sal 88,2­5.27.29; Lc 1,67­79 7.30 Pro Elisa 23.00 Veglia del Santo Natale del Signore

Avvento di Carità Aiutiamo le famiglie bisognose a fare festa con noi portando generi alimentari di prima necessità

oppure offerte in danaro.