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Avventura Anno XXXIII - n. 12 31 maggio 2007 Settimanale Poste italiane s.p.a. Spedizione periodico in abbonamento postale L. 46/04 art. 1 comma 2, DCB BOLOGNA Avventura

Avventura n. 3 - 2007

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La Rivista degli Esploratori e delle Guide dell'Agesci

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AvventuraAnno XXXIII - n. 12

31 maggio 2007 Settimanale

Poste italiane s.p.a.Spedizione periodico inabbonamento postale

L. 46/04 art. 1 comma 2, DCB BOLOGNA

Avventura

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Avventura 3/2007

Direttore Responsabile: Sergio Gatti

Redattore Capo: Giorgio Cusma

In redazione: Mauro Bonomini,Filomena Calzedda, Margot Casti-glione, Dario Fontanesca, ChiaraFontanot, Stefano Garzaro, GiorgioInfante, Don Damiano Marino,Stefania Martiniello, AntonioOggiano, Don Luca Meacci, SaraMeloni, Andrea Provini, EnricoRocchetti, Isabella Samà, AlessandroTesta, Salvo Tomarchio, PaoloVanzini, Jean Claudio Vinci

AvventuraLAB: Giorgia Coviello,Francesco Iandolo, Giada Martin,Elisabetta Percivati, Sara Palombo,Erika Polimeni, Elisabetta Schieppati

Grazie a: Ambra, Michela, Rosa delGruppo Arona 1, Fabio Bodi, JessicaCosta, Francesca Favaron, Alta Sq.Milano 22, Sq. Pantere – Rep. SacredHeart – Agrigento 6

Progetto grafico: Technograph

Grafica: Technograph

Disegni di: B.-P, Fabio Bodi, ElisabettaDamini, Chiara Fontanot, RiccardoFrancaviglia, Simona Spadaro, PaoloVanzini, Jean Claudio Vinci

Foto di: Sito Arona 1, Jessica Costa,Giorgio Cusma, Archivio Base di Ma-rineo, Isabella Samà

Copertina: Foto di Francesca Favaron

Per scrivere, inviare materiale, corri-spondere con Avventura ecco ilrecapito da riportare esattamentesulla busta:

Redazione di Avventura c/o GiorgioCusma – Santa Croce 438 – 34010Trieste TS

E-mail: [email protected]

Avventura on line:www.agesci.org/eg/

Webmaster: Emanuele Cesena

Manoscritti, disegni, fotografie, ecc.inviati alla redazione non vengonorestituiti.

aParliamo di...aCento anni di bande alla B.-P.aCapi Squadriglia: sogno o incubo?aLa scimmia che perde i pantaloniaLa cartolinaaGiulio Cesare Uccellini detto KellyaVivere bene l’ImpresaaHanno iniziato con un sognoaSpazio E/GaDai nostri inviati E/GaC’è posta per voi

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S O M M A R I O

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Inserto: Quarta chiacchierata

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La foto di copertina è di una Guida FrancescaFavaron, Piove di Sacco 2, una di voi: ci ha pro-posta un’immagine che si è guadagnata la primapagina! Vediamo un po’ chi di voi sarà il prossi-mo a meritarsela: forza spedite le vostre! Fran-cesca ha aggiunto anche le righe che seguono.

“L’hike è l’opportunità di guardare tutto oltreogni confine ed è l’occasione di vivere ogniistante al massimo, per volare via con il pen-siero. Volare indietro verso gli anni passati sumontagne diverse e tramonti uguali, che sainon ti deluderanno mai. Un abbraccio grandeal mio Reparto (Nebulana – Piove di Sacco 2)che mi mancherà terribilmente e… vivere!!!”

I partecipanti al Campo di Competenza Explò 2006 a Marineo (foto archivio base Marineo)

Soluzione del Cruci-Scout:GLI SCOUTS SONO LEALI

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…di CECILIA: Cecilia Gobbi Frattini è la più giovane Guida del contingenteAgesci al Jamboree del centenario, ed è anche la più fortunata! Toccherà a lei infat-ti l’onore di fare da ambasciatrice a Brownsea all’alba del 1 agosto 2007, quandoin tutto il mondo gli Scout e le Guide rinnoveranno la propria Promessa. Ceciliafa parte della Squadriglia Aquile, Reparto Mafeking del Mantova 1, è in camminoverso la 2° tappa, ha l’incarico di tesoriera ed il posto d’azione di cuciniere e fuo-chista. La Capo guida ed il Capo scout hanno voluto consegnare nelle mani diCecilia, ambasciatrice ufficiale dell’Associazione tutta, la bandiera italiana e a quel-la dell’Agesci, per farle sventolare a Brownsea all’alba dei cent’anni.

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… di JAMBOREE: ormai si sono già formati i Reparti che andranno al Jamboree, le Squadriglie (quelle diformazione!) stanno lavorando e gli E/G, che condivideranno gomito a gomito la grande avventura, già siconoscono tra loro: purtroppo non tutti.Volete raccontarci come vi sta andando?! Fatelo pure, troveremodi certo lo spazio per trasmettere le vostre esperienze a tutti gli E/G d’Italia.

… di ALBA DEL CENTENARIO: vi segnaliamo una valida iniziativa della base di MASSARIOTTA persalutare insieme la mitica alba. La Base offrirà tutto il supporto organizzativo e logistico per realizzare deipercorsi in gruppi di E/G o di R/S, con pernottamento comune e rinnovo della Promessa, tutti insieme. Det-tagli sul sito: www.massariotta-agesci.org/Alba%20centenario_file/Alba%20centenario%20modulo.pdf

… di CINQUE PER MILLE, fatelo leggere ai vostri genitori! Con la nuova normativa fiscale, si può destina-re a organizzazioni non profit il 5 per 1.000 delle imposte. Nello spazio dedicato alla scelta per la destinazionedel cinque per mille che si trovano sui modelli CUD 2007, 730/2007 ed UNICO 2007, è necessario firmare nelriquadro „Sostegno del volontariato, delle organizzazioni non lucrative di utilità sociale, delle associazioni dipromozione sociale, delle associazioni e fondazioni” e inserire il codice fiscale dell’AGESCI: 80183350588L’Agesci, finalizzerà tali entrate a progetti specifici da individuare di volta in volta in base alle risorse raccolte e siimpegna a rendicontare in modo chiaro e trasparente tali progetti.La destinazione del 5 per mille e quella dell’ 8 per mille non sono in alcun modo alternativetra di loro ed è quindi possibile effettuare entrambe le scelte.

… PUNTIAMO IN ALTA:… il concorso per le Alte Squadriglie è giunto alla sua conclusione, esattamen-te entro il 20 di giugno tutte le relazioni delle Imprese dovranno essere consegnate alla Pattuglia NazionaleE/G.Hanno partecipato 210 Alte Squadriglie: attendiamo con ansia di vedere i risultati che, siamo certi, saran-no di alto livello.

… di REGATA DEL CENTENARIO, la relativa organizzazione sta procedendo a grandi passi verso lascadenza fissata. Ormai è tardi per parteciparvi ma siete certi che i vostri Capi non abbiano saputo di que-sta iniziativa che avrebbe potuto vedervi salire a bordo delle barche a vela del settore Nautico per un gior-no di navigazione?! Per saperne di più consultate questo sito: www.agesci.org/settori/nautico/sale/ forseriuscirete ancora a partecipare all’incontro finale il 23 e 24 giugno, a Bari, per accogliere la fiamma diBetlemme che arriverà dalla Palestina e procederà verso il Jamboree.

… di TV: il 31 luglio prossimo, andrà in onda, su TG1, una trasmissione dedicata alla storia dello scauti-smo. Guardate i programmi del giorno per sapere a che ora inizierà. Se non siete al Jamboree: non per-detevela!

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DI DON LUCA MEACCIDISEGNI DI ELISABETTA DAMINI

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CENTO ANNI DI“BANDE”ALLA B.-P.

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O gni tanto ho la possibilità di tornare a casadai miei genitori e con la macchina ripercor-

rere quelle strade, ora contornate da palazzi,ma cheuna volta erano circondate da campi. Noi ragazziavevamo trasformato quei campi in “campi di batta-

glia”, in piste di ciclo-cross, dove avevamo costruitoi nostri fortini, dove… di nascosto, andavamo aprendere qualche ciliegia o grappolo d’uva.Ho ancora vivo il ricordo dei miei amici, di quelloche combinavamo quando ci mettevamo tutti insie-me, appena finita la scuola, progettando le nostreavventure: andare a pesca da soli, esplorare unacasa abbandonata oppure andare alle cave di terra,dove, si raccontava, ci fossero delle gallerie scavatedai tedeschi durante la guerra (e i più informati rac-contavano che erano state trovate anche dellearmi!).Eravamo un bel gruppo, si direbbe una bella BANDAdi amici che, pur di divertirsi, s’inventava di tutto:siamo perfino arrivati a costruire una parte delnostro rifugio in mattoni e gesso e, una volta finitoil gesso, abbiamo usato la colla vinilica. Non so dirvicome abbia fatto a reggere quel muro! Abbiamoperfino intrapreso un’attività commerciale: al matti-no andavamo a raccogliere le lumache per poi ven-derle.Sono sicuro che B.-P., quando guardava dalla finestradi casa sua i ragazzi di Londra e le bande che si for-mavano spontaneamente, sicuramente vedevaragazzi come noi e come voi: con la voglia di affron-

tare nuove avventure, di cimentarsi in esplorazioni eosservazioni, fare giochi e acquisire competenzediverse.Stiamo celebrando l’anno del Centenario delloscautismo, cento anni di “bande” col fazzolettone al

collo, cento anni di avventureche le Squadriglie di ieri e dioggi continuano a vivere.Ma permettetemi che attiri lavostra attenzione su un’espe-rienza che è nata tanti secoliprima di B.-P. stesso……maGesù cosa ha fatto con i suoiapostoli? Non ha forse formatouna Banda (forse dueSquadriglie di 6), li ha chiamatia vivere una bella avventurainsieme a lui…….Marco 3,13-15: “Salì poi sul monte, chiamò asé quelli che egli volle ed essiandarono da lui. Ne costituìDodici che stessero con lui eanche per mandarli a predica-re….”

La Squadriglia non è un insieme casuale di persone,ma un gruppo affiatato che si riconosce ed ha la suaforza nell’unione tra i suoi componenti. Nel grupposi impara ad amare, si impara a voler bene a chi è piùin difficoltà, con gli altri si impara a vincere, maanche ad accettare la sconfitta e a capire dove si èsbagliato per ripartire alla grande. Nella Sq. si rico-nosce il ruolo di leader del più grande, non perchésia il più forte, ma perché è quello si ritiene abbiapiù competenza, e in essa tutti sono importanti per-ché ognuno svolge il suo incarico per il bene di tutti.Ma se volete che la vostra Sq. sia forte ed unita, ènecessario che Gesù faccia parte della vostra“banda”: non lo escludete, sentitevi chiamati da Dioa far parte di questa bella avventura che è lo scauti-smo.Mi piacerebbe sapere da voi, cari E/G, cosa ne pen-sate di quello che vi ho scritto e se volete comuni-carmelo, scrivetemi, sarò lieto di rispondervi perso-nalmente: [email protected]

Un film raccomandatoLa guerra dei bottoni (Yves Robert – 1961)All’inizio di ogni anno scolastico i bambini diLongeverne e quelli di Velrans, uniti in due bande - i

MA ANCHE GESÙ VIVEVAIN SQUADRIGLIA?

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caimani e i falchi - si fanno la guerra.Tutti i pome-riggi, finita la scuola, i due “eserciti” rivali vanno neiboschi e si affrontano con armi fabbricate da loro.Alla fine del combattimento, come in tutte le guerre,vengono fatti dei prigionieri. La pena inflitta a chi èstato catturato dal nemico è la perdita di tutti i bot-toni, stringhe delle scarpe, bretelle e cinture con con-seguente caduta dei… pantaloni. Il capo dell’”eser-cito” di Longeverne, Lebrac, ha un’idea brillante perevitare le sgridate delle mamme che si arrabbianoogni volta che i loro figli tornano a casa con i vestitirovinati: combattere nudi! Durante l’estate potrebbeessere una soluzione, ma quando viene l’autunnosorgono i problemi. È qui che Lebrac si fa venireun’altra idea: propone ai suoi soldati di comperareago, filo e bottoni per aggiustare i vestiti rovinati.Quando la fortuna sembra essere dalla parte deicaimani di Longeverne ecco che si scopre un tradi-tore…

Ciurma questo silenzio cos’è?.Svegliaa tutti a rapporto da me Spugnaa pendaglio da forca possibile che nessuno si muove?! ma sono o no il comandante di questa lurida nave? di questa lurida nave?

Sono o non sono il Capitan Uncino, ah? e allora quando vi chiamo lasciate tutto e correte e fate presto perché chi arriva tardi lo sbrano

Avanti chi mi dà notizie di Peter Pan lo voglio vivo però quando l’acchiappo non sò che cosa gli farò

Si prende gioco di me e fa il gradasso perchè quei branchi di mocciosi lo stanno ad ascoltare lo credono un eroe

Ma è solo un qualunquista un esibizionista di tutti i miei nemici è il più pericoloso è il primo della lista

Ma a voi vi sembra giusto durante un duello ha preso la mia mano l’ha data in pasto a quel dannato coccodrillo

Ma non la passa liscia gliela farò pagare con le mie stesse mani anzi, col mio uncino lo dovrò scannare!....

Eccolo in vista! è lui con tutta la banda

Meglioo che questa volta si arrenda Non voglio prigionieri mi basta solo un ostaggio .... la ragione è dalla vostra parte ricordatevelo Avanti all’arrembaggio Avanti all’arrembaggio

Sono o non sono il Capitan Uncino, ah? e allora avanti col coro Cantate tutti con me e ripetete con me gli slogans che vi ho insegnato

Veri pirati noi siam! Contro il sistema lottiam Ci esercitiamo a scuola a far la faccia dura per fare più paura Ma cosa c’è di male? Ma cosa c’è di strano? Facciamo un gran casino ma in fondo lavoriamo per Cpitan Uncino

Io sono il professore della rivoluzione della pirateria io sono la teoria il faro illuminante

Ma lo capite o no? Ve lo rispiegherò per scuotere la gente, non bastano idiscorsi ci vogliono le bombe

Io ero un benestante, non mi mancavaniente ma i soldi di papà, li spendo tutti qua a combattere sul fronte

Chi si arruolerà! Un bel tatuaggio avrà! ma da quel trampolino,io a chi non vuol firmare lo sbatto giù nel mare

Si batte la fiacca eh? io mi sacrifico per voi e questo è il vostro ringraziamento?

IL ROCK DI CAPITAN UNCINOEdoardo Bennato

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Ammettiamolo: fare il Capo Squadriglia è ilsogno di tutti noi. Lo coltiviamo in segreto,fin da quando siamo Zampe Tenere.Guardiamo il nostro Capo Squadriglia e pen-siamo “io farò come lui” oppure “no, assolu-tamente; io farò tutto il contrario”.Cresciamo e sentiamo sempre più vicino ilmomento di esserlo. Così ci prepariamo ecominciamo a fantasticare su cosa faremmonoi se fossimo Capi Squadriglia e su cosarealizzeremmo con le nostre squadriglie. Poifinalmente ci affidano il guidone e … inizia-mo a vivere un sogno o ci ritroviamo in un

incubo? Cosa significa essere veramente Capi Squadriglia?Lo abbiamo chiesto a quattro Esploratori e due Guide del Milano 22 che quest’anno si stanno cimen-tando proprio in questa grande avventura.Ve li presento.Andrea, 16 anni. Da piccolo è stato in Squadriglia con almeno altri 2 dei ragazzi presenti. È un ragazzoriservato e posato, che quando prende la parola esprime tutta la sua maturità.Davide, 16 anni. Ha cominciato il suo percorso subendo una burla da parte di quel mattacchione del suoex-Capo Reparto:“Mi dispiace, non puoi fare il Capo Squadriglia”, gli ha detto quando si aspettava di sen-tirsi dire tutto il contrario; “Ma come è possibile? Perché io no e gli altri miei amici sì?”; “Scherzavo”, gliha detto dopo un giorno.Filippo B., 16 anni, al secondo anno come Capo Squadriglia. Si vede che ha esperienza. È sempre il primoa rispondere alle mie domande. Ha le idee ben chiare. Con i suoi squadriglieri ci tiene a mantenere unclima schietto e scherzoso.Filippo M., 16 anni, Capo Squadriglia dei Kobra (“con la K, perché fa più aggressivo”). Al contrario diquesta prima battuta, è un ragazzo dolcissimo che si batte molto in Squadriglia. Peccato che le sue ZampeTenere facciano fatica ad ascoltarlo.Irene, 14 anni, al primo anno come Capo Squadriglia delle Gazzelle.Anche se è più giovane rispetto aglialtri, si è conquistata il suo spazio e fa del suo meglio. È attenta e rispettosa delle sue squadrigliere e peri consigli si confronta molto con l’altra Capo Squadriglia.Antonia, 16 anni, Capo Squadriglia delle Pantere. Dopo qualche minuto di riservatezza, si scioglie ediventa una delle principali interlocutrici, rispondendo con sicurezza e completezza alle domande chepongo.E allora cominciamo.Cosa significa per voi essere Capi Squadriglia?“Fondamentalmente, essere dei punti di riferimento”, dicono tutti. Erinforzano l’idea, aggiungendo: “Essere d’esempio ai propri squa-driglieri”. “In questo” – mi dice Davide – “ci distinguiamo daquello che è stato il nostro primo Capo Squadriglia. Era vera-mente pessimo. Faceva il “nonno” con noi. È stato un esem-pio negativissimo, dal quale abbiamo tenuto a distinguerci”.Perché secondo voi ci sono dei Capi Squadriglia chesi comportano da nonni?Filippo risponde: “Perché probabilmente qualcuno liha maltrattati quando erano piccoli loro e non appe-na sono diventati Capi Squadriglia, si sono volutirifare sugli altri”. “Ma questo è sbagliato”, aggiungeAndrea, “perché non ci si rende conto che si lascia

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TESTO E FOTO DI ISABELLA SAMÀ

CAPO SQUADRIGLIA:SOGNO O INCUBO?

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Il gruppo dei Capi Squadriglia del Milano 22 con l’inviata di Avventura

da sinistra: Andrea e Davide

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solo un brutto ricordo di sé”.Qual è il segno che vorreste lasciare voi alla vostraSquadriglia?Per Filippo “è la cura del materiale, su cui quest’anno in ConsiglioCapi abbiamo puntato parecchio. Mi piacerebbe che capisseroche il materiale è un bene di tutti e che è doveroso averne curaper far sì che noi stessi un domani possiamo beneficiarne”.Quali sono le difficoltà maggiori che incontrate nel fare iCapi Squadriglia?Questa volta è l’altro Filippo a rispondere:“Farsi dare ascolto. Iodebbo ripetere le cose più volte e comunque quello che chiedonon viene fatto. I miei squadriglieri da soli non riescono a fareniente. Ci devo essere sempre io al loro fianco. Ma così diventaimpossibile organizzarsi, perché dobbiamo fare una cosa alla volta:prima la tenda, poi la legna, poi il fuoco. Non riusciamo a svolge-

re i compiti in parallelo e io non posso lasciarli soli”.Quali sono le cose che avete imparato facendo i Capi Squadriglia?È Antonia che parla:“Sicuramente ad essere responsabili. E poi ad organizzare ed organizzarsi per tempo”.Ed Irene aggiunge:“Anche a saper stare con gli altri e aiutarli”.Sentite mai dello scontento da parte dei vostri squadriglieri?“Io me ne accorgo perché le mie ragazze mettono il muso”, spiega Antonia. “Però mi piace parlare conschiettezza e risolvere subito eventuali problemi.Ad ogni modo, credo che le mie squadrigliere si trovi-no bene con me”.“Anch’io”, spiega Irene,“non ho particolari problemi nella mia Squadriglia. Semmai sonodue squadrigliere a non essersi simpatiche a vicenda. Si ignorano, però io preferisco non intervenire per-ché ritengo che siano affari loro”.“Nella mia Squadriglia, se succede qualcosa di sbagliato, ne parliamo con franchezza e poi cerchiamo disdrammatizzare, ridendo e scherzandoci su. Mi piace molto questo clima perché credo che sia moltopositivo”, ci racconta Filippo.Che rapporto avete con il vostro Vice Capo Squadriglia?“Quale Vice?!”, scherza amaramente Filippo.“Il mio non lo vedo da secoli (tra l’altro, è il fratello di Irene– ndr). Siccome gioca a pallavolo, non riesce mai a venire a riunione e quindi mi tocca fare sia da Capoche da Vice e soprattutto non posso permettermi il lusso di assentarmi una volta”.Che obiettivo vi siete dati come Capi Squadriglia?“Io”, spiega Davide, “mi sono impegnato ad essere sempre presente. Come Capo Squadriglia non puòessere altrimenti. Però questo mi costa un sacrificio enorme”.Con chi vi confrontare per svolgere meglio il vostro ruolo?Antonia e Irene si confidano spesso e parlano dei problemi con la Capo Reparto. Filippo mi risponde “InConsiglio Capi” e Davide invece “Con mio fratello che ha 7 anni più di me ed è Scout”.Vi sentite Capi Squadriglia anche fuori dall’ambito scout?“Non molto”, racconta Antonia. Filippo invece dice:“È normale, perché conalcuni di noi siamo veramente amici, ci vediamo e ci sentiamo anchefuori del Reparto; quindi è normale parlare di scautismo fuori”.Ed infine l’ultima domanda, premetto loro, alla Gigi Marzullo.Essere Capi Squadriglia è un sogno o un incubo che si avvera?“Un po’ ed un po’”, rispondono tutti in accordo.“A volte è bello, per-ché ti senti il pezzo più importante del Reparto”, spiega Andrea.“Altrevolte è un incubo, perché gli squadriglieri ti fanno impazzire”, aggiun-ge Filippo.Sogno od incubo che sia, io sono dell’idea che fare il CapoSquadriglia sia il “mestiere” più bello dello scautismo, addi-rittura più del fare il Capo. È un’esperienza straordinaria,che ci si ritrova anche a distanza di anni, per esempio nel-l’ambiente di lavoro o nella famiglia, quando si deve coin-volgere gli altri verso un obiettivo, si deve saper infonderefiducia e trainare.

da sinistra: Irene e Antonia

da sinistra: Filippo M. e Filippo B.

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DI STEFANO GARZAROILLUSTRAZIONI DI FABIO BODI E RICCARDO FRANCAVIGLIA

LA SCIMMIA CHEPERDE I PANTALONI

STORIA PARALLELA DEI LEG-GENDARI BERTO E CHIARA-BELLA(LI VEDI, E FAI L’OPPOSTO)

Berto cade dalla pancaIn ogni Reparto c’è sempre quello che cade dallapanca (Fig.1).Quando discutiamo del progetto dell’Impresa,che dimentica le bucce d’arancia nel suo angolo di

Squadriglia, che il giorno prima dell’uscita telefo-na al Capo per chiedergli a che ora deve trovarsialla stazione, perché quando si comunicavano lenotizie lui era distratto. Nel nostro Reparto, quel-lo che cade dalla panca e tutto il resto è Berto.L’attività in sede della domenica è in uniforme; ilmercoledì pomeriggio invece si viene vestiti comesi vuole. Da alcune settimane, il mercoledì, Bertosi presenta alla vera moda, pantaloni flosci con ilcavallo alle ginocchia, senza cintura, che cascanocontinuamente e lasciano vedere bene la mutan-da nera.I suoi squadriglieri hanno preso l’abitudine digirargli alle spalle e di tirargli giù i pantaloni conuno strattone.Allora Berto urla e si arrabbia cer-cando di tirarsi su i pantaloni alla svelta, le ragaz-ze più sceme cominciano a fare “ohhh” e “ahhh”,tutti sghignazzano, finché i Capi vengono a vedereperché il Reparto si è fermato e cominciano a gri-dare anche loro.

Berto non costruisce la canoaBerto, bassottello e carnoso, con i capelli lunghisulla faccia, è uno degli anziani del Reparto. Èall’ultimo anno, ma non è Capo Squadriglia perchéin Reparto ce n’è troppi della sua età, e i posti diCapo Squadriglia sono andati ai migliori. Berto è

così stupido – anzi, si comporta da stupido, per-ché forse stupido non è – che anche le zampetenere hanno perso il rispetto per lui e ogni voltache gli passano vicino gli tirano giù i pantaloni.“Ohhh” e “ahhh”, e tutto ricomincia un’altra

volta, mentre l’attività dell’Impresa si ferma dinuovo.In Consiglio Capi si è discusso di come rendereprotagonisti gli anziani del Reparto, quei ragazzi equelle ragazze che a fine anno passeranno in novi-ziato senza aver mai provato l’emozione di guida-re una Squadriglia. Per non tagliarli fuori, si è deci-so di assegnare a loro i compiti di maggioreimportanza nella grande Impresa di Reparto chesi sta per lanciare.È nata infatti l’idea di vivere il Campo Estivo incanoa sui grandi laghi dietro le colline. Ma ad affit-tare le canoe sono capaci tutti: eh no, il nostroReparto le canoe se le vuole costruire da sé, unaper Squadriglia. È qualcosa di grandioso, che dura

Fig. 1

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quattro mesi, un’impresa da mandare ad“Avventura”.A Berto, che ha due mani piuttosto abili, è statochiesto di fare il capo cantiere: si tratta di control-lare che le centine delle canoe siano sagomate nellamisura corretta, che la vetroresina venga distribuitain modo uniforme e così via per tutto il resto degliinterventi tecnici. Lui si è gasato non poco. La suaSquadriglia, i “Leopardi”, ha concesso volentieri alReparto l’uso di Berto, orgogliosa che il suo squa-drigliere faccia il capo cantiere dell’impresa.Berto ha partecipato al primo incontro concuriosità. Al secondo, ha aperto un barattolo divetroresina e ha cominciato a spalmarla sullapanca per scherzo, e quando uno dei “Castori” gliha tirato giù i pantaloni passando di corsa, Bertoha rovesciato il barattolo completo (Fig.2).Al terzo e quarto incontro Berto si è dimentica-to di presentarsi in sede. Quando è tornato, nonsi è nemmeno avvicinato all’officina perché hapreferito inseguire Chiarabella per tutto il tempo(poi vedremo che cosa fa Chiarabella per farsiinseguire).I Capi, naturalmente, non sono stati zitti, e piùvolte hanno acchiappato Berto pregandolo di noncomportarsi da idiota, ma da Scout, o almeno daessere umano. L’ultima volta i Capi, che non ce lafacevano più, hanno stretto Berto contro il muroe hanno minacciato di dargli un sacco di botte;siccome lui sa che non lo farebbero mai, si èmesso a ridere come uno struzzo e li ha piantatilì, tenendosi i pantaloni.

Berto si dimentica dell’uscitaIl Capo Reparto, una sera, ha invitato Berto in piz-zeria (fig.3).Si sono parlati apertamente. Si sono capiti. Bertoha promesso solennemente che avrebbe cambia-to stile. La domenica ci sarebbe stata l’uscita sullago, dove tutti avrebbero imparato l’uso dellepagaie per vogare dritti e non girare sempre intondo con le canoe. Berto ha accettato di fare ilmaestro di pagaia con i più piccoli durante l’usci-ta: Berto non è venuto all’uscita.Il mercoledì pomeriggio successivo, appena Bertosi è presentato in sede, gli hanno tirato giù i pan-taloni già quando scendeva le scale. Mentre il

Reparto rimbalzava tra vernici,spatole e raspe, tutto il tempo diBerto se n’è andato nel rincorre-re Chiarabella. A fine incontro,tutti erano raccolti in cappella insilenzio per la preghiera, tranneBerto. Lui è entrato all’improvvi-so facendo sbattere la porta einciampando in una panca; quan-do, dopo un po’, l’atmosfera ètornata quella raccolta di prima,nel silenzio si sentiva Berto cheinfastidiva le ragazze. IlcapoReparto si è alzato e l’habuttato fuori.Nei prossimi giorni, nessuno diràa Berto di andarsene dal Reparto,perché nessuno vuole cacciarlovia. Ma tutti sono preoccupati,perché sono convinti che inBerto ci sia molto più del 5 percento di buono, soltanto che non

Fig. 3

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si riesce a trovare il punto di accesso per rende-re attivo il meccanismo. È lo stesso Berto chedeve cominciare a provarci. Ma sarà dispostoalmeno a non indossare più quei pantaloni ridico-li? (Fig.4).

Chiarabella mostra la cicciaChiarabella è la Capo Squadriglia delle“Antilopi”. Piuttosto alta, robustella, biondazza,cerca di lasciare scoperti tutti i centimetri qua-drati di pelle che può. Riesce a farlo anche quan-do porta l’uniforme, inverno compreso. Il suo –detto tra noi – non è un gran bello spettacolo,ma ci sono dei maschi che quando vedono ilpizzo rosa della mutanda o un bel rotolo di cic-cia non capiscono più niente. Come si sa, l’etàdel Reparto è quella in cui gli ormoni corronoscatenati. Quei personaggini – gli ormoni – sonomolto utili a trasformare dei lattanti mocciosi invere donne e veri uomini, capaci di usare musco-li e cervello per compiere grandi azioni. Uno deimezzi per migliorare il mondo, infatti, è anchel’affetto e l’amore per un’altra persona. Ma aquesto ci si arriva con fatica, un poco alla volta,

imparando cose nuove anche dai pro-pri errori.Chiarabella invece sta imparando male.Gli ormoni hanno preso il potere su dilei. E i maschi, quelli più scemi, aspetta-no i suoi spettacoli per mettersi a cor-rerle dietro come pazzi. Quando i Capili bloccano, come si fa con le scimmiescappate dallo zoo, questi si giustificanodicendo che la responsabilità è diChiarabella, che è stata lei a provocarli.Tra quelle scimmie naturalmente c’èBerto.I Capi fanno ai maschi un discorsomolto netto: qualunque sia l’atteggia-mento di Chiarabella, il suo abbiglia-mento e le sue mosse, loro non hannonessun diritto di darle fastidio. Anchese sembra che sia lei stessa a richie-derlo. Chiaro?

Il discorso a Chiarabella, invece, lo fanno le sue stes-se compagne di Squadriglia. Non è un discorso aparole: quando Chiarabella se ne va per i fatti suoia provocare le scimmie, la Squadriglia funziona lostesso, ognuna tira avanti il proprio pezzo di carret-to, mentre in tutte cresce l’affiatamento e la com-petenza. Ormai tutti riconoscono che la vera CapoSquadriglia delle “Antilopi” è Martina, la vice. (Fig.5).

Il mito e l’idiotaDiventare adulti non è una disgrazia. La disgraziaè essere idioti, ma questa è una malattia che puòcolpire a qualunque età. I vecchi del Reparto, chesiano o non siano Capi Squadriglia, hanno duegrandi occasioni: la prima diventare dei veri “gran-di” per le zampe tenere, dei miti da seguire eprendere a modello; l’altra è quella di osservaregli adulti per capire se sono sinceri, coerenti traciò che dicono e ciò che fanno. Se non lo sono, iragazzi hanno tutto il diritto di intervenire, dichiedere il perché.Altrimenti, tanto vale farsi rincorrere nei corridoidella sede da uno scimmione con i pantalonicascanti.

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LLOO SSTTIILLEE NNOONN AABBIITTAA QQUUIIFarsi un piercing non è un delitto (attenti però alle infezioni); portare scarpe senza lacci non èun attentato contro l’umanità (attenti a non inciampare); portare collanine non è un’offesa allacultura (ma attenti a non strangolarsi). Lo stile è fatto di tanti piccoli elementi, dalle cose cheindossiamo alla simpatia che distribuiamo intorno a noi.E i due personaggi dei disegni? Sicuramente seguono tutti i consigli delle televisioni e dei vendi-tori di mode, ma hanno molte altre cose da imparare. Quali? Potreste discuterne in Squadriglia.

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TRASFORMAZIONE DA CAPOSQUADRIGLIA APOLTRONA IN 10 PASSAGGI

La scienza da anni cerca di capire come un protozoo si possa evolvere in un organismo com-plesso, ma trascura il possibile meccanismo inverso: anche un cervello evoluto – ad esem-pio quello di un CapoSquadriglia – può regredire trasformandosi in un elementoprimordiale, come una poltrona. Basta seguire alcune regole!!!

1.All’inizio dell’anno, non far scrivere a nessuno dei tuoi squadriglieri la catena degli indirizzisul quaderno di caccia. Se qualcuno non ricorda se deve portare o no il fornellino in uscita, lasciache telefoni ai capi.2. Le specialità non sono uno strumento importante, perché tu bene o male sai arrangiar-ti. Se il tuo vice vuole partecipare al campo di specialità di pionieristica (l’anno scorso al campola vostra tenda è crollata al terzo giorno), convincilo che sta facendo una scemenza.3. Lo stile è un’acqua che scorre via trasparente. Il vostro urlo è “Ahhhhhhh!”, cioè proprio unurlo; il guidone è meglio non portarlo in uscita per non correre il rischio di perderlo intreno; l’uniforme non è uguale per tutti, perché è giusto che tutti siano originali.4. Se devi spiegare la tecnica dei nodi, prendi una lavagna come quella della scuola e fai dei dise-gni perché non c’è bisogno di fare esperimenti con una corda vera. Se invece usi lacorda, è inutile far provare e riprovare il nodo del pescatore a chi non lo impara all’istante, per-ché sei convinto che non potrà impararlo mai.5. Qualcuno ha detto che si cammina con il passo del più lento. Sciocchezze: il passo che contaè soltanto il tuo, e se qualcuno non ti sta dietro, peggio per lui.6. Il vice serve a smaltire una buona parte del tuo mestiere per cui non è indispensabile fre-quentare molto la sede, né partecipare a tutte le uscite. Come mai, allora, una delle ulti-me volte che ti sei presentato in Squadriglia, uno dei piccoli ti ha chiesto se eri nuovo?7. C’è da scegliere un’impresa. Che noia, sarebbe molto meglio se i capi ti dicessero che cosadevi fare senza costringerti a strizzare il cervello.8. Non partecipare mai al Consiglio capi: ci sono già altri che discutono e che decidono.Perché allora dovresti perdere tempo?9. Al campo non laverai mai le pentole e non raccoglierai mai legna. È compito dei più pic-coli, tu devi fare la siesta.10. L’uscita di Squadriglia è una rogna in più. Ma se proprio ti tocca farla, portati il pallo-ne e organizza un torneo nella piazza della stazione dove sei sceso, senza fare un passo in più.È inutile camminare, scoprire il bosco e i suoi animali, conoscere le persone e i loro mestieri,vivere l’avventu-ra. È inutile farescautismo. Staia casa davanti allatelevisione man-giando patatinefritte e hambur-ger belli grassi,bevendo gas. Fraqualche giornonessuno distin-guerà più tedalla poltrona.(fig.6)

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E lena è seduta al tavolo di Squadriglia,aspettando le altre ragazze. Davanti a lei

c’è un calendario e lei sta sfogliandone le pagine.Sono passati quasi due anni da quando lei avevachiesto a Maria Elena di darle una mano per rea-lizzare il suo sogno, ora mancano pochi mesi, nonle sembra vero. Francesca apre la porta dellasede, guarda in giro, quando vede la sua CapoSquadriglia sorride ed entra.Alza un grande sac-chetto di tela:“Questi sono i distintivi che abbia-mo raccolto fino ad ora, mi sa che avrai unozaino ben pesante se ne arriveranno ancora! Eguarda di fare degli scambi decenti! Guai a te senon mi porti un distintivo africano!” Elena ricam-bia il sorriso: “Non ti preoccupare, sono unacommerciante nata! Al Jamboree saprò lottarecome una tigre per conquistare i distintivimigliori! Piuttosto, hai pensato qualcosa per lacartolina? I Capi hanno lasciato a noi l’incarico ditrovare qualche buona idea!”: “A dire la verità,più che vedute del paese non mi è venuto inmente altro. Ma non ti preoccupare, vedrai cheNoemi arriverà con un mega progetto grafico!”La porta si apre di nuovo, entrano Valeria, con iriccioli ribelli e Piera, con il suo volto sempre

sorridente. A ruota arrivano anche Michela, lanovizia, che ha al collo un bel fazzolettonenuovo, dopo la Promessa fatta all’ultima uscita direparto, e Noemi, con un tubo porta disegni.Elena rimane un po’ interdetta:“Noemi! Ma nonposso spedire una cartolina di quelle dimensio-ni!” Tutta la Squadriglia scoppia a ridere, Noemiarrossisce un po’, poi si unisce alla risata: “Quic’è soltanto il progetto, la cartolina sarà più pic-cola!” Quella della cartolina era una bella ideainventata dagli organizzatori del contingenteItaliano al Jam: se ne deve realizzare una perogni gruppo come presentazione. Una, firmatada sorelle e fratelli scout di tanti paesi, era daspedire indietro in Italia, come ricordo per tuttiquelli rimasti a casa. Anche i distintivi da scam-biare erano destinati a comporre un grandequadro dello scautismo mondiale da appenderein sede. Il progetto di Noemi viene appoggiatosul tavolo e le ragazze cominciano a leggere.Noemi ha tracciato varie proposte di grafica, untesto sulla storia della città e del Gruppo.Francesca, pratica come al solito, obietta: “MaNoemi, tutta quella roba non ci sta in una car-tolina! Non resta spazio per le firme!” Noemi

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DI MAURO BONOMINIDISEGNI DI JEAN CLAUDIO VINCI

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PER PORTARE ALJAMBOREE LE IMMAGINIDI CASA NOSTRASETTIMA PUNTATA

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Quartachiacchierata

Pattuglie

Quarta chiacchierata

Pattuglie

DI ORSO LABORIOSO

ILLUSTRAZIONI DI PAOLO VANZINI

Ci può essere una Squa-driglia che non ha il suoangolo, che non ha ilsuo Libro d’Oro, qualcu-na anche che non ha delmateriale suo proprio,ma non c’è Squadrigliain tutto il mondo chenon abbia il proprio Gui-done!Una cosa da cui la Squa-driglia è inseparabile,che la rappresenta da-vanti agli altri, motivodi onore e oggetto ditradizioni; per alcuniaddirittura un qualcosadi sacro!C’è un “però”. Tante vol-te, infatti, con le coseche più usiamo ccoorrrriiaa--mmoo iill rriisscchhiioo ddii ppeerrddeerrnneeii ssiiggnniiffiiccaattii,, ii ppeerrcchhéé.Quante cose vengonofatte in Reparto “dasempre”, e se chiedete aqualcuno il perché que-sto casca dalle nuvole eal massimo risponde “siè sempre fatto così…”?Ebbene, il Guidone rien-tra nella categoria.Provate a domandarviperché! In questa ricer-ca, ci può essere d’aiuto

conoscere bene il signi-ficato del Guidone: qquuee--ssttoo rriippoorrttaa ll’’eemmbblleemmaaddeellllaa SSqquuaaddrriigglliiaa (quellodisegnato da B.P.), e llaarraapppprreesseennttaa iinn ttuuttttoo eeppeerr ttuuttttoo. Ecco alloraperché deve essere te-nuto con attenzione,perché se è lasciato aterra è come se tutta laSquadriglia stesse “aterra”, perché è ssoolllleevvaa--ttoo dduurraannttee iill vvaannggeelloocome segno che tutta laSSqquuaaddrriigglliiaa èèaatttteennttaa aallllaappaarroollaa ddii GGeessùù,perché èè iill CCaappooSSqquuaaddrriigglliiaa aappoorrttaarrlloo, per-ché nneellll’’aannggoollooddii SSqquuaaddrriigglliiaahhaa uunn ppoossttoodd’’oonnoorree, …Ma ci sono tan-ti “perché” chenon si compren-dono più, forseproprio perchénon hannosenso: conoscoSquadriglie chenon lavano ilGuidone (con

conseguenze immagina-bili), Capi Squadrigliache passano in noviziatotenendoselo come ricor-do (come se la Squa-driglia fosse oro), Capiche fanno baciare il gui-done e “puniscono” sequesto casca a terra, …E da voi? Quali tradizio-ni ci sono? Perché nonfare un bel Consiglio Ca-pi guardandole un po’ eriscoprendo i “perché”?Buona riunione…

Le figure degli animali, sul guidone: inrosso per le Sq. terrestri, in blu perquelle nautiche (con il puntale di ungancio d’accosto o mezzo marinaio)

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Coordinamento editoriale: Giorgio Cusma

Progetto grafico e Impaginazione:Technograph - TS

Testi di:Giorgio CusmaFabio FoguDamiano MarinoEnrico RocchettiSimona SpadaroChiara FontanotPaolo Vanzini

Disegni di:B.-P.Simona SpadaroPaolo VanziniChiara FontanotArchivio Avventura

Foto di:Giorgio Cusma

In questa chiacchiera-ta B.-P. si ferma sullaSSqquuaaddrriigglliiaa e ce nerivela tutti gli aspettiessenziali, vuole farein modo che si com-prenda bene cos’è ecome funziona. La “bbaannddaa” è impor-tantissima, sseennzzaa ddiilleeii nnoonn ccii ssaarreebbbbee lloossccoouuttiissmmoo… Forsequalcuno obietteràche si potrebbe farnea meno, ma io homolti dubbi in merito:all’estero c’è chi lo haanche fatto ma nonha funzionato, ed inogni caso nnoonn ssaarreebbbbeeppiiùù lloo ssccoouuttiissmmoo iiddeeaa--ttoo ddaa BB..--PP..La realtà più impor-tante che la Squa-driglia ti offre è la pos-sibilità di essere aauuttoo--nnoommoo e di conseguen-za rreessppoonnssaabbiillee. Quan-do sei entrato non loeri di certo come lo seidiventato dopo un

solo anno di vita pas-sato con i tuoi compa-gni: come squadriglie-re dei… Lupi o altroanimale… hai avutomodo di vivere molteoccasioni in cui con iltuo personale impe-gno ha contribuito afar marciare bene latua Squadriglia e il tuoapporto è statosenz’altro utile aglialtri! Chi rientravadall’hike ha potuto ri-posarsi e cenare per-ché ttuu aavveevvii pprreeppaarraattoollaa cceennaa, al tempo stes-so tu hai potuto dor-mire bene perché aallttrriihhaannnnoo mmoonnttaattoo llaa tteenn--ddaa o l’hanno tenutapulita. Sei diventataaauuttoonnoommaa perché orassaaii ssttaarree ddaa ssoollaa iinnccuucciinnaa o lleeggggii sseennzzaaaaiiuuttoo llaa ccaarrttaa ttooppooggrraa--ffiiccaa, chi ti ha insegna-to queste cose si èdimostrato rreessppoonnssaa--bbiillee nell’aiutarti a cre-

DI GIORGIO CUSMADISEGNI DI B.-P.

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scere e con te, a darepiù forza alla vostraSquadriglia. Vivi con le altre …Gazzelle o… e ssiieetteeuunn’’uunniiccaa ssqquuaaddrraa,, uunneeqquuiippaaggggiioo… ccoollllaabboo--rraattee ttuuttttee iinnssiieemmee ppeerriill bbeennee ccoommuunnee, per leImprese di Sq., per lagara al Campo, per lostile nel comportarsi:siete rreessppoonnssaabbiillii ddeellllaavvoossttrraa SSqquuaaddrriigglliiaa enessuna può fare lascansafatiche.Se poi pensiamo alReparto (…Lupi, Gaz-zelle, Aironi, Tigri…)ciascuna Squadrigliasi impegna per il suobene: l’orgoglio di farfare bella figura aicolori del vostro faz-zolettone fa sì che iltuo iimmppeeggnnoo vveerrssoo llaaSSqquuaaddrriigglliiaa diventi diconseguenza iimmppee--ggnnoo vveerrssoo iill RReeppaarrttoostesso. Che tu sia Lu-po o Gazzella, avraicapito quante occa-sioni la Squadriglia tiooffffrraa ppeerr vviivveerree ee rreeaa--lliizzzzaarree aauuttoonnoommiiaa eerreessppoonnssaabbiilliittàà: quantidei tuoi compagni di

scuola, o amici chenon sono Scout, pos-sono dire di avere lestesse opportunità?Solo la vita di Squa-driglia te le può offri-re, anche perché ègestita direttamenteda E/G, ragazzi e ra-gazze come te… que-sto ssee ii ttuuooii CCaappii llaappeennssaannoo ccoommee BB..--PP..,,ddaannddoottii ffiidduucciiaa:: aallttrrii--mmeennttii nnoonn ffuunnzziioonnaa!! Dici che non te la dan-no? Ed allora chiedila…il Consiglio Capi serveproprio per questo!Se sei Capo Squadrigliahai il dovere e la possi-bilità di farlo, per i tuoisquadriglieri e per te.B.-P. aveva tanta fidu-cia nella Squadrigliaproprio perché è for-mata da ragazzi eragazze come te(…quindi ha dimostra-to fiducia in voi!), e ssuuqquueessttaa ffiidduucciiaa hhaa bbaassaa--ttoo ll’’iiddeeaa ddeelllloo ssccoouuttii--ssmmoo. Ha rischiato, ma iltempo sembra dargliragione se ddooppoo 110000aannnnii llaa SSqquuaaddrriigglliiaa èèaannccoorraa ttaannttoo iimmppoorrttaann--ttee ppeerr ttee ee ttuu ppeerr lleeii.

I simboli delle prime Squa-driglie, quelle presenti aBrownsea: Lupi, Chiurli, To-ri, Corvi

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DI FABIO FOGU

FOTO DI GIORGIO CUSMA

Tanto chiasso è vero,ma che emozione quan-do in quadrato partonoa ruota gli urli di Squa-driglia. Ai raduni poi lagrinta è sempre un po’maggiore. La domenicamattina o il sabatopomeriggio nel cortiledelle sedi, cari Capi Sq esquadriglieri, capita disentire piuttosto deilamenti. Sarà forse uncalo d’entusiasmo, saràinvece che nei campigemellati, piace sempre

fare la parte da “Leoni”anche quando si è“Scoiattoli” o “Cerbiat-ti”. Sarà che spesso delnostro motto di Squa-driglia, così ben studia-to a tavolino e cherriissppeecccchhiiaa iill nnoossttrroovvoolleerr eesssseerree ee vvoolleerr ffaarree,restano solo le belleparole appese sullabacheca. Urlare è belloe in quell’urlo c’è l’es-senza della Squadriglia:diciamo ai capi che cciissiiaammoo, ci presentiamo!

Chi urla: se ne vedonodi tutti i colori e poitutti a chiedersi cosa ègiusto e cosa no. C’è chispalanca occhi e boccae si chiede in qualepagina certi Repartiabbiano letto le istru-zioni dell’urlo di Squa-driglia... per questo for-se è utile fare un po’d’ordine sseennzzaa aallccuunnaapprreetteessaa ddii iinnsseeggnnaarreenniieennttee aa nneessssuunnoo oo ddiiccaammbbiiaarree ““aannnnii ee aannnnii””ddii ttrraaddiizziioonnii..

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UUnn ppaassssoo iinn aavvaannttii,, gguuii--ddoonnee bbeenn aattttaaccccaattoo aallffiiaannccoo ee ssaalluuttoo ppoorrttaattoossuu ddii eessssoo:: qquueessttoo ssppeettttaaaall CCaappoo SSqquuaaddrriigglliiaa cchheellaanncciiaa ll’’uurrlloo. La rispo-sta? Spetta agli Squa-driglieri che stando fer-mi in quadrato comple-tano l’opera. Badatebene, non è necessariofare le flessioni fino atoccare col naso perterra....si può urlare be-ne anche in piedi. In alc-une Squadriglie all’urlodel Capo risponde prima

il Vice e poi aruota gli altricomponenti.Non c’è nien-te di male,l’importanteè che l’urlonon diventiun incastro disillabe accen-nate a inter-mittenza datutti gli Squa-driglieri.IInn cchhee lliinngguuaa?Va bene ilchiasso e ladifficoltà dicomprendereesattamentetutti gli urli...soprattutto

se ci sono decine e deci-ne di Squadriglie schie-rate in quadrato, ma avolte, vien davvero lavoglia di avere un inter-prete accanto a noi.FFrraanncceessee,, iinngglleessee.. i piùclassici anche in llaattiinnoo. Va bene la fantasia ma avolte si sentono dellevere e proprie traduzio-ni italiano-straniero unpo’ esagerate! Maquante caratteristiche equalità hanno i nostrianimali? Tantissime... eallora perché creare

versi esterofili inascol-tabili, per non dire sem-plicemente “scattanti”,“aggressive”, “agili”etc.? Per non parlaredegli urli-rap e delleancor peggiori filastroc-che danzanti.QQuuaannddoo ssii uurrllaa: sarebbebene, diciamo che èbuona usanza, ffeerrmmaarr--ssii...... aall ccaaddeerr ddeellllaa ggiioorr--nnaattaa... Quando cala ilsole è sufficiente pre-sentare la Squadrigliasemplicemente e cosìquando siamo dentro lasede: pensate il frastuo-no dell’eco che rim-bomba nelle angustestanze tra le pareti. E’vero... ci sono anche ipiù fortunati che di-spongono di ampi corti-li annessi alle sedi. Maanche in questo casoattenzione: capita chequalche vicino, alle 8 didomenica mattina, nonabbia tanta voglia disentire come sono leAquile o i Serpenti. Al-l’aperto, però, nientescuse... fuori la voce esoprattutto ll’’oorrggoogglliioodi essere “Leoni” oppu-re “Gazzelle”, comevolete: l’importante èUURRLLAARREE!

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TESTO E IMMAGINI DI PAOLO VANZINI

Il nostro libro sottolineamolte volte, non solonella quarta chiacchiera-ta, quanto sia importan-te l’identità della Squa-driglia. A partire dall’ani-male che la rappresenta,di cui essere fieri e buoniconoscitori, passandoper un grido, un motto,un richiamo, una firma,una serie di tradizioniche ci fanno sentire diappartenere a una squa-dra forte, un gruppo dicui essere orgogliosi eper cui fare costante-mente del proprio me-glio. Per questo l’identità

di Squadriglia viene con-tinuamente urlata, stam-pigliata sull’attrezzatura,disegnata sulle magliet-te, raccontata sul librod’oro. Per questo ogniImpresa ne deve portarela firma. Per questo illuogo in cui ha la sua

sede, il suo angolo, devetrasmetterne l’identità.Fate questo esperimen-to: immedesimatevi inqualcuno che non cono-sce il vostro Reparto edentrate in sede. Guardateil vostro angolo e chiede-tevi se quello che vedeteparla di voi, se raccontaquello che vorreste sen-tirvi dire. È in ordine o èun caos infernale di at-trezzi, pentole sporche eoggetti inutili? Vuoto, opieno della vostra storia?L’impressione che dannogli oggetti, i colori, l’a-spetto, è qualcosa di cuiandar fieri o è meglio evi-tare le visite? E soprat-tutto: si capisce che quel-lo è il vostro angolo, pro-prio il vostro e non quel-lo di un’altra Squadriglia?Si capisce al volo che lì ciabitate voi?

Fig. 1

Fig. 2

Fig. 3

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UUnnoo sstteemmmmaa ddaa mmuusseeooModellate il vostro stemma di Squadriglia in creta (ne trovate a panetti nei negozidi materiali artistici) (Fig.1). Dategli un certo spessore ed evitate attentamente ilsottosquadro (Fig.2). Poi procedete come per fare il calco di un’impronta: circon-date lo stemma con un “argine” e fatene il negativo in gesso mentre la creta è anco-ra umida (Fig.3). Quando il gesso si asciuga togliete bene la creta e procedete a “iso-lare” per bene lo stampo con un “chiudipori” (tipo gommalacca) e abbondante ceraper mobili (Fig.4). Poi versate il gesso, annegando sul retro un gancio per appen-derlo, e lasciate asciugare (Fig.5) . Se avete isolato bene e non ci sono sottosquadri,il calco si staccherà facilmente, altrimenti dovrete rompere il negativo per liberareil vostro stemma (facendo attenzione a non rompere pure lui). Una stuccatina doveserve e poi si può esporre, bianco naturale oppure colorandolo come preferite.

Ho notato spesso che piùun angolo di Squadrigliaè brutto, sporco, disordi-nato, disadorno, meno laSquadriglia ci tiene afarsi identificare. Più l’an-golo è bello, curato, ordi-nato, più è facile che vicampeggi, grande e benein evidenza, uno stemmadi Squadriglia, altrettan-to ben fatto e curato.Ovvio, direte voi: nessu-no ammette di passare iltempo in un letamaio,mentre chiunque vorreb-be far sapere a tutti se hauna bella casa. Sono per-fettamente d’accordo,

ma poi penso: è compati-bile la prima situazionecon gli Scout o le Guide?Con ragazzi che dovreb-bero andare fieri dellaloro identità di Squadri-glia con tutti gli annessi econnessi? Ovviamenteno, perché ogni Squadri-

glia è l’unica responsabiledel suo angolo e non èpensabile che trascuri direnderlo il migliore possi-bile. A quel punto verràspontaneo il desiderio difar sapere a tutti chequel luogo è la casa dellanostra Squadriglia e dinessun’altra.Mentre rileggete e pen-sate al vostro angolo perrenderlo il più bello delcentenario, vi lascio unsuggerimento per lasciar-ci la vostra impronta. So-lo un’idea, da copiare,modificare o ignorare perfar di meglio.

Fig. 4

Fig. 5

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TESTO E DISEGNI

DI CHIARA FONTANON

Conoscete il richiamo del vostro animale di Squadriglia? Sapetedisegnarlo per usare la sua sagoma come firma? Conoscete i segnidi pista e li usate durante le uscite di Squadriglia? Ve la cavatebene con l’improvvisazione e la recitazione?Se la risposta a queste domande è “NO!”… ecco qui per voi alcu-ni giochi proposti da B.P. per allenarsi.

LL’’AAIIAA DDEELLLLAA FFAATTTTOORRIIAAIl capo gioco raccontala storia di una visita aduna fattoria, dopo averprima diviso i giocatoriin gruppi di differentianimali da cortile (an-che un solo Scout peranimale, se si arriva atrovare abbastanza a-nimali). Ogni volta che vienemenzionato un anima-le, i giocatori che loimpersonano ne fannoil verso seriamente enel modo migliore pos-sibile. Alla parola “fattoria”tutti gridano il proprioverso. La parte dell’asino edell’oca devono essereriservate come penalitàa chi sbaglia. Esempio di storia daraccontare: Pierino èun ragazzo viziato eper ristabilirsi da una

malattia viene inviatodai genitori un po’ rim-bambiti che stravedo-no per lui, a stare dallazia alla fattoria. Il pri-mo giorno Pierino ecci-tato si sveglia prestoprima degli zii e visita ivari animali causandodisastri. Permette aimaiali di correre ingiardino, ai polli e alleoche di andare dap-pertutto, pensa che ipulcini nuotino comeanatroccoli e ne portauna nidiata allo stagnocol risultato che anne-gano tutti, fa uscire icavalli dalla scuderia,libera le tortore dallegabbie, spaventa i tac-chini e le galline farao-ne ecc., insomma met-te tutta la fattoria asoqquadro.Variante: lo stesso gio-co può essere proposto

con gli animali selvati-ci, cercando di inseriregli animali di pattugliaproposti da B.P.

TTUUTTTTII AARRTTIISSTTIII giocatori sono sedutiad un tavolo, ciascunocon carta e matita. Ilprimo traccia un dise-gno di una figura o unatesta semplice con trat-ti separati e decisi, fattiin successione insolita,cosicché sia lungo e dif-ficile vedere cosa stadisegnando. Il suo vicino di sinistraimita il suo disegno,tratto per tratto, e cosìvia tutti gli altri. E’ divertente poi pa-ragonare le diversecopie del disegno.

DDIIBBAATTTTIITTIIUn buon modo per tra-scorrere una serata al

Campo (o insede, specied’inverno) è ditenere un dibat-tito su un qual-siasi argomentodi attualità. IlCapo reparto oun Capo Squa-driglia farà dapresidente dellad i s c u s s i o n e .Egli deve far sìche vi sia unoratore preven-tivamente pre-parato a pre-sentare l’argomento,sostenendo una deter-minata tesi, ed unsecondo oratore prepa-rato a svolgere un pun-to di vista diverso. Dopo i primi due inter-venti, il presidente chie-derà agli altri presentidi esporre uno dopol’altro la loro opinione.Alla fine metterà ai votila proposta, per alzatadi mano, contandoprima i voti favorevoli equindi i contrari. Perincoraggiare tutti adesprimere i propri inte-ressi può essere utileappendere in sede qual-che tempo prima unfoglio di carta, su cui igiocatori possonosegnare i temi che vor-rebbero trattare.

FFIINNTTOO PPRROOCCEESSSSOO ((ffiigg..11))Invece di un dibattito,può essere divertentetenere un finto proces-so. Il Capo reparto o ilCapo Squadriglia in talcaso farà da giudice,assegnando ai giocatorile parti dell’imputato,dei funzionari di poli-zia, dei testimoni, del-l’avvocato difensore,della pubblica accusa,del presidente dellagiuria e, se vi sono ab-bastanza giocatori, del-la giuria. La procedura di un tri-bunale va seguita più davicino possibile: ognunodeve imparare le pro-prie prove, le arringhe ei controinterrogatori,secondo le proprie

conoscenze e la propriaimmaginazione. Naturalmente l’impu-tato non è riconosciutocolpevole se la pubblicaaccusa non riesce aprovare la colpevolezzaalla giuria.L’argomento potrebbeessere offerto per e-sempio dalla storia del-l’assassino Eldson nar-rata nella secondachiacchierata.

RREECCIITTEE EESSTTEEMMPPOORRAA--NNEEEE ((ffiigg..22)) Viene raccontato l’in-treccio di una comme-dia breve e semplice esi assegnano le parti aigiocatori dando a cia-scuno uno schema es-senziale di ciò che do-vrà dire e fare.

Fig. 1

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I giocatori la rappre-sentano, improvvisan-do man mano la con-versazione necessaria. Ricordate che recitare èun divertimento. Non èimportante il tipo divoce posseduto, purchéle parole siano emessechiaramente e distinta-mente.

SSCCOOUUTT IINNCCOONNTTRRAASSCCOOUUTTSingoli Scout o coppiedi Scout oppure Squa-driglie complete si col-locano a circa 3 chilo-metri di distanza l’unodall’altro. Si dà quindil’ordine di muoversi in-

contro lungo una stra-da, dando un punto diriferimento verso ilquale dirigersi, comeuna ripida collina oppu-re un grosso albero chesia direttamente allespalle dell’altro gioca-tore o Squadriglia, inmodo da render certol’incontro. La Squadriglia che perprima vede l’altra havinto. Quando questoavviene il Capo Squa-driglia alza il guidoneperché l’arbitro possavedere e dà un segnalecon il proprio fischio.Non è necessario chetutta la Squadriglia re-

sti unita, ma vince quel-la che per prima alza ilsuo guidone.I giocatori possono te-nersi in contatto con ilcapo Squadriglia permezzo di segnali, a por-tata di voce oppure permezzo di messaggeri.I giocatori possono im-piegare tutte le astuzieche vogliono, come ar-rampicarsi sugli alberi,nascondersi sui veicoli,ecc. Non possono, peròtravestirsi a meno checiò non sia stato e-spressamente deciso.Questo gioco può an-che svolgersi di notte.

LLAA TTRRAACCCCIIAA DDEEII CCOOWW--BBOOYYSS ((ffiigg..33)) Ambientazione: Ungruppo di cowboys de-ve partire per il lungoviaggio attraverso laprateria, e sa che unaltro gruppo lo seguiràad intervalli di una set-timana. Perciò si accor-dano che il primo grup-po lascerà segni dellapista e messaggi sututto il percorso. Inrealtà le tracce vendo-no viste da un gruppodi indiani che si metto-no all’inseguimento dei“visi pallidi”.I giocatori si dividonoin due squadre, una

Fig. 2

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delle quali parte attra-verso campi e boschi,preferibilmente però,lungo un sentiero ouna pista. Lasciano se-gni di pista e messaggiper capire come sta an-dando il viaggio, dovetrovare l’acqua, permettere in guardia icompagni su eventualipericoli.

Dopo dieci minuti par-te la seconda squadra,quella degli indiani. Gli indiani possonoinviare singoli esplora-tori in avanscoperta,per indagare e riferiresul numero e gli sposta-menti dei cowboys. Mase gli esploratori indianivengono visti dai visipallidi, divengono loro

prigionieri e devonoseguirli (la presa è avista, quando il nome diun “esploratore india-no” viene chiamato). Alla fine (dopo un chi-lometro o più) i visi pal-lidi finiscono le provvi-ste e sono costretti afermarsi. Poiché si sonoresi conto che gli india-ni li seguono, si nascon-

dono. Gli in-diani, chehanno scoper-to che le trac-ce finiscono,cercano i cow-boys (presa avista). I cow-boys possonocercare di stri-sciare fuoridal proprionascondiglioper catturareun indianoprima di esse-re visto. Se uncowboy riescea toccare unindiano, lo eli-mina dal gio-co. Vince la squa-dra che, al fi-schio finaledel capo gio-co, ha mag-gior numerodi superstiti.Fig. 3

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Dando un’occhiata ai nome delle Squadriglie che parteciperanno al prossimoCampo Nazionale, vi assicuro che si possono scoprire delle belle cose.Partirei con i nomi ed il numero delle Sq. presenti:I quattro nomi più gettonati:

PPAANNTTEERREE 224477 AAQQUUIILLEE 220088 TTIIGGRRII 116611 CCOOBBRRAA,, FFAALLCCHHII 114477 VOLPI 102LUPI 93LEONI 90SCOIATTOLI 88PUMA 74DELFINI 71KOALA 68CASTORI 63GABBIANI 60ANTILOPI 53ALBATROS 50ORSI, PANDA 47AIRONI 46GAZZELLE 44CERVI 40 PIPISTRELLI, SQUALI 36 RONDINI 32 CONDOR 29 GIAGUARI 27 IENE 23 LINCI 19 CIGNI, GHEPARDI 17 LEOPARDI, PINGUINI, SPARVIERI 15 CANGURI, CERBIATTI 13 BULLDOG 11 MANGUSTE, MARMOTTE 10BUFALI, CAMOSCI, COLIBRI’, CORVI, LONTRE, TORI 9GHEPPI 8BISONTI, CINGHIALI, GUFI, KOBRA 7COCCODRILLI, PELLICANI 6DAINI, SCORPIONI, TARTARUGHE 5API, ARIETI, RINOCERONTI 4ANACONDA, CORMORANI, GIRAFFE, MANCANTE (???), PIRANHA, PROCIONI, TUCANI 3BARRACUDA, CAPRIOLI, CAVALLI, CICOGNE, COYOTE, DIAVOLI DELLA TASMANIA,ELEFANTI, ERMELLINI, FENICOTTERI, FOCHE, GRIFONI, GRIZZLIES, HUSKY,KAIMANI, OPOSSUM, PIVIERI, RICCI, SCIACALLI, TARANTOLE, TASSI, TRICHECHI 2

DI ENRICO ROCCHETTI

Rovistando tra vecchie carte abbiamo trovato un articolo scritto per ilCampo Nazionale E/G del 2003: ve lo riportiamo pari pari… merita unariflessione seria seria!!! Che avrebbe detto B.-P.???

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ALCI, AQUILE M, AQUILE REALI, ASTORI, AVVOLTOI,BRADIPI, CAIMANI,CAMALEONTI, CAMMELLI, CAPINERE, CARACAL, CHIMERE, CHIURLI, CICALE,COLOMBI, COZZE, CUCULI, DINOSAURI, FALCONI, FENICOTTERI ROSA, FENNEC,FOLAGHE, FORMICHE, GALLI, GATTOPARDI, GAZZE LADRE, GHIRI, GRILLI, IPPOCAMPI, KODIAK, KUDU, LEPRI, LIBELLULE, LUCCIOLE, MANTAS, MARLIN, NUMBAT, ORCHE, ORNITORINCHI, ORSETTI LAVATORI, ORSI POLARI, PAPERE,PEGASO, PETTIROSSI, PICCHI, POLIPI, QUETZAL, RENNE, RONDINI DI MARE, ROSPI, SCIMMIE, SCOIATTOLI ISOLETTA, SERPENTI A SONAGLI, SORIANE, STAMBECCHI, SUCCIACAPRE, TIGROTTI, TARABUSI, TORPEDINI, VIPERE,VOLPI POLARI, YAK, ZEBRE 1

Ed ora le considerazioni: ci sono alcune Squadriglie …particolari. Le AAcccciiuu--gghhee vvoollppii del Genova 30, che Dio solo sa che animale sono, le AAqquuiillee eeddeell--wweeiissss del Gemona 1, gli AAiirroonnii ddeellffiinnii del Livorno 10, i LLuuppii ppaanntteerree (animaliin crisi di identità) del Rovigo 1, i CCoobbrraa ccaassttoorrii (dentoni sibilanti) dello Scicli1, i CCoonnddoorr ccaanngguurrii (speriamo che non si sfili il piccolo dal marsupio mentresono in volo) del Pistoia 3, i FFaallccaattrrooss del Caserta 5, le VVoollppii ppiippiissttrreellllii delFerrara 6, le PPaanntteerree rroonnddiinnii (quando emigrano corrono a piedi o volano?)del Cremona 4 e le VVaarraannaaqquuiillee del Milano 88.Non mancano anche nomi particolarmente fantasiosi (forse non sanno che ilnome della Squadriglia dovrebbe essere quello di un animale). Perciò troviamola Sq. AArraarraa da Orbassano; poi ci sono i DDiinnoossaauurrii (sono in via di estinzione) delGenova 30 e gli SSwwaalllloowwss (scusate la mia ignoranza ma non vi ho trovati da nes-suna parte) del Lecce 2. Non poteva mancare la Sq. HHiippppoo del Viadana 1. Chedire poi della Sq. PPiippppoo (forse Topolino, Paperino e Gastone non potevano veni-re?) del Condove 1? Le Sq. AAnnddrroommeeddaa e SSiirriioo del Milano 20 invece arriverannodirettamente da Star Trek. Abbiamo anche degli esterofili: ci saranno i GGaauullooiiss(mi sanno tanto di sigarette francesi) del Susa 1 e le EEaagglleess del Mondovì 1.Attenzione a non fare il bagno assieme alle MMeedduussee del Vibo Marina 1! E soprat-tutto cerchiamo di tener distanti da boschi e tende i DDrraagghheettttii del Roma 33 e ledue Sq. di DDrraagghhii,, perché con un rutto potrebbero incendiare mezza penisola.Non oso pensare alle fattezze di quei ragazzi della Sq. CCoozzzzee del Milano 88(almeno fossero di un reparto nautico). Avremo poi la Sq. MMoolloocchh del Roma 40che forse non sa di portare il nome di un dio ma-ligno a cui si dedicavano sacrifici umani e auto-mutilazioni (…ma non lo sanno nemmeno i Ca-pi?). Che fastidio sarà poi piantare la tenda vici-na a quella della Sq. ZZaannzzaarree del Roma 33…Mentre ancora peggio andrà a chi si accamperàvicino alle PPuullccii del Roma 33 (ancora tu!) e delloJesi 5. Stanno già iniziando i lavori di allestimen-to dell’area di quarantena per la Sq. PPiiddoocccchhii delBiella 3, pare che siano di tipi infestanti….Povero B.-P. cosa penserà mai di noi ricordan-do il suo bel primo campo di Brownsea?

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TESTI E DISEGNI DI SIMONA SPADARO

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risponde: “Sì, ci ho pensato dopo, ma non sape-vo proprio come fare, qualcosa bisognerà purscrivere per far sapere da dove arriviamo e chisiamo come Gruppo!” Valeria sta sfoggiando lasua migliore espressione corrucciata e tutte laimitano, un po’ per prenderla in giro, un po’ perpensarci davvero: “Eureka! – sbotta Noemi –Dietro scriveremo solo il nome della città,davanti faremo un collage di foto degli angoli piùcaratteristici e delle sedi delle varie unità delGruppo, con i ragazzi impegnati in attività.”Elena si associa subito: “Brava! Buona idea! EPiera, che è bravissima con il computer, metterà

tutto in un file che porteremo a stampare dalfotografo!” Un applauso sancisce l’approvazionedella proposta. Le ragazze si dividono i compiti.Ci sono a disposizione due macchine fotografi-che digitali, una sarà dedicata alle riprese delpaese, l’altra alle riprese del gruppo. Le ragazzesfollano dalla sede in un baleno. Restano Elena eFrancesca che mettono a posto le panchette,danno una spazzata in giro e poi prendonoanche loro la porta. Prima di uscire Francescaabbraccia l’amica: “Sara meraviglioso, vedrai!”:“Lo so, lo so!” risponde l’altra mentre chiude achiave la porta.

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I l cielo d’Olanda era solcato da nuvo-li bianchi e mobilissimi. Il lembo della

grande tenda canadese si sollevò eBaden-Powell apparve nella sua accuratauniforme kaki carica di distitntivi.Sorrideva, e dalla suafigura distinta emanava,agli occhi dei tre capi ita-liani che lo attendevanotrepidanti, qualcosa dimagico. L’uomo, grazie allecui idee erano riusciti a dareali ai loro sogni e un senso piùprofondo alla loro esistenza,era lì davanti. Le loro mani sini-stre si strinsero. Gli occhi, limpidi,si intrecciarono. “Sì – disse B.-P.– ho saputo delleAquile Randagie. Fate in modo di lottare in ognioccasione per la libertà”. Poi, rivoltosi al piùmagro di loro, con voce emozionata gli sussurròche da quel momento in avanti sarebbe stato suocompito, in tutta segretezza, attribuire l’investitu-ra di Capo a quei giovani che ritenesse capaci dimantenere in vita lo spirito dello scautismo. Quelgiovane era Giulio Cesare Uccellini, ma amavafarsi chiamare Tigre o Kelly. Per tutta la vita con-servò nel suo animo memoria dello sguardo diBaden-Powell e del senso profondo di quelleparole. Quell’incontro avvenne il 9 agosto 1937 aljamboree di Vogelenzang. In Italia lo scautismoera stato soppresso dal governo fascista dieci anniprima. Migliaia di ragazzi allora erano stati privatiin un attimo della possibilità di giocare “il più belgioco del mondo”. Ciononostante vi furono deigiovani Capi che dissero di no, che si ribellarono,ostinandosi a vivere e a far vivere segretamente loscautismo; alcuni pagarono dolorosamente quellascelta. Kelly fu uno di loro.Raggiungere il luogo del Jamboree per lui e per isuoi amici, tra cui don Andrea Ghetti – Baden– con il fratello Vittorio non fu facile: il governo diallora non lo consentiva, ma ci riuscirono fingen-dosi scout còrsi aggregati al contingente francese.Era la seconda volta in cui la bandiera italiana veni-va portata segretamente ad un Jamboree dopo la

soppressione dello scautismo; la prima fu a quel-lo di Gödöllo in Ungheria, anche allora ad operadi un gruppo di Aquile Randagie aggregate al con-tingente degli Scout svizzeri. Quell’ incontro con ilCapo di tutti gli Scout generò in loro ancora piùentusiasmo, ne fece più marcato il desiderio diribellione. Rientrati in Italia proseguirono segreta-mente l’attività scout, per lo più all’aperto. Perdiciassette anni! Le Aquile Randagie svolsero i lorocampi estivi in luoghi appartati dove potevano,non viste, indossare le uniformi, – eccetto che nel1944 dato che la situazione bellica si era fattatroppo rischiosa, – rendendosi sempre benvolutedalla gente del posto.Giulio Cesare Uccellini nacque a Milano l’11 marzo1904. Scout fin dai primi anni di vita dello scautismocattolico, guidò il Gruppo Milano 2° “SanGiorgio” fino allo scioglimento decretato dalgoverno nel 1928 e ricoprì poi l’incarico di consi-gliere generale dell’ASCI. Quando lo scautismo fusoppresso disse:“Non è giusto, e noi non lo accet-tiamo, che ci venga impedito di vivere insieme,secondo la nostra legge: legge di lealtà, di libertà, difraternità. Noi continueremo a fare del nostromeglio per crescere onesti cittadini preparati eresponsabili. Noi continueremo a cercare nellaNatura la voce del Creatore e l’ambiente per ren-dere forte il nostro corpo e il nostro spirito”. Nelleparole di quel giovane ventiquattrenne industrialetessile c’è tutto lo spirito di una persona dalle carat-teristiche inusuali. Uno di quei Capi che rendonopiacevole, entusiasmante, quasi magico il seguirlo.I

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DI LUCIO COSTANTINI - LUPO CHE CANTAFOTO D’ARCHIVIO

I PERSONAGGI CHE HANNO FATTO LO SCAUTISMO:GIULIO CESARE UCCELLINIDETTO KELLY

HA SPESO LA VITA PER GLI ALTRI. INCIDIAMO IL

SUO NOME NEL GIARDINODEI GIUSTI SUL MONTEHERZL A GERUSALEMME

1144 Avventura 3/2007Avventura 3/2007

Kelly in Val Biandino nel 1929, al primo campo clandestino degli scout milanesi

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Kelly, per chi lo conobbe da vicino, era un’animasemplice, ma dalla sua semplicità scaturivanoprofondità e ricchezza. Sapeva parlare all’animo deisuoi ragazzi: serio quando li esortava a perseguire ivalori dello scautismo che amava fossero il più pos-sibile vicini all’idea di Baden-Powell; faceto e diver-tente alla luce del fuoco di bivacco, conscio delvalore contagioso dell’allegria. Sapeva trarsi d’im-paccio in qualsiasi circostanza.Aperto, comunicati-vo, era un vero trascinatore che educava con l’e-sempio: si donava infatti totalmente, praticava lafede senza tentennamenti, sapeva infondere fiduciae si mantenne sereno per tutta la vita, pur avendosperimentato sofferenze nel corpo e nello spiritoda parte dei nemici dello scautismo e della libertà.Egli pagò con una menomazione perenne la suadedizione alla causa della libertà: una sera del1942, gli venne teso un agguato e venne per-cosso a tal punto che riportò una lesione deltimpano e da allora il suo senso dell’equilibrio nerisentì per gli anni a venire.Attento lettore dei testi di B.-P., assimilòlo spirito scout a tal punto da non conce-pire attività che non si svolgessero all’a-perto. Era fermamente convinto che loscautismo non fosse per tutti e ai ragazziche, soprattutto dopo la guerra, chieserodi entrare nel suo gruppo era esplicitonel dirlo, convinto che la scelta scoutimplicasse una forte dose di accettazio-ne dei valori di fondo su cui si regge loscautismo.Quando, dopo l’8 settembre 1943, l’Italiasi spezzò in due e la fine della guerra chesi sperava vicina sembrò allontanarsi,nonesitò, con un pugno di amici fedelissimi ecoraggiosi come lui, tra i quali Baden, amettere in piedi un’organizzazionesegreta denominata OSCAR, Organiz-zazione Scout Collegamento AssistenzaRicercati.Grazie a una articolata rete dicontatti, di coperture e di sicuri puntidi appoggio tra Milano e la Svizzera,servendosi di comunicazioni in codice,e soprattutto esponendosi a rischicerti di cattura, i membri dell’OSCARin piena occupazione tedesca riusciro-no a far passare la frontiera a piùdi duemila persone tra Ebrei,ricercati politici, prigionieri diguerra inglesi e greci, disertoridella Repubblica SocialeItaliana. Vennero realizzati docu-menti falsi, si trafugarono armi, si

fecero fuggire da alcuni ospedali pazienti arresta-ti, si diede sostegno ai partigiani e agli agentianglo-americani.Alcune persone, purtroppo, per-sero la vita dedicandosi generosamente all’orga-nizzazione scout segreta, che, peraltro, non vennemai scoperta.La realizzazione dell’OSCAR fu il regalo più belloche Kelly fece non solo allo scautismo italiano che dilì a poco sarebbe rinato conservando una propriafisionomia, ma alla sua patria tanto amata.Quando il 23 marzo 1957,provato da un male incu-rabile, Kelly tornò alla Casa del Padre, amici fedelinel dargli l’estremo saluto stamparono un santinoove egli appare sorridente, il volto volitivo, l’unifor-me scout portata con eleganza. A fianco, quattrorighe: “Anima permeata di vera profondaFede, seppe umilmente donare con lealtàtutta una vita per un mondo migliore,tenen-do alto in ogni ora della sua attività scout ilvalore della Promessa rimanendovi sempree coraggiosamente fedele”.

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C ara Redazione, ho pensato di inviare alla Vostrae “nostra” rivista, questo articolo che mi sta

particolarmente a cuore. Mi piacerebbe poterlo leg-gere in uno dei prossimi numeri e non solo per l’in-negabile orgoglio che ne avremmo a ritrovarci tra lepagine di Scout Avventura!Vedo già le facce incre-dule delle mie squadrigliere e di tutti gli altri, i passaparola frenetici via sms “siamo su Scout Avven-tura!!!”.Vi immaginate? L’“Orion” dello Zeminiana 1,(Fig.1) che quando è nato come Gruppo, quindici

anni fa, è stato censito come il più piccolo Gruppoin Italia, trova spazio nella rivista di tutte le Guide edEsploratori. Ce n’è da raccontare per anni, sicura-mente oltre il tempo in cui io sarò in Reparto!Ma l’orgoglio non è l’unico motivo che mi spinge ascrivere, quasi quasi, non è neanche il più importan-te. Il fatto è che mi sta proprio a cuore far sapere atutti cosa ci ha dato questa Impresa. Prima di tuttoai miei amici, ma anche a tutti voi che non conosco,a quelli come me che leggono questo giornale pertrovare idee, suggerimenti per guidare bene laSquadriglia, ma anche ai Capi, perché so che lo leg-gono anche loro (qualche spunto lo rubano da voi, liabbiamo sgamati!). L’Impresa che abbiamo realizzatocome Reparto è stata per noi impegnativa e, a lavo-ro ultimato, l’abbiamo guardata con grande soddisfa-zione!Le idee erano moltissime ma, alla fine, si è deciso diallestire un campetto sportivo dietro alla chie-sa, approfittando di un piazzale cementato che ilnostro parroco ci ha permesso di “arredare” convarie attrezzature sportive da noi approntate, pro-prio con le nostre mani! Dall’idea al progetto, fino al

vederla concretizzata sotto i nostri occhi! Una vit-toria sotto tanti punti di vista..Primo perché questo, era stato il sogno di alcuniEsploratori che la proposero come Impresa diReparto ancora parecchi anni fa ma, a causa di varimotivi, non erano riusciti a realizzarlo. Noi ce l’ab-biamo fatta, anche se non è stato facile neppureper noi.Ci siamo impegnati molto, fin da subito, creando unConsiglio d’Impresa che regolarmente si riuniva ogni

settimana; all’inizio per inventare un piccolo lancio diquesta avventura, poi, per progettare bene il tutto eprendere le decisioni più importanti.Il giorno del lancio, subito dopo la scenetta prepara-ta, ci siamo divisi in gruppi: il gruppo-calcetto, ilgruppo - tennis e il gruppo-pallavolo. Ognuno diquesti gruppi si è informato sul materiale necessarioper la realizzazione di ogni attrezzatura.Si inizia a lavorare.Durante le attività abbiamo cominciato a costruirela rete da pallavolo.Dovevamo fare dei quadrati 10 cm x 10 cm e suc-cessivamente fare il “nodo rete”. (Fig.2) Un lavorocertosino, tanto che qualcuno (si sa che i maschisono meno pazienti!), aveva proposto di comprareuna rete fatta. La risposta che ha dato la nostra caraCapo Silvia, detta affettuosamente Carta Vetrata, harisolto la questione: ha fatto vedere l’altro lato dellamedaglia spiegando che durante quel “lungo”tempo, apparentemente sprecato, noi ragazziavremmo avuto tempo di parlare tra noi, iCapi avrebbero magari avuto il modo di avvicinarequalche “anguilla” sfuggente o semplicementeV

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SAVIVERE BENEL’IMPRESA

L’IMPRESA NON È SOLO COMPETENZA MAANCHE… SCOPRITELO

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TESTO E IMMAGINI DI COSTA JESSICA

Fig. 1 - Il reparto ORION al completo

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Durante la settimana, alcuni Esploratori degli ultimi,anni si sono trovati a casa del nostro “caro” CapoFabio per costruire le porte da calcetto.Per costruirle hanno usato dei pali di ferro e lihanno uniti con delle saldature. Durante la saldatu-ra il nostro Capo si è ustionato, ma niente di grave,il pelo gli è poi ricresciuto; non come quella voltadegli ossetti alla trappeur. Da allora sfoggia dellebraccia perfettamente…depilate!Successivamente le porte sono state dipinte con lavernice bianca ed è stata legata la rete attorno allastruttura di ferro. (fig.3)In seguito sono state tracciate le linee nel campousando dello scotch di carta e della vernice biancaper il campo da calcetto e gialla per quello da palla-volo.Tutto era pronto per l’inaugurazione!Infatti l’11 giugno, pochi giorni dopo il termine ditutto il lavoro, il Reparto ha organizzato una mera-vigliosa festa per l’inaugurazione.Dopo la S. Messa, tutti i paesani, e non solo loro, sisono riuniti dietro la chiesa per assistere alla ceri-monia.Dopo l’urlo di tutte le Squadriglie, c’è stata labenedizione da parte del nostro sacerdote e il tagliodel nastro rosso. (fig.4) Tutto si è concluso con unpiccolo discorso del nostro Capo Gruppo e unabellissima foto di Reparto, seguita dal pranzo insie-me ai genitori e a tutte le persone che collaboranocon il nostro Gruppo.

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avere dei momenti più lenti per godere lanostra compagnia e ognuno di noi avrebbe potu-to aiutare quelli in difficoltà e insegnare qual-che abilità ai meno esperti. Accidenti, chi l’a-vrebbe detto che con una sola rete avremmo pesca-to tanto pesce? Eppure è stato così.In realtà avremmo dovuto costruire una rete ancheper il tennis, ma non c’è stato il tempo. Ed eccoun’altra lezione imparata: tra quello che sipensa di riuscire a fare e quello che effettiva-mente poi si realizza, ci sta in mezzo il “mare”delle piccole-grandi difficoltà. Il tempo non bastamai, ci sono gli impegni di tutti da coordinare, c’èchi si dimentica di venire agli appuntamenti echi si dimentica di avvisare, c’è chi sottovalutatutto e chi invece di ogni difficoltà ne fa unamontagna, insomma si fa tanta fatica a mettereinsieme il lavoro di tante teste diverse!Però ci sono le cose belle che si scoprono sololavorando insieme e sono tante. Alla fine diun’Impresa si ricordano soprattutto quelle eanche questa è una lezione imparata: quando siincontrano delle difficoltà, mai disperare, bastaavere la pazienza e la tenacia di andare avan-ti. Una volta passate, ci si trova più uniti, più fortie soprattutto ci sono tanti ricordi in più chelegano le persone che le hanno affrontate insieme.Ma è l’attività manuale che l’ha fatta da padrona.Finalmente abbiamo imparato a fare delle coseche nessuno di noi aveva mai fatto!

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Fig. 2 - Si lavora alla rete per la pallavolo Fig. 3 - La porta viene pitturata

Fig. 4 - La benedizione

Ecco, questa è la storia della nostraImpresa. Ci saranno Imprese di Repartosenz’altro più laboriose e avventurose dellanostra, tutte avranno insegnato tante coseai ragazzi che le hanno intraprese e porta-te e termine.Anche ai loro Capi, perchè celo continuano sempre a dire, che si impa-ra facendo e si ”cresce insieme”!

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LA BASE DI PIAZZOLELasciata Brescia e poi Gussago ci si addentra in dire-zione Brione, in un paesaggio collinare ricco di vege-tazione: boschi antichi di varie essenze, con tanticastagni. L’ambiente circostante ospita molte specied’uccelli, i loro canti ti accompagnano mentre ti avvi-cini alla base di Piazzole, che però dalla strada nonvedi, saranno delle scarne indicazioni ad indicarti perquale sentiero proseguire e ti tocca anche un tratto insalita, che però non ti distrugge, riparato come sei dal-l’ombra delle grandi fronde. Finalmente ci arrivi: ad unprimo edificio ne segue subito un altro anche con unacapelletta aggiunta. Ci si rende conto subito di esserearrivati in un luogo dove l’attività è normale: dal bosco più avanti molte voci, non urlanti, pacate,quasi a non voler disturbare la quiete vivacizzata dal solo canto degli uccelli. C’è gente che lavoraanche vicino alle case, ma vengono subito a darti il benvenuto, premurosi, ti invitano a godere diun momento di riposo ed iniziano a raccontarti della base. Sono tutti Capi che curano la manu-tenzione di Piazzole nel suo complesso: casolari, prati, bosco… tutto ha bisogno di venir conti-nuamente curato. Ma ci riescono bene, infatti ciò che ti circonda appare pulito ed ordinato: pratisfalciati, alberi e sottobosco ripuliti, edifici sobriamente dipinti, pratici ed accoglienti. Sulla facciatadella prima casa c’è anche una meridiana.Ti raccontano della passione e l’impegno di tanti vecchiScout che hanno fatto nascere la base e l’hanno arricchita con tanta attività, campi, competenza,amicizia. Hanno creato anche una “società”, la fondazione S.Giorgio, per avere una garanzia eco-nomica più sicura. Hanno iniziato nel 1968 con un sogno, cui sono seguiti e stanno seguendo altrisogni, uno dopo l’altro e tutti realizzati!

LA STRUTTURALa struttura offre la propria potenzialità sia all’interno del-l’Agesci con Campi di Reparto, fine settimana di Unità, Campidi Specialità e di Competenza, che all’esterno soprattutto allescuole che qui vengono per studiare l’ambiente. Dal 1994diventa ufficialmente base del settore Specializzazioni. Durantel’anno ospita eventi di canoa, esplorazione in bici, avventuranella natura ed in montagna, pionieristica, ecc. L’ospitalità intenda è garantita da ampi spazi nel bosco, con servizi e strut-ture fisse per riunioni ed attività anche in caso di pioggia.

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TESTO E FOTO DIGIORGIO CUSMA

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LA BASE DI PIAZZOLLETRA CASTAGNI E GUFI

L’AMBIENTEL’ambiente naturale offre la possibilità di vivere intensamente l’Avventura, con la possibilità di inte-ressanti incontri. Sotto il profilo botanico si trovano: castagni, querce, betulle, agrifogli, eriche, gen-ziane, ecc. Mentre la fauna è rappresentata da gufi, barbagianni, ricci, ghiri, ecc.

La base

Il bosco di castagni

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CANOA FLUVIALE SULL’OGLIOMa le attività di Specializzazione si fanno anche fuori base: quella di avventurain montagna e di canoa fluviale ad esempio. Noi siamo andati a documentareproprio questa seconda attività. In un ambiente totalmente diverso rispetto aPiazzole, in piena pianura, dov’è l’agricoltura a farla da padrona ma sul fiume lanatura è ancora ben conservata e l’Avventura è garantita. L’Oglio, questo è ilfiume che ospita i novelli navigatori, scorre tranquillo tra paesetti e campi, ognitanto un ponte, tante spiagette ed isolotti dove è gratificante sostare per lapausa pranzo o per una sessione di tecnica canoistica. I pioppi si riflettono nel-l’acqua calmissima ed appena increspata da qualche sasso affiorante nelle zonemeno profonde. In estate la portata del fiume è ridotta, anche per i prelievi perl’irrigazione, per cui in certi tratti si deve smontare dalle canoe e trasportar-le a spalle finchè si ritrova il fiume più gagliardo. Gli E/G, durante il Campoimparano a far avanzare e governare la canoa usando la pagaia con abilità.Qualche bagno fuori programma ci esce sempre per questo, al primo giorno,tutti devono dimostrare di saper nuotare anche se poi, in navigazione, tuttidevono indossare il giubbotto salvagente. In acqua non si può trascurare la sicurezza: mai!

Approfittiamo di una sosta pranzo, i viveri sonoarrivati via terra, con l’auto dei cambusieri, persentire le impressioni degli E/G che nel 2006 par-tecipavano a questo Campo.Da chi avete saputo dell’esistenza di questiCampi?Enrico – Bergamo 2 e Claudio - Gussago 1° lohanno saputo dai Capi, tutti gli altri o da Interneto da Avventura.Perché avete deciso di venirci, dopo averlosaputo?Giacomo – Cittadella 3: mi piaceva l’argomentodel campo e volevo conoscere nuove persone;Francesca – Valdagno 1: I Capi ci hanno suggeri-to di provare l’esperienza dei Campi di Compe-tenza perché ci si diverte, ed ho seguito il sugge-

rimento; Enrico – Bergamo 2: per aumentare edapprofondire le mie competenze; Maria – Cal-diero 1: era una cosa diversa dal solito, almeno nelmio Gruppo non è che si fanno queste esperien-ze; Livia– Rimini 2: per divertirmi ed impararecose nuove; Beatrice – Modena 1: perché giàl’anno scorso volevo andarci e poi non mi hannopreso, e poi perché mi piaceva l’idea di fare atti-vità sul fiume; Maria Cecilia – Modena 1: per-ché un Campo così ci può insegnare cose utili peril Reparto e per il Campo Estivo, poi anche per-ché mi piacciono tutte le attività legate all’acqua;Daniele – Torino 23: ho guardato la lista deiCampi, ho visto, esplorazione fluviale, bello,Brescia non è poi nemmeno tanto lontano: provo,ci vado! È il mio primo Campo di Competenza;

Fabio – Torino 23: il motivo principaleè per divertirsi, per cambiare un po’,per scoprire le differenze tra unCampo di Competenza ed un CampoEstivo normale; Davide – Parma 6: sonvenuto qui per divertirmi e conosceregente nuova; Simone – S.GiovanniValdarno 1: per fare nuove amicizie;Anna – Valdagno 1: son venuta per farequalcosa di diverso, di movimento;Alessandro – Cognento 1: son venu-to per imparare ad andare in canoa;Cosa pensi di riportare a casadella tua esperienza?Anna – Valdagno 1: certamente di direagli altri che è stata una bellissima espe-

LE INTERVISTE

Gonfiaggio galleggianti di emergenza

Preparazione per la partenza

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rienza che vale la pena di vivere. Aver imparatoqualcosa di nuovo e conosciuto tante persone;Mauro – Cognento 1: un’esperienza nuova, oraposso dire che posso andare, almeno per 100metri con la canoa; Francesca – Valdagno 1: perprimo, un male cane alle braccia, poi la conoscenzadi base per andare in canoa; Beatrice – Modena1: di certo aver conosciuto tante persone, di averscoperto la natura del fiume e la tecnica dellacanoa; Maria Cecilia – Modena 1: conoscenzebase di canoa, anche se, forse,non lo farò più potròalmeno dire d’aver provato. La conoscenza di tantenuove persone; Maria – Caldiero 1: una spinata diquelle mai viste, la tecnica di canoa e la vegetazio-ne del fiume.Amicizie nuove; Gianluca – Parma 6:mi riporto a casa la mia tazza che è sopravissuta a

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questo Campo; Daniele – Torino 23: competenzee amicizie, una ferita. Non riporterò la borracciaperché non so dov’è; Fabio – Torino 23: i modi didire delle altre regioni, i graffi e la conoscenza delKajak che mi piace più della canoa;Davide– Parma6: mi riporto a casa Gianluca con la sua tazza, il“né” piemontese. Non riporterò la “c” che i tosca-ni mi han fatto togliere; Margherita – Mirandola2: conoscenze tecniche e personali, con cui ho pas-sato un bel Campo, in più tanti giochi e bans daportare al mio RepartoEmanuele – Cittadella 3: un sonno tremendo,espressioni dialettali di altre regioniChi di voi è in cammino verso la Compe-tenza?Giacomo – Cittadella 3: sono in cammino versoil brevetto di Animazione Espressiva, ma eroseriamente interessato a questo Campo ed hovoluto provarci; Enrico – Bergamo 2: in cammi-no verso Amico della Natura;Nel vostro Reparto ci sono altri che hannopartecipato a Campi di competenza:Enrico – Bergamo 2: ai Campi di Competenza cisono venuto solo io, mentre a quelli di Specialitàci vanno quelli che sono in cammino verso la 2°;Maria – Caldiero 1: anche da noi le 3e e 4e Tappevengono a questi Campi, stimolati dai Capi a vive-re questa bella esperienzaH

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Canoa canadese

Finalmente in acqua

Pratica di voga in un kajak

Si portano le canoe al fiume

Insieme anche in acqua

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Ciao, sono la Capo Squadriglia degli Scoiattoli del Cesena 6, que-st’anno come Impresa di Sq abbiamo deciso di progettare e rea-lizzare degli aquiloni, dopo giorni di duro lavoro abbiamo appro-fittato del festival degli aquiloni a Cervia per la nostra prova divolo, Dopo qualche tentativo, i nostri aquiloni “acrobatici” hannofinalmente spiccato il volo. Ecco alcune foto dell’ impresa della“migliore” squadriglia femminile di Cesena (modestia a partesiamo arrivate seconde al san giorgio!!!). Ciao a tuttiii

Camilla

Salve a tutti!!!!!! Sono una Guida del Reparto S.Giorgio Lucca3... questoè il mio ultimo anno all’interno del Reparto e desidero dire a tutti i com-ponenti del mio Gruppo quanto siano stati importanti per me.A partiredalla mia Sq (Gabbiani volate sempre piu in alto) a tutte le altre Sq, masopratutto ai Capi.. un ringraziamento va perciò a loro che mi hanno sem-pre offerto tante opportunità da prendere al volo. Sono la persona chesono grazie anche a loro e agli impegni affidatomi per rendermi sempremigliore e allo scambio di confidenze, ai loro giudizi obbiettivi, ai loro consigli che mi hanno sempre permes-so di ragionare e crescere.A tutto il Reparto che ha accolto la mia allegria e le mie paure e che mi apprezzaogni giorno, anche “pazza” come sono.Vorrei incidere delle parole a fuoco per capire quanto tutto ciò ha signi-ficato per me. Spero che questa sorpresa venga accolta con un grande sorriso...un bacione, Usignolo Insicuro

“Ieri...oggi...e domani....così, come questa foto vi raffigura...gli uniaccanto agli altri, a tenerci per mano e a darci la forza per non mol-lare! Per non dimenticare mai (ma anche se, come si può dimenti-care?) le risate, i pianti, le grida e i sussurri...il tempo passa ma noi saremo sempre tutti qui,sempre tutti insie-me... reparto Cassiopea, Orione e Clan/Noviziato Hydra viadoro!!!! Grazie per i bellissimi momenti passati, per le montagnedi foto e di ricordi che mi fanno compagnia quando arriva la tri-stezza, grazie per avermi donato la gioia di stare davanti a unfuoco, o di vegliare le stelle tutta la notte con l’assoluta certez-za e convinzione che il tempo si fosse fermato e che nulla avrebbe potutomutare quell’armonia... grazie per avermi aperto le porte di un mondo meraviglioso: ilnostro!!! Con infinito affetto, spero davvero che vi sia piaciuta la sorpresa!!

Chiara Alberghino – Palermo 5

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Siamo la Sq. Tigri del Reparto Andromeda Cento Torri del gruppoAscoli Piceno 1.Volevamo salutare tutti gli E/G d’Italia.Abbiamo rea-lizzato un fotomontaggio per inserire il ritratto più piccolo di unaragazza che per impegni personali non è più potuta venire alle riu-nioni ma aveva lavorato comunque per raggiungere la specialità.

Giulia Giancola

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Dai nostri inviati E/GDai nostri inviati E/G Dai nostri inviati E/GDai nostri inviati E/G

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CENTO PIAZZEdi Giorgio Infante

Alzi la mano chi di noi fa attenzione ai nomi che hanno lepiazze, le vie, i parchi pubblici. Via Garibaldi, Largo Unitàd’Italia, Corso Mantova. Alcuni nomi li studiamo a scuola,sono personaggi od eventi importanti per la storia d’Italia odel mondo.Alcuni sono assolutamente sconosciuti e non ci poniamo attenzione. Un vero peccato! Osservando i nomipossiamo scoprire moltissime cose, molte storie, aneddoti, personaggi più o meno noti, alle volte noti solo localmente. Sipuò anche capire cosa il nostro Comune ritiene importante, tanto da ricordare a tutti i cittadini attraverso la topono-mastica. Perchè dare un nome ad un luogo è un grande segno per comunicare ai cittadini ciò che ha valore, nel tempo,visto che i nomi sono cambiati molto di rado.Un bel gioco di civitas, magari un’idea per un’Impresa, potrebbe essere cercare con una cartina in mano tutti i luoghidi cui non conosciamo l’origine e farne una piccola ricerca. Sicuramente si scoprirebbero molte cose. Un piccolo esem-pio: fin da bambino nel mio Comune sono passato in Via don Minzoni. Non mi ero mai posto il problema di capire chifosse. Crescendo ho scoperto quanto sia stato importante per la storia dello scautismo (ma non solo), visto che eraun’assistente ecclesiastico di Argenta, ucciso dai fascisti nel 1923.Fra le iniziative legate al centenario dello scautismo vi è “Cento Piazze”.Ad ogni Gruppo Agesci e sezione Cngei è statorichiesto di farsi promotori presso il proprio Comune dell’intitolazione di una piazza, di una via, un edificio, una scuola aBaden-Powell o ad un altro personaggio importante per lo scautismo. È un modo per ricordare a tutti, nella nostra realtàlocale, il centenario della nascita del movimento scout e favorire la conoscenza dello scautismo e dei suoi valori, con l’o-biettivo, ambizioso di avere tutti i comuni italiani con un luogo dedicato.Potete trovare informazioni e l’elenco dei comuni dove siamo già presenti e dove sono in corso le richieste sul sito

della Federazione Italiana dello Scautismo www.scouteguide.itDi seguito la cronaca di come si è svolta la “Cento Piazze” di Arona.

UN PARCO GIOCHI PER B.-P.di Ambra, Michela, Rosa – Arona - foto dal sito Arona 1°

In occasione della giornata del pensiero il gruppo “Arona 1” ha deciso di festeg-giare alla grande.La giornata è iniziata con la partecipazione alla S. Messa parrocchiale, celebratada Don Gianluca (il nostro Baloo), che abbiamo animato con canti e preghiere.Sull’altare, oltre al Gonfalone di Arona, c’erano i nostri alfieri.Tutto era fatto informa ufficiale!Alla fine della celebrazione ci siamo recati (sotto un diluvio, ma “non esistebuono o cattivo tempo, solo buono o cattivo equipaggiamento”!!) ai giardinipubblici per l’intitolazione del parco giochi di Arona al fondatore degli scoutLord Robert Baden-Powell.Nel corteo diretto al parco, in fila dietro allostendardo e alle due fiamme, c’erano tutto il

gruppo e coloro che erano interessati alla manifestazione.A seguire la cerimonia c’era un grande cerchio formato non solo da noi, ma ancheda molti altri scout che rappresentavano i loro Gruppi e dai membri “storici” delGruppo, i capi dei nostri capi! C’era così una singolare varietà di fazzolettoni tuttidiversi ma allo stesso tempo uguali.Ovviamente non poteva mancare il fondatore del gruppo Arona 1: Livio, che ha pre-senziato insieme a sua moglie Francesca, prima Akela del gruppo!C’era anche l’assessore alle politiche giovanili, sport e cultura:Antonello De Stefano,che durante il suo discorso, si è persino emozionato!! Che cuore d’oro!!Ad attenderci, a cerimonia conclusa, c’era un rinfresco in Municipio, dove Livio si èdilettato nella lettura delle veglie dei suoi esploratori, non senza grande emozione.E dopo aver preso tanta pioggia abbiamo dato mostra alla nostra socievolezza!!

Il nuovo cartello delle Toponomastica di Arona

Un momento della cerimonia di intitolazione delparco giochi a B.-P.

Il gonfalone della città e gli alfieridell’Arona 1

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A CURA DELLA REDAZIONE DI AVVENTURAFOTO DELL’ARCHIVIO BASE MARINEO

NNiiccoollaa SSCCAARRNNEERRAA – Hello! Sono unEsploratore di 13 anni, simpatico,allegro, ottimista e iperattivo. Sononella Sq. Lupi del Reparto Corato 1°e cerco corrispondenza con tutti gliE/G che volessero contattarmi. Sono pronto a scambiare idee, giochi,bans, la struttura del vostro Re-parto e tante, tante altre notizie…Aspetto tante lettere!!! Rispostaassicurata!!! Scrivetemi in: viaMonte Santo 24 – 70033 Corato BAo all’indirizzo e-mail [email protected] o all’indirizzo [email protected]

FFrraanncceessccaa FFLLAAMMMMIINNIIII - A.A.A.Cercasi Guide ed Esploratori percorrispondenza… uan vivace, stra-vagante, ottimista, estroversa edabbastanza intelligente Guida tre-dicenne del Reparto Antares –Giulianova 1, ha bisogno di esserecontattataper conquistare la spe-cialità di corrispondente, ma anchee soprattutto, per condividere espe-rienze ed idee… e tu?La mia casset-ta della posta vi aspetta!!! Rispostaassicuratissima al 1000%. Scrive-temi in via Marconi 28 – 64022Giulianova Lido TE oppure all’indi-rizzo e-mail [email protected] PRESTOOOOOOOOOOO!!!!!!!!

C’è posta per voiC’è posta per voi

Cinthia della Sq. SCOIATTOLI delMaerne 1 (VENEZIA). Ci piacerebbeavere una corrispondenza con altreSquadriglie maschili o femminili ditutta italia... Vorremmo conoscerevoi, altre Guide ed Esploratori perprendere la Specialità di Sq, il vostromodo di vivere lo scautismo, e, per-chè no, instaurare un’amicizia viapenna. Siamo sicure che ci scriveretein tanti soprattutto perchè siamouna Sq. veramente fantasti-c a ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! !Scriveteci a: [email protected] a Battaggia Anna via Olmo 43/b30030 Maerne di Martellago (VE)risposta assicurata al1000000000000000%

SSaarraa NNUUTTII – Ciao a tutti, mi chiamoSara e sono la Capo sq delle Super-Tigri del Capezzano 1.Ho 16 anni e questo è il mio ultimoanno nel Reparto QUEEN. MI DO-VETE AIUTARE....;-) ...cerco fazzo-lettoni da tutt’Italia. Vi prego scri-vetemi in tanti, assicuro risposta. Ilmio indirizzo di msn è: [email protected], quello di casa:Sara Nuti - via Trieste 17 Viareggio55049 (Lucca). Se mi contattate con msn specifica-te che siete Scout se no cancello lavostra e-mail e non vi accetto comecontatti ( perchè non so chi siete,capito? mi raccomando ricordate-velo ).....Ciao a tutti e un bacio * megagalat-tico...saretta...’

MMaarriiaa ZZIIGGRRIINNOO -Ciao a tutti scouti-ni!!!! Sono un“corvo ribelle” dellaSq.Cobra del Taran-to19 e ho assoluta-mente bisogno delvostro aiuto! Sonoin cerca di ragazzi/econ cui scambiarequattro chiacchiereper prendere la spe-cialità di “corrispon-dente”....ho 16annisono all’ultimo anno di rep. e vorreiprendere il brevetto di animazioneinternazionale e voi sicuramente misareste di aiuto! Alcune informazio-ni su di me:gioco a pallavolo, mipiace disegnare e studiare linguestraniere.il mio indirizzo è: Via Lago Di Vico 3-74100 Taranto TA oppure potrestemandae un e-mail a: [email protected] Aspettoansiosa le vostre risposte: vi ricam-bierò con la mia amicizia!

AAnnnnaa SSAAPPIINNOO ee EElleennaa GGAALLLLOO -S.O.S. AIUTO URGENTE CERCA-SI!!! Ciao a tutti!!! Siamo due Gui-de del Reparto “KaraKorum”, Leu-mann 1° (vicino a Torino) ed en-

trambe facciamo parte dellamitica Sq. Tigri! È un po’ (unbel po’) di tempo che abbia-mo preso gli impegni per laspecialità di corrispondente.Fare amicizia e condividereesperienze, tradizioni, opi-nioni... scrivendosi è bellissi-mo!! Cosa aspetti?? Prestoprendi carta e penna oppureaccendi il PC e scrivici!!!La risposta è assicurata al1000%!!! I nostri indirizzisono: Anna Sapino: [email protected] Elena Gal-lo: Via Sacra di San Michele93 - 10093 Collegno TOA presto!!!! Buon Sentiero

AAnnnnaa BBAATTTTAAGGGGIIAA - ciao!!!!siamo Anna, Matilde, Gio-vanna, Sara, Silvia, Elena e

Ci stiamo avviando verso la fine della scuola, i Campi Estivi e, per i più fortunati, ilJamboree… ma dove troverete il tempo per mantenere i contatti con gli amici di penna?!Lo so, lo troverete in ogni caso perché sapete rispettare gli impegni ed avete molto rispet-to per chi vi scrive! Quindi sotto con le pennee raccontatevi un mucchio di cose nuove!

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CRUCI-S

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ORIZONTALI

1 - Non io ma…3 - Al di sopra di tutto6 - Vince l’egoismo11 - È un pregio per tutti gli scout12 - Non su …13 - Tu in Veneto14 - La pazienza ci aiuta ad …16 - In mezzo … ai leoni17 - No qui18 - Anche l’Agesci ne ha uno19 - Consiglio Degli Anziani20 - Nelle auto degli scout di Mantova 21 - …ed in quelle di Siena22 - Cigno senza pari24 - La branca nel mezzo26 - Un miao senza inizio né fine27 - Nasce e cresce nel sottobosco30 - Al centro del mare33 - Avanti l’E/G34 - La “fortuna” senza inizio né fine35 - Buona Uscita

36 - Baden-Powell38 - Sono fratelli di tutti i genitori scout39 - I capi si riuniscono per organizzare40 - L’Arca senza prua ne poppa42 - Lo è uno scout43 - Un po’ di Rupe44 - Chi siamo noi46 - Asta senza pari48 - Figli della Lupa50 - Lo scout …il più debole51 - La Persia … senza fine53 - Santa Messa55 - … la mano a tuo fratello56 - Gli scout …e rispettano la natura58 - La tenda che non è di ghiaccio60 - Provan con dei rischi62 - Sono di fumo, di luce o bandierine63 - La esse degli R/S66 - L’inizio capi67 - La erre di R/S68 - Il nostro gruppo scout (Agrigento…)69 - Prima osservano, … e agiscono

VERTICALI

1 - “Condor Disponibile”2 - L’…fa la forza3 - Iniziali Santo vicino a S.Giovanni Bosco4 - La nostra amata Patria5 - Si trova nel deserto6 - La nostra associazione7 - Scontri di opinioni a voce alta8 - Qualsiasi cosa9 - Squadriglia10 - Lo scout non li conosce15 - Palo senza dispari23 - Route…pronuncia25 - Felici e spensierati28 - “Esploratrici”29 - Poi deducono e agiscono31 - Gli scout amano e … la natura32 - Nome di Squadriglia35 - Buona Azione37 - A.E.41 - Se ne ricavano pali e caldarroste42 - Lupetto anziano

45 - R/S riuniti in …46 - Quelli che non hanno paura47 - Giochi di …49 - Circondate dal mare52 - Bravo senza estremi54 - Amica degli animali del circo56 - Lo sono le cime più ambite57 - Tosao senza inizio58 - Pigro senza P59 - Pulisci61 - Tosse alla fine64 - In mezzo al nome che sta con

Giovanni e Giacomo65 - Poco …educati66 - Consiglio Capi

SCOUT - Anno XXXIII - n. 12 - 31 maggio 2007 - Settimanale - Poste italiane s.p.a. - Spedizione periodico in abbonamento postale L. 46/04 art. 1 comma 2, DCB BOLOGNA - euro0,51 - Edito dall’Agesci - Direzione e pubblicità Piazza Pasquale Paoli 18 - 00186 Roma - Direttore responsabile: Sergio Gatti - registrato il 27 febbraio 1975 con il numero 15811 pres-so il Tribunale di Roma - Stampa: Omnimedia,Via Lucrezia Romana, 58 - Ciampino (Roma) - tiratura di questo numero copie 60.000 - Finito di stampare nel maggio 2007

La rivista è stampata su carta riciclataAssociatoall'Unione StampaPeriodica Italiana

SOLUZIONE

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