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UFFICIO COMUNICAZIONE/URP Direttore Dr Sandro Cortese Rassegna Stampa 26 Luglio 2012 A cura dell’Ufficio Comunicazione/URP

Azienda Sanitaria Provinciale di Vibo Valentia - UFFICIO … · 2012-08-02 · famiglia di una bimba morta di peri tonite, anche se era all'estero in fe rie quando è stato commesso

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UFFICIO COMUNICAZIONE/URP Direttore Dr Sandro Cortese

Rassegna Stampa

26 Luglio 2012

A cura dell’Ufficio Comunicazione/URP

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SANITÀ

Progetti Asp, Bevilacqua chiede lumi

L'ingresso dell'azienda sanitaria

NELL'APPREZZARE la tempestività con cui la commissione straordinaria dell'A­zienda sanitaria locale ha avviato alcuni progetti, per altro finanziati dalla Comuni­tà europea per un importo di circa 682mila euro, relativi al piano regionale di preven­zione 2010/2012, il senatore Franco Bevi­lacqua chiede alla stessa commissione qua­li siano le modalità adottate per l'individua­zione dei referenti che cureranno i progetti

stessi, anche in considerazione del fatto che finora le scelte sembrano essere ricadute quasi sempre sulle medesime persone.

Infatti, l'individuazione di alcuni diri­genti, quali responsabili di più progetti,po-trebbe apparire «come una palese discrimi­nazione nei confronti di altri dipendenti fa­centi parte dello stesso dipartimento di pre-venzioneeaventi ugualmente titolo(ameno che non ci sia stata rinuncia da par te di que­sti ultimi)». Nel contempo, il parlamentare vibonese, trattandosi di misure di preven­zione legate a par ticolar i aspetti della salute dei cittadini tra cui la prevenzione degli in­fortuni sul lavoro, sulle malattie infettive e su quelle determinate da alimenti compre­sa l'acqua, chiede «quali siano gli obiettivi che l'azienda intende raggiungere attra­verso l'attuazione dei progetti medesimi in modo da garantirne efficacia e risultati ».

Due aspetti importanti che, per Bevilac­qua, la terna commissariale, «preposta a garantire equità, legalità e trasparenza, non avrà certamente ignorato. Forse, la strada da intraprendere per dare un segna­le di discontinuità rispetto a scelte clientela-ri che hanno caratterizzato negli anni la ge­stione della sanità vibonese, potrebbe esse­re quelladell'avvisopubblico, in modo da le­gare - chiude il senatore del Pdl - la parteci­pazione, ai titoli, alle competenze e alla me­ritocrazia».

ISTITUZIONALE ASP VIBO Pag. 3

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PUGUESi-CIACCi© Scopeìliti ha avviato il procedimento di iegge assegnando aila manager 10 giorni per controdedurre

Le si contesta un'assunzione fatta dopo la nomina a dg in violazione del blocco del turnover

direttore generale dell'azienda Pugliese-Ciaccio, Elga Rizzo, e il presidente della Regione Giuseppe Scopeìliti

«In caso di violazione di leggi o del principio di buon anda­mento e di imparzialità della amministrazione, la Regione risolve il contratto dichiarando la decadenza del direttore ge­nerale e provvede alla sua so­stituzione». È in base a questa norma, tratta dal decreto legi­slativo n. 502 del 1992, che l'aw. Elga Rizzo, direttore ge­nerale del "Pugliese-Ciaccio", rischia la decadenza dal presti­gioso incarico che l'ha posta al vertice della più importante azienda ospedaliera della Cala­bria. La norma sulla decadenza del dg è riportata nel decreto n. 148 del 20 luglio emanato dal presidente della giunta regio-naie Giuseppe Scopeìliti nella qualità di Commissario ad acta per l'attuazione del piano di rientro dai disavanzi del setto­re sanitario in Calabria. Il de­creto ha per oggetto l'avvio di un orocedimento nei confronti

della dg Elga Rizzo per viola­zione dell'art. 1, comma 174, della legge 311/2004 che pre­vede il blocco automatico del turnover nelle aziende sanita­rie e ospedaliere con problemi di disavanzo non coperto. In tali aziende non si possono più fare assunzioni. Viceversa la manager, stando a quanto si legge nel decreto del presiden­te Scopeìliti, ha proceduto «nell'anno 2011 all'assunzione di 13 unità di personale a tem­po indeterminato, in violazio­ne del blocco automatico del turn-over». Di conseguenza già lo scorso gennaio è stato comu­nicato alla Rizzo, «l'avvio del procedimento amministrativo per aver agito in difformità alle prescrizioni di legge e del Pia­no di rientro». La manager ha presentato allora le proprie controdeduzioni al diparti­mento Tutela della salute e for­

nito i chiarimenti richiesti. A seguito dell'istruttoria avviata, l'Ufficio del commissario ha ri­levato che la gran parte delle 13 assunzioni sono state ese­guite dalla Rizzo nella qualità non di direttore generale ma di commissario straordinario prò tempore dell'Azienda ospeda­liera. Pertanto non possono es­sere oggi contestate all'attuale direttore generale (che è la stessa Rizzo) né tantomeno può ritenersi a lei applicabile la sanzione prevista (la decaden­za) essendo il commissario già cessato dall'incarico. Resta sub iudice una sola assunzione, quella di un infermiere poiché «eseguita dall'aw. Elga Rizzo nella qualità di direttore gene­rale dell'Ao Pugliese-Ciaccio» in violazione della norma sul blocco del turnover. E poiché per il mancato rispetto del blocco del turnover è prevista «la decadenza automatica del

SANITÀ CALABRIA Pag. 4

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dg e la denuncia per danno era­riale», e poiché, inoltre, «l'inca­rico di direttore generale può essere revocato prima della scadenza contrattuale ove la Giunta regionale in contraddit­torio con l'interessato, accerti gravi violazioni», il commissa­rio ad acta Scopeìliti ha preci­sato in primo luogo «che i con­tratti stipulati in violazione del blocco automatico del turno­ver e del divieto di effettuare spese non obbligatorie sono nulli». In secondo luogo, ha de­cretato di avviare in contrad­dittorio con l'aw. Elga Rizzo il procedimento di legge finaliz­zato alla decadenza assegnan­do alla stessa manager il termi­ne perentorio di 10 giorni dal ricevimento del decreto per presentare le proprie controde­duzioni in relazione all'immis­sione in servizio dell'infermie­re in questione. Avverso il de­creto del commissario - che com'è noto si muove tra le ma­glie strette del Piano di Rientro e dei controlli del Tavolo Mas­

sicci - è ammesso ricorso al Tar entro 60 giorni dalla notifica­zione e/o pubblicazione. La manager al momento sta met-tendo a punto le controdedu-zioni dove avrà modo di conte­stare e confutare i rilievi che le sono stati mossi.

Un analogo procedimento per violazione del blocco del turnover è stato avviato nei confronti di altri sette direttori generali ma tutti sono stati per così dire "assolti" perché ave­vano eseguito le assunzioni, come del resto la stessa Rizzo nella gran parte dei casi, nella viste di commissario e non in quella, conferita loro più di re­cente, di direttore generale.

Dopo aver svolto l'incarico di commissario straordinario del Pugliese-Ciaccio, l'aw. Riz­zo è stata nominata direttore generale della stessa Azienda ospedaliera dal commissario ad acta Scopeìliti un anno fa, l'8 luglio 2011. Proprio nei giorni scorsi ha presentato alla

stampa, in presenza dello stes­so Governatore Scopeìliti, i nuovi reparti del Pugliese dove sarà allocato il centro delle chi­rurgie pediatriche attivato in regime di convenzione con l'ospedale Bambino Gesù di Roma. «In due anni abbiamo inaugurato cinque reparti», ha in quell'occasione ricordato la giovane manager, fiera del «fa­ticoso lavoro svolto». Un lavo­ro che ora rischia di essere in­terrotto per via di quell'unica assunzione eseguita nella veste di direttore generale di un'Azienda che il turnover dei manager nella sua storia acci­dentata lo ha conosciuto al punto da farci l'abitudine. Non a caso si parla, tra gli scara­mantici, di una famigerata "maledizione" del Puglie­se. ** (b.c.)

L'aw. Elga Rizzo potrà controbattere alle contestazioni e anche proporre ricorso al Tar

SANITÀ CALABRIA Pag. 5

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Emendamento alla spending review di Pd e Pdl

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Federfarma ha conferma­to la serrata delle farma­cie nonostan­te itagli siano stati rivisti

ROMA —- Dietrofront della spending review sugli aggravi per farmacie e aziende farma­ceutiche. I relatori alla Commissione Bilancio delSenato hanno depositato un emendamen­to che elimina l'aumento dello sconto dovuto dalle farmacie a favore del servizio sanitario e l'incremento della quota chele aziende versa­no alle Regioni. Due provvedimenti che la ca­tegoria ritiene insostenibiliper il taglio agli in­cassi provocato e la conseguente diminuzio­ne di servizi da offrire al cittadino (i turni not­turni per esempio). Da lì la serrata che le far­macie hanno messo i calendario per oggi. L'e­mendamento presentato dalla maggioranza annulla di fatto la norma che incrementa da 1,82 a 3,65 punti percentuali l'ulteriore quota che il Ssn trattiene a titolo di sconto. Salta an­che l'aumento da 1,83 a 6,5 punti sulle somme che le aziende farmaceutiche devono corri­spondere alle Regioni, in rapporto al prezzo di vendita al pubblico dei medicinali erogati in regime di Servizio sanitario nazionale.

LEGISLAZ.&POLITICA SANITARIA Pag. 6

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Boom di richieste danni tra i pazienti

Troppi errori in ospedale Medici a rischio costretti ad assicurarsi

Cerbi, Meloni, Moscatelli ALLE PAGINE 12 E 13

Troppi errori in corsia oom di assicurazioni

per 1 camici bianchi Il rapporto Ania: nel 2010 spesi 500 milioni di euro

LUCA ROSSI TORINO

Chirurghi estetici, ginecologi e orto­pedici in testa. Ma anche neuro e cardiochirurghi. Aumentano i me­dici che decidono di assicurarsi con­tro il rischio di essere denunciati per possibili errori commessi in sala operatoria. Lo rivela il rapporto Ania (FAssociazione nazionale im­prese assicuratrici) 2012. Per stare più tranquilli, certo. E per evitare, magari, di incappare nella disavven­tura capitata ad una loro collega, una pediatra, costretta a risarcire la famiglia di una bimba morta di peri­tonite, anche se era all'estero in fe­rie quando è stato commesso l'erro­re. Eppure, il 19 gennaio 2011, i giudi­ci del tribunale di Firenze hanno im­posto alla dottoressa in vacanza il risarcimento di tre milioni di euro ai familiari assieme, ovviamente, alla sua sostituta e ad un medico di guardia. Questi ultimi condannati, invece, rispettivamente ad un anno e ad otto mesi.

Sta di fatto che, secondo le stime dell'Ama, le polizze per la copertura

del rischio di essere denunciati per eventuali casi di malasanità sono costate 485 milioni di euro nel 2009. E nel 2010 hanno sfiorato i 500, se si considera - soprattutto - la lievita­zione del 5,3% dei soldi versati dai professionisti, a fronte di un più ri­dotto aumento dell'1,5% delle cifre sborsate dalle strutture mediche.

I numeri snocciolati da Roberto Manzato, direttore «vita e danni non auto» di Ania, mettono meglio a fuoco la tendenza: «Un chirurgo estetico può spendere fino a 15 mila euro l'anno, mentre i medici generi­ci arrivano a sborsare fra i 300 e i 400 euro. I professionisti dipenden­ti possono pagare tra i 1000 e i 1500 euro all'anno. I prezzi più alti si han­no per le specialità più rischiose, che vanno dalla stessa chirurgia estetica alla ginecologia, fino all'or­topedia, e per i liberi professioni­sti».

Manzato spiega poi i motivi del boom di assicurazioni contro gli epi­sodi di malasanità: «C'è molta liti­giosità da parte dei pazienti, ma è anche cambiata la giurisprudenza. Se una volta c'erano delle complica­

zioni, il medico non era civilmente responsabile dell'errore commesso. Ormai i giudici hanno deciso di in­tervenire anche su questo ambito». E non solo. Secondo Manzato, va considerato anche un altro aspetto: «Se il dottore dipendente sbaglia, ri-

LE CIFRE

Un chirurgo estetico spende fino a 15 mila euro all'anno Un generico 300-400 euro

LA SPIEGAZIONE

In quindici anni le denunce sono più che triplicate

I professionisti hanno paura sponde in prima battuta il luogo di cu­ra. Ma la struttura ha il diritto di ri­valsa sullo specialista che ha causato un danno nel paziente solo in caso di colpa grave o dolo. Ecco perché, come succede anche negli altri ambiti, i dot­tori decidono di rivolgersi alle assicu­razioni. Chiunque può causare dei danni ai propri clienti e, in questo ca­so, ai pazienti. Fun­ziona così: se il me-

GIURISPRUDENZA Pag. 7

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dico è civilmente re­sponsabile, la com­pagnia lo aiuta».

E i dati parlano chiaro: c'è stata una crescita di que­ste polizze tra il 2000 e il 2010 del 7,8 per cento all'an­no. Ancora: dei 500 milioni raccolti nel 2010, il 58 per cento riguarda le poliz­ze stipulate dalle strutture sanitarie e il 42 per cento quelle siglate dai professionisti che hanno visto cre­scere in modo pesante i costi assicu­rativi. Impennato anche il costo me­

dio per gli errori in campo medico, che ha toccato quota 27.689 euro nel 2010: due mila euro in più rispetto ai 25.083 dell'anno precedente.

Secondo le stime dell'Ama, poi, in 15 anni le denunce sono più che tri­plicate e mediamente sono aumen­tate ogni anno dell'8,2%. Dai 9.567 casi di danni denunciati nel 1994, ecco un balzo fino ai 33.682 sinistri del 2010, con un picco di 34.035 sini­stri nel 2009.

Eppure, negli ospedali italiani si sbaglia più o meno come in quelli fran­cesi, spagnoli, olan­

desi e canadesi: solo cinque casi su cen­to. Meno della me­dia dei dati interna­zionali (9%). E oltre il 56% degli episodi nel mirino riguarda errori clinici evita­

bili. È quanto emerge da uno studio italiano pubblicato sulla rivista «Epi-demiologia&Prevenzione» su oltre 7500 cartelle cliniche di pazienti rico­verati nel 2008 in cinque grandi ospe­dali italiani. Però, per non vedersela brutta come la pediatra fiorentina, i medici, con i chirurghi estetici in te­sta, si rivolgono alle assicurazioni.

I numeri del fenomeno

i sinistri nel 2010

Secondo le stime dell'Ania negli ultimi quindici anni le denunce sono

più che triplicate e mediamente sono aumentate ogni anno dell'8,2%

Dai 9.567 casi di danni denunciati nel 1994 c'è stato un balzo fino ai

33.682 episodi del 2010, con un picco di 34.035 sinistri nel 2009

euro di rimborso medio nel 2010

Il costo medio per gli errori in campo medico è in crescita: duemila euro

in più rispetto ai 25.083 euro dell'anno precedente. Se il medico

dipendente sbaglia, risponde in prima battuta la struttura medica. In caso di colpa grave o dolo, però, il luogo

di cura ha il diritto di rivalsa sul medico

Le specialità più rischiose

Ginecologia e ostetrìcia Per difendersi dalle denunce dei pazienti contro la «malpractice» i ginecologi spendono fino a 10 mila euro all'anno di polizza

C T F S Chirurgia estetica Gli specialisti del ritocchino, sempre più richiesti, arrivano a spendere fino a 15 mila euro all'anno. La maggior parte delle cause li riguarda

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Chirurgia cardiaca I professori alle prese con le disfunzioni del cuore rientra­no tra quelli che si rivolgono alle compagnie assicurative: alto il rischio di errore

Ortopedia e traumatologia Un'altra specialità interessata dal boom di assicurazioni: sempre più spesso i medici si rivolgono alle assicurazioni per evitare denunce

GIURISPRUDENZA Pag. 8

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È stato presentato ieri, a Lamezia Tenne, nella sala I dirigenti "Ferrante" dell'ospedale "Giovanni Paolo II" l'Atto dell'area aziendale dell'Asp di Catanzaro approvato da tavolo

amministrativa Massicci. L'Atto aziendale intende rimodulare l'orga-e di quella nizzazione dell'azienda sanitaria provinciale, rappre-

sanitaria sentando lo strumento nonnativo che unifica, di fat­ai tavolo to, le strutture sanitarie aziendali della provincia. L'or-

dei relatori ganigramma che si intende realizzare - ha detto il di­rettore generale dell'Asp, Gerardo Mancuso - è sem­plice e prevede due linee di gestione, la linea territoriale e quella ospedalie­ra. In partìcolar modo, l'area territo­riale verrà suddivisa in tre distretti, Lamezia, Catanzaro e Soverato.

Prima i distretti erano cinque, con il distretto del Reventino e Chiaraval-le. Chiaravalle oggi è struttura ospeda­liera territoriale e l'ospedale di Sove-ria è stato inserito nel distretto di Lamezia. Sarà anche prevista un'identificazione delle varie strutture ospe­daliere. Lamezia Tenne, ad esempio, sarà un ospeda­le spoke di riferimento poiché comprenderà delle strutture di riferimento regione. Tra queste è prevista a breve l'apertura di un centro di fibrosi cistica. Se­condo i dati riportati da Mancuso l'Asp di Catanzaro aveva accumulato un debito di 69 milioni di euro, sce­so nel 2011 a 8,9 milioni. Il bilancio, ha detto Mancu-

II territorio era suddiviso

in cinque distretti Ora ne restano

tre

so, al 2012, per la prima volta, è stato portato in atti­vo. Per quanto riguarda le strutture aziendali, l'Atto prevede il taglio sia di strutture semplici che comples­se. Infatti in tutto sono 240 le strutture semplici e 130 quelle complesse che verranno soppresse, per rientra­re negli standard ministeriali, sia per quanto riguarda le strutture ospedaliere che quelle non ospedaliere. Il riordino riguarda anche i posti letto dovranno rispet­tare le direttive ministeriali.

Lamezia passerà da 242 a 232 po­sti letto con un taglio di dieci unità. Soveria Mannelli resterà con 28 posti letto e Soverato passerà da 79 a 80. Al­tro argomento importante sarà la re-distribuzione del personale. L'Asp di Catanzaro ha 3500 dipendenti tra personale medico e infermieristico. Mancano gli Oss, come ha ammesso

lo stesso direttore generale, che spera vengano al più presto integrati. Allo stato attuale esistono reparti sguarniti, soprattutto quelli front office, e unità sovra­dimensionate. Non si tratterebbe di integrare il perso­nale, in particolare quello infermieristico, ma di redi­stribuirlo. Mancuso assicura che da qui a due mesi questo lavoro sarà fatto secondo una pianta organica già disegnata.

Alessia Trezzolillo

SANITÀ CALABRIA Pag. 3

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il resoconto

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E il dg Mancuso JL J L

Un'Asp in attivo che è riuscita a passare da un debi­to annuo di circa 69 milioni di euro, a uno di otto mi­lioni nel 2011, fino a riuscire a chiudere i primi sei me­si del 2012 con un guadagno di óoomila euro. È que­sto il dato che fa scattare il primo applauso durante la conferenza stampa del direttore generale dell'Asp di Catanzaro Gerardo Mancuso che ha tenuto, di fronte a tutto il personale medico e sanitario, ad illustrare il rendiconto sul Tavolo Massicci portato a Roma. La spending review, ha rimarcato il dg, prevede però quat­tro milioni di euro in meno, dato che fa intuire come, purtroppo, il bilancio in attivo possa già considerarsi impegnato. Il piano di rientro, ha tenuto a precisare Mancuso, pone comunque al centro delle strategia l'aspetto finanziario, a causa di oltre un miliardo di de­biti a livello regionale. Un debito che però è stato già contratto del 65 per cento e che permane soprattutto a causa di un'unica Asp. Ma tante sono le novità sul ta­

volo. Come ad esem-ìUQ'i* | pio il completamento

della ristrutturazione dell'ospedale. È stata, infatti, approvata la delibera per il proget­to esecutivo e l'avvio della gare di appalto, grazie a fondi por per 2 milioni e Scornila euro.

Inoltre, entro il 31 dicembre 2013, tutto verrà informatizzato

e abolita completamente la carta. Tagliata drastica­mente anche la spesa per il farmaco, ridotta a livello re­gionale di 30 milioni di euro e nell'Asp di due milioni. Aumentano i posti di lunga degenza. In tutto saranno settanta. Di questi quaranta saranno realizzati a La­mezia, con il centro protesi Inali, venti a Soveria e die­ci a Soverato. Due i centri di continuità assistenziale che verranno realizzati, uno sul Reventino e uno a Sovera­to. Pugno di ferro poi per i dipendenti che adottano comportamenti non idonei. Verranno attuati control­li ed eventualmente sporta denuncia alla magistratu­ra o effettuati licenziamenti. Come i due avvenuti, ha confidato Mancuso, nelle ultime settimane. Una pre­cisazione d'obbligo il direttore generale l'ha fatta rela­tivamente alla vicenda dei dipendenti Adi (assistenza domiciliare integrata) non pagati. Per coloro che non hanno ancora ricevuto il salario sarebbero in corso di accertamento comportamenti che potrebbero prepor­si come frode all'Asp. Come nel caso di un anonimo di­pendente che gestendo male e a proprio tornaconto le terapiedomiciliarivanterebbequattro mila chilometri al mese di trasferta nel territorio lametiiio.

Tiziana Bagna to

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l èra di Lamezia ^ »

Due mesi per ridisegnare la sanità

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SANITÀ CALABRIA Pag. 4

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Il direttore generale dell'Asp Gerardo Mancuso ha presentato l'atto aziendale che ridisegna la rete ospedaliera e sanitaria dell'intera provincia

Drastica riduzione delle strutture semplici e complesse: da 312 passano a 127.1 dipendenti sono 3.509

Giuseppe Pugliese, Mario Catalano, Nicola Voci e Gerardo Mancuso

Giuseppe Ferri

Considerevole inversione di ten­denza nella gestione dell'Azienda sanitaria provinciale di Catanza­ro. Dopo anni di sprechi e deficit che hanno di fatto compromesso una seria e tempestiva program­mazione del settore, nel primo se­mestre del 2012 si registra un at­tivo nel bilancio pari a 600 mila euro. Un risultato rimarcato dal direttore generale dell'Asp Ge­rardo Mancuso nel corso di una conferenza stampa, svoltasi ieri nella sala convegni del presidio ospedaliero lametino per traccia­re un consuntivo sui 24 mesi di gestione e illustrare l'atto azien­dale. «Il Piano di rientro pone al centro dell'azione gestionale del­le Asp l'aspetto finanziario per­ché siamo chiamati a dover fron­teggiare una situazione molto difficile».

In particolare, ha spiegato Mancuso, «ammonta a 1 miliardo e 70 milioni di euro il debito ere­ditato dalla Regione. Per questo il primo obiettivo che ci è stato dato è di ripianare i debiti oltre a quel­lo di migliorare i servizi. Prima in Calabria un debito annuo di 254 milioni di euro: questo nel corso di 24 mesi è sceso a 120 milioni. Un'attività presentata al Tavolo Massicci e che ci è valsa una certa

considerazione da parte dei no­stri autorevoli interlocutori».

In merito al dato relativo all'Asp di Catanzaro, Mancuso ha evidenziato i progressi compiuti sotto la sua gestione: «Abbiamo ereditato un debito consolidato annuo di 69 milioni di euro. Sia­mo passati nel 2011 a 8 milioni e 900 mila euro. Un salto notevole in poco più di 16 mesi. Oggi pre­sentiamo un dato del tutto nuo­vo: il saldo dei primi 6 mesi di at­tività nel 2012. Per la prima volta un'Azienda sanitaria fa registrate un attivo di bilancio. Nel nostro caso di 600 mila euro. Questo vuol dire che le azioni che abbia­mo messo in campo sono molto importanti e ci consentiranno di poter avere delle premialità, che non significa più soldi in quanto dalla spending review la nostra regione perderà altri 4 milioni di euro, ma il riconoscimento di de­roghe legate ad argomenti pretta­mente gestionali». Mancuso ha quindi ribadito che «stiamo ta­gliando gli sprechi, incidendo su­gli aspetti economico-finanziari e realizzando una serie di obiettivi di particolare rilevanza: abbiamo realizzato un progetto intera­mente finanziato dalla Comunità europea, attraverso fondi Por per 2 milioni e 800 mila euro, che ser-

on Mancuso

viranno per completare la ristrut­turazione dell'ospedale, che po­trà contare su 8 centri di riferi­mento regionale. Siamo interve­nuti in maniera radicale nell'area del farmaco: la spesa supera la media nazionale, ma in 18 mesi in Calabria si è riusciti a risparmiare ben 30 milioni di euro. La nostra Asp ha contribuito realizzando 2 milioni di euro di risparmi».

Contestualmente all'opera di risanamento finanziario prose­gue il processo di informatizza­zione dell'Azienda, «di cui siamo molto fieri». Infatti, ha spiegato Mancuso, «tutte le delibere aziendali saranno visibili online. Così facendo si garantisce la tra­sparenza e si produrranno degli effetti concreti perché attraverso questi strumenti realizzeremo una riduzione dei tempi d'atte­sa». Continuerà l'impegno per la deospedalizzazione del paziente attraverso il potenziamento del progetto di assistenza domicilia­re, «un servizio che dal mese di settembre sarà garantito anche con l'ausilio di strumenti infor­matici». Positive le valutazioni del dg in merito all'atto azienda­le, «realizzato attraverso delle in­dicazioni che vengono fornite sia dal Ministero che dal Piano di rientro».

SANITÀ CALABRIA Pag. 5

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Tra gli interventi previsti da ri­marcare la drastica riduzione del­le strutture complesse e semplici che passano rispettivamente da 120 e 192 a 55 e 72, un'organizza­zione strategica più snella e la ri­modulazione dei posti letto: La­mezia passa da 242 a 232; Sove-ria Mannelli rimane con 28 posti letto, Soverato da 79 passa a 80. L'ospedale di Chiaravalle è stato riconvertito in ospedale distret­

tuale (Capt), mentre Soveria e Soverato diventano ospedali di riferimento per la lungodegenza.

«Abbiamo realizzato - ha detto Mancuso - una sostanziale cura dimagrante all'azienda». Infine, un accenno alla pianta organica. L'Asp può contare su 3509 addet­ti attualmente in servizio, tra cui 726 medici e 1210 infermieri. «Non ci sono carenze ma», ha la­

mentato Mancuso, «una cattiva distribuzione del personale». $

L'Asp ha ottenuto un finanziamento dell'Ue di quasi 3 milioni di euro per ristrutturare esternamente l'ospedale

SANITÀ CALABRIA Pag. 6

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Sanità. Resta il no netto dei governatori

Si allenta la stretta sulla farmaceutica

Farmaci, beni e servizi, ospedali. La commissione Bi­lancio del Senato affonda un po' meno il bisturi nella spesa sanitaria. Ma lascia intatti i sal­di: 4,7 miliardi di tagli fino al 2014. Risultato di una laborio­sa trattativa durata tutta la giornata fin dall'incontro tra Monti e Bersani (si veda altro servizio a pagina 7) e andata avanti fino a notte fonda sotto l'assedio delle lobby e delle Re­gioni. Proprio i governatori ie­ri sono però tornati all'attac­co: sanità ingestibile e «Patto per la salute» impraticabile, hanno denunciato. E oggi le farmacie private praticano la serrata per tutta la giornata.

Gli interventi sui farmaci al­la spending review riguarda­

no in particolare gli sconti più leggeri richiesti a farmacisti e industrie. Quelli suibeni e ser­vizi soprattutto i tagli ai con­tratti in essere. Mentre sulla ri­duzione dei posti letto negli ospedali si è ragionato fino all'ultimo sulla necessità di evitare automatismi, pur con­servando il principio della die­ta dimagrante imposta anche per primariati e strutture dop­pione o poco produttive.

Intanto le Regioni hanno bocciato il decreto spending che rischia di «compromette­re la sostenibilità e la gestio­ne» del sistema sanitario e di ridurre i servizi ai cittadini. La proposta è di attivare un tavo­lo col Governo con l'apporto dell'Agenas (Agenzia per i ser­

vizi sanitari) per verificare prezzi di riferimento di beni e servizi e tariffe. Il "metodo Bondi", che solo perbeni e ser­vizi non sanitari stima rispar­mi potenziali per 3,23 miliardi, è insomma seccamente respin­to. «Con le Regioni il confron­to è aperto», ha cercato di smussare la frattura il mini­stro della Salute, Renato Bal-duzzi, secondo cui con la spen­ding review ci sarà «invarian­za di servizi ai cittadini». Esat­tamente l'opposto di quanto sostengono i governatori. «Sa­rà impossibile sottoscrivere il Patto per la salute», ha frenato per i governatori Vasco Errani (Pd, Emilia Romagna). Con un altro messaggio recapitato a Balduzzi: lo stop a qualsiasi ac­

celerazione del maxi decreto sanitario in gestazione. Se ne riparlerà solo a fine agosto.

Intanto oggi le ̂ mila farma­cie private chiudono i batten­ti. Una serrata in piena regola per tutta la giornata, con l'ecce­zione delle farmacie aperte per turno obbligatorio e di quelle comunali. I farmacisti ti­tolari, che lamentano tagli per 7 miliardi in dieci anni e un ca­lo di fatturato del 10% nel pri­mo semestre 2012, stimano 2omila posti di lavoro in me­no. E ieri anche Assosistema ha calcolato il rischio di un ca­lo dell'occupazione del 4% nel settore della sanificazione del tessile per asl e ospedali.

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