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PARTENZA DAL MUSEO DELL’OPERA DELLA METROPOLITANA DEL DUOMO PIAZZA DUOMO, 8 Questo percorso vuole essere esclusivamente incentrato sul tema delle pietanze per il conforto delle neomamme e come venisse loro servito dal Trecento al Cinquecento. Questo singolare argomento è rintracciabile in vari dipinti senesi, in particolare nell’episodio relativo alla Natività della Vergine Maria. Come è noto, le prime immagini relative a questa tematica, sono di origine greca-bizantina ed ebbero larga diffusione nell’arte europea tardo medievale e rinascimentale. Tali dipinti sono interessanti dal punto di vista dell’identificazione dei generi di conforto della puerpuera, ovvero della madre che ha appena partorito. Vi sono puntualmente rappresentate tre giovani ancelle che avvicinandosi a Sant’Anna, recano in mano stoviglie con pietanze, generalmente una coppa con bevanda, una scodella con piccole uova o carne, e talvolta un flabello variopinto, per dare sollievo sia alla puerpuera che alla bambina, tutti elementi interpretabili come simboli di vita e di rinnovamento. L’opulenza riscontrabile negli arredi della stanza di Sant’Anna, verrà puntualmente riproposta anche nell’arte occidentale italiana e la scelta del decoro ambientale rispecchierà il gusto e la moda di ogni epoca. L’arte senese, offre così la possibilità di cogliere la trasformazione delle usanze locali in merito ai cibi di conforto prepatati nel periodo successivo al parto e le relative stoviglie utilizzate per l’occasione. Si coglie un graduale passaggio dai semplici recipienti e scodelle in terracotta, all’uso di cestini in vimini per contenere tutte assieme le pietanze, dai semplici vassoi in legno, ai più raffinati deschi da parto, dipinti o intarsiati nelle botteghe dei più importanti pittori del luogo, in occasione del lieto evento di una nascita, fino ai pratici tavolinetti da letto. Per la prima alimentazione delle partorienti era richiesta una grande cura, e le famiglie vi provvedevano spendendo molti denari nell’acquisto dei prodotti migliori e soprattutto adeguati ad un particolare e prolungato sostentamento, quale era il periodo dell’allattamento. Luoghi del percorso MUSEO DELL’OPERA DELLA METROPOLITANA DEL DUOMO (piazza Duomo, 8) PINACOTECA NAZIONALE DI SIENA (via San Pietro, 29) ORATORIO DI SAN BERNARDINO (piazza San Francesco) Il percorso deve necessariamente partire dal Museo dell’Opera del Duomo, dalla più famosa Natività della Vergine che si conservi a Siena, dipinta da Pietro Lorenzetti entro il 1342, per uno degli altari della Cattedrale dedicati ai santi patroni della città, a celebrazione della grande Maestà di Duccio di Buoninsegna, posta all’epoca sull’altar maggiore. Nel dipinto Sant’Anna è semidistesa sopra una coperta a quadri, simile a quelle prodotte a Siena già all’inizio del Trecento, ovvero la sargia, un tessuto in lana leggera di origine inglese. In primo piano le levatrici detergono la piccola Maria, mentre due ancelle recano un cestino in vimini con i generi di conforto, coperti da un raffinato canavaccio in tela di Pienza e una brocca in ceramica decorata. Per ciò che riguarda le bevande offerte alle madri, molto diffusi erano i decotti zuccherati di malva e di finocchio, in quanto si presumeva alleggerissero il latte materno, qualora riuscisse di difficile digestione al neonato. Altre opere relative a questo argomento si possono vedere presso la Pinacoteca Nazionale, a due passi da piazza Duomo. Singolare risulta un pannello con la Natività di Maria (1385/1390), proveniente dalla vicina Colle di Val d’Elsa, stilisticamente vicino alla mano del Maestro di San Lucchese (o Cennino Cennini?), interessante per l’acuta indagine che l’artista mette nel dipingere l’ambiente domestico. Si può notare l’accurata descrizione di un lavandino munito di scarico e di probabile rubinetto, dove sono appoggiate stoviglie in peltro e rame; su una mensola sovrastante, spicca la natura morta con raffinate maioliche e con i tipici asciugamani locali, in cotone bianco ricamati di refe nero. Piccola per dimensioni, ma importante da un punto di vista documentario, è lo scomparto di predella del Trittico dell’Incoronazione 2 PIETANZE DI ‘CONFORTO’ BANCHETTI, PIETANZE E COMMERCIO NELL’ARTE SENESE

BANCHETTI, PIETANZE E COMMERCIO NELL’ARTE SENESE … · BANCHETTI, PIETANZE E COMMERCIO NELL’ARTE SENESE 2 (1388) del pittore Bartolo di Fredi, uno dei rappresentanti più tipici

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partenza dal Museo dell’opera della Metropolitana del duoMo piazza Duomo, 8

Questo percorso vuole essere esclusivamente incentrato sul tema delle pietanze per il conforto delle neomamme e come venisse loro servito dal Trecento al Cinquecento. Questo singolare argomento è rintracciabile in vari dipinti senesi, in particolare nell’episodio relativo alla Natività della Vergine maria.Come è noto, le prime immagini relative a questa tematica, sono di origine greca-bizantina ed ebbero larga diffusione nell’arte europea tardo medievale e rinascimentale. Tali dipinti sono interessanti dal punto di vista dell’identificazione dei generi di conforto della puerpuera, ovvero della madre che ha appena partorito. Vi sono puntualmente rappresentate tre giovani ancelle che avvicinandosi a Sant’anna, recano in mano stoviglie con pietanze, generalmente una coppa con bevanda, una scodella con piccole uova o carne, e talvolta un flabello variopinto, per dare sollievo sia alla puerpuera che alla bambina, tutti elementi interpretabili come simboli di vita e di rinnovamento. L’opulenza riscontrabile negli arredi della stanza di Sant’anna, verrà puntualmente riproposta anche nell’arte occidentale italiana e la scelta del decoro ambientale rispecchierà il gusto e la moda di ogni epoca.L’arte senese, offre così la possibilità di cogliere la trasformazione delle usanze locali in merito ai cibi di conforto prepatati nel periodo successivo al parto e le relative stoviglie utilizzate per l’occasione. Si coglie un graduale passaggio dai semplici recipienti e scodelle in terracotta, all’uso di cestini in vimini per contenere tutte assieme le pietanze, dai semplici vassoi in legno, ai più raffinati deschi da parto, dipinti o intarsiati nelle botteghe dei più importanti pittori del luogo, in occasione del lieto evento di una nascita, fino ai pratici tavolinetti da letto. per la prima alimentazione delle partorienti era richiesta una grande cura, e le famiglie vi provvedevano spendendo molti denari nell’acquisto dei prodotti migliori e soprattutto adeguati ad un particolare e prolungato sostentamento, quale era il periodo dell’allattamento.

Luoghi del percorsomuSeo DeLL’opera DeLLa meTropoLiTaNa DeL Duomo (piazza Duomo, 8)piNaCoTeCa NazioNaLe Di SieNa (via San pietro, 29)oraTorio Di SaN BerNarDiNo (piazza San Francesco)

il percorso deve necessariamente partire dal Museo dell’opera del duomo, dalla più famosa Natività della Vergine che si conservi a Siena, dipinta da pietro Lorenzetti entro il 1342, per uno degli altari della Cattedrale dedicati ai santi patroni della città, a celebrazione della grande maestà di Duccio di Buoninsegna, posta all’epoca sull’altar maggiore.Nel dipinto Sant’anna è semidistesa sopra una coperta a quadri, simile a quelle prodotte a Siena già all’inizio del Trecento, ovvero la sargia, un tessuto in lana leggera di origine inglese. in primo piano le levatrici detergono la piccola maria, mentre due ancelle recano un cestino in vimini con i generi di conforto, coperti da un raffinato canavaccio in tela di pienza e una brocca in ceramica decorata. per ciò che riguarda le bevande offerte alle madri, molto diffusi erano i decotti zuccherati di malva e di finocchio, in quanto si presumeva alleggerissero il latte materno, qualora riuscisse di difficile digestione al neonato. altre opere relative a questo argomento si possono vedere presso la pinacoteca nazionale, a due passi da piazza Duomo.Singolare risulta un pannello con la Natività di maria (1385/1390), proveniente dalla vicina Colle di Val d’elsa, stilisticamente vicino alla mano del maestro di San Lucchese (o Cennino Cennini?), interessante per l’acuta indagine che l’artista mette nel dipingere l’ambiente domestico. Si può notare l’accurata descrizione di un lavandino munito di scarico e di probabile rubinetto, dove sono appoggiate stoviglie in peltro e rame; su una mensola sovrastante, spicca la natura morta con raffinate maioliche e con i tipici asciugamani locali, in cotone bianco ricamati di refe nero.piccola per dimensioni, ma importante da un punto di vista documentario, è lo scomparto di predella del Trittico dell’incoronazione

2PIETANZE DI ‘CONFORTO’BANCHETTI, PIETANZE E COMMERCIO NELL’ARTE SENESE

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(1388) del pittore Bartolo di Fredi, uno dei rappresentanti più tipici della scuola senese della seconda metà del Trecento. La composizione rispecchia il più conosciuto affresco realizzato dall’artista presso la chiesa di Sant’agostino in San Gimignano, con scene della Vita della Vergine, ispirate ai perduti affreschi dei fratelli Lorenzetti, eseguiti nella facciata dell’antico ospedale Santa maria della Scala. Sullo sfondo un’ancella porta una bevanda nel recipiente in terracotta e della carne per la puerpuera. Questa era esclusivamente bianca, definita da sempre più leggera rispetto a quella di suino o di vitello. Nei dipinti senesi sono spesso riconoscibili pollastrelle, galletti e piccoli volatili e sembra di riconoscere persino dell’agnello e del coniglio. i cibi si cuocevano soprattuto per bollitura e talvolta persino gli arrosti, prima di passare allo spiedo, venivano bolliti.Sempre nella pinacoteca si può ammirare lo splendido trittico del pittore paolo di Giovanni Fei datato 1391/1399. Sant’anna è seduta nell’atto di asciugarsi le mani con tessuto ricamato, tipicamente senese, uguale al canavaccio che copre il cibo nel cestino in vimini, portato da una giovane donna, secondo un’iconografia risalente al modello per la pala altare del Duomo di Siena di pietro Lorenzetti; una seconda donna, regge tra le mani due brocche, presumibilmente con acqua e vino. all’occorrenza si preparava un vino alle erbe di tradizione ippocratica, ritenuto un ricostituente per le puerpuere e per i malati, in quanto, come sosteneva lo studioso medievale aldobrandino da Siena, se bevuto con temperanza, faceva “buon sangue e buon colore et tutte le virtù del corpo più forti”.per concluderre si potrà osservare il dipinto dei primi anni del Cinquecento, di un pittore attivo nella bottega del senese Girolamo di Benvenuto. un’ ancella regge un bacile ed una brocca, la successiva porta una ciotola con del brodo caldo e l’ultima sorregge un piatto con un piccolo volatile bollito. L’episodio sottolinea come una delle prime pietanze per le madri fosse il brodo di gallina o di cappone. Talvolta veniva aggiunto un nutriente uovo strapazzato. il brodo di carne poteva inoltre essere consumato con del pane inzuppato, prendendo così il nome di pappa, e si riteneva che favorisse la discesa del latte. Le stesse proprietà si attribuivano alla cosiddetta farinata, composta da farina bianca setacciata, oppure da farina di castagne, con l’aggiunta di latte e di alcuni dadi di pane raffermo.per concludere l’argomento, con una gradevole passeggiata si può arrivare all’oratorio di san Bernardino dove Girolamo del pacchia, uno degli artisti più apprezzati nel panorama artistico cittadino, terminò di dipingere nel 1517 Natività della madonna. L’affresco fa parte del prestigioso complesso decorativo realizzato a Siena nell’oratorio di San Bernardino, ad opera dei maggiori pittori attivi in Siena nei primi decenni del XVi secolo: Girolamo del pacchia, Domenico Beccafumi e Sodoma. Tipicamente cinquecentesca è la camera da letto dove risiede la puerpera. il lussuoso letto in legno pregiato, con cassoni per i corredi, è arricchito dall’alta spalliera imprezziosita con tarsie in madreperla, i cui motivi a grottesca e candelabra erano estremamente alla moda. Sullo sfondo una giovane porta una bevanda calda, l’altra sopra un desco da parto, sostiene una fiaschetta e del pane schiacciato. Cialdoni di pane accompagnati da lattemiele, erano spesso utilizzati per coloro che dovevano passare lunghi periodi a letto. il latte poteva essere di capra, di pecora, di vacca o di mandorle. il miele invece era stato per lungo tempo l’unico dolcificante utilizzato, visto che lo zucchero, detto sale arabo, era inizialmente un prodotto di lusso assai costoso.

Museo dell’Opera della metropolitana del Duomopiazza Duomo, 8 – Sienainformazioni tel. 0577 283048Orario di apertura al pubblico:tutti i giornidal 01/03 al 31/10 ore 10.30 – 19.00dal 01/11 al 28/02 ore 10.30 – 17.30Biglietto € 7.00

Pinacoteca NazionaleVia di San pietro, 29 – Sienaprenotazioni e informazioni 0577 286143Orario di apertura al pubblico:lunedì 9.00 – 13.00da martedì a sabato 8.15 – 19.15domenica e festivi 9.00 – 13.00Chiusura: 1 gennaio, 1 maggio, 25 dicembreNei giorni 2 luglio e 16 agosto orario 9.00 – 13.00Biglietto intero € 4.00 Biglietto ridotto € 2.00per cittadini italiani e della Comunità europea di età compresa tra i 18 e i 25 anni; studenti e insegnanti di facoltà universitarie non umanistiche, apertura parziale del museoGratuitocittadini italiani e della Comunità europea di età inferiore ai 18 e superiore ai 65 anni; possessori della Carta dello Studente; giornalisti; gruppi di studenti e insegnanti delle scuole italiane e Comunità europea; guide turistiche ed interpreti; membri i.C.o.m; portatori di handicap e accompagnatori; Sudenti erasmus

Oratorio di San Bernardinopiazza San Francescoinformazioni tel. 0577 283048orario di apertura al pubblicoaperto dal 01.03 al 02.11tutti i giorni 13.30 – 19.00Biglietto € 3.00

A cura di Lucia Pacchierotti e Beatrice Pulcinelli - Storiche dell’arte, Comune di Siena

assessorato alle politiche per il turismopalazzo pubblico, piazza il Campo, 1 - 53100 Siena - Tel. 0577 292128 – 178 [email protected] ufficio informazioni e accoglienza turistica Santa maria della Scala, piazza Duomo 1, tel. 0577 280551, [email protected]