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Istituto per il Lessico Intellettuale Europeo e Storia delle Idee Consiglio Nazionale delle Ricerche http://www.iliesi.cnr.it ARCHIVIO TULLIO GREGORY http://www.iliesi.cnr.it/ATG/ Bibliotecari e libridinosi. Conversazione con Tullio Gregory di Marco Guardo «Charta», anno 26, settembre-ottobre 2017, pp. 11-15. Parole chiave: biblioteche storiche, strutture culturali, luoghi di ricerca, uso critico del digitale Si ringrazia per la collaborazione il Dr. Marco Guardo, Direttore della Biblioteca dell'Accademia Nazionale dei Lincei e Corsiniana.

Bibliotecari e libridinosi. Conversazione con Tullio ... · Bibliotecari e libridinosi. Conversazione con Tullio Gregory di Marco Guardo «Charta», anno 26, settembre-ottobre 2017,

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Istituto per il Lessico Intellettuale Europeo e Storia delle Idee

Consiglio Nazionale delle Ricerche

http://www.iliesi.cnr.it

ARCHIVIO TULLIO GREGORY

http://www.iliesi.cnr.it/ATG/

Bibliotecari e libridinosi. Conversazione con Tullio Gregory

di Marco Guardo

«Charta», anno 26, settembre-ottobre 2017, pp. 11-15.

Parole chiave: biblioteche storiche, strutture culturali, luoghi di ricerca, uso

critico del digitale

Si ringrazia per la collaborazione il Dr. Marco Guardo, Direttore della Biblioteca

dell'Accademia Nazionale dei Lincei e Corsiniana.

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Marco Guardo

I ncontro Tullio Gregory nellasua casa-biblioteca: altissimiscaffali corrono lungo le tante

stanze e il corridoio; libri, a decine dimigliaia, spesso collocati su più file.

Professore, ricorda di avermirivelato, qualche anno fa, cheavrebbe voluto essere ilbibliotecario di un cardinale o diun principe del Settecento?Lo ricordo bene. A quel tempo il bi-bliotecario non era colui che si limi-tava a schedare o a catalogare, erapersona di grande cultura, che co-struiva la biblioteca, incrementan-done i fondi. Ne abbiamo avutoesempi illuminanti sino al secoloscorso: Manara Valgimigli, che diri-geva la Classense, Emanuele Casa-massima, direttore della NazionaleCentrale di Firenze, e anche RobertShackleton, direttore della Bod-

leian Library, che ho avuto modo diconoscere. Bibliotecario è in primoluogo chi realizza una struttura cul-turale, mentre oggi, erroneamente,viene caricato da funzioni ammini-strative, così che il suo ruolo vira pe-ricolosamente verso quello del buro-crate.

Il declino del ruolo delbibliotecario in Italia coincidecon il declassamento dellebiblioteche storiche.Tutte le biblioteche storiche sonostate declassate: un nome per tutte,la Medicea Laurenziana. La causa èun atteggiamento miope, non certol’obbedienza alla spending review.Le biblioteche sono luoghi di ricer-ca, non magazzini e neppure raccol-te casuali di vecchi libri. Va pertan-to difesa la funzione del biblioteca-rio, che deve assicurare la strutturascientifica della biblioteca in modocoerente con la sua storia, mentreoggi si vive un momento di gravecrisi per la presunta concorrenza del

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Bibliotecari e libridinosiConversazione con Tullio Gregory

Tullio Gregory

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digitale e si perde il senso della Bi-blioteca come luogo di ricerca.

Vi è contraddizione, conflitto, frabiblioteca e digitalizzazione?La digitalizzazione permette di di -sporre a casa propria di patrimoni al-trimenti difficilmente raggiungibili,ma anche di svolgere raffinate ricer-che di carattere testuale, purché siusi il supporto digitale come quellocartaceo. Oggi si corre il rischio diuna lettura “mordi e fuggi”, di un me-ro accesso al dato e non di un appro-fondimento. Recentemente è emersoche gli studenti per l’informazionericorrono al digitale e per lo studioal libro, sia pure digitalizzato. Nonbisogna perdere quello che nella ri-cerca è fondamentale, il casuale. Unesempio: il catalogo digitale mi for-

nisce con esattezza ciò che chiedo,mentre lo schedario cartaceo, quan-do lo scorro, mi fa scoprire dati chenon conoscevo. Dobbiamo dunquedifendere l’elemento casuale e nonprecluderci mai l’apertura di stradeincognite.

Che cosa ricorda maggiormentedella Commissione dellaBiblioteca Digitale Italiana?Fu un momento che, rivisto oggi,appare mitico. La Commissione del-la B.D.I., che presiedevo, nonostantei grandi traguardi raggiunti, fu sop-pressa per motivi interni al Ministe-ro. Una parentesi: anche la Commis-sione preposta all’acquisto di mate-riale librario e archivistico presso leaste di antiquariato non ebbe vitalunga, travolta e soppressa dalla logi-ca del risparmio, tuttavia per moltianni consentì di acquisire a buonprezzo molti manoscritti moderni.La B.D.I. disponeva invece di note-voli finanziamenti, i costi eranoestremamente bassi e i prezzi stabili-ti dalla Commissione. Ciò fu all’ori-gine di una stagione straordinaria eil Ministero, quando era direttoregenerale Francesco Sicilia, si sentivainvestito da un’autentica missioneculturale. Mi limito a ricordare la di-gitalizzazione dei manoscritti deiplutei della Laurenziana, degli incu-naboli in lingua italiana, dei codici edegli stampati della prima Accade-mia dei Lincei. Quest’ultima digita-lizzazione fu finanziata anche dalMuseo Galileo. Ripeto, sembranotempi mitici.

Guillaume de Lorris e Jean de Meun,Roman de la rose, fine sec. XV. Oxford,Bodleian Library, Ms. Douce 195, c. 1r.

Su concessione dell’Istituto della Enciclopedia Italiana, Roma

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La sua opinione sui facsimili esulle edizioni anastatiche?Il mercato del lusso non riguarda ilcampo della ricerca, ma il piacere dipoter possedere riproduzioni digrandissima qualità, che tuttavia de-vono trascendere il lato esornativo,come avviene nei facsimili editidall’Istituto dell’Enciclopedia Italia-na, puntualmente accompagnati dacommentari. Penso al facsimile diun portolano del XVI secolo, pubbli-cato di recente, che ha visto l’indiciz-zazione di tutti i luoghi citati nellacarta cinquecentesca. In questo mo-do si è avuto il primo lessico di ter-minologia geografica del XVI secolo.Diverso è il discorso per la ristampaanastatica, che spesso ci permette dimettere in circolazione testi che at-tendono da tempo l’edizione critica,che, per la sua complessità, talvoltastenta a vedere la luce. Non semprevale la pena di attendere l’edizionecritica: ricordo che Eugenio Garinesortava a fuggire il terrorismo dei fi-lologi romanzi. L’anastatica si tradu-ce in un magnifico strumento di la-voro, come le edizioni stampate daOlms e le anastatiche degli scritti diPomponazzi, Bruno, Gassendi,Descartes, che fanno circolare itesti così come furono letti. Sideve leggere Vico con la suagrafia, dobbiamo leggere il libro co-me ha realmente circolato, con lesue paragrafature, la sua ortografia,la sua interpunzione. Dobbiamo op-porci all’esemplare ideale e oggi for-tunatamente la filologia rispetta an-che la grafia originaria.

Si può configurare oggi unacollaborazione della Scuola edell’Università con la biblioteca?Certo, ma devo premettere che lascuola deve insegnare ai giovani lanecessità di reperire le fonti e il lorouso, soprattutto quando si ricorra almezzo informatico. Molte delle no-tizie in rete non hanno validazionescientifica di sorta. Occorre usare ilcomputer con intelligenza, sono ne-cessari i controlli, dobbiamo distin-guere tra informazione e discorsocritico. Non mi basta sapere l’annodi incoronazione di Carlo Magno,ma ciò che essa ha comportato perla storia europea. Benissimo, dun-que, l’uso del digitale, purché se neinsegni l’uso critico. Una grande op-portunità di oggi è il Progetto “Al-

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Giorgio Síderi detto Calapodà, Cartauniversale in stile marino, Venezia o Creta, 1550. Venezia, Museo Correr.Su concessione dell’Istituto dellaEnciclopedia Italiana, Roma

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ternanza Scuola-Lavoro”: la Biblio-teca diviene un luogo di lavoro, distudio e di ricerca, si tratta di unagrande occasione formativa. Avevosolo quindici anni quando andai allaBiblioteca Casanatense, dove Erne-sto Bonaiuti mi insegnò come lavo-rare. Da professore promossi moltiseminari nelle biblioteche, inse-gnando come vi si lavora, come èfatta la Sala di consultazione, checosa significa una collezione, adesempio il Migne e il Corpus Chri-stianorum. Quando si trattò di alle-stire la nuova Biblioteca di Filosofiadi Villa Mirafiori imposi all’archi-tetto di costruire tavoli in legnomassello e non in vetro. Assistentedi Carlo Antoni, fui incaricato dioccuparmi della Biblioteca. Legge-vo i cataloghi e consigliavo i volumida acquistare, così da incrementare

il patrimonio in modo coerente.Questo è il modo con il quale l’Uni-versità deve collaborare con la Bi-blioteca.

Oggi questo genere dicollaborazione è possibile?Oggi assistiamo a una aziendalizza-zione dell’università: un tempo leore di lezione erano cinquanta, oggisono centinaia di più, e questo pro-duce molti risvolti negativi. Oggi siquantificano le ore di studio, lo stu-dente porta all’esame un numeropredefinito di pagine da studiare, èimpossibile pretendere una letturaintegrale. Nessuno è morto leggen-do troppo. Non solo: declina perico-losamente la conoscenza delle lin-gue classiche. Tempo fa un mini-stro mi domandava quanti visitatoriavesse la Laurenziana; gli risposi

Roma, Biblioteca Casanatense, Salone monumentale.

Su concessione del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo.È vietata ogni ulteriore riproduzione

o duplicazione con qualsiasi mezzo

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“pochi”, dal momento che dovevanoconoscere bene latino e greco. Madeclinano anche le materie orienta-listiche, la paleografia, la diplomati-ca, materie tutte necessarie per chiintenda lavorare seriamente in unabiblioteca storica. Occorre tornare abandire concorsi specializzati e fi-nanziare gli insegnamenti ad altaspecializzazione, mentre oggi si ot-tiene il finanziamento grazie al rap-porto tra il numero degli studenti eil professore. In buona sostanza sideve uscire da questo sistema distor-to, va bene l’Università che apre leporte ai giovani, ma occorre salvarei centri e le materie di eccellenza.

Gli Italiani leggono poco. Comepromuovere la lettura?Poco più di mezzo secolo fa erava-mo una società di analfabeti, senzacapacità di leggere. Solo di recentela Scuola stimola letture extrascola-stiche, è suo compito promuoverle.Oggi certo si legge poco, ma si leg-ge più di una volta, soprattutto gra-zie alle edizioni economiche, assaispesso occultate dalle librerie, cheda tempo non sono più luoghi dipromozione del libro (non dimenti-chiamo che siamo in un paese doveMilano e Torino litigano per la fie-ra del libro). Le edizioni economi-che hanno fatto registrare grandiprogressi, la BUR ha fatto e fa un la-voro ottimo. Ho letto l’opera diDiodoro Siculo nell’edizione BUR,che mi ha consentito di apprezzarela sua magnifica visione della storiapolitico-culturale del Mediterraneo.

Sapevo della lettura integrale diPlinio durante un periodo diconvalescenza estivo, maignoravo quella di DiodoroSiculo.Leggo di tutto, sono un “libridino-so”, come mi ha definito ArmandoTorno sul “Corriere della Sera”.

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TULLIO GREGORy

Professore ordinario (1° gennaio 1962) di Storia della filosofia medie-vale e dal 1967 professore di Storia della filosofia nella Facoltà di Let-tere e Filosofia dell’Università di Roma “La Sapienza”. Oggi profes-sore emerito.Fondatore del Gruppo di studio (dal 1964), poi Centro di Studio delConsiglio Nazionale delle Ricerche per il Lessico Intellettuale Euro-peo (oggi Istituto Lessico Intellettuale Europeo e Storia Delle Idee –CNR), del quale è stato direttore dal 1970 al 2007.Direttore dell’Istituto di Filosofia della Facoltà di Lettere e Filosofiadell’Università di Roma “La Sapienza” (1973-1985) e, successivamente,del Dipartimento di Ricerche Storico-Filosofiche e Pedagogiche.Membro del Consiglio Superiore per i beni culturali e paesaggisticipresso il Ministero per i Beni e le Attività Culturali (2007-2012).Socio nazionale dell’Accademia Nazionale dei Lincei, socio dell’Ac-cademia Pontaniana, dell’Istituto Lombardo di scienze lettere e arti edell’Accademia delle scienze di Bologna.Fellow della British Academy di Londra.

Firenze, Biblioteca MediceaLaurenziana, vestibolo.Su concessione del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo. È vietata ogni ulteriore riproduzione o duplicazione con qualsiasi mezzo