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Bilancio d'esercizio e di coerenza 2013 - Bcc San Giovanni Rotondo

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BCC San Giovanni Rotondo

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Report integratoEsercizio 2013

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Report integratoEsercizio 2013

Società Cooperativa a Responsabilità limitata con sede in San Giovanni Rotondo

Registro Soc. Tribunale di Foggia n. 383Cod Fiscale e partita I.V.A. 0014260713 Codice ABI 08810Aderente al Fondo di Garanzia Dei Depositanti del Credito Cooperativo

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www.bccsangiovannirotondo.it

Banca di Credito Cooperativo San Giovanni Rotondo

Sede:San Giovanni RotondoViale Aldo Moro, 9

CentralinoTel. 0882/837111

InfoUfficio SociViale Aldo Moro, 9Tel. 0882/837155

Le nostre filiali:San Giovanni RotondoViale Aldo Moro, 9

San Giovanni RotondoVia Kennedy, 11/13

FoggiaViale Manfredi, Palazzo AMGAS

San Marco in LamisVia Amendola, 2

Rignano GarganicoPiazza San Rocco, 7

CarpinoVia Mazzini, 36

ManfredoniaVia Maddalena, 48

Monte Sant’AngeloCorso Vittorio Emanuele, 40

San SeveroCorso Gramsci, 44

Report integratoEsercizio 2013

Supervisione Augusto de BenedictisDirettore Generale

Gruppo di lavoroLucia SienaGiuseppe TortorelliGina VerguraLucia GravinaAntonio MangiacottiCesare MaciAntonio Graziano SienaMaria Giovanna SienaRoberto Marchesani

Il gruppo di lavoro si è inoltre avvalso del supporto metodologico di PricewaterhouseCoopers

FotoGiovanni Fiorentino

Impaginazione e progetto graficoLitchistudio · Foggia

Stampa Arti Grafiche Favia · Modugno (Ba)

Per informazioni Ufficio stampa e comunicazioneTel. 0882 837 189www.bccsangiovannirotondo.it

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L’attenzione all’ambiente a partire dai piccoli gesti. La presente edizione del bilancio di esercizio è stata formattata ed impaginata utilizzando il carattere Garamond.

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Bilancio e relazioni · Esercizio 2013

Avviso di convocazione Assemblea Ordinaria e Straordinaria Pubblicazione sulla Gazzetta del Mezzogiorno inserto Gazzetta di Capitanata del 07/04/2014.

Raccomandata a/r a tutti i soci Invito la S.V. ad intervenire all’Assemblea Ordinaria e Straordinaria dei Soci, che si terrà in prima convocazione presso la sala conferenze dell’Hotel Parco delle Rose di S.Giovanni Rotondo, V.le Aldo Moro, 71, il giorno 30 aprile 2014, mercoledì, alle ore 10,00, - e sabato 17 maggio 2014, alle ore 9,30 in seconda convocazione, presso la sala conferenze dell’Hotel Parco delle Rose - San Giovanni Rotondo, V.le Aldo Moro, 71, per discutere e deliberare sul seguente

ORDINE DEL GIORNO

Parte straordinaria

1. Modifica dell’art. 43 (Compiti e poteri del collegio sindacale), nuovo art. 44 dello Statuto sociale (Controllo contabile) e rinumerazione dei successivi articoli.

Parte ordinaria

1. Bilancio al 31 dicembre 2013: deliberazioni inerenti e conseguenti;2. Politiche di remunerazione. Informative all’Assemblea;3. Determinazione dei compensi per i componenti del Consiglio di amministrazione e del Collegio

sindacale e delle modalità di determinazione dei rimborsi di spese sostenute per l’espletamento del mandato;

4. Stipula della polizza relativa alla responsabilità civile e infortuni professionali (ed extra – professionali) degli amministratori e sindaci;

5. Elezione del Presidente del Consiglio di Amministrazione, dei componenti il Consiglio di Amministrazione, del Presidente del Collegio sindacale, di due sindaci effettivi e di due sindaci supplenti, di 2 membri effettivi e due membri supplenti del Collegio dei probiviri;

6. Conferimento dell’incarico di revisore legale ai sensi del decreto legislativo 39/2010 e art. 44 dello Statuto sociale, determinazione del relativo compenso, su proposta motivata del collegio sindacale.

Le votazioni si svolgeranno (presso la sala conferenze dell’Hotel Parco delle Rose – San Giovanni Rotondo, v.le Aldo Moro, 71) fino alle ore 21,00 di sabato 17 maggio 2014 e dalle ore 9,00 alle ore 14,00 di Domenica 18 maggio 2014.

San Giovanni Rotondo, 2 aprile 2014 Il Presidente del CdA dott. Giuseppe Palladino

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Organi sociali

Consiglio di AmministrazionePresidente

Giuseppe Palladino•

Vice PresidenteAntonio Mantuano

•Consiglieri

Paolo ArgentinoVincenzo Fini

Leonardo FiorentinoCarmine Masciale

Domenico NapolitanoGiorgio Riontino

Matteo Russo

Collegio SindacalePresidente

Giuseppe Scarale•

SindaciGiovanni Cafaro · Antonio Netti

•Sindaci Supplenti

Mauro Gadaleta · Nicola Urbano

Collegio dei ProvibiriPresidente

Giovanni Antonio Scaramuzzi•

Componenti EffettiviGrazia Augello · Matteo Rosati

DirezioneDirettore Generale

Augusto de Benedictis•

Vice Direttore GeneraleLucia Siena

Compagine socialeSoci al 1.01.2013 1.869

Soci entrati 205Soci usciti 42

Soci al 31.12.2013 2.032

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Lettera ai soci pag. 111 Il contesto globale e il credito cooperativo 131.1 Lo scenario macroeconomico di riferimento 151.2 La politica monetaria della BCE e l’andamento

del sistema bancario dell’area euro 161.3 Cenni sull’evoluzione dell’intermediazione

creditizia nel sistema bancario italiano 161.4 L’andamento delle BCC-CR

nel contesto del sistema bancario 181.4.1 Gli assetti strutturali 181.4.2 Lo sviluppo dell’intermediazione 181.4.3 Alcune realizzazioni del 2013 211.4.4 Alcune realizzazioni della nostra BCC 231.5 L’Unione Bancaria 251.5.1 Una innovazione istituzionale

e regolamentare di grande portata 251.6 Prepararsi al futuro già presente 261.6.1 Le aree di intervento per le BCC 271.6.2 Re-interpretare il modello BCC 271.7 Il conseguimento degli scopi statutari: criteri

seguiti nella gestione sociale per il conseguimento dello scopo mutualistico della società cooperativa ai sensi dell’art. 2 L. 59/92 e dell’art. 2545 c. c. 28

1.8 Le “persone” 29

2 La gestione della banca: andamento della gestione e dinamiche dei principali aggregati di stato patrimoniale e di conto economico 31

2.1 Gli aggregati patrimoniali 332.1.1 La Raccolta Totale 342.1.2 La Raccolta Diretta 352.1.3 La raccolta indiretta da clientela 362.1.4 Gli impieghi con la clientela 372.1.5 La Posizione interbancaria e le attività finanziarie 412.1.6 I derivati di copertura 452.1.7 Le immobilizzazioni materiali e immateriali 462.1.8 Fondi per Rischi ed Oneri 462.1.9 Il Patrimonio netto e di Vigilanza

e l’adeguatezza patrimoniale 46

Indice2.2 I Risultati Economici del Periodo 512.2.1 Il margine di interesse 522.3 Il margine di intermediazione 532.3.1 Il risultato netto della gestione finanziaria 542.3.2 I costi operativi 552.3.3 Il Risultato di periodo 562.3.4 Principali indicatori economici, finanziari

e di produttività 56

3 La struttura operativa 59

4 Attività organizzative 63

5 Attività di ricerca e di sviluppo 67

6 Il presidio dei rischi e il sistema dei controlli interni 71

7 Le altre informazioni 79

8 Fatti di rilievo intervenuti dopo la chiusura dell’esercizio 83

9 Informativa sulle operazioni con parti correlate 84

10 Evoluzione prevedibile della gestione 85

11 Considerazioni conclusive 86

12 Progetto di destinazione degli utili di esercizio 87

13 Relazione del Collegio Sindacale al Bilancio d’Esercizio 2013 89

Bilancio di Esercizio 2013 95

Nota integrativa 107

Bilancio di Coerenza 2013 277

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Bilancio e relazioni · Esercizio 2013

Signori soci,

ancora un anno sfavorevole per l’economia nazionale e mondiale, con uno scenario macroeconomico critico che ha condizionato l’attività complessiva del sistema bancario e le relative fonti di ricavo con un sostanziale rallentamento dell’operatività con la clientela, il persistente deterioramento della qualità degli assets e il perdurante basso livello dei tassi d’interesse. Un anno complesso, dunque. L’Italia si è oggettivamente impoverita; i divari sociali ed economici si sono ampliati; la produzione è entrata in stallo; la disoccupazione è cresciuta, i salari reali si sono compressi quali effetti di una crisi economica generata da tre cause: i debiti dello Stato; l’economia che non cresce e la scarsa credibilità dei governanti, che hanno affrontato la crisi con ritardo e per di più in modo incerto.

Ma le situazioni positive non mancano e ci inducono ad un pur cauto ottimismo. Le storie di reazione, le manifestazioni della volontà di tenere duro, di rimboccarsi le maniche - atteggiamento tipico dei cooperatori - costituiscono fatti e antidoti ad un pessimismo inconcludente.Non ci è consentito attribuire alla sola crisi le difficoltà, se non a rischio di far degenerare la stessa in una lenta agonia. Dobbiamo trasformare la crisi in sfida, apertura di nuove in opportunità e in leva di progresso.In questo contesto dobbiamo riscoprire i valori fondanti delle nostre origini e della nostra storia ed abbiamo il dovere di contribuire a ricostruire nel nostro territorio il tessuto della fiducia, a rilanciare in avanti la speranza, a generare in mille modi il futuro.La nostra BCC è nata proprio per assolvere questo compito.

Poco più di centotrenta anni fa, a Loreggia, in provincia di Padova, come risposta ad una situazione di diffusa povertà ed esclusione, un giovane di ventiquattro anni, Leone Wollemborg, diede vita ad un’impresa cooperativa che accomunava persone diverse per storia e per destino, che univa concretezza e idealità, con l’obiettivo di promuovere l’equità e favorire l’intrapresa.L’intuizione “rivoluzionaria” di questo giovane fu quella di puntare sull’inclusione come principio e sulla cooperazione come metodo. La Cassa Rurale, infatti, era un’impresa comune tra persone diverse per censo e classe sociale, che scommetteva sulle risorse e sulle energie dei singoli, ma unite insieme, spingendo a trovare in se stessi, non nella beneficenza altrui, la forza del riscatto.

Dilatare la speranza, promuovere l’equità, rilanciare l’intrapresa, favorire la cooperazione: i bisogni di ieri sono straordinariamente vicini a quelli di oggi. È per questa ragione che il nostro modello di fare banca è permanentemente attuale. E moderno. C’è ancora bisogno, anzi sempre più bisogno, di imprese che interpretino il mercato come luogo umanizzato e non asettico; un luogo che deve essere arricchito di relazioni fiduciarie, non rapaci.

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Il contesto globale e il credito cooperativo

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Nella doppia pagina precedente:San Giovanni Rotondo, località “Posta Rosa”.

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Bilancio e relazioni · Esercizio 2013

1.1 | Lo scenario macroeconomico di riferimento

Introduzione

Nel 2013 l’andamento dell’economia mondiale ha proseguito il percorso di crescita moderata già intrapreso nel 2012, nonostante un’accelerazione registrata nell’ultimo trimestre dell’anno. L’attività economica e il commercio mondiale hanno intensificato la propria dinamica a partire dall’estate

2013, per via del miglioramento della domanda finale nelle economie avanzate in parte dovuto all’inatteso contributo positivo delle scorte. Nelle economie emergenti, un rimbalzo delle esportazioni è stato il driver principale, mentre la domanda interna in generale è rimasta contenuta, tranne in Cina. Gli indicatori delle più recenti indagini congiunturali hanno continuato a mostrare solide condizioni economiche a partire dal-la seconda metà del 2013, mantenendosi tutti fermamente in territorio espansivo. Il commercio mondiale ha mantenuto vigore in chiusura d’anno, mostrando ulteriori segnali di stabilizzazione dopo un prolungato periodo di crescita modesta. D’altra parte, è probabile che la ripresa degli scambi internazionali prosegua in modo contenuto nel breve periodo, mantenendosi su livelli al di sotto di quelli osservati prima della crisi finanziaria.Negli Stati Uniti la crescita del PIL in termini reali ha evidenziato un’accelerazione nel terzo e quarto trime-stre del 2013 (rispettivamente +4,1 e +3,2% in ragione d’anno sul periodo corrispondente), in aumento dal 2,5% del secondo trimestre (0,6% sul trimestre precedente) e dopo che il PIL americano era cresciuto del 2,8% nel 2012 e dell’1,8% nel 2011. L’economia USA è stata alimentata prevalentemente dal rafforzamento della spesa per consumi personali e delle esportazioni rispetto al periodo precedente, mentre l’accumulo delle scorte ha continuato a fornire un contributo positivo per il quarto trimestre consecutivo. Sia gli investimenti in edilizia residenziale sia la spesa pubblica hanno subito un calo, dovuto quanto meno nel secondo caso a una flessione della spesa federale che ha più che compensato l’aumento di quella statale e locale. Gli indi-catori hanno recentemente segnalato la probabilità di una prosecuzione della ripresa economica nel primo trimestre del 2014, anche se presumibilmente ad un ritmo più contenuto rispetto a quelli piuttosto robusti osservati nella seconda metà del 2013. Nella Zona Euro il prodotto lordo ha segnato nel terzo trimestre del 2013 un lieve rialzo, tuttavia inferiore a quello del periodo precedente. Nel terzo trimestre del 2013 il PIL dell’area è cresciuto dello 0,1% rispetto al secondo, traendo sostegno dall’incremento dei consumi (0,1 percento), dall’accumulo delle scorte e dall’au-mento degli investimenti fissi lordi (0,5%). La dinamica ancora sostenuta delle importazioni (1,2%) si è accompagnata a un rallentamento delle esportazioni (0,3%). Le indagini presso le imprese prefigurano una moderata espansione dell’attività economica nei primi mesi del 2014. L’inflazione dell’area, misurata come tasso di variazione annuo dell’indice dei prezzi al consumo, si è collocata allo 0,8% in chiusura d’anno, in calo rispetto alla prima metà dell’anno e significativamente al di sotto del livello soglia della BCE.In Italia, la prolungata caduta del PIL in atto dall’estate del 2011 si è arrestata nel terzo trimestre del 2013. Negli ultimi mesi del 2013 sono emersi segnali coerenti di una moderata intensificazione dell’attività econo-mica, confermata a dicembre 2013 dalla crescita dello 0,1% su base trimestrale del PIL (stima preliminare, -0,8% su base annua). Si tratta della prima variazione con segno positivo dopo otto trimestri (l’ultima era

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Il contesto globale e il credito cooperativo

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stata a settembre 2011). La produzione industriale, il cui indice ha raggiunto durante la recessione del 2011-2013 valori comparabili a quelli degli anni Ottanta, è aumentata nel quarto trimestre nelle rilevazioni mensi-li, sospinta soprattutto dalla domanda estera. Nonostante il miglioramento del clima di fiducia delle imprese, sulla ripresa continua a gravare la fragilità del mercato del lavoro. La disoccupazione, che frena l’espansione del reddito disponibile, ha raggiunto il 12,9%. La disoccupazione giovanile ha fatto registrare una crescita esponenziale (42,4%). L’inflazione, misurata dalla variazione annua dell’indice nazionale dei prezzi al con-sumo, è gradualmente scesa allo 0,7% in dicembre sia per effetto della decelerazione dei prezzi dei prodotti energetici, che di quelli associati alle componenti meno volatili (“core”) mentre sono risultati relativamente stabili o in recupero quelli dei generi alimentari. Nella Regione Puglia la crescita reale nel 2013 presenta ancora un dato negativo. ll prodotto regionale è diminuito per effetto del calo della domanda interna, solo in parte compensato dall’aumento delle vendite all’estero. La riduzione del fatturato delle imprese industriali si è riflessa nel calo della redditività e della spesa per investimenti. La capacità produttiva tecnica è diminuita, risentendo del quarto anno di flessione degli in-vestimenti. Le aspettative delle imprese per i prossimi mesi indicherebbero un’attenuazione della sfavorevole fase congiunturale. Le esportazioni sono in sensibile rallentamento. Il settore delle costruzioni ha confermato le difficoltà degli ultimi anni, dovute alla debolezza della domanda nel mercato residenziale e, per quanto riguarda le opere pubbliche, alle difficoltà finanziarie degli enti appaltanti. Il settore agroalimentare denota un andamento controverso ed il suo sviluppo appare legato alla capacità di innovazione e di specializzazione. Il settore turistico risente pesantemente della crisi dei consumi e particolarmente difficile appare la situazione del turismo religioso. Il mercato del lavoro ha evidenziato segnali contrastanti. Alla lieve crescita dell’occu-pazione, in gran parte concentrata nella componente dei lavoratori a tempo parziale, si è accompagnato un maggiore ricorso alla Cassa integrazione. I prestiti bancari sono diminuiti per effetto del calo delle erogazioni alle imprese. Anche i finanziamenti alle famiglie hanno sensibilmente decelerato. La dinamica dei prestiti ha risentito della debolezza della domanda, connessa alla contrazione degli investimenti per quanto riguarda le imprese e alla riduzione degli acquisti di beni durevoli e di abitazioni nel caso delle famiglie. La debolezza della congiuntura si è riflessa nel peggioramento della qualità del credito bancario: ha accelerato il flusso di nuove sofferenze e sono sensibilmente aumentati i prestiti classificati a incaglio. La raccolta bancaria diretta è cresciuta, trainata dalle obbligazioni bancarie e dai depositi a termine, anche grazie al sostegno delle politiche commerciali delle banche.

1.2 | La politica monetaria della BCE e l’andamento del sistema bancario dell’area Euro Il Consiglio direttivo della BCE ha ridotto i tassi ufficiali a maggio e novembre del 2013, portandoli com-plessivamente allo 0,0% (tasso depositi overnight presso l’Eurosistema), allo 0,25% (tasso sulle operazioni di rifinanziamento principali) e allo 0,75% (tasso sulle operazioni di rifinanziamento marginale). Le aspettative di un ribasso ulteriore dei tassi hanno spinto i tassi euribor su livelli particolarmente contenuti nel corso del 2013 (quello a tre mesi si è attestato allo 0,22% come valore puntuale di fine 2013). Il Consiglio Direttivo, nella persona del suo Presidente Mario Draghi, ha più volte ricordato che la BCE è pronta a fare tutto il necessario per intervenire in favore della stabilità dei mercati. Rispetto agli anni passati il mercato monetario europeo assume minor grado di tensione e di illiquidità.

1.3 | Cenni sull’evoluzione dell’intermediazione creditizia nel sistema bancario italianoNel corso del 2013 nell’industria bancaria italiana ha trovato conferma la progressiva ripresa del trend della raccolta al dettaglio mentre è proseguita la flessione dei prestiti indotta da debolezza della domanda e politi-che di offerta ancora restrittive.Sul fronte del funding si è assistito, nel dettaglio, ad una crescita significativa dei depositi da clientela (+5,7%

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Bilancio e relazioni · Esercizio 2013

annuo a novembre 2013) e dei pronti contro termine passivi (+8%), mentre le emissioni obbligazionarie hanno fatto registrare una contrazione pari al 10%.La raccolta sull’interbancario, dopo un lungo periodo di sviluppo significativo, ha fatto registrare a partire dall’inizio del 2013 una progressiva flessione; a novembre 2013 l’aggregato presentava una variazione su base d’anno pari a -7,6%.I prestiti hanno continuato a contrarsi (-4,4% annuo a novembre); i finanziamenti alle imprese si sono ri-dotti del 6,3% annuo, quelli alle famiglie consumatrici del 1,1%. La flessione sui dodici mesi dei prestiti alle imprese è stata più marcata per gli intermediari di dimensioni maggiori e il calo dei finanziamenti erogati è stato in generale più pronunciato nei confronti delle aziende che impiegano meno di 20 addetti.Secondo le banche intervistate nell’ambito dell’indagine trimestrale sul credito bancario nell’area dell’euro (Bank Lending Survey), nel terzo trimestre del 2013 le politiche di offerta applicate ai prestiti alle imprese sono rimaste sostanzialmente invariate e restrittive, continuando a risentire della percezione di un elevato rischio di credito. Sembra essersi, viceversa, annullato l’irrigidimento dei criteri di offerta per i mutui alle fami-glie, principalmente a seguito di attese meno sfavorevoli per il mercato immobiliare. Informazioni preliminari fornite dagli intermediari intervistati confermerebbero tali andamenti anche per i mesi di ottobre e novembre.Pesa, sull’offerta di credito, l’incertezza relative all’impatto delle nuove regole di Basilea 3 e le verifiche in cor-so riguardanti l’asset quality review avviata dalla BCE sui maggiori gruppi bancariLe condizioni di accesso al credito risultano, dai sondaggi, molto differenziate per classe dimensionale di im-presa: la percentuale netta di aziende con meno di 50 addetti, che ha segnalato un deterioramento delle con-dizioni di offerta, è stata pari al doppio di quella relativa alle imprese con oltre 249 addetti (rispettivamente 30% e 14% a dicembre 2013). Similmente, la quota di piccole imprese intervistate che ha dichiarato di non aver ottenuto il finanziamento richiesto è stata pari al 18,1%, contro il 9,3% per quelle grandi.Il costo medio dei nuovi prestiti alle imprese si è ridotto nel corso dell’anno di due decimi di punto (3,47% a fine 2013), riflettendo la diminuzione del tasso applicato sia ai finanziamenti di ammontare inferiore al milione di euro sia a quelli di ammontare superiore (al 4,36% e al 2,82%, rispettivamente). Il costo del credito resta al di sopra di quello medio dell’area dell’euro, anche se il differenziale tra il tasso applicato sui nuovi finanziamenti alle imprese concessi in Italia e il corrispondente dato per l’area dell’euro è diminuito di 20 punti base, portandosi a 70.Anche il costo medio dei nuovi mutui alle famiglie è lievemente diminuito, al 3,42% dal 3,69% di dodici mesi prima. Il taglio dei tassi ufficiali della BCE all’inizio di novembre ha verosimilmente influenzato la ri-duzione del costo del credito.Con riguardo alla qualità del credito erogato, nel terzo trimestre del 2013 il flusso di nuove sofferenze in rapporto ai prestiti, al netto dei fattori stagionali e in ragione d’anno, pur restando elevato, ha smesso di cre-scere per la prima volta dal secondo trimestre del 2011, attestandosi al 2,9%, un decimo di punto in meno rispetto ai tre mesi precedenti. La diminuzione è attribuibile ai prestiti erogati alle società finanziarie e alle istituzioni senza scopo di lucro al servizio delle famiglie, a fronte di una sostanziale stabilità dell’indicatore per i prestiti alle famiglie e alle imprese, pari rispettivamente all’1,3% e al 4,8%. Informazioni preliminari per ottobre e novembre indicano che l’esposizione complessiva nei confronti dei debitori segnalati per la pri-ma volta in sofferenza è diminuita del 16% rispetto al corrispondente periodo del 2012.Nei primi nove mesi dell’anno la redditività media dell’industria bancaria è rimasta molto contenuta: le in-formazioni sull’andamento di conto economico del sistema bancario a settembre 2013 indicano una contra-zione dell’11,8% del margine di interesse. I ricavi netti per attività di servizio e negoziazione compensano in parte l’andamento negativo della “gestione denaro” determinando una sostanziale stazionarietà del margine di intermediazione (+0,3%). I costi operativi risultano in calo del 6,4%. Il risultato di gestione presenta un incremento su base d’anno del 9,8%.Il rafforzamento patrimoniale è continuato nel corso del 2013. Alla fine di giugno - ultima data disponibile - i coefficienti relativi al patrimonio di base (tier 1 ratio) e al complesso delle risorse patrimoniali (total capital ratio) del totale del sistema bancario erano pari, rispettivamente, all’11,3 e al 14,1 %, in crescita rispetto alla fine del precedente esercizio.

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1.4 | L’andamento delle BCC-CR nel contesto del sistema bancarioNell’ultimo anno si è consolidata la ripresa della raccolta da clientela delle BCC-CR già evidenziatasi nell’ul-timo scorcio dell’anno precedente e si è ampliata la capillarità della categoria in termini di presenza territoria-le. D’altro canto, con l’ulteriore inasprirsi della crisi economica, anche nei mercati locali la domanda di cre-dito dell’economia si è fortemente ridotta, mentre la necessità di contenere i rischi e preservare la dotazione patrimoniale ha indotto anche le BCC-CR contenere sensibilmente l’erogazione di nuovo credito.

1.4.1 | Gli assetti strutturaliNel corso dell’ultimo anno il sistema del Credito Cooperativo ha sostanzialmente mantenuto la propria co-pertura territoriale.Tra il settembre 2012 ed il settembre 2013 il numero delle BCC-CR è diminuito (sono 385 nel 2013), gli sportelli sono aumentati di 13 unità (+0,3% a fronte di una diminuzione del 3,8% % registrata per il complesso delle banche), fino a raggiungere a settembre 2013 quota 4.455 filiali, pari al 13,9% del sistema bancario.Alla fine del III trimestre dell’anno le BCC-CR risultano presenti in 101 province e in 2.711 comuni. In 573 comuni le BCC-CR rappresentano l’unica presenza bancaria, mentre in 549 comuni operano in con-correnza con un solo intermediario. Nel 70,9% dei comuni bancati dalla categoria sono presenti sportelli di una sola BCC.I dipendenti delle BCC-CR sono pari alla fine del III trimestre 2013 a 31.532 unità, in leggera diminuzione rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (-0,9%), in linea con quanto rilevato nella media di sistema (-0,8%). I dipendenti complessivi del credito cooperativo, compresi quelli delle Società del sistema, approssi-mano le 37.000 unità.Il numero totale dei soci è pari a 1.161.346 unità, con un incremento del 3,2% su base d’anno. I soci affida-ti ammontano a 462.656 (+2,2% annuo).

1.4.2 | Lo sviluppo dell’intermediazioneNel quadro congiunturale particolarmente negativo di cui si è detto, nel corso del 2013 anche le BCC-CR hanno fatto registrare una contrazione dei finanziamenti erogati, pur se di intensità inferiore rispetto alla di-minuzione registrata mediamente nel sistema bancario italiano, mentre, sul fronte del funding, si è registrata per le banche della Categoria una progressiva crescita dei depositi da clientela. In considerazione di tali di-namiche la quota delle BCC-CR nel mercato degli impieghi e in quello della raccolta diretta è cresciuta nel corso del 2013 e si è attestata a fine anno rispettivamente al 7,2% e al 7,7%.

Attività di impiegoA dicembre 2013 si stima che impieghi a clientela delle BCC-CR approssimino 136 miliardi di euro, con una contrazione di circa il 2% su base d’anno (-4,4% nella media dell’industria bancaria). Considerando anche i finanziamenti erogati dalle banche di secondo livello del Credito Cooperativo, l’ammontare degli impieghi della Categoria si attesterebbe a fine 2013 a circa 149 miliardi di euro, per una quota di mercato del 7,9 %.Con riguardo alle forme tecniche del credito, gli impieghi delle BCC-CR a novembre 2013 risultano costi-tuiti per circa il 68% da mutui (54% nella media di sistema). I mutui delle BCC-CR superano a tale data i 91 miliardi di euro, in sostanziale stazionarietà rispetto alla fine del 2012 a fronte di un calo del 2,4% regi-strato mediamente nel sistema bancario; il 30 % sono mutui per acquisto abitazione. La quota BCC-CR nel mercato dei mutui è pari al 9,1%. Tali valori sono significativi circa la capacità del sistema BCC-Cr di offrire sostegno stabile e di lungo termine all’economia italiana.Il credito concesso dalle BCC-CR risulta, com’è noto, storicamente accompagnato da un’adeguata richiesta di garanzie che coprono un’ ampia porzione del portafoglio di impieghi.L’incidenza di crediti assistiti da garanzie è significativamente più elevata nelle BCC-CR rispetto alla media

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di sistema, sia con riguardo alle esposizioni in bonis che a quelle deteriorate. La percentuale di esposizioni garantite è mediamente più elevata nelle BCC del Nord.A giugno 2013 oltre il 60% delle esposizioni creditizie per cassa nette delle BCC-CR risulta assistito da garanzie contro il 50% della media di sistema; in particolare, risulta molto elevata la quota di impieghi soste-nuta da garanzia reale.La frammentazione del credito, indice classico di bassa rischiosità bancaria, risulta nel complesso del sistema BCC-CR particolarmente elevata, a ulteriore garanzia della stabilità del Sistema.In relazione ai settori di destinazione del credito, le BCC risultano storicamente caratterizzate, com’è noto, da un’incidenza percentuale degli impieghi a famiglie produttrici e consumatrici significativamente superiore al sistema bancario. A fine 2013 l’incidenza percentuale dei finanziamenti ai suddetti comparti sul totale de-gli impieghi è pari al 12% per le BCC-CR e al 5% per il sistema complessivo per le famiglie produttrici e al 32 % e al 27 % per le famiglie consumatrici.Con riguardo alla dinamica di crescita negli ultimi dodici mesi, a novembre 2013 si registra nelle BCC-CR una variazione negativa degli impieghi a residenti in tutti i settori di destinazione maggiormente rilevanti, pur se meno pronunciata rispetto al sistema bancario complessivo: famiglie consumatrici (-0,4%, contro il -1,1% medio di sistema), famiglie produttrici (-2,7% contro il -3,5% medio di sistema), società non finan-ziarie (-4,4% contro il -6,6% del sistema bancario).Crescono nelle BCC-CR, in controtendenza con il sistema, gli impieghi alle istituzioni senza scopo di lucro (+1,4% contro il -2,3% della media di sistema).Le quote di mercato delle BCC-CR nei settori d’elezione di destinazione del credito, in crescita nel corso del 2013, risultano a novembre 2013 molto elevate: 17,7% nel credito a famiglie produttrici, 8,7% nel credito a società non finanziarie, 8,7% nei finanziamenti a famiglie consumatrici. La quota BCC nel mercato dei finanziamenti al settore non profit è pari al 12,7%.Con specifico riguardo al credito alle imprese, si conferma a novembre 2013 il permanere di una concen-trazione nel comparto “costruzioni e attività immobiliari” superiore per le BCC-CR rispetto alla media di sistema e di una significativa incidenza dei finanziamenti all’agricoltura.In relazione alla dinamica di crescita, in un contesto di complessiva riduzione dei finanziamenti erogati al settore produttivo (-4,1% per le BCC e -6,3% per il sistema), si rileva un – seppur debole – sviluppo dei finanziamenti al comparto “attività professionali, scientifiche e tecniche” (+0,8% a fronte del -14,0% medio di sistema).Risultano, invece, in contrazione su base d’anno, pur se meno pronunciata rispetto alla media di sistema, i finanziamenti a tutti gli altri comparti: al comparto “ alloggio e ristorazione ” (-0,9% contro -3,7%), al comparto agricolo (-0,5% contro -0,3%), al comparto “attività manifatturiere“ (-6,9% contro il -7,8% della media di sistema) e al comparto “commercio ingrosso e dettaglio“ (-5,9% contro il -6,8% del sistema). I finanziamenti al settore “costruzioni e attività immobiliari” presentano una contrazione analoga alla media di sistema (-3,5%).Con riguardo alle quote di mercato, permangono particolarmente elevate le quote relative al comparto agri-colo (18,2%), alle “attività di servizi di alloggio e ristorazione“ (17,9%), al comparto “costruzioni e attività immobiliari“ (11,2%) e al “ commercio“ (10,7%).

Qualità del creditoNel corso del 2013 la qualità del credito erogato dalle banche della Categoria ha subito con maggiore incisi-vità gli effetti della perdurante crisi economica.I crediti in sofferenza delle BCC sono cresciuti a ritmi elevati. Il rapporto sofferenze/impieghi ha raggiunto a fine 2013 l’8,4% %, dal 6,5% dell’anno precedente.Il rapporto sofferenze/impieghi permane, comunque, inferiore alla media di sistema nei comparti d’elezione della categoria: famiglie consumatrici e famiglie produttrici (4,5% contro il 6,3% del sistema per le famiglie consumatrici e 8,4% contro 13,6% per le famiglie produttrici a novembre 2013).Nel corso dell’anno si è verificata una forte crescita anche degli incagli e degli altri crediti deteriorati. Il

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rapporto incagli/crediti ha raggiunto alla fine del III trimestre dell’anno il 6,9%, dal 5,8% dei dodici mesi precedenti. Nel corso dell’anno le partite incagliate delle BCC-CR hanno registrato una crescita del 17%, inferiore alla media di sistema.Con specifico riguardo alla clientela “imprese”, il rapporto sofferenze lorde/impieghi ha superato a novembre 2013 il 10%, registrando nel corso dell’anno una crescita significativa, ma si mantiene inferiore di oltre due punti percentuali a quanto rilevato mediamente per il settore bancario complessivo.In particolare, il rapporto sofferenze lorde/impieghi delle BCC-CR risulta a fine 2013 significativamente inferiore rispetto alla media dell’industria bancaria in tutte le branche di attività economica maggiormen-te rilevanti: nel comparto “costruzioni e attività immobiliari”(13,5% contro 14,9%), nel comparto “attività manifatturiere” (11,7% contro 14,7%) e nel “commercio”(10,4% contro 14,9%).Con riferimento al coverage delle sofferenze, si evidenzia un significativamente aumento del tasso di coper-tura effettuato dalle BCC-CR che, grazie a prudenti strategie di bilancio, risulta mediamente prossimo al 50%.

Attività di fundingNel corso dell’anno si è consolidata, come già accennato, la ripresa della raccolta da clientela già evidenziatasi nell’ultimo scorcio dell’anno precedente.La raccolta da clientela (comprensiva di obbligazioni), pari a novembre a 159,9 miliardi, è cresciuta infatti del 6,2% (+0,6% nel sistema bancario). La variazione annua della raccolta da clientela risulta più rilevante nell’area Centro (+8,4%). La dinamica dell’aggregato risulta trainata dalla componente caratterizzata da un rendimento relativamente più significativo: depositi con durata prestabilita e certificati di deposito. Su tale dinamica influisce positivamente l’uscita dei risparmiatori privati dai titoli di Stato italiani (-80 miliardi circa nel biennio 2013-2013): le BCC sono state capaci di intercettare tale liquidità.Le obbligazioni emesse dalle BCC presentano una significativa contrazione in tutte le aree geografiche, in linea con quanto registrato nella media di sistema. Tale fenomeno è principalmente indotto dalla modifica della normativa fiscale.I primi dati di NSFR e di LCR del sistema BCC, calcolati già ai sensi delle norme di Basilea 3, illustrano comunque un robusto equilibrio nelle scadenze di lungo termine e della liquidità operativa. Il sistema del credito cooperativo rimane storicamente, nel suo complesso, datore di liquidità nel mercato interbancario domestico.Si stima che la raccolta da clientela comprensiva di obbligazioni delle BCC-CR approssimi a dicembre 2013 i 160 miliardi di euro, in crescita di circa il 4% rispetto alla fine dello scorso esercizio.La provvista complessiva (raccolta da clientela, obbligazioni e raccolta interbancaria) dovrebbe superare a fine 2013 i 192 miliardi di euro.La provvista complessiva delle BCC-CR risulta composta per circa l’83% da raccolta da clientela e obbli-gazioni e per il 17% da raccolta interbancaria. La composizione risulta ben diversa per la media di sistema dove l’incidenza della raccolta da banche è notevolmente superiore, pari al 30%. All’interno della raccolta da clientela, risulta per le BCC-CR significativamente superiore l’incidenza dei conti correnti passivi, dei C.D. e delle obbligazioni. La raccolta indiretta rimane su livelli inferiori al potenziale di sistema.

Posizione patrimonialePer quanto concerne la dotazione patrimoniale, l’aggregato “capitale e riserve” delle BCC¬CR supera a fine anno i 20 miliardi di euro, un valore di rilievo.Il tier1 ratio ed il coefficiente patrimoniale delle BCC, in leggero incremento rispetto allo stesso periodo del 2012, sono pari a settembre 2013 rispettivamente al 14,3% ed al 15,2%.Il confronto con il restante settore bancario evidenzia il permanere di un ampio divario a favore delle banche della Categoria non solo in termini di quantità di patrimonio, ma anche di qualità di patrimonio.

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Aspetti redditualiCon riguardo, infine, agli aspetti reddituali, le informazioni sull’andamento di conto economico indicano alla fine dei primi nove mesi del 2013 una significativa contrazione del contributo dell’intermediazione cre-ditizia già evidenziata dai dati della semestrale.Il margine di interesse delle BCC-CR presenta una contrazione pari a -9,7% (-11,8% medio totale banche), soprattutto a motivo del trasferimento di parte del portafoglio a sofferenza.Calano, in controtendenza rispetto al sistema, i ricavi netti da servizi (-5% contro il +17%). Prosegue per le BCC, in controtendenza rispetto al sistema, l’incremento significativo dell’utile da cessione/riacquisto di crediti e attività e passività finanziarie (+111,2% contro - 10,7%) che permette, nonostante il forte calo dei ricavi “da gestione denaro” e “da servizi”, una leggera crescita del margine di intermediazione (+0,4% contro il +0,3% del sistema). Il contenimento dei costi operativi (-2,9%) è un mero effetto contabile di una diversa collocazione nel conto economico delle commissioni per istruttoria fidi. Sia le spese per il personale che le altre spese amministrative crescono, infatti, per le BCC (rispettivamente +1,5% e +1%), in controtendenza rispetto alla media del settore bancario (rispettivamente -4,3% e -2,2%).Sulla base del trend registrato nel primo semestre dell’anno, ed in particolare considerando la forte crescita delle rettifiche su crediti, pari a giugno 2013 ad oltre un miliardo di euro, si stima che l’utile netto delle BCC-CR sia pari alla fine dell’anno ad una cifra compresa tra i 250 e i 300 milioni di euro, in calo rispetto alla fine dell’esercizio 2012.

1.4.3 | Alcune realizzazioni del 2013Il Piano strategico di Federcasse 2013-2015 per il Credito Cooperativo ha individuato cinque priorità per il triennio in corso:1. dotarsi di leve di prevenzione delle situazioni di difficoltà e portare a compimento il progetto del Fondo

di Garanzia Istituzionale-FGI. Il progetto ha visto la pubblicazione di un Compendio delle regole (statu-tarie e regolamentari) e delle relative sanzioni, la realizzazione del primo Seminario nazionale dedicato agli specialisti delle funzioni di controllo e del primo Seminario nazionale dedicato ai componenti dei Collegi sindacali delle BCC, in fase di replica anche in alcune Federazioni regionali;

2. favorire una virtuosa evoluzione della filiera associativa e istituzionale, al fine di rafforzarne la capacità di servizio verso le BCC-CR, evitando le duplicazioni e favorendo le sinergie e la razionalizzazione;

3. migliorare e accrescere l’efficienza delle strutture imprenditoriali, chiamate a sviluppare le opzioni di mer-cato a favore delle BCC-CR, attraverso specifici e concreti percorsi di sinergia e di razionalizzazione dell’of-ferta delle banche e società di secondo livello;

4. investire nella qualità delle persone, in termini di competenza, professionalità, identità, senso di apparte-nenza;

5. valutare gli aspetti critici per garantire la sostenibilità del modello di sviluppo della BCC¬CR, inteso come modello di business ed organizzativo.

La rete di sicurezza del Credito Cooperativo: il ruolo del FGD in questa crisi, le prospettive del FGIA legislazione invariata, e nonostante la profonda e prolungata crisi che ha investito l’economia italiana, la rete di sicurezza (safety net) delle BCC-CR costruita nel corso del tempo ha confermato la propria capacità di assicurare la salvaguardia della fiducia dei risparmiatori nel Credito Cooperativo e la complessiva stabilità del sistema delle BCC-CR.Il sistema dei fondi di garanzia delle BCC-CR si è nel corso degli anni arricchito di nuovi strumenti e di nuove regole, nel quadro di una graduale ridefinizione di principi e criteri di autodisciplina, necessariamente entro i limiti imposti dall’ordinamento riguardante le banche e più in generale il diritto societario, nonché nel rigoroso rispetto della normativa sulla tutela della concorrenza.

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La costituzione nel 1978 del Fondo Centrale di Garanzia delle Casse Rurali ed artigiane; la successiva rifor-ma comunitaria del 1996 che ha portato, l’anno successivo, alla costituzione del Fondo di Garanzia dei De-positanti del Credito Cooperativo (FGD), di natura settoriale e obbligatorio per legge; l’istituzione su base volontaria nel 2005 del Fondo di Garanzia degli Obbligazionisti (FGO) a integrazione del grado di copertu-ra assicurativa della raccolta delle BCC italiane; la costituzione nel 2008 del Fondo di Garanzia Istituzionale (FGI) nella prospettiva di un ulteriore rafforzamento della rete di sicurezza nonché del grado di coesione e competitività del sistema, sono fatti significativi. E testimoniano efficacemente il forte, progressivo e concre-to impegno della categoria diretto a rinsaldare la fiducia della clientela del Credito Cooperativo e a irrobusti-re la complessiva capacità del sistema delle BCC-CR a gestire situazioni di difficoltà non sempre prevedibili, esclusivamente con proprie risorse.Nello specifico ambito dei meccanismi di soluzione di crisi conclamate di BCC-Cr (commissariamenti con esiti liquidatori), la Categoria si è impegnata ad affrontare, in stretto raccordo con la Banca d’Italia e l’Agen-zia delle Entrate, il tema del recupero delle imposte differite (DTA) anche nei casi di liquidazione di banche non appartenenti a gruppi bancari, ricercando quindi una sostanziale equiparazione di trattamento per le BCC-CR, le quali, pur essendo vincolate tra loro da un meccanismo obbligatorio di tutela dei depositanti, non avrebbero potuto beneficiare del trasferimento del credito d’imposta riveniente da svalutazioni creditizie nei casi appunto di non continuità aziendale (liquidazioni coatte con cessione di attività e passività ad altra BCC-CR). Attraverso un chiarimento interpretativo della norma fiscale, si è quindi aperta la strada alla pos-sibilità di recuperare ammontari significativi di credito d’imposta nell’ambito di operazioni di questo tipo, riducendo in modo rilevante gli oneri a carico del Sistema per la soluzione di queste situazioni di crisi.Per quanto concerne il più ampio dibattito sulla gestione delle situazioni di difficoltà delle banche, è emersa con chiarezza l’esigenza di andare anche oltre la rete di sicurezza in senso stretto e di predisporre strumenti in grado di prevenire fenomeni di crisi piuttosto che gestirli solamente. La strumentazione che si sta concre-tamente realizzando sia all’interno dei Fondi già operanti (FGD e FGO), sia quella predisposta per il rico-noscimento del FGI da parte della Banca d’Italia, mira a superare per quanto possibile le oggettive difficoltà che organismi di autotutela incontrano nella rilevazione e misurazione dei rischi, nonché nella verifica dei comportamenti che sono stati talvolta all’origine dei problemi.Il FGI ha avviato, d’accordo con la Banca d’Italia, una fase di test volta a sperimentare e condividere all’inter-no del Sistema tutti gli aspetti principali di uno strumento che aumenterà il grado di coesione e di resilienza del Sistema BCC-CR nel suo complesso e che consentirà di ottenere benefici da varie normative europee.In prospettiva, quindi, il miglioramento dei sistemi di rilevazione e monitoraggio dei rischi – in buona misu-ra già predisposto nell’ambito dei lavori per il riconoscimento del FGI – e gli sforzi per contrastare e quanto più possibile prevenire fenomeni connessi con comportamenti “devianti” da parte delle Banche del sistema sono i principi cardine dell’azione della categoria nei prossimi anni. Tale azione dovrà inevitabilmente rap-portarsi con il nuovo quadro regolamentare che è in corso di definizione a livello europeo.

La riforma dello statuto-tipo delle Federazioni localiLa riforma dello statuto-tipo delle Federazioni Locali rappresenta un passaggio cruciale per mettere a fuoco il ruolo di un soggetto-chiave nella rete del Credito Cooperativo, adeguando nel contempo la normativa al mutato contesto, alle modifiche nei frattempo intervenute nello statuto-tipo delle BCC-CR e all’avvio della fase operativa del FGI.Con tale strumento, quindi, le Federazioni locali si doteranno di uno statuto che consente loro di affinare la propria capacità di monitoraggio e prevenzione delle situazioni di difficoltà e di accompagnare in modo nuovo le BCC nella loro sempre più complessa attività al servizio dei territori.

Le azioni sul nostro principale capitale: le personeUn presidio di sistema per la cultura delle competenze bancarie mutualistiche distintive e quindi nell’eroga-zione di attività formativa è una scelta strategica necessaria e coerente. In tale prospettiva è stato portato a compimento il disegno di ristrutturazione, riposizionamento e rilancio del Centro di competenza nazionale specializzato in formazione e consulenza, oggi Accademia BCC.

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Alla fine del 2012 è stato siglato l’accordo di rinnovo del CCNL in un contesto straordinario in cui sono state individuate soluzioni improntate alla moderazione salariale in aggiunta a importanti innovazioni per la salvaguardia dell’occupazione. Tali obiettivi, in un’ottica di ulteriore razionalizzazione dei costi e incremento della produttività, andranno fortemente perseguiti ancor più in occasione del prossimo rinnovo.A questo riguardo, lo scorso 26 novembre Federcasse ha comunicato alle organizzazioni sindacali la disdetta del contratto collettivo nazionale di lavoro per i Quadri Direttivi ed il Personale delle aree professionali delle BCC e Casse Rurali e del contratto collettivo nazionale di lavoro per i Dirigenti delle stesse aziende. La di-sdetta produrrà effetto a decorrere dal 1 luglio 2014.Questa decisione nasce, essenzialmente, dalla necessità di tenere conto dei mutati scenari che vedono oggi le Banche chiamate a sopportare gli effetti negativi delle crisi e – spesso – a supportare i processi di finanzia-mento dell’economia. Fattori che impongono un ripensamento delle modalità di conduzione dell’organizza-zione aziendale.Le sfide che il sistema dovrà affrontare nei prossimi mesi richiedono infatti un rinnovato impegno ed un forte senso di responsabilità per rendere coerente il nostro assetto normativo con le nuove responsabilità, i vincoli di sostenibilità e le prospettive di crescita del Credito Cooperativo.

Spazio e stimoli alle giovani generazioni di soci e di imprenditoriIl Credito Cooperativo rivolge una speciale e convinta attenzione ai giovani. Intesi non tanto come desti-natari di prodotti e servizi mirati, ma anche come interlocutori privilegiati dei territori nei quali operano le singole BCC-CR, con l’obiettivo di accoglierli nelle compagini sociali e sviluppare, in questo modo, la diffu-sione e la cultura dell’imprenditorialità e della cooperazione di credito.Le Banche di Credito Cooperativo si propongono come palestre di azione e di coinvolgimento. Creando oc-casioni in cui i giovani possano fare esperienza e pratica di protagonismo responsabile. In cui siano produtto-ri di idee, co-produttori di decisioni, attori di realizzazioni. È un modo concreto per favorire l’occupazione e l’auto-occupazione, per costruire il futuro di aree che rischiano di perdere talenti e intelligenze, per accrescere la coesione sociale.In questa logica il Credito Cooperativo italiano ha avviato già da alcuni anni il Progetto BCC. La banca dei giovani. In tale ambito, realizzazioni concrete e originali sono essenzialmente due:• l’iniziativaBuonaImpresa!perdareimpulsofattivoall’imprenditorialitàgiovanile(conprodottieservizi,

offerti anche in collaborazione con il Gruppo Bancario Iccrea e con percorsi di accompagnamento che coinvolgono le Associazioni imprenditoriali come Confcooperative e ReteImpreseItalia in materia di uti-lizzo delle garanzie e di approccio professionale alla traduzione di idee in realtà imprenditoriale durevole)

• l’iniziativaGiovaniSociBCC.Sonogiàoltre60lerealtàaggregativedeigiovanisoci(associazioni,club,consulte, ecc.) distribuite su tutto il territorio nazionale che coinvolgono decine di migliaia di ragazzi con un ventaglio di attività composito e creativo e un trend di crescita molto interessante. Due siti co-gestiti da Federcasse e dai giovani coinvolti portano il nome delle due iniziative.

1.4.4 | Alcune realizzazioni della nostra BCCRilevante è stato l’impegno della nostra banca per sostenere il territorio e le comunità di riferimento. In particolare, come meglio illustrato nel seguito, la nostra BCC ha promosso numerose iniziative ed effet-tuato vari interventi a favore di famiglie e PMI, utilizzando lo slogan “Una mano per la ripresa”. Tra le iniziative a supporto delle famiglie si evidenziano: la possibilità di prolungare la scadenza dell’ammor-tamento dei mutui sino a un massimo di 5 anni oltre il piano di ammortamento originario; la possibilità di prorogare la scadenza di prestiti chirografari per un periodo massimo pari al 50% dell’ammortamento residuo; la sospensione fino a 18 mesi del pagamento di rate su mutui ipotecari per acquisto prima casa; un plafond di € 3.000.000 per prestiti chirografari a tasso agevolato per famiglie in difficoltà economiche; l’anticipo stipendi, a fronte di accordi con datori di lavoro clienti della Banca e per un numero massimo di 3 mensilità arretrate, con garanzia personale del datore di lavoro; l’anticipo CIG; prestiti chirografari a tasso

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agevolato destinato a disabili per esigenze personali, mediche e familiari; mutui ipotecari a tasso agevolato per finanziamenti al 100% delle spese di ristrutturazione relativi a immobili destinati a civili abitazioni non-ché interventi finalizzati al risparmio energetico.Tra le iniziative a favore delle imprese si evidenziano: convenzionamento con 7 Confidi operanti in tutti i settori economici; il Piano Imprese, che prevede la sospensione fino 18 mesi del pagamento rate mutuo in ammortamento ad integrazione del piano ABI; anticipi liquidità con finanziamenti di natura chirografaria per pagamento di imposte e tasse a scadere; possibilità di finanziamento a tasso agevolato per giovani profes-sionisti; l’adesione all’iniziativa denominata “Buona Impresa”, che prevede un plafond di finanziamenti age-volati (mutuo start up a tassi agevolati; leasing strumentale a canoni personalizzati; finanziamenti ad hoc per investimenti in energie rinnovabili, ecc.), ma anche servizi di accompagnamento, consulenza per sviluppare il business plan ed il tutoraggio nei primi 24 mesi di attività. In sintesi, proprio la crisi ha evidenziato il ruolo delle Banche di Credito Cooperativo nel territorio e l’im-portanza della finanza del territorio, della finanza mutualistica, giudicata da qualcuno un modello “antico” di fare banca, ma che ha confermato anche nelle difficoltà la propria resilienza. La finanza del territorio e mu-tualistica si sta rivelando una forma di fare banca straordinariamente moderna, perché semplicemente “utile”, finanziando l’economia reale, non la speculazione, sostenendo e promuovendo l’imprenditorialità, affiancan-dosi come partner alle micro e piccole imprese, alle famiglie, ai diversi interlocutori della società civile.Questo sforzo non è stato senza prezzo: abbiamo visto crescere il numero e il volume dei crediti inesigibili, diminuire la nostra redditività, rarefarsi anche per noi la “nuova” provvista. Tutte le scelte assunte, sono però state consapevoli e coerenti con la nostra identità d’impresa, nonché interamente sostenute con le nostre ri-sorse, senza alcun ricorso all’intervento pubblico.La cooperazione ha sempre gestito il rischio d’impresa al proprio interno, non vendendolo al mercato e non esternalizzandolo.Non ha mai sofferto di “corto-terminismo”, di asservimento delle strategie aziendali alla realizzazione di ri-sultati viziati dall’ottica del breve termine.Non ha delocalizzato la produzione, ma valorizzato i territori. Anzi, ha accresciuto in questi anni il contribu-to al PIL nazionale ed il numero degli occupati.Come evidenziato nel Secondo Rapporto sulla Cooperazione in Italia recentemente pubblicato da Eurisc, contrariamente alle attese e come dimostrato dalle recenti rilevazioni censuarie dell’Istat, nel decennio 2001-2011 le imprese cooperative e, più in generale, le organizzazioni senza scopo di lucro sono cresciute a tassi superiori a quelli sia delle imprese di altro tipo che delle istituzioni pubbliche.Il ruolo della cooperazione è confermato anche dal Rapporto Unioncamere su “Cooperazione, non profit e imprenditoria sociale: economia e lavoro” presentato lo scorso 30 gennaio. Da esso si evince che il sistema cooperativo nel 2012 ha prodotto oltre 66 miliardi di euro di valore aggiunto, pari al 4,7% del reddito com-plessivo prodotto in Italia. Parliamo di 77mila imprese attive iscritte a fine 2013 nei Registri delle Camere di commercio, di oltre 1 milione e 200mila occupati censiti nel 2011 ed una domanda di lavoro programmata per il 2013 che raggiunge le 73.500 unità.La formula della banca mutualistica funziona a tutte le latitudini, come dimostrano anche esperienze di coo-perazione internazionale di cui siamo partner che rappresentano indubbi casi di successo.In particolare, il progetto Microfinanza Campesina in Ecuador, attivo da 10 anni, ha coinvolto oltre 220 Banche di Credito Cooperativo che hanno messo a disposizione di Codesarrollo un plafond di oltre 40 mi-lioni di dollari per finanziamenti a condizioni agevolate a beneficio di oltre 150 mila famiglie di campesinos e delle attività a queste collegate.I finanziamenti erogati sviluppano importanti moltiplicatori sociali. In particolare, si può stimare che i pool delle BCC-CR dal 2007 hanno permesso ad oltre 12.000 donne ecuadoriane di ricevere prestiti per un to-tale di oltre 45 milioni di dollari, hanno favorito nelle piccole comunità la costruzione di oltre 2.000 nuove case e la ristrutturazione di altre 1.800, hanno facilitato l’acquisto di 5.400 ettari di terra (per un valore tota-le di oltre 12 milioni di dollari) e la legalizzazione comunitaria di quasi 90.000 ettari.Altre risorse a tasso agevolato sono state messe a disposizione del FEPP (ONG ecuadoriana, di cui Codesar-

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rollo è emanazione diretta), raggiungendo nel tempo un totale di circa 4 milioni di dollari, che sono serviti per la costruzione delle sedi di alcune casse rurali, per l’acquisto di certificati di partecipazione al capitale di Codesarrollo, per il rafforzamento delle imprese che fanno parte del Gruppo Sociale Fondo Ecuadoriano Populorum Progressio.La nostra Banca ha aderito al progetto “Missione del Credito Cooperativo in Ecuador” partecipando attiva-mente, con una dotazione pari a € 80.000, sull’intervento “Microfinanza Campesina”, promosso per favorire la nascita e lo sviluppo di un sistema finanziario alternativo basato sul modello delle BCC. Sono 160 diverse BCC coinvolte in tutta Italia. L’iniziativa si concretizza in una sorta di grande gemellaggio tra le Banche Italiane e Codesarrollo una banca Ecuadoriana per sostenere lo sviluppo e la crescita delle nascenti casse rurali. Dal 2002 il movimento del Credito Cooperativo Italiano ha accordato finanziamenti a Codesarrolo, in particolare per finanziare progetti a sostegno delle attività agricole e produttive dei giovani e delle donne ecuadoriane e per facilitare la legalizzazione delle terre a favore di campesinos ed indigeni.

1.5 | L’unione bancariaPer rispondere alle carenze dell’assetto istituzionale e normativo resesi evidenti nella crisi, l’Unione Europea ha avviato un’agenda di riforme a tutto campo. Da luglio 2007 ad oggi la Commissione ha emanato circa 40 proposte di normative su materie bancarie e/o finanziarie, di cui circa la metà già definitivamente approvate. Spiccano, per impatto, le seguenti:• laCRDIVeCRR,cherecepiscononell’UnioneleregolediBasilea3;• laDGS–DepositsGuaranteeSchemes;• laBRRD–BanksRecovery&Resolution;• ilSRM–SingleResolutionMechanism;• l’EMIR–EuropeanMarketInfrastructures;• laMiFID2/MiFIR–MarketsinFinancialInstruments.

Tali misure costituiscono architravi e pilastri di un nuovo quadro di riferimento normativo: l’Unione Banca-ria. Si tratta di un traguardo di grandissimo rilievo che, fra le altre cose, intende risolvere alla radice il grave problema che ha minacciato di disintegrare l’Unione monetaria tra il 2011 e il 2012, ovvero il cosiddetto “trilemma finanziario” ovvero l’impossibilità di avere insieme e contemporaneamente:a) l’integrazione dell’eurozona;b) il perseguimento della stabilità finanziaria sistemica;c) il mantenimento delle sovranità nazionali sulle politiche fiscali e la vigilanza bancaria e finanziaria.

1.5.1 | Una innovazione istituzionale e regolamentare di grande portataIl quadro armonizzato per la prevenzione, la gestione delle criticità e la liquidazione delle banche in cri-si costituisce una innovazione normativa di notevole portata. In sostanza, l’attività bancaria sarà presidiata, dall’ingresso nel mercato fino all’eventuale uscita, da apposite discipline progressivamente coordinate e sotto-poste alla vigilanza di un meccanismo di Autorità centrali a livello europeo.La Federazione Italiana delle BCC nelle apposite sedi istituzionali ha rappresentato con forza la necessità di assicurare che le norme non siano scritte con riferimento esclusivamente alle caratteristiche della società per azioni, magari quotata in un mercato regolamentato, strutturata a forma di gruppo verticale, con operatività transfrontaliera. Perché il pluralismo bancario è precondizione per realizzare la democrazia economica.Inoltre, sono stati posti, a tutela della realtà delle BCC, una serie di presidi normativi incentrati sulla valoriz-zazione del network cooperativo rispetto a quattro potenziali rischi:• ilprimorischioriguardagliimpattisullesceltediallocazionedelrisparmio.

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Viene introdotto come principio generale, che ammetterebbe solo poche e marginali eccezioni, il cosiddet-to bail-in. In pratica, si prevede che, nella risoluzione della crisi di una banca, le perdite vadano assorbite, oltre che dagli azionisti e dai possessori di passività subordinate, anche dai detentori di passività bancarie senior, secondo una gerarchia predefinita, prima di ogni intervento di un fondo di risoluzione o di un eventuale aiuto pubblico.

L’introduzione del bail-in come principio generale produce un messaggio chiaro: in caso di liquidazione di una banca, deve pagare, oltre che l’azionista, anche l’investitore, incluso il cittadino-risparmiatore. La percezione della protezione del risparmio affidato alla banca, finora molto forte e costituzionalmente tute-lata in Italia (art. 47), potrebbe risultare pertanto alterata. Inoltre, potrebbe emergere un rischio di diverso utilizzo del bail-in a seconda che esso sia applicato ad una grande banca a rilevanza sistemica oppure ad una piccola banca, generando uno svantaggio concorrenziale non accettabile.

Federcasse ha pertanto lavorato per far sì che si riconoscessero vantaggi espliciti alle banche che aderiscono ad un IPS (schema di protezione istituzionale, quale il FGI) in termini di riduzione del profilo di rischio.

• Il secondorischioèche ilMeccanismoUnicoper laRisoluzionedellecrisi (SRM)nontengacontodiesperienze positive maturate in alcuni Paesi in termini di “autoriparazione” delle situazioni di crisi (come il FGD) e che si abbia un aggravio di costi derivante dall’introduzione di un Fondo europeo di risoluzione con obblighi contributivi anche per le piccole banche, in aggiunta ai contributi dovuti (dal 2015 anche ex ante) al Fondo di Garanzia dei Depositanti.

Anche in questo caso si è lavorato per valorizzare le buone esperienze realizzate all’interno del Credito Co-operativo.

• Terzorischio:ilrapportotraintegritàdelmercatounicoepluralismodeisoggetti. Se l’intera struttura dell’Unione Bancaria è volta ad intercettare e quindi prevenire il crearsi di crisi sistemi-

che, essa deve guardare necessariamente in modo differente alle grandi realtà bancarie internazionali rispet-to a quelle piccole e locali. E, al riguardo, si sono fortemente rappresentate le esigenze di proporzionalità, gradualità ed opportunità della normativa.

• Quartorischio:ilvincoloall’eserciziodell’artedelbanchiere,cheèdiscernimento. La grande mole di regole e la definizione di troppo dettagliati standard tecnici potrebbe ridurre ed ingab-

biare in un set normativo troppo rigido l’elasticità tipica dell’impresa bancaria. L’arte del banchiere, che è valutazione del merito, ne sarebbe danneggiata, con riflessi negativi anche per il credito alle famiglie e alle imprese.

Federcasse anche sotto questo aspetto ha chiesto che i meccanismi di realizzazione dell’Unione Bancaria tengano adeguatamente conto di una proporzionalità strutturata e strutturale.

1.6 | Prepararsi al futuro già presenteI cambiamenti sociali e demografici ci pongono sfide ineludibili: nel welfare, nell’equità intergenerazionale, nella costruzione di un Paese veramente interculturale.Le nuove tecnologie pervadono la nostra quotidianità, modificando il modo di lavorare, produrre, consu-mare, investire, risparmiare e perfino di accedere al credito. Ma, soprattutto, incidendo in profondità nelle modalità di relazione interpersonali, sempre più intermodali, virtuali, veloci, dunque, almeno in parte, cam-biando il nostro modo di essere.In questo contesto si aprono o si allargano ulteriormente nuovi spazi di azione per l’impresa cooperativa. Cioè per quell’insieme di persone e imprese che riescono a far convergere l’efficienza dell’azione privata con l’interesse generale e il bene comune.Le risposte della nostra BCC già vanno in questa direzione, ma dovranno farlo con ancor maggior coraggio nel prossimo futuro: con una rinnovata capacità di servizio, avvalendoci della rete a cui apparteniamo.

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1.6.1 | Le aree di intervento per le BCCIl futuro della BCC è necessariamente plurale. L’Europa che arriva non può trovare la BCC sola, singolar-mente esposta a venti, anche sconosciuti, che rischierebbero di sradicarla. Far parte di una rete, ricorrere ad essa in questo momento, è la scelta strategica per contrastare ogni pericolo. Sotto quest’ottica va guardata l’adesione alla fase di test del Fondo di Garanzia Istituzionale: un argine, come detto poc’anzi, contro la cor-rente, contro la nuova alluvione normativa che l’Unione Bancaria genera già ora e da qui ai prossimi anni.La presenza di uno schema di protezione istituzionale, previsto in diverse Direttive e Regolamenti europei, quale il FGI, costituisce concretamente un presidio di coesione, di tutela e di auto-organizzazione che con-sente di dare maggior ordine al sistema, di attenuare in prospettiva i costi crescenti delle norme, di ottenere vantaggi in termini di maggiore incisività nella prevenzione delle crisi, di liberazione di patrimonio (risorsa sempre più preziosa e sempre più scarsa), di efficientamento della liquidità di sistema, di efficienza nella ge-stione dei derivati di copertura e di possibilità di difesa di fronte al rischio insito in strumenti come il bail-in e all’incertezza che genera la costituzione di nuovi organismi europei come il Resolution Fund. Di proteggere meglio i nostri soci, con ciò assolvendo meglio al nostro dovere di servire i cooperatori del credito.

1.6.2 | Re-interpretare il modello BCCAnche nel “buio” degli anni più recenti, la BCC-CR ha continuato ad erogare credito, rimanendo coerente con la funzione di servizio alla propria base sociale e alla comunità di cui è espressione.Ma la crescita degli impieghi, in questa fase congiunturale avversa, si è trasformata da fattore di successo in fattore di vulnerabilità: la persistente crescita dei finanziamenti ha indotto, infatti, un progressivo degrado della qualità del credito. Il peso delle rettifiche di valore è diventato rilevante e condiziona sempre più spesso la chiusura in positivo del bilancio.

È necessario, come primo ambito d’intervento, valutare il merito di credito con attenzione ancora più scrupolosa e con ulteriore prudenza, e nel contempo non rinunciare alla funzione di stimolo e sostegno all’economia del nostro territorio. Una dose di rischio è inevitabile. Ma oggi non si può sbagliare. Dobbiamo essere ancora più selettivi. Discernere in modo nuovo è un imperativo.

Secondo ambito di intervento: il presidio territorialeNell’ultimo triennio gli sportelli delle BCC-CR hanno continuato a crescere a fronte di una diminuzione registrata sia in Europa (anche da parte di altri sistemi bancari cooperativi) sia in Italia.La nostra azienda opera con n. 9 sportelli nelle seguenti piazze in concorrenza con il sottoindicato numero di intermediari:• SanGiovanniRotondo-presentialtri7IstitutiBancaricon7sportelli;• Carpino-presenteunaltroIstitutoBancariocon1sportello;• SanMarcoInLamis-presentialtri4IstitutiBancaricon4sportelli;• RignanoGarganico-nessunaltroIstitutoBancario;• Foggia-presentialtri21IstitutiBancaricon57sportelli;• Manfredonia-presentialtri9IstitutiBancaricon15sportelli;• MonteSant’Angelo-presentialtri4IstitutiBancaricon4sportelli;• SanSevero-presentialtri11IstitutiBancaricon14sportelli.

La strategia di sviluppo “estensivo” necessita oggi di adeguate riflessioni: il “principio di prossimità” deve or-mai essere sostenuto dalla necessità che le filiali producano effettivamente reddito e che siano proiettate verso la declinazione tecnologia (dematerializzazione, multiaccessibilità, mobilità).

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Terzo ambito di intervento: la gestione del risparmioVa rafforzato l’impegno per attrarre verso la BCC-CR crescenti flussi di raccolta indiretta, il cui ammontare è oggi molto lontano dalle nostre quote di mercato in altri ambiti operativi. Tale azione va sostenuta e svi-luppata innanzitutto nei confronti dei soggetti da noi finanziati, in primis gli imprenditori, che affidano poi ad altri intermediari la gestione delle proprie ricchezze.

Quarto ambito di intervento: l’efficienza del capitaleIl capitale è oggi risorsa scarsa e sempre più preziosa. Pertanto diventa strategico il pieno ed efficace utilizzo degli strumenti pubblici di mitigazione del rischio ed in generale della filiera delle garanzie. In particolare, del Fondo Centrale di Garanzia delle PMI.

Quinto ambito di intervento: la redditivitàIl margine di interesse risente degli andamenti congiunturali (bassi tassi e domanda debole) e del processo di disintermediazione dell’attività bancaria previsto nei prossimi anni. A fronte di tale andamento, per conseguire un rafforzamento strutturale della profittabilità e continuare a irrobustire il patrimonio, la nostra azienda dovrà intervenire sui costi, la cui rigidità non è compatibile con la complessa trasformazione che stiamo vivendo.

La nostra banca sta ponendo in atto tutta una serie di misure per incrementare in modo stabile i ricavi, an-cora troppo dipendenti dal margine di interesse, attraverso una “lettura” attenta dei bisogni vecchi e nuovi della nostra comunità, e per offrire servizi utili ai nostri soci e clienti nei diversi momenti della vita personale, familiare e professionale: fondi previdenziali, servizi assicurativi, servizi di welfare comunitario su base mu-tualistica o in collaborazione con reti cooperative integrate. Ma anche la monetica, i sistemi di pagamento in mobilità, il rilancio del risparmio gestito, i servizi di assistenza alle imprese che esportano.La BCC sta lavorando con maggiore incisività ed urgenza al riposizionamento del modello di business dal-la “gestione denaro” alla “gestione servizi”, investendo in cultura, formazione, organizzazione, competenza manageriale. E valorizzando tutte le sinergie con le banche di secondo livello, impegnate a supportare con risposte efficaci ed efficienti l’attività della BCC sul territorio.

1.7 | Il conseguimento degli scopi statutari: criteri seguiti nella gestione sociale per il conseguimento dello scopo mutualistico della società cooperativa ai sensi dell’art. 2 L. 59/92 e dell’art. 2545 c. c.Intensa l’attività di collegamento con la base sociale. Il numero dei soci è in progressivo e costante aumento con il coinvolgimento di tutte le categorie sociali ed una particolare attenzione alla componente femminile e giovanile. Nel corso dell’anno è stata intrapresa un’attività di verifica della persistenza delle condizioni e dell’operatività previste dalle linee guida della Vigilanza cooperativa. Oltre ai vantaggi propri del cliente, ai soci sono dedicati in via esclusiva particolari benefici. La BCC, per sua natura, è portata a conoscere diretta-mente i propri clienti: il rapporto banca-cliente è più immediato, semplice e personalizzato. Risulta facilitato anche in termini di tempo necessario allo svolgimento delle pratiche, l’accesso al credito e agli altri servizi bancari. Tutto ciò vale anche per le imprese. Sono numerosi gli interventi della BCC a favore della colletti-vità. In primo piano è il ruolo di stimolo diretto per l’economia, che la BCC svolge impiegando le risorse finanziarie a tutto vantaggio del territorio nel quale le raccoglie. Molto esteso è anche l’ambito di intervento extra economico, che la Banca realizza e che vede come suoi interlocutori: i Soci, i clienti, le famiglie, le comunità del territorio le istituzioni, le organizzazioni no-profit della cultura, dell’ambiente, dello sport e della solidarietà, le scuole e le associazioni di categoria. Nel corso dell’anno 2013 la BCC è stata costantemente impegnata in mirate campagne di comunicazione tese a pro-pagandare la cooperazione sul territorio ed è stata presente, inoltre, in numerose iniziative con lo scopo di testimoniare la volontà di essere parte attiva del territorio stesso. Al riguardo, anche per questo argomento, viene dato un importante contributo nel bilancio sociale.

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Al 31 dicembre 2013 il capitale sociale ammonta a € 554.054,2. Le azioni sottoscritte sono in totale 107.369 per un valore nominale di € 5,16.

Collegamento con l’economia locale e impegno per il suo sviluppoRelativamente all’attività di raccolta del risparmio, di esercizio del credito e di espletamento dei servizi ban-cari a beneficio e a favore dei soci in particolare, ma anche di tutte le componenti dell’economia locale (fami-glie, medie/piccole imprese), attraverso un’assistenza bancaria particolare e personalizzata e l’applicazione del-le più vantaggiose condizioni praticabili, si rinvia a quanto più dettagliatamente esposto nel bilancio sociale.La BCC di San Giovanni Rotondo, in coerenza con i principi di mutualità, localismo e solidarietà, consa-pevole dell’importanza che la propria attività riveste sul territorio, da sempre effettua interventi di mutualità che costituiscono parte integrante della propria vocazione di cooperativa a carattere sociale.Destinatari degli interventi sono esclusivamente enti e associazioni senza fini di lucro, operanti in via priori-taria sul territorio di competenza dalla banca.Gli ambiti operativi in cui opera sono i più disparati.Nell’ambito culturale promuove e sostiene iniziative nel campo dell’arte (con restauri, mostre, pittura, esibi-zioni folkloristiche, concerti di musica, rappresentazioni teatrali ecc.) valorizzando la tradizione ed il patri-monio artistico locale; pubblica e sostiene la presentazione di libri che caratterizzano il proprio territorio.È sensibile agli obiettivi delle associazioni di volontariato accompagnandone il percorso e favorendone lo sviluppo. È intervenuta in favore di oratori e parrocchie, con interventi di recupero, promuovendo manifestazioni del-la tradizione religiosa locale.In ambito sportivo è stata di supporto alle varie associazioni sportive favorendo l’integrazione, la coesione sociale e lo spirito ludico in campo agonistico.Particolare attenzione mostra verso le nuove generazioni sia in termini di condizioni applicate ai servizi sia in termini di offerta finanziaria e creditizia con iniziative collegate a percorsi universitari e post laurea. Favorisce esperienze di studio in paesi esteri qualificando e accompagnando lo studente nella sua integrazione.

Sviluppo dell’impresa cooperativa e principi mutualistici Mentre i difficili equilibri economico/finanziari dei mercati mondiali hanno messo in crisi il sistema banca-rio nazionale, il sistema del credito cooperativo ha registrato risultati nettamente anticiclici, continuando a dare una forte fiducia al territorio locale.Il successo delle politiche strategiche delle BCC, risiede nella viva promozione dei valori cooperativi assunti quotidianamente come stile di vita. Infatti, la costante presenza attiva della banca nei progetti del territorio, ha permesso alle realtà locali di assorbire meglio gli influssi negativi della crisi.

1.8 | Le “persone”Infine le persone. A decretare il successo di un’azienda sono sempre le persone che la costituiscono e qual-sivoglia progetto, per avere possibilità di serio e duraturo successo, deve far leva sulle “persone” e sulla loro crescita, deve trovare nel tempo stesso supporto, stimoli ed obiettivi. Nel nostro futuro sarà pertanto in-dispensabile investire sempre più ed a tutti i livelli, nella preparazione tecnica, nella professionalità e nelle competenze. Dagli organi di governo agli organi esecutivi, dal management ai dipendenti, per finire ai soci, ai quali è richiesto di essere protagonisti della “vita” e delle “attività” della banca. Occorre supportare la crescita dei nostri collaboratori, in particolar modo dei più giovani, aiutandoli a svi-luppare le competenze tecnico-professionali insieme al senso di appartenenza, educandoli al nostro modo “differente” di fare banca ma formandoli al confronto con l’ ”esterno” ed alla cultura del cambiamento.Avere buone competenze, senso di appartenenza motivazionale e flessibilità culturale e operativa e, soprat-tutto, essere appassionati per il proprio lavoro, sono sicuramente gli strumenti essenziali per non soccombere nelle difficili sfide che dovremo affrontare sul mercato nei prossimi anni.

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La gestione della Banca Andamento della gestione e dinamiche dei principali aggregati di Stato Patrimoniale e di Conto Economico 2

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Nella doppia pagina precedente:Campo di girasoli e, sullo sfondo, pale eoliche in agro di Foggia.

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2.1 | Gli Aggregati Patrimoniali

Il grafico mostra la dinamica dei principali aggregati patrimoniali evidenziando la crescita e la diversa struttura, nei periodi considerati, dei propri assets. In particolare, si rileva un sensibile incremento della raccolta diretta (+16,7%), che ha sostenuto nell’esercizio la crescita dei crediti verso la clientela (+6,6%) e

i maggiori investimenti in attività finanziarie (+23,2%).

La gestione della Banca Andamento della gestione e dinamiche dei principali aggregati di Stato Patrimoniale e di Conto Economico

2

STATO PATRIMONIALE ATTIVO

€/000 12-2013 12-2012 Var. ass. Var. % Comp. % Banca

Cassa e titoli 125.750 95.314 30.435 31,93% 26,15%

Crediti verso banche 48.863 46.612 2.251 4,8% 10,16%

Crediti verso clientela 290.723 272.698 18.025 6,6% 60,46%

di cui sofferenze 13.099 10.563 2.536 24,0% 2,72%

Attività materiali 7.091 7.613 (522) -6,9% 1,47%

Altre attività 3.961 6.429 (2.468) -38,4% 0,82%

Totale dell’attivo 480.891 428.667 52.224 12,2% 100,0%

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La nuova composizione degli aggregati ha consentito di riequilibrare il rapporto impieghi su raccolta diretta che negli anni precedenti era particolarmente lievitato: a seguito di un attento monitoraggio, indirizzando la rete in specifiche azioni mirate ad incentivare la raccolta e a sostenere la crescita degli impieghi, tale rapporto è passato dal 74,87% per il 2012 al 70,01% per l’esercizio 2013. Lo stesso rapporto calcolato sull’aggregato depurato della raccolta da Banche è pari al 77,47% (84,78% per il 2012).L’incidenza percentuale dei crediti verso la clientela sul totale dell’attivo passa dal 63,62% dell’esercizio 2012 al 60,46% dell’esercizio 2013, in quanto, la composizione dell’aggregato ha subito nell’esercizio una diversa allocazione della nuova liquidità derivante dalla raccolta che, oltre ad essere stata utilizzata nel comparto cre-diti per la parte residuale, è stata investita in depositi bancari a breve e in titoli governativi.

STATO PATRIMONIALE PASSIVO E PATRIMONIO NETTO

€/000 12-2013 12-2012 Var. Ass. Var. % Comp. % Banca

Debiti verso banche 40.017 42.604 (2.587) -6,1% 8,32%

Raccolta diretta 375.259 321.648 53.611 16,7% 78,03%

Debiti verso clientela 215.331 184.062 31.269 17,0% 44,78%

Titoli in circolazione 159.929 137.586 22.342 16,2% 33,26%

Altre passività 6.637 6.647 (10) -0,1% 1,38%

Fondo TFR 1.127 1.125 2 0,2% 0,23%

Fondi per rischi ed oneri: 295 297 (2) -0,8% 0,06%

Patrimonio netto 57.555 56.345 1.210 2,1% 11,97%

Totale del passivo e patrimonio netto 480.891 428.667 52.224 12,2% 100,0%

2.1.1 | La Raccolta Totale

RACCOLTA TOTALE

€/000 12-2013 12-2012 Var. ass. Var. % Comp. % Banca

Raccolta Diretta da Clientela 375.259 321.648 53.611 16,7% 79,3%

Raccolta Diretta da Banche 40.017 42.604 (2.587) -6,1% 8,5%

Raccolta Indiretta 57.840 71.593 (13.753) -19,2% 12,2%

Totale Raccolta 473.116 435.844 37.271 8,6% 100,0%

Nel corso del 2013 si è assistito ad una conferma del trend di crescita della raccolta, conseguente non solo alla apertura della filiale di San Severo, avvenuta negli ultimi mesi del 2012, ma anche al consolidamento di alcune filiali aperte da pochi anni oltre alla maggiore visibilità ottenuta dalla nuova posizione più strategica della filiale di Foggia, sulla quale sono state acquisite posizioni di rilievo. A questo si aggiunge anche parte della liquidità riveniente dalla raccolta indiretta.

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Sul fronte della raccolta totale (diretta+indiretta) si rileva un incremento complessivo del 10,13% rispetto all’esercizio precedente: nello specifico la raccolta diretta da clientela ha beneficiato di un incremento del 16,7% (7,05% per l’anno 2012), mentre la raccolta indiretta ha fatto registrare una riduzione di oltre 13 mi-lioni di euro (-19,2%). In termini di incidenza sul totale della raccolta, la diretta passa dal 73,8% del 2012 al 79,3% per il 2013, mentre l’indiretta scende dal 16,4% del 2012 al 12,2% per il 2013.La raccolta diretta da banche si è sostanzialmente assestata sulle esposizioni a medio termine (LTRO) otte-nute negli esercizi precedenti con la partecipazione alle aste BCE (complessivamente 40 milioni di euro), mentre le esposizioni a breve per circa 2,6 milioni di euro sono state totalmente estinte: pertanto l’incidenza sul dato aggregato della raccolta totale scende al 8,5% (9,8% per il 2012).

2.1.2 | La Raccolta DirettaLa dinamica della raccolta diretta totale registra un incremento di oltre 51 milioni di euro, pari al 14% ri-spetto alla variazione positiva avutasi nel precedente esercizio (10,73%).

RACCOLTA DIRETTA

€/000 12-2013 12-2012 Var. ass. Var. % Comp. % Banca

Comp. % BCC Federazione

Debiti verso Banche 40.017 42.604 (2.587) -6,1% 9,6% 18,6%

Debiti verso la clientela 215.331 184.062 31.269 17,0% 51,9% 81,4%

Conti correnti 133.340 115.934 17.406 15,0% 32,1% 34,8%

Depositi liberi e vincolati 81.990 68.128 13.862 20,3% 19,7% 24,8%

Titoli in circolazione 159.929 137.586 22.342 16,2% 38,5% 21,8%

Obbligazioni 74.080 59.306 14.774 24,9% 17,8% 8,1%

Certificati di Deposito 85.849 78.280 7.569 9,7% 20,7% 13,7%

Totale Raccolta Diretta 415.276 364.252 51.024 14,0% 100,0% 100,0%

La componente a breve termine (c/c passivi e dei depositi a vista) è pari al 51,9% (50,5% esercizio preceden-te), mentre l’aggregato della la raccolta “stabile” (certificati di deposito e obbligazioni) rappresenta il 38,5% (37,8% nel 2012) della raccolta totale.Come si rileva dalla tabella tutte componenti della raccolta diretta hanno avuto incrementi significativi: nello specifico l’introduzione del deposito vincolato (con tre distinti prodotti per soci, non soci e minori per com-plessivi circa 17 milioni di euro) che ha assorbito parzialmente la crescita dei certificati di deposito, oltre l’in-cremento delle obbligazioni emesse (garantite dal Fondo di Garanzia degli Obbligazionisti) hanno permesso di migliorare l’allineamento delle scadenze della raccolta stabile con gli impieghi a medio termine.La Banca, nel mese di marzo ha curato anche una seconda emissione T.R.E.M. Bond per un importo com-plessivo di circa 6,9 milioni di euro (una prima emissione è stata fatta nel precedente esercizio per circa 6 milioni di euro).I T.R.E.M. Bond (titoli di risparmio per l’economia meridionale - decreto del M.E.F del 1/12/2011) - che beneficiano di un’imposta sostitutiva sugli interessi maturati dai sottoscrittori pari al 5% in luogo dell’aliquo-ta fiscale del 20% - sono finalizzati a favorire l’incremento dell’offerta di credito nel Mezzogiorno e a ridurre lo squilibrio esistente tra le Regioni meridionali e le altre aree del Paese. Difatti, le risorse raccolte con l’emissione di tali titoli devono essere impiegate per finanziare progetti di inve-stimento di piccole e medie imprese del Mezzogiorno e per sostenere progetti etici. I finanziamenti devono avere una scadenza superiore a 18 mesi.

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Le Banche che emettono i prestiti suddetti, hanno l’obbligo di segnalare annualmente al M.E.F., l’ammon-tare degli incrementi degli impieghi a medio e lungo termine effettuate nei confronti delle piccole e medie imprese del Mezzogiorno.Alla data del 31 dicembre 2013, l’incremento degli impieghi a medio e lungo termine effettuati nel corso del 2013 verso le piccole e medie imprese del Mezzogiorno, segnalati al M.E.F. ha superato i 15 milioni di euro (valore maggiore all’importo raccolto con l’emissione T.R.E.M. Bond).Confrontando la composizione della raccolta della Banca rispetto alla media delle BCC di Puglia e Basili-cata, si osserva una minor indebitamento verso Banche (l’incidenza percentuale dell’aggregato delle BCC di Puglia e Basilicata è circa il doppio dell’aggregato della Banca) e una maggiore raccolta delle componenti stabili e a medio termine.

2.1.3 | La raccolta indiretta da clientelaLa raccolta indiretta ha subito una riduzione del 19,2%.

RACCOLTA INDIRETTA

€/000 12-2013 12-2012 Var. ass. Var. % Comp. % Banca

Raccolta Amministrata 43.083 59.205 (16.122) -27,2% 74,5%

Titoli di Stato 43.083 59.205 (16.122) -27,2% 74,5%

Risparmio Gestito 14.757 12.388 2.369 19,1% 25,5%

Gestioni patrimoniali 363 361 2 0,6% 0,6%

Prodotti di terzi assicurativi 6.791 6.398 393 6,1% 11,7%

Altre quote di OICR 7.603 5.629 1.974 35,1% 13,1%

Totale Raccolta Indiretta 57.840 71.593 (13.753) -19,2% 100,0%

Analizzando la composizione della voce esaminata, si constata come nel corso dell’esercizio gli assets di por-tafoglio della clientela che hanno subito una riduzione sono quelli relativi alla raccolta amministrata, mentre a seguito di una rivisitazione dell’offerta commerciale e di prodotti particolarmente performanti (aureo cedo-la o prodotti di BCC Vita) il risparmio gestito ha beneficiato di un sensibile incremento del 19,1%.

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Bilancio e relazioni · Esercizio 2013

2.1.4 | Gli impieghi con la clientelaI crediti per cassa con clientela al netto delle rettifiche di valore (voce 70 dell’attivo) si attestano al 31 dicem-bre 2013 a circa 291 milioni di euro, segnando un incremento del 6,6% rispetto all’esercizio precedente, in controtendenza rispetto alla contrazione registrata su base annuale dall’industria bancaria (-4,4%). Gli impieghi si sono principalmente indirizzati sui segmenti famiglie e piccole imprese, a testimonianza di come la Banca continui a sostenere il territorio di elezione pur in un contesto oggettivamente difficile a causa dell’accresciuta rischiosità degli attivi connessi al peggioramento delle condizioni dell’economia reale.

CREDITI VERSO LA CLIENTELA

€/000 12-2013 12-2012 Var. ass. Var. % Comp. % Banca

Comp. % Fed.

Conti correnti 24.756 25.191 (435) -1,7% 8,5% 14,6%

Mutui 193.123 182.762 10.361 5,7% 66,4% 63,7%

Carte di Credito, prestiti personali 20.757 19.959 798 4,0% 7,1% 2,3%

Crediti rappresentati da titoli: portafoglio 5.979 4.121 1.858 45,1% 2,1% 3,9%

Altri finanziamenti 15.935 15.471 464 3,0% 5,5% 5,4%

Attività deteriorate 30.173 25.195 4.978 19,8% 10,4% 10,1%

Totale Crediti verso la Clientela 290.723 272.698 18.025 6,6% 100,0% 100,0%

Dalla tabella si evidenzia una crescita su tutte le forme tecniche. Nello specifico: le forme tecniche a medio termine (mutui + prestiti personali) che rappresentano la compo-nente più corposa dell’aggregato totale dei crediti con una incidenza del 73,5%, hanno segnato complessi-vamente una variazione positiva di oltre 11 milioni di euro (+5,5%). I conti corretti rappresentano l’8,5% dell’aggregato e hanno segnato una variazione negativa dell’1,7%. La parte residuale dell’aggregato pari al 7,8% comprende i crediti rappresentati da titoli con un incremento del 45,1% e gli “altri finanziamenti” (anticipi sbf e sovvenzioni diverse) che hanno segnato un aumento del 3%.Confrontando la composizione degli impieghi rispetto alla media delle BCC di Puglia e Basilicata, si osserva che permangono margini di crescita sui conti correnti, mentre sono sostanzialmente in linea gli altri aggregati.

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QUALITÀ DEL CREDITO VERSO LA CLIENTELA (VALORI NETTI)

€/000 12-2013 12-2012 Var. ass. Var. % Comp. % Banca

Sofferenze 13.099 10.563 2.536 24,0% 4,5%

Incagli 13.643 10.715 2.928 27,3% 4,7%

Esposizioni scadute 3.431 3.917 (486) -12,4% 1,2%

Totale attività deteriorate 30.173 25.195 4.978 19,8% 10,4%

Crediti in bonis 260.550 247.503 13.047 5,3% 89,6%

Totale Crediti verso la Clientela 290.723 272.698 18.025 6,6% 100,0%

L’acuirsi della crisi, che ormai manifesta i suoi effetti da diverso tempo, determina in modo inequivocabile anche il deterioramento della qualità del credito. Infatti il dato aggregato relativo alle attività deteriorate segna un incremento del 19,8% (16,5% per il 2012) con un’incidenza sul totale dei crediti pari al 10,4% (9,2% per il 2012). Tutti i valori sono annotati al netto delle rettifiche di valore effettuate. I crediti deteriorati lordi sono circa 44 milioni di euro e sono contabilizzati, conformemente alla normativa sui principi contabili IAS, escludendo il computo degli interessi maturati. Tale dinamica ha interessato sensibilmente le posizioni a sofferenza, con un incremento del 24%, e degli in-cagli che crescono del 27,3%, con una corrispondente riduzione delle esposizioni scadute (-12,4%).Il rapporto sofferenze nette/impieghi verso la clientela è pari al 4,51% in aumento rispetto all’esercizio 2012 (3,87%).

Anche il rapporto fra sofferenze nette e patrimonio netto segue la stessa tendenza passando dal 18,75% dell’esercizio 2012 al 22,76% dell’esercizio 2013.

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Bilancio e relazioni · Esercizio 2013

A conferma di quanto sopra riportato anche il rapporto crediti incagliati netti su impieghi verso la clientela passa dal 3,93 % del 2012 al 4,69% per l’esercizio 2013.

Le variazioni dell’esercizio che determinano gli incagli lordi derivano principalmente per circa 10,8 milioni di euro dal deterioramento di crediti in bonis, per circa 1,4 milioni di euro dalla normalizzazione degli indi-catori di anomalia di crediti in precedenza classificati ad incaglio, e per circa 3,8 milioni di euro da incassi.

La dinamica di tali indicatori correlata al perdurare di critiche dinamiche dei mercati finanziari e alle pro-spettive del contesto macro-economico, ha determinato la necessità di adottare una politica di credito più selettiva e un monitoraggio strutturale e strutturato delle posizioni deteriorate, prevenendo per quanto possi-bile nuovi deterioramenti ed anticipandone le dinamiche.

Nel corso del 2013, pur continuando ad essere presenti sul territorio per sostenere il tessuto economico e so-ciale, si sono rafforzati gli interventi organizzativi peraltro già assunti nello scorso esercizio, tesi a sensibilizza-re i presidi operativi per i nuovi affidamenti e per una gestione proattiva delle posizioni problematiche ricor-rendo ad un rafforzamento delle garanzie a presidio dei nostri rischi. Analoghe considerazioni valgono per gli impieghi verso le famiglie, che ferme restando le rinnovate politiche di sostegno, dovranno essere sottoposti ad un monitoraggio costante e ad una preventiva e stringente analisi di qualità che tenga opportunamente conto del contesto economico e delle concrete capacità di rimborso.

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TIPOLOGIA ESPOSIZIONI Esposizione lorda Rettifiche di valore

specifiche Rettifiche di valore

di portafoglio Esposizione netta

incidenza %

Indice dicopertura

Indice dicopertura

incidenza %

Esposizioni per cassa

Attività deteriorate 43.729 14,29% 13.556 31,00% 0 0,00% 30.173 10,38%

a) sofferenze 24.919 8,14% 11.820 47,43% 0 0,00% 13.099 4,51%

b) incagli 15.236 4,98% 1.593 10,45% 0 0,00% 13.643 4,69%

d) esposizioni scadute 3.574 1,17% 143 4,00% 0 0,00% 3.431 1,18%

Altre attività 262.287 85,71% 0,00% 1.737 0,66% 260.550 89,62%

Totale crediti verso la clientela 306.016 100,00% 13.556 100,00% 1.737 100,00% 290.723 100,00%

Sul fronte degli indici di copertura, ovvero il rapporto tra le rettifiche di valore complessive e l’esposizione lorda, si evidenzia una copertura complessiva dei crediti deteriorati, che passa dal 30,29% del 31 dicembre 2012 al 31% del 31 dicembre 2013. Per quanto concerne i crediti in bonis, il livello di copertura pari a 0,66%, rimane invariato rispetto a quello del precedente esercizio.Quanto alla consistenza della garanzia sul credito erogato, si evidenzia che oltre il 69,89% del totale dei cre-diti è assistito da garanzia reale.

CONCENTRAZIONE DEI RISCHI

€/000 31/12/2013 Comp. % Banca 31/12/2012 Comp. % Banca

Primi 10 Clienti/Gruppi 25.504 8,77% 25.877 9,49%

Primi 20 Clienti/Gruppi 11.743 4,04% 13.103 4,80%

Rimanenza 253.476 87,19% 233.718 85,71%

totale Impieghi 290.723 100,00% 272.698 100,00%

Ai sensi della disciplina prudenziale in materia di attività di rischio e conflitti di interesse nei confronti di soggetti collegati, si evidenzia che al 31 dicembre 2013 non sono presenti posizioni di rischio verso soggetti collegati che eccedono i limiti prudenziali di riferimento. Alla data di riferimento sono presenti n. 4 posizioni di rischio verso soggetti collegati per un ammontare complessivo di 2,190 milioni di euro.

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Bilancio e relazioni · Esercizio 2013

2.1.5 | La Posizione interbancaria e le attività finanziarie

Composizione della posizione interbancaria netta e delle variazioni delle attività finanziarie

POSIZIONE INTERBANCARIA NETTA 12-2013 12-2012 Var. ass. Var. %

Crediti verso banche 48.863 46.612 2.251 4,8%

Debiti verso banche 40.017 42.604 (2.587) -6,1%

Totale posizione interbancaria netta 8.846 4.008 4.838 120,7%

Al 31 dicembre 2013 la posizione netta interbancaria della Banca presentava un saldo positivo pari a 9 mi-lioni di euro a fronte dei 4 milioni di euro al 31 dicembre 2012.La posizione interbancaria 2013 tiene conto della partecipazione all’operazione di rifinanziamento (Long Term Refinancing Operation – LTRO) poste in essere dalla Banca Centrale Europea (BCE) nel mese di dicembre 2011 e febbraio 2012 nella quale la Banca si è aggiudicata rispettivamente 15 e 25 milioni di euro con durata triennale al tasso dell’1% (alla data della presente relazione il tasso BCE è pari a 0,25%).Tali risorse sono confluite sul conto di regolamento giornaliero e sono state utilizzate per far fronte al rischio di liquidità, per sostenere gli impieghi in un contesto di crisi sistemica e per mantenere /stabilizzare i costi della raccolta e del credito, con una evidente finalità sociale e mutualistica che la Banca persegue.Tuttavia, in considerazione del mutato contesto di mercato determinatosi nella seconda metà del 2013 (ridu-zione dei rendimenti dei titoli governativi periferici e riattivazione del mercato interbancario dei depositi col-lateralizzati), la Banca ha richiesto nel corso dei primi mesi del 2014 l’annullamento della garanzia dello Stato concessa nel 2012 sull’operazione di rifinanziamento presso la BCE. Tale decisione è supportata da un’analisi in termini di sostenibilità ed equilibrio finanziario anche condotta con opportune simulazioni di impatto sulla situazione di liquidità della Banca. Pertanto, la Banca una volta ottenuto l’annullamento della citata garanzia, provvederà alla sostituzione dei titoli a garanzia dell’operazione di rifinanziamento presso la BCE.

ATTIVITÀ FINANZIARIE

€/000 12-2013 12-2012 Var. ass. Var. % Comp. % Banca

Portafoglio Titoli 122.937 92.870 30.067 32,4% 71,6%

Attività finanziarie detenute per la negoziazione (HFT) 12.180 12.155 25 0,2% 7,1%

Attività finanziarie disponibili per la vendita (AFS) 103.170 80.715 22.455 27,8% 60,1%

Attività detenute fino a scadenza (HTM) 7.587 0 7.587 100,00% 4,4%

Crediti verso banche 48.863 46.612 2.251 4,8% 28,4%

Totale Attività Finanziarie 171.800 139.482 32.318 23,2% 100,0%

Dalla tabella si conferma un trend crescente dell’attivo finanziario con un incremento di oltre 32 milioni di euro (+23,2% rispetto al 16% del 2012).

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Dalle singole voci si evidenza un modesto incremento dei crediti verso banche (principalmente Iccrea e Cas-sa Centrale). Per il portafoglio titoli, la Banca ha continuato a perseguire una politica prudenziale e non speculativa nella gestione degli investimenti, improntata sulla diversificazione di strumenti, scadenze e tassi: sostanzialmente invariati gli investimenti nel comparto HFT, mentre la maggior parte degli investimenti è stata indirizzata nel comparto AFS. Inoltre una parte dei titoli è stata posizionata nel nuovo comparto HTM con l’obiettivo di detenere i titoli sino alla loro scadenza per garantire validi flussi cedolari. Il 2013 è stato teatro di una congiuntura mondiale ancora debole. Ad una crescita moderata negli Stati Uniti (debole nei primi mesi dell’anno per poi accelerare negli ultimi due trimestri) e ad un rallentamento del ritmo di crescita (comunque sostenuta) nei paesi emergenti, si è anteposto la fragilità della Zona Euro: in particolare in Italia la prolungata caduta del PIL si è arrestata solo nell’ultimo periodo dell’anno. Nei mercati finanziari, a momenti di breve euforia si sono alternate fasi di incertezze e di nervosismo: a livel-lo internazionale, la decisione della Federal Reserve di procedere ad una progressiva riduzione degli stimoli monetari (tapering), ha provocato agli inizi del secondo semestre un crollo dei mercati asiatici con ovvie conseguenze sui mercati europei. A livello domestico si sono aggiunte le incapacità politiche di proporre misure di sostegno efficaci e durature per “agganciare” la ripresa: si ricorda la caduta del “governo Monti” (fine aprile) e la mancanza di incisività del “decreto del fare” proposto dal successivo “governo Letta”. La crisi ha coinvolto duramente anche l’intero sistema bancario: forte riduzione dei margini di interesse e livelli record per i crediti in sofferenza.

In questo contesto, di fragilità e di nervosismo dei mercati, la Banca nel primo semestre ha continuato a per-seguire strategie di investimento improntate a mantenere posizioni conservative con bassa duration, gestire parte della liquidità nella tesoreria con depositi a breve; incrementare la diversificazione del portafoglio attra-verso l’acquisto di fondi comuni anche nell’area extraeuropea.A seguito rivisitazione del budget annuale e del piano industriale, sono state immediatamente ricalibrate le strategie del portafoglio al fine di poter supportare l’utile di esercizio attraverso il rafforzamento del margine di interesse e del realizzo di plusvalenze. Le principali attività hanno riguardato:• La realizzazione di plusvalenze da negoziazione per raggiungere il nuovo obiettivo di 1,8 milioni di euro

(rispetto a quello previsto ad inizio anno di 1,2 milioni di euro);• cercare di cristallizzare gli effetti a conto economico del comparto HFT uscendo gradualmente dallo stesso

per la componente azionaria;

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Bilancio e relazioni · Esercizio 2013

• rafforzare l’apporto reddituale incrementando la componente dei flussi cedolari attraverso lo spostamento di parte dei depositi a scadenza e lo switch di titoli a tasso variabile (CCT) in titoli a tasso fisso a media e lunga scadenza (2021-2026) da allocare nei portafogli AFS ed HTM oltre ad acquisti in titoli corporate.

Il grafico sopra riportato evidenzia l’andamento dello spread Bund/Btp degli ultimi due anni: si segnala come gli interventi correttivi con acquisti di titoli a medio termine siano stati fatti proprio nel periodo di maggior tensione dello spread Bund/BTp (in area 270/300 bp), acquistando a prezzi molto competitivi.

Il grafico seguente evidenzia, invece, l’andamento del nostro portafoglio da cui emerge l’inversione di ten-denza della riserva AFS, passando da un valore negativo di circa 400 mila euro di dicembre 2012 a un valore positivo di oltre 300 mila euro di dicembre 2013.

2.1.5.1 | Scomposizione del Portafoglio ed analisi delle variazioniLe tabelle che seguono mostrano la scomposizione finanziaria del portafoglio secondo variabili rilevanti, sia in termini assoluti, sia in variazioni percentuali.

COMPOSIZIONE ATTIVITÀ FINANZIARIE

12-2013 12-2012 Var. ass. Var. % Comp. % Banca

Titoli di debito 111.555 79.338 32.217 28,9% 90,7%

di cui titoli di Stato 86.715 58.998 27.717 32,0% 70,5%

Titoli di Capitale 4.644 5.012 (368) -7,9% 3,8%

di cui: partecipazioni 4.085 4.085 0,0% 3,3%

azioni 559 926 (367) -65,8% 0,5%

Quote di OICR 6.738 8.520 (1.782) -26,4% 5,5%

Totale Attività Finanziarie 122.937 92.870 30.067 24,46% 100,00%

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Come emerge dalla tabella, l’evoluzione dell’aggregato è essenzialmente ascrivibile alla dinamica dei titoli governativi giunti a rappresentare il 70,5% dell’intero portafoglio con circa 87 milioni di euro presenti nei singoli portafogli AFS, HTM e HFT.

RIPARTIZIONE PER TIPOLOGIA DI EMITTENTE

Emittenti 12-2013 comp.% Banca 12-2012 comp.% Banca

1. Titoli di debito 111.555 90,74% 79.338 85,43%

a) Governi e Banche Centrali 86.715 70,54% 58.998 63,53%

c) Banche 20.268 16,49% 17.837 19,21%

d) Altri emittenti 4.572 3,72% 2.464 2,65%

2. Titoli di capitale 4.644 3,78% 5.012 5,40%

a) Banche 44 0,04% 252 0,27%

b) Altri emittenti: 4.600 3,74% 4.799 5,17%

- imprese di assicurazione 49 0,04% 26 0,03%

- società finanziarie 3.625 2,95% 3.644 3,92%

- imprese non finanziarie 926 0,75% 1.129 1,22%

3. Quote di O.I.C.R. 6.738 5,48% 8.520 9,17%

Totale Attività Finanziarie 122.937 100,00% 92.870 100,00%

Dalle evidenze gestionali relative al 31 dicembre 2013 si rileva che:• in termini di tipologie di strumenti finanziari, il portafoglio titoli della Banca risulta composto per il

70,5% da titoli governativi italiani/area euro, per il 20,21% da titoli corporate (di cui 16,49 % emessi da istituzioni bancarie e finanziarie italiane e internazionali);

• dal punto di vista del profilo finanziario i titoli a tasso variabile rappresentano il 23,25% del portafoglio, i titoli a tasso fisso il 67,49%, mentre gli investimenti in fondi rappresentano il 5,98% e le partecipazioni il 3,27%.

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Bilancio e relazioni · Esercizio 2013

L’ammontare totale detenuto in titoli di Stato area Euro si è sensibilmente incrementato rispetto al preceden-te esercizio rafforzando il rapporto delle “attività di rischio con soci o a ponderazione zero”, che si attesta a dicembre 2013 al 55,13%.Complessivamente, a seguito delle diverse strategie che si sono concretizzate nel corso dell’anno, l’attività della gestione finanziaria svolta nel 2013, è riuscita a generare complessivamente utili netti dalla negoziazione per oltre 2,7 milioni di euro (oltre 1 milione di euro nel 2012), interessi attivi per oltre 3,2 milioni di euro (2,6 milioni di euro nel 2012), nonché l’incremento della riserva del portafoglio AFS per oltre 700 mila euro, privilegiando operazioni poco rischiose e nel pieno rispetto di una gestione prudenziale.

2.1.6 | I derivati di coperturaL’operatività in strumenti derivati di copertura (Fair value hedge accounting), ha riguardato principalmente la copertura specifica di impieghi alla clientela ed in particolare mutui a tasso fisso e variabile con opzione cap, erogati negli esercizi precedenti. Le coperture sono state poste in essere al fine di ridurre l’esposizione a variazioni avverse di fair value dovute al rischio di tasso di interesse. I contratti derivati utilizzati sono stati prevalentemente del tipo “interest rate swap”.

La Banca, inoltre, ha posto in essere fino al 31 dicembre 2006 operazioni di copertura gestionale da variazio-ni del fair value, per la cui rappresentazione contabile si avvale di quanto disposto dalla cosiddetta Fair Value Option. Il valore negativo e/o positivo dei derivati di copertura nelle poste di pertinenza del bilancio è rappresentato nella seguente tabella.

DERIVATI DI COPERTURA

€/000 12-2013 12-2012 Var. ass. Var. %

Stato Patrimoniale Attivo 8.240 9.082 (842) -9,3%

Mutui oggetto di copertura - fair value option 983 1.085 (102) -9,4%

Mutui oggetto di copertura - hedge accounting 7.257 7.998 (741) -9,3%

Stato Patrimoniale Passivo 1.019 1.416 (397) -28,0%

Contratti derivati - fair value option 10 16 (6) -37,9%

Contratti derivati - hedge accounting 1.009 1.399 (390) -27,9%

Conto Economico 28 45 (17) -38,0%

Risultato netto copertura in hedge accounting 62 (4) 66 1837,3%

Risultato netto copertura in fair value option (34) 49 (83) -169,4%

Come meglio illustrato nel seguito (cfr. capitolo Attività organizzative) in relazione all’operatività in derivati la Banca ha posto in essere i necessari presidi, contrattuali e operativi, funzionali agli adempimenti introdotti dalla nuova regolamentazione europea in materia di derivati OTC (c.d. EMIR).

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2.1.7 | Le immobilizzazioni materiali e immateriali Le immobilizzazioni materiali e immateriali, esposte al netto dei relativi fondi di ammortamento, hanno evi-denziato nel corso del 2013 la dinamica rappresentata nella seguente tabella.

IMMOBILIZZAZIONI MATERIALI E IMMATERIALI

€/000 12-2013 12-2012 Var. ass. Var. %

Terreni 1.376 1.376 0 0,0%

Fabbricati ad uso funzionale 4.514 4.711 (197) -4,2%

Mobili, impianti e attrezzature 1.201 1.526 (325) -21,3%

Attività immateriali 21 41 (20) -48,8%

Totale immobilizzazioni 7.112 7.654 (542) -7,1%

I costi relativi alla ristrutturazione degli immobili di proprietà di terzi trovano evidenza nella voce “Migliorie e spese incrementative su beni di terzi” di cui alla voce 150 dell’Attivo per 742 mila euro.

2.1.8 | Fondi per Rischi ed Oneri

I fondi a destinazione specifica per rischi ed oneri esistenti al 31 dicembre 2013, di cui alla voce 120 del Pas-sivo, sono costituiti dai benefici a lungo termine a favore dei dipendenti a titolo di Premio di Fedeltà, rico-nosciuto contrattualmente e rilevato ai sensi dello IAS 19, nonché dagli accantonamenti per futuri interventi in favore del Fondo di Garanzia dei Depositanti e dal Fondo Beneficenza. Essi sono stati adeguatamente descritti nella sezione 12 del Passivo della Nota Integrativa a cui si fa rinvio.

2.1.9 | Il Patrimonio netto e di Vigilanza e l’adeguatezza patrimoniale

L’adeguatezza patrimoniale attuale e prospettica ha da sempre rappresentato un elemento fondamenta-le nell’ambito della pianificazione strategica aziendale. Ciò a maggior ragione nel contesto attuale, in virtù dell’importanza crescente che la dotazione di mezzi propri assume per la crescita dimensionale e il rispetto dei requisiti prudenziali.Per tale motivo la Banca persegue da tempo politiche di incremento della base sociale e criteri di prudente accantonamento di significative aliquote degli utili prodotti, eccedenti il vincolo di destinazione normati-vamente stabilito. Le risorse patrimoniali si sono collocate, anche nel contesto delle fasi più acute della crisi finanziaria, ben al di sopra dei vincoli regolamentari con ciò permettendo di continuare a sostenere l’econo-mia del territorio e, in particolare, le famiglie, le piccole e medie imprese.

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Al 31/12/2013 il patrimonio netto ammonta a € 57.555.318, che, confrontato col dato al 31/12/2012, ri-sulta incrementato del 2,1% ed è così suddiviso:

PATRIMONIO NETTO

€/000 12-2013 12-2012 Var. ass. Var. % Comp. % Banca

1. Capitale 554 471 83 17,6% 1,0%

2. Sovrapprezzi di emissione 4.799 4.350 449 10,3% 8,3%

3. Riserve 50.403 49.402 1.001 2,0% 87,6%

4. Riserve da valutazione 1.341 869 472 54,2% 2,3%

5. Utile (Perdita) d'esercizio 458 1.253 (795) -63,5% 0,8%

Totale Patrimonio Netto 57.555 56.345 1.210 2,1% 100,0%

Le movimentazioni del patrimonio netto sono dettagliate nello specifico prospetto di bilancio.Il “Capitale” ed i “Sovrapprezzi di emissione” sono cresciuti dell’11,04%, grazie all’ingresso di n. 205 nuovi soci.Le “Riserve” includono le Riserve di utili già esistenti (riserva legale), pari ad euro 52,557 milioni di euro nonché le riserve positive e negative connesse agli effetti di transizione ai principi contabili internazionali IAS/IFRS non rilevate nelle “riserve da valutazione”, pari ad euro -2,154 milioni di euro.Tra le “Riserve da valutazione” figurano le riserve relative alle attività finanziarie disponibili per la vendita pari a 205 mila euro, le riserve iscritte in applicazione di leggi speciali di rivalutazione pari a 1,181 milioni di euro e quelle da utili/perdite attuariali pari a -45 mila euro. L’incremento rispetto al 31/12/2012 è con-nesso alle variazioni di fair value delle attività finanziarie disponibili per la vendita contabilizzate nell’esercizio 2013. Le riserve da valutazione delle attività finanziarie disponibili per la vendita sono così composte:

RISERVE DA VALUTAZIONE DELLE ATTIVITÀ FINANZIARIE DISPONIBILI PER LA VENDITA: COMPOSIZIONE

Attività/Valori12-2013 12-2012

Riserva positiva

Riserva negativa

Totale riserva

Riserva positiva

Riserva negativa Totale riserva

1. Titoli di debito 541 (14) 527 347 (585) (238)

2. Quote di O.I.C.R. 11 (333) (322) 152 (156) (4)

Totale 552 (347) 205 499 (741) (242)

Come si può notare dalla tabella la variazione positiva di 447 mila euro registrata dalle “riserve da valutazio-ne delle attività finanziarie disponibili per la vendita” è prevalentemente riconducibile ai titoli di debito in portafoglio, le cui quotazioni sui mercati finanziari hanno beneficiato di un recupero facendo registrare, al lordo della fiscalità corrente e differita, incrementi di fair value per 816 mila euro.

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Le “Riserve” includono le Riserve di utili già esistenti (riserva legale) nonché le riserve positive e negative connesse agli effetti di transizione ai principi contabili internazionali IAS/IFRS non rilevate nelle “riserve da valutazione”.

Gli indici di patrimonializzazione esprimono i seguenti valori:

•Patrimonio/raccolta 15,34% (17,52%-12/2012) •Patrimonio/impieghi 19,80% (20,66%-12/2012) •Patrimonio/sofferenze 439,39% (533,42%-12/2012) •Patrimonio/creditideteriorati 190,75% (223,64%-12/2012)

L’indice di rischiosità evidenzia, invece, un rapporto sofferenze nette/patrimonio netto del 22,76% (18,75% 12/2012).

Il patrimonio di vigilanza, la cui composizione è riportata in dettaglio nella parte “F” della Nota integrativa, assomma a 57,002 milioni di euro, a fronte di attività di rischio ponderate per 439,910 milioni di euro, come di seguito dettagliato:

Voci 12-2013 12-2012 Var. ass. Var. %

Patrimonio di base (Tier 1) 56.064 55.224 840 1,52%

Patrimonio supplementare (Tier 2) 1.260 1.181 79 6,60%

Elementi da dedurre dal patrimonio di base e supplementare 322 338 (16) -4,84%

Patrimonio di vigilanza complessivo 57.002 56.067 935 1,67%

Requisiti prudenziali 35.193 33.505 1.688 5,04%

Attività di rischio ponderate 439.910 418.818 21.092 5,04%

Patrimonio base / attività di rischio ponderate (Tier 1 capital ratio) 12,67% 13,11% -0,44% -3,36%

Patrimonio di vigilanza complessivo / attività di rischio ponderate (Total capital ratio) 12,96% 13,39% -0,43% -3,21%

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Il Patrimonio di vigilanza viene determinato sulla base dei valori patrimoniali, dell’utile di periodo che sarà proposto a riserve indivisibili e dei filtri prudenziali positivi o negativi, quantificato in euro 57.001.652.Quanto ai requisiti prudenziali di vigilanza il coefficiente di solvibilità (tier 1 capital) determinato dal rap-porto tra patrimonio di base ed attività di rischio ponderate totali si attesta al 12,67% rispetto al 13,11% del 31/12/2012, mentre il rapporto tra patrimonio di vigilanza e il totale delle attività di rischio ponderate (total capital ratio) risulta pari al 12,96% rispetto al 13,39% del 31/12/2012, superiore rispetto al requisito mini-mo dell’8%, confermando la solidità patrimoniale della Banca.

Ai fini della determinazione del patrimonio di vigilanza e dei requisiti patrimoniali la Banca si attiene alle disposizioni di vigilanza prudenziale per le banche di cui alla Circolare della Banca d’Italia n.263/06.

REQUISITI PRUDENZIALI

12-2013 12-2012 Var. ass. Var. %

Rischio di Credito e di controparte 20.996 20.053 943 4,7%

Rischi di mercato 405 441 (36) -8,2%

Rischio Operativo 1.981 1.732 249 14,4%

Rischio Specifico 11.811 11.280 531 4,7%

Totale Requisiti prudenziali 35.193 33.506 1.687 5,0%

Nell’ambito dei requisiti prudenziali si evidenzia come il maggior assorbimento patrimoniale (+5%) sia gene-rato prevalentemente dall’incremento del rischio di credito e controparte e dal rischio specifico extra solven-cy (pari al 4,5%). Nello specifico si rilevano incrementati i valori del rischio credito relativo alle esposizioni delle controparti bancarie (+17,25%) e delle esposizioni deteriorate (+13,67%) oggetto di ponderazioni più elevate, nonché alle maggiori esposizioni degli impieghi verso la clientela (+2,6%).

Con riguardo alla determinazione del requisito patrimoniale minimo per il rischio di credito, ai fini della determinazione dei fattori di ponderazione delle esposizioni comprese nel portafoglio “Amministrazioni cen-trali e banche centrali”, nonché – indirettamente – di quelle rientranti nei portafogli “Intermediari vigilati”, “Enti del settore pubblico” ed “Enti territoriali, la Banca, nell’ambito dell’applicazione della metodologia standardizzata, in sede di adeguamento a Basilea 2 ha deliberato di utilizzare le valutazioni del merito crediti-zio rilasciate dalla ECAI Moody’s, agenzia autorizzata dalla Banca d’Italia. La Banca monitora con attenzione i valori di riferimento delle operazioni di rifinanziamento per il tramite dell’Istituto Centrale - Iccrea Roma - con la BCE e le disponibilità di titoli eligible in ordine all’adeguato

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presidio del rischio di un eventuale innalzamento del livello degli haircut applicati e la conseguente necessità di estinguere anticipatamente il finanziamento o porre a garanzia ulteriori titoli connotati delle caratteristiche richieste.

Si ricorda che, a partire dal calcolo del Patrimonio di Vigilanza riferito al 30 giugno 2010, la Banca ha eser-citato l’opzione, introdotta dal Provvedimento della Banca d’Italia del 18 maggio 2010, di neutralizzare le plusvalenze e le minusvalenze rilevate - successivamente al 31 dicembre 2009 - nelle riserve da rivalutazione relative ai titoli di debito detenuti nel portafoglio “Attività finanziarie disponibili per la vendita (Available For Sale – AFS)” inerenti titoli di debito emessi da Amministrazioni centrali di Paesi appartenenti all’UE.Il 1° gennaio 2014 è divenuto applicabile il nuovo pacchetto legislativo costituito dal Regolamento 575/2013/UE (CRR) e dalla Direttiva 2013/36/UE (CRD IV) con il quale, tra l’altro, sono state trasposte nell’ordinamento dell’Unione europea le raccomandazioni contenute nel nuovo schema di regolamentazione internazionale per il rafforzamento delle banche e dei sistemi bancari definito dal Comitato di Basilea per la vigilanza bancaria nel mese di dicembre del 2010 (cosiddetto “Basilea 3”).I testi legislativi richiamati sono completati da:le collegate disposizioni di carattere tecnico-applicativo (“Regulatory Technical Standard” - RTS e “Imple-menting Technical Standard” - ITS) definite dall’EBA (“European Banking Authority”) e in via di adozione da parte della CE;• lecollegatedisposizionidivigilanzaesegnaleticheemanatedallaBancad’Italiaconlacircolaren.285/2013

(“Disposizioni di vigilanza per le banche” con la quale, con particolare riferimento alla disciplina attuativa del CRR, vengono tra l’altro precisate le scelte di competenza dell’Autorità di vigilanza relative al regime transitorio per l’applicazione delle disposizioni in materia di fondi propri.”) e con la circolare n. 286/2013 (“Istruzioni per la compilazione delle segnalazioni prudenziali per le banche e le società di intermediazione mobiliare”);

• la collegatadocumentazione tecnicaPuma2prodottadalGruppo Interbancarioper l’applicazionedellesuddette disposizioni segnaletiche della Banca d’Italia.

Con riferimento ai fondi propri, la nuova disciplina tende ad accrescere sia la qualità sia il livello minimo re-golamentare del patrimonio di vigilanza nell’ambito di un quadro complessivo di maggiore armonizzazione delle regole inerenti gli aggregati patrimoniali.

Nel più ampio contesto della revisione del framework prudenziale e, in tale ambito, della nuova definizione dei Fondi Propri, il CRR introduce una modifica di estremo rilievo rispetto alle strategie di classificazione in bilancio degli strumenti finanziari. Viene infatti introdotto il divieto di applicare le rettifiche di valore (cd. filtri prudenziali) volte a eliminare, totalmente o parzialmente, i profitti o le perdite non realizzati/e sulle attività o passività valutate al fair value in bilancio. Pertanto, relativamente alle attività classificate in bilancio alla voce 40 - Attività finanziarie disponibili per la vendita (Available for sale – AFS), il CRR prevede l’elimi-nazione dei corrispondenti filtri prudenziali (simmetrici o asimmetrici, a seconda dei casi).Tenuto anche conto del processo di radicale revisione dell’attuale principio di riferimento in materia di stru-menti finanziari, lo IAS 39, è stata prevista la possibilità di neutralizzare gli impatti sui Fondi Propri delle va-riazioni di fair value degli strumenti finanziari classificati in AFS, qualora tali strumenti siano rappresentativi di esposizioni verso amministrazioni centrali dell’Unione Europea e il medesimo trattamento trovi applica-zione antecedentemente al 1° gennaio 2014.La citata deroga rientra nella discrezionalità delle autorità di vigilanza nazionali e può essere applicata sino all’adozione da parte della Commissione di un regolamento che omologhi l’IFRS 9, il principio internazio-nale d’informativa finanziaria che sostituirà lo IAS 39. Tra le tante disposizioni attuative di rilievo, nella Cir-colare viene previsto il mantenimento in vigore del filtro prudenziale su utili e perdite non realizzati relativi a esposizioni verso Amministrazioni centrali dell’Unione Europea classificate nel portafoglio AFS.Nelle more dell’adozione del principio in argomento e della conseguente rivisitazione delle scelte di classifica-

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zione degli strumenti finanziari, la Banca, avvalendosi della facoltà introdotta nel CRR e accolta dalla Banca d’Italia, ha deliberato di adottare - in continuità con la scelta a suo tempo operata - l’impostazione che per-mette di continuare a neutralizzare le plus-minus rilevate a partire dal 1° gennaio 2010.

La Banca monitora con estrema attenzione le dinamiche dei differenziali valutativi dei titoli in argomento anche in ordine alla prevista abrogazione dei filtri prudenziali in argomento a valle dell’adozione del nuovo IFRS 9.Con riguardo al complessivo percorso di adeguamento al nuovo framework, la Banca partecipa, per il trami-te della Federazione di Puglia e Basilicata alle iniziative progettuali attive a livello di Categoria.

2.2 | I Risultati Economici del Periodo

CONTO ECONOMICO

€/000 12-2013 12-2012 Var. ass. Var. %

Margine di interesse 9.614 10.262 (648) -6,3%

Commissioni nette 2.129 1.804 325 18,0%

Margine di intermediazione 14.456 13.296 1.160 8,7%

Risultato netto della gestione finanziaria 11.659 11.357 302 2,7%

Costi operativi (10.719) (9.644) (1.075) 11,1%

Utile (Perdita) dell'operatività corrente al lordo delle imposte 934 1.713 (779) -45,5%

Utile (Perdita) dell'esercizio 458 1.253 (795) -63,5%

Il bilancio al 31 dicembre 2013 chiude con un utile di esercizio di 458 mila euro (-63,5% rispetto al 31/12/2012).La dinamica delle principali variabili di conto economico evidenzia una riduzione del margine di interesse (-6,3% rispetto all’esercizio precedente), mentre il margine di intermediazione grazie all’incremento delle commissioni nette (+18%) e soprattutto all’apporto degli utili da cessione delle attività finanziarie disponibili per la vendita (+1.638,8%) registra un aumento dell’8,7% rispetto al 2012.Il risultato netto della gestione finanziaria, sebbene in crescita del 2,7% risente, dell’adeguamento delle retti-fiche di valore sulle maggiori esposizioni dei crediti deteriorati (sofferenze, incagli e scaduti) generati nell’eser-cizio, soggetti a svalutazione analitica. L’utile dell’operatività corrente al lordo delle imposte evidenzia una riduzione del 45,5% rispetto all’eser-cizio precedente, per effetto del maggior assorbimento dei costi operativi che hanno subito un incremento dell’11,1%.In relazione al perdurare della grave crisi economica e finanziaria e al peggioramento del quadro congiuntu-rale che ha investito l’intero sistema economico mondiale, il risultato raggiunto può considerarsi soddisfacen-te. È, inoltre, importante evidenziare come in un tale scenario la Banca sia comunque riuscita ad assicurare il consueto sostegno economico a famiglie e imprese, abbia effettuato cospicui accantonamenti prudenziali e partecipi allo sviluppo economico e sociale con la propria attività mutualistica.

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Il risultato positivo, seppure di modesta entità, richiede una rivisitazione della struttura del conto economi-co: a tale proposito l’Amministrazione, nell’ottica del contenimento dei costi, ha deliberato una riduzione del 15% del valore dei contratti di fornitura di beni e servizi per l’anno 2014.

2.2.1 | Il margine di interesseDinamica dei principali margini di conto economico.

MARGINE DI INTERESSE

12-2013 12-2012 Var. ass. Var. %

Interessi attivi e proventi assimilati 16.241 15.092 1.149 7,6%

Interessi passivi e oneri assimilati (6.627) (4.830) (1.797) 37,2%

Margine di interesse 9.614 10.262 (648) -6,3%

Come si evidenzia dalla tabella, il margine di interesse ha subito una riduzione del 6,3% rispetto al pre-cedente esercizio. attribuibile all’incremento degli interessi passivi, quale duplice effetto dell’aumento della provvista da clientela rappresentata dai prestiti obbligazionari e certificati di deposito e della conseguente più onerosa remunerazione della stessa.In dettaglio gli interessi attivi, pari a 16,2 milioni di euro, registrano un incremento pari al 7,6% con un tasso medio d’impiego del 4,5% (4,11% nel 2012) e si compongono per 12,5 milioni (+6,7%) di euro di interessi da clientela su finanziamenti, per 580 mila euro (-14,6%) di interessi da interbancario e di interessi attivi del portafoglio di attività finanziarie pari a 3,123 milioni di euro (+17,1%), con una incidenza del 19,2% sul totale dell’aggregato. Gli interessi passivi, pari a 6,6 milioni di euro, sono aumentati rispetto all’esercizio precedente del 37,2%, con un tasso medio di remunerazione dell’1,72% (1,36% nel 2012). La componente degli interessi della rac-colta stabile (obbligazionari e certificati di deposito), ha registrato un valore di 4,537 milioni di euro (+35,3% rispetto al 2012) rappresentando il 68,46% dell’aggregato. In essi sono ricompresi gli interessi pagati sui fi-nanziamenti da Banche – tra cui le Aste Bce - per un importo di 248 mila euro (-41% rispetto al 2012).L’incremento del costo della raccolta dipende da diversi fattori. In primis dall’incremento delle masse: la raccolta diretta da clientela ha avuto un incremento di oltre 53 milioni di euro pari al 16,7% (cfr. tabella e commenti di pag. 24). Inoltre analizzando gli aggregati, nella raccolta a breve è stato introdotto il libretto di deposito vincolato che beneficia di una remunerazione maggiore rispetto ai depositi liberi, mentre nella rac-colta a medio termine si è avuto un incremento dei certificati di deposito (9,7%) e dei prestiti obbligazionari (+24,9%): la loro durata a medio termine (tra i 18 e 60 mesi) viene remunerata a tassi maggiori rispetto alle scadenze più brevi. Sebbene nel corso dell’anno siano stati effettuati interventi correttivi nella remunerazione della raccolta, i maggiori effetti positivi si rifletteranno nel prossimo esercizio. Sul fronte dell’attivo il sostenuto incremento degli impieghi non ha generato un proporzionale incremento degli interessi attivi i cui effetti positivi sono stati assorbiti dalla notevole incidenza dei mutui a tasso variabile stipulati in anni precedenti e indicizzati ai parametri di riferimento (euribor/Bce) ormai ai minimi storici. Per contrastare tale divario il CdA ha posto in essere politiche commerciali tendenti a riequilibrare gli spread attraverso l’offerta di nuovi prodotti. La forbice dei tassi pari al 2,78%, che rimane sostanzialmente invariata rispetto all’esercizio precedente, con-ferma l’elevato sforzo che la Banca dimostra nel contrastare la crisi attraverso interventi sul territorio in favore di imprese e famiglie, svolgendo “l’attività tradizionale” a cui è chiamata e penalizzando l’aspetto reddituale attraverso una politica accomodante dei tassi.

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2.3 | Il margine di intermediazione

MARGINE DI INTERMEDIAZIONE

12-2013 12-2012 Var. ass. Var. %

Margine di interesse 9.614 10.262 (648) -6,3%

Commissioni attive 2.835 2.449 386 15,8%

Commissioni passive (706) (645) 61 9,5%

Commissioni nette 2.129 1.804 325 18,0%

Dividendi e proventi simili 92 109 (17) -15,3%

Risultato netto dell'attività di negoziazione (183) 919 (1.102) -119,9%

Risultato netto dell'attività di copertura 62 (4) 66 1.827,1%

Utile (Perdita) da cessione o riacquisto di: 2.776 156 2.620 1.677,9%

b) attività finanziarie disponibili per la vendita 2.783 160 2.623 1.638,8%

d) passività finanziarie (7) (4) (3) -77,6%

Risultato netto attività e passività finanziarie valutate al fair value (34) 49 (83) -169,0%

Margine di intermediazione 14.456 13.296 1.160 8,7%

Il margine di intermediazione, per l’esercizio chiuso al 31 dicembre 2013, ammonta a 14,5 milioni di euro manifestando, rispetto all’esercizio precedente, un incremento dell’8,7%. L’analisi dettagliata delle componenti del margine di intermediazione evidenzia un contributo al risultato d’esercizio delle commissioni nette pari a circa 2,1 milioni di euro, in aumento del 18% rispetto all’esercizio precedente, in gran parte frutto dei servizi bancari offerti alla clientela.Le commissioni attive e passive comprendono i proventi e gli oneri relativi, rispettivamente, ai servizi prestati e a quelli ricevuti dalla Banca. Le commissioni attive comprendono i proventi derivanti dai titoli di stato ac-quistati in asta per conto della clientela in raccolta ordini. Con riferimento all’andamento delle commissioni si osserva che:le commissioni attive, pari a circa 2,8 milioni di euro, aumentano del 15,8% rispetto all’esercizio preceden-te, con particolare riferimento ai servizi di incasso e pagamento; in particolare si sottolinea che malgrado la riduzione delle commissioni sui rapporti di conto corrente con soci si è registrato un sensibile incremento delle commissioni rivenienti dai nuovi servizi di cassa svolti dalla filiale di di Foggia (Amgas, Consorzio di Bonifica Montana del Gargano e Consorzio di Difesa delle Produzioni Intensive;le commissioni passive, pari a 706 mila euro, registrano un incremento del 9,5% sullo scorso esercizio, con particolare riferimento ai servizi bancari offerti dall’Istituto Centrale e da Enti periferici. Inoltre sono com-prese le commissioni (pari ad euro 265 mila) pagate al Ministero dell’Economia e Finanze per la concessione della garanzia dello Stato sulle passività finanziarie emesse dalla Banca per la quale nei primi mesi del 2014 è stato richiesto l’annullamento come più dettagliatamente riportato nel paragrafo attinente “la posizione interbancaria e le attività finanziarie”).

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Il rapporto commissioni nette/margine di intermediazione ammonta al 14,73%, contro il 13,56% dell’eserci-zio precedente.I dividendi e proventi simili, anche se di importo poco significativo, registrano una flessione del 15,3% rispetto all’esercizio precedente per la minore incidenza del comparto azionario nel portafoglio titoli.Il “risultato netto dell’attività di negoziazione” espone un saldo negativo di 183 mila euro ed accoglie princi-palmente lo sbilancio complessivo tra gli utili e le perdite realizzati dalla cessione o dal rimborso (pari a -69 mila euro) e gli utili e le perdite non realizzati (pari a -117 mila euro) derivanti dalle variazioni del fair value del portafoglio di negoziazione. La voce utili/perdite da cessione o riacquisto comprende principalmente i saldi positivi o negativi tra gli utili e le perdite realizzati con la cessione di attività finanziarie disponibili per la vendita, che esprime un saldo positivo di 2,783 milioni di euro con un incremento rilevante del 1.638,8% rispetto al 2012.Il rapporto margine di interesse/margine di intermediazione ammonta al 77,18%, contro il 92,97% dell’eser-cizio precedente. Tale rapporto descrive quanto influisca il margine fra interessi attivi e passivi sulla forma-zione del risultato della complessiva attività di intermediazione della banca: dalla lettura di questo dato si osserva che la missione e le strategie commerciali della banca, caratterizzate da una gestione creditizia pru-dente e mirata sul differenziale dei tassi di interesse, sono assai diverse da quelle dell’intero sistema bancario, orientato maggiormente sulla raccolta indiretta e “finanza innovativa”, attività queste ultime che generano, invece, commissioni e provvigioni. Tuttavia nonostante l’ulteriore sostegno all’attività creditizia, pur in un anno difficile di congiuntura eco-nomica, e la conseguente funzionale esigenza di mantenere corrispondenti ritmi di crescita della raccolta diretta, il risultato dell’aggregato viene sorretto dalle performance positive dell’attività di negoziazione della finanza di proprietà.

2.3.1 | Il risultato netto della gestione finanziaria

RISULTATO NETTO DELLA GESTIONE FINANZIARIA

12-2013 12-2012 Var. ass. Var. %

Margine di intermediazione 14.456 13.296 1.160 8,7%

Rettifiche / riprese di valore nette per deterioramento di crediti (2.797) (1.940) 857 44,2%

a) crediti (2.797) (1.940) 857 44,2%

Risultato netto della gestione finanziaria 11.659 11.356 303 2,7%

Il risultato netto della gestione finanziaria, pari a 11,6 milioni di euro, registra un modesto incremento del 2,7% rispetto all’esercizio precedente, risentendo del maggior assorbimento degli effetti negativi di valuta-zione dei crediti deteriorati. La voce “Rettifiche/riprese di valore nette per deterioramento” riporta un saldo negativo di 2,8 milioni di euro, contro il saldo di 1,9 milioni di euro (+44,2%) dell’esercizio precedente. Tale risultato è frutto delle rettifiche rispetto alle riprese di valore per riportare i crediti al presunto valore di realizzo. A tale proposito si rende opportuno segnalare che l’incidenza delle rettifiche di valore è ascrivibile, da una parte, all’esigenza prudenziale di adeguarsi alle previsioni della nuova policy adottata nell’esercizio sulla valutazione dei crediti e, dall’altra, ad una più attenta analisi delle posizioni deteriorate, anche a seguito dell’attuale congiuntura economica.Nello specifico si evidenzia che nelle “rettifiche / riprese di valore nette per deterioramento di crediti” rientra-no sia le rettifiche di valore resesi necessarie in ragione del deterioramento del portafoglio crediti per 5,287 milioni di euro, di cui 1,220 milioni di euro quale componente riferita agli effetti di attualizzazione dei flussi finanziari futuri, sia le riprese di valore per le attività di recupero poste in essere dalla Banca per 2,490 milio-ni di euro, di cui 1,297 milioni di euro quale componente riferita ai valori di attualizzazione. Per il dettaglio di tale aggregato si rinvia alla tabella n. 8.1, Parte C, della nota integrativa.

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2.3.2 | I costi operativi

I COSTI OPERATIVI

12-2013 12-2012 Var. ass. Var. %

Spese amministrative (11.120) (9.817) (1.303) 13,3%

a) spese per il personale (6.084) (5.428) (656) 12,1%

b) altre spese amministrative (5.036) (4.389) (647) 14,7%

Accantonamenti netti ai fondi per rischi ed oneri (33) 16 (49) 307,1%

Rettifiche / riprese di valore nette su attività materiali (629) (591) (38) 6,4%

Rettifiche / riprese di valore nette su attività immateriali (22) (19) (3) 14,8%

Altri oneri / proventi di gestione 1.085 767 318 41,4%

Costi operativi (10.719) (9.644) 1.075 11,1%

L’ammontare complessivo dei costi operativi, pari a 10,719 milioni di euro, manifesta un incremento rispet-to all’esercizio precedente pari all’11,1%: l’aumento delle spese per il personale che ammontano a 6,084 mi-lioni di euro (+12,1%) è generato essenzialmente dalle assunzioni di nuove risorse necessarie ad assorbire le carenze organizzative già manifestatesi negli anni precedenti e supportate sinora con interventi temporanei, nonché dall’introduzione del sistema incentivante che ha trovato in questo esercizio la sua prima applicazio-ne. Tra le altre spese amministrative, che ammontano a 5,036 milioni di euro (+14,7%), sono ricomprese: le maggiori spese per recupero crediti sostenute a fronte di una ricognizione del grado di recuperabilità delle sofferenze e conseguente liquidazione dei compensi ai legali di fiducia (per i quali è stata operata una note-vole riduzione a seguito di revisione delle convenzioni in essere) e le altre spese a impatto variabile legate so-stanzialmente all’incremento dell’operatività della Banca (elaborazione e trasmissione dati, pulizia e vigilanza, cancelleria e stampati, postali ecc.). Per la voce “altri oneri/proventi di gestione”, che ammontano a 1,085 milioni di euro (+41,45%), si registra l’incremento dei “proventi diversi da gestione” per la presenza del maggior costo/recupero dell’imposta di bollo su rapporti di c/c e dossier titoli; mentre nell’ambito degli “altri oneri di gestione” trovano incidenza gli ammortamenti per migliorie e spese incrementative su beni di terzi per 75 mila euro (+97%) connessi all’adeguamento dei nuovi punti operativi, oltre al maggior costo, in eccedenza alle somme accantonate, per la risoluzione definitiva di alcune controversie per circa 90 mila euro. Passando all’analisi di alcuni indici di redditività, il rapporto fra costi operativi e margine di intermediazione registra un marginale decremento ri-spetto all’esercizio precedente, passando dal 72,53% al 74,15%. Tale riduzione, per l’esercizio in esame, è da attribuire soprattutto all’incremento dell’aggregato dei costi operativi.

Anche in merito all’incidenza delle spese per il personale sul margine di intermediazione, il rapporto passa dal 40,82% del 2012 al 42,09% del 2013, con un incremento marginale del 3,11%, per effetto delle motivazioni sopra riportate.

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2.3.3 | Il Risultato di periodo

IL RISULTATO DI PERIODO

12-2013 12-2012 Var. ass. Var. %

Utile (Perdita) dell'operatività corrente al lordo delle imposte 934 1.713 (779) -45,5%

Imposte sul reddito dell'esercizio dell'operatività corrente (476) (459) 17 3,6%

Utile (Perdita) dell'operatività corrente al netto delle imposte 458 1.254 (796) -63,5%

Utile (Perdita) dell'esercizio 458 1.254 (796) -63,5%

Dalla somma algebrica dei componenti positivi e negativi di reddito emerge un utile dell’operatività corrente al lordo delle imposte, pari a 934 mila euro, in riduzione del 45,5% rispetto all’esercizio precedente.L’utile del periodo al netto delle imposte sul reddito ammonta a circa euro 458 mila, mentre nel 2012 era pari ad 1,253 milioni di euro (-63,5%). Tale contrazione sulla redditività, come sopra riportato, è da attribu-irsi ad una maggiore incidenza delle rettifiche sui crediti e dei costi operativi che sono stati, in parte suppor-tati da proventi derivanti dall’attività del portafoglio dei titoli di proprietà. Il ROE, rapporto utile d’esercizio/patrimonio netto, si è attestato all’0,8%, rispetto al 2,28% dell’esercizio precedente.

2.3.4 | Principali indicatori economici, finanziari e di produttivitàAl termine dell’esposizione dei principali aggregati di conto economico e di stato patrimoniale si riportano nella tabella sottostante i principali indicatori economici, finanziari e di produttività della Banca.

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Bilancio e relazioni · Esercizio 2013

12-2013 12-2012 Var. %INDICATORI DI BILANCIO

Impieghi netti clientela / Totale Attivo 60,46% 63,62% -4,97%

Impieghi netti clientela / Raccolta diretta 77,47% 84,78% -8,62%

Raccolta diretta / Totale Attivo 78,03% 75,03% 4,00%

Risultato Netto Gestione Finanziaria / Totale Attivo 2,42% 2,65% -8,49%

INDICI DI REDDITIVITÀ

ROE = Utile netto / (PN - Utile Netto) 0,80% 2,28% -64,74%

ROA = Utile netto / Totale attivo 0,10% 0,29% -67,42%

Totale attivo / (Patrimonio netto - Utile Netto) 8,42% 7,78% 8,24%

Margine di interesse / Totale attivo 2,00% 2,39% -16,49%

Margine di intermediazione / Totale attivo 3,01% 3,10% -3,09%

Costi Operativi / Margine di intermediazione 74,15% 72,53% 2,23%

Spese personale / Margine di intermediazione 42,09% 40,82% 3,09%

Spese amministrative / Totale attivo 2,31% 2,29% 0,97%

Margine di interesse / Margine di intermediazione 66,50% 77,18% -13,84%

Commissioni nette / Margine di intermediazione 14,73% 13,57% 8,54%

INDICI DI RISCHIOSITÀ

Crediti in sofferenza netti / Impieghi netti 4,51% 3,87% 16,32%

Crediti incagliati netti / Impieghi netti 4,69% 3,93% 19,44%

Crediti deriorati netti / Impieghi netti 10,38% 9,24% 12,33%

sofferenza nette/ Patrimonio netto 22,76% 18,75% 21,40%

INDICI DI PRODUTTIVITÀ

Raccolta diretta / Nr dipendenti 4.691 4.406 6,46%

Raccolta complessiva / Nr. Dipendenti 5.414 5.387 0,50%

Impieghi netti / Nr Dipendenti 3.634 3.736 -2,72%

Margine di intermediazione / Nr. Dipendenti 181 182 -0,79%

Totale costi operativi / Nr. Dipendenti 134 132 1,42%

Spese personale / Nr. Dipendenti 76 74 2,28%

Risultato Netto Gestione Finanziaria / N° Dipendenti 146 156 -6,32%

Spese personale / Totale attivo 1,27% 1,27% -0,09%

Spese amministrative / Margine di intermediazione 76,92% 73,83% 4,18%

Cost Income = Costi operativi / Margine di intermediazione 74,15% 72,53% 2,23%

Costi Operativi / Risultato Netto di Gestione Finanziaria 91,94% 84,92% 8,26%

INDICI DI STRUTTURA

Crediti vs clientela / Totale attivo 60,46% 63,62% -4,97%

Immobilizzazioni mat. e immateriali / totale dell'attivo 1,48% 1,79% -17,17%

Raccolta indiretta / Raccolta diretta 15,41% 22,26% -30,75%

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Bilancio e relazioni · Esercizio 2013

La struttura operativa

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Nella doppia pagina precedente:Monte Sant’Angelo, Quartiere “Junno”.

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Bilancio e relazioni · Esercizio 2013

Per le informazioni relative all’articolazione e al posizionamento territoriale della rete di vendita (spor-telli) e all’evoluzione dell’organico della Banca nonché per le informazioni sulla gestione e sviluppo delle risorse umane, interventi di formazione, sistema incentivante, politiche retributive e per le infor-

mazioni su iniziative volte a migliorare la salute e la sicurezza sul lavoro, ecc. riteniamo opportuno rinviare a quanto più dettagliatamente esposto nel bilancio sociale.

La struttura operativa3

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Bilancio e relazioni · Esercizio 2013

La Rete Territoriale

Nel corso del 2013 si sono consolidate le scelte del potenziamento della rete distributiva messe in atto nell’esercizio precedente attivando peraltro in complementarietà alle filiali esistenti sulle città di S.Severo e Manfredonia, due nuovi punti bancomat (denominati “Pit Stop”) nell’ottica di svilup-

parne l’utilizzo anche come attività consulenziale per la clientela. Una banca ben radicata nella terra di origine, siamo sicuri, potrà ambire a coinvolgere nuova clientela, soci, risorse, per espandersi ancora nella Capitanata e sul Gargano ed evolversi in banca della Provincia di Foggia. La presenza della nostra Banca nel più piccolo Comune del Gargano, Rignano Garganico, rappresenta d’al-tronde lo spirito di servizio classico delle banche di credito cooperativo. Ulteriori informazioni sono presenti nel bilancio sociale.

Struttura organizzativaPer la migliore gestione dell’azienda nell’attuale difficile contesto di riferimento, fortemente caratterizzato dall’introduzione di importanti e nuove normative ed al fine di garantire una struttura organizzativa sempre adeguata e processi di lavoro aggiornati e coerenti con le strategie stabilite, nell’anno concluso, la Banca ha lavorato su più ambiti.Su un fronte ha ricercato nuove soluzioni, modelli e processi tesi a razionalizzare e semplificare gli iter di lavoro e le procedure utilizzate; su un altro, ha implementato un modello commerciale ancor più flessibile ed incisivo al fine di favorire il raggiungimento degli obiettivi dell’azione commerciale.Particolare attenzione è stata poi riservata al rafforzamento dei presidi di controllo.Sono proseguiti gli investimenti in strutture e tecnologie e le valutazioni di convenienza per il ricorso all’ester-nalizzazione di ulteriori servizi.In coerenza con le linee che hanno delineato il piano strategico 2012-2014, ad aprile 2013 sono state ap-portate ulteriori integrazioni all’assetto organizzativo aziendale e al funzionigramma, già oggetto di integrale rivisitazione nel 2012. È stata in particolare rafforzata l’area controlli e pienamente attivata la funzione piani-ficazione e controllo di gestione.

Servizio immobiliare - impianti informatici/tecnologiciÈ proseguita la fase di verifica di funzionalità degli immobili in uso della Banca, sia di proprietà che in loca-zione. Per i locali che ospitano la filiale di Via Kennedy, il CdA ha avviato un progetto che possa in futuro valorizzare gli spazi attualmente non utilizzati, rendendo altresì più funzionale l’utilizzo dell’intera struttura, con un contestuale adeguamento degli aspetti di sicurezza.Tutti i contratti in corso risultano revisionati ed aggiornati (assistenza tecnica, di manutenzione, di consu-lenza, di pulizia, di vigilanza etc.); i nuovi contratti sono inoltre sempre oggetto di analisi e definizione da parte dell’ufficio legale interno. Nel corso del 2013 è stata intensificata l’attività di assistenza e manutenzione erogata alle filiali, con molteplici interventi dell’ufficio servizi tecnici/economato. In merito alle attività programmate nel Piano di Continuità Operativa, è stato regolarmente effettuato e con esito positivo, il test di Disaster Recovery previsto dalla normativa in vigore.

Attività organizzative4

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È stata implementata su tutte le filiali l’installazione di “teller cash recycler” (c.d. cash in cash out) al fine di innalzare il livello di sicurezza e di efficienza operativa delle postazioni di cassa.È proseguita, inoltre, l’attività relativa all’aggiornamento delle procedure informatiche fornite dalla Phoenix, nostro principale outsourcer informatico: tale piattaforma consente di semplificare i processi e l’organizzazione.

Revisione dei processi di lavoro e adeguamento della normativa interna Nel corso dell’anno è proseguita la realizzazione del progetto finalizzato alla riscrittura dei principali processi operativi. Sono stati pertanto predisposti numerosi documenti fra cui: il nuovo Regolamento Interno/Funzionigramma (revisione), il Regolamento del Credito e le politiche di gestione del rischio di Credito (integrale revisione), il Regolamento anticipo fatture, il Regolamento valuta-zione delle previsioni di perdita, Regolamento pagamento fatture.Sono stati altresì emanati ordini e disposizioni di servizio sulle seguenti tematiche: antiriciclaggio, deleghe e poteri in materia creditizia, posizioni problematiche e recupero crediti, garanzie, procedure deliberative in tema di attività di rischio, trasparenza e usura, pubblicità e informativa precontrattuale, coordinamento terri-toriale delle filiali, sistema incentivante e sistema di valutazione.Notevoli sforzi sono stati effettuati per ridefinire, in ossequio alle istruzioni di Vigilanza, gli aspetti legati alla trasparenza bancaria, con costante aggiornamento dei fogli informativi. Particolare attenzione è stata dedi-cata alla sistemazione delle anagrafiche dei clienti. È proseguito inoltre il progetto di revisione del catalogo prodotti.Sepa End Date - In base a quanto stabilito dal Regolamento UE n.260/2012 e dal Provvedimento di Ban-ca d’Italia recante istruzioni applicative dello stesso, dal 1° febbraio 2014 i servizi di bonifico e di addebito diretto nazionali sono stati sostituiti con gli analoghi servizi attivi in ambito europeo - rispettivamente SCT e SDD - creati per la realizzazione dell’area unica dei pagamenti in Euro, la Single Euro Payments Area - SEPA.Al fine di minimizzare i possibili rischi di interruzione dei pagamenti per i consumatori e le imprese, il 9 gennaio scorso la Commissione Europea ha pubblicato una proposta di modifica del Regolamento (UE) 260/2012 che prevede l’introduzione di un periodo transitorio di sei mesi, avallato dalla BCE, durante il quale possono essere accettate le operazioni di bonifico e di addebito diretto disposte nei formati nazionali. Il Parlamento e il Consiglio europei hanno approvato, rispettivamente il 4 e il 18 febbraio 2014, la modifica proposta, con validità retroattiva a partire dal 1° febbraio 2014. La modifica introdotta non ha comportato una variazione del termine per la migrazione alla SEPA, fermo al 1° febbraio 2014, ma la previsione di un “grace period” finalizzato alla migliore gestione di casi eccezionali o di emergenza.L’adeguamento ai requisiti generali imposti dal Regolamento citato ha determinato impatti significativi sui processi di trattamento/elaborazione delle operazioni, le infrastrutture preposte, gli strumenti di conferimen-to degli ordini e di relativa rendicontazione a disposizione della clientela sui diversi canali.La Banca, per garantire il corretto e completo processo di adeguamento alla SEPA, in ottemperanza a quanto richiesto dall’art. 9 del Provvedimento attuativo citato, ha predisposto e adottato, con delibera del 19/9/2013, un piano di migrazione delle operazioni di bonifico e di addebito diretto, redatto anche sulla base della pianificazione di dettaglio degli interventi - nonché della tempistica di relativa attuazione - indivi-duati da Phoenix S.p.a. in qualità di struttura tecnica delegata e I.C.C.R.E.A. in qualità di tramite operativo/contabile da e verso i circuiti interbancari - a seguito dell’analisi di posizionamento rispetto ai nuovi schemi SEPA dei rispettivi processi e procedure inerenti all’operatività nei sistemi di pagamento.In tale ambito, la Banca ha individuato gli interventi necessari sui profili organizzativi e procedurali inter-ni alla definizione delle conseguenti modifiche ai regolamenti e alle disposizioni attuative attinenti, nonché all’implementazione dei connessi presidi di controllo.

Regolamento EMIRIl 16 agosto 2012 è entrato in vigore il “Regolamento (UE) N. 648/2012 sugli strumenti derivati OTC, le controparti centrali e i repertori di dati sulle negoziazioni” (di seguito EMIR). L’EMIR dà seguito alle co-

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Bilancio e relazioni · Esercizio 2013

municazioni adottate dalla Commissione Europea e agli impegni assunti dai leader del G-20, nel 2009 e nel 2010, con riferimento all’adozione di misure volte ad accrescere la trasparenza e la vigilanza regolamentare, ridurre il rischio di controparte e il rischio operativo, rafforzare l’integrità del mercato con riferimento alle negoziazioni dei derivati OTC.In particolare, l’EMIR introduce l’obbligo, per le controparti finanziarie e non finanziarie, di:• ricorrerea“controparticentrali”(c.d.CCPs)perlacompensazionedeiderivatiOTC;• adottaretecnichedimitigazionedelrischioperiderivatiOTCnonoggettodicompensazione;• segnalareai“repertorididati”(c.d.TradeRepositories)leinformazionirelativeadognicontrattoderivato

stipulato e ogni modifica o cessazione dello stesso.Nel corso del 2013 sono entrati in vigore gli standard tecnici regolamentari e di implementazione emanati dalle competenti Autorità Europee di Vigilanza ai fini dell’applicazione degli obblighi previsti, ad eccezione di quelli relativi alla compensazione presso una CCP.La Banca, in qualità di controparte finanziaria soggetta agli obblighi dell’EMIR, ha adottato gli opportuni presidi per le segnalazioni ai “repertori di dati” e l’applicazione delle tecniche di mitigazione del rischio previ-ste dalla normativa.

Accordi in relazione alla moratoria debiti PMILe “Nuove misure per il credito alle PMI” del 28 febbraio 2012 sono divenute pienamente operative nella seconda parte del 2012. Il quadro normativo necessario all’avvio dell’operatività dei plafond “Crediti PA” e “Progetti Investimenti Italia” è stato completato solo in prossimità della scadenza del 31 dicembre 2012 e, permanendo la necessità di mantenere misure di sostegno alle PMI (seppur adeguate all’evoluzione della congiuntura economica), le Parti sottoscrittrici delle citate iniziative hanno concordato di: prorogare il termi-ne di validità delle “Nuove misure per il credito alle PMI” al 31 marzo 2013 e di definire – entro tale data - nuove misure di sostegno alle imprese; prorogare il termine di validità dei due plafond al 31 dicembre 2013.La Banca ha deliberato di aderire a tale Accordo in data 16 luglio 2013.

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Attività di ricerca e di sviluppo

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Nella doppia pagina precedente:Carpino, la piana degli ulivi con lo sfondo del lago di Varano.

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Bilancio e relazioni · Esercizio 2013

L aBancanonhasvoltoattivitàspecifichediR&Snelcorsodell’esercizio.Numerose sono state peraltro le attività promozionali di marketing e comunicazione, collaterali al lan-cio di prodotti ovvero alle iniziative delle aperture delle nuove filiali.

Nel 2013 sono state inoltre avviate attività di sviluppo di progetti necessari al consolidamento ed alla crescita della relazione con la clientela e la prestazione di consulenza. In particolare è stato avviato un progetto per lo sviluppo di una rete di postazioni bancomat da gestire anche con supporto consulenziale (“Pit Stop”) per co-prire zone attualmente non presidiate. Iniziative sono state avviate anche nel campo del mobile bank, di una maggiore diffusione di strumentazioni evolute e della archiviazione ottica del documentale.

Attività di ricerca e di sviluppo

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Bilancio e relazioni · Esercizio 2013

Coerentemente con il proprio modello di business e operativo, la Banca è esposta a diverse tipologie di rischio che attengono principalmente alla tradizionale operatività di intermediazione creditizia e finanziaria: prevalentemente rischio di credito e talune manifestazioni di rischi operativi intrinseci

all’attività bancaria.Il complesso dei rischi aziendali è presidiato nell’ambito di un modello organizzativo, improntato alla piena separazione delle funzioni di controllo da quelle produttive, che integra metodologie e presidi di controllo a diversi livelli convergenti con gli obiettivi aziendali di assicurare efficienza ed efficacia dei processi operativi, salvaguardare l’integrità del patrimonio aziendale, tutelare dalle perdite, garantire l’affidabilità e l’integrità delle informazioni, verificare il corretto svolgimento dell’attività nel rispetto della normativa interna ed ester-na.Il modello di governo del sistema dei controlli interni della Banca è stato disegnato e via via aggiornato in coerenza con il quadro normativo e regolamentare tempo per tempo vigente, gli standard, nazionali ed inter-nazionali, le migliori pratiche e i riferimenti elaborati dalla Categoria. Come meglio dettagliato nel seguito, tale modello è stato oggetto di esame ed è in corso di aggiornamento, ove necessario, in funzione degli ele-menti di disallineamento rilevati rispetto alle nuove disposizioni di vigilanza in materia.In linea con le disposizioni in materia di Corporate Governance, il modello adottato delinea le principali re-sponsabilità in capo agli Organi Aziendali al fine di garantire la complessiva efficacia ed efficienza del sistema dei controlli interni.In particolare:• ilConsigliodiAmministrazioneèresponsabiledelsistemadicontrolloegestionedeirischie,nell’ambito

della relativa governance, della definizione, approvazione e revisione degli orientamenti strategici e delle linee guida di gestione dei rischi, nonché degli indirizzi per la loro applicazione e supervisione. Anche sulla base dei riferimenti allo scopo prodotti dalla Direzione Generale, verifica nel continuo l’efficienza e l’effi-cacia complessiva del sistema di gestione e controllo dei rischi, provvedendo al suo adeguamento tempe-stivo in relazione alle carenze o anomalie riscontrate, ai cambiamenti del contesto di riferimento, esterno o interno, o derivanti dall’introduzione di nuovi prodotti, attività o processi rilevanti;

• laDirezioneGeneraleèresponsabiledell’attuazionedegliorientamentistrategiciedellelineeguidadefinitidal Consiglio di Amministrazione al quale riferisce costantemente in proposito. In tale ambito, predispone le misure necessarie ad assicurare l’istituzione, il mantenimento ed il corretto funzionamento di un efficace sistema di gestione e controllo dei rischi.

Nell’ambito delle deleghe alla stessa attribuite:- analizza le tematiche afferenti a tutti i rischi aziendali al fine di definire e mantenere aggiornate le politi-

che, di gestione, controllo e mitigazione dei rischi;- concorre alla definizione dei processi di gestione, controllo e mitigazione dei rischi, individuando com-

piti e responsabilità delle strutture coinvolte per dare attuazione al modello organizzativo prescelto, as-sicurando il rispetto dei requisiti di segregazione funzionale e la conduzione delle attività rilevanti in materia di gestione dei rischi da parte di personale qualificato, con adeguato grado di autonomia di

Il presidio dei rischi e il sistema dei controlli interni

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giudizio e in possesso di esperienze e conoscenze proporzionate ai compiti da svolgere;- verifica nel continuo la funzionalità, l’efficienza e l’efficacia del sistema di gestione e controllo dei rischi

informando in proposito il Consiglio propone i criteri del sistema di reporting direzionale e verso le funzioni di controllo interno, individuandone finalità, periodicità e funzioni responsabili;

- assicura che le unità organizzative competenti definiscano ed applichino metodologie e strumenti ade-guati per l’analisi, la misurazione/valutazione ed il controllo/mitigazione dei rischi individuati;

- coordina, con il supporto del Comitato Rischi le attività delle unità organizzative coinvolte nella gestio-ne, misurazione/valutazione e il controllo dei singoli rischi;

• ilCollegioSindacale,nell’ambitodellepropriefunzioniistituzionalidisorveglianza,vigilasull’adeguatez-za del sistema di gestione e controllo dei rischi, sul suo concreto funzionamento e sulla rispondenza ai requisiti stabiliti dalla normativa. Il Collegio Sindacale viene sentito in merito alle decisioni riguardanti la nomina dei responsabili delle funzioni di controllo interno e la definizione degli elementi essenziali dell’ar-chitettura complessiva del sistema dei controlli; segnala al Consiglio di Amministrazione le carenze e le irregolarità riscontrate, richiede l’adozione di idonee misure correttive e ne verifica nel tempo l’efficacia.

Il complessivo sistema di controllo e gestione dei rischi posto in essere è articolato nei seguenti livelli definiti dall’Organo di Vigilanza:

I livello:• controllidiLinea,effettuatidallestessestruttureproduttivechehannopostoinessereleoperazionioin-

corporati nelle procedure e diretti ad assicurare il corretto svolgimento delle operazioni;

II livello:• controllisullagestionedeirischi,condottiacuradistrutturediversedaquelleproduttive,conilcompito

di definire le metodologie di misurazione dei rischi, di verificare il rispetto dei limiti assegnati alle varie funzioni operative e di controllare la coerenza dell’operatività delle singole aree produttive con gli obiettivi di rischio/rendimento, quantificando il grado di esposizione ai rischi e gli eventuali impatti economici;

• controllidiconformitànormativa,svoltidallaFunzioneindipendenteall’uopocostituitaconilcompitospecifico di promuovere il rispetto delle norme di eteroregolamentazione (leggi e norme regolamentari) e di autoregolamentazione nonché dei codici interni di comportamento, per minimizzare il rischio di non conformità normativa e i rischi reputazionali ad esso collegati, coadiuvando, per gli aspetti di competenza, nella realizzazione del modello aziendale di monitoraggio e gestione dei rischi;

• controlliinmateriadigestionedelrischiodiriciclaggioedifinanziamentodelterrorismointernazionale,svolti dalla Funzione indipendente all’uopo costituita con il compito specifico di verificare nel continuo che le procedure aziendali siano coerenti con l’obiettivo di prevenire e contrastare la violazione di norme di eteroregolamentazione (leggi e norme regolamentari) e di autoregolamentazione in materia di riciclag-gio e di finanziamento del terrorismo.

III livello:• attivitàdi revisione interna (InternalAuditing), indirizzata a valutare l’adeguatezza e la funzionalitàdel

complessivo Sistema dei Controlli Interni. Tale attività è condotta sulla base del piano annuale delle attivi-tà di auditing approvato dal Consiglio di Amministrazione o attraverso verifiche puntuali sull’operatività delle funzioni coinvolte, richieste in corso d’anno;

• il ricorsoall’esternalizzazionedi funzioniaziendali,anche importantiedicontrollo, rappresentaunele-mento strutturale e imprescindibile del modello organizzativo della Banca in considerazione non solo delle dimensioni aziendali e della limitata complessità operativa che la caratterizza, ma anche della sua appar-

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Bilancio e relazioni · Esercizio 2013

tenenza al Sistema del Credito Cooperativo. La Banca si avvale infatti dei servizi offerti dagli organismi promossi dalla Categoria, come previsto dallo stesso statuto sociale, con riguardo all’esternalizzazione di parte delle funzioni di controllo e della parte prevalente del proprio sistema informativo e altre funzioni aziendali importanti, quali servizi di back office e valutazione degli strumenti finanziari. Con particolare riguardo alle funzioni di controllo, la Banca ha deciso di avvalersi della possibilità, già consentita dalle disposizioni previgenti, di esternalizzare la Funzione di Controllo di Conformità presso la Federazione Interregionale delle BCC di Puglia e Basilicata e la Funzione di Revisione Interna presso il Co.Se.Ba. s.c.p.a., dopo aver valutato l’adeguatezza delle strutture all’uopo costituite. Questa scelta è stata indirizzata anche dalla circostanza che le strutture in argomento sono costituite ed operano in aderenza ai riferimenti organizzativi, metodologici e documentali relativi alla prestazione in outsourcing di funzioni di controllo definiti nell’ambito della Categoria, ritenuti atti ad assicurare l’adeguatezza ai modelli operativi e di con-trollo di una Banca di Credito Cooperativo nonché la conformità e aderenza alle migliori pratiche della professione e ai riferimenti regolamentari e principi applicabili. A tale riguardo, si evidenzia, in particolare, che il modello di governo della Federazione non consente alla singola banca associata di esercitare un ruo-lo dominante, anche qualora gli esponenti di questa ricoprano ruoli di rilievo negli organi della stessa;

• gliaccordidiesternalizzazionedellaFunzionediInternalAuditedellaFunzionediConformitàprevedo-no che le attività in capo alle stesse siano svolte da strutture autonome, reciprocamente indipendenti, con responsabili e risorse umane dotate di adeguate capacità professionali, assegnate stabilmente. Specifici rife-rimenti dispositivi assicurano che responsabile e addetti non operino in conflitto di interessi con le attività della funzione né svolgano attività che sarebbero chiamati a controllare;

• perunapiùcompiutaillustrazionedell’assettoorganizzativoedelleprocedureoperativeposteapresidiodelle diverse aree di rischio e delle metodologie utilizzate per la misurazione e la prevenzione dei rischi medesimi si rinvia all’informativa qualitativa e quantitativa riportata nella parte E della nota Integrativa – informazioni sui rischi e sulle relative politiche di copertura.

Nel seguito si riportano alcuni riferimenti di generale indirizzo a riguardo.La chiara ed esaustiva identificazione dei rischi cui la Banca è potenzialmente esposta, costituisce il presup-posto per la consapevole assunzione e l’efficace gestione degli stessi, attuate anche attraverso appropriati stru-menti e tecniche di mitigazione e traslazione.Nell’ambito dell’ICAAP la Banca definisce la mappa dei rischi rilevanti che costituisce la cornice entro la quale sono sviluppate tutte le attività di misurazione/valutazione, monitoraggio e mitigazione dei rischi. A tal fine provvede all’individuazione di tutti i rischi verso i quali è o potrebbe essere esposta, ossia dei rischi che potrebbero pregiudicare la propria operatività, il perseguimento delle strategie definite e il conseguimento degli obiettivi aziendali. Per ciascuna tipologia di rischio identificata, vengono individuate le relative fonti di generazione (anche ai fini della successiva definizione degli strumenti e delle metodologie a presidio della loro misurazione e gestione) nonché le strutture responsabili della gestione. Nello svolgimento delle attività citate la Banca tiene conto del contesto normativo di riferimento, dell’operatività in termini di prodotti e mercati di riferimento, delle specificità connesse alla propria natura di banca cooperativa a mutualità pre-valente operante in un network e, per individuare gli eventuali rischi prospettici, degli obiettivi strategici definiti dal Consiglio di Amministrazione e declinati nel piano annuale. Sulla base di quanto rilevato dalle attività di analisi svolte, la Banca ha identificato come rilevanti i seguenti rischi: rischio di credito e di contro-parte; rischio di concentrazione; rischio di mercato; rischio operativo; rischio di tasso di interesse; rischio di liquidità; rischio strategico; rischio di reputazione; rischio residuo; rischio di leva finanziaria eccessiva; rischi connessi con l’assunzione di partecipazioni; rischi connessi con le attività di rischio e i conflitti di interesse nei confronti di soggetti collegati. Le valutazioni effettuate con riferimento all’esposizione ai cennati rischi e ai connessi sistemi di misurazione e controllo sono state oggetto di analisi da parte dei vertici aziendali.Il secondo livello dei controlli (Risk Management e Compliance) assume un rilievo strategico con riguardo alla capacità di coniugare il governo del rischio con la pratica d’affari nel supportare la declinazione della cul-tura aziendale in materia di gestione del rischio nei comportamenti e nelle scelte strategiche.

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La Funzione di controllo dei rischi (denominata nell’organigramma aziendale Risk Management) ha, tra gli altri, il compito di individuare le metodologie di misurazione dei rischi, sviluppare e manutenere i modelli e gli strumenti di supporto per la misurazione/valutazione ed il monitoraggio dei rischi, individuare i rischi cui la Banca è o potrebbe essere esposta, controllare la coerenza dell’operatività delle singole aree/unità di busi-ness con gli obiettivi di rischio/rendimento, quantificare/valutare il grado di esposizione ai rischi.Più in generale, la funzione ha tra i propri compiti principali, la verifica del rispetto dei limiti assegnati alle varie funzioni operative e il controllo della coerenza dell’operatività delle singole aree aziendali con gli obiet-tivi di rischio/rendimento definiti dal C.d.A, quantificando il grado di esposizione ai rischi e gli eventuali impatti economici. La Funzione garantisce inoltre l’informativa inerente ai citati profili di analisi e valutazio-ne attraverso opportuni reporting indirizzati alle funzioni operative, alla Direzione Generale e, per il tramite di questa, agli Organi di Governo e Controllo.Come anticipato, riguardo alla gestione del rischio di non conformità alle norme, a seguito di un’accurata analisi organizzativa e di una valutazione costi benefici che hanno tenuto in considerazione le dimensioni aziendali, la complessiva operatività e i profili professionali in organico, la Banca ha adottato un modello che si fonda sulla facoltà, prevista dalla normativa per le banche di dimensioni contenute o caratterizzate da una limitata complessità operativa, di affidare lo svolgimento della Funzione di Conformità a soggetti terzi (tra i quali, gli organismi associativi di categoria), purché dotati di requisiti idonei in termini di professiona-lità e indipendenza e fermo restando l’obbligo di procedere alla nomina di un responsabile della funzione all’interno dell’azienda. Tale soluzione ha presentato, tra l’altro, la possibilità di avvalersi delle competenze specialistiche multi-disciplinari presenti nella Federazione locale realizzando economie di scopo e di scala. La Banca ha conferito alla Federazione Interregionale delle banche di Credito Cooperativo di Puglia e Basilicata lo svolgimento delle attività della Funzione di Conformità. Al Responsabile Interno della Funzione spetta la complessiva supervisione dell’attività di gestione del rischio e il ruolo di referente interno per il soggetto incaricato della Funzione. Coerentemente con le Disposizioni di Vigilanza, allo stesso è assicurata l’attribuzione dei requisiti atti a consentire la verifica dell’effettivo svolgimento delle attività di competenza dell’outsourcer nell’ambito del Processo di gestione dei rischi di non conformità.I risultati delle attività di verifica condotte sono formalizzati in specifici report presentati con cadenza annua-le, al Consiglio di Amministrazione cui, in quanto responsabile del Sistema dei Controlli Interni, spetta la complessiva supervisione del processo di gestione del rischio di non conformità normativa e, in tale ambito, la periodica valutazione dell’adeguatezza della funzione di conformità alle norme nonché la definizione del programma di attività della funzione stessa.Riguardo alla gestione del rischio di riciclaggio e di finanziamento del terrorismo, in ossequio alla disciplina di riferimento e a seguito di un’accurata analisi organizzativa che ha tenuto conto delle dimensioni aziendali, della complessiva operatività e dei profili professionali in organico, la Banca ha provveduto ad istituire una specifica funzione di controllo di secondo livello e a nominare il relativo responsabile.I risultati delle attività di controllo sono formalizzati in specifici report e oggetto di illustrazione annuale al Consiglio di Amministrazione.La Funzione di Internal Audit, svolge la propria attività sulla base del piano annuale delle attività di audi-ting approvato dal Consiglio di Amministrazione e attraverso verifiche puntuali sull’operatività delle funzioni coinvolte, richieste in corso d’anno. In tale ambito effettua la verifica e l’analisi dei sistemi di controllo di primo e secondo livello, attivando periodici interventi finalizzati al monitoraggio delle variabili di rischio.L’attività è stata articolata prevedendo momenti di follow-up per i processi sottoposti ad audit nel corso dei piani precedenti, nell’ottica di verificare l’effettiva implementazione ed efficacia degli interventi di conteni-mento del rischio proposti.I vertici della Banca hanno preso visione dei report prodotti per ogni verifica di processo e del report con-suntivo che sintetizza la valutazione dell’Internal Audit sul complessivo sistema dei controlli della Banca e riporta l’elencazione degli interventi di miglioramento ritenuti opportuni al fine di riportare i rischi residui entro un livello coerente con la propensione al rischio definita dai vertici aziendali.L’informativa di sintesi delle attività svolte dalle Funzioni di controllo interno nel corso dell’anno è stata

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Bilancio e relazioni · Esercizio 2013

esaminata dal Consiglio di Amministrazione che ha definito sulla base dei relativi contenuti uno specifico programma di attività per la risoluzione delle problematiche evidenziate e l’adeguamento del sistema dei controlli interni.La Funzione di Internal Audit della Banca ha ottenuto la certificazione di conformità relativamente all’or-ganizzazione e allo svolgimento delle proprie attività agli Standard per la pratica professionale dell’Internal Auditing e al Codice Etico della Professione; tale giudizio è stato elaborato da parte di un ente terzo indipen-dente al Sistema a fronte di un processo di analisi e verifiche condotte secondo la metodologia definita nel “Quality Assessment Manual” pubblicato dall’Institute of Internal Auditors (IIA).

Con il 15° aggiornamento alla Circolare della Banca d’Italia n. 263 del 27 dicembre 2006, “Nuove dispo-sizioni di vigilanza prudenziale per le banche”, è stato definito il nuovo quadro regolamentare in materia di “Sistema dei controlli interni”, “Sistema informativo”, “Continuità operativa”.Il termine per l’adeguamento alle disposizioni in materia di sistema dei controlli interni - di cui al Capitolo 7 - e di continuità operativa - di cui al Capitolo 9, è fissato al 1° luglio del 2014.Fanno eccezione:• leprevisioni inerenti le lineedi riportodei responsabilidelle funzioniaziendalidicontrollodi secondo

livello (Risk Management e Compliance), di cui al Capitolo 7, Sezione III, par. 1, lett. b), cui ci si deve conformare entro il 1° luglio 2015;

• conriferimentoall’esternalizzazionedifunzioniaziendali(Capitolo7,SezioniIVeV),l’obbligodiade-guare i contratti di esternalizzazione in essere alla data di entrata in vigore delle disposizioni alla prima scadenza contrattuale e, comunque, entro tre anni dall’entrata in vigore (1° luglio 2016). I contratti di esternalizzazione conclusi dopo l’entrata in vigore della nuova disciplina devono essere adeguati alle nuove disposizioni entro la data di efficacia delle disposizioni (1° luglio 2014). Entro tale data deve essere inviata alla Banca d’Italia una comunicazione che riporti tutti i contratti stipulati nel periodo compreso tra la data di entrata in vigore delle disposizioni e la data della loro efficacia.

Il termine per l’adeguamento alle disposizioni in materia di sistema informativo, di cui al Capitolo 8, è il 1° febbraio 2015. I contratti di esternalizzazione del sistema informativo in essere alla data di entrata in vi-gore delle disposizioni devono essere adeguati alla prima scadenza contrattuale e, comunque, entro tre anni dall’entrata in vigore delle disposizioni (1° luglio 2016).Le perduranti tensioni prodotte dalla crisi finanziaria impongono alla Banca una rinnovata riflessione sulla capacità di realizzare la propria missione, tenendo in debita considerazione anche i profili dell’efficienza e dell’economicità della gestione. In tale ottica, i contenuti, complessi e articolati, delle nuove disposizioni e i tempi di prevista entrata in vigore impongono un’attenta valutazione non solo dei necessari profili di ade-guamento alle nuove previsioni ma anche delle modalità di declinazione delle attività di adeguamento stesse, anche alla luce del prevedibile impatto organizzativo, procedurale ed economico e posta la peculiare fase congiunturale tuttora in atto.Il principio ispiratore delle scelte aziendali in materia si basa sulla consapevolezza che un efficace sistema di controllo costituisce condizione essenziale per il perseguimento degli obiettivi aziendali e che gli assetti or-ganizzativi e di controllo aziendali debbano costantemente risultare tali da supportare la realizzazione degli interessi dell’impresa e nello stesso tempo contribuire ad assicurare condizioni di sana e prudente gestione e stabilità.Funzioni di controllo autorevoli e adeguate contribuiscono a guidare gli organi di vertice verso scelte strate-giche coerenti con il quadro normativo e con le potenzialità aziendali, agevolano lo sviluppo di una cultura aziendale di correttezza dei comportamenti e di affidabilità, permettono di accrescere la fiducia degli opera-tori e dei clienti nell’operatività della singola banca e del settore nel suo complesso.Assumono rilievo in tale ambito i meccanismi di interazione tra le Funzioni aziendali al fine di disporre di una visione integrata dei rischi e di un processo dinamico di adattamento delle modalità di controllo al mu-tare del contesto interno ed esterno.

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All’insegna di tali riflessioni e nel contesto di un percorso comune che ha coinvolto, oltre alle consorelle, anche tutte le strutture, associative ed imprenditoriali, di secondo livello del network, è stata sviluppata l’au-tovalutazione aziendale di posizionamento rispetto alle nuove disposizioni.Lo scorso 31 gennaio, la Banca ha trasmesso alla Banca d’Italia la propria relazione sugli esiti dell’autovalu-tazione in argomento. Nella relazione sono state individuate le misure da adottare per assicurare il rispetto delle disposizioni e la relativa tempificazione, definita in coerenza con le date di efficacia delle disposizioni di riferimento e tenuto conto delle linee progettuali di Categoria inerenti la predisposizione di riferimenti metodologici e standard documentali utili rispetto ai profili di necessario adeguamento individuati nel corso della stesura del piano di migrazione.Sulla base di quanto emerso nel corso delle attività sviluppate nell’ambito dell’autovalutazione, la Banca ha individuato le seguenti principali aree di adeguamento:1. Ruolo e responsabilità degli organi aziendali. In particolare, occorre procedere alla revisione e integrazione

- in stretta coerenza, laddove necessario, con le attività in corso di revisione dello statuto tipo - dei rego-lamenti della Banca al fine di allineare ruoli, compiti e responsabilità degli Organi aziendali a quanto sta-bilito dalle disposizioni di vigilanza. Tali attività saranno sviluppate in stretto raccordo con quelle inerenti l’adeguamento alla nuova disciplina in materia di governo societario, di prossima emanazione.

2. Attuazione/integrazione dei processi di governo e gestione dei rischi. In particolare,definizione, formalizza-zione e attuazione del Risk Appetite Framework;i. adeguamento della Funzione di Risk Management ai nuovi requisiti regolamentari e definizione / in-

tegrazione dei processi di governo e gestione dei rischi anche alla luce delle nuove definizioni regola-mentari, ivi inclusa la definizione dei presidi di controllo di secondo livello per il monitoraggio delle esposizioni creditizie;

ii. definizione e implementazione di procedure volte ad assicurare la piena e corretta valutazione dei rischi derivanti dalla nuova operatività, in coerenza con la propensione al rischio definita e la capacità della banca di gestirli;

iii. definizione dei criteri quantitativi e qualitativi per identificare le operazioni di maggior rilievo e del pro-cesso di gestione e governo dei rischi associati;

iv. aggiornamento e integrazione delle politiche e processi di valutazione delle attività aziendali per assicu-rarne un’adeguata integrazione con l’attività di Risk Management.

3. Profili attinenti l’esternalizzazione di funzioni aziendali con riferimento alle disposizioni riportate nei capi-toli 7 e 8. In tale ambito:i. definizione e adozione della politica in materia di esternalizzazione nella quale verranno regolamentati

i processi e i presidi in grado di garantire l’adeguato governo delle attività oggetto di esternalizzazione, finalizzati anche a valutare e attivare, se necessario, soluzioni di switch o di contingency;

ii. adeguamento dei contratti in essere con i fornitori tenuto anche conto dei riferimenti che a riguardo verranno definiti a livello di Categoria con particolare, ma non esclusivo, riguardo a indicatori, SLA e logiche di misurazione e valutazione delle soglie individuate per tipologia di servizio.

4. Nell’ambito delle attività finalizzate per la definizione e adozione del documento di coordinamento delle funzioni e organi di controllo:i. revisione dei compiti e delle responsabilità delle Funzioni di controllo, dei relativi flussi informativi e

delle modalità di coordinamento e collaborazione ai sensi delle nuove disposizioni;ii. definizione dei processi in grado di garantire una maggiore collaborazione e un più frequente inter-

scambio fra le differenti Funzioni e tra queste e gli Organi aziendali, coinvolte nell’iter di misurazione, valutazione e mitigazione dei rischi, ciò in termini anche di pianificazione condivisa e temporalmente coordinata, sinergica e non ridondante, modalità di confronto, logiche e metriche di valutazione del rischio residuo;

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iii. definizione del set di informazioni omogenee relative a medesimi ambiti sottoposti a pareri e valuta-zioni delle differenti Funzioni di Controllo. In merito, si prevede di rivedere gli attuali strumenti di reporting;

5. adeguamento rispetto alle nuove previsioni in materia di Sistemi Informativi e Continuità Operativa, con particolare riguardo agli aspetti attinenti la governance ICT, la gestione della sicurezza informatica, il siste-ma di gestione dei dati, la gestione del rischio informatico;

6. adeguamento della Funzione di Compliance, secondo un approccio risk based, in misura proporzionale al rilievo che le singole norme hanno per l’attività svolta e alle conseguenze della loro violazione.

Il percorso di adeguamento è già in corso nell’ambito delle progettualità di Categoria cui la Banca partecipa per il tramite della Federazione delle BCC di Puglia e Basilicata.

6.1 | Informazioni sulla continuità aziendale, sui rischi finanziari, sulle verifiche per riduzione di valore delle attività e sulle incertezze nell’utilizzo di stimeCon riferimento ai documenti Banca d’Italia, Consob e Isvap n.2 del 6 febbraio 2009 e n.4 del 3 marzo 2010, relativi alle informazioni da fornire nelle relazioni finanziarie sulle prospettive aziendali, con partico-lare riferimento alla continuità aziendale, ai rischi finanziari, alle verifiche per riduzione di valore delle atti-vità (impairment test) e alle incertezze nell’utilizzo delle stime, il Consiglio di Amministrazione conferma di avere la ragionevole aspettativa che la Banca possa continuare la propria operatività in un futuro prevedibile e attesta pertanto che il bilancio dell’esercizio è stato predisposto in tale prospettiva di continuità. Nella strut-tura patrimoniale e finanziaria della Banca e nell’andamento operativo non sussistono elementi o segnali che possano indurre incertezze sul punto della continuità aziendale. Per l’informativa relativa ai rischi finanziari, alle verifiche per riduzione di valore delle attività e alle incertezze nell’utilizzo di stime si rinvia alle informa-zioni fornite nella presente relazione, a commento degli andamenti gestionali, e/o nelle specifiche sezioni della Nota Integrativa.

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Le altre informazioni

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Nella doppia pagina precedente:San Marco in Lamis, arco votivo a San Michele, località “Vallone di Vituro”.

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Le altre informazioni

7.1 | Informazioni sulle ragioni delle determinazioni assunte con riguardo all’ammissione dei nuovi soci ai sensi dell’art. 2528 del codice civile

Il Consiglio di Amministrazione ritiene che una compagine sociale attiva e partecipe alla vita della Banca sia un elemento fondamentale del corretto sviluppo dell’iniziativa imprenditoriale cooperativa.I soci cooperatori, devono maturare un pieno convincimento di essere proprietari e parte fondamentale

della loro “cooperativa di credito” e, in tal senso, devono aumentare la propria disponibilità a farsi coinvol-gere nella vita della stessa, non solo come “clienti privilegiati”, e spesso come soli prenditori di denaro, ma anche come eventuali futuri amministratori. In questo senso i soci dovranno divenire sempre di più attori fondamentali del cambiamento culturale necessario per vincere le sfide presenti e future.

L’ammissione di nuovi Soci ha come scopi principali:a) la tutela dei criteri ispiratori dell’attività secondo i principi della dottrina sociale cristiana nella tradizione dei Soci fondatori, così come definiti dagli artt. 2 e 9 dello Statuto Sociale;b) la partecipazione dei Soci per uno stretto rapporto di mutualità e cooperazione reciproca, lo sviluppo ed il buon andamento della Società;c) l’adempimento della prescrizione dell’art. 17 dello Statuto Sociale, in tema di operatività;d) la necessità di patrimonializzare la Società in armonia con le disposizioni di vigilanza.Il Consiglio di Amministrazione, nell’esame delle domande di ammissione a socio della Banca, tiene presenti i criteri di carattere generale volti a:a) favorire l’ampliamento della compagine sociale verso clienti o nominativi conosciuti per lo svolgimento di attività di interesse sociale, nel campo della solidarietà, della mutualità e del volontariato in genere;b) mantenere e/o sviluppare una presenza significativa di soci in tutti i luoghi in cui la Banca ha competenza territoriale, in rapporto all’attività esercitata e programmata su ciascuna piazza;c) rispettare, per quanto possibile, un’articolazione equilibrata della base sociale all’interno della zona di com-petenza territoriale, con riferimento alla categoria economica di appartenenza del richiedente e possibilmente anche con riferimento alla potenziale qualità di risparmiatore o di utilizzatore di credito;d) considerare con particolare prudenza le richieste di ammissione a socio che appaiono prevalentemente motivate dall’intento di rappresentare interessi di categoria o gruppi di pressione o che possano comunque introdurre nella base sociale dialettiche non pertinenti ai fini della gestione mutualistica della società e della stabile conduzione della Banca, che appaiono motivate dal fine dell’esercizio concertato del diritto di voto ai sensi dell’art. 20 del D.Lgs. 385/93.Il totale soci al 31/12/2013 è pari a 2.032 unità.La compagine sociale ha visto un aumento di 163 unità rispetto allo stesso periodo del 2012. L’incremento è stato determinato dall’ingresso di 205 nuovi soci e dall’uscita di 42 soci di cui 18 per trasferimento quote e 24 per esclusione.Su questo argomento, viene dato, altresì un importante contributo nel bilancio sociale.

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7.2 | Accertamenti ispettivi dell’organo di vigilanzaA dicembre 2013 si è concluso l’accertamento ispettivo della Banca d’Italia, avviato nel settembre dello stesso anno. L’accertamento ha fatto emergere risultanze parzialmente favorevoli, da iscrivere nel quadro valutativo del periodico processo di revisione prudenziale; risultanze in deciso e soddisfacente miglioramento rispetto a quelle del precedente accertamento datato 2011. In particolare la BdI ha rilevato come la Banca abbia assicu-rato sostegno al territorio, adottando una politica creditizia espansiva ed attenta all’acquisizione di valide ga-ranzie, siano stati avviati interventi di potenziamento dell’assetto organizzativo e dei controlli, volti in primo luogo ad assicurare il presidio dei rischi di coinvolgimento in episodi di antiriciclaggio. Quanto sopra quale specifico correttivo sui precedenti accertamenti. È stato altresì rilevato come il protrarsi della negativa fase ciclica e la debolezza del circuito reddituale richiedano misure per garantire un’azione di governo più reattiva ai mutamenti di contesto, dando altresì atto del fatto che alcune misure sono state già al riguardo intrapre-se. Sono state stimolate azioni di miglioramento sull’attività del controllo di gestione e della Compliance comunque immediatamente attivate e sostanzialmente completate. Così come pure, traendo spunto dai sug-gerimenti pervenuti, provvedimenti tempestivi sono stati adottati per il miglioramento del monitoraggio dei crediti e dell’attività istruttoria delle pratiche di fido e sono stati apportati correttivi all’alimentazione delle impostazioni informatiche che avevano determinato alcune discrasie in materia di trasparenza.

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Non si rilevano fatti di rilievo dopo la chiusura dell’esercizio. Si ritiene di dover solo segnalare come nel mese di marzo 2014 siano stati trasformati a tempo indeterminato 11 contratti di dipendenti assunti in vari momenti, nel corso dell’ultimo triennio, a tempo determinato, dopo aver verificato

l’esigenza del rafforzamento della struttura, anche a seguito delle nuove aperture di filiali intervenute e di cessazioni dal servizio.Inoltre, in considerazione del mutato contesto di mercato determinatosi nella seconda metà del 2013, nel corso dei primi mesi del 2014, si è avviata la procedura per l’annullamento della garanzia dello Stato con-cessa nel 2012 sull’operazione di rifinanziamento presso la BCE. Tale decisione è supportata da un’analisi in termini di sostenibilità ed equilibrio finanziario anche condotta con opportune simulazioni di impatto sulla situazione di liquidità della Banca.

Fatti di rilievo intervenuti dopo la chiusura dell’Esercizio

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Le informazioni sui rapporti con parti correlate, come definite dallo IAS 24, sono riportate nella “parte H - operazioni con parti correlate” della nota integrativa, cui si fa rinvio.Ai sensi della disciplina prudenziale in materia di attività di rischio e conflitti di interesse nei confronti

di soggetti collegati, si evidenzia che non sono state compiute operazioni con soggetti collegati, di maggiore rilevanza ai sensi della normativa di riferimento e dei criteri adottati nell’ambito delle politiche assunte, sulle quali la Commissione per le operazioni con soggetti collegati Indipendente e/o il Collegio Sindacale abbiano reso parere negativo o formulato rilievi.

Informativa sulle operazioni con parti correlate

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Con questa assemblea si chiude il terzo mandato dell’attuale Consiglio, eletto nel maggio 2011.Anche quest’anno è stato caratterizzato da una profonda attività di ristrutturazione organizzativa del-la Banca destinata a consolidare e a qualificare la presenza della nostra Banca nella comunità di rife-

rimento, in un continuo processo di aggiornamento, di rinnovamento e di adeguamento ai tempi affinché, in anni che si prospettano ancora difficili, la Banca possa continuare a porsi come punto di riferimento per lo “sviluppo del territorio”.I dati positivi del 2013, che vi sono stati appena illustrati, sembrerebbero far presagire per il 2014 un anno ancora positivo, ma nulla può essere dato per scontato ed è necessaria una grande prudenza sulle previsioni, restando l’andamento della gestione condizionato dalle insidie e dalle difficoltà del mercato.L’ economia resterà debole in Italia, compromessa anche dalla restrizione fiscale e dalla stessa instabilità po-litica. Sarà forse ipotizzabile una lieve ripresa solo a fine 2014, con la speranza che più significativi segnali possano concretizzarsi nel 2015.I tassi ufficiali della BCE rimarranno probabilmente invariati per tutto il 2014. L’attività del settore bancario italiano resterà fortemente condizionata dalla debolezza del quadro macroeco-nomico del nostro Paese. Il basso livello dei tassi di mercato, che ha penalizzato il margine di interesse nel quarto trimestre del 2013 in misura ancor più marcata rispetto ai trimestri precedenti, continuerà a condizionare il 2014. Sulla normalizzazione dei tassi sui prestiti continuerà a pesare l’elevato rischio di credito. Il persistere di un contesto economico recessivo per buona parte dell’esercizio 2014, continuerà a influenzare negativamente la qualità del credito e la dinamica dei finanziamenti alla clientela, con possibili cenni di ripresa solo verso fine anno. La raccolta delle famiglie sarà penalizzata dalla difficoltà intrinseca al risparmio e si accentuerà la com-petizione sulla remunerazione della raccolta “disponibile” con un conseguente restringimento della forbice e l’ erosione del margine di interesse. L’incremento della componente commissionale, sarà quindi fondamentale per poter confermare risultati po-sitivi.La revisione della struttura organizzativa che ha sinora certamente consolidato i presidi dei controlli e della gestione del credito, sarà focalizzata per il futuro su un potenziamento dell’offerta che dovrà passare per un miglioramento ed allargamento del ventaglio prodotti e, soprattutto, per un cambiamento della cultura e dell’approccio commerciale. I nostri sforzi saranno protesi quindi ad incrementare i depositi dei nostri clienti per poter garantire il “cir-colo virtuoso del denaro”, il vero valore che una banca locale offre alla comunità. Ma la fiducia che diamo al territorio continuando in controtendenza con il settore a supportarne le esigenze finanziarie, dovrà trovare inevitabilmente sempre più coerente corrispondenza nella fiducia che la nostra comunità e innanzitutto la stessa compagine sociale ripongono nella Banca, riservando ad essa la gestione dei propri risparmi.

Evoluzione prevedibile della gestione

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Signori soci,nel 1883, lo stesso anno in cui Thomas Edison sperimentò con successo la sua invenzione, la luce elettrica, a molti chilometri di distanza un giovane economista, Leone Wollemborg, dando vita alla prima Cassa Rurale, accese a suo modo una piccola luce che, nel tempo, ha rischiarato il cammino di molte persone.In 130 anni è stata fatta molta strada e sono stati attraversati molti territori diversi.In particolare, la crescita del Credito Cooperativo è stata sensibile negli ultimi venti anni. La scintilla è stata una innovazione normativa, il Testo Unico Bancario, che ha posto fine alle limitazioni del Tucra, equiparando le BCC agli altri intermediari. Senza omologarle.Accadrà lo stesso con il TUB europeo?Più volte in questi anni le BCC hanno ricevuto apprezzamenti per la loro azione anticiclica e anticrisi: dalle categorie produttive, ma anche dalle istituzioni e dalle stesse autorità di vigilanza.Oggi il Credito Cooperativo è una componente significativa nell’industria del credito del nostro Paese.Ci viene riconosciuto che le nostre:• sonolebanchedelPaese,presenticapillarmenteintuttaItalia;• sonolebanchedellademocraziaedellapartecipazione,concirca1milionee200milasoci,

in crescita del 3,2% su base d’anno;• sonolebanchealserviziodell’economiareale,locale,popolare.Nondiamostockoptions,

dividendi oltre confine, e non speculiamo in derivati;Siamo un patrimonio strategico del Paese.Queste qualità e questi apprezzamenti dovrebbero “condensare”, traducendosi in un riconoscimento più concreto del valore della presenza delle BCC nel mercato ed in generale del valore del pluralismo all’interno dello stesso.Le Banche di Credito Cooperativo possono, debbono continuare a portare il proprio contributo per la crescita delle economie locali, perché in esse ci sia più concorrenza e nei territori più coesione, inclusione, benessere. Più fiducia e più speranza.È il nostro compito.Sta a noi preparare la storia del futuro. Abbiamo iniziato a scriverla e realizzarla. Occorre procedere con larghezza di sguardo e consapevolezza di una energia preziosa che non possiamo sciupare. Anche in tal modo l’Italia sarà più fiduciosa e più meritevole di fiducia. E l’Europa più cooperativa e più civile.Il CdA, a conclusione del mandato, desidera esprimere infine apprezzamento e gratitudine:

• aisoci,checostituisconol’origineelaragionestessadellanostraBanca,conl’auguriochepossanoqualificarsisempre più come suoi “promotori” commerciali,

• aiDirettoridellaBancad’ItaliadiBariediFoggiaeailorocollaboratori,perladisponibilitàelacompetenza dimostrate nello svolgimento del ruolo istituzionale e per la comprensione della specificità e della “differenza” delle nostre banche,

• agliesponentidellaFederazioneBCCdiPugliaeBasilicata,delCo.Se.Ba.edituttelealtrestrutturedelMovimento che con il loro supporto consentono alla nostra struttura di confrontarsi adeguatamente con il “sistema”,

• alCollegioSindacale,perlapreziosaedelicataassistenzanell’ambitodeicontrolli,• alDirettoreGeneraleedatuttoilPersonaleperlaforteenergiaprofusaeperl’impegnoresponsabile

con il quale sono quotidianamente chiamati ad affrontare il loro lavoro.

Considerazioni conclusive11

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L’utile di esercizio ammonta a € 458.074,63. Si propone all’Assemblea di procedere alla seguente ripartizione:

1. Alla riserva legale € 352.711,67 (pari almeno al 70% degli utili netti annuali) 2. Ai fondi mutualistici per la promozione e lo sviluppo della cooperazione € 13.742,24 (pari al 3% degli utili netti annuali) 3. A distribuzione di dividendi ai soci, nella ragione del 3% € 16.620,72 (misura non superiore all’interesse massimo dei buoni postali fruttiferi aumentato del 2,5% ragguagliato al capitale effettivamente versato)

4. Ai fini di beneficenza e mutualità € 75.000,00

Ciò premesso proponiamo al Vostro esame ed alla Vostra approvazione il bilancio dell’esercizio 2013 come esposto nella documentazione di stato patrimoniale e di conto economico, nonché nella nota integrativa.

San Giovanni Rotondo, 27/3/2014 Il Consiglio di Amministrazione

Progetto di destinazione degli utili

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Relazione del Collegio Sindacale al Bilancio d’Esercizio 2013

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Nella doppia pagina precedente:Rignano Garganico, Masseria Palacane.

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Bilancio e relazioni · Esercizio 2013

Signori Soci della Banca di Credito Cooperativo di San Giovanni Rotondo,

PARTE PRIMA

Relazione ai sensi dell’art. 14 del Decreto Legislativo 27 gennaio 2010, n. 39

Abbiamo svolto la revisione legale del bilancio di esercizio della Banca di Credito Cooperativo di San Gio-vanni Rotondo chiuso al 31/12/2013, costituito dallo Stato patrimoniale, dal Conto economico, dal Pro-spetto delle variazioni del patrimonio netto, dal Prospetto della redditività complessiva, dal Rendiconto fi-nanziario e dalla relativa Nota integrativa.La responsabilità della redazione del bilancio compete agli Amministratori della Banca. E’ nostra la respon-sabilità del giudizio professionale espresso sul bilancio e basato sulla revisione legale dei conti. Il suddetto bilancio d’esercizio è stato preparato in conformità agli IAS/IFRS adottati dall’Unione Europea e segue gli schemi contenuti nella Circolare della Banca d’Italia n. 262 del 22 dicembre 2005 – Il bilancio bancario: schemi e regole di compilazione (2° agg.to del 21/1/2014).Il nostro esame è stato condotto secondo i principi statuiti per la revisione legale dei conti. In conformità ai predetti principi, la revisione è stata pianificata e svolta al fine di acquisire ogni elemento necessario per accertare se il bilancio di esercizio sia viziato da errori significativi e se risulti, nel suo complesso, attendibile. Il procedimento di revisione è stato svolto in modo coerente con la dimensione della società e con il suo assetto organizzativo. Esso comprende l’esame, sulla base di verifiche a campione, degli elementi probativi a supporto dei saldi e delle informazioni contenute nel bilancio, nonché la valutazione dell’adeguatezza e della correttezza dei criteri contabili utilizzati e della ragionevolezza delle stime effettuate dagli Amministratori.Riteniamo che il lavoro svolto fornisca una ragionevole base per l’espressione del nostro giudizio professiona-le.Il bilancio di esercizio presenta ai fini comparativi i dati corrispondenti dell’esercizio precedente predisposti in conformità ai medesimi principi contabili. Per il giudizio relativo al bilancio dell’esercizio precedente si fa riferimento alla relazione del Collegio Sinda-cale emessa in data 11/04/2013.A nostro giudizio, il bilancio d’esercizio della Banca di Credito Cooperativo di San Giovanni Rotondo al 31/12/2013 è conforme agli IAS/IFRS adottati dall’Unione Europea e segue gli schemi contenuti nella Cir-colare della Banca d’Italia n. 262 del 22 dicembre 2005 – Il bilancio bancario: schemi e regole di compila-zione (2° agg.to del 21/1/2014); esso, pertanto, nel suo complesso è redatto con chiarezza e rappresenta in modo veritiero e corretto la situazione patrimoniale e finanziaria, il risultato economico, le variazioni del patrimonio netto e i flussi di cassa della Banca di Credito Cooperativo di San Giovanni Rotondo Soc. Coop. a Resp. Lim. per l’esercizio chiuso a tale data.

Giudizio sulla coerenza della relazione sulla gestione con il bilancio come richiesto dall’art. 14, comma 1, lett. e), del D.Lgs. n. 39/2010

La responsabilità della redazione della relazione sulla gestione in conformità a quanto previsto dalle norme di legge compete agli Amministratori della Banca di Credito Cooperativo di San Giovanni Rotondo. È di

Relazione del Collegio Sindacale al Bilancio d’Esercizio 2013

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nostra competenza l’espressione del giudizio sulla coerenza della relazione sulla gestione con il bilancio, come richiesto dall’art. 14, comma 1, lett. e), del D.Lgs. n. 39/2010. A tal fine, abbiamo svolto le procedure in-dicate dal principio di revisione n. PR 001 emanato dal Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili e raccomandato dalla Consob. A nostro giudizio la relazione sulla gestione è coerente con il bilancio d’esercizio della Banca di Credito Cooperativo di San Giovanni Rotondo Soc. Coop. a Resp. Lim. al 31/12/2013.

PARTE SECONDA

Relazione ai sensi dell’art. 2429 del codice civile

Signori Soci,il Consiglio di Amministrazione ha messo a nostra disposizione il bilancio d’esercizio chiuso al 31 dicembre 2013 unitamente alla relazione sulla gestione nei termini di legge.Il progetto di bilancio che è composto da sei distinti documenti: lo Stato patrimoniale, il Conto economico, il Prospetto delle variazioni di patrimonio netto, il Prospetto della redditività complessiva, il Rendiconto fi-nanziario e la Nota integrativa e può essere riassunto nelle seguenti risultanze:

Stato patrimoniale Attivo € 480.890.602 Passivo e Patrimonio netto € 480.432.527 Utile dell’esercizio € 458.075

Conto economico Utile dell’operatività corrente al lordo delle imposte € 933.795 Imposte sul reddito dell’esercizio dell’operatività corrente € 475.720

Utile dell’esercizio € 458.075

La nota integrativa, poi, contiene le ulteriori informazioni ritenute utili per una rappresentazione più com-pleta degli accadimenti aziendali e per una migliore comprensione dei dati di bilancio ed è altresì integrata con appositi dati ed informazioni, anche con riferimento a specifiche previsioni di legge. In tale ottica, la stessa fornisce le informazioni richieste da altre norme del cod. civ. e dalla regolamentazione secondaria cui la Banca è soggetta, nonché altre informazioni ritenute opportune dall’organo amministrativo per rappresenta-re in modo veritiero e corretto la situazione patrimoniale, economica e finanziaria della Banca.Unitamente al bilancio 2013 sono riportati i dati patrimoniali e di conto economico al 31 dicembre 2012.Il nostro esame è stato svolto secondo i principi di comportamento del Collegio Sindacale raccomandati dal Consiglio Nazionale Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili e, in conformità a tali principi, abbiamo fatto riferimento alle norme che disciplinano il bilancio di esercizio, con riferimento: alle disposizioni gene-rali del codice civile e dei principi contabili internazionali IAS/IFRS, alle disposizioni specifiche dettate dal Decreto Legislativo 58/98, interpretate ed adeguate conseguentemente all’applicazione dei predetti principi contabili internazionali, giusta la previsione del D.Lgs. n. 38 del 28/2/2005, in esecuzione del Regolamento Comunitario n. 1606 del 18/7/2002, come interpretato anche dall’Organismo Italiano per la Contabilità, nonché alla regolamentazione secondaria cui la Banca è soggetta.Nel corso dell’esercizio 2013 abbiamo partecipato alle riunioni del Consiglio di Amministrazione e del Co-mitato Esecutivo ed abbiamo operato n° 10 verifiche, sia collegiali che individuali.Nei riscontri e nelle verifiche sindacali ci siamo avvalsi, ove necessario, della collaborazione della struttura dei controlli interni e dell’ufficio contabilità generale della Banca. Il nostro esame è stato svolto secondo i richia-mati principi di comportamento del Collegio Sindacale.

Page 93: Bilancio d'esercizio e di coerenza 2013 - Bcc San Giovanni Rotondo

93

Bilancio e relazioni · Esercizio 2013

In particolare, in ossequio all’art. 2403 del codice civile ed alla regolamentazione secondaria cui la Banca è soggetta, il Collegio:1. ha ottenuto dagli Amministratori le informazioni sul generale andamento della gestione e sulla sua pre-

vedibile evoluzione, nonché sulle operazioni di maggior rilievo economico finanziario e patrimoniale e su quelle svolte con parti correlate;

2. in base alle informazioni ottenute, ha potuto verificare che le azioni deliberate e poste in essere sono con-formi alla legge e allo Statuto sociale e che non appaiono manifestatamene imprudenti, azzardate, in po-tenziale conflitto di interessi o in contrasto con le deliberazioni assunte dall’Assemblea o tali da compro-mettere l’integrità del patrimonio;

3. ha vigilato sull’osservanza della Legge e dello Statuto, nonché sul rispetto dei principi di corretta ammini-strazione;

4. ha acquisito conoscenza e vigilato, per quanto di sua competenza, sull’adeguatezza dell’assetto organizza-tivo della Banca. A tal fine il Collegio ha operato, sia tramite la raccolta di informazioni dai responsabili delle diverse funzioni, sia con incontri ricorrenti con i responsabili stessi, che con riscontri diretti in merito agli adempimenti ripetitivi, nonché con la richiesta alla funzione di Internal Auditing di apposite relazioni in ordine all’attività dalla medesima svolta. A tal riguardo, non ha osservazioni particolari da riferire;

5. ha esaminato e valutato il sistema di controllo interno, al fine di verificarne l’indipendenza, l’autonomia e la separazione da altre funzioni, e ciò anche in relazione allo sviluppo e alle dimensioni dell’attività sociale, nonché ai particolari obblighi e vincoli ai quali la Banca è soggetta; in proposito è stata posta attenzione all’attività di analisi sulle diverse tipologie di rischio ed alle modalità adottate per la loro gestione e control-lo, con specifica attenzione al processo interno di determinazione dell’adeguatezza patrimoniale (ICAAP) ed al processo di gestione del rischio di liquidità. E’ stata inoltre verificata la separatezza della funzione di Compliance. Infine, è stata sollecitata la costante implementazione delle procedure aziendali funzionali a garantire il rispetto degli obblighi previsti dalla vigente normativa in capo agli intermediari;

6. ha verificato, alla luce di quanto disposto dalle Autorità di vigilanza in tema di sistemi di remunerazione e incentivazione, l’adeguatezza e la rispondenza al quadro normativo delle politiche e delle prassi di remune-razione adottate dalla Banca.

Dalla nostra attività di controllo e verifica non sono emersi fatti significativi tali da richiedere la segnalazione alla Banca d’Italia.Vi evidenziamo, infine, che non sono pervenute denunce ex art. 2408 del codice civile o esposti di altra natura.Il Collegio Sindacale, in ottemperanza alle disposizioni di cui all’art. 2 Legge n. 59/1992 e dell’art. 2545 cod. civ., comunica di condividere i criteri seguiti dal Consiglio di Amministrazione nella gestione sociale per il conseguimento degli scopi mutualistici in conformità col carattere cooperativo della Banca e dettagliati nella relazione sulla gestione presentata dagli stessi Amministratori.In considerazione di quanto sopra, il Collegio esprime parere favorevole all’approvazione del bilancio dell’esercizio e concorda con la proposta di destinazione del risultato di esercizio formulata dal Consiglio di Amministrazione.

San Giovanni Rotondo, 14 aprile 2014

Il Collegio Sindacale della BCC di San Giovanni Rotondo

Giuseppe Scarale Giovanni Cafaro Antonio Netti

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Page 95: Bilancio d'esercizio e di coerenza 2013 - Bcc San Giovanni Rotondo

Bilancio di Esercizioal 31.12.2013

Page 96: Bilancio d'esercizio e di coerenza 2013 - Bcc San Giovanni Rotondo

Nella doppia pagina precedente:Manfredonia, “Santa Restituta”.

Page 97: Bilancio d'esercizio e di coerenza 2013 - Bcc San Giovanni Rotondo

97

Bilancio e relazioni · Esercizio 2013

STATO PATRIMONIALE - Attivo

Voci dell'Attivo 31.12.2013 31.12.2012

10. Cassa e disponibilità liquide 2.813.320 2.444.819

20. Attività finanziarie detenute per la negoziazione 12.180.114 12.154.998

30. Attività finanziarie valutate al fair value 983.239 1.084.733

40. Attività finanziarie disponibili per la vendita 103.169.498 80.714.652

50. Attività finanziarie detenute sino alla scadenza 7.586.919

60. Crediti verso banche 48.863.150 46.611.810

70. Crediti verso clientela 289.739.614 271.613.518

110. Attività materiali 7.090.577 7.612.922

120. Attività immateriali 21.499 40.964

130. Attività fiscali 4.481.387 3.362.970

a) correnti 1.614.746 960.417

b) anticipate 2.866.641 2.402.553

di cui:

- alla L. 214/2011 2.470.866 1.807.525

150. Altre attività 3.961.285 3.025.230

Totale dell'attivo 480.890.602 428.666.616

STATO PATRIMONIALE - Passivo

Voci del Passivo e del Patrimonio Netto 31.12.2013 31.12.2012

10. Debiti verso banche 40.016.666 42.603.586

20. Debiti verso clientela 215.330.616 184.062.024

30. Titoli in circolazione 159.928.615 137.586.297

40. Passività finanziarie di negoziazione 10.489 16.109

60. Derivati di copertura 1.009.084 1.399.458

80. Passività fiscali 1.890.737 1.715.047

a) correnti 1.153.983 994.356

b) differite 736.754 720.692

100. Altre passività 3.726.911 3.516.239

110. Trattamento di fine rapporto del personale 1.127.376 1.125.466

120. Fondi per rischi e oneri: 294.790 297.041

b) altri fondi 294.790 297.041

130. Riserve da valutazione 1.340.982 869.373

160. Riserve 50.403.390 49.401.636

170. Sovrapprezzi di emissione 4.798.847 4.349.878

180. Capitale 554.024 470.974

200. Utile (Perdita) d'esercizio (+/-) 458.075 1.253.488

Totale del passivo e del patrimonio netto 480.890.602 428.666.616

Page 98: Bilancio d'esercizio e di coerenza 2013 - Bcc San Giovanni Rotondo

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CONTO ECONOMICO

Voci 31.12.2013 31.12.2012

10. Interessi attivi e proventi assimilati 16.240.733 15.092.229

20. Interessi passivi e oneri assimilati (6.627.025) (4.829.865)

30. Margine di interesse 9.613.708 10.262.364

40. Commissioni attive 2.834.594 2.448.818

50. Commissioni passive (705.768) (644.811)

60. Commissioni nette 2.128.826 1.804.007

70. Dividendi e proventi simili 92.457 109.169

80. Risultato netto dell'attività di negoziazione (183.289) 919.277

90. Risultato netto dell'attività di copertura 61.634 (3.569)

100. Utili (perdite) da cessione o riacquisto di: 2.775.959 156.133

b) attività finanziarie disponibili per la vendita 2.782.918 160.051

d) passività finanziarie (6.959) (3.917)

110. Risultato netto delle attività e passività finanziarie valutate al fair value (33.631) 48.709

120. Margine di intermediazione 14.455.664 13.296.092

130. Rettifiche/riprese di valore nette per deterioramento di: (2.796.775) (1.939.509)

a) crediti (2.796.775) (1.939.509)

140. Risultato netto della gestione finanziaria 11.658.889 11.356.582

150. Spese amministrative: (11.119.288) (9.816.662)

a) spese per il personale (6.083.675) (5.427.704)

b) altre spese amministrative (5.035.613) (4.388.958)

160. Accantonamenti netti ai fondi per rischi e oneri (33.185) 16.022

170. Rettifiche/riprese di valore nette su attività materiali (628.813) (590.892)

180. Rettifiche/riprese di valore nette su attività immateriali (22.370) (19.485)

190. Altri oneri/proventi di gestione 1.084.809 767.071

200. Costi operativi (10.718.847) (9.643.947)

240. Utili (Perdite) da cessione di investimenti (6.247)

250. Utile (Perdita) della operatività corrente al lordo delle imposte 933.795 1.712.636

260. Imposte sul reddito dell'esercizio dell'operatività corrente (475.720) (459.148)

270. Utile (Perdita) della operatività corrente al netto delle imposte 458.075 1.253.488

290. Utile (Perdita) d'esercizio 458.075 1.253.488

Page 99: Bilancio d'esercizio e di coerenza 2013 - Bcc San Giovanni Rotondo

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Bilancio e relazioni · Esercizio 2013

PROSPETTO DELLA REDDITIVITÀ COMPLESSIVA

Voci 31.12.2013 31.12.2012

10. Utile (Perdita) d'esercizio 458.075 1.253.488

40. Piani a benefici definiti 24.882 (93.542)

100. Attività finanziarie disponibili per la vendita 446.727 3.908.043

130. Totale altre componenti reddituali al netto delle imposte 471.609 3.814.501

140. Redditività complessiva (Voce 10+130) 929.684 5.067.989

Nella voce “Utile (Perdita) d‘esercizio” figura il medesimo importo indicato nella voce 290 del conto economico.

Nelle voci relative alle “altre componenti reddituali al netto delle imposte” figurano le variazioni di valore delle attività registrate nell’esercizio in contropartita delle riserve da valutazione (al netto delle imposte).

Page 100: Bilancio d'esercizio e di coerenza 2013 - Bcc San Giovanni Rotondo

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www.bccsangiovannirotondo.it

PROSPETTO DELLE VARIAZIONI DEL PATRIMONIO NETTO - ESERCIZIO 2013

Esistenzeal 31.12.2012

Modifica saldi

aperturaEsistenze

all’ 01.01.2013

Allocazione risultatoesercizio precedente VARIAZIONI DELL’ESERCIZIO

Patrimonio Netto al

31.12.2013RiserveDividendi

e altre destinazioni

Variazioni di riserve

OPERAZIONI SUL PATRIMONIO NETTORedditività complessiva

esercizio 31.12.2013Emissione

nuove azioniAcquisto

azioniproprie

Accontisu

dividendi

Distribuzione traordinariadividendi

Variazione strumenti di capitale

Derivati su

proprie azioni

Stockoptions

Capitale: 470.974 470.974 91.353 (8.302) 554.024

a) azioni ordinarie 470.974 470.974 91.353 (8.302) 554.024

b) altre azioni

Sovrapprezzi di emissione 4.349.878 4.349.878 550.337 (101.368) 4.798.847

Riserve: 49.401.636 49.401.636 884.356 117.398 50.403.390

a) di utili 51.555.838 51.555.838 884.356 117.398 52.557.592

b) altre (2.154.202) (2.154.202) (2.154.202)

Riserve da valutazione 869.373 869.373 471.609 1.340.982

Strumenti di capitale

Azioni proprie

Utile (Perdita) di esercizio 1.253.488 1.253.488 (884.356) (369.132) 458.075 458.075

Patrimonio netto 56.345.349 56.345.349 (369.132) 117.398 641.689 (109.670) 929.684 57.555.318

Page 101: Bilancio d'esercizio e di coerenza 2013 - Bcc San Giovanni Rotondo

101

Bilancio e relazioni · Esercizio 2013

PROSPETTO DELLE VARIAZIONI DEL PATRIMONIO NETTO - ESERCIZIO 2013

Esistenzeal 31.12.2012

Modifica saldi

aperturaEsistenze

all’ 01.01.2013

Allocazione risultatoesercizio precedente VARIAZIONI DELL’ESERCIZIO

Patrimonio Netto al

31.12.2013RiserveDividendi

e altre destinazioni

Variazioni di riserve

OPERAZIONI SUL PATRIMONIO NETTORedditività complessiva

esercizio 31.12.2013Emissione

nuove azioniAcquisto

azioniproprie

Accontisu

dividendi

Distribuzione traordinariadividendi

Variazione strumenti di capitale

Derivati su

proprie azioni

Stockoptions

Capitale: 470.974 470.974 91.353 (8.302) 554.024

a) azioni ordinarie 470.974 470.974 91.353 (8.302) 554.024

b) altre azioni

Sovrapprezzi di emissione 4.349.878 4.349.878 550.337 (101.368) 4.798.847

Riserve: 49.401.636 49.401.636 884.356 117.398 50.403.390

a) di utili 51.555.838 51.555.838 884.356 117.398 52.557.592

b) altre (2.154.202) (2.154.202) (2.154.202)

Riserve da valutazione 869.373 869.373 471.609 1.340.982

Strumenti di capitale

Azioni proprie

Utile (Perdita) di esercizio 1.253.488 1.253.488 (884.356) (369.132) 458.075 458.075

Patrimonio netto 56.345.349 56.345.349 (369.132) 117.398 641.689 (109.670) 929.684 57.555.318

Page 102: Bilancio d'esercizio e di coerenza 2013 - Bcc San Giovanni Rotondo

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PROSPETTO DELLE VARIAZIONI DEL PATRIMONIO NETTO - ESERCIZIO 2012

Esistenzeal 31.12.2011

Modifica saldi

aperturaEsistenze

all’ 01.01.2012

Allocazione risultato esercizio precedente VARIAZIONI DELL’ESERCIZIO

Patrimonio Netto al

31.12.2012RiserveDividendi

e altre destinazioni

Variazioni di riserve

OPERAZIONI SUL PATRIMONIO NETTORedditività complessiva

esercizio 31.12.2012Emissione

nuove azioniAcquisto

azioniproprie

Accontisu

dividendi

Distribuzione traordinariadividendi

Variazione strumenti di capitale

Derivati su

proprie azioni

Stockoptions

Capitale: 463.420 463.420 8.823 (1.269) 470.974

a) azioni ordinarie 463.420 463.420 8.823 (1.269) 470.974

b) altre azioni

Sovrapprezzi di emissione 4.072.153 4.072.153 311.036 (33.311) 4.349.878

Riserve: 48.917.824 48.917.824 366.197 117.615 49.401.636

a) di utili 51.072.026 51.072.026 366.197 117.615 51.555.838

b) altre (2.154.202) (2.154.202) (2.154.202)

Riserve da valutazione (2.968.761) (2.968.761) 23.633 3.814.501 869.373

Strumenti di capitale

Acconti su dividendi (-)

Azioni proprie

Utile (Perdita) di esercizio 523.139 523.139 (366.197) (156.942) 1.253.488 1.253.488

Patrimonio netto 51.007.775 51.007.775 (156.942) 141.248 319.859 (34.580) 5.067.989 56.345.349

Page 103: Bilancio d'esercizio e di coerenza 2013 - Bcc San Giovanni Rotondo

103

Bilancio e relazioni · Esercizio 2013

PROSPETTO DELLE VARIAZIONI DEL PATRIMONIO NETTO - ESERCIZIO 2012

Esistenzeal 31.12.2011

Modifica saldi

aperturaEsistenze

all’ 01.01.2012

Allocazione risultato esercizio precedente VARIAZIONI DELL’ESERCIZIO

Patrimonio Netto al

31.12.2012RiserveDividendi

e altre destinazioni

Variazioni di riserve

OPERAZIONI SUL PATRIMONIO NETTORedditività complessiva

esercizio 31.12.2012Emissione

nuove azioniAcquisto

azioniproprie

Accontisu

dividendi

Distribuzione traordinariadividendi

Variazione strumenti di capitale

Derivati su

proprie azioni

Stockoptions

Capitale: 463.420 463.420 8.823 (1.269) 470.974

a) azioni ordinarie 463.420 463.420 8.823 (1.269) 470.974

b) altre azioni

Sovrapprezzi di emissione 4.072.153 4.072.153 311.036 (33.311) 4.349.878

Riserve: 48.917.824 48.917.824 366.197 117.615 49.401.636

a) di utili 51.072.026 51.072.026 366.197 117.615 51.555.838

b) altre (2.154.202) (2.154.202) (2.154.202)

Riserve da valutazione (2.968.761) (2.968.761) 23.633 3.814.501 869.373

Strumenti di capitale

Acconti su dividendi (-)

Azioni proprie

Utile (Perdita) di esercizio 523.139 523.139 (366.197) (156.942) 1.253.488 1.253.488

Patrimonio netto 51.007.775 51.007.775 (156.942) 141.248 319.859 (34.580) 5.067.989 56.345.349

Page 104: Bilancio d'esercizio e di coerenza 2013 - Bcc San Giovanni Rotondo

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RENDICONTO FINANZIARIO Metodo IndirettoIMPORTO

31.12.2013 31.12.2012

A. ATTIVITA' OPERATIVA

1. Gestione 1.835.229 (1.228.452)

- risultato d'esercizio (+/-) 458.075 1.253.488 - plus/minusvalenze su attività finanziarie detenute per la negoziazione e su attività/passività finanziarie valutate al fair value (-/+) 155.748 (231.165)

- plus/minusvalenze su attività di copertura (-/+) (1.009.084) (1.399.458)

- rettifiche/riprese di valore nette per deterioramento (+/-) 3.141.586 2.291.211

- rettifiche/riprese di valore nette su immobilizzazioni materiali e immateriali (+/-) 651.183 610.377

- accantonamenti netti a fondi rischi ed oneri ed altri costi/ricavi (+/-) 196.669

- imposte, tasse e crediti d'imposta non liquidati (+/-) - rettifiche/riprese di valore nette dei gruppi di attività in via di dismissione al netto dell'effetto fiscale (+/-) - altri aggiustamenti (+/-) (1.562.277) (3.949.575)

2. Liquidità generata/assorbita dalle attività finanziarie (46.032.431) (38.113.258)

- attività finanziarie detenute per la negoziazione (124.865) 7.866.256

- attività finanziarie valutate al fair value 66.319 59.787

- attività finanziarie disponibili per la vendita (21.078.816) (931.067)

- crediti verso banche: a vista 125.686 633.489

- crediti verso banche: altri crediti (2.469.484) (20.447.011)

- crediti verso clientela (21.267.682) (25.692.155)

- altre attività (1.283.589) 397.443

3. Liquidità generata/assorbita dalle passività finanziarie 51.567.758 39.476.410

- debiti verso banche: a vista (2.586.920) 12.853.477

- debiti verso banche: altri debiti

- debiti verso clientela 31.268.592 (2.903.279)

- titoli in circolazione 22.342.319 25.351.993

- passività finanziarie di negoziazione

- passività finanziarie valutate al fair value

- altre passività 543.768 4.174.219

Liquidità netta generata/assorbita dall'attività operativa 7.370.556 134.700

segue >

Page 105: Bilancio d'esercizio e di coerenza 2013 - Bcc San Giovanni Rotondo

105

Bilancio e relazioni · Esercizio 2013

Legenda (+) generata (-) assorbita

B. ATTIVITA' DI INVESTIMENTO

1. Liquidità generata da 92.458 109.169

- vendite di partecipazioni

- dividendi incassati su partecipazioni 92.458 109.169

- vendite di attività finanziarie detenute sino alla scadenza

- vendite di attività materiali

- vendite di attività immateriali

- vendite di rami d'azienda

2. Liquidità assorbita da (7.588.928) (458.106)

- acquisti di partecipazioni

- acquisti di attività finanziarie detenute sino alla scadenza (7.588.928)

- acquisti di attività materiali (437.290)

- acquisti di attività immateriali (20.816)

- acquisti di rami d'azienda

Liquidità netta generata/assorbita dall'attività d'investimento (7.496.470) (348.937)

C. ATTIVITA' DI PROVVISTA

- emissioni/acquisti di azioni proprie 532.019 285.279

- emissioni/acquisti di strumenti di capitale

- distribuzione dividendi e altre finalità (37.605) (15.694)

Liquidità netta generata/assorbita dall'attività di provvista 494.415 269.585

LIQUIDITA' NETTA GENERATA/ASSORBITA NELL'ESERCIZIO 368.500 55.348

RICONCILIAZIONE

Voci di bilancioIMPORTO

31.12.2013 31.12.2012

Cassa e disponibilità liquide all'inizio dell'esercizio 2.444.819 2.389.471

Liquidità totale netta generata/assorbita nell'esercizio 368.500 55.348

Cassa e disponibilità liquide: effetto della variazione dei cambi

Cassa e disponibilità liquide alla chiusura dell'esercizio 2.813.320 2.444.819

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Parte A Politiche contabili pag. 109

Parte B Informazioni sullo stato patrimoniale 140

Parte C Informazioni sul conto economico 186

Parte D Redditività complessiva 207

Parte E Informazioni sui rischi e sulle relative politiche di copertura 208

Parte F Informazioni sul patrimonio 258

Parte G Operazioni di aggregazione riguardanti imprese o rami d’azienda 266

Parte H Operazioni con parti correlate 267

Parte I Accordi di pagamento basati su propri strumenti patrimoniali 268

Parte L Informativa di settore 268

Allegato 269

Grafici 270

Relazione della Società di revisione 273

I dati contenuti nelle tabelle di Nota Integrativa

sono espressi in migliaia di euro.

Notaintegrativa

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Parte APolitiche contabili

A.1 | Parte generale

Sezione 1. Dichiarazione di conformità ai principi contabili internazionali Il presente Bilancio è redatto in conformità ai principi contabili internazionali - International Accounting Standards (IAS) e International Financial Reporting Standards (IFRS) - emanati dall’International Accounting Standards Board (IASB) e alle relative interpretazioni dell’International Financial Reporting Interpretations Committee (IFRIC), omologati dalla Commissione Europea e in vigore alla data di riferimento del bilancio.L’applicazione degli IAS/IFRS è stata effettuata facendo anche riferimento al “quadro sistematico per la prepa-razione e presentazione del bilancio” (c.d. framework), con particolare riguardo al principio fondamentale che riguarda la prevalenza della sostanza sulla forma, nonché al concetto della rilevanza e significatività dell’infor-mazione.Oltre alle istruzioni contenute nella Circolare della Banca d’Italia n. 262 del 22 dicembre 2005 “Il bilancio bancario: schemi e regole di compilazione” 2° Aggiornamento del 21 gennaio 2014, si è tenuto conto, sul pia-no interpretativo, dei documenti sull’applicazione degli IAS/IFRS in Italia predisposti dall’Organismo Italiano di Contabilità (O.I.C.).

Sezione 2. Principi generali di redazioneIl bilancio è costituito dallo stato patrimoniale, dal conto economico, dal prospetto della redditività comples-siva, dal prospetto delle variazioni di patrimonio netto, dal rendiconto finanziario, redatto secondo il metodo indiretto, e dalla nota integrativa; è corredato dalla relazione degli amministratori sull’andamento della gestione e sulla situazione della Banca.I conti in bilancio trovano corrispondenza nella contabilità aziendale.Il bilancio di esercizio è redatto nella prospettiva della continuità aziendale e facendo riferimento ai principi generali di redazione di seguito elencati:• competenzaeconomica;• continuitàaziendale;• comprensibilitàdell’informazione;• significativitàdell’informazione(rilevanza);• attendibilitàdell’informazione (fedeltàdella rappresentazione;prevalenzadella sostanza economica sulla

forma giuridica; neutralità dell’informazione; completezza dell’informazione; prudenza nelle stime per non sovrastimare ricavi/attività o sottostimare costi/passività);

• comparabilitàneltempo.

Nella predisposizione del bilancio di esercizio sono stati osservati gli schemi e le regole di compilazione di cui alla circolare della Banca d’Italia n. 262 del 22/12/2005, 2° Aggiornamento del 21 gennaio 2014.

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Inoltre sono state fornite le informazioni complementari ritenute opportune a integrare la rappresentazione dei dati di bilancio, ancorché non specificatamente prescritte dalla normativa.Gli schemi di stato patrimoniale e conto economico, il prospetto della redditività complessiva, il prospetto delle variazioni del patrimonio netto e il rendiconto finanziario sono redatti in unità di euro, mentre la nota integrativa, quando non diversamente indicato, è espressa in migliaia di euro. A fini comparativi gli schemi di bilancio e, ove richiesto, le tabelle della nota integrativa riportano anche i dati relativi all’esercizio precedente.I criteri adottati per la predisposizione del bilancio di esercizio sono rimasti invariati rispetto a quelli utilizzati per il bilancio dell’esercizio precedente.Se i conti non sono comparabili, quelli relativi all’esercizio precedente sono stati adattati; la non comparabilità, l’adattamento o l’impossibilità di procedere a questo sono specificamente indicati nella Nota integrativa.

Informazioni sulla continuità aziendalePer quanto concerne la prospettiva della continuità aziendale si segnala che, nel rispetto delle indicazioni forni-te nell’ambito del Documento n. 2 del 6 febbraio 2009 “Informazioni da fornire nelle relazioni finanziarie sulla continuità aziendale, sui rischi finanziari, sulle verifiche per riduzione di valore delle attività e sulle incertezze nell’utilizzo di stime.” emanato congiuntamente da Banca d’Italia, Consob e Isvap, la Banca ha la ragionevole aspettativa di continuare con la sua esistenza operativa in un futuro prevedibile ed ha, pertanto, redatto il bi-lancio nel presupposto della continuità aziendale. Le incertezze conseguenti all’attuale contesto economico, non generano dubbi sul citato presupposto della continuità aziendale. Un’informativa più dettagliata in merito alle principali problematiche e variabili esistenti sul mercato è contenuta nell’ambito della Relazione sulla Gestione degli Amministratori.

Sezione 3. Eventi successivi alla data di riferimento del bilancioNel periodo di tempo intercorrente tra la data di riferimento del bilancio e la sua approvazione da parte del Consiglio di amministrazione, avvenuta il 27/3/2014, non sono intervenuti fatti che comportino una modifica dei dati approvati in tale sede, né si sono verificati fatti di rilevanza tale da richiedere una integrazione all’in-formativa fornita.

Sezione 4. Altri aspettiRevisione dei contiIl bilancio della Banca è sottoposto alla revisione legale dei conti ai sensi di legge del collegio sindacale al quale è stato conferito l’incarico per il triennio 2011/2013, in esecuzione della delibera assembleare del 21/5/2011. Inoltre, il presente bilancio è sottoposto a revisione contabile volontaria da parte della società Pricewaterhou-seCoopers SpA.

Utilizzo di stime e assunzioni nella predisposizione del bilancio d’esercizioLa redazione del bilancio d’esercizio richiede anche il ricorso a stime e ad assunzioni che possono determinare significativi effetti sui valori iscritti nello stato patrimoniale e nel conto economico, nonché sull’informativa relativa alle attività e passività potenziali riportate in bilancio. L’elaborazione di tali stime implica l’utilizzo delle informazioni disponibili e l’adozione di valutazioni sogget-tive, fondate anche sull’esperienza storica, utilizzata ai fini della formulazione di assunzioni ragionevoli per la rilevazione dei fatti di gestione.Per loro natura le stime e le assunzioni utilizzate possono variare di periodo in periodo; non può quindi escludersi che negli esercizi successivi gli attuali valori iscritti in bilancio potranno differire anche in maniera significativa a seguito del mutamento delle valutazioni soggettive utilizzate.Le principali fattispecie per le quali è maggiormente richiesto l’impiego di valutazioni soggettive da parte del Consiglio di Amministrazione sono:

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Bilancio e relazioni · Esercizio 2013

• laquantificazionedelleperditeperriduzionedivaloredeicreditie,ingenere,dellealtreattivitàfinanziarie;• ladeterminazionedel fair value degli strumenti finanziari da utilizzare ai fini dell’informativa di bilancio;• l’utilizzodimodellivalutativiperlarilevazionedel fair value degli strumenti finanziari non quotati in mer-

cati attivi;• laquantificazionedeifondidelpersonaleedeifondiperrischieoneri;• lestimeeleassunzionisullarecuperabilitàdellafiscalitàdifferitaattiva.La descrizione delle politiche contabili applicate sui principali aggregati di bilancio fornisce i dettagli informa-tivi necessari all’individuazione delle principali assunzioni e valutazioni soggettive utilizzate nella redazione del bilancio d’esercizio. Per le ulteriori informazioni di dettaglio inerenti la composizione e i relativi valori di iscrizione delle poste inte-ressate dalle stime in argomento si fa, invece, rinvio alle specifiche sezioni di nota integrativa.

Accertamenti ispettivi dell’Organo di VigilanzaA dicembre 2013 si è concluso l’accertamento ispettivo della Banca d’Italia, avviato nel settembre dello stesso anno. L’accertamento ha fatto emergere risultanze parzialmente favorevoli, da iscrivere nel quadro valutativo del periodico processo di revisione prudenziale; risultanze in deciso e soddisfacente miglioramento rispetto a quelle del precedente accertamento datato 2011. Sono state stimolate azioni di miglioramento sull’attività del controllo di gestione e della Compliance comunque immediatamente attivate e sostanzialmente completate. Così come pure, traendo spunto dai suggerimenti pervenuti, provvedimenti tempestivi sono stati adottati per il miglioramento del monitoraggio dei crediti e dell’attività istruttoria delle pratiche di fido e sono stati appor-tati correttivi all’alimentazione delle impostazioni informatiche che avevano determinato alcune discrasie in materia di trasparenza.

Informativa sulla variazione di principio contabilePer la predisposizione del bilancio d’esercizio sono stati adottati i medesimi principi e metodi contabili utilizzati per la redazione del bilancio annuale al 31 dicembre 2012, a cui si fa rinvio per maggiori dettagli, integrati dalle informazioni seguenti, che si riferiscono ai principi contabili internazionali IAS/IFRS e relative interpretazioni SIC/IFRIC omologati dalla Commissione Europea fino alla data del bilancio, la cui applicazione è obbligatoria a partire dal 1° gennaio 2013.

IAS 1 “Presentazione del bilancio” e IFRS 7 “Strumenti finanziari: Informazioni integrative”Si segnalano inoltre le modifiche al principi IAS 1 e IFRS 7 che non cambiano i criteri per la predisposizione del bilancio, e non hanno impatti per la predisposizione del presente resoconto intermedio, ma introducono nuovi obblighi di informativa che dovranno essere considerati per la predisposizione del bilancio al 31 dicem-bre 2013 e a seguito dell’aggiornamento della Circolare 262/05 della Banca d’Italia. In particolare, obiettivo delle modifiche allo IAS 1 è quello di aumentare la chiarezza del prospetto della red-ditività complessiva (Other Comprehensive Income – OCI) mediante il raggruppamento tra poste che non saranno in futuro oggetto di rigiro a conto economico e quelle che potranno essere oggetto di rigiro a conto economico al ricorrere di determinate condizioni.Le variazioni all’IFRS 7, invece, hanno lo scopo di favorire una più corretta valutazione dei rischi connessi al trasferimento di attività finanziarie e dei relativi effetti sulla posizione finanziaria della società e di rendere più trasparenti le operazioni di trasferimento.

IAS 19 “Benefici per i dipendenti”In data 5 giugno 2012 la Commissione Europea con il Regolamento 475/2012 ha omologato le modifiche al principio IAS 19, emesse dallo IASB il 16 giugno 2011. Obiettivo delle modifiche allo IAS 19 è quello di favorire la comprensibilità e la comparabilità dei bilanci, soprattutto con riferimento ai piani a benefici definiti.

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La novità di maggior rilievo introdotta riguarda l’eliminazione del “metodo del corridoio”, con immediato riconoscimento nel prospetto della redditività complessiva delle modifiche del valore delle obbligazioni e delle attività al servizio del piano. Il Regolamento trova applicazione a partire dall’esercizio 2013, anche se era consentita un’applicazione anticipata.La Banca, in ragione di ciò, aveva optato per l’applicazione anticipata del Regolamento in esame già a partire dal bilancio chiuso al 31 dicembre 2012.Le modifiche introdotte dal nuovo IAS 19 devono essere applicate retroattivamente come richiesto dallo IAS 8 e dalle disposizioni transitorie contenute nello stesso principio, procedendo a riesporre i prospetti contabili relativi al periodo dell’esercizio precedente (T-1) e rilevando i relativi effetti a patrimonio netto, nella voce utili/perdite portati a nuovo.Giova inoltre precisare che, nella situazione patrimoniale al 31 dicembre 2012, gli effetti pregressi risultano già esposti all’interno del patrimonio netto nella voce Capitale e Riserve per effetto dell’allocazione del risultato conseguito negli esercizi precedenti.

IFRS 13 Fair Value Measurement L’IFRS 13 Valutazione degli strumenti finanziari si applica per gli esercizi che decorrono dal 1° gennaio 2013. L’applicazione del principio è prospettica (ossia non è richiesto il calcolo degli effetti con riferimento ai saldi dell’esercizio precedente inseriti in bilancio ai fini comparativi).L’IFRS 13 trova applicazione ogni volta che un Principio preveda la valutazione di un’attività o passività al fair value oppure l’informativa aggiuntiva sul fair value di un’attività o passività, salvo alcune specifiche esen-zioni.Nonostante molti dei concetti dell’IFRS 13 siano coerenti con la pratica attuale, l’aspetto principale del nuovo principio è dato dalle precisazioni introdotte con riferimento alla misurazione del rischio di inadempimen-to nella determinazione del fair value dei contratti derivati. Tale rischio include sia le variazioni del merito creditizio della controparte sia quelle dell’emittente stesso (Credit Value Adjustment, CVA, e Debit Value Adjustment, DVA).

A.2 | Parte relativa alle principali voci di bilancioDi seguito sono indicati i principi contabili adottati per la predisposizione del bilancio di esercizio. L’esposizio-ne dei principi adottati è effettuata con riferimento alle fasi di classificazione, iscrizione, valutazione, cancella-zione delle poste dell’attivo e del passivo, così come per le modalità di riconoscimento dei ricavi e dei costi.

1. Attività finanziarie detenute per la negoziazioneCriteri di classificazioneSi classificano tra le attività finanziarie detenute per la negoziazione gli strumenti finanziari che sono detenuti con l’intento di generare profitti nel breve termine derivanti dalle variazioni dei prezzi degli stessi. La Banca ha iscritto tra le “attività finanziarie detenute per la negoziazione” laddove presenti titoli obbligazio-nari quotati, titoli di capitale quotati, quote di O.I.C.R. (fondi comuni di investimento o SICAV).Rientrano nella presente categoria anche i contratti derivati connessi con la fair value option (definita dal principio contabile IFRS 13), gestionalmente collegati con attività e passività valutate al fair value, nonché i contratti derivati relativi a coperture gestionali di finanziamenti erogati alla clientela.Sono invece iscritti tra i derivati di copertura, il cui valore è rappresentato alla voce 80 dell’attivo, quelli desi-gnati come efficaci strumenti di copertura agli effetti della disciplina dell’hedge accounting.Il derivato è uno strumento finanziario o altro contratto con le seguenti caratteristiche:a) il suo valore cambia in relazione al cambiamento di un tasso di interesse, del prezzo di uno strumento finan-

ziario, del tasso di cambio in valuta estera, di un indice di prezzi o di tassi, del merito di credito o di indici di credito o altre variabili prestabilite;

b) non richiede un investimento netto iniziale o richiede un investimento netto iniziale inferiore a quello che

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sarebbe richiesto per altri tipi di contratti di cui ci si aspetterebbe una risposta simile a cambiamenti di fattori di mercato;

c) è regolato a data futura.Tra i derivati finanziari rientrano i contratti di compravendita a termine di titoli e valute, i contratti derivati con titolo sottostante e quelli senza titolo sottostante collegati a tassi di interesse, a indici o ad altre attività e contratti derivati su valute.La Banca non possiede e non ha operato in derivati creditizi.

Criteri di iscrizioneL’iscrizione iniziale delle attività finanziarie avviene alla data di regolamento per i titoli di debito, di capitale e le quote di OICR; alla data di sottoscrizione per i contratti derivati.L’iscrizione iniziale delle attività finanziarie avviene alla data di sottoscrizione.All’atto della rilevazione iniziale le attività finanziarie detenute per la negoziazione vengono rilevate al fair value; esso è rappresentato, generalmente, dal corrispettivo pagato per l’esecuzione della transazione, senza conside-rare i costi o proventi ad essa riferiti ed attribuibili allo strumento stesso, che vengono rilevati direttamente nel conto economico.

Criteri di valutazioneSuccessivamente alla rilevazione iniziale, le attività finanziarie detenute per la negoziazione sono valorizzate al fair value con rilevazione delle variazioni in contropartita a conto economico. Se il fair value di un’attività finanziaria diventa negativo, tale posta è contabilizzata come una passività finan-ziaria di negoziazione.Il fair value è definito dal principio IFRS 13 come “Il prezzo che si percepirebbe per la vendita di un’attività ovvero che si pagherebbe per il trasferimento di una passività in una regolare operazione tra operatori di mer-cato alla data di misurazione”. Il fair value degli investimenti quotati in mercati attivi è determinato con riferimento alle quotazioni di merca-to (prezzi “bid” o, in assenza, prezzi medi) rilevati alla data di riferimento del bilancio. Un mercato è definito attivo qualora le quotazioni riflettano normali operazioni di mercato, siano prontamen-te e regolarmente disponibili ed esprimano il prezzo di effettive e regolari operazioni di mercato. In assenza di un mercato attivo, sono utilizzati metodi di stima e modelli valutativi che tengono conto di tutti i fattori di rischio correlati agli strumenti e che sono fondati su dati rilevabili sul mercato. Sono in particolare utilizzati: metodi basati sulla valutazione di strumenti quotati che presentano analoghe caratteristiche, calcoli di flussi di cassa scontati; modelli di determinazione del prezzo di opzioni; valori rilevati in recenti transazioni comparabili ed altre tecniche comunemente utilizzate dagli operatori di mercato.

Criteri di cancellazioneLe attività finanziarie vengono cancellate quando scadono i diritti contrattuali sui flussi finanziari derivanti dalle stesse o quando l’attività finanziaria viene ceduta trasferendo sostanzialmente tutti i rischi e i benefici ad essa connessi.I titoli consegnati nell’ambito di un’operazione che contrattualmente ne prevede il riacquisto non vengono stornati dal bilancio.

Criteri di rilevazione delle componenti redditualiLe componenti positive di reddito rappresentate dagli interessi attivi sui titoli e relativi proventi assimilati sono iscritte per competenza nelle voci di conto economico relative agli interessi.Alle medesime voci sono iscritti anche i differenziali e i margini maturati sino alla data di riferimento del bilan-cio, relativi ai contratti derivati classificati come attività finanziarie detenute per la negoziazione, ma gestional-mente collegati ad attività o passività finanziarie valutate al fair value (cosiddetta fair value option).Gli utili e le perdite realizzati dalla cessione o dal rimborso e gli utili e le perdite non realizzati derivanti dalle

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variazioni del fair value del portafoglio di negoziazione sono classificati nel conto economico nel “Risultato netto dell’attività di negoziazione”, così come l’effetto delle valutazioni al cambio di fine periodo delle attività e passività monetarie in valuta.I profitti e le perdite relativi ai contratti derivati gestionalmente collegati con attività o passività valutate al fair value sono invece rilevati nel “Risultato netto delle attività e passività finanziarie valutate al fair value”.

2. Attività finanziarie disponibili per la venditaCriteri di classificazioneSono classificate nella presente voce le attività finanziarie non derivate non diversamente classificate come tra le “Attività detenute per la negoziazione” o “Valutate al fair value”, attività finanziarie “detenute fino a scadenza” o i “Crediti e finanziamenti”. Gli investimenti “disponibili per la vendita” sono attività finanziarie che si intende mantenere per un periodo di tempo indefinito e che possono essere vendute per esigenze di liquidità, variazioni nei tassi d’interesse, nei tassi di cambio e nei prezzi di mercato. Essa accoglie:• ititolididebitoquotatienonquotati;• ititoliazionariquotatienonquotati;• lequotediO.I.C.R.(fondicomunidiinvestimentoeSICAV);• lepartecipazioniazionarienonqualificabilidicontrollo,dicollegamentoodicontrollocongiunto(c.dpar-

tecipazioni di minoranza).

Criteri di iscrizioneL’iscrizione iniziale delle attività finanziarie disponibili per la vendita avviene alla data di regolamento, se re-golate con tempistiche previste dalla prassi di mercato (regular way), altrimenti alla data di sottoscrizione. Nel caso di rilevazione delle attività finanziarie alla data di regolamento, gli utili e le perdite rilevati tra la data di sottoscrizione e quella di regolamento sono imputati a patrimonio netto.All’atto della rilevazione iniziale, le attività finanziarie disponibili per la vendita vengono rilevate al fair value; esso è rappresentato, generalmente, dal corrispettivo pagato per l’esecuzione della transazione, comprensivo dei costi o proventi di transazione direttamente attribuibili. L’iscrizione delle attività finanziarie disponibili per la vendita può derivare anche da riclassificazione dal com-parto “Attività finanziarie detenute fino alla scadenza” oppure, solo e soltanto in rare circostanze e comunque solamente qualora l’attività non sia più posseduta al fine di venderla o riacquistarla a breve, dal comparto “Attività finanziarie detenute per la negoziazione”; in tali circostanze il valore di iscrizione è pari al fair value dell’attività al momento del trasferimento.

Criteri di valutazioneSuccessivamente alla rilevazione iniziale, le attività disponibili per la vendita continuano ad essere valutate al fair value.Gli investimenti in strumenti di capitale non quotati in mercati attivi ed il cui fair value non può essere determinato in modo attendibile sono mantenuti al costo e svalutati, con imputazione a conto economico, nell’eventualità in cui siano riscontrate perdite di valore durevoli.Per i criteri di determinazione del fair value, si fa riferimento a quanto indicato nelle specifiche note in merito di cui al successivo punto 17 “Altre informazioni”.Le quote di partecipazione nel capitale di altre imprese, diverse da quelle di controllo e di collegamento, sono state valutate al costo e non al fair value, poiché per esse si ritiene possano ricorrere le condizioni previste dal par. AG80 dell’Appendice A allo IAS39.In sede di chiusura di bilancio le attività vengono sottoposte a verifica dell’esistenza di obiettive evidenze di riduzione di valore non temporanea (impairment test). L’importo della perdita viene misurato come differenza tra il valore contabile dell’attività finanziaria e il valore attuale dei flussi finanziari scontati al tasso di interesse effettivo originario.

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Se una attività finanziaria disponibile per la vendita subisce una diminuzione durevole di valore, la perdita cumulata non realizzata e precedentemente iscritta nel patrimonio netto è stornata dal patrimonio netto e contabilizzata nella voce di conto economico ”rettifiche/riprese di valore nette per deterioramento delle attività finanziarie disponibili per la vendita”. Per l’accertamento di situazioni che comportino una perdita per riduzione durevole di valore e la determinazio-ne del relativo ammontare, la Banca utilizza tutte le informazioni a sua disposizione che si basano su fatti che si sono già verificati e su dati osservabili alla data di valutazione.In relazione ai titoli di debito, le informazioni che si considerano principalmente rilevanti ai fini dell’accerta-mento di eventuali perdite per riduzione di valore sono le seguenti:• esistenzadisignificativedifficoltàfinanziariedell’emittente,derivantidainadempimentiomancatipaga-

menti di interessi o capitale;• probabilitàdiaperturadiprocedureconcorsuali;• scomparsadiunmercatoattivosuglistrumentifinanziari;• peggioramentodellecondizionieconomichecheincidonosuiflussifinanziaridell’emittente;• declassamentodelmeritodicreditodell’emittente,quandoaccompagnatodaaltrenotizienegativesulla

situazione finanziaria di quest’ultimo.Con riferimento ai titoli di capitale, le informazioni che si ritengono rilevanti ai fini dell’evidenziazione di perdite per riduzioni di valore includono la verifica dei cambiamenti intervenuti nell’ambiente tecnologico, di mercato, economico o legale in cui l’emittente opera. Una diminuzione significativa o prolungata del fair value di uno strumento rappresentativo di capitale al di sotto del suo costo è considerata evidenza obiettiva di una riduzione durevole di valore.In particolare la Banca ha qualificato come obiettiva evidenza di impairment un fair value inferiore in misura maggiore al 50% del costo di acquisto ovvero un fair value inferiore al costo di acquisto per un periodo con-secutivo di 24 mesi.Qualora i motivi della perdita durevole vengano meno a seguito di un evento verificatosi successivamente alla sua rilevazione, vengono iscritte riprese di valore imputate al conto economico se si tratta di titoli di debito o al patrimonio netto se si tratta di titoli di capitale. L’ammontare della ripresa non può in ogni caso superare il costo ammortizzato che lo strumento finanziario avrebbe avuto in assenza di precedenti rettifiche.La verifica dell’esistenza di obiettive evidenze di riduzione durevole di valore viene effettuata a ogni chiusura di bilancio.

Criteri di cancellazioneLe attività finanziarie vengono cancellate quando scadono i diritti contrattuali sui flussi finanziari derivanti dalle stesse o quando l’attività finanziaria viene ceduta trasferendo sostanzialmente tutti i rischi e i benefici ad essa connessi.

Criteri di rilevazione delle componenti redditualiPer le attività finanziarie disponibili per la vendita vengono rilevati:• acontoeconomico,gliinteressicalcolaticonilmetododeltassodiinteresseeffettivo,chetienecontosia

dell’ammortamento dei costi di transazione sia del differenziale tra il costo e il valore di rimborso;• apatrimonionettoinunaspecificariserva,alnettodell’imposizionefiscale,iproventieglioneriderivanti

dalla variazione del relativo fair value, sino a che l’attività finanziaria non viene cancellata o non viene rilevata una perdita durevole di valore.

Al momento della dismissione gli effetti derivanti dall’utile o dalla perdita cumulati nella riserva relativa alle attività finanziarie disponibili per la vendita, vengono rilevati a conto economico nella voce “utili (perdite) da cessione o riacquisto di: b) attività finanziarie disponibili per la vendita”.

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3. Attività finanziarie detenute sino alla scadenzaGli investimenti posseduti sino alla scadenza sono attività non derivate con pagamenti fissi o determinabili e scadenza fissa, quotati su un mercato attivo (Livello 1), che la Banca ha oggettiva intenzione e capacità di possedere sino alla scadenza.

Criteri di classificazioneSono classificate nella presente categoria i titoli di debito con pagamenti fissi o determinabili a scadenza fissa, che si ha intenzione e capacità di detenere sino a scadenza.Se, a seguito di un cambiamento della volontà o del venir meno della capacità, non risulta più appropriato mantenere gli investimenti in tale categoria, questi vengono trasferiti tra le attività disponibili per la vendita.Ogniqualvolta che le vendite o le riclassificazioni risultino rilevanti sotto il profilo quantitativo e qualitativo, qual-siasi investimento detenuto fino alla scadenza che residua deve essere riclassificato come disponibile per la vendita.

Criteri di iscrizioneL’iscrizione iniziale delle attività finanziarie avviene alla data di regolamento se regolate con tempistiche previste dalla prassi di mercato (regular way), altrimenti alla data di sottoscrizione. Nel caso di rilevazione delle attività finanziarie alla data di regolamento, gli utili e le perdite rilevati tra la data di sottoscrizione e quella di regola-mento sono imputati a conto economico.

All’atto della rilevazione iniziale le attività finanziarie classificate nella presente categoria sono rilevate al fair value, che corrisponde generalmente al corrispettivo pagato, comprensivo degli eventuali costi e proventi di-rettamente attribuibili.Qualora l’iscrizione delle attività in questa categoria derivi da riclassificazione dal comparto “Attività finanziarie disponibili per la vendita” oppure, solo e soltanto in rare circostanze qualora l’attività non sia più posseduta al fine di venderla o riacquistarla a breve, dalle “Attività finanziarie detenute per la negoziazione”, il fair value dell’attività, rilevato al momento del trasferimento, è assunto quale nuova misura del costo ammortizzato dell’attività stessa.

Criteri di valutazioneSuccessivamente alla rilevazione iniziale, le attività finanziarie detenute sino alla scadenza sono valutate al costo ammortizzato, utilizzando il metodo del tasso di interesse effettivo.In sede di chiusura del bilancio, viene effettuata la verifica dell’esistenza di obiettive evidenze di riduzione di va-lore. Se esse sussistono, l’importo della perdita viene misurato come differenza tra il saldo contabile dell’attività e il valore attuale dei futuri flussi finanziari stimati recuperabili, scontati al tasso di interesse effettivo originario. L’importo della perdita è rilevato a conto economico.Qualora i motivi che hanno dato origine alla rettifica di valore siano successivamente rimossi, vengono effet-tuate corrispondenti riprese di valore.

Criteri di cancellazioneLe attività finanziarie vengono cancellate quando scadono i diritti contrattuali sui flussi finanziari derivati dalle attività stesse o quando l’attività finanziaria viene ceduta trasferendo sostanzialmente tutti i rischi e benefici ad essa connessi.

Criteri di rilevazione delle componenti redditualiLe componenti positive di reddito rappresentate dagli interessi attivi e dai proventi assimilati sono iscritte per competenza, sulla base del tasso di interesse effettivo, nelle voci di conto economico relative agli interessi.Gli utili o le perdite riferiti ad attività detenute sino a scadenza sono rilevati nel conto economico nel momento in cui le attività sono cedute, alla voce “Utile (perdita) da cessione o riacquisto di: c) attività finanziarie detenute sino alla scadenza”.

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Eventuali riduzioni di valore vengono rilevate a conto economico nella voce “Rettifiche/Riprese di valore nette per deterioramento di attività finanziarie detenute sino alla scadenza”. In seguito, se i motivi che hanno de-terminato l’evidenza della perdita di valore vengono rimossi, si procede all’iscrizione di riprese di valore con imputazione a conto economico nella stessa voce.L’ammontare della ripresa non può eccedere in ogni caso il costo ammortizzato che lo strumento avrebbe avuto in assenza di precedenti rettifiche.

4. CreditiCriteri di classificazioneI Crediti e finanziamenti sono iscritti nelle voci “60 Crediti verso banche” e “70 Crediti verso clientela”.I crediti rientrano nella più ampia categoria delle attività finanziarie non derivate e non quotate in un mercato attivo (Livello 2 e 3), che prevedono pagamenti fissi o comunque determinabili. Essi includono gli impieghi con clientela e con banche, erogati direttamente e che non sono stati classificati all’origine tra le Attività finan-ziarie valutate al fair value.L’iscrizione in questa categoria può derivare anche da riclassificazione dal comparto “Attività finanziarie dispo-nibili per la vendita” oppure, solo e soltanto in rare circostanze, qualora l’attività non sia più posseduta al fine di venderla o riacquistarla a breve, dalle “Attività finanziarie detenute per la negoziazione”.Qualora l’iscrizione derivi da riclassificazione, il fair value dell’attività rilevato al momento del trasferimento è assunto quale nuova misura del costo ammortizzato dell’attività stessa.

Criteri di iscrizioneLa prima iscrizione di un credito avviene alla data di sottoscrizione del contratto, che normalmente coincide con la data di erogazione, sulla base del fair value dello strumento finanziario. Esso è pari all’ammontare ero-gato, comprensivo dei proventi e degli oneri direttamente riconducibili al singolo credito e determinabili sin dall’origine dell’operazione, ancorché liquidati in un momento successivo. Sono esclusi i costi che, pur avendo le caratteristiche suddette, sono oggetto di rimborso da parte della controparte debitrice o sono inquadrabili tra i normali costi interni di carattere amministrativo.Nel caso di titoli di debito, l’iscrizione iniziale delle attività finanziarie avviene alla data di regolamento, se rego-late con tempistiche previste dalla prassi di mercato (regular way), altrimenti alla data di sottoscrizione.Per le operazioni creditizie, eventualmente concluse a condizioni non di mercato, la rilevazione iniziale è effet-tuata per un importo pari ai futuri flussi di cassa scontati ad un tasso di mercato. L’eventuale differenza tra la rilevazione iniziale e l’ammontare erogato è rilevata nel conto economico al momento dell’iscrizione iniziale.

Criteri di valutazione Successivamente alla rilevazione iniziale, i crediti sono rilevati al costo ammortizzato, pari al valore di prima iscrizione, diminuito/aumentato dei rimborsi di capitale, delle rettifiche/riprese di valore e dell’ammortamento calcolato col metodo del tasso di interesse effettivo.Il costo ammortizzato è diminuito/aumentato anche per la differenza tra l’ammontare erogato e quello rimbor-sabile a scadenza, riconducibile tipicamente ai costi/proventi imputati direttamente al singolo credito.Il tasso di interesse effettivo è il tasso che eguaglia il valore attuale dei flussi futuri del credito, per capitale ed interessi, all’ammontare erogato comprensivo dei costi/proventi ricondotti al credito. L’effetto economico dei costi e dei proventi viene così distribuito lungo la vita residua attesa del credito.Il metodo del costo ammortizzato non è utilizzato per i crediti la cui breve durata fa ritenere trascurabile l’effet-to dell’applicazione della logica di attualizzazione. Detti crediti vengono valorizzati al valore nominale erogato. I proventi e gli oneri agli stessi riferibili sono attribuiti direttamente a conto economico.Il metodo del costo ammortizzato non è utilizzato per i crediti senza una scadenza definita o a revoca.I finanziamenti oggetto di copertura tramite strumenti derivati rappresentati in hedge accounting sono iscritti al costo ammortizzato rettificato della variazione di fair value attribuibile al rischio coperto, intervenuta tra la data di decorrenza della copertura e la data di chiusura dell’esercizio.

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Ad ogni data di bilancio viene accertata l’eventuale obiettiva evidenza che un’attività finanziaria o un gruppo di attività finanziarie abbia subito una riduzione di valore. Tale circostanza ricorre quando è prevedibile che l’azienda non sia in grado di riscuotere l’ammontare dovuto, sulla base delle condizioni contrattuali originarie ossia, ad esempio, in presenza:a) di significative difficoltà finanziarie dell’emittente o debitore;b) di una violazione del contratto, quale un inadempimento o un mancato pagamento degli interessi o del

capitale;c) del fatto che il finanziatore per ragioni economiche o legali relative alla difficoltà finanziaria del beneficiario,

estenda al beneficiario una concessione che il finanziatore non avrebbe altrimenti preso in considerazione;d) della probabilità che il beneficiario dichiari procedure di ristrutturazione finanziaria;e) della scomparsa di un mercato attivo di quell’attività finanziaria dovuta a difficoltà finanziarie;f) di dati rilevabili che indichino l’esistenza di una diminuzione sensibile nei futuri flussi finanziari stimati per

un gruppo di attività finanziarie similari sin dal momento della rilevazione iniziale di quelle attività, sebbene la diminuzione non possa essere ancora identificata con le singole attività finanziarie nel gruppo.

Dapprima si valuta la necessità di rettificare individualmente le esposizioni deteriorate (crediti non performing), classificate nelle diverse categorie di rischio in base alla normativa emanata dalla Banca d’Italia, riportata nel punto 17 “Altre informazioni” ed alle disposizioni interne che fissano le regole per il passaggio dei crediti nell’ambito delle diverse categorie di rischio:• sofferenze;• esposizioniincagliate;• esposizioniristrutturate;• esposizioniscadute.I crediti non performing sono oggetto di un processo di valutazione analitica, assieme agli altri crediti; l’am-montare della rettifica di valore di ciascun credito è pari alla differenza tra il valore di bilancio dello stesso al momento della valutazione (costo ammortizzato) ed il valore attuale dei previsti flussi di cassa futuri, calcolato applicando il tasso di interesse effettivo originario.I flussi di cassa previsti tengono conto dei tempi di recupero attesi, del presumibile valore di realizzo delle even-tuali garanzie, nonché dei costi che si ritiene verranno sostenuti per il recupero dell’esposizione creditizia.Qualora il credito abbia un tasso d’interesse variabile, il tasso di attualizzazione utilizzato al fine di determinare la perdita è pari al tasso di rendimento effettivo corrente determinato in accordo con il contratto.La rettifica di valore è iscritta a conto economico. La componente della rettifica riconducibile all’attualizzazione dei flussi finanziari viene rilasciata per competenza secondo il meccanismo del tasso di interesse effettivo ed imputata tra le riprese di valore.Il tasso effettivo originario di ciascun credito rimane invariato nel tempo, ancorché sia intervenuta una ristrut-turazione del rapporto, che abbia comportato la variazione del tasso contrattuale ed anche qualora il rapporto divenga, nella pratica, infruttifero di interessi contrattuali. I flussi di cassa relativi a crediti il cui recupero è previsto entro breve termine non vengono attualizzati.Per talune tipologie di crediti deteriorati (quali incagliati, scaduti e sconfinanti), i crediti sono inseriti in gruppi di attività con caratteristiche analoghe, procedendo a una svalutazione analitica determinata con metodologia forfetaria, in base alla stima dei flussi nominali futuri, corretti per le perdite attese, utilizzando i parametri di “probabilità di insolvenza”(LGD) e di “perdita in caso di insolvenza” (PD).La ripresa di valore è iscritta nel conto economico e non può, in ogni caso, superare il costo ammortizzato che il credito avrebbe avuto in assenza di precedenti rettifiche. Tra le riprese di valore sono inoltre ricompresi gli effetti positivi connessi al rientro dell’effetto attualizzazione derivante dalla progressiva riduzione del tempo stimato di recupero del credito oggetto di svalutazione.Il valore originario dei crediti viene ripristinato negli esercizi successivi nella misura in cui vengono meno i mo-

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tivi che ne hanno determinato la rettifica, purché tale valutazione sia oggettivamente collegabile ad un evento verificatosi successivamente alla rettifica stessa. I crediti in bonis, per i quali non sono state individuate singolarmente evidenze oggettive di perdita, sono sottoposti alla valutazione di una perdita di valore collettiva. Tale valutazione avviene per categorie di crediti omogenee in termini di rischio di credito; le relative percentuali di perdita sono stimate tenendo conto di serie storiche assunte per cinque anni, che consentono di apprezzare il valore della perdita in ciascuna categoria di crediti. La stima dei flussi nominali futuri attesi si basa su differenziati parametri di “probabilità di insolvenza” (PD - probability of default) e di “perdita in caso di insolvenza “ (LGD – loss given default) differenziati per codice di attività economica, così come individuati dalla Banca d’Italia (ATECO 2007) e garanzie prestate. La rettifica di valore è iscritta a conto economico.Ad ogni data di chiusura del bilancio, le eventuali rettifiche aggiuntive o riprese di valore vengono ricalcolate in modo differenziale rispetto alla consistenza delle svalutazioni collettive dell’esercizio precedente.

Criteri di cancellazioneI crediti vengono cancellati dalle attività in bilancio allorché il diritto a ricevere i flussi di cassa è estinto, quando la cessione ha comportato il trasferimento in maniera sostanziale di tutti i rischi e benefici connessi ai crediti stessi o nel caso in cui il credito è considerato definitivamente irrecuperabile, dopo che tutte le necessarie pro-cedure di recupero sono state completate.Qualora invece siano stati mantenuti i rischi e benefici relativi ai crediti ceduti, questi continuano ad essere iscritti tra le attività del bilancio, ancorché giuridicamente la titolarità del credito sia stata effettivamente trasfe-rita, registrando una passività a fronte del corrispettivo ricevuto dall’acquirente.

Criteri di rilevazione delle componenti redditualiGli interessi derivanti da “Crediti verso banche e clientela” sono iscritti tra gli “Interessi attivi e proventi assi-milati” del conto economico in base al principio della competenza temporale sulla base del tasso di interesse effettivo.Le perdite di valore riscontrate sono iscritte a conto economico nella voce 130 “rettifiche/riprese di valore nette per deterioramento di a) crediti” così come i recuperi di parte o tutti gli importi oggetto di precedenti svaluta-zioni. Le riprese di valore sono iscritte sia a fronte di una migliorata qualità del credito, tale da far insorgere la ragionevole certezza del recupero tempestivo del capitale secondo i termini contrattuali originari del credito, sia a fronte del progressivo venir meno dell’attualizzazione calcolata al momento dell’iscrizione della rettifica di valore. Nel caso di valutazione collettiva, le eventuali rettifiche aggiuntive o riprese di valore vengono ricalcolate in modo differenziale con riferimento all’intero portafoglio dei crediti.Gli utili e perdite risultanti dalla cessione di crediti sono iscritti alla voce 100 a) del conto economico “Utile (perdite) da cessione o riacquisto di crediti”

5. Attività finanziarie valutate al fair valueCriteri di classificazioneSono classificate nella presente voce quelle attività che sono designate al fair value con i risultati valutativi iscritti nel conto economico, sulla base della fair value option prevista dal principio IAS 39 par. 9.In particolare, la fair value option è utilizzata quando consente di eliminare o di ridurre significativamente lo sbilancio contabile derivante dalla contabilizzazione non coerente di strumenti finanziari correlati tra loro (na-tural hedge), ovvero coperti da contratti derivati per i quali l’applicazione dell’hedge accounting risulta complessa e difficoltosa.La fair value option è inoltre impiegata in presenza di uno strumento contenente un derivato implicito che soddisfa determinate condizioni, al fine di non procedere allo scorporo dello stesso dallo strumento ospite, valutando al fair value lo strumento finanziario nel suo complesso.

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Criteri di iscrizioneL’iscrizione iniziale delle attività finanziarie rappresentate da titoli di debito e di capitale avviene alla data di sottoscrizione.All’atto della rilevazione iniziale, le attività vengono rilevate al fair value, che corrisponde generalmente al cor-rispettivo pagato, senza considerare i costi o proventi di transazione ad esse riferiti ed attribuibili agli strumenti stessi, in quanto rilevati direttamente nel conto economico.

Criteri di valutazioneSuccessivamente alla rilevazione iniziale, le attività finanziarie sono valorizzate al fair value. Per i criteri di determinazione del fair value, si fa riferimento a quanto indicato per le attività finanziarie dete-nute per la negoziazione e nelle specifiche note in merito di cui al successivo punto 17 “Altre informazioni”.

Criteri di cancellazioneLe attività finanziarie vengono cancellate quando scadono i diritti contrattuali sui flussi finanziari derivanti dalle stesse o quando l’attività finanziaria viene ceduta trasferendo sostanzialmente tutti i rischi e i benefici ad essa connessi.

Criteri di rilevazione delle componenti redditualiLe componenti positive di reddito rappresentate dagli interessi attivi sono iscritte, per competenza, nelle voci di conto economico relative agli interessi.Gli utili e le perdite realizzati dalla cessione o dal rimborso e gli utili e le perdite non realizzati derivanti dalle variazioni del fair value del portafoglio, sono classificati nel “Risultato netto delle attività e passività finanziarie valutate al fair value” di conto economico.

6. Operazioni di coperturaCriteri di classificazioneNelle operazioni della specie figurano i contratti derivati designati come efficaci strumenti di copertura, a se-conda che alla data di riferimento del bilancio presentino un fair value positivo o negativo, nonché le relative poste coperte dell’attivo e del passivo.In particolare vi rientrano:• iderivatidicoperturadiemissioniobbligazionarie;• iderivatidicoperturadifinanziamentierogatiallaclientela;• lerelativepostecoperte.

Le tipologie di coperture previste dallo IAS 39 sono le seguenti:1. copertura di fair value (fair value hedge), che ha l’obiettivo di coprire l’esposizione alla variazione di fair value

di una posta di bilancio attribuibile ad un particolare rischio;2. copertura di flussi finanziari (cash flow hedge), che ha l’obiettivo di coprire l’esposizione a variazione dei

flussi di cassa futuri attribuibili a particolari rischi associati a poste di bilancio.La Banca ha utilizzato solo la prima tipologia di copertura.

Criteri di iscrizione Gli strumenti finanziari derivati di copertura sono inizialmente iscritti al fair value e sono classificati nella voce di bilancio di attivo patrimoniale 80 “Derivati di copertura” e di passivo patrimoniale 60 “Derivati di copertu-ra”, a seconda che alla data di riferimento del bilancio presentino un fair value positivo o negativo.

L’operazione è considerata di copertura se esiste una documentazione formalizzata della relazione tra lo stru-mento di copertura e i rischi coperti che rilevi gli obiettivi di gestione del rischio, la strategia per effettuare la

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copertura e i metodi che saranno utilizzati per verificare l’efficacia della copertura. Inoltre deve essere testato che la copertura sia efficace nel momento in cui ha inizio e, prospetticamente, durante tutta la vita della stessa.L’attività di verifica dell’efficacia della copertura si articola ad ogni data di reporting in:• testprospettici:chegiustificanol’applicazionedell’hedge accounting in quanto dimostrano l’attesa efficacia

della copertura nei periodi futuri;• testretrospettivi:chemisuranoneltempoquantoirisultatieffettivisisianodiscostatidallacoperturaperfetta.

La copertura si assume altamente efficace quando le variazioni attese ed effettive del fair value o dei flussi di cassa dello strumento finanziario di copertura neutralizzano in maniera significativa le variazioni dell’elemento coperto, vale a dire quando il rapporto tra le variazioni di fair value dei due strumenti finanziari si mantiene all’interno di un intervallo compreso fra l’80% e il 125%.

La contabilizzazione delle operazioni di copertura viene interrotta nei seguenti casi:a) la copertura operata tramite il derivato cessa o non è più altamente efficace;b) il derivato scade, viene venduto, estinto o esercitato;c) l’elemento coperto è venduto, scade o è rimborsato;d) viene revocata la definizione di copertura.Nei casi (a), (c) e (d) il contratto derivato di copertura viene riclassificato tra le attività finanziarie detenute per la negoziazione; in caso di cash flow hedge, l’eventuale riserva viene ricondotta a conto economico con il metodo del costo ammortizzato lungo la durata residua dello strumento.Per quanto concerne i test di efficacia, si precisa che viene utilizzato lo specifico servizio fornito dagli Istituti centrali di categoria, il quale prevede, con periodicità trimestrale:a) l’effettuazione del test retrospettivo con la metodologia del “Dollar offset method” con variazioni cumulate;b) il test prospettico con la metodologia “di scenario”, con simulazione di shock istantaneo parallelo di +/- 100

basis point alla curva dei tassi.• LaBancahaprovvedutoaltresìadefinirelasogliadiimmaterialità,entrolaqualeilrisultatodeltestsicon-

sidera in ogni caso superato, in accordo con i seguenti parametri:• saldonettodellevariazionidifair value dello strumento coperto e del derivato di copertura inferiore all’1%

del valore nozionale dello strumento coperto, comunque inferiore a 5.000 euro per i finanziamenti. Criteri di valutazione Gli strumenti finanziari derivati di copertura sono inizialmente iscritti e in seguito misurati al fair value. Per i criteri di determinazione del fair value, si fa riferimento a quanto indicato nelle specifiche note in merito di cui al successivo punto 17 “Altre informazioni”.

Criteri di cancellazioneI derivati di copertura sono cancellati quando il diritto a ricevere i flussi di cassa dell’attività/passività è scaduto, o laddove il derivato venga ceduto, ovvero quanto vengono meno le condizioni per continuare a contabilizzare lo strumento finanziario fra i derivati di copertura.

Criteri di rilevazione delle componenti redditualiCopertura di fair value (fair value hedge)La variazione di fair value dell’elemento coperto, riconducibile al rischio coperto, è registrato nel conto econo-mico, al pari del cambiamento del fair value dello strumento derivato; l’eventuale differenza, che rappresenta la parziale inefficacia della copertura, determina di conseguenza l’effetto economico netto, rilevato nella voce attraverso l’iscrizione nella voce “Risultato netto dell’attività di copertura”.

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Qualora la relazione di copertura non rispetti più le condizioni previste per l’applicazione dell’ hedge accounting e venga a cessare, la differenza fra il valore di carico dell’elemento coperto nel momento in cui cessa la copertura e quello che sarebbe stato il suo valore di carico se la copertura non fosse mai esistita, è ammortizzata a conto economico lungo la vita residua dell’elemento coperto sulla base del tasso di rendimento effettivo. Qualora tale differenza sia riferita a strumenti finanziari non fruttiferi di interessi, la stessa viene registrata immediatamente a conto economico.Se l’elemento coperto è venduto o rimborsato, la quota di fair value non ancora ammortizzata è riconosciuta immediatamente a conto economico.

Copertura dei flussi finanziari (cash flow hedge)Le variazioni di fair value del derivato di copertura sono contabilizzate a patrimonio netto tra le riserve da valu-tazione delle operazioni di copertura dei flussi finanziari, per la quota efficace, e a conto economico per la parte non considerata efficace. Quando i flussi finanziari oggetto di copertura si manifestano e vengono registrati nel conto economico, il relativo profitto o la relativa perdita sullo strumento di copertura vengono trasferiti dal patrimonio netto alla corrispondente voce di conto economico. Quando la relazione di copertura non rispetta più le condizioni previste per l’applicazione dell’hedge accounting, la relazione viene interrotta e tutte le perdite e tutti gli utili rilevati a patrimonio netto sino a tale data rimango-no sospesi all’interno di questo e riversati a conto economico alla voce “Risultato netto dell’attività di negozia-zione”, nel momento in cui si verificano i flussi relativi al rischio originariamente coperto.I differenziali e i margini dei contratti derivati di copertura vengono rilevati nelle voci relative agli interessi.

Copertura di portafogli di attività e passivitàLe variazioni di fair value registrate sullo strumento di copertura sono imputate a conto economico nella voce 90 “Risultato netto dell’attività di copertura” e nello stato patrimoniale attivo nella voce 80 “Derivati di coper-tura” oppure nella voce di stato patrimoniale passivo 60 “Derivati di copertura”.

7. PartecipazioniLa Banca a fine esercizio non detiene partecipazioni di controllo, di collegamento o di controllo congiunto, così come definite e previste dai principi IAS27 e IAS28.

8. Attività materialiCriteri di classificazioneLa voce include principalmente i terreni, gli immobili ad uso funzionale e quelli detenuti a scopo di investi-mento, gli impianti, i veicoli, i mobili, gli arredi e le attrezzature di qualsiasi tipo.Si definiscono “immobili ad uso funzionale” quelli posseduti per essere impiegati nella fornitura di servizi oppure per scopi amministrativi. Rientrano invece tra gli immobili da investimento le proprietà possedute al fine di percepire canoni di locazio-ne o per l’apprezzamento del capitale investito, o per entrambe le motivazioni.Gli immobili posseduti sono principalmente utilizzati come filiali ed uffici della Banca.Sono compresi tra le attività materiali i beni utilizzati nell’ambito di contratti di leasing finanziario, ancorché la titolarità giuridica dei medesimi permanga in capo alla società locatrice.Tra le attività materiali sono inclusi anche i costi per migliorie su beni di terzi, purché relative ad attività ma-teriali identificabili e separabili (es. ATM). Qualora i suddetti costi non presentino autonoma funzionalità ed utilizzabilità, ma dagli stessi si attendano benefici futuri, sono iscritti tra le “altre attività” e vengono ammortiz-zati nel più breve periodo tra quello di prevedibile capacità di utilizzo delle migliorie stesse e quello di durata residua della locazione.Al valore delle immobilizzazioni materiali concorrono anche gli acconti versati per l’acquisizione e la ristruttu-razione di beni non ancora entrati nel processo produttivo, e quindi non ancora oggetto di ammortamento.

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Criteri d’iscrizioneLe attività materiali sono inizialmente iscritte al costo di acquisto o di costruzione, comprensivo di tutti gli eventuali oneri accessori direttamente imputabili all’acquisto e alla messa in funzione del bene. Per alcuni immobili, la Banca ha adottato il fair value come sostituto del costo alla data di transizione agli IAS.Le spese di manutenzione straordinaria ed i costi aventi natura incrementativa che comportano un incremento dei benefici futuri generati dal bene sono attribuiti ai cespiti cui si riferiscono ed ammortizzati in relazione alle residue possibilità di utilizzo degli stessi.Le spese per riparazioni, manutenzioni o altri interventi per garantire l’ordinario funzionamento dei beni sono invece imputate al conto economico dell’esercizio in cui sono sostenute.

Criteri di valutazioneDopo la rilevazione iniziale, le attività materiali, inclusi gli immobili non strumentali, salvo quanto di seguito precisato, sono iscritte in bilancio al costo al netto degli ammortamenti cumulati e di eventuali perdite di valore accumulate.Le attività materiali sono sistematicamente ammortizzate in ogni esercizio sulla base della loro vita utile, adot-tando come criterio di ammortamento il metodo a quote costanti. La vita utile delle attività materiali soggette ad ammortamento viene periodicamente sottoposta a verifica; in caso di rettifica delle stime iniziali viene conseguentemente modificata anche la relativa quota di ammortamento.Non sono soggetti ad ammortamento:• iterreni,sianoessistatiacquisitisingolarmenteoincorporatinelvaloredeifabbricati,inquantoconsiderati

a vita utile indefinita. Nel caso in cui il loro valore sia incorporato nel valore del fabbricato, sono considerati beni separabili dall’edificio; la suddivisione tra il valore del terreno e il valore del fabbricato avviene sulla base di perizia di periti indipendenti per i soli immobili detenuti “cielo-terra”;

• leopered’arte,lacuilavitautilenonpuòesserestimataedessendoilrelativovaloregeneralmentedestinatoad aumentare nel tempo;

Il processo di ammortamento inizia quando il bene è disponibile per l’uso.Ad ogni chiusura di bilancio, si procede alla verifica dell’eventuale esistenza di indicazioni che dimostrino la perdita di valore subita da un’attività. La perdita risulta dal confronto tra il valore di carico dell’attività materiale ed il minor valore di recupero.Quest’ultimo è il maggior valore tra il fair value, al netto degli eventuali costi di vendita, ed il relativo valore d’uso inteso come il valore attuale dei flussi futuri originati dal cespite. Le eventuali rettifiche sono imputate a conto economico alla voce “rettifiche/riprese di valore nette su attività materiali”.Qualora vengano meno i motivi che hanno portato alla rilevazione della perdita, viene rilevata una ripresa di valore, che non può superare il valore che l’attività avrebbe avuto, al netto degli ammortamenti calcolati in assenza di precedenti perdite di valore.

Criteri di cancellazione Le attività materiali sono eliminate dallo Stato Patrimoniale al momento della dismissione o quando sono ritirate permanentemente dall’uso e, di conseguenza, non sono attesi benefici economici futuri che derivino dalla loro cessione o dal loro utilizzo.

Criteri di rilevazione delle componenti redditualiL’ammortamento sistematico è contabilizzato al conto economico alla voce “Rettifiche/riprese di valore nette su attività materiali”.Nel primo esercizio l’ammortamento è rilevato proporzionalmente al periodo di effettiva disponibilità all’uso del bene. Per i beni ceduti e/o dismessi nel corso dell’esercizio, l’ammortamento è calcolato su base giornaliera fino alla data di cessione e/o dismissione.Le plusvalenze e le minusvalenze derivanti dallo smobilizzo o dalla dismissione delle attività materiali sono de-

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terminate come differenza tra il corrispettivo netto di cessione e il valore contabile del bene; esse sono rilevate nel conto economico alla stessa data in cui sono eliminate dalla contabilità.Nella voce di conto economico “Utili (Perdite) da cessione di investimenti” sono oggetto di rilevazione il saldo, positivo o negativo, tra gli utili e le perdite da realizzo di investimenti materiali.

9. Attività immaterialiCriteri di classificazioneLa voce accoglie quelle attività non monetarie prive di consistenza fisica possedute per essere utilizzate in un periodo pluriennale o indefinito, che soddisfano le seguenti caratteristiche: • identificabilità;• l’aziendanedetieneilcontrollo;• èprobabilecheibeneficieconomicifuturiattesiattribuibiliall’attivitàaffluirannoall’azienda;• ilcostodell’attivitàpuòesserevalutatoattendibilmente.In assenza di una delle suddette caratteristiche, la spesa per acquisire o generare la stessa internamente è rilevata come costo nell’esercizio in cui è stata sostenuta.Le attività immateriali includono, in particolare, il software applicativo ad utilizzazione pluriennale, e altre attività identificabili che trovano origine in diritti legali o contrattuali.

Criteri di iscrizioneLe attività immateriali sono iscritte al costo, rettificato per eventuali oneri accessori, sostenuti per predisporre l’utilizzo dell’attività.

Criteri di valutazione Dopo la rilevazione iniziale, le attività immateriali a vita “definita” sono iscritte al costo, al netto dell’ammon-tare complessivo degli ammortamenti e delle perdite di valore cumulate.Il processo di ammortamento inizia quando il bene è disponibile per l’uso, ovvero quando si trova nel luogo e nelle condizioni adatte per poter operare nel modo stabilito e cessa nel momento in cui l’attività è eliminata contabilmente. L’ammortamento è effettuato a quote costanti, di modo da riflettere l’utilizzo pluriennale dei beni in base alla vita utile stimata.Nel primo esercizio l’ammortamento è rilevato proporzionalmente al periodo di effettiva disponibilità del bene. Per le attività cedute e/o dismesse nel corso dell’esercizio, l’ammortamento è calcolato su base giornaliera fino alla data di cessione e/o dismissione.Ad ogni chiusura di bilancio, in presenza di evidenze di perdite di valore, si procede alla stima del valore di recupero dell’attività.L’ammontare della perdita, rilevato a conto economico, è pari alla differenza tra il valore contabile dell’attività ed il suo valore recuperabile.

Criteri di cancellazioneLe attività immateriali sono eliminate dallo stato patrimoniale dal momento della dismissione o quando non siano attesi benefici economici futuri.

Criteri di rilevazione delle componenti redditualiSia gli ammortamenti che eventuali rettifiche/riprese di valore per deterioramento di attività immateriali di-verse dagli avviamenti vengono rilevati a conto economico nella voce “Rettifiche/riprese di valore nette su attività immateriali”. Le plusvalenze e le minusvalenze derivanti dallo smobilizzo o dalla dismissione di un’attività immateriale sono determi-nate come differenza tra il corrispettivo netto di cessione e il valore contabile del bene ed iscritte al conto economico.

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Nella voce “Utili (Perdite) da cessione di investimenti”, formano oggetto di rilevazione il saldo, positivo o nega-tivo, tra gli utili e le perdite da realizzo di investimenti.

10. Attività non correnti in via di dismissioneIn tale voce sono classificate le attività non correnti destinate alla vendita ed i gruppi di attività e le passività associate in via di dismissione, secondo quanto previsto dall’IFRS5.La Banca, alla data di redazione del bilancio, non presenta attività che rientrano in tale categoria.

11. Fiscalità corrente e differitaCriteri di classificazione e di iscrizioneNella voce figurano le attività e passività fiscali (correnti e differite) rilevate in applicazione dello IAS12.Le imposte sul reddito sono rilevate nel conto economico ad eccezione di quelle relative a voci addebitate od accreditate direttamente a patrimonio netto.L’accantonamento per imposte sul reddito è determinato in base ad una prudenziale previsione dell’onere fiscale corrente, di quello anticipato e di quello differito. Le attività fiscali correnti accolgono i crediti d’imposta recuperabili (compresi gli acconti versati); le passività fiscali correnti le imposte correnti non ancora pagate alla data del bilancio.Le imposte anticipate e quelle differite sono determinate sulla base del criterio del balance sheet liability me-thod, tenendo conto delle differenze temporanee (deducibili o imponibili) tra il valore contabile di una attività o di una passività e il suo valore riconosciuto ai fini fiscali. L’iscrizione di “attività per imposte anticipate” è effettuata quando il loro recupero è ritenuto probabile. Tutta-via la probabilità del recupero delle imposte anticipate relative ad avviamenti, altre attività immateriali e retti-fiche su crediti svalutazioni di crediti, è da ritenersi automaticamente soddisfatta per effetto delle disposizioni di legge che ne prevedono la trasformazione in credito d’imposta in presenza di perdita d’esercizio civilistica e/o fiscale. In particolare, in presenza di una perdita civilistica d’esercizio, la fiscalità anticipata relativa agli av-viamenti, alle altre attività immateriali e alle rettifiche su crediti svalutazioni di crediti sarà oggetto di parziale trasformazione in credito d’imposta per effetto delle disposizioni di cui all’art. 2, comma 55, del Decreto Legge 29 dicembre 2010, n. 225, convertito con modificazioni dalla Legge 26 febbraio 2011, n. 10 e come modifi-cato dal c. 167 e seguenti art. 1 L. 27 dicembre 2013 n. 147. La trasformazione ha effetto a decorrere dalla data di approvazione, da parte dell’assemblea dei soci, del bilancio individuale in cui è stata rilevata la perdita, come previsto dall’art. 2, comma 56, del citato D.L. 225/2010.Le “passività per imposte differite” vengono rilevate in tutti i casi in cui è probabile che insorga il relativo debito.Le “attività per imposte anticipate” indicano una futura riduzione dell’imponibile fiscale, a fronte di un’anti-cipazione della tassazione rispetto alla competenza economico-civilistica, mentre le “passività per imposte dif-ferite” indicano un futuro incremento dell’imponibile fiscale, determinando un differimento della tassazione rispetto alla competenza economico-civilistica.

Criteri di valutazioneSono rilevati gli effetti relativi alle imposte correnti e differite calcolate nel rispetto della legislazione fiscale in base al criterio della competenza economica, coerentemente con le modalità di rilevazione in bilancio dei costi e ricavi che le hanno generate, applicando le aliquote di imposta vigenti.Le imposte correnti sono compensate, a livello di singola imposta: gli acconti versati e il relativo debito di imposta sono esposti al netto tra le “Attività fiscali a) correnti” o tra le “Passività fiscali a) correnti” a seconda del segno.Le attività per imposte anticipate e le passività per imposte differite sono calcolate utilizzando le aliquote fiscali applicabili, in ragione della legge vigente, nell’esercizio in cui l’attività fiscale anticipata sarà realizzata o la pas-sività fiscale differita sarà estinta.Esse vengono sistematicamente valutate per tener conto di eventuali modifiche intervenute nelle norme o nelle aliquote.Le imposte anticipate e quelle differite sono contabilizzate a livello patrimoniale, a saldi aperti e senza compensazio-ni, nella voce “Attività fiscali b) anticipate” e nella voce “Passività fiscali b) differite”; esse non vengono attualizzate.

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Criteri di rilevazione delle componenti economicheQualora le attività e le passività fiscali differite si riferiscano a componenti che hanno interessato il conto eco-nomico, la contropartita è rappresenta dalle imposte sul reddito. Nei casi in cui le imposte anticipate o differite riguardino transazioni che hanno interessato direttamente il patrimonio netto senza influenzare il conto economico, quali ad esempio le valutazione degli strumenti finan-ziari disponibili per la vendita, le stesse vengono iscritte in contropartita al patrimonio netto, interessando la specifica riserva.

Criteri di cancellazioneLe attività fiscali anticipate e le passività fiscali differite sono cancellate nell’esercizio in cui:• ladifferenzatemporaneachelehaoriginatediventaimponibileconriferimentoallepassivitàfiscalidifferite

o deducibile con riferimento alle attività fiscali anticipate;• ladifferenzatemporaneachelehaoriginateperderilevanzafiscale.

12. Fondi per rischi ed oneriCriteri di classificazioneI fondi per rischi ed oneri accolgono gli accantonamenti relativi ad obbligazioni attuali (legali o implicite) originate da un evento passato, per le quali sia probabile l’esborso di risorse economiche per l’adempimento dell’obbligazione stessa, sempreché possa essere effettuata una stima attendibile del relativo ammontare.A fronte di passività solo potenziali e non probabili non viene rilevato alcun accantonamento, ma viene fornita informativa in nota integrativa, salvo i casi in cui la probabilità di impiegare risorse sia remota oppure il feno-meno non risulti rilevante.

Criteri di iscrizioneNella sottovoce “altri fondi” del Passivo dello Stato Patrimoniale figurano i fondi per rischi e oneri costituiti in ossequio a quanto previsto dai principi contabili internazionali, ad eccezione delle svalutazioni dovute al deterioramento delle garanzie rilasciate, da ricondurre alle “Altre passività”.

Criteri di valutazione L’importo rilevato come accantonamento rappresenta la migliore stima della spesa richiesta per adempiere all’obbligazione esistente alla data di riferimento del bilancio.Laddove l’elemento temporale sia significativo, gli accantonamenti vengono attualizzati utilizzando i tassi cor-renti di mercato.I fondi accantonati sono periodicamente riesaminati ed eventualmente rettificati per riflettere la miglior stima corrente. Quando a seguito del riesame, il sostenimento dell’onere diviene improbabile, l’accantonamento viene stornato. Per quanto attiene i fondi relativi ai benefici ai dipendenti si rimanda al successivo punto 17 “Altre informazioni”.

Criteri di cancellazioneSe non è più probabile che sarà necessario l’impiego di risorse atte a produrre benefici economici per adempiere all’obbligazione, l’accantonamento deve essere stornato. Un accantonamento deve essere utilizzato unicamente a fronte di quegli oneri per i quali esso è stato iscritto.

Criteri di rilevazione delle componenti economicheL’accantonamento è rilevato a conto economico alla voce “Accantonamenti netti ai fondi per rischi e oneri”. Nella voce figura il saldo, positivo o negativo, tra gli accantonamenti e le eventuali riattribuzioni a conto eco-nomico di fondi ritenuti esuberanti.Gli accantonamenti netti includono anche i decrementi dei fondi per l’effetto attualizzazione, nonché i corri-spondenti incrementi dovuti al trascorrere del tempo (maturazione degli interessi impliciti nell’attualizzazione).

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Qualora gli accantonamenti riguardino oneri per il personale dipendente, quali i premi di anzianità indicati al successivo punto 17 “Altre informazioni”, la voce di conto economico interessata è “Spese amministrative a) spese per il personale”.

13. Debiti e titoli in circolazione Criteri di classificazioneLe voci “Debiti verso banche”, “Debiti verso clientela” e “Titoli in circolazione” comprendono le varie forme di provvista interbancaria e con clientela e la raccolta effettuata attraverso certificati di deposito e titoli obbliga-zionari in circolazione, non classificate tra le “Passività finanziarie valutate al fair value”; le voci sono al netto dell’eventuale ammontare riacquistato, Sono inclusi i titoli che alla data di riferimento del bilancio risultano scaduti ma non ancora rimborsati.Sono inclusi i debiti di funzionamento connessi con la prestazione di servizi finanziari.

Criteri di iscrizioneLa prima iscrizione di tali passività finanziarie avviene all’atto della ricezione delle somme raccolte o dell’emis-sione dei titoli di debito. Il valore a cui sono iscritte corrisponde al relativo fair value, normalmente pari all’ammontare incassato od al prezzo di emissione, aumentato degli eventuali costi/proventi aggiuntivi direttamente attribuibili alla singola operazione di provvista o di emissione e non rimborsati dalla controparte creditrice. Non sono inclusi nel va-lore di iscrizione iniziale tutti gli oneri che sono oggetto di rimborso da parte della controparte creditrice o che sono riconducibili a costi di carattere amministrativo.Il fair value delle passività finanziarie, eventualmente emesse a condizioni diverse da quelle di mercato, è oggetto di apposita stima e la differenza rispetto al corrispettivo incassato è imputata direttamente a conto economico.Il ricollocamento di titoli propri riacquistati, oggetto di precedente annullamento contabile, è considerato come nuova emissione con iscrizione del nuovo prezzo di collocamento, senza effetti a conto economico.

Criteri di valutazione Dopo la rilevazione iniziale, le passività finanziarie sono valutate al costo ammortizzato utilizzando il metodo del tasso di interesse effettivo.Fanno eccezione le passività a breve termine, ove il fattore temporale risulti trascurabile, che rimangono iscritte per il valore incassato, e i cui costi e proventi direttamente attribuibili all’operazione sono iscritti a conto eco-nomico nelle pertinenti voci.

Criteri di cancellazione Le passività finanziarie sono cancellate dal bilancio quando estinte o scadute. La cancellazione avviene anche in presenza di riacquisto di titoli precedentemente emessi.

Criteri di rilevazione delle componenti redditualiLe componenti negative di reddito rappresentate dagli interessi passivi sono iscritte, per competenza, nelle voci di conto economico relative agli interessi.L’eventuale differenza tra il valore di riacquisto dei titoli di propria emissione ed il corrispondente valore con-tabile della passività viene iscritto a conto economico nella voce “Utili/perdite da cessione o riacquisto di: d) passività finanziarie”.

14. Passività finanziarie di negoziazioneCriteri di classificazioneLa voce comprende il valore negativo dei contratti derivati a copertura di attività o passività di bilancio, rien-tranti nell’ambito di applicazione della c.d. “fair value option”, nonché il valore negativo dei contratti derivati relativi a coperture gestionali di finanziamenti erogati a clientela.

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Criteri di iscrizioneI contratti derivati sono iscritti alla data di sottoscrizione e sono valutati al fair value.

Criteri di valutazione Successivamente alla rilevazione iniziale, le passività finanziarie sono valorizzate al fair value. Per i criteri di de-terminazione del fair value, si fa riferimento alle specifiche note in merito, di cui al successivo punto 17 “Altre informazioni”.

Criteri di cancellazione Le passività finanziarie sono cancellate dal bilancio quando risultano scadute o estinte.

Criteri di rilevazione delle componenti redditualiLe componenti positive o negative di reddito relative ai contratti derivati classificati come passività finanziarie detenute per la negoziazione sono rappresentate dai differenziali e dai margini maturati sino alla data di riferi-mento del bilancio; esse sono iscritte per competenza nelle voci di conto economico relative agli interessi.Gli utili e le perdite derivanti dalla variazione del fair value e/o dalla cessione degli strumenti derivati sono contabilizzati nel conto economico alla voce “Risultato netto delle attività e passività finanziarie valutate al fair value” di conto economico.

15. Passività finanziarie valutate al fair valueLa Banca alla data del bilancio non ha in essere passività classificate in questa voce.

16. Operazioni in valutaCriteri di classificazioneTra le attività e le passività in valuta figurano, oltre a quelle denominate esplicitamente in una valuta diversa dall’euro, anche quelle che prevedono clausole di indicizzazione finanziaria collegate al tasso di cambio dell’eu-ro con una determinata valuta o con un determinato paniere di valute.Ai fini delle modalità di conversione da utilizzare, le attività e passività in valuta sono suddivise tra poste mone-tarie (classificate tra le poste correnti) e non monetarie (classificate tra le poste non correnti).Gli elementi monetari consistono nel denaro posseduto e nelle attività e passività da ricevere o pagare, in am-montari di denaro fisso o determinabili.Gli elementi non monetari si caratterizzano per l’assenza di un diritto a ricevere o di un’obbligazione a conse-gnare un ammontare di denaro fisso o determinabile.

Criteri di iscrizioneLe operazioni in valuta estera sono registrate, al momento della rilevazione iniziale, in euro, applicando all’im-porto in valuta estera il tasso di cambio in vigore alla data dell’operazione.

Criteri di valutazione Ad ogni chiusura del bilancio, gli elementi originariamente denominati in valuta estera sono valorizzati in euro come segue:• lepostemonetariesonoconvertitealtassodicambioalladatadichiusuradelperiodo;• lepostenonmonetarievalutatealcostostoricosonoconvertitealtassodicambioinesserealladatadella

operazione;• lepostenonmonetarievalutatealfair value sono convertite al tasso di cambio a pronti alla data di chiusura

del periodo.

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Criteri di rilevazione delle componenti redditualiLe differenze di cambio che si generano tra la data dell’operazione e la data del relativo pagamento, su elementi di natura monetaria, sono contabilizzate nel conto economico dell’esercizio in cui sorgono, alla voce “Risultato netto della attività di negoziazione”; alla medesima voce sono iscritte le differenze che derivano dalla conver-sione di elementi monetari a tassi diversi da quelli di conversione iniziali, o di conversione alla data di chiusura del bilancio precedente.Quando un utile o una perdita relativi ad un elemento non monetario sono rilevati a patrimonio netto, le differenze cambio relative a tale elemento sono rilevata anch’esse a patrimonio netto.

17. Altre informazioniRatei e RiscontiI ratei e i risconti, che riguardano oneri e proventi di competenza dell’esercizio maturati su attività e passività, vengono ricondotti a rettifica delle attività e passività a cui si riferiscono. In assenza di rapporti cui ricondurli, saranno rappresentati tra le “Altre attività” o “Altre passività”.

Contratti di vendita e riacquisto (pronti contro termine)I titoli venduti e soggetti ad accordo di riacquisto sono classificati come strumenti finanziari impegnati, quan-do l’acquirente ha per contratto o convenzione il diritto a rivendere o a reimpegnare il sottostante; la passività della controparte è inclusa nelle passività verso banche, altri depositi o depositi della clientela.I titoli acquistati in relazione ad un contratto di rivendita sono contabilizzati come finanziamenti o anticipi ad altre banche o a clientela. La differenza tra il prezzo di vendita ed il prezzo d’acquisto è contabilizzata come interesse e registrata per com-petenza lungo la vita dell’operazione sulla base del tasso effettivo di rendimento.

Trattamento di fine rapporto del personaleIl T.F.R. è assimilabile ad un “beneficio successivo al rapporto di lavoro” (post employment benefit) del tipo “Prestazioni Definite” (defined benefit plan) per il quale è previsto, in base allo IAS 19, che il suo valore venga determinato mediante metodologie di tipo attuariale.Conseguentemente, la valutazione di fine esercizio è effettuata in base al metodo dei benefici maturati utiliz-zando il criterio del credito unitario previsto (Projected Unit Credit Method). Tale metodo prevede la proiezione degli esborsi futuri sulla base di analisi storiche, statistiche e probabilistiche, nonché in virtù dell’adozione di opportune basi tecniche demografiche.Esso consente di calcolare il T.F.R. maturato ad una certa data in senso attuariale, distribuendo l’onere per tutti gli anni di stimata permanenza residua dei lavoratori in essere e non più come onere da liquidare nel caso in cui l’azienda cessi la propria attività alla data di bilancio.La valutazione del T.F.R. del personale dipendente è stata effettuata da un attuario indipendente in conformità alla metodologia sopra indicata.

A seguito dell’entrata in vigore della riforma della previdenza complementare, di cui al D.Lgs. 252/2005, le quote di trattamento di fine rapporto maturate fino al 31.12.2006 rimangono in azienda, mentre le quote che maturano a partire dal 1° gennaio 2007 sono state, a scelta del dipendente, destinate a forme di previdenza complementare ovvero al fondo di Tesoreria dell’INPS.Queste ultime sono quindi rilevate a conto economico sulla base dei contributi dovuti in ogni esercizio; la Banca non ha proceduto all’attualizzazione finanziaria dell’obbligazione verso il fondo previdenziale o l’INPS, in ragione della scadenza inferiore a 12 mesi.In base allo IAS19, il T.F.R. versato al fondo di Tesoreria INPS si configura, al pari della quota versata al fondo di previdenza complementare, come un piano a contribuzione definita.Le quote maturate e riversate ai fondi integrativi di previdenza complementare sono contabilizzate alla sottovo-ce di conto economico 150 a), come specificato nella Sezione 9 della Parte C della Nota.

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Tali quote si configurano come un piano a contribuzione definita, poiché l’obbligazione dell’impresa nei con-fronti del dipendente cessa con il versamento delle quote maturate. Per tale fattispecie, pertanto, nel passivo della BCC potrà essere stata iscritta solo la quota di debito (tra le “altre passività”) per i versamenti ancora da effettuare all’INPS ovvero ai fondi di previdenza complementare alla data di chiusura del bilancio. Rilevazione degli utili e perdite attuarialiIl principio IAS 19 prevede che tutti gli utili e perdite attuariali maturati alla data di bilancio siano rilevati immediatamente nel “Prospetto della redditività complessiva” – OCI.

Premio di fedeltàFra gli ”altri benefici a lungo termine”, rientrano nell’operatività della BCC anche i premi di fedeltà ai dipen-denti. Tali benefici devono essere valutati in conformità allo IAS 19.La passività per il premio di fedeltà viene rilevata tra i “fondi rischi e oneri” del Passivo. L’accantonamento, come la riattribuzione a conto economico di eventuali eccedenze dello specifico fondo (dovute ad esempio a modifiche di ipotesi attuariali), è imputata a conto economico fra le “spese del personale”.Le obbligazioni nei confronti dei dipendenti sono valutate da un attuario indipendente.

Valutazione garanzie rilasciateGli accantonamenti su base analitica relativi alla stima dei possibili esborsi connessi all’assunzione del rischio di credito insito nelle garanzie rilasciate e negli impegni assunti sono determinati in applicazione dei medesimi criteri esposti con riferimento ai crediti.Tali accantonamenti sono rilevati nella voce “Altre passività”, in contropartita alla voce di conto economico “Rettifiche/Riprese di valore nette per deterioramento di: altre operazioni finanziarie”.

Conto economicoI ricavi sono valutati al fair value del corrispettivo ricevuto o spettante e sono riconosciuti quando ricevuti i benefici futuri e tali benefici possono essere quantificabili in modo attendibile.I costi sono iscritti contabilmente nel momento in cui sono sostenuti.I costi che non possono essere associati ai ricavi sono rilevati immediatamente nel conto economico.In particolare:• icostiediricavi,direttamentericonducibiliaglistrumentifinanziarivalutatiacostoammortizzatoede-terminabilisindall’origineindipendentementedalmomentoincuivengonoliquidati,affluisconoacontoeconomico mediante applicazione del tasso di interesse effettivo.

• idividendisonorilevatiacontoeconomiconelmomentoincuinevienedeliberataladistribuzione• iricaviderivantidall’intermediazionedistrumentifinanziaridinegoziazione,determinatidalladifferenzatra

il prezzo della transazione ed il fair value dello strumento, vengono riconosciuti al conto economico in sede di rilevazione dell’operazione se il fair value è determinabile con riferimento a parametri o transazioni recenti osservabili sullo stesso mercato nel quale lo strumento è negoziato;

• lealtrecommissionisonorilevatesecondoilprincipiodellacompetenzaeconomicaI costi direttamente riconducibili agli strumenti finanziari valutati a costo ammortizzato e determinabili sin dall’origine,indipendentementedalmomentoincuivengonoliquidati,affluisconoacontoeconomicome-diante applicazione del tasso di interesse effettivo per la definizione del quale si rinvia al paragrafo “Crediti e Finanziamenti”.Le perdite di valore sono iscritte a conto economico nell’esercizio in cui sono rilevate.Gli interessi di mora, eventualmente previsti in via contrattuale, sono contabilizzati a conto economico solo al momento del loro effettivo incasso.Le perdite di valore sono iscritte a conto economico nell’esercizio in cui sono rilevate.

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Bilancio e relazioni · Esercizio 2013

Criteri di determinazione del fair value degli strumenti finanziari La Commissione Europea ha omologato nel mese di dicembre 2012, con Regolamento (UE) n. 1255/2012, il nuovo principio IFRS 13 “Fair Value Measurement”, in vigore dal 1° gennaio 2013.L’IFRS 13 definisce il fair value come: “il prezzo che si percepirebbe per la vendita di un’attività ovvero che si pagherebbe per il trasferimento di una passività in una regolare operazione tra operatori di mercato alla data di valutazione”. Si tratta di una definizione di fair value che per gli strumenti finanziari sostituisce la precedente versione nello IAS 39 Strumenti finanziari: rilevazione e valutazione.Nel caso delle passività finanziarie la nuova definizione di fair value prevista dall’IFRS 13 richiede, quindi, di individuare come tale quel valore che si pagherebbe per il trasferimento della stessa passività (exit price), anziché come il valore necessario a estinguere la stessa (definizione contemplata dallo IAS 39). Ne discende un rafforzamento del tema della rilevazione degli aggiustamenti al fair value delle passività finanziarie, rispetto a quanto già disciplinato in materia dallo IAS 39. In particolare, con riguardo alla determinazione del fair value dei derivati OTC dell’attivo dello Stato Patrimoniale, l’IFRS 13 ha confermato la regola di applicare l’aggiu-stamento relativo al rischio di controparte (Credit Valuation Adjustment - CVA). Relativamente alle passività finanziarie rappresentate da derivati OTC, l’IFRS 13 introduce il cd. Debit Valuation Adjustment (DVA), ossia un aggiustamento di fair value volto a riflettere il proprio rischio di default su tali strumenti, tematica non esplicitamente trattata dallo IAS 39.La Banca ha ritenuto ragionevole non procedere al calcolo ed alla rilevazione delle correzioni del fair value dei derivati per CVA e DVA qualora siano stati formalizzati e resi operativi accordi di collateralizzazione delle posizioni in derivati che abbiano le seguenti caratteristiche:• scambiobilateraledellagaranziaconelevatafrequenza(giornalieraoalmassimoinfrasettimanale);• tipodigaranziarappresentatodacontantiotitoligovernatividielevataliquiditàequalitàcreditizia,soggetti

ad adeguato scarto prudenziale;• assenzadiunasoglia(cd.threshold)delvaloredelfair value del derivato al di sotto della quale non è previ-

sto lo scambio di garanzia oppure fissazione di un livello di tale soglia adeguato a consentire una effettiva e significativa mitigazione del rischio di controparte;

• MTA-Minimum Transfer Amount (ossia differenza tra il fair value del contratto ed il valore della garanzia) - al di sotto del quale non si procede all’adeguamento della collateralizzazione delle posizioni, individuato contrattualmente ad un livello che consenta una sostanziale mitigazione del rischio di controparte.

Il fair value degli investimenti quotati in mercati attivi è determinato con riferimento alle quotazioni di merca-to (prezzi “bid” o, in assenza, prezzi medi) rilevate l’ultimo giorno di riferimento dell’esercizio.Nel caso di strumenti finanziari quotati su mercati attivi, la determinazione del fair value è basata sulle quo-tazioni del mercato attivo di riferimento (ossia quello su cui si verifica il maggior volume delle contrattazioni) desumibili anche da provider internazionali e rilevate l’ultimo giorno di riferimento dell’esercizio. Un mercato è definito attivo qualora le quotazioni riflettano normali operazioni di mercato, siano prontamente e regolar-mente disponibili ed esprimano il prezzo di effettive e regolari operazioni di mercato. Qualora il medesimo strumento finanziario risulti quotato su più mercati, la quotazione da considerare è quella presente nel mercato più vantaggioso a cui l’impresa ha accesso.Nel caso di strumenti finanziari non quotati il fair value è determinato applicando tecniche di valutazione fina-lizzate alla determinazione del prezzo che lo strumento avrebbe avuto sul mercato alla data di valutazione in un libero scambio motivato da normali considerazioni commerciali. La determinazione del fair value è ottenuta attraverso le seguenti tecniche: utilizzo di recenti transazioni di mercato; riferimento al prezzo di strumenti finanziari aventi le medesime caratteristiche di quello oggetto di valutazione; metodi quantitativi (modelli di pricing delle opzioni; tecniche di calcolo del valore attuale - discounted cash flow analysis; modelli di pricing ge-neralmente accettati dal mercato e che sono in grado di fornire stime adeguate dei prezzi praticati in operazioni di mercato). In particolare, per le obbligazioni non quotate si applicano modelli di attualizzazione dei flussi di cassa futuri attesi – utilizzando strutture di tassi di interesse che tengono opportunamente in considerazione il settore di attività di appartenenza dell’emittente e della classe di rating, ove disponibile.

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In presenza di fondi comuni di investimento, non negoziati in mercati attivi, il fair value è determinato in ragione del Net Asset Value pubblicato, eventualmente corretto per tenere conto di possibili variazioni di valore intercorrenti fra la data di richiesta di rimborso e la data di rimborso effettiva.I titoli di capitale non scambiati in un mercato attivo, per i quali il fair value non sia determinabile in misura attendibile - secondo le metodologie più diffuse sono valutati al costo, rettificato per tener conto delle eventuali diminuzioni significative di valore. Per gli impieghi e la raccolta a vista / a revoca si è assunta una scadenza immediata delle obbligazioni contrat-tuali e coincidente con la data di bilancio e pertanto il loro fair value è approssimato al valore di contabile. Analogamente per gli impieghi a breve si è assunto il valore contabile.Per gli impieghi a clientela a medio-lungo termine, il fair value è ottenuto attraverso tecniche di valutazione attualizzando i residui flussi contrattuali ai tassi di interesse correnti, opportunamente adeguati per tener conto del merito creditizio dei singoli prenditori (rappresentato dalla probabilità di default e dalla perdita stimata in caso di default).Per le attività deteriorate il valore di bilancio è ritenuto un’approssimazione del fair value.Per il debito a medio-lungo termine, rappresentato da titoli e per i quali si è optato per l’applicazione della fair value option, il fair value è determinato attualizzando i residui flussi contrattuali utilizzando la curva dei tassi “zero coupon” ricavata, attraverso il metodo del “bootstrapping”, dalla curva dei tassi di mercato.

Per il debito a medio-lungo termine rappresentato da titoli valutati al costo ammortizzato ed oggetto di coper-tura per il rischio di tasso, il valore di bilancio è adeguato per effetto della copertura al fair value attribuibile al rischio coperto attualizzandone i relativi flussi. Per i contratti derivati negoziati su mercati regolamentati si assume quale fair value il prezzo di mercato dell’ul-timo giorno di quotazione dell’esercizio.Per i contratti derivati over the counter: si assume quale fair value il market value alla data di riferimento deter-minato secondo le seguenti modalità in relazione alla tipologia di contratto:• pericontrattisutassidiinteresse:ilmarket value è rappresentato dal cosiddetto “costo di sostituzione”, deter-

minato mediante l’attualizzazione delle differenze, alle date di regolamento previste, fra flussi calcolati ai tassi di contratto e flussi attesi calcolati ai tassi di mercato, oggettivamente determinati, correnti a fine esercizio per pari scadenza residua;

• pericontrattidiopzionesutitoliealtrivalori:ilmarket value è determinato facendo riferimento a modelli dipricingriconosciuti(p.es.:formuladiBlack&Scholes);

Il fair value utilizzato ai fini della valutazione degli strumenti finanziari, sulla base dei criteri sopra descritti, si articola sui seguenti livelli conformemente a quanto previsto dal principio Ifrs 13 e in funzione delle caratteri-stiche e della significatività degli input utilizzati nel processo di valutazione.

Gerarchia del fair valueLa gerarchia del fair value, in base a quanto stabilito dall’IFRS 13, deve essere applicata a tutti gli strumen-ti finanziari per i quali la valutazione al fair value è rilevata nello stato patrimoniale. A tal riguardo per tali strumenti viene attribuita massima priorità ai prezzi ufficiali disponibili su mercati attivi e priorità più bassa all’utilizzo di input non osservabili, in quanto maggiormente discrezionali. Il fair value, conseguentemente, viene determinato attraverso l’utilizzo di prezzi acquisiti dai mercati finanziari, nel caso di strumenti quotati su mercati attivi, o mediante l’utilizzo, per gli altri strumenti finanziari, di tecniche di valutazione aventi l’obiet-tivo di stimare il fair value (exit price). I livelli utilizzati per le classificazioni riportate nel seguito delle presenti note illustrative sono i seguenti:• “Livello1”:ilfair value degli strumenti finanziari è determinato in base a prezzi di quotazione osservabili su

mercati attivi (non rettificati) ai quali si può accedere alla data di valutazione;• “Livello2”:ilfair value degli strumenti finanziari è determinato in base a input quotati osservabili diretta-

mente o indirettamente per l’attività o per la passività, utilizzando anche di tecniche di valutazione;

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Bilancio e relazioni · Esercizio 2013

• “Livello3”:ilfair value degli strumenti finanziari è determinato in base a input non osservabili per l’attività o per la passività, utilizzando anche di tecniche di valutazione.

Un prezzo quotato in un mercato attivo fornisce la prova più attendibile del fair value e, quando disponibile, deve essere utilizzato senza alcuna rettifica per valutare il fair value.

In assenza di prezzi quotati in mercati attivi gli strumenti finanziari devono essere classificati nei livelli 2 o 3.La classificazione nel Livello 2 piuttosto che nel Livello 3 è determinata in base all’osservabilità sui mercati degli input significativi utilizzati ai fini della determinazione del fair value.Gli input di Livello 2 comprendono:• prezziquotatiperattivitàopassivitàsimilariinmercatiattivi;• prezziquotatiperattivitàopassivitàidenticheosimilariinmercatinonattivi;• datidiversidaiprezziquotatiosservabiliperl’attivitàopassività(peresempiotassidiinteresseecurvedei

rendimenti osservabili a intervalli comunemente quotati, volatilità implicite e spread creditizi);• inputcorroboratidalmercato.Non sono considerate osservabili tutte le altre variabili impiegate nelle tecniche valutative che non possono essere corroborate sulla base di dati osservabili di mercato.Qualora il fair value di uno strumento finanziario non sia determinato attraverso il prezzo rilevato in un mer-cato attivo (“Livello 1”), il complessivo fair value può presentare, al suo interno, Livelli differenti in considera-zione dell’impatto generato dagli input osservabili o non osservabili utilizzati nelle valutazioni (per impatto si intende il contributo, in termini di significatività, che ciascun input utilizzato per la valutazione ha rispetto al complessivo fair value dello strumento). Tuttavia il Livello attribuito deve essere unico e per questo riferito al totale del fair value dello strumento nel suo complesso; il Livello unico attribuito riflette così il livello più basso di input con un effetto significativo nella determinazione del fair value complessivo dello strumento.Affinché dati non osservabili di mercato abbiano un effetto significativo nella determinazione complessiva del fair value dello strumento, il loro complessivo impatto è valutato tale da renderne incerta (ovvero non riscon-trabile attraverso dati di mercato) la complessiva valutazione; nei casi in cui il peso dei dati non osservabili sia prevalente rispetto alla complessiva valutazione, il Livello attribuito è “3”.

Tra le principali regole applicate per la determinazione dei Livelli di fair value si segnala che sono ritenuti di “Livello 1” i titoli di debito governativi, i titoli di debito corporate, i titoli di capitale, i fondi aperti, gli stru-menti finanziari derivati e le passività finanziarie emesse il cui fair value corrisponde, alla data di valutazione, al prezzo quotato in un mercato attivo.Sono considerati di “Livello 2”:• ititolididebitogovernativi,ititolididebitocorporate,ititolidicapitaleelepassivitàfinanziarieemessida

emittenti di valenza nazionale e internazionale, non quotati su di un mercato attivo e valutati in via preva-lente attraverso dati osservabili di mercato;

• iderivatifinanziariOTC(Over the counter) conclusi con controparti istituzionali e valutati in via prevalente attraverso dati osservabili di mercato;

• fondiilcui fair value corrisponda al relativo NAV pubblicato con frequenza settimanale e/o mensile, in quanto considerato la stima più attendibile del fair value dello strumento trattandosi del “valore di uscita” (exit value) in caso di dismissione dell’investimento.

Infine, sono classificati di “Livello 3”:• ititolidicapitaleelepassivitàfinanziarieemesseperlequalinonesistono,alladatadivalutazione,prezzi

quotati sui mercati attivi e che sono valutati in via prevalente secondo una tecnica basata su dati non osser-vabili di mercato;

• iderivatifinanziariOTC(Overthecounter)conclusiconcontropartiistituzionali,lacuivalutazioneavvienesulla base di modelli di pricing del tutto analoghi a quelli utilizzati per le valutazioni di Livello 2 e dai quali si

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differenziano per il grado di osservabilità dei dati di input utilizzati nelle tecniche di pricing (si fa riferimento principalmente a correlazioni e volatilità implicite);

• glistrumentifinanziariderivatistipulaticonlaclientelapercuilaquotadiaggiustamentodelfair value che tiene conto del rischio di inadempimento è significativa rispetto al valore complessivo dello strumento finanziario;

• fondichiusiilcuifair value corrisponda al relativo NAV pubblicato i con frequenza superiore al mese;• ititolidicapitaleclassificatinelportafoglioAFSvalutatialcosto.

Il principio contabile IFRS 13 richiede inoltre, per le attività finanziarie classificate al Livello 3, di fornire un’in-formativa in merito alla sensitività dei risultati economici a seguito del cambiamento di uno o più parametri non osservabili utilizzati nelle tecniche di valutazione impiegate nella determinazione del fair value. Con riferimento al fair value degli immobili ad uso investimento si è proceduto a considerare lo stesso di “Li-vello 2” quando determinato sulla base input osservabili sul mercato quali ad esempio transazioni avvenute per unità immobiliari comparabili.

Attività deteriorateSi riportano di seguito le definizioni delle attività finanziarie classificate come deteriorate nelle diverse categorie di rischio secondo la definizione prevista nelle vigenti segnalazioni di Vigilanza e alle disposizioni interne, che fissano le regole per il passaggio dei crediti nell’ambito delle seguenti categorie di rischio: • sofferenze: esposizioni per cassa e fuori bilancio (finanziamenti, titoli, derivati, etc.) nei confronti di soggetti

in stato di insolvenza (anche non accertato giudizialmente) o in situazioni sostanzialmente equiparabili, in-dipendentemente dalle eventuali previsioni di perdita formulate dalla Banca. (Eventualmente) Sono inclusi tra le sofferenze anche i crediti acquistati da terzi aventi come debitori soggetti in sofferenza, indipendente-mente dal portafoglio di allocazione contabile;

• partite incagliate: esposizioni per cassa e fuori bilancio (finanziamenti, titoli, derivati, etc.) nei confronti di soggetti in temporanea situazione di obiettiva difficoltà, che sia prevedibile possa essere rimossa in un con-gruo periodo di tempo. Inoltre vi rientrano i crediti scaduti e/o sconfinanti in via continuativa (c.d. “incagli oggettivi”);

• esposizioni ristrutturate: esposizioni per cassa e fuori bilancio (finanziamenti, titoli, derivati, etc.) per le quali una banca (o un pool di banche), a causa del deterioramento delle condizioni economico-finanziarie del debitore, acconsente a modifiche delle originarie condizioni contrattuali (ad esempio, nuovo scadenzia-mento dei termini, riduzione del debito e/o degli interessi) che diano luogo a una perdita;

• esposizioni scadute e/o sconfinanti deteriorate: esposizioni per cassa e fuori bilancio (finanziamenti, titoli, derivati, etc.), diverse da quelle classificate a sofferenza, incaglio o fra le esposizioni ristrutturate, che, alla data di chiusura del periodo, sono scadute o sconfinanti da oltre 90 giorni.

Sono escluse le esposizioni la cui situazione di anomalia sia riconducibile a profili attinenti al rischio paese.Per le attività deteriorate, il valore di bilancio è ritenuto un’approssimazione del fair value.

Modalità di determinazione del costo ammortizzatoIl costo ammortizzato di una attività o passività finanziaria è il valore a cui è stata misurata alla iscrizione ini-ziale, al netto dei rimborsi di capitale, accresciuto o diminuito dell’ammortamento complessivo, determinato in applicazione del metodo dell’interesse effettivo, delle differenze tra valore iniziale e quello a scadenza ed al netto di qualsiasi perdita di valore.Il tasso di interesse effettivo è il tasso che eguaglia il valore attuale di una attività o passività finanziaria al flusso contrattuale dei pagamenti futuri o ricevuti sino alla scadenza o alla successiva data di rideterminazione del tasso.Per gli strumenti a tasso fisso o a tasso fisso per periodi temporali, i flussi di cassa futuri vengono determinati in base al tasso di interesse noto durante la vita dello strumento.

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Bilancio e relazioni · Esercizio 2013

Per le attività o passività finanziarie a tasso variabile, la determinazione dei flussi di cassa futuri è effettuata sulla base dell’ultimo tasso noto. Ad ogni data di revisione del prezzo, si procede al ricalcolo del piano di ammorta-mento e del tasso di rendimento effettivo su tutta la vita utile dello strumento finanziario, vale a dire sino alla data di scadenza. Il costo ammortizzato è applicato per i crediti, le attività finanziarie detenute sino a scadenza, quelle disponibili per la vendita, per i debiti ed i titoli in circolazione.Le attività e passività finanziarie negoziate a condizioni di mercato sono inizialmente rilevate al loro fair value, che normalmente corrisponde all’ammontare pagato od erogato comprensivo dei costi di transazione e delle commissioni direttamente imputabili.Sono considerati costi di transazione i costi ed i proventi marginali interni attribuibili al momento di rilevazio-ne iniziale dello strumento e non recuperabili sulla clientela.Tali componenti accessorie, che devono essere riconducibili alla singola attività o passività, incidono sul rendi-mento effettivo e rendono il tasso di interesse effettivo diverso dal tasso di interesse contrattuale.Sono esclusi pertanto i costi ed i proventi riferibili indistintamente a più operazioni e le componenti correlate che possono essere oggetto di rilevazione durante la vita dello strumento finanziario.Inoltre, non sono considerati nel calcolo del costo ammortizzato i costi che la Banca dovrebbe sostenere indi-pendentemente dalla operazione, quali i costi amministrativi, di cancelleria, di comunicazione.

18. Altri aspettiLegge 27 Dicembre 2013 n. 147 (Legge di stabilità)Perdite e svalutazioni su crediti (Art.1 c. 158-160) Con effetto dal periodo d’imposta 2013, le svalutazioni e le perdite su crediti verso la clientela (voce 130 del conto economico) saranno deducibili sia ai fini IRES che ai fini IRAP, in quote costanti nell’esercizio in cui sono imputate al conto economico e nei successivi quattro esercizi. Con tale disposizione viene meno il ricono-scimento di deducibilità annua di una quota pari allo 0,30% dei crediti verso la clientela, ma viene equiparato il trattamento delle perdite su crediti a quello delle svalutazioni e viene estesa la deducibilità delle svalutazioni e delle perdite su crediti anche ai fini IRAP. Viene inoltre ridotto il perimetro temporale di deducibilità delle svalutazioni su crediti, che si riduce da 18 esercizi ai 5 esercizi. Per quanto concerne le riprese di valore su crediti, viene confermata la distinzione tra “riprese da valutazione” e “riprese da incasso”. Al riguardo, resta fermo che le svalutazioni e le perdite su crediti che si riducono in 5 esercizi si assumono al netto delle riprese di valore da stima risultanti dal conto economico, mentre le riprese da incasso saranno tassate in via autonoma sia ai fini IRES che IRAP. Unica eccezione al regime quinquennale di deducibilità delle svalutazioni e delle perdite su crediti è costituita dalle perdite su crediti derivanti dalla cessione (imputate alla voce 100 del conto economico) per le quali viene mantenuto il regime di integrale deducibilità sia IRES che IRAP nell’esercizio di realizzo. Resta in vigore, per le svalutazioni su crediti eccedenti la quota annua dello 0,30% dei crediti verso la clientela, determinate fino al 31/12/2012, la regola della deducibilità in 18 esercizi.

Decreto Legge n. 133 del 30 Novembre 2013Aumento dell’aliquota IRES (art. 2, comma 2)In deroga alle disposizioni previste dallo Statuto del contribuente, per il periodo d’imposta 2013, alle imprese del settore creditizio è applicata un’addizionale IRES dell’8,5% che eleva l’ordinaria aliquota del 27,5% al 36%.Il decreto stabilisce che tale addizionale non si computa sulle variazioni in aumento derivanti dall’applicazione dell’art. 106, comma 3 del TUIR.

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A.3 | Informativa sui trasferimenti tra portafogli di attività finanziarieLa Banca non ha operato nell’esercizio in corso e in quelli precedenti alcun trasferimento tra i portafogli degli strumenti finanziari. Si omette pertanto la compilazione delle Tabelle successive.

A.4 | Informativa sul fair valueInformativa di natura qualitativa

A.4.1 | Livelli di fair value 2 e 3: tecniche di valutazione e input utilizzatiPer le attività e passività valutate al fair value su base ricorrente in bilancio, in assenza di quotazioni su mercati attivi, la Banca utilizza metodi di valutazione in linea con le metodologie generalmente accettate e utilizzate dal mercato. I modelli di valutazione includono tecniche basate sull’attualizzazione dei flussi di cassa futuri e sulla stima della volatilità. Si evidenzia che le uniche poste valutate al fair value in bilancio sono su base ricorrente e sono rappresentate da attività e passività finanziarie.In particolare, in assenza di quotazioni su mercati attivi, si procede a valutare gli strumenti finanziari con le seguenti modalità. In molti casi il fair value delle attività e passività, nel rispetto delle seguenti modalità, è stato calcolato in outsourcing da soggetti terzi.

Titoli di debito: sono valutati mediante un modello di attualizzazione dei flussi di cassa attesi (Discounted Cash Flow Model), opportunamente corretti per tener conto del rischio di credito dell’emittente. In presenza di titoli strutturati il modello sopra descritto incorpora valutazioni derivanti da modelli di option pricing. Gli input utilizzati sono le curve dei tassi di interesse, i credit spread riferiti all’emittente e parametri di volatilità riferiti al sottostante nel caso di titoli strutturati.

Titoli di capitale non quotati: gli investimenti in strumenti di capitale non quotati in mercati attivi ed il cui fair value non può essere determinato in modo attendibile sono mantenuti al costo e svalutati, con imputazio-ne a conto economico, nell’eventualità in cui siano riscontrate perdite di valore durevoli.Impieghi a clientela a medio-lungo termine: sono valutati attraverso tecniche di valutazione attualizzando i flussi di cassa attesi (Discounted Cash Flow Model) ai tassi di interesse correnti, opportunamente adeguati per tener conto del merito creditizio dei singoli prenditori (rappresentato dalla “Probabilità di insolvenza (Probabi-lity of Default – PD)” e dalla “Perdita in caso di insolvenza (Loss Given Default - LGD)”).OICR (diversi da quelli aperti armonizzati): sono generalmente valutati sulla base dei NAV messi a disposizio-ne dalla società di gestione.

Derivati su tassi di interesse: sono valutati mediante un modello di attualizzazione dei flussi cassa attesi (Di-scounted Cash Flow Model) nel caso di strumenti plain vanilla. Nel caso di opzioni su tassi di interesse si utilizza il Log-Normal Forward Model. Gli input utilizzati sono le curve dei tassi di interesse e i parametri di volatilità e di correlazione].Non ci sono variazioni significative rispetto all’esercizio precedente con riferimento alle tec-niche valutative.

A.4.2 | Processi e sensibilità delle valutazioniLa Banca generalmente svolge un’analisi di sensitività degli input non osservabili, attraverso una prova di stress su tutti gli input non osservabili significativi per la valutazione delle diverse tipologie di strumenti finanziari ap-partenenti al livello 3 della gerarchia di fair value; in base a tale test vengono determinate le potenziali variazioni di fair value, per tipologia di strumento, imputabili a variazioni plausibili degli input non osservabili.Con riferimento al bilancio alla data del 31.12.2013 la Banca non ha provveduto a svolgere tale analisi in quanto per:

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Bilancio e relazioni · Esercizio 2013

• gliimpieghiamedio-lungoterminedesignatiinbilancioalfair value con i risultati valutativi iscritti nel conto economico, il fair value stesso è stato calcolato da soggetti terzi secondo le modalità sopra riportate.

• pergliinvestimentiinstrumentidicapitalenonquotatiinmercatiattivièstatamantenutalavalutazionealcosto (e svalutazione, con imputazione a conto economico, nell’eventualità in cui siano riscontrate perdite di valore durevoli) in quanto il fair value non può essere determinato in modo attendibile.

A.4.3 | Gerarchia del fair valuePer una disamina delle modalità seguite dalla Banca per la determinazione dei livelli di fair value delle attività e passività si rinvia al paragrafo “Gerarchia del fair value” contenuto nella parte A.2 “Parte relativa alle principali voci di bilancio”, 17 – Altre informazioni”.

A.4.4 | Altre informazioniLa Banca non gestisce gruppi di attività è passività finanziarie sulla base della propria esposizione netta ai rischi di mercato o al rischio di credito.

A.4.5 | Gerarchia del Fair ValueInformativa di natura quantitativa

A.4.5.1 | Attività e passività valutate al fair value su base ricorrente: ripartizione per livelli di fair value.

Attività / PassivitàMisurate al Fair Value

Totale 31.12.2013 Totale 31.12.2012

L1 L2 L3 L1 L2 L3

1. Attività finanziarie detenute per la negoziazione 12.180 12.155

2. Attività finanziarie valutate al fair value 983 1.085

3. Attività finanziarie disponibili per la vendita 90.333 8.751 4.085 59.773 16.857 4.085

4. Derivati di copertura

5. Attività materiali

6. Attività immateriali

Totale 102.513 8.751 5.068 71.927 16.857 5.170

1. Passività finanziarie detenute per la negoziazione 10 16

2. Passività finanziarie valutate al fair value

3. Derivati di copertura 1.009 1.399

Totale 1.019 1.415

LegendaL1 = Livello 1L2 = Livello 2L3 = Livello 3

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A.4.5.2 | Variazioni annue delle attività valutate al fair value su base ricorrente (livello 3)

Attività finanziarie Derivati di

CoperturaAttività

MaterialiAttività

ImmaterialiDetenute per la negoziazione

ValutateAl fair value

DisponibiliPer la vendita

1. Esistenze iniziali 1.085 4.085

2. Aumenti 11

2.1 Acquisti

2.2 Profitti imputati a: 7

2.2.1 Conto Economico 7

- di cui plusvalenze 7

2.2.2 Patrimonio netto X X

2.3 Trasferimenti da altri livelli

2.4 Altre variazioni in aumento 4

3. Diminuzioni 113

3.1 Vendite

3.2 Rimborsi

3.3 Perdite imputate a: 46

3.3.1 Conto Economico 46

- di cui minusvalenze 46

3.3.2 Patrimonio netto X X

3.4 Trasferimenti ad altri livelli

3.5 Altre variazioni in diminuzione 66

4. Rimanenze finali 983 4.085

Tra le attività finanziarie disponibili per la vendita sono compresi titoli di capitale “valutati al costo”, classificati convenzionalmente nel livello 3, riferibili ad interessenze azionarie in società promosse dal Movimento del Credito Cooperativo o strumentali, per le quali il fair value non risulta determinabile in modo attendibile o verificabile.

A.4.5.3 | Variazioni annue delle passività valutate al fair value su base ricorrente (livello 3)Alla data di riferimento del bilancio, la banca non detiene passività valutate al fair value, pertanto la presente tabella non viene compilata.

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Bilancio e relazioni · Esercizio 2013

A.4.5.4 | Attività e passività non valutate al fair value o valutate al fair value su base non ricorrente: ripartizione per livelli di fair value

Attività/passivitàNon misurate al fair value o misurate al fair value su base non ricorrente

Totale 31.12.2013 Totale 31.12.2012

VB L1 L2 L3 VB L1 L2 L3

1. Attività finanziarie detenute sino alla scadenza 7.587 7.835

2. Crediti verso banche 48.863 201 48.662 46.612 301 46.311

3. Crediti verso clientela 289.740 292.303 271.614 271.654

4. Attività materiali detenute a scopo di investimento

5. Attività non correnti e gruppi di attività in via di dismissione

Totale 346.190 7.835 201 340.966 318.225 301 317.964

1. Debiti verso banche 40.017 40.017 42.604 42.604

2. Debiti verso clientela 215.331 215.331 184.062 184.062

3. Titoli in circolazione 159.929 74.080 85.849 137.586 59.306 78.280

4. Passività associate ad attività in via di dismissione

Totale 415.276 74.080 341.196 364.252 59.306 304.946

LegendaVB=Valore di bilancioL1=Livello 1L2=Livello 2L3=Livello 3

A.5 | Informativa sul C.D. “Day One Profit/Loss”Nel corso dell’esercizio, la Banca non ha posto in essere operazioni da cui è derivata la contabilizzazione del c.d. “Day one profit/loss”.Conseguentemente, non viene fornita l’informativa prevista dal principio IFRS 7, par. 28.

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AttivoSezione 1Cassa e disponibilità liquideVoce 10Formano oggetto di rilevazione nella presente voce le valute aventi corso legale, comprese le banconote e le monete divisionali estere, e i depositi liberi verso la Banca d’Italia.

1.1 | Cassa e disponibilità liquide: composizione

Totale 31.12.2013 Totale 31.12.2012

a) Cassa 2.813 2.445

b) Depositi liberi presso Banche Centrali

Totale 2.813 2.445

Parte BInformazioni sullo Stato patrimoniale

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Bilancio e relazioni · Esercizio 2013

Sezione 2Attività finanziarie detenute per la negoziazioneVoce 20Nella presente voce figurano tutte le attività finanziarie (titoli di debito, titoli di capitale, derivati ecc.) detenuti per la negoziazione al fine di generare profitti dalle fluttuazioni dei relativi prezzi nel breve termine.

2.1 | Attività finanziarie detenute per la negoziazione: composizione merceologica

Voci / ValoriTotale 31.12.2013 Totale 31.12.2012

Livello 1 Livello 2 Livello 3 Livello 1 Livello 2 Livello 3

A Attività per cassa

1. Titoli di debito 11.021 10.675

1.1 Titoli strutturati

1.2 Altri titoli di debito 11.021 10.675

2. Titoli di capitale 559 966

3. Quote di O.I.C.R. 600 514

4. Finanziamenti

4.1 Pronti contro termine attivi

4.2 Altri

Totale A 12.180 12.155

B Strumenti derivati

1. Derivati finanziari

1.1 di negoziazione

1.2 connessi con la fair value option

1.3 altri

2. Derivati creditizi

2.1 di negoziazione

2.2 connessi con la fair value option

2.3 altri

Totale B

Totale (A+B) 12.180 12.155

Tra le attività per cassa di cui alla lettera A) punti 1.2, 2. e 3. sono compresi anche gli strumenti finanziari gestiti da terzi (Cassa Centrale) nell’ambito di rapporti di gestione patrimoniale mobiliare per 11.020 mila euro. I titoli di debito sono composti principalmente da titoli dello Stato italiano.

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2.2 | Attività finanziarie detenute per la negoziazione: composizione per debitori/emittenti

Voci / Valori Totale 31.12.2013 Totale 31.12.2012

A. ATTIVITÀ PER CASSA

1. Titoli di debito 11.021 10.675

a) Governi e Banche Centrali 10.256 9.948

b) Altri enti pubblici

c) Banche 765 727

d) Altri emittenti

2. Titoli di capitale 559 966

a) Banche 43 252

b) Altri emittenti: 515 714

- imprese di assicurazione 49 26

- società finanziarie 20 39

- imprese non finanziarie 446 649

- altri

3. Quote di O.I.C.R. 600 514

4. Finanziamenti

a) Governi e Banche Centrali

b) Altri enti pubblici

c) Banche

d) Altri soggetti

Totale A 12.180 12.155

B. STRUMENTI DERIVATI

a) Banche

b) Clientela

Totale B

Totale (A+B) 12.180 12.155

La voce “Quote di O.I.C.R.” è composta interamente da fondi aperti azionari (ETF).La distribuzione delle attività finanziarie per comparto economico di appartenenza dei debitori o degli emittenti è stata effettuata secondo i criteri di classificazione previsti dalla Banca d’Italia. La Banca non detiene titoli governativi emessi da Portogallo, Irlanda, Grecia.

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2.3 | Attività finanziarie per cassa detenute per la negoziazione: variazioni annue

Titoli di debito

Titoli di capitale

Quote O.I.C.R. Finanziamenti Totale

A. Esistenze iniziali 10.675 966 514 12.155

B. Aumenti 9.530 1.117 496 11.143

B1. Acquisti 9.451 911 479 10.842

B2. Variazioni positive di fair value 33 74 107

B3. Altre variazioni 46 132 17 195

C. Diminuzioni 9.184 1.524 409 11.118

C1. Vendite 8.675 1.405 250 10.330

C2. Rimborsi 317 317

C3. Variazioni negative di fair value 45 20 159 224

C4. Trasferimenti ad altri portafogli

C5. Altre variazioni 147 100 247

D. Rimanenze finali 11.021 559 600 12.180

Le sottovoci B2 e C3 “Variazioni positive/negative di fair value” includono rispettivamente le plusvalenze e le minusvalenze registrate a conto economico alla voce 80. “risultato netto dell’attività di negoziazione”.

Nella sottovoce B3. “Aumenti - altre variazioni” sono compresi principalmente utili da negoziazione iscritti a conto economico nella voce 80 “risultato netto dell’attività di negoziazione” per 147 mila euro.

Nella sottovoce C5. “Diminuzioni - altre variazioni” sono comprese principalmente perdite da negoziazione iscritte a conto economico nella voce 80 “risultato netto dell’attività di negoziazione” per 217 mila euro.

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Sezione 3Attività finanziarie valutate al fair valueVoce 30Nella presente voce figurano le attività finanziarie, quali i titoli di debito con derivati incorporati nonché i fi-nanziamenti alla clientela e i titoli di debito entrambi oggetto di copertura, designate al fair value con i risultati valutativi iscritti nel conto economico, sulla base della facoltà riconosciuta alle imprese (c.d. “fair value option”) di cui allo IAS39.

3.1 | Attività finanziarie valutate al fair value: composizione merceologica

Voci / ValoriTotale 31.12.2013 Totale 31.12.2012

Livello 1 Livello 2 Livello 3 Livello 1 Livello 2 Livello 3

1. Titoli di debito

1.1 Titoli strutturati

1.2 Altri titoli di debito

2. Titoli di capitale

3. Quote di O.I.C.R.

4. Finanziamenti 983 1.085

4.1 Strutturati

4.2 Altri 983 1.085

Totale 983 1.085

Costo 961 1.020

Gli importi indicati quali “costo” corrispondono al costo storico di acquisto delle attività finanziarie in rima-nenza alla data di riferimento del bilancio.L’applicazione della fair value option sugli strumenti finanziari dell’Attivo è stata ritenuta funzionale al rag-giungimento dell’obiettivo di una migliore rappresentazione contabile dell’operatività aziendale, nonchè della semplificazione amministrativa.In particolare la fair value option è stata utilizzata al fine di ridurre o eliminare le asimmetrie contabili derivanti dalla valutazione degli strumenti coperti (i finanziamenti erogati alla clientela) e i derivati finanziari sottoscritti dalla Banca.Nella sottovoce 4.2, livello 3 “Altri”, sono riportati finanziamenti erogati alla clientela, in fair value option.Detto importo comprende anche attività deteriorate per crediti a sofferenza per 94 mila euro.

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Bilancio e relazioni · Esercizio 2013

3.2 | Attività finanziarie valutate al fair value: composizione per debitori/emittenti

Voci / Valori Totale 31.12.2013 Totale 31.12.2012

1. Titoli di debito

a) Governi e Banche Centrali

b) Altri enti pubblici

c) Banche

d) Altri emittenti

2. Titoli di capitale

a) Banche

b) Altri emittenti:

- imprese di assicurazione

- società finanziarie

- imprese non finanziarie

- altri

3. Quote di O.I.C.R.

4. Finanziamenti 983 1.085

a) Governi e Banche Centrali

b) Altri enti pubblici

c) Banche

d) Altri soggetti 983 1.085

Totale 983 1.085

La distribuzione delle attività finanziarie per comparto economico di appartenenza dei debitori o degli emit-tenti è stata effettuata secondo i criteri di classificazione previsti dalla Banca d’Italia.

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3.3 | Attività finanziarie valutate al fair value: variazioni annue

Titoli di debito

Titoli di capitale

Quote O.I.C.R. Finanziamenti Totale

A. Esistenze iniziali 1.085 1.085

B. Aumenti 11 11

B1. Acquisti

B2. Variazioni positive di fair value 7 7

B3. Altre variazioni 4 4

C. Diminuzioni 113 113

C1. Vendite

C2. Rimborsi 66 66

C3. Variazioni negative di fair value 46 46

C4. Altre variazioni

D. Rimanenze finali 983 983

Le sottovoci B.2 e C.3 includono rispettivamente le plusvalenze e le minusvalenze registrate a conto economico alla voce 110 “risultato netto delle attività e passività valutate al fair value”.

Sezione 4Attività finanziarie disponibili per la venditaVoce 40Nella presente voce figurano le attività finanziarie (titoli di debito, titoli di capitale, ecc.) classificate nel porta-foglio “disponibile per la vendita”.

4.1 | Attività finanziarie disponibili per la vendita: composizione merceologica

Voci / ValoriTotale 31.12.2013 Totale 31.12.2012

Livello 1 Livello 2 Livello 3 Livello 1 Livello 2 Livello 3

1. Titoli di debito 86.831 6.116 58.828 9.795

1.1 Titoli strutturati

1.2 Altri titoli di debito 86.831 6.116 58.828 9.795

2. Titoli di capitale 4.085 4.085

2.1 Valutati al fair value

2.2 Valutati al costo 4.085 4.085

3. Quote di O.I.C.R. 3.502 2.636 6.751 1.256

4. Finanziamenti

Totale 90.333 8.751 4.085 65.579 11.051 4.085

Il portafoglio delle attività finanziarie disponibili per la vendita, complessivamente pari a 103.169 mila euro, accoglie:•laquotapartediportafoglioobbligazionario(bankingbook)nondestinataafinalitàdinegoziazione;

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Bilancio e relazioni · Esercizio 2013

•lepartecipazionilecuiquotediinteressenzadetenutenonrisultanoriferibiliapartecipazionidicontrollo,collegamento o controllo congiunto di cui agli IAS27 e IAS28.

Il significativo incremento dei titoli di debito iscritti alla voce “attività finanziarie disponibili per la vendita” - pari a 22.455 mila euro rispetto all’esercizio precedente - è da attribuire per nominali 19.000 mila euro a Titoli di Stato italiani, e per nominali 3.106 mila euro di titoli corporate.

Nei titoli di capitale sono ricomprese essenzialmente le partecipazioni detenute in società promosse dal movi-mento del Credito Cooperativo o comunque strumentali allo sviluppo dell’attività della Banca, per le quali il Fair value non risulta determinabile in modo attendibile o verificabile e che pertanto sono iscritte in bilancio al valore di costo, eventualmente rettificato a fronte dell’accertamento di perdite per riduzione di valore.Esse vengono elencate come di seguito.

Partecipazioni in società promosse dal movimento del Credito Cooperativo (Tabella facoltativa)

Società partecipata(Caratteristiche nominali dei titoli)

Valore nominale

Valore di bilancio

% capitaleposseduto

Patrim. netto società

partecipata (*)

Iccrea Holding Spa - Roma (n.69.811 azioni - valore nominale Euro 51,65) 3.606 3.604 0,33% 1.103.186

Federazione delle BCC di Puglia e Basilicata - Bari (n.5.440 azioni - valore nominale Euro 25,00) 136 136 9,09% 1.496

Co.se.ba. Scpa - Bari (n.5.567 azioni - valore nominale Euro 10,00) 56 56 6,27% 889

Phoenix Informatica Bancaria Spa - Trento (n.37.707 azioni - valore nominale Euro 1,00) 38 268 2,31% 1.635

Fondo di Garanzia dei Depositanti del Credito Cooperativo - Consorzio fra le BCC - Roma 1 1 0,18% 294

Consorzio Customer to Business Interaction - CBI - Roma (n.1 quota - valore nominale Euro 1.000,00) 1 1 0,14% 732

Gruppo di Azione Costiera Gargano mare - Manfredonia (n.500 azioni - valore nominale Euro 1,00) 1 2,5% 20

Gruppo di Azione Locale Gargano - Monte Sant'Angelo (n.6.400 azioni - valore nominale Euro 1,00) 6 6 3,2% 200

CesVe - Servizi Informatici Bancari Spa - Padova (n.250 azioni - valore nominale Euro 51,65) 13 13 0,1% 12.511

Totale 3.857 4.085

( * ) - in base all’ultimo bilancio approvato

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4.2 | Attività finanziarie disponibili per la vendita: composizione per debitori/emittenti

Voci / Valori Totale 31.12.2013 Totale 31.12.2012

1. Titoli di debito 92.947 68.623

a) Governi e Banche Centrali 68.872 49.049

b) Altri enti pubblici

c) Banche 19.503 17.110

d) Altri emittenti 4.572 2.464

2. Titoli di capitale 4.085 4.085

a) Banche

b) Altri emittenti 4.085 4.085

- imprese di assicurazione

- società finanziarie 3.605 3.605

- imprese non finanziarie 480 480

- altri

3. Quote di O.I.C.R. 6.138 8.006

4. Finanziamenti

a) Governi e Banche Centrali

b) Altri enti pubblici

c) Banche

d) Altri soggetti

Totale 103.169 80.715

La distribuzione delle attività finanziarie per comparto economico di appartenenza dei debitori o degli emit-tenti è stata effettuata secondo i criteri di classificazione previsti dalla Banca d’Italia.Tra i titoli di debito di cui al punto 1. sono compresi titoli emessi dallo Stato italiano per 68.872 mila euro.La Banca non detiene titoli governativi emessi da Portogallo, Irlanda, Grecia.

La voce “Quote di O.I.C.R.” è composta dalle seguenti principali categorie di fondi:•Azionariper1.346milaeuro;•Obbligazionariper2.856milaeuro•flessibiliper1.516milaeuro;•chiusiper419milaeuro.

4.3 | Attività finanziarie disponibili per la vendita oggetto di copertura specificaAlla data di riferimento del bilancio, la banca non detiene attività finanziarie disponibili per la vendita oggetto di copertura specifica, pertanto la presente tabella non viene compilata.

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Bilancio e relazioni · Esercizio 2013

4.4 | Attività finanziarie disponibili per la vendita: variazioni annue

Titoli di debito

Titoli di capitale

Quote O.I.C.R. Finanziamenti Totale

A. Esistenze iniziali 68.623 4.085 8.006 80.715

B. Aumenti 205.028 7.906 212.934

B1. Acquisti 193.138 7.700 200.838

B2. Variazioni positive di FV 880 56 936

B3. Riprese di valore

− Imputate al conto economico X

− Imputate al patrimonio netto

B4. Trasferimenti da altri portafogli

B5. Altre variazioni 11.010 150 11.160

C. Diminuzioni 180.704 9.775 190.479

C1. Vendite 170.602 9.348 179.951

C2. Rimborsi 2.500 91 2.591

C3. Variazioni negative di FV 16 304 320

C4. Svalutazioni da deterioramento

− Imputate al conto economico

− Imputate al patrimonio netto

C5. Trasferimenti ad altri portafogli

C6. Altre variazioni 7.586 32 7.618

D. Rimanenze finali 92.947 4.085 6.138 103.169

Le sottovoci B2 e C3 includono rispettivamente le plusvalenze e le minusvalenze, al lordo del relativo effetto fiscale, registrate a patrimonio netto alla voce 130. “riserve da valutazione” dello stato patrimoniale passivo.

Nelle “altre variazioni” delle sottovoci B5 e C6 sono rispettivamente indicati gli utili e le perdite derivanti dal rimborso/cessione di attività finanziarie disponibili per la vendita iscritte alla voce 100. b) “utili (perdite) da cessione/riacquisto” del conto economico, unitamente al rigiro a conto economico delle relative “riserve da valutazione” del patrimonio netto precedentemente costituite.

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Sezione 5 Attività finanziarie detenute sino alla scadenza Voce 50Nella presente voce figurano i titoli di debito quotati allocati nel portafoglio detenuto sino alla scadenza.

5.1 | Attività finanziarie detenute sino alla scadenza: composizione merceologica

Tipologia Operazioni / Valori

Totale 31.12.2013 Totale 31.12.2012

VB FV

VBFV

Livello 1 Livello 2 Livello 3 Livello 1 Livello 2 Livello 3

1. Titoli di debito 7.587 7.835

- strutturati

- altri 7.587 7.835

2. Finanziamenti

Totale 7.587 7.835

LegendaFV = fair valueVB = valore di bilancio

Il portafoglio è stato costituito secondo una strategia equilibrata della composizione dell’Attivo e ha l’obiettivo di creare un tendenziale floor di marginalità stabilizzando una parte del margine di interesse. Il portafoglio è rappresentato da Titoli di Stato a tasso fisso con scadenza massima di 13 anni al momento dell’acquisto.

5.2 | Attività finanziarie detenute sino alla scadenza: debitori/emittenti

Tipologia operazioni / Valori Totale 31.12.2013 Totale 31.12.2012

1. Titoli di debito 7.587

a) Governi e Banche Centrali 7.587

b) Altri enti pubblici

c) Banche

d) Altri emittenti

2. Finanziamenti

a) Governi e Banche Centrali

b) Altri enti pubblici

c) Banche

d) Altri soggetti

Totale 7.587

Totale fair value 7.835

La distribuzione delle attività finanziarie per comparto economico di appartenenza dei debitori o degli emit-tenti è stata effettuata secondo i criteri di classificazione previsti dalla Banca d’Italia.

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Bilancio e relazioni · Esercizio 2013

5.3 | Attività finanziarie detenute sino alla scadenza oggetto di copertura specificaAlla data di riferimento del bilancio, la banca non detiene attività finanziarie detenute sino alla scadenza ogget-to di copertura specifica e pertanto la presente tabella non viene compilata.

5.4 | Attività finanziarie detenute sino alla scadenza: variazioni annue

Titoli di debito Finanziamenti Totale

A. Esistenze iniziali

B. Aumenti 7.589 7.589

B1. Acquisti 7.589 7.589

B2. Riprese di valore

B3. Trasferimenti da altri portafogli

B4. Altre variazioni

C. Diminuzioni 2 2

C1. Vendite

C2. Rimborsi

C3. Rettifiche di valore

C4. Trasferimenti ad altri portafogli

C5. Altre variazioni 2 2

D. Rimanenze finali 7.587 7.587

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Sezione 6 Crediti verso banche Voce 60Nella presente voce figurano le attività finanziarie non quotate verso banche classificate nel portafoglio “credi-ti”. Sono inclusi anche i crediti verso Banca d’Italia, diversi dai depositi liberi, tra cui quelli per riserva obbli-gatoria.

6.1 | Crediti verso banche: composizione merceologica

Tipologia Operazioni / Valori

Totale 31.12.2013 Totale 31.12.2012

VBFV

VBFV

Liv.1 Liv.2 Livello 3 Liv.1 Liv.2 Livello 3

A. Crediti verso Banche Centrali

1. Depositi vincolati X X X X X X

2. Riserva obbligatoria X X X X X X

3. Pronti contro termine X X X X X X

4. Altri X X X X X X

B. Crediti verso banche 48.863 46.612

1. Finanziamenti 48.662 46.311

1.1 Conti correnti e depositi liberi 21.091 X X X 21.288 X X X

1.2 Depositi vincolati 27.493 X X X 25.023 X X X

1.3 Altri finanziamenti: 79 X X X X X X

- Pronti contro termine attivi X X X X X X

- Leasing finanziario X X X X X X

- Altri 79 X X X X X X

2 Titoli di debito 201 301

2.1 Titoli strutturati X X X X X X

2.2 Altri titoli di debito 201 X X X 301 X X X

Totale 48.863 201 48.662 46.612 301 46.311 I crediti verso banche non sono stati svalutati in quanto ritenuti interamente recuperabili.

Nella sottovoce 2.2 è ricompreso il prestito subordinato che la Banca ha in essere con la Bcc di Canosa.A tal fine, si precisa che hanno carattere subordinato le attività il cui diritto al rimborso, nel caso di liquidazione dell’ente emittente o di sua sottoposizione ad altra procedura concorsuale, può essere esercitato da parte del creditore solo dopo quelli degli altri creditori non egualmente subordinati. Nella fattispecie, il prestito subordi-nato in questione è interamente garantito, sia in linea capitale che in linea interessi, dal Fondo di Garanzia dei Depositanti del Credito Cooperativo.I depositi vincolati di cui al punto B. comprendono la riserva obbligatoria, assolta in via indiretta, pari a 2.817 mila euro, detenuta presso ICCREA Banca Spa.

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Bilancio e relazioni · Esercizio 2013

6.2 | Crediti verso banche oggetto di copertura specificaAlla data di riferimento del bilancio non sono presenti crediti verso banche oggetto di copertura specifica.

6.3 | Leasing finanziarioAlla data di riferimento del bilancio, la banca non detiene crediti verso banche derivanti da operazioni di loca-zione finanziaria e pertanto la presente tabella non viene compilata.

Sezione 7Crediti verso clientelaVoce 70Nella presente voce figurano le attività finanziarie non quotate verso clientela allocate nel portafoglio “crediti”.

7.1 | Crediti verso clientela: composizione merceologica

Tipologia operazioni / Valori

Totale 31.12.2013 Totale 31.12.2012

BONUSDeteriorati FairValue

BONUSDeteriorati FairValue

Acquistati Altri Liv.1 Liv.2 Liv. 3 Acquistati Altri Liv.1 Liv.2 Liv. 3

Finanziamenti 259.660 30.080 X X 246.588 25.026

1. Conti correnti 24.756 4.658 X X X 25.191 4.944 X X X

2. Pronti contro termine attivi X X X X X X

3. Mutui 192.233 23.810 X X X 181.846 18.553 X X X

4. Carte di credito, prestiti personali e cessioni del quinto

20.757 691 X X X 19.959 562 X X X

5. Leasing finanziario X X X X X X

6. Factoring X X X X X X

7. Altri finanziamenti 21.914 921 X 19.592 966 X X X

Titoli di debito X X

8. Titoli strutturati X X X X X X

9. Altri titoli di debito X X X X

Totale 259.660 30.080 X X 292.303 246.588 25.026 271.654

I crediti verso clientela sono esposti in bilancio al costo ammortizzato, al netto delle rettifiche di valore derivanti da svalutazioni analitiche e collettive.

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Sottovoce 7 “Altri finanziamenti”

Tipologia operazioni / Valori Totale 31.12.2013

Totale 31.12.2012

Finanziamenti per anticipi SBF 4.455 4.850

Rischio di portafoglio 6.020 6.210

Altre sovvenzioni non regolate in conto corrente - sovvenzioni diverse 10.922 8.361

Depositi presso Uffici Postali 124

Depositi cauzionali fruttiferi

Crediti verso la Cassa Depositi e Prestiti

Contributi da riscuotere da enti locali per operazioni a tasso agevolato

Margini di variazione presso organismi di compensazione a fronte di contratti derivati

Crediti con fondi di terzi in amministrazione

Crediti verso Fondo di Garanzia dei Depositanti del Credito Cooperativo 234 234

Altri 1.203 780

Totale 22.835 20.558

Non sono presenti crediti verso clientela con vincolo di subordinazione.I saldi dei “conti correnti debitori” con la clientela includono le relative operazioni “viaggianti” e “sospese” a loro attribuibili alla fine del periodo in quanto liquide.Le attività deteriorate comprendono le sofferenze, le partite incagliate, i crediti ristrutturati e le esposizioni sca-dute deteriorate secondo le definizioni di Banca d’Italia. Il dettaglio di tali esposizioni, nonchè quello relativo all’ammontare e alla ripartizione delle rettifiche di valore, viene evidenziato nella Parte E della Nota integrativa - qualità del credito.

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Bilancio e relazioni · Esercizio 2013

7.2 | Crediti verso clientela: composizione per debitori/emittenti

Tipologia operazioni / Valori

Totale 31.12.2013 Totale 31.12.2012

BonisDeteriorati

BonisDeteriorati

Acquistati Altri Acquistati Altri

1. Titoli di debito:

a) Governi

b) Altri Enti pubblici

c) Altri emittenti

- imprese non finanziarie

- imprese finanziarie

- assicurazioni

- altri

2. Finanziamenti verso: 259.660 30.080 246.588 25.026

a) Governi

b) Altri Enti pubblici 236 812 1

c) Altri soggetti 259.424 30.080 245.776 25.025

- imprese non finanziarie 122.537 24.354 112.211 19.778

- imprese finanziarie 32 124

- assicurazioni 915 500

- altri 135.940 5.726 132.941 5.247

Totale 259.660 30.080 246.588 25.026

La distribuzione delle attività finanziarie per comparto economico di appartenenza dei debitori o degli emit-tenti è stata effettuata secondo i criteri di classificazione previsti dalla Banca d’Italia.

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7.3 | Crediti verso clientela: attività oggetto di copertura specifica

Tipologia operazioni / Valori Totale 31.12.2013 Totale 31.12.2012

1. Crediti oggetto di copertura specifica del fair value: 7.257 7.998

a) rischio di tasso di interesse 7.257 7.998

b) rischio di cambio

c) rischio di credito

d) più rischi

2. Crediti oggetto di copertura specifica dei flussi finanziari:

a) rischio di tasso di interesse

b) rischio di cambio

c) altro

Totale 7.257 7.998

In Tabella sono riportati i crediti oggetto di copertura specifica per i quali sono state applicate le regole di hedge accounting previste dallo IAS 39.I crediti sono indicati al costo ammortizzato, con rilevazione per il fair value del rischio coperto ed il rateo in corso di maturazione.Le coperture risultano altamente efficaci, nel realizzare una compensazione nelle variazioni di fair value (even-tualmente: o nei flussi finanziari) attribuibili al rischio coperto durante il periodo per il quale la copertura è designata.I test, di tipo retrospettivo e prospettico, effettuati a tal fine, sono stati predisposti con il metodo dollar offset method.Alla sottovoce 1.a) “Rischio di tasso di interesse” sono riportati mutui a tasso fisso coperti da contratti derivati finanziari di copertura - non quotati e senza scambio di capitale - su tassi di interesse stipulati con controparti di sistema.

7.4 | Leasing finanziarioAlla data di riferimento del bilancio, la banca non detiene crediti derivanti da operazioni di locazione finanzia-ria e pertanto la presente tabella non viene compilata.

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Sezione 8Derivati di coperturaVoce 80La Banca ha posto in essere derivati esclusivamente con finalità di copertura che alla data di riferimento del bilancio presentano un fair value negativo e vengono, pertanto, rappresentati nella voce 60 del passivo. Non si procede, di conseguenza, alla compilazione della presente Sezione.

Sezione 9Adeguamento di valore delle attività finanziarie oggetto di copertura genericaVoce 90Alla data di riferimento del bilancio non vi sono attività oggetto di copertura generica. Non si procede, di conseguenza, alla compilazione della presente Sezione.

Sezione 10Le partecipazioniVoce 100La Banca non detiene partecipazioni in società controllate, controllate in modo congiunto o sottoposte ad influenza notevole, di cui al principio IAS27 e IAS28.

Sezione 11Attività materialiVoce 110Nella presente voce figurano le attività materiali (immobili, impianti, macchinari e altre attività materiali ad uso funzionale disciplinate dallo IAS 16 e gli investimenti immobiliari - terreni e fabbricati - disciplinati dallo IAS 40.

11.1 | Attività materiali ad uso funzionale: composizione delle attività valutate al costo

Attività / Valori Totale 31.12.2013 Totale 31.12.2012 1. Attività di proprietà 7.091 7.613 a) terreni 1.376 1.376 b) fabbricati 4.514 4.711 c) mobili 605 778 d) impianti elettronici e) altre 595 749 2. Attività acquisite in leasing finanziario a) terreni b) fabbricati c) mobili d) impianti elettronici e) altre Totale 7.091 7.613

Tutte le attività materiali della Banca sono valutate al costo, come indicato nella Parte A della presente nota integrativa.

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Alla sottovoce Terreni è evidenziato il valore dei terreni oggetto di rappresentazione separata rispetto al valore degli edifici.La valutazione al costo presunto (deemed cost) è stata utilizzata per i seguenti immobilizzi materiali:•ImmobileFilialediViaKennedy,11-13-SanGiovanniRotondo•ImmobileFilialeCarpinoViaMazzini,7-Carpinocon iscrizione di rivalutazioni di importo complessivo per 1.181 mila euro rispetto ai precedenti valori di libro.Le altre immobilizzazioni materiali sono state valutate al costo come indicato nella parte A della presente nota.Tra le attività ad uso funzionale sono ricomprese anche le opere d’arte.

11.2 | Attività materiali detenute a scopo di investimento: composizione delle attività valutate al costo.Non sono presenti attività materiali detenute a scopo di investimento; pertanto si omette la compilazione della relativa tabella.

11.3 | Attività materiali ad uso funzionale: composizione delle attività rivalutateAlla data di riferimento del bilancio, la banca non detiene attività materiali valutate al fair value o rivalutate; pertanto la presente tabella non viene compilata.

11.4 | Attività materiali detenute a scopo di investimento: composizione delle attività valutate al fair valueAlla data di riferimento del bilancio, la banca non detiene attività materiali a scopo di investimento, pertanto la presente tabella non viene compilata.

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11.5 | Attività materiali ad uso funzionale: variazioni annue

Terreni Fabbricati Mobili Impianti elettronici Altre Totale

A. Esistenze iniziali lorde 1.376 6.949 1.968 2.785 13.078

A.1 Riduzioni di valore totali nette 2.238 1.190 2.037 5.465

A.2 Esistenze iniziali nette 1.376 4.711 778 749 7.613

B. Aumenti: 1 26 85 113

B.1 Acquisti 26 85 112

B.2 Spese per migliorie capitalizzate 1 1

B.3 Riprese di valore

B.4 Variazioni positive di fair value imputate a

a) patrimonio netto

b) conto economico

B.5 Differenze positive di cambio

B.6 Trasferimenti da immobili detenuti a scopo di investimento

B.7 Altre variazioni

C. Diminuzioni: 198 198 239 635

C.1 Vendite

C.2 Ammortamenti 198 198 233 629

C.3 Rettifiche di valore da deterioramento imputate a

a) patrimonio netto

b) conto economico

C.4 Variazioni negative di fair value imputate a

a) patrimonio netto

b) conto economico

C.5 Differenze negative di cambio

C.6 Trasferimenti a:

a) attività materiali detenute a scopo di investimento

b) attività in via di dismissione

C.7 Altre variazioni 6 6

D. Rimanenze finali nette 1.376 4.514 605 595 7.091

D.1 Riduzioni di valore totali nette 2.436 1.336 2.062 5.834

D.2 Rimanenze finali lorde 1.376 6.951 1.941 2.657 12.924

E. Valutazione al costo

Alle sottovoci A.1 e D.1 “Riduzioni di valore totali nette” è riportato il totale del fondo ammortamento e delle rettifiche di valore iscritte a seguito di impairment.

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La voce E. “Valutazione al costo” non è valorizzata in quanto la sua compilazione è prevista solo per le attività materiali valutate in bilancio al fair value, non in possesso della Banca.Le “altre variazioni” di cui alle sottovoci C.7 si riferiscono alle perdite derivanti derivanti dalla cessione e/o dismissione di alcuni cespiti ad uso strumentale ed iscritte alla voce 240. “utile (perdite) da cessione di investi-menti del conto economico”.Tra i mobili sono ricompresi:•mobiliearrediper558milaeuro;•opered’arteper47milaeuro.

Tra le altre attività materiali sono ricompresi:•attrezzaturevarieper504milaeuro;•impiantidicomunicazioneper4milaeuro;•macchineelettronicheper35milaeuro;•impiantidiallarmeper52milaeuro.

Percentuali di ammortamento utilizzate

Classe di attività % Ammortamento

Terreni e opere d'arte 0%

Fabbricati 3%

Arredi 15%

Mobili e macchine ordinarie d'ufficio 12%

Impianti di ripresa fotografica / allarme 30%

Macchine elettroniche ed elettromeccaniche 20%

Automezzi 25%

Di seguito viene riportata una tabella di sintesi delle vite utili delle varie immobilizzazioni materiali

Vita utile delle immobilizzazioni materiali

Classe di attività Vite utili in anni

Terreni e opere d'arte indefinita

Fabbricati 33*

Arredi 7 - 9

Mobili e macchine ordinarie d'ufficio 8 - 9

Impianti di ripresa fotografica / allarme 4 - 7

Macchine elettroniche ed elettromeccaniche 5 - 7

Automezzi 4

* o sulla base di vita utile risultante da specifica perizia

11.7 | Impegni per acquisto di attività materiali (IAS 16/74.c)La Banca non ha contratto impegni di acquisto su attività materiali.

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Bilancio e relazioni · Esercizio 2013

Sezione 12Attività immaterialiVoce 120Nella presente voce figurano le attività immateriali di cui allo IAS 38.

12.1 | Attività immateriali: composizione per tipologia di attività

Attività / ValoriTotale 31.12.2013 Totale 31.12.2012

Durata Definita

Durata Indefinita

Durata Definita

Durata Indefinita

A.1 Avviamento X X

A.2 Altre attività immateriali 21 41

A.2.1 Attività valutate al costo: 21 41

a) Attività immateriali generate internamente

b) Altre attività 21 41

A.2.2 Attività valutate al fair value:

a) Attività immateriali generate internamente

b) Altre attività

Totale 21 41

Tutte le attività immateriali della Banca sono valutate al costo.Le altre attività immateriali di cui alla voce A.2, a durata limitata, sono costituite prevalentemente da software aziendale in licenza d’uso e sono state ammortizzate, con il metodo delle quote costanti in ragione della loro vita utile, stimata in tre anni.Non sono iscritte attività immateriali generate internamente.

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12.2 | Attività immateriali: variazioni annue

AvviamentoAltre attività immateriali:

generate internamenteAltre attività

immateriali: altre TotaleDEF INDEF DEF INDEF

A. Esistenze iniziali 41 41

A.1 Riduzioni di valore totali netteA.2 Esistenze iniziali nette 41 41B. Aumenti 3 3

B.1 Acquisti 3 3B.2 Incrementi di attività immateriali interne XB.3 Riprese di valore XB.4 Variazioni positive di fair value: - a patrimonio netto X - a conto economico XB.5 Differenze di cambio positiveB.6 Altre variazioniC. Diminuzioni 22 22

C.1 VenditeC.2 Rettifiche di valore 22 22 - Ammortamenti X 22 22 - Svalutazioni: + patrimonio netto X + conto economico C.3 Variazioni negative di fair value: - a patrimonio netto X - a conto economico XC.4 Trasferimenti alle attività non correnti in via di dismissioneC.5 Differenze di cambio negativeC.6 Altre variazioniD. Rimanenze finali nette 21 21

D.1 Rettifiche di valore totali netteE. Rimanenze finali lorde 21 21F. Valutazione al costo

LegendaDEF: a durata definita INDEF: a durata indefinita

Le attività immateriali oggetto di descrizione sono state interamente acquistate all’esterno e sono valutate al costo.Tra le esistenze iniziali delle “Altre attività immateriali” non sono comprese quelle che alla data di chiusura del precedente esercizio risultano completamente ammortizzate.La sottovoce F. “Valutazione al costo” non è valorizzata in quanto la sua compilazione è prevista solo per le attività immateriali valutate in bilancio al fair value, non in possesso della Banca.

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Bilancio e relazioni · Esercizio 2013

12.3 | Altre informazioniIn base a quanto richiesto dallo IAS 38 paragrafi 122 e 124, si precisa che la Banca non ha:•costituitoattivitàimmaterialiagaranziadipropridebiti;•assuntoimpegnialladatadelbilancioperl’acquistodiattivitàimmateriali;•acquisitoattivitàimmaterialipertramitedicontrattidilocazionefinanziariaodoperativa;•acquisitoattivitàimmaterialitramiteconcessionegovernativa;•attivitàimmaterialirivalutateiscritteafair value.

Sezione 13Le attività fiscali e le passività fiscaliVoce 130 dell’attivo e Voce 80 del passivoNella presente voce figurano le attività fiscali (correnti e anticipate) e le passività fiscali (correnti e differite) rilevate, rispettivamente, nella voce 130 dell’attivo e 80 del passivo. Le tipologie di differenze temporanee che hanno portato all’iscrizione di “attività per imposte anticipate” riguardano:

13.1 | Attività per imposte anticipate: composizione

Descrizione IRES IRAP Totale

1)Attività per imposte anticipate rilevate in contropartita del conto economico: 2.573 125 2.697

a) DTA di cui alla Legge 214/2011 2.346 125 2.471

Svalutazione crediti verso clientela 2.346 125 2.471

Valore dell'avviamneto e delle altre attività immateriali

Perdite fiscali di cui Legge 214/2011

b) Altre 227 227

Svalutazione crediti verso banche

Perdite fiscali

Rettifiche di valutazione di attività finanziarie detenute per negoziazione e attività finanziarie valutate al fair value

Rettifiche di valore di titoli in circolazione

Rettifiche di valore di passività finanziarie di negoziazione e passività finanziarie valutate al fair value

Rettifiche di valore per deterioramento di garanzie rilasciate iscritte tra le passività

Costi di natura prevalentemente amministrativa 179 179

Differenze tra valori fiscali e valori di bilancio delle attività materiali e immateriali

Altre voci 48 48

2)Attività per imposte anticipate rilevate in contropartita del patrimonio netto: 140 29 169

Riserve da valutazione: 140 29 169

Minusvalenze su attività finanziarie disponibili per la vendita 140 29 169

Altre

Utili/Perdite attuariali dei fondi del personale

Totale sottovoce 130 b) attività fiscali anticipate 2.713 154 2.867

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Alla voce Rettifiche di valore su crediti si evidenzia la fiscalità attiva per svalutazioni e, a partire dall’esercizio 2013, perdite su crediti. Dette eccedenze risulteranno deducibili nei prossimi esercizi secondo il meccanismo della rateizzazione per quota costante in diciottesimi o in quinti.

Altre attività per imposte anticipateNella presente tabella sono dettagliate anche le altre attività per imposte anticipate diverse da quelle di cui alla L.214/2011. Tali “attività” vengono iscritte in bilancio nella misura in cui esiste la probabilità del loro recupero sulla base della capacità di generare con continuità redditi imponibili positivi. La valutazione della probabilità di recupero delle altre attività per imposte anticipate tradizionali è stata condotta sulla base delle informazioni disponibili rappresentate dalla stima dei redditi imponibili attesi. Per la valorizzazione delle imposte anticipate ai fini IRES e IRAP sono state applicate rispettivamente le aliquote del 27,50% e del 5,57%.

Le tipologie di differenze temporanee che hanno portato all’iscrizione di “passività per imposte differite” ri-guardano:

13.2 | Passività per imposte differite: composizione

Descrizione IRES IRAP Totale

1)Passività per imposte differite in contropartita del conto economico 389 76 465

- rettifiche di valore su crediti verso la clientela dedotte extracontabilmente

- differenze positive tra valori fiscali e valori di bilancio delle attività materiali e immateriali 26 5 31

- altre voci 363 71 434

2)Passività per imposte differite in contropartita del patrimonio netto 227 46 272

Riserve da valutazione:

- variazioni positive di FV su attività finanziarie disponibili per la vendita 227 46 272

- rivalutazione immobili

- altre voci

Totale sottovoce 80 b) passività fiscali differite 615 121 737

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Bilancio e relazioni · Esercizio 2013

13.3 | Variazioni delle imposte anticipate (in contropartita del conto economico)

Totale 31.12.2013

Totale 31.12.2012

1. Importo iniziale 2.038 1.7112. Aumenti 814 4662.1 Imposte anticipate rilevate nell'esercizio 814 466 a) relative a precedenti esercizi b) dovute al mutamento di criteri contabili c) riprese di valore d) altre 814 4662.2 Nuove imposte o incrementi di aliquote fiscali2.3 Altri aumenti3. Diminuzioni 155 1393.1 Imposte anticipate annullate nell'esercizio 155 139 a) rigiri 155 139 b) svalutazioni per sopravvenuta irrecuperabilità c) mutamento di criteri contabili d) altre3.2 Riduzioni di aliquote fiscali3.3 Altre diminuzioni a) trasformazione in crediti d'imposta di cui alla legge n.214/2011 b) altre4. Importo finale 2.697 2.038

13.3.1 | Variazioni delle imposte anticipate di cui alla L. 214/2011 (in contropartita del conto economico)

Totale 31.12.2013

Totale 31.12.2012

1. Importo iniziale 1.808 1.4642. Aumenti 796 4513. Diminuzioni 133 1083.1 Rigiri 133 1083.2 Trasformazione in crediti d'imposta a) derivante da perdite d'esercizio b) derivante da perdite fiscali3.3 Altre diminuzioni4. Importo finale 2.471 1.808

Nella Tabella sono indicate le imposte anticipate e le relative variazioni, computate a fronte delle rettifiche su crediti per svalutazione, per quanto derivante dalla eccedenza rispetto alla quota deducibile nei diversi esercizi di cui all’art. 106 comma 3 Tuir.

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13.4 | Variazioni delle imposte differite (in contropartita del conto economico)

Totale 31.12.2013 Totale 31.12.2012

1. Importo iniziale 474 5022. Aumenti2.1 Imposte differite rilevate nell'esercizio a) relative a precedenti esercizi b) dovute al mutamento di criteri contabili 2.2 Nuove imposte o incrementi di aliquote fiscali2.3 Altri aumenti3. Diminuzioni 10 283.1 Imposte differite annullate nell'esercizio 10 28 a) rigiri 10 28 b) dovute al mutamento di criteri contabili 3.2 Riduzioni di aliquote fiscali3.3 Altre diminuzioni4. Importo finale 464 474

Le imposte differite sono rilevate a fronte delle differenze temporanee tra valore contabile di una attività o di una passività e il suo valore fiscale, che saranno recuperate sotto forma di benefici economici che la Banca ot-terrà negli esercizi successivi. Tale rilevazione è stata effettuata in base alla legislazione fiscale vigente; le aliquote utilizzate per la rilevazione delle imposte differite attive e passive ai fini IRES ed IRAP sono rispettivamente pari al 27,50% e al 5,57%.Lo sbilancio delle imposte anticipate e delle imposte differite è stato iscritto a conto economico alla voce 260 “im-poste sul reddito dell’esercizio dell’operatività corrente”, rispettivamente, per 659 mila euro e per 10 mila euro.

13.5 | Variazioni delle imposte anticipate (in contropartita del patrimonio netto)

Totale 31.12.2013 Totale 31.12.2012

1. Importo iniziale 364 2.1022. Aumenti 107 442.1 Imposte anticipate rilevate nell'esercizio 107 44 a) relative a precedenti esercizi b) dovute al mutamento di criteri contabili c) altre 107 442.2 Nuove imposte o incrementi di aliquote fiscali2.3 Altri aumenti3. Diminuzioni 302 1.7823.1 Imposte anticipate annullate nell'esercizio 302 1.782 a) rigiri 302 1.782 b) svalutazioni per sopravvenute irrecuperabilità c) dovute al mutamento di criteri contabili d) altre3.2 Riduzioni di aliquote fiscali3.3 Altre diminuzioni4. Importo finale 169 364

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Bilancio e relazioni · Esercizio 2013

13.6 | Variazioni delle imposte differite (in contropartita del patrimonio netto)

Totale 31.12.2013 Totale 31.12.2012

1. Importo iniziale 247 54

2. Aumenti 272 229

2.1 Imposte differite rilevate nell'esercizio 272 229

a) relative a precedenti esercizi

b) dovute al mutamento di criteri contabili

c) altre 272 229

2.2 Nuove imposte o incrementi di aliquote fiscali

2.3 Altri aumenti

3. Diminuzioni 247 35

3.1 Imposte differite annullate nell'esercizio 247 35

a) rigiri 247 35

b) dovute al mutamento di criteri contabili

c) altre

3.2 Riduzioni di aliquote fiscali

3.3 Altre diminuzioni

4. Importo finale 272 247

Le imposte anticipate e differite si riferiscono, rispettivamente, a svalutazioni e rivalutazioni di titoli disponibili per la vendita.Dette movimentazioni hanno trovato come contropartita la rispettiva riserva di patrimonio netto.

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13.7 | Altre informazioniComposizione della fiscalità corrente

IRES IRAP Altre Totale

Acconti versati (+) 714 597 1.311

Altri crediti di imposta (+) 232 232

Crediti d'imposta di cui alla L. 214/2011 (+)

Ritenute d'acconto subite (+) 72 72

Saldo a credito della voce 130 a) dell'attivo 1.018 597 1.615

Passività fiscali correnti (-) (687) (467) (1.154)

Saldo a debito della voce 80 a) del passivo (687) (467) (1.154)

Saldo a credito/(debito) 331 130 461

In merito alla posizione fiscale della Banca, per gli esercizi non ancora prescritti, non è stato ad oggi notificato alcun avviso di accertamento.Nella voce “Altri crediti d’imposta” è compreso l’importo di 215 mila euro riferiti prevalentemente a crediti di imposta per il periodo 2007-2011, sorti in virtù del riconscimento della integrale deduzione a fini Ires dell’Irap sul costo del lavoro, come da previsioni dell’art. 2 comma 1quater DL 201/2011 conv. L. 214/2011 e succes-sivamente integrato dall’art. 4 comma 12 DL 16/2012.

Sezione 14Attività non correnti e gruppi di attività in via di dismissione e passività associateVoce 140 dell’attivo e voce 90 del passivoAlla data di riferimento del bilancio non sono presenti attività non correnti o gruppi di attività in via di dismis-sione e relative passività associate e, pertanto, si omette la relativa Tabella.

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Bilancio e relazioni · Esercizio 2013

Sezione 15Altre attività Voce 150Nella presente voce sono iscritte le attività non riconducibili nelle altre voci dell’attivo dello stato patrimoniale.

15.1 | Altre attività: composizione

Voci Totale 31.12.2013 Totale 31.12.2012

Migliorie e spese incrementative su beni di terzi non separabili 742 805

Altre attività 3.219 2.220

Crediti verso Erario per acconti su imposte indirette e altre partite fiscali 1.096 961

Assegni di c/c tratti sulla banca 2 5

Partite Viaggianti 117 56

Rettifiche per partite illiquide di portafoglio 603 559

Anticipi e crediti verso fornitori 4 6

Risconti attivi non riconducibili a voce propria 67 44

Effetti di terzi al protesto 122 58

Altre partite attive 462 385

Ritenute ratei interessi passivi 146 138

Assegni ins/prot tratti su azienda 5 10

Spending giornaliero carte di credito 595

Totale 3.961 3.025

Fra le altre attività figura lo sbilancio tra le rettifiche “dare” e le rettifiche “avere” del portafoglio salvo buon fine e al dopo incasso, pari ad euro 603 mila, il cui dettaglio è indicato nell’apposita Tabella delle “Altre informazio-ni” della parte B della presente nota integrativa.

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PassivoSezione 1Debiti verso bancheVoce 10Nella presente voce figurano i debiti verso banche, qualunque sia la loro forma tecnica diversi da quelli ricon-dotti nelle voci 30, 40 e 50. Sono inclusi i debiti di funzionamento connessi con la presentazione di attività e di servizi finanziari come definiti dal T.U.B. e dal T.U.F.

1.1 | Debiti verso banche: composizione merceologica

Tipologia operazioni / Valori Totale 31.12.2013 Totale 31.12.2012

1. Debiti verso banche centrali

2. Debiti verso banche 40.017 42.604

2.1 Conti correnti e depositi liberi

2.2 Depositi vincolati 2.450

2.3 Finanziamenti 40.017 40.154

2.3.1 Pronti contro termine passivi

2.3.2 Altri 40.017 40.154

2.4 Debiti per impegni di riacquisto di propri strumenti patrimoniali

2.5 Altri debiti

Totale 40.017 42.604

Fair value – livello 1

Fair value – livello 2

Fair value – livello 3 40.017 42.604

Totale fair value 40.017 42.604

In considerazione della prevalente durata a breve termine dei debiti verso banche il relativo fair value è stato assunto pari al valore di bilancio.Tra i debiti verso banche, nella sottovoce 2.3.2”Finanziamenti - Altri”, figurano le operazioni di finanziamento garantite da titoli ricevute da Banca Centrale Europea tramite Iccrea Banca Spa.

1.4 | Debiti verso banche oggetto di copertura specificaAlla data di riferimento del bilancio, la banca non detiene debiti oggetto di copertura specifica.

1.5 | Debiti per leasing finanziarioAlla data di riferimento del bilancio, la banca non ha in essere debiti per leasing finanziario.

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Bilancio e relazioni · Esercizio 2013

Sezione 2Debiti verso clientelaVoce 20Nella presente voce figurano i debiti verso clientela, qualunque sia la loro forma tecnica, diversi da quelli ricon-dotti nelle voci 30, 40 e 50. Sono inclusi i debiti di funzionamento connessi con la prestazione prestazione di attività e di servizi finanziari come definiti dal T.U.B. e dal T.U.F.

2.1 | Debiti verso clientela: composizione merceologica

Tipologia operazioni / Valori Totale 31.12.2013 Totale 31.12.2012

1. Conti correnti e depositi liberi 198.562 180.095

2. Depositi vincolati 16.769 3.967

3. Finanziamenti

3.1 Pronti contro termine passivi

3.2 Altri

4. Debiti per impegni di riacquisto di propri strumenti patrimoniali

5. Altri debiti

Totale 215.331 184.062

Fair value – livello 1

Fair value – livello 2

Fair value – livello 3 215.331 184.062

Fair value 215.331 184.062

Per quanto riguarda i criteri di determinazione del Fair value si rimanda alla parte A - Politiche contabili.

2.2 | Dettaglio della voce 20 “Debiti verso clientela”: debiti subordinatiAlla data di riferimento del bilancio, non sono presenti debiti subordinati verso clientela.

2.3 | Dettaglio della voce 20 “Debiti verso clientela”: debiti strutturatiNon sono presenti debiti strutturati verso clientela.

2.4 | Debiti verso clientela oggetto di copertura specificaAlla data di riferimento del bilancio, la banca non detiene debiti verso clientela oggetto di copertura specifica, pertanto la presente tabella non viene compilata.

2.5 | Debiti per leasing finanziarioLa Banca non ha in essere debiti per leasing finanziario verso la clientela.

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Sezione 3Titoli in circolazioneVoce 30Nella presente voce figurano i titoli emessi valutati al costo ammortizzato. Sono ricompresi i titoli che alla data di riferimento del bilancio risultano scaduti ma non ancora rimborsati. È esclusa la quota dei titoli di debito di propria emissione non ancora collocata presso terzi.

3.1 | Titoli in circolazione: composizione merceologica

Tipologia operazioni/Valori

Totale 31.12.2013 Totale 31.12.2012

Valore bilancio

Fair value Valore bilancio

Fair value

Livello 1 Livello 2 Livello 3 Livello 1 Livello 2 Livello 3

A. Titoli

1. Obbligazioni 74.080 74.080 59.306 59.306

1.1 strutturate

1.2 altre 74.080 74.080 59.306 59.306

2. Altri titoli 85.849 85.849 78.280 78.280

2.1 strutturati

2.2 altri 85.849 85.849 78.280 78.280

Totale 159.929 74.080 85.849 137.586 59.306 78.280

Per quanto riguarda i criteri di determinazione del fair value si rimanda alla Parte A - Politiche contabili.La sottovoce A.2.2 “Titoli - altri titoli - altri” comprende solo certificati di deposito. Poichè tali strumenti sono principalmente a breve termine, il loro valore contabile è una approssimazione ragionevole del fair value. Tali strumenti finanziari sono classificati a livello 3 di fair value.

3.2 | Dettaglio della voce 30 “Titoli in circolazione”: titoli subordinatiHanno carattere subordinato i debiti il cui diritto al rimborso, nel caso di liquidazione dell’ente emittente o di sua sottoposizione ad altra procedura concorsuale, può essere esercitato da parte del creditore solo dopo quelli degli altri creditori non egualmente subordinati. Sono esclusi gli strumenti patrimoniali che, secondo i principi contabili internazionali, hanno caratteristiche di patrimonio netto.La Banca non ha emesso titoli subordinati.

3.3 | Titoli in circolazione oggetto di copertura specificaAlla data di riferimento del bilancio, la banca non ha in essere titoli in circolazione oggetto di copertura speci-fica, pertanto la presente tabella non viene compilata.

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Bilancio e relazioni · Esercizio 2013

Sezione 4Passività finanziarie di negoziazioneVoce 40Formano oggetto di rilevazione nella presente voce le passività finanziarie, qualunque sia la loro forma tecnica, classificate nel portafoglio di negoziazione.

4.1 | Passività finanziarie di negoziazione: composizione merceologica

Tipologia operazioni / ValoriTotale 31.12.2013 Totale 31.12.2012

VNFV

FV* VNFV

FV*Liv. 1 Liv. 2 Liv. 3 Liv. 1 Liv. 2 Liv. 3

A. Passività per cassa1. Debiti verso banche2. Debiti verso clientela3. Titoli di debito 3.1 Obbligazioni 3.1.1 Strutturate X X 3.1.2 Altre obbligazioni X X 3.2 Altri titoli 3.2.1 Strutturati X X 3.2.2 Altri X XTotale AB. Strumenti derivati1. Derivati finanziari 10 16 1.1 Di negoziazione X X X X 1.2 Connessi con la fair value option X 10 X X 16 X

1.3 Altri X X X X2. Derivati creditizi 2.1 Di negoziazione X X X X 2.2 Connessi con la fair value option X X X X

2.3 Altri X X X XTotale B X 10 X 16Totale (A+B) X 10 X 16

LegendaFV = fair valueFV* = fair value calcolato escludendo le variazioni di valore dovute al cambiamento del merito creditiziodell’emittente rispetto alla data di emissioneVN = valore nominale o nozionaleLiv. 1 = Livello 1Liv. 2 = Livello 2Liv. 3 = Livello 3

L’importo di cui alla lettera B punto 1.1.2 “Derivati Finanziari connessi con la fair value option”si riferisce a contratti derivati con valore negativo negoziati a copertura di finanziamenti erogati alla clientela in fase di transizione ai principi contabili internazionali. Le poste patrimoniali coperte sono classificate tra le attività finanziarie valutate al fair value.

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4.2 | Dettaglio della voce 40 “Passività finanziarie di negoziazione”: passività subordinateAlla data di bilancio non vi sono passività finanziarie di negoziazione subordinate.

4.3 | Dettaglio della voce 40 “Passività finanziarie di negoziazione”: debiti strutturatiAlla data di bilancio non vi sono passività finanziarie di negoziazione relative a debiti strutturati.

4.4 | Passività finanziarie per cassa (esclusi “scoperti tecnici”) di negoziazione: variazioni annueAlla data di riferimento del bilancio, la banca non detiene passività finanziarie per cassa di negoziazione, per-tanto la presente tabella non viene compilata.

Sezione 5Passività finanziarie valutate al fair valueVoce 50Alla data di riferimento del bilancio, la banca non detiiene passività finanziarie valutate al fair value, pertanto la presente sezione non viene compilata.

Sezione 6Derivati di coperturaVoce 60Nella presente voce figurano i derivati finanziari di copertura che, alla data di riferimento del bilancio, presen-tano un fair value negativo.

6.1 | Derivati di copertura: composizione per tipologia di copertura e per livelli gerarchici

Fair value 31.12.2013 VN 31.12.2013

Fair value 31.12.2012 VN 31.12.2012L1 L2 L3 L1 L2 L3

A. Derivati finanziari 1.009 6.790 1.399 7.520

1) Fair value 1.009 6.790 1.399 7.520 2) Flussi finanziari 3) Investimenti esteriB. Derivati creditizi

1) Fair value 2) Flussi finanziariTotale 1.009 6.790 1.399 7.520

Legenda VN = valore nozionale L1 = Livello 1 L2 = Livello 2 L3 = Livello 3

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Bilancio e relazioni · Esercizio 2013

6.2 | Derivati di copertura: composizione per portafogli coperti e per tipologia di copertura

Operazioni /Tipo di copertura

Fair value Flussi finanziari

Investim. Esteri

Specifica

Generica Specifica GenericaRischio di tasso

Rischio di cambio

Rischio di credito

Rischio di

prezzoPiù

rischi

1. Attività finanziarie disponibili per la vendita X X X

2. Crediti 1.009 X X X X

3. Attività finanziarie detenute sino alla scadenza X X X X X

4. Portafoglio X X X X X X X

5. Altre operazioni X X

Totale Attività 1.009

1. Passività finanziarie X X X X

2. Portafoglio X X X X X X X

Totale Passività

1. Transazioni attese X X X X X X X X

2. Portafoglio di attività e passività finanziarie X X X X X X

Nella presente Tabella sono indicati i valori negativi di bilancio dei derivati di copertura, distinti in relazione alla attività o passività coperta e alla tipologia di copertura realizzata.Gli importi si riferiscono a strumenti finanziari derivati negoziati a copertura specifica del rischio di tasso di interesse relativi a mutui a tasso fisso.

Sezione 7Adeguamento di valore delle passività finanziarie oggetto di copertura genericavoce 70Alla data di riferimento del bilancio, la banca non detiene passività oggetto di copertura generica, pertanto la presente sezione non viene compilata.

Sezione 8Passività fiscaliVoce 80Per quanto riguarda le informazioni relative alle passività fiscali, si rinvia a quanto esposto nella Sezione 13 dell’Attivo.

Sezione 9Passività associate ad attività in via di dismissioneVoce 90Alla data di riferimento la Banca non detiene passività associate ad attività in via di dismissione.

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Sezione 10Altre passivitàVoce 100Nella presente voce sono iscritte le passività non riconducibili nelle altre voci del passivo dello stato patrimoniale.

10.1 | Altre passività: composizioneVoci Totale 31.12.2013 Totale 31.12.2012Ratei passivi 431 337Altre passività 3.320 3.179Debiti verso enti previdenziali e fondi pensione esterni 252 307Debiti verso fornitori per beni e servizi non finanziari 538 893Debiti verso dipendenti, amministratori e sindaci 81 440Debiti verso l'Erario e altri enti impositori per imposte indirette dell'azienda 762 614Debiti verso l'Erario per l'attività di riscossione imposte e/o come sostituto d'imposta 760 312Debiti verso terzi per incassi e/o trattenute 26 56Risconti passivi non riconducibili a voce propria 10 46Somme a disposizione di terzi 306 174Somme per pignoramenti presso terzi 214 5Altre partite passive 347 331Totale 3.727 3.516

I ratei passivi si riferiscono a fattispecie non riconducibili a voce propria.

Sezione 11Trattamento di fine rapporto del personaleVoce 110Nella presente voce figura il Fondo di Trattamento di fine rapporto rilevato con la metodologia prevista dallo IAS19.

11.1 | Trattamento di fine rapporto del personale: variazioni annueTotale 31.12.2013 Totale 31.12.2012

A. Esistenze iniziali 1.125 982B. Aumenti 2 174B.1 Accantonamento dell'esercizio 2 174B.2 Altre variazioniC. Diminuzioni 30C.1 Liquidazioni effettuate 30C.2 Altre variazioniD. Rimanenze finali 1.127 1.125

Alla data di bilancio, la Banca ha rilevato il fondo TFR secondo quanto previsto dai principio contabile Ias 19, pertanto la Voce D. “Rimanenze finali” del fondo iscritto coincide con il suo Valore Attuariale (Defined Benefit Obligation – DBO).La sottovoce B.1 “Accantonamento dell’esercizio” è cosi composta:1) interessi passivi netti (Net Interest Cost – NIC) pari a 36 mila euro;

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Bilancio e relazioni · Esercizio 2013

2) utile attuariale (Actuarial Gains/Losses – A G/L), pari a 34 mila euro.L’ ammontare di cui ai punti sub 1) è ricompreso nel conto economico tabella “9.1 Spese per il personale: com-posizione”, sottovoce e) “accantonamento al trattamento di fine rapporto del personale dipendente”; mentre l’importo di cui al punto sub 2) è stato ricondotto nella “Riserva da valutazione: Utili (Perdite) attuariali su piani a benefici definiti” (cfr Prospetto Analitico della Redditività Complessiva). Le ipotesi attuariali adottate per la valutazione del fondo alla data di riferimento del bilancio sono le seguenti:•tassodiattualizzazione:3,39%•tassoattesodiincrementiretributivi:3,00%•tassoattesodiinflazione:2,00%•turn-overdirigenti:2,50%•turn-overquadri/impiegati:1,00%In conclusione, si riportano le analisi di sensibilità sul Valore Attuariale (Defined Benefit Obligation – DBO) di fine periodo utilizzando un tasso di attualizzazione di +0,25% e di -0,25% rispetto a quello applicato:in caso di un incremento dello 0,25%, il Fondo TFR risulterebbe pari a 1.102 mila euro;in caso di un decremento dello 0,25% il Fondo TFR risulterebbe pari a 1.153 mila euro.Fermo restando quanto sopra rappresentato, il Fondo di trattamento di fine rapporto calcolato ai sensi dell’art. 2120 del Codice Civile, non devoluto ai fondi pensione esterni o al fondo di Tesoreria Inps, ammonta a 1.204 mila euro e risulta essere stato movimentato nell’esercizio come di seguito:

11.2 | Altre informazioni

Totale 31.12.2013 Totale 31.12.2012Fondo iniziale 1.184 1.181Variazioni in aumento 20 33Variazioni in diminuzione 30Fondo finale 1.204 1.184

Nel corso dell’esercizio sono state destinate al fondo di previdenza di categoria quote di trattamento di fine rapporto per 164 mila euro. Inoltre, sono state rilevate quote di trattamento di fine rapporto destinate al conto di Tesoreria INPS pari a 88 milla euro.

Sezione 12Fondi per rischi e oneriVoce 120Nelle presenti voci figurano le passività relative agli “Altri benefici a lungo termine”, riconosciuti contrattual-mente al personale in servizio, ai sensi dello IAS19 e le obbligazioni in essere, per le quali la Banca ritiene probabile un esborso futuro di risorse ai sensi dello IAS37.

12.1 | Fondi per rischi e oneri: composizione

Voci / Valori Totale 31.12.2013 Totale 31.12.20121 Fondi di quiescenza aziendali2. Altri fondi per rischi ed oneri 295 297 2.1 controversie legali 15 2.2 oneri per il personale 174 173 2.3 altri 121 109Totale 295 297

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12.2 | Fondi per rischi e oneri: variazioni annue

Fondi di quiescenza Altri fondi Totale

A. Esistenze iniziali 297 297

B. Aumenti 132 132

B.1 Accantonamento dell'esercizio 132 132

B.2 Variazioni dovute al passare del tempo

B.3 Variazioni dovute a modifiche del tasso di sconto

B.4 Altre variazioni

C. Diminuzioni 134 134

C.1 Utilizzo nell'esercizio 70 70

C.2 Variazioni dovute a modifiche del tasso di sconto

C.3 Altre variazioni 63 63

D. Rimanenze finali 295 295

La sottovoce B.1 - Accantonamento dell’esercizio - accoglie l’incremento del debito futuro stimato, relativo sia a fondi già esistenti che costituiti nell’esercizio.La sottovoce C.1 - Utilizzo nell’esercizio - si riferisce ai pagamenti effettuati.La sottovoce C.3 - Altre variazioni in diminuzione - accoglie:•ildecrementodovutoadunaminorestimadeldebitofuturorelativoafondigiàesistentiper26milaeuro;•idecrementidelfondoperbeneficenzaemutualitàaseguitodell’utilizzoafrontedellespecifichedestinana-

zioni per 37 mila euro.

12.3 | Fondi di quiescenza aziendali a benefici definitiLa banca non ha iscritto nel Bilancio fondi della specie.

12.4 | Fondi per rischi ed oneri - altri fondiLa voce “Altri fondi per rischi e oneri” è costituita da:

Oneri per il personale, per 174 mila euroL’importo esposto nella sottovoce 2.2 “oneri per il personale” della Tabella 12.1, si riferisce a:- premi di anzianità/fedeltà relativi all’onere finanziario, determinato in base a valutazione attuariale, che la Banca dovrà sostenere, negli anni futuri, in favore del personale dipendente in relazione all’anzianità di servizio.Dal punto di vista operativo, l’applicazione del Metodo della Proiezione Unitaria del Credito ha richiesto anche l’adozione di ipotesi demografiche ed economico-finanziarie definite analiticamente su ciascun dipendente.

Altri, per 10 mila euroL’importo esposto nella sottovoce 2.3 “Altri” è relativo all’accantonamento per reclami da clientela relativi alla trasparenza bancaria.

Fondo beneficenza e mutualità, per 15 mila euroNell’ambito degli altri fondi è compreso il fondo di beneficenza e mutualità che trae origine dallo statuto socia-le (art. 49). Lo stanziamento annualmente determinato, in sede di destinazione di utili, dall’Assemblea dei soci è stato pari a 50 mila euro; il relativo utilizzo viene deciso dal Consiglio di Amministrazione.

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Bilancio e relazioni · Esercizio 2013

Il fondo non è stato attualizzato in quanto il suo utilizzo è previsto nel corso dell’anno successivo.

Fondo per interventi Fondo di Garanzia dei Depositanti del Credito Cooperativo, per 96 mila euroSi tratta degli oneri stimati relativi agli impegni futuri del Fondo di Garanzia dei Depositanti (FGD) per inter-venti deliberati, comunicati a fine anno.

Le valutazioni condotte hanno portato a ritenere che la definizione delle passività indicate possa realizzarsi nell’arco dei prossimi dodici / diciotto mesi; conseguentemente non si è proceduto all’attualizzazione dell’onere connesso a dette passività in quanto ritenuto non significativo.

Passività potenzialiNon esistono alla data di chiusura dell’esercizio passività potenziali, per le quali non è probabile un esborso finanziario.

Sezione 13Azioni rimborsabiliVoce 140La banca non ha emesso azioni rimborsabili.

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Sezione 14Patrimonio dell’impresaVoci 130, 150, 160, 170, 180, 190 e 200Nella Sezione è illustrata la composizione dei conti relativi al capitale e alle riserve della Banca.

14.1 | “Capitale” e “Azioni proprie”: composizioneLa Banca ha emesso esclusivamente azioni ordinarie in ragione del capitale sociale sottoscritto pari a 554 mila euro. Non vi sono azioni sottoscritte e non ancora liberate. Non vi sono azioni proprie riacquistate.

14.2 | Capitale - Numero azioni: variazioni annue

Voci / Tipologie Ordinarie AltreA. Azioni esistenti all'inizio dell'esercizio 91.274 - interamente liberate 91.274 - non interamente liberateA.1 Azioni proprie (-)A.2 Azioni in circolazione: esistenze iniziali 91.274B. Aumenti 17.704B.1 Nuove emissioni 17.704 - a pagamento: 3.774 - operazioni di aggregazioni di imprese - conversione di obbligazioni - esercizio di warrant - altre 3.774 - a titolo gratuito: 13.930 - a favore dei dipendenti - a favore degli amministratori - altre 13.930B.2 Vendita di azioni proprieB.3 Altre variazioniC. Diminuzioni 1.609C.1 AnnullamentoC.2 Acquisto di azioni proprieC.3 Operazioni di cessione di impreseC.4 Altre variazioni 1.609D. Azioni in circolazione: rimanenze finali 107.369D.1 Azioni proprie (+)D.2 Azioni esistenti alla fine dell'esercizio 107.369 - interamente liberate 107.369 - non interamente liberate

Le informazioni si riferiscono al numero di azioni movimentate nel corso dell’esercizio.Il valore nominale della singola azione espresso al centesimo di euro è pari a 5,16.Nella sottovoce B.3 “Altre variazioni” è ricompreso il numero di azioni assegnate a seguito del ristorno degli utili e destinati a capitale sociale.

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Bilancio e relazioni · Esercizio 2013

14.3 | Capitale: altre informazioni

Valori

Numero soci al 31.12.2012 1.869

Numero soci: ingressi 205

Numero soci: uscite 42

Numero soci al 31.12.2013 2.032

14.4 | Riserve di utili: altre informazioniLa normativa di settore di cui all’art. 37 del D.Lgs. 385/93 e l’art.49 dello Statuto prevedono la costituzione obbligatoria della riserva legale.Essa risulta destinatatria di almeno il 70% degli utili netti annuali.La riserva legale risulta indivisibile e indisponibile per la Banca, ad eccezione dell’utilizzo per la copertura di perdite di esercizio, al pari delle altre riserve di utili iscritte nel Patrimonio, in ragione dei vincoli di legge e di Statuto. Alla riserva legale è stata inoltre accantonata la quota parte degli utili netti residui dopo le altre destinazioni previste dalla legge, dalla normativa di settore e dallo Statuto, deliberate dall’Assemblea.Per un maggiore dettaglio delle Riserve di Utili della banca, si rinvia alle informazioni contenute della Parte F “Informazioni sul Patrimonio”, sezione 1 “Il patrimonio dell’impresa” tabella B.1 “Patrimonio dell’impresa: composizione”.

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14.5 | Strumenti di capitale: composizione e variazioni annueNon sussistono strumenti rappresentativi di patrimonio netto diversi dal capitale e dalle riserve.

In ottemperanza all’articolo 2427, n. 7-bis, cod.civ., si riporta di seguito il dettaglio della composizione del patrimonio netto della Banca, escluso l’utile di esercizio, con l’evidenziazione dell’origine e del grado di dispo-nibilità e distribuibilità delle diverse poste.

Art. 2427 - n. 7 bis cod. civ.

Importo Possibilità di utilizzazione

Utilizzi effettuatinei tre precedenti esercizi

Importoper copertura

perditeImporto

per altre ragioni

CAPITALE SOCIALE: 554 per copertura perdite e per

rimborso del valore nominale delle azioni

17

RISERVE DI CAPITALE:

Riserva da sovrapprezzo azioni 4.799 per copertura perdite e per rimborso del sovrapprezzo

versato112

ALTRE RISERVE:

Riserva legale 52.596 per copertura perdite non ammessi in quanto indivisibile

Riserve di rivalutazione monetaria 1.181 per copertura perdite non ammessi in quanto indivisibile

Altre riserve per copertura perdite non ammessi in quanto indivisibile

Riserva di transizione agli IAS/IFRS (2.192) per copertura perdite non ammessi

Riserva da valutazione: attività finanziarie disponibili per la vendita 205 per quanto previsto

dallo IAS 39 Riserva da valutazione: utili/perdite attuariali su piani a benefici definiti (45) per quanto previsto

dallo IAS 39 Riserva azioni proprie (quota non disponibile) =

Riserva azioni proprie (quota disponibile) per copertura perdite

Totale 57.097 129

La “Riserva da valutazione: attività finanziarie disponibili per la vendita” può essere movimentata esclusiva-mente secondo le prescrizioni dello IAS 39. Essa trae origine dalla valutazione di strumenti finanziari e non può essere utilizzata nè per aumenti di capitale sociale, nè per distribuzione ai soci, nè per coperture di perdite. Le eventuali variazioni negative di tale riserva possono avvenire solo per riduzioni di fair value, per rigiri a conto economico o per l’applicazione di imposte correnti o differite.Analoghe considerazioni, valgono per la Riserva da valutazione: utili/perdite attuariali su piani a benefici definiti.

14.6 | Altre informazioniNon sussistono altre informazioni su strumenti rappresentativi di patrimonio netto diversi dal capitale e dalle riserve.

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Bilancio e relazioni · Esercizio 2013

Altre informazioni1. Garanzie rilasciate e impegni

Operazioni Importo 31.12.2013

Importo 31.12.20112

1) Garanzie rilasciate di natura finanziaria 7.294 4.950 a) Banche 6.426 4.086 b) Clientela 867 864 2) Garanzie rilasciate di natura commerciale 2.531 2.109 a) Banche b) Clientela 2.531 2.109 3) Impegni irrevocabili a erogare fondi 1.104 500 a) Banche i) a utilizzo certo ii) a utilizzo incerto b) Clientela 1.104 500 i) a utilizzo certo 500 500 ii) a utilizzo incerto 604 4) Impegni sottostanti ai derivati su crediti: vendite di protezione 5) Attività costituite in garanzia di obbligazioni di terzi 6) Altri impegni Totale 10.928 7.559

Tra quelle di natura finanziaria sono comprese le garanzie personali che assistono il regolare assolvimento del servizio del debito da parte del soggetto ordinante.Il punto 1.a) “Garanzie rilasciate di natura finanziaria - Banche” comprende:•impegniversoilFondodigaranziadeidepositantidelCreditoCooperativoper2.350milaeuro;•impegniversoilFondodigaranziadegliobbligazionistidelCreditoCooperativoper4.076milaeuro.Tra le garanzie rilasciate di natura commerciale sono compresi i crediti di firma per garanzie personali che assi-stono specifiche transazioni commerciali o la buona esecuzione di contratti.Il punto 3 “Impegni irrevocabili a erogare fondi” comprende:b) clientela - a utilizzo incerto- margini utilizzabili su linee di credito irrevocabili concesse per 604 mila euro.

2. Attività costituite a garanzia di proprie passività e impegni

Portafogli Importo 31.12.2013

Importo 31.12.2012

1. Attività finanziarie detenute per la negoziazione 2. Attività finanziarie valutate al fair value 3. Attività finanziarie disponibili per la vendita 30.500 38.000 4. Attività finanziarie detenute sino alla scadenza 5. Crediti verso banche 6. Crediti verso clientela 7. Attività materiali

Nelle voci sono stati iscritti, anche, i valori dei titoli utilizzati nell’ambito delle operazioni di finanziamento garantite da titoli per 30.500 mila euro.Si evidenzia che il rifinanziamento presso la Banca Centrale Europea, effettuato tramite l’Istituto Centrale di Categoria, è stato garantito per mezzo di titoli obbligazzionari emessi dalla banca, con garanzia dello Stato ai sensi dell’art. 8 del D.L. 201/2011, e successivamente riacquistati.

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Rifinanziamenti BCE

a) obbligazioni e certificati di propria emissione garantiti dallo Stato 25.000 b) ammontare rifinanziamento BCE 40.000

3. Informazioni sul leasing operativoAlla data di riferimento del bilancio, la banca non ha in essere operazioni di leasing operativo, pertanto la presente tabella non viene compilata.

4. Gestione e intermediazione per conto terziTipologia servizi Importo1. Esecuzione di ordini per conto della clientela a) Acquisti 1. regolati 2. non regolati b) Vendite 1. regolate 2. non regolate2. Gestioni di portafogli a) individuali b) collettive3. Custodia e amministrazione di titoli a) titoli di terzi in deposito: connessi con lo svolgimento di banca depositaria (escluse le gestioni di portafogli) 1. titoli emessi dalla banca che redige il bilancio 2. altri titoli b) titoli di terzi in deposito (escluse gestioni di portafogli): altri 44.243 1. titoli emessi dalla banca che redige il bilancio 1.160 2. altri titoli 43.083 c) titoli di terzi depositati presso terzi 49.355 d) titoli di proprietà depositati presso terzi 140.3064. Altre operazioni 14.757

La Banca non ha effettuato servizi di intermediazione per conto terzi. Gli importi del punto 3. si riferiscono al valore nominale dei titoli.La sottovoce b) comprende anche titoli in deposito a garanzia per 3.272 mila euro.

Le altre operazioni di cui al punto 4. comprendono:

Importo1. Attività di ricezione e trasmissione di ordini: a) acquisti b) vendite2. Attività di collocamento e offerta di servizi di terzi 14.757 a) gestioni patrimoniali 363 b) prodotti assicurativi a contenuto finanziario 6.791 c) prodotti assicurativi a contenuto previdenziale d) altre quote di Oicr 7.6033. Altre operazioniTotale 14.757

Gli importi di cui al punto 2, si riferiscono invece alle consistenze di fine esercizio dei prodotti collocati. Le gestioni patrimoniali e gli OICR sono esposti al valore corrente; i prodotti assicurativi sono invece esposti al valore di sottoscrizione.

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Bilancio e relazioni · Esercizio 2013

5. Attività finanziarie oggetto di compensazione in bilancio, oppure soggette ad accordi quadro di compensazione o ad accordi similariAlla data di riferimento del bilancio, la banca non detiene attività finanziarie soggette ad accordi quadro di compensazione, pertanto la presente sezione non viene compilata.

6. Passività finanziarie oggetto di compensazione in bilancio, oppure soggette ad accordi quadro di compensazione o ad accordi similariAlla data di riferimento del bilancio, la banca non detiene passività soggette ad accordi quadro di compensa-zione, pertanto la presente sezione non viene compilata.

7. Operazioni di prestito titoliAlla data di riferimento del bilancio, la banca non detiene operazioni di prestito titoli, pertanto la presente sezione non viene compilata.

8. Incasso di crediti per conto di terzi: rettifiche dare e avereTotale

31.12.2013Totale

31.12.2012

a) Rettifiche "dare": 14.327 13.785

1. conti correnti 139 266

2. portafoglio centrale 12.323 11.329

3. cassa 1.865 2.190

4. altri conti

b) Rettifiche "avere" 13.724 13.226

1. conti correnti 714 906

2. cedenti effetti e documenti 11.147 10.689

3. altri conti 1.863 1.631

La Tabella fornisce il dettaglio delle differenze, derivanti dagli scarti fra le valute economiche applicate nei diversi conti, generate in sede di eliminazione contabile delle partite relative all’accredito e all’addebito dei portafogli salvo buon fine e al dopo incasso, la cui data di regolamento è successiva alla chiusura del bilancio.La differenza tra le rettifiche “dare” e le rettifiche “avere”, pari a 603 mila euro, trova evidenza tra le “Altre attività” - voce 150 dell’Attivo.

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Parte CInformazionisul conto economico

Sezione 1Gli interessiVoci 10 e 20Nelle presenti voci sono iscritti gli interessi attivi e passivi, i proventi e gli oneri assimilati relativi, rispettivamen-te, a disponibilità liquide, attività finanziarie detenute per la negoziazione, attività finanziarie disponibili per la vendita, attività finanziarie detenute sino alla scadenza, crediti, attività finanziarie valutate al fair value (voci 10, 20, 30, 40, 50, 60 e 70 dell’attivo) e a debiti, titoli in circolazione, passività finanziarie di negoziazione, passività finanziarie valutate al fair value (voci 10, 20, 30, 40, 50 del passivo) nonché eventuali altri interessi maturati nell’esercizio.Fra gli interessi attivi e passivi figurano anche i differenziali o i margini, positivi o negativi, maturati sino alla data di riferimento del bilancio e scaduti o chiusi entro la data di riferimento relativi a contratti derivati.

1.1 | Interessi attivi e proventi assimilati: composizione

Voci / Forme tecniche Titoli di debito Finanziamenti Altre

operazioniTotale

31.12.2013Totale

31.12.2012

1. Attività finanziarie detenute per la negoziazione 380 380 4052. Attività finanziarie disponibili per la vendita 2.564 2.564 2.2453. Attività finanziarie detenute sino alla scadenza 167 1674. Crediti verso banche 12 580 592 6955. Crediti verso clientela 12.508 12.508 11.7186. Attività finanziarie valutate al fair value 30 30 307. Derivati di copertura X X8. Altre attività X XTotale 3.123 13.118 16.241 15.092

Dettaglio sottovoce 4 “Crediti verso Banche”, colonna “Finanziamenti”:•conticorrentiedepositiper562milaeuro;•altrifinanziamentiper15milaeuro.

Dettaglio sottovoce 5 “Crediti verso Clientela”, colonna “Finanziamenti”:•conticorrentiper2.559milaeuro;•mutuieprestitipersonaliper9.207milaeuro;•anticipiSbfper245milaeuro;•portafogliodiproprietàper313milaeuro;•altrifinanziamentiper156milaeuro.

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Bilancio e relazioni · Esercizio 2013

Nella colonna “finanziamenti” in corrispondenza della sottovoce 5 “crediti verso la clientela” sono stati ricon-dotti anche gli interessi attivi e proventi assimilati maturati e contabilizzati nell’esercizio riferiti alle esposizioni deteriorate alla data di riferimento del bilancio per 1.214 mila euro. Dettaglio sottovoce 6 “Attività finanziarie valutate al fair value”, colonna “Finanziamenti” si riferisce ai mutui ipotecari per 27 mila euro.Nel caso delle “esposizioni scadute/sconfinanti deteriorate”, l’importo degli interessi maturati prima della clas-sificazione dei crediti in tale categoria è stato indicato nella colonna “Finanziamenti”.

1.2 | Interessi attivi e proventi assimilati: differenziali relativi alle operazioni di coperturaLe operazioni di copertura (Hedge Accounting) esprimono differenziali negativi pertanto viene compilata la tabella 1.5 della medesima sezione.

1.3 | Interessi attivi e proventi assimilati: altre informazioni

1.3.1 | Interessi attivi su attività finanziarie in valutaLa Banca non ha riscosso interessi attivi in valuta.

1.3.2 | Interessi attivi su operazioni di leasing finanziarioLa Banca non ha posto in essere operazioni della specie.

1.4 | Interessi passivi e oneri assimilati: composizione

Voci / Forme tecniche Debiti Titoli Altre operazioni

Totale 31.12.2013

Totale 31.12.2012

1.Debiti verso banche centrali X

2.Debiti verso banche (249) X (249) (421)

3.Debiti verso clientela (1.534) X (1.534) (758)

4.Titoli in circolazione X (4.537) (4.537) (3.354)

5.Passività finanziarie di negoziazione (3) (3) (3)

6.Passività finanziarie valutate al fair value

7.Altre passività e fondi X X

8.Derivati di copertura X X (304) (304) (294)

Totale (1.783) (4.537) (307) (6.627) (4.830)

Nella sottovoce 2 “Debiti verso Banche”, colonna “Debiti” sono compresi interessi su depositi per 248 mila euroNella sottovoce 3 “Debiti verso Clientela”, colonna “Debiti” sono compresi interessi su:•conticorrentiper951milaeuro;•depositiper583milaeuro.Nella sottovoce 4 “Titoli in circolazione”, colonna “Titoli” sono compresi interessi su:- obbligazioni emesse per 2.289 mila euro;- certificati di deposito per 2.248 mila euro.Nella sottovoce 8 “derivati di copertura” colonna “altre operazioni” è rilevato l’importo netto negativo dei dif-ferenziali relativi a contratti di copertura secondo le regole di hedge accounting previste dallo IAS 39.

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1.5 | Interessi passivi e oneri assimilati: differenziali relativi alle operazioni di copertura

Voci 31.12.2013 31.12.2012

A. Differenziali positivi relativi a operazioni di copertura

B. Differenziali negativi relativi a operazioni di copertura (304) 294

C. Saldo (A-B) (304) (294)

1.6 | Interessi passivi e oneri assimilati: altre informazioni 1.6.1 | Interessi passivi su passività in valutaNon sussistono interessi passivi e oneri assimilati in valuta. 1.6.2 | Interessi passivi su passività per operazioni di leasing finanziarioLa Banca non ha posto in essere operazioni della specie.

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Sezione 2Le commissioniVoci 40 e 50Nelle presenti voci figurano i proventi e gli oneri relativi, rispettivamente, ai servizi prestati e a quelli ricevuti dalla Banca sulla base di specifiche previsioni contrattuali (garanzie, incassi e pagamenti, gestione e interme-diazione ecc).Sono esclusi i proventi e gli oneri considerati nella determinazione del tasso effettivo di interesse (in quanto ricondotti nelle voci 10 “interessi attivi e proventi assimilati” e 20 “interessi passivi e oneri assimilati” del conto economico) delle attività e passività finanziarie.

2.1 | Commissioni attive: composizioneTipologia servizi / Valori Totale 31.12.2013 Totale 31.12.2012 a) garanzie rilasciate 52 35 b) derivati su crediti c) servizi di gestione, intermediazione e consulenza: 186 183 1. negoziazione di strumenti finanziari 2 4 2. negoziazione di valute 1 1 3. gestioni di portafogli 3.1. individuali 3.2. collettive 4. custodia e amministrazione di titoli 13 13 5. banca depositaria 6. collocamento di titoli 86 66 7. attività di ricezione e trasmissione di ordini 33 63 8. attività di consulenza 8.1. in materia di investimenti 8.2. in materia di struttura finanziaria 9. distribuzione di servizi di terzi 50 36 9.1. gestioni di portafogli 1 1 9.1.1. individuali 1 1 9.1.2. collettive 9.2. prodotti assicurativi 33 31 9.3. altri prodotti 16 4 d) servizi di incasso e pagamento 972 800 e) servizi di servicing per operazioni di cartolarizzazione f) servizi per operazioni di factoring 35 g) esercizio di esattorie e ricevitorie h) attività di gestione di sistemi multilaterali di scambio i) tenuta e gestione dei conti correnti 1.425 1.274 j) altri servizi 166 157 k) operazioni di prestito titoliTotale 2.835 2.449

Nella sottovoce i) (tenuta e gestione dei conti correnti) confluisce la commissione per la remunerazione dell’af-fidamento introdotta in base all’art. 2-bis del DL 29/11/2008 n. 185, conv. L. 28/1/2009 n. 2.L’importo di cui alla sottovoce j) “altri servizi” è così composto da commissioni su:•creditiaclientelaordinaria-conticorrenti,per34milaeuro;•creditiaclientelaordinaria-altrifinanziamentiper107milaeuro;•altriservizibancari,per24milaeuro.

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2.2 | Commissioni attive: canali distributivi dei prodotti e servizi

Canali / Valori Totale 31.12.2013 Totale 31.12.2012

a) presso propri sportelli: 136 102

1. gestioni di portafogli

2. collocamento di titoli 86 66

3. servizi e prodotti di terzi 50 36

b) offerta fuori sede:

1. gestioni di portafogli

2. collocamento di titoli

3. servizi e prodotti di terzi

c) altri canali distributivi:

1. gestioni di portafogli

2. collocamento di titoli

3. servizi e prodotti di terzi

2.3 | Commissioni passive: composizione

Servizi / Valori Totale 31.12.2013 Totale 31.12.2012

a) garanzie ricevute

b) derivati su crediti

c) servizi di gestione e intermediazione: (314) (280)

1. negoziazione di strumenti finanziari (10) (16)

2. negoziazione di valute (4) (3)

3. gestioni di portafogli: (25) (21)

3.1 proprie (25) (21)

3.2 delegate da terzi

4. custodia e amministrazione di titoli (10) (9)

5. collocamento di strumenti finanziari (265) (231)

6. offerta fuori sede di strumenti finanziari, prodotti e servizi

d) servizi di incasso e pagamento (368) (341)

e) altri servizi (24) (24)

f) operazioni di prestito titoli

Totale (706) (645)

Nella voce 5 “collocamento di strumenti finanziari” l’importo è riferito alle commissioni corrisposte per la concessione della garanzia dello Stato italiano su nuove emissioni obbligazionarie interamente riacquistate utilizzate come sottostanti per operazioni di finanziamento con la BCE ai sensi dell’art. 8 DL n. 201/2011 conv. L. n. 214/2011.

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Sezione 3Dividendi e proventi similiVoce 70Nella presente voce figurano i dividendi relativi ad azioni o quote detenute in portafoglio diverse da quelle valutate in base al metodo del patrimonio netto. Sono esclusi i dividendi relativi a partecipazioni che rientrano in (o costituiscono) gruppi di attività in via di dismissione, da ricondurre nella voce 280 “utile (perdita) dei gruppi di attività in via di dismissione al netto delle imposte”.Sono compresi anche i dividendi e gli altri proventi di quote di O.I.C.R. (organismi di investimento collettivo del risparmio).

3.1 | Dividendi e proventi simili: composizione

Voci / ProventiTotale 31.12.2013 Totale 31.12.2012

Dividendi Proventi da quote di O.I.C.R. Dividendi Proventi da

quote di O.I.C.R.

A. Attività finanziarie detenute per la negoziazione 30 56

B. Attività finanziarie disponibili per la vendita 53 10 31 22

C. Attività finanziarie valutate al fair value

D. Partecipazioni X X

Totale 83 10 87 22

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Sezione 4Il risultato netto dell’attività di negoziazioneVoce 80Nella voce figurano per “sbilancio” complessivo (somma algebrica dei saldi di cui alle successive lettere a) e b)):a) il saldo tra i profitti e le perdite delle operazioni classificate nelle “attività finanziarie detenute per la negozia-zione” e nelle “passività finanziarie di negoziazione”, inclusi i risultati delle valutazioni di tali operazioni.Sono esclusi i profitti e le perdite relativi a contratti derivati connessi con la fair value option, da ricondurre in parte fra gli interessi di cui alle voci 10. e 20., e in parte nel “risultato netto delle attività e passività finanziarie valutate al fair value“, di cui alla voce 110. del Conto Economico.b) il saldo tra i profitti e le perdite delle operazioni finanziarie, diverse da quelle designate al fair value e da quelle di copertura, denominate in valuta, inclusi i risultati delle valutazioni di tali operazioni.I risultati della negoziazione e della valutazione delle attività e delle passività finanziarie per cassa in valuta sono separati da quelli relativi all’attività in cambi.

4.1 | Risultato netto dell’attività di negoziazione: composizione

Operazioni / Componenti reddituali Plusvalenze (A)

Utili da negoziazione

(B)Minusvalenze

(C)Perdite da

negoziazione (D)

Risultato netto [(A+B) - (C+D)]

1. Attività finanziarie di negoziazione 107 147 (224) (217) (186)

1.1 Titoli di debito 33 3 (45) (121) (129)

1.2 Titoli di capitale 74 128 (20) (96) 86

1.3 Quote di O.I.C.R. 17 (159) (143)

1.4 Finanziamenti

1.5 Altre

2. Passività finanziarie di negoziazione

2.1 Titoli di debito

2.2 Debiti

2.3 Altre

3. Attività e passività finanziarie: differenze di cambio X X X X 3

4. Strumenti derivati

4.1 Derivati finanziari:

- Su titoli di debito e tassi di interesse

- Su titoli di capitale e indici azionari

- Su valute e oro X X X X

- Altri

4.2 Derivati su crediti

Totale 107 147 (224) (217) (183)

Gli utili (perdite) da negoziazione e le plusvalenze (minusvalenze) da valutazione sono esposti a saldi aperti per tipologie di strumenti finanziari.Nel “risultato netto” delle “Attività e passività finanziarie: differenze di cambio” è riportato il saldo, positivo o negativo, delle variazioni di valore delle attività e delle passività finanziarie denominate in valuta; in esso sono compresi gli utili e le perdite derivanti dalla negoziazione di valute.

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Bilancio e relazioni · Esercizio 2013

Sezione 5Il risultato netto dell’attività di coperturaVoce 90La Banca ha posto in essere derivati esclusivamente con finalità di copertura.Formano oggetto di rilevazione nella voce, per “sbilancio” complessivo (somma algebrica dei saldi di cui alle successive lettere a) e b)):a) i risultati della valutazione delle operazioni di copertura del fair value e dei flussi finanziari;b) i risultati della valutazione delle attività e passività finanziarie oggetto di copertura del fair value;c) i differenziali e i margini, positivi e negativi, relativi a contratti derivati di copertura, diversi da quelli ricon-dotti tra gli interessi);d) i risultati della valutazione delle attività e passività per cassa collegate da una relazione di copertura del rischio di cambio.

5.1 | Risultato netto dell’attività di copertura: composizione

Componenti reddituali / Valori Totale 31.12.2013 Totale 31.12.2012

A. Proventi relativi a:

A.1 Derivati di copertura del fair value 389 11

A.2 Attività finanziarie coperte (fair value) 365 424

A.3 Passività finanziarie coperte (fair value)

A.4 Derivati finanziari di copertura dei flussi finanziari

A.5 Attività e passività in valuta

Totale proventi dell'attività di copertura (A) 754 435

B. Oneri relativi a:

B.1 Derivati di copertura del fair value (241)

B.2 Attività finanziarie coperte (fair value) (692) (197)

B.3 Passività finanziarie coperte (fair value)

B.4 Derivati finanziari di copertura dei flussi finanziari

B.5 Attività e passività in valuta

Totale oneri dell'attività di copertura (B) (692) (439)

C. Risultato netto dell'attività di copertura (A - B) 62 (4)

Si riporta di seguito la composizione in maggior dettaglio delle evidenze di Tabella 5.1:Derivati di copertura del fair value•sufinanziamentiaclientela proventi:389milaeuroAttività finanziarie coperte•finanziamentiaclientela proventi:365milaeuro oneri: 692 mila euro

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Sezione 6Utili (Perdite) da cessione / riacquistoVoce 100Figurano i saldi positivi o negativi tra gli utili e le perdite realizzati con la vendita della attività o passività finan-ziare diverse da quelle di negoziazione e da quelle designate al fair value.

6.1 | Utili (Perdite) da cessione/riacquisto: composizione

Voci / Componenti redditualiTotale 31.12.2013 Totale 31.12.2012

Utili Perdite Risultato netto Utili Perdite Risultato

netto

Attività finanziarie

1.Crediti verso banche

2.Crediti verso clientela

3.Attività finanziarie disponibili per la vendita 2.828 (45) 2.783 560 (400) 160

3.1 Titoli di debito 2.482 (45) 2.437 560 (400) 160

3.2 Titoli di capitale

3.3 Quote di O.I.C.R. 346 346

3.4 Finanziamenti

4.Attività finanziarie detenute sino alla scadenza

Totale attività 2.828 (45) 2.783 560 (400) 160

Passività finanziarie

1.Debiti verso banche

2.Debiti verso clientela

3.Titoli in circolazione 2 (9) (7) 6 (10) (4)

Totale passività 2 (9) (7) 6 (10) (4)

Per quanto riguarda le passività finanziarie i principi contabili internazionali prevedono che il riacquisto delle proprie passività debba essere rappresentato alla stregua di un’estinzione anticipata con la cancellazione dello strumento finanziario ed il conseguente realizzo di perdite o di utili.Con riferimento alla sottovoce 3. “Attività finanziarie disponibili per la vendita” il “Risultato netto” è rappre-sentato dal saldo di due componenti:•“rigiro”nelcontoeconomicodellariservadirivalutazioneper-118milaeuro;•differenzafraprezzidicessioneevaloredilibrodelleattivitàceduteper2.901milaeuro.

Alla sottovoce 3. delle Passività finanziarie “Titoli in circolazione” sono iscritte perdite da riacquisto di titoli obbligazionari di propria emissione collocati presso la clientela.

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Sezione 7Il risultato netto delle attività e passività finanziarie valutate al fair valueVoce 110Nella sezione sono rappresentati i saldi positivi o negativi tra gli utili e le perdite delle attività/passività finan-ziarie valutate al fair value e degli strumenti derivati gestionalmente collegati per i quali è stata esercitata la c.d. fair value option, inclusi i risultati delle valutazioni al fair value di tali strumenti.

7.1 | Variazione netta di valore delle attività/passività finanziarie valutate al fair value: composizione

Operazioni / Componenti reddituali Plusvalenze (A)

Utili da realizzo

(B)

Minus-valenze

(C)

Perdite da realizzo

(D)

Risultato netto

[(A+B)-(C+D)]

1. Attività finanziarie 7 (46) (39)

1.1 Titoli di debito

1.2 Titoli di capitale

1.3 Quote di O.I.C.R.

1.4 Finanziamenti 7 (46) (39)

2. Passività finanziarie

2.1 Titoli di debito

2.2 Debiti verso banche

2.3 Debiti verso clientela

3. Attività e passività finanziarie in valuta: differenze di cambio X X X X

4. Derivati creditizi e finanziari 6 (1) 5

Totale 13 (46) (1) (34)

Gli utili (perdite) da negoziazione e le plusvalenze (minusvalenze) da valutazione sono esposti a saldi aperti per tipologie di strumenti finanziari.

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Sezione 8Le rettifiche / riprese di valore nette per deterioramentoVoce 130Figurano i saldi, positivi o negativi, delle rettifiche di valore e delle riprese di valore connesse con il deteriora-mento dei crediti verso clientela e verso banche, delle attività finanziarie disponibili per la vendita, delle attività finanziarie detenute sino a scadenza e delle altre operazioni finanziarie.

8.1 | Rettifiche di valore nette per deterioramento di crediti: composizione

Operazioni / Componenti reddituali

Rettifiche di valore Riprese di valoreTotale

31.12.2013Totale

31.12.2012Specifiche Di portafoglio

Specifiche Di portafoglio

Cancellazioni Altre A B A B

A. Crediti verso banche

- Finanziamenti

- Titoli di debito

B. Crediti verso clientela (24) (4.597) (670) 851 1.070 573 (2.797) (1.940)

Crediti deteriorati acquistati

- Finanziamenti X X X

- Titoli di debito X X X

Altri Crediti (24) (4.597) (670) 851 1.070 573 (2.797) (1.940)

- Finanziamenti (24) (4.597) (670) 851 1.070 573 (2.797) (1.940)

- Titoli di debito

C. Totale (24) (4.597) (670) 851 1.070 573 (2.797) (1.940)

LegendaA = da interessiB = altre riprese

Le rettifiche di valore, in corrispondenza della colonna “Specifiche – Altre”, si riferiscono alle svalutazioni analiti-che dei crediti, mentre quelle riportate nella colonna “ Specifiche – Cancellazioni”, derivano da eventi estintivi.Le rettifiche di valore, in corrispondenza della colonna “Di portafoglio” corrispondono alla svalutazioni collettive.Le riprese di valore, in corrispondenza della colonna “ Specifiche – A”, si riferiscono ai ripristini di valore sulle posizioni deteriorate corrispondenti al rilascio degli interessi maturati nell’esercizio sulla base dell’originario tasso di interesse effettivo precedentemente utilizzato per calcolare le rettifiche di valore, nonché quelle relative all’incasso di sofferenze cancellate integralmente dal bilancio in precedenti esercizi.

8.2 | Rettifiche di valore nette per deterioramento di attività finanziarie disponibili per la vendita: composizioneAlla data di riferimento del bilancio, la banca non ha rilevato alcuna rettifica o ripresa di valore su attività fi-nanziarie disponibili per la vendita.

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8.3 | Rettifiche di valore nette per deterioramento di attività finanziarie detenute sino alla scadenza: composizioneAlla data di riferimento del bilancio, la Banca non ha rilevato alcuna rettifica di valore su attività finanziarie detenute sino a scadenza.

8.4 | Rettifiche di valore nette per deterioramento di altre operazioni finanziarie: composizioneAlla data di riferimento del bilancio la Banca non ha rilevato alcuna rettifica o ripresa di valore per deteriora-mento di garanzie rilasciate, impegni ad erogare fondi od altre operazioni.

Sezione 9Le spese amministrativeVoce 150Nella presente sezione sono dettagliate le “spese per il personale” e le “altre spese amministrative” registrate nell’esercizio.

9.1 | Spese per il personale: composizione

Tipologia di spese / Valori Totale 31.12.2013

Totale 31.12.2012

1) Personale dipendente (5.761) (5.046) a) salari e stipendi (4.156) (3.591) b) oneri sociali (1.007) (877) c) indennità di fine rapporto (252) (229) d) spese previdenziali e) accantonamento al trattamento di fine rapporto del personale (39) (49) f ) accantonamento al fondo trattamento di quiescenza e obblighi simili: - a contribuzione definita - a benefici definiti g) versamenti ai fondi di previdenza complementare esterni: (187) (168) - a contribuzione definita (187) (168) - a benefici definiti h) costi derivanti da accordi di pagamento basati su propri strumenti patrimoniali i) altri benefici a favore dei dipendenti (119) (133) 2) Altro personale in attività (16) (75) 3) Amministratori e sindaci (306) (307) 4) Personale collocato a riposo 5) Recuperi di spese per dipendenti distaccati presso altre aziende 6) Rimborsi di spese per dipendenti di terzi distaccati presso la societàTotale (6.084) (5.428)

Nella sottovoce c) “indennità di fine rapporto” sono ricomprese le quote relative al trattamento di fine rapporto maturato nell’esercizio e destinate al Fondo di previdenza di categoria, per 164 mila euro.Detta sottovoce comprende anche le somme destinate al fondo di Tesoreria Inps, in applicazione delle disposizioni introdotte dalla riforma previdenziale di cui al DLgs. 252/2005 e alla Legge n. 296/2006, per 88 mila euro.La sottovoce “e) accantonamento al trattamento di fine rapporto del personale dipendente” è riferita all’onere finanziario figurativo (Interest Cost – IC).Nella voce 2) “altro personale in attività” sono indicate le spese relative ai contratti di lavoro a progetto (co.pro.) per 16 mila euro.Nella voce 3) “Amministratori e sindaci” sono compresi i compensi degli amministratori, ivi inclusi gli oneri previdenziali a carico dell’azienda e gli oneri sostenuti per la stipula di polizze assicurative per responsabilità civile, per 172 mila euro e del Collegio Sindacale per 134 mila euro.

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9.2 | Numero medio dei dipendenti per categoria

Totale 31.12.2013

Totale 31.12.2012

Personale dipendente 76,5 70

a) dirigenti 5 5

b) quadri direttivi 17 16

c) restante personale dipendente 54,5 49

Altro personale 1

Il numero medio è calcolato come media ponderata dei dipendenti dove il peso è dato dal numero di mesi lavorati sull’anno.

9.3 | Fondi di quiescenza aziendali a benefici definiti: costi e ricaviIn Banca non sono previsti fondi di quiescienza aziendale a benefici definiti.

9.4 | Altri benefici a favore dei dipendenti

Premi di anzianità / fedeltà (22)

- valore attuariale (service cost) (12)

- onere finanziario (net interest cost) (5)

- utile/perdita attuariale (actuarial gains/losses) (5)

Incentivi all'esodo

Formazione e aggiornamento (12)

Altri benefici (85)

- cassa mutua nazionale (55)

- buoni pasto (10)

- polizze assicurative (20)

- rimborsi forfetari generici di vitto e alloggio e indennità per trasferte

- rimborsi chilometrici forfetari

- visite di check-up non obbligatorie per legge

- beni e servizi alla generalità / categorie di dipendenti

Totale (119)

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Bilancio e relazioni · Esercizio 2013

9.5 | Altre spese amministrative: composizione

Tipologia Totale 31.12.2013 Totale 31.12.2012(1) Spese di amministrazione (4.072) (3.590) Spese informatiche (853) (744) - elaborazione e trasmissione dati (834) (727) - manutenzione ed assistenza EAD (19) (17) Spese per beni immobili e mobili (388) (343) - fitti e canoni passivi (215) (231) - spese di manutenzione (173) (112) Spese per l'acquisto di beni e servizi non professionali (1.184) (1.066) - rimborsi chilometrici analitici e documentati (68) (62) - visite di check-up in sede di assunzione e obbligatorie per legge (19) - pulizia (202) (183) - vigilanza (221) (181) - trasporto (9) (16) - stampati, cancelleria, materiale EDP (162) (119) - giornali, riviste e pubblicazioni (8) (7) - telefoniche (18) (37) - postali (175) (175) - energia elettrica, acqua, gas (137) (131) - informazioni e visure (senza accesso a banche dati) (120) (117) - altre (45) (38) Prestazioni professionali (764) (552) - legali e notarili (242) (100) - consulenze (258) (241) - certificazione e revisione di bilancio (37) (36) - altre (227) (175) Premi assicurativi (48) (79) Spese pubblicitarie (357) (314) Altre spese (478) (492) - contributi associativi/altri (210) (222) - rappresentanza (202) (240) - altre (66) (30)(2) Imposte indirette e tasse (964) (799) - Imposta municipale (IMU/ICI) (45) (45) - Imposta di bollo (702) (546) - Imposta sostitutiva (147) (148) - Altre imposte (70) (60)Totale (5.036) (4.389)

I dati di alcune voci della presente tabella riferite all’esercizio precedente, sono stati oggetto di riclassificazione in adeguamento ai criteri della matrice di bilancio.

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Sezione 10Accantonamenti netti ai fondi per rischi e oneriVoce 160Nella presente voce figura il saldo, positivo o negativo, tra gli accantonamenti e le eventuali riattribuzioni a conto economico di fondi ritenuti esuberanti, relativamente ai fondi di cui alla sottovoce b) (“altri fondi”) della voce 120 (“fondi per rischi e oneri”) del passivo dello stato patrimoniale.

10.1 | Accantonamenti netti ai fondi per rischi e oneri: composizioneControversie

legali Revocatorie Altre Totale al 31.12.2013

A. Aumenti (59) (59)

A.1 Accantonamento dell'esercizio (59) (59)

A.2 Variazioni dovute al passare del tempo

A.3 Variazioni dovute a modifiche del tasso di sconto

A.4 Altre variazioni in aumento

B. Diminuzioni 26 26

B.1 Variazioni dovute a modifiche del tasso di sconto

B.2 Altre variazioni in diminuzione 26 26

Accantonamento netto (33) (33)

Sezione 11Rettifiche / riprese di valore nette su attività materialiVoce 170Nella Sezione è riportato il saldo fra le rettifiche di valore e le riprese di valore relative alle attività materiali detenute ad uso funzionale o a scopo di investimento, incluse quelle relative ad attività acquisite in locazione finanziaria e ad attività concesse in leasing operativo.

11.1 | Rettifiche di valore nette su attività materiali: composizione

Attività / Componente reddituale Ammortamento (a)

Rettifiche di valore per deterioramento

(b)Riprese

di valore (c)Risultato netto

(a + b - c)

A. Attività materiali

A.1 Di proprietà (629) (629)

- Ad uso funzionale (629) (629)

- Per investimento

A.2 Acquisite in leasing finanziario

- Ad uso funzionale

- Per investimento

Totale (629) (629)

La colonna “Ammortamento” evidenzia gli importi degli ammortamenti di competenza dell’esercizio.

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Bilancio e relazioni · Esercizio 2013

Sezione 12Rettifiche / riprese di valore nette su attività immaterialiVoce 180Nella Sezione è riportato il saldo fra le rettifiche di valore e le riprese di valore relative alle attività immateriali, diverse dall’avviamento, incluse quelle relative ad attività acquisite in locazione finanziaria e ad attività concesse in leasing operativo.

12.1 | Rettifiche di valore nette su attività immateriali: composizione

Attività / Componente reddituale Ammortamento(a)

Rettifiche di valore per

deterioramento (b)Riprese di valore

(c)Risultato netto

(a + b - c)

A. Attività immateriali

A.1 Di proprietà (22) (22)

- Generate internamente dall'azienda

- Altre (22) (22)

A.2 Acquisite in leasing finanziario

Totale (22) (22)

Le rettifiche di valore, interamente riferibili ad ammortamenti, riguardano attività immateriali con vita utile definita ed acquisite all’esterno.Le attività immateriali sono descritte nella sezione 12 parte B della Nota Integrativa.

Sezione 13Gli altri oneri e proventi di gestioneVoce 190Nella Sezione sono illustrati i costi e i ricavi non imputabili alle altre voci, che concorrono alla determinazione della voce 270 “Utili (Perdita) dell’operatività corrente al netto delle imposte”.

13.1 | Altri oneri di gestione: composizioneTotale

31.12.2013Totale

31.12.2012

Insussistenze e sopravvenienze non riconducibili a voce propria (21) (39)

Cause passive: transazioni, condanne, sentenze, reclami (89) (33)

Oneri per malversazioni e rapine (6)

Ammortamento delle spese per migliorie su beni di terzi non separabili (75) (38)

Interventi al Fondo di Garanzia dei Depositanti del Credito Cooperativo (60) (63)

Totale (245) (178)

L’importo di 89 mila euro si riferisce all’esborso per transazioni di cause passive, per la quota non coperta da accantonamenti al fondo rischi ed oneri.

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13.2 | Altri proventi di gestione: composizioneTotale 31.12.2013 Totale 31.12.2012

Recupero imposte e tasse 835 679Rimborso spese legali per recupero crediti 239 117Addebiti a carico di terzi su depositi e c/c 27 26Recuperi spese perizie e visure 75 61Insussistenze e sopravvenienze non riconducibili a voce propria 9 4Commissioni di istruttoria veloce 104 58Altri proventi di gestione 41

Totale 1.330 945

I recuperi di imposte sono riconducibili prevalentemente all’imposta di bollo sui conti correnti, sui libretti di risparmio e sui prodotti finanziari per 687 mila euro ed all’imposta sostitutiva sui finanziamenti a medio/lungo termine per 148 mila euro.

Sezione 14Utili (Perdite) delle partecipazioniVoce 210Alla data di riferimento del bilancio, la Banca non detiene partecipazioni in società controllate, controllate congiuntamente e sottoposte a influenza notevole.

Sezione 15Risultato netto della valutazione al fair value delle attività materiali e immaterialiVoce 220Nel corso dell’esercizio non sono state effettuate valutazioni al fair value su attività materiali o immateriali.

Sezione 16Rettifiche di valore dell’avviamentoVoce 230La Banca non ha iscritto tra le sue attività alcuna voce a titolo di avviamento.

Sezione 17Utili (Perdite) da cessione di investimentiVoce 240

17.1 | Utili (perdite) da cessione di investimenti: composizioneComponente reddituale / Valori Totale 31.12.2013 Totale 31.12.2012

A. Immobili

- Utili da cessione - Perdite da cessioneB. Altre attività (6)

- Utili da cessione - Perdite da cessione (6)Risultato netto (6)

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Sezione 18Le imposte sul reddito dell’esercizio dell’operatività correnteVoce 260Nella presente voce figura l’onere fiscale – pari al saldo fra la fiscalità corrente e quella differita – relativo al reddito dell’esercizio.

18.1 | Imposte sul reddito dell’esercizio dell’operatività corrente: composizione

Componente reddituale / Valori Totale 31.12.2013 Totale 31.12.2012

1. Imposte correnti (-) (1.154) (1.030)

2. Variazioni delle imposte correnti dei precedenti esercizi (+/-) 215

3. Riduzione delle imposte correnti dell'esercizio (+) 10

3.bis Riduzione delle imposte correnti dell'esercizio per crediti d'imposta di cui alla L n.214/2011 (+)

4. Variazione delle imposte anticipate (+/-) 659 327

5. Variazione delle imposte differite (+/-) 10 28

6. Imposte di competenza dell'esercizio (-) (-1+/-2+3+3 bis+/-4+/-5) (476) (459)

Le imposte correnti sono state rilevate in base alla legislazione fiscale vigente. Ai fini IRES, le imposte correnti sono determinate tenendo conto delle disposizioni previste per le società cooperative a mutualità prevalente, introdotte dalla L. 311/2004.

Riepilogo delle imposte sul reddito di competenza dell’esercizio, per tipologia di imposta

Componente reddituale / Valori Totale 31.12.2013 Totale 31.12.2012

IRES (135) (1)

IRAP (340) (458)

Altre imposte

Totale (476) (459)

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18.2 | (IRES) Riconciliazione tra onere fiscale teorico e onere fiscale effettivo di bilancio

IRES Imponibile Imposta

Utile (Perdita) della operatività corrente al lordo delle imposte(Voce 250 del conto economico) 934

Onere fiscale teorico (27,50%) (257)

Maggiore onere fiscale per variazioni in aumento 3.274 (900)

Temporanee

- Variazioni manifestatesi nell'esercizio 2.544

Definitive

- Annullamento variazioni temporanee esercizi precedenti

- Variazioni manifestatesi nell'esercizio 730

Minore onere fiscale per variazioni in diminuzione 1.722 473

Temporanee

- Variazioni manifestatesi nell'esercizio

Definitive

- Annullamento variazioni temporanee esercizi precedenti 482

- Variazioni manifestatesi nell'esercizio 1.171

- Deduzioni fino a concorrenza dell'imponibile fiscale 68

Imponibile (Perdita) fiscale 2.486

Imposta corrente lorda (684)

Addizionale all'IRES 8,5% 45 (4)

Detrazioni

Imposta corrente netta a C.E. (687)

Variazioni delle imposte anticipate / differite / correnti +/- 552

Imposta di competenza dell'esercizio (135)

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18.2 | (IRAP) Riconciliazione tra onere fiscale teorico e onere fiscale effettivo di bilancio

IRAP Imponibile Imposta

Utile (Perdita) della operatività corrente al lordo delle imposte(Voce 250 del conto economico) 934

Onere fiscale teorico (aliquota ordinaria 4,65%) (43)

Voci non rilevanti nella determinazione dell'imponibile: 9.830 (457)

- Ricavi e proventi (-) (3.862)

- Costi e oneri (+) 13.692

Maggiore onere fiscale per variazioni in aumento

Temporanee

- Variazioni manifestatesi nell'esercizio

Definitive

- Annullamento variazioni temporanee esercizi precedenti

- Variazioni manifestatesi nell'esercizio

Minore onere fiscale per variazioni in diminuzione 2.388 111

Temporanee

- Variazioni manifestatesi nell'esercizio

Definitive

- Annullamento variazioni temporanee esercizi precedenti

- Variazioni manifestatesi nell'esercizio 2.388

Valore della produzione 8.376

Imposta corrente (389)

Effetto di maggiorazioni / agevolazioni regionali di aliquota +/- (77)

Imposta corrente effettiva a C.E. (467)

Variazioni delle imposte anticipate / differite / correnti +/- 126

Imposta di competenza dell'esercizio (340)

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Sezione 19Utile (Perdita) dei gruppi di attività in via di dismissione al netto delle imposteVoce 280Nel corso dell’esercizio, la Banca non ha proceduto a cessioni di gruppo di attività.

Sezione 20Altre informazioni

Mutualità prevalenteSi attesta che sussistono e permangono le condizioni di mutualità prevalente.A tal fine, ai sensi del disposto dell’art. 2512 del Codice Civile e dell’art. 35 del D.Lgs. n. 385 del 1993 e delle correlate Istruzioni di Vigilanza, nel corso dell’esercizio la Banca ha rispettato i requisiti previsti in tema di operatività prevalente con i Soci.In particolare, per quanto richiesto dall’art. 35 citato, e così come risultante dalle segnalazioni periodiche invia-te all’Organo di Vigilanza, si documenta che le attività di rischio destinate ai Soci o ad attività a ponderazione zero sono state superiori al 50 % del totale delle stesse nel corso dell’anno. Tale percentuale è pari al 55,13 % ed è calcolata come media degli indici di operatività prevalente rilevati alla fine di ciascun trimestre solare. L’indice di ciascun trimestre è calcolato come rapporto tra le attività di rischio a favore dei soci e a ponderazione zero sul totale delle attività di rischio. Tale criterio è in linea con quanto chiarito dall’Agenzia delle Entrate con la consulenza giuridica del 6 dicembre 2011. Si attesta inoltre che lo Statuto della Banca contiene le clausole richieste dall’art. 2514 Codice Civile e che tali clausole sono state rispettate nell’esercizio.

Sezione 21Utile per azioneLa Banca è una società cooperativa a mutualità prevalente. Si ritengono di conseguenza non significative dette informazioni, tenuto conto della natura della Società.

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Parte DRedditività complessiva

Prospetto analitico della Redditività complessiva

Voci Importo Lordo

Imposte sul reddito

ImportoNetto

10.Utile (Perdita) d'esercizio X X 458Altre componenti reddituali senza rigiro a conto economico20. Attività materiali30. Attività immateriali40. Piani a benefici definiti 35 10 2550. Attività non correnti in via di dismissione60. Quota delle riserve da valutazione delle partecipazioni valutate a patrimonio nettoAltre compnenti reddituali con rigiro a conto economico70. Copertura di investimenti esteri: a) variazione di fair value b) rigiro a conto economico c) altre variazioni80. Differenze di cambio: a) variazione di valore b) rigiro a conto economico c) altre variazioni 90. Copertura dei flussi finanziari: a) variazione di fair value b) rigiro a conto economico c) altre variazioni100. Attività finanziare disponibili per la vendita: 667 220 447 a) variazioni di fair value 549 181 b) rigiro a conto economico 118 39 - rettifiche da deterioramento - utili/perdite da realizzo 118 39 c) altre variazioni110. Attività non correnti in via di dismissione: a) variazioni di fair value b) rigiro a conto economico c) altre variazioni120. Quota delle riserve da valutazione delle partecipazioni valutate a patrimonio netto: a) variazioni di fair value b) rigiro a conto economico - rettifiche da deterioramento - utili/perdite da realizzo c) altre variazioni130. Totale altre componenti reddituali 702 230 472140. Redditività complessiva (Voce 10+130) 702 230 930

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Parte EInformativa sui rischi e sulle relative politiche di copertura

PremessaLa Banca dedica particolare attenzione al governo ed alla gestione dei rischi e nell’assicurare la costante evolu-zione dei propri presidi di carattere organizzativo/procedurale e delle soluzioni metodologiche e strumenti a supporto di un efficace ed efficiente governo e controllo dei rischi, anche in risposta alle modifiche del contesto operativo e regolamentare di riferimento. Da questo punto di vista rilevano:• leimportantiinnovazioniinmateriaderivantidallanuovaregolamentazioneprudenzialeinternazionale,cd.

Basilea 3, che definisce regole più stringenti per i livelli di adeguatezza patrimoniale delle banche e introduce per la prima volta limiti in termini di liquidità e di leva finanziaria. Secondo il dettato di Basilea 3 le nuove regole verranno attuate gradualmente, per consentire al sistema bancario di soddisfare i nuovi requisiti e ridurre l’impatto sull’economia reale. Gli accordi di Basilea 3 sono stati tradotti in legge in Europa attraverso due strumenti legislativi separati: una Direttiva (CRD IV) e un Regolamento (CRR); quest’ultimo include la maggior parte delle disposizioni relative ai requisiti patrimoniali e di liquidità, che saranno direttamen-te vincolanti e applicabili all’interno di ciascuno stato membro dell’Unione Europea. Il 27 giugno 2013 la versione finale del pacchetto legislativo della CRDIV/CRR è stata pubblicata nella Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea ed è entrata il vigore a partire dall’1 gennaio 2014. CRR e CRD IV sono integrati da norme tecniche di regolamentazione o di attuazione approvate dalla Commissione europea su proposta delle autorità europee di supervisione (“ESA”) che danno attuazione alla normativa primaria. Lo scorso 17 dicembre la Banca d’Italia ha emanato la Circolare n.285 - Fascicolo “Disposizioni di vigilanza prudenziale per le banche” (nel seguito anche, per brevità “la Circolare”) con la quale vengono recepite le norme della CRD IV e indicate le modalità attuative della disciplina contenuta nel CRR, delineando un quadro nor-mativo in materia di vigilanza prudenziale integrato con le disposizioni comunitarie di diretta applicazione. A tale proposito, la Banca partecipa alle iniziative e attività progettuali di adeguamento avviate a livello di Categoria, nel corso del 2013;

• ilnuovoquadroregolamentareintrodottodaBancad’Italianelluglio2013,attraversolapubblicazionedellenuove disposizioni di vigilanza prudenziale in materia di Sistema dei controlli interni, sistema informativo e continuità operativa (15° aggiornamento della Circolare n. 263 del 27 dicembre 2006 “Nuove disposizioni di vigilanza prudenziali per le banche”). Le disposizioni in parola introducono alcune novità di rilievo ri-spetto al vigente quadro normativo, al fine di dotare le banche di un sistema dei controlli interni completo, adeguato, funzionale e affidabile. In particolare, sul tema di governo e controllo dei rischi, le nuove norme:- introducono per le banche l’obbligo di definire il quadro di riferimento per la determinazione della pro-

pensione al rischio (Risk Appetite Framework - “RAF”), che fissi ex ante gli obiettivi di rischio/rendimento che l’intermediario intende raggiungere e i conseguenti limiti operativi;

- enfatizzano il ruolo dell’organo con funzione di supervisione strategica nella definizione del modello di business e del Risk Appetite Framework;

- richiedono all’organo con funzione di gestione di avere un’approfondita comprensione di tutti i rischi aziendali e, nell’ambito di una gestione integrata, delle loro interrelazioni reciproche e con l’evoluzione del contesto esterno;

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Bilancio e relazioni · Esercizio 2013

- rivedono profondamente la disciplina delle funzioni aziendali di controllo (nomina e revoca dei responsa-bili; linee di riporto dei responsabili, indipendenza dalle aree di business e tra le funzioni di controllo);

- rafforzano i poteri della funzione di risk management. La funzione, oltre a collaborare alla definizione del Risk Appetite Framework, è chiamata, tra l’altro, a fornire pareri preventivi sulla coerenza delle operazioni di maggiore rilievo con il RAF e destinataria di responsabilità legate alla verifica del corretto monitoraggio andamentale sulle singole posizioni creditizie;

- introducono una disciplina organica sulle esternalizzazioni e una nuova articolata disciplina del sistema informativo e del rischio informatico

- richiedono ai vertici delle banche di porre particolare attenzione alla definizione delle politiche e dei pro-cessi aziendali riguardanti la gestione dei rischi.

La Banca deve conformarsi al nuovo quadro regolamentare entro il 1° luglio 2014, fatte salve alcuni dispo-sizioni per le quali sono previsti differenti e meno stringenti termini per l’adeguamento.

Come richiesto dalla normativa, la Banca ha già inviato lo scorso 31 gennaio 2014 una relazione recante l’autovalutazione della propria situazione aziendale rispetto alle previsioni delle nuova normativa (gap analy-sis), le misure da adottare e la relativa scansione temporale per assicurare il pieno rispetto di tali disposizioni. A tale riguardo la Banca partecipa alle iniziative e attività progettuali avviate a livello di Categoria per sup-portare il percorso di adeguamento con riferimenti interpretativi, metodologici e supporti documentali.

In linea con le disposizioni emanate da Banca d’Italia in tema di Corporate Governance, il modello adottato dalla Banca delinea le principali responsabilità in capo agli organi di governo e controllo al fine di garantire la complessiva efficacia ed efficienza del sistema dei controlli interni. In particolare:• ilConsigliodiAmministrazioneèresponsabiledelsistemadicontrolloegestionedeirischie,nell’ambito

della relativa governance, della definizione, approvazione e revisione degli orientamenti strategici e delle linee guida di gestione dei rischi, nonché degli indirizzi per la loro applicazione e supervisione. Anche sulla base dei riferimenti allo scopo prodotti dalla Direzione Generale, verifica nel continuo l’efficienza e l’efficacia complessiva del sistema di gestione e controllo dei rischi, provvedendo al suo adeguamento tempestivo in relazione alle carenze o anomalie riscontrate, ai cambiamenti del contesto di riferimento, esterno o interno, o derivanti dall’introduzione di nuovi prodotti, attività o processi rilevanti.

• laDirezioneGeneraleèresponsabiledell’attuazionedegliorientamentistrategiciedellelineeguidadefinitidal C.d.A., al quale riporta direttamente in proposito. In tale ambito, predispone le misure necessarie ad assicurare l’istituzione, il mantenimento ed il corretto funzionamento di un efficace sistema di gestione e controllo dei rischi.

• ilCollegioSindacale,nell’ambitodellepropriefunzioniistituzionalidisorveglianza,vigilasull’adeguatezzadel sistema di gestione e controllo dei rischi, sul suo concreto funzionamento e sulla rispondenza ai requisiti stabiliti dalla normativa. Il Collegio Sindacale viene sentito in merito alle decisioni riguardanti la nomina dei responsabili delle funzioni di controllo interno e la definizione degli elementi essenziali dell’architettura complessiva del sistema dei controlli; segnala al Consiglio di Amministrazione le carenze e le irregolarità riscontrate, richiede l’adozione di idonee misure correttive e ne verifica nel tempo l’efficacia.

La Direzione Generale, nell’ambito delle deleghe alla stessa attribuite: • analizzaletematicheafferentiatuttiirischiaziendalialfinedidefinireemantenereaggiornatelepolitiche,

di gestione, controllo e mitigazione dei rischi;• concorrealladefinizionedeiprocessidigestione,controlloemitigazionedeirischi,individuandocompitie

responsabilità delle strutture coinvolte per dare attuazione al modello organizzativo prescelto, assicurando il rispetto dei requisiti di segregazione funzionale e la conduzione delle attività rilevanti in materia di gestione dei rischi da parte di personale qualificato, con adeguato grado di autonomia di giudizio e in possesso di esperienze e conoscenze proporzionate ai compiti da svolgere;

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• verificanelcontinuolafunzionalità, l’efficienzae l’efficaciadelsistemadigestioneecontrollodeirischiinformando in proposito il C.d.A.;

• proponeicriteridelsistemadireportingdirezionaleeversolefunzionidicontrollointerno,individuandonefinalità, periodicità e funzioni responsabili;

• assicuracheleunitàorganizzativecompetentidefiniscanoedapplichinometodologieestrumentiadeguatiper l’analisi, la misurazione/valutazione ed il controllo/mitigazione dei rischi individuati;

• coordina,conilsupportodelComitatodiDirezione, leattivitàdelleunitàorganizzativecoinvoltenellagestione, misurazione/valutazione e il controllo dei singoli rischi.

Nell’attuale configurazione organizzativa del governo dei rischi della banca, un ruolo chiave è svolto dalla Funzione di controllo dei rischi (denominata nell’organigramma aziendale Risk Management. La Funzione è collocata in staff alla Vice Direzione Generale e, pertanto, non dipende da strutture operative o che hanno la responsabilità della gestione dei rischi di non conformità alle norme; tale collocazione ne assicura i profili di autonomia e indipendenza richiesti dalle Disposizioni di Vigilanza vigenti al momento della sua costituzione. In considerazione delle dimensioni aziendali e in applicazione del principio di proporzionalità, al Responsa-bile della Funzione fanno capo anche la Funzione Antiriciclaggio, l’Ufficio Ispettorato / Controlli e l’Ufficio Processi Organizzativi. La posizione organizzativo-funzionale della Funzione, così come la coesistenza in capo al suo Responsabile di ulteriori funzioni sarà in ogni caso oggetto di riflessione nell’ambito delle attività di adeguamento del sistema dei controlli interni della Banca alle nuove disposizioni. La Funzione ha tra i propri compiti principali l’individuazione delle metodologie di misurazione dei rischi, la verifica del rispetto dei limiti assegnati alle varie funzioni operative e il controllo della coerenza dell’operatività delle singole aree aziendali con gli obiettivi di rischio/rendimento definiti dal C.d.A, quantificando il grado di esposizione ai rischi e gli eventuali impatti economici. La Funzione garantisce inoltre l’informativa inerente ai citati profili di analisi e valutazione attraverso opportuni reporting indirizzati alle funzioni operative, alla Direzione Generale e, per il tramite di questa, agli Organi di Governo e Controllo.In particolare la Funzione, pur avvalendosi, nello svolgimento delle proprie mansioni, della collaborazione di altre unità operative aziendali:• èdirettamenteresponsabiledellafaseinizialedelprocessodiautovalutazionedell’adeguatezzadelcapitale,

individuando i rischi cui la Banca è o potrebbe essere esposta, identificando le relative fonti e valutandone la rilevanza attraverso lo sviluppo e analisi di appositi indicatori. In tale ambito raccoglie e analizza i risultati del self assessment condotto, per quanto di competenza, dalle diverse Unità/Aree di Business in merito al monitoraggio dei profili di manifestazione dei diversi rischi ed effettua (o raccoglie le risultanze relative) il calcolo degli indicatori di rilevanza degli stessi;

• sviluppaemanutieneimodellieglistrumentidisupportoperlamisurazione/valutazioneedilmonitoraggiodei rischi;

• coordina,supervisionandonel’esecuzione,icalcolidell’assorbimentodicapitaleattualeeprospetticopercia-scuno dei rischi di I Pilastro (di credito, controparte, di mercato e operativo) ed segue direttamente le misura-zioni dei rischi quantificabili di II Pilastro. Effettua il risk self assessment relativo ai rischi non quantificabili;

• predisponeedeffettuaprovedistress;• determinailcapitaleinternocomplessivo,attualeeprospettico.Nelcondurretaleattivitàtienecontodelle

eventuali esigenze di carattere strategico sottoposte dalla Pianificazione strategica;• supportalaDirezioneGeneralenellosvolgimentoeformalizzazionedell’autovalutazionedell’adeguatezza

del capitale e predispone la documentazione che, previa approvazione da parte del Consiglio di Amministra-zione, costituisce il pacchetto informativo da inviare alla Banca d’Italia.

Con riguardo al processo del credito, che costituisce il principale elemento del business aziendale, la Funzione effettua analisi finalizzate a valutare l’andamento complessivo del rischio di credito della Banca ed è deputata

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Bilancio e relazioni · Esercizio 2013

alla verifica dell’adeguatezza degli strumenti per l’identificazione dei crediti deteriorati, e della metodologia di individuazione dei crediti da sottoporre a valutazione analitica e di definizione dei relativi parametri di valuta-zione e valori di riferimento; valuta la corretta esecuzione e attribuzione delle valutazioni. In tale ambito:• analizzaperiodicamentegli indicatoridirilevanzadefinitinella fasedimisurazioneverificandola forma

tecnica, il settore di attività economica e la provincia di residenza dei prenditori;• analizzastatisticamentel’andamentodelleesposizioni,tramiteilsistemaCSD,ripartendol’analisipercentri

di assunzione di rischio, approfondendo i casi di eventuali variazioni delle condizioni dei mercati immobi-liari e finanziari;

• valutasinteticamentelacapacitàdellegaranzierealiepersonalidicoprirel’esposizionesottostante,inparti-colar modo in relazione ad eventuali variazioni delle condizioni dei mercati immobiliari e finanziari;

• analizzaeventualiconcentrazioniindividuandogliindicatoriprevistiperilrischioomonimo;analizzaipo-tenziali impatti derivanti da variazioni nelle condizioni economiche del prenditore/controparte e da eventi eccezionali, ma plausibili (eventi di stress).

Per quanto riguarda la misurazione del rischio di credito e di controparte monitora:• laquotadipatrimoniocomplessivamenteassorbitoe,separatamente,daiportafogliregolamentari58(“im-

prese ed altri soggetti”), 59 (“esposizioni al dettaglio”) e 62 (“esposizioni garantite da immobili”);• ilrapportotraRWAedesposizionetotale;• irapportitracreditianomali(nelcomplessoeneldettagliopersofferenze,incagliescaduti)eimpieghicom-

plessivi;• l’incidenzadeicreditianomalisugliimpieghipersettore(famiglieealtrisettori);• ilgradodicoperturaperidiversistatidideterioramento;• laquotamarginidisponibilisufidiarevoca;• l’indicedianomaliamediarivenientedall’applicativoCSD;• ilvaloredeglistrumentifinanziari,PCTederivati,chedeterminanoilrischiodicontroparte.

La Banca ha definito la mappa dei rischi rilevanti, che costituisce la cornice entro cui si sviluppano tutte le altre attività di misurazione/valutazione, monitoraggio e mitigazione dei rischi. A tal fine si è provveduto all’indivi-duazione di tutti i rischi relativamente ai quali la Banca è o potrebbe essere esposta, ossia dei rischi che potreb-bero pregiudicare la sua operatività, il perseguimento delle proprie strategie e il conseguimento degli obiettivi aziendali. Per ciascuna tipologia di rischio identificata, sono individuate le relative fonti di generazione (anche ai fini della successiva definizione degli strumenti e delle metodologie a presidio della relativa misurazione e gestione) e le strutture responsabili della gestione. Nello svolgimento di tali attività sono stati presi in conside-razione tutti i rischi contenuti nell’elenco di cui all’Allegato A della Circolare 263/06 (valutandone l’eventuale ampliamento al fine di meglio comprendere e riflettere il business e l’operatività aziendale) tenuto conto: • dellenormativeapplicabilivigenti;• dell’operativitàspecificainterminidiprodottiemercatidiriferimento;• dellepeculiaritàdell’eserciziodell’attivitàbancarianelcontestodelCreditoCooperativo;• degliobiettivistrategicidefinitidalConsigliodiAmministrazione.

Ai fini della determinazione del capitale interno a fronte dei rischi quantificabili, la Banca utilizza le metodolo-gie di calcolo dei requisiti patrimoniali regolamentari per i rischi compresi nel I Pilastro (di credito, contropar-te, di mercato e operativo) e gli algoritmi semplificati indicati dalla cennata normativa per i rischi quantificabili rilevanti e diversi dai precedenti (concentrazione e tasso di interesse del portafoglio bancario). Per quanto riguarda invece i rischi non quantificabili, come già detto, coerentemente con le indicazioni fornite dalla Banca d’Italia nella citata normativa, la Banca ha predisposto adeguati presidi interni di controllo e attenuazione.

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Nel processo di determinazione del capitale interno complessivo la Banca tiene conto, inoltre, dei rischi con-nessi con l’operatività verso soggetti collegati (di natura legale, reputazionale o di conflitto d’interesse), con-siderando, nei casi di superamento dei limiti prudenziali, le relative eccedenze a integrazione della misura del capitale interno complessivo. La determinazione del capitale interno complessivo – effettuato secondo il già cennato approccio “building block” - viene effettuata con riferimento tanto alla situazione attuale, quanto a quella prospettica. Nell’ambito delle attività di misurazione, sono altresì definite ed eseguite prove di stress in termini di analisi semplificate di sensibilità riguardo ai principali rischi assunti. Tenuto conto di quanto pre-visto dalla Circolare n. 263/2006 della Banca d’Italia per gli intermediari di Classe 3, la Banca effettua analisi semplificate di sensibilità relativamente al rischio di credito, al rischio di concentrazione sul portafoglio crediti ed al rischio di tasso di interesse sul portafoglio bancario, sulla base delle indicazioni fornite nella stessa norma-tiva e mediante l’utilizzo delle suddette metodologie semplificate di misurazione dei rispettivi rischi. I relativi risultati, opportunamente analizzati, conducono ad una miglior valutazione dell’esposizione ai rischi stessi e del grado di vulnerabilità dell’azienda al verificarsi di eventi eccezionali ma plausibili. Nel caso in cui l’analisi dei risultati degli stress test evidenzi l’inadeguatezza dei presidi interni posti in essere dalla Banca, viene valutata l’opportunità di adottare appropriate misure organizzative e/o di allocare specifici buffer di capitale interno.Al fine di uno stringente monitoraggio del livello di esposizione ai rischi, la misurazione del capitale interno com-plessivo in chiave attuale viene aggiornata con riferimento alla fine di ciascun trimestre dell’esercizio in corso. Il livello prospettico viene invece determinato con cadenza essenzialmente annuale - in sede di predisposizione del resoconto ICAAP - con riferimento alla fine dell’esercizio in corso, tenendo conto della prevedibile evo-luzione dei rischi e dell’operatività, in stretto raccordo con i processi di pianificazione strategica ed operativa. La configurazione di questi, infatti, tiene conto dei riferimenti rilevanti della Circolare della Banca d’Italia n. 263/2006, in particolare con riguardo alla sostenibilità economica e finanziaria delle scelte strategiche, al governo e alla gestione del rischio di liquidità, all’adeguatezza del capitale a fronte degli assorbimenti generati dall’operatività nonché alla coerenza dell’esposizione aziendale ai rischi rispetto alla propensione definita.A tal fine la Banca:• utilizzailbudgetannualedettagliandoloadeguatamenterispettoallenecessitàdistimadeirischi;• individuaiparametricheinfluenzanol’incidenzadelrischio,prevedendonelafuturaevoluzioneconsideran-

do anche variabili macroeconomiche (andamento del mercato);• definiscelestimedievoluzionedeifattoridirischiocoerenticonipropriscenarieconomiciestrategici;• verificaleprevisionisullabasedellapianificazionepluriennale;• effettuaunastimadell’evoluzionedellevocicontabilichecostituisconoladotazionepatrimonialeindividua-

ta;• considerainoltreleeventualiesigenzedicaratterestrategico.

Per la valutazione dell’adeguatezza patrimoniale, l’importo del fabbisogno di capitale necessario alla copertura dei rischi (capitale interno complessivo) viene confrontato con le risorse patrimoniali disponibili (capitale complessivo), tanto in termini attuali quanto in chiave prospettica. Tenuto anche conto delle proprie specificità normative ed operative, la Banca ha identificato il proprio capitale complessivo nel Patrimonio di Vigilanza, in quanto quest’ultimo – oltre a rappresentare un archetipo dettato da prassi consolidate e condivise – agevola la dialettica con l’Organo di Vigilanza. In caso di scostamenti tra capitale interno complessivo e capitale com-plessivo, il CdA della Banca provvede a deliberare le azioni correttive da intraprendere previa stima degli oneri connessi con il reperimento delle risorse patrimoniali aggiuntive.Il sistema di gestione del rischio di liquidità della Banca è caratterizzato dai seguenti principi fondamentali:• Gestionedelrischiodiliquiditàsulbrevetermine(liquiditàoperativa)ilcuiobiettivoprimarioèquellodi

assicurare alla Banca la capacità di far fronte agli impegni di pagamento quotidiani, ordinari e straordinari, e di operare con una prudenziale posizione finanziaria netta a breve (fino a 12 mesi);

• Gestionedelrischiodiliquiditàamedio/lungotermine(liquiditàstrutturale),laddovel’obiettivoprimario

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è quello di mantenere un adeguato rapporto tra passività a medio/lungo termine e attività a medio/lungo termine, finalizzato ad evitare pressioni sulle fonti di finanziamento, attuali e prospettiche, a breve termine;

• Analisidisensitività:ilrischiodiliquiditàèuneventodiscarsaprobabilitàediforteimpatto.Pertanto,qualile tecniche di stress testing, la Banca periodicamente effettua analisi di sensitività per valutare le potenziali vulnerabilità del bilancio. A fronte di eventi di crisi di mercato, di crisi idiosincratica e loro combinazioni.

• Pianodiemergenzaperfronteggiaresituazionidicrisidiliquidità.

Come precedentemente indicato, al fine di conformarsi alle novità introdotte dalla normativa, la Banca, in stretto raccordo con le attività finalizzate all’impostazione di riferimenti metodologici e organizzativi comuni, in corso a livello associativo, ha avviato specifiche attività progettuali per raccordare, in una visione organica e in un’ottica di gestione integrata dei rischi, gli standard applicati nonché integrare il governo e la gestione dei rischi con i nuovi dettami normativi in argomento.Infatti, lo sviluppo di metodologie, prassi e soluzioni operative (in termini di obiettivi di rischio, definizione di soglie di tolleranza e limiti operativi, flussi informativi, ecc.) implica, nell’ottica dell’adozione di un quadro di riferimento per la determinazione della propensione al rischio (Risk Appetite Framework - “RAF”), la con-duzione di attività più puntuali, formalizzate ed ispirate ad una logica di maggiore organicità nella visione e valutazione dei vari rischi aziendali. Su tale ultimo versante, il percorso che la Banca ha intrapreso per la definizione del Risk Appetite Framework - ovvero il quadro di riferimento che definisce - in coerenza con il massimo rischio assumibile, il business model e il piano strategico - la propensione al rischio, le soglie di tolleranza, i limiti di rischio, le politiche di governo dei rischi, i processi di riferimento necessari per definirli e attuarli - si sviluppa lungo tre principali ambiti di intervento:• Organizzativo,mediante(i)ladefinizionedeicompitidegliorganiedellefunzioniaziendalicoinvoltenel

RAF; (ii) la definizione di linee guida per l’aggiornamento dei documenti organizzativi e di governance con riguardo ai principali profili di rischio (di credito e controparte, di concentrazione, di tasso, di mercato, di liquidità, operativi) e per la gestione delle relative interrelazioni (politiche di governo dei rischi, processo di gestione dei rischi, ICAAP, pianificazione strategica e operativa, sistema dei controlli interni, sistema degli incentivi, operazioni di maggior rilievo, etc.) in un quadro di complessiva coerenza; (iii) la definizione dei flussi informativi inerenti;

• Metodologico,mediante(i)ladefinizionediindicatori,dilineeguidaperlarelativavalorizzazioneelafis-sazione delle soglie inerenti; (ii) la declinazione degli obiettivi e degli indicatori individuati nel sistema dei limiti operativi;

• Applicativo,mediantelaricognizionedegliambitidiinterventosugliattualisupportiapplicativiperlagestionedei rischi e dei processi di vigilanza (misurazione dei rischi, segnalazioni di vigilanza, ICAAP, simulazione/fore-casting, attività di alerting, reporting, ecc.) e la definizione dei requisiti funzionali per il connesso sviluppo.

La Banca, in stretto raccordo con le iniziative progettuali di Categoria per la definizione/l’aggiornamento dei riferimenti metodologici, organizzativi e documentali in materia, ha previsto di avviare specifiche attività di adeguamento delle metodologie e degli strumenti di controllo in essere (o lo sviluppo, laddove necessario) nell’ottica di renderli ulteriormente atti a una gestione e un monitoraggio integrato dei rischi e di assicurarne la coerenza con le proprie strategie e operatività.In tale ambito, la pianificazione nel 2014 delle attività di controllo da parte delle diverse funzioni aziendali è indirizzata secondo canoni di ulteriore integrazione e maggiore coordinamento, con riferimento, in particolare, agli ambiti di potenziale sovrapposizione nelle attività di controllo e/o alle aree che permettono di sviluppare si-nergie, nonché definendo logiche armonizzate di valutazione/misurazione dell’esposizione aziendale ai rischi.

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Sezione 1Rischio di creditoInformazioni di natura qualitativa

1 | Aspetti generaliLe strategie e le politiche creditizie della Banca sono essenzialmente legate alle sue specificità - “mutualità” e “localismo” - definite per legge e dallo statuto sociale e caratterizzate da una moderata propensione al rischio di credito che trova espressione:• nellaprudenteselezionedellesingolecontroparti,attraversounacompletaeaccurataanalisidellacapacità

delle stesse di onorare gli impegni contrattualmente assunti, finalizzata a contenere l’esposizione al rischio di credito;

• nelladiversificazionedelrischiodicredito,individuandoneicreditidiimportolimitatoilnaturalebacinooperativo della Banca, nonché circoscrivendo la concentrazione delle esposizioni su gruppi di clienti connes-si o su singoli rami di attività economica;

• nelcontrolloandamentaledellesingoleposizionieffettuatosiaconprocedurainformatica,siaconun’attivitàdi monitoraggio sistematica sui rapporti che presentano anomalie e/o irregolarità.

La politica commerciale che contraddistingue l’attività creditizia della Banca è, quindi, orientata al sostegno finanziario dell’economia locale e si caratterizza per un’elevata propensione ad intrattenere rapporti di natura fiduciaria e personale con tutti gli operatori (famiglie, micro e piccole imprese, artigiani) del proprio territorio di riferimento verso i quali è erogata la quasi totalità degli impieghi, nonché per una particolare vocazione ope-rativa a favore dei clienti-soci anche mediante scambi non prevalentemente di natura patrimoniale. Peraltro, non meno rilevante è la funzione etica svolta dalla Banca a favore di determinate categorie di operatori econo-mici, anche tramite l’applicazione di condizioni economiche più vantaggiose.In tale contesto, i settori delle famiglie, delle micro e piccole imprese e degli artigiani rappresentano i segmenti di clientela tradizionalmente di elevato interesse per la Banca.L’importante quota degli impieghi rappresentata dai mutui residenziali, offerti secondo diverse tipologie di prodotti, testimonia l’attenzione particolare della Banca nei confronti del comparto delle famiglie.Il segmento delle micro e piccole imprese e quello degli artigiani rappresenta un altro settore di particolare importanza per la Banca. Nel corso dell’anno è continuata l’attività di sviluppo nei confronti di tali operatori economici con una serie di iniziative volte ad attenuare le difficoltà riconducibili alla più generale crisi econo-mica internazionale. Sono state, inoltre, ulteriormente valorizzate le varie convenzioni con i diversi Confidi operanti sul territorio.Sotto il profilo merceologico, la concessione del credito è prevalentemente indirizzata verso i rami di attività economica rappresentati dai Servizi dell’Agricoltura e dell’Edilizia.La Banca è altresì uno dei partner finanziari di riferimento degli enti territoriali, nonché di altri enti locali e di strutture alle stesse riconducibili. L’attività creditizia verso tali enti si sostanzia nell’offerta di forme particolari di finanziamento finalizzate alla realizzazione di specifici progetti oppure al soddisfacimento di fabbisogni finanziari di breve periodo.Oltre all’attività creditizia tradizionale, la Banca è esposta ai rischi di posizione e di controparte con riferimento, rispettivamente, all’operatività in titoli ed in derivati OTC non speculativa.L’operatività in titoli comporta una limitata esposizione della Banca al rischio di posizione specifico in quanto gli investimenti in strumenti finanziari sono orientati verso emittenti (governi centrali, intermediari finanziari e imprese non finanziarie) di elevato standing creditizio.L’esposizione al rischio di controparte dell’operatività in derivati OTC non speculativa è molto contenuta poiché assunta nei confronti dell’Istituto Centrale di Categoria (Iccrea Banca).

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2 | Politiche di gestione del rischio di credito

2.1 | Aspetti organizzativi

Istruzioni Banca d’ItaliaIl rischio di credito continua a rappresentare la componente preponderante dei rischi complessivi cui è esposta la Banca, considerato che gli impieghi creditizi costituiscono circa il 63% dell’attivo patrimoniale.Alla luce di tale circostanza e in ossequio alle disposizioni previste nel Titolo IV, capitolo 11 delle Istruzioni di Vigilanza della Banca d’Italia in materia di controlli interni, la Banca si è dotata di una struttura organizzativa funzionale al raggiungimento di un efficiente ed efficace processo di gestione e controllo del rischio di credi-to. Le citate disposizioni regolamentari hanno trovato abrogazione a seguito dell’introduzione da parte della Banca d’Italia della nuova regolamentazione in tema di “Sistema dei Controlli interni, Sistema Informativo e Continuità operativa”, avvenuta tramite il 15° aggiornamento della Circolare 263/06 nello scorso luglio 2013. In ottemperanza a quanto stabilito nelle nuove disposizioni la Banca deve conformarsi al nuovo quadro regolamentare entro il 1° luglio 2014, fatte salve alcuni disposizioni per le quali sono previsti differenti e meno stringenti termini per l’adeguamento. Come richiesto dalla normativa ed indicato in premessa, la Banca ha trasmesso lo scorso 31 gennaio 2014 una relazione recante l’autovalutazione della propria situazione aziendale rispetto alle previsioni delle nuova normativa (gap analysis) e le misure da adottare e la relativa scansione temporale per assicurare il pieno rispetto di tali disposizioni. In questo ambito, la Banca ha intrapreso specifiche iniziative di carattere di carattere organizzativo ed operativo con riguardo al processo di gestione e controllo del rischio di credito.

Tenuto conto di quanto indicato nel Capitolo 7 della circ. 263/06 (cfr. Allegato A – Par. 2), si ritiene che gli ambiti di intervento volti a rendere pienamente conforme il presidio del rischio ai requisiti normativi attengano al grado di formalizzazione delle politiche di valutazione dei crediti deteriorati, nonché allo sviluppo di control-li di secondo livello più approfonditi sulle singole esposizioni, avuto particolare riguardo a quelle deteriorate. Nella sua attuale configurazione il processo organizzativo di gestione e controllo del credito è ispirato al princi-pio di separatezza tra le attività proprie della fase istruttoria e quelle operative (fatte salve le autonomie attribuite alle filiali, per importi comunque contenuti), nonché tra le attività di gestione e le attività di controllo. Tale segregazione è stata attuata attraverso la costituzione di strutture organizzative separate.L’intero processo di gestione e controllo del credito è disciplinato da un Regolamento interno(e dalle correlate disposizioni attuative) che in particolare:• individualedelegheedipoteridifirmainmateriadierogazionedelcredito;• definisceicriteriperlavalutazionedelmeritocreditizio;• definiscelemetodologieperilrinnovodegliaffidamenti;• definiscelemetodologiedicontrolloandamentaleedimisurazionedelrischiodicredito,nonchéletipologie

di interventi da adottare in caso di rilevazione di anomalie.

In tale ambito, già nel corso del 2012, con riferimento alle operazioni con soggetti collegati, la Banca si è dotata di apposite Procedure deliberative volte a presidiare il rischio che la vicinanza di taluni soggetti ai centri deci-sionali della stessa possa compromettere l’imparzialità e l’oggettività delle decisioni relative alla concessione, tra l’altro, di finanziamenti. In tale prospettiva, la Banca si è dotata anche di strumenti ricognitivi e di una pro-cedura informatica volti a supportare il corretto e completo censimento dei soggetti collegati. Tali riferimenti sono stati integrati, attraverso l’adozione di specifiche politiche, con assetti organizzativi e controlli interni volti a definire i ruoli e le responsabilità degli organi e delle funzioni aziendali in tema di prevenzione e gestione dei conflitti d’interesse, ad assicurare l’accurato censimento dei soggetti collegati, a monitorare l’andamento delle relative esposizioni e il costante rispetto dei limiti definiti, ad assicurare la tempestiva e corretta attivazione

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delle procedure deliberative disciplinate. La banca ha altresì definito livelli di propensione al rischio e soglie di tolleranza coerenti con il proprio profilo strategico e le caratteristiche organizzative. Nel corso del 2013, tali politiche e procedure deliberative sono state integrate ed aggiornate in merito al corretto censimento dei soggetti collegati ex-ante – vale a dire prima ed indipendentemente dal fatto di aver instaurato relazioni creditizie o di altra natura con detti soggetti – ed ex- post – vale a dire al momento dell’in-staurazione di rapporti. Attualmente la banca è strutturata in nove agenzie di rete, raggruppate nella provincia di Foggia ognuna diretta e controllata da un responsabile.L’Area Rischi Creditizi è l’organismo centrale delegato al governo dell’intero processo del credito (Concessione e Revisione; Monitoraggio; Gestione del contenzioso), nonché al coordinamento ed allo sviluppo degli affari creditizi e degli impieghi sul territorio. La ripartizione dei compiti e responsabilità all’interno di tale Area è volta a realizzare la segregazione di attività in conflitto di interesse. In particolare, all’interno dell’Area Rischi Creditizi, in via indipendente dalle risorse titolari di deleghe in materia di erogazione del credito, l’Ufficio Monitoraggio Andamentale Crediti è delegato al monitoraggio sistematico delle posizioni ed alla rilevazione delle posizioni “problematiche”, nonché al coordinamento e alla verifica del monitoraggio delle posizioni svolto dai preposti di filiale.La Funzione Risk Management, in staff alla Vice Direzione Generale, svolge l’attività di controllo sulla gestio-ne dei rischi, attraverso un’articolazione dei compiti derivanti dalle tre principali responsabilità declinate nelle citate Istruzioni di Vigilanza della Banca d’Italia (concorrere alla definizione delle metodologie di misurazione dei rischi; verificare il rispetto dei limiti assegnati alle varie funzioni operative; e controllare la coerenza dell’ope-ratività delle singole aree produttive con gli obiettivi di rischio/rendimento assegnati).

2.2 | Sistemi di gestione, misurazione e controlloCon riferimento all’attività creditizia del portafoglio bancario, l’Area Rischi Creditizi, come già detto, assicura la supervisione ed il coordinamento delle fasi operative del processo del credito, delibera nell’ambito delle pro-prie deleghe ed esegue i controlli di propria competenza.A supporto delle attività di governo del processo del credito, la Banca ha attivato procedure specifiche per le fasi di istruttoria/delibera, di rinnovo delle linee di credito e di monitoraggio del rischio di credito. In tutte le citate fasi la Banca utilizza metodologie quali-quantitative di valutazione del merito creditizio della contropar-te, supportate da procedure informatiche sottoposte a periodica verifica e manutenzione.I momenti di istruttoria/delibera e di revisione delle linee di credito sono regolamentati da un iter deliberativo in cui intervengono le diverse unità operative competenti, appartenenti sia alle strutture centrali che a quelle di rete, in coerenza con i livelli di deleghe previsti. Tali fasi sono supportate, anche al fine di utilizzare i dati rivenienti da banche dati esterne, dalla procedura (PEF) che consente la verifica (da parte di tutte le funzioni preposte alla gestione del credito) dello stato di ogni posizione già affidata o in fase di affidamento, nonché di ricostruire il processo che ha condotto alla definizione del merito creditizio dell’affidato (attraverso la rilevazio-ne e l’archiviazione del percorso deliberativo e delle tipologie di analisi effettuate). In sede di istruttoria, per le richieste di affidamenti di rilevante entità, la valutazione, anche prospettica, si struttura su più livelli e si basa prevalentemente su dati quantitativi e oggettivi, oltre che - come abitualmente avviene - sulla conoscenza personale e sull’approfondimento della specifica situazione economico-patrimoniale della controparte e dei suoi garanti. Analogamente, per dare snellezza alle procedure, sono stati previsti due livelli di revisione: uno, di tipo semplificato con formalità ridotte all’essenziale, riservato al rinnovo dei fidi di importo limitato riferiti a soggetti che hanno un andamento regolare; l’altro, di tipo ordinario, per la restante tipologia di pratiche.

La definizione delle metodologie per il controllo andamentale del rischio di credito ha come obiettivo l’attiva-zione di una sistematica attività di controllo delle posizioni affidate da parte dell’Ufficio Monitoraggio Anda-mentale Crediti e dei referenti di rete (responsabili dei controlli di primo livello), in stretta collaborazione con la struttura commerciale (Filiali, Area Affari, Direzione).

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In particolare, l’addetto/gli addetti delegati alla fase di controllo andamentale hanno a disposizione una molte-plicità di elementi informativi che permettono di verificare le movimentazioni dalle quali emergono situazioni di tensione o di immobilizzo dei conti affidati.La procedura informatica “Monitora”, adottata dalla Banca, consente di estrapolare periodicamente tutti i rapporti che possono presentare sintomi di anomalia andamentale. Il costante monitoraggio delle segnalazioni fornite dalla procedura consente, quindi, di intervenire tempestivamente all’insorgere di posizioni anomale e di prendere gli opportuni provvedimenti nei casi di crediti problematici.Le posizioni affidate, come già accennato, vengono controllate anche utilizzando le informazioni fornite dalle Centrali dei Rischi.Tutte le posizioni fiduciarie sono inoltre oggetto di riesame periodico, svolto per ogni singola controparte/gruppo di clienti connessi da parte delle strutture competenti per limite di fido.Le valutazioni periodiche del comparto crediti sono confrontate con i benchmark, le statistiche e le rilevazioni prodotti dall’applicativo CSD.Il controllo delle attività svolte dall’Area Rischi Creditizi è assicurato dalla Funzione Risk Management in staff alla Vice Direzione Generale.La normativa interna sul processo di gestione e controllo del credito è oggetto di aggiornamento costante.Si conferma l’adesione della Banca al progetto nazionale del Credito Cooperativo per la definizione di un siste-ma gestionale di classificazione “ordinale” del merito creditizio delle imprese (Sistema CRC). Coerentemente con le specificità operative e di governance del processo del credito delle BCC-CR, il Sistema CRC è stato disegnato nell’ottica di realizzare un’adeguata integrazione tra le informazioni quantitative (Bilancio; Centrale dei Rischi; Andamento Rapporto e Settore merceologico) e quelle qualitative accumulate in virtù del peculiare rapporto di clientela e del radicamento sul territorio. Tale Sistema, quindi, consente di attribuire una classe di merito all’impresa cliente, tra le undici previste dalla scala maestra di valutazione, mediante il calcolo di un punteggio sintetico (scoring) sulla base di informazioni (quantitative e qualitative) e valutazioni (oggettive e soggettive) di natura diversa. Pertanto, risponde all’esigenza di conferire maggiore efficacia ed efficienza al processo di gestione del credito, soprattutto attraverso una più oggettiva selezione della clientela e un più strut-turato processo di monitoraggio delle posizioni.Per il calcolo dello scoring dell’impresa, come già detto, oltre ai dati quantitativi, il Sistema CRC prevede l’uti-lizzo da parte dell’analista di un questionario qualitativo standardizzato, strutturato in quattro profili di analisi dell’impresa (governance, rischi, posizionamento strategico e gestionale). Il processo di sintesi delle informazioni qualitative elementari è essenzialmente di tipo judgmental. Peraltro, in relazione ad alcuni profili di valutazione non incorporabili nella determinazione del rating di controparte in quanto a maggiore contenuto di soggetti-vità, il sistema CRC attribuisce all’analista, entro un margine predeterminato corrispondente ad un livello di notch, la possibilità di modificare il rating di controparte prodotto dal sistema stesso. A fronte di tale significati-vo spazio concesso alla soggettività dell’analista, è prevista la rilevazione e l’archiviazione delle valutazioni svolte dagli stessi analisti del credito (principio della tracciabilità del percorso di analisi e delle valutazioni soggettive).A tale riguardo prosegue, quindi, l’impegno a favore di un corretto inserimento del CRC nel processo del credito e nelle attività di controllo, anche attraverso l’attività di formazione e di addestramento del personale della Banca. Nel contempo, sempre a livello di Categoria, sono state ultimate le attività di analisi finalizzate a specializzare il Sistema CRC per la valutazione di particolari tipologie controparti. Clienti. Nel corso del 2011 è stato reso operativo il nuovo modulo CRC privati. Questo modulo prevede il calcolo di un paio di score: lo score di affidamento da utilizzare nelle fasi istruttorie e lo score comportamentale per la clientela già affidata.Obiettivo del modulo è di mettere a disposizione delle BCC uno strumento snello considerato che le contro-parti privati si caratterizzano per affidamenti di importo contenuto ma di elevata numerosità.Lo score comportamentale è finalizzato ad un monitoraggio della rischiosità del portafoglio privati ed è input del calcolo dello score di affidamento.Il modulo imprese ha visto l’inserimento di specifici sotto moduli per le piccole e micro imprese.

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In particolare, sono stati creati tre sottomoduli:1. Ditte individuali;2. Imprese Agricole;3. Contribuenti minimi.

I moduli si caratterizzano per quanto riguarda l’area bilancio dall’inserimento di dati acquisibili dalle dichiara-zioni fiscali del cliente, e dalla presenza di un questionario ASQ semplificato.Per quanto riguarda le imprese si è introdotto un modulo per la valutazione delle cooperative sociali. Il nuovo modulo si caratterizza per un nuovo questionario ad hoc ed una minor ponderazione dell’area bilancio a favore del questionario di analisi strategico qualitativa.Continuano le attività di sperimentazione del modulo opzionale per la valutazione delle eventuali garanzie prestate al fine di valutare l’operazione nel suo complesso. Il 2013 ha visto ha visto il realizzarsi di una serie di importanti interventi manutentivi. L’anagrafe è stata aggior-nata con la settorizzazione ATECO. Si è provveduto ad aggiornare le tabelle dei punteggi delle aree di indagine via ricalcolo dei decili e l’area rischio settore.Per quanto riguarda il modulo Privati verso la fine del 2013 si è dato corso alla sistemazione del modulo delle variabili creditizie. È stata aggiornata la reportistica e realizzato il report “matrice di transizione” per le contro-parti Imprese. Questo report permette di apprezzare l’evoluzione della rischiosità della clientela.Ai fini della determinazione del requisito patrimoniale minimo per il rischio di credito la Banca adotta la metodologia standardizzata e, in tale ambito, ha deciso di utilizzare le valutazioni del merito creditizio rila-sciate dalla seguente ECAI Moody’s, agenzia autorizzata dalla Banca d’Italia, per la determinazione dei fattori di ponderazione delle esposizioni ricomprese nel portafoglio “Amministrazioni centrali e banche centrali” e, indirettamente, “Intermediari vigilati”, “Enti del settore pubblico” e “Enti territoriali”.

Il declassamento dell’Italia da parte dell’agenzia Moody’s nel luglio 2012, ha portato il giudizio sul debito ita-liano da A3 con prospettive negative a Baa2 con prospettive negative. Il downgrading applicato dall’Agenzia, rispetto al mapping della Banca d’Italia, ha determinato per i rating a lungo termine il passaggio alla classe di merito di credito inferiore, la 3. Conseguentemente, nell’ambito della metodologia standardizzata, applicata dalla banca per la determinazione del requisito patrimoniale minimo per il rischio di credito, ha comportato l’innalzamento dal 50 al 100% del fattore di ponderazione applicato alle esposizioni non a breve termine verso o garantite da intermediari vigilati italiani e alle esposizioni verso o garantite da enti del settore pubblico diverse da quelle con durata originaria inferiore ai 3 mesi.Con riferimento al processo interno di valutazione dell’adeguatezza patrimoniale (ICAAP) la Banca utilizza l’algoritmo semplificato cd. Granularity Adjustment (Cfr. allegato B, Titolo III, Capitolo 1 Circ. 263/06) per la quantificazione del capitale interno a fronte del rischio di concentrazione per singole controparti o gruppi di clienti connessi.Inoltre, la Banca esegue periodicamente prove di stress con riferimento ai rischi di credito e di concentrazione citati attraverso analisi di sensibilità che si estrinsecano nel valutare gli effetti sugli stessi rischi di eventi speci-fici. Anche se il programma delle prove di stress assume un ruolo fondamentale nella fase di autovalutazione dell’adeguatezza patrimoniale della Banca, tuttavia la finalità delle stesse non si esaurisce con la stima di un eventuale supplemento di capitale interno per le diverse tipologie di rischio interessate. La Banca può infatti individuare e adottare azioni di mitigazione ordinarie e straordinarie ulteriori in risposta a crescenti livelli di rischiosità sperimentati.Con riferimento al rischio di credito, la Banca effettua lo stress test annualmente secondo le seguenti modalità: • ilcapitaleinternonecessarioafrontedelnuovolivellodirischiositàdelportafogliobancariovieneridefinito

sulla base dell’incremento dell’incidenza delle esposizioni deteriorate sugli impieghi aziendali dovuto al peg-gioramento inatteso della qualità del credito della Banca. L’impatto patrimoniale viene misurato come mag-giore assorbimento patrimoniale a fronte del rischio di credito in relazione all’aumento delle ponderazioni

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Bilancio e relazioni · Esercizio 2013

applicate. Viene inoltre determinato l’impatto sul capitale complessivo (patrimonio di vigilanza), derivante dalla riduzione dell’utile atteso per effetto dell’incremento delle svalutazioni dei crediti;

Con riferimento all’operatività sui mercati mobiliari, sono attive presso l’Area Amministrativa della Banca momenti di valutazione e controllo sia in fase di acquisto degli strumenti finanziari, sia in momenti successivi nei quali periodicamente viene analizzata la composizione del comparto per asset class/portafoglio Ias/Ifrs, identificato e determinato il livello di rischio specifico oppure di controparte, nonchè verificato il rispetto dei limiti e delle deleghe assegnate.

2.3 | Tecniche di mitigazione del rischio di creditoConformemente agli obiettivi ed alle politiche creditizie definite dal CdA, le tecniche di mitigazione del rischio di credito utilizzate dalla Banca si sostanziano nell’acquisizione di differenti fattispecie di protezione del credito di tipo reale e personale, per l’operatività di impiego alla clientela ordinaria.Relativamente all’operatività di impiego alla clientela ordinaria le citate forme di garanzia sono, ovviamente, richieste in funzione dei risultati della valutazione del merito di credito della clientela e della tipologia di affi-damento domandata dalla stessa.A dicembre 2013 circa il90% delle esposizioni verso la clientela risultava assistito da forme di protezione del credito, di cui 85% da garanzie reali e il 15% da garanzie personali. Anche nel corso del 2013 sono state condotte specifiche attività finalizzate alla verifica dei requisiti di am-missibilità stabiliti dalla normativa prudenziale in materia di Credit Risk Mitigation (CRM) e all’eventuale adeguamento delle forme di garanzia adottate. Con riferimento all’attività sui mercati mobiliari, considerato che la composizione del portafoglio è orientata verso primari emittenti con elevato merito creditizio, non sono richieste al momento particolari forme di mi-tigazione del rischio di credito.La principale concentrazione di garanzie reali (principalmente ipotecarie) è legata a finanziamenti a clientela retail (a medio e lungo termine). Tuttavia, allo stato attuale, la Banca non valuta e gestisce il rischio di concen-trazione con riferimento alle garanzie.

Garanzie realiPer quanto concerne le forme di garanzia reale, la Banca accetta diversi strumenti a protezione del credito costituiti dalle seguenti categorie:Garanzie ipotecarie• ipotecasubeniimmobiliresidenziali;• ipotecasuimmobilicommerciali;

Garanzie finanziarie• Pegnosutitoliobbligazionari;• Pegnosutitoliazionariquotati;• Pegnosudepositiincontanti;• Pegnosupolizzeassicurativevita:• Cessionediunquintodellostipendio;• Polizzafideiussoria;• Fideiussionespecifica/generica;• Avallo.

Tutte le tipologie di garanzia acquisibili dalla Banca sono inserite nel processo strutturato di gestione delle garanzie reali condividendone quindi tutte le fasi in cui è composto.

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Con riferimento all’acquisizione, valutazione e gestione delle principali forme di garanzia reale, la Banca ha definito specifiche politiche e procedure, anche al fine di assicurare il soddisfacimento dei requisiti previsti dalla normativa per il loro riconoscimento ai fini prudenziali al momento della costituzione della protezione e per tutta la durata della stessa.In particolare:• sonopredispostepoliticheeproceduredocumentateconriferimentoalletipologiedistrumentidiCRMuti-

lizzati a fini prudenziali, al loro importo, all’interazione con la gestione del profilo di rischio complessivo;• sonoadottatetecnicheeprocedurevoltealrealizzotempestivodelleattivitàposteaprotezionedelcredito;• sonoaffidatiastrutturecentralizzateicompitidicontrollosuiprofilidicertezzagiuridica;• sonosviluppatiepostiinusostandarddellacontrattualisticautilizzata;• lediversetipologiedigaranzieaccettateeleconnessepolitichecreditiziesonochiaramentedocumentatee

divulgate.

È inoltre assicurata la presenza di un sistema informativo a supporto delle fasi del ciclo di vita della garanzia (acquisizione, valutazione, gestione, rivalutazione, realizzo).Le misure di controllo cui è soggetta la concessione del credito con acquisizione di garanzie reali sono differen-ziate per tipologia di garanzia. Relativamente alle garanzie ipotecarie su immobili, le politiche e le procedure aziendali assicurano che siano sempre acquisite e gestite con modalità atte a garantirne l’opponibilità in tutte le giurisdizioni pertinenti e l’escutibilità in tempi ragionevoli.In tale ambito, la Banca ha definito specifiche politiche e procedure interne con riguardo:• allanondipendenzadelvaloredell’immobileinmisurarilevantedalmeritodicreditodeldebitore;• allaindipendenzadelsoggettoincaricatodell’esecuzionedellastimadell’immobile;• allapresenzadiun’assicurazionecontroilrischiodannisulbeneoggettodigaranzia.Inparticolare,labanca

si è dotata in tale ambito di tecniche e procedure che assicurino l’efficacia ed il buon esito del vincolo posto ex art. 2742 c.c. sulle somme dovute dall’assicuratore, anche attivando, se del caso, le iniziative, previste dalla medesima norma volte a consentire il pieno soddisfacimento delle proprie ragioni creditorie;

• allamessainoperadiun’adeguatasorveglianzasulvaloredell’immobile,alfinediverificarelasussistenzaneltempo dei requisiti che permettono di beneficiare di un minor assorbimento patrimoniale sulle esposizioni garantite;

• alrispettodelrapportomassimotrafidorichiestoevaloredellagaranzia(loan-to-value):80%pergliim-mobili residenziali e 50% per quelli commerciali. Qualora venga superato tale limite deve essere valutata l’opportunità di richiedere un’idonea garanzia integrativa;

• alladestinazioned’usodell’immobileeallacapacitàdirimborsodeldebitore.

Il processo di sorveglianza sul valore dell’immobile oggetto di garanzia è svolto attraverso l’utilizzo di metodi statistici. Al riguardo, l’attività di valutazione è effettuata:• almenoogni3annipergliimmobiliresidenziali;• annualmentepergliimmobilidinaturanonresidenziale.

Per le esposizioni rilevanti (ossia di importo superiore a 3 milioni di euro o al 5 per cento del patrimonio di vigilanza della Banca) la valutazione è in ogni caso rivista da un perito indipendente almeno ogni 3 anni.

Con riguardo alle garanzie reali finanziarie la Banca, sulla base delle politiche e processi per la gestione dei rischio di credito e dei limiti e deleghe operative definite, indirizza l’acquisizione delle stesse esclusivamente a quelle aventi ad oggetto attività finanziarie delle quali l’azienda è in grado di calcolare il fair value con cadenza

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Bilancio e relazioni · Esercizio 2013

almeno semestrale (ovvero ogni qualvolta esistano elementi che presuppongano che si sia verificata una dimi-nuzione significativa del fair value stesso).

La Banca ha, inoltre, posto in essere specifici presidi e procedure atte a garantire i seguenti aspetti rilevanti per l’ammissibilità a fini prudenziali delle garanzie in argomento:• assenzadiunarilevantecorrelazionepositivatrailvaloredellagaranziafinanziariaeilmeritocreditiziodel

debitore;• specificipresidiagaranziadellaseparatezzaesterna(trapatrimoniodeldepositarioebeneoggettodigaran-

zia) e della separatezza interna (tra i beni appartenenti a soggetti diversi e depositati presso i terzi); qualora l’attività oggetto di garanzia sia detenuta presso terzi;

• durataresiduadellagaranzianoninferioreaquelladell’esposizione.

Nell’ambito delle politiche di rischio aziendali, inoltre, viene ritenuto adeguato un valore della garanzia com-preso tra il 100% ed il 200% del fido concesso alla controparte, in relazione alla natura del pegno. Nei casi in cui il valore del bene in garanzia sia soggetto a rischi di mercato o di cambio, la Banca utilizza il concetto di scarto di garanzia, misura espressa in percentuale sul valore della garanzia offerta, determinata in funzione della volatilità del valore del titolo. In fase di delibera viene considerata come garantita la sola parte del finanziamen-to coperta dal valore del bene al netto dello scarto.La sorveglianza delle garanzie reali finanziarie, nel caso di pegno su titoli, avviene attraverso il monitoraggio del rating dell’emittente/emissione e la valutazione del fair value dello strumento finanziario a garanzia. Viene richiesto l’adeguamento delle garanzie per le quali il valore di mercato risulta inferiore al valore di delibera al netto dello scarto.

Garanzie personaliCon riferimento alle garanzie personali, le principali tipologie di garanti sono rappresentate da imprenditori e partner societari correlati al debitore nonché, nel caso di finanziamenti concessi a favore di imprese individuali e/o persone fisiche, anche da congiunti del debitore stesso. Meno frequentemente il rischio di insolvenza è coperto da garanzie personali fornite da altre società (generalmente società appartenenti allo stesso gruppo economico del debitore), oppure prestate da istituzioni finanziarie e compagnie assicurative.Nel caso di finanziamenti a soggetti appartenenti a determinate categorie economiche (artigiani, commercian-ti, etc.) la Banca acquisisce specifiche garanzie (sussidiarie o a prima richiesta) prestate da parte dei consorzi fidi di appartenenza.Le suddette forme di garanzia, nella generalità dei casi, non consentono un’attenuazione del rischio di credito in quanto prestate da soggetti “non ammessi” ai fini della nuova normativa prudenziale. Costituiscono un’eccezione le garanzie personali prestate da consorzi fidi iscritti nell’elenco speciale ex art. 107 t.u.b. e da enti del settore pubblico/territoriali.Nel caso in cui una proposta di finanziamento preveda garanzie personali di terzi l’istruttoria si estende anche a questi ultimi. In particolare, in relazione alla tipologia di fido garantito ed all’importo, si sottopone a verifica e analisi:• lasituazionepatrimonialeeredditualedelgarante,anchetramitelaconsultazionedelleappositebanchedati;• l’esposizioneversoilsistemabancario;• leinformazionipresentinelsistemainformativodellabanca;• l’eventualeappartenenzaadungruppoelarelativaesposizionecomplessiva.

Eventualmente, a discrezione dell’istruttore in relazione all’importo della garanzia, l’indagine sarà estesa alle altre centrali rischi.Se il garante è rappresentato da una società, e comunque quando ritenuto necessario in considerazione del rischio e dell’importo del finanziamento, oltre al riscontro delle informazioni prodotte dalle rete nell’apposito

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modulo riservato al garante, si procede allo sviluppo del merito creditizio del soggetto garante, con le stesse modalità previste per il richiedente.

2.4 | Attività finanziarie deteriorateLa Banca è organizzata con strutture e procedure informatiche per la gestione, la classificazione e il controllo dei crediti.Coerentemente con quanto dettato dai principi contabili IAS/IFRS, ad ogni data di bilancio viene verificata la presenza di elementi oggettivi di perdita di valore (impairment) su ogni strumento finanziario ovvero gruppo di strumenti finanziari.Le posizioni che presentano un andamento anomalo sono classificate in differenti categorie di rischio. Sono classificate tra le sofferenze le esposizioni nei confronti di soggetti in stato di insolvenza o in situazioni sostan-zialmente equiparabili; tra le partite incagliate le posizioni in una situazione di temporanea difficoltà che si prevede possa essere rimossa in un congruo periodo di tempo; come crediti ristrutturati le posizioni per le quali la banca acconsente, a causa del deterioramento delle condizioni economico-finanziarie del debitore, ad una modifica delle condizioni contrattuali originarie; in seguito alla modifica delle disposizioni di vigilanza pruden-ziale, sono state incluse tra le esposizioni deteriorate anche le posizioni scadute e/o sconfinanti da oltre 90 (past due). Questa modifica ha comportato l’introduzione di una nuova categoria contabile nella quale vengono classificate le posizioni con tali caratteristiche e l’inclusione dello sconfinamento continuativo tra gli elementi da considerare ai fini del monitoraggio e della rilevazione dei crediti problematici per favorire la sistemazione dell’anomalia anteriormente al raggiungimento dei giorni di sconfinamento previsti per la classificazione del nuovo stato. In vista delle nuove regole in tema di impairment che saranno introdotte dall’IFRS 9, la cui applicazione se-guirà le tempistiche previste dallo IASB e che sostituirà l’attuale IAS 39, la Banca prende parte alle iniziative avviate a livello di Categoria finalizzate a supportare le BCC-CR alle modifiche alla disciplina contabile e di bilancio. Secondo il nuovo modello di impairment previsto dall’IFRS 9 la rettifica di valore sarà calcolata non più sulla perdita registrata ma sulla perdita attesa. Pertanto nel progetto di Categoria sono state avviate le analisi pro-pedeutiche all’individuazione degli interventi sulle procedure e sui sistemi informativi e gestionali, necessari per l’implementazione. Sono state quindi avviate attività a supporto della conduzione di una ricognizione strutturata presso i centri applicativi di Sistema in merito all’estensione e profondità dei dati disponibili, con l’obiettivo di valutare compiutamente, nell’ottica della costruzione del modello di impairment a tendere, l’at-tuale patrimonio informativo, la complessità di estrazione e trattamento, le soluzioni necessarie per il relativo completamento. Ciò anche alla luce dell’incidenza sull’ammontare delle rettifiche di valore richieste da tale modello, potenzialmente significativa in particolare alla data di prima applicazione, della capacità di ricostruire l’evoluzione della qualità creditizia degli strumenti finanziari rispetto al momento dell’erogazione o dell’acqui-sto del credito. Tali attività progettuali consentono l’individuazione e condivisione delle informazioni utili ai fini della valu-tazione degli aspetti metodologici legati alla stima dei parametri di rischio per le svalutazioni dei portafoglio crediti sulla base del nuovo modello. In tale ambito si è tenuto conto delle esigenze connesse con l’impianto della nuova segnalazione richiesta dalla Banca d’Italia relativamente alle perdite storicamente registrate sulle posizioni in default (Circolare 284/13).

La responsabilità e la gestione complessiva dei crediti deteriorati è affidata all’Ufficio Recupero Crediti dipen-dente dall’Area Rischi Creditizi. Detta attività si estrinseca principalmente nel:• monitoraggiodellecitateposizioniinsupportoalleagenziedireteallequalicompetonoicontrollidiprimo

livello;• concordareconilgestoredellarelazionegliinterventivoltiaripristinarelaregolaritàandamentaleoilrientro

delle esposizioni oppure piani di ristrutturazione;

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Bilancio e relazioni · Esercizio 2013

• determinareleprevisionidiperditesulleposizioni;• proporreagliorganisuperioricompetentiilpassaggioa“sofferenza”diquelleposizionicheacausadisoprag-

giunte difficoltà non lasciano prevedere alcuna possibilità di normalizzazione.

La metodologia di valutazione delle posizioni segue un approccio analitico commisurato all’intensità degli approfondimenti ed alle risultanze che emergono dal continuo processo di monitoraggio.

La attività di recupero relative alle posizioni classificate a sofferenza sono gestite esclusivamente dall’Ufficio Recupero Crediti, con l’ausilio dei legali esterni, posizionato all’interno dell’Area Rischi Creditizi della Banca. Anche in questo caso la metodologia di valutazione delle posizioni segue un approccio analitico.

Informazioni di natura quantitativa

A. Qualità del credito

A.1 | Esposizioni creditizie deteriorate e in bonis: consistenze, rettifiche di valore, dinamica, distribuzione economica e territoriale

A.1.1 | Distribuzione delle esposizioni creditizie per portafogli di appartenenza e per qualità creditizia (valori di bilancio)

Portafogli / Qualità Sofferenze Incagli Esposizioni ristrutturate

Esposizioni scadute

deteriorate

Esposizioni scadute non deteriorate

Altre attività Totale

1. Attività finanziarie detenute per la negoziazione 11.021 11.021

2. Attività finanziarie disponibili per la vendita 92.947 92.947

3. Attività finanziarie detenute sino alla scadenza 7.587 7.587

4. Crediti verso banche 48.863 48.863

5. Crediti verso clientela 13.006 13.643 3.431 21.706 237.953 289.739

6. Attività finanziarie valutate al fair value 93 58 832 983

7. Attività finanziarie in corso di dismissione

8. Derivati di copertura

Totale al 31.12.2013 13.099 13.643 3.431 21.764 399.203 451.140

Totale al 31.12.2012 10.563 10.715 3.916 21.173 352.241 398.609

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A.1.2 | Distribuzione delle esposizioni creditizie per portafogli di appartenenza e per qualità creditizia (valori lordi e netti)

Portafogli / Qualità

Attività deteriorate In bonisTotale

(esposizione netta)Esposizione

lordaRettifiche specifiche

Esposizione netta

Rettifichedi

portafoglioEsposizione

nettaTotale

(esposizione netta)

1. Attività finanziarie detenute per la negoziazione X X 11.021 11.021

2. Attività finanziarie disponibili per la vendita 92.947 92.947 92.947

3. Attività finanziarie detenute sino alla scadenza 7.587 7.587 7.587

4. Crediti verso banche 48.863 48.863 48.863

5. Crediti verso clientela 43.635 13.556 30.079 261.397 1.738 259.660 289.739

6. Attività finanziarie valutate al fair value 94 94 X X 890 983

7. Attività finanziarie in corso di dismissione

8. Derivati di copertura X X

Totale al 31.12.2013 43.729 13.556 30.173 410.794 1.738 420.967 451.140

Totale al 31.12.2012 36.140 10.945 25.195 363.463 1.640 373.414 398.609

A.1.2.1 | Dettaglio del portafoglio crediti verso la clientela delle esposizioni in bonis oggetto di rinegoziazione nell’ambito di accordi collettivi e delle altre esposizioni

Tipologie esposizioni /Valori

A. esposizioni in bonis oggetto di rinegoziazionenell’ambito di accordi collettivi (1) B. Altre esposizioni in bonis

totale crediti verso la clientela in bonis

Esposizioni non

scadute

Esposizioni scaduteEsposizioni

non scadute

Esposizioni scadute

sino a 3 mesi

da oltre 3 mesi

a 6 mesi

da oltre 6 mesi

a 1 annooltre

1 annosino a 3 mesi

da oltre 3 mesi

a 6 mesi

da oltre 6 mesi

a 1 annooltre

1 anno

Esposizioni lorde 3.957 235.482 19.925 714 780 539 261.397

Rettifiche di portafoglio 27 1.516 172 11 7 4 1.737

Esposizioni nette 3.930 233.966 19.753 703 773 535 259.660

Non vengono illustrate le esposizioni creditizie degli altri portafogli, diversi dai crediti verso clientela, in quanto non oggetto di rinegoziazione.(1) solo accordi collettivi o previsioni legislative che prevedono la sospensione delle rate (quota capitale):•accordoquadroABI-MEFstipulatoaisensidell’art.12dellaleggen.2/2009-FondoSolidarietà(diconver-

sione del D.L. N. 185/2008);•avvisocomuneperlasospensionedeidebitidellepiccoleemedieimprese;•accordoperlasospensionedelrimborsodeimutuistipulatofraABIeassociazionedeiconsumatoristipulato

il 18/12/2009 nell’ambito del “Piano famiglia”.

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Bilancio e relazioni · Esercizio 2013

A.1.3 | Esposizioni creditizie per cassa e fuori bilancio verso banche: valori lordi e netti

Tipologie esposizioni / Valori Esposizione lorda

Rettifiche di valore specifiche

Rettifiche di valore

di portafoglioEsposizione

netta

A. ESPOSIZIONI PER CASSA

a) Sofferenze X

b) Incagli X

c) Esposizioni ristrutturate X

d) Esposizioni scadute X

e) Altre attività 69.132 X 69.132

TOTALE A 69.132 69.132

B. ESPOSIZIONI FUORI BILANCIO

a) Deteriorate X

b) Altre 6.426 X 6.426

TOTALE B 6.426 6.426

TOTALE A + B 75.558 75.558

Le esposizioni per cassa comprendono tutte le attività finanziarie per cassa, qualunque sia il portafoglio di allocazione contabile. Le “esposizioni fuori bilancio” includono tutte le esposizioni verso banche, diverse da quelle per cassa (garanzie rilasciate e impegni) che comportano l’assunzione di un rischio creditizio qualunque sia la finalità dell’opera-zione. Nella tabella alla sottovoce B. Esposizioni fuori bilancio - b) Altre, figura l’importo dell’impegno relativo alla partecipazione al sistema nazionale di garanzia dei depositanti e degli obbligazionisti.

A.1.6 | Esposizioni creditizie per cassa e fuori bilancio verso clientela: valori lordi e netti

Tipologie esposizioni / Valori Esposizione lorda

Rettifiche di valorespecifiche

Rettifiche di valore

di portafoglioEsposizione

netta

A. ESPOSIZIONI PER CASSA

a) Sofferenze 24.919 11.820 X 13.099

b) Incagli 15.236 1.593 X 13.643

c) Esposizioni ristrutturate X

d) Esposizioni scadute 3.574 143 X 3.431

e) Altre attività 353.573 X 1.738 351.836

TOTALE A 397.303 13.556 1.738 382.009

B. ESPOSIZIONI FUORI BILANCIO

a) Deteriorate 92 X 92

b) Altre 4.410 X 4.410

TOTALE B 4.502 4.502

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A.1.7 | Esposizioni creditizie per cassa verso clientela: dinamica delle esposizioni deteriorate lorde

Causali / Categorie Sofferenze Incagli Esposizioni ristrutturate

Esposizioni scadute

A. Esposizione lorda iniziale 20.080 11.982 4.077

- di cui: esposizioni cedute non cancellate

B. Variazioni in aumento 5.565 11.613 5.174

B.1 ingressi da esposizioni creditizie in bonis 2.130 10.803 5.103

B.2 trasferimenti da altre categorie di esposizioni deteriorate 3.113 752

B.3 altre variazioni in aumento 322 58 71

C. Variazioni in diminuzione 726 8.359 5.676

C.1 uscite verso esposizioni creditizie in bonis 1.447 3.800

C.2 cancellazioni 85

C.3 incassi 641 3.777 1.066

C.4 realizzi per cessioni

C.4 bis perdite da cessione

C.5 trasferimenti ad altre categorie di esposizioni deteriorate 3.055 811

C.6 altre variazioni in diminuzione 80

D. Esposizione lorda finale 24.919 15.236 3.574

- di cui: esposizioni cedute non cancellate

A.1.8 | Esposizioni creditizie per cassa verso clientela: dinamica delle rettifiche di valore complessive

Causali / Categorie Sofferenze Incagli Esposizioni ristrutturate

Esposizioni scadute

A. Rettifiche complessive iniziali 9.517 1.268 160

- di cui: esposizioni cedute non cancellate

B. Variazioni in aumento 3.562 1.336 133

B.1 rettifiche di valore 3.167 1.306 130

B.1.bis perdite da cessione

B.2 trasferimenti da altre categorie di esposizioni deteriorate 395 30

B.3 altre variazioni in aumento 3

C. Variazioni in diminuzione 1.259 1.011 150

C.1 riprese di valore da valutazione 1.095 366 99

C.2 riprese di valore da incasso 79 246 19

C.2.bis utili da cessione

C.3 cancellazioni 85

C.4 trasferimenti ad altre categorie di esposizioni deteriorate 392 32

C.5 altre variazioni in diminuzione 7

D. Rettifiche complessive finali 11.820 1.593 143

- di cui: esposizioni cedute non cancellate

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Bilancio e relazioni · Esercizio 2013

A.2 | Classificazione delle esposizioni in base a rating esterni ed interni

A.2.1 | Distribuzione delle esposizioni creditizie per cassa e “fuori bilancio” per classi di rating esterni

EsposizioniClassi di rating esterni Senza

rating TotaleClasse 1 Classe 2 Classe 3 Classe 4 Classe 5 Classe 6

A. Esposizioni creditizie per cassa 765 969 135.359 18.438 2.101 300.247 457.879

B. Derivati

B.1 Derivati finanziari

B.2 Derivati creditizi

C. Garanzie rilasciate 9.824 9.824

D. Impegni a erogare fondi 1.104 1.104

E. Altre

Totale 765 969 135.359 18.438 2.101 311.175 468.807

Si precisa che le esposizioni creditizie rappresentate in tabella comprendono anche le quote di Oicr.L’ammontare delle esposizioni “rating esterni” è relativo ai titoli di Stato in portafoglio e ai crediti verso le banche italiane.Le esposizioni “senza rating” si riferiscono alle altre attività creditizie prevalentemente effettuate nei confronti di micro e piccolo imprese unrated.

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A.3 | Distribuzione delle esposizioni garantite per tipologia di garanzia

A.3.1 | Esposizioni creditizie verso banche garantite

Garanzie reali (1) Garanzie personali (2)

Totale(1)+(2)Valore

esposizionenetta

Immobili

TitoliAltre

garanzie reali

Derivati su crediti Crediti di firma

Ipoteche Leasing Finanziario CLN

Altri derivati Governi e banche centrali

Altri enti pubblici Banche Altri soggettiGoverni

e banche centraliAltri enti pubblici Banche Altri

soggetti

1. Esposizioni creditizie per cassa garantite: 79 96 96

1.1 totalmente garantite 79 96 96

- di cui deteriorate

1.2 parzialmente garantite

- di cui deteriorate

2. Esposizioni creditizie "fuori bilancio" garantite:

2.1 totalmente garantite

- di cui deteriorate

2.2 parzialmente garantite

- di cui deteriorate

A.3.2 | Esposizioni creditizie verso clientela garantite

Garanzie reali (1) Garanzie personali (2)

Totale(1)+(2)Valore

esposizionenetta

Immobili

TitoliAltre

garanzie reali

Derivati su crediti Crediti di firma

Ipoteche Leasing Finanziario CLN

Altri derivati Governi e banche centrali

Altri enti pubblici Banche Altri soggettiGoverni

e banche centraliAltri enti pubblici Banche Altri

soggetti

1. Esposizioni creditizie per cassa garantite: 264.147 347.903 1.133 3.458 250 416.463 769.207

1.1 totalmente garantite 260.613 347.903 1.011 2.802 250 413.807 765.773

- di cui deteriorate 27.849 39.830 30 69.963 109.823

1.2 parzialmente garantite 3.534 122 656 2.656 3.434

- di cui deteriorate 312 891 891

2. Esposizioni creditizie "fuori bilancio" garantite: 2.564 300 115 824 2.910 4.149

2.1 totalmente garantite 1.904 300 484 2.897 3.681

- di cui deteriorate 81 7 112 119

2.2 parzialmente garantite 660 115 340 13 468

- di cui deteriorate

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Bilancio e relazioni · Esercizio 2013

A.3 | Distribuzione delle esposizioni garantite per tipologia di garanzia

A.3.1 | Esposizioni creditizie verso banche garantite

Garanzie reali (1) Garanzie personali (2)

Totale(1)+(2)Valore

esposizionenetta

Immobili

TitoliAltre

garanzie reali

Derivati su crediti Crediti di firma

Ipoteche Leasing Finanziario CLN

Altri derivati Governi e banche centrali

Altri enti pubblici Banche Altri soggettiGoverni

e banche centraliAltri enti pubblici Banche Altri

soggetti

1. Esposizioni creditizie per cassa garantite: 79 96 96

1.1 totalmente garantite 79 96 96

- di cui deteriorate

1.2 parzialmente garantite

- di cui deteriorate

2. Esposizioni creditizie "fuori bilancio" garantite:

2.1 totalmente garantite

- di cui deteriorate

2.2 parzialmente garantite

- di cui deteriorate

A.3.2 | Esposizioni creditizie verso clientela garantite

Garanzie reali (1) Garanzie personali (2)

Totale(1)+(2)Valore

esposizionenetta

Immobili

TitoliAltre

garanzie reali

Derivati su crediti Crediti di firma

Ipoteche Leasing Finanziario CLN

Altri derivati Governi e banche centrali

Altri enti pubblici Banche Altri soggettiGoverni

e banche centraliAltri enti pubblici Banche Altri

soggetti

1. Esposizioni creditizie per cassa garantite: 264.147 347.903 1.133 3.458 250 416.463 769.207

1.1 totalmente garantite 260.613 347.903 1.011 2.802 250 413.807 765.773

- di cui deteriorate 27.849 39.830 30 69.963 109.823

1.2 parzialmente garantite 3.534 122 656 2.656 3.434

- di cui deteriorate 312 891 891

2. Esposizioni creditizie "fuori bilancio" garantite: 2.564 300 115 824 2.910 4.149

2.1 totalmente garantite 1.904 300 484 2.897 3.681

- di cui deteriorate 81 7 112 119

2.2 parzialmente garantite 660 115 340 13 468

- di cui deteriorate

Page 230: Bilancio d'esercizio e di coerenza 2013 - Bcc San Giovanni Rotondo

230

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B. | Distribuzione e concentrazione delle esposizioni creditizie

B.1 | Distribuzione settoriale delle esposizioni creditizie per cassa e “fuori bilancio” verso clientela (valore di bilancio)

Esposizioni / Controparti

Governi Altri enti pubblici Società finanziarie Società di assicurazione Imprese non finanziarie Altri soggetti

Esposiz. netta

Rettifiche val. specif.

Rettifiche val. di portaf.

Esposiz. netta

Rettifiche val.

specif.

Rettifiche val. di portaf.

Esposiz. netta

Rettifiche val.

specif.

Rettifiche val. di portaf.

Esposiz. netta

Rettifiche val. specif.

Rettifiche val. di portaf.

Esposiz. netta

Rettifiche val. specif.

Rettifiche val. di portaf.

Esposiz. netta

Rettifiche val. specif.

Rettifiche val. di portaf.

A. Esposizioni per cassa

A.1 Sofferenze X X X X 10.560 9.222 X 2.540 2.598 X

A.2 Incagli X X X X 11.630 1.406 X 2.013 187 X

A.3 Esposizioni ristrutturate X X X X X X

A.4 Esposizioni scadute X X X X 2.164 90 X 1.267 53 X

A.5 Altre esposizioni 86.715 X 236 X 2.097 X 915 X 125.278 X 1.316 136.595 X 421

Totale A 86.715 236 2.097 915 149.632 10.718 1.316 142.415 2.838 421

B. Esposizioni "fuori bilancio"

B.1 Sofferenze X X X X X X

B.2 Incagli X X X X 75 X X

B.3 Altre attività deteriorate X X X X 10 X 6 X

B.4 Altre esposizioni X 5 X 500 X X 3.380 X 526 X

Totale B 5 500 3.465 532

Totale (A+B) al 31.12.2013 86.715 241 2.597 915 153.097 10.718 1.316 142.947 2.838 421

Totale (A+B) al 31.12.2012 58.998 813 2.169 1.433 134.946 8.630 1.130 139.275 2.314 510

Page 231: Bilancio d'esercizio e di coerenza 2013 - Bcc San Giovanni Rotondo

231

Bilancio e relazioni · Esercizio 2013

B. | Distribuzione e concentrazione delle esposizioni creditizie

B.1 | Distribuzione settoriale delle esposizioni creditizie per cassa e “fuori bilancio” verso clientela (valore di bilancio)

Esposizioni / Controparti

Governi Altri enti pubblici Società finanziarie Società di assicurazione Imprese non finanziarie Altri soggetti

Esposiz. netta

Rettifiche val. specif.

Rettifiche val. di portaf.

Esposiz. netta

Rettifiche val.

specif.

Rettifiche val. di portaf.

Esposiz. netta

Rettifiche val.

specif.

Rettifiche val. di portaf.

Esposiz. netta

Rettifiche val. specif.

Rettifiche val. di portaf.

Esposiz. netta

Rettifiche val. specif.

Rettifiche val. di portaf.

Esposiz. netta

Rettifiche val. specif.

Rettifiche val. di portaf.

A. Esposizioni per cassa

A.1 Sofferenze X X X X 10.560 9.222 X 2.540 2.598 X

A.2 Incagli X X X X 11.630 1.406 X 2.013 187 X

A.3 Esposizioni ristrutturate X X X X X X

A.4 Esposizioni scadute X X X X 2.164 90 X 1.267 53 X

A.5 Altre esposizioni 86.715 X 236 X 2.097 X 915 X 125.278 X 1.316 136.595 X 421

Totale A 86.715 236 2.097 915 149.632 10.718 1.316 142.415 2.838 421

B. Esposizioni "fuori bilancio"

B.1 Sofferenze X X X X X X

B.2 Incagli X X X X 75 X X

B.3 Altre attività deteriorate X X X X 10 X 6 X

B.4 Altre esposizioni X 5 X 500 X X 3.380 X 526 X

Totale B 5 500 3.465 532

Totale (A+B) al 31.12.2013 86.715 241 2.597 915 153.097 10.718 1.316 142.947 2.838 421

Totale (A+B) al 31.12.2012 58.998 813 2.169 1.433 134.946 8.630 1.130 139.275 2.314 510

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B.2 | Distribuzione territoriale delle esposizioni creditizie per cassa e “fuori bilancio” verso clientela (valore di bilancio)

Esposizioni / Aree geograficheItalia Altri Paesi europei America Asia Resto del mondo

Esposiz. netta Rettifiche valore compless Esposiz. netta Rettifiche valore compless Esposiz. netta Rettifiche valore compless Esposiz. netta Rettifiche valore

compless Esposiz. netta Rettifiche valore compless

A. Esposizioni per cassa

A.1 Sofferenze 13.099 11.820A.2 Incagli 13.643 1.593A.3 Esposizioni ristrutturateA.4 Esposizioni scadute 3.431 143A.5 Altre esposizioni 346.583 1.737 5.253Totale A 376.756 15.293 5.253

B. Esposizioni "fuori bilancio"

B.1 SofferenzeB.2 Incagli 75B.3 Altre attività deteriorate 16B.4 Altre esposizioni 4.410Totale B 4.502

Totale (A+B) al 31.12.2013 381.258 15.293 5.253

Totale (A+B) al 31.12.2012 331.075 12.585 6.558 1

B.3 | Distribuzione territoriale delle esposizioni creditizie per cassa e “fuori bilancio” verso banche (valore di bilancio)

Esposizioni / Aree geograficheItalia Altri Paesi europei America Asia Resto del mondo

Esposiz. netta Rettifiche valore compless Esposiz. netta Rettifiche valore compless Esposiz. netta Rettifiche valore compless Esposiz. netta Rettifiche valore

compless Esposiz. netta Rettifiche valore compless

A. Esposizioni per cassa

A.1 SofferenzeA.2 IncagliA.3 Esposizioni ristrutturateA.4 Esposizioni scaduteA.5 Altre esposizioni 68.288 844Totale A 68.288 844

B. Esposizioni "fuori bilancio"

B.1 SofferenzeB.2 IncagliB.3 Altre attività deteriorateB.4 Altre esposizioni 6.426Totale B 6.426

Totale (A+B) al 31.12.2013 74.714 844

Totale (A+B) al 31.12.2012 65.964 1.844 727

Page 233: Bilancio d'esercizio e di coerenza 2013 - Bcc San Giovanni Rotondo

233

Bilancio e relazioni · Esercizio 2013

B.2 | Distribuzione territoriale delle esposizioni creditizie per cassa e “fuori bilancio” verso clientela (valore di bilancio)

Esposizioni / Aree geograficheItalia Altri Paesi europei America Asia Resto del mondo

Esposiz. netta Rettifiche valore compless Esposiz. netta Rettifiche valore compless Esposiz. netta Rettifiche valore compless Esposiz. netta Rettifiche valore

compless Esposiz. netta Rettifiche valore compless

A. Esposizioni per cassa

A.1 Sofferenze 13.099 11.820A.2 Incagli 13.643 1.593A.3 Esposizioni ristrutturateA.4 Esposizioni scadute 3.431 143A.5 Altre esposizioni 346.583 1.737 5.253Totale A 376.756 15.293 5.253

B. Esposizioni "fuori bilancio"

B.1 SofferenzeB.2 Incagli 75B.3 Altre attività deteriorate 16B.4 Altre esposizioni 4.410Totale B 4.502

Totale (A+B) al 31.12.2013 381.258 15.293 5.253

Totale (A+B) al 31.12.2012 331.075 12.585 6.558 1

B.3 | Distribuzione territoriale delle esposizioni creditizie per cassa e “fuori bilancio” verso banche (valore di bilancio)

Esposizioni / Aree geograficheItalia Altri Paesi europei America Asia Resto del mondo

Esposiz. netta Rettifiche valore compless Esposiz. netta Rettifiche valore compless Esposiz. netta Rettifiche valore compless Esposiz. netta Rettifiche valore

compless Esposiz. netta Rettifiche valore compless

A. Esposizioni per cassa

A.1 SofferenzeA.2 IncagliA.3 Esposizioni ristrutturateA.4 Esposizioni scaduteA.5 Altre esposizioni 68.288 844Totale A 68.288 844

B. Esposizioni "fuori bilancio"

B.1 SofferenzeB.2 IncagliB.3 Altre attività deteriorateB.4 Altre esposizioni 6.426Totale B 6.426

Totale (A+B) al 31.12.2013 74.714 844

Totale (A+B) al 31.12.2012 65.964 1.844 727

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B.4 | Grandi rischi

Totale 31.12.2013 Totale 31.12.2012

a) Ammontare - Valore di Bilancio 145.955 117.296

b) Ammontare - Valore Ponderato 62.374 62.315

c) Numero 3 3

Sono considerati “Grandi Rischi” la somma delle attività di rischio per cassa e delle operazioni fuori bilancio nei confronti di singoli soggetti o gruppi di clienti legati da connessione economica o giuridica, il cui ammon-tare eccede il 10% del Patrimonio di Vigilanza. La normativa è stata modificata a decorrere dal 31 dicembre 2010 con il 6° aggiornamento della Circolare n.263/06 “Nuove disposizioni di vigilanza prudenziale in materia di concentrazione dei rischi. In particolare, in base alla nuova normativa i “grandi rischi” sono determinati facendo riferimento al valore di bilancio delle “esposizioni”, anzichè a quello ponderato per il rischio di con-centrazione.A seguito delle suddette modiche sono emersi tra i Grandi Rischi il Ministero dell’Economia e delle Finanze, per i titoli di Stato posseduti alla data del bilancio (valore di bilancio per 83.581 mila euro, valore ponderato pari a zero), le esposizioni verso il Gruppo bancario ICCREA (valore di bilancio e ponderato per 50.556 mila euro) e Cassa Centrale (valore di bilancio e ponderato pari a 11.818 mila euro).

C | Operazioni di cartolarizzazione e di cessione delle attività

C.1 | Operazioni di cartolarizzazioneAlla data di riferimento del bilancio, la banca non ha effettuato operazioni di cartolarizzazione.

C.2 | Operazioni di cessione

C.2.1 | Attività finanziarie cedute non cancellate: valore di bilancio e intero valoreAlla data di riferimento del bilancio, la banca non ha posto in essere operazioni di cessione di attività finanziarie e non cancellate integralmente, pertanto la presente tabella non viene compilata.

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Bilancio e relazioni · Esercizio 2013

Sezione 2Rischi di mercato2.1 | Rischio di tasso di interesse e rischio di prezzo Portafoglio di negoziazione di vigilanza

Informazioni di natura qualitativa

A | Aspetti generaliLa Banca svolge attività di negoziazione in proprio di strumenti finanziari esposti al rischio di tasso di interesse tramite delega alla Cassa Centrale di Categoria che opera nel rispetto delle politiche e dei limiti di assunzione dei rischi previsti dal contratto di gestione in delega.L’attività di negoziazione riguarda anche strumenti di capitale, rappresentati prevalentemente da azioni quota-te, nonché quote di fondi comuni azionari. In ogni caso tale attività risulta residuale rispetto all’operatività sui mercati obbligazionari.La dimensione del portafoglio di proprietà è strettamente legata alla posizione di liquidità di tesoreria. Il Comitato Finanza analizza periodicamente il portafoglio di negoziazione e definisce gli appropriati interventi di investimento in delega a Cassa Centrale Banca nel rispetto dei limiti di rischio e degli importi investibili de-finiti dal Consiglio di Amministrazione e coerentemente con la visione di mercato condivisa tempo per tempo dal Comitato medesimo.Alla data del 31 dicembre 2013 erano attive le linee di gestione in delega “azionaria euro” e “crescita”, ritenute coerenti con la strategia di investimento della banca per quanto concerne l’universo dei titoli investibili, il pro-filo di rischio, nonché gli obiettivi di redditività di medio periodo presenti.La Banca non assume posizioni speculative in strumenti derivati come previsto dalle Istruzioni di Vigilanza della Banca d’Italia e dallo statuto della Banca stessa.Rispetto all’anno precedente la Banca ha ridotto l’esposizione al rischio tasso di interesse del portafoglio di negoziazione di vigilanza per effetto di vendite d titoli.

B | Processi di gestione e metodi di misurazione del rischio di tasso di interesse e del rischio di prezzo.

Rischio di tasso di interesse – Portafoglio di negoziazione di vigilanzaLa Banca monitora il rischio tasso di interesse del portafoglio di negoziazione di Vigilanza mediante l’approccio previsto dalla normativa prudenziale emanata dalla Banca d’Italia (Circolare n. 263/06).In particolare, per i titoli di debito il “rischio generico”, ovvero il rischio di perdite causate da una avversa variazione del livello dei tassi di interesse, è misurato tramite il “metodo basato sulla scadenza” che prevede la distribuzione, distintamente per ciascuna valuta, delle posizioni in fasce temporali di vita residua di riprezza-mento del tasso di interesse; le posizioni così allocate sono opportunamente compensate per emissione, fascia temporale e gruppi di fasce temporali. Il requisito è dato dalla somma dei valori delle posizioni residue e delle posizioni ponderate compensate.La misurazione del rischio di tasso di interesse sul portafoglio di negoziazione di vigilanza viene supportata dalla reportistica fornita da Cassa Centrale Banca con il Servizio Rischio di Mercato, che evidenzia il valore a rischio dell’investimento (VaR, Value at Risk). Questi è calcolato con gli applicativi e la metodologia parame-trica di Riskmetrics, su un orizzonte temporale di 10 giorni e con un intervallo di confidenza al 99%, tenendo in considerazione le volatilità e le correlazioni tra i diversi fattori di rischio che determinano l’esposizione al rischio di mercato del portafoglio investito (tra i quali il rischio tasso, il rischio azionario, il rischio cambio e il rischio inflazione). Il calcolo delle volatilità e delle correlazioni viene effettuato ipotizzando variazioni loga-

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ritmiche dei rendimenti sotto l’ipotesi di normalità di distribuzione degli stessi. La stima della volatilità viene effettuata partendo dai dati storici di mercato aggiornati quotidianamente, attribuendo poi un peso maggiore alle osservazioni più recenti grazie all’uso della media mobile esponenziale con un decay factor pari a 0,94, ottenendo un indicatore maggiormente reattivo alle condizioni di mercato, e utilizzando una lunghezza delle serie storiche di base pari ad 1 anno di rilevazioni. L’approccio della media mobile esponenziale è utilizzato anche per la stima delle correlazioni.A supporto della definizione della struttura dei propri limiti interni, di scelte strategiche importanti, o di spe-cifiche analisi sono disponibili simulazioni di acquisti e vendite di strumenti finanziari all’interno della propria asset allocation, ottenendo un calcolo aggiornato della nuova esposizione al rischio sia in termini di VaR che di Effective Duration.Il monitoraggio dell’esposizione al rischio di mercato è inoltre effettuato con la verifica settimanale delle diverse modellistiche disponibili sempre su un orizzonte temporale di 10 giorni e un intervallo di confidenza del 99% (oltre al metodo Parametrico descritto precedentemente, la Simulazione Storica, effettuata ipotizzando una distribuzione futura dei rendimenti dei fattori di rischio uguale a quella evidenziatasi a livello storico in un determinato orizzonte temporale, ed in particolare la metodologia Montecarlo, che utilizza una procedura di simulazione dei rendimenti dei fattori di rischio sulla base dei dati di volatilità e correlazione passati, generando 10.000 scenari casuali coerenti con la situazione di mercato).Attraverso la reportistica vengono poi monitorate ulteriori statistiche di rischio ricavate dal Value at Risk (quali il Marginal VaR, l’Incremental VaR e il Conditional VaR), misure di sensitività degli strumenti di reddito(Effective Duration) e analisi legate all’evoluzione delle correlazioni fra i diversi fattori di rischio presenti. Le analisi sono disponibili a diversi livelli di dettaglio: sulla totalità del portafoglio di Negoziazione ed all’inter-no di quest’ultimo sui raggruppamenti per tipologia di strumento (Azioni, Fondi, Tasso Fisso e Tasso Variabile Governativo, Sovranazionale e Corporate), fino ai singoli titoli presenti. Di particolare rilevanza è inoltre l’attività di Backtesting del modello di VaR utilizzato giornalmente, effettuata sull’intero portafoglio titoli di proprietà confrontando il VaR – calcolato al 99% e sull’orizzonte temporale giornaliero – con le effettive variazioni del Valore di Mercato Teorico del portafoglio.Settimanalmente sono disponibili Stress Test sul Valore di Mercato Teorico del portafoglio titoli di proprietà attraverso i quali si studiano le variazioni innanzi a determinati scenari di mercato del controvalore teorico del portafoglio di Negoziazione e dei diversi raggruppamenti di strumenti ivi presenti (Azioni, Fondi, Tasso Fisso e Tasso Variabile Governativo, Sovranazionale e Corporate).La reportistica descritta viene monitorata dal Servizio Finanza e presentata al Comitato Finanza, il quale valuta periodicamente l’andamento dell’esposizione al rischio di mercato dell’Istituto.Il monitoraggio tempestivo dei limiti avviene anche attraverso la funzionalità di Gestione dei Limiti operativi messa a disposizione da Cassa Centrale Banca, procedura che consente di analizzare un’ampia scelta di variabili su diversi raggruppamenti di posizioni, dal totale alle singole categorie IAS, in termini di massimi e minimi, sia assoluti che relativi. È in aggiunta attivo un alert automatico per mail in caso di superamento delle soglie di attenzione e/o dei limiti interni deliberati.Il modello di misurazione del rischio di tasso non è utilizzato per la determinazione dei requisiti patrimoniali, ma rappresenta uno strumento interno a supporto della gestione e del controllo interno del rischio.

Rischio di prezzo – Portafoglio di negoziazione di vigilanzaIl rischio di prezzo del portafoglio di negoziazione è monitorato sia tramite analisi delle esposizioni quotate e non quotate, sia attraverso la determinazione dell’esposizione per singolo mercato, ovvero dell’esposizione complessiva per ciascun paese.La banca, inoltre, monitora costantemente gli investimenti di capitale al fine di assumere tempestivamente le decisioni più opportune in merito alla tempistica di realizzo.Il rischio di prezzo sui titoli di capitale è, inoltre, monitorato costantemente dal gestore delegato nel rispetto dei limiti assegnati.

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Bilancio e relazioni · Esercizio 2013

Per quanto riguarda gli OICR viene costantemente monitorato il valore corrente delle quote onde assumere tempestivamente le decisioni più opportune.Il monitoraggio dell’andamento economico e del rischio collegato a tali posizioni viene effettuato dal Respon-sabile Servizio Finanza mediante le informazioni di rendicontazione disponibili su base giornaliera specifica-mente per ciascuna linea di investimento, riportanti il dettaglio dei titoli presenti, delle operazioni effettuate, i risultati economici conseguiti unitamente al riepilogo completo inviato in forma esplicita su base trimestrale. Le posizioni appartenenti alle gestioni in delega sono inoltre incluse nel calcolo del prospetto riportante il va-lore a rischio dell’investimento (VaR, Value at Risk), giornalmente a disposizione.Ad ulteriore tutela è prevista contrattualmente una soglia di attenzione per ciascuna linea di investimento al raggiungimento della quale l’Istituto viene informato da Cassa Centrale Banca.Con riferimento alla linea azionaria in delega è previsto contrattualmente un limite di perdita massima (stop loss) al raggiungimento della quale si provvederà alla liquidazione delle posizioni titoli della gestione.In linea con quanto riportato nella sezione rischio di tasso di interesse - portafoglio di negoziazione di vigi-lanza, la misurazione del rischio di prezzo sul portafoglio di Negoziazione di vigilanza viene supportata dalla reportistica fornita da Cassa Centrale Banca con il Servizio Rischio di Mercato, che evidenzia il valore a rischio dell’investimento (VaR, Value at Risk). Questi è calcolato con gli applicativi e la metodologia parametrica di Riskmetrics, su un orizzonte temporale di 10 giorni e con un intervallo di confidenza al 99%, tenendo in con-siderazione le volatilità e le correlazioni tra i diversi fattori di rischio che determinano l’esposizione al rischio di mercato del portafoglio investito (rischio tasso, rischio azionario, rischio cambio, rischio inflazione).Il modello di misurazione del rischio descritto non è utilizzato per la determinazione dei requisiti patrimoniali, ma rappresenta uno strumento a supporto della gestione e del controllo interno del rischio.

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Informazioni di natura quantitativa

1 | Portafoglio di negoziazione di vigilanza: distribuzione per durata residua (data di riprezzamento) delle attività e delle passività finanziarie per cassa e derivati finanziari (242 EURO)

Tipologia / Durata residua a vista fino a 3 mesi

da oltre 3 mesi fino a 6 mesi

da oltre 6 mesi fino a 1 anno

da oltre 1 anno fino a 5 anni

da oltre 5 anni fino a 10 anni

oltre 10 anni

durata indeter- minata

1. Attività per cassa 448 10.415

1.1 Titoli di debito 448 10.415

- con opzione di rimborso anticipato

- altri 448 10.415

1.2 Altre attività

2. Passività per cassa

2.1 P.C.T. passivi

2.2 Altre passività

3. Derivati finanziari

3.1 Con titolo sottostante

- Opzioni

+ posizioni lunghe

+ posizioni corte

- Altri derivati

+ posizioni lunghe

+ posizioni corte

3.2 Senza titolo sottostante

- Opzioni

+ posizioni lunghe

+ posizioni corte

- Altri derivati

+ posizioni lunghe

+ posizioni corte

Page 239: Bilancio d'esercizio e di coerenza 2013 - Bcc San Giovanni Rotondo

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Bilancio e relazioni · Esercizio 2013

1 | Portafoglio di negoziazione di vigilanza: distribuzione per durata residua (data di riprezzamento) delle attività e delle passività finanziarie per cassa e derivati finanziari (001 DOLLARO USA)

Tipologia / Durata residua a vista fino a 3 mesi

da oltre 3 mesi fino a 6 mesi

da oltre 6 mesi fino a 1 anno

da oltre 1 anno fino a 5 anni

da oltre 5 anni fino a 10 anni

oltre 10 anni

durata indeter-minata

1. Attività per cassa 341

1.1 Titoli di debito 341 - con opzione di rimborso anticipato - altri 341

1.2 Altre attività

2. Passività per cassa

2.1 P.C.T. passivi

2.2 Altre passività

3. Derivati finanziari

3.1 Con titolo sottostante

- Opzioni

+ posizioni lunghe

+ posizioni corte

- Altri derivati

+ posizioni lunghe

+ posizioni corte

3.2 Senza titolo sottostante

- Opzioni

+ posizioni lunghe

+ posizioni corte

- Altri derivati

+ posizioni lunghe

+ posizioni corte

Page 240: Bilancio d'esercizio e di coerenza 2013 - Bcc San Giovanni Rotondo

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2 | Portafoglio di negoziazione di vigilanza: distribuzione delle esposizioni in titoli di capitale e indici azionari per i principali Paesi del mercato di quotazione

Tipologia operazioni / Indice quotazioneQuotati Non

quotatiPaese 1 Paese 2 Paese 3 Paese 4 Paese 5

A. Titoli di capitale 559

- posizioni lunghe 559

- posizioni corte

B. Compravendite non ancora regolate su titoli di capitale

- posizioni lunghe

- posizioni corte

C. Altri derivati su titoli di capitale

- posizioni lunghe

- posizioni corte

D. derivati su indici azionari

- posizioni lunghe

- posizioni corte

2.2 | Rischio di tasso di interesse e rischio di prezzo - portafoglio bancario

Informazioni di natura qualitativa

A | Aspetti generali, processi di gestione e metodi di misurazione del rischio di tasso di interesse e del rischio di prezzo

Rischio di tasso di interesse – Portafoglio BancarioPrincipali fonti del rischio di tasso di interesseLe fonti del rischio di tasso di interesse a cui è esposta la Banca sono individuabili principalmente nei processi del credito, della raccolta e della finanza, essendo il portafoglio bancario costituito prevalentemente da crediti e dalle varie forme di raccolta dalla clientela.In particolare, il rischio di tasso di interesse da “fair value” trae origine dalle poste a tasso fisso, mentre il rischio di tasso di interesse da “flussi finanziari” trae origine dalle poste a tasso variabile.Tuttavia, nell’ambito delle poste a vista sono normalmente ravvisabili comportamenti asimmetrici a seconda che si considerino le voci del passivo o quelle dell’attivo; mentre le prime, essendo caratterizzate da una mag-giore vischiosità, afferiscono principalmente al rischio da “fair value”, le seconde, più sensibili ai mutamenti del mercato, sono riconducibili al rischio da “flussi finanziari”.

Page 241: Bilancio d'esercizio e di coerenza 2013 - Bcc San Giovanni Rotondo

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Bilancio e relazioni · Esercizio 2013

Processi interni di gestione e metodi di misurazione del rischio di tassoLa Banca ha posto in essere opportune misure di attenuazione e controllo finalizzate a evitare la possibilità che vengano assunte posizioni eccedenti un determinato livello di rischio obiettivo.Tali misure di attenuazione e controllo trovano codificazione nell’ambito delle normative aziendali volte a disegnare processi di monitoraggio fondati su limiti di posizione e sistemi di soglie di attenzione in termini di capitale interno al superamento delle quali scatta l’attivazione di opportune azioni correttive.A tale proposito sono state definite:• politicheeproceduredigestionedelrischioditassod’interessecoerenticonlanaturaelacomplessitàdell’at-

tività svolta;• metrichedimisurazionecoerenticonlametodologiadimisurazionedelrischioadottatadallaBanca,sulla

base delle quali è stato definito un sistema di early-warning che consente la tempestiva individuazione e attivazione delle idonee misure correttive;

• limitioperativiedisposizioniproceduraliinternevoltialmantenimentodell’esposizioneentrolivellicoerenticon la politica gestionale e con la soglia di attenzione prevista dalla normativa prudenziale.

Dal punto di vista organizzativo la Banca ha individuato nell’(es. Area Finanza/Tesoreria) la struttura deputata a presidiare tale processo di gestione del rischio di tasso di interesse sul portafoglio bancario.

Il monitoraggio all’esposizione al rischio di tasso di interesse sul portafoglio bancario avviene su base trimestrale.Per quanto concerne la metodologia di misurazione del rischio e di quantificazione del corrispondente capitale interno, il CdA della Banca ha deciso di utilizzare l’algoritmo semplificato descritto nell’Allegato C, Titolo III, Cap.1 della Circolare n. 263/06 della Banca d’Italia.Attraverso tale metodologia viene stimata la variazione del valore economico del portafoglio bancario a fronte di una variazione ipotetica dei tassi di interesse pari a +/- 200 punti base.L’applicazione della citata metodologia semplificata si basa sui seguenti passaggi logici.1) Definizione del portafoglio bancario: costituito dal complesso delle attività e passività non rientranti nel

portafoglio di negoziazione ai fini di vigilanza.2) Determinazione delle “valute rilevanti”, le valute cioè il cui peso misurato come quota sul totale attivo

oppure sul passivo del portafoglio bancario risulta superiore al 5%. Ciascuna valuta rilevante definisce un aggregato di posizioni. Le valute il cui peso è inferiore al 5% sono aggregate fra loro.

3) Classificazione delle attività e passività in fasce temporali: sono definite 14 fasce temporali. Le attività e pas-sività a tasso fisso sono classificate in base alla loro vita residua, quelle a tasso variabile sulla base della data di rinegoziazione del tasso di interesse. Salvo specifiche regole di classificazione previste per alcune attività e passività, le attività e le passività sono inserite nello scadenziere secondo i criteri previsti nella Circolare 272 “Manuale per la compilazione della Matrice dei Conti”. Le posizioni in sofferenza, incagliate e scadute e/o sconfinanti deteriorate sono ricondotte nelle pertinenti fasce di vita residua sulla base delle previsioni di recupero dei flussi di cassa. Le esposizioni deteriorate per le quali non si dispone di previsioni di recupero dei flussi di cassa sono convenzionalmente, allocate nelle differenti fasce temporali sulla base di una ripartizione proporzionale, utilizzando come base di riparto la distribuzione nelle varie fasce di vita residua (a parità di tipologia di deterioramento) delle previsioni di recupero effettuate sulle altre posizioni deteriorate.

4) Ponderazione delle esposizioni nette di ciascuna fascia: in ciascuna fascia le posizioni attive e passive sono compensate, ottenendo una posizione netta. La posizione netta per fascia è moltiplicata per il corrispondente fattore di ponderazione. I fattori di ponderazione per fascia sono calcolati come prodotto tra una appros-simazione della duration modificata relativa alla fascia e una variazione ipotetica dei tassi (pari a 200 punti base per tutte le fasce).

5) Somma delle esposizioni nette ponderate delle diverse fasce: l’esposizione ponderata netta dei singoli aggre-gati approssima la variazione di valore attuale delle poste denominate nella valuta dell’aggregato nell’even-tualità dello shock di tasso ipotizzato.

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6) Aggregazione nelle diverse valute le esposizioni positive relative alle singole “valute rilevanti” e all’aggregato delle valute non rilevanti” sono sommate tra loro. Il valore ottenuto rappresenta la variazione di valore eco-nomico aziendale a fronte dello scenario ipotizzato.

Le disposizioni della citata normativa prudenziale che disciplinano il processo di auto-valutazione dell’adegua-tezza patrimoniale (ICAAP – Internal Capital Adequacy Assessment Process) statuiscono che nel caso in cui si determini una riduzione del valore economico della banca superiore al 20% del patrimonio di vigilanza la Banca d’Italia approfondisce con la banca i risultati e si riserva di adottare opportuni interventi.Accanto all’attività di monitoraggio del rischio tasso mediante la metodologia sopra esposta, la Banca effettua l’attività di gestione operativa avvalendosi del supporto offerto dalle reportistiche ALM mensili disponibili nell’ambito del Servizio Consulenza Direzionale nato in seno agli organismi centrali del movimento coopera-tivo (Phoenix, Cassa Centrale Banca).Nell’ambito dell’analisi di ALM Statico la valutazione dell’impatto sul patrimonio conseguente a diverse ipo-tesi di shock di tasso viene evidenziata dal Report di Sensitività, nel quale viene stimato l’impatto sul valore attuale delle poste di attivo, passivo e derivati conseguente alle ipotesi di spostamento parallelo della curva dei rendimenti di +/- 100 e +/- 200 punti base.Tale impatto è ulteriormente scomposto per singole forme tecniche di attivo e passivo al fine di evidenziarne il contributo alla sensitività complessiva e di cogliere la diversa reattività delle poste a tasso fisso, variabile e misto.Particolare attenzione viene rivolta all’analisi degli effetti prospettici derivanti dalla distribuzione temporale delle poste a tasso fisso congiuntamente alla ripartizione delle masse indicizzate soggette a tasso minimo o a tasso massimo per i diversi intervalli del parametro di riferimento.Un’attività di controllo e gestione più sofisticata dell’esposizione complessiva al rischio tasso dell’Istituto av-viene mediante le misurazioni offerte nell’ambito dei Reports di ALM Dinamico. In particolare si procede ad analizzare la variabilità, del margine di interesse, del patrimonio netto e della forbice creditizia in diversi scenari di cambiamento dei tassi di interesse e di evoluzione della banca su un orizzonte temporale di 12 mesi. La simulazione impiega un’ipotesi di costanza delle masse della banca all’interno dell’orizzonte di analisi dei 12 mesi, in contesti di spostamento graduale del livello di tassi pari a +/-100 punti base, andando a isolare la varia-bilità di margine e patrimonio nei diversi contesti. Al fine di migliorare ulteriormente la valenza operativa delle simulazioni, la forbice creditizia prospettica viene inoltre simulata nello scenario di tassi di interesse proposto dai mercati future. La possibilità di mettere a fuoco il contributo al risultato complessivo fornito dalle poste a tasso fisso, indicizzato ed amministrato dalla Banca consente di apprezzare il grado di rigidità del margine in contesto di movimento dei tassi di mercato e di ipotizzare per tempo possibili correttivi.Le analisi di ALM vengono presentate dal Risk Manager al Comitato di Direzione/Finanza, il quale valuta periodicamente l’andamento dell’esposizione al rischio tasso dell’Istituto, con riferimento al rischio sulla for-bice creditizia, sul margine e rischio sul patrimonio, avvalendosi del servizio di consulenza promosso da Cassa Centrale Banca. Il modello di misurazione del rischio di tasso interesse fornito dal Servizio Consulenza Direzionale di Cassa Centrale Banca non è utilizzato per la determinazione dei requisiti patrimoniali, ma rappresenta uno strumen-to interno a supporto della gestione e del controllo interno del rischio.Nel corso dell’esercizio, rispetto all’anno precedente, la Banca ha visto un incremento dell’indice di rischiosità per effetto di un incremento della raccolta a scadenza e dell’aumento dei titoli a tasso fisso, nelle fasce da 2 a 10 anni. Tale fenomeno si è ridimensionato nell’ultimo mese. Rischio di prezzo – Portafoglio BancarioIl portafoglio bancario accoglie particolari tipologie di investimenti in titoli di capitale aventi la finalità di per-seguire determinati obiettivi strategici di medio/lungo periodo. In particolare, nel portafoglio bancario sono presenti per lo più partecipazioni che costituiscono cointeressenze in società appartenenti al sistema del Credito Cooperativo e/o in società e/o enti strumentali allo sviluppo dell’attività della Banca.Il rischio di prezzo bancario è gestito dal Servizio Finanza sulla base di deleghe che ne circoscrivono l’esposi-

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zione in termini di partecipazioni strumentali all’attività bancaria, di ammontare massimo investito e di valore percentuale massimo di minusvalenze (soglia di attenzione).Ad oggi, vista l’attuale operatività, non sono poste in essere operazioni di copertura del rischio di prezzo.In linea con quanto riportato nella sezione rischio di tasso di interesse - portafoglio di negoziazione di vigilanza, la misurazione del rischio di prezzo sul portafoglio bancario viene supportata dalla reportistica fornita da Cassa Centrale Banca con il Servizio Rischio di Mercato, che evidenzia il valore a rischio dell’investimento (VaR, Va-lue at Risk). Questi è calcolato con gli applicativi e la metodologia parametrica di Riskmetrics, su un orizzonte temporale di 10 giorni e con un intervallo di confidenza al 99%, tenendo in considerazione le volatilità e le correlazioni tra i diversi fattori di rischio che determinano l’esposizione al rischio di mercato del portafoglio investito (tra i quali il rischio tasso, il rischio azionario, il rischio cambio e il rischio inflazione).La misurazione del VaR è disponibile quotidianamente per il monitoraggio e le valutazioni operative effettuate da parte del Responsabile Servizio Finanza ed è calcolata su diversi gradi di dettaglio che oltre al portafoglio Totale considerano quello Bancario, le singole categorie IAS, i diversi raggruppamenti per tipologia di stru-mento (Azioni, Fondi, Tasso Fisso e Tasso Variabile Governativo, Sovranazionale e Corporate), fino ai singoli titoli presenti.Il modello di misurazione del rischio descritto non è utilizzato per la determinazione dei requisiti patrimoniali, ma rappresenta uno strumento a supporto della gestione e del controllo interno del rischio.

B | Attività di copertura del fair valueObiettivi e strategie sottostanti alle operazioni di copertura del fair value, tipologie di contratti derivati utilizzati per la copertura e natura del rischio copertoL’attività di copertura del fair value ha l’obiettivo di immunizzare le variazioni di fair value degli impieghi causate dai movimenti della curva dei tassi d’interesse. Le principali tipologie di derivati utilizzati sono rappre-sentate da interest rate swap (IRS). Le attività e le passività coperte, identificate in modo puntuale (coperture specifiche), sono principalmente rappresentate da impieghi a clientela.

C | Attività di copertura dei flussi finanziariObiettivi e strategie sottostanti alle operazioni di copertura dei flussi finanziari, tipologia dei contratti derivati utilizzati e natura del rischio copertoLa Banca non pone in essere operazioni di copertura di cash flow, ossia coperture dell’esposizione alla variabilità dei flussi finanziari associati a strumenti finanziari a tasso variabile.

D | Attività di copertura di investimenti esteriLa BCC non svolge attività di copertura di investimenti esteri.

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Informazioni di natura quantitativa

1 | Portafoglio bancario: distribuzione per durata residua (per data di riprezzamento) delle attività e delle passività finanziarie - Valuta di denominazione: (242 EURO)

Tipologia / Durata residua a vista fino a 3 mesida oltre

3 mesi fino a 6 mesi

da oltre 6 mesi fino a 1 anno

da oltre 1 anno fino

a 5 anni

da oltre 5 anni fino a 10 annis

oltre 10 anni durataindeterminata

1. Attività per cassa 106.983 137.871 33.946 25.379 83.513 26.397 25.8401.1 Titoli di debito 9.109 26.511 11.548 40.805 2.551 10.209 - con opzione di rimborso anticipato 501 - altri 9.109 26.511 11.548 40.805 2.051 10.2091.2 Finanziamenti a banche 43.317 5.3461.3 Finanziamenti a clientela 63.666 123.417 7.435 13.831 42.708 23.845 15.631 - c/c 24.022 509 574 1.262 3.047 - altri finanziamenti 39.644 122.907 6.861 12.569 39.661 23.845 15.631 - con opzione di rimborso anticipato 32.588 105.470 4.462 3.989 24.304 13.888 7.925 - altri 7.057 17.437 2.400 8.579 15.358 9.957 7.7052. Passività per cassa 305.003 21.577 14.579 21.896 51.9082.1 Debiti verso clientela 215.237 94 - c/c 135.667 94 - altri debiti 79.570 - con opzione di rimborso anticipato - altri 79.5702.2 Debiti verso banche 40.015 - c/c - altri debiti 40.0152.3 Titoli di debito 49.751 21.577 14.485 21.896 51.908 - con opzione di rimborso anticipato 2.361 - altri 49.751 21.577 12.124 21.896 51.9082.4 Altre passività - con opzione di rimborso anticipato - altre3. Derivati finanziari 118 6.296 (40) (360) (2.733) (2.453) (830)3.1 Con titolo sottostante - Opzioni + posizioni lunghe + posizioni corte - Altri derivati + posizioni lunghe + posizioni corte3.2 Senza titolo sottostante 118 6.296 (40) (360) (2.733) (2.453) (830) - Opzioni 5 (2) (2) (1) + posizioni lunghe 5 15 15 29 190 124 18 + posizioni corte 15 15 29 192 126 19 - Altri derivati 113 6.297 (39) (360) (2.732) (2.451) (828) + posizioni lunghe 113 7.347 144 + posizioni corte 1.050 184 360 2.732 2.451 8284. Altre operazioni fuori bilancio + posizioni lunghe + posizioni corte

2 | Portafoglio bancario: modelli interni e altre metodologie per l’analisi di sensitivitàLa banca non utilizza modelli interni e metodologie alternative per l’effettuazione dell’analisi di sensitività.

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Bilancio e relazioni · Esercizio 2013

2.3 | Rischio di cambio

Informazioni di natura qualitativa

A | Aspetti generali, processi di gestione e metodi di misurazione del rischio di cambioSulla base di quanto previsto dalle Istruzioni di Vigilanza della Banca d’Italia, le BCC-CR nell’esercizio dell’at-tività in cambi non possono assumere posizioni speculative e devono contenere l’eventuale posizione netta aperta in cambi entro il 2% del patrimonio di vigilanza (Cfr. Circ. 229/99 Titolo VII, Cap. 1). Inoltre, per effetto di tale ultimo vincolo normativo sono escluse - anche secondo la nuova regolamentazione prudenziale - dalla disciplina relativa al calcolo dei requisiti patrimoniali per tale tipologia di rischio. La Banca è marginalmente esposta al rischio di cambio alla luce dei richiamati vincoli normativi. Tale esposi-zione promana dall’operatività tradizionale con particolari tipologie di clientela (acquisto/vendita di banconote e assegni in divisa).L’esposizione al rischio di cambio è determinata attraverso una metodologia che ricalca quanto previsto dalla normativa di Vigilanza in materia.La sua misurazione si fonda, quindi, sul calcolo della “posizione netta in cambi”, cioè del saldo di tutte le attività e le passività (in bilancio e “fuori bilancio”) relative a ciascuna valuta, ivi incluse le operazioni in euro indicizzate all’andamento dei tassi di cambio di valute.

B | Attività di copertura del rischio di cambioLa Banca, non assumendo significative esposizioni in divisa, non pone in essere operazioni di copertura.

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Informazioni di natura quantitativa

1 | Distribuzione per valuta di denominazione delle attività, delle passività e dei derivati

VociValute

Dollari USA Sterline Yen Dollari

canadesiFranchi svizzeri Altre valute

A. Attività finanziarie 341 13

A.1 Titoli di debito 341

A.2 Titoli di capitale 13

A.3 Finanziamenti a banche

A.4 Finanziamenti a clientela

A.5 Altre attività finanziarie

B. Altre attività

C. Passività finanziarie

C.1 Debiti verso banche

C.2 Debiti verso clientela

C.3 Titoli di debito

C.4 Altre passività finanziarie

D. Altre passività

E. Derivati finanziari

- Opzioni

+ posizioni lunghe

+ posizioni corte

- Altri derivati

+ posizioni lunghe

+ posizioni corte

Totale attività 341 13

Totale passività

Sbilancio (+/-) 341 13

2 | Modelli interni e altre metodologie per l’analisi di sensitivitàLa banca non utilizza modelli interni e metodologie alternative per l’effettuazione dell’analisi di sensitività.

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Bilancio e relazioni · Esercizio 2013

2.4 | Gli strumenti derivati

A | Derivati finanziari

A.2 | Portafoglio bancario: valori nozionali di fine periodo e medi

A.2.1 | Di copertura

Attività sottostanti / Tipologie derivatiTotale al 31.12.2013 Totale al 31.12.2012

Over the counter

Controparti centrali

Over the counter

Controparti centrali

1. Titoli di debito e tassi d'interesse 6.838 7.573

a) Opzioni 48 53

b) Swap 6.790 7.520

c) Forward

d) Futures

e) Altri

2. Titoli di capitale e indici azionari

a) Opzioni

b) Swap

c) Forward

d) Futures

e) Altri

3. Valute e oro

a) Opzioni

b) Swap

c) Forward

d) Futures

e) Altri

4. Merci

5. Altri sottostanti

Totale 6.838 7.573

Valori medi 7.156 7.872

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A.2.2 | Altri derivati

Attività sottostanti / Tipologie derivatiTotale al 31.12.2013 Totale al 31.12.2012

Over the counter

Controparti centrali

Over the counter

Controparti centrali

1. Titoli di debito e tassi d'interesse 1.629 1.750

a) Opzioni 814 875

b) Swap 814 875

c) Forward

d) Futures

e) Altri

2. Titoli di capitale e indici azionari

a) Opzioni

b) Swap

c) Forward

d) Futures

e) Altri

3. Valute e oro

a) Opzioni

b) Swap

c) Forward

d) Futures

e) Altri

4. Merci

5. Altri sottostanti

Totale 1.629 1.750

Valori medi 845 914

A.3 | Derivati finanziari: fair value lordo positivo - ripartizione per prodottiAlla data di riferimento del bilancio, la banca non detiene derivati finanziari con fair value lordo positivo, per-tanto la seguente tabella non viene compilata.

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Bilancio e relazioni · Esercizio 2013

A.4 | Derivati finanziari: fair value lordo negativo - ripartizione per prodotti

Portafogli / Tipologie derivati

Fair Value negativo

Totale al 31.12.2013 Totale al 31.12.2012Over the counter

Controparti centrali

Over the counter

Controparti centrali

A. Portafoglio di negoziazione di vigilanza

a) Opzioni

b) Interest rate swap

c) Cross currency swap

d) Equity swap

e) Forward

f ) Futures

g) Altri

B. Portafoglio bancario - di copertura 1.009 1.399

a) Opzioni

b) Interest rate swap 1.009 1.399

c) Cross currency swap

d) Equity swap

e) Forward

f ) Futures

g) Altri

C. Portafoglio bancario - altri derivati 10 16

a) Opzioni

b) Interest rate swap 10 16

c) Cross currency swap

d) Equity swap

e) Forward

f ) Futures

g) Altri

Totale 1.019 1.415

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A.7 | Derivati finanziari OTC - portafoglio bancario: valori nozionali, fair value lordi positivi e negativi per controparti - contratti non rientranti in accordi di compensazione

Contratti non rientranti in accordi di compensazione

Governi e banche centrali

Altri enti pubblici Banche Società

finanziarieSocietà di

assicurazioneImprese

non finanziarie

Altri soggetti

1) Titoli di debito e tassi d'interesse - valore nozionale 8.466 - fair value positivo - fair value negativo 1.019 - esposizione futura 632) Titoli di capitale e indici azionari - valore nozionale - fair value positivo - fair value negativo - esposizione futura3) Valute e oro - valore nozionale - fair value positivo - fair value negativo - esposizione futura4) Altri valori - valore nozionale - fair value positivo - fair value negativo - esposizione futura

A.9 | Vita residua dei derivati finanziari OTC: valori nozionali

Sottostanti / Vita residua Fino a 1 anno Oltre 1 anno e fino a 5 anni Oltre 5 anni Totale

A. Portafoglio di negoziazione di vigilanzaA.1 Derivati finanziari su titoli di debito e tassi d'interesseA.2 Derivati finanziari su titoli di capitale e indici azionariA.3 Derivati finanziari su tassi di cambio e oroA.4 Derivati finanziari su altri valoriB. Portafoglio bancario 2.456 2.732 3.279 8.466B.1 Derivati finanziari su titoli di debito e tassi d'interesse 2.456 2.732 3.279 8.466B.2 Derivati finanziari su titoli di capitale e indici azionariB.3 Derivati finanziari su tassi di cambio e oroB.4 Derivati finanziari su altri valoriTotale al 31.12.2013 2.456 2.732 3.279 8.466Totale al 31.12.2012 2.581 2.921 3.821 9.324

B | Derivati creditiziLa Banca non detiene derivati creditizi.

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Bilancio e relazioni · Esercizio 2013

Sezione 3Rischio di liquiditàInformazioni di natura qualitativa

A | Aspetti generali, processi di gestione e metodi di misurazione del rischio di liquiditàSi definisce rischio di liquidità la possibilità che la Banca non riesca a mantenere i propri impegni di pagamento a causa dell’incapacità di reperire nuovi fondi (funding liquidity risk) e/o di vendere proprie attività sul mercato (asset liquidity risk), ovvero di essere costretta a sostenere costi molto alti per far fronte a tali impegni. Le fonti del rischio di liquidità a cui la Banca è esposta sono rappresentate principalmente dai processi della Finanza/Tesoreria, della Raccolta e del Credito.La Banca adotta un sistema di governo e gestione del rischio di liquidità che, in conformità alle disposizioni delle Autorità di Vigilanza, persegue gli obiettivi di:• disporrediliquiditàinqualsiasimomentoe,quindi,dirimanerenellacondizionedifarfronteaipropri

impegni di pagamento in situazioni sia di normale corso degli affari, sia di crisi;• finanziareleproprieattivitàallemiglioricondizionidimercatocorrentieprospettiche.

A tal fine, nella sua funzione di organo di supervisione strategia, il CdA della Banca definisce le strategie, po-litiche, responsabilità, processi, soglie di tolleranza e limiti e strumenti per la gestione del rischio liquidità - in condizioni sia di normale corso degli affari, sia di crisi di liquidità - formalizzando la “Liquidity Policy” ed il “Contingency Funding Plan” della Banca stessa.La liquidità della Banca è gestita dall’Area Amministrativa conformemente ai citati indirizzi strategici. A tal fine essa si avvale delle previsioni di impegno rilevate tramite la procedura C.R.G. (Conto di Regolamento Giornaliero) di Iccrea Banca.Il controllo del rischio di liquidità è di competenza della Funzione Risk Management ed è finalizzato a garan-tire la disponibilità di riserve di liquidità sufficienti ad assicurare la solvibilità nel breve termine ed, al tempo stesso, il mantenimento di un sostanziale equilibrio fra le scadenze medie di impieghi e raccolta nel medio/lungo termine.La Banca intende perseguire un duplice obiettivo:1. la gestione della liquidità operativa finalizzata a garantire la capacità della Banca di far fronte agli impegni di

pagamento per cassa, previsti e imprevisti, di breve termine (fino a 12 mesi);2. la gestione della liquidità strutturale volte a mantenere un adeguato rapporto tra passività complessive e

attività a medio/lungo termine (oltre i 12 mesi).

La Banca ha strutturato il presidio della liquidità operativa di breve periodo (fino 12 mesi) su due livelli:• ilprimolivelloprevedeilpresidiogiornalierodellaposizioneditesoreria;• ilsecondolivelloprevedeilpresidiomensiledellacomplessivaposizionediliquiditàoperativa.La misurazione e il monitoraggio mensile della posizione di liquidità operativa avviene attraverso:• ilmonitoraggiodell’indicatore“LiquidityCoverageRatioincondizionidinormalità(LCRN)”costituito

dal rapporto fra le attività liquide e i flussi di cassa netti calcolati in condizioni di moderato stress. L’indicato-re è stato definito su una logica analoga alla regola di liquidità a breve termine prevista dal nuovo framework prudenziale di Basilea 3.

• Ilmonitoraggioeilcontrollodellapropriaposizionediliquiditàverificandosiaglisbilanciperiodali(gappe-riodali) sia gli sbilanci cumulati (gap cumulati) sulle diverse fasce temporali della maturity ladder mediante i report prodotti mensilmente nell’ambito del Servizio Consulenza Direzionale di Cassa Centrale Banca cui la Banca aderisce.

• UnsetdiindicatorisinteticifinalizzatiadevidenziarevulnerabilitànellaposizionediliquiditàdellaBancain

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riferimento ai diversi fattori di rischio rilevanti, ad esempio la concentrazione di rimborsi, la concentrazione della raccolta, la dipendenza dalla raccolta interbancaria.

• Periodichesimulazionidell’andamentoprospetticodellaliquiditàaziendaleinfunzionedelleproprieaspet-tative di crescita nei successivi 12 mesi in modo da assicurare costante coerenza tra le politiche di raccolta, di impiego e lo sviluppo del piano operativo annuale.

Con riferimento alla gestione della liquidità strutturale la Banca utilizza la reportistica di analisi disponibile mensilmente nell’ambito del Servizio Consulenza Direzionale di Cassa Centrale Banca. Gli indicatori di Trasformazione delle Scadenze misurano la durata e la consistenza di impieghi a clientela, raccolta da clientela a scadenza e mezzi patrimoniali disponibili al fine di proporre degli indicatori sintetici utili per giudicare la coerenza e la sostenibilità nel tempo della struttura finanziaria della Banca. L’indicatore “Net Stable Funding Ratio”, costituito dal rapporto fra le fonti di provvista stabili e le attività a medio-lungo termine, è stato definito su una logica prevista dal nuovo framework prudenziale di Basilea 3..Per entrambi gli indicatori la Banca può verificare sia la propria posizione relativa nell’ambito di diversi sistemi di confronto aventi ad oggetto Banche di credito cooperativo aderenti al Servizio Consulenza Direzionale di Cassa Centrale Banca, sia l’evoluzione temporale mese per mese degli indicatori sintetici proposti. Ai fini di valutare la propria vulnerabilità alle situazioni di tensione di liquidità eccezionali ma plausibili, perio-dicamente sono condotte delle prove di stress in termini di analisi di sensitività o di “scenario”. Questi ultimi, condotti secondo un approccio qualitativo basato sull’esperienza aziendale e sulle indicazioni fornite dalla normativa e dalle linee guida di vigilanza, contemplano due “scenari” di crisi di liquidità, di mercato/sistemica e specifica della singola banca. I relativi risultati forniscono altresì un supporto per la: (i) valutazione dell’ade-guatezza dei limiti operativi, (ii) pianificazione e l’avvio di transazioni compensative di eventuali sbilanci; (iii) revisione periodica del Contingency Funding Plan.Le risultanze delle analisi effettuate vengono mensilmente presentate al Comitato di Direzione. Il posiziona-mento della Banca relativamente alla liquidità operativa e strutturale viene altresì rendicontato con frequenza trimestrale al Consiglio di Amministrazione.Attraverso l’adozione della sopracitata regolamentazione interna la Banca si è dotata anche di un Contingency Funding Plan (CFP), ossia di procedure organizzative e operative da attivare per fronteggiare situazioni di allerta o crisi di liquidità. Nel CFP della Banca sono quindi definiti gli stati di non ordinaria operatività ed i processi e strumenti per la relativa attivazione/gestione (ruoli e responsabilità degli organi e delle unità organiz-zative aziendali coinvolti, indicatori di preallarme di crisi sistemica e specifica, procedure di monitoraggio e di attivazione degli stati di non ordinaria operatività, strategie e strumenti di gestione delle crisi).La Banca, tradizionalmente, ha registrato una forte disponibilità di risorse liquide in virtù sia della composizio-ne dei propri asset, formato prevalentemente da strumenti finanziari di alta qualità ed eligible per operazioni di rifinanziamento con l’Eurosistema, sia dell’adozione di politiche di funding volte a privilegiare la raccolta diretta di tipo retail.La composizione del portafoglio di proprietà della Banca, formato prevalentemente da strumenti finanziari con le sopraccitate caratteristiche, le linee di credito e i finanziamenti collateralizzati attivati con l’Istituto Centrale di Categoria per soddisfare inattese esigenze di liquidità e i limiti operativi rappresentano i principali strumenti di attenuazione del rischio di liquidità.Al 31 dicembre 2013 l’importo delle riserve di liquidità stanziabili presso la Banca Centrale Europea (BCE) ammonta a complessivi 121 milioni di euro, di cui 75 milioni non impegnati, in significativa crescita rispetto ai 91 milioni di fine 2012.Il ricorso al rifinanziamento presso la BCE ammonta a 40 milioni di euro ed è rappresentato prevalentemente da raccolta riveniente dalla partecipazione all’asta a 3 anni (LTRO – Long Term Refinancing Operations) effettuate dall’autorità monetaria. Coerentemente con le linee guida del piano industriale e considerati gli impegni di rimborso delle operazioni eseguite con la BCE, particolare e crescente attenzione sarà data alla posizione di liquidità della Banca.

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Bilancio e relazioni · Esercizio 2013

Informazioni di natura quantitativa

1 | Distribuzione temporale per durata residua contrattuale delle attività e passività finanziarie - Valuta di denominazione: (242 EURO)

Voci / Scaglioni temporali a vistada oltre 1 giorno a 7 giorni

da oltre 7 giorni

a 15 giorni

da oltre 15 giorni a 1 mese

da oltre 1 mese fino a 3 mesi

da oltre 3 mesi fino a 6 mesi

da oltre 6 mesi fino a 1 anno

da oltre 1 anno fino a 5 anni

Oltre 5 anni

Durata indeter-minata

Attività per cassa 57.822 915 1.133 9.282 22.442 15.632 46.010 180.809 130.972 2.910

A.1 Titoli di Stato 21 53 5.271 2.869 10.619 56.042 12.000

A.2 Altri titoli di debito 118 53 128 2.199 22.424 500

A.3 Quote O.I.C.R. 6.397

A.4 Finanziamenti 51.425 915 1.112 9.112 17.118 12.635 33.191 102.343 118.472 2.910

- banche 21.091 18 5.045 7.094 7.521 5.076 2.817

- clientela 30.334 915 1.094 4.066 10.024 12.635 25.670 97.267 118.472 94

Passività per cassa 214.752 1.043 19.874 3.302 43.119 18.013 29.405 89.155

B.1 Depositi e conti correnti 212.264 101 15.162 258 26.420 582 327 592

- banche 15.006 25.010

- clientela 212.264 101 156 258 1.410 582 327 592

B.2 Titoli di debito 2.488 942 4.712 3.044 16.699 17.430 29.078 88.563

B.3 Altre passività

Operazioni "fuori bilancio" (5) (17) (47) (68) (130)

C.1 Derivati finanziari con scambio di capitale

- posizioni lunghe

- posizioni corte

C.2 Derivati finanziari senza scambio di capitale (5) (17) (47) (68) (130)

- posizioni lunghe

- posizioni corte 5 17 47 68 130

C.3 Depositi e finanziamenti da ricevere

- posizioni lunghe

- posizioni corte

C.4 Impegni irrevocabili a erogare fondi

- posizioni lunghe

- posizioni corte

C.5 Garanzie finanziarie rilasciate

C.6 Garanzie finanziarie ricevute

C.7 Derivati creditizi con scambio di capitale

- posizioni lunghe

- posizioni corte

C.8 Derivati creditizi senza scambio di capitale

- posizioni lunghe

- posizioni corte

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1 | Distribuzione temporale per durata residua contrattuale delle attività e passività finanziarie - Valuta di denominazione: (001 DOLLARO USA)

Voci / Scaglioni temporali a vistada oltre 1 giorno a 7 giorni

da oltre 7 giorni

a 15 giorni

da oltre 15 giorni a 1 mese

da oltre 1 mese fino a 3 mesi

da oltre 3 mesi fino a 6 mesi

da oltre 6 mesi fino a 1 anno

da oltre 1 anno fino a 5 anni

Oltre 5 anni

Durata indeter-minata

Attività per cassa 202

A.1 Titoli di Stato

A.2 Altri titoli di debito 202

A.3 Quote O.I.C.R.

A.4 Finanziamenti

- banche

- clientela

Passività per cassa

B.1 Depositi e conti correnti

- banche

- clientela

B.2 Titoli di debito

B.3 Altre passività

Operazioni "fuori bilancio"

C.1 Derivati finanziari con scambio di capitale

- posizioni lunghe

- posizioni corte

C.2 Derivati finanziari senza scambio di capitale

- posizioni lunghe

- posizioni corte

C.3 Depositi e finanziamenti da ricevere

- posizioni lunghe

- posizioni corte

C.4 Impegni irrevocabili a erogare fondi

- posizioni lunghe

- posizioni corte

C.5 Garanzie finanziarie rilasciate

C.6 Garanzie finanziarie ricevute

C.7 Derivati creditizi con scambio di capitale

- posizioni lunghe

- posizioni corte

C.8 Derivati creditizi senza scambio di capitale

- posizioni lunghe

- posizioni corte

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Bilancio e relazioni · Esercizio 2013

2 | Informativa sulle attività impegnate iscritte in bilancio

Forme tecnicheImpegnate Impegnate

Totale 2013

Totale 2012

VB FV VB FV

1. Cassa e disponibilità liquide X 2.813 X 2.813 2.445

2. Titoli di debito 23.296 23.296 201 201 23.497 79.639

3. Titoli di capitale 5.012

4. Finanziamenti 11 X 339.374 X 339.385 319.009

5. Altre attività finanziarie X 6.404 X 6.404 8.520

6. Attività non finanziarie X 1.977 X 1.977 14.042

Totale al 31.12.2013 23.307 23.296 350.769 201 374.076 428.667

LegendaVB = valore di bilancio FV = fair value

Sezione 4Rischio operativoInformazioni di natura qualitativa

A | Aspetti generali, processi di gestione e metodi di misurazione del rischio operativo

Natura del rischio operativoIl rischio operativo, così come definito dalla regolamentazione prudenziale, è il rischio di subire perdite deri-vanti dalla inadeguatezza o dalla disfunzione di procedure, risorse umane e sistemi interni, oppure da eventi esogeni. Tale definizione include il rischio legale, ma non considera quello reputazionale e strategico.Il rischio operativo, in quanto tale, è un rischio puro, essendo ad esso connesse solo manifestazioni negative dell’evento. Tali manifestazioni sono direttamente riconducibili all’attività della Banca e riguardano l’intera sua struttura della stessa (governo, business e supporto).

Principali fonti di manifestazioneIl rischio operativo, connaturato nell’esercizio dell’attività bancaria, è generato trasversalmente da tutti i pro-cessi aziendali. In generale, le principali fonti di manifestazione del rischio operativo sono riconducibili alle frodi interne, alle frodi esterne, ai rapporti di impiego e sicurezza sul lavoro, agli obblighi professionali verso i clienti ovvero alla natura o caratteristiche dei prodotti, ai danni da eventi esterni, alla disfunzione dei sistemi informatici e all’esecuzione, consegna e gestione dei processi. Rilevano, in tale ambito, i rischi connessi alle attività rilevanti in outsourcing.

Struttura organizzativa preposta al controllo del rischioLa Banca ha provveduto alla definizione di responsabilità ed attribuzioni organizzative articolate sia sugli Orga-ni di Vertice che sulle unità organizzative aziendali, finalizzate al presidio del rischio in esame.In particolare, il Consiglio di Amministrazione è responsabile dell’istituzione e del mantenimento di un effica-

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ce Sistema di Misurazione e Controllo del Rischio Operativo. La Direzione Generale, in coerenza con il mo-dello di business ed il grado di esposizione ai rischi definito dal Consiglio di Amministrazione, predispone le misure necessarie ad assicurare l’attuazione ed il corretto funzionamento del sistema di monitoraggio e gestione del Rischio Operativo, assicurando che siano stati stabiliti canali di comunicazione efficaci, al fine di garantire che tutto il personale sia a conoscenza delle politiche e delle procedure rilevanti relative al sistema di gestione del Rischio Operativo. In tale ambito, gestisce le problematiche e le criticità relative agli aspetti organizzativi ed operativi dell’attività di gestione del Rischio Operativo. Il Collegio Sindacale, nell’ambito delle proprie fun-zioni istituzionali di sorveglianza, vigila sul grado di adeguatezza del sistema di gestione e controllo del rischio adottato, sul suo concreto funzionamento e sulla rispondenza ai requisiti stabiliti dalla normativa.Nella gestione e controllo dei Rischi Operativi sono poi coinvolte le unità organizzative, ciascuna delle quali è destinataria dell’attribuzione di specifiche responsabilità coerenti con la titolarità delle attività dei processi nei quali il rischio in argomento si può manifestare. Tra queste, la funzione di Risk Management è responsabile dell’analisi e valutazione dei Rischi Operativi, garantendo un’efficace e puntuale valutazione dei profili di ma-nifestazione relativi, nel rispetto delle modalità operative di propria competenza.La revisione interna, altresì, nel più ampio ambito delle attività di controllo di propria competenza, effettua sui rischi operativi specifiche e mirate verifiche. Sempre con riferimento ai presidi organizzativi, assume rilevanza anche l’istituzione della funzione di Confor-mità, deputata al presidio ed al controllo del rispetto delle norme, che fornisce un supporto nella prevenzione e gestione del rischio di incorrere in sanzioni giudiziarie o amministrative, di riportare perdite rilevanti conse-guenti alla violazione di normativa esterna (leggi o regolamenti) o interna (statuto, codici di condotta, codici di autodisciplina). Sistemi interni di misurazione, gestione e controllo del rischio operativo e valutazione delle performance di gestioneCon riferimento alla misurazione regolamentare del requisito prudenziale a fronte dei rischi operativi, la Banca, non raggiungendo le specifiche soglie di accesso alle metodologie avanzate individuate dalla Vigilanza e in con-siderazione dei propri profili organizzativi, operativi e dimensionali, ha deliberato l’applicazione del metodo base (Basic Indicator Approach – BIA).Sulla base di tale metodologia, il requisito patrimoniale a fronte dei rischi operativi viene misurato applicando il coefficiente regolamentare del 15% alla media delle ultime tre osservazioni su base annuale di un indicatore del volume di operatività aziendale (c.d. “indicatore rilevante”), individuato nel margine di intermediazione, riferite alla situazione di fine esercizio (31 dicembre). Il requisito è calcolato utilizzando esclusivamente i valori dell’indicatore rilevante determinato in base ai prin-cipi contabili IAS e si basa sulle osservazioni disponibili aventi valore positivo.Per la gestione ed il controllo del rischio operativo, la banca monitora l’esposizione a determinati profili di in-sorgenza di tale rischio anche attraverso l’analisi ed il monitoraggio di un insieme di “indicatori di rilevanza”. Nell’ambito del complessivo assessment, con specifico riferimento alla componente di rischio legata all’ester-nalizzazione di processi/attività aziendali sono, inoltre, oggetto di analisi:• quantitàecontenutidelleattivitàinoutsourcing;• esitidellevalutazioniinternedeilivellidiserviziodeglioutsourcer;• qualitàcreditiziadeglioutsourcer.

Ad integrazione di quanto sopra, la Funzione di Risk Management per la conduzione della propria attività di valutazione, si avvale anche delle metodologie e degli strumenti utilizzati dall’Internal Auditing. Le metodologie in argomento si basano sul censimento delle fasi e delle attività in cui si articolano tutti i processi operativi standard relativamente ai quali vengono individuati i rischi potenziali e i contenuti di controllo “ideali”, sia di primo sia di secondo livello; la verifica dell’esistenza e dell’effettiva applicazione di tali contenuti permette di misurare l’adeguatezza dei presidi organizzativi e di processo ai fini della mitigazione e del contenimento delle diverse fattispecie di manifestazione del rischio entro i limiti definiti dal Consiglio di Amministrazione.

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Bilancio e relazioni · Esercizio 2013

Per una più articolata valutazione dei rischi operativi sono state avviate una serie di attività funzionali all’atti-vazione/svolgimento di processi di raccolta, conservazione ed analisi di dati interni relativi a eventi e perdite operative più significativi. Tali processi, che in applicazione del principio di proporzionalità si svolgono con modalità semplificate, si muovono nel quadro delle iniziative sul tema promosse dalla Federazione.Nell’ambito delle azioni intraprese nella prospettiva di garantire anche la piena conformità alla nuova regolamen-tazione in tema di “Sistema dei Controlli interni, Sistema Informativo e Continuità operativa”, introdotta da Banca d’Italia attraverso il 15° aggiornamento della Circolare 263/06 nello scorso luglio 2013, la Banca intende:• definireunframework integrato di gestione dei rischi operativi che consideri anche i rischi connessi ai profili

IT e di continuità operativa e la valutazione, documentata, del rischio informatico sulla base dei flussi infor-mativi continuativi stabiliti con il Centro Servizi;

• verificare,almenoannualmenteallavalutazionedelrischioinformaticosullabasedeirisultatidelmonitorag-gio dell’efficacia delle misure di protezione delle risorse ICT

Rientra tra i presidi a mitigazione di tali rischi anche l’adozione di un “Piano di Continuità Operativa”, volto a cautelare la Banca a fronte di eventi critici che possono inficiarne la piena operatività. In tale ottica, si è prov-veduto ad istituire le procedure operative da attivare per fronteggiare gli scenari di crisi, attribuendo, a tal fine, ruoli e responsabilità dei diversi attori coinvolti. Con riferimento alle previsioni contenute nel Capitolo 9 “La Continuità Operativa” della nuova regolamenta-zione in tema di “Sistema dei Controlli interni, Sistema Informativo e Continuità operativa”, la Banca intende:• aggiornareladocumentazioneadoggiesistenteincludendoleprocedurediescalationchesarannoattivate

in caso di stato di crisi, con identificazione dei membri della struttura preposti alla gestione della stessa e le modalità di comunicazione;

• attribuirealresponsabiledelpianodicontinuitàoperativailcompitoditenereicontatticonlaBancad’Italiain caso di crisi.

Infine, al fine di tutelare le informazioni aziendali contro accessi non autorizzati, la Banca rivede periodicamen-te i profili abilitativi al sistema informativo aziendale, nell’ottica di migliorarne la segregazione funzionale.

Pendenze legali rilevanti e indicazione delle possibili perditeLe pendenze legali rilevanti sono state adeguatamente descritte nella sezione 12 del Passivo e, laddove le stesse sono state considerate probabili e misurabili, sono state opportunamente accantonate in bilancio.

Pubblicazione dell’informativa al pubblicoLa Banca svolge le necessarie attività per rispondere ai requisiti normativi in tema di “Informativa al Pubblico” richiesti dal c.d. “Pillar III” di Basilea 2. Le previste tavole informative (risk report), ed i relativi aggiornamenti, sono pubblicate sul sito internet della Banca: www.bccsangiovannirotondo.it

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Parte FInformativa sul patrimonio

Sezione 1Il patrimonio dell’impresa

A | Informazioni di natura qualitativaUna delle consolidate priorità strategiche della banca è rappresentata dalla consistenza e dalla dinamica dei mezzi patrimoniali. Viene pienamente condivisa la rappresentazione del patrimonio riportata nelle “Istruzioni di Vigilanza per le banche” della Banca d’Italia, per cui tale aggregato costituisce “il primo presidio a fronte dei rischi connessi con la complessiva attività bancaria”.L’evoluzione del patrimonio aziendale non solo accompagna puntualmente la crescita dimensionale, ma rap-presenta un elemento decisivo nelle fasi di sviluppo. Per assicurare una corretta dinamica patrimoniale in condizioni di ordinaria operatività, la banca ricorre soprattutto all’autofinanziamento, ovvero al rafforzamento delle riserve attraverso la destinazione degli utili netti. La banca destina infatti alla riserva indivisibile la quasi totalità degli utili netti di esercizio.Il patrimonio netto della banca è determinato dalla somma del capitale sociale, della riserva sovrapprezzo azio-ni, delle riserve di utili, delle riserve da valutazione e dall’utile di esercizio, per la quota da destinare a riserva, così come indicato nella Parte B della presente Sezione. La nozione di patrimonio che la banca utilizza nelle sue valutazioni è sostanzialmente riconducibile al Patrimo-nio di Vigilanza, nelle due componenti “di base” (Tier 1) e “supplementare” (Tier 2). Il patrimonio così definito rappresenta infatti, a giudizio della banca, il miglior riferimento per una efficace gestione in chiave sia strategica che di corrente operatività. Esso costituisce il presidio di riferimento delle disposizioni di vigilanza prudenziale, in quanto risorsa finanziaria in grado di assorbire le possibili perdite prodotte dall’esposizione della banca ai rischi tipici della propria attività, assumendo un ruolo di garanzia nei confronti di depositanti e creditori.Per i requisiti patrimoniali minimi si fa riferimento ai parametri obbligatori stabiliti dalle Istruzioni di Vigilan-za, in base alle quali il patrimonio della banca deve rappresentare almeno l’8% del totale delle attività ponderate (total capital ratio) in relazione al profilo di rischio creditizio, valutato in base alla categoria delle controparti debitrici, alla durata, al rischio paese ed alle garanzie ricevute. Le banche sono inoltre tenute a rispettare i requi-siti patrimoniali connessi all’attività di intermediazione, oltre a quelli a fronte del c.d. “rischio operativo”. Per le banche di credito cooperativo sono inoltre previste differenti forme di limitazione all’operatività azien-dale quali:• ilvincolodell’attivitàprevalenteneiconfrontideisoci,secondoilqualepiùdel50%delleattivitàdirischio

deve essere destinato a soci o ad attività prive di rischio;• ilvincolodellocalismo,secondoilqualenonèpossibiledestinarepiùdel5%delleproprieattivitàaldi

fuori della zona di competenza territoriale, identificata generalmente nei comuni ove la banca ha le proprie succursali ed in quelli limitrofi.

Accanto al rispetto dei coefficienti patrimoniali minimi obbligatori (“primo pilastro”), la normativa richiede l’utilizzo di metodologie interne tese a determinare l’adeguatezza patrimoniale e prospettica (“secondo pila-stro”). L’esistenza, accanto ai coefficienti minimi obbligatori, del “secondo pilastro” di fatto amplia il concetto di adeguatezza patrimoniale, che assume una connotazione più globale e tesa alla verifica complessiva dei fab-

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Bilancio e relazioni · Esercizio 2013

bisogni patrimoniali e delle fonti effettivamente disponibili, in coerenza con gli obiettivi strategici e di sviluppo della banca stessa. La banca si è dotata di processi e strumenti (Internal Capital Adequacy Process, ICAAP) per determinare il livel-lo di capitale interno adeguato a fronteggiare ogni tipologia di rischio, nell’ambito di una valutazione dell’espo-sizione, attuale e prospettica, che tenga conto delle strategie e dell’evoluzione del contesto di riferimento. Obiettivo della banca è quindi quello di mantenere un’adeguata copertura patrimoniale a fronte dei requisiti richiesti dalle norme di vigilanza; nell’ambito del processo ICAAP la loro evoluzione viene pertanto stimata in sede di attività di pianificazione sulla base degli obiettivi stabiliti dal Consiglio di Amministrazione. La verifica del rispetto dei requisiti di vigilanza e della conseguente adeguatezza del Patrimonio avviene trime-stralmente. Gli aspetti oggetto di verifica sono principalmente i ratios rispetto alla struttura finanziaria della banca (impieghi, crediti anomali, immobilizzazioni, totale attivo) e il grado di copertura dei rischi.L’attuale consistenza patrimoniale consente il rispetto delle regole di vigilanza prudenziale previste per tutte le banche, nonché quelle specifiche dettate per le banche di credito cooperativo.

B | Informazioni di natura quantitativaNella Sezione è illustrata la composizione dei conti relativi al patrimonio della banca.

B.1 | Patrimonio dell’impresa: composizione

Voci / Valori Totale 31.12.2013 Totale 31.12.2012

1. Capitale 554 4712. Sovrapprezzi di emissione 4.799 4.3503. Riserve 50.403 49.402 - di utili 52.558 51.556 a) legale 52.581 51.673 b) statutaria c) azioni proprie d) altre (24) (117) - altre (2.154) (2.154)4. Strumenti di capitale5. (Azioni proprie)6. Riserve da valutazione 1.341 869 - Attività finanziarie disponibili per la vendita 205 (242) - Attività materiali 1.181 1.181 - Attività immateriali - Copertura di investimenti esteri - Copertura dei flussi finanziari - Differenze di cambio - Attività non correnti in via di dismissione - Utili (perdite) attuariali relativi a piani previdenziali a benefici definiti (45) (70) - Quote delle riserve da valutazione relative alle partecipate valutate al patrimonio netto - Leggi speciali di rivalutazione7. Utile (Perdita) d'esercizio 458 1.253Totale 57.555 56.345

Il capitale della Banca è costituito da azioni ordinarie del valore nominale di 5,16 euro (valore al centesimo di euro).Ulteriori informazioni sono fornite nella precedente Sezione 14 - Parte B del passivo del presente documento.Le riserve di cui al punto 3 includono le riserve di utili (riserva legale), nonché le riserve positive e negative connesse agli effetti della transizione ai principi contabili internazionali Ias/Ifrs.Le riserve da valutazione delle attività finanziarie disponibili per la vendita, comprese nel punto 6, sono detta-gliate nella successiva tabella B.2.

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B.2 | Riserve da valutazione delle attività finanziarie disponibili per la vendita: composizione

Attività / ValoriTotale 31.12.2013 Totale 31.12.2012

Riserva positiva Riserva negativa Riserva positiva Riserva negativa

1. Titoli di debito 541 (14) 347 (585)

2. Titoli di capitale

3. Quote di O.I.C.R. 11 (333) 152 (156)

4. Finanziamenti

Totale 552 (347) 499 (742)

Nella colonna “riserva positiva” è indicato l’importo cumulato delle riserve da valutazione relative agli strumen-ti finanziari, che nell’ambito della categoria considerata, presentano alla data di riferimento del bilancio un fair value superiore al costo ammortizzato (attività finanziarie plusvalenti).Nella colonna “riserva negativa” è indicato, per converso, l’importo cumulato delle riserve da valutazione relati-ve agli strumenti finanziari che, nell’ambito della categoria considerata, presentano alla data di riferimento del bilancio un fair value inferiore al costo ammortizzato (attività finanziarie minusvalenti).Gli importi indicati sono riportati al netto del relativo effetto fiscale.

B.3 | Riserve da valutazione delle attività finanziarie disponibili per la vendita: variazioni annue

Titoli di debito

Titoli di capitale

Quote di O.I.C.R. Finanziamenti

1. Esistenze iniziali (238) (4)

2. Variazioni positive 1.858 232

2.1 Incrementi di fair value 816 562.2 Rigiro a conto economico di riserve negative 864 - da deterioramento - da realizzo 8642.3 Altre variazioni 178 1763. Variazioni negative 1.093 5503.1 Riduzioni di fair value 19 304

3.2 Rettifiche da deterioramento3.3 Rigiro a conto economico di riserve positive: da realizzo 518 228

3.4 Altre variazioni 556 184. Rimanenze finali 527 (322)

La sottovoce 2.3 “Altre variazioni” include:•aumentidiimpostedifferiteattive per107milaeuro;•diminuzionidiimpostedifferitepassive per247milaeuro.

La sottovoce 3.4 “Altre variazioni” include:•aumentidiimpostedifferitepassive per302milaeuro;•diminuzionidiimpostedifferiteattive per272milaeuro.

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Bilancio e relazioni · Esercizio 2013

B.4 | Riserve da valutazione relative a piani a benefici deficiti: variazione annue

Riserva

1. Esistenze iniziale (70)

2. Variazioni positive 34

2.1 Utili attuariali relativi a piani previdenziali a benefici definiti 34

2.2 Altre variazioni

2.3 Operazioni di aggregazione aziendale

3. Variazioni negative 10

3.1 Perdite attuariali relativi a piani previdenziali a benefici definiti

3.2 Altre variazioni 10

3.3 Operazioni di aggregazione aziendale

4. Rimanenze finale (45)

Nella presente voce va riportato il dettaglio degli elementi positivi e negativi relativi a piani a benefici definiti per i dipendenti riportati, in forma aggregata, tra le altre componenti reddituali nel prospetto della redditività complessiva.

Sezione 2Il patrimonio e i coefficienti di vigilanzaIl patrimonio di vigilanza ed i coefficienti patrimoniali sono stati calcolati sulla base dei valori patrimoniali e del risultato economico determinati con l’applicazione della normativa di bilancio prevista dai principi contabili internazionali IAS/IFRS e tenendo conto della disciplina della Banca d’Italia sul patrimonio di vigilanza e sui coefficienti prudenziali.

2.1 | Patrimonio di vigilanza

A | Informazioni di natura qualitativaIl patrimonio di vigilanza differisce dal patrimonio netto contabile determinato in base all’applicazione dei principi contabili internazionali IAS/IFRS, poiché la normativa di vigilanza persegue l’obiettivo di salvaguar-dare la qualità del patrimonio e di ridurne la potenziale volatilità, indotta dall’applicazione degli IAS/IFRS.Il patrimonio di vigilanza viene calcolato come somma delle componenti positive e negative, in base alla loro qualità patrimoniale; le componenti positive devono essere nella piena disponibilità della banca, al fine di po-terle utilizzare nel calcolo degli assorbimenti patrimoniali.Il patrimonio di vigilanza, che costituisce il presidio di riferimento delle disposizioni di vigilanza prudenziale, è costituito dal patrimonio di base e dal patrimonio supplementare al netto di alcune deduzioni.Sia il patrimonio di base (tier 1) che il patrimonio supplementare (tier 2) sono determinati sommando algebri-camente gli elementi positivi e gli elementi negativi che li compongono, previa considerazione dei c.d. “filtri prudenziali”. Con tale espressione si intendono tutti quegli elementi rettificativi, positivi e negativi, del patri-monio di vigilanza, introdotti dalle autorità di vigilanza con il fine esplicito di ridurre la potenziale volatilità del patrimonio.

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Sempre in tema di filtri prudenziali si segnala il provvedimento del 18 maggio 2010 della Banca d’Italia con cui viene modificato, ai fini del calcolo del patrimonio di vigilanza, il trattamento prudenziale delle riserve da rivalutazione relative ai titoli di debito emessi dalle Amministrazioni centrali dei Paesi UE inclusi nel portafo-glio “attività finanziarie disponibili per la vendita –AFS”.In particolare, è stata riconosciuta la possibilità di neutralizzare completamente le plusvalenze e le minusvalenze rilevate nelle citate riserve AFS. La banca si è (eventuale: non si è) avvalsa della possibilità di esercitare detta opzione.Di seguito si illustrano gli elementi che compongono il patrimonio di base ed il patrimonio supplementare, in particolare:

• Patrimoniodibase(Tier1) Il capitale sociale, i sovrapprezzi di emissione, le riserve di utili e di capitale, costituiscono gli elementi pa-

trimoniali di primaria qualità. Il totale dei suddetti elementi, previa deduzione delle azioni o quote proprie, delle attività immateriali, nonché delle eventuali perdite registrate negli esercizi precedenti ed in quello in corso costituisce il patrimonio di base.

• Patrimoniosupplementare(Tier2) Le riserve di valutazione, gli strumenti ibridi di patrimonializzazione e le passività subordinate costituiscono

gli elementi positivi del patrimonio supplementare, ammesso nel calcolo del patrimonio di vigilanza entro un ammontare massimo pari al patrimonio di base; le passività subordinate non possono superare il 50% del Tier 1. (eventualmente integrare con quanto riportato sotto la voce “Eventuale”)

Da tali aggregati vanno dedotte le partecipazioni, gli strumenti innovativi di capitale, gli strumenti ibridi di patrimonializzazione e le attività subordinate detenuti in altre banche e società finanziarie.

• Patrimonioditerzolivello Gli elementi rientranti nel patrimonio di 3° livello possono essere utilizzati soltanto a copertura dei requisiti

patrimoniali sui rischi di mercato – esclusi i requisiti sui rischi di controparte e di regolamento relativi al “portafoglio di negoziazione di vigilanza” – ed entro il limite del 71,4% di detti requisiti. Possono concorrere al patrimonio di 3° livello: - le passività subordinate di 2° livello non computabili nel patrimonio supplementare perché eccedenti il limite del 50% del patrimonio di base al lordo degli elementi da dedurre; - le passività subordinate di 3° livello.

Al momento la banca non fa ricorso a strumenti computabili in tale tipologia di patrimonio.

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Bilancio e relazioni · Esercizio 2013

B | Informazioni di natura quantitativa

Totale 31.12.2013

Totale 31.12.2012

A. Patrimonio di base prima dell'applicazione dei filtri prudenziali 56.064 55.224

B. Filtri prudenziali del patrimonio di base: (322) (338)

B.1 Filtri prudenziali Ias/Ifrs positivi (+)

B.2 Filtri prudenziali Ias/Ifrs negativi (-) (322) (338)

C. Patrimonio di base al lordo degli elementi da dedurre (A+B) 55.742 54.886

D. Elementi da dedurre dal patrimonio di base

E. Totale patrimonio di base (TIER 1) (C-D) 55.742 54.886

F. Patrimonio supplementare prima dell'applicazione dei filtri prudenziali 1.338 1.181

G. Filtri prudenziali del patrimonio supplementare: (78)

G. 1 Filtri prudenziali Ias/Ifrs positivi (+)

G. 2 Filtri prudenziali Ias/Ifrs negativi (-) (78)

H. Patrimonio supplementare al lordo degli elementi da dedurre (F+G) 1.260 1.181

I. Elementi da dedurre dal patrimonio supplementare

L. Totale patrimonio supplementare (TIER 2) (H-I) 1.260 1.181

M. Elementi da dedurre dal totale patrimonio di base e supplementare

N. Patrimonio di vigilanza (E+L-M) 57.002 56.067

O. Patrimonio di terzo livello (TIER 3)

P. Patrimonio di vigilanza incluso TIER 3 (N+O) 57.002 56.067

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2.2 | Adeguatezza patrimoniale

A | Informazioni di natura qualitativaLa Banca d’Italia con l’emanazione della Circolare n. 263 del 27 dicembre 2006 (“Nuove disposizioni di vi-gilanza prudenziale per le banche”) e successivi aggiornamenti, ha ridisegnato la normativa prudenziale delle banche e dei gruppi bancari recependo le direttive comunitarie in materia di adeguatezza patrimoniale degli intermediari finanziari: Nuovo Accordo di Basilea sul Capitale (cd.”Basilea 2”).

La nuova struttura della regolamentazione prudenziale si basa su tre Pilastri:• ilPrimoattribuiscerilevanzaallamisurazionedeirischiedelpatrimonio,prevedendoilrispettodirequisiti

patrimoniali per fronteggiare alcune principali tipologie di rischi dell’attività bancaria e finanziaria (di cre-dito, di controparte, di mercato e operativi); a tal fine sono previste metodologie alternative di calcolo dei requisiti patrimoniali caratterizzate da diversi livelli di complessità nella misurazione dei rischi e nei requisiti organizzativi di controllo;

• ilSecondo richiedeagli intermediarifinanziarididotarsidiuna strategia ediunprocessodi controllodell’adeguatezza patrimoniale, attuale e prospettica, evidenziando l’importanza della governance quale ele-mento di fondamentale significatività anche nell’ottica dell’Organo di Vigilanza, a cui è rimessa la verifica dell’attendibilità e della correttezza di questa valutazione interna;

• ilTerzointroducespecificiobblighidiinformativaalpubblicoriguardantil’adeguatezzapatrimoniale,l’espo-sizione ai rischi e le caratteristiche generali dei relativi sistemi di gestione e controllo.

I coefficienti prudenziali alla data di chiusura del presente bilancio sono determinati secondo la metodologia prevista dall’Accordo sul Capitale – Basilea 2, adottando il metodo Standardizzato per il calcolo dei requisiti patrimoniali a fronte del rischio di credito e controparte e quello Base per il calcolo dei rischi operativi. In base alle istruzioni di Vigilanza, le banche devono mantenere costantemente, quale requisito patrimoniale in relazione ai rischi di perdita per inadempimento dei debitori (rischio di credito), un ammontare del patrimonio di Vigilanza pari ad almeno l’8 per cento delle esposizioni ponderate per il rischio (total capital ratio).Le banche sono tenute inoltre a rispettare in via continuativa i requisiti patrimoniali per i rischi generati dalla operatività sui mercati riguardanti gli strumenti finanziari, le valute e le merci. Con riferimento ai rischi di mercato calcolati sull’intero portafoglio di negoziazione, la normativa identifica e disciplina il trattamento dei diversi tipi di rischio: rischio di posizione su titoli di debito e di capitale, rischio di regolamento e rischio di concentrazione. Con riferimento all’intero bilancio occorre inoltre determinare il rischio di cambio ed il rischio di posizione su merci. Per la valutazione della solidità patrimoniale assume notevole rilevanza anche il c.d. Tier 1 capital ratio, rappre-sentato dal rapporto tra patrimonio di base e le complessive attività di rischio ponderate. Come già indicato nella Sezione 1, la banca ritiene che l’adeguatezza patrimoniale rappresenti uno dei princi-pali obiettivi strategici. Conseguentemente, il mantenimento di un’adeguata eccedenza patrimoniale rispetto ai requisiti minimi costituisce oggetto di costanti analisi e verifiche, in termini sia consuntivi che prospettici. Le risultanza delle analisi consentono di individuare gli interventi più appropriati per salvaguardare i livelli di patrimonializzazione. Come risulta dalla composizione del patrimonio di vigilanza e dal seguente dettaglio dei requisiti prudenziali, la Banca presenta un rapporto tra patrimonio di base ed attività di rischio ponderate (Tier 1 capital ratio) pari al 12,67% (13,11% al 31.12 dell’anno precedente) ed un rapporto tra patrimonio di vigilanza ed attività di rischio ponderate (total capital ratio) pari al 12,96% (13,39% al 31.12 dell’anno precedente) superiore rispetto al requisito minimo dell’8%.

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Bilancio e relazioni · Esercizio 2013

In particolare, i requisiti per il rischio di credito e controparte si incrementano per i maggiori valori delle espo-sizioni delle controparti bancarie (+17,25%) e delle esposizioni deteriorate (+13,67%) oggetto di ponderazioni più elevate, nonché alle maggiori esposizioni degli impieghi verso la clientela (+2,6%). Nel totale dei requisiti patrimoniali è ricompreso il requisito specifico exra solvency (pari al 4,50%) e il requisito a fronte del rischio operativo (pari al 15% della media del margine di intermediazione del triennio 2011-2013) che alla data di chiusura del presente bilancio risulta pari a 1.980.790 Euro.Al netto della quota assorbita dai rischi di credito, dai rischi di mercato e dai rischi operativi, l’eccedenza patri-moniale si attesta a 21.809 mila Euro.

B | Informazioni di natura quantitativa

Categorie / ValoriImporti non

ponderati 31.12.2013

Importi non ponderati

31.12.2012

Importi ponderati/requisiti

31.12.2013

Importi ponderati/requisiti

31.12.2012

A. ATTIVITÀ DI RISCHIO

A.1 Rischio di credito e di controparte 474.818 452.909 262.458 250.661

1. Metodologia standardizzata 474.818 452.909 262.458 250.661

2. Metodologia basata sui rating interni

2.1 Base

2.2 Avanzata

3. Cartolarizzazioni

B. REQUISITI PATRIMONIALI DI VIGILANZA

B.1 Rischio di credito e di controparte 20.997 20.053

B.2 Rischi di mercato 405 441

1. Metodologia standard 405 441

2. Modelli interni

3. Rischio di concentrazione

B.3 Rischio operativo 1.981 1.732

1. Modello base 1.981 1.732

2. Modello standardizzato

3. Modello avanzato

B.4 Altri requisiti prudenziali

B.5 Altri elementi del calcolo 11.811 11.280

B.6 Totale requisiti prudenziali 35.193 33.505

C. ATTIVITÀ DI RISCHIO E COEFFICIENTI DI VIGILANZA

C.1 Attività di rischio ponderate 439.910 418.818

C.2 Patrimonio di base/Attività di rischio ponderate (Tier 1 capital ratio) 12,67% 13,11%

C.3 Patrimonio di vigilanza incluso TIER 3/ Attività di rischio ponderate (Total capital ratio) 12,96% 13,39%

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Parte GOperazioni di aggregazione riguardanti imprese o rami d’azienda

Sezione 1Operazioni realizzate durante l’esercizio

Nel corso dell’esercizio la Banca non ha effettuato operazioni di aggregazioni di imprese o rami d’azienda.

Sezione 2Operazioni realizzate dopo la chiusura dell’esercizio

Dopo la chiusura dell’esercizio e fino alla data di approvazione del progetto di bilancio da parte del Consiglio di Amministrazione la Banca non ha perfezionato operazioni di aggregazioni di imprese o rami d’azienda.

Sezione 3Rettifiche retrospettiveLa banca non ha realizzato operazioni di aggregazioni nè nell’esercizio di riferimento nè in quello precedente.

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Bilancio e relazioni · Esercizio 2013

Parte HOperazioni con parti correlate

1 | Informazioni sui compensi dei dirigenti con responsabilità strategicaCompensi ai dirigenti con responsabilità strategiche (compresi gli amministratori e i sindaci)La tabella che segue, così come richiesto dallo IAS 24 par. 16, riporta l’ammontare dei compensi di competen-za dell’esercizio ai Dirigenti con responsabilità strategica, intendendosi per tali coloro che hanno il potere e la responsabilità della pianificazione, della direzione e controllo delle attività della Banca, compresi gli Ammini-stratori e i Sindaci della Banca stessa.

Importi - Stipendi e altri benefici a breve termine, compresi compensi e benefits agli amministratori e sindaci 502 - Benefici successivi al rapporto di lavoro - Indennità per la cessazione del rapporto di lavoro - Altri benefici a lungo termine 9

I compensi agli amministratori ed ai sindaci sono stati determinati con delibera dell’Assemblea del 21 maggio 2011.Tali compensi comprendono i gettoni di presenza e le indennità di carica loro spettanti.

2 | Informazioni sulle transazioni con parti correlateRapporti con parti correlate

Attivo Passivo Garanzie rilasciate

ControllateCollegateAmministratori, Sindaci e Dirigenti 1.415 334Altri parti correlate 1.929Totale 3.345 334

Le altre parti correlate includono gli stretti familiari degli Amministratori, dei Sindaci e degli altri Dirigenti con responsabilità strategica, nonché le società controllate dai medesimi soggetti o dei loro stretti familiari. Per quanto riguarda le operazioni con i soggetti che esercitano funzioni di amministrazione, direzione e con-trollo della Banca trova applicazione l’art. 136 del D.Lgs. 385/1993 e l’art. 2391 del codice civile. In proposito la Banca, con delibera del Consiglio di Amministrazione del 27/6/2012 si è dotata di un apposito “Regola-mento sulla disciplina del conflitto d’interessi e delle obbligazioni degli esponenti bancari”, disciplinante le procedure da seguire nei casi interessati.Le operazioni con parti correlate sono regolarmente poste in essere a condizioni di mercato e comunque sulla base di valutazioni di convenienza economica e sempre nel rispetto della normativa vigente, dando adeguata motivazione delle ragioni e della convenienza per la conclusione delle stesse.Le operazioni con parti correlate non hanno una incidenza significativa sulla situazione patrimoniale e finan-ziaria, sul risultato economico e sui flussi finanziari della Banca.Nel bilancio non risultano svalutazioni analitiche o perdite per crediti dubbi verso parti correlate. Sui crediti verso parti correlate viene pertanto applicata solo la svalutazione collettiva.

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Parte I

Parte L

Accordi di pagamento basati su propri strumenti patrimoniali

Informativa di settore

Informazione Qualitativa

La Banca non ha posto in essere accordi di pagamento basati su propri strumenti patrimoniali.

La Banca non è tenuta a compilare la parte in quanto intermediario non quotato e non emittente strumenti finanziari diffusi fra il pubblico in misura rilevante (art.116 D.Lgs. 58/98).

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Bilancio e relazioni · Esercizio 2013

Allegato

Ubicazione Destinazione CostoAmmontare

della rivalutaz.

ex L. 72/83

Ammorta-menti

Valore di

bilancio

San Giovanni Rotondo - V.le Aldo Moro 7/9 Sede Centrale e Filiale 5.188 1.335 3.853

di cui terreno 838 838

San Giovanni Rotondo - V.le Kennedy 11/13 Filiale 2.407 221 741 1.666

di cui terreno 538 538

Carpino - Via Mazzini Filiale 731 360 371

Totale 8.326 2.436 5.890

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Grafici

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Bilancio e relazioni · Esercizio 2013

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Bilancio e relazioni · Esercizio 2013

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Bilancio di CoerenzaEsercizio 2013Edizione 2014

Società Cooperativa a Responsabilità limitata con sede in San Giovanni Rotondo

Registro Soc. Tribunale di Foggia n. 383Cod Fiscale e partita I.V.A. 0014260713 Codice ABI 08810Aderente al Fondo di Garanzia Dei Depositanti del Credito Cooperativo

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(da “L’onda perfetta” di Sergio Bambarén)

Non importa quanti ottimi affari tu concluda, quanti milioni di dollari tu possa guadagnare,

o quanta gente ti rispetti. Alla fine, è solo al tuo cuore che devi

rendere conto di ciò che hai realizzato. È questo l'unico bilancio che conta.

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Messaggio del Presidente pag. 281 Messaggio del Direttore 283 Nota metodologica 284 La Metrica mutualistica 284 Struttura del documento 285

1 I valori 287

1.1 BCC: differente per identità 2871.2 BCC: differente per storia 2881.3 BCC: differente per valori 2911.3.1 I nostri valori BCC: differente per missione 294

2 L’architettura e l’identità 297

2.1 BCC: differente per strategia 2972.2 La presenza sul territorio nazionale 2982.3 La presenza sul territorio locale 2992.4 La strategia 3012.5 I soci 3012.6 I clienti 3022.7 Le risorse umane 3022.8 Identità 3032.8.1 Governance 3032.8.2 Assemblea dei soci 3032.8.3 Il consiglio di amministrazione 3032.8.4 Il collegio sindacale 3042.8.5 Il comitato esecutivo 3042.8.6 La direzione generale 3042.8.7 Il collegio dei probiviri 3042.8.8 Assetto organizzativo 305

3 Le relazioni con i portatori di interessi 307

3.1 I diversi volti della mutualità nelle BCC 3073.2 I Soci 3083.3 Le iniziative a favore dei soci 3083.3.1 Per i bambini e i giovani 3093.3.2 Per i giovani imprenditori 3093.3.3 Per le donne 3093.3.4 Per le famiglie 3123.4 I Collaboratori 313

Bilancio di coerenza · Indice3.4.1 Formazione e valorizzazione 3133.4.2 Altre informazioni sui collaboratori 3183.5 I Clienti 3213.6 Customer Satisfaction 3233.6.1 Filiale TOP 2013 3233.6.2 Innova la tua BCC 3233.7 Gestione Reclami 3243.8 Comunicazione 3253.8.1 Il direttore ed il presidente rispondono 3263.8.2 Totem privacy 3263.9 Immagine 3263.9.1 BCC per lo sport 3263.9.2 BCC per l’arte e la cultura 3263.9.3 BCC per la cooparazione 3273.10 I fornitori 327

4 Offerta e risultati 331

4.1 I numeri delle BCC 3314.2 I numeri della BCC di San Giovanni Rotondo 3324.3 Valore aggiunto 3334.4 Investimenti BCC 3364.5 Servizi tesoreria e cassa 3374.6 Bancomat - Pit Stop 3374.7 L’ambiente 3384.7.1 M’illumino di meno 3384.7.2 Finanziamenti energie alternative 3384.7.3 Acqua sostenibile 3394.7.4 Raccolta differenziata 3394.7.5 Adottati due rondò 339

5 La contabilità sociale 341

5.1 Politica verso la collettività 3415.2 Storie di differenza 3415.2.1 Progetto S.O.S. Legalità 3415.2.2 Una mano per la ripresa 3415.3 Rischi, opportunità e obiettivi di miglioramento 3445.3.1 Il futuro 344

Relazione della Società di revisione 347

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Bilancio di Coerenza · Esercizio 2013

Siamo giunti alla sesta edizione del nostro Bilancio Sociale; un documento che ha l’obiettivo prin-cipale di render conto ai nostri stakeholder dell’effettivo valore generato dalla Banca nel corso dell’esercizio, di misurare la nostra “differenza”, di verificare l’efficienza delle politiche aziendali, trascendendo i meri aspetti economici e cogliendo anche i riflessi sociali, etici ed ambientali dell’at-tività svolta. La nostra Banca affonda le radici in un contesto multidimensionale fatto di tradizione e radicamen-to sul territorio, di affidabilità, di riconoscibilità ed insieme di esigenza d’innovazione; come tale deve proiettarsi consapevolmente e responsabilmente nel futuro.La strategia intrapresa, per un confronto continuo con un modello ideale di “Responsabilità Sociale d’impresa”, deve pertanto stimolarci ad assumere comportamenti coerenti e deve essere ora calata in un nuovo contesto, dove il soggetto promotore diventa tutta la nostra comunità, tutto il nostro territorio, attraverso il passaggio da una “responsabilità singola”, dell’Istituto, ad una “responsabilità collettiva”; accompagnando così la nostra Banca in un percorso di costruzione condiviso, che co-niughi sapientemente le irrinunciabili istanze economiche con le attenzioni sociali ed ambientali, nell’ottica di uno sviluppo sostenibile.Questo percorso necessita dunque di un comportamento responsabile collettivo: degli ammi-nistratori, dei dipendenti e di tutti i soci. Un comportamento fatto di rispetto delle regole, dei valori e soprattutto delle persone, trascurando le invidie, le gelosie, i rancori, gli opportunismi e gli interessi personali.Solo così potremo essere in grado di innovare la nostra responsabilità sociale, creando progresso, sviluppo e vantaggio competitivo.

Il Presidente del CdA Giuseppe Palladino

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Bilancio di Coerenza · Esercizio 2013

Anche quest’anno proviamo a raccontarVi, nell’ottica della responsabilità sociale, il nostro impegno ed in più, come sempre, la nostra storia, i nostri programmi, i nostri obiettivi o, consentitemelo, i nostri sogni. Ma il bilancio sociale non può restare un documento sterile, fine a se stesso, frutto di un feno-meno imitativo che rendiconta, nel rispetto della metodologia applicativa di regole e princi-pi standardizzati, fenomeni in parte anche intangibili. La responsabilità sociale di un’impre-sa va costruita ogni giorno, esprimendo comportamenti coerenti, modelli gestionali adeguati e sviluppando strategie partecipative, competenze e sensibilità connaturate. La responsabilità sociale deve quindi intendersi come un innovativo approccio strategico e si-stemico alla gestione d’impresa che tagli trasversalmente tutta l’organizzazione e la compenetri i n ogni espressione imprenditoriale.Noi abbiamo il privilegio di essere una banca “differente”, con una fortissima vocazione socia-le e di operare in un contesto che favorisce, in particolare nel campo “etico-sociale”, i fermenti e la concretizzazione delle idee; idee che non possono però prescindere da una continua ricerca di miglioramento, di cambiamento e di innovazione, pur nel rispetto dei valori fondanti della nostra storia.Il futuro dunque ci vedrà impegnati, anche per quanto concerne il “bilancio sociale”, in un signi-ficativo sforzo d’innovazione. Dovremo infatti approcciarci alla realizzazione di un vero Bilancio Integrato che rappresenti la nuova frontiera della rendicontazione e si proponga di integrare il Bilan-cio d’Esercizio con la reportistica di Sostenibilità. Documentando così come in esso possano trovar posto, con pari dignità, i risultati finanziari, ambientali, sociali e di governance, con l’obiettivo di accrescere la trasparenza verso la collettività e tutti gli stakeholder.

Il Direttore Generale Augusto de Benedictis

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Il bilancio sociale della BCC di San Giovanni Roton-do giunge quest’anno alla sua sesta edizione; il primo bilancio sociale è infatti stato redatto nel 2009, rendi-contazione 2008. Attraverso la sua pubblicazione la Banca si ripropone di rendicontare l’attività svolta ed i risultati ottenuti nel corso dell’esercizio, con parti-colare focalizzazione alla sua missione di impresa co-operativa e mutualistica, alla sua vocazione territoriale e, più in generale, all’estrinsecazione dei principi di responsabilità sociale dell’impresa.Il documento costituisce uno strumento per fornire elementi di valutazione sull’aspetto sociale dell’attività aziendale (attraverso la verifica della coerenza dell’im-presa rispetto agli scopi statutari) e sulla comunicazio-ne di valore creato dalla Banca verso i propri portatori di interessi.La nuova denominazione (Bilancio di Coerenza) è stata individuata per distinguersi all’interno dell’affol-lato panorama dei bilanci sociali.In termini metodologici, si è fatto riferimento al modello di redazione del “Bilancio di Coerenza del-le BCC proposto da Federcasse” le cui “linee guida 2014” introducono un riferimento ancor più espli-cito allo standard di rendicontazione maggiormente adottato a livello internazionale, il Global reporting Initiative – GRI, nella nuova edizione G4 (maggio 2013), adattato alle specificità delle BCC ed in in-tegrazione con alcuni rilevanti indicatori (prescelti in relazione alle dimensioni ed alle caratteristiche della nostra Banca) della c.d. metrica mutualistica. Sono stati considerati i principi di rendicontazione quale materialità e completezza, accuratezza e affidabilità, chiarezza, comparabilità e tempestività.

La metrica mutualisticaLa metrica mutualistica porta a maturazione un’esi-genza da tempo avvertita dal Credito Cooperativo: quella di conoscere in una forma più compiuta il pro-prio lavoro, avere così chiavi nuove e diverse, oltre a quelle consuete, di interpretazione della propria atti-vità per definire l’orientamento strategico e le scelte

gestionali, nonché rappresentare meglio la propria identità a se stesso e ai suoi portatori d’interesse. La metrica diventa quindi un utile strumento per defi-nire azioni strategiche e politiche aziendali che tessano un nuovo tessuto sociale improntato sull’efficienza, lo sviluppo, l’innovazione, l’ecosostenibilità e l’etica. La metrica diventa così importante per il raggiungi-mento di obiettivi interni ed esterni. In particolare, permette di:

Gestire e decidere meglio

Coltivarel’identità

Comunicareefficacemente

Nota metodologica

•GestireedecideremeglioViene analizzata la capacità della nostra Banca di pro-durre valore sociale, economico, ambientale, per il suo territorio; solo misurando si può confrontare e, di conseguenza, migliorare.

•Coltivarel’identitàRafforzare l’identità mutualistica, per misurare, cono-scere ed evidenziare come i principi statutari e i valori scritti nella Carta dei Valori possano diventare opzio-ni strategiche e scelte operative.

•ComunicareefficacementeNarrare, spiegare, rendere manifesta al mondo “ester-no” la nostra differenza.

In termini di organizzazione, la metrica si compone di indicatori cosiddetti “core” e di indicatori secondari; di indicatori a valenza interna (relativi a fatti interni della Banca, dunque più a carattere gestionale) e di

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Bilancio di Coerenza · Esercizio 2013

indicatori a valenza esterna (relativi alla proiezione esterna con finalità di rappresentazione). Tutti gli in-dicatori sono raggruppati nelle tre “dimensioni” che da sempre caratterizzano l’operato del Credito Coo-perativo: buona banca, buona cooperativa, buon at-tore di territorio. Per il “calcolo” della metrica abbiamo tratto i riferi-menti dal volume “Misurare la differenza. La metrica mutualistica della BCC.” (Ecra-Edizione del Credito Cooperativo, 2011).

Il processo di redazione del Bilancio di CoerenzaNel documento sono riportati i dati rilevanti del settore e le informazioni, al fine di rappresentare i principali impatti economici e sociali. Il perimetro di rendicontazione fa riferimento alla Banca di Credito Cooperativo di San Giovanni Rotondo Scral e al pe-riodo compreso tra 01/01/2013 al 31/12/2013.

Il documento è stato approvato dal Consiglio di Am-ministrazione della Banca e successivamente presen-tato all’assemblea dei soci in occasione dell’approva-zione del Bilancio d’Esercizio. Abbiamo così inteso proseguire l’iter organizzativo volto ad ottenere nel prossimo futuro un unico bilancio, capace di conte-nere le principali informazioni finanziarie e non fi-nanziarie di un’impresa, con un reporting integrato del bilancio d’esercizio e del bilancio sociale, che vada ben oltre la pubblicazione di un singolo documento cartaceo combinato. Da quest’anno l’edizione a stampa del Bilancio So-ciale (di Coerenza) è stata distribuita in assemblea solo in versione sintetica, mentre è stata pubblicata in versione integrale solo sul sito internet della Banca. È stato inoltre prodotto in versione cartacea un numero di copie dell’intero documento (Bilancio di Esercizio / Bilancio di Coerenza) notevolmente ridotto rispet-to al passato ed utilizzando il carattere “Garamond”. Tale scelta è stata effettuata nell’ottica di contenimen-to sostanziale degli impatti ambientali e dei costi di stampa favorendo, nel contempo, una più agevole ed immediata fruizione del documento.È stato inoltre realizzato un breve video (vedi qr-code in alto), che descrive per immagini le caratteristiche del documento cartaceo e le iniziative realizzate.

Processointerno

di condivisionee coinvolgimento

dei diversiuffici

Coinvolgimentodei portatoridi interesse

Confrontocon la

pianificazionestrategica

Redazionedel documento.Presentazionee discussione

Approvazionedel Bilancio

sociale e di missione

da partedel CdA

Struttura del documentoIl Bilancio di Coerenza è strutturato in cinque macro-sezioni:1. I valori che rendono differente e unico il mondo

del credito cooperativo;2. L’architettura del sistema del credito cooperativo e

la strategia differente delle BCC;3. I risultati del sistema del credito cooperativo e

quelli della BCC di San Giovanni Rotondo;4. Le relazioni con i portatori di interessi, gli stake-

holder interni ed esterni;5. La contabilitá sociale che evidenzia il ruolo nello

sviluppo sociale e culturale nel territorio.

Collegati al sito www.bccsangiovannirotondo.it

con il tuo smartphone grazie al QR code qui accanto

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Bilancio di Coerenza · Esercizio 2013

1

I valori

1.1 | BCC: differente per identitàLa specifica normativa di cui le BCC sono destinatarie è riferita alla loro identità di banche cooperative, mu-tualistiche, locali. Il Credito Cooperativo ispira la propria attività all’attenzione e promozione della persona. La natura coope-rativa si esprime nella partecipazione diffusa dei soci, nella democrazia economica e nella pariteticità. Il Cre-dito Cooperativo investe sul capitale umano costituito dai soci, dai clienti e dai collaboratori, per valorizzarlo stabilmente. Le BCC sono frutto di iniziative che nascono dal basso, sotto la spinta di un’idea di auto-aiuto e di auto-responsabilità. La differenza che determina l’identità delle BCC è nello specifico identificabile nella mutualità e nel localismo.

La mutualità significa per le BCC:- orientare la propria attività a favore dei soci- non perseguire finalità di “speculazione privata”- valorizzare la cooperazione tra le Banche della categoria (mutualità di sistema)

COOPERAZIONE MUTUALITÀ LOCALISMO

IdENTITÀ dELLE BCC

dEMOCRAZIAECONOMICA

PARITETICITÀ

PARTECIPAZIONEdIFFUSA

ATTIvITÀ A FAvORE dEI SOCI

COOPERAZIONE“TRA” BANChE

PROdUZIONE dI UTILITÀ E vANTAggI, NON

LOgICA dEL PROFITTO

dELTERRITORIO

PER ILTERRITORIO

NELTERRITORIO

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Il localismo delle BCC è integrale. Esse sono banche del territorio e per il territorio. Il risparmio raccolto sostie-ne e finanzia lo sviluppo dell’economia reale nel territorio di appartenenza in un rapporto di reciprocità. In queste caratteristiche si fonda il modello operativo delle BCC fatto di prossimità fisiche, relazionali, di cono-scenza diretta con i clienti, di “familiarità”, di personalizzazione dei prodotti e dei servizi, di sussidiarietà.

1.2 | BCC: differente per storia

“I fini che questa istituzione si propone: pareggiare nel credito ai grandi gli imprenditori più minuti”

Leone Wollemborg, 1884

L’esperienza cooperativa nacque intorno al 1840 nei settori dove l’iniziativa privata non risultava in grado di conciliare l’aspetto sociale con quello economico. La prima Cassa Rurale venne istituita da F. W. Raiffeisen ad Anhausen, nella Valle del Reno. In Italia il Credito Cooperativo, fin dalle origini, ebbe obiettivi di utilità sociale, rispondendo alla necessità di liberare le fasce più umili della popolazione dalla miseria e di contrastare l’usura. La prima Cassa Rurale italiana, sul modello Raiffensen, fu costituita il 20 Giugno 1883 a Loreggia, in provincia di Padova, su iniziativa di Leone Wollemborg, un nobile padovano di origine ebrea; inizialmente dotata di un capitale sociale di appena duemila lire e con soli 32 soci, dopo sedici mesi si accrebbe a 107 soci, intermediando 18.800 lire ed erogando 113 prestiti fino ad un massimo di seicento lire al tasso “eccezional-mente mite” del 6,5% posticipato a scadenza biennale.L’intento era quello di aiutare fittavoli, piccoli proprietari ed in genere tutto il mondo agricolo a sollevarsi dalla miseria e a liberarsi dagli usurai con la concessione di prestiti in denaro a basso interesse e a scadenze lunghe. L’esperimento di Loreggia, cui collaborarono il medico condotto Carlo De Portis e il cappellano don Nicola Condotta, ebbe tale successo da essere presto esteso ai comuni vicini e via via divulgato nella provincia, nella regione e poi in tutta Italia. Nel volgere di pochi decenni il numero delle casse rurali di prestiti italiane toccò le 3500 unità. Anche la Chiesa si ispirò all’iniziativa di Loreggia quando nel 1890 don Luigi Cerutti a Gambe-rare (Venezia) diede vita alla prima cassa rurale cattolica. Del resto l’Italia aveva una ricca tradizione dei monti frumentari che a partire dal seicento svolgevano un’utile funzione di credito agrario per sopperire al bisogno dei contadini per quello che riguarda l’anticipazione del costo delle sementi, esperienza andata a morire dopo l’unificazione anche perché in parte degenerata o male amministrata.

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Bilancio di Coerenza · Esercizio 2013

1919: un anno «molto lusinghiero»

È il 16 maggio del 1918 a San Giovanni Rotondo. Sono in ventitré a fondare la «Cassa Rurale di Prestiti di San Giovanni Battista»; di questi, otto appartengono al clero, canonici, secondo una definizione che quasi più nessuno conosce. Un evento evocato per ben 32 anni se è vero che al 1886 risale lo statuto di una società a capitale illimitato, la “Daunia Popolare Cooperativa di San Giovanni Rotondo”.Gli altri sono agricoltori, di cui due persino analfabeti.Ad ispirarli, l’arciprete del tempo, Giuseppe Prencipe, un visionario, si direbbe oggi, che offrirà tuttavia a noi la fierezza di celebrare il secolo di vita della Banca. Con il versamento di 10 lire, essi accettano anche il rischio di uno statuto a responsabilità illimitata, norma che durerà fino al 1981.

La prima Assemblea Generale si tiene nelle felici contemporaneità della conclusione della Grande Guerra: il 3 dicembre. Pasquale De Cata ha la capacità di persuadere tutta l’assemblea - compreso il carisma di Prencipe - che la concessione del fido debba essere di quattrocento lire. Almeno quattrocento, e non la metà, perché «solo con questa somma si potrà apportare al socio, specialmente se soldato reduce dal fronte, un qualche aiuto efficace».

Il 4 gennaio del ’19 si celebra invece la prima riunione del Consiglio d’Amministrazione, che subito accoglie le richieste di altri venti cittadini: una schiera davvero nutrita, che va ad unirsi ai dianzi ricordati ventitré fon-datori della primavera precedente.

Va detto, ad onor di cronaca, che nella successiva riunione, quella del 7 gennaio, Filippo Lombardi, canonico, è escluso da socio perché «non si è voluto ottemperare alle norme dello Statuto».Appaiono, qui, fin troppo chiari, i travolgenti segni di una Storia, che si incarna in un’idea, così forte ed energi-ca, ed in un’azione, talmente consapevole ed inarrestabile, che nel primo effettivo anno di esercizio l’appena nata Cassa Rurale di Prestiti saluta l’ingresso di ben 136 soci, in un paese che conta diecimila abitanti all’incirca.Considerevoli risultano essere le somme elargite per le domande di prestito: 83.352 lire, per un utile netto di 807,50.

Non sembri del tutto casuale la mossa incipitaria con cui esordisce la notarile relazione della Commissione dei Sindaci: «L’inizio della nostra Cassa Rurale è molto modesto e il risultato ottenuto alla fine dell’anno è molto lusinghiero; difatti al principio di gennaio non vi erano in cassa che £ 230; mentre alla fine di dicembre si è raggiunta la somma di £ 322.798,88 come movimento di cassa».

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Relazione dei Sindaci per l’esercizio 1919

L’inizio della nostra Cassa Rurale è molto modesto e il risultato ottenuto alla fine dell’anno è molto lusin-ghiero; difatti al principio di Gennaio non vi erano in cassa che £ 230; mentre alla fine di Dicembre si è raggiunta la somma di £ 322.798,88 come movimento di Cassa.Grande è la fiducia inspirata in tutti i depositanti, perché nel corso dell’anno abbiamo introitato di depositi liberi £ 27.300; di depositi vincolati £ 106.089,50.I rimborsi dei depositi fatti nel corso dell’anno, cioè dei depositi liberi di £ 3.650 e di depositi vincolati di £ 19.150, dimostrano che la cassa non è venuta meno alle promesse fatte ai depositanti, che cioè, loro avreb-bero trovato sempre pronto il danaro a qualunque richiesta.Crediamo con ciò di aver operato molto bene, non solo perché ai depositanti si è fatta guadagnare la somma di £ 1.505,52 - guadagno, che non si sarebbe avuto, se i depositanti non avessero messo a profitto i loro risparmi - ma abbiamo anche portato molto sollievo ai soci, elargendo loro la somma di £ 83.552 di depo-siti.Non si può non lodare la diligenza del Consiglio nel disporre il Credito Italiano l’eccedenza delle somme depositate che in tutto il corso dell’anno 1919 è salito [sic] alla somma di £ 47.500, appunto per avere altri profitti. Sono certo di conforto le rendite avuto [sic] in questo esercizio che sono interessi materiali sui pre-stiti £ 1.509,57; interessi maturati sul conto corrente attivo £ 1.133,38; spese rimborsate £ 24,60; interessi su altre operazioni attive £ 140,25, e che in tutto formano la somma di £ 2.807,80.Quanto riguardo alle difficoltà incontrate, le spese sono di piccolissima entità, perché quelle d’impianto ascendono a £ 166,45; quelle d’amministrazione a £ 194,15; interessi rimborsati sui prestiti £ 134,18; interessi sui depositi £ 1505,52 che in tutto formano un totale di £ 2.000,30. Di modo che dal totale delle rendite di £ 2.807,80 - detratte il totale delle spese di £ 2.000,30 - abbiamo un utile netto di £ 807,50.Dati questi risultati, non possiamo non rivolgere una parola di lode al Consiglio d’Amministrazione, facen-do i più lieti auspici per il futuro incremento della Cassa.Possiamo attestare che le suddette cifre corrispondono esattamente alle registrazioni; che i registri sono stati mantenuti in ordine e che di ogni operazione si conserva il relativo documento.Ciò premesso, vi invitiamo ad approvare il bilancio che vi presentiamo.

I SindaciG[iovanni] MiscioCostanzo Zoccano

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Bilancio di Coerenza · Esercizio 2013

1.3 | differente per valoriI valori nei quali il Credito Cooperativo si riconosce e che derivano dalla sua entità, sono delineati in questi documenti principali:•loStatuto delle BCC;•laCarta dei Valori;•laCarta della Coesione, sintesi dello stile della mutualità nelle relazioni interne al sistema BCC;•laCarta della Finanza.

L’Articolo 2 dello Statuto sancisce la natura di banche a responsabilità sociale, affermando che queste perse-guono obiettivi di utilità sociale, che si concretizzano nella funzione di “promuovere il miglioramento delle condizioni morali e culturali dei soci e delle comunità.”

ART. 2, LA CONTINUITÀ dELLA dIFFERENZA

Migliorare la condizione materiale e morale destinatari: i soci1883

Migliorare le condizioni morali e materiali destinatari: i soci1901

Il miglioramento morale ed economico destinatari: i soci1937

Miglioramento delle condizioni morali, materiali ed economiche (...) educare al risparmio e alla previdenza (...) sviluppo e promozione della cooperazione (...)

destinatari: i soci, agricoltori, artigiani e i membri di comunità locali in cui opera

1988

Miglioramento delle condizioni morali, culurali ed economiche, educazione al risparmio e alla prevvidenza, coesione sociale e crescita responsabile e sostenibile del territorio.

destinatari: i soci e gli appartenenti alle comunità locali

2005

dIFFERENTE PER vALORI

QUELLA dELL’ ARTICOLO 2 dEL CREdITO COOPERATIvO è UNA STORIA LUNgA 120 ANNI. è LA STORIA dELLA SUA IdENTITÀ, dELLA SUA CULTURA dI IMPRESA,

dELLA SUA CAPACITÀ dI STARE SUL MERCATO. MA è ANChE LA STORIA dELLA SUA dIFFERENZA. ECCO COME SI è EvOLUTO.

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CARTA vALORI dEL CREdITO COOPERATIvO

SOCI

I soci del Credito Cooperativo si impegnano sul proprio onore a contribuire allo sviluppo della Banca

lavorando intensamente con essa.

Fedeli allo spirito dei fondatori, i soci aderiscono ad un codice

etico fondato sull’onestà, la trasparenza, la responsabilità

sociale, l’altruismo.

COOPERAZIONE

Lo stile cooperativo è il segreto del successo.

L’ unione delle forze, il lavoro di gruppo,

la condivisione leale degli obiettivi sono il futuro

della cooperazione di credito.

PROMOZIONE dELL0SvILUPPO LOCALE

Il Credito Cooperativo è legato alla comunità locale

esprimendo un’allenza durevole per lo sviluppo.

PROMOZIONE dELLA PARTECIPAZIONE

Il Credito Cooperativo favorisce la partecipazione

degli operatori locali alla vita economica,

privileggiando le famiglie e le piccole imprese.

PRIMATO E CENTRALITÀ dELLA PERSONA

Il Credito Cooperativo ispira la propria attività

alla promozione e all’attenzione della persona.

è un sistema di banche costituite da persone che lavorano per le persone.

CARTA dELLA COESIONE dEL CREdITO COOPERATIvO

IL PRINCIPIO dI SOLIdARIETÀ

la solidarietà all’interno delle BCC e fra le BCC è un principio irrinunciuabile del

Movimento. La solidarietà si esprime

anche attraverso la condivisione di principi ed idee e l’aiuto vicendevole di

casi di necessità.

IL PRINCIPIO dI EFFICIENZA

Tutte le iniziative e le forme organizzative del sistema di volta in volta

adottate dovranno essere caratterizzate da efficienza. L’ efficienza dovrà essere

valutata in termini economici, qualitativi, relazionali, di

stabilità e di coerenza rispetto alla previsione normativa

e statutaria.

IL PRINCIPIO dI LEgAME CON IL TERRITORIO

La BCC nasce, vive e si sviluppa nel territorio. di esso è espressione e al suo servizio

si dedica completamente, in modo indiretto favorendo i soci e gli apparteneti alla comunità

locale nelle operazioni di banca.

In modo diretto favorendo la coesione sociale e la crescita

sostenibile del territorio.

IL PRINCIPIO dI COOPERAZIONE

La cooperazione tra Banche Cooperative mutualistiche

mediante le strutture locali, regionali, nazionali ed

internazionali è condizione per conservare l’autonomia e la stabilità e migliorare la loro capiacità di servizio ai

soci e ai clienti.

IL PRINCIPIO dI AUTONOMIA

le BCC custodiscono la propria indipendenza e

autonomia impegnandosi in una gestione sana,

prudente e coerente con la propria missione.

LA CARTA dELLA FINANZA LIBERA, FORTE E dEMOCRATICA

RESPONSABILE

EdUCANTE

SOCIALE

PLURALE

COMPRENSIBILE

INCLUSIvA

INCENTIvANTE

UTILE

PARTECIPATA

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Bilancio di Coerenza · Esercizio 2013

Carta dei ValoriLa Carta dei Valori è il “patto” che lega il Credito Cooperativo alle comunità locali. Definisce le regole di comportamento, i principi cardine e gli impegni della Banca nei con-fronti del suo pubblico: soci, clienti, collaboratori.

Carta della CoesioneLa Carta della Coesione inserisce le BCC all’interno del sistema, traducendo i principi della Carta dei Valori in un contesto di “rete”.

La Carta della Finanza libera, forte e democraticaIn questa Carta, approvata nel 2011, vengono enunciati i principi cardine che caratterizzano la finanza del Credito Cooperativo. Questa deve essere: responsabile e attenta a dove investire il risparmio; sociale, ovvero deve aiutare la comunità, i territori e le economie locali nello sviluppo diventando essa stessa “attrice”; educante, che accompagni con giusti consigli i pro-

cessi di risparmio, indebitamento, investimento, spesa, protezione dai rischi, previdenza; plurale, in cui tutti i soggetti diversi per dimensione, forma giuridica, obiettivi d’impresa abbiano cittadinanza e uguali opportunità; inclusiva, capace di promuovere e abilitare, di integrare persone, famiglie e imprese nei circuiti economici, civili e partecipativi; comprensibile, che parli il linguaggio comune delle persone; utile, quindi non autoreferenziale, ma al servizio dei clienti; incentivante, in grado di riconoscere il merito, di valutarlo o di dargli fiducia; effi-ciente, ovvero che si impegni a migliorare la propria offerta ed i propri processi di lavoro con il fine di garantire sempre maggiore convenienza ai propri clienti; partecipata, in cui un numero diffuso di persone abbia potere di parola, di intervento, di decisione.

vANTAggI PER SOCI

vANTAggI PER LE

COMUNITÀ LOCALI

dIFFUSIONE dEL

BENESSERE

SvILUPPO dELLA

COOPERAZIONE

COESIONE SOCIALE

CRESCITA SOSTENIBILE

dEL TERRITORIO

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La nostra storia è fatta di passione e di competenza, di professionalità, di sogni e progetti. La diversificazione territoriale e la volontà di costruire un istituto creditizio unico nel panorama della provincia di Foggia, costitu-iscono senza dubbio la missione della nostra Banca che, in coerenza con la propria identità, è quella di favorire i soci e le comunità locali, perseguire la diffusione del benessere, inteso come il miglioramento delle condizioni economiche e non economiche di questi (morali, culturali, etc.) promuovere lo sviluppo della cooperazione, agevolare la coesione sociale, incentivare la crescita responsabile e sostenibile del territorio.

1.3.1 | I nostri valori BCC: differente per missioneNel corso del 2013 è stato sottoposto ai dipendenti, agli amministratori ed ai sindaci della Banca, un sondaggio al fine di identificare i valori di riferimento aziendale.

I valori più percepiti sono risultati:• Responsabilità:intesaqualecapacitàdiprevedereleconseguenzedelpropriocomportamentoecorreggere

lo stesso sulla base di tale previsione;• Impegno:qualevincolomoralediintensitàoperativaassuntoneiconfrontidell’Istituzioneedituttiiporta-

tori d’interesse;• Professionalità:espressainterminidicompetenza,diserietàerigorenell’eserciziodeicompitiaffidatieco-

munque nel rispetto di valori etici;• Affidabilità:ossiailriconoscimentodellaconsuetudinedellaserietàecorrettezzaneicomportamenti.

NEL CORSO dEL 2013 è STATO SOTTOPOSTO AI dIPENdENTI E AgLI AMMINISTRATORI dELLA BANCA, UN SONdAggIO AL FINE dI IdENTIFICARE I vALORI dI RIFERIMENTO AZIENdALE.

I vALORI PIù PERCEPITI SONO RISULTATI:

RESPONSABILITÀ IMPEgNO PROFESSIONALITÀ AFFIdABILITÀ

I NOSTRI vALORI

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Bilancio di Coerenza · Esercizio 2013

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Bilancio di Coerenza · Esercizio 2013

L’architettura e l’identità 2

2.1 | BCC: differente per strategia“Strategie del Credito Cooperativo per la qualità della rete e lo sviluppo delle comunità locali”. È questo il tema da anni al centro dello sviluppo del Credito Cooperativo.Per misurarsi con il “cambiamento” per fare banca sempre più di qualità. Per essere sempre più competitivi sul mercato e garantire lo sviluppo del sistema anche nel futuro.

Come ha sottolineato recentemente il Presidente di Federcasse Alessandro Azzi, in tempi di “inquietudini e timori” la cooperazione di credito italiana ha voluto presentarsi di fronte al Paese, per riaffermare con orgoglio l’importanza del proprio ruolo di sostegno all’economia reale. Numeri alla mano, il modello BCC ha dimostrato e dimostra, di svolgere compiutamente la propria tradizionale funzione anticiclica dallo scoppio della crisi economica, di andare controtendenza perfino rispetto alle dinamiche occupazionali.Un modo di fare banca avvertito dalla gente come capace di contrastare efficacemente le derive e i dissesti della finanza fine a se stessa e quelli della finanza speculativa.Fulcro della strategia di rafforzamento della rete, è l’estensione di meccanismi di garanzia interni attraverso l’evoluzione del Fondo di Garanzia degli Obbligazionisti verso una forma di garanzia “incrociata” di tutto il Credito Cooperativo.

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LA PRESENZA SUL TERRITORIO NAZIONALE

385BCC-CR

SUL TERRITORIO NAZIONALE

4.454SPORTELLI AL PUBBLICO

101PROvINCE IN CUI LE BCC-CR SONO PRESENTI

2.711COMUNI

1883 131 ANNI dI ATTIvITÀ

INIZIA NEL 1883 A LOREggIA LA STORIA dELLE BCC-CR

2014

37MILA COLLABORATORINELLE BCC, FEdERAZIONI LOCALI, ENTI E SOCIETÀ dEL SISTEMA

1,3 MILIONI dI SOCILE BCC SI FONdANO SU SOCIETÀ dI PERSONE E NON dI CAPITALI

2.2 | La presenza sul territorio nazionaleLe BCC sono strutturate con un sistema a rete. Il sistema a rete del Credito Cooperativo è un sistema coordi-nato di autonomie basato su strutture operanti a vari livelli con funzione distinta ma complementare tra loro. Il sistema rappresenta lo strumento per governare la complessità, unendo i vantaggi del localismo e quelli della dimensione. Il modello organizzativo del Credito Cooperativo ruota intorno alle 388 BCC complessivamente presenti sul territorio nazionale con circa 4.400 sportelli. I due principi che garantiscono l’efficienza del sistema sono: la sussidiarietà e la solidarietà.La sussidiarietà si esercita dalle strutture nazionali e regionali alle banche. La solidarietà riguarda i rapporti di collaborazione e di corresponsabilità che legano le BCC tra loro.

+ 2,7%dIPENdENTI

+14,1%SOCI

IL CREdITO COOPERATIvOINvESTE SUL

CAPITALE UMANO

20092012

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Bilancio di Coerenza · Esercizio 2013

2.3 | La presenza sul territorio locale La Banca di Credito Cooperativo di San Giovanni Rotondo è presente in 8 comuni della provincia di Foggia. A San Giovanni Rotondo ci sono due filiali e la sede con la Direzione Generale. Altre filiali sono presenti ormai da molti anni a Carpino, San Marco in Lamis, Rignano Garganico, Foggia.Nel 2010 è stata inaugurata la filiale di Manfredonia, nel 2011 la filiale di Monte Sant’Angelo e nel 2012 la filiale di San Severo.

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SERvIZI OFFERTI 2011 2012 2013ESERCENTI POS 238 275 332TERMINALI ATM 11 11 13

SOSTEgNO AL TERRITORIO 2012 2013SPETTACOLO E CULTURA € 76.231 € 62.290SPORT € 139.180 € 75.150ALTRO € 134.434 € 93.300

FILIALI 2011 92012 92013 9

dIPENdENTI2011 702012 732013 80

SOCI 2011 17672012 18692013 2032

vOLUMI gESTITI 2012 2013RACCOLTA dIRETTA € 321.648.000 € 375.259.000 RACCOLTA INdIRETTA € 71.593.000 € 54.840.000 IMPIEghI vERSO CLIENTELA € 272.698.000 € 290.723.000

dIMENSIONE PATRIMONIALE 2012 2013PATRIMONIO NETTO € 56.339.000 € 57.555.000dI CUI CAPITALE SOCIALE € 471.000 € 554.000TIER 1 CAPITAL RATIO 13,11% 12,67%TOTAL CAPITAL RATIO 13,39% 12,96%

dIMENSIONE REddITUALE 2012 2013MARgINE dI INTERMEdIAZIONE € 13.294.000 € 14.456.000RISULTATO dI gESTIONE € 11.355.000 € 11.659.000UTILE NETTO € 1.253.000 € 458.000COST INCOME RATIO 72,54% 74,15%

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Bilancio di Coerenza · Esercizio 2013

2.4 | La strategia La Banca di Credito Cooperativo di San Giovanni Rotondo si è proposta un programma ambizioso nel piano strategico per il triennio 2012-2014 ed ha inteso individuare specifici obiettivi per soci, clienti e personale.

2.5 | I Soci La banca punta ad un allargamento, alla qualificazione e fidelizzazione della compagine sociale, con intensifi-cazione della componente giovanile e di quella femminile, attraverso il consolidamento dei principi di identità cooperativa quali prossimità, professionalità e responsabilità sociale. La banca offre:•strumentifinanziaridedicatiallosviluppodelcapitaleumano,puntandomaggiormentesulsostegnoalla

formazione dei giovani nella fase universitaria e post universitaria;•servizifinanziarieconsulenzialidiaccompagnamentoesostegnoallanascitaeallosviluppodiattivitàim-

prenditoriali;•prodottifinanziaripersegmentidiclientela/sociespecificheattivitàdiformazioneeinformazione;•strumentidiaggregazionesociale,ancheattraversolacreazionedigruppidiacquistodibenieservizi.

Particolare attenzione è dedicata alle fasce “non produttive” della compagine sociale, gli anziani e i giovanissimi: sarà realizzato un centro sociale ed educativo, laboratorio della prestazione sociale, della formazione sociale e civica, della conoscenza.

vANTAggI PER SOCI

vANTAggI PER LE

COMUNITÀ LOCALI

vANTAggI PER LE

COMUNITÀ LOCALI

dIFFUSIONE dEL

BENESSERE

SvILUPPO dELLA

COOPERAZIONE

COESIONE SOCIALE

CRESCITA SOSTENIBILE

dEL TERRITORIO IL

SOCIO

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2.6 | I ClientiLa BCC di San Giovanni Rotondo ambisce ad un’espansione mirata e qualificata della propria base di clientela. Persegue con decisione la semplificazione dei processi commerciali mirati a qualità e celerità dei servizi. Anche con i clienti, la banca punta ad aspetti identitari ritenuti importanti, quali un risparmio consapevole e respon-sabile ed una relazione con la clientela eticamente orientata. Sono in corso partnership per l’offerta di servizi ad alto valore aggiunto per la clientela e saranno differenziate le politiche commerciali al fine di garantire la più adeguata risposta alle singole filiali.Per la comunità: la comunità è qualcosa di più ampio della somma di clienti e soci, è il complesso di relazioni sociali, economiche e di ogni altra natura insistenti su un territorio. A tal fine la BCC di San Giovanni Ro-tondo punta ad acquisire sempre maggiore conoscenza dei bisogni della comunità di riferimento, migliorando la politica di ascolto dei territori tramite incontri periodici con soci/clienti, ampliando le proprie connessioni in rete con altri attori del territorio, razionalizzando i propri interventi mutualistici, facendosi promotrice di progetti solidaristici e approfondendo il valore attribuito dalle comunità alle attività sponsorizzate dalla banca ed alle iniziative realizzate.

2.7 | Le Risorse UmaneLa Banca, quale società di servizi è frutto del contributo del proprio patrimonio umano ed esiste principal-mente in virtù di esso. Un obiettivo strategico è certamente quello del rafforzamento del senso della missione aziendale e della capacità di riconoscere il valore sia etico che competitivo di un approccio identitario. A questo si accompagnano forme di tutoraggio (in particolare per in neo assunti) finalizzate alla trasmissione verticale e orizzontale della conoscenza del patrimonio informativo e professionale della Banca. La Banca punta alla for-mazione permanente del proprio personale anche attraverso stages presso organismi di categoria e la frequenza di corsi ordinari e specialistici, all’interno di una pianificazione della crescita professionale. Gli obiettivi di miglioramento della produttività sono conseguiti sia attraverso una mappatura a tappeto delle competenze e delle potenzialità che consenta di ottimizzare l’attribuzione dei ruoli e sia attraverso la portata a regime di un sistema incentivante, coadiuvato dall’istituzione di un sistema di autovalutazione e di valutazione permanente. La banca ha inoltre istituito un sistema di monitoraggio del clima interno di soddisfazione dei dipendenti.È dedicato spazio specifico alla formazione commerciale (in particolare degli addetti al front-office) ed a quella manageriale dei responsabili di filiale, dei vice responsabili di filiale e dei ruoli di coordinamento.

2.RISPARMIO

E PREvIdENZA

3.SPINTA

COMMERCIALE

4.COERENZA TRA

MERCATO E vALORI

1PROATTIvITÀ IL

SOCIO CLIENTEE IL

CLIENTE

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Bilancio di Coerenza · Esercizio 2013

2.8 | L’identità

2.8.1 | GovernanceGli organi della società cui è demandato secondo le rispettive competenza, l’esercizio delle funzioni sociali sono:•AssembleadeiSoci•IlConsigliodiAmministrazione•IlComitatoEsecutivo•IlCollegioSindacale•IlCollegiodeiProbiviri.

2.8.2 | Assemblea dei SociL’assemblea dei soci rappresenta il momento centrale della vita societaria. Tra i vari adempimenti c’è il compito primario di discutere ed approvare le risultanze dell’andamento complessivo della gestione annuale della Banca. L’assemblea rappresenta l’universalità dei soci, le sue deliberazioni obbligano i soci ancorché non intervenuti o dissenzienti.

2.8.3 | Il Consiglio di AmministrazioneIl Consiglio di Amministrazione è investito di tutti i poteri di ordinaria e straordinaria amministrazione della Società, tranne quelli riservati all’Assemblea dei Soci. Mediante la sua azione istituzionale di governo, il Consi-glio di Amministrazione assicura la sana e prudente gestione della Banca.

Il Consiglio di AmministrazionePresidente

Giuseppe Palladino•

VicepresidenteAntonio Mantuano

•Amministratori

Paolo ArgentinoVincenzo Fini

Leonardo FiorentinoCarmine Masciale

Domenico NapolitanoGiorgio Riontino

Matteo Russo

Al 31 Dicembre del 2013 i Soci della Banca di Credito Cooperativo

di San Giovanni Rotondo erano:

2032

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2.8.4 | Il Collegio Sindacale È l’organo di controllo della Banca e “vigila sull’osservanza della legge e dello statuto, sul rispetto dei principi di corretta amministrazione ed in particolare sull’adeguatezza dell’assetto organizzativo, amministrativo e conta-bile adottato dalla Società e sul concreto funzionamento” (Art. 43 Statuto Sociale BCC). Il Collegio Sindacale è nominato dall’assemblea dei soci in seduta ordinaria.

Il Collegio SindacalePresidente

Giuseppe Scarale•

SindaciGiovanniCafaro•AntonioNetti

•Sindaci Supplenti

MauroGadaleta•NicolaUrbano

2.8.5 | Il Comitato EsecutivoÈ composto da tre a cinque componenti del Consiglio di Amministrazione nominati ogni anno dallo stesso Consiglio dopo l’Assemblea Ordinaria dei soci (Art. 41 Statuto Sociale BCC).

2.8.6 | La Direzione GeneraleIl Direttore Generale è il capo del personale, dà esecuzione alle delibere degli organi sociali secondo le previsioni statutarie, persegue gli obiettivi gestionali e sovraintende allo svolgimento delle operazioni ed al funzionamento dei servizi secondo le indicazioni del Consiglio di Amministrazione.

La Direzione GeneraleDirettore Generale

Augusto de Benedictis•

Vice Direttore GeneraleLucia Siena

2.8.7 | Il Collegio dei ProbiviriIl Collegio dei Probiviri è composto da tre membri effettivi e da due supplenti. Il suo compito è quello di diri-mere eventuali controversie fra i soci e la Banca.

Il Collegio dei ProbiviriPresidente

Giovanni Antonio Scaramuzzi•

Componenti effettviGraziaAugello•MatteoRosati

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Bilancio di Coerenza · Esercizio 2013

2.8.8 | Assetto organizzativoNel 2013 la Banca ha proseguito la revisione dell’assetto organizzativo, in coerenza con il piano strategico 2012/2014. Sono state ancor più delineate le missioni e le mansioni dei responsabili e degli addetti delle aree, dei servizi, delle funzioni, degli uffici e delle filiali nell’ottica di un sempre maggiore efficientamento, dell’in-terfunzionalità dei ruoli e della maggiore snellezza operativa. È proseguito altresì il turn over in tutti i ruoli, con un’azione che ha già interessato nell’ultimo biennio circa il 90% dei dipendenti. Ulteriori implementa-zioni organizzative sono tuttora in corso a testimonianza della ineluttabilità, pur nel rispetto delle esperienze acquisite, di un cambiamento continuo; una sfida irrinunciabile, quella del “change management”, che tutte le imprese oggi - ma sempre più domani - sono chiamate ad affrontare per sopravvivere e per proseguire la loro missione. Con la consapevolezza peraltro, che in un mondo che cambia, non è sufficiente cambiare, bisogna anche saper cambiare.

Responsabili di Area e ServiziMatteo Russo: Responsabile Area Crediti

Luigi D’Ottavio: Responsabile Area MercatoCesare Maci: Responsabile Area Risk Management

Antonio Graziano Siena: Responsabile Area Amministrativa Enrico D’Errico: Responsabile Servizio Valutazione Crediti

Nunzia Gravina: Responsabile Servizio Finanza

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Bilancio di Coerenza · Esercizio 2013

Le relazioni con i Portatori di interessi3

3.1 | I diversi volti della mutualità nelle BCC

Il mutualismo è un modo specifico di fare impresa, una formula antica ed insieme moderna di organizzazione e gestione aziendale, basata sull’unione delle forze e sulla reciprocità.Ciò che caratterizza un’impresa mutualistica è infatti l’obiettivo, che è quello di conseguire un vantaggio: il socio è interessato ai mutui benefici, ai vantaggi reciproci che può ottenere dall’appartenenza all’impresa e non alla remunerazione del capitale investito sotto forma di dividendi.L’assenza di una finalità speculativa influenza il modo di stare sul mercato, gli stili di governo, i modelli orga-nizzativi, le scelte strategiche, l’operatività di questa tipologia d’impresa. Il mutualismo genera ricchezza, sia sociale che economica e rappresenta una risorsa perché costituisce una diffe-renza che favorisce pluralismo e crescita. Si fonda su rapporti “tra pari” e su relazioni non soltanto bidirezionali.Per le BCC la mutualità è una parte fondamentale dell’identità e del codice genetico. Tre sono le declinazioni della mutualità della BCC:•interna,rivoltaaisocidellaBanca;•esterna,direttaallecomunitàlocalinellaqualiessereoperano;•disistema,afavoredellesingoleBCCegeneratadalsistemaaretedelCreditoCooperativo.

PORTATORI dI INTERESSI dELLE BCC

SOCI COLLABORATORI ORgANIZZAZIONI E AZIENdEdEL SISTEMA BCC

I PORTATORI dI INTERESSI INTERNI

CLIENTI COMUNITÀ LOCALE

FORNITORI ENTI LOCALI, ASSOCIAZIONI, FONdAZIONI,

COMITATI, dIOCESI, PARROCChIE, ECC.

SISTEMA dELLA COOPERAZIONE

I PORTATORI dI INTERESSI ESTERNI

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3.2 | I SociI soci, il primo focus dell’attività imprenditoriale e sociale delle BCC, i primi beneficiari dei vantaggi bancari ed extrabancari che esse generano.La BCC di San Giovanni Rotondo opera prevalentemente nel territorio della sua gente ed esclusivamente per la sua gente. Cooperazione significa operare insieme, aiutandosi reciprocamente, per raggiungere un obiettivo definito.Essere socio della BCC di San Giovanni Rotondo vuol dire partecipare attivamente in prima persona al miglio-ramento della situazione socio-economica della realtà locale in cui viviamo.

ATTIVITÀ CON I SOCI 2012 2013 Var . %

RACCOLTA DIRETTA 73.280.000 85.858.000 +14,6%

IMPIEGHI NETTI 84.981.000 92.143.000 +8,4%

3.3 | Le iniziative a favore dei sociIl segnale più tangibile dell’attenzione ai soci è espresso dai principali vantaggi e dai servizi ad essi riservati: •trattamentobancarioprivilegiato;•ammissioneall’elencofornitori;•finanziamentiagevolati•borsedistudioannuali;•festadelsocio

LE SPESE NEL CONTO SOCI 2013

COME SONO CAMBIATE2012 2013

SPESE TENUTA CONTO€ 10,00(TRIMESTRALI) gRATIS

OPERAZIONI gRATUITEN. 30(TRIMESTRALI) N. 45

CARTA dI CREdITO€ 10,00(ANNUALI) gRATIS

INBANk gRATIS€ 1,00BASE

€ 3,00gOLd

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Bilancio di Coerenza · Esercizio 2013

•ristornoeconomico;•selezionedelpersonaleriservataaisocioaifiglideisoci;•rivistadedicata“BCCinforma”;•associazionedeisociDonGiuseppePrencipe(consediaSanGiovanniRotondoeCarpino);•finanziamentiagevolatiperstudiuniversitariepostuniversitari(PrestitoGalileoePrestitoLeonardo);•clubesclusivoHappyShop/NegozioAmico;•BCCCamp(Campoestivoperfiglideisoci);•cartasociofruibileperl’accreditamentoeperserviziepromozionidedicate;•GarganoVita,associazionedimutuosoccorso;•Cesit,CentroServiziperleImprese;

Nel corso del 2013 il Consiglio di Amministrazione della BCC ha apportato un deciso miglioramento alle condizioni contrattuali riservate ai soci creando il “Conto Socio, per contare di più”. Le agevolazioni sono entrate in vigore dal 1 Gennaio 2013.

3.3.1 | Per i bambini ed i giovani• Baby Benvenuto Per i figli dei soci nati dal 1° gennaio 2013 la BCC offre un libretto di risparmio con un primo versamento

di € 100,00 a carico della Banca come piccolo regalo di benvenuto per il nuovo nato.

• Baby J Libretto di risparmio per figli dei soci da 0 a 18 anni con tassi particolarmente vantaggiosi.

• Borse di studio La Banca premia i soci e figli di soci che si sono distinti nell’ambito scolastico, dalle elementari alla laurea.

Ogni anno le borse di studio vengono consegnate in una partecipata manifestazione che si svolge nella sala conferenze “Bramante”. Nel 2013 sono state erogate 67 borse di studio per un totale di 49.000 euro.

• Viaggio studio Oxford Nel 2013 il Cda ha deliberato l’attribuzione di due borse di studio che prevedono un soggiorno studio

all’estero per approfondire e studiare la lingua inglese.

• GalileoeLeonardo:legiustesoluzioniperigiovanisoci Soluzione “Galileo” e Soluzione “Leonardo” sono i due prodotti finanziari che il Consiglio di Amministra-

zione ha studiato per facilitare il percorso formativo dei nostri giovani. Nel 2013, sono stati erogati 340.600 euro, di cui 295.600 euro per il prodotto Galileo e 45.000 euro per il prodotto Leonardo.

3.3.2 | Per i giovani imprenditori• Iniziativeafavoredell’Imprenditoriagiovanile,ancheconl’attivazionediunospecificoconcorsodenomina-

to “Finanziamo l’eccellenza”, finalizzato a sostenere a costo zero il miglior progetto imprenditoriale giovanile del territorio. Organizzazione di un ciclo di incontri/conferenze sul tema “Imprenditori di se stessi”.

3.3.3 | Per le donne• Attivazione di iniziative socio-culturali in collaborazione con IDEE, l’Associazione delle Donne del Credito Coo-

perativo, finalizzata a promuovere e valorizzare il contributo delle donne del Credito Cooperativo. Si è riscontrato un maggior coinvolgimento attivo delle colleghe, due delle quali hanno partecipato al “Congresso nazionale”.

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COMPOSIZIONE PERCENTUALE PER ATTIvITÀ ECONOMICA dEI SOCI

CRESCITA dELLA COMPONENTE FEMMINILE NELLA COMPAgINE SOCIALE

dISTRIBUZIONE TERRITORIALE dEI SOCI

dISTRIBUZIONE ANAgRAFICA dEI SOCI

CRESCITA dEI SOCI

COMPOSIZIONE dEI SOCIPER gENERE

dISTRIBUZIONE ANAgRAFICA dELLA COMPAgINE SOCIALE

PRESENZA gIOvANILENELLA COMPAgINESOCIALE

Fino a 35 anni

I SOCI dELLA BCC SAN gIOvANNI ROTONdO

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Bilancio di Coerenza · Esercizio 2013

COMPOSIZIONE PERCENTUALE PER ATTIvITÀ ECONOMICA dEI SOCI

CRESCITA dELLA COMPONENTE FEMMINILE NELLA COMPAgINE SOCIALE

dISTRIBUZIONE TERRITORIALE dEI SOCI

dISTRIBUZIONE ANAgRAFICA dEI SOCI

CRESCITA dEI SOCI

COMPOSIZIONE dEI SOCIPER gENERE

dISTRIBUZIONE ANAgRAFICA dELLA COMPAgINE SOCIALE

PRESENZA gIOvANILENELLA COMPAgINESOCIALE

Fino a 35 anni

I SOCI dELLA BCC SAN gIOvANNI ROTONdO

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INDICATORE - DESCRIZIONEVALORE var %

2011 -12var %

2012-132011 2012 2013

Partecipazione diretta*Esprime il rapporto tra il numero di soci che prendono parte direttamente all’assemblea e il totale dei soci della cooperativa. L’esclusione delle deleghe mira proprio ad evidenziare la capacità di coinvolgimento “diretto” della base sociale. Un valore più alto dell’indicatore è dunque da interpretare come comportamento più virtuoso. (Rapporto percentuale di composizione).

45,76% 8,08% 15,06% -82,34% 86,39%

Turnover base socialeMisura il livello di ricambio della base sociale della banca, prescindendo dal risultato netto dei singoli flussi di ingresso e uscita sul numero totale dei soci (Rapporto percentuale di composizione)

11,94% 9,05% 12,25% -31,91% 26,10%

Informazione dedicata ai sociIndicatore on/off ON ON ON

Adozione regolamento aseembleare tipoIndicatore on/off ON ON ON

Giovani sociFornisce l’incidenza, nella composizione anagrafica della base sociale della banca, della categoria di soci con età inferiore ai 35 anni. Non esistono valori ottimali in assoluto, essendo l’indice influenzato dalla composizione sociale del territorio in cui si opera nonchè dalla singola storia e dalle politiche di reclutamento finora condotte dalla banca. (Rapporto percentuale di composizione)

9,05% 9,52% 9,60% 5,18% 0,76%

Metrica Mutualistica | Principali indicatori riferiti ai Soci

*La partecipazione diretta all’assemblea è influenzata dagli argomenti trattati (2011 - rinnovo cariche sociali, 2013 - modifiche statutarie).

3.3.4 | Per le famiglie

• BCCCamp È il campo estivo dedicato ai bambini figli di soci. Per il secondo anno consecutivo numerosi bambini hanno

preso parte all’iniziativa organizzata con l’associazione dei soci Don Prencipe. L’obiettivo è quello di proporre attività educative favorendo la socializzazione dei ragazzi.

•AssistenzasanitariaesocialeNel corso del 2013 è stato avviato il progetto per la costituzione di una Mutua, (costituita ad aprile 2014) per offrire ai soci i seguenti servizi:•organizzazionedicampagnediprevenzionesanitaria;• l’accesso per i soci, attraverso laCarta MutuaSalus, ad una rete di soggetti convenzionati costituita da operatori sanitari e da strutture medico sanitarie private e pubbliche;•rimborsoparzialedeiticketperprestazionisanitarieediariedaricovero;•InoltrelaMutuarealizzeràiniziativeafavoresiadellegiovanicoppiechedellapersoneanziane,adesempio:- buoni bebè spendibili presso farmacie e negozi della prima infanzia convenzionati;- buoni scolastici spendibili presso le cartolibrerie convenzionate;- assistenza sanitaria a domicilio.La Mutua si farà anche promotrice di iniziative culturali, ricreative e sociali.

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Bilancio di Coerenza · Esercizio 2013

3.4 | I collaboratori

3.4.1 | Formazione e valorizzazioneLa formazione e la valorizzazione delle risorse umane rivestono per la Banca una funzione strategica, nella consapevolezza che tali elementi sono determinanti per il perseguimento degli obiettivi. Le risorse umane sono sottoposte sempre più frequentemente a cambiamenti e innovazioni normative, tecnologiche e commerciali che richiedono un adeguamento della preparazione ed un’attenzione sempre maggiore dell’agire bancario. La BCC di San Giovanni Rotondo coinvolge ogni anno i dipendenti in intense attività di formazione e aggiorna-mento professionale per il consolidamento e l’accrescimento della conoscenza sia specialistica che di base. Nel 2013, tra l’altro, la Direzione Generale ha avviato un articolato progetto di sviluppo professionale incentrato principalmente su attività di formazione commerciale per responsabili e vice responsabili di filiale (sui temi della comunicazione e relationship con il cliente, lancio di un prodotto bancario con le relative tecniche di vendita, CRM e sviluppo commerciale delle relazione di clientela) e per operatori di cassa e back-office (ge-stione della relazione con il cliente, dalla customer satisfaction alla customer experience e tecniche di vendita). L’attività di gestione dei corsi è stata affidata a docenti della facoltà di Economia dell’Università di Foggia ed a docenti di società specializzate. Molti dipendenti hanno fruito di una serie di corsi di autoformazione sulla normativa di particolare rilievo ed attualità: antiriciclaggio, privacy, trasparenza delle operazioni bancarie, centrale allarmi interbancaria, sicurezza sul lavoro, finanza, comunicazione interpersonale e formazione assicurativa. Nel corso del 2013 risultano con-clusi i corsi di e-learning previsti da Regolamento Isvap n°5/2006 per la prestazione della attività di intermedia-zione assicurativa. Nel secondo semestre 2013 è stata inoltre avviata un’attività di formazione sulla sicurezza.L’impegno delle Risorse Umane in BCC è costantemente teso a rispondere con capacità e professionalità a tutte le esigenze del cliente, soddisfacendone bisogni e attese e operando in ogni occasione con la correttezza

delineata dalle normative che regolano il settore.Anche nel corso del 2013, in coerenza con gli indirizzi strategici del Consiglio di Amministrazione, è prosegui-ta da parte della Direzione Generale l’attività di miglioramento relazionale con le Risorse Umane, attraverso l’analisi delle competenze distintive e la valorizzazione delle caratteristiche tecnico-professionali.

Incentivazioni erogateAnno 2013• buonobenzinadi€150• Erogazionesistemaincentivante2012

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IL PERSONALE dELLA BCC SAN gIOvANNI ROTONdO

PERSONALE SUddIvISOPER QUALIFICA

SUddIvISIONE dEL PERSONALE PER gENERE

SUddIvISIONE dEL PERSONALE PER FASCE dI ETÀ E gENERE

PERSONALE SUddIvISOPER ANZIANITÀ dI SERvIZIO

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Bilancio di Coerenza · Esercizio 2013

DETTAGLIO ASSUNZIONI/MODIFICHE RAPPORTO DI LAVORO PERSONALE DIPENDENTE 2012 2013

Contratti a tempo determinato 2 6

Contratti a tempo determinato part-time 1 0

Contratti a tempo indeterminato 2 0

Contratto agenzia interinale 2 0

Proroga contratti scaduti - 1

Trasformazione contratti full time indeterminato a part-time indeterminato 3 0

Co.co.pro 1 0

Trasformazione da contratti a tempo determinato a contratti a tempo indeterminato 0 2

DETTAGLIO ABBANDONO PERSONALE DIPENDENTE 2012 2013

Licenziamenti – dipendenti che hanno lasciato l’azienda per decisione di quest’ultima 1 0

Dimissioni - dipendenti che hanno rassegnato le dimissioni - 0

Pensionamenti – dipendenti che hanno lasciato l’azienda per andare in pensione 1 0

ALTRI – tutte le altre motivazioni, ad esempio chiusura dei contratti a tempo determinato 2 0

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Specifiche iniziative formative del 2013• PartecipazionemasterLiaZaccardidi1risorsaperladuratadi1annoorganizzatodaFedercasse;formazione

manageriale – 2012/13;• PartecipazionepercorsoformativoretailLabdi1risorsaperladuratadi1annoorganizzatodaIccreaHol-

ding; (Formazione commerciale retail);• PartecipazioneperaddettocorporatealpercorsoformativoorganizzatodaIccreaBancaImpresa;• ProgrammazioneMasterdiI°Livelloin“CreditoeRelazioniCommercialinelleBCC”organizzatoinsiner-

gia con l’Università di Foggia con la partecipazione di 4 risorse per circa 6 mesi (avvio a settembre 2014);• PercorsoFormativocommerciale(circa30risorsefrontoffice)organizzatoincollaborazioneconl’Università

di Foggia utilizzando i fondi FONCOOP; anno 2012/13• FormazioneTrasparenzaconFederazionePBconcoinvolgimentodituttoilpersonale;• Corsosutecnichedivenditadiprodottibancassurance(incollaborazioneconPasConsultingSrl);

Composizione del personale dipendenteAl termine dell’anno 2012 la Banca aveva 73 collaboratori, di cui 8 con contratto a tempo determinato e 65 a tempo indeterminato. Nell’ottica di espansione territoriale e di rafforzamento dei presidi in essere, la Banca ha incrementato progressivamente il numero dei dipendenti e collaboratori; dai 65 dipendenti del 2010, si è pas-sati ai 70 del 2011 per arrivare a 73 al 31/12/2012. In particolare, l’aumento di personale di tre unità avutosi nel 2012, rispetto al 2011, è dovuto dall’inserimento nell’organico di 5 nuove risorse da una parte, e dall’altra, dalla fuoriuscita di due unità, una per licenziamento per giusta causa, l’altra per raggiungimento dell’età pen-sionabile. Le 2 risorse che nel 2011 prestavano servizio tramite contratto di somministrazione stipulato con società di lavoro interinale ,a fine 2012 sono state integrate nell’organico della Banca. Sono state inoltre assunte risorse esterne, con specifica e consolidata esperienza professionale, quali Responsabile e Vice Responsabile della nuova filiale di San Severo ed è stato attivato un contratto part-time (precedente ctr consulenza) con 1 risorsa che si occupa prevalentemente delle attività dell’ufficio comunicazione della Banca.Nel 2011 si registra altresì una risorsa dimissionaria e una rinuncia di una risorsa risultante vincitrice della precedente selezione del personale.Al 30 giugno 2013 il personale della Banca è di 80 risorse con un aumento rispetto allo scorso anno di 6 unità che hanno potenziato in particolare il front-office della Banca, la rete commerciale e il Risk Management.

PERSONALE SUDDIVISO PER QUALIFICA (DATI AL 31.12.2012) UOMINI DONNE TOTALE % SU TOT.

Dirigenti 4 1 5 6,85%

Quadri Direttivi 3° e 4° L. 2 4 6 10,01%

Quadri Direttivi 1° e 2° L. 9 3 12 14,65%

Impiegati 27 23 50 68,49%

TOTALE 42 31 73 100,00%

TITOLO DI STUDIO UOMINI DONNE TOTALE % SU TOT

Laurea 17 17 34 46,58%

Diploma 24 14 38 52,05%

Licenza Media 1 0 1 1,37%

Page 317: Bilancio d'esercizio e di coerenza 2013 - Bcc San Giovanni Rotondo

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Bilancio di Coerenza · Esercizio 2013

PERSONALE SUDDIVISO PER QUALIFICA (DATI AL 31.12.2013) UOMINI DONNE TOTALE % SU TOT.

Dirigenti 4 1 5 6,85%

Quadri Direttivi 3° e 4° L. 3 4 7 10,01%

Quadri Direttivi 1° e 2° L. 8 3 11 14,65%

Impiegati 32 26 50 68,49%

TOTALE 47 33 80 100,00%

TITOLO DI STUDIO UOMINI DONNE TOTALE % SU TOT

Laurea 20 18 38 46,58%

Diploma 27 15 42 52,05%

Licenza Media 1 0 1 1,37%

DETTAGLIO PROMOZIONI PERSONALE DIPENDENTE 2013 2012 2011

Promozioni interne 3* 2* 14

*Promozioni derivanti esclusivamente da chiusura contenziosi o inquadramenti maturati

SICUREZZA SUL LAVORO E CONTROLLI SANITARI Unità di misura 2013 2012

Costo formazione per servizio di prevenzione e protezione € Circa 20.000 € 11.325,60 €

Formazione su sicurezza Ore 120 88

Infortuni sul lavoro Unità 1 0

Piano periodico di check-up sanitario Sì / No Sì Sì, ogni 2 anni

GIORNATE DI ASSENZA DEL PERSONALE GIORNATE TOTALI 2013

GIORNATE TOTALI 2012

Malattia, infortuni e visite mediche 308,50 562

Congedo matrimoniale 20 33

Gravidanza, puerperio e post partum 453 552

Motivi familiari (congedi parentali) 20 -

Permessi ex 104 72 77

TOTALE 1.224

Unità di misura Agosto 2013 2012 2011 VAR

Ferie godute totali personale Giorni 1714 1974 1774 200

Monte ferie inevaso Giorni 2310 1781,50 1756 25,5

Contenzioso Risorse 2* 3 2 0

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TIROCINI FORMATIVI E DI ORIENTAMENTO 2013 2012 2011

Numero tirocini avviati 11 8 -

ROTAZIONE DEL PERSONALE / TRASFERIMNTO O NUOVE ASSUNZIONI

FUNZIONE 2013 2012 2011

Responsabili di Area/Servizio 1 4 -

Responsabili di Filiale 2 7 1

Vice Responsabili 1 3 4

Impiegati 15 12 13

Mansione implementata 11 - -

Nuove assunzioni 7 4 4

TOTALE 43 29 22

3.4.2 | Altre informazioni sui collaboratori

Rapporti sindacali ed industrialiNel 2013 è proseguita l’attività negoziale con le Organizzazioni Sindacali, condotta con l’intento di ricercare e definire un equilibrato bilanciamento fra l’attenzione alla gestione dei costi, la valorizzazione del lavoro e la coesione sociale, l’armonizzazione delle norme e degli istituti a favore del personale.Come disciplinato dall’Art. 16 del CCNL: “Informazioni alle Organizzazioni sindacali”, la Banca comunica, annualmente, alle organizzazioni sindacali locali:• lasituazioneeleprospettiveaziendaliconriferimentoallelineediSistemadelCreditoCooperativo;• ilprogrammadeicorsidiformazionedeinuoviassuntiediaggiornamentoequalificazionepertuttoilper-

sonale;• glielenchinumericideinuovidipendenti.

Con particolare riguardo alle sottoelencate materie sono tenuti inoltre degli incontri periodici:• fabbisogniqualitativiequantitatividellerisorseumaneinrelazioneallaorganizzazionedellavoro;• assunzionedelpersonale;• contrattiatermine;• corsidiformazione;• rotazionedelpersonale;• misuredisicurezzaedigienedellavoro;• innovazionitecnologicheeristrutturazioni;• controlliadistanzaetuteladellariservatezzadeidatipersonali.

Ad integrazione di quanto previsto dal CCNL, l’Art. 9 del “Contratto Integrativo Interregionale” la Banca comunica, anche per il tramite della Federazione alle Organizzazioni sindacali firmatarie, in apposite riunioni, informazioni riepilogative delle situazioni e delle prospettive della BCC, la interrelazione con il movimento in generale ed in Puglia e Basilicata, con particolare riferimento ai problemi occupazionali.

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Bilancio di Coerenza · Esercizio 2013

LIBERTA’ SINDACALI 2012 2013

Percentuale dipendenti iscritti ad un sindacato (%) 58,90% 62,02%

Giorni di assenza per motivi sindacali (permessi ai sindacalisti) 7 16

Totale ore di assenza per assemblee/scioperi di tutti i dipendenti (anche dipendenti non sindacalisti) 100 220

PROVVEDIMENTI DISCIPLINARI NEI CONFRONTI DEI COLLABORATORI 2012 2013

Biasimo scritto o rimprovero verbale o scritto 1 4

Riduzione della retribuzione - -

Sospensione dal servizio con privazione della retribuzione 1 -

Licenziamento per giusta causa o giustificato motivo 1 -

Sanzioni disciplinari per corruzioni nei confronti dei collaboratori - -

Politiche retributive e sistemi di valutazioneLa BCC di San Giovanni Rotondo adotta politiche di incentivazione e di valorizzazione del personale che si ispirano al criterio del coinvolgimento e della centralità della persona ed insieme al miglioramento della pro-fessionalità, della capacità di operare in team, della sensibilità commerciale, dell’orientamento al cliente e della responsabilità.Accanto alla retribuzione prevista dal CCNL e dal contratto integrativo è stato attivato un innovativo sistema di incentivazione che prevede l’erogazione dello stesso al personale secondo una valutazione legata all’apporto dato al raggiungimento degli obiettivi aziendali, sia quantitativi che qualitativi, da perseguire in modo solidale e partecipativo, orientando i comportamenti alla realizzazione dei risultati nel rispetto del modello organizzativo aziendale, del Codice etico e di comportamento, della normativa vigente.Il sistema prevede altresì un ammontare massimo teorico destinato a finanziare le erogazioni definito secondo analitiche previsioni riferibili alle varie categorie dei dipendenti ed al personale più rilevante (i c.d. Risk Takers) e connesso alla realizzazione di performance particolarmente significative.

Sistemi di valutazioneNel corso dell’anno il direttore generale ha ultimato i colloqui con ciascun collaboratore per verificarne punti di forza e di debolezza, aspettative, eventuali necessità formative e per raccogliere le “sensazioni” sulla Banca e sulle sue peculiarità. L’introduzione di un articolato sistema di valutazione, che possa essere propedeutico al completamento del sistema incentivante, è stato peraltro rinviato al 2014. Tramite esso si intende attivare un processo di valorizzazione del merito finalizzato a promuovere l’eccellenza.

Previdenza complementare A favore del personale della BCC di SGR esistono due forme di mutualità: il Fondo Pensione Nazionale e la Cassa Mutua Nazionale.L’obiettivo della prima, fondata nel 1987, è quello di garantire agli aderenti una prestazione pensionistica inte-grativa, ad essa contribuiscono i dipendenti nella misura del 2% e la Banca per il 4% della retribuzione.Le quote versate dalla Banca nel corso del 2013 sono state di € 377.771,28 per il Fondo Pensione Nazionale e di € 49.489,80€ per la Cassa Mutua Nazionale.

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INDICATORE - DESCRIZIONEVALORE var %

2011 -12var %

2012-132011 2012 2013

Formazione al personaleSintetizza il processo di investimento della banca nella formazione dei dipendenti. Viene utilizzato il numero di ore eccedenti quelle obbligatorie (per legge o contratto) come indice del livello di attenzione che la banca pone nella necessità di formare adeguatamente il personale. (Numero ore medio per dipendente)

22,49% 30,75% 31,94% 36,71% 31,87%

Costo della formazioneQuantifica il costo della formazione non solo come costo diretto, ma anche come costo opportunità, derivante dall’assenza del lavoratore in formazione dal processo produttivo. (Rapporto medio di composizione rispetto ai costi operativi)

0,38% 0,78% 0,11% 103,89% -85,83%

Valorizzazione risorse interneMisura l’anzianità aziendale media dei quadri direttivi e dei dirigenti. Tale indice permette di valutare l’equilibrio tra due casi estremi: 1) l’automatismo nella progressione di carriera per anzianità (valore alto) che può determinare inefficienze e assenza di modelli di valutazione capaci premiare il merito; 2) il riconoscimento delle competenze interne prima di quelle esterne nonchè la possibilità offerta al personale di crescere professionalmente e assumere nuove e maggiori responsabilità (valore pari a quello medio), questo può costituire un importante incentivo all’efficienza interna. (Età media per quadro/dirigente)

48,22% 50,39% 45,54% 4,51% -9,63%

Stress lavoro e qualità clima aziendaleestituisce il valore medio delle giornate di malattia riconosciute ai dipendenti durante l’anno. Valori anomali dell’indice possono denotare problemi di stress da lavoro o di bassa qualità del clima aziendale. (Numero medio di giorni per dipendente)

6,06% 7,70% 3,85% 27,10% 49,99%

Sostenibilità organizzativaIndica lo stock medio di ferie non godute dai dipendenti. Un valore troppo elevato dell’indicatore può rappresentare una criticità in termini di stress organizzativo. (Numero medio di giorni per dipendente)

25,09% 24,40% 25,63% -2,74% 5,03%

Turnover lavoratoriSintetizza il turnover in uscita volontaria dei dipendenti. Valori troppo elevati possono caratterizzare ambienti lavorativi poco stimolanti o condizioni di lavoro non competitive. (Rapporto percentuale di composizione)

1,55% 1,49% 1,42% -4,17% -4,27%

Tirocini formativi e stageLa nostra BCC ha stipulato convenzioni con diverse Università (Università degli studi di Foggia, Università “La Sapienza” di Roma, Università degli studi di Siena “Richard Goodwin”, Università “G. d’Annunzio” di Pescara, Università di Macerata, Politecnico di Bari, Università di Trento, Università di Teramo) per attivare progetti di tirocini formativi finalizzati a favorire l’inserimento dei giovani all’interno del mercato del lavoro, ospitando all’interno della struttura giovani laureandi e neolaureati, nei termini previsti dalle convenzioni. L’iniziativa intrapresa dalla Banca ha avuto riscontri estremamente postivi sia per il fattivo supporto offerto dai tirocinanti sia per la particolare esperienza che ad essi è stata consentita.

Principali indicatori riferiti ai collaboratori

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Bilancio di Coerenza · Esercizio 2013

IMPIEGHI PER SETTORE DI ATTIVITÀ

PER SETTORE UTILIZZATO % SU TOTALE

Tutti i settori € 281.494 100,00 %

Amministrazioni pubbliche € 427 0,15 %

Società non finanziarie € 81.940 29,11 %

Associazioni fra imprese non finanziarie € 40 0,01 %

Unità o società con meno di 20 addetti € 5.908 2,10 %

Quasi-società non finanziarie altre € 21.252 7,55 %

Unità o società con 20 o più addetti € 616 0,22 %

Unità o società con meno di 20 addetti € 20.636 7,33 %

Imprese private € 54.740 19,45 %

Imprese produttive € 54.260 19,28 %

Holding private € 480 0,17 %

Famiglie € 195.726 69,53 %

Famiglie consumatrici € 136.290 48,42 %

Famiglie produttrici € 59.436 21,11 %

Artigiani € 10.643 3,78 %

Altre famiglie produttrici € 48.794 17,33 %

istituzioni senza scopo di lucro € 3.313 1,18 %

Istituzioni ed enti ecclesiastici € 2.847 1,01 %

Istituzioni ed enti con finalità di lucro € 466 0,17 %

Società finanziarie € 32 0,01 %

resto del mondo e unità n.c. € 56 0,02 %

3.5 | I clientiUn indicatore della forte “prossimità” delle Banche di Credito Cooperativo alla clientela può essere calcolato attraverso il numero di clienti serviti.Nel corso del 2013 abbiamo cercato di curare la formazione del personale indirizzandola all’affinamento delle modalità di contatto con la clientela.Per comprendere meglio le esigenze dei nostri clienti abbiamo attivato articolate azioni di Customer Satisfaction.

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I CLIENTI dELLA BCC SAN gIOvANNI ROTONdO

CRESCITA dEL NUMERO dEI CLIENTI

TIPOLOgIEdI CLIENTELA

TIPO CONTROPARTE

NUMERO CLIENTI (U)

Associazione di categoria/Consorzio 45

Condominio 124

Ditta individuale 967

Ente del settore pubblico 11

Ente no profit 207

Ente religioso o morale 17

Persona fisica 22.859

Società a responsabilità limitata 420

Società cooperativa 90

Società di persone 327

Società per azioni 7

Totale complessivo 25.074

dISTRIBUZIONE % MASSE AMMINISTRATE PER FILIALI

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Bilancio di Coerenza · Esercizio 2013

3.6 | Customer satisfaction Le indagini di Customer Satisfaction permettono alla Banca di rilevare il grado di soddisfazione dei suoi clienti e dei soci. La comprensione delle attese della clientela e la determinazione del gap tra queste e la valutazione del servizio forniscono una mappa fondamentale delle priorità di intervento che la Banca deve attuare per miglio-rarsi, sia in termini di consolidamento che di sviluppo.

Definire il posizionamento competitivo per i segmenti di clientela è un formidabile indicatore di rotta per ottimizzare gli investimenti ed ottenere il massimo dalle iniziative. Nel corso del 2013 sono state promosse altre due iniziative per meglio definire la percezione da parte dei clienti.Le iniziative sono state attuate attraverso l’acquisizione di una scheda di “customer satisfaction” e con un’inda-gine fatta attraverso interviste “one to one”.

3.6.1 | Filiale TOP 2013Nel 2012 la nostra Banca ha avviato un percorso per verificare la soddisfazione dei nostri clienti, ma anche l’immagine percepita dall’esterno in termini di valori e messaggi trasmessi. In quest’ottica è nato, insieme con altre iniziative, il progetto “FILIALE TOP”, che attraverso il coinvolgi-mento di tutti i dipendenti e responsabili, mira al miglioramento dell’immagine e dell’efficienza. Progetto sperimentale per il 2012-2013 da replicare in futuro ogni anno. Ogni filiale ha ricevuto una visita ispettiva interna “a sorpresa” che ha verificato i seguenti elementi di valutazione: •immaginecomplessivadellaFiliale,accoglienzaecuradeilocali;•capacitàdellasquadradioffrireunservizioefficiente;•conoscenzadiprodottieservizi,capacitàconsulenzialeeassistenzapre-venditaepost-vendita;•gestionefileallosportelloeriduzionedellapercentualedioperazionieffettuateconicanalitradizionali;•spiritod’innovazione;•performancecommercialiegestionedeirischi.Interviste effettuate sempre dalla commissione interna direttamente in filiale ai clienti dopo l’utilizzo dei nostri servizi. Intensa l’attività, oltre quella ordinaria, da parte di tanti operatori delle Filiali per farsi trovare pronti nel giorno non programmato della valutazione: sistemazione di archivi, aggiornamento modulistica, verifica della funzio-nalità di tutti gli strumenti in dotazione alla singola filiale, verifica della pulizia dei locali.

3.6.2 | Innova la tua BCCCon la finalità cambiare, migliorare ed innovare il clima culturale aziendale nel 2013 è stato indetto il primo concorso riservato ai dipendenti della Banca sul tema “Innova la tua BCC”. Un progetto con l’obiettivo di coinvolgere tutti i dipendenti nelle scelte strategiche aziendali e favorire il lavoro di squadra. Gli elementi di valutazione, sotto il profilo qualitativo, sono stati il grado di realizzabilità, la coerenza con i valori della BCC e dello statuto e le risorse necessarie per la sua realizzazione, l’innovatività, l’integrazione del principio di respon-sabilità sociale della Banca e le potenzialità di sviluppo del progetto. Sono stati presentati tre progetti: SocioUp, Banca Virtuale e Social Banking.

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3.7 | Gestione reclamiNel 2013 sono pervenuti 25 reclami, di questi 2 hanno avuto esito positivo, 5 sono state accolti dalla banca, gli altri sono in fase di definizione.

NUMERO RECLAMI RICEVUTI NELL’ANNO 2013

RECLAMI PER PRODOTTO VALORE ASSOLUTO PERCENTUALE

Conti Correnti 15 60,00%

Domiciliazione utenze 0

Mutui ed altre forme di finanziamento 6 24,00%

Bonifici 0

Titoli ed assicurazioni 0

Carte di credito e debito 0

Assegni 0

Altro 3 12,00%

Effetti e Ri.Ba 1 4,00%

TOTALE 25 100,00%

NUMERO RECLAMI RICEVUTI NELL’ANNO 2012

RECLAMI PER TIPOLOGIA VALORE ASSOLUTO PERCENTUALE

Esecuzioni operazioni 1 4,00%

Applicazioni delle condizioni 6 24,00%

Frodi e smarrimenti 0

Merito di credito e simili 0

Comunicazioni e informazioni 15 60,00%

Aspetti Organizzativi 2 8,00%

Condizioni 0

Personale 1 4,00%

TOTALE 25 100,00%

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Bilancio di Coerenza · Esercizio 2013

3.8 | ComunicazioneNel corso del 2013 si sono ulteriormente rafforzati gli strumenti di comunicazione della BCC. La comunica-zione aziendale ha due aree di intervento: •comunicazioneinterna•comunicazioneesterna

La comunicazione interna è l’insieme della attività necessarie a supportare il funzionamento e lo sviluppo della Banca. La Banca riserva grande attenzione alla comunicazione con i dipendenti con l’obiettivo fondamentale di diffondere e condividere strategie, valori e cultura dell’azienda.

A partire dal 2013 è stata attivata una WEB TV che permette da un lato la trasmissione ai dipendenti della Banca di contenuti multimediali finalizzati ad accrescere e velocizzare la gestione della conoscenza aziendale e dall’altro di trasmettere all’esterno con immediatezza video, comunicati, interviste, guide pratiche, focus su argomenti di attualità.

I nuovi media sono l’asse portante della comunicazione esterna, che insieme al periodico aziendale “BCC In-forma”, redatto dal personale della Banca, racconta la vita sociale e le iniziative.La TV della Banca è visibile attraverso internet all’indirizzo internet www.bccinforma.com.Periodicamente si tengono incontri interattivi con la base sociale sulle singole “piazze” di riferimento nella prospettiva di realizzare a breve una vera e propria “Consulta Soci”.

LA COMUNICAZIONE IN BCCINTERNA

ESTERNA

PERIOdICO “BCC INFORMA”

PAgINA FACEBOOk “BCC INFORMA

WEB Tv”

PAgINA FACEBOOk“hAPPy ShOP

CLUB NEgOZIO AMICO”

PROFILO FACEBOOk

ISTITUZIONALEWEB Tv

“BCC INFORMA”

POSTA ELETTRONICA AZIENdALE

COLLEgAMENTICALL-vIdEOCONFERENCE

COMITATIINTERFUNZIONALI

RASSEgNASTAMPA

gIORNALIERASITO

INTRANET

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3.8.1 | Il Direttore ed il Presidente rispondonoNel sito internet della Banca (www.bccsangiovannirotondo.it) è attiva una sezione dove l’utente può interagire direttamente con il Presidente e con il Direttore Generale. Sono numerose le mail che giungono per richiesta di informazioni e segnalazioni.

3.8.2 | Totem privacyNell’ottica di migliorare la comunicazione della nostra trasparenza bancaria tutte le filiali sono state dotate di un totem informativo per la gestione dei documenti obbligatori per la trasparenza bancaria. L’accesso alle informa-zioni avviene mediante uno schermo touchscreen e un’applicazione interattiva di facile utilizzo. Tramite i totem interattivi i clienti possono facilmente accedere alla selezione del prodotto di interesse e richiederne la stampa.

3.9 | Immagine

3.9.1 | BCC per lo sportMichele PirroProsegue il rapporto tra il campione Michele Pirro e la Banca. Anche nel 2013 la BCC è stata sponsor del pilota di Moto GP. Il logo della nostra Banca corre ancora con Pirro sulla Ducati Ufficiale.

Torneo BCCPer il quarto anno la BCC ha organizzato il torneo di calcio estivo che ha coinvolto oltre 300 bambini e ragazzi di età compresa tra i 5 e i 15 anni. L’evento è stato coordinato dalla scuola calcio Real San Giovanni.

Cestistica San SeveroIl logo della Banca appare sulla maglietta della Cestistica San Severo, la squadra di basket che milita in Divi-sione Nazionale.

A.C. San Giovanni RotondoContinua il sodalizio con la squadra calcistica della Città di San Giovanni Rotondo.

3.9.2 | BCC per l’arte e la culturaSeconda Pubblicazione BCC San Giovanni RotondoDopo il successo della prima pubblicazione della “Cassa Rurale di San Giovanni Rotondo”, a giugno 2013, in occasione della Festa del Socio, è stato presentato il libro “Matteo Capuano. Relazioni di Presidenza 1929-1944”. La pregevole raccolta, curata da Michele Notarangelo e Leonardo Gravina, con l’autorevole saggio introduttivo del Prof. Ezio Ritrovato, serve a ricostruire un quindicennio di esistenza della banca ma anche a rappresentare uno spaccato significativo della storia d’Italia, in un periodo compreso tra la Grande Depressione e gli epiloghi della Seconda Guerra Mondiale.

BCC in JazzIn collaborazione con l’associazione Amici della Musica di San Giovanni Rotondo anche quest’anno è stato organizzato il festival di musica jazz “BCC in Jazz”.

BCC partner dei festival più importanti della provincia• Rassegna Internazionale del Folklore di San Giovanni Rotondo Main sponsor della storica rassegna organizzata dal gruppo folkloristico Eco del Gargano. Si tratta dell’even-

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Bilancio di Coerenza · Esercizio 2013

to clou dell’estate sangiovannese. Sono numerosissimi i gruppi folkloristici che si esibiscono nella piazza principale del Paese;

• Art in Folk a Rignano Garganico• Festa Ambiente Sud a Monte Sant’Angelo• Carpino Folk Festival • Notte Bianca a San Giovanni Rotondo

Splash - Archivio “Andrea Pazienza”L’archivio “Andrea Pazienza” avviato nel corso del 2012 costituirà un centro di raccolta, presso il museo sanse-verese, di pubblicazioni, articoli giornalistici, materiale multimediale, fotografie, riviste di settore, riproduzioni di disegni, tesi di laurea, rassegne stampa e documenti vari riguardanti il noto fumettista, nonché un centro di diffusione di informazioni riguardanti il mondo del fumetto e dell’illustrazione.

3.9.3 | BCC per la cooperazione BCC in EcuadorGià dal 2012 la BCC di San Giovanni Rotondo ha partecipato al progetto, ormai decennale, di missione del Credito Cooperativo in Ecuador. La BCC è intervenuta con un finanziamento di 80.000 euro a sostegno delle attività agricole e produttive dei giovani e delle donne ecuadoriane.

BCC in VenezuelaDa diversi anni sosteniamo l’associazione Papa Giovanni XXIII fondata da Don Oreste Benzi. L’associazione in Venezuela è impegnata nel progetto Casa famiglia “Madre de la ternura” in Merida. In particolare il finan-ziamento della Banca è elargito per il sostegno di un ragazzo diversamente abile.

Buon SamaritanoLa BCC, da diversi anni, in ossequio alle sue origini, è partner finanziario della Fondazione Buon Samaritano di Foggia. La Fondazione “Buon Samaritano” - Fondo di solidarietà antiusura - fa parte della Consulta Na-zionale Fondazioni Antiusura. Svolge la sua attività a favore dei soggetti vittime dell’usura, offrendo la propria opera di assistenza qualificata. In occasione dell’apertura della nuova Filiale di Foggia la Banca ha effettuato una donazione al fondo antiusura. Nel corso del 2013 sono stati erogati mutui per un totale di 130.400,00 di euro.

3.10 | I fornitori

Art. 7 della Carta dei Valori: Il Credito Cooperativo è legato alla comunità locale che lo esprime da un’alleanza durevole per lo sviluppo.

La responsabilità sociale della Banca di Credito Cooperativo è scritta non soltanto nello Statuto, ma soprat-tutto nelle strategie e negli stili di gestione, nei comportamenti e nella prassi operativa; la ricchezza creata, infatti, resta nel territorio, non soltanto perché la quasi totalità degli investimenti per lo sviluppo dell’economia è destinata alla comunità locale, ma anche perché il patrimonio dell’azienda costituisce un bene di tutta la comunità.

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Di seguito una tabella riepilogativa dei fornitori classificati in base ai principali servizi offerti alla Banca.

RAPPORTI CON I FORNITORI · SERVIZI PRESTATI NUMERO FORNITORI

Bancari - Gestione servizio informazioni, cassa centrale, outsourcing bancario, ecc. 8

Consulenza e revisione - Società di revisione e consulenza aziendale 5

Informatici - Gestione del sito, ecc. 1

Utenze - Società di fornitura acqua, luce, gas 8

Amministrativi - Servizi di supporto 16

Postali - Servizi di spedizione lettere, raccomandate, ecc. 6

Locazioni - Società che affittano locali (non sono inclusi i privati) 3

Materiali ufficio - Società di commercializzazione articoli per ufficio (cartoleria, ecc.) 13

Professionali - Professionisti singoli o associati 33

Mobili e arredi - ( C ) Commercializzazione di mobili e arredi 12

Media - Società di comunicazione: stampa, editoria, siti internet 32

Vitto e alloggio - Società di ristorazione, alberghi 3

Installazione&manutenzione-Societàdiinstallazioneemanutenzioneimpianti 18

Trasporti - Corrieri 7

Pulizie - Società di fornitura servizi di pulizia 6

Data entry - Società di gestione archivi, inserimento dati in database aziendali 3

Hardware - Società che commercializzano computer, server, ecc. 4

Software standard - Società che commercializzano software 2

Macchinari e impianti - Società che realizzano macchinari e impianti 1

Edilizia - Imprese edili o attive nel campo dell’edilizia 13

Altro 14

TOTALE 208

Principali criteri per la selezione e valutazione dei fornitoriNella scelta dei fornitori è privilegiato il ricorso a soci della Banca impegnati nei diversi settori economico pro-duttivi. Questo processo ha peraltro determinato un sempre più forte coinvolgimento di ditte locali, confer-mando la nostra vocazione al radicamento sul territorio. Tale scelta rafforza ancora di più l’’impulso economico per la crescita dell’economia locale.

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Bilancio di Coerenza · Esercizio 2013

CollaborazioniMolto intensa è anche la collaborazione con le aziende del sistema cooperativo: la BCC, infatti, possiede quote di capitale ed usufruisce dei servizi di ICCREA, Coseba, Fondo di Garanzia dei Depositanti del Cre-dito Cooperativo e della Federazione di Puglia e Basilicata delle BCC (di cui il Presidente della BCC di San Giovanni Rotondo, Giuseppe Palladino, riveste il ruolo di Vice – Presidente) e altre partecipazioni in: Iccrea BancaImpresa Spa, Consorzio Customer to Business Interactione, CesVe – Servizi Informatici bancari Spa, Phonenix Informatica Bancaria Spa (nella quale il Presidente Palladino è anche componente del Consiglio di amministrazione).Inoltre, la banca possiede interessenze azionarie in società locali: Gruppo di Azione Costiera Gargano mare - Manfredonia e Gruppo di Azione Locale Gargano – Monte Sant’Angelo.

Convenzioni Un’attività molto intensa è stata rivolta all’operatività con Associazioni e Consorzi di Garanzia territoriali (Co-fidi) al fine di facilitare l’accesso al credito e al microcredito.Siamo convenzionati con:•CofidiConfcommercioPuglia•CofidiPuglia•ConfcooperativeFoggia•CooperativaArtigianadiGaranziaProvinciadiFoggia•Artingianfidi•Co.Na.Fi.Pe.Consorzionazionalefidipesca•Coop.ArtigianadiGaranziadellaComunitàMontanadelGargano•FidindustriaPuglia•FondazioneBuonSamaritano

Università di FoggiaNell’ambito di un proficuo scambio operativo e didattico instaurato con l’Università di Foggia, sono stati svi-luppati presso la ns. sede alcuni strutturati percorsi formativi con l’intervento di docenti universitari e il nostro Direttore Generale, Augusto de Benedictis, ha tenuto seminari organizzati dai dipartimenti Economia degli Intermediari Finanziari ai quali sono intervenuti numerosi studenti della facoltà di Economia.

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Bilancio di Coerenza · Esercizio 2013

Offerta e risultati4

4.1 | I numeri delle BCCIl Credito Cooperativo occupa una posizione di primo piano nel sistema bancario Italiano sotto vari profili: la presenza sul territorio, la solidità patrimoniale e finanziaria, i volumi intermediati, i ritmi di crescita.I dati (tabella di seguito) confermano la locazione delle BCC come banca a supporto delle piccole e medie imprese artigiane, delle famiglie.

Le informazioni sulle BCC sono di fonte B.I. (flusso di ritorno BASTRA B.I. e Albo sportelli) o frutto di stime effettuate dal Servizio Studi, Ricerche e Statistiche di Federcasse sulla base delle segnalazioni di vigilanza disponibili. Le informazioni sull’an-damento del sistema bancario complessivo sono sono di fonte B.I. (flusso di ritorno BASTRA B.I. e Albo sportelli).

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4.2 | I numeri della BCC di San Giovanni RotondoAll’interno del Bilancio d’esercizio, viene spiegata nei dettagli la genesi del risultato economico della Banca, in questo capitolo evidenziamo il valore aggiunto distribuito.

VOCE 2013 2012 VAR.% 2013 - 2012

Crediti verso la clientela 290.723 272.698 6,61%

Titoli 122.937 92.870 32,38%

Raccolta diretta 415.276 364.252 14,01%

Raccolta indiretta 57.840 71.593 -19,21%

Patrimonio netto 57.555 56.345 2,15%

Margine di interesse 9.614 10.262 -6,32%

Commissioni nette 2.129 1.804 18,02%

Margine di intermediazione 14.456 13.296 8,72%

Risultato di gestione finanziaria 11.659 11.357 2,66%

Costi operativi -10.719 -9.644 11,15%

Utile d'esercizio 458 1.253 -63,46%

Reddittività complessiva 930 5.067 -81,65%

IMPOSTE E TASSE 2012 (Dati in migliaia di euro) 2013 2012 VAR.%

IRES 135 1 13400%

IRAP 340 458 -26%

TOTALE A 475 459 3%

Imposta di bollo 702 546 29%

Imposta sostitutiva DPR 601/73 147 148 -1%

ICI e IMU 45 45 0%

Altre imposte 70 60 17%

TOTALE B 964 799 21%

TOTALE A+B 1439 1258 14%

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Bilancio di Coerenza · Esercizio 2013

4.3 | Il valore aggiuntoIl valore aggiunto è il vantaggio che la Banca ha prodotto a favore dei soci, della comunità, dei propri collaboratori, della cooperazione. Questo valore evidenzia la funzione mutualistica della BCC. La Banca è tenuta per Statuto ad investire oltre il 50% delle proprie attività in operazioni con soci o a ponderazione zero (titoli governativi dell’area EURO).

*La riclassificazione fa riferimento al prospetto di determinazione e distribuzione del valore aggiunto definito dall’Associazione Bancaria Italiana (ABI) nel Marzo 2010.

VOCI DI BILANCIO IN MIGLIAIA DI EURO 2013 2012

10 Interessi attivi e proventi assimilati 16.241 15.092

20 Interessi passivi e oneri assimilati -6.627 -4.830

40 Commissioni attive 2.838 2.449

50 Commissioni passive -706 -645

70 Dividendi e proventi simili 92 109

80 Risultato netto dell'attività di negoziazione -183 919

90 Risultato netto dell'attività di copertura 62 -4

100 Utile (Perdita) da cessione o riacquisto di: 2.776 156

a) crediti 0 0

b) attività finanziarie disponibili per la vendita 2.783 160

d) passività finanziarie -7 -4

110 Risultato netto attività e passività finanziarie valutate al fair value -34 49

130 Rettifiche / riprese di valore nette per deterioramento di crediti -2.797 -1.940

a) crediti -2.797 -1.940

190 Altri oneri / proventi di gestione 1.085 767

A. TOTALE VALORE ECONOMICO GENERATO 12.747 12.122

150 b) altre spese amministrative(al netto delle imposte ed elargizioni/liberalità) -3.579 -3.078

VALORE ECONOMICO DISTRIBUITO AI FORNITORI -3.579 -3.078

segue >

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150 a) spese per il personale (incluse le spese per le reti esterne, ad es. agenti, promotori finanziari) -6.084 -5.428

VALORE ECONOMICO DISTRBUITO AI DIPENDENTI -6.084 -5.428

utili attribuisti agli azionisti -17 -164

VALORE ECONOMICO DISTRIBUITO AD AZIONISTI -17 -164

150 b) altre spese amministrative: imposte indirette e tasse -964 -799

260Imposte sul reddito dell'esercizio (per la quota relativa alle imposte correnti, alle variazioni delle imposte correnti dei precedenti esercizi e alla riduzione delle imposte correnti dell'esercizio)

-476 -459

VALORE ECONOMICO DISTRIBUITO AMMINISTRAZIONE CENTRALE E PERIFERICA -1.440 -1.258

150 b) altre spese amministrative: elargizioni e liberalità -493 -512

Utile assegnato al fondo di beneficenza -75 50

VALORE ECONOMICO DISTRIBUITO A COLLETTIVITA' E AMBIENTE -568 -562

B. TOTALE VALORE ECONOMICO DISTRIBUITO -11.688 -10.490

160 Accantonamenti netti ai fondi per rischi ed oneri -33 16

170 Rettifiche / riprese di valore nette su attività materiali -629 -591

180 Rettifiche / riprese di valore nette su attività immateriali -22 -19

290 Utile (Perdita) dell'esercizio 458 1.253

C. TOTALE VALORE ECONOMICO TRATTENUTO (A-B) 1.059 1.632

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Bilancio di Coerenza · Esercizio 2013

INDICATORE - DESCRIZIONEVALORE var. %

2011 -12var. %

2012-132011 2012 2013

Efficienza operativaValuta l’efficienza operativa della banca misurando l’aggregato dei costi operativi in relazione al totale attivo. Maggiore è l’indice, minore è la parte dell’attivo assorbita dai costi operativi e quindi maggiore sarà le’fficienza operativa. (Rapporto percentuale di composizione)

97,51% 97,75% 97,77% 0,23% 0,02%

Equilibrio finanziario e patrimoniale della BancaMisura la percentuale di copertura dei crediti verso la clientela mediante la raccolta diretta. Tale valore può essere superiore o inferiore al 100% e rispettivamente denota la capacità di impiego (virtuosa) o il suo eccesso (problema potenziale di liquidità). (Rapporto percentuale di coesistenza)

82,73% 84,44% 77,21% 2,07% -8,57%

LevaL’indicatore misura quanto la banca utilizza la leva patrimoniale per concedere crediti alla clientela. Valori troppo elevati dell’indice denotano comportamenti non corrispondenti alla prudenza richiesta dalle autorità di Vigilanza. (Rapporto percentuale di coesistenza)

4,60% 4,92% 5,16% 6,94% 4,99%

RischiositàL’indicatore mette a confronto l’insime delle partite anomale al netto dei crediti scaduti e ristrutturati con il valore del patrimonio di Vigilanza della banca. Il valore più alto dell’indice va interpretato come più problematico. (Rapporto percentuale di coesistenza)

30,46% 37,97% 22,98% 24,60% 39,45%

Sviluppo della multicanalitàIndica quale quota della clientela è servita attraverso canali alternativi allo sportello: web, telefonia o altri sistemi a distanza. (Rapporto percentuale di composizione)

5,26% 6,50% 9,17% 23,50% 41,01%

Efficienza finanziariaMisura la capacità della banca di massimizzare la proria efficienzqa finanziaria, definita come rapporto tra il risultato lordo di gestione e il patrimonio netto. (Rapporto percentuale di coesistenza)

2,24% 3,10% 1,66% 38,86% 46,34%

TIER 1ndicatore di solidità patrimoniale della banca. Consiste nel ponderare l’attivo della banca in funzione della rischiosità degli impieghi. (Rapporto percentuale di coesistenza)

15,47% 13,11% 12,67% 15,26% 46,34%

Cost income ratioRapporto tra Costi operativi e Margine di intermediazione iscritti in bilancio

80,73% 72,54% 74,15% 10,16% 2,23%

Metrica mutualistica

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4.4 | Investimenti BCCA favore della clientela le BCC hanno realizzato originali iniziative di protezione; dal 2004, infatti, opera il Fondo di Garanzia degli obbligazionisti del Credito Cooperati-vo, un consorzio volontario che ha la finalità di intervenire nel caso in cui una Banca non si in grado di rimborsare le obbligazioni da essa emesse. Sempre nella logica dell’auto-normazione e della risposta alle esigenze della clientela, il Credito Cooperativo ha realizzato un’altra originale iniziativa. È stato costituito il Fondo di Garanzia Istituzionale. Lo scopo è di tutelare la clientela delle Banche di Credito Cooperativo, salvaguardando la liquidità e la solvibilità delle Banche aderenti attraverso azioni correttive ed interventi di sostegno e prevenzione delle crisi.

Il prestito obbligazionario rappresenta una delle più significative opportunità di investimento per i risparmia-tori. La Banca di Credito Cooperativo di San Giovanni Rotondo emette nell’ambito della propria attività di raccolta diretta, prestiti obbligazionari a medio-lungo termine sia a rendimento fisso che variabile. Si tratta di uno strumento finanziario in grado di offrire:•sicurezza•redditività•trasparenza•facilitàdisottoscrizione

PRESTITI OBBLIGAZIONARI ANNO 2013 Importo deliberato Importo collocato

Totale prestiti obbligazionari emessi nel 2013 28.000.000,00 25.521.000,00

di cui emessi 8.000.000,00 e collocati 6.879.000,00 come Trem Bond (introdotti dall’articolo 8 del Dlgs n. 70/2011) caratterizzati da un trattamento tributario agevolato, in quanto agli stessi si applica l’aliquota ridotta del 5% in luogo di quella ordinaria del 20% e destinati al sostegno delle piccole e medie imprese del Meridione d’Italia.Nell’ultimo anno si è consolidata la ripresa della raccolta da clientela delle BCC-CR già evidenziatasi nell’ulti-mo scorcio dell’anno precedente e si è ampliata la capillarità della categoria in termini di presenza territoriale.

Con la BCC di San Giovanni Rotondo è possibile investire in modo etico e sicuroI nostri fondi sono sicuri e certificati, dietro c’è tutta la garanzia del Credito Cooperativo.I fondi comuni di investimento sono strumenti finanziari dedicati a individui e famiglie, che raccolgono il denaro degli investitori affidandone la gestione ad una Società di Gestione del Risparmio.Gli strumenti finanziari oggetto del fondo comune e le disponibilità liquidi sono custodite da una Banca De-positaria, che svolge funzione di controllo e amministrazione.La nostra Banca colloca prodotti emessi dalle seguenti società di gestione: • AmundiSgR• BNPParibas• EticaSgR• FranklinTempleton• Invesco• JPMorgan• MorganStanley• NewMilleniumSicav• Pictet• Schroders

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Bilancio di Coerenza · Esercizio 2013

per i seguenti motivi: • offrireagliinvestitoriunaampiaequalificatagammadiprodotti;• diversificareifornitoridiprodotti;• sfruttarelepeculiaritàeleareedieccellenzadiciascunasocietà.

Supportiamo l’investitore in ogni momento del suo investimento: • conunaconsulenzapreventivachemiraaverificarelacoerenzafinanziariadelfondoconlecaratteristiche

dell’investitore; • conunaassistenzasuccessivaalperfezionamentodell’investimento.

4.5 | Servizi tesoreria e cassaGestione di tesorerie comunali e di istituti scolastici.

TIPOLOGIA ENTE NOME ENTE

COMUNI COMUNE DI CARPINOCOMUNE DI SAN MARCO IN LAMISCOMUNE DI RIGNANO GARGANICOCOMUNE DI SAN GIOVANNI ROTONDO

CONSORZI CONSORZIO DI BONIFICA MONTANA

SCUOLE SAN GIOVANNI ROTONDOITCA- FAP ONLUSISTITUTO MAGISTRALE M. IMMACOLATAI.C. DANTE GALIANI

CARPINOI.C. PADRE GIULIO CASTELLI

4.6 | Bancomat - Pit StopTutte le filiali sono dotate di ATM; alle postazioni “bancomat” del centro commerciale “I Mandorli”di San Giovanni Rotondo, dell’ospedale “Casa Sollievo della Sofferenza” nel corso del 2013 si sono aggiunti due Area Self Bancomat denominate PIT STOP, nel centro commerciale “E. LECLERC del Gargano” di Monte Sant’Angelo – Manfredonia e nel centro commerciale “E. LECLERC del Gargano” di San Severo.Dal 2012 è attivo un nuovo sportello Bancomat “evoluto” in Viale Aldo Moro a San Giovanni Rotondo.È in corso una rivisitazione del layout degli sportelli automatici con un progetto di realizzazione di una diffusa rete a presidiare località ove non sono presenti nostre filiali.

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4.7 | L’ambiente

Incentiviamo le buone pratiche di famiglie e imprese Promuovere il benessere di un territorio vuol dire pensare allo sviluppo in termini di sostenibilità. Dunque di qualità dell’ambiente. Per questo il Credito Cooperativo, da sempre votato alla crescita responsabile e sosteni-biledelterritorioedellecomunitàlocali,hafirmatoconloSportelloEnergia&AmbientediSanGiovanniRotondo una convenzione per diffondere l’uso delle energie rinnovabili e per favorire il risparmio energetico attraverso finanziamenti a condizioni agevolate.

4.7.1 | M’Illumino di menoAdesione all’iniziativa promossa dalla trasmissione “Caterpillar” di Radio2 Rai “M’illumino di meno” che in-vita a rispettare un simbolico “silenzio energetico” e ad utilizzare energia pulita, all’insegna dello sviluppo delle energie rinnovabili.Per il silenzio energetico la BCC di San Giovanni Rotondo ha deciso di:• spegnereleapparecchiature(monitor,pc,stampanti,fotocopiatrici,scanner)nonutilizzateoinstand-by;• spegnerelelucinonnecessarie;• spegnereleinsegneluminose;• diminuireletemperaturedi0,5gradi;• sollecitareiclientiadaderireall’iniziativa.

4.7.2 | Finanziamenti energie alternativeLa BCC si pone all’avanguardia sul problema del risparmio energetico. Nel 2013 sono stati erogati finanzia-menti per lo sviluppo delle energie alternative per € 523.000, di cui € 480.000 quale quota parte di un’opera-zione in pool con Iccrea BancaImpresa, per complessivi € 6.000.000.

FINANZIAMENTI ENERGIE ALTERNATIVE

ANNO IMPORTO MUTUI CONCESSI

2011 € 252.000,00

2012 € 230.500,00

2013 € 523.000,00

TOTALE € 1.005.500,00

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Bilancio di Coerenza · Esercizio 2013

4.7.3 | Acqua sostenibileUn’ulteriore dimostrazione della sensibilità della Banca verso la salvaguardia e la valorizzazione del patrimonio ambientale; nella sede di via A. Moro sono stati ’installati 2 erogatori automatici d’acqua al fine di diminuire l’utilizzo delle bottigliette di plastica. L’ iniziativa è stata promossa a seguito di un sondaggio svolto tra i di-pendenti.

4.7.4 | Raccolta differenziataI rifiuti di vario genere vengono smaltiti attraverso il servizio pubblico di nettezza urbana, l’azienda che si oc-cupa delle pulizie nei vari locali della Banca effettua la raccolta differenziata. Per lo smaltimento dei toner viene utilizzato un servizio di ritiro gratuito prestato dalla ECO- RECUPERI S.r.l. (Ravenna). Nel 2013 sono stati smaltiti 500 kg di toner.

4.7.5 | Adottati due rondòLa BCC di San Giovanni Rotondo ha aderito al progetto dell’amministrazione comunale di San Giovanni Rotondo “adotta un’ aiuola”.Sono stato adottati due rondò collocati in prossimità degli accessi principali alla città.

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Bilancio di Coerenza · Esercizio 2013

La contabilità sociale5

5.1 | Politica verso la collettivitàLa differenza della BCC di San Giovanni Rotondo rispetto alle altre Banche è misurabile anche e sopratutto attraverso l’impegno nel promuovere lo sviluppo sociale e culturale del territorio in cui opera sostenendo le attività delle organizzazioni che svolgono questo ruolo e realizzando direttamente numerose iniziative.

CONTRIBUTI

SETTORE DI INTERVENTO IMPORTI DELIBERATI

Spettacolo e cultura 62.290

Sport 75.150

Enti pubblici 33.300

Enti assistenza e religiosi 59.000

Altro 1.000

TOTALE 230.740

5.2 | Storie di differenzaAiutiamo lo sviluppo della comunità locale come mission aziendale. Non esiste nessun altro ente sul territorio che interviene in modo così significativo nel sociale. Descriviamo alcune delle iniziative più importanti sostenute nel 2013.

5.2.1 | Progetto SOS LegalitàLa BCC San Giovanni Rotondo ha cofinanziato il progetto “SOS Legalità”.Il progetto si sviluppa in tre comuni: San Giovanni Rotondo, San Marco in Lamis e Rignano Garganico e risponde alle criticità dell’area di intervento sulle giovani generazioni con l’obiettivo di educarle ad un maggiore senso di legalità, sugli immigrati, sui giovani professionalizzati e sulle categorie imprenditoriali.Dal progetto “SOS Legalità” è scaturita la creazione del “Ce. S.i.t “(Centro Servizi per il Territorio) con il proposito di sviluppare le attività nel futuro assicurando vitalità e continuità ai processi di innovazione locale, la sperimentazione di applicazioni specifiche, il miglioramento delle capacità esistenti e lo sviluppo di reti di imprese tra loro cooperanti.

5.2.2 | Una mano per la ripresa “Una mano per la ripresa”. È questo il senso dell’azione che, sul territorio, la Banca ha intrapreso per venire incontro alle esigenze più avvertite di famiglie e piccole e medio imprese colpite dalla crisi economica.

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La BCC di San Giovanni Rotondo ha aderito al più ampio progetto nazionale ed è impegnata attivamente con una serie di iniziative. Alla prima fase di ascolto, con incontri nelle varie città in cui la Banca opera, sono seguite le iniziative: dalla sospensione del pagamento delle rate di mutuo, alle agevolazioni per l’accesso al credito ai disabili, al sostegno alle imprese,all’anticipo della cassa integrazione, al microcredito per la famiglia. Il progetto è stato suddiviso in due filoni “Piano Imprese” e “Piano Famiglia”. Nel corso del 2013, sono stati organizzati incontri nelle varie città e paesi sedi di nostre filiali, per analizzare i risultati dell’iniziativa.

Interventi a favore delle imprese nel 2013• Aisensidell’accordoABIPmieABIFamiglie,sonostateaccolte28sospensivedifinanziamentiperunim-

porto complessivo di € 3.221.186.• SonostatierogatifinanziamentialleimpresegarantitidaCofidiperunimportototaledi€5.634.032.• Sonostatierogatifinanziamentialleimprese,aisensidelTitoloIIMicroimpreseeTurismoregionePuglia,

Periodico di informazione della Banca di Credito Cooperativo di San Giovanni Rotondo

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B C C i n f o r m a

progettofamiglia

progettoimprese

Noi ci siamo,da 96 anni!!!

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Bilancio di Coerenza · Esercizio 2013

con nr. 8 operazioni di finanza agevolata per un importo totale di € 2.613.000. • Sonostatierogatifinanziamentialleimpresenelsettoreagricolturaconoperazionidifinanzaagevolata,ai

sensi del PSR (Piano di Sviluppo Rurale), previste dalla regione Puglia attraverso i fondi europei (misure “Primo insediamento giovani”, “Acquisto macchine e attrezzature per ammodernamento” e “Turismo rura-le” per complessivi € 2.100.000.

• Sonostatierogatifinanziamentiagliagricoltorisottoformadicreditoagrariodiesercizionr.191operazioniper un importo totale di € 5.366.500.

LA BCC dI SAN gIOvANNI ROTONdO CONTRO LA CRISIINIZIATIvE A FAvORE dI FAMIgLIE E IMPRESE

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5.3 | Rischi, opportunità e obiettivi di miglioramento

5.3.1 | Il futuroI rischi e le opportunità che caratterizzeranno nel futuro il nostro mercato.

Rischi• riduzionedellacompetitivitàinterminidionerositàdeiservizioffertielentezzanell’adeguamentodeiprezzi

a maggiori costi sostenuti, con conseguente progressiva minore remunerazione delle risorse investite;• difficoltàadincrementareivolumiecontrazionedeidelmarginediinteresse;• impossibilitàdicogliereopportunitàpiùredditiziedibusinessacausadelvincoloterritoriale;• deterioramentodelcreditoinrelazioneametodidianalisiempiricieaduneccessivocoinvolgimento“emo-

tivo” nelle valutazioni .

Opportunità• incrementodellacompetitivitàinseguitoallapercezionedapartedeglistakeholderdellacreazionedivalore

per il territorio, indipendentemente dai livelli di pricing applicati ai servizi offerti;• incrementodeivolumiedeimarginidiredditività,comeeffettoallafidelizzazionedellaclientela;• incrementodellaqualitàmediadegliimpieghidovutiallaselezionedeinominativipiùvirtuosicheassoci

maggiore conoscenza delle realtà locali ed utilizzo di strumenti di valutazione evoluti.

Nel lungo termine quindi la sostenibilità economica della Banca sarà fortemente condizionata dalla capacità di va-lorizzare le opportunità che si presenteranno e di minimizzare gli impatti dei rischi che si troverà a fronteggiare. Certamente una delle sfide più delicate si svilupperà sul fronte del “credito” e della capacità da parte della banca di sviluppare un attento monitoraggio sulle posizioni esistenti ed una specifica selezione della qualità degli attivi. Nel corso del Bilancio dell’anno scorso sono stati dichiarati obiettivi che la Banca si proponeva per il 2013.

Soci

• Allargamento,qualificazioneefidelizzazionedellacompaginesociale, con intensificazione della componente giovanile e di quella femminile

• Servizifinanziarieconsulentidiaccompagnamento e sostegno alla nascita e allo sviluppo di attività

• Prodottifinanziaripersegmentidiclientela/sociespecificheattivitàdiformazioneeinformazione• Strumentidiaggregazionesociale,ancheattraversolacreazione

di gruppi di acquisto di beni e servizi• Attenzioneallefasce“nonproduttive”dellacompaginesociale,glianzianieigiovanissimi

Clienti

• Partnershipperl’offertadiserviziadaltovaloreaggiuntoperlaclientelaesarannodifferenziate le politiche commerciali al fine di garantire la più adeguata risposta alle singole filiali

• Politichediascoltodeiterritoritramiteincontriperiodiciconsoci/clienti• Connessioniinreteconaltriattoridelterritorio,razionalizzandoipropriinterventimutualistici• Progettisolidaristici

Obiettivi dichiarati nel Bilancio 2013

segue >

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Bilancio di Coerenza · Esercizio 2013

Sviluppo organizzativo

• Redistribuzionidicompitieresponsabilitàconrafforzamentodeiprincipididelega• Aggiornamentoregolamentiedimmissioniregolamentarimancanti• AperturapomeridianasullafilialediRignanoperduegiorniallasettimana• RistrutturazionedellafilialediviaKennedy–SanGiovanniRotondo

Comparto amministrativo – gestione dei costi

• Monitoraggiodellesingolestrutturedeicosti• Razionalizzazioneeridefinizioneprocessoacquistiedapprovvigionamenti• Ridefinizioneprocessocontrattidimanutenzione• Verificaadeguatezzalocali(sicurezza/vigilanza)• Inventariobeniaziendali• Gestionearchivi

Controllo di gestione

• Budgetalivellodiistitutoedisingolefiliali• Pianificazionesingolecampagneprodotto

Crediti

• NuoveconvenzioniconCofidi/MediocreditoCentrale• Pianodisostegnoafamiglieedimpreseintransitoriadifficoltà• Ricorsoafontifinanziamentoesterne• Controllodellabancasulegalietecniciconvenzionati

Comparto commerciale e Finanza

• Autosufficienzafinanziariadellefiliali• Aggiornamentodelportafoglioprodotti• Nuovaspintasulladiffusioneeutilizzodellecartedicrediti/debitoedelcanaledihomebanking• Revisionepricingconcorrelazionedelpricingdegliimpieghiallarischiositàattuale

e prospettica dei rapporti

Risorse umane

• Mappaturaatappetodellecompetenzeedellepotenzialitàcheconsenta di ottimizzare l’attribuzione dei ruoli

• Sistemadiautovalutazioneedivalutazionepermanente

Risk Manager e Controlli

• Mappaturadeirischioperativi

Obiettivo parzialmente raggiunto Obiettivo pienamente raggiunto

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Obiettivi per il 2014Soci• Favorirel’aggregazionedellacomponentegiovanileefemminiledellacompaginesociale

con la creazione di una propria struttura identitaria: BCC Giovani Soci e BCC Idee• Allargamento,qualificazioneefidelizzazionedellacompaginesociale• Strumentidiaggregazionesociale,ancheattraversolacreazionedigruppidiacquistodibenieservizi• Offriresostegnoallefamiglieinambitosanitario,sociale,educativoericreativo

Clienti• Riservareunplafondallegiovanifamiglieperl’acquistodellaprimacasa• Favorirealleanzetraoperatorilocali• Favorirealleanzetraoperatorilocalieretinazionalipercontribuireallosviluppo

di potenzialità di business dei soggetti del territorio• Offriresostegnoallefamiglieinambitosanitario,sociale,educativoericreativo

Comparto amministrativo – Gestione dei costi• Monitoraggiodellesingolestrutturedeicosti• Gestionearchivi• Inventariobeniaziendali• Adeguamentoerazionalizzazioneutilizzosistemiinformatici

Controllo di gestione• Contoeconomicodifiliale

Comparto commerciale• Accordidipartenariatocommerciale• Nuovaspintasulladiffusioneeutilizzodellecartedicrediti/debitoedelcanaledihomebanking• Svilupponuoviprodottiamaggiorvaloreaggiuntoedadeguamentoportafoglioprodottiesistenti

Risk Manager e Controlli• Mappaturadeirischioperativi

Risorse umane• Formazionespecialisticaemanageriale• Progettidiinnovazione

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