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Bimestrale della Scuderia San Martino e Museo dell’Automobile M u s e o d ellA uto m o bile N. 77 II° bim. 2013 GAZZETTA DELLA SCUDERIA SCUDE RIA SAN MARTINO Rubriche: • Non solo motori • L’angolo della tecnica • Attività 2013 Scuderia San Martino e Museo dell’Automobile di San Martino in Rio - Via Barbieri 12 - 42018 San Martino in Rio (RE) Tel e fax +39 0522 636133 - [email protected] - www.museodellauto.it In questo numero: • La rievocazione delle Mille Miglia • Un perdono...lento • Umberta G nutti Beretta: sulle auto d’epoca è come essere in un frullatore In copertina: Barighin alle 1000 miglia del 1968

Bimestrale della Scuderia San Martino e Museo dell ...scuderiasanmartino.com/wp-content/uploads/2020/02/...Al di là dei risultati che per il 2012 hanno portato un totale di proventi

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Bimestrale della Scuderia San Martino e Museo dell’Automobile

Museo dell’Automobile

N. 7

7 II

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m. 2

013

GAZZETTA DELLA

SCUDERIA SCUDE RIA SAN MARTINO

Rubriche: • Non solo motori

• L’angolo della tecnica• Attività 2013

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In questo numero:• La rievocazione delle Mille Miglia

• Un perdono...lento

• Umberta Gnutti Beretta: sulle auto d’epoca è come essere in un frullatore

In copertina: Barighin alle 1000 miglia del 1968

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EDITORIALE di Roberto Vellani

I numeri

Via Caduti di Nassiriya 143/l - BOMPORTO (MO)

Tel e Fax 059819294 - E-mail: [email protected]

Servizio elettrautoanche a domicilio

per vetture d’epoca

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Via Magnanini, 53 - 42018 S.Martino in Rio (RE)Tel. / Fax 0522 695683 - Tel. (abit.) 0522 695962

Esecuzione dei controlli sulle vetture da parte dei commissari ASI

Si è appena svolta l’annuale assemblea della Scuderia e mi sembra giusto passare alla aritme-tica, non come materia di scuola, ma sotto forma di “numeri”. Chiuso ed approvato il bilancio con la sua fred-dezza delle cifre vorrei puntare l’attenzione sui numeri che del bilancio ne fanno corollario. Al di là dei risultati che per il 2012 hanno portato un totale di proventi superiore a € 100.000 e ci ha visto costretti a presentare un bilancio a nor-me Cee e non come semplice rendiconto, abbia-mo introdotto per la prima volta gli ammortamen-ti, principalmente relativi all’acquisto del Bulli. 776 sono i soci e 288 sono stati i documenti emessi, compresi ADS, CRS e cambi di proprie-tà. Quasi 1200 sono le copie della Gazzetta che bimestralmente viene diffusa e 450 sono i soci dotati di email che ricevono gli avvisi in tempo reale.Nel bilancio 2012 figurano anche le donazioni pro terremoto (versati all’Asi che ne ha raddoppiato il valore) con la considerazione che tantissimi soci sono residenti in comuni terremotati. Abbiamo poi regalato un impianto per la distribu-zione dei farmaci alla Casa Protetta di San Mar-tino e finanziato il trasferimento degli alunni di Scuola Materna per il progetto “Orto Sinergico”.Abbiamo affrontato il doppio cambio di invio del-le certificazioni all’Asi passando dai 5/6 mesi di consegna dei certificati agli attuali 40/50 giorni. Lo sforzo grosso è stato fatto da parte dell’Asi con l’introduzione di un nuovo sistema telema-tico, va da se che ciò ha comportato un notevole aggravio di lavoro proprio sulla segreteria del club che ha portato ad un

leggero aggravio dei costi sui certificati. Abbiamo provveduto ad analizzare 4 nuovi com-missari, baldi e giovani, che hanno già iniziato la stesura di certificazioni e l’apprendimento delle regole di certificazione.Siamo ancora in un periodo di transizione, dob-biamo smaltire gli ultimi certificati 2012 e nello stesso tempo abbiamo avuto l’accelerazione di quelli 2013 e quindi abbiamo un momentaneo accavallamento di pratiche, ma confidiamo di es-sere a regime già dal mese di Aprile. D’altro canto il software dell’Asi non è ancora operativo al 100% e presenta alcuni d i s -servizi proprio nella ricerca dei dati tecnici dei mezzi storici, ma il mio parere personale è che dopo anni di (manca-te) promesse, il servizio co-mincia ad essere efficiente, merito forse della nuova segreteria Asi che si è data una mossa e risponde meglio alle domande dei clubs. Per le attività isti-tuzionali ricordo le “Domeniche in Amicizia” di Giorgio e Roberto, il “Perdono di Canossa”, le tre grandi gite di Paola dai Profumi delle Langhe, la Garfa-gnana e l’andar per frasche in Settembre che si

spingerà alle porte della Mittel Europa, quella Trieste famosa per la sua dislocazione da

approdo al mare per le terre del centro-europa e contesa per millenni.

Ci sono poi le mostre di Francesca in collabo-

razione col Comune di Correggio e di San

Martino in Rio, tra cui quella dedicata ai modellini di auto.

Partecipiamo inoltre a Mo-

tor Gallery presso la fiera di Modena il 25 e 26 Maggio e grazie all’amico Renato Diacci saremo presenti con un gazebo nel paddock di Varano per AsiMotoShow il 10-11-12 Maggio con 4 moto ante 1920.Ho tenuto per ultimo l’evento clou del 12 Maggio, quella Parata di Stelle a tre punte (acqua, aria, terra, i tre elementi dove si potevano sfruttare i motori Daimler-Mercedes), raduno statico con rare presenze. La scusa è quella di festeggiare i 50 anni della “Pagoda”, il modello Mercedes che con il suo sti-

le controcorrente prese le sembianze del cen-tro di culto buddista, il vero scopo è quello

di riunire le SL (sportività

e leggerezza) della casa di Stoccarda. Il tutto a cura del

mega preside Alessandro che a guardarlo bene sembra gli si accenda una stella a tre punte sul naso ogni volta che gli si pronuncia il nome della figlia di Emil Jellinek, console generale Austro-Ungarico di Nizza. Non perché conosca tale ex ra-gazza, ma perché quel nome è diventato famoso prima sui motori da corsa della Daimler e poi per aver perpetuato una storia non ancor finita sotto il nome di Mercedes. So che i numeri annoiano, ma sono doverosi e ci danno la dimensione di quel che stiamo vivendo, ok, lo prometto, basta numeri fino a quest’altr’an-no.

Roberto Vellani

servizi proprio nella ricerca dei dati tecnici dei mezzi storici, ma il mio parere personale è che dopo anni di (manca-te) promesse, il servizio co-mincia ad essere efficiente, merito forse della nuova segreteria Asi che si

e Roberto, il “Perdono di Canossa”, le tre grandi

tro di culto buddista, il vero scopo è quello

di riunire le SL (sportività

e leggerezza) della casa di Stoccarda. Il tutto a cura del

mega preside Alessandro che a guardarlo bene sembra gli si accenda una stella a tre punte sul naso ogni volta che gli si pronuncia il nome della

notevole aggravio di lavoro proprio sulla segreteria del club che ha portato ad un

Trieste famosa per la sua dislocazione da approdo al mare per le terre del centro

europa e contesa per millenni. Ci sono poi le mostre di

Francesca in collaborazione col Comune di

Correggio e di San Martino in Rio,

tra cui quella dedicata ai modellini di auto.

Partecipiamo inoltre a Mo

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La rievocazione della Mille Miglia

di Roberto Vellani

Acqua ne è passata sotto i ponti da quando i 4 dell’Ave Maria: Maggi, Maz-zotti, Castagneto e Canestrini, orga-nizzarono la gara delle Mille Miglia...

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Pochi ne previdero il successo, molti pensavano che pochi nezzi sarebbe-ro giunti al traguardo. Ma nel Marzo del 1927 l’equipaggio Minoia-Moran-di su OM tagliò per prima il traguardo alla media di 77 km/h. Fu un successo acuito dall’interesse che la manifestazione suscitava nel pubblico e che il governo Mussolini non tardò a sfruttare come vetrina dei successi tecnologici che univano le genti del Nord a Roma. Il percorso diventava una pista con guardrail umani che se si fossero tenuti per mano avrebbero composto una ideali catena di collegamento di 3200 km. Non mancarono gravi e mortali incidenti, ma rientrarono nel no-vero degli “effetti collaterali”, la gara venne vietata, ma immediatamente svietata appena l’entusiasmo delle genti ebbe metabolizzato gli inconve-nienti. E tutto ben prima del 1957, l’anno conclusivo della 1000 Miglia.Oggi noi conosciamo la sua rievocazione, non più gara di velocità, ma gara di regolarità, i percorsi sono i medesimi e l’entusiasmo popolare anche. Una manifestazione che il mondo ci invidia e ci manda tanti par-tecipanti stranieri a toccare con mano gli entusiasmi degli spettatori e di quell’alone che circonda l’attuale rievocazione della gara. Non c’è comune che rifiuti il passaggio delle vetture nei centri storici, dove, oltre ad animarli, si possono ammirare le vetture originali e non mescolate al traffico cittadino. Ma come è nata l’idea della rievocazione di una gara tanto blasonata?

Correva l’anno 1968 e l’Alfa Romeo doveva presentare la nuova Giulia 1750, una moderna berlina di lusso, ma di cilindrata pari alle più famo-se ed ormai lontane 1750 6C con o senza compressore. In un giro di telefonate contattarono Emilio Storchi, il nostro “Barighin” che formò il gruppo utilizzando alcune Alfa custodite nel Museo dell’automobile di San Martino. Altre furono convocate direttamente dall’Alfa Romeo e rifecero il percorso della Mille Miglia con scopo pubblicitario. Grande enfasi nella presentazione della gara come possiamo vedere dal Resto del Carlino dell’epoca, con interventi di importanti personaggi. Una copia del giornale ci è stata gentilmente donata dal Sig. Ardori, uno di quelli che “io c’ero” nella lunga storia del Museo dell’auto. In quell’occasione a tutti i partecipanti venne regalato un modellino in scala di una Alfa Romeo 8C Monza della ditta Poker, con bellissimi par-ticolari. Ovviamente tale modello è conservato nelle sale della Scuderia San Martino.Successivamente la rievocazione venne ripresa dal padovano Dubbini sul percorso Padova, Brescia, Roma, Padova e nel 1972 alcune vetture non solo Alfa Romeo presero parte alla manifestazione, non competitiva e solo rievocativa. In quell’anno parteciparono molti equipaggi della Scuderia San Martino, in particolare Manfredini-Ficarelli e Cottafavi-Trullo con 2 Ballilla Sport di

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cui era certa la partenza, ma altrettanto non si poteva dire dell’arrivo. Ebbero infatti numerose vicissitudini, ma risolte sul campo con estemporanei interventi tecnici che solo la mente e la fantasia dei conducenti poterono effettuare. Non c’erano numeri di par-tenza, ma il numero rappresentava l’ora della partenza. Trullo e Cottafavi avevano il 2011 che signifi-cava partire alle otto e undici minuti della sera. Le successive edizioni ebbero cadenza biennale e poi annuale visto l’interessamento mediatico che tale manifestazione incontra. Non è estra-neo il business come dimostra la lievitazione dei costi e la partecipazione di case non solo automobilistiche. Oggi è un evento mondano carico di fascino e forse un po’ meno di storia. Qualche anno fa vidi una parata di stupende Mercedes 300 Gullwing, una quantità tale che mai si era vista nel totale di tutte le 1000 Miglia originali. Mentre in coda

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passava una Isetta, un Topolino e qualche 1100, quando invece erano proprio queste auto a fare della 1000 Miglia la vera corsa popolare. Erano questi i coraggiosi ed impavidi piloti che affrontavano pianure a tavoletta e ripide salite con ansimanti motori ed altrettanto indecisi fre-ni per le discese da fare in apnea. La 1000 Miglia è stata banco di prova e collaudo per i vari sistemi autarchici dal gassogeno alle benzine miscelate con alcool. Sperimentazioni aerodinamiche con vetture dai piccoli motori ma con carrozzerie allungate e filanti come i 1100 MM, Balilla travestite.Le prime rievocazioni erano invece viaggi, quando viaggiare significa muoversi su strade

normali, godersi il paesaggio ed eventualmen-te chiedere informazioni al passante di turno. Il pubblico non mancava di guardare divertito questi matti che si godevano il viaggio. Oggi purtroppo i “viaggi” sono diventati “tra-sferimenti” dove l’obiettivo non è il viaggio, ma raggiungere la meta e semmai il più in fretta possibile. Questo era anche il pensiero di Vic che non mancava mai di sottolineare la facilità di godersi particolari che in un trasferimento in velocità si sarebbero sicuramente persi. Si, viaggiare, evitando le buche più dure (Batti-sti), ma allo stesso tempo la guida non dev’es-sere stressante. Questo “viaggiare” è purtroppo

venuto meno nelle attuali edizioni dove il crono-metro, per quanto di regolarità, comanda ancora la gara e se c’è il cronometro non c’è la estem-poraneità. La tecnologia permette a questi vecchi bolidi di tornare a Brescia senza un intoppo, ben di-versamente dagli equipaggi Cottafavi-Trullo e Manfredini-Ficarelli per i quali una sosta per chiedere un po’ di benzina agricola o un po’ d’acqua per il radiatore si tramutava spesso nell’assaggio gratuito di un bicchier di vino of-ferto dalla casa ospitante, ma se ci fosse stato il cronometro……

Roberto Vellani

Ficarelli - Manfredini e Cottafavi - Trullo con 2 Balilla Sport 1000 miglia edizione 1972

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FUORICONFINE di 3C

Una bionda in tacchi a spillo e un’auto rossa: un’accoppiata che sembra un cliché. Eppure se da un lato la incontriamo su un SUV molto glamour, dall’altra c’è però una signora con una sincera, e per nulla superficiale passione per i motori. Si tratta di Umberta Gnutti Beretta, erede della dinastia Gnutti, uno dei nomi più importanti della metallurgica italiana e sposata con Franco Beretta amministratore delegato dell’omonima fabbrica d’armi. Bresciana doc, con alle spalle ben due Mille Miglia, la passione per le corse ce l’ha scritta nel DNA: “Ho preso la patente relativamente tardi, a 23 anni, finita l’univer-sità. Ma poi ho recuperato: mi piace guidare, amo i viaggi in auto e lo ammetto, adoro anche andare veloce”. Cresciuta in mezzo all’arte, ha raffinato un grande senso estetico e questa passio-ne ha segnato la sua vita che divide tra Milano e Brescia. Pur avendo un debole per le vivacità culturali e mondane del capoluogo lombardo non ha mai abbandonato del tutto la sua città natale. Un legame forte che, rispunta, non appena si torna a parlare di automobili e della sua partecipazione alla Mille Miglia: “la gara bresciana per eccellenza!”. “Con mio marito l’abbiamo fatta due volte. Io facevo da navigatore e prendevo i tempi, mentre lui era al volante. Un’esperienza fantastica, anche se sono arrivata al traguardo stremata. Sulle macchine d’epoca è come essere in un frullatore!”Racconta di tutto questo mentre su tacchi altissimi esplora la sua auto, la Range Rover Evoque che trova elegantissima e sportiva, con una bella dimensione , molto compatta, ma al tempo stesso le dà l’idea di essere sicura.Umberta Gnutti Beretta parla con emozione per una gara che ha fatto parlare di sé recentemente: la prima edizione di un rally al femminile organizzato per raccoglie-re fondi per la lotta all’Aids. Insieme ad un’amica, il suo team, unico tutto italiano, è arrivato primo raccoglien-do la cifra più alta rispetto a tutte le altre concorrenti, oltre tremila dollari da donare alle donne sieropositive e ai loro figli. C’è un altro viaggio in auto che rimarrà per sempre nel cuore di Umberta: un viag-gio on the road, dalla California al Messico, da ragazza, insieme a mamma, nonna e zia. Ancora una volta un equipaggio di tutte donne, donne che grazie alla loro passione e all’entusiasmo per l’automobile usciranno dai soliti cliché!!!!

3C

Oggi le donne hanno un ruolo importantissimo quando in famiglia c’è da scegliere l’auto nuova da acquistare. Non c’è ricerca di mercato che periodi-camente non lo riveli. Eppure il tema “motori”, per cultura e tradizione, lo abbiamo detto e ridetto, è sempre rimasto nell’immaginario collettivo un tema prevalentemente (esclusivamente?) di competenza maschile. Vorrei ribaltare questo schema e uscire dal luogo comune cercando di creare un connubio originale tra l’auto e l’universo femminile raccon-tandovi diverse storie di donne speciali, donne di sostanza: vuoi perché sono imprenditrici di succes-so, vuoi perché hanno realizzato con ostinazione i loro sogni , o perché si sono impegnate in battaglie civili di grande importanza o hanno fatto del mece-natismo una ragione di vita. Vi racconterò, edizione dopo edizione, di donne ritratte con vetture che in qualche modo assomigliano a ciascuna di loro.

LA DONNA È (AUTO) MOBILE: …FUORI DAI SOLITI CLICHÉ.

UMBERTA GNUTTI BERETTA:SULLE AUTO D’EPOCA È COME ESSERE IN UN FRULLATORE

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La XXVII edizione del Perdono di Canossa è avvenuta all’insegna della lentezza: lenti i veicoli, lento il cammino, lenta la pausa degustazione, lento il gioco finale…Un ritorno ad un passato che la nostra vita frenetica ha purtroppo dimenticato, ma che questo giro ha voluto con forza ricordare. Quel piacere delle gite dei nostri padri fondatori con la certezza della partenza, il go-dimento del viaggio, la soddisfazione del raggiungimento della meta ma tutta la felice incertezza del ritorno a casa! Un viaggio breve ma pieno di momenti gradevolissimi, di scene divertenti, di incontri speciali (del terzo – quarto tipo… dipendeva dal numero di zampe!) e di ottima tavola tradizionale. Pur in un tragitto così breve, circa 50 km, non sono mancati gli appiedati di alto li-gnaggio. Singolare deve essere stata l’immagine della ruota dell’auto di Gabriele e dell’Anna che correva loro davanti prendendo la decisione, del tutto autonoma, di cambiare strada rispetto alle compagne rimaste attaccate! Deve essere stato proprio quel tratto di strada dopo Bagno a non piacere alle vetture, perché solo 50 mt. più avanti, anche il Velorex del mio papà ha deciso che avrebbe proceduto la sua corsa unicamente in terza! Si rifiutava di aumentare o diminuire la marcia. E nel tentativo di prestare soccorso (più che altro morale), si è vista vagare lungo la via Emilia una cinquecento turchese (la mia), alla ricerca delle compagne che aveva perso staccandosi dal gruppo! Un tragitto periglioso che ha spezzato il gruppo all’altezza di Fellegara. Gruppo che è stato poi ricompattato grazie alla salvifica Mini di Ugo e della Simona che come angeli scesi dal Paradiso ci hanno scoperto dispersi in mezzo alle campagne arcetane (o arcetesi …???) e ci hanno scortato fino alla splendida fattoria didattica “Il Tralcio” dell’amico e scudiero Lorenzo Fanticini. Una vera e propria oasi di benessere e pace di tutto tranne che dei sensi: inebrianti profumi (vabbè, stalle a parte!), aria fresca che ti solleticava il viso, ettari di terra incontaminata che si protendono verso le montagne all’orizzonte, splendidi e docili

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Un perdono... lentodi Fra

!

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animali dal morbido manto e dallo sguardo languido, salumi come burro sulla lingua dal sapore sopraffino, vino risultato di antica vinificazione dal profumo intenso e dai tanti aromi in bocca, e poi miele, confetture ed un formaggio ricavato dalle vacche rosse che ha lasciato tutti estasiati! Insomma, abbiamo perso la cognizione del tempo laggiù. Lorenzo, bravissimo, ci ha spiegato tutto di quel paradiso e ci ha presentato i suoi amici a quattro zampe con cui alcuni di noi hanno stretto un rapporto speciale: Lorena con Loretta, l’alpaca fem-mina dal musetto simpatico, Alberto con Giovanna (ribattezzata Giovannona zampa lunga), splen-dido San Bernardo e sorella di Asso. Ma la vera star è stata lei: Cicciolina, un maiale vietnamita femmina che passa le sue giornate in libertà in giro per il podere seguendo il suo amico Lorenzo a cui vuole veramente molto bene! Salutato Lorenzo e tutta la sua famiglia che ci ha accolti e sfamati in maniera esemplare, siamo ripartiti ed arrivati indenni in quel di San Biagio dove abbiamo gustato un vero pranzo tradizionale presso il Ristorante Pachito’s in mezzo al verde dell’argine del Tresinaro. Un posto incantevole che, nel suo giardino, ci ha permesso anche di esercitare una lieve attività fisica. Si tratta di un gioco antico quello delle bocce ma che ancora piace molto, come è stato dimostrato dai nostri improvvisati giocatori che hanno dato sfoggio di grande capacità atletica e fervente spirito agonistico. Giudici imparziali e severi sui loro scranni, arbitro con tanto di metro ufficiale e tifoseria da stadio. Ognuno ha adottato una tecnica propria che spesso ha portato risultati tranne al povero Sergio le cui bocce rosse tendevano sempre ad anda-re un po’ troppo a destra… Colpa del momento politico infelice? Mah. Purtroppo non ho la classifica aggiornata, altri

impegni personali mi hanno costretta ad abbando-nare la compagnia troppo presto.

Questa gita, davvero molto partecipata, semplice ed essenziale ha risvegliato in tanti di noi vec-chi ricordi e immagini felici di un tempo che fu. Ma i tempi, lo abbiamo dimostrato domenica 21 aprile, possono ancora essere tali e ancora possiamo partire davvero al grido di: “se partiamo… seguiteci, se ci fermiamo… spingeteci!”.Sono certa che a Qualcuno, in un dove imprecisato, abbiamo strappato un sorriso!

Ciao Amici!LaFra

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Cari amici, mi è stato richiesto da Gianni Zagni di fornire un supporto al suo valido lavoro di informazione tecnica, svolto fino ad oggi e portato avanti con la dovizia, la precisione e la passione di sempre per i veicoli “datati”.Ho accettato con piacere , ma siccome la mia conoscenza di fanali a car-buro, ruote di legno e altre diavolerie applicate ai mezzi utilizzati durante le guerre di indipendenza, non è molto ferrata, voglio dare un taglio diverso ai miei interventi.Mi occuperò, in maniera semplice, ma puntuale, di approfondire tutti quegli argomenti che sono contenuti nei libretti di “Uso e Manutenzione” a corre-do delle vetture d’epoca e non.Documentazione che normalmente giace impolverata e spiegazzata al fondo del cassetto portaoggetti e che pochi di voi si sono mai sognati di leggere.Oltre a questo, ove possibile, mi permetterò di dare consigli sulla corretta manutenzione, consigli che derivano dall’esperienza accumulata in qual-che anno di attività assistenziale.

Questa volta trattiamo di impianto frenante e dell’elettronica appli-cata ai freni.

1. L’impianto frenante di un veicolo si suddivide in:

• frenodisoccorso(Circuitoidraulicogialloazionatodalpedaleedagi-sce sulle 4 ruote)• frenodistazionamento(Circuitomeccanicobluazionatodallalevafre-no a mano o elettrico azionato da interruttore ed agisce normalmente sulle ruote posteriori)

Il circuito idraulico del freno di

soccorso è costituito da una pompa (in verde nell’immagine) che

viene azionata dal pedale freno, pompa che mette in pressione il circuito frenante, costituito da tubicini metallici che terminano in prossimità delle ruote e si collegano a tubicini flessibili per permettere all’impianto di seguire le oscillazioni della ruota in senso verti-cale e orizzontale.All’interno di questi tubicini vi è dell’olio igroscopico ( assorbe l’umidità del circuito) che, quando nuovo, resiste ad elevate temperature dell’ordine di 200-250 °C .L’olio dei freni in pressione va, all’interno delle pinze dei freni, a spingere su cilindretti ( pistoncini ) che premono a loro volta sulle pastiglie dei freni, nel caso di freni a disco o sulle ganasce nel caso di freni a tamburo. Pastiglie che sfregando a loro volta sulla superficie del disco freno genera-no attrito e frenano il disco rallentando le ruote.Oltre a rallentare il veicolo questo attrito genera un importante incremento di temperatura nella zona interessata.Sia le pastiglie che le ganasce sono costituite da un supporto metallico su

cui è applicato del materiale d’attrito ( miscellanea di metalli e resine ed altro).I disegni vi aiuteranno a capire.

Va da sè che maggiore è lo sforzo sul pedale maggiore sarà la spinta del materiale d’attrito sulle superfici frenanti. Nell’ultima generazione di veicoli, per diminuire lo sforzo, al pedale la pompa freni è anche collegata al servofreno (in verde nell’immagine) che accumula energia( depressione dall’aspirazione motore o pressione da un accumulatore idraulico) e la libera progressivamente nel momento in cui viene premuto il pedale freno. Inutile dire che vi sono tutta una serie di altri piccoli accorgimenti e acces-sori che aiutano ad ottimizzare la qualità della frenata, ma la base dell’im-pianto e del suo funzionamento è questa.

A cosa dobbiamo prestare attenzione?• Il livello del liquido dei freni che è contenuto nella vaschetta apposita, costituisce una riserva di olio che normalmente deve compensare l’usura delle pastiglie dei freni.Nella vaschetta è posto un galleggiante che segnala al guidatore il raggiun-

L’ANGOLO DELLA TECNICA di Gigi Barp

L’impianto frenante

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gimento del livello minimo olio o di una perdita olio dal circuito.• L’anzianità del liquido freni, che come detto assorbe l’umidità del cir-cuito ed assorbendola (quindi miscelandosi con acqua ) diminuisce drasti-camente il punto di ebollizione del liquido freni contenuto all’interno delle pinze freno (passando dai 250°C ai 120-140°C). Se il liquido si surriscalda genera delle bolle di aria ( comprimibili ) che pregiudicano la frenata, facen-do affondare il pedale del freno senza rallentare la vettura. Raccomando, soprattutto sulle nostre vetture non più giovani, di sostituire integralmente l’olio dei freni ogni 2 anni ( più frequentemente se impegnate in competizioni )• La vetrificazione del materiale d’attrito delle pastiglie freno. Il materiale, è come detto, costituito da miscele “legate” da resine. Dette resine se sottoposte a surriscaldamento continuo, senza rispettare i dovu-ti raffreddamenti, tendono a fondersi e ricoprire la parte a contatto con il disco o con il tamburo. Di conseguenza diminuisce drasticamente l’attrito e la capacità frenante dei freni; se poi si continua in tale utilizzo gravoso, le temperature dei dischi/ tamburi andranno alle stelle, fino a addirittura a modificare le caratteristiche del materiale dei dischi o dei tamburi de-formandoli localmente in maniera irreversibile e generando vibrazioni al pedale durante la frenata. Per evitare questi guai, il suggerimento è quello di usare il pedale freno solo quando serve e dopo averlo usato raffreddare bene i freni, non arrestando il veicolo ma procedendo a velocità costante per alcuni chilometri senza impegnare i freni. Per fare questo alcuni accorgimenti sono: - mantenere la distanza di sicurezza tra i veicoli ( anche qualche centime-tro in più non fa male), soprattutto in colonna, in tale maniera non userete il pedale ogni secondo.- usare una marcia in meno quando si scende dalla montagna lasciando che sia il motore a frenare per voi. - non lasciare per mesi la vettura ferma in garage dopo averla parcheg-giata con i freni bagnati ( le pastiglie si impasteranno di ruggine )• Il materiale delle pastiglie freno, facendo parte degli impianti di sicu-rezza del veicolo, è soggetto ad omologazione. Quindi attenzione a quello che utilizza il vostro meccanico in caso di sosti-tuzione delle pastiglie o delle ganasce!! Perchè, oltre alla vostra sicurezza, sono in gioco precise responsabilità civili e penali. Pertanto consiglio di farvi documentare in maniera chiara quale è

la pastiglia o la ganascia utilizzata per la manutenzione. • La spia “avaria dell’impianto freni” è rossa, è un segnale di grave pericolo da non sottovalutare mai, perché può segnalare:- usura limite delle pastiglie freno- insufficiente livello del liquido freni nell’apposito serbatoio- rottura del circuito freniFermatevi appena possibile, in sicurezza e chiamate il vostro meccanico, non fate gli eroi……

• Elettronica applicata ai freni: ABS (sistema antibloccaggio) In caso di frenata con elevato carico al pedale, soprattutto su terreni umidi o sconnessi, si può raggiungere facilmente il limite di aderenza tra pneu-matico e terreno e quindi provocare prima lo slittamento della gomma e poi il bloccaggio della ruota con conseguente allungamento dello spazio di

arresto del veicolo.Per ottenere sempre la frenata ot-timale, cioè senza bloccaggio, in qualsiasi condizione è stato inven-tato l’impianto ABS.Il sistema ABS è costituito da una serie di valvole inserite in una centralina idraulica (1 nello sche-ma), valvole che sono comandate da una centralina elettronica, che a sua volta riceve i segnali di ve-locità di rotazione delle singole ruote da sensori dedicati (2 nello schema).

Come funziona?In prossimità delle ruote, nascoste internamente, vi sono altrettante ruote dentate, tutte uguali, collegate assialmente alle prime, attraverso mozzi.In corrispondenza dei denti di dette ruote, vengono montati sulla vettura dei sensori fissi, che quando la ruota gira, “sentono” lo spazio vuoto e lo spazio pieno del dente ed inviano alla centralina il segnale relativo al passaggio, e la velocità di passaggio dei denti ( frequenza ).In condizioni normali di rotazione o in caso di rallentamento le frequenze delle 4 ruote sono uguali.Ma se, in caso di frenata al limite dell’aderenza, soprattutto su terreno umi-do o sconnesso, una o più ruote dentate variano la frequenza in maniera non omogenea, la centralina elettronica elabora tale differenza e chiude o apre le valvole della centralina idraulica variando e compensando la pressione dei circuiti idraulici di ogni ruota.Questo fino a che le ruote dentate ( e quindi le ruote vettura ) ritornino ad avere la stessa velocità , che dovrà essere compatibile con il tipo di frenata/ decelerazione richiesta. Tali parametri sono solo una parte, ma quella base, della logica di funziona-mento dell’impianto controllata dalla centralina elettronica.La vibrazione pulsante che si sente al pedale nel caso di intervento dell’im-pianto ABS è generata da tali compensazioni quindi nulla di grave, continua-te a premere e fatevi aiutare dall’elettronica. • La spia avaria dell’impianto ABS è gialla, questo significa che con molta prudenza potete recarvi dal vostro meccanico senza dover attendere il carro attrezzi.

Qui si conclude questo mio primo intervento, con buona pace dei puristi della meccanica e dei nostri supertecnici, che forse saranno scandalizzati da tale semplicità e mancanza di dettagli.Lo scritto non è per loro (che sono convinti di sapere già tutto), ma per tutti gli altri, mogli comprese, che salgono in vettura, mettono in moto e…che Dio ce la mandi buona…e se poi si accende una spia gialla o rossa, vivono momenti di inutile incertezza o, inconsapevolmente, di grave pericolo.Vero è che dietro alla semplice descrizione di questi impianti, che sono in verità molto complessi, ci sono decenni di lavoro, sperimentazione, messe a punto, omologazioni…il tutto per migliorare le prestazioni, ma soprattutto per la nostra Sicurezza.Un saluto e buon viaggio

Gigi

CAVO SEGNALE

MOZZO

ANELLO DENTATO

SENSORE VELOCITÀ RUOTA

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Attività 2013

• Interni in pelle per auto• Rifacimento interni auto storiche• Lavaggio e igenizzazione interni• Rifacimento volanti• Personalizzazioni camper e camion• Ripristino divaniera nautica• Personalizzazione selle• Riparazione divani e poltrone da salotto• Allestimento auto tuning

Via Artigianale, 6 - Sedrio di Vezzano S/C - RETel. 5022.601499 - Fax 0522.1695780

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Eventi in calendario12 Maggio Manifestazione: Una parate di stelle a tre punte ai piedi della Rocca di San Martino. Esposizione auto dalle 9,00 alle 15,30.

25-26 Maggio Manifestazione: Stand Scuderia San Martino presso la mostra/scambio Modena Motor Gallery

31 Maggio Raduno turistico: Tra i profumi delle Langhe1-2-Giugno

29-30 Giugno Raduno turistico: 100 miglia in Garfagnana a suon di minuetto

14 Luglio Domeniche in amicizia: “Sulle strade di Enzo”

6-7-8Settembre Raduno turistico: Andar per frasche

13 Ottobre Domeniche in amicizia: “La Spallata”

14 Dicembre Incontro: Cena degli auguri

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Via Radici in piano, 51141049 Sassuolo (Modena)Tel. +39-0536.80.89.36Fax. [email protected]

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Prestigiose auto da collezione dagli anni ‘30 agli anni ‘70.

Ferrari Maserati Alfa Romeo Lancia Lamborghini Porsche Jaguar Rollroyce

tutti marchi presenti nei modellipiu’ rappresentativi della loro storia .

Mostra/scambio Modena Motor Gallery25-26 Maggio 2013

A Modena la prima Mostra/Scambio di auto e moto d’epoca italiane con circa 350 espositori.Due e quattro ruote rigorosamente del passato e italiane. Ferrari, Maserati, Lamborghini, Bugatti,De Tomaso,Alfa Romeo,Lancia,Fiat e poi tante marche di Moto.Una mostra mercato su 25.000 mq espositivi coperti.Musei storici e musei ufficiali di case automobilistiche, oltre alle più importanti collezioni di privati saranno a ModenaFiere per dare sfog-gio della storia e della bellezza di decine di auto e moto di prestigio.Club privati e scuderie, oggettistica, stampe, quadri, modellismo e cimeli, registri d’auto, accessori, ricambisti di auto e moto, e ancora spazi dedicati ai singoli per vendita: questo e tanto altro a “Motor Gallery” 2013.In contemporanea, sempre a ModenaFiere, si svolgerà il “Mercatino vendo-scambio”, dove collezionisti e compratori potranno fare affari su oltre 15.000 mq di spazio open.

La Scuderia San Martino sarà presente con 2 auto della scuderia e in uno spazio nella galleria di Motorvalley. La Manifestazione avrà luogo dal 25 al 26 maggio 2013 nel quartie-re Fieristico “ModenaFiere” con il seguente orario: 9-19.Per ulteriori informazioni visitate il sito: www.motorgallery.it

2Giorni

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Tra i profumi delle Langhe

Viaggio attraverso i profumi delle rose dei giardini e dei grandi vini piemontesi

31 maggio/1 e 2 giugno 2013

31 maggio:Acqui Terme: visita del parco più bello d’Europa a Villa Otto-lenghi, tra le opere di artisti e garden-designers che hanno impreziosito questa stupenda dimora degli anni ‘30

Barolo: giro del “vinovago”, visita e degustazione a Castello Falletti. Trasferimento in Hotel cena/pernottamento.

1 giugno:Saluzzo: visita al giardino tematico di Villa Bricherasio, dove ogni angolo rappresenta un paradiso floreale unico e singolare.

Racconigi: visita a Palazzo Reale e al suo meraviglioso parco con un tocco di romantico “retrò”. Rientro in Hotel cena /pernottamento.

2 giugno: Nizza Monferrato: alla scoperta della Barbera: visita e degu-stazione a Palazzo Crova

Castell’Alfero: “Il Giardino della sorpresa”, inoltrarsi in un sel-vatico e intrigante roseto per inebriarsi tra i profumi e i colori delle creazioni di un intenditore, il Professor Amerio. Rientro libero

ISCRIZIONI ANCORA APERTE. (Per ragioni organizzative max 20 equipaggi ammessi secondo ordine di prenotazione) con versamento 50% della quota e fotocopia docu-mento d’identità

QUOTA DI ISCRIZIONE: € 350 a persona comprensivo di pranzi cene pernottamento in Hotel 4* visite guidate e quant’altroCONTATTI: Paola 333.4024441

3Giorni

Via Togliatti 9/1

Rubiera (RE)

Tel. 0522 627218

Fax 0522 627218

[email protected] Iotti & Soncini

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Cantina di San Martino in Rio (Re)

SELEZIONE VINI LAMBRUSCHI,

PRODOTTI TIPICI EMILIANI

SELEZIONE VINI LAMBRUSCHI,

PRODOTTI TIPICI EMILIANI

Cantina di San Martino in Rio (Re)Cantina di San Martino in Rio (Re)Via Roma, 123 - San Martino in Rio (RE) - Tel. +39.0522.698117 - www.cantinesanmartino.it

100 miglia in Garfagnana a suon di “Minuetto”Ripercorrere la via del caratteristico trenino estivo tra misteriosi ponti, magici laghetti, rocche che ci parlano di storia ed eremi solitari scavati nella roccia…

29 - 30 Giugno

29 GIUGNO: Partenza verso San Romano in Garfagnana che si raggiungerà at-traversando il Passo Pradarena e il Parco Nazionale dell’Orecchiella per visitare la Fortezza delle Verrucole, bastione risalente all’epoca medievale restaurato da pochi anni da cui si gode un panorama mozzafiato che abbraccia buona parte della Garfagnana, dal versan-te appenninico del Parco dell’Orecchiella e della Pania di Corfino, fino al Pisanino ed alle altre cime delle Apuane. Al lago di Gramolazzo sosta pranzo per proseguire poi alla volta del lago di Vagli, bacino dell’Enel che i viene svuotato per essere pulito ogni cinque anni facendo emergere intatto adagiato sul suo letto l’anti co paesino di Careggine con tanto di case chiesa e campani-le ad asciugarsi al sole riempiendo di stupore chiunque lo vada a visitare. Trasferimento in Hotel a Castelnuovo di Garfagnana

30 GIUGNO:Si parte verso l’ameno paesino in ardesia dell’Isola Santa, un angolo suggestivo che ricorda un presepe, di seguito l’Eremo di Calomini, una chiesa abbarbicata su una parete strapiombante per tre quarti costruita nella roccia, ancora abitata dai frati cappuccini di Lucca, che conserva antiche leggende sulla sua origine. Si prosegue per Borgo a Mozzano col suo famoso Ponte della Mad-dalena anche detto ponte del Diavolo, simbolo della Garfagna. Dopo pranzo lungo la dolce Porrettana arriviamo a Villa Griffone, casa museo di Guglielmo Marconi dove un esperto ci introdurrà ai segreti di questo grande personaggio tutto italiano. Rientro libero.

ORARI DI PARTENZA SARANNO COMUNICATI ALLA CONSEGNA DELLA DOCUMENTAZIONE.TOTALE Km. 350

ISCRIZIONI ANCORA APERTE. SALDO: 21 giugno con consegna materiale di viaggio QUOTA DI ISCRIZIONE : Euro 150 a persona tutto compreso CONTATTI: Paola 333.4024441

2Giorni

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DIGITers.r.l.

TIPOLITOGRAFIA

CN /RE0412 /2013

DIGITer T i p o l i t o g r a f i a

Bollettino informativo destinato ai soci ed amicidella Scuderia San Martino.

In collaborazione con

Ufficio Marketing

Stampa

DIGITer Tipolitografia dei F.lli TERZI

OCCASIONI✓ Vendo Triumph Spitfire Spider 1975 con hard top € 11.000 Cell. 335.6645697 ✓ Vendo Maserati 224 Bianca 1991 € 12.000Bisighini Carpi Cell. 334 9366497

✓ Vendo MG TD 1949 FIVA € 30.00Vendo MGA 1961 € 30.00 Cell.340.7812222

✓ Vendo Fiat Coupe’ 2.0 16V a Metano € 1.300 Cell. 349.6777272

La Scuderia San Martino e’ un club federato Asie ne appoggia le finalità.

Aiuta i propri soci a compilare le domanderiguardanti la documentazione necessariaal riconoscimento dei mezzi storici.

I commissari auto e moto verificano la rispondenza dei mezzi alle caratteristiche di storicità.

Organizza raduni e gite sociali con un occhio alla cultura.

Promuove la storia e la cultura del motorismo storico.

Organizza incontri culturali e dibattitiinerenti ai mezzi storici.

Offre consulenza ai propri associati relativamente alle leggi sui veicoli storici.

Promuove e partecipa agli incontri sul motorismo organizzati da Asi.

SCUDE RIA SAN MARTINO

www.scuderiasanmartino.com

La scuderia è aperta per le pratiche ai soci tutti Lunedì dalle 21 alle 24 e tutti i Martedì e Giovedì mattina dalle 9 alle 12,30 su appuntamento.E’ aperta anche tutti i Venerdì dalle 21,00 alle 24,00 per incontri, saluti ed assaggi gastronomici.

Il Museo è aperto tutte le Domeniche con orari 10.30-12.30 e 15.30-18.30.

Per i messaggi in segreteria lasciare nome e numero di telefono.

Per iscriversi al mailing ed essere aggiornato in tempo reale occorre fare richiesta a [email protected]

Le comunicazioni si possono inviare anche via fax allo 0522 636133 o via mail a: [email protected]

Per versamenti associativi:c/c postale: 11851417 - IBAN: IT27 Y076 0112 8000 0001 1851 417