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Biofisica: la nuova frontiera della terapia. L’inizio del XX secolo è stato caratterizzato da un enorme sviluppo della tecnologia, che ha utilmente applicato le pregresse ed importantissime ricerche scientifiche: la fisica e la chimica hanno parallelamente sviluppato idee, prototipi ed opportunità che ci hanno condotto all’attuale “mondo moderno”. L’Arte Medica, in particolare, ha privilegiato la biochimica, quindi le analisi cliniche e la farmacologia, a scapito della fisica, rimasta confinata in alcuni campi diagnostici (radiologia, imaging, ecografia) e riabilitativi, anche a causa dell’idea che per ogni malanno potesse esistere una medicina, un magic bullet destinato ad uno specifico bersaglio, capace di curarlo e di consentire la guarigione. Purtroppo questo non è vero ed oggi il progresso dirompente della farmacologia sembra marcare il passo: i brevetti delle molecole farmacologiche cominciano a scadere e non si prevedono nel breve periodo sviluppi significativi come sono stati quelli del cortisone o degli antibiotici. La ridotta aspettativa delle grandi Aziende Farmaceutiche permette quindi di riprendere in considerazione la “scienza cadetta” della biofisica, nella quale il nostro Paese ha segnato importanti successi prima di cedere il passo alla Russia, che attualmente può essere considerata leader nello studio delle tecnologie biofisiche. Ma di che si tratta in pratica? Semplicemente di impiegare onde meccaniche (es. ecografo) o elettromagnetiche (es. risonanza magnetica) per ottenere risposte di vario tipo dal corpo umano: impiegando basse potenze si hanno impieghi diagnostici, mentre potenze elevate promettono di poter essere utilmente impiegate nella terapia di gravi patologie. Si può anche considerare un’altra necessità, quella di fornire all’organismo un “ambiente biofisico” capace di correggere i recenti effetti di inquinamento elettromagnetico derivanti dall’uso estensivo di radiofrequenze (elettrosmog) ed in questo caso è necessario adattare gli impieghi alle specifiche necessità dei pazienti. Non è opportuno entrare nei dettagli tecnici, anche se è utile far presente la non “singolarità” dei macchinari utili a fini clinici: come nella vita di tutti i giorni l’elettronica impatta su molti e disparati oggetti, così le specifiche applicazioni cliniche sono realizzate mediante appositi prodotti. In questo momento il mercato offre numerose soluzioni, tutte caratterizzate dalla artigianalità dei produttori e dei prodotti, pertanto l’idea di una ricerca e di una produzione qualificate ed adeguatamente promosse aprirebbero significative opportunità industriali e commerciali. Le ricadute sociali riguarderebbero non solo un miglioramento della salute, ma anche uno sviluppo occupazionale e la nascita di una nuova classe di medici, tecnici ed operatori.

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Biophisics

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  • Biofisica: la nuova frontiera della terapia.

    Linizio del XX secolo stato caratterizzato da un enorme sviluppo della tecnologia, che ha

    utilmente applicato le pregresse ed importantissime ricerche scientifiche: la fisica e la chimica

    hanno parallelamente sviluppato idee, prototipi ed opportunit che ci hanno condotto allattuale

    mondo moderno.

    LArte Medica, in particolare, ha privilegiato la biochimica, quindi le analisi cliniche e la

    farmacologia, a scapito della fisica, rimasta confinata in alcuni campi diagnostici (radiologia,

    imaging, ecografia) e riabilitativi, anche a causa dellidea che per ogni malanno potesse esistere

    una medicina, un magic bullet destinato ad uno specifico bersaglio, capace di curarlo e di

    consentire la guarigione.

    Purtroppo questo non vero ed oggi il progresso dirompente della farmacologia sembra marcare

    il passo: i brevetti delle molecole farmacologiche cominciano a scadere e non si prevedono nel

    breve periodo sviluppi significativi come sono stati quelli del cortisone o degli antibiotici.

    La ridotta aspettativa delle grandi Aziende Farmaceutiche permette quindi di riprendere in

    considerazione la scienza cadetta della biofisica, nella quale il nostro Paese ha segnato

    importanti successi prima di cedere il passo alla Russia, che attualmente pu essere considerata

    leader nello studio delle tecnologie biofisiche.

    Ma di che si tratta in pratica? Semplicemente di impiegare onde meccaniche (es. ecografo) o

    elettromagnetiche (es. risonanza magnetica) per ottenere risposte di vario tipo dal corpo umano:

    impiegando basse potenze si hanno impieghi diagnostici, mentre potenze elevate promettono di

    poter essere utilmente impiegate nella terapia di gravi patologie.

    Si pu anche considerare unaltra necessit, quella di fornire allorganismo un ambiente biofisico

    capace di correggere i recenti effetti di inquinamento elettromagnetico derivanti dalluso

    estensivo di radiofrequenze (elettrosmog) ed in questo caso necessario adattare gli impieghi alle

    specifiche necessit dei pazienti.

    Non opportuno entrare nei dettagli tecnici, anche se utile far presente la non singolarit dei

    macchinari utili a fini clinici: come nella vita di tutti i giorni lelettronica impatta su molti e disparati

    oggetti, cos le specifiche applicazioni cliniche sono realizzate mediante appositi prodotti.

    In questo momento il mercato offre numerose soluzioni, tutte caratterizzate dalla artigianalit dei

    produttori e dei prodotti, pertanto lidea di una ricerca e di una produzione qualificate ed

    adeguatamente promosse aprirebbero significative opportunit industriali e commerciali.

    Le ricadute sociali riguarderebbero non solo un miglioramento della salute, ma anche uno sviluppo

    occupazionale e la nascita di una nuova classe di medici, tecnici ed operatori.