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2012 Boards

Boards Test 2012

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Test delle tavole 2012

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Page 1: Boards Test 2012

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WAVE BOARDS (70/90 l) 1999 €

rider and test smink - sidi kaouki (marocco) - luglio ‘011 - photo © max

RRD Wave Cult 75 CONTEST Quad V4 range di utilizzo, leggerezza, confort, accesibilità(perdona molto), precisione nei bottom, surfata altop in tutte le condizioni, carving, buona velocità

PREZZO

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-lunghezza : 230 cmlarghezza : 56 cmvolume : 75 lpeso dich. : t.b.dtecnology : CONTEST full carbonsscassa pinne : US boxpinne di serie : MFC QUAD SET QS 300 CNC G10gamma vele : 3,7/5,3

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a«... le principali novità sono rappresentate dall’introduzione di una nuova tecnologia di costruzione full car-bon chiamata CONTEST per le gamme Quad e Twin fin, ovvero Wave Cult, Hardcore Wave e Wave Twin. Que-sta tecnologia unita alle scasse custom in carbonio e alle scasse slot box per le pinnette dei quad, hapermesso di ridurre notevolmente il peso e di “pompare” altrettanto notevolmente le prestazioni di questetavole. Provare per credere.» Detto, fatto! Così affermava sullo scorso numero l’Insider presentando le no-vità di casa RRD e l’abbiamo preso in parola! In effetti non aveva torto: il Wave Cult 75 Quad Contest editionpesa 6/7 etti in meno della versione LTD che avevamo provato nel novembre scorso per il test “Wave Cult75: single contro quad”. La costruzione Contest elimina così quasi totalmente il gap di peso che separa laversione single fin del Wave Cult LTD (7,3 kg) da quella multifins (8,1 kg, tantino per un 75 litri)... e di que-sto ci si rende conto immediatamente se la provate con la sua vela “grande”, la 5,3 edil vento deboluccio, con cui la versione Quad LTD rimaneva parecchio piantata rispettoal single fin LTD... il Contest Quand invece regala una partenza in planata adeguata.A questo punto, a parte il prezzo, salatissimo, la scelta tra il tradizionale monopinna edil “modaiolo” quad, si basa solo sul vostro modo di surfare. Andare sul sicuro, con il sin-gle una tavola super versatile adatta in un po’ tutte le condizioni o puntare su il quad chein surfata ha una marcia in più?! Dopo averla provata per bene tra le onde, con tutte levele del suo range, dalla 4,2 impiccata alla 5,3... non ho dubbi, discorso prezzo esage-rato a parte. QuestoWave Cult 75 Quad Contest è uno spettacolo... facile, a suo agio conqualsiasi tipo di onda, precisissima in surfata sia con la 4,7 giusta, giusta, che con ilventone più da 3,5 che da 4,2, divertentissima da portare anche perchè a differenza dialtre tavole simili, le slashate nei cut back sono molto più controllabili. Per capirci: cisono tavole che, anche surfando in “punta di piedi” appena toccano le onde e la schiumanei cut back tendono a perdere aderenza, forse per facilitare i nuovi stili di surfata cheprevedono taka, contro taka e compagnia bella. Con questo tipo di tavola l’abilità del“pilota” sta nel controllare e sfruttare questa caratteristica, con il Wave Cult 75 Quad, èil contrario... se volete slashare, dovete forzare maggiormente i vostri cut back con lapressione dei piedi e a quel punto potete sbizzarrirvi a tentare manovre alla Victor in re-verse giù dall’onda. Ma se non forzate, la tavola surfa come fa la maggioranza delle ta-vola “umane” e si comporta come un single fin, con una direzionalità precisa, senza lo“scarroccio” in andatura tipico dei multi fin... cosa che permette di scattare veloci e disaltare con grande facilità. Possiamo reputate questo Wave CUlt 75 Quad Contest, tra lescelte migliori per progredire nel wave ed in surfata, senza perdere d’occhio quel mininodi versatilità che una tavola deve avere per adattarsi ad ogni condizione.

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WAVE BOARDS (70/90 l)1999 €

rider and test max - sidi kaouki (marocco) - luglio ‘011 - photo © smink

RRD Hardcore Wave 76 CONTEST Quad V4radicalità nelle manovre, relativa facilità disurfata, confort nelle onde, leggerezza, velocitàdi punta, controllo con vento forte e nei salti,sorprendente nel risalire il ventoPREZZO, adatta a surfisti esperti, non perdonaindecisioni

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-lunghezza : 229 cmlarghezza : 54 cmvolume : 76 lpeso dich. : t.b.dtecnology : CONTEST full carbonscassa pinne : US boxpinne di serie : MFC QUAD SET QS 300CNC G-10gamma vele : 3,7/5,3

Credo che sette giorni in Marocco in condizioni di wave estremo, soprattutto per quanto riguarda l’intensità delvento, siano stati sufficienti per farmi un’idea precisa su questo quad RRD Hardcore Wave 76 nella nuova versioneCONTEST (tipo di costruzione più leggera e rigida).Oggi giorno sembrerebbe che se non hai 3, 4 pinne non sei un vero waver e così tanti surfisti alle prime armi ven-gono condizionati dalla moda dell’ultimo momento senza valutare le tavole nel loro complesso e senza consideraretutte le caratteristiche. Il quad Hardcore Wave 76, visto da sopra, senza sapere il numero di pinne, non lascia co-munque dubbi sull’utilizzatore finale a cui è indirizzato: verso poppa le dimensioni si rimpiccioliscono bruscamentee la larghezza in prossimità dell’ultima strap è tale che si capisce che bisogna avere il “piede” giusto su questa ta-vola! Veniamo alla prova in acqua: sei giorni di prova con la 4.7, 4.2 e 4.2, ma solo perché non avevo la 3.7! Onde

da 1 fino a 3 metri abbondanti... il test è stato molto impegnativo ma divertente.Il feeling con la tavola è stato immediato: la tavola parte presto in planata, è molto manovra-bile e si riesce subito a trovare il giusto assetto in andatura e in aria.Ma il punto di forza è chiaramente la surfata: la figata di questa tavola è che si riesce a im-postare il bottom con estrema facilità e a mantenerlo nonostante il chop fastidioso dovutoalle condizioni “radicali” per il vento da 3.7. In fase di cut back , la tavola “morde” sempre illip e si riesce sempre a controllare il rientro per impostare il nuovo bottom! Ecco, secondo me,la differenza sostanziale tra una tavola quad come questa ed il mio vecchio single fin è pro-prio evidenziata in queste fasi: con il mono pinna, in condizioni estreme come quelle trovate,il controllo della traiettoria avviene con una discreta difficoltà e ci si deve concentrare sulpunto di attacco del lip per non perdere il giusto timing, con il quad si ha un range maggioree la tavola riesce a mantenere le traiettorie desiderate in maniera più fluida e meno proble-matica. Personalmente ho trovato la tavola veramente divertente e performante, ma credoche per apprezzarla al meglio si debba avere un po’ di esperienza nelle onde e vento forte.La tavola come dicevo è un wave di razza, le curve devono essere impostate al massimo dellavelocità e bisogna mantenere la surfata sempre attiva per poter apprezzarla in pieno. Per i più“timidi” ed inesperti consiglierei il più accessibile quad Wave Cult 75 che, pur mantenendo ivantaggi delle 4 pinne, è decisamente più accessibile e flessibile ai vari tipi di surfata...Per quanto riguarda i salti: nessun problema, controllo assoluto e atterraggi abbastanza mor-bidi nonostante dei pads non proprio spessi: nel giorno di bufera (sono 85 kg, ma la 3.7 miavrebbe fatto proprio comodo, caro il mio smink…) non ho avuto problemi di controllo e no-nostante fossi soprainvelato sono riuscito a godermi le surfate ed i salti radicali.Ultima considerazione, ma vale per quasi tutti i quad di ultima generazione... ma che pinnemontano queste tavole?! Sono dei veri rasoi! Abituato alla mia monopinna consumata, arro-tondata e stravissuta... avere ‘ste quattro “lamette” sotto la tavola mi ha un po’ intimorito...Giudizio complessivo sulla tavola: ottimo! Max totally approved... a parte il il prezzo, vera-mente impressionante!

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WAVE BOARDS (70/100 l) 2120 €

rider max - test smink - andora (sv) - settembre ‘011 - photo © smink

RRD Wave Cult 100 CONTEST Quad V4 wave board ideale per surfisti pesanti, rangedi utilizzo, accessibilità, leggerezza, confort,buona accelerazione, approccio alla surfata

PREZZO, meno duttile di un freewave

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-lunghezza : 233 cmlarghezza : 62 cmvolume : 100 lpeso dich. : 7,2 kgtecnology : CONTEST full carbonsscassa pinne : US + slot boxpinne di serie : MFC QUAD SET QS 350 CNC G10gamma vele : 4,9/6,6

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aNovità 2012, il Wave Cult Contest 100 Quad nasce per garantire un supporto adeguato a surfisti di peso “im-portante” tra le onde, nelle mareggiate con il vento leggero o nelle condizioni nostrane on shore con ventoirregolare e onda incasinata. Non consideratela come una tavola freewave, tutto fare per surfisti di pesomedio (con la configurazione quad la vedo molto dura ad interpretare questo ruolo!), perchè non è stata rea-lizzata per questo. È un vero e proprio “waveone” che necessita di un piede e di un pilota “bello spesso” (80chili a salire...) per spremere al massimo le sue potenzialità. Il peso contenuto, grazie alla costruzione piùleggera e rigida Contest è una delle caratteristiche di una tavola che segue la “filosofia ” del corto e largo(ben 63 cm). Un bel look, la solita sontuosa dotazione di serie per quanto riguarda straps e pinne, il ricordodelle super prestazione del WaveCult 75 Contest in Marocco, hanno fatto venire un po’ a tutti, qui in reda-zione, la voglia e la curiosità di provare questo mezzo. Ma, alla prova dei fatti, con un teamche raggiunge a malapena gli 83 chili nel suo esponente più “grosso”, abbiamo dovutocercare un tester più pesantuccio per capire meglio questa tavola.In acqua, in un paio di uscite con un poco d’onda abbinata alla 5,3 e alla 5,7, ci siamoschiariti le idee anche se le impressioni emerse sono rimaste abbastanza contrastanti asecondo del peso del “pilota”! Panda, ad esempio, che pesa 60 chili con la muta, non èriuscito ad apprezzare il WC Contest 10, anche perchè nello stesso frangente utilizzava,pienamente a suo agio, un twinzer da 85 litri, nettamente più stretto. Persino Max (83chili) ed il sottoscritto (78 chili) si trovavano più a loro agio con il loro freewave 95, maBebbe (over 90), a parte un primo momento di adattamento all’andatura “scarrocciante”tipica dei quad, invece, alla fine, tesseva lodi di questo WC 100. Tra le onde, ne bastamezzo metro, vento leggero da 5,3/5,7 perchè il WC 100 si trasformi in un giocattolinoda onda sotti i piedi di un surfista pesante. Accessibile come i tutti i WaveCult, nono-stante la lunghezza veramente ridotta, si rivela facile da portare e da lanciare, anche incondizioni marginali... cosa non semplicissima se si pesa più di 90 chili. La tavola acce-lera in pochi metri e, pur non essendo velocissima, permette una guida “aggressiva” inapproccio ai salti. In surfata bisogna essere incisi ed attivi nei cambi di direzione, per-chè questo 100 è meno da “guidare in punta di piede” rispetto ai fratellini più piccoli, ma,una volta capito il trucchetto, permette bottom e cut back con i contro fiocchi.Una tavola pienamente a suo agio tra le onde, che surfa bene e che può diventare la ta-vola wave unica per i surfisti over 85 kg nelle condizioni nostrane, ma con un range diutilizzo espressamente indicato alle onde e ai surfisti pesanti... dimenticativi la duttilitàdei freewave convenzionale: i rider leggeri, l’acqua piatta o il ciop, nonostante si ap-prezzi accelerazione e la spiccata manovrabilità, non sono pane per i suoi denti!

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WAVE BOARDS (70/90 l)1499 €

rider and test fausto - maui (hawaii) - agosto ‘011 - photo © stefania

NAISH SAILS Koncept 80relativa accessibilità, duttilità in ognicondizione, peso, rigidità, spunto,velocità finale, eco bag di serie

meno “stiloso” in surfata

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-lunghezza : 234 cmlarghezza : 58 cmvolume : 80 lpeso dich. : t.b.dtecnology : PVC/WOOD sandwichscassa pinne : US boxpinne di serie : Wave 23 cmgamma vele : 3,4/5,7

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a Grazie all’interessamento del nostrano importatore Naish e alla complicità in quel di Maui del buon Michael Schweiger,non potevo farmi scappare l'occasione di provare le primizie 2012 dello zio Robby. E così dopo un bel voletto a Maui (pa-gatomi interamente dal nostro caporedattore di fiducia... ci credete?!) ho avuto a disposizione per due settimane un belpo’ di materiale 2012, bello fresco di fabbrica. Cominciamo con il Koncept 80... visto che le condizioni del vento sonostate belle generose e mi hanno permesso di provare il nuovo giocattolo sia con la 4,2 overpowered che con la 4,7 loffia,mi sono fatto un’idea abbastanza precisa di questa tavola. Purtroppo le onde sono state meno generose, ma i reef esternidi Sprecksville e Kahana beach mi hanno permesso un assaggio delle potenzialità di surfata del Koncept 80 in condizionidi onda, tutto sommato simili a quelle che si incontrano molto spesso qui in Italia. Il Koncept 80 012 è veramente una bellatavola. Grazie al suo shape orientato non al wave estremo (per quello ci sono i 5 modelli con assetto thruster della linea

Wave) mi ha permesso di apprezzare tutte le condizioni incontrate. Rispetto al modello 2011 lacostruzione è stata leggermente modificata, ora si parla di PVC/wood sandwich 3D deck withwood sandwich bottom... ma le caratteristiche di leggerezza e rigidità che avevano apprezzatonel test del Koncept 90 (WN novembre 2010) sono confermate in pieno.Nuova grafica, bella cattiva, nuova dotazione di serie con una pinna, la wave 23 cm con attaccoUS Box, finalmente all’altezza della situazione, sia come costruzione G10 CNC, che come pre-stazioni. Nuovo anche, purtroppo il prezzo,1499 euro, giusto, giusto duecento in più del mo-dello 2011, parzialmente giustificati dalla pinna “seria” e dalla eco bag di serie.In acqua la prima sensazione sotto i piedi è stata di una tavola facilissima, aperta ad un venta-glio di surfisti molto ampio. Il Koncept 80 parte subito in planata senza esitazioni, anche se sottoinvelati, togliendoti da ogni impiccio sotto riva e raggiunge una velocità di punta elevata gra-zie alle sezioni piatte generose di poppa, mantenendo una stabilità in conduzione eccezionale,anche nel ciop fastidioso. Resta comunque una tavola orientata al wave e al freewave: quandola si spinge in surfata, rimane piacevole e stabile grazie all'assetto monofin tradizionale. Instrambata è veramente come avere "l'autopilota inserito" e perdona qualsiasi errore rimanendo“rotonda” nella conduzione, grazie ai suoi rails classici che ne fanno una tavola veramente po-livalente. In aria il Koncept è perfettamente gestibile e stabile e anche sotto raffica permette alsurfer un controllo ottimale. Pur essendo un 80 litri, direi ben distribuiti sulla tavola, permetteveramente di surfare in ogni condizione e di passare i buchi di vento senza esitazioni.Se andiamo alla ricerca di un limite, bisogna solo non voler esagerare troppo nelle surfateestreme, quelle dove lo stile moderno “dice” che la tavola deve scivolare quasi senza controllo...rispetto ad un quad o anche al twinzer 85 che uso solitamente, tanto per capirci, il Koncept 80tende all'ultimo a impuntarsi un po’, ma a questo punto, se si vuole esagerare tra le onde, forseè più indicata la sorellina WAVE 80! Il Koncept 80 è infatti un vero freewave, adatto alle molte-plici condizione di un programma wave europeo e bumb and jump... da Hookipa tranquilla adAndora con le onde, da Sprecksville agitato a Noli incazzato, da Kahana beach all’Almanarre...il Koncept 80 è in grado di regalare sensazioni che non possono che farci dire: APPROVED!

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WAVE BOARDS (70/100 l) 1999 €

rider and test “spaga” - la coudouliere (france) - ottobre 011 - photo © mela

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FANATIC Quad TE 81 finizione, peso, planata, reattività,radicalità, salti

PREZZO (c’è la versione GDS checosta meno: 1699 euro), straps

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-lunghezza : 227 cmlarghezza : 56,5 cmvolume : 81 lpeso dich. : 6,3 kgtecnology : Carbon Kevlar Light TEscassa pinne : slot boxpinne di serie : Choco Fins G10 2 × 9.5/2 × 14.5gamma vele : 4,0/5,8

Il buon Sebastien Wenzel ha realizzato 5 nuove tavole Quad, ad un solo anno dal lancio di questa linea da parte diFanatic. Vediamo cosa ne è uscito fuori: la tavola che ci si presenta tra le mani appare ben curata nei minimi det-tagli, come del resto la sorella 011, con un look ancora più aggressivo e una verniciatura del deck più soft! Spari-sce lo Squash Tail e si presenta una poppa più normale e sicuramente molto più filante. Anche la zona del piedinosembra più centrale, sulla 2011 era un po’ troppo avanzata, forse dovuto al quel tipo di poppa. Ricordiamo anche ilmodello 2011 non spiccava per la leggerezza, cosa che invece colpisce appena si prende in mano il Quad 2012. Que-sto è dovuto al fatto che su tutta la linea dei Quad Fanatic sono state montate le nuove scasse Slot Box ed il rispar-mio di peso è notevole! Anche le pinne sembrano migliorate: la forma è simile, ma lo spessore e il flex sonodecisamente diversi! I Quad Fanatic quest’anno sono disponibili nella più leggera Team Edition o nella più robustaGDS (vedi news pag. 10). Noi abbiamo provato la Team Edition 81 litri... per lo più a La Coudouliere, quindi in condi-zioni on shore parecchio simili a quelle che troveremo nei nostri spots italiani. Già dai primi duebordi, mi accorgo che oltre lo shape, radicalmente diverso, è cambiato molto sulla nuova tavola:la partenza in planata mi sorprende subito, la sento leggera tra i piedi e filante tra il chopponedi centro baia. Il volume è 81 litri esatti... io ne peso 80 e ci sto sopra giusto, giusto! La uso tuttoil giorno sia con la 4.7 che con la 4.2, arretro solo un pochino il piedino quando passo alla velapiù piccola per avere più reattività nel surfare le onde. Il mio sorriso comincia a crescere con ilpassare delle ore quando le potenzialità del nuovo Quad escono fuori a raffica! La tavola sem-bra ora assomigliare molto alle cugine rivali Tabou e Quatro. Il Quad Fanatic si rivela molto pla-nante, in tutte le condizioni di mare, il nuovo outline lo aiuta molto, ma anche il rocker èdecisamente diverso e questo si fa sentire nettamente. Nella surfate, accelera nei bottom, standobella stabile e non dando mai l'impressione di lasciarmi a metà "curva". Ma è anche bella ra-dicale nel cut back permettendomi di andare a colpire il lip perpendicolare e aggressivo con unabuona velocità, senza mai piantarmi. Parliamo di salti, perchè la cosa si fa interessante... il pesominore fa si che la tavola riesca ad uscire dall'onda con una buona velocità per poter andare ilpiù alto possibile, ma che resti neutra nei piedi durante le manovre aeree. Il pad della tavola èconfortevole e mi sembra duraturo, non ha i bumper integrati e per questo trasmette tutto di-rettamente a nostri piedi e viceversa. Le straps invece, molto comode, sono però tendenti a di-ventare un pochino molli con il passare delle uscite. L’81, sulla carta, ha un range di vele cheva dalla 4.0 alla 5.8, io direi che il range ideale va dalla 3.7 alla 5.3. Con queste vele la tavoladarà sempre il massimo senza bisogno che cambiate le pinne (Choco Fins 9,5 le piccole e 14,5le grandi). Concludendo, rivedere una tavola da zero e azzeccarla non è facile, ma devo dire chelo shaper ci è riuscito alla grande. Consiglio il Quad 81 ai surfisti di buon livello, ma soprattuttoai quelli belli radicali che desiderano una tavola che sia planante, ma allo stesso tempo rapidae reattiva. Si comporta bene negli spot europei, ma la vedo bene anche in quelli più tosti ditutto il mondo... la porterò con me in Sud Africa a Natale, poi vi dirò meglio. Può essere la ta-vola unica per i surfisti di peso medio (74/86kg), o tavola piccola per quelli più pesantini, maanche come wave da vento leggero per i più leggeri e minuti!

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WAVE BOARDS (70/90 l)1999 €

rider antony - test smink - la coudouliere (france) - ottobre 011 - photo © smink

Tabou Da Curve Quadster 79

I nuovi Da Curve Quadster li avevo visti in foto sui giornali e sui web site in tutte le salse e mi ave-vano lasciato indifferente; li ho visti dal vivo a La Coudoù tra le mani e sotto i piedi dei ragazzinilocali ed ho cominciato a lanciare loro delle occhiate concupiscenti! Come si dice, non è bellociò che bello, ma che bello, che bello....il look, nero e “fanaticheggiante” a qualcuno piace a qual-cuno no, ma le linee, la poppina fina, fina non lasciano spazio a dubbi... belle! Cosiccome bella èanche la dotazione di serie: straps, le cinque slot box e le quattro pinne che permettono di sod-disfare i due assetti che danno il nome a questa tavola... quad + thruster uguale Quadster! Quandopoi prendete la tavola tra le mani... beh tutti d’accordo: è un vero peso piuma, che da quasi unchilo al mio “vecchio” Quad 79. Ma non è solo quello... ho avuto la fortuna in un week-end di ot-tobre ben ventilato nel noto spot francese, di poter fare un paio di bordi con il Da Curve Quad-ster 74 grazie alla cortesia di un amico locale e... le occhiate sono diventate amore a prima vista!Unico dubbio, il 74, che sembra piccolissimo a vederlo, andava benissimo con la 3,7/4.2 a palladi quel frangente, ma in uso più “umano” con vele un po’ più grandi 4,7/5,3 non poteva soddi-sfare le esigenze del mio peso attuale (77 kg). Questo fatto mi ha convinto a scegliere per que-sto test il modello da 79 litri, anche se pure questo, mi è sembrato leggermente più piccolo delmio Quad 79 Fanatic. Questo avrebbe potuto complicare le prestazioni ai bassi regimi, ma sin daiprimi bordi con la 4,7, la costruzione carbon/kevlar ed il peso piuma sotto i 7 kg (pochissimi peruna tavola dotata di ben 5 slot box) permettono al Quadster di districarsi al meglio. Forse non saràil più veloce a partire delle tavole della sua categoria con identico volume,ma rispetto al mio vec-chio Quad, è un fulmine di guerra e le sue doti “sufere” sono imparagonabili. Mi aspettavo unatavola molto tecnica, come Tabou ci ha abituato, da waver con le contro palle per intenderci, matutto sommato mi è apparsa invece come una tavola relativamente facile. Certo non adatta a sur-fisti alle prime armi tra le onde, ma sfruttabilissima da qualunque waver con un po’ di espe-rienza. Surfare con il Quadster, perchè è questo la marcia in più delle tavole multi pinne (se viinteressa solo saltare... meglio un single fin!), è però una vera goduria... veloce al punto giusto,super reattivo e radicale, tanto che quando vi sparare bottom, rapidi e precisi, i cut back vengonoda soli... cavolo, che tavola in surfata! E pensate che l’ho provata in condizioni nostrane quindimolto “scabercie”... in condizioni di onda seria, verticale e vento ottimale side shore, l’assettoQuad dovrebbe essere ancora più incisivo. A proposito di assetti, ho provato anche il Thruster,non perchè il Quad non mi soddisfacesse, ma solo perchè... ho perso una pinna. A furia di sen-tire storie sulla possibilità di sfilettare le sedi delle viti delle slot box, ho stretto poco le pinne edho perso una Zinger da 15! Non mi è rimasto che montare la Zinger 17 centrale e mettere i tappiin plastica per chiudere le scasse non utilizzate. L’assetto Thruster non è assolutamente malac-cio, soprattutto nelle condizioni nostrane, la tavola perde un pelo di incisività nei cut back, mane guadagna in partenza in planata e si rivela così ancora più duttile. Gli unici limiti di una superwave board come questa sono rappresentati dal prezzo alto e dal fatto della minore sfuttabilitàcon le vele, più grandicelle, tipo da 5,0/5,3 a salire.

spettacolare in surfata, confort nelle onde,leggerezza e finizione, controllo con vento fortee nei salti, versatile con opzione quad/truster

PREZZO, adatta a waver di buon livello,meno sfruttabile con vele sopra 5,0/5,3

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-lunghezza : 228 cmlarghezza : 56 cmvolume : 79 lpeso dich. : 6,4 kgtecnology : Carbon Kevlarscassa pinne : slot boxpinne di serie : Zinger G10 2 × 9./2 × 15 + 1 × 17gamma vele : 3,7/5,7

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che il Quadster mi regala sono sempre più forti.Nota di merito alle straps e ai pads, che dopoqualche iniziale perplessità (alla prima uscita mierano parsi entrambi scivolosi e duri) si sono am-morbiditi e ben adattati ai miei piedi e danno ve-ramente la sensazione di controllo totale, quelche serve per un wave di razza.Day 3: onda media sideon, 4.7 molto rafficatopoi underpoweredIl vento oggi fa i dispetti, va e viene, ottimo percapire come se la cava in queste condizioni an-tipatiche. La partenza in planata si confermamolto precoce, migliore di molti single fin, anchenei buchi si mantiene facilmente la planata e sirisale il vento senza troppi patemi. Gli schiumonisi passano con relativa facilità anche senzavento, il volume è ben distribuito e da un’ottimagalleggiabilità. La tavola è agilissima in ogni si-tuazione e persino fare le snap jibe sulle ondineche frangono diventa un gran divertimento. Vistoche la giornata non è proprio il massimo e si puòanche perdere un po’ di tempo, provo l’assettoquad: la tavola sembra davvero diventare un’al-tra, sembra strano, ma molto più facile!La velocità resta molto buona (anche se più“umana”), ma il controllo in planata diventa enor-memente più semplice, ancora più appoggio egrip in bottom, più facili e progressive le dera-pate, insomma molto più accessibile.Alla fine della giornata mi domando quanto pe-sino nel giudizio, piuttosto diverso dai giorni pre-cedenti, il vento più leggero e le onde piùformate: mah, vedremo all’uscita successiva(cioè il giorno dopo!)Day 4: onda media sideon e ventoneNonostante Tabou in queste condizioni consiglie-rebbe le 3 pinne, riprovo in quad e le impressionipositive si riconfermano, l’assetto a 4 pinne è

davvero più facile, la tavola resta ben attaccata al-l’acqua anche nelle raffiche più rabbiose e sul chop.Finalmente mi posso andare a cercare i picchi piùripidi per saltare, senza paura di volar via ad ognichop. Se l’obiettivo di una tavola wave è di esserela più facile possibile, lasciando il surfer libero diconcentrarsi sulle onde e sulle manovre, direi cheil Quadster a quattro pinne lo centra pienamente!Day 5 e 6: onda piccola / media sideon, 4.7Riprovo alternativamente i due assetti e, almenoper me, è tutto confermato: tavola molto facile e in-tuitiva in quad, più veloce e “loose” in thruster, mapiuttosto ballerina e molto più incline a derapare.CONCLUSIONI: difficile non rimanere impressio-nati da questa tavola. Il 74 in assetto thruster e conil ventone è veramente un missile, tanto che mi do-mando se questa ipervelocità sia intenzionale suun wave destinato comunque ad essere usato nonsolo da pro. Usandola in quad, tutto si semplifica edi molto, anche se la tavola resta assolutamentesuperperformante.La sorella maggiore 79 provata qualche tempoprima per gentile concessione di Smink mi avevaimpressionato meno nelle prestazioni di naviga-zione, ma mi era sembrata più accessibile, re-stando mai impegnativa neppure con il vento forteanche per un peso medio come me (74 kg). In sin-tesi dal mio punto di vista:- la 79 e la 74 sembrano piuttosto vicine comerange di utilizzo per surfer tra i 70 e gli 80 kg e li-vello medio come il mio- per chi cerca un po’ più di pepe accettando unpizzico di difficoltà in più, le prestazioni extra del74 daranno sicuramente forti emozioni- chi viceversa preferisce maggiore sensazione dicontrollo, senza comunque scendere a compro-messi sulle caratteristiche in surfata, può rivolgersial 79.

Gli ultimi test wave 2012?!

rider and test andrea - andora (sv) - aprile 012 - photo © smink

Dopo aver provato il Tabou Da Curve Quaster 79del nostro caporedattore, ho deciso di fare la“pazzia”... e cioè di mettere mano al portafoglioe mandare finalmente in casa di riposo, dopoquasi 10 anni di onorato servizio, il mio vecchioFanatic Goya 73 Pro Model del 2003, sostituen-dolo con un attrezzo più evoluto... appunto unTabou Da Curve Quadster 74! Non c’è che direche l’acquisto sia stato molto meditato!Per la parte tecnica vi rimando al test del Quad-ster 79 (numero di dic/gennaio 2012) e vi rimarcosolo che anche questa tavola è dotata 5 slot boxper le pinne, che sono appunto 5 (tutte stratifi-cate in vetro) per le varie configurazioni possibili:2 x 8 cm per le scasse esterne (usate sia in thru-ster che in quad), 2 x 15 cm per il quad, 1 x 17cm x il thruster. Completano la dotazione 2 tappiper chiudere gli slot non utilizzati e ridurre le tur-bolenze in navigazione. Per chiudere con l’esame“a secco”, la bilancia conferma la Da CurveQuadster 2012 come una delle più leggere wave-board in circolazione, solo 7.1 kg completa di ac-cessori e pronta all’uso.Per potermi far fare degnamente il test, Smink hadato fondo a tutte le sue preghiere e mi ha orga-nizzato una settimana di libecciate consecutive,preceduto da un antipasto gustosissimo circauna settimana prima! Per la cronaca faccio win-dsurf da 25 anni… mai viste condizioni così nelmar Ligure… quando si dice la potenza del Capo!Day 1: onda piccola sideon / chop, 4.2 (da ok aoverpowered).Come consigliato da Tabou, scelgo l’assetto thru-ster. La partenza in planata è rapidissima, direi lamigliore dei multifin da me provati (anche se ormaitutti i costruttori si sono dati da fare per migliorarele doti di navigazione dei multifin, vero punto de-bole dei primi modelli), seguita da un’accelerazioneche sembra non finire mai. In effetti forse anchetroppo: la velocità è elevata e rende non molto sem-plice il controllo. Sempre per lo stesso motivo, sal-tare richiede una certa concentrazione per nonperdere la tavola durante la rincorsa verso il picco,anche se poi staccare e prendere quota è ovvia-mente facile e il controllo in aria molto semplicegrazie a massa e dimensioni ridotte. Nonostante lepinne piuttosto piccoline, nessun problema in bo-lina, ma attenzione a non esagerare con la pres-sione del piede posteriore e a regolare bene lecimette del trapezio per non caricare troppo la ta-vola. Al lasco credo di non essere riuscito a trovareil limite di velocità della tavola... un missile, nonmolto semplice da domare peraltro. In surfata, l’ele-vata velocità e il buon grip mi consentono di chiu-dere tantissimo i bottom e di andarmi a prenderesenza problemi i picchetti che si alzano disordinatiqua e la. Nel cutback è facilissimo far derapare latavola (anche troppo per me che sono poco abituatoa una simile scioltezza).Day 2: onda ben formata sideon, 4.7Riprovo ancora l’assetto thruster. Le condizionisono perfette e mi fanno apprezzare pienamente ilDaCurve. Grazie all’accelerazione fulminante, in po-chissimi metri la velocità è già molto alta e i saltisono davvero senza problemi, anche se ancora hoqualche problemino di controllo in andatura. Bordodopo bordo la confidenza aumenta e le sensazioni

velocità: +++ thruster / ++ quadaccelerazione: +++ thruster / ++ quadbolina: + thruster / ++ quadgalleggiamento: +grip in bottom: ++ thruster / +++ quadlooseness in cut back: +++ thruster / ++ quad

non accessibilissima (in particolarein thruster), prezzo sui 2000 euro“orbitale” anche se allineato con laconcorrenza, grafica eccessiva e pocooriginale

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lunghezza : 226 cmlarghezza : 54,5 cmvolume : 74 lpeso dich. : 6,1 kgtecnology : Carbon Kevlarscassa pinne : slot boxpinne di serie : Zinger 2x 8 + 2x 15 + 1x 17gamma vele : 3,5/5,2

TABOU Da Curve Quadster 74

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FREEWAVE BOARDS (80/110 l)1699 €

rider and test smink - noli (sv) - gennaio 012 - photo © max

Fanatic Freewave 95/105 CWS

Test doppio questo mese, grazie alla cortesia di Alberto che in quel di Sal mi ha permesso di usare per qualche uscitaanche il suo nuovissimo Fanatic Freewave 105 (242 cm X 63,5 cm x 105 litri), a cui ho potuto aggiungere le im-pressioni del 95 nelle acque nostrane. L’idea che mi sono fatto è che le due tavole siano molto simili e che la sceltatra i due sia legata solo al peso del pilota: i più robusti (over 80 kg) sceglieranno il 105, i più leggeri, sotto gli 80chili, ne avranno a sufficienza con il 95!Le due tavole si comportano in pratica allo stesso modo e in questi due litraggi, vanno scelti come tavola “grande”da abbinare ad un wave piccolo (75 litri per i leggeri ed 85 litri per i pesanti). Che poi alla fine il 95, con suo enormerange di utilizzo, possa fare anche da tavola unica... beh è un altro discorso!Prima di partire con le impressioni in acqua, anche perchè dei due shape si sa tutto, sono pluri collaudati ed in ca-talogo da un paio d’anni, una parola va spesa per le varie costruzioni: i Freewave Fanatic sono infatti disponibili in

tre versioni, la CWS (CustomWood Sandwich Light: il 95 pesa “nudo” 7,2 kg e costa 1699 euro)una sorta di linea base che vanta però dall’anno scorso pesi in grado di giocarsela con le ver-sioni light di quasi ogni altra factory, la famosa TE (Carbon Kevlar Light TE: il 95 pesa “nudo”6,8 kg e costa 1999 euro) versione più leggera e naturalmente più costosa e solo i modelli 85,95 e 105 sono anche disponibili nella versione da gioielleria CK/TXTR (TeXtreme Carbon Ke-vlar light: il 95 pesa “nudo” 5,9 kg, ma costa ben 2299 euro). Fatti due rapidi calcoli, visto ilperiodo di “magra” e tenuto conto che il FW 95 base di quest’anno pesa in pratica uguale almio TE 2010 ed è secondo me persino più rigido, la scelta direi che è quasi obbligata. La do-tazione di serie tra l’altro, a parte la pinna, non è molto dissimile tra le tre versioni ed, anchesulla versione base, di alto livello.In acqua e parlo anche per il 105 provato tra le onde di Shark bay a Sal, il Freewave Fanatic èil best seller di sempre... parte subito in planata anche con il vento mollo e si rivela conforte-vole e divertente, offrendo la solita velocità fuori dal comune per una tavola freewave. Facilis-simo da spingere al massimo, rimane duttile come al solito offrendo il maxi controllo in ognifrangente, anche se la costruzione bella rigida si fa un po sentire in condizioni di ciop pronun-ciato, tipo quello di Noli. È sicuramente una tavola facile da sfruttare al massimo delle sue doti.Che non sono assolutamente poche... la rigidità che si faceva un po’ sentire nel ciop regala in-vece un più di reattività tra le onde, dove basta che vi attrezziate con una wave 24 cm, tipo laElix della Gas Fin che abbiamo utilizzato noi, per poterla sfruttare alla grande. Pur non avendoin surfata il raggio di curva di un quad, non avete idea di quante volte il FW 95 (ed il 105 peri pesanti) possa salvare la giornata tra le onde in tutte quello condizioni marginali che spessosi incontrano nei nostri spot. Non surfa come un quad dicevamo, ma la pinna di serie da 27cm power box in G10, rimane validissima compagna con le vele da 5,3/6,2 e strambare èsempre puro e semplice divertimento in tutte le condizioni. Con un po’ d’onda, grazie al volumee alle doti di planata, si riesce facilmente ad avere la velocità giusta per saltare come dei grilli...che vi devo dire di più?! Personalmente il mio FW 95 del 2010, che ha lo stesso shape, me lotengo ancora ben stretto... rimane la tavola quasi unica per ogni evenienza!

freewave puro, duttilità e controllospunto in partenza, accelerazione,range di utilizzo, manovrabilità

“rigidino” nel ciop

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-lunghezza : 240 cmlarghezza : 61 cmvolume : 95 lpeso dich. : 6,4 kgtecnology : Custom Wood Sandwich Lightscassa pinne : power boxpinne di serie : FreeWave 27 G 10gamma vele : 4,5/6,7

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FREEWAVE BOARDS (80/110 l) 1740 €

rider and test smink - noli (sv) - gennaio 012 - photo © max

RRD Freestylewave 96 LTD duttilità ed accessibilità, range diutilizzo, controllo sul ciop con ventoforte, attitudine alla surfata, carving

meno nervoso di altri FW

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-lunghezza : 234 cmlarghezza : 63 cmvolume : 96 lpeso dich. : 6,7 kgtecnology : Custom full sandwich/Biaxial Glassscassa pinne : power boxpinne di serie : MFC Freewave 28 CNC G-10gamma vele : 4,7/6,4

Tutta la gamma Freestyle Wave RRD è stata completamente rinnovata per la stagione 2012. L’esperienza maturata conil lancio, qualche mese fa, dei FireMove, ha, in parte, influenzato anche i sette nuovi shape di questa linea (78, 84, 90,96, 102, 108, 116) che da sempre rappresenta il vero DNA della factory grossetana. In effetti guardando le misure delnuovo FreestyleWave 96, balza subito agli occhi che la shape è stato “compattato” a dovere come per i FireMove...meno cinque cm di lunghezza e ben tre cm in più di larghezza. Migliorare una tavola, “rodata” e vincente, non è certocosa facile, ma i nuovi shape ci provano.... i FreestyleWave 2012 si avvicinano, ancora più che in passato, alle forme di unatavola wave, pur vantando un miglioramento nella velocità di punta e nell’anticipo di planata. Disponibile anche per il 2012sia nella versione X-Tech (più pesante di circa mezzo chilo, più robusta ed economica, 1508 euro per il 96) che Ltd(quest’anno con un peso meno tirato) il Freestyle Wave 96 continua a svolgere il ruolo di di tavola tutto fare, in gradodi coprire agevolmente le varie discipline dal wave al freestyle ed al bump & jump. Anche in questo caso come per ilFW 95 Fanatic e forse anche di più, viste le dimensioni generose, rimane il perfetto abbinamento,per surfisti di peso medio, ad una tavola wave piccola intorno ai 75 litri. Riguardo alle dotazioni,ancora più confortevoli sono i pads, abbinati alle tradizionali straps Da Kine e alla solita bella pinnafreewave Maui Fin Company 28 G10, forse un po’ troppo sovra dimensionata per le vele più pic-cole del range. Il nuovo FreestyleWave 96 appare più voluminosa del precedente modello soprat-tutto nella zona del piede d’albero, cosa che gli permette in acqua di rivelarsi ancora più duttilee più facile degli anni scorsi. Meno nervoso rispetto ad altri freewave, si guida quasi con il pilotaautomatico... risponde sempre come ci si aspetta e mette a disposizione, sin dai primi bordi, lesue doti migliori: una partenza in planata rapida ed efficace, un buon spunto velocistico, una fa-cilità ed una precisione in manovra fuori dal comune.Super soddisfacente come freeride e bump and jump in condizioni di acqua piatta o ciop, puòanche essere utilizzata per avvicinarsi al freestyle, ma le sue doti migliori le rivela tra le onde.Nonostante si sia rivelata un po’ troppo “grande” per essere utilizzata con la 4,2, nelle mareg-giate iper ventilate di fine anno, il FreestyleWave 96 si destreggia alla grande tra le onde, avendol’accortezza di dotarla di una pinna più piccola da 24 cm, non appena gli si abbinano vele da 4.7,5.3 a salire. Il buon volume permette di giocare con le onde in tutte quelle condizioni in cui conil wave tradizionale sareste irrimediabilmente “piantati”. E non crediate di avere sotto i piedi unmezzo “bolso”... magari non sarà la tavola più aggressiva del mondo, ma è precisa in surfata,grazie forse alla sua poppina fine e, cosa importante, accelera nei bottom mantenendo la lineaimpostata. Dire dove l’ho trovata migliore del già ottimo modello dello scorso anno non è cosafacile: tra le onde, soprattutto in condizioni marginali, si riconferma una gran compagna diuscita... forse è migliorata la duttilità generale che la renda ancora più accessibile al grandepubblico. Una tavola facile ed intuitiva che è diventata ancora più semplice da gestire, plananteed ha aggiunto qualcosa verso le vele più grandicelle nel suo gia ampio range di utilizzo, ma, lacosa importante è che questa “operazione” non ha snaturato le doti di quest’ottimo freewave.

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Parliamo ancora di onde...

WAVE BOARDS (75/94 l)

FANATIC QUAD 87 TEFANATIC QUAD 87 TE

lunghezza : 228 cmlarghezza : 58,5 cmvolume : 8,7 lpeso dich. : 6,6 kgtecnology : Carbon Kevlar Light TEscassa pinne : slot boxpinne di serie : Choco Fins G10 2 × 10/2 × 14.5gamma vele : 4,2/6,2

Con vento nucleare da 3.5, latavola continua ad avereun'aderenza impressionantesul'onda, consentendo ancheai neofiti del wave di eseguirecut back stretti e radicali,senza la minima sbavatura econ precisione certosina. Il li-mite è solo il rider. L'assettomigliore per le surfate è, a mioavviso, quello con le due pinneanteriori tutte indietro e le dueposteriori tutte avanti, che con-sente raggi di curvatura stret-tissimi sempre incollati al face

dell'onda. Anche in aria la ta-vola è molto equilibrata e sal-terina, anche se lo stacco è, amio avviso, inferiore a quello diun monopinna equivalente.Bolina sempre superlativa,come da tradizione per unQuad.

rider and test luigi acerra - marina di modica - aprile 012 - photo © saverina

Anche di questo Fanatic QuadTE è gia uscito un dettagliatotest (numero di dic/gennaio2012 di WN)... in quel frangenteil nostro amico Spaga, il flash te-ster della situazione, aveva pro-vato in lungo ed in largo l’81.Questo mese invece parliano diquesto Quad TE 87 dalle misureimpressionanti (228x58,5x87litri) che possono, a prima vista,instillare nell'utente il dubbi: manon ingavonerà in surfata?!Niente di più sbagliato ! Graziealla linea scoop-rocker armo-niosa e piuttosto accentuata, lesurfate sono un gioco da ra-gazzi: in particolar modo i pas-saggi repentini dalla surfatabackside a quella frontside av-vengono in pieno controllo esenza minimo rischio d'ingavo-namento, anche scendendo ver-ticali dall'onda.Ho testato ben bene questoQuad sulle onde di Marina diModica, Punta Formiche e Lidodi Noto (oltre che nelle condi-zioni mostruose di GiardiniNaxos illustratevi sul numero diaprile di WN) con vele dalla 4.0alla 5.3 e onda da 1 a 5 metri edil range di utilizzo è stato sem-pre ottimale con queste vele (perla cronaca peso 85 kg).Impressionante la facilità di pla-nata, grazie al biconcavo accen-tuato in carena, l’accelerazionee il mantenimento della planatanei buchi di vento durante lasurfata.Al proposito, provato a Marina diModica col levante ballerino da5.3/5.7 accoppiato però a ondeperfette, anche con 12 nodi ba-stano due pompate e la tavolaparte a razzo in planata e lamantiene anche con il solovento apparente, consentendodi pennellare le onde senza in-terruzioni. In effetti è stato pro-prio sul miglioramento delcomportamento con poco ventoche ha lavorato lo shaper Fana-tic rispetto al modello 2011.

Reattivo e radicale, equilibrato in surfata, dotato di ottima attitudinealla planata e di una grande accelerazione, risale il vento bene,controllo sempre agevole, grafica e dotazione di serie, peso.

Grafiche in carena un po' delicate (specie la grande F di Fanatic ) eovviamente il prezzo (questa versione Team Edition costa intornoai 2000 euro)

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FREESTYLE BOARDS (85/110 l) 1699 €

test smink - rider gigi madeddu - sardegna - febbraio 012 - photo salemi

FANATIC SKATE 99 BGS freestyle di razza, spunto, manovrabilitàconfort in andatura, strambata,rapporto peso contenuto/robustezza

più tecnica con un piano d’acquaincasinato

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-lunghezza : 228 cmlarghezza : 63,5 cmvolume : 99 lpeso dich. : 6,5 kgtecnology : BGS (Biax Glass Sandwich Light Technology)scassa pinne : power boxpinne di serie : Fanatic Skate 22 Prepreggamma vele : 4,5/7,0

La linea Skate presenta per questa stagione tre nuovi shape (89/99/109) che si pre-figgono sulla carta di migliorare le ottime doti delle tavole dell’anno passato. L’obiet-tivo è quello di aggiungere radicalità e maggiore spunto in planata a scafi cherimangano alla portata anche dei rider normali. Dopo aver visto gli amici sardi svo-lazzare in lungo ed in largo con lo Skate 99 (il video di Gigi Madeddu che trovateanche sul nostro sito vi dà un’idea precisa delle potenzialità di questa tavola perquanto riguarda il freestyle puro), abbiamo voluto verificare proprio l’aspetto dedicatoai rider di livello medio: una tavola più specifica per il freestyle rispetto agli anniscorsi è rimasta alla portata di un surfista “comune”?!Tanto per cominciare abbiamo scelto per la nostra verifica il Fanatic 99 nella ver-sione BGS (Biax Glass Sandwich Light Technology) meno sofisticata anche se si parlasempre di una costruzione al top. Gli Skate 99 ed 109 vengono infatti proposti oltreche nella leggera versione Team Edition (Carbon Kevlar light Te) che annovera tra lesue fila anche l’89, anche nella versione base Biax Glass Sandwich Light Techno-logy. La scelta non è casuale, come nel caso del Freewave 95 CWS provato lo scorsomese, la differenza di peso tra le due proposte è minino (4 etti) e con il BGS si rispar-miano quasi 300 euro.Il nuovo shape con un piatto con V in carena migliora indubbiamente lo spunto inplanata, ma mantiene la tavola gestibile anche da windsurfisti di medio livello che lovogliono sfruttare come bump and jump o freeride. Se da una parte però lo Skate 99,largo ed ultra compatto, garantisce partenze a razzo e, grazie alla generosa larghezzadella prua, il supporto ideale per le innumerevoli manovre dei freestylers, dall’altra,su un piano d’acqua particolarmente incasinato, si rivela meno duttile del previstoperche i rider normali potrebbero cominciare ad avvertire una sensazione di ingavo-namento. Si può ovviare a questo piccolo difetto, spostando le straps anteriori piùesterne per ottenere un assetto maggiormente freeride.La bella pinna di serie permette alla tavola di essere utilizzata con soddisfazioneanche come freeride/bump & jump con vele da 4,2 alla 5.6. E grazie al double deckche parte dalle strap di prua, accentuandosi verso poppa, lo Skate garantisce oltread un buon confort in andatura, anche una buona attitudine nel risalire il vento per-sino con questa pinna di soli 22 cm. Il vero unico limite per il surfista normale si fasentire in un utilizzo tra le onde, dove ci si rende subito conto che si ha sotto i piedipur sempre un freestyle di 100 litri.Freestyle di razza, è forse meno duttile ad esempio in un utilizzo freewave,ma rimaneun ottimo compromesso, come freestyle/freeride bump&jump, indicato soprattuttoper chi si vuole avvicinare e progredire nelle discipline “acrobatiche”, con una ta-vola leggera, performante, ma allo stesso tempo relativamente più robusta.

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FREEMOVE BOARDS (100/120 l)1809 €

rider rebellik - test smink - arma di taggia (im) - marzo 012 - photo © smink

RRD FIREMOVE 110 LTD

Questo test è stato fortemente voluto dal vostro caporedattore di fiducia, perchè al dire il vero, i test dei Firemove 100e 120 dello scorso anno, complice anche una campagna di lancio, che all’epoca lasciava aperta la porta a molte inter-pretazioni (sul sito RRD c’era un video con un rider che con un Firemove scendeva onde di dimensioni hawaiane), ci ave-vano un po’ “depistato”. In effetti ne’ il Firemove 100 Xtech, ne’ il 120 Ltd, provati in quella occasione, si avvicinavanoal nostro concetto di freewave. In quel frangente avevamo fatto molta fatica a “capire” quelle due tavole e sincera-mente mi era rimasto il dubbio che avessimo preso qualche cantonata... succede nelle migliori famiglie, figuratevi nellanostra! Nei mesi successivi al nostro test ho continuato a sentire e leggere commenti e giudizi super positivi sui Fire-move da parte di negozianti e importatori RRD delle varie nazioni, tanto che, lo scorso febbraio, ho deciso di farci spe-dire in prova il Firemove 110, misura che non avevamo ancora testato, per cercare di trovare il bandolo della matassa.Azzerati tutti gli input che avevamo ricevuto, abbiamo provato il mezzo in questione, nella versione da “ricchi” LTD, ab-

binandola ai “motori” secondo noi più indicati per questa tavola. Meglio sbagliare ditesta propria che rimanere nella confusione. Abbondonata l’idea di usare questo Fire-move 110 come un grosso freewave, cosa che non è, lo abbiamo messo alla prova conuna Challenger Aereo + 6,3 a Noli, una Gun Rapid 6,7 ad Arma e Andora ed una GunCannonball 8,0 alle Fornaci. Coprendo quasi tutto il range di vele utilizzabili (da 6,0 a8,0) abbiamo finalmente “capito” la tavola ed anche perchè ha suscitato così tanticonsensi. É bastata la prima uscita nel cioppo cubico di Noli, abbinata alla 6,3 cam-berata per “accorgersi” delle reali doti di questo Firemove 110. Tanto per cominciarela grandissima facilità con cui si riesce a gestire in condizioni difficilotte, rende tuttopiù chiaro. Soprattutto in termini di confort in andatura questa tavola ha pochi rivali evi dirò di più... ho l’impressione che moltissimi surfisti, me compreso, in queste con-dizioni ventilate riuscirebbero ad andare più veloci con questo scafo che non con unoslalom vero e proprio. Anche se ora sono molto facili da gestire, gli slalom sono sicu-ramente più tecnici da condurre, soprattutto con il vento forte ed il piano d’acqua agi-tato. Il surfista di livello medio riuscira a spremere molto più facilmente il top da questoFiremove che non ad esempio dall’X-Fire. In più i top di questa tavola non sono micapochi: tanto per cominciare parte subito in planata, del super confort vi ho già detto eraggiunge con facilità una velocità di punta veramente notevole. Complice la sempli-cità di gestione, nonostante la larghezza “importante”, anche le strambate, che non sa-ranno quelle di un freewave, sono precise e permettono di uscire veloci dalla curva.Le ottime doti di questa tavolina sono state confermate sia con la 6,7, bella soprain-velata, che con la 8,0 con i camber che è la misura più grande del suo range, ma concui, a parte la pinna di serie troppo piccola (ottima con 6,3 e 6,7) non dà l’idea di es-sere al limite del suo utilizzo. Un bel mezzo per togliersi soddisfazioni dal punto velo-cistico, grazie ad una semplicità di conduzione inusuale per una tavola di questedimensioni, che amplia sensibilmente il suo range di utilizzo. Aggiungeteci che strambameglio di qualunque freeride in circolazione ed avrete un’idea precisa... finalmente!

Planata, velocità, range di utilizzo,rigidità, leggerezza, confort, controllo,equipaggiamento di serie

prezzo

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-lunghezza : 236 cmlarghezza : 75 cmvolume : 110 lpeso dich. : 7,6 kgtecnology : LTDscassa pinne : power boxpinne di serie : MFC Liquid 36 CNC G 10gamma vele : 6,0/8,0

Page 14: Boards Test 2012

FREECARVE BOARDS (100/135 l) 1439 €

rider and test smink - fornaci (sv) - maggio 012 - photo © betta

FANATIC Hawk 120 WS strambata, performances al traverso/lasco, accelerazione, corsaiola

leggermente tecnica e menoperformante ai bassi regimi

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-lunghezza : 245 cmlarghezza : 68 cmvolume : 120 lpeso dich. : 7,8 kgtecnology : Wood sandwich lightscassa pinne : power boxpinne di serie : Fanatic Hawk 39 cm GFKgamma vele : 5,5/8,5

L’offerta Fanatic per quanto riguarda la collezione destinata alle discipline “freeridistiche” è anche quest’anno bellaampia: il freecarve è interpretato dai quattro Hawk (100, 110, 120, 135), il freeride puro dai sei Shark (105, 120,135, 150 e 165), il freerace dai quattro Ray (100, 115, 130, 145) ai quali si affiancano i cinque alfieri della gammaFalcon Slalom (89, 99, 113, 125 e 140). L’ordine di “apparizione” nel catalogo Fanatic vede subito dopo i freestyle,i freecarve Hawk... questo lascia qualche dubbio sulla definizione freecarve. Ad un lettore poco attento potrebbeessere considerato una sorta di "scalino inferiore" rispetto alle tavole freeride, freerace o slalom pure. Ed invece,pur essendo una tavola destinata a surfisti che non hanno l’obiettivo di partecipare a gare, basta dare un occhiataalle misure dell’Hawk 120 rispetto a quella dei fratelli più corsaioli con più o meno lo stesso volume per capire chenon siamo davanti ad una bella “addormentata”. Anzi dal vivo l’Hawk 120 appare “tiratello” e neanche troppo pe-sante nonostante la nostra prova abbia preso in considerazione la versione Wood SandwichLight che paga in chilo di peso in più (ma anche ben 450 euro in meno) rispetto alla LTD.La dotazione di serie è tutto sommato di buon livello: straps confortevoli cossiccome i pads,pinna in GFK (in parole povere: vetroresina) da 39 cm che svolge dignitosamente il suo la-voro... certo una pinna in G 10 esalterebbe le doti di questa tavola. Doti che non sono poi cosìpoche... prima di parlarvene vi premetto che ho usato come temine di paragone il mio TabouManta 79 (125 litri non troppo distanti dai 120 dell’Hawk). Lo shape relativamente lungo edritto, rende l’Hawk 120 un pelo più tecnico di quello che ti aspetteresti: la tavola sembra per-sino avere qualche litro in meno, ma la partenza in planata, con un minino di tecnica, è rapi-dissima. Lusinghiere si rivelano subito le prestazione in fatto di accelerazione, passaggio deibuchi di vento e velocità di punta al traverso/lasco: l’Hawk va veramente veloce e dimostra diavere “carattere” da vendere. Se il piano d’acqua è parecchio “ciopposo” il controllo è legger-mente più tecnico rispetto ad altre tavole della sua categoria, tendendo un po’ a “svolazzare”.Soprattutto se l’ha usate con una 8,0, bisogna essere attenti alla guida per spremere il megliodelle sue performances. Con questo abbinamento, rispetto al Manta 79, l’Hawk 120 risale de-cisamente meno il vento e paga pegno in fatto di velocità pura, al lasco e al traverso. Le dif-ferenze sfumano alquanto se si passa ad utilizzare una 6,5/7,0, vela sui l’Hawk appare centratoper dare il meglio di sè. Sia con la 8,0 che con la 6,5, questa tavola però ripaga senza nessundubbio della scelta in strambata... se con il Manta 79 sembra di far girare una portaerei, l’Hawkscivola via veloce in entrata e veloce in uscita nonostante le curve molto più strette rispetto atavole di questo litraggio. Tutto sommato una tavola divertente, “nervosetta” al punto giusto,corsaiola, che dà il meglio di sè con il vento medio/forte, destinata ai quei surfisti che voglionoplanare a stecca, senza troppi pensieri e senza pagare pegno in strambata.

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SLALOM BOARDS (90/129 l)2031 €

rider luca - test luca and smink - albenga (sv) - maggio 012 - photo © vittoria nikon

RRD X-Fire LTD V4 112

Dopo aver usato tutti i modelli slalom top di gamma negli ultimi anni, in ordine RRD, Starboard, Jp, quest'anno hodeciso di ricominciare il giro con RRD e precisamente con il nuovo X-Fire 114. Diciamo che il ricordo del X-Fire 112era talmente valido e rimaneva sempre costante come termine di paragone con tutto quello che avrei usato in se-guito, che il ritorno all' X-Fire è stato come il richiamo del “Mio Tessoro” per chi conosce la saga del Signore degliAnelli. Il test è stato fatto con abbinamenti mirati più all'utilizzo super performante di un surfista del week-end, vela7.1 e pinna da 40. Il che ha fatto storcere naso, sopracciglia, sguardo e tutto il resto ai “puristi” dello slalom. D’al-tra parte però se state leggendo i test di WInd News neppure voi lo siete... l’utilizzo ideale del 114 infatti sarebbedalla 7,8 alla 8,6, ma io non sono regatante e penso che il windsurfista medio che vuole il massimo delle presta-zioni non si avvicini a veloni troppo grandi e a tavole troppo estreme nel volume. Comunque, divagazioni a parte,

dalle prime uscite direi che la scelta è stata più che azzeccata. La primissima sensazioneche ho provato è stata l'estrema rigidità della costruzione. Specialmente nel piede poste-riore, ogni piccola variazione è immediata e viene trasmessa a tutto il corpo. Questo co-stringe una navigazione più attenta e concentrata, ma se si vuole spingere non si può farewindsurf guardando il... panorama! Inutile dire che l'inizio planata e l'accelerazione sono im-pressionanti, il primo bordo di bolina non mi lascia delle grandi sensazioni, la tavola è ve-loce, ma l'angolo non è strettissimo, immagino principalmente per colpa della vela e dellapinna. Risalito un po' il vento, lancio la tavola al lasco, andatura per cui è stata progettatol'X-Fire 114 e qui devo dire che rimango allibito. La tavola inizia a correre con una stabilitàe un controllo incredibile. Tutte le tavole che avevo usato in precedenza raggiungevano unlimite tecnico, più di tanto non andavano, giusto per capirci. Questa tavola mi ha fatto ca-pire che il limite è mio, lei avrebbe voluto andare ancora piu forte ma io non ci riuscivo. Ecomunque il principale pregio, oltre all'estrema velocità, è il controllo: la tavola rimane sem-pre piatta sull'acqua e se tende a scomporsi non è mai improvviso e senza rimedio.In una tavola da slalom le due cose fondamentali da ricercare, secondo me, sono velocità emanovrabilità, puoi andare forte quanto vuoi, ma se la tavola non stramba sei fregato. E lastrambata con questa tavola è valida, ma solo se la si effettua perfettamente.Rispetto all’X-Fire 112, infatti è decisamente più tecnica e bisogna schiacciare molto con ipiedi, assumere una posizione molto avanzata sulla coperta per sfruttarne la larghezza, ri-manere sempre concentrati ed allora, entrata e uscita in planata saranno sempre veloci.In conclusione l'RRD X-Fire 114 è una tavola molto tecnica, rispetto al modello che l’ha pre-ceduta, è un po' meno comoda in andatura e un po' meno facile, ma sicuramente più per-formante in velocità e adatta per chi vuole spingere e spostare in alto i propri limiti.

Performance generali, controllo con ilvento forte, velocità finale

prezzo, più tecnica, anche in strambata,rispetto al 112 che l’ha preceduto

+

-lunghezza : 235 cmlarghezza : 70 cmvolume : 114 lpeso dich. : 6,3 kgtecnology : EPS / Full PVC 3mm - bottom/Biaxial carbonscassa pinna : tuttle boxpinna di serie : non fornitagamma vele : 6,5/8,5

pesorilevato

consolestraps

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test

N.B.LapinnadiserieNONèinclusa

Page 16: Boards Test 2012

SLALOM BOARDS (90/129 l)2107 €

rider luca - test smink/luca/roberto - giugno 012 - photo actis © john carter

RRD X-Fire LTD V4 122

Ultimo test 2012 (anche se è probabile che gli attuali X-Fire non verrano rimpiazzati fino a gennaio 2013) “dedi-cato” al 122, modello, a detta di molti team riders RRD, più duttile di tutta la linea. Ed in effetti basta fare unastrambata con questa tavola per capire che, rispetto al “fratellino” 114, questa tavola ha un altro passo in entrataed uscita dalla curva. Facile e precisa... quello che impressiona positivamente è che non bisogna essere dei “re-gatanti” per fare girare bene l’X-Fire Ltd V4 122, che proprio per questa dote si è ritagliato una bella fetta di “afi-cionados” tra i regatanti nostrani e non. Come sapete i nostri test sono destinati ai surfisti normali... e allorapossiamo dire che questa tavola che viene “raccomandata” da Rrd per un range agonistico abbastanza stretto, convele da 8,5 a 9,5, può essere tranquillamente utilizzata da un pubblico amatoriale come tavola unica da vento

medio/leggero. Con questa gamma di vento, se alla guida c’è un rider medio/leggero(intorno ai 75/80 chili) entra in planata molto presto anche con il minimo sbuffod’aria e la mantiene non richiedendo particolare impegno per raggiungere un ottimavelocità di punta. Discorso un pelo diverso, nei buchi di vento, dove bisogna esseremolto più attivi ed attenti, per non perdere la planata soprattutto se in quel mo-mento si sta bolinando.Diciamo che un surfista normale può “godersi” l’X-Fire Ltd V4 122, abbinandolo avele da 7,5/7,8 anche se sarebbero già fuori dal suo strettissimo range. Provatocon una pinna Select da 43 cm deep tuttle (la pinna non viene data di serie e i re-gatanti consigliano di munirla di due pinne: 42 per il vento moderato e 46/47 per ilvento leggero) esibisce una conduzione confortevole e prestazioni tali, da renderlaappettibile a tutti quelli che cercano... velocità. La tavola accelera gradualmentee rimane bassa sull'acqua, cosa che, in assenza di ciop, regala la sensazione chela velocità di punta diventi elevatissima (consiglio: con le vele grandi, il piede d'al-bero va posto abbastanza indietro per alzare un po’ la prua). Il confort e in anda-tura è notevole, ma occhio... se il vento diventa forte ed il chop si fa insidioso,nonostante continui a rimanere piuttosto bassa sull'acqua, la tavola comincia a di-ventare più fisica da gestire soprattutto se alla guida c’è un surfista leggero. D’al-tra parte i 122 litri ci sono tutti e con un po’ di abilità e mestiere si riesce amantenere una buona velocità di punta. Delle prestazioni spettacolari in strambataabbiamo già accennato: la tavola gira facilmente e rimane veloce, filando come suun binario, durante tutta la traiettoria. Con le sue ottime prestazioni nel ventomedio/leggero è un'ottima scelta, sia per i freerider che vogliono fare il salto diqualità con una tavola relativamente accessibile, sia per chi fa slalom seriamente.

Performance con il vento medio/leggero,velocità finale, strambata, duttilità

prezzo, tecnica con il vento medio/forte

+

-lunghezza : 228 cmlarghezza : 81 cmvolume : 122 lpeso dich. : 6,7 kgtecnology : EPS / Full PVC 3mm - bottom/Biaxial carbonscassa pinna : deep tuttle boxpinna di serie : non fornitagamma vele : 8,5/9,5

pesorilevato

consolestraps

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N.B.LapinnadiserieNONèfornita!

Page 17: Boards Test 2012

IL PIÙ FACILE!FANATIC ALL WAVE 9’6”9’6” (290 cm) x 32” (81,3 cm) x 174 lFins: AllWave 5 7/8", 2 × ProWave 5"- US Center BoxAvevo scelto accuratamente il sup daprovare della gamma Fanatic All Wave.Scartati i sei modelli Pro Wave che ritenevotroppo “tirati” per le mie attuali capacità,metro alla mano, la mia scelta era caduta sul9’2” della linea All Wave che con i suoi 279cm di lunghezza entrava giusto, giusto nelmio mitico furgone VW del ‘64. Che sceltaoculata direte... ma ragazzi bisognaguardare anche queste cose! Comunqueniente paura... i mie calcoli sono andati afarsi benedire perchè da White Reef èarrivato il 9’6” e... tutto sommato non èstato un gran male. Tanto per cominciarequesto All Wave è il più duttile dei treprovati... tanto duttile che utilizzato per farecrusing non mi ha fatto rimpiangere piùdi tanto l’undici che uso solitamente. Anchetra le onde, è il più facile da gestire:nonostante il volume di 174 l rimane stabile,docile e permette di mettersi in posizioneper partire senza dover fare l’equilibrista.La prima uscita con onde veramente piccole,mi ha dato l‘impressione che in surfata sicomportasse non molto diversamente datavole più grandi... per capirci più unlongboard che una tavoletta. Mi sono dovuto

ricredere alla prova cononde un pelo più... onde! Inqueste condizioni lo All Wavesi lascia guidare bene con ipiedi e, tutto sommato, surfabello fluido... è da riprovarecon le onde grandi pertrovare il suo limite che perora si intravede soltanto...

LO STILOSO!RRD WASSUP WOOD V2

9’0”x31”x41/2”- volume 155 lFins: 1 x9,5 Dolphinpolyester US base

+G-5 smoke asymmetrical FCS boxLo stiloso lo abbiamo chiamato ed in effetti la

costruzione Wood ci offre una tavola moltocurata e con un look che andrebbe bene per

fare... arredamento, appeso ad una parete, dallaparte della coperta. Veramente bella, ma bando

alle amenità... tanto più che se del look non ve nefrega nulla e volte risparmiare qualche belsoldone, i modelli della linea WASSUP sono

disponibili anche nelle versioni Epx, Classic epersino Softskin V2. Rispetto allo scorso anno gli

shape sono stati rivisti: il Wassup 8’5” provatonel 2011, tanto per dire, aveva la poppa a coda

di rondine abbandonata nel 2012.A proposito lo sapevate che il nome Wassup

significa “windsurf as sup”, perchè tutte le tavolesono equipaggiate con inserto del piede

d'albero?! Sinceramente non ci avevo maipensato... belin che caporedattore! Comunque... ilWassup 9’0” è caratterizzato da misure e volume

che permettono di poterlo utilizzare anche perfare un minimo di cruising, soprattutto se non si

pesa troppo. La pinna centrale più lungagarantisce persino più direzionalità che non il piùgradicello All Wave 9’6”. Naturalmente anche in

questo caso l’indirizzo ideale sono le onde.In surfata le sensazioni sono... stilose!

Il 9’0” parte agevolmente e si lascia guidarecome una tavoletta... delle tre provate è quella

che mi ha permesso diprovare un cut back stile surf da

onda... questione di fortunaperchè probabilmente ho preso

l’onda più grossa di questasession di test, ma non vedo

l’ora di provarla con delle ondeserie e soprattutto con una

vela attaccata!�� Giugno 2012: smink surficchia, ma Fornaci e Panda... santi subito! In un modo o nell’altro se non fosse per loro... no test questo mese!

all wave 9’6”

1199 €wassup 9’0”

wood

1241 €

Page 18: Boards Test 2012

Ve lo credevate.... e soprattutto me lo cre-devo io alla grande di aver finito con i test2012, dato che questo numero è già pienodi novità 2013... ed invece eccoci ancoraqui con un freetest... addirittura compa-rativo e la prova di uno slalom 2012.Il freetest opera del nostro “collabo” sici-liano Luigi si occupa del freestyle di casaFanatic e può essere utile per orientarsinell’acquisto di un modello anche di unpaio di anni fa. Il test dello slalom è statoinvece fortemente voluto dal nostro Insi-der, dopo che il suo pupillo ha centrato ilsecondo posto in Costa Brava.Infatti è proprio con questa tavola che Ju-lien ha colto questo risultato... oltre natu-ralmente alla sua indiscussa bravura!"Ma dai... hai la possibilità di avere gli sla-lom sottomano e non fai il test del 122,che è una tavola vincente?!"E così ho fatto buon viso a cattivo gioco...andiamo di X-Fire 122. Naturalmente datoche si tratta di uno slalom, questa volta misono fatto aiutare dai miei vecchi amiciregatanti, Ghiglione ed Actis... quest’ul-timo giusto appunto, gestisce un centroRRD/Gun ad Andora.

Da felice possessore di entrambi i modelli, era da un belpezzo che avevo in mente di scrivere questo test compara-tivo tra lo Skate 110 del 2010 ed il nuovo Skate 109 del2012.Fanatic ci ha ormai abituati a non lasciar nulla al caso infatto di shape. Proprio per questo mantiene gli shape in-variati mediamente per due anni, cambiando solo le grafi-che (almeno nel freestyle ), allo scopo di testare un numeroenorme di prototipi, per mettere definitivamente in produ-zione solo il migliore. Infatti mentre gli shape 2010/2011sono assolutamente identici, il 2012 si presenta radical-mente diverso, con nuovi shape “dedicati” al 4 volte cam-pione del mondo Gollito Estredo.Difficile trovare difetti allo Skate 109. La versione 2012 ri-sulta più corta di ben 10 cm rispetto al modello precedentequindi super facile da far ruotare nelle manovre aereeanche con il vento leggero, con un'enorme facilità di par-tenza in planata. Ricordo ancora il mio primo bordo conquesta tavola, quando nell'impostare una normalissimaFlaka come facevo con il modello 2010... ho ruotato senzavolerlo un'air Flaka da manuale!La comodità in andatura è stata migliorata grazie al dou-ble deck che parte dalle strap di prua e va, via via, accen-

Test slalom and test comparativo freestyle board 2010 contro 2012

rider and test luigi acerra - sicilia - photo © severina

FREETEST... comparativo!

� la versione 2010 dello Skate 110 TE e quella 109 TE di quest’anno. In alto: particolari della parte poppiera del 109.

Page 19: Boards Test 2012

freestyle di razza, spunto, manovrabilitàconfort, attitudine allo stacco, peso,robustezza

meno duttile tra le onde dellaversione più “tutto fare” 2010

+

-

lunghezza : 227 cmlarghezza : 66,5 cmvolume : 109 lpeso dich. : 6,3 kgtecnology : CK/LF TE (carbon kevlar light TE)scassa pinne : power boxpinne di serie : Fanatic Skate 24 Prepreggamma vele : 5,0/7,5

tuandosi verso poppa, il che dà al rider più reat-tività e allo stesso tempo comodità in andaturae facilità nel risalire di bolina pur utilizzando unapinna corta. La prua è stata accorciata ed allar-gata e ha perso un po’ di scoop, per avere unatavola stabile nello slide e nelle rotazioni, con unottimo appoggio sull’acqua che aiuta molto intutte le manovre con partenza in duck e con-sente accelerazioni fulminee, oltre che un'ottimocontrollo con il chop incrociato.Proprio il minor scoop però l'ha resa moltomeno adatta alle uscite con mareggiatine di sca-duta e vento da 6.0, cosa che invece facevo consoddisfazione con la versione 2010... in questosenso la tavola è meno duttile e meno “tuttofare“. Questo è l'unico "difetto" (se così si puòchiamare ) che sono riuscito a trovarle. Ma si sa,non si può avere la botte piena e la moglieubriaca....La versione Team Edition provata si presentacon il consueto Carbon Kevlar in coperta permaggiore rigidità e resistenza, grafica molto ac-cattivante ed un peso molto contenuto.

La resistenza è quella mostruosa a cui mi haormai abituato (da circa 5 anni) questo tipo diversione. Le uniche cose un po’ delicate sono legrafiche in carena, mentre straps e pads sono diprima scelta, come sempre.Per quanto riguarda la pinna, personalmentel'avrei dotata di “un’appendice” più piccola (24cm sono un po’ troppi per far freestyle), ma perun uso bump and jump va benissimo.A pensarci bene il vero neo di questa tavola èrappresentato, dal prezzo decisamente alto perla versione TE, ma considerato che è più o menonella media di quanto propongono a questo li-vello le altre case produttrici, visti i materiale diprima scelta, veramente a prova di bomba, vistoche lo sviluppo tecnico dello shape è affidata adun certo Gollito, che facilità e allo stesso tempoprestazioni premiano in acqua questa tavola...volete il massimo?! In tal caso bisogna esserepronti a pagare il massimo... oppure orientarela scelta sulla versione BGS (Biax Glass San-dwich Light) che paga solo mezzo chilo di pesoin più, ma un risparmio di ben trecento euro!

lo Skate 110 TE costava nel 2010 1799 €

Luigi in azione con lo Skate 110 TE 2010 ... e con lo Skate 109 TE 2012!

Fanatic Skate 109 TE 012 contro Skate 110 TE 010

skate TE 109‘012

1999 €