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Semestrale d’informazione e cultura valtortiana c/o CEV – Viale Piscicelli 89-91 03036 Isola del Liri (FR) Italia Gennaio-Giugno 2015 (n.1/2015) 89 Si pubblica dal 1970. Redattore e direttore responsabile: Emilio Pisani. Autorizzazione del Tribunale di Cassino n. 374 del 18/11/1970. Spedizione in abbonamento postale 70%, filiale di Frosinone. Fotocomposto e stampato in proprio. pontificato di Papa Francesco, succeduto non alla morte del Predecessore ma alla sconcertante novità della sua rinuncia, continua a sorprendere per altre novità, che sono di stile nel comunicare e di contenuto nel catechizzare. Tra esse abbiamo colto un messaggio che rispecchia la natura della missione valtortiana: l’invito a prendere conoscenza del Vangelo. Con quel linguaggio schietto che gli è abituale, libero da schemi protocollari, il Papa ha raccomandato a tutti di leggere ogni giorno un brano del Vangelo, di avere sempre in tasca o portare nella borsetta il libriccino del Vangelo, così poco ingombrante da aver voluto egli stesso farne fare una larga distribuzione ai fedeli raccolti in Piazza San Pietro. Coloro che con preoccupazione, forse legittima, vedono in Papa Bergoglio un riformatore che potrebbe azzardare qualche deviazione dalla sana dottrina, di cui Benedetto XVI era un sicuro custode, possono rassicurarsi almeno per un particolare che ora accomuna Francesco a Benedetto, ricordando che quest’ultimo, quando era il cardinale Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, in occasione di un Sinodo ebbe a deplorare la consolidata abitudine di parlare di Chiesa (per effetto, di certo, dell’ultimo Concilio) e non di Gesù e del suo Vangelo. Ed era verità. È anche vero che i quattro Evangelisti, nel tramandare con i loro scritti ciò che Gesù aveva detto e fatto, a volte operarono delle scelte, altre volte sintetizzarono, altre ancora spiegarono “con riguardo alla situazione delle chiese” (cioè delle prime comunità di cristiani), come precisa, al paragrafo 19, la costituzione dogmatica Dei Verbum del Concilio Vaticano II. Si possono dunque giustificare le omelie, e i più vasti commenti che si scrivono sui Vangeli, se guardano alla situazione attuale delle “chiese” per rimotivare le scelte, ampliare le sintesi, aggiornare le spiegazioni degli Evangelisti. L’Evangelo rivelato a Maria Valtorta supera ogni umano tentativo di far “capire” il Vangelo alle nostre generazioni. Lo sanno bene i nostri lettori, ai quali proponiamo una guida che lo fa scoprire nei particolari. L’abbiamo concepita ed è stata pubblicata. Servirà a far rigustare la lettura dell’Opera a chi già la conosce ed a farla apprezzare da chi ancora se ne tiene a distanza. La presentiamo nella pagina interna, sperando di poterlo fare anche in un convegno pubblico. I l I I

Bollettino 89

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semestrale d'informazione valtortiana gennaio-giugno 2015

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Semestrale d’informazione e cultura valtortianac/o CEV – Viale Piscicelli 89-91

03036 Isola del Liri (FR) Italia

Gennaio-Giugno 2015 (n.1/2015)

89Si pubblica dal 1970. Redattore e direttore responsabile: Emilio Pisani.

Autorizzazione del Tribunale di Cassino n. 374 del 18/11/1970. Spedizione in abbonamento postale 70%, filiale di Frosinone.

Fotocomposto e stampato in proprio.

pontifi cato di Papa Francesco, succeduto

non alla morte del Predecessore ma alla sconcertante novità della sua rinuncia,

continua a sorprendere per altre novità, che sono di stile nel comunicare e di contenuto

nel catechizzare. Tra esse abbiamo colto un messaggio che rispecchia la natura della

missione valtortiana: l’invito a prendere conoscenza del Vangelo. Con quel linguaggio

schietto che gli è abituale, libero da schemi protocollari, il Papa ha raccomandato a

tutti di leggere ogni giorno un brano del Vangelo, di avere sempre in tasca o portare

nella borsetta il libriccino del Vangelo, così poco ingombrante da aver voluto egli stesso

farne fare una larga distribuzione ai fedeli raccolti in Piazza San Pietro. Coloro che con

preoccupazione, forse legittima, vedono in Papa Bergoglio un riformatore che potrebbe

azzardare qualche deviazione dalla sana dottrina, di cui Benedetto XVI era un sicuro

custode, possono rassicurarsi almeno per un particolare che ora accomuna Francesco

a Benedetto, ricordando che quest’ultimo, quando era il cardinale Prefetto della

Congregazione per la Dottrina della Fede, in occasione di un Sinodo ebbe a deplorare la

consolidata abitudine di parlare di Chiesa (per effetto, di certo, dell’ultimo Concilio) e

non di Gesù e del suo Vangelo. Ed era verità.

È anche vero che i quattro Evangelisti, nel tramandare con i loro scritti ciò che Gesù

aveva detto e fatto, a volte operarono delle scelte, altre volte sintetizzarono, altre ancora

spiegarono “con riguardo alla situazione delle chiese” (cioè delle prime comunità di

cristiani), come precisa, al paragrafo 19, la costituzione dogmatica Dei Verbum del

Concilio Vaticano II. Si possono dunque giustifi care le omelie, e i più vasti commenti che

si scrivono sui Vangeli, se guardano alla situazione attuale delle “chiese” per rimotivare

le scelte, ampliare le sintesi, aggiornare le spiegazioni

degli Evangelisti.

L’Evangelo rivelato a Maria Valtorta supera ogni

umano tentativo di far “capire” il Vangelo alle nostre

generazioni. Lo sanno bene i nostri lettori, ai

quali proponiamo una guida che lo fa scoprire

nei particolari. L’abbiamo concepita ed è

stata pubblicata. Servirà a far rigustare la

lettura dell’Opera a chi già la conosce ed a

farla apprezzare da chi ancora se ne tiene

a distanza. La presentiamo nella pagina

interna, sperando di poterlo fare anche in

un convegno pubblico. •

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le scelte, ampliare le sintesi, aggiornare le spiegazioni

rivelato a Maria Valtorta supera ogni

umano tentativo di far “capire” il Vangelo alle nostre

generazioni. Lo sanno bene i nostri lettori, ai

quali proponiamo una guida che lo fa scoprire

stata pubblicata. Servirà a far rigustare la

lettura dell’Opera a chi già la conosce ed a

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Chi si accingesse a leggere il Vangelo con spi-rito critico troverebbe da fare obiezioni e chie-dere spiegazioni. Tanto per cominciare, egli non capirebbe il senso della domanda della Vergine all’angelo che le ha annunziato la maternità: “Co-me avverrà questo, poiché non conosco uomo?”. Maria, infatti, era già la sposa di Giuseppe, ma le loro nozze dovevano ancora compiersi secondo il costume ebraico. A rigor di logica, il compimento delle nozze avrebbe comportato la “conoscenza” dell’uomo e il concepimento del nascituro. D’ac-cordo: l’angelo rivela che il piano di Dio, al qua-le “nulla è impossibile”, prescinde dal rapporto coniugale; ma il lettore esigente insisterebbe nel chiedere perché Maria fa quella domanda, e per quale motivo Ella debba sentirsi rassicurata dal-la risposta dell’angelo.

Passando ai fatti e ai detti della vita pubblica di Gesù, il solito lettore non tarderebbe ad imbatter-si nel mistero di Giuda, l’apostolo che tradirà, che è “ladro”, come lo defi nisce Giovanni nel suo Van-gelo, e al quale Gesù allude quando dice: “Non sono forse io che ho scelto voi, i Dodici? Eppure uno di voi è un diavolo”. Dunque Gesù avrebbe “scelto” un diavolo come apostolo? È mai possi-bile? Se il Vangelo ci avesse raccontato il primo incontro di Gesù con Giuda di Keriot, come ha fatto di altri primi incontri, forse verrebbe svelata una verità chiarifi catrice. Ma il Vangelo non dice nulla al riguardo, lasciando irrisolto il mistero di una scelta.

Ancora più incomprensibile è la posizione di Giovanni Battista quando manda a chiedere a Gesù: “Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettarne un altro?”. Ma come? Se egli, designa-to ad essere il Precursore, aveva riconosciuto il Messia in Gesù fi n dal primo incontro e lo aveva manifestato ad Israele senza un attimo di incer-tezza, ora che le opere del Cristo gli sono note (co-me precisa l’evangelista) gli viene un dubbio? Non sarà mica che l’evangelista abbia omesso qualche dettaglio?

Anche certi comportamenti di Gesù, semplice-mente riferiti senza i particolari che possano mo-tivarli, sembrano privi di signifi cato al lettore che cerca di scoprirne la ragione. Perché, per esem-pio, Egli si mette a scrivere con il dito sulla terra (e che cosa scrive?) mentre i farisei gli chiedono di giudicare la donna adultera? E perché vuole disprezzare la donna cananea che gli chiede una grazia e infi ne la esaudisce per la sua grande fe-de?

I quesiti non mancherebbero neanche a riguar-do degli insegnamenti del Maestro. Cosa dire del-

la parabola sull’amministratore che è stato licen-ziato perché rubava al padrone, il quale lo elogia quando scopre che, per rifarsi del posto perduto, ha escogitato un sistema altrettanto disonesto? E come si spiega la parabola che ritiene giusto dare agli operai dell’ultima ora la stessa paga che si dà a chi ha lavorato fi n dal mattino? E perché dob-biamo considerarci “servi inutili” dopo aver fatto tutto il nostro dovere? E come si può accettare, tra i consigli evangelici, quello del porgere l’altra guancia se si riceve uno schiaffo?

Riguardo a quest’ultimo esempio, il lettore re-sta interdetto quando arriva a leggere, nella Pas-sione, che Gesù non porge l’altra guancia alla guardia del Tempio che gli ha dato uno schiaffo, per avere Egli risposto come doveva alle domande del sommo sacerdote, ma chiede una spiegazio-ne: “Se ho parlato male, dimostrami dove è il ma-le. Ma se ho parlato bene, perché mi percuoti?”. È più che legittimo, infatti, chiedere ragione di un’offesa ingiusta e non meritata. Il consiglio di porgere l’altra guancia potrebbe ritenersi giusti-fi cato ed essere capito se il Vangelo ci facesse co-noscere il discorso o la situazione nel cui contesto

QUELLO CHE I VANGELI NON DICONOLe private rivelazioni a Maria Valtorta

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quel consiglio viene dato. Così pure di ogni altro gesto e di ogni detto del Signore.

L’opera di Maria Valtorta – L’Evangelo come mi è stato rivelato – non contraddice mai i quattro Vangeli canonici; al contrario, li conferma, per-ché li completa facendoli capire in pieno. Lo fa con naturalezza, perché racconta la vita terrena di Gesù giorno dopo giorno, dove le circostanze, gli incontri, perfino le situazioni impreviste solle-citano il comportamento da tenere e suggerisco-no l’insegnamento da impartire, che in tal modo sono resi efficaci, vivi, soprattutto attuali. D’al-tronde, l’evangelizzazione è un’azione che si attua camminando sulle vie del mondo, in senso reale e in senso metaforico.

Camminare al seguito del Maestro, insieme con discepoli e discepole, è la sensazione che il lettore dell’opera valtortiana è portato a speri-mentare. Quasi respirando il profumo dell’aria, ammirando il paesaggio circostante, condividen-do gioie e dolori negli incontri e scontri, egli as-sorbe nell’ascolto una dottrina che non di rado porta ad un cambiamento di vita. Sono queste le impressioni che i nostri lettori ci hanno sempre confidato. Riteniamo, tuttavia, che ad essi sfugga un aspetto specifico dell’opera: quello di risolvere i quesiti che i quattro Vangeli canonici, essendo selettivi e concisi, sono capaci di suscitare nel let-tore che non sia superficiale.

Da un lettore qualificato ci era stato suggerito un lavoro di comparazione tra la fonte evange-lica ufficiale della rivelazione pubblica e il pro-dotto letterario valtortiano di rivelazione privata. Si trattava di evidenziare come certi testi degli Evangelisti vengono spiegati e interpretati nell’o-pera di Maria Valtorta. Detto con termine scien-tifico: un lavoro esegetico. Ci spronavano, a tal fi-ne, i numerosi appunti del biblista P. Gabriele M. Allegra, ora Beato, che ad un certo punto, quasi a voler esprimere un auspicio, annota: Circa l’e-segesi della Valtorta ci sarebbe da scrivere un li-bro...

Abbiamo fatto un primo libro, che in ventu-no capitoli esamina altrettanti brani evangeli-ci mettendoli a confronto con la corrispondente trattazione valtortiana. I brani dei Vangeli sono riportati testualmente. I brani tratti dall’opera valtortiana sono ripresi testualmente nelle par-ti che più direttamente corrispondono ai brani evangelici e sono sunteggiati, per una compren-sione più piena, nelle parti che fanno da contorno. Non è, però, un’operazione automatica, un colla-ge, ma è un’analisi avvincente, che fa emergere la validità delle soluzioni esegetiche insieme con la ricchezza dottrinale e il pregio letterario, quasi accendendo dei riflettori sui particolari dell’opera che meritano di essere notati e ammirati.

Titolo del libro: Quello che i Vangeli non dicono. Sottotitolo: Le private rivelazioni a Maria Valtorta. 170 pagine, euro 16,00.

Il patrimonio letterario valtortiano richiede che sia custo-dita, curata, protetta l’eredità di Maria Valtorta, che consiste principalmente nei suoi manoscritti originali con annessi di-ritti d’autore, ma comprende anche la sua casa in Viareggio e quanto altro le sia appartenuto o da lei stessa sia stato pro-dotto, dall’arredo della casa agli oggetti più comuni e usuali, dalle lettere e da ogni genere di documentazione ai lavori eseguiti dalle sue mani.

L’intero complesso ereditario era pervenuto in sorte al Centro Editoriale Valtortiano (CEV), nato come la società editrice che assicura una continuità nella cura delle pub-blicazioni degli scritti di Maria Valtorta. Si era perciò creata l’anomalia di vedere associate nel CEV le figure dell’Editore e della Scrittrice. Le due figure sono tornate ad essere distin-te con la costituzione della “Fondazione Maria Valtorta Cev”, che otteneva la qualifica di onlus (organizzazione non lucra-tiva di utilità sociale) e il riconoscimento della personalità giuridica, potendo acquisire l’eredità di Maria Valtorta con lo scopo non lucrativo di custodirla, curarla, proteggerla.

Come di norma, la Fon-dazione ha avuto in dota-zione, nell’atto costitutivo, un congruo patrimonio liquido, i cui frutti alimen-tano, insieme con le libere elargizioni (deducibili dal reddito, perché a favore di una onlus), il fondo di ge-stione per il finanziamentodelle proprie attività. Inoltre si può destinare alla “Fondazio-ne Maria Valtorta Cev - onlus” il 5 per mille dell’Irpef, met-tendo sulla dichiarazione annuale dei redditi, nello spazio riservato al 5 per mille, la propria firma e il codice fiscale 9 1 0 2 1 7 4 0 6 0 9.

I manoscritti originali di Maria Valtorta sono il patrimonio più prezioso della Fondazione. Il pro-getto di preservare dall’u-sura del tempo, attraverso la riproduzione elettroni-ca, lo scritto dei 122 qua-derni autografi è stato re-alizzato lo scorso anno: neabbiamo dato ampia relazione sul n. 88 del Bollettino. Resta-no ancora da digitalizzare l’Autobiografia, l’epistolario, altri

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autografi sparsi e la documentazione di vario genere, oltre a dover procurare lo speciale armadio-libreria, ad atmosfera controllata e modificata, nel quale riporre i quaderni auto-grafi, da conservare come reliquie, potendo ora essere con-sultati in archivio elettronico.

Le traduzioni sono un altro degli obiettivi priori-tari della Fondazione. Oltre trenta sono le traduzioni finora realizzate dell’opera principale di Maria Valtor-ta. Il lavoro che si richiede non è tanto di produrre traduzioni in altre lingue, quanto di revisionare alcu-ne delle traduzioni esistenti, per ottenere una loro maggiore fedeltà all’originale italiano e un migliore stile letterario. Sta per essere portata a termine, a spese della Fondazione, una nuova traduzione integrale nella lingua francese.

La casa di Maria Valtor-ta in Viareggio, che è di proprietà della Fondazio-ne, ha avuto ripristinato il pavimento originario della camera in cui la scrit-trice mistica visse i suoi lunghi anni di operosa in-fermità e dove spirò il 12 ottobre 1961.

Il radicale restauro della casa, eseguito negli anni 2001-2002, era inizia-to con il risanamento del pianterreno dall’umidità salma-stra, che aveva corroso la pavimentazione ed era salita vi-stosamente sulle pareti. Pertanto si era dovuto smantellare il pavimento in tutti gli ambienti, rifare il massetto su cop-pelle che lo isolassero dal suolo arenoso, tipico della città di Viareggio e apportatore dell’umidità, e ripavimentare con piastrelle simili a quelle rimosse ma nuove.

Il pavimento della camera di Maria Valtorta, situata al pianterreno, aveva subìto la stessa sorte, ma con le piastrel-le che era stato possibile recuperare si fece una pedana sulla quale fu posto il letto. Con l’andare del tempo si notava che quella pedana, lastricata di vecchie piastrelle chiare e scu-re, poggiata sul pavimento nuovo e tutto bianco, snaturava l’ambiente e spesso era d’inciampo ai visitatori. Perciò, dopo lunga riflessione, si è deciso di rimuoverla e di restituire alla camera di Maria Valtorta la sua autenticità.

Il lavoro è stato eseguito tra la fine di gennaio e gli inizi di febbraio 2015. Svuotata la camera, è stato divelto il pa-vimento bianco, è stato rifatto il massetto sottostante ed è stato ripristinato il pavimento antico con le piastrelle chiare e scure: sono quelle tolte dalla pedana ed altre uguali, che

erano state anch’esse recuperate nel restauro di tredici anni fa ed erano conservate in un deposito. Poiché le piastrelle disponibili non erano sufficienti a coprire l’intera superficie della stanza, le parti mancanti nel pavimento sono state la-stricate con piastrelle scure, riprese tra quelle recuperate del vecchio pavimento della stanza attigua. Infine sono state ritinteggiate le pareti e sono stati ricollocati al loro posto il letto e gli altri mobili.

La casa è stata subito riaperta ai visitatori, che ora trova-no la stanza di Maria Valtorta senza la pedana e come era in origine. Le parti scure del pavimento, che attestano l’opera di risanamento e di restuaro, sono negli angoli meno visibili.

Inoltre, le persiane in legno poste sul fronte della casa, corrose dalle intemperie e quasi cadenti, stanno per essere sostituite da persiane identiche, di nuova fabbricazione.

Reliquie di Maria Val-torta vengono richieste con frequenza alla Fon-dazione e al CEV. Di soli-to s’intende per “reliquia”, se non un frammento dei resti mortali, almeno un pezzetto di stoffa o di qualcos’altro che sia sta-to a contatto con il corpo di una santa persona, di cui la Chiesa abbia auto-rizzato il culto pubblico. L’elargizione di reliquie di Maria Valtorta, ben giusti-ficata per la santità della persona, sarebbe però ar-bitraria mancando il rico-noscimento ufficiale.

Il Bollettino Valtortiano, periodico semestrale, viene inviato gratuitamente per tre anni a quan-ti comunicano il proprio indirizzo al CEV (Centro Editoriale Valtortiano) per un ordine di libri o per richieste di altro genere. La spedizione viene so-spesa all'indirizzo di chi abbia fatto trascorrere i tre anni senza aver mai rinnovato alcun tipo di richiesta.Il lettore che ritenga di poter diffondere il presente numero nella cerchia delle proprie conoscenze, può farne richiesta al CEV precisando il numero delle copie. La spedizione è sempre gratuita. Per l'invio di libri, invece, di importi inferiori a 200 euro, è richiesto il contributo fisso di 4 euro per le spese di spedizione.

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tel. 0776.807032 – fax [email protected] – www.mariavaltorta.com