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L‘INFORMATORE 1 Parrocchia S. Giuseppe - 33050 Bevazzana - Parrocchia S.S. Filippo e Giacomo Gorgo - 33053 Latisana - Parrocchia S. Spirito 33050 Pertegada - tel. 0431.55036 Il Parroco, insieme ai Consiglieri Pastorali e Amministrativi, alla Redazione augurano a tutti un Buon Natale e felice Anno Nuovo nel Signore L’INFORMATORE PARROCCHIALE Design Grafico Freelance Graphic ® BOLLETTINO PARROCCHIALE - SEMESTRALE - DICEMBRE 2010

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Parrocchia S. Giuseppe - 33050 Bevazzana - Parrocchia S.S. Filippo e Giacomo Gorgo - 33053 Latisana - Parrocchia S. Spirito 33050 Pertegada - tel. 0431.55036

Il Parroco, insieme ai Consiglieri Pastorali e Amministrativi, alla Redazione augurano a tutti un

Buon Natale e felice Anno Nuovo nel Signore

L’INFORMATOREPARROCCHIALE

Design Grafico Freelance Graphic ®

B O L L E T T I N O P A R R O C C H I A L E - S E M E S T R A L E - D I C E M B R E 2 0 1 0

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Natale 20102

La venuta del Figlio di Dio in mezzo a noi,inserisce nella nostra storia un fatto inedito: con il Natale di Gesù,la nostra storia è arricchita in modo divino: la vita di Dio ha fatto esperienza della storia umana, senza abbandonarla.

E’ iniziato il nostro cammino verso Dio, perché la venuta di Gesù ha come fine, ilcongiungerci con Dio, come compimento e realizzazione della nostra esistenza.La Parola di Dio in Gesù si fa carne cioè diventa visibile toccabile e udibile.In questo straordinario scambio fra noi e Dio, ha un posto speciale e unico la Madre di Gesù, Maria. Essa è colei che introduce il Cristo nella storia umana, mediante la fede. E’ la fede l’ambito della maternità, perché è accoglienza e dono.La fede è un rapporto personale con Dio che diventa nostro famigliare e cerco diincontrarlo.La fede di Maria diventa modello per ogni credente e lo pone nella Ma-ternità di Maria oggi espressa in quella della Chiesa, dove con lo stile del Dio fatto uomo, con la sua Parola e Presenza, dà consistenza vera ed efficace alla sua azione. Dobbiamo purtroppo constatare, diceva il Papa ultimamente, che oggi siamo tutti in pericolo di vivere come se Dio non esistesse. Ma Dio ha mille modi di mostrare che esiste, perché ci conosce ci ama e ci invita continuamente ad essere suoi amici.Il relativismo diffuso, secondo il quale tutto si equivale e non esiste alcuna verità né alcun punto di riferimento assoluto, non genera la vera libertà, ma instabilità, smar-rimento, conformismo alle mode del momento. Oppure viene sostituito da qualche altra cosa. Se invece lasciamo spazio a Dio nella nostra vita, sperimenteremo la gio-ia della sua presenza. Celebrare il Natale allora richiede a noi degli atteggiamenti di fondo:

• ComeMaria,disporsiadaccogliereilSignorenell’ASCOLTOdellasuaparo-laperscoprireilsuadisegnodisalvezza.

• ConumiltàsceglieredifidarsidiDiochemetteinmotoilnostroimpegnodiamoreeservizioaLuiedalprossimo.

• DiventiamosegnoconcretodellapresenzadiDioconnoiepernoi.• E’LuicheciparlaecichiamaconamorediPadreaviveredaverifigli.• Diventiamocosìsaleeluce,mostrandociòcheGesùhafattopernoiedinoi.

E’questoilmigliorauguriochecipossiamoscambiareaNatale:lalucechecihafattogiungere,possailluminareilcamminoaiutandociafaresceltegrandiepiccole,divalore.AiuteremoanchecolorocheincontreremoinquestaFestivitàchenascedalcuorediDio,perpoterancoravedere,toccareeascoltareunriflessodelSignore. DonElio

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L’editoriale

di don Elio

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Questo bollettino verrà consegnato a tutte le famiglie delle tre comunità parrocchiali ed inviatoa tutti gli emigranti. Fateci, per favore pervenire gli indirizzi di coloro che fossero interessati a riceverlo.

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L’Editoriale di don Elio 2Cinquantesimo anniversario di don Elio Baracetti

Perche Gesù venne sulla terra 4Veglia di preghiera del 50° di sacerdozio di don Elio 5

Festa della Madonna di braccio di volta Gorgo, Catechismo: Gruppo delle Medie 6

Rosa e Milietta 71970 - 2010 Circolo Giovanile Gorgo

40° di fondazione 8Il Coro - Il Canto - La Liturgia 9

Perdon de La Madone e XXXII Rassegna Corale 10Un gioco… per tutti, gioco, passione, impegno… 11

Caritas in veritate 12Paradiso, preferisco il Paradiso 13

La liberta’Balliamo sul Mondo Sottosopra 14

Per te attack 15Lettere - Contributi dai nostri lettori 16

Associazioni d’arma 17Anagrafe parrocchiale 18

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Comunità

Il 29 giugno 1960, nella festa dei santi Pietro e Paolo, l’allora Arcivescovo di Udine mons. Giuseppe Zaffonato ordinava alcuni giovani

sacerdoti. Uno di essi era don Elio Baracetti, il no-stro parroco. Cinquant’anni dopo, le comunità di Bevazzana, Gorgo e Pertegada si sono ritrovate il 29 giugno scorso, nella chiesa parrocchiale dello Spirito Santo di Pertegada, per festeggiare insieme a lui questo importante anniversario.Il momento più intenso della giornata di festa è stato la santa Messa, concelebrata da don Elio in-sieme ai sacerdoti della forania di Latisana e a don

Dino Bressan, rettore del Seminario Interdiocesa-no di Castellerio, e animata dal canto dei gruppi corali delle tre parrocchie, riuniti per l’occasione.

Don Dino Bressan nella sua omelia ha sottolinea-to l’importanza del ruolo del prete nelle comunità cristiane, insieme alla necessità di pregare per le nuove vocazioni. Alla fine della celebrazione, han-no portato i loro auguri il Consiglio Pastorale, il Vicario Foraneo e il Sindaco del comune di Lati-sana. La serata di festa è poi continuata nell’attigua strut-tura dei festeggiamenti, con la cena della comu-nità. La giornata è stata preceduta da una veglia di preghiera, il 25 giugno, nella chiesa di Bevazzana, presieduta da don Oscar Pinaffo, sul tema delle vocazioni e della vita del prete nella comunità. A

don Elio, che in questi anni fra noi abbiamo imparato a conoscere, va il ringraziamento dei parrocchiani per la sua presenza, la sua disponibilità, lo spirito di sacrificio, che, no-nostante la salute non sempre ottimale, gli consentono di svolgere il suo ministero in mezzo a noi. Grazie soprattutto per la cel-ebrazione dell’Eucarestia, fonte e culmine della vita cristiana, e del Sacramento del per-dono, che ci fa più vicini al Signore.Infine, una preghiera di ringraziamento al Signore per aver mandato don Elio nelle no-stre comunità e una perché gli conceda la forza e la salute di continuare per tanti anni ancora la sua missione, sempre coadiuvato dai numerosi fedeli laici impegnati nei vari

ambiti della pastorale e della vita parrocchiale.

Cinquantesimo anniversario di sacerdozio di don Elio Baracetti

L’anniversariodon Elio Baracetti

Un predicatore paragonava Dio e la situazione dell’uomo dopo la caduta del peccato originale a una ipotesi nella quale voi, un essere umano, creiate una piccola creatura chiamata formica. Ed essendo voi il suo creatore, amate la piccola formica e ve ne prendete cura. Un giorno vedete la formica che si dirige verso un pericolo di morte, cosa fate? Come potete dirle che sta andando verso la morte? Per comunicare con la formica ci sono grossi problemi. Primo, la formica non pensa allo stesso vostro modo. Secondo, non vi può sentire. Terzo, non vi può vedere. Quarto, non vi può capire. Se cercate di toccarla, potete ucciderla. Se mettete la vostra mano di fronte a lei, non si fermerà, si arrampicherà

Perché Gesù venne sulla terra

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ComunitàGiovani

Bevazzana 25 giugno 2010

sulla vostra mano, la scavalcherà e continuerà ad andare. E allora che cosa fate? L’unica cosa da fare è diventare una formica e dire: “Non andare da quella parte perché stai andando verso la morte. Se-guimi”.Quando pensiamo al Signore Gesù, dobbiamo capire che Egli è molto di più che un uomo limitato che vede il mondo con occhi naturali, anche più di un uomo che fa miracoli. Non pensate a Lui come sol-tanto un uomo, Egli è anche Dio. Egli ha detto di essere la “porta”, ma che cosa c’è dietro quella porta? Questa è l’emozionante domanda sulla quale dobbiamo riflettere. Buon Natale. DiaconoArmando

Sotto lo sguardo ma-estoso di Gesù, don Oscar ci ha disposti in cerchio per stringerci attorno al nostro pastore. Le preghiere, le ri-flessioni, le parole ci han-no aiutato a comprendere il dono prezioso del sacerdo-zio. Don Elio è una persona come noi, con i suoi limiti e i suoi pregi, con la necessità di essere accolto e ascoltato. E’ facile criticare, valutare e scegliere il sacerdote come piace a noi, ma ogni sacer-dote rappresenta “Cristo in Terra”. Don Elio si è arreso all’Amore di Dio e da 50 anni è fedele alla sua chiamata. Ciò che lo aiuta è la fede e

la presenza anche silenzio-sa dei parrocchiani. Ciò che più lo ferisce è la chiusura, l’indifferenza, la critica dei parrocchiani. Sta scritto che Gesù a causa nostra ha su-bito processo, flagellazione e morte in croce. Ogni volta che facciamo del male al no-stro prossimo, crocifiggiamo ancora Gesù. Ogni sacerdo-te è “carne di Cristo”. Don Elio ha donato 50 anni e ha garantito la Santa Messa nel-le parrocchie che il Vescovo gli ha affidato. Quanto en-tusiasmo ci ha testimonia-to, tanti sacrifici, solitudine, malattia e una sola “arma”: il Suo Rosario per sconfigge-re, come Davide, ogni Golia. Don Oscar ci ha fatto medi-tare il brano dal Vangelo di Luca dove Gesù chiama a sè i discepoli e si elencano i loro nomi. Una pagina di Vangelo importante e sempre attua-le perché dietro ogni nome,

c’e’ una storia ricca di sogni e ideali. Gesù ha scelto que-sti apostoli per diffondere al mondo intero il suo mes-saggio di salvezza. Ora tocca a noi, Gesù ci indica la via che ci porta alla gioia eterna. Gesù è Via, Verità, Vita, non ci fa violenza, ci ama così come siamo e vuole essere “familiare” nostro. Ecco che Don Elio è nostro fratello e noi siamo parte della sua fa-miglia. Essere famiglia vuol dire essere sensibili alle ne-cessità con semplicità e cari-tà. Grazie a Don Elio, Gesù continua a parlarci, ad ac-coglierci, a perdonarci, a sa-ziarci, a dissetarci e a conso-larci. Don Elio grazie infinite per il suo prezioso ministe-ro. Gesù e Maria continuino a guidarlo e sostenerlo nella via della santità. Grazie dalle sue comunità.

Veglia di preghiera del 50° di sacerdozio di don Elio

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Gorgo

Vita di Comunità

Anche quest’anno è ricominciato il catechismo per tutti i ragazzi, dalle elementari alle superiori.

Dopo la Genesi, tema dell’anno scorso, dove si è scoperta la bellezza di Dio sulla terra e su tutte le sue creature, quest’an-no si tratta di trovare assieme ai ragaz-zi il proprio posto nel mondo, attraver-so il significato dei nomi. Le catechiste che accompagnano il gruppo sperano che i bambini trasmettano alle proprie famiglie le conquiste di cui si rendono partecipi. Il catechismo non finisce mai ed è bello condividerlo con mamma e papà. Lo stress della vita moderna de-lega queste esperienze senza viverle in

prima persona, ma se vo gliamo che i giovani di domani siano migliori, biso-gna che tutti si diano da fare. Il percorso di quest’anno è legato al significato del nome che riceviamo alla nascita dai no-stri geni tori poiché indica la natura e il cammino della vita della persona.Il gruppo delle mamme di Gorgo, sem-pre attento al sociale, coinvolge anche quest’anno la comunità nella realizza-zione della fiaccolata in ricordo di Al-berto ed Emanuele. Confidando in un tempo clemente, ci danno appuntamen-to per il 18 dicembre, aspettando, come sempre, una grande partecipazione da parte di tutta la comunità.

Ogni anno l’ultimo sabato di maggio la comunità di Gorgo si riunisce presso la cappella dedi-

cata alla B. V. Maria che si trova in via Braccio di Volta, all’incrocio con lo stra-done di Lignano, ai confini del paese. In questa piccola costruzione, edificata nel 1954, si trova una statua della Ver-gine, posta qui nel 1955 a seguito di un voto fatto dalla comunità di Gorgo, in riconoscenza della protezione ricevuta durante la seconda guerra mondiale. Da quel momento, ogni anno alla fine del mese di maggio tutta la comunità si ritrova presso la borgata di Braccio di Volta per la celebrazione della santa Messa in onore della Madonna. Ogni cinque anni la statua viene portata in processione lungo la via, fino all’inter-sezione con via de Amicis, e questa ri-correnza si è verificata anche quest’an-

no. Durante il mese di maggio, tutte le sere un gruppo di abitanti della via si è riunito presso la cappellina per la recita del santo Rosario. Quindi, l’ultimo sa-bato la santa Messa, celebrata dal parro-co don Elio e animata dai canti del Coro parrocchiale di Gorgo, seguita dalla processione, accompagnata dalla banda S. Cecilia di Precenicco. La serata si è poi conclusa con un festoso momento conviviale, offerto dalle sempre genero-se ed ospitali famiglie di via Braccio di Volta, a cui va un sentito ringraziamen-to, insieme a chi si occupa della pulizia e della manutenzione della cappellina, e a tutti quelli che lavorano per la buo-na riuscita della festa. Questa ricorren-za è molto sentita a Gorgo, perché vi si respira quella sana aria di amicizia e condivisione che contribuisce a tenere unito il nostro paese.

Festa della Madonna di

Gorgo, Catechismo: Gruppo Delle Medie

braccio di volta Gorgo, 29 maggio

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Gorgo

Vita di Comunità

La comunità di Gorgo rivolge un affettuoso pensiero di ringraziamento a Rosa e Milietta, le nostre due sacrestane, che quest’anno hanno deciso di «andare in pensione».

Rosa Lovato ed Emilia Colomban, in questi lunghi anni al servizio della comunità, ci hanno sempre offerto la possibilità di trovare una chiesa bella, pulita ed accogliente. Fino al 2005, anno in cui è mancata, sono state le due principali collaboratrici della nostra carissi-ma Maria, poi, negli ultimi anni, coadiuvate da un valido gruppo di signore di Gorgo, hanno portato avanti in prima persona le incombenze della puli-zia e del decoro della nostra chiesa parrocchiale e la preparazione delle varie celebrazioni liturgiche. Ma l’avanzare dell’età, con relativi acciacchi, non permette più di fare tutto quello che si faceva una volta, quindi ecco la decisione di ritirarsi. Adesso le possiamo incontrare tutte le domeniche a messa. A voi, Rosa e Milietta, da parte di tutti i par-rocchiani di Gorgo, un grazie di cuore per la vostra bella testimonianza di dedizione e amore per la chiesa.

Rosa e Milietta

Fig. 1 L’intervento delle autorità nel 40°anniversario del Circolo Giovanile di Gorgo

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Gorgo

CircoloGiovanile

Domenica 5 settembre, n e l l ’ a m b i t o d e i festeggiamenti in onore

di Maria Ausiliatrice, il Circolo Giovanile di Gorgo ha festeggiato i suoi primi 40 anni, essendo stato ufficialmente costituito il 26 settembre 1970.La festa, con la numerosa partecipazione dei compaesani, si è svolta presso l’area festeggiamenti del campo sportivo di Gorgo (Fig 1).Qui, alla presenza delle autorità civili (il sindaco di Latisana Micaela Sette, l’assessore comunale Salvatore Benigno, l’assessore provinciale Silvano Galetti, l’onorevole Danilo Moretti), del parroco don Elio Baracetti e dell’attuale presidente del Circolo Luciano Vatri, si è svolta la cerimonia dell’alzabandiera con l’esecuzione dell’inno nazionale e di quello europeo da parte della Nuova banda S.Cecilia di Precenicco.Dopo gli indirizzi di saluto delle autorità presenti, è seguita la consegna, a tutti gli ex-presidenti del Circolo e ai rappresentanti dei gruppi e delle associazioni di volontariato attive a Gorgo, di un ricordo della ricorrenza. Tale omaggio è costituito dalla riproduzione di una foto scattata nel 1971 in occasione di una delle prime uscite ufficiali del Circolo, una gita alla villa Manin di Passariano.Al termine della cerimonia sono proseguiti i festeggiamenti con la tradizionale cena paesana (organizzata dal Circolo Giovanile con la collaborazione dell’Associazione Alpini) e l’altrettanto tradizionale estrazione della tombola.

1970 - 2010 Circolo Giovanile Gorgo40° di fondazione

1970: In primo piano “Gita a Villa Manin”2010: Dietro veduta della Chiesa di Gorgo

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Pertegada

Il “Coro di Pertegada”

Questa volta non voglio scrivere sul coro (sono certo che i lettori di questo notiziario parrocchiale sappiano già tutto

del “CORO DI PERTEGADA”), ma sul suo ruolo in seno alla comunità e specialmente nella “liturgia”. Non dimentichiamo che il primo impegno della corale è di aiutare la comunità quando si riunisce nella “liturgia”, principalmente “eucaristica” e nei momenti forti dell’anno liturgico. L’uomo non può fare a meno del canto e, da sempre, i suoi culti e le sue liturgie hanno sempre dato ampio spazio alla preghiera cantata. Gioia, fede, speranza, dolore, impegno, pentimento: tutto viene esaltato dal canto, accompagnato o no dal suono d’uno strumento (nel nostro caso dall’organo). Voce individuale o espressione corale, il canto ha la virtù di unire i molti, di avvicinare i distanti, di uniformare il molteplice; è veicolo di emozioni, ma anche canale di catechesi e di fede. Ciascuno può verificare queste espressioni rifacendosi alla propria esperienza: lo stato d’animo alla fine di una bella messa solenne cantata, dove il coro con sensibilità e perizia ha messo in risalto i punti

salienti del rito. Oppure quando l’assemblea è stata coinvolta direttamente con un canto “popolare” da tutti conosciuto e che ha visto il miracolo di unite tutte le voci. In questo caso l’assemblea vive la sua espressione massima di unione e unità... Quando canta il coro l’assemblea “ascolta” e sembra relegata al ruolo di spettatrice passiva: è compito del coro coinvolgerla comunicando emozioni, indicando, con una scelta appropriata dei brani, il significato della festa che si va celebrando o del tempo liturgico che si sta vivendo (ecco il riferimento alla catechesi!) e nel modo di eseguire un brano dal quale traspare l’intima convinzione e non solo la preoccupazione della perfetta esecuzione.Spero che il Coro di Pertegada abbia raggiunto, non dico sempre ma almeno qualche volta, questo obiettivo, perché, se così non fosse, dovremmo ri-vedere completamente la nostra impostazione e il nostro ruolo. Proprio per la sua grande efficacia il canto nella liturgia è anche un momento di grande responsabilità, che in questi anni abbiamo assunto fino in fondo impegnandoci nelle prove per otte-nere il miglior risultato possibile. Claudio

Il Coro - Il Canto - La Liturgia

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Pertegada

Contributidai nostri lettori

Spero di essere per-donato per il fatto che qualche volta

sono preso dalla tenta-zione di esternare pen-sieri che in me nascono prendendo spunto dalle cose riguardanti un pa-ese a cui per genesi ap-partengo e nel quale, in ogni caso, (criticamente) mi riconosco. In forza di questo istinto mi è già capitato di farmi legge-re o ascoltare e per que-sto ringrazio chi lo ha fatto con benevolenza, ancor più coloro a cui è costata fatica. Non ho la presunzione di espri-mere opinioni pensan-do, necessariamente, di rappresentare il sentire comune. Eppure, per la cronaca, è un dato di fatto che la numerosa partecipazione di pub-blico abbia decretato, anche quest’anno, l’in-dubbio successo della Rassegna Corale svolta-si a Pertegada. Io c’ero. L’evento ha anticipato i festeggiamenti per la B.V. Mater Amabilis lì venerata e che hanno coinvolto - il giorno suc-cessivo - i parrocchiani tutti: sia al mattino col presenziare in chiesa alla S. Messa, sia nel po-

meriggio per un S. Ro-sario recitato - sempre in quel luogo - in vece di una mancata pro-cessione impedita, pur-troppo, dall’inclemenza delle condizioni atmo-sferiche. Tempo a par-te, un successo a tutto tondo che si è rinnova-to, consolidato e accre-sciuto a testimoniare, e non perché lo dico io, che l’occasione reli-giosa così come quella musicale fanno ormai parte di un patrimonio antropologico/culturale acquisito dai pertega-desi nel corso del tem-po e custodito, per così dire, nel proprio D.N.A. E’ con questa chiave di lettura, io credo, che va-dano perciò sfogliate le pagine della storia di una comunità costitu-ita da soggetti sempre protagonisti e che si muovono nell’orbita di un fulcro di attrazione di indubbia e spiccata

valenza religiosa. Un bel risultato direi. Anzi ottimo se si tiene conto del generale panora-ma economico/sociale/morale che ci circonda e che, come a teatro, manda quotidiana-mente in scena spet-tacoli poco esaltanti

ed ai quali, purtroppo, non possiamo sottrarci avendo peraltro acqui-stato un biglietto ad alto costo. Dunque, tenia-moci pure le nostre di rappresentazioni. E fino a quando sentiremo il bisogno di entrare in chiesa per pregare e/o per manifestare il no-stro plauso a beneficio di valenti coristi piutto-sto che di piccoli attori in erba, allora godiamo-cela tutta. Per conclude-re, senza togliere merito ai tanto apprezzati cori ospiti di Zompicchia e Forno Canavese, para-frasando il titolo di un brano eseguito proprio dal coro di Pertegada al quale indirizzo tutto il mio plauso per le novità di repertorio introdotte, dirò che proprio queste sono le cose che piac-cionoame.

Perdon de La Madone e XXXII Rassegna Corale

“Pertegada,ottobre 2010

L’anomala cronacae i pensieri di

Antonio Novellino (Toni Potenza)”

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Pertegada

Il Gruppo del Presepe“Amici degli Scout”

Come è ormai tradizione, anche quest’anno nella chiesa parrocchiale di Pertegada è stato realizzato, ad opera degli “Amici Degli Scout”, il Presepe dal pais. Vissuto da molti come importante momento di ri-flessione e religiosità, tale progetto rappresenta sicuramente una grande opportunità di crescita umana,

sociale e culturale, ma è soprattutto un’ occasione - sempre più rara in un mondo standardizzato e globaliz-zato - che contribuisce al consolidamento dell’identità di una comunità attraverso la riscoperta e la riproposizione di anti-che usanze e costumi locali. Ma i nostri bambini, come vivono il Presepe? Quan-do sono molto piccoli è difficile fargli ca-pire che cos’è il presepe o tutta la storia che c’è dietro. Spiegargli, per esempio, che la parola “presepe” significa lette-ralmente “mangiatoia” e sta ad indicare la greppia nella quale fu collocato Gesù alla sua nascita. Spiegargli cosa rappre-sentano le altre figure, cosa fanno, perché si trovano lì e così via… Però, rinunciare al presepe soltanto in considerazione del fatto che i bimbi sono troppo piccoli per comprendere il profondo significato di tale usanza, non ci va come idea poiché crediamo che proprio quando si è così piccoli si forma un primo credo, un va-lore, una tradizione. E allora, perché non fare del presepe un gioco? Sarebbe bello, per esempio, costruire un presepe molto semplice, essenziale, pensato proprio per poter essere toccato senza troppi danni, magari pieghevole con figure di legno alte circa 30 centimetri. Che divertimento per i più piccoli! Per chi vuole una solu-zione più dinamica, per bimbi un po’ più grandi, sarebbe bello poter scaricare “on line” un gioco dell’oca con ambientazione natalizia! Che forte! Per gli adulti potreb-be andar bene un presepe sotto forma di libro pieno di figure, da sfogliare stando comodamente seduti in poltrona, oppure di CD da vedere e ascoltare. Può essere un’idea! Ma un dilemma resta: come fare a coinvolgere gli abitanti del paese, sempre più esigenti e affamati di effetti speciali e colpi di scena, rimanendo fedeli al messaggio del Natale? Noi ci proviamo ormai da qualche anno con questa iniziativa. Intanto ci rivol-giamo ai piccoli. Ed ecco allora il concorso “Unpresepetuttomio…guaiachilotocca!” a cui, come un gran gioco, tutti i bambini del paese, anche quest’anno, potranno partecipare dando sfogo alla propria creatività e realizzando un presepe nelle loro case.

Un gioco… per tutti, gioco, passione, impegno…

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Bevazzana

Caritasin veritate

Un significato umano di Glo-balizzazione nell’enciclica Caritas in veritate.

In occasione della festa dei Santi Pietro e Paolo, lo scorso anno, Be-nedetto XVI ha fatto pubblicare una nuova enciclica: Caritas in veritate. Quando l’ho letta, non solo ho trovato un messaggio di speranza e di consolazione, ma anche uno strumento di guida di fronte all’incertezza e alle ansie che accompagnano l’epoca di Glo-balizzazione e in particolare que-sta recessione economica, che sta avendo pesanti ricadute soprat-tutto sui giovani. Caritas in veri-tate, la carità nella verità, è titolo e tema centrale del documento. La carità è la forma di amore più

altruistica, quella di chi tutto dà per la felicità dell’altro. E’ prima di tutto l’amore di Gesù Cristo, che ha donato completamente sé stesso per l’umanità intera. Il si-gnificato della parola carità viene spesso ridotto a elemosina, bene-ficenza, volontariato. In realtà, è molto di più. La carità è una forza che nasce dal cuore e che ci porta a cercare il bene dell’altro e a sentir-sene responsabili. L’uomo è nato

per amare, come scrive il Santo Padre, e l’amore si accompagna sempre alla giustizia e alla verità. L’amore non è solo quello nella coppia o nella famiglia, ma è ri-volto a tutte le realtà sociali in cui viviamo, siano la comunità parrocchiale, il paese o la città, o la comunità internazionale. Nella sfida quotidiana della realizzazio-ne di sé stessi, l’amore è l’unica forza capace di raccordare l’inte-resse personale, che poi è far sì che il nostro talento e il nostro valo-re individuale diventino fonte di soddisfazione e di sostestamento, all’interesse generale. L’enciclica sostiene che soprattutto in questi tempi, il bene comune non può che abbracciare l’intera umanità. Globalizzazione significa forte interdipendenza a livello econo-mico, sociale e politico e ciò ha comportato un aumento degli attori internazionali. Affianco al potere tradizionalmente esercita-to dagli Stati, le organizzazioni internazionali o multinazionali hanno acquisito maggiore auto-nomia e sono aumentate le pos-sibilità di crescita, ma anche la competitività. La Globalizzazione ha generato un aumento di ric-chezza mondiale in termini asso-luti. L’apertura di nuovi mercati, la caduta di barriere ideologiche e il miglioramento dei trasporti e delle comunicazioni sarebbero nuove occasioni di rinascita per i Paesi poveri. L’aumento delle mi-grazioni e degli spostamenti an-drebbe visto come opportunità di arricchimento dato dall’incontro con persone e con culture diverse. Il mondo attuale vede anche una più veloce interazione scientifica e una maggiore circolarità di idee,

principale strumento di progresso, specie nel campo medico. Infine, questo fenomeno ha dato linfa e coraggio a un vasto movimento in tutto il mondo per l’affermazione dei diritti umani e della democra-zia, che sono patrimonio impre-scindibile dell’uomo moderno. Tuttavia, non si è saputo finora trasformare fino in fondo queste opportunità per il bene comu-ne. Logiche di profitto facile, la mancanza di strumenti efficaci di responsabilità oggettiva e soprat-tutto il non aver posto l’uomo al centro di questo processo globale hanno prodotto ricadute negative sia nei Paesi poveri, che all’inter-no degli stessi Paesi ricchi. Ad esempio, la deregolamentazio-ne del lavoro ha generato un au-mento della disoccupazione, con conseguente instabilità sociale e psicologica. Nei Paesi pove-ri si sono create forme di ricatto economico che ostacolano sia l’emancipazione, sia la nascita o il consolidamento delle istituzioni democratiche. Sono aumentate le disparità e si è creato quel feno-meno che il Papa definisce “spreco sociale”, cioè il non utilizzo delle risorse umane di cui si disporreb-be. L’enciclica, infatti, ricorda che il primo capitale da salvaguardare e valorizzare è l’uomo, la persona nella sua integrità. Tutto ciò non può garantire uno sviluppo di lunga durata. L’enciclica ricor-da che ogni scelta economica ha un effetto morale sulle persone colpite e che gli Stati da soli non possono efficacemente operare per un’equa distribuzione della ric-chezza. In risposta a questi pro-blemi, la Chiesa richiama i cristia-ni e tutti gli uomini e le donne di

“Un significato umano di Globalizzazione nell’enciclica Caritas in veritate”di Alberto Turlon

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Bevazzana

Catechesi

Le cinque vie della r i conc i l ia z ione con Dio

dalle ”Omelie” di San Giovanni Crisostomo, vescovo.Volete che parli delle vie della riconciliazione con Dio? Sono molte e svariate, però tutte con-ducono al cielo.La prima è quella della condanna dei propri peccati. Confessa per primo il tuo peccato e sarai giustificato (IS 43, 25-26). Perciò anche il profeta diceva “Dissi confesserò al Signore le mie colpe e tu hai rimesso la malizia del mio peccato (Sal 31,5). Condanna dunque an-che tu le tue colpe. Questo è sufficiente al Signore per la tua libe-razione e poi se con-danni le tue colpe sarai più cauto nel ricadervi. Eccita la tua coscienza a diventare la tua inter-na accusatrice, perché non lo sia poi dinnanzi al tribunale del Signore. Questa è dunque una

via di remissione, è ot-tima, ma ce n’è un’altra per nulla inferiore: non ricordare le colpe dei nemici, dominare l’ira, perdonare i fratelli che ti hanno offeso. Anche così avremo il perdono delle offese da noi fat-te al Signore. E questo è un secondo modo di espiare i peccati “ se voi infatti perdonate agli uomini le loro colpe, il Padre vostro celeste perdonerà anche voi” (MT6,14). Vuoi impa-rare ancora una terza via di purificazione? E’ quella della preghiera fervorosa e ben fatta che proviene dall’intimo del cuore. Se poi vuoi conoscere una quarta, dirò che è l’elemosina. Questa ha un valore molto grande, se uno si comporta con tempe-ranza e umiltà distrug-gerà alla radice i suoi peccati con non mino-re efficacia dei mezzi ricordati sopra. Ne è testimone il pubblicano che non era in grado di

ricordare le opere buo-ne, ma al loro posto offri l’umile riconoscimento delle sue colpe e così si liberò del grave far-dello che aveva sulla coscienza. Abbiamo indicato cinque vie di riconciliazione con Dio; la prima è la condanna dei propri peccati, la se-conda è il perdono delle offese, la terza consiste nella preghiera, la quar-ta nell’elemosina e la quinta nell’umiltà. Non stare dunque senza far nulla, anzi ogni giorno cerca di avanzare per tutte queste vie, per-ché sono facili, né puoi addurne la tua pover-tà per esimertene ma quand’anche ti trovassi a vivere in misura piut-tosto grave, potrai sem-pre deporre l’ira, pra-ticare l’umiltà, pregare continuamente e ripro-vare i peccati e la po-vertà non ti sarà mai di intralcio. Ma che dico? Neppure in quella via di perdono in cui è richie-sta la distribuzione del

denaro cioè l’elemosina la povertà è di impedi-mento. No. Lo dimostra la vedova che offrì due spiccioli. Avendo dun-que imparato il modo di guarire le nostre ferite, adoperiamo questi ri-medi. Riacquistata poi la vera sanità, godremo con fiducia della sacra mensa e con grande gloria andremo incontro a Cristo, re della gloria e conquisteremo per sempre i beni eterni per la grazia, la mise-ricordia e la bontà del Signore nostro Gesù Cristo. Buona cosa è la preghiera con il digiuno, meglio praticare l’ele-mosina che accumulare l’oro. L’elemosina purifi-ca ogni peccato. Perdo-nate e vi sarà perdona-to date e vi sarà dato.Dalla Liturgia delle Ore Ventunesima settima-na del tempo ordinario mercoledì.

Paradiso, preferisco il Paradiso

buona volontà fortemente al senso di responsabilità e di solidarietà collettive, che non sono altro che forme di amore caritatevole, come richiamato all’inizio. E’ fondamentale rimettere il bene e la dignità dell’uomo al centro delle proprie responsabilità. E questo vale per il genitore, la casalinga, l’operaio come per il politico e l’imprenditore. La logica impersonale del profitto e il primato della tecnologia non devono imporsi sulla volontà e sulla libertà di scelta dell’uomo. Caritas in veritate richiama la carità come valore fondante della civiltà moderna. La sfida per noi che viviamo in questi tempi è quella di tradurre l’amore di Dio in azioni e opere per il bene del prossimo in una rinnovato senso di fratellanza e di solidarietà.

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Giovani

Ecco lo slogan del nostro Grest al quale abbiamo partecipato con i ragazzi di Pertegada e Gorgo, lo

abbiamo cantato ballato e gridato ma soprattutto vissuto. Per fare un viaggio serio che ti cambia dentro e ti migliora, per seguire una strada dove a volte c’è da fare fatica e capire con la propria testa e il proprio cuore, bisogna proprio farsi scuotere, ribaltare… Conviene lasciarsi mettere Sottosopra da Gesù perché Lui sa qual è il verso giusto. Ci siamo impegnati a salvaguardare il creato perché sia una ricchezza per tutti e a cogliere da ogni differenza un valore più grande per sentirci tutti uniti e sulla stessa strada. Ci siamo impegnati a cancellare ogni discriminazione, e a vincere ogni male facendo del bene per diventare persone nuove con i piedi ben ancorati alla terra e gli occhi e il cuore fissi al cielo! Idealmente durante questo Grest abbiamo attraversato i luoghi della terra e ci siamo lasciati provocare per crescere. Siamo passati sulle strade di montagna facendo fatica per giungere alla meta e abbiamo gustato paesaggi incontaminati. La montagna ci ha insegnato il vero senso della fatica, che non è mai senza uno scopo, ma serve a giungere ad una meta più grande .

Balliamo sul Mondo Sottosopra

La parolaai giovani

Di questi tempi capita molto spesso di sentir parlare di diritto ad un’informazione più libera e, consideran-do che l’informazione di ciascun cittadino è la pietra di paragone di tutte le libertà, abbiamo pensato a una riflessione più profonda. Giorni fa ci è capitato di leggere un articolo su una rivista, era un’intervista alla figlia di un noto giornalista ucciso dai terroristi nel 1980. Ucciso perché con le sue parole era riuscito a mettere a nudo le dinamiche interne del terrorismo, ad evidenziarne la pochezza umana e questo ha de-terminato la sua morte. Purtroppo la storia del nostro paese è costella-ta di episodi come questo, persone che hanno perso la vita per rac-contare la verità, per denunciare fatti che avrebbero dovuto rimanere nascosti. Troppo spesso oggi ci si sofferma invece alle notizie superficiali e frammen-tarie che possiamo ascoltare dai telegiornali. Troppo spesso la televisione enfatizza eventi di cronaca che hanno scarsa rilevanza sociale per non dare eviden-za a fatti particolari di politica interna. In questo modo la gente si abitua a prendere come oro colato ciò che ascolta perché è più semplice che cercare la verità leggendo le notizie su diversi giornali. Crediamo che questo sia uno dei lati più spiacevoli della televisione,

la sua capacità di uniformare le coscienze e di ap-piattire il livello culturale. Purtroppo questo ha influito molto sulla formazione di noi giovani che siamo cre-sciuti con questo mezzo d’informazione che se pur diffuso e di facile consultazione, molto spesso dimo-stra troppi limiti. In particolare riteniamo che un ruolo molto importante in questo senso potrebbe essere svolto dalla scuola. Sarebbe interessante destinare almeno un’ora dell’orario scolastico alla discussione dei fatti più importanti della settimana. Questo ci per-

metterebbe di confrontarci con altre persone e con l’insegnante che, per la sua esperienza, potrebbe far luce su alcuni argomenti che non ci

sono chiari. A nostro modesto parere ognuno deve avere la possibilità di esprimere i propri pensieri e di raccontare ciò che vede anche quando questo può risultare scomodo a qualcuno. Ci sono degli stati nel mondo che guardano alla liberta’ di stampa dell’occidente come un faro, un esempio, un so-gno da conquistare. Noi, la nostra generazione, dobbiamo fare in modo che in italia quel sogno non sia sporcato. N & B

La liberta’

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Attività

Comunità

Creatività, manualità e tanta allegria sono le parole d’ordine del sabato pomeriggio pertegadese. Da alcuni mesi dalle 14.30 alle 16.30 presso l’area festeggiamenti alcune mamme volenterose hanno dato il via ad una nuova e simpatica iniziativa: “PER TE ATTACK”. Per i pochi che non lo sapessero Art Attack è un programma televisivo per i più piccoli, dove vengono rappresentati dei piccoli lavori di bricolage, realizzati con i più svariati materiali. Il conduttore spiega, con l’ausilio delle immagini, come realizzare l’oggetto, lavorare con le mani e a viaggiare con la fantasia…un nulla può diventare un elefante. Le mamme che hanno ideato questo appuntamento non sono molte…diciamo che si contano sulle dita di una mano, ma ce la mettono tutta per far trascorrere dei minuti felici ai bimbi che vi partecipano. Il tutto nasce dalle poche ore dedicate alla didattica nelle scuole e dalla voglia di lavorare con le cose più strne e meno adatte alle nostre case; come il

pongo, le colle, gli acquarelli e la pasta di pane. L’idea originaria è di offrire a tutti la possibilità di trascorrere due ore in compagnia del proprio figlio, fratello o nipote e costruire, creare con lui un’qualcosa di unico. Quasi tutti i materiali che vengono usati sono prevalentemente di recupero. Perciò nasce non come asilo del sabato pomeriggio, bensì come una bella e sana opportunità familiare. Fino ad ora sono stati creati molti lavoretti, ovviamente uno diverso dall’altro e sono stati venduti in occasione del mercatino del 5 dicembre, per poter così iniziare ad auto finanziarsi. I familiari che partecipano sono ancora pochi, ma le organizzatrici sono fiduciose e sperano in una sempre più attiva partecipazione. Ogni sabato una trentina di ragazzini scatenati dai 6 ai 13 anni si ritrovano e danno sfogo alla loro creatività. Le stesse organizzatrici si rivelano stupite dalla velocità e manualità di questi fanciulli. Non contente si stanno già organizzando con idee nuove e divertenti per il

dopo befana… Le iniziative per ora sono due: “L’albero della vita di vite” e “Il mosaico”. Il primo consiste nell’allestire due alberi di vite di vino, donati al gruppo, con dei grappoli d’uva e fin qui niente di speciale, se non fosse per la particolarità dei grappoli, verranno sagomati su compensato da un volontario ed i bimbi lo arricchiranno con dei tappi di vino, rispecchiando così la loro fantasia e personalità. Trasformeranno così un albero di vite in vita della comunità. Il secondo progetto invece vede come oggetto tantissime tessere di piastrelle colorate di recupero che i bambini su un apposito basamento useranno per creare il loro mosaico personalizzato, da tenere a casa e rendere così partecipe tutta la famiglia del lavoro fatto. Consideriamo PER TE ATTACK una bella iniziativa per la comunità, ma soprattutto una bella opportunità per tutti noi.

Per Te Attack

Grest 2010 13-20 giugno

primo turno con iragazzi di 2° media

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DaiNostri lettori

PoesiePotenza,’zenâr 2008Par c’al sedi poesie

Scugni nassi di dentri,Cressi fuart in tal cûr,

Trasferisi a la mentIn dulà, cun nouf ordin,

Si comedin peraulisImplombadis di amôro di gran tenarezzee, daûr dell’umor,

ancje un tic di tristiziec’al aumente il laisidal to jessi plui fontdivignint gioldimèntsence piardi finèzze.

PoesiaPotenza, gennaio 2008Per chiamarla poesiaDeve nascere dentro,

Germogliare nel cuore,Affacciarsi alla mente

Dove, in ordine nuovo,Si organizzan paroleUmettate da amoreO da gran tenerezzaE, seguendo l’umore,

Anche un po’ da tristezzaChe sublima il languoreTrasformandolo in gioia

Pur con gran compostezza.

TramontBibion, otobar 2010

Sul lá a mont, lis ombrisSi slungjn cun dolcezze.

Colôrs par l’orizontDulà tu cercis tè.

Tramont: eterni divigni.Ma comparìs di gnûf

Soreli de to vitesore il to semenât.

C’al torne a risflorî.

TramontoBibione, ottobre 2010All’imbrunir le ombre

S’allungan con dolcezza.S’indora l’orizzonteLaddove ti rivedi.

Tramonto: eterno divenir.Risorgerá domaniIl sole della vita

Su quel c’hai seminatoE ancor germoglierá.

L‘INFORMATOREPARROCCHIALE

Ciao Alessia,immagino tu sia qui ad ascoltarmi, immagino di abbracciarti in questo Natale in cui ti vedo viag-giare su una stella cometa del tutto speciale, dove da lassù ci guardi.Immagino i tuoi occhi sorridenti e pieni di luce che ricordo fin dai tempi della scuola, quando con la scusa di studiare insieme, trascorrevamo i pomeriggi a chiacchierare e scherzare; quando a carnevale ci inventavamo i vestiti da indossare che più ci piacevano e pattinavamo sulle strade, rincorrendo la vita. Ricordo le nostre gite spensierate, quando i pro-fessori non riuscivano mai a separarci perché troppo forte era la voglia di stare insieme e di-vertirci; ricordo i tuoi primi amori, le tue prime delusioni. E penso a noi un po’ più grandi, ma nello spiri-to e nel cuore sempre ragazzine, ballare il sabato sera e vivere la notte come il giorno, avide di vita. Sento la tua risata quando scoppiava così, come quella di un bambino che ride per le cose piccole, leggere, ma genuine e vere.Sento ancora le tue mani sul mio capo, mentre mi pettinavi per il giorno del mio matrimonio e, guardandomi con tenerezza, mi infilavi una rosa rossa tra i capelli.Ti vedo correre leggera come una farfalla sui prati del paradiso, senza dolore, senza sofferenza, re-spirando a pieni polmoni la luce di Dio. Sento la tua voce che ci rassicura, che ci sussurra che stai bene.

Ciao Alessia, sarai sempre nei nostri cuori…

Michy

Lettere

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Associazioni d’arma

Gruppo AlpiniGorgo

L‘INFORMATOREPARROCCHIALE

Giunti ormai anche quest’anno alle feste di Natale, il gruppo alpini di Gorgo porge i più cordiali auguri di buone feste a tutti i lettori, in parti-

colare agli alpini e ai parrocchiani. Quest’an-no ricorre il 35° anniversario di fondazione del nostro gruppo, è un traguardo importante, in cui voglio ricordare i capigruppo che mi han-no preceduto in questo ruolo, Eligio Faggia-ni, socio fondatore e primo capogruppo, oggi presidente onorario; il compianto Giovanni Colusso, e Luciano Colusso, che è stato per un breve periodo il mio predecessore, fino al 1999, anno in cui ho assunto io la carica che tuttora ricopro. Tra i nostri impegni abituali, ricor-diamo le visite alla casa di riposo Umberto I, che quest’anno si sono arricchite di due nuovi appuntamenti, insieme agli altri gruppi alpini del nostro mandamento: la grigliata nel mese di luglio e la castagnata il 23 ottobre scorso.Negli ultimi tre anni una nuova esperienza ci ha visto coinvolti, la partecipazione a varie manifestazioni nell’ambito del gemellaggio del comune di Latisana con Reichenau, comu-ne austriaco. Ci piace ricordare anche il nostro

contributo ad alcuni eventi che si sono tenuti nel nostro paese, come la festa della Madonuta di Braccio di Volta, la fiaccolata del 19 dicem-bre, il tradizionale brulé della notte di Natale, e la collaborazione con il Circolo Giovanile e con la parrocchia. Appuntamento istituzio-nale: l’adunata nazionale di Bergamo, che ha visto la folta partecipazione degli iscritti e dei familiari. Senza dimenticare la commemo-razione dei compaesani caduti in guerra, la seconda domenica di ottobre, momento che unisce tutto il paese nel ricordo di chi ha dato la vita per la patria. È anche un momento in cui la comunità si ritrova insieme per passare alcune ore in serenità e amicizia, e questa è la cosa più bella e più importante. Ricordando di nuovo l’appuntamento per tutti la notte di Natale dopo la santa messa per un bicchiere di brulé in compagnia, rinnovo i più calorosi auguri per un sereno Natale e per un prospero anno nuovo da parte mia e di tutto il Gruppo Alpini di Gorgo.

RenzoPradissitto,capogruppo

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ParrocchieAnagrafe 2009-2010

Anagrafe

BattesimiBEVAZZANAMiloch Alice di Andrea e Viot-to MariaVernia Samuele di Flavio e Moschioni Samanta

GORGO Pelizzaris Anna di Sandro e Pelizzari VilmaD’Antoni Gabriele di Gian-franco e Anastasia MichelaFranco Luca di Ilario e Trevisan LauraFaggiani Tommaso di Davide e RossiSimonettaIacuzzo Teresa di Francesco e De Piccoli DeliaGani Francesco di Alessan-dro e Gigante Nadia

PERTEGADA Falcomer Juri di Maurizio e Pavan CinziaPiccotto Gabriele Natale Lino di Ivan e Paganello RosariaStefanuto Nicole di Andreae Taverna PatriziaBin Daisy di Elvis e Frasson NicolettaBuffon Ginevra di Diego e Longo MadaleineCrose Sofia di Cristian e Cassan JessicaLongo Patrich di Fabiano e Gervaso Jenny

MatrimoniGORGO Ronco Roberto con Dazzan Jenni Pelizzaris Sandro con Pelizzari Vilma Tria Carlo con Brugnera Dajana

PERTEGADAMichielan Roberto con Lan dello Elisa

DefuntiBEVAZZANA Caramaschi Terenzio GabrieleCaramaschi Antonietta in Fanotto Marchetto Gino

GORGOAnastasia Sante Anastasia Ermanno Vit Adele v.Vatri Bandolin Maria v.Casasola Vatri Cellio Gigante Paolo Cadamuro Lucia v. Fabbroni De Rosa Aurelio Zamarian Severino Vicentini Ferruccio Cortello Oreste

PERTEGADA Valvason Jolanda Meneguzzi Rina in Jacuzzo Moroni Giovanni Cinello Olimpia v.BuffonCasasola Gino Zanin Giovannina v.Valvason Jacuzzo Angelo Orlando Angela ItaliaMauro Regina in CinelloPaschetto GinoBuffon Kevin Minin Maria v. Crose Dall’Ozzo Bruna in NeriSerodine Elsa v. Galetto Zaramella Alessandro Piccotto Gino Morsanutto Luisa in CeleghinGalasso LuiginoSchif Luigi Trevisan Regina v. Galasso Morsanutto Elsa v.Simonato Venudo AlessiaPilosio Angelo

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ParrocchieAnagrafe 2009-2010

Anagrafe

CresimeBEVAZZANACinello Michele Cinello Sara Di Francesco Elisa Sonia Di Francesco Devid Ebhotenen Otekpen Augustina Galasso Riccardo Galasso Sara Lenardon Alessandro Longo Clarissa Longo Jessica Lorenzonetto Giada Muraro Martina Piccini Vincenzo Sarnataro Gennaro Scodellaro Ludovica Urban Valentina Vatri Daniela Versolatto GianlucaZanon Giorgia

ComunioneGORGO Della Negra Giulia Muraro Mattia Palamin Emma Sbrugnera Andrea Sclip Giovanni Scolaro Nicolas

BEVAZZANA Afro Chiara Culaon Gioia Debauch Iris Lenoci Roberta Leontino Annamaria Longo Vanessa Neri Fabio Neri Anna Prampero Mattia Ricciardi Francesco Passilongo Marco Marson Mirko Marin Andrea Zamboli Manuel Zamparo Matteo Valvason Alberto

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Redazione de “L’Informatore Parrocchiale”, c/o Canonica, Via Florida, 3 - 33050 Pertegada (Ud)La Comunità parrocchiale di Pertegada ha un sito Internet: www.pertegada.org

e per informazioni l’indirizzo e-mail è il seguente: [email protected] Editore: Parrocchia Spirito Santo, Pertegada - Autorizz. Tribunale di Udine n. 4 del 28.02.06 Direttore responsabile:

dott. Duilio Corgnali - Progetto grafico: Mauro Olivo, curatrice editoriale: Marzia Tamos Stampa: Tipografia Lignanese s.n.c. via Degli Artigiani Ovest 21 Lignano Sabbiadoro

Venerdì 24 dicembre vigilia di Natale

S. Messa della Notte• Bevazzana: ore 20:00• Gorgo: ore 23:00• Pertegada: ore 24:00

Sabato 25 dicembre - Natale di Gesù

S. Messa• Bevazzana: ore 09:30• Gorgo: ore 11:00• Pertegada: ore 11:15

Domenica 26 dicembre - S. Stefano

Festa della S. Famiglia S. Messa• Bevazzana: ore 09:30• Gorgo: ore 11:00• Pertegada: ore 11:15

Giovedì 30 dicembre

Santa Messa e Canto del Te DeumGorgo ore 19:00

Venerdì 31 dicembre

Santa Messa e Canto del Te Deum• Bevazzana ore16:00• Pertegada ore 19:00

Sabato 1 gennaio 2011 - capodanno

Festa della Ss.ma Madre di Dio, giornata della Pace S. Messa e canto del “Veni Creator” • Bevazzana: ore 09:30• Gorgo: ore 11:00• Pertegada: ore 11:15

Domenica 2 gennaio

S. Messa• Bevazzana: ore 09:30 - Benedizione

dell’acqua• Gorgo: ore 11:00 - Benedizione dell’acqua• Pertegada: ore 11:15

Mercoledì 5 gennaio - vigilia dell’Epifania

S. Messa, benedizione dell’acqua e foghera• Pertegada: ore 19:00

Giovedì 6 gennaio - Epifania del Signore

S. Messa• Bevazzana: ore 09:30• Gorgo: ore 11:00• Pertegada: ore 11:15

Benedizione dei bambini

• Gorgo: ore 14:30• Pertegada: ore 15:30

CONFESSIONI

Prima e dopo le celebrazioni eucaristiche

• Bevazzana: Venerdì 17 dicembre durante il catechismo per elementari e medie.

• Gorgo: Lunedì 13 e mercoledì 15 dicembre durante il catechismo per elementari e medie.

• Pertegada: Lunedì 20 e mercoledì 22 dicembre durante il catechismo per elementari e medie.

Orario delle celebrazioni liturgiche Natalizie