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Giuseppe Fallacara

Stereotomia Ri– composta

L’evoluzione di una disciplina che insegna a costruire lo spazio

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© Giuseppe Fallacara, Ottobre [email protected]

© ARACNE editrice [email protected] Raffaele Garofalo 133 a/b00173 Roma

composizione tipografica inFedra Sans, Fedra Serif© Peter Biľak, 2001 - 2006

book designVincenzo Minenna, Claudia Calabria

I diritti di traduzione, di memorizzazioneelettronica, di riproduzione e di adattamentoanche parziale, con qualsiasi mezzo,sono riservati per tutti i Paesi.Non è consentito fare fotocopie senzail permesso scritto dell’Editore.

Immagine di copertina: Giuseppe Fallacara - E.L.I.C.A. nella versione in pietra ricomposta (foto di Vincenzo Minenna)

ISBN 978-88-548-xxxx-x

1ª edizione: Ottobre 2012

978-88-548-5358-4

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“il fatto di poter creare pietre fuse di qualsiasi forma superiori alle naturali

perchè capaci di resistere alle tensioni, ha in sè qualcosa di magico”

Pier Luigi Nervi

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La presente pubblicazione è stata stampata attraverso il contributo degli studenti partecipanti al workshop e il fi nanziamento FRA 2011 (Ripartizione Fondo di Ricerca dell’Ateneo) del Politecnico di Bari.

Si ringraziano, inoltre: la ditta Tarricone Prefabbricati di Corato per la gentile collaborazione nell’esecuzione dei manufatti in pietra ricomposta e per l’ospitalità off erta; la società S.N.B.R. di Troyes (FRANCE) per la realizzazione della scala E.L.I.C.A. in pietra naturale.

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Presentazione La estereotomia hoy

IntroduzioneStereotomia Ri-composta

Capitolo IPer una Storia della Stereotomia

Contemporanea:1951-2011

Capitolo IILa pietra artifi ciale dalle origini ad oggi:

evoluzione della tecnica e applicazioni

Le nuove espressività della pietra ri-costruita, dalla forma alla c0struzione

Capitolo IIIStereotomia Ri-Composta:

dallo stage didattico al brevetto

Josè Carlos Palacios Gonzalo

Giuseppe Fallacara

Giuseppe Fallacara

Claudia Calabria

Vincenzo Minenna

Giuseppe Fallacara

Indice

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Presentazione | José Carlos Palacios Gonzalo *

La estereotomìa hoy

La stereotomia è oggi una scienza morta. Tuttavia, il fascino del suo straordinario passato ancora ci raggiunge. La luminosità delle splendide realizzazioni che presero forma attraverso di essa è capace, attraverso il suo silenzio, di impressionare vividamente il nostro animo. La stereotomia è una scienza che permetteva di tagliare i blocchi di pietra con dimensioni e forme precise in modo tale che, una volta collocate in posizione, queste si mantenessero come sospese in aria. Ancora oggi questo miracolo, enormi rocce di peso enorme che si mantengono in equilibrio l’una con l’altra con il fi ne di delimitare lo spazio al di sopra delle nostre teste, provoca in noi stupore e ammirazione.L’arte della lavorazione della pietra è stata resa possibile dalla geometria, scienza che in sordina si è andata sviluppando appositamente per poter defi nire i tagli, a volte complessi, che la canterìa richiedeva.Nei lunghi inverni europei, quando la neve e il vento rendevano impossibile la prosecuzione delle opere, nelle piccole botteghe addossate alle mura delle cattedrali, gli apprendisti più capaci venivano iniziati dai maestri all’arte del

1. Estratto dal manoscritto di Alonso de Vandelvira(XVI secolo)

La estereotomía, hoy día es una ciencia muerta. No obstante, el calor de su extraordinario pasado todavía nos alcanza. El brillo de las espléndidas realizaciones que se ejecutaron a través de ella impresiona, desde su silencio, nuestro ánimo vivamente. Fue la estereotomía una ciencia que permitía cortar las piedras con las dimensiones y la forma precisa para que, una vez colocadas en su posición, éstas se mantuvieran suspendidas en el aire. Este milagro, el de las rocas de pesos enormes mantenidas en equilibrio unas con otras para cerrar el espacio sobre nosotros, todavía hoy, nos asombra y admira.El arte de la labra de la piedra fue posible gracias a la geometría, ciencia que de forma callada, fue desar-rollándose precisamente para poder llevar a cabo los cortes, en ocasiones complejos, que la cantería requería. En los largos inviernos europeos, cuando la nieve y el viento hacían imposible la continuidad de las obras, en las pequeñas casas de obra adosadas a los muros de las catedrales los aprendices más capaces eran iniciados por los maestros en las trazas de geometría.

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tracciato geometrico.Solo ad alcuni di questi era permesso conoscere “i segreti dell’architettura”, dal titolo che Mathurin Jousse utilizzò per il suo trattato all’inizio del XVII secolo, e dovevano giurare “il perpetuo silenzio”, anche qui citando il trattatista Ginès Martìnez de Aranda riferendosi a queste conoscenze di geometria che costituiscono il nucleo dell’arte del taglio della pietra e, quindi, il più grande segreto custodito dalla canterìa medievale.La canterìa gotica era basata su una geometria semplice. La corrispondenza tra pianta ed alzato o, in altre parole, la conoscenza degli strumenti che permettevano di estrapolare l’elevazione a partire dalla pianta.Il più interessante risultato ottenuto dalla geometria medievale fu la defi nizione della forma delle sue volte partendo da una rete di nervature; qualsiasi superfi cie, per complessa che fosse, poteva sempre essere scomposta in questo modo.La forma della volta medievale è libera e può adottare qualsiasi confi gurazione. I maestri della canterìa sapevano gestire e controllare queste superfi ci a partire da una serie di archi che si incrociano nello spazio in punti con coordinate preventivamente stabilite.La canterìa medievale raggiunse un altro straordinario esito: la standardizzazio-ne.

A sólo unos pocos de estos aprendices se les permitía conocer “Los secretos de la arquitectura” como Mathurin Jousse titularía su tratado a comienzos del siglo XVII y jurarían “El perpetuo silencio” que diría el tratadista español Ginés Martínez de Aranda para referirse a esos conocimientos de geometría que constituían la médula del arte de la cantería y el secreto mejor guardado de la cantería medieval. La cantería gótica se basó en una geometría de sencilla. La correspondencia entre la planta y el alzado o, dicho de otro modo, el conocimiento de las herramientas que permitían extraer la elevación a partir de la planta. El más interesante logro de la geometría medieval fue el de defi nir la forma de sus bóvedas a partir de la red de nervaduras; cualquier superfi cie, por compleja que fuera podía siempre descomponerse en una red de nervaduras. La forma de las bóvedas medievales es libre, puede adoptar cualquier confi guración. Los maestros de cantería sabían gestionar y controlar estas superfi cies a partir de una serie de arcos que se cruzan en el espacio en puntos de coordenadas previamente establecidas. La cantería medieval alcanzó también un logro extraordinario, la estandarización. El gótico es, fundamentalmente, repetición y, en la construcción de sus complejas bóvedas, logra la superación de este prin-cipio; consigue racionalizar de tal modo las complejas

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Il gotico è fondamentalmente ripetizione e arriva al superamento di questo principio nella costruzione delle sue volte complesse; in tal modo riesce a razionalizzare le complesse volte por cruceros che possono essere tutte costruite attraverso la composizione di un solo arco. Il gotico è uno stile in cui la bellezza si ottiene attraverso la ripetizione, ma una ripetizione standardizzata.Nuovi risultati vengono raggiunti nel Rinascimento: nelle volte classiche compaiono sempre superfi ci geometriche pure, quali coni, cilindri, sfere. La defi nizione di ognuna delle parti che compongono queste geometrie sarà l’obiettivo raggiunto dalla canterìa rinascimentale.Un ampio catalogo di superfi ci pulite e rotonde: volte toriche, elicoidali, rigate, deformate, etc. possono ora scomporsi in elementi più piccoli adatti per essere lavorati e la forma di ognuno di essi può essere determinata con totale precisione.Rinascimento signifi cherà superamento della geometria medievale, si andrà oltre la defi nizione degli oggetti attraverso la proiezione in pianta ed alzato.La geometria rinascimentale permetterà di conoscere la forma di qualsiasi elemento geometrico, di qualsiasi superfi cie realtiva alla defi nizione della volta. Questo sarà possibile grazie ad un nuovo strumento che permette di proiettare su ogni piano e, successivamente, procedere al ribaltamento dello stesso.

crucerías de sus últimas bóvedas que toda ella puede ser construida con un solo arco. El gótico es un estilo en que la belleza se obtiene a través de la repetición, pero una repetición estandarizada.En el renacimiento se consiguen logros nuevos, en la bóvedas clásicas son siempre superfi cies geométricas puras: conos, cilindros, esferas… la defi nición de la forma de cualquiera de las parte que componen estas geometrías será el logro alcanzado por la cantería renacentista. Un gran catálogo de superfi cies limpias y rotundas: bóvedas tóricas, helicoidales, regladas albeadas, etc. pueden ahora descomponerse en elementos más pequeños aptos para ser labrados y, la forma de cada uno de ellos, puede ser determinada con total precisión.El renacimiento signifi ca la superación de la geometría medieval, la defi nición de los objetos a través de su proyección en planta y alzado va a ser superada. La geometría del renacimiento va a permitir conocer la forma de cualquier elemento geométrico, de cualquier superfi cie situada sobre la superfi cie de una bóveda. Esto va a ser posible gracias a una herramienta nueva que permite proyectar sobre cualquier plano y, posteriormente, proceder al abatimiento del mismo.El desarrollo de superfi cies cónicas será la puerta de entrada a la estereotomía clásica.

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Lo sviluppo di superfi ci coniche sarà la porta d’accesso alla stereotomia classica. L’idea geniale di scomporre una sfera in coni coassiali permise di conoscere perfettamente la superfi cie della sfera e di procedere al taglio dei suoi conci a partire dall’intradosso. La canterìa gotica defi niva la conformazione delle sue volte attraverso una rete di linee che si incrociano nello spazio. La stereotomia classica raggiunge, invece, la perfetta defi nizione delle sue volte. Attraverso la trattatistica del secolo successivo, è possibile seguire il cammino che si sviluppa a partire dai principi che la canterìarinascimentale mise in moto: assisteremo a un sorprendente sviluppo della geometria che, alla fi ne, nel secolo XIX secolo, fi nì col distaccarsi dalle sue origini per acquisire lo status di una scienza indipendente: la geometria descrittiva.Tutto questo mondo che abbiamo tentato di delineare, in grado di creare le opere più straordinarie, rimane oggi messo da parte dall’architettura contemporanea. Le cause sono molteplici: l’apparizione dell’acciaio, del cemento e del vetro hanno sostituito completamente la pietra all’interno della costruzione moderna.

La genial idea de descomponer una esfera en conos coaxiales permitió conocer perfectamente la superfi cie de la esfera y proceder a la talla de sus dovelas a partir de su cara de intradós.La cantería gótica defi nía la forma de sus bóvedas mediante redes de líneas que se cruzan en el espacio. La estereotomía clásica logra la perfecta defi nición de la superfi cie de sus bóvedas. A través de la tratadística de los siglos siguientes, puede seguirse el camino que se desarrolla a partir de los principios que la cantería renacentista puso en marcha: asistiremos a un asombroso desarrollo de la geometría que, al fi nal, en el siglo XIX, terminaría de desgajarse de sus orígenes para adquirir el rango de un ciencia independiente: la geometría descriptiva.Todo este mundo que acabamos de esbozar, capaz de crear las obras de arquitectura más extraordinarias permanece hoy día relegado de la arquitectura contem-poránea. Las causas son variadas, la aparición del acero, el hormigón y el vidrio han desplazado por completo a la piedra de la construcción moderna.Una restauración de monumentos que permite sortear el uso de la piedra con cualquier otro material tampoco ayuda a la recuperación de una manera de trabajar y a la presencia de un material que estuvo durante siglos en la cima de la construcción: la piedra. Sin embargo, la arquitectura histórica en piedra está siempre ahí, mandando señales que pueden enriquecer

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Così anche la possibilità di un tipo di restauro dei monumenti che permetta di evitare l’uso della pietra attraverso l’impiego di altri materiali, non aiuta a recuperare un metodo di lavoro e una presenza che è stata per secoli fondamenta-le nell’ambito della costruzione: la pietra. Tuttavia, l’architettura storica in pietra da taglio è sempre qui, mandando segnali che possono arricchire il panorama dell’architettura moderna. Alcune volte rinascimentali utilizzarono la tecnologia gotica per creare superfi ci più complesse e allo stesso tempo più semplici da eseguire: le superfi ci di traslazione. Gli archi perimetrali di una volta potranno ripetersi, uno dopo l’altro, formando una griglia ortogonale nelle due direzioni. Queste incredibili strutture voltate, esteticamente rinascimentali ma di tecnologia gotica, sono, senza dubbio, un ponte che può collegarci con il nostro passato. Oggigiorno la costruzione di queste volte può essere aff rontata mediante l’applicazione di un metodo di taglio stereotomico digitale che renda perfetta-mente praticabile la sua produzione.In questa direzione, il professor Giuseppe Fallacara sostenuto e ispirato dal

el panorama de la arquitectura moderna. Algunas bóvedas del renacimiento usaron de la tecnología gótica para crear superfi cies más complejas y a la vez más simples de ejecutar: las superfi cies de translación. Los arcos de perímetro de una bóveda podrían repetirse, uno tras otro, formando una parrilla ortogonal en las dos direcciones. Estas asombrosas bóvedas, estéticamente renacenti-stas pero de tecnología gótica, son, sin lugar a dudas, un puente que nos puede conectar con nuestro pasado.

2. J. Palacios, Rielaborazione della tipologia di volta por

cruceros fi nalizzata alla realizzazione in pietra

ricostruita.

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professore e direttore della Facoltà di Architettura del Politecnico di Bari, Claudio D’Amato Guerrieri, ha dedicato anni ricercando costruendo modelli di nuove strutture voltate. La tassellazione, tanto cara all’architettura araba e successivamente riscoperta in Occidente nei secoli XVII e XVIII, è stata la fonte di ispirazione per una collezione di nuove coperture voltate.La curvatura dello del piano tassellato, le pieghe, le trompe, e altre forme interessanti in grado di adattarsi perfettamente alla costruzione in pietra attraverso una stereotomia realizzata per controllo numerico. Il professor Fallacara raccoglie in questo interessante libro le esperienze di altri ricercatori che, come lui, stanno lavorando a nuove forme che potrebbero creare un quadro in cui sviluppare la stereotomia moderna. Da tempo conosciamo e seguiamo da vicino il lavoro del professor Fallacara, questa è una magnifi ca occasione per esprimergli la nostra ammirazione e incoraggiarlo a perseverare nell’impegno.

Hoy día estas atractivas bóvedas pueden ser abordadas mediante una estereotomía de corte digital que haga perfectamente viable su producción.En esta dirección, el profesor Giuseppe Fallacara apoyado e inspirado por el profesor y director de la Facultad de Arquitectura del Politécnico de Bari, Clau-dio d’Amato Guerrieri, lleva años investigando y con-struyendo modelos de nuevos abovedamientos. Las teselaciones, tan del gusto de la arquitectura árabe y, posteriormente redescubiertos en Occidente en los siglos XVII y XVIII, han sido la fuente inspiración para una colección de nuevas bóvedas.La curvatura del espacio del plano teselado, las plegaduras, las trompetas y otras interesantes formas geométricas pueden adaptase perfectamente y ser construidas en piedra mediante una estereotomía realizada por control numérico. El profesor Fallacara recoge en este interesante libro las experiencias de otros investigadores que, como él están trabajando en nuevas formas que podrían crear el marco en que en se desarrol-le la estereotomía moderna. Desde hace tiempo conocemos y seguimos de cerca la obra del profesor Fallacara, es ésta una magnífi ca ocasión para expresarle nuestra admiración y animarle a perseverar en el empeño.

*Josè Carlos Palacios Gonzalo : professore titolare all’Università Politécnica di Madrid, Escuela Tecnica Superior de Arquitectura (ETSAM)

3. Prototipo ispirato alla volta descritta nel Libro de

Traças de Cortes di Alonso de Vandelvira.

APA, Brignoles - 2012.

4. Dettaglio del pilastro

5. Dettaglio dei giunti di contatto tra i blocchi del

pilastro

6. 7. Prototipo ispirato alla volta descritta nel

Libro deTraças de Cortes di Alonso

de Vandelvira.

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Il libro aff ronta un tema di ricerca indispensabile per l’avvenire della Stereotomia: il suo aggiornamento teorico/pratico. La disciplina, studiata ormai da anni sotto l’aspetto storico/didattico da molti istituti universitari di tutto il mondo, può ritornare ad una valenza prioritaria nella cultura architettonica solo riuscendo a fuoriuscire dalle secche della ricerca storica per tornare ad assecondare la sua principale vocazione progettuale. Nella diade progetto/costruzione la Stereotomia si invera come disciplina cardine per l’apprendimento dell’architettura. L’aggiornamento che si richiede alla Stereotomia non può che essere duplice: concettuale e tecnico, così come lo è sempre stato nei suoi cinquecento anni di vita. La teorizzazione della Stereotomia, in qualità di disciplina speculativa, come è noto, può farsi risalire agli scritti di Philibert de l’Orme e precisamente alla dimostrazione della capacità “creativa” (in senso progettuale) del “tracciato geometrico” per la costruzione della trompe d’Anet (la famosa volta conica a forma di conchiglia a sostegno del cabinet du roy al Castello di Anet). Ma gli scritti dal contenuto più concettuale possono farsi risalire alla famosa disputa che vede contrapposti Curabelle e Desargues, con i propri pamphlet infuocati di ingiurie, in cui per la prima volta compare, per mano di Curabelle, il termine Stereotomia. L’idea di Curabelle fu quella di unire due parole di origine greca (spazio, o meglio volume e taglio) per identifi care una disciplina che a suo tempo stava fuoriuscendo dal sapere corporativo, dall’apprendimento iniziatico, per diventare un’arte liberale al servizio degli intellettuali dell’architettura.

0. Giuseppe Fallacara

Stereotomia Ri-composta

8. G. Fallacara, Rielaborazione grafi ca della Trompe d’Anet e Cabinet du Roi di Philibert de L’Orme, Parigi.

9. Trompe d’Anet e Cabinet du Roi, tracciati geometrici

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La stereotomia, per sua codifi ca storica, può defi nirsi principalmente l’arte che insegna a tagliare le pietre ai fi ni della costruzione ma può essere anche riferita alla carpenteria, quindi al taglio del legno, pur non contenendo nel suo etimo alcun riferimento allo specifi co materiale da costruzione.Da quanto detto è lecito porsi alcuni interrogativi che risultano utili alla nostra rifl essione:

•Si può parlare di stereotomia se non ci si riferisce esplicitamente alla pietra o al legno? •Quali sono i materiali da costruzione (oggi più numerosi rispetto al passato) che si prestano a poter essere aff rontati dalla stereotomia?

Gottfried Semper, in “Lo stile nelle arti tecniche e architettoniche” (redatto tra il 1860 ed il 1863), distingue chiaramente ciò che, nella costruzione edilizia, può riferirsi alla stereotomia e ciò che in opposizione dialettica può riferirsi alla tettonica: la pesantezza del basamento nel primo caso e la leggerezza delle strutture in elevazione e di chiusura nel secondo. Le aggettivazioni relative alla “pesantezza” o “leggerezza” di alcune parti dell’edifi cio sono per Semper precise direttive estetiche che restringono il campo di applicazione della stereotomia alle opere basamentali che fanno uso di materiali pesanti e in compressione contro la leggerezza estatica dei telai lignei di elevazione. Di contro Perrault ci ha insegnato, nella più bella defi nizione poetica della stereotomia, che essa è l’arte de se servir de la pesanteur de la pierre contre elle-même et de la faire soutenir en l’air par le même poids qui fait tomber. Nella “leggera pesantezza delle pietre” o nella “pesante leggerezza delle pietre” si nasconde la reale vocazione di ogni progetto animato dalla stereotomia ovvero nella progettazione e costruzione di opere apparentemente leggere, visivamente aeree e pneumatiche, magicamente sospese in aria, che presuppongono masse pesanti di cui stabilire la quiete statica.

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Da questo assunto la stereotomia si aff ranca da una immagine passatista per entrare nel vivo del dibattito dell’architettura contemporanea attraverso il necessario ripensamento del proprio repertorio formale e del relativo materiale da costruzione all’interno del rispetto delle proprie e specifi che regole ontologiche.All’aggiornamento concettuale segue quello delle tecniche stereotomiche che oggi più che mai è foriero d’innovazione. Il passo sostanziale che si tenta di compiere è la totale informatizzazione della fase esecutiva di produzione del “pezzo/concio”. L’argomentazione è ovviamente rivolta agli attuali sistemi integrati CAD/CAM/CNC che consentono al progettista contemporaneo di essere autore anche della fase esecutiva dell’opera. Tale impostazione fortifi ca il principio di circolarità e sincronicità della sequenza idea-progetto-costruzione, che risulta organicamente strutturato nei mezzi espressivi dell’architetto progettista. Le regole che sottendono la costruzione del modello stereotomico, qui nelle tre dimensioni come in passato nelle due dimensioni, si costituiscono come le sole a detenere il primato del processo costruttivo la cui riuscita è imprescindibile dall’esattezza di queste. Quindi la regola geometrica si concreta in un modello coerente che rappresenta il mezzo più potente attraverso cui l’idea si trasforma in forma costruita. Quindi l’aggiornamento delle tecniche stereotomiche non può non subire l’attuale fenomeno di smaterializzazione al fi ne di conquistare nuova e maggiore perfezione materica. Risulta importante investigare il ruolo del modello nella progettazione architettonica stereotomica nel passaggio da realtà materica a realtà virtuale e viceversa. Da modello fi sico quale poteva essere in maniera allargata il risultato della regola del trait géométrique, a quello virtuale della modellazione tridimensionale informatica CAD, per poi rifl uire nella materializzazione CAM/CNC di quest’ultimo. Nel processo tradizionale di progettazione architettonica, il modello d’architettura, ligneo o lapideo o di altro materiale (plastica, gesso, ecc..),

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ha sempre rappresentato il più produttivo mezzo di controllo dello spazio architettonico, costituendosi quale momento primario di passaggio da concezione/progettazione a costruzione.È in esso che il mondo delle idee si cala nella realtà, è il momento della prova in cui il probabile può inverarsi in realtà costruita. Il passaggio dall’attitudine progettuale attraverso modelli materici, con tutte le limitazioni empiriche del caso, all’ausilio di modelli matematico/virtuali, segna una forte e paradossalmente vera presa di posizione: il costruibile è tanto più possibile quanto più è virtualmente rappresentabile. L’essenza immateriale della progettazione virtuale si costituisce, con la sua forte componente razionale, quale sicuro mezzo di controllo del processo progettuale/costruttivo. È nella razionalità costitutiva della sua essenza, nella massima fl essibilità del suo utilizzo, nell’eliminazione di handicap legati a complessità geometriche e riduzione obbligata a determinate scale metriche, nella modellazione che prescinde dall’utilizzo di materiali, da questo e molto altro, che il modello virtuale marca il sorpasso sul modello fi sico-materico. Nel caso della progettazione architettonica in pietra, però, le sue rigide regole riducono drasticamente i gradi di libertà di questa attitudine progettuale dei modelli virtuali, a causa della loro ontologica componente immateriale. Proprio qui, il vecchio modello lapideo o ligneo rivendica la propria autorità in qualità di opera pre/determinata, pre/costruita, pre/verifi cata (fi sicamente). Le più grandi opere dell’architettura in pietra (volte, trompe, cupole, scale,…) sono fi glie oltre che di un lavoro teorico, anche e soprattutto di esperimenti realistici condotti su prototipi lapidei in scala. Sicuramente il modello virtuale può “strutturarsi” in maniera tale da racchiudere all’interno del proprio DNA algoritmico anche informazioni sui materiali della costruzione, sulla compatibilità statica, sul controllo dimensionale degli elementi, ma il rischio è quello di un eccesso di complessità informative non facili da gestire contemporaneamente e, in defi nitiva, fonte di caotici approcci progettuali e cattivi risultati.

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Risulta quindi opportuno riappropriarsi della matericità del modello, della sua bellezza intrinseca, come continua verifi ca dello studio virtuale, e risulta indispensabile la continua prototipazione materica dell’elemento indagato infografi camente, al fi ne di agevolare una più profi cua dialettica tra il reale e il virtuale, domande su cui la ricerca contemporanea si interroga quotidianamente evidenziando coralmente l’importanza dei processi modellativi quali luoghi ideali di sperimentazione scientifi ca e di creatività progettuale. Come aff erma Maldonado: “La modellazione è certamente una strategia creativa, ma anche conoscitiva. E il rapporto tra creatività e conoscenza, come si sa, è un tema tutt’altro che risolto”.La stereotomia contemporanea si scontra, sin dall’immediato, con le diverse tipologie di materiali, naturali o artifi ciali, presenti sul mercato. Da questo deriva immediatamente un diverso approccio al concetto di taglio alla base della stereotomia classica. Se per questa, come abbiamo visto, l’etimo taglio, vuol dire principalmente asportazione di materiale, per le tecniche contemporanee quest’ultimo può anche voler dire addizione di materiale.In entrambi i casi, il tema del taglio, in sottrazione o addizione, resta alla base della conoscenza disciplinare. Inoltre vedremo subito che, l’evoluzione del concetto di taglio, in sottrazione o addizione di materia, presuppone un ulteriore concetto di lavoro: in positivo o negativo. Proviamo a schematizzare la possibilità off erta dalle contemporanee tecniche stereotomiche di taglio e commentiamo la presente tabella:

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La tecnica odierna di taglio CAD/CAM e l’uso di macchi-ne utensili CNC (Controllo Numerico Computerizzato), fi nalizzata alla realizzazione di elementi architettonici, può essere suddivisa in due grandi categorie: per asportazione di materiale e per addizione di materiale. La prima può riguardare principalmente materiali naturali, di composizione compatta ed omogenea che vengono modellati, per il raggiungimento della forma fi nale, attraverso processi di fresatura o taglio con disco. La seconda, riguarda principalmente materiali artifi cia-li che vengono modellati, per il raggiungimento della forma fi nale, con processi di solidifi cazione di materia-le incoerente (si riferisce a processi di prototipazione rapida). Entrambe le modalità realizzative, continuando nell’analisi della tabella, prevedono una lavorazione in positivo ed una in negativo.Per lavorazione in positivo intendiamo la lavorazione che interviene direttamente sul manufatto, mentre per lavorazione in negativo intendiamo la lavorazione che interviene direttamente sul calco del manufatto. Fatta questa distinzione, si potrà ottenere un manufatto da un calco realizzato per asportazione di materiale ed un manufatto da un calco per addizione di materiale. Ciò che risulta evidente dalla schematizzazione è che un manufatto realizzato in materiali naturali, quale è il caso della stereotomia tradizionale, non ricopre che un quarto delle attuali possibilità che la stereotomia con-temporanea off re, presupponendo una vasta casistica basata sull’utilizzo di materiali artifi ciali. La principale diff erenza connessa alle due tecniche di taglio (per asportazione o per addizione di materiale), che si lega al nostro approccio operativo, è la specifi ca capacità di entrambe di realizzare un manufatto. Sommariamente: la tecnica di taglio in positivo per asportazione di materiale può realizzare manufatti in materiali naturali “concavi”, ossia che non presentano forti sottosquadri, o cicli di lavorazioni interne al volume dell’oggetto, che presentino almeno una superfi -cie piana idonea al fi ssaggio sul piano di lavoro, ecc.; di contro, la tecnica di taglio per solidifi cazione di materiale sciolto può soddisfare qualsiasi tipo di realiz-

10. 11. 12. Sistema di prototipazione rapida

D-shape della Dinitech

fonte www.stampa24.it

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zazione, a fronte dell’utilizzo di un materiale artifi ciale, esteticamente opinabile. Ovviamente, a ritroso, la specifi ca tipologia di materiale scelto per la produzione di un qualsivoglia manufatto architettonico condiziona fortemente il processo modellativo alla base dei sistemi di produzione assistita. Ad esempio non si potrà modellare e realizzare, con tecniche di asportazione di materiale, un elemento architettonico che presenti forti sottosquadri o lavora-zioni interne al volume se la scelta del materiale è stata la pietra naturale. Riducendo il nostro ragionamento all’utilizzo della pietra, in qualità di materiale con specifi che qualità estetiche/prestazionali, bisogna fare i conti, oltre con l’ovvia pietra naturale, con una serie di prodotti arti-fi ciali presenti sul mercato che possono in alcuni casi soddisfare in maniera intelligente specifi che richieste di sostenibilità ambientale. Il riferimento è ovviamente rivolto alla pietra ricompo-sta e alla sua specifi ca tecnologia di lavorazione che con-sente, partendo dal disaggregato di qualunque pietra, di ricomporne i materiali, conservando l’aspetto e la con-sistenza delle rocce da cui quei materiali provengono. La mescola, defi nita in fase progettuale, può essere utiliz-zata da macchine a CNC per la Prototipazione rapida, oppure può essere colata a temperatura ambiente negli opportuni stampi di progetto. In questa fase è possibile rinforzare l’oggetto con mate-riali plastici ed inserire elementi metallici in qualità di armature preventivamente calcolate. In seguito il pezzo viene estratto dallo stampo e avviato al controllo di qua-lità.

13. 14. Centro di lavoro CNC a 5 assi interpolati per marmo, granito e pietra

fonte www.breton.it

15. Esempio di elemento prodotto con la tecnologia D-Shape

fonte www.mbandf.com

16. Esempi di progetti realizzati con la tecnologia D-Shape: Radiolaria, arch. Andrea Morgante - Shiro Studio

fonte www.dinitech.it

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Con la stessa logica della solidifi cazione di materiale disaggregato ma con l’utilizzo di componenti cementi-zie, opera la più antica tecnologia della pietra artifi ciale, nata circa a metà del XIX secolo e sviluppatasi in stretta connessione con la diff usione del cemento Portland. Come lo stucco (per lo più un impasto di calce, gesso, pigmenti e polvere di pietra calcarea) veniva utilizzato fi n dai tempi dell’architettura romana, per imitare il marmo, così la “pietra artifi ciale” nasce con un intento di imitazione del materiale lapideo, ma a diff erenza delle tecniche della tradizione non ne imita solo le caratteristiche esteriori (grana, tessitura, colore) ma anche quelle intrinseche di comportamento e com-pattezza, e con qualità di resistenza tali da renderla ad-dirittura suscettibile delle stesse lavorazioni della pietra naturale. Quest’ultima è un materiale costituito da un impasto a base di legante, cemento o altro, sabbia e graniglia di pietra, trattati con acqua e poi colati negli stampi. In questa tecnologia possiamo ritrovare due concetti fondamentali : quello dell’artifi cio e quello dell’imitazione. La giusta predisposizione geometrica di calchi opportunamente progettati, potrebbe aprire la strada alla creazione di elementi architettonici stereotomici in pietra artifi ciale, soprattutto per la plastica secondaria, in cui il recupero delle qualità meccanico/estetiche proprie della disciplina si unirebbero all’economico utilizzo di un materiale aggregato.In defi nitiva il presente libro tenta di ri-comporre sul duplice aspetto teorico/pratico il senso più profondo della stereotomia proiettata in una nuova dimensione progettuale in cui la tradizione ne sostanzia pienamente l’innovazione tecnico/speculativa.

Il libro è articolato in tre capitoli: nel primo ho tentato di ricostruire lo stato dell’arte delle ricerche contempo-ranee e di tracciare un primo schema a servizio di una storia contemporanea della stereotomia; il secondo capitolo contiene due saggi sulla pietra ricomposta, il primo di Claudia Calabria in cui si delinea un quadro storico di sviluppo della tecnica in relazione agli esiti

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17. G. Fallacara, prototipo di scala E.L.I.C.A. in pietra ricomposta

sull’edifi cato storico, con particolare attenzione al contesto barese, il secondo di Vincenzo Minenna in cui si analiz-za l’espressivita della pietra ricomposta in funzione delle istanze strutturali, plastiche e superfi ciali con un approfondimento sulle nuove tecnologie; nel terzo capitolo si dimostra come sia possibile nella pratica mettere a frutto il risultato di uno stage didattico permettendo ad ognuna delle elaborazioni di non rimanere un puro esercizio progettuale ma di costituire una chiara connessione tra speculazione teorica ed esito formale.