Brain storming Cosa mi è rimasto dentro della

proposta di sabato scorso: contenuti, modalità, interrogativi…

IMMAGINI DI DIO

• Dio in tempo di crisi si affida ad un bambino per parlare

• Dio chiama ma offre assistenza e aiuto • Dio non chiama una sola volta nella vita, ma

continua a chiamare • La promessa di assistenza • L’uomo vede all’apparenza, Dio vede il cuore • Quando Dio crea chiama • Spesso ci dimentichiamo di Dio …non

cancelliamolo!

LE FIGURE DI MARIA E ANNA

• Annunciazione/vocazione = chiamata di Dio • Maria va da Elisabetta per veder il segno dell’Angelo • Maria donna forte • La vocazione di Maria • Maria si è fidata, ha creduto • Maria, donna forte, trova la sua gioia nella relazione con Dio. • Maria donna forte e non debole • Maria, donna come noi, che si fida e ascolta la parola di Dio! • Maria non teme la parola, riconosce la Parola. • La personalità di Maria che non teme l’angelo, ma la Parola. • Il magnificat di Anna che riesce a “ridare” Samuele a Dio, dopo quello che

ha sofferto perché non riusciva ad avere figli • Mi è piaciuto la chiave di lettura della vocazione di Maria • Bibbia e Maria: nuova scoperta

PERSONALI E DI FEDE

• Servo del Signore. • Per tutti i chiamati nella bibbia c’è una missione • Assistenza non è sempre quello che pensiamo • Far grande il Signore è anche parlarne con gli altri. Dare Dio lo fai generare negli altri. • Ho visto, ho toccato e ho parlato. • Luce • Calore • Abituiamoci a tanta luce, altrimenti chiudiamo gli occhi perché non resistiamo a tanta luce! • È sempre presente la luce, luce come chiamata (esistenza) • Vocazione ad essere madre, luce! • La preghiera è luce • Dio, guardare la luce e sapere che c’è! • Parola • Donne • La prima chiamata è ad esistere + • Siamo stati chiamati ad esistere • C’è sempre una seconda chiamata + • Chiamata all’esistenza +

PERSONALI E DI FEDE

• Benedire in ebraico è moltiplicare tutto! • Avere fede è cantare le azioni di Dio al passato con la certezza del loro avverarsi • Le esperienze di Dio si possono raccontare solo a chi è “sintonizzato” • Se uno da per scontato tutto è lì che finisce l’amore + • Quando si dice non capisco Dio è lì che lo hai capito • Se concludo che non ho capito nulla di Dio e mi metto in ricerca, allora ho capito Dio! • Bisogna credere per vedere! + • È importante il nutrimento dell’anima • Aiutami a comprendere • Dio è dentro la nostra vita se lo vuoi vedere • Momento di riflessione e scoperta • Lettura dei personaggi della bibbia con occhi nuovi • La personalità forte delle figure bibliche narrate • La bellezza dell’interpretazione • La bibbia un testo da scoprire • Importanza della gestualità • Il ruolo della donna nella bibbia • Ironia e semplicità per raccontare forti contenuti. • Giusta tecnica per farci entrare nell’argomento

Chiavi di lettura e passi che si possono fare dopo l’ascolto di Antonella Anghinoni

La grandezza e bellezza della Parola di Dio: Può portarci a sentire un senso di inferiorità per la vastità di una conoscenza che noi non abbiamo. La Parola di Dio ci chiama ad una conoscenza altra da quella intellettuale: un fare esperienza di una presenza che ci abita. Già avere il desiderio di conoscere è già un’esperire. Si tratta di alimentare e coltivare il desiderio di incontrare Dio, senza lasciarci prendere da un senso di inferiorità

La conoscenza esperienziale e non solo intellettuale ci fa cantare perché capaci di cogliere nella vita quello che conta. Ci portiamo dentro un pezzetto di Dio.

L’essere piccoli di fronte al grande che è Dio (potente nell’amore), non è un modo per sminuirci, ma per farci prendere coscienza del nostro essere figli.

Il piccolo (dipendente da Lui) è il solo spazio capace di accogliere il tutto di Dio in questo momento.

Maria entra nella storia mentre è in ascolto di un angelo, delle parole che Lui dice. Ci rivela che :

Il primo passo per chi vuole entrare a piccoli passi nel mistero che ci avvolge è

L’ASCOLTO Solo l’ascolto, il silenzio, ci permette di entrare nella nostra storia, scoprire la nostra vocazione, capire quali passi fare, chi incontrare.

Questo suo andare ci rivela che:

• La fede è sempre un mettersi in cammino.

• C’è una scelta da fare nelle relazioni che viviamo

Altro passo è il movimento: va

verso la montagna, verso la terra di Giuda, che è terra di lode e di canto. Va subito, veloce, non sta ferma. È un andare verso se stessa, verso chi diventa per lei un segno per chiarire il mistero che sta portando dentro di sè.

passare Dio di bocca in bocca,

è gioia in relazione con Dio.

Magnificare, cantare, benedire =

Diventare grembi che generano Dio, per diventare grandi nel cuore come Maria, è possibile se non perdiamo il nostro essere piccoli che ci rende figli. Sono i bambini che lo rivelano, come è successo a Maria e Elisabetta.

Nello Spirito Santo avviene quella liberazione

che fa sentire e gustare come bellezza

l’essere dipendenti da colui che ci ama.

IMMAGINE DI BAMBINO NELLE FAMIGLIE DI OGGI

Perfetto, precocismo, adulto, che niente lo sorprende, ossessione invece che dono, assediato da impulsi per la

crescita, ricerca di dare delle competenze, necessario a me adulto per sentirmi famiglia, riempire dei vuoti, per

relazionarmi con un tu, per mostrare qualcosa di me, la proiezione delle aspettative, delle frustrazioni zorro che

difende le cause della mamma o del papà…, perché valgo qualcosa come persona, immagine, esibito, mostrato, adorato

quando imita gli adulti dello spettacolo, gioiello, vestiti, fotografati…

IMMAGINE DI BAMBINO NELL’ANTROPOLOGIA CRISTIANA

Percepisce lo Spirito Santo prima di noi, che è da ascoltare nel bambino e poi ce lo ridona, rivela.

Fa domande, esprime sentimenti che sono un dono da accogliere.

Perdona, sa ripartire senza tenere tanto rancore.

Ci rivela qualcosa di Dio che noi abbiamo dimenticato, per un contatto vivo con l’interiorità prima dei

determinismi sociali…

La storia del piccolo Samuele

I protagonisti:

• Anna, la mamma vive il figlio come dono. A tre anni lo porta al tempio.

• Eli il maestro, il sacerdote non tiene legato a sé, ma sa indicare e condurre a Dio.

• Samuele il bambino: In un tempo di crisi, di decadenza spirituale che sta attraversando il popolo di Dio, la Parola viene affidata ad un bambino. Il suo eccomi dice: c’è il tuo progetto e io ci sono.

CHIAMATI PER NOME. Sappiamo che dare il nome ad un bambino non è

solo cercarne uno che suona bene, che ha un bel significato, ma diventa affidare a lui un compito, una vocazione.

Come aiutare

i bambini

a scoprire

la loro

vocazione?

Importanza del narrare che non è solo raccontare una storia, ma far entrare il bambino dentro questa storia:

anche tu hai una storia, la tua storia!

Questo cuore è il riassunto della storia di Samuele. (1Sam.1) Un bambino che ha risposto a Dio che lo chiamava:

“eccomi, parla io ti ascolto” . Anche i bambini sanno che Dio li può chiamare.

Perché? A fare cosa? Loro hanno risposto: ad aiutarlo.

Che tipo di aiuto? A raccontare a noi adulti che ce lo siamo dimenticati

quello che c’è nel loro cuore. Cosa?

Solo un piccolo, colorato, libero, spazioso, luminoso pezzetto di azzurro cielo.

Un bambino, quando sono tornata dopo una settimana, mi ha detto che lui aveva raccontato al nonno e alla zia (che litigavano sempre) che dentro al loro cuore c’era un pezzetto di cielo, ma loro non l’hanno ascoltato!

Narriamo la chiamata di Samuele per far scoprire al bambino il suo compito oggi: raccontare agli adulti quel cielo che si sono dimenticati.

Quel bambino ha capito che il cielo fuori e quello che ha dentro di sé devono interagire tra di loro per trovare armonia e pace. E anche il nonno e la zia dovevano cercare e avevano bisogno di quella pace.

Un pezzo di cielo, un tesoro nascosto, una perla preziosa ecc... lo possono avere tutti (battezzati e non, cristiani e musulmani) ed è quello spazio di libertà, di ricerca, quel soffio di vita che è dentro a ciascuno e che deve trovare la giusta tensione tra dentro e fuori.

Non dentro o fuori dalla comunità credente, ma tra il mondo interiore e quello esteriore, per vivere un’armonia che diventa spazio, strada facendo, alle varie manifestazioni del divino.

Se aiutiamo il bambino ad interagire tra il dentro e il fuori attraverso l’ascolto, il silenzio, lo stupore, la meraviglia, la ricerca, il fermarsi ecc… questi diventerà capace di relazione.

Questa è una condizione importante per vivere un rapporto con il nostro Dio, che in Gesù risorto vive in relazione con noi e in noi.

1.CON L’AUTOVALUTAZIONE AL TERMINE DEL

CORSO BASE VERIFICHIAMO QUALE

PASSAGGIO E’ POSSIBILE OGGI PER LA

NOSTRA SCUOLA

2.CON L’ANNO DI APPROFONDIMENTO

METTIAMO IN ATTO ALMENO LE DUE ORE

SETTIMANALI DI PROPOSTA SPECIFICA DI IRC

3.CON IL LABORATORIO ANNUALE DEL TERZO

ANNO INIZIAMO A PROGETTARE CON UNA

QUALCHE SINTONIA TRA TEMATICA

GENERALE E PROPOSTA DI IRC

LE COMPETENZE DA MATURARE PER L’I.R.C.

DOVE SIAMO?

Confrontiamoci sulle modalità con cui stiamo portando avanti l’educazione religiosa.

Per verificare qual è il passo possibile oggi per lasciarci condurre dal movimento nuovo che nasce dall’ascolto della Parola di Dio.

Da dove nasce la progettazione

Lettura del contesto culturale:

autorevolezza nell’educare distaccarsi dal sempre fatto così nel progettare per scoprire nel

Vangelo il movimento sempre nuovo che permette di dare ascolto alla realtà del bambino (unità di apprendimento sempre aperta).

dare centralità al bambino sapendo discernere tra le varie proposte che non sempre tengono conto dell’antropologia cristiana (se non ritornerete come bambini).

mettere in atto linguaggi che sanno entrare in dialogo con le nostre famiglie dando loro la chiave di lettura critica rispetto alla proposta consumistica che genera solitudine e incomprensioni, confronti e competizioni…

Lettura del contesto ecclesiale: attingere ad un patrimonio

avere chiaro che ci sono delle chiavi di lettura, che permettono un’attualizzazione della Scrittura nel contesto dei bambini e delle famiglie di oggi.

saper usare dei diversi linguaggi che caratterizzano i modi di comunicare attuali, senza prendere paura del sopravvento dei media rispetto alla scuola.

far parte della comunità cristiana (feste, luoghi, celebrazioni, figure significative…) senza lasciarsi prendere dall’ansia di fare tutto. Essere presenti con un’azione pastorale che esprime il versante educativo, per quegli aspetti inerenti al POF.

metodologia nel collegio docenti di scuola

• Condivisione delle risonanze e attualizzazioni del brano biblico

• Definizione degli obiettivi formativi da far vivere ai bambini per maturare le competenze

• Delineazione del percorso che prevede le attività, gli agganci con tutte le altre discipline, la verifica ecc…Cogliere un percorso possibile da fare con i genitori: individuazione di cosa proporre, come, chi coinvolgere

• Verifica, Valutazione e Documentazione

E’ compito esclusivo di ogni scuola autonoma e dei docenti assumersi la responsabilità di “rendere conto” delle scelte fatte e di porre le famiglie e il territorio nella condizione di conoscerle e di condividerle.

Gustare la Parola di Dio, cogliendo in essa quell’energia insita che dispone ad uno sguardo sempre nuovo sulla vita. Ascoltare i bambini per quello che di Dio si portano dentro e come sono capaci di comunicarlo a noi adulti. Ridare identità al Progetto Educativo della scuola che ci colloca con la nostra originalità dentro il Sistema Scolastico Nazionale Lavorare tra colleghe a partire dai valori della vita insiti nel cristianesimo: solo così la scuola può crescere come luogo di sintesi culturale tra Bibbia e vita vissuta. Mettere in atto la formazione permanente attraverso un lavoro personale e di scuola che permette di non sentirci mai arrivate, chiedendo il contributo di persone qualificate e tra queste il parroco gestore della scuola.

Gli elementi del cambiamento dentro la progettazione