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Breve saggio sul Neoidealismo italiano

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Un breve saggio su una corrente filosofica del primo '900 "tutta italiana", introdotta da Vera, Spaventa, De Sanctis, per arrivare alle due grandi forme di Neoidealismo, quello crociano, inteso come storicismo assoluto, e quello gentiliano, concepito come attualismo, nel senso ancora più hegeliano rispetto a Benedetto Croce, in Gentile traspaiono anche echi fichtiani. Mappe concettuali conclusive del saggio possono essere un valido ausilio per gli studenti dell'ultimo anno di liceo che si trovano ad affrontare questo importante tema che ha caratterizzato la cultura italiana, ed in particolare meridionale, del primo '900, e che ha visto, in Italia, la rinascita dell'Idealismo tedesco del secolo precedente, con Hegel dominante.

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IL NEOIDEALISMO ITALIANO: CROCE E GENTILE.I. INTRODUZIONE.Il termine "Idealismo" nel primo '800 venne assunto con un significato essenzialmente gnoseologico:s'intendeva quella dottrina della conoscenza che sostanzialmente riduce la realtà, l'oggetto esterno,al soggetto, al pensiero, appunto all'Idea. Fu questo il significato dell'Idealismo come movimentofilosofico parallelo al Romanticismo ed assunto in Germania con le filosofie di Fichte, Schelling edHegel. ella filosofia classica tedesca o Idealismo tedesco l'Idealismo è quindi la sintesi tra soggettoed oggetto, idea e realtà, infinito e finito, spirito e natura.Nel primo '900 si riprende l'Idealismo in 2 Paesi, Italia ed Inghilterra, ma con interpretazionidifferenti nei 2 Paesi; in entrambi i casi assume la denominazione di" eoidealismo".In Italia si segue maggiormente la linea dell'Idealismo classico tedesco e di Hegel in particolare, inbase al quale il finito è un elemento razionale che, in base a tale razionalità, porta ali' infinito (dalsoggetto finito ali' Assoluto): ASSOLUTO = FINITO + INFINITO.In Inghilterra si segue invece una via negativa: il finito è irrazionale e di conseguenza non è reale, seè vero, come diceva Hegel, che "tutto ciò che è reale è razionale e tutto ciò che è razionale è reale".Solo l'infinito è reale e razionale. Il eoidealismo anglosassone non concepisce quindi l'Assolutocome identità di reale e razionale, di finito ed infinito, ma solo come infinito, separato dal finito:ASSOLUTO = INFINITO ~ ASSOLUTO =/= FINITO + INFINITO.In Italia il Neoidealismo conobbe un centro culturale specifico, l'Università di Napoli, con AugustoVera, un hegeliano di destra, cattolico, e Bertrando Spaventa: il Neoidealismo italiano ha avuto ilmerito, tra Ottocento e ovecento, di avere "svecchiato", sprovincializzato la cultura italiana e diaverla "agganciata" al contesto europeo, di averla liberata da tendenze spiritualistiche. Ma ilNeoidealismo italiano conosce la sua fortuna grazie all'opera dei suoi due pilastri, Croce e Gentile,che riprendono la dialettica hegeliana proponendo ne però una "riforma". Entrambi si distaccano dauna visione spiritualistica e cattolica, si differenziano dall'Idealismo anglosassone e si differenzianoanche tra loro. Per entrambi l'Idealismo è la negazione di ogni trascendenza: per Croce l'Idealismo èStoricismo Assoluto, per Gentile è Soggettivismo Assoluto, cioè Attualismo.Alla rinascita dell'Idealismo italiano contribuì la crisi del Positivismo, cioè della fiduciaincondizionata nelle scienze, che aveva invece dominato il secondo Ottocento. Il neoidealismo, comerinascita dello spiritualismo romantico ed hegeliano, intende reagire alla visione materialistica escientifica del Positivismo. Con Croce, il neoidealismo rivaluta la storia e si pone come erede dellacultura storicistica del Risorgimento, "vera e propria rivoluzione culturale e morale dell'Italia". SiaCroce che Gentile rivalutano l'identità nazionale italiana. Ma il Neoidealismo non ha unaconnotazione cattolica: è una "religione laica", in opposizione al materialismo, sia positivi sta chemarxista. Gentile ritiene la conoscenza filosofica superiore a quella scientifica: la scienza èdogmatica, in quanto si ferma ai fatti materiali e non indaga le ragioni spirituali, le cause spirituali ditali fatti materiali. Per Croce i concetti della scienza hanno un valore "particolare", legatoall'economia, e non "universale"; i concetti della scienza sono quindi "pseudoconcetti", non "concettiveri" ed hanno un valore utilitaristico, legato appunto all' economia. Croce e gentile, sia pure perstrade diverse, contribuiscono ad allontanare la riflessione filosofica dalla scienza e quindiaccentuano quella separazione tra sapere umanistico e sapere scientifico che ha caratterizzato, nelprimo '900, la cultura italiana, ponendo il primato del sapere umanistico su quello scientifico, comedimostra, ad esempio, la "Riforma Gentile" della scuola del 1923, basata proprio su questaseparazione e sulla superiorità della cultura umanistica su quella scientifica (la Riforma Gentile è lastesura di un precedente "canovaccio" crociano di riforma scolastica, che Croce si era rifiutato di"vendere" al regime fascista).Il Neoidealismo, inoltre, relega ai margini della cultura le cosiddette "scienze umane", comepsicologia e pedagogia, che invece in Europa e negli Stati Uniti stavano trovando un loro spazio.Sia Croce che Gentile si richiamano alla dialettica hegeliana ma ne propongono, sia pure da punti divista divergenti, una riforma nelle seguenti forme:

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A)Croce afferma il valore della libertà individuale, da politico liberale qual era, mentre Gentile negal'autonomia dell'individuo e la riconduce all'universalità dello Stato, esprimendo, anche se conalcune differenze, la visone hegeliana dello Stato etico;B)per Gentile la molteplicità dei soggetti pensanti, cioè dei singoli pensieri, e le singole esperienze,sono ricondotte ali' Atto del Pensiero, che pensa, si produce (Autoctisi = auto produzione) e produce(Attualismo). Croce invece afferma, come Hegel, l'importanza delle distinzioni nella varie fasi dellavita dello Spirito, respingendo ogni sintesi che inglobi i vari momenti. Arte, logica, economia ed eticasono, per esempio, forme autonome della vita dello spirito umano, che procede nell'evoluzione dellastoria, e non sono riassumibili in una sintesi.C)Croce, ribadendo l'autonomia delle varie forme della vista dello Spirito, ribadisce il concetto dilibertà individuale, peraltro espresso nel "Manifesto degli intellettuali antifascisti"; Gentile, volendoriunificare le differenze in una unità, ribadisce la sua adesione allo Stato totalitario fascista, in cuiniente è fuori dello Stato, come emerge dal "Manifesto degli intellettuali fascisti" (entrambi i"Manifesti" sono del 1925). Croce e Gentile si conobbero e strinsero amicizia, collaboraronoentrambi alla rivista "La critica", di argomento filosofico e letterario, ma quando Gentile aderì alfascismo, si ruppe l'amicizia tra i due e terminò la collaborazione alla rivista. Per Gentile il fascismosi pone come il diretto erede del Risorgimento, riprende la missione etica dell 'Italia, interrottadall'avvento della Sinistra al potere alla fine dell'Ottocento (con Depretis e Crispi). Per Gentile lalibertà individuale può attuarsi solo nello Stato etico, identificato con lo Stato forte, lo Stato fascista.Per Croce la storia è invece nel progresso dei popoli verso la libertà, è storia delle libertà, che nonpuò mai essere soppressa, neanche nei momenti di crisi, perché la libertà è identificata con la vitastessa dello Spirito; in quest' ottica il fascismo è una "malattia morale" degli italiani, destinatainesorabilmente a finire. I! Risorgimento, per Croce, è la religione della libertà, una religione laicadegli italiani che ha sostituito le religioni tradizionali ed il fascismo, in quanto dittatura, costituisceinvece il tradimento di tali ideali risorgimentali di libertà,1. Augusto Vera.Tra la fine dell'Ottocento ed il primo ovecento apoli costituì la culla dell'Idealismo italiano, in cuisi ripresero i grandi temi dell'hegelismo. Augusto Vera (1813-85) seguì le posizioni della Destrahegeliana e si segnalò per la sua conoscenza dei testi hegeliani; tra le sue opere ricordiamoIntroduction à la philosophie de Hegel (Paris, 1855), Logique de Hegel (Paris 1859) ed Essai dephilosophie hegelienne (Paris, 1864). Fu docente, come Bertrando Spaventa, all'Università di

apoli.2. Bertrando Spaventa.I! pensiero di Bertrando Spaventa (1817-83) presenta un taglio più teoretico e vigoroso: nonostanteuna crisi religiosa lo avesse condotto ad abbandonare la fede (si era formato in seminario), nella suaconcezione filosofica emerge comunque un certo taglio teologizzante. Anche Bertrando Spaventainsegnò all'Università di Napoli.I suoi scritti più interessanti sono Propulsione e introduzione alle lezioni difilosofia nell 'Universitàdi Napoli (1862) ed i Principi di filosofia (1867); molto chiaro ed interessante è anche Sul problemadella cognizione e in generale dello Spirito, uno scritto inedito del 1858 (pubblicato ~ Torino nel1958, cento anni dopo quindi, da F. AJderisio). Questi ed altri scritti di Spaventa furono ripubblicatio per la prima volta editi da Gentile, che a lui si riallaccia. Spaventa era convinto che la filosofiamoderna fosse nata in Italia con il Rinascimento, ma anche che i frutti di questo pensiero fosseromaturati all'estero, con Spinoza, Kant, Hegel. Dopo un periodo di perplessità, in cui gli parve chenulla di buono ci fosse stato in Italia dopo il Rinascimento, ebbe un ripensamento e si convinse che,anche se in modo imperfetto e parziale, Vico potesse essere considerato precursore della "filosofiadella mente", che Galluppi avesse affrontato in maniera nuova "il problema del conoscere", che inRosmini si trovasse dibattuta la questione del conoscere in senso kantiano ed in Gioberti in sensohegeliano. Pertanto una "circolazione" del pensiero europeo era già stata avviata in Italia: bisognavaora portarla a compimento. Il contributo teoretico dello Spaventa consiste nell' aver intrapreso un

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ripensamento del pensiero di Hegel operandone una semplificazione, ma anche una riorganizzazione.Nella distinzione di Idea- atura-Spirito, Hegel mostrava di non aver raggiunto ancora, per Spaventa,l'identità tra lo e non-io, di non aver ancor "rnentalizzato" il reale, di non averlo perciò ridottoperfettamente alla Coscienza. Nell'inedito del 1858 Spaventa definisce l'Assoluto come creazione"ex-nihilo", come creazione libera, perché "è il presupposto che il pensare, lo Spirito fa a sé stesso; èamore, amore di sé stesso". Questo "atto del pensare" che si auto crea costituirà il punto di partenzaper gli sviluppi della filosofia gentiliana. Spaventa studia le categorie della logica hegeliana, essere-non essere-divenire: l'essere ed il non essere (vale a dire il "nulla", la negazione dell'essere) sonocategorie stati che, solo il divenire è vera dialettica, è una categoria dinamica.3. Francesco De Sanctis.Tra gli uomini di cultura che nel secondo Ottocento, in Italia, furono attratti dall'hegelismo emergeFrancesco De Sanctis (1817-83), che s'ispirò al concetto hegeliano di Spirito nel tracciare la suagrandiosa costruzione nella Storia della letteratura italiana (1870-72): la poesia è lo Spiritouniversale che si realizza nel particolare, acquistando, in questo modo, coscienza di sé. Fu uomo dialta coscienza sociale, morale e politica se è vero che siamo ancora oggi eredi e debitori alla suaprincipale opera sopracitata. Il primo nutrimento spirituale venne a Croce dal De Sanctis, checonsiderò suo maestro: la lettura di Spaventa, invece di avvicinarlo ad Hegel, per un certo momento,lo allontanò; Croce si avvicinò ad Hegel successivamente, meditando su Marx e sul Marxismo, per lanecessità di risalire alle fonti.n.BENEDETTO CROCE E IL NEOIDEALISMO COME "STORICISMO ASSOLUTO".1.Vita ed opere.Benedetto Croce nacque a Pescasseroli (L'Aquila) nel 1866, da una ricca famiglia di proprietariterrieri, di sani princìpi morali, ma molto conservatrice sul piano politico-sociale ed ancora legata aiBorboni. Abruzzese di nascita, ma napoletano d'elezione, frequentò a Napoli le scuole secondarie inun collegio gestito da religiosi, ma poco aperto culturalmente. Già allora iniziò le sue letture di DeSanctis e di Carducci, destinati a diventare due punti fermi di riferimento del suo pensiero. Dopo ilterremoto del 1883, che distrusse Casamicciola, nell'isola di Ischia, dove era in vacanza, in cui perseentrambi i genitori e la sorella, fu accolto dallo zio Silvio Spaventa, fratello di Bertrando, a Roma. Incasa dello zio, il giovane Croce ebbe modo d'incontrare vari uomini politici, tra cui AntonioLabriola, allora seguace ancora della filosofia di Herbart, uno dei più significativi contestatori, nelprimo Ottocento, della filosofia hegeliana. Herbart aveva infatti rilanciato una sorta di "assiomarealistico" sostenendo che la realtà esiste indipendentemente dall' io; il finalismo biologico lo avevainoltre condotto ad ammettere l'immortalità dell'anima e l'esistenza di Dio. I libri di BertrandoSpaventa che allora circolavano in casa non solo non lo interessavano, ma lo convinsero che lafilosofia hegeliana dovesse essere qualcosa di incomprensibile per la sua difficoltà. el 1886 tornò aNapoli, dove, lasciata la "politicante società romana, acre di passioni", trovò una società di dotti ederuditi, amanti della ricerca onesta: viaggiò, lesse molto, non volle conseguire titolo accademico(infatti non si laureò mai), si occupò solo il minimo indispensabile degli affari di famiglia. Una svoltaimportante fu costituita da un nuovo incontro con Labriola, che, abbandonata la filosofia herbartiana,gli fece conoscere il marxismo nel 1895, ma fu un amore durato poco tempo. Studiò i testi di Marx,Labriola, lesse libri di economia, riviste italiane e tedesche d'ispirazione sociale che maturarono in luiinteressi politici destinati a seguire però altre direzioni: tra il 1895 ed il 1899 il giovane Croceespresse la sua critica al marxismo evidenziandone i punti deboli in dei saggi raccolti con il titoloMaterialismo storico ed economia marxista. Tuttavia, la lettura di Marx gli suggerì quella di Hegel,in quanto sentì il bisogno di risalire alle fonti, come testualmente dichiara nel Contributo alla criticadi me stesso. Ma il tempo per un maturo ripensamento di Hegel si ebbe solo nel 1907, con l'operaCiò che è vivo e dò che è morto della filosofia di Hegel, poi inclusa nel Saggio sullo Hegel. Lascoperta di Hegel lo portò alla successiva scoperta dell'originalità del pensiero vichiano, cometestimoniato da La filosofia di Giambattista Vico (1911). Il capolavoro di Croce è comunque del1902: Estetica come scienza dell 'espressione e linguistica generale: qui cercò di organizzare il

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pensiero desanctisiano, che attestava la sintesi di forma e contenuto nell'opera d'arte. Nell'estate del1902 maturò il progetto della rivista "La Critica", che iniziò le pubblicazioni nel 1903 insieme aGiovanni Gentile, conosciuto quando questi era ancora studente a Pisa: l'amicizia tra i due si ruppecon l'adesione di Gentile al fascismo. D'altra parte il regime fascista consentì sempre a Croce, anchese tacitamente, una certa libertà di espressione e Croce criticò moralmente le violenze fasciste.Croce fu senatore del Regno d'Italia nel 1910, ministro della Pubblica Istruzione nel 1920-21:progettò una riforma scolastica che non portò a compimento perché non volle aderire al fascismo,ma che Gentile riprese e realizzò. Dopo il delitto Matteotti, Croce presa una netta posizioneantifascista e raccolse intorno a sé molti dissidenti, come comprovato dal "Manifesto degliintellettuali antifascisti", quasi una risposta al "Manifesto degli intellettuali fascisti" di Gentile(entrambi i manifesti sono del 1925). Dopo la caduta del fascismo fu presidente del partito liberale emembro dell' Assemblea Costituente; nel 1947 fondò l' "Istituto per gli Studi Storici" a apoli, cheoggi è a lui dedicato. Proficua fu la sua collaborazione con la casa editrice Laterza di Bari,soprattutto per la pubblicazione di molti classici della storia della filosofia, alcuni dei quali inediti inItalia. La morte lo colse nel 1952. Le sue opere, che dimostrano l'attività di uno spirito fecondissimoed instancabile, furono da lui sistemate e ordinate come segue.I) Filosofia dello Spirito:1) Estetica come scienza dell'espressione e linguistica generale (1902);2) Logica come scienza del concetto puro (1905);3) Filosofia della pratica. Economia ed etica (1909);4) Teoria e storia della storiografia (1917).II) Saggi filosofici (tutti più volte riediti):l) Materialismo storico ed economia marxista (1900);2) Problemi di estetica (1910);3) Lafilosofia di Giambattista Vico (1911);4) Saggio sullo Hegel (1912);5) Nuovi saggi di estetica (1920);6) La Poesia (1936);7) La storia come pensiero e come azione (1938);8) Il carattere della filosofia moderna (1941);9) Discorsi di varia filosofia (1945);lO) Filosofia e storiografia (1949).A questi saggi filosofici che abbracciano tutto l'arco della vita del filosofo, vanno aggiunti 54 volumidi Scritti di storia letteraria e politica (come Poesia e non poesia, Laterza, Bari, 1950, in cui ècontenuto un importante saggio dal titolo Alfieri protoromantico) ed altri 12 volumi di Scritti vari.2.Ciò che è vivo e ciò che è morto della {ìloso(ìa di Hegel.el 1831 muore Hegel, e muore anche l'hegelismo inteso come sistema assoluto ed immutabile:

questo perché Hegel risente del Romanticismo, e esaurendosi il Romanticismo, anche il pensierohegeliano entra in crisi. Seguiranno Destra e Sinistra hegeliana, filosofie irrazionalistiche conSchopenhauer e Kierkegaard, rilanci di realismo con Herbart. La stessa dialettica, che Hegel riprendedal mondo antico come unico strumento per la filosofia, viene messa in discussione. Altra accusa alladialettica hegeliana è quella di "circolarità" (Zirkeln == circolo ed è il termine hegeliano)dell' Assoluto.Croce considerò Hegel sempre come suo maestro: di Hegel accettò l'idea della dialettica delloSpirito contro ogni visione statica o trascendente o metafisica del mondo. Di Hegel apprezzò anchela coscienza storica; tradusse, dal tedesco in italiano, l'Enciclopedia delle scienze filosofiche incompendio. La coscienza di cui parla Hegel è per Croce concreta, e non astratta, proprio perchécalata nella storia, come risulta dalle figure della Fenomenologia dello Spirito. Di Hegel esalta ladialettica degli opposti e la valorizzazione del "negativo" come un momento imprescindibile di verità.Quindi, come afferma Croce nel suo noto saggio, molti sono ancora gli aspetti vivi del pensiero di

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Hegel: è morta la pretesa di conoscenza assoluta da parte della ragione, è vivo il concetto di"filosofia" come ricerca aperta del sapere, desiderio di conoscenza, è viva la filosofia della storia diHegel, che consta delle tre fasi tesi-antitesi-sintesi, che trovano corrispondenza concreta nella storia(1'Assoluto hegeliano è quindi "massimamente concreto, tutt' altro che astratto").Di Hegel critica invece la "Filosofia dello Spirito", ultima parte dell'Enciclopedia, e soprattutto l'ideahegeliana, presente alla fine della Fenomenologia dello Spirito, della morte della storia quandocompare la scienza: da storici sta qual è, Croce sostiene che storia e scienza si implicano, e non siescludono. Inoltre critica la visione triadica della dialettica come tesi-antitesi-sintesi, troppo"scolastica", ed accusa Hegel di aver concepito la dialettica solo come "sintesi degli opposti": perCroce la dialettica è invece anche "nesso dei distinti", cioè dei "gradi" dello Spirito, che sono diversi,ma non in un necessario rapporto di opposizione. La sintesi hegeliana degli opposti non è per Croceuna semplice "coincidenza degli opposti", né un' opposizione irriducibile tra due termini (ciòequivarrebbe a ricadere nel dualismo), ma una concreta sintesi. Hegel, secondo Croce, non ha capitoche la realtà non è fatta solo di opposti, ma anche di distinti: ad esempio, fantasia ed intelletto nonsono opposti, ma distinti, come anche economia e morale. La nuova dialettica, la realtà dello Spirito,secondo Croce, dovrà quindi essere, oltre che sintesi degli opposti, anche nesso dei distinti, come sievince dal seguente schema:

ATTIVITA' FASI o gradi"CATEGORIE"

DISTINTI OPPOSTIVITA REALE (CONCRETA) = = > TEORETICA - -> A) ESTETICA------> bellolbrutto

(PENSIERO)- - - > B) LOGICA---------> vero/falso

+ + +

DELLO SPIRITO = = = = = = = = > PRATICA - - - - > A) ECONOMIA----> utile/dannoso(AZIONE) - - - - -> B) ETICA-----------> bene/male

STORIACroce ammette 4 gradi dello Spirito, 2 teoretici (estetica e logica) e 2 pratici (economia ed etica).L'arte è intuitiva, fondata sulla fantasia, mentre la logica è intellettiva, fondata sui concetti.L'economia è fondata sull'utile, individuale o di gruppo, mentre l'etica è fondata sul bene universale.La religione non è una forma dello Spirito: le forme dello Spirito sono 4, di cui 2 teoretiche (arte =>bellolbrutto; logica => vero/falso) e 2 pratiche (economia => utile/dannoso; etica => bene/male).Lo Spirito è nesso dei distinti, ma anche unità dei distinti, in senso vichiano, poiché lo Spirito è tuttoin ognuna di queste forme e passa dall'arte alla logica all'economia all'etica, per poi tornare all'arte ecosì via. Ogni momento della vita dello Spirito condiziona il successivo, in modo circolare eprogressivo, ma mai ripetitivo, cosicché l'attività teoretica condiziona quella pratica; la vita circolaredello Spirito non è mai ripetitiva, ma ogni volta si arricchisce. Ogni momento dello Spirito contienein sé l'Assoluto, lo Spirito stesso, per cui, nella sua storia ideale eterna, ogni momento dello Spiritopuò essere il primo e l'ultimo della catena. La realtà non è fatta solo di opposti, come bello/brutto,ma anche di distinti (arte/logica, economia/etica): l'opposizione è all'interno dei distinti.La vita dello Spirito (Assoluto, nel senso hegeliano di "movimento", "lavoro", ma anche crociano,di "Storia") non è quindi solo "sintesi degli opposti", ma anche "nesso dei distinti".La vita dello Spirito ha quindi due attività, una teoretica ed una pratica, che non sono opposte, comenon sono opposte estetica e logica, economia ed etica, che sono quindi fasi distinte, che Crocechiama "categorie", ma non opposte, della vita dello Spirito. L'opposizione ha invece luogoall'interno dei distinti, nei gradi delle categorie delle attività della vita dello Spirito (cfr. schema). Siagli opposti che i distinti hanno comunque in comune il fatto che si implicano vicendevolmente: siimplicano, quindi, distinguendosi, e proprio nella implicazione-distinzione consiste la vita delloSpirito, che è una vita concreta, reale, non astratta: è storia. Croce definisce tale vita dello Spirito

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con un'espressione desunta dall'opera fondamentale del Vico, Principi di una Scienza Nuovaintorno alla comune natura delle nazioni: "storia ideale eterna", con i suoi "corsi e ricorsi" eterni;sia i distinti che gli opposti hanno uguale funzione nella vita dello Spirito. Negli opposti, i terminipositivi (bello, vero, utile, dannoso) sparirebbero senza quelli negativi (brutto, falso, dannoso, male).Il termine positivo supera un'opposizione, un negativo, e lo invera come positivo. E' questa la vita: ilcamminare è un "cadere continuo". Lo Spirito, nel suo complesso, come si deduce dallo schema, èunità di pensiero ed azione, perché la storia è pensiero ed azione, come affermerà più tardi il filosofonelle sue opere Teoria e storia della storiografia (1917) e La Storia come pensiero e come azione(1938).3. Le attività teoretiche dello Spirito: a) estetica.el Breviario di estetica (incluso nei Nuovi saggi di estetica, 1920) Croce sostiene che tutti sanno

cos'è l'arte, o almeno ne hanno una vaga idea, in quanto altrimenti non si porrebbero questadomanda; Croce dà qui, inoltre, una prima definizione di "arte" come "sentimento lirico".Nell' Estetica come scienza dell'espressione e linguistica generale (1902, l'opera è nota anche come'Grande Estetica' ) Croce afferma che tale "sentimento lirico" è "conoscenza intuitiva" ed è unacategoria perfettamente autonoma e irriducibile alle altre tre categorie dello Spirito (logica,economia, etica), come si comprende dalla dialettica crociana intesa come nesso dei distinti. Piùprecisamente, Croce sostiene che l'arte è una forma d'espressione individuale: l'espressione nascenaturalmente dall'intuizione, è uno spontaneo prodotto dell'intuizione, perché prima si intuisce e poisi esprime. Il nesso tra intuizione ed espressione è una "sintesi a priori estetica"; Croce usa questaterminologia kantiana perché nell'arte non c'è differenza tra forma e contenuto, che costituisconoperciò tale sintesi; scrive infatti Croce che "il sentimento senza l'immagine è cieco, e l'immaginesenza il sentimento è vuota" (cfr. Breviario di estetica, in Nuovi saggi di estetica, 1920), ilsentimento è quindi il "contenuto" dell' immagine, che costituisce il "contenente", il 'ricettacolo'.Mediante il sentimento, l'arte acquista non un valore particolare, ma universale, cosmico, in quanto ilsentimento artistico ci consente di guardare l'universo con la luce dell'intuizione (cfr. li carattere ditotalità della espressione artistica, in Nuovi saggi di estetica): "il singolo palpita della vita del tutto,e il tutto è nella vita del singolo". Scrive ancora il filosofo che "In ogni accento di poeta, in ognicreatura della sua fantasia, c'è tutto l'umano destino, tutte le speranze, le illusioni, i dolori e le gioie,le grandezze e le miserie umane, il dramma intero del reale, che diviene e cresce in perpetuo su sestesso, soffrendo e gioendo". Per Croce è quindi impossibile non riuscire ad esprimere ciò ches'intuisce: tanto s'intuisce ed altrettanto si esprime. L'intuizione non è una prerogativa dei grandiartisti o dei geni, ma è comune a tutti gli uomini; la differenza tra uomini comuni e geni è soloquantitativa e non qualitativa, l'artista intuisce' di più' rispetto all'uomo comune. Ognuno di noi èquindi un piccolo poeta, un piccolo musicista, un piccolo artista che non sa creare, ma che ricrea, inquantità minore rispetto al genio.Croce nega inoltre la distinzione tra generi letterari (comico, drammatico, epico, lirico, eccetera), inquanto l'arte non conosce questi confini, che sono invece propri dell' intelletto: la separazione ingeneri letterari è per Croce un'intrusione della categoria della logica in quella dell'estetica (Croce faqui propria, come si comprende, una tesi romantica, di estrazione manzoniana). Anche il'linguaggio,inteso come espressione, è arte, è una forma artistica, e le distinzioni grammaticali del linguaggiocostituiscono una nuova intrusione della logica nel!' estetica. Il Bello, sostiene in seguito l' estetologo,appartiene solo allo Spirito, e la bellezza fisica non esiste, è solo il risultato di una tecnica artistica, ele "tecniche artistiche" appartengono all'attività pratica, non a quella estetica. L'artista, per Croce,'scompare', in quanto non è altro che la sua arte: Dante e Shakespeare sono "la loro opera poetica","il poeta è nient' altro che la sua poesia". Questo lo si comprende solo tenendo presente la tesiidealistica, secondo cui ad agire non è l'uomo, ma è lo Spirito attraverso l'uomo; l'uomo, l'artista, èquindi solo un mezzo, ed in questo consiste quindi la spiritualità dell'arte, l'arte intesa come attivitàdello Spirito. Si consideri la seguente mappa concettuale:ARTE = SENTIME TO LIRICO INDIVIDUALE = > INTUIZIONE < = = > ESPRESSIONE

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(presente in tutta l'umanità, in quantitàmaggiore o minore, ma non solo nei geni)

IlIl

IlIl\ /V

CONTENUTO

IlIl\ /V _

SENTIMENTO

IlIlIlIl

\ /V

FORMA <= =>

IlIl

\ /V

IMMAGINE < = = >IlIl\ /V

SINTESI A PRIORI ESTETICAIlIl\ /V

VALORE UNIVERSALE DELL' ARTE = >= > UNO < = = > TUTTO;SPIRITO = ARTE => ARTE =/= AR TIST A =>=>SPIRITO => artista => ARTE;ARTE =/= GENERI LETTERARI (LOGICA);ARTE => LINGUAGGIO (ESPRESSIONE);ARTE =/= GRAMMATICA (LOGICA).

4.Le attività teoretiche dello Spirito: b) logica.La logica è per Croce la seconda categoria dello Spirito e studia il concetto (cfr. Logica comescienza del concetto puro, 1905), che non è un'astrazione, come si è già visto a proposito delladiscussione crociana del pensiero di Hegel, ma un universale concreto, che Croce chiama anche"trascendentale". Il concetto è conoscibile in quanto non è un 'atto muto' dello Spirito, ma espresso,'parlato' (come 'parlate' sono le attività pratiche dello Spirito, vale a dire l'economia e l'etica). Ilpensiero è anche un parlare: "chi non sa esprimere un concetto, non lo possiede", la chiarezzadell'espressione è l'esatto specchio della chiarezza del pensiero. Il concetto puro, come si è detto, èconcreto, e non va confuso con le rappresentazioni astratte, che sono di due tipi: a) empiriche (adesempio, "gatto", "rosa", che in quanto denominazioni astratte, non hanno immediata corrispondenzaconcreta nella realtà), b) pure (sono quelle matematiche, come, ad esempio, il "triangologeometrico", che non trovo mai nella realtà). Tali rappresentazioni astratte sono definite "pseudo-concetti" ed hanno una mera utilità pratica, e rientrano quindi nell'economia, la terza attività dellavita dello Spirito, un'attività quindi pratica e non teoretica: non rientrano perciò nella logica. Croceprende le distanze, in questo caso, dagli idealisti tedeschi, che consideravano gli pseudo-concetticome appartenenti al regno dell'Intelletto ed i veri concetti come indagati dalla Ragione, consideratasuperiore all'Intelletto dallo stesso Hegel, in quanto sugli peudo-concetti non indagherebbel'Intelletto, ma sarebbero oggetto, come si è visto, dell'economia. Occorre quindi. per Croce,restituire tutta la sua dignità all'Intelletto e considerarlo come sinonimo di Ragione.Croce concorda comunque con Hegel per quanto riguarda invece il vero concetto, che è pensiero,movimento, e quindi giudizio, una forma di sillogismo: concetto vero, pensiero, giudizio esillogismo, sia per Hegel che per Croce, vengono quindi a coincidere.

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Ma la tesi crociana più originale nell' ambito della logica riguarda la corrispondenza tra pensiero e,come si è visto, espressione parlata, in quanto il pensiero è anche un parlare e chi non sa esprimersinon sa neanche pensare: tale stretta corrispondenza comporta anche quella tra filosofia (pensiero) estoria (che è l'azione del pensiero, il pensiero in parole), che "non solo si condizionano a vicenda, maaddirittura s'identificano". Scrive ancora Croce: "Il pensiero creando se stesso, crea la storia. Né lastoria precede la filosofia, né la filosofia la storia: l'una e l'altra nascono a un parto".In questa coincidenza di filosofia e storia consiste la "sintesi a priori logica".Si consideri la seguente mappa concettuale:LOGICA = CONCETTO (UNIVERSALE CO CRETO, ON ASTRATTO) == > PENSIERO < == > PAROLA (i concetti si esprimono, chi non sa esprimere un concetto non lo possiede);PSEUDOCONCETTI = RAPPRESENTAZIONI ASTRATTE =/= LOGICA = > a) empiriche

> b) pure(geometriche)

IlIlIl\ /V

hanno un'utilità pratica = >= > ECO OMIA (NONLOGICA)

5. Le attività pratiche dello Spirjto: a) economia. Rapporti con Machiavelli ed Hegel.La filosofia pratica costituisce forse la parte più debole del pensiero crociano. L'attività pratica delloSpirito si differenzia da quella teoretica perché non produce conoscenze, non contempla, ma agisce:l'azione è per Croce un'azione della volontà, non c'è azione senza volontà, né volontà senza azione.Se il fine della volontà è individuale si ha l'attività economica: anche il diritto e la politica, cioè lascienza dell'amministrazione dello Stato, rientrano, per Croce, nell'economia; lo Stato non ha quindiun carattere etico, ma utilitaristico, economico, come affermava Machiavelli. Croce si dimostrapertanto vicino a Machiavelli, ma lontano, in questo caso) dalla concezione hegeliana di "Statoetico", espressa da Hegel nell'Enciclopedia delle scienze filosofiche in compendio. Croce concordacon Machiavelli anche sull'autonomia della politica. La forma ideale di Stato, per Croce come perHegel, è la monarchia costituzionale liberale, e non la repubblica (a differenza, quindi, diMachiavelli), in politica, e liberista in economia (a differenza, in questo caso, di Hegel, che avevacondannato l'egoismo delle società liberali di tipo lockeano).Si consideri quindi il presente schema: ECO OMIA = AZIONE VOLITIVA INDIVIDUALE =

=DIRITTO, POLITICA => STATO UTILIT ARlSTICO, NON ETICO.6. Le attività pratiche dello Spirito: h) etica.L'etica è per Croce sempre un'azione della volontà, ma a differenza dell'economia, il fine èuniversale, e non individuale. Questo fine universale trascende le singole azioni etiche, non è quindiutilitaristico, ma è la vita reale dello Spirito stesso, è la Libertà. In questo caso Croce. riprende unatesi hegeliana. L'etica crociana, come etica della libertà, culmina nella radicale condanna morale delfascismo, negazione di ogni libertà, e di ogni regime autoritario, ed è proprio questo il motivo dellarottura tra Croce e Gentile. Croce condanna ogni regime autoritario e totalitario, compresi quellid'ispirazione marxista, come quelli filosovietici. Croce prende le distanze dalle tesi schilleriane eromantiche dell' etica come "anima bella" e sostituisce la "religione della libertà", unica religionecivile di ogni uomo libero. Il bello ed il bene appartengono a categorie diverse, secondo Croce, adifferenza delle tesi romantiche e schilleriane. Si consideri quindi il presente schema:ETICA = AZIONE VOLITIVA UNIVERSALE = VITA DELLO SPIRITO = LIBERTA'(condanna di ogni dittatura).7. La storia come pensiero e come azione.

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La concezione storica crociana è espressa in Teoria e storia della storiografia e ne La storia comepensiero e come azione (I 938), In questa seconda Croce afferma che la storia è la vera conoscenzadella realtà, la vera "sintesi a priori" tra intuizione e categoria, è la vera conoscenza dell'universaleconcreto, e la conoscenza storica "è tutta la conoscenza": Croce fonda così lo "Storicismo assoluto",La storia si differenzia dalla cronaca, che è semplice narrazione di fatti, la storia non biasima e nonloda, ma è la vera, imprescindibile forma di conoscenza del reale: si notano qui gli influssi vichiani,mazzinianÌ, hegeliani, risorgimentali, La storia, qualsiasi storia, è inoltre per Croce "sempre storiacontemporanea" perché è giudizio storico che rivive e si attua nella vita presente dello Spirito (ilgiudizio storico risponde sempre ad un bisogno pratico attuale), nel tempo presente, nello Spirito delTempo (è questa una posizione che riprende la tesi hegeliana dello Zeitgeist = Spirito del tempo), Lastoria si esplica in maniera circolare come lo Spirito (Croce ha una visione ciclica, circolare, quindidella storia, come i Greci, e non lineare, come era invece quella di Agostino), La storia implica quindila coincidenza tra storia e filosofia, giudizio storico e giudizio filosofico: la filosofia è lagiustificazione razionale immanente alla storia, grazie alla quale i fatti rivivono e si animano nella vitapresente dello Spirito, La storia ha inoltre un valore catartico perché stimola ad agire: conoscerestoricamente il passato significa riscattarsi da esso, La storia implica inoltre il nesso tra pensiero edazione, perché la conoscenza storica è, al tempo stesso, stimolatrice di azione e stimolata dall'azionestessa, Croce afferma che ogni filosofia che non si risolve nella storiografia è morta: la filosofiaillumina i dati storici, Una filosofia astratta dai fatti storici è negata da Croce, la vera filosofia èriflessione sulla storia, è quindi storiografia (si nota qui l'influsso vichiano del "verum et factumconvertuntur"). La vera filosofia è storiografia e quindi filosofia della storia: Croce ha così fondato ilNeoidealismo come storicismo assoluto,Si consideri la seguente mappa concettuale:STORIA = CO OSCENZA DELL'UNIVERSALE = > SEMPRE STORIA CO TEMPORANEA= GIUDIZIO STORICO CHE SI ATTUA NEL PRESE TE = > F~OSOFIA (PENSIERO) +

STORIA (AZIONE)ID.GIOVANNI GENTll.,E E IL NEOIDEALISMO COME "ATTUALISMO".1. Vita ed opere.Giovanni Gentile nacque a Castelvetrano, in Sicilia, nel 1875, Fu allievo di Donato Jaia alla "ScuolaSuperiore Normale" di Pisa, che gli fece amare il pensiero di' Spaventa, da cui il suo Attualismoprenderà le mosse, Dopo aver insegnato alcuni anni nei licei, divenne docente alle Università diPalermo, Pisa, ove successe a Jaia, e Roma, Collaborò con Croce alla rivista "La Critica", ma, aseguito dell' adesione di Gentile al fascismo, si ruppe tale collaborazione, Divenne Senatore del regnod 'Italia e, nel 1922, ministro della Pubblica Istruzione: a lui si deve la riforma scolastica italiana, chesi dimostrò validissima, anche se Gentile, in proposito, proseguì il disegno di riforma progettato daCroce. Gentile aderì al fascismo, ma prese le debite distanze di fronte al delitto Matteotti Ideò ecollaborò all'Enciclopedia Treccani (prende il nome dal senatore che aveva fondato l'IstitutoTreccani), che ancora oggi costituisce un punto di riferimento utile di consultazione per tutti gliitaliani. Vide nel fascismo l'espressione della razionalità e dello spirito e rimase fedele al fascismoanche dopo la caduta di Mussolini (25 luglio 1943), durante la Repubblica di Salò, el 1944 venneucciso da ignoti, probabilmente comunisti, davanti alla sua casa di Firenze. Le opere di G~ntile sononumerosissime. La "Fondazione Gentile" ne ha approvato una edizione completa in 55 volumi, divisim:a) opere sistematiche (voli, ]/9);b) opere storiche (volI. ] 0/35);c) opere varie (volI. 36/45);d) frammenti (voli. 46/55);e) un epistolario in vari tomi,Le sue opere teoretiche più importanti sono L'afta del pensiero come atto puro (1912); La riformadella dialettica hegeliana (1913); Sommario di pedagogia come scienza filosofica «1913-14); La

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teoria generale dello Spirito come atto puro (1916, è questa l'opera che ebbe maggior successodivulgativo); Sistema di logica come teoria del conoscere (1917-22, è questa l'opera consideratadagli studiosi come la più profonda del pensiero gentiliano); Discorsi di religione (1920); Filosofiadell 'arte (1931).2.La riforma della dialettica hegelianaCome Croce, anche Gentile considera Hegel come suo maestro, ma il torto di Hegel per Gentile, fuquello di aver prodotto, a causa dei residui del platonismo che Hegel si porta dietro (cfr. Rapportodello scetticismo con la filosofia, in cui esalta il Parmenide di Platone,) una "dialettica del pensato",che distingue il mondo reale, gli oggetti, dal Pensiero, dall'Idee.La revisione della dialettica hegeliana costituisce il cuore del sistema gentiliano. Gentile distingue inproposito due forme di dialettica: a) quella antica, di derivazione platonica; b) quella moderna, diderivazione kantiana ed hegeliana. La dialettica antica è per Gentile negativa perché Platoneconsiderava le Idee come oggetti separati dal pensiero e condizionanti il pensiero, è quindi unadialettica del pensato; b) la dialettica moderna è una dialettica del pensare, un'attività del pensieroche pensa, senza condizionamenti esterni, a differenza della dialettica antica, in cui il pensiero eracondizionato dalle Idee. Le due dialettiche sono assolutamente inconciliabili. La dialettica modernatrova in Hegel la sua più matura realizzazione, ma in Hegel permangono, afferma Gentile, residui diplatonismo, come Hegel stesso aveva affermato e come si è già detto.E' fondamentale, per Gentile, fondare una dialettica del pur pensare, del pensante, cioè del soggettoche pensa. Nessuna realtà è tale se non nell'atto in cui viene pensata, conoscere significa ricondurretutto all' Atto del Pensiero: è questo il eoidealismo che Gentile intende come Attualismo. L'atto delpensiero è un atto creatore nel senso che pone gli oggetti, siano questi l'io, gli altri individui, Dio o lanatura, che per il soggetto esistono solo in quanto vengono pensati: è quindi il Pensiero che pone ilmolteplice, lo pone come attività pratica, come prassi. A questa importanza della prassi era, perGentile, arrivato anche Marx, che tuttavia non ha capito che a fondamento della prassi vi è ilPensiero. Ogni oggetto non è altro che un pensiero realizzato, concretizzato, che viene proiettatofuori dall'Io pensante. In questo modo Gentile supera la dialettica antica, la dialettica di Platone, cheera una dialettica del pensato, in quanto separava le idee dalla realtà. Così Gentile riforma ladialettica hegeliana come identità di reale e razionale .. Il pensiero in atto è Universale,Trascendentale, Assoluto. Con l'atto universale e creatore del Pensiero, il singolo soggetto supera lapropria universalità e si pone come Universale. Quello gentiliano è un sistema monistico chericonduce ogni realtà al soggetto pensante: niente esiste al di fuori del soggetto pensante. Nell'attodel Pensiero vi è la vera libertà del soggetto, che è una libertà assoluta, creativa, mentre gli oggettidel pensiero, come gli altri individui, Dio, la natura, gli stessi errori, sono necessari all'attivitàpensate del soggetto. Questo Soggetto Assoluto, Universale, Trascendentale è chiamato ancheAutoctisi. La riforma della dialettica hegeliana consisterà quindi nell' eliminare ogni residuo diplatonismo, per farne una "dialettica del puro pensare". Croce si era già mosso in questa direzione,riducendo la dialettica allo Spirito, ma aveva introdotto il "nesso dei distinti" che Gentile non accetta,perché per Gentile non esistono "categorie" e "gradi" dello Spirito, lo Spirito è uno solo, Atto Puro,ed in esso si risolve tutta la realtà: nasce cosÌ l'Attualismo. Si consideri il seguente schemariepilogativo:DIALETTICA ANTICA (PLATONE) PENSIERO UMANO / < = = PE SARE (IDEE);DIALETTICA MODERNA (KANT, HEGEL): PENSIERO < = = > PE SARECROCE: PE SIERO CO CATEGORIE E GRADI, COME "NESSO DEI DISTINTI";GENTILE: PE SIERO COME ATTO PURO, UNICO, UNITO (SE ZA DISTINZIONI).3. Teoria generale dello Spirito come atto puro.Lo Spirito è per Gentile Atto Puro, Autoconcetto: lo Spirito pone sé stesso, in primo luogo, e ponegli oggetti, in un secondo momento, che riassorbe interamente in sé.Non ci sono molte realtà da comprendere, ma una sola, pur nella sua molteplicità di momenti: loSpirito stesso, il pensiero stesso. Afferma Gentile in proposito: "II pensiero non conosce se non

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realizzando sé stesso, e quel che conosce non è altro che questa stessa realtà che si realizza".L'unico, vero concetto è il soggetto stesso, che è Pensiero, Spirito, Atto Puro, quindi"Auto concetto", che si auto pone e si autoconosce: conoscendo sé stesso, il soggetto conoscel'oggetto, perché l'oggetto è immanente allo Spirito, che è il soggetto stesso. Conseguentemente aciò Gentile risolve anche il rapporto tra forma e contenuto: la forma è il soggetto, il contenuto è lamateria, l'oggetto, l'esperienza: l'Attualismo di Gentile è anche un assoluto formalismo, perché ilcontenuto è riassorbito interamente nella forma.Mediante l'Attualismo Gentile spiega anche il male e l'errore, che sono ciò che lo Spirito si trovadavanti come negazione di sé, ma lo Spirito nega questa negazione, ed in questo consiste la vita dellospirito; il male e l'errore sono quindi "l'interna molla onde lo Spirito progredisce". L'errore èsuperato dall'atto del Pensiero e ricondotto al Pensiero. L'errore ed il male sono quindi momenti delvero che possono essere ricondotti al vero, e questo vale sia in sede teoretica che pratico-morale. Ilmale e l'errore sono quindi il "combustibile" di cui ha bisogno la fiamma dello Spirito per bruciare,non sono realtà separate dal Pensiero, dalla Verità, dallo Spirito, dali' Assoluto, ma momenti dellavita dello Spirito (corrispondono alle "negazioni determinate" della Fenomenologia dello Spirito).Lo Spirito è quindi, oltre che Autoconcetto, Atto Puro e Forma Assoluta, anche Bene e Verità.Anche la atura è considerata un oggetto, che viene riassorbita nell'Io. Si consideri la seguentemappa concettuale:SPllUTO=PE SffiRO=ATTOPURO=AUTOCO CETTO=SOGGETTO=FO~=BENE=VEROOGGETTO = CONTENUTO = MALE = ERRORE = ATURA = STORIA = => SPllUTO,VERO4. Sistema di logica come teoria del conoscere.La riforma gentiliana della dialettica hegeliana implica quindi tre momenti: 1) il soggetto pone séstesso, altrimenti non ci sarebbe chi pensa (coscienza di sé); 2) il soggetto pone l'oggetto, altrimentinon ci sarebbe niente da pensare (coscienza dell' altro): 3) soggetto ed oggetto sono immanenti alloSpirito (coscienza di sé, che è anche coscienza dell'altro), che è la vera realtà del pensiero, perché"niente è reale fuori del pensiero" (Gentile riprende qui la tesi hegeliana per cui" Tutto ciò che èreale è razionale e tutto ciò che è razionale è reale"). Sono, questi 3 momenti, Soggetto, Oggetto,Identità di Soggetto ed Oggetto, o Tesi, Antitesi, Sintesi. Di conseguenza, osserva Gentile,riprendendo una tesi vichiana, la storia del mondo non è altro che la rappresentazione empiricadell'eterna vittoria dello Spirito sulla Natura, del Bene sul male, è quindi una "storia ideale eterna",natura e storia, in quest'ottica, coincidono (si nota come l'Attualismo gentiliano prenda qui ledistanze dallo storicismo crociano e riprenda invece il pensiero fichtiano per quanto concerne lariconduzione del male e dell'errore al bene). Ai tre momenti dello Spirito, Gentile fa corrispondererispettivamente l'arte (che è il momento della soggettività astratta ed isolata, è puro sentimentoineffabile, Gentile ha una concezione romantica dell'arte come pura soggettività), la religione (che èil confronto con l'oggetto, in cui Dio viene concepito come realtà esterna al soggetto, ed in tal sensola religione nega l'autosufficienza del Pensiero, che sarebbe "etero-ctisi", cioè "creato da altro", daDio) e la filosofia (o scienza, che è la sintesi dei due momenti precedenti, è "autoctisi", cioè auto-creazione, autocoscienza che ritorna in sé riconducendo a sé la realtà che ha posto in un primomomento, in questo senso la Filosofia come Pensiero è Assoluto, è espressione dell'Assoluto): inquest' accezione Gentile concepisce la dialettica come Hegel, come sintesi degli opposti, e non comenesso dei distinti, prendendo così le distanze da Croce. A Croce, che aveva accusato gentile di averprodotto un "assoluto mistico", in quanto riassorbe tutto nel Pensiero Indistinto, Gentile risposepolemicamente negando i distinti di Croce: non esistono categorie all'interno dello Spirito, ed ilnesso crociano dei distinti è per Gentile solo un'astrazione di parole.Nelle pagine conclusive del Sistema di logica come teoria del conoscere (1917-22) Gentile rispondead alcune obiezioni alla sua filosofia, che era stata accusata di panteismo, sostenendo che per ipanteisti Dio, che è Spirito, è nella Natura, mentre per l'Attualismo la religione, come si è visto, nonè spirito, ma oggettività. Anche se fortemente attaccata, quest'opera è stata considerata daglistudiosi la più profonda del pensiero gentiliano. A quanti lo avevano accusato di aver prodotto una

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"filosofia teologizzante", Gentile rispose testualmente: "E perché no? (. ..). L'importante è pensare: ilpensare è la virtù maggiore, diceva Eraclito ( ... ). Il pensare è vivere vita immortale". Se essere"teologi", affermava Gentile, vuoi dire divinizzare il pensiero, come aveva fatto Eraclito, alloral'Attualismo può essere considerato una "filosofia teologizzante". Si consideri la seguente mappaconcettuale:l)SOGGETTO < = = > SOGGETTO, ARTE;2)SOGGETTO = = > OGGETTO (ANCHE COME NATURA, MALE, ERRORE, RELIGIONE);3)SOGG. + OGG. = SPIRITO (INTESO COME SOGGETTO CHE TUTTO PONE, FILOSOFIA).STORIA = SPIRITO = = > ATURA; => ATURA = STORIAPANTEISMO: SPIRITO = DIO = ATURA;ATTUALISMO: RELIGIONE = OGGETTO, SPIRITO = PE SIERO.5. Filosofia e storia.Gentile, nonostante le distanze di cui abbiamo parlato, concorda con Croce e con Vico sulla sintesi distoria e filosofia, che coincidono e s'identificano in un unico circolo: non si può filosofare senzaconoscere la storia e l'unica filosofia possibile è una filosofia della storia, afferma Gentile in totaleantitesi con la cultura positivistica.Ogni sistema filosofico esprime la spiritualità del Pensiero, l'assolutezza del Pensiero in undeterminato periodo storico: in tal senso la filosofia coincide con la storia di un particolare momentoe la storia coincide con la filosofia: la storia è quindi storia della filosofia, del pensiero, e la filosofia èquindi filosofia della storia.L'Attualismo, con Gentile, si pone quindi anche come "filosofia autoritaria del Pensiero", chedomina e riassorbe gli errori dei diversi sistemi filosofici.In questo senso Gentile nega la distinzione tra "res gestae" (la storia che si fa) e "historia rerumgestarum" (la storia che si pensa). Condivide anche la tesi crociana della storia come storiografia.Anche Gentile afferma, come Croce, la perenne contemporaneità della storia, ma in modo diverso daCroce: la contemporaneità della storia in Gentile si comprende solo tenendo presente il Pensierocome Atto. Il Pensiero, come Atto Puro, è sempre, è quindi eterno e fuori dal tempo e dalla storia,fuori dalle scansioni temporali di passato, presente e futuro, ma il tempo, la storia, per svolgersi, habisogno del Pensiero: il Pensiero come Spirito possiede la totalità del tempo al suo interno, in modotale che sia il passato che il futuro siano ugualmente presenti nello Spirito, che contiene in sé ognipossibile tempo, per cui ogni scansione del tempo è sempre presente nello Spirito; in questo senso sispiega per Gentile la contemporaneità della storia.6. La politica.Gentile riprende Hegel anche sul piano politico e si oppone alla visone crociana dello Stato liberale:lo Stato gentiliano è uno Stato etico, incarnazione dello Spirito, è uno Stato potente, che eliminaogni distinzione tra privato e pubblico, in quanto la sfera privata non deve frenare l'attività delloStato. Lo Stato è dotato di una sua immanente etica che non ha niente fuori di sé o sora di sé: lamorale, cioè la ricerca del bene, e la libertà, hanno senso solo all'interno dello Stato (si notano quiechi fichtiani de Lo Sfato commerciale chiuso per quanto riguarda l'idea dello Stato forte, cheriassorbe le singole libertà individuali riconducendole alla Volontà dello Stato). Lo Stato gentiliano èuno Stato etico perché educa gli individui alla libertà, che è solo quella dello Stato, non quellaindividuale. Lo Stato gentiliano è inoltre corporativo e protezionistico in materia economica, comequello fascista. Gli individui non hanno senso come individui isolati (come aveva affermato ancheAristotele nella Politica), ma solo se collocati e riassorbiti in uno Stato; gli individui, consideraticome esseri isolati, sono relativi, solo lo Stato è un Assoluto etico. L'individuo ha quindi senso soloin quanto fa parte di un" oi", di una comunità. Pur riprendendo la concezione dello Stato eticohegeliano, Gentile afferma che famiglia, società civile e Stato non sono momenti distinti, ma son o un"tutt'uno" che è lo Stato stesso. I lavoratori, divisi per mestiere, lavorano per lo Stato, superando ilsindacalismo socialista, che poneva invece un'antitesi ali interno dello Stato con la lotta di classe, esuperando l'egoismo dello Stato liberale, che è individualistico, e non corporativo, non pensa al bene

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dello Stato, ma persegue solo il bene privato. Questo è lo Stato etico teorizzato da Gentile eidentificato nel corporativismo fascista. Come Hegel, anche Gentile afferma che i rapportiinternazionali possono essere risolti solo con la guerra .

..

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ARTE =(presente in tutta l'umanità, in quantitàmaggiore o minore, ma non solo nei geni)

= > INTUIZIONE <==>ESPRESSIONEIl IlIl Il

Il IlIl Il

\ / \ /V V

FORMA <= => CONTENUTOIl Il11 Il\ / \ rV V

IMMAGINE <= => SENTIMENTOIlIl\ /V

SINTESI A PRIORI ESTETICAIlIl\ /V

VALORE UNIVERSALE DELL'ARTE =>= > UNO <= = >TUTIO~SPIRITO = ARTE =>ARTE =/= ARTISTA =>=>SPIRITO => artista =>ARTE;ARTE =/= GENERI LETTERARI (LOGICA);ARTE => LINGUAGGIO (ESPRESSIONE)~ARTE =l= GRA.M:MATICA (LOOICA).

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CROCE: IL NEOIDEALISMO COME STORlCISMO ASSOLUTO (MAPPA CONCEnvALE)

DIALETTICA HEGEUANA = SINTESI DEGLI OPPOSTI (bello/brutto; vero/falso; utile/dannoso; bene/male)DIALETTICA CROCIANA=SINTESI DEGLI OPPOSTI+NESSO DEI DISTlNTI(fantasia/intelletto; economia/etica)

ATTIVITA' DELLA VITADELLO SPIRITO

SINTESI DEGLIOPPOSTI +

NESSO DEIDISTINTI

VITA CIRCOLAREDELL'ASSOLUTO

TEORETICA 1-7ESTETICA1-7LOGICA fantasia/

intellettobellolbruttovero/falso

PRATICA 1-7ECONOMIA utile/dannoso economia!1-7ETICA bene/male etica

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STORIA

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LOGICA = PENSIERO + NOlvfE

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STORIA = FILOSOFIA + STORIA-7CONTEMPORANEITA'Il Il Il PERENNE DELLA STORIA

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STORIA = PENSIERO + AZIONE

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FUNZIONE ETICA E CATARTICA DELLA STORIA

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CONDANNA RADICALE DEL FASCISMO