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www.brividosportivo.it [email protected] anno 84 - n. 36 - Martedì 19 Ottobre 2010 COPIA OMAGGIO FUORI DAL FREZEER, NEL CUORE DELLA CITTA’ di Alessandro Rialti Diciamo la verità: la Fiorentina si è smarrita. La bel- la squadra di questi ultimi cinque anni (sì anche l’ultimo perché nessuno può dimenticare le cose importanti fatte in Champions e comunque fino a febbraio) non c’è più. Pure quella vista a Genova non è la Fiorentina alla quale ci eravamo abituati e affezionati. Ma è anche vero che questa distanza è iniziata ad emergere da tempo, già negli ultimi mesi di Prandelli. E i segnali si erano visti pure prima, dal primo ritiro di Cortina. Non sappiamo ancora perché, ma di colpo la squadra viola e pri- ma ancora la società viola si sono allontanate dal- la gente. E parliamo di tutta la gente, non certo e solo dei giornalisti. Un errore imperdonabile e la squadra viola è stata messa sotto formalina. Fine di tutti gli appuntamenti pubblici (parzialmente ria- perti solo in questi ultimi giorni), fine di interviste, pochi spazi aperti per contatti con la gente, porte chiuse ovunque, anche per gli allenamenti per i quali l’alibi delle settimane piene di impegni sono caduti oramai da tempo. Una squadra surgelata e per questo fredda, impersonale e che nessuno sente più sua. CONTINUA IN ULTIMA Servizio Revisioni Elettrauto Restauro auto d’epoca Diagnosi elettronica Ricarica aria condizionata AUTOFFICINA AUTO DUE V. del Pollaiolo 4/r FIRENZE Tel. 055.700816 www.autodue-firenze.com [email protected] Dal Mercafir a Marassi... Il piano B NUOVA OFFICINA RIPARAZIONI MOTO Autofficina Mazzini - Via Mazzini 90 Sesto Fiorentino (FI) - Tel/Fax 055-444746 DIAGNOSI ELETTRONICA CLIMATIZZATORI ELETTRAUTO SERVIZIO REVISIONI TAGLIANDI NEL PERIODO DI GARANZIA Via Della Pesa, 67 - Montelupo Fiorentino tel. 0571 913326 MENù PESCE o MENù BISTECCA € 30 (bevande comprese) - LA PIZZA GIOVANE - - speciale FRITTURA FIORENTINA - sconto 10% A TUTTI GLI ABBONATI ALLO STADIO Ristorante - Pizzeria - Enoteca in vecchio mulino del 1400 aperto pranzo e cena dal 1914 il ristoro più conosciuto di Firenze VIALE MALTA, 5R - FIRENZE - TEL. 055 679556 Gusto, buon Prezzo e Qualità Gusto, buon Prezzo e Qualità A DUE PASSI DAL FRANCHI PANINI e FOCACCE più buoni di Firenze APERITIVO di qualità, abbondante e gustoso PRANZO a prezzi più che ragionevoli

Brivido Sportivo n.36

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Il brivido sportivo n. 36 del 19 ottobre 2010

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www.brividosportivo.it [email protected] 84 - n. 36 - Martedì 19 Ottobre 2010

COPIAOMAGGIO

FUORI DAL FREZEER, NEL CUORE DELLA CITTA’ di Alessandro RialtiDiciamo la verità: la Fiorentina si è smarrita. La bel-la squadra di questi ultimi cinque anni (sì anche l’ultimo perché nessuno può dimenticare le cose importanti fatte in Champions e comunque fino a febbraio) non c’è più. Pure quella vista a Genova non è la Fiorentina alla quale ci eravamo abituati e affezionati. Ma è anche vero che questa distanza è iniziata ad emergere da tempo, già negli ultimi

mesi di Prandelli. E i segnali si erano visti pure prima, dal primo ritiro di Cortina. Non sappiamo ancora perché, ma di colpo la squadra viola e pri-ma ancora la società viola si sono allontanate dal-la gente. E parliamo di tutta la gente, non certo e solo dei giornalisti. Un errore imperdonabile e la squadra viola è stata messa sotto formalina. Fine di tutti gli appuntamenti pubblici (parzialmente ria-

perti solo in questi ultimi giorni), fine di interviste, pochi spazi aperti per contatti con la gente, porte chiuse ovunque, anche per gli allenamenti per i quali l’alibi delle settimane piene di impegni sono caduti oramai da tempo. Una squadra surgelata e per questo fredda, impersonale e che nessuno sente più sua.

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HANNO COLLABORATOAlessandro Rialti, Saverio Pestuggia, David Fabbri, Laura Parigi, Michela Lanza, Luca Capanni, Francesco Caremani, Dory D’Anzeo, Federica Falciani, Gianni Di Ferdinando, Roberto Gallastroni, Massimo Gianni, Cristina Botteri, Angela Giulietti, Matteo Dovellini, Ruben Lopes Pegna, Sara Lucaroni, Duccio Magnelli, Marco Marucelli, Federico Pettini, GiampieroTosi, Pa.Vi e Enrico ZoiFOTO Poli & Galassi, Alessandro Falsetti

Non basta uno sciagurato minuto per cambiare il giudizio su una partita, potrebbe dire qualche amante del bicchiere mezzo pieno, ma è altrettanto vero che non sarebbe bastato un risultato positivo per mascherare un secondo tempo giocato sulle ginocchia, anche a causa dei tanti infortuni prima e durante la gara di Marassi. La verità, come spesso capita, sta in mezzo: non si può giudicare una squadra quando in campo sono assenti così tanti giocatori, e soprattutto un intero reparto che poi è quello nevralgico, ma la costante di una Fiorentina che continua a perdere, sia pure in maniera diversa ogni volta, non può che essere un campanello d’allarme. Il dato viene da lontano, perché nel girone di ritorno dello scorso campionato i viola hanno messo assieme

la miseria di 17 punti con una media da retrocessione, però è anche vero che rispetto alla squadra dello scorso anno a Genova mancavano tanti elementi, e non c’era soltanto un allenatore nuovo sul quale scaricare le responsabilità. Mihajlovic, intendiamoci, le sue le sbaglia, anche perché portare in panchina un centrocampista anche della Primavera per dare il cambio a un Santana appena rientrato a chiamato a fare cose non da lui, soprattutto sul piano atletico, era una cosa che doveva essere prevista. Inutile, poi, insistere su un Felipe ormai in crisi esistenziale, capace in pochi minuti di fare disastri e di trasmettere insicurezza in un reparto che già fino ad allora aveva retto l’anima con i denti. Detto questo, però, non c’è dubbio che tante responsabilità stanno a monte, in acquisti quando va bene inutili ed in mancati correttivi, cose che ormai sono sotto gli occhi di tutti, e che quindi è inutile sottolineare. Quello che servirebbe, adesso, in un momento di crisi acclarata ed in una stagione nella quale ormai l’unico obiettivo plausibile è la permanenza in categoria, è una figura che abbia il peso e la personalità di gestire la situazione e pilotare la barca fuori dai marosi tenendo la barra dritta. Non può esserlo Corvino, perché non ne ha le caratteristiche anche dialettiche, non può esserlo un allenatore che è sulla graticola, non possono esserlo dirigenti che fanno il loro senza essere padroni e non possono esserlo patron che non fanno i dirigenti. Qualcosa, però, bisogna fare per evitare quello che, per praticità, potremmo chiamare “effetto Effenberg”, e cioè quello di convincersi che con un organico così non si può retrocedere salvo poi accorgersi, quando è tardi, che si può, eccome. Ai viola, per l’appunto, è già successo nel 1993 e nessuno se lo è dimenticato. Intanto una cosa possiamo farla, anzi chiederla al Sindaco Renzi. Bene ha fatto a continuare a lavorare per il nuovo stadio, anche dopo l’addio

alla Cittadella da parte di Andrea Della Valle, ed anche a trovare una soluzione alternativa nell’area Mercafir. Ma c’era proprio bisogno di chiamarla “piano B”?

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TROPPE ASSENZE PESANTI Voci di spogliatoiodi Ruben Lopes Pegna

Un risultato che lascia sbalorditi. E’ difficile spiegare la sconfitta di Genova maturata in appena ses-santa secondi, perché la Fioren-tina per 81 minuti aveva tenuto testa alla Sampdoria, meritando tutto sommato il vantaggio. Certo Frey aveva compiuto due parate straordinarie nel primo tempo sulle conclusioni di Pazzini e Cassano ma nella ripresa il portierone fran-cese era stato chiamato in causa solo su un tiro di Koman. Nel se-condo tempo però è anche vero che la Fiorentina, pur non corren-do rischi eccessivi, non è riusci-ta più a pungere. E questo forse è stato il limite della squadra di Mihajlovic, che ha badato solo a difendere il gol di testa realizzato da Marchionni su assist di Var-gas dopo sei minuti. L’uscita del peruviano per infortunio intorno alla mezz’ora del primo tempo ha complicato le cose ai viola, già privi oltre che di Mutu e Jovetic di quasi tutto il centrocampo, ovvero di Montolivo, D’Agostino, Zanetti e Bolatti. Eppure il 4-4-1-1, schierato da Miha-jlovic, fino a quando è rimasto in campo Vargas (prova fantastica la sua, una spanna sopra tutti), ha funzionato. La squadra era corta ed equilibrata. I due esterni di centrocampo, Marchionni e Vargas, andavano ad aiutare Gilardino e Ljajic in avanti ma rientravano puntuali a difendere, pressando sui centrocam-pisti blucerchiati. Un lavoro massacrante. Donadel e Santana, i due centrali del reparto, poi non perdevano un colpo. Così i quattro centrocampisti, insieme a Frey, alla fine risultavano i migliori. Pasqual, invece, subentrato a Vargas, non avendo le caratteristiche tecniche del compagno, non ha logicamente dato un gran supporto alla manovra offensiva. Nessuna responsabilità da parte sua per carità, ma alla resa dei conti alla Fiorentina è mancato un altro centrocampista. E’ andato tutto bene comunque fino al 36’ della ripresa, anche se i viola dopo un’ora apparivano un po’ stanchi (“Il calo del secondo tempo – spiegava a fine

gara Mihajlovic - era peraltro comprensibi-le”). Poi in un minuto il gol su punizione di Ziegler e quello di Cassano. E a quel punto addio sogni di gloria. Restava così una gran-de amarezza e soprattutto l’ultimo posto in classifica che adesso mette non solo ma-linconia e tristezza ma anche paura. Ma il tecnico viola si dimostrava fiducioso sul futu-ro. “Usciremo dalla crisi – affermava – L’im-portante è scordarsi la sconfitta di Marassi e continuare a lavorare come stiamo facendo. Così ci toglieremo quanto prima da questa situazione. Io sono convinto che il posto in classifica cui può ambire la mia squadra è il quinto o il sesto. Presto lotteremo per questi obiettivi. So che in queste situazioni è facile cambiare l’allenatore ma io non mollo e vado avanti per la mia strada”.Ora comunque la Fiorentina non può più permettersi passi falsi, anche se il suo cam-mino non è certo agevole. Mihajlovic a no-stro avviso però non ha alcuna responsabi-lità sulla sconfitta di Marassi. La Fiorentina, infatti, ha palesato grandi progressi rispetto alle ultime partite e soprattutto per la prima volta ha giocato da squadra. Ha fatto molto meglio di un mese fa quando a Genova pa-

reggiò con i rossoblu di Gasperini. Allora in molte fasi dell’incontro era rimasta in balia degli avversari, mentre domenica ciò non è avvenuto. Ma un fatto cer-to. Non si possono regalare alla Sampdoria tanti giocatori così importanti. Le assenze hanno influito sul risultato. Mihajlovic era logicamente amareggiato. “Abbiamo giocato una buona gara – ha affermato – e ai ragazzi non posso rim-proverare niente. La sconfitta è immeritata. Quando si perde una gara così c’è rammarico e dispiacere. Se non subivamo il gol di Ziegler, che ci ha tagliato le gambe, il risultato sarebbe stato diverso. Ma questo è il calcio. Negli spogliatoi alcuni giocatori piangevano, a dimostrazione di quanto attaccamento abbiano alla maglia viola. Io comunque ho la coscienza a posto e sono sereno, anche se i risultati non stanno arrivando”. Con il Bari sabato prossimo, però, la vittoria è d’obbligo. Sarà importante comunque che i giocatori scendano in campo senza paura. Può essere la paura in questo momento il vero pericolo per la Fiorentina.

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O’ Professoredi Saverio Pestuggia

Una Fiorentina che gioca abbastanza bene per un tempo, questa volta si trat-ta del primo, per poi entrare in trincea nella ripresa fino ad arrivare alla resa incondizionata avvenuta a 10 minuti dal termine. Un doppio colpo da ko che ha mandato all’inferno i viola relegando la Fiorentina dopo circa 40 anni all’ultimo posto solitario in classifica.La società continua a predicare calma senza met-tere in discussione l’operato dell’allena-tore viola che ieri sera, dopo la partita, è apparso abbastanza rattristato senza ostentare la sicurezza delle scorse set-timane. Ma veniamo agli aspetti tattici della gara: una fascia sinistra che ap-pare chiaramente in affanno con l’esor-diente Gulan preferito a Pasqual ed anche a Felipe. Quando poi Vargas ha alzato bandiera bianca per il riacutizzarsi del problema muscolare Mihajlovic ha

messo in campo Pasqual nell’inedito ruolo di ester-no alto sinistro con il risultato che il mancino veneto non ha quasi mai visto la palla e la sue presenza è stata impalpabile. Qualche progresso l’ha mostra-to invece Marchionni che per 60’ ha giocato con la vivacità dello scorso campionato arrivando anche a segnare la rete del vantaggio. Bene anche San-tana messo a fare il regista accanto al gladiatore Donadel, ma anche l’argentino dopo una buona ora di gioco è sparito dal campo iniziando a toc-chettare senza più fare l’interdizione necessaria

per il ruolo di centrale. Ancora le note positive date dal solito Donadel che in estate era stato proposto a destra e a manca ed infine nota di merito per Comot-to, uno dei più precisi sul campo di Marassi. Abbiamo parlato bene o benino di molti, ma allora perché la Fiorentina continua a perdere? Certo Felipe non ha dato una mano visto che dalla sua fascia sono nate le due segnature della Samp, e poi il carattere dei giocatori che non hanno più il paracadute Prandelli e messi davanti alle loro responsabilità si sciolgono come neve al sole di luglio, ovvero in un minuto… Certo che quell’ottantesimo minuto segnerà per molto la classifica della Fiorentina chiamata a vincere contro un Bari che verrà a Fi-renze incattivito per la sconfitta casalinga contro la Lazio. Il Bari è squadra non irresistibile, ma veloce e abile nelle ripartente, proprio quello che non serve alla nostra disastrata Fiorentina.

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“Usciremo presto da questa crisi”, lo promette an-che Marco Marchionni, così come hanno fatto i suoi compagni che di settimana in settimana si sono susseguiti in sala stampa. “Lottare per la salvezza? Sarebbe molto riduttivo, la Fiorentina è una squadra che può raggiungere grandi obiettivi; il campiona-to è appena iniziato, pensiamo alla Roma lo scorso anno che è partita peggio di noi ed alla fine è arrivata seconda. La vera fortuna è che le squadre vicino a

noi hanno più o meno gli stessi punti. Tutto dipende da cosa accadrà nelle prossime partite, se scatterà la scintilla e riusciremo ad inanellare qualche risul-tato positivo consecutivo ci riprenderemo in fretta. La Fiorentina è stata capace di mettere in difficoltà anche grandi squadre, adesso quello che manca è l’aiuto reciproco, la voglia di correre tutti insieme. Quando saremo mentalmente sereni rivedrete la vera Fiorentina”. Gli infortuni che hanno decimato la

squadra viola non hanno certo migliorato le cose: “Non sono ancora al 100% a livello fisico ma il cam-po parla da sé. Lo scorso anno siamo partiti meglio in campionato e quando una squadra va bene ven-gono esaltate anche le condizioni del singolo, abbia-mo incontrato squadre forti ma sapevamo di poter-cela giocare sia in casa che fuori, questo perché le vittorie ti aiutano ad affrontare quelle gare nel modo migliore, senza paura insomma. Spero possiamo tornare presto ad essere quelli dello scorso anno. Anche Mihaijlovic è sereno perché in settimana vede che la squadra lavora bene. L’unico ostacolo è trovare la stessa sinergia anche la domenica”. Fidu-cia, anche da parte di Andrea Della Valle: “Quando le cose vanno male più si fa quadrato e meglio è, noi sappiamo che la società ci sta vicino e ha conferma-to di credere ancora fortemente in questo gruppo. Ora sta a noi ripagare la fiducia che ci hanno dato”. Sulle contestazioni, seppur moderate, dei tifosi “I fi-schi per noi devono essere uno stimolo, chiediamo solamente di continuare ad appoggiarci”. Anche se, il sapore amaro di un ultimo posto in classifica con appena cinque punti in sette gare, la Fiorentina ed i suoi tifosi non lo provavano da tempo.

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Il giocattolo è rotto, la musica è finita e la pazienza è al ca-polinea. Dopo la partita di Genova, la Fiorentina ha bisogno di una scossa e la città di chiarezza. Dopo un buon primo tempo, i viola sono scesi in campo nei secondi quarantacin-que minuti e sono stati letteralmente travolti dal gioco del-la Sampdoria. Va aggiunto, inoltre, che nonostante la prima frazione di gioco sia stata soddisfacente, di occasioni vere, eclatanti, i gigliati non ne hanno avute in quantità e che, al contrario, la Samp di Pazzini e Cassano è andata spesso al tiro trovando sulla sua strada un super Frey. In queste ore – anzi da giorni – sta andando in scena il toto allenatore. Il male della Fiorentina, il baco della mela è stato individuato in Sinisa Mihajlovic, ovvero il personaggio sul quale è più facile puntare il dito. Quando le cose vanno male, tutti hanno responsabilità, dunque, alla luce di ciò, anche il tecnico serbo ha le sue colpe, ma il nocciolo della questione va ricercato altrove, in alto, molto in alto. Da quando Mihajlovic si è seduto sulla panchina viola, non ha mai lavorato nelle condizioni più consone per poterlo far bene: ripetuti infortuni più o meno gravi a giocatori determinanti per la Fiorentina, mancanza di sereni-tà e, in primis, l’assenza della Società, nelle persone dei fratelli Della Valle. O meglio, del fratello maggiore Diego. Ecco cosa servirebbe alla squadra! La scossa di Diego Della Valle, il Pa-tron che da troppo tempo non si fa sentire snobbando, almeno all’apparenza, le sorti della Fiorentina. In un momento delicato come quello attuale, l’allenatore dovrebbe sentire la società al suo fianco per dare un segnale forte a squadra e tifosi, invece questo segnale non arriva. Nessuno riesce più a capire quale sia la figura principale di riferimento della società rimasta or-fana di un Patron e di un Presidente, con il solo Corvino che si trova costretto a caricarsi sulle spalle ogni tipo di responsabilità, anche quelle non sue. Per far sì che un allenatore possa esprimersi al meglio, ha bisogno della fiducia totale di un ambiente, di essere seguito da tutta la squadra e, soprattutto, di essere supportato dai massimi esponenti della società: Mihajlovic non può spuntare nessuna di queste voci. Sembra un uomo solo contro tutti che cerca di snaturare il suo carattere tosto e di smussare gli angoli per guadagnarsi il rispetto totale, pur non temendo niente e nessuno. È arrivato il momento cruciale. Diego Della Valle, il Patron che ha riportato la Fiorentina tra le grandi del calcio italiano ed Europeo – merito che nessuno potrà togliergli – deve dare una risposta. Che ne facciamo di questa Fiorentina? Serve la sua voce, la sua mano pesante del

Patron, la sua presen-za. Serve una figura autoritaria che faccia capire che quando il gioco si fa duro, i duri cominciano a giocare. Peccato solo che Sini-sa non possa scendere in campo! Diego, se ci sei batti un colpo.

Il meglio è che questo 2010 sta per finire. Un’annata così nemmeno negli incubi: 22 punti in 26 partite è roba da retrocessione sicura e 26 partite son due terzi di un campionato. Ora rientrerà Mutu, Montolivo e D’Agostino si spera guariscano, così come Vargas e si spera che Eupalla ci renda almeno parte di tutto quello che già ci ha preso. Si spera, si spera…e che vuoi fare d’altro? Ogni tentativo di rimedio a questo punto rischia di essere peggiore del male.

Il peggio è che questa neveren-ding story di infortuni non vuole finire. Vargas ha un’autonomia di

mezzora e sembra si sia fermato di nuovo. Possiamo avere una serie di partite da giocare con tutti i titolari? Quando succederà? Molti in-fortuni come quello di Jovetic e anche l’infiammazione alla caviglia di Montolivo o il deficit muscolare di D’Agostino, poco hanno a che vede-re con la preparazione. Ma, e tutti gli altri? Soprattutto queste continue ricadute di malanni muscolari? E ancora non è venuto il freddo.

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Il Raccontodi Sara Lucaroni

A parlar male della Fiorentina in questo momento si va sul sicuro. E’ questo il momento per “vincere facile”, per espettorare tutti i nostri bocconi indigesti che trattenevamo a denti stretti chissà da quanto. Chi covava un astio verso i Della Valle, Corvino, Montolivo, Mihajlovic o chicchessia, si sfoghi adesso sul pugile al tappeto. Lo faccia ora, si sbizzarrisca, tanto siamo ultimi in classifica e nessuno troverà la forza di eccepire. E pensare che in un passato per niente remoto, anche solo una settimana fa, se qualcuno avanzava obiezioni o provava a pronunciare la parola retrocessione veniva puntualmente accusato di “gufismo” e di pessimismo cosmico. Ebbene, su cosa vogliamo accanirci? Sulle incongruenze di mercato, sull’assenza di un presidente, su Corvino che si espone troppo con le continue interviste, sull’eccessiva durata degli infortuni, sulla linea comunicativa spesso confusa? Lascio ad altri il “piacere” di farlo, perché personalmente l’ho già fatto quando “non si poteva”, quando vigeva ancora l’ottimismo a oltranza. Se poi un giorno, putacaso, diventerà di moda affermare che Felipe Melo non era in fondo quel gran bidone a cui abbiamo festosamente rinunciato, beh, diventerebbe improvvisamente di moda anche qualche articolo del Brivido di un paio di estati fa. Nel frattempo, preferisco anch’io concentrarmi sulla Fiorentina al tappeto, ma

non per infierire bensì per capire se le resta ancora qualche energia per rialzarsi. Datemi di matto, ma la mia impressione è che la scintilla tanto bramata sia scoccata proprio nelle ultime due sconfitte: nel secondo tempo col Palermo e nella gara con la Sampdoria ho visto una Fiorentina vivace, compatta e determinata, molto più di quella che ha raccolto punti contro Napoli, Genoa e Parma. Mihajlovic è un po’ in confusione, certo, ma lo sarebbero anche Mourinho, Capello e Prandelli in una situazione di emergenza come quella attuale. Sta lottando e non si arrende, questo è da sempre il requisito più apprezzato dalla tifoseria. Inoltre, non bisogna confondere ogni modifica tattica con un sintomo di stato confusionale: se continuano a susseguirsi infortuni e cali di forma, è logico che si rendano necessari dei cambiamenti. Il tecnico viola è rimasto con un solo mediano e non si è dato per vinto, adattando Santana al ruolo di interno, ha capito quando accantonare Cerci per Marchionni, ha inventato Gulan terzino sinistro, ha dato i galloni di titolare ad un diciannovenne come Ljajic ed il diciannovenne ha risposto con due gol e tanto impegno. Vogliamo cambiare l’allenatore per dare una scossa? Sarebbe come dare un’aspirina ad un malato di polmonite: avremmo un po’ di sollievo per due-tre partite, poi ricominceremmo da capo. O forse abbiamo dimenticato l’esperienza Mondonico-Buso-Zoff? Salviamo il soldato Sinisa, la Fiorentina non è ancora ko.

L’Angolo del tifosodi Luca Capanni SALVATE IL SOLDATO SINISA

Arriverà anche Mutu, finalmente, sperando che non faccia come quell’imbroglione di Godot che mandava sempre qualcuno a dire che sarebbe cer-tamente arrivato il giorno successivo. Tornerà fra poco Adrian, croce e delizia dei tifosi della Viola, che lo aspettano con impazienza ma anche con un po’ di timore, non sapendo, dopo quasi due anni di inattività, chi si ritroveranno davanti. Ma soprattutto con la paura di aver riposto le ultime speranze di rinascita di un’annata finora difficile e complicata sulle spalle di un fenomeno che potrebbe rivelarsi non più tale. Del resto, Mutu è l’unico vero fuori-classe della Viola, l’unico che può giocare con la squadra ma anche senza la squadra. E, come tutti i geni, si porta dietro una serie di trappole e incastri che talvolta lo rendono difficilmente gestibile. Di-cono che se prendi un giocatore rumeno ti becchi la classe ma anche tutto il resto: le stranezze, le follie, le intemperanze, i salti d’umore. Molti anni fa, c’è stato un altro giocatore rumeno nella storia della Viola: si chiamava Lacatus e, ahimé, si era portato dietro soltanto il resto. Mutu no. Mutu pa-reggia da solo a Genova, Mutu vince a Eindhoven con una punizione stratosferica, Mutu, unico a Fi-

renze, manda a gambe all’aria i difensori avversari. Gilardino ha bisogno della squadra, Montolivo non riesce ancora a fare la squadra (e chissà se mai ci riuscirà), Jovetic tornerà quando tutto sarà deciso, Vargas è troppo anarchico e disordinato, e vive di folate e depressioni. Mutu invece è un’altra cosa e infatti Firenze lo aspetta per provare a rifarsi il trucco sbiadito da mesi e mesi di veleni e disastri. Certo, il timore che tutto si risolva in una bolla di

sapone è reale. Soprattutto se il signor Abramo-vic, presidente del Chelsea, si metterà in testa di far chiudere la carriera al rumeno imponendogli lo stop se non pagherà l’ormai famosa multa di di-ciassette milioni. Ma Firenze, per adesso, vuole soltanto provare a sognare. Anche perché, se to-gliamo ai tifosi anche questa ultima speranza, per salvare la Viola dall’abisso rimarrebbe soltanto una gigantesca colletta.

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Page 7: Brivido Sportivo n.36

DEPRESSIONE IN SALDO Senza Filtrodi Federico Pettini

Errori. Errori dal passato. Che, pur-troppo, finalmente si fanno vedere. Passato recente ma anche ben lon-tano. Andato via Prandelli, e per fa-vore non torniamoci su sul come e quando, c’è una cosa che risalta be-nissimo: non sono i risultati che non arrivano, quelli mancavano anche a lui nell’ultimo periodo, ma di come i problemi, e gli errori, vengano fuori come un fiume in piena, senza qual-cuno che riesca a fare da diga per cercare di argi-nare gli ingenti danni che questo

fiume si porta con sé. Mugugni, invidie, parole dette sotto voce o urlate per i corridoi, antipatie, ripicche. Tutto questo nel mondo Fiorentina viene fuori ora gradualmente, quasi a voler far uscire tutto il marcio che c’è stato e c’è, con la len-tezza del tempo. Il tempo però non è solo lento. A volte può essere rapido e spietato. E ad oggi dice che la Fiorentina è ultima non a pari demerito di Roma, Udinese o Parma. No, proprio ultima. Cinque punti in sette partite. Media re-trocessione garantita. Neanche il Lecce, che prende quattro goal a partita con la facilità di fare zero al superenalotto se giochi una schedina da due euro, è messo peggio di noi. Gli errori, si diceva. Di due campagne acquisti, di program-mazione che non c’è, di Motivazione su cui si puntava tanto e invece sembra irrimediabilmente mancare in tanti, troppi giocatori. Ed ecco che, Andrea o Diego della Valle che sia, vede la propria squadra ultima in classifica e non riesce a spiegarsi più di tanto il perché. Che è uno solo ed è ormai così chiaro che a confronto la Luna sembra buia. Possibile che ancora non si sia capito? La squadra sembra non riusci-re a girare a dovere, ma i problemi di preparazione, tempo

massimo un mese, passano. I giocatori, così come ha detto Sinisa, sembrano volerci tenere davvero a questa maglia. Tanto che domenica a fine gara molti di loro sono finiti in lacrime. Di certo, non è questa la reazione che il Mister vorrebbe, ma tant’è è questo quello che per ora passa il convento. A gennaio, di sicuro, qualcosa bisogna cambiare. Anche seguen-do, finalmente, quello che vuole l’allenatore. E arri-vare al tanto agognato 4-3-3 o al massimo al 4-2-3-1 con le giuste riserve e i dignitosi titolari. Andrea è sì presente all’allenamento, ma non è ancora pronto a tornare presidente. Come mai? E’ come dire “aiutami, sono a terra” e di tutta

risposta ricevere “sono qui”, ma non una mano che mi tira su. Magari anche con uno strattone, ma lo fa. E invece sembra che tutti vogliono aspettare l’irreparabile. Cioè, l’inesorabile esonero se la squadra continuerà a non fare risultati. Nonostan-te le parole, nonostante la fiducia, nono-stante Corvino. Eccolo, lui, il più grande responsabile di questa situazione, di cui ancora non si riesce a vedere la fine. Il giocatore che si chiama Motivazione sembra esser diventato Depressione. Due campagne acquisti non fatte, tra cui si ricorda Keirrison o il sempreverde Ca-stillo, con la gestione della società che tiene in pugno da quando proprio Andrea ha deciso di dargli pieni poteri. Il proble-ma, e forse Corvino lo sa, è che se salta Mihajlovic, salta anche lui. Non sabato, forse, non a gennaio. Ma il rinnovo, che lui firmerebbe ad occhi chiusi, forse non ci sarà. Il calcio è divertimento, per ora è stato solo un patire.

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Cominciamo il nostro giro dei campi della settima giornata di Serie A da San Siro, dove ci sono più brasiliani in campo che in una “rua” di San Paolo. E sono esattamente loro i protagonisti del match, dato che il Milan conquista tre punti importanti contro il Chievo grazie alle prodezze di Pato e dell’ultimo ar-rivato Robinho. Prodezze che non hanno niente da invidiare a quella che confeziona di sinistro Eto’o al Sant’Elia segnando il goal della vittoria e alle strepi-tose parate di Julio Cesar effettuate contro il repar-to offensivo del Cagliari. Spostandoci sempre sulle isole osserviamo del bel calcio a Palermo, dove la squadra di casa passeggia contro il Bologna calan-do il poker con i sudamericani Pastore e Pinilla e i giovani sloveni Ilicic e Bacinovic. Quattro sono an-che i goal segnati dalla Juve contro il Lecce, in un match che ha visto protagonisti sicuramente i mar-catori delle reti, ma ancora di più un devastante Milos Krasic per la sua incontenibilità sulla fascia, nel saltare l’uomo e nel servire palloni. Nel postici-po serale la Lazio vincendo contro il Bari consolida il suo primato in classifica e allunga le distanze sul-le milanesi che si trovano a pari merito al secondo posto. Tutto ciò può far intendere che la situazione

del campionato si sta cominciando a delineare. Milan e Inter stanno trovando la loro giusta dimen-sione di gioco che le rende diretti contendenti allo scudetto, la Lazio si dimostra decisamente la rive-lazione del torneo e la Juventus è indietro come punti ma non per competitività rispetto a chi le sta davanti. Data poi la situazione attuale in classifica è evidente che la lotta per un probabile quarto po-sto o per un posto sicuro in Europa League si po-trebbe disputare tra Napoli,Palermo e Sampdoria. Chiaramente un pensierino su questo piazzamen-to se lo sta facendo anche la Roma, che battendo un ambizioso Genoa ha cominciato a rimboccarsi le maniche per la scalata alle zone che contano. All’appello, ahinoi, manca la Fiorentina, schiac-ciata sotto il peso delle altre e confinata là in fon-do, tutta sola, sull’orlo dell’abisso della B. Ed è a Firenze infatti che ci si augura maggiormente che le sorti del campionato non siano delineate fin da adesso, perché altrimenti la situazione sarebbe davvero tragica. E’ davvero arrivato il momento di fare il salto di qualità in qualsiasi modo possibile e in breve tempo, e questo va compiuto, visto che l’ipotesi di sostituire l’allenatore è stata esclusa

dalla società, almeno con il cambio di modulo o con il ritorno di un fuoriclasse come Mutu. Sarà anche vero che ride bene chi ride ultimo, ma qui per ades-so c’è ben poco da ridere, anzi...

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I’nonno e fa sciopero! E un ne po’ più. Sempre la solita sorfa: a vin-cere e son quegli artri!Se si va ‘n vantaggio, prima o poi e ci ripigliano, questa vorta e gli è stao alla fine, ma icche cambia? Se marcan loro e si po’ smettere

perché a noi e ci vo’tre partite pe’ fare un go’! O ‘ndo e tu vo’ ire? Ora e siamo urtimi e soli, peggio di così nemmen negli ‘ncubi. Eppure, a pensacci bene, e gli è ventise’ partite che un si regge i’ punto a domeniha di media. E gli è una malattia vecchia, ‘nsomma, peccato che la si sia trascurata. Basta cambiare i’dottore….una smania, e ci volea anche una bella dose di punture, d’iniezioni di roba nova. ‘Nvece e gli è arrivao roba più rotta di quella che s’avea!Ora i’nonno gli è disperao e un sa più icche dire, peggio di’ tigre, poero tigre che mi fa quasi compassione. E volea spaccare i’mondo e ora e ci ha gli orec-chi ciondoloni peggio di’ ciuho di Melesecche. E s’era messo uno sciarpone viola oggi che lo rinvortava tutto. Contro i malocchio?Ieeee e ci vol artro! No perché e si sarà polli, ma si dee dire che ci s’ha anche parecchio sculo. E s’è cominciao con quella tegola di Nasello fori pe’ tutta la stagione, di’ dietista e un ne parlo, meno male che ora e dovrebbe rientrare, Montolivo zoppo, Vargas che s’affatiha e muscoli dopo mezzora una partia sì e una sì, D’Agostino che pe’ un menisco e la fa pallottolosa che gli è un anno che si dee fortifica’ (o a Nasello allora quanto e gni ci vorrà?). E un ti diho miha stecco e son cinque punti di forza, quelli che fanno una squadra, tra avelli e non avelli e ci corre come tra andare in Scempionse e andare….No e un lo voglio nemmen pensa’ lontanamente, no, e gli è un incubo, e un ci pigliate ‘n giro, Maresca zoppa. Maresca? A proposito, e c’è uno che gni somiglia che s’allena con la primavera…Ah, gli è lui? Così e si mettan tutti ‘n fila, lui, D’Ago-stino e Zanetti e ‘n tre, a fa’ trenta presenze forse e ce la fanno. Io ripiglierei anche Coisse, anche lui gli era uno che un si facea ma’ male! O Corvo e ti pigliasse un bene, ma che ce lo porti uno ‘ntero, sano, non preso a’ mercatino delle Cascine a prezzi di sardo, piglio tre pago due e ti regalo anche un par di mutande? Perché i’nonno e un sa più ‘ndo battere i’capo. E proo a leggere i’giornale all’incontrario pe’ illudimi, ma e mi viene i’mar di capo lo stesso. E

un mi passa nemmen con la medicina arcolica consueta. E deo raddoppia’ la dose. Pazienza e mi sacrificherò. Comunque e sempre: Forza Violaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa!

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L’ultima volta che il Milan ha vinto uno scudetto Ratzinger non era ancora Papa, ma possiamo dire, senza nessun pericolo di smentita, che Dio era già presidente del Milan.*Ogni personaggio politico lega le sue fortune alle spinte ricevute da un politico influente. Si dice che il ministro Carfagna abbia avuto un concreto aiuto dal noto parlamentare Italo Bocchino. Per questo tutti sostengono che senza Bocchino la Carfagna non sarebbe mai arrivata da nessuna parte.*“Non sono scaramantico, sono cattolico e cristiano e ho una visione escatologica diversa”. Claudio Lotito, a Sky, ci fa capire che il primato della Lazio produce i suoi effetti collaterali. Preoccupante.*“Gasperini, le piacerebbe Messi al Genoa?”. Una grande domanda di Sabrina Gandolfi nel corso di Sabato Sprint su Raidue.*“Gazzi sta marcando Hernanes a zona ma anche a uomo”. Enzo Del Vecchio, Radiouno Rai*“Ventura e Reja sono gli allenatori meno giovani della serie A ma, come si dice da queste parti, galletto buono fa buon brodo”. Emanuele Dotto, Radiouno Rai.

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Page 9: Brivido Sportivo n.36

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Un Brivido rosadi Dory D’Anzeo

I figli so piezz e core ( i figli sono pezzi di cuore) can-tava il re della sceneggiata napoletana, Mario Me-rola. Si sa, ogni figlio è unico e speciale per i propri genitori, probabilmente anche mamma Provenzano e mamma Riina avranno pensato di avere dei figli adorabili. Di certo, uno che perde tempo girando gli

stadi d’Europa con un passamontagna e facendo un gran casino non sarà pericoloso quanto i due so-pra citati – si spera – ma insomma qualche impulso violento fuori controllo ce l’ha. Eppure, per mamma Bogdanov, Ivan è il miglior figlio del mondo, un ra-gazzo dolcissimo. Signora, figuriamoci se fosse

stato appena un po’ tur-bolento! D’altronde, noi donne siamo fatte così: i nostri cuccioli sono sempre i migliori. È in-teressante notare che si parlava delle mamme italiane come l’esem-pio perfetto di genitrice acritica e assolutamen-

te incapace di vedere il male nella sua creatura. Basti pensare alla storia di una signora, tale Rosa, convinta di aver messo al mondo il Messia. Che cara donna, chissà cosa fa il suo bambino adesso. Voci incontrollate dicevano che fosse diventato una per-sona importante, pieno di soldi, banche, televisioni e via dicendo, chissà se è vero. Comunque, per torna-re al tema, evidentemente non solo le mamme ita-liane sono iperprotettive e incapaci di giudicare con oggettività i loro figli, anche quelle serbe non fanno eccezione. In ogni caso, anche a mamma Bogdanov bisogna riconoscere qualcosa di buono. Il ragazzo ha detto che non aveva intenzione di danneggiare il nostro Paese che gli piace molto – anche qui, fi-guriamoci se non gli piaceva – e ha chiesto scusa. Così si fa: l’educazione prima di tutto.

BELLO DI MAMMA SUA

C

Hanno molte cose in comu-ne Fiorentina e Bari. Le due squadre, infatti, hanno con-quistato per due volte insieme la promozione in serie A. Nel 1930/31 arrivarono appaiate al primo posto, nel 1993/94 i viola distanziarono i pugliesi (secon-di) di cinque lunghezze. E’ una classica, insomma, questa sfi-

da, che spesso ha regalato spettacolo come nella stagione 1997/98. Il 14 settembre 1997 per la seconda giornata di campionato le due compagini si affrontano al Franchi. La Fiorentina di Alberto Malesani è reduce da un successo in rimonta a Udine per 3-2 con tripletta di Gabriel Batistuta, il Bari di Eugenio Fascetti (chiamato a guidare i viola nel torneo cadetto 2002/03 cui però non parteciparono dopo la cancellazione e il fallimento; li allenò per una ventina di gior-ni a luglio, disputando anche alcune amichevoli) ha, invece, perso al San Nicola per 2-0 contro il Parma di Carletto An-celotti. Malesani quel giorno manda in campo la seguente formazione, schierata con il 3-4-3, il modulo per lui abituale: Toldo; Tarozzi, Falcone (Bettarini dall’82’), Firicano; Kanchelskis (Dionigi dal 79’), Cois, Rui Costa, Serena; Oliveira, Bati-stuta, Robbiati (Amoroso dal 67’). Nelle file del Bari ci sono tra gli altri Roberto

Ripa, attuale team manager viola, Bressan, che sarebbe arri-vato a Firenze due anni dopo, Ventola, Ingesson e Zambrotta che parte dalla panchina. La partita del Franchi ha una par-tenza al fulmicotone. Non passa che un minuto dal fischio di inizio dell’arbitro Rossi che la Fiorentina è già in vantaggio. E’ Batistuta a realizzare il suo quarto gol del campionato. Non c’è neppure il tempo di rifiatare che il Bari pareggia. E’ il centra-vanti Ventola, che a 32 anni gioca ancora nel Novara, a siglare il gol dell’1-1. E’ una gara che non dà tregua. Malesani manda tutti i suoi giocatori all’attacco. E all’11’ ancora Batistuta riporta avanti la Fiorentina. Sembra un incontro d’altri tempi. I pugliesi a quel punto cercano di riorganizzarsi. Ma i viola controllano molto bene la gara, pronti a ripartire in contropiede. Al 39’ ar-riva così il terzo gol. A realizzarlo è il russo Kanchelskis. Per lui è un gol molto importante, perché è il primo messo a segno con la casacca gigliata dopo undici partite (nove della stagione precedente). Le due squadre vanno al riposo con la Fiorentina in vantaggio per 3-1. Dopo un primo tempo come quello ci si aspetta una ripresa scoppiettante. Ma così non è. Il Bari attac-ca ma non riesce a sfondare e i viola controllano agevolmente

l’incontro senza correre rischi eccessivi. Il risultato non cambierà più. Dopo due giornate la squadra di Malesani è in testa alla classifica insieme all’Inter a pun-teggio pieno e con sei gol all’attivo. E la settimana successiva è attesa a San Siro dal match con i nerazzurri. Ma quella sarà un’altra storia.

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L’EVENTO

Di fronte ad oltre un migliaio di persone si è svolto sabato 16 ottobre, presso lo stadio “G. Buozzi” di Fi-renze il primo “Memorial Massimo Mattolini”, triango-lare benefico di calcio organizzato per il reinserimento sociale dei trapiantati e per stare vicini all’ex difensore viola Giancarlo Galdiolo. La squadra degli EXVIOLA si è aggiudicata questa manifestazione grazie ai suc-cessi sugli ex giocatori della R.M. Firenze (che si è classificata seconda) e sulla Nazionale Trapiantati. Le tre partite sono state intense e disputate a buoni ritmi di gioco. Da segnalare la presenza nelle file gigliate di Giancarlo Antognoni che, con la tradizionale fascia di capitano, ha disputato l’ostica gara contro gli ex biancorossi guidati dall’ot-timo Domini, sicuramente

il miglior giocatore del torneo. Da evidenziare l’interessante intesa in fase offensiva dei gigliati fra Deso-lati e Speggiorin, che hanno fatto rivivere al folto pubblico accorso alle Due Strade i fasti della Fioren-tina di 35 anni fa. Fattori, Chiarugi e Marchi, ex viola, hanno giocato con la casacca del Torrino in virtù dei bei trascorsi passati anche con la storica maglia della “rondine”.

Presenti in campo anche i due figli di Giancarlo Galdiolo che hanno vestito rispettivamente la divisa viola (Alberto) e quella biancorossa degli ex Rondinella (Alessandro). Da segnalare in tribuna anche la presenza anche di altri ex viola come Pan-dolfini, Paolicchi, Restelli, Di Chiara (consiglierie EXVIOLA), Ciucchi e Riganò.Prima del calcio d’avvio è stata consegnato un piatto ricordo della manifestazione a Maria Grazia Matto-lini, moglie di Massimo a cui è stata dedicato il triangolare. Al termine della manifestazione l’A.D. della Fiorentina Sandro Mencucci ha premiato i rappresentanti delle tre formazioni che hanno preso parte al torneo. Ricordiamo che il trofeo per la prima classificata è stato gentilmente offerto dalla società A.C.F. Fiorentina.

“LA PARTITA DEL CUORE…E NON SOLO”

Sarebbe troppo facile adesso dire che avevo scritto della Cittadella (più e più volte l’anno scorso), che avevo scritto di Mihajlovic (sin dal primo numero della rubrica quest’anno), perché nemmeno io cre-devo che la Fiorentina dopo sette giornate potesse essere ultima in classifica.E non pensate che ci goda (non sono mica fioren-

tino), perché io penso che la serie A senza Fiorentina non sarebbe la stessa, così come per altre squadre avversarie storiche della Juventus. Firenze e la Fiorentina devono rimanere nel massimo campionato e possibilmente (lo dico anche da toscano) in Europa, ma adesso è meglio stare coi piedi per terra e tornare a parlare del presente. In questi due giorni i media fiorentini si sono scatenati alla ricerca del colpevole, di quello che la squadra ha e non ha, delle aspettative, dei sogni e della dura realtà che si misura così: una vittoria, due pareggi, quattro sconfitte, sette gol fatti e nove subiti. Essere ultimi non è un bel segnale e in questo momento potrebbe essere anche psicologicamente perico-loso, visto che sabato poi arriva il Bari (ma di questo parlerò nell’“avversario”), una squadra che gioca a calcio e che può mettere in difficoltà chiunque. Perché uno dei problemi più grossi è proprio questo, la Fiorentina gioca a calcio solo a sprazzi e quando gli altri, che non hanno mai smesso di farlo, riprendono in mano il pallino è la fine, com’è accaduto domenica a Genova contro la Sam-pdoria. Allora sorge il dubbio che tutto il progetto costruito intorno a Mihajlovic sia sbagliato, dall’allenatore (quante chiacchiere roboanti d’inizio stagione si è dovuto rimangiare e quanto gli fischieranno le orecchie, un atteggiamento com-pletamente fuori sintonia da ciò che i Della Valle, Corvino e Prandelli avevano costruito in questi anni) alla campagna acquisti e, soprattutto, cessioni. Ma il nodo Cittadella non va dimenticato. Il business di uno stadio di proprietà e di una Cittadella tutta intorno (come ampiamente dimostrato all’estero) è diventa-to uno dei perni del calcio del terzo millennio, chi non l’ha capito, secondo me, è da retrocessione: sportiva e politica. I Della Valle, com’è giusto che sia, erano interessati al business e con quello avrebbero cercato di completare il progetto iniziato con Prandelli. Uno stadio nuovo di proprietà pubblica sarà solo un’altra cattedrale nel deserto che non serve a Firenze e alla Fiorentina. Continuare, poi, a criticare i Della Valle e/o metterli nel mezzo delle diatribe politiche signifi-ca allontanarli ancora di più dalla Viola. E leggendo l’ultimo mese mi pare che

alla Fiorentina voglio più bene io che tanti cosiddetti tifosi, incredibile vero?! Dal business e dall’autosostenibilità di un progetto anche europeo dipende il futuro della società e della squadra. Una prova? In questo momento non si può nem-meno esonerare Mihajlovic, perché continuerebbero a pagarlo dovendo nel frat-tempo assumere un altro e i nomi fatti non mi sembrano comunque all’altezza.

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Centrocampista di inter-dizione e valido regista, Emiliano Bigica viene scovato giovanissimo dal vivaio del Bari, dal quale il tecnico Giuseppe Materazzi lo preleva appena diciannovenne per inserirlo assieme al difensore Lorenzo Amoruso, nell’orbita del-la prima squadra. Ben presto la piazza bianco-rossa si accorge però che il giovane mediano non ha soltanto doti tec-niche ma anche grande personalità, un carattere che lo porterà soltanto un anno dopo ad indossare niente poco di meno che la fascia di capitano. Il “San Nicola” diventa do-menica dopo domenica sempre più “casa sua”, un piccolo universo per-

sonale dove affermare se stesso e contribuire alla rinascita della sua squadra che anche grazie ai due nuovi innesti riesce a risalire in A dalla serie cadetta; ed è proprio questa crescita costante che gli vale le attenzioni delle società italiane più importanti, che dopo averlo seguito per mesi hanno la conferma del suo talento nell’estate 2004, quando nelle file della nazionale azzurra under 21 conquista il titolo iridato agli Europei di Francia. Un anno dopo la conquista della medaglia d’oro in maglia azzurra, arriverà per Bigica anche un’altra destinazione di club; la Fiorentina di è infatti la prima società a mettere gli occhi sui due gioiellini baresi e dopo una lunga trattativa riesce ad aggiudicarseli entrambi. Il periodo di ambien-tamento a Firenze è breve e la prima stagione in maglia viola è ricca di successi; Coppa Italia e Supercoppa conquistate sotto la guida di Claudio Ranieri e quarto piazzamento in graduatoria, posizione utile per la qualificazione alla Coppa delle Coppe. Il presente lo vede sulla panchina del Vigevano Calcio, squadra che alle-na dal Giugno 2009; ed è proprio dalla cittadina pavese nella quale lo abbiamo in-tervistato che Emiliano Bigica parla del suo passato e presente calcistico, e anche di un futuro non molto lontano, ossia quello che lega i suoi due grandi amori cal-cistici Fiorentina e Bari, squadre impegnate sabato prossimo nell’ottava giornata di campionato e delle quali parlerà nel numero dello “speciale stadio”. Un doppio appuntamento da non perdere … Cresciuto calcisticamente nelle giovanili del Bari, esordisce in prima squadra sotto la guida di Mister Materazzi; quali emozioni hanno caratterizzato la prima al San Nicola di Bari? “Per un barese doc come me, la possibilità di giocare in quello stadio da titolare è una cosa pra-ticamente indescrivibile, resa ancora più importante dal fatto che avevo fatto con

grande passione tutta la gavetta nel settore giovanile e nella primavera, andando anche a disputare due stagioni in serie C1 con Empoli e Potenza per poter, come si suol dire, “farmi le ossa”. E nonostante la giovane età riesce non solo ad en-trare in pianta stabile nella rosa della squadra, ma anche a farsi consegnare la fascia di capitano … “Quella di essere l’uomo di riferimento all’interno dello spogliatoio tra i miei compagni è stata oltre una grande responsabilità, l’ennesimo riconoscimento che mi veniva proprio da quella che è sempre stata la squadra del mio cuore. Una dimostrazione di fiducia e di stima che mi ero conquistato senza riserve, nonostante fossi ancora inesperto rispetto a tanti miei compagni. La prima stagione giocata in maglia biancorossa fu straordinaria anche per i risultati che ottenemmo e la conquista della massima serie fu praticamente il coronamento di quel bel sogno”. Le sue prestazioni con il Bari colpiscono non solo il suo allenatore ma anche i grandi club italiani che la seguono; nel 1995, lei e il suo ex compagno di squadra Lorenzo Amoruso venite acquistati dalla Fiorentina di Vittorio Cecchi Gori; con quale stato d’animo ha vissuto que-sto trasferimento? “Non posso certo negare che se da un lato ero entusiasta di andare a giocare in una società competitiva come la Fiorentina, dall’altro ero sin-ceramente rammaricato di lasciare la squadra che mi aveva lanciato ai vertici del calcio e alla quale soprattutto mi legava un rapporto di grande affetto; non posso certo dimenticare la grande mortificazione di Bari quando venne ufficializzata la mia partenza. Ricordo che la trattativa con i viola fu lunghissima, ma che alla fine i gigliati riuscirono a chiuderla con il mio acquisto e quello di Lorenzo. La Fiorentina di allora era un club che nonostante la sua storia veniva da una strana quanto im-meritata retrocessione in serie B ed era quindi una sorta di cantiere aperto, ricco di giovani promesse, giocatori di grande generosità e anche qualche campione come i mitici Batistuta e Rui Costa”. Il primo anno fu praticamente caratte-rizzato da una soddisfazione dietro l’altra … “Senza dubbio; conquistammo contro ogni pronostico la Coppa Italia ed il nostro score fu praticamente da record visto che vincemmo ogni gara. Per quanto riguarda il campionato la squadra si comportò ugualmente benissimo e dopo un discreto girone di ritorno riuscì a qua-lificarsi per la Coppa Uefa ( qualificazione che data la vittoria del trofeo naziona-le si trasformò nella partecipazione alla Coppa delle Coppe). Precedentemente accennava al grande valore tecnico della squadra viola; che spogliatoio era quello della Fiorentina? “Un gruppo davvero formidabile, soprattutto il primo anno quando visto i numerosi nuovi innesti, era necessario legare tra noi fin dai primi mesi. Ho giocato in una squadra che aveva ai suoi vertici un Presidente appassionato ma che magari ha risentito molto dell’assenza di una figura di ri-ferimento come era quella del padre Mario, morto proprio negli anni della mia permanenza a Firenze, non sapendo così incanalare in maniera equilibrata tutto l’entusiasmo che aveva nei confronti di quella squadra e di quel mondo”. Dopo il suo passaggio a Napoli nella stagione 1999/2000 per lei altre tre esperienze nel professionismo e poi l’addio al calcio giocato; dal 2009 è alla guida del Vigevano, squadra militante nel campionato di Serie D. Come vive questo ruolo? “Il calcio dalla panchina cambia totalmente le prospettive; un calciatore ha sempre la speranza, la carica o il piglio di provare a risolvere una gara, mentre un allenatore deve affidarsi al lavoro settimanale e ad una si spera rapida e acuta capacità decisionale durante i novanta minuti domenicali. Quello del mister è un ruolo di grande responsabilità dal quale non puoi mai uscire nonostante le molte pressioni che si subisce”.

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SOLDI SUBITO GROSSETO – Per rafforzare la componente societaria il presidente Camilli ha richiamato l’ex fantasista Amore, uno dei protagonisti sul campo della promozione in serie B nella stagione 2006-7. Amore che, al termine della passata stagione ha lasciato il terreno di gioco dopo la felice esperienza con la Juve Stabia, tornata in Prima Divisione, rivestirà nell’organigramma del ‘Grifone’ il ruolo di collegamento tra la squadra e la società, una sorta di consigliere personale dello stesso presidente.

CARRARESE – Tesserato il centrocampista Nicola Redomi, figlio d’arte, svincolato dal Figline, con il quale nella passata stagione ha realizzato cinque reti.PONTEDERA – Definito l’ingaggio del centrocampista, Falivena, nella passata stagione a Viareggio ed ex anche della Carrarese. Nonostante la sconfitta nel derby casalingo con il Ponsacco, la società ha confermato la fiducia al tecnico, Vitali.GROUP CITTA’ DI CASTELLO – Risolto il rapporto con il direttore sportivo, Ivano Becci, sostituito, al momento, dal responsabile del settore giovanile, Bernardini. Ingaggiato il difensore Sasso, svincolato dallo Sporting Terni.AREZZO – Due soli punti all’attivo, troppo poco per consentire a Carrara di salvare la sua panchina dopo la sconfitta di Todi. Al suo posto la dirigenza ha chiamato

Fabrizio Fratini, ex dell’Orvietana. SESTESE – La quinta sconfitta consecutiva è costata cara al tecnico Mobili che è stato esonerato e sostituito e si tratta di un ritorno, da Roberto Malotti.DI RITA – Il fantasista ex del Grosseto, reduce dall’esperienza con il Pisa Sporting Club, rimane in Eccellenza nel girone A e firma per l’Urbino Taccola.VANNUCCHI – In attesa di sistemazione, l’ex centrocampista dell’Empoli si mantiene in forma, disputando il campionato provinciale Aics amatori di Lucca, nelle fila della società del Guamo.DOGA – L’ex centrocampista del Livorno del Mantova e dell’Arezzo, ha lasciato il calcio giocato per accettare l’offerta dello stesso Livorno che gli ha affidato la panchina dei giovanissimi regionali.BOCCAFOGLI – A 43 anni torna in campo l’ex portiere non che preparatore dei numeri uno del Livorno, firmando per il Bibbona, sodalizio che partecipa al campionato di Promozione.TUTTOCUOIO- Il portiere Cionini che non vuole fare il secondo, ha chiesto di essere ceduto alla riapertura del mercato, considerata l’offerta che gli è arrivata

dal Forcoli.MONTEMURLO – Ingaggiato il difensore Cencini, ex della Larcianese e del Montecalvoli.AGLIANESE – Alla corte del tecnico Pieri arrivano l’attaccante Capobianco e il centrocampista Gocaj, entrambi svincolati dal Montale. FORTE DEI MARMI – Dopo le esperienze con Forcoli e Ponsacco, torna in Versilia alla corte di Brondi, l’attaccante, Pedrini.

AMORE PER IL gROSSETOSuccede in Toscanadi Gianni Di Ferdinando

MALOTTI (SESTESE) – Quando la Sestese chiama, lui risponde, mostrando

un debole per la società rossoblu, visto e considerato che, nelle ultime stagioni, ha allenato, subentrando, solo a Sesto Fiorentino. La consuetudine si è ripetuta anche in occasione dell’esonero di Mobili, prendendo il suo posto. Grinta, carattere non gli fanno difetto, lo dimostra anche in questa circostanza, trasmettendole subito a un gruppo reduce da ben cinque sconfitte consecutive e che, nel derby casalingo con la Fortis, torna a fare punti, ottenendo una sonante vittoria per 4-2.

MIHAJLOVIC (FIORENTINA) – La società lo conferma, lui parla di progressi, di ripresa, ma la squadra è ultima in classifica, gioca

solo un tempo, cammina e tutti quegli infortuni muscolari, vorranno pur dire qualcosa. Al Bari, sabato, l’ultima risposta.CRISTIANO ZANETTI (FIORENTINA) – Gioca da alcune stagioni non più di dieci gare a campionato, tormentato da infortuni vari. Non si smentisce anche a Firenze dove è ricordato, finora, più per le notizie che provengono dall’infermeria che dal terreno di gioco. L’umiltà, la consapevolezza di essere oramai in una fase discendente della sua carriera, lo dovrebbero spingere ad assumere un atteggiamento più dimesso, meno di sfida, di rispetto verso chi lo paga profumatamente alla fine del mese. E invece, tra la sorpresa generale, ribalta i temi della questione, mostrandosi infastidito dal fatto che si trovi ai margini della rosa viola, chiedendo di essere ceduto alla riapertura delle liste di trasferimento di gennaio e ribadendo, tramite anche il suo procuratore, che con la Fiorentina “ha chiuso’’. La sorpresa è tanta, così come lo stupore e a questo punto, crediamo, che in caso di sua effettiva partenza, in pochi, forse nessuno, a Firenze lo rimpiangeranno.

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Fiorentina in grave difficoltà con una partenza che definire deficitaria è ridut-tivo. Sabato nell’anticipo riceverà il Bari e dovrà tentare di conquistare i tre punti per salvare la faccia e la panchina del suo tecnico. Le quote la danno per favorita, ma contro i pugliesi non sarà una passeggiata di salute. Il segno 1 ha una quota di 1,75 e ci puntiamo fiduciosi. Se la Fiorentina sta male il Parma non sta meglio. Relegata al penultimo posto della classifica, annaspa e non riesce a trovare una giusta dimensione. Pasquale Marino rischia il posto e contro la Roma dovrà arrivare il riscatto. Le quote danno per favoriti i giallorossi, ma noi andiamo controcorrente e diciamo 1. Quota molto interessante a 3,15. Il Chievo ospita il Cesena e tenterà di far sua l’intera posta in palio. I romagnoli, dopo una partenza sprint, appaiono in grossa difficoltà. Il segno 1 è bancato a 1,83 e ci può stare. Una sorpresa potrebbe arrivare da Genova dove si affron-teranno Genoa e Catania. Le quote dicono che la squadra di Gasperini è la favorita, ma noi giochiamo sull’effetto sorpresa e diciamo X che ha una quota molto interessante a 3,45. La capolista Lazio se la dovrà vedere con il Cagliari e cercherà di mantenere il primato. La vittoria è decisamente alla portata della squadra del presidente Lotito. Anche i pronostici dicono che il segno 1 è il più probabile, vista la quota a 1,73. Chiu-diamo la nostra Mandrakata con il botto finale. Il Bologna ospita la Juventus che sembra lanciata verso orizzonti di gloria. E se invece i felsinei giocassero un brutto scherzo alla vecchia signora? Ci può stare e noi azzardiamo il segno 1 che è bancato a 3,85. La quota totale è di 231,81 e puntando 5 € ci ritrovia-mo tra le mani una bolletta da 1.159,03. Vale decisamente la pena di provare. Buona Mandrakata a tutti!

Fiorentina-Bari 1Parma-Roma 1Chievo-Cesena 1Genoa-Catania XLazio-Cagliari 1Bologna-Juventus 1

La Mandrakatadi Massimo Gianni

LO STROLOGO DI BROZZI... INTERROGAPREVISIONI FRA RAGIONAMENTI E SFERE DI CRISTALLO

Se un s’avesse la ventura di vince’ con Ventura e sarebbe una sventura. E un poteo principia’ di più a bischero di così, ma e le mancan le comunicazioni tra neuroni anche ni’ cervello di’mago. O icche tu vo’ dire di fronte a questo sbrindel-lio di Fiorentina? Che bisogna vincere, grazie a i’ piffero, ma e si perde sempre! La prossima e la si vince lo dice lo strologo e gli è legge! E punto. Detto questo veniamo a i’ resto. Bologna-Juve e sarà “2” non perché e mi piaccia e gobbi, ma perché e son più forti, e mi dispiace ma gli è così. Chievo-Cesena “1” perche Pioli e m’è simpatico e i Chievo e un gioca male mentre i Cesena di Ficcadenti e ne ficca pochine da un po’ di tempo ‘n qua. Genoa-Catania “1” fori dall’isola gli orfani di Sinisa e perdan parecchio e ‘n casa gliè Gasperini che regala poco. Inter-Sampdoria “1”, se manca poco perdeano ‘n casa con noi o ‘ndo tu vo’ che vadano? Eto’o, toh, toh. Lazio-Cagliari “1”, se Hernanes e si fosse preso noi!

E fa sembra’ bono anche Reia! Lecce-Brescia e la pare una partita alla meno “X”. Napoli-Milan, questa ‘nvece l’è alla più, ma risurtato uguale “X” con parecchi go’. Parma-Roma e mi dispiace pe’ parmi-giani, ma e finiranno grattati, tanto a Roma a grattare e son ma-estri. Udinese-Paler-mo: “2”, il gregge ro-sanero e gli ha trovao i’Pastore e chi lo fer-ma più? L’importante gli è la rosa, no, icche c’entra, l’è la prima, i resto e facciano un po’ icche gni pare, ma lo strologo la sua e l’ha detta, se vu lo seguite…chi lo sa? Bona e forza violaaa-aaaaaaa!

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PALLANUOTOdi Ruben Lopes Pegna

E’ iniziato molto bene il campionato di serie A1 per le due squadre fiorentine. Entrambe hanno esor-dito con una vittoria: i ragazzi della Rari Nantes Florentia hanno battuto il Latina per 14-8 alla Nan-nini, mentre le ragazze della Fiorentina Waterpolo hanno superato a Messina il Fontalba per 14-5. Le due formazioni saranno sicuramente protagoniste in questa stagione. Del resto la Florentia, già pri-ma dell’esordio in campionato, aveva conquista-to l’accesso alla “final four” di Coppa Italia (per il secondo anno consecutivo) ed aveva superato il primo turno di Coppa Len. La squadra è pratica-mente quella che già aveva fatto molto bene nella passata stagione. Non ci sono più Bruschini, che ha terminato la sua brillante carriera, e Lapenna, passato ai campioni d’Italia della Pro Recco, e al loro posto sono arrivati Mandolini dal Latina e Raz-zi dal Bologna (per lui è un ritorno). Nell’incontro di venerdì sera alla Nannini con il Latina la Florentia è sempre stata padrona del match. Sul suo esito non ci sono mai stati dubbi. A metà gara i bianco-rossi erano già in vantaggio di 5 lunghezze (7-2). Poi si sono limitati a controllare la gara. L’esito dei parziali (4-1; 3-1; 3-2; 4-4) la dice lunga sulla diffe-renza di valori emersa in vasca. Il mattatore della

partita è stato il rumeno Radu, autore di ben 5 reti. Una doppietta ciascuno l’hanno realizza-ta Pagani, Sottani, Ninfa e Boris Popovic e un gol Bini. La prossima settimana la Florentia sarà impegnata nel secondo turno di qualificazioni di Coppa Len in un girone comprendente i francesi del Montpellier Wpc, i tedeschi dello Spandau 04 di Berlino e gli ucraini del Ilyichevets Mariupol. Le prime due squadre classificate accederanno agli ottavi di finale. Sabato ha esordito anche la Fiorentina Waterpolo vice campione d’Italia. La formazione di Gianni De Magistris (sostituito in panchina da Borracci perché squalificato) è pro-fondamente rinnovata rispetto alla passata sta-gione. Non ci sono più Dravucz, Gigli, Abbate, Cotti e Frassinetti (le ultime quattro sono andate a Rapallo). Sono arrivate al loro posto Recupero dal Livorno e Verde dalla Yamamai Varese. La Fiorentina a Messina contro la Fontalba ha sem-pre avuto l’incontro in pugno come testimoniato dai parziali (3-1; 3-1; 3-2; 5-1). Ma certo è che la squadra di De Magistris ha preso il largo solo nell’ultimo periodo. Le reti della Fiorentina porta-no la firma di Biancardi (5), Lavorini, Corrizzato (3), Casanova, Lapi, Verde (2) e Giachi.

UN OTTIMO INIZIO

La cosa più inquietante è stato vedere i tre di Rai Sport che si arrampicavano, tipo varano, con sforzo di sagacia e “competenza da imprevisto” sui loro stessi microfoni per reggere una diretta che da sola, priva di notizie ufficiali e soprattutto di perché, doveva dar soddisfazione allo spettatore medio, assetato di informa-zione e anche, diciamolo, esigente, perchè abituato all’ “incredibile” trasmesso in presa diretta. Al di là del deprecabile fatto di cronaca, col suo fulgido simbolo, l’ultrà trippone arrampicato sulla rete con un paio di tronchesi e la maglia col te-schio, ci colpisce il clima da arrembaggio televisivo, onore che dobbiamo anche ai signori Misseri di Avetrana. Tv cassa di risonanza, divulgatrice di verità, teatro di protesta e mezzo di giustificazione. Lo sanno gli assassini di Sarah, lo sape-vano i gruppi Stella Rossa, Voivofina e Grobari, che al Marassi hanno terrorizzato i ragazzi delle scuole e un bel po’ di famiglie. Quale scenario migliore dello stadio zeppo di telecamere e con la nazionale in campo per fare casino? Mentre il giornale serbo Politika rende noto che dietro i di-sordini ci sarebbero le zampine di due boss ( un trafficate di coca e il leader di un’organizzazione criminale) che con 200 mila euro avrebbero pa-gato trasferta ed equipaggiamento agli hooligan

per provocare i disordini, ci si interroga sul perché, sull’operato di chi sapeva chi stata arrivando a Genova, su come ci si comporti quando “le con-dizioni di sicurezza vengono meno”, su come si trattino queste faccende in diretta televisiva. Sullo sfondo, ma solo sullo sfondo, il contesto, lo sport. Partiamo dal primo quesito, tralasciando la crona-ca delle scene di martedì (assalto al pullman della nazionale, il portiere Stojkovic salvato dai compa-gni, considerato il responsabile della sconfitta ser-

ba contro l’Estonia, fumogeni in campo, la bandiera albanese che brucia, vetrate rotte, e successiva guerriglia con la polizia italiana): il cercato ( e ottenuto) stop alla partita sarebbe stato per punire la Federcalcio serba, il cui capo è Tomislav Karadzic. Una rappresaglia politico-calcistico-nazionalista sotto i riflettori internazionali per desta-bilizzare il paese. Bravi, al passo coi tempi. Quesito due, il dialogo a distanza tra la polizia italiana e il governo serbo. Manganelli non poteva “pararli” perché “è stato abolito l’obbligo dei visti dalla Serbia”, e nessuno ne aveva segnalato con elementi utili l’arrivo a fiumana. Risposta da Belgrado: “L’Italia è responsabile, chiederemo alla Uefa di rigiocare la partita, un’opera di prevenzione poteva evitare gli inci-denti, ma non è stato fatto nulla”. Intanto il gip Maurizio De Matteis convalida l’arresto di Ivan Bogdanov ( l’uomo col teschio) e di altri 3 hooligans. La Uefa discuterà il caso il 28 ottobre. Ironia della sorte, la prima condanna è per un italiano, tifoso del Genoa, processato perché si è difeso con un bastone. La polizia cura ma non previene. Ma lo stesso dicasi per quella serba, che le schedature dei 400 faci-norosi avrebbe dovuto metterle anche su Facebook. Terzo quesito: le condizioni di sicurezza. Mentre le telecamere inquadrano la rottura delle vetrate che separano il settore incriminato da quello accanto, gli organizzatori traccheggiano. Si gioca...non si gioca, poi si gioca ché la soglia di sicurezza c’è. Poi no. Escono le squadre dal campo.

La polizia si piazza in tenuta antisommossa sotto il settore. “Li isoliamo. Poi li facciamo uscire...”. La Uefa: “Giochiamo, che ‘sto carrozzone costa”. Ora è chiaro: l’unità di misura della sicurezza è “il carrozzone”. La dimostrazione della fallacia strategico -decisionale del carrozzone è che si è giocato per soli 6 minuti. La guerriglia se ne frega del carrozzone. Svegliatevi. Ultimo quesito. Come si racconta “l’incredibile” in tv, il punto dal quale siamo partiti. Abbiamo sorriso quando giorni fa la madre di Ivan ( sempre lui) ha detto: “Il mio Ivan è il figlio più tenero e migliore del mondo”. Raccontare quell’orso tatuato sulla rete avrebbe interdetto chiunque. Emblematica di questo mestieraccio, di come la tv sia dentro i fatti mentre accadono, e di come tanto riesca a condizionarli ( cosa di cui non ci sono ancora metafische) è stata la tentata intervista a Stankovic dell’inviato Rai in campo, dopo che la squadra, rientrando, è andata sotto la curva: “E’ stato per tranquillizzarli...ma ora levati dai co....”

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Attore di cinema (con Benvenuti, Ceccherini, Paci e Pieraccioni), teatro e tv, pratese, Francesco Ciampi ha un rapporto col calcio che parte in tem-pi recentissimi dal suo ultimo lavoro da attore, il cortometraggio di Emiliano Cribari “Prima o poi ve-drai”, alla cui regia ha collaborato anche l’attrice e scrittrice Barbara Enrichi.Ci racconti “Prima o poi vedrai”? “Quando Emi-liano mi propose di esserne il protagonista, mi disse della sua intenzione di affrontare il tema delle scom-messe calcistiche: infatti, è la storia di Michele, che perde il lavoro perché ha il vizio del gioco. Per lui il gioco è una malattia, alla quale sacrifica famiglia e figlio piccolo. Io accettai subito perché sono mol-to sensibile a queste problematiche. Il film è di dieci minuti in tutto in cui non parlo mai: si sente il mio pensiero, ma la voce è quella del regista. Io ho mes-so ‘solo’ la faccia. Uscito a settembre, è destinato a festival, concorsi e circuiti vari”.Scommesse a parte, qual è il tuo rapporto col calcio? “Il calcio è stato il mio primo lavoro artistico: a 4 anni il mio babbo Carlo mi fece una foto sulle tribune dello stadio di Prato quando erano numerate, il fotografo Ranfagni sviluppò il rotolino e disse che l’immagine sarebbe stata perfetta per la pubblicità della campagna abbonamenti della squadra. Il presi-dente di allora, Dino Baldassini, lo prese alla lettera e

io feci la campagna: il mio primo lavoro! Nel 1951-52, quando il Prato era in serie B ed era allenato da Val-careggi, mio padre era nelle giovanili della squadra, quindi sia io che lui siamo legati col cuore al Prato. Da sempre la domenica gli chiedo ‘i ‘cché ha fatto il Pra-to?’ e lui me lo dice. È trent’anni che non gli domando in quale serie è, tanto o è in C1 o in C2. Mi piacereb-be vederlo almeno una volta in serie B. Quest’anno d’agosto, il mio babbo aveva un entusiasmo incredi-bile perché è entrata nella società insieme a Tocca-

fondi la famiglia Radici di Bergamo, vecchio presi-dente dell’Atalanta. E io gli ho detto: se il Prato va in serie B, fo l’abbo-namento anch’io. Lui ce l’ha dagli anni ‘50!”Ricordi un match in particolare? “Un Bologna-Prato: mi pare che si perse 4-0, gli ultras mi rubarono sciarpa, guancialino e altro e io dissi: ‘allo stadio ‘un ci vo più’!”.Altri sport? “L’atletica leggera. Corro fin da piccolo e faccio tutte le maratone: Roma, Venezia, anche se con l’andar del tempo ho un po’ rallentato. Mio figlio maggiore fa atletica. Un altro sport che sto iniziando a frequentare, grazie al figlio minore, è il rugby, ovvero lo sport. L’ambiente che ho trovato lì non c’è da altre parti: c’è agonismo in campo, poi si mangia e si beve tutti insieme, il famoso terzo tempo. Io ho un amico francese che gioca in una squadra di ‘old’, hanno fat-to un torneo in Scozia, c’erano 146 squadre, alla fine hanno mangiato e bevuto e lui non sapeva nemmeno chi aveva vinto! Basta stare insieme, divertirsi, essere amici. Comunque, anche se il calcio non è il mio sport preferito, griderò sempre forza Prato!”Programmi? “Ho finito da pochissimo le riprese sul set del ‘Commissario Manara 2’, fiction di Raiuno che andrà in prima serata dopo il Festival di Sanre-mo: sono il protagonista di una puntata con gli ester-ni girati a Orbetello e dintorni. Ho poi due progetti cinematografici in ponte, uno tra Prato e Firenze, un altro su un’isola sperduta nel Mediterraneo. Mi piace-rebbe molto realizzare il primo”.

“gRIDERO’ SEMPRE FORZA PRATO”Calcio anch’io

di Enrico Zoi

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Francesco Ciampi e il calcio come primo lavoro artistico

IL CASELLARIO VIOLA di Enrico Zoi

1. Ottimo cioccolatino piemontese.2. Quella di Firenze avviene

l’11 agosto 1944.3. Noto attaccante inglese

degli anni ‘90 (nome e cognome).4. Grande scultore fiammingo

morto a Firenze nel 1608.5. Enrico lo è... di persona

(due parole)!6. Frazione di Firenze vicina a

Scandicci (tre parole).7. Cannoniere viola degli anni ‘20

(nome e cognome).8. Così è della la Serie A russa

(due parole).

9. Zona di alta pressione.10. Lo si è quando ci si caccia

in un vicolo cieco (due parole).11. Centrocampista viola del

2004/2005 (nome e cognome).12. Il giovane centrocampista della

Fiorentina attualmente in prestito alla Reggiana (nome e cognome).

13. Governo dei tecnici.14. Leonardo, portiere della

Fiorentina dal 1948 al 1955.15. Il Castillo meteora viola

dello scorso campionato.16. Lo Zlatan del Milan.

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Page 16: Brivido Sportivo n.36

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Questa sera dalle 20 e 30 tutti presenti al Palanovoli per godersi lo spettacolo di ben 4 finali e di partite davvero imperdibili! Nell’occasione ci saranno an-che le nostre attesissime premiazioni, pronte a fi-nire fra le braccia di queste fantastiche 8 squadre! ANCORA COMPLIMENTI A TUTTI!

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IL PUNTO SUI PRE-CAMPIONATI Calcio Toscana

PRE-CAMPIONATO C5 FEMMINILESi disputano questa settimana le gare del terzo ed ultimo turno dei due gironi eliminatori del Tor-neo Pre-Campionato C5 Femminile. Le prime due classificate di ciascun girone accederanno alle gare di Semifinale: le vincenti delle due partite si sfideranno quindi nella finale del Torneo che si disputerà venerdì 29 Ottobre 2010 sul campo del Firenze 2008 (ex Racchetta ‘99).Girone A - Le Smatte F.T. hanno ottenuto il primo posto nel girone, qualificandosi alle se-mifinali grazie alle tre vittorie in altrettanti incontri disputati. Esclusa dalle semifinali l’US Sales (che ha già giocato tutte e tre le partite, uscendo però dal campo sempre sconfit-ta), si contendono il secondo posto nel girone Ausaider e Meeting Place. Entrambe le squadre sono appaiate a quota 3 punti in classifica, e lo scontro diretto dell’ultimo turno stabilirà quale delle due andrà a fare compagnia alle Smette F.T. nel tabellone delle semifinali: in caso di pareggio nel match decisivo, sarà il Meeting Place a qualificarsi in virtù di una miglior differenza reti.Girone B - Ha ottenuto con un turno d’anticipo l’accesso alle semifinali il Firenze C5: alla capolista sono state sufficienti due vittorie in due gare (contro Mappet ed Aton Green) per avere pure la certezza del 1° posto nel girone. Infatti proprio le due formazioni sconfitte dal Firenze C5 inseguono la capolista a 3 lunghezze di distanza: lo scontro diretto dell’ultima giornata decreterà quale delle due riuscirà a centrare il secondo posto nel girone, poichè anche in caso che una delle due arrivasse a pari punti con il Firenze C5 soccomberebbe in classifica in virtù della sconfitta nello scontro diretto. Eliminate dalla manifestazione (0 punti in due gare) le Morelline, che cercheranno di non sfigurare nel testa-coda dell’ultimo turno contro la forte capolista.PRE-CAMPIONATO C5 MASCHILE FIRENZEE’ giunto al primo turno della Fase Finale il Pre-Campionato maschile C5 della zona di Firenze. Sedici squadre si sfideranno (a partire dagli ottavi di finale) per la conquista del

Torneo nella Fase Finale A, mentre otto formazioni cercheranno di conquistare la vittoria della Fase Finale B (al via questa settimana i quarti di finale).Girone A - La Polis Multietnic ha vinto il proprio girone a punteggio pieno davanti al Real Mandarino, al quale è stata fatale la sconfitta nello scontro diretto della prima giornata. In un girone in cui ogni squadra è finita separata tre punti da quella che la precede in clas-sifica, i Melopuppi hanno ottenuto il terzo posto, qualificandosi per la Fase Finale A insieme al Fruttangelo (6 punti e quarto posto). Dovranno accontentarsi di giocare nella Fase Finale B la Corte Dei Conti (3 punti) ed I Sorelli (0 punti) che hanno occupato le ultime due posizioni.Girone B - Spaccato in due il girone dominato dall’Antella 92 (15 punti): la capolista ha chiuso con 5 punti di vantaggio rispetto ad AC Giglio e Succhi D’Arancia (terminate rispettivamente al secondo ed al terzo posto), tutte qualificate per gli ottavi di finale insieme a La Seleste. Questi ultimi sono terminati al quarto posto con 4 punti, due in più del Real Prosecco che non ce l’ha fatta a qualificarsi per la Fase Finale A e prenderà parte, così come l’FC Pasqualini (1 punto), ai quarti di finale della Fase Finale B.Girone C - E’ l’unico girone in cui la capolista non ha terminato a pun-teggio pieno: Chelsea e Real Cerveza hanno concluso appaiate in testa con 12 punti, ma è stato il Chelsea ad ottenere (in virtù della vittoria nello scontro diretto) il primo posto. Terzo classificato l’Aston Vino (7 punti)

che dopo il buon avvio, si è un po’ spento nelle ultime due gare. Stesso discorso per Gli Im-prevedibili (per loro 5 punti) che, imbattuti dopo tre match disputati, hanno ottenuto il quarto posto del girone grazie al quale accedono agli ottavi di finale della Fase Finale A. Sono infine relegate a disputare la Fase Finale B Valleloadì (4 punti) e Club 70 (2 punti).Girone D - Girone in cui La Taverna ha ottenuto 5 vittorie in altrettante partite, ottenendo così con pieno merito il primo posto: alle sue spalle si sono classificati i Cani Al Sole che con i loro 9 punti hanno staccato di due lunghezze l’I.G.M. Per questi ultimi da segnalare una gran rimonta finale: la squadra occupava il gradino più basso del girone a due giornate dal termine, ed andando a vincere gli ulti-mi 2 incontri ha ottenuto il 3° posto. Quarto posto per l’Atletico Casentino VF che con i suoi 5 punti l’ha spun-tata su Cloghendantes (4 punti) e S.F. Rondinella (3 punti): queste due dovran-no così accontentarsi di lottare per la vittoria della Fase Finale B.Steto

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Page 19: Brivido Sportivo n.36

ATLETICA CASTELLO Sez. CALCIO di Matteo Dovellini

La questione è di spessore, ricorrente e piena di at-tualità, quindi parliamone. Ci sarà una soluzione alla violenza negli stadi? La risposta è: SI! E come allora? Tutto dipende dalla cultura sportiva ed in particolare calcistica. Per riformare questa cultura è essenziale partire dai più piccoli, dai bambini, le nuove gene-razioni quindi, le uniche capaci in questo momen-to di poter essere riformate nella loro totalità, in un processo che dovrà durare anni. La Scuola Calcio è la prima tappa dei bambini che vogliono diventare calciatori(o almeno che sperano di riuscirci) e quindi dovrebbe essere non solo luogo di istruzione tecnico, tattica e fisica ma soprattutto di educazione alla cultu-ra sportiva, al rispetto del nemico, al sano agonismo. Gli istruttori dovrebbero pensare a questi due aspetti, facendoli coesistere col passare degli anni, quando i bambini saranno diventati adolescenti, ragazzi ed infi-ne uomini. Le società, poi, potrebbero contribuire con luoghi di incontro tra i diversi avversari nel corso delle

partite, per socializzare ma anche con un altro aspet-to per il quale mi batto da anni, personalmente: butta-re giù quelle odiose barriere che fanno da perimetro al campo sportivo, le reti. Decisione non semplice e piena di punti di vista da affrontare in modo delicato e pieno di responsabilità. Ma sarebbe un passo molto importante verso il messaggio che dovremmo dare in un periodo di inciviltà e violenza che sta caratteriz-zando il Mondo del calcio negli ultimi anni. Che fine ha fatto il famoso “terzo tempo”? Potrebbe essere un buon motivo per farlo rispettare almeno sui nostri campi da calcio, quelli giovanili, di Firenze e dintor-ni. Si comincia così, dal basso, per poi arrivare fino al massimo del calcio italiano, la Serie A. Diamo un esempio, quindi, almeno proviamoci!! Tutti!!I recapiti Segreteria: via del Pontormo 88, 501441 Fi-renze, tel. 055-4250989, [email protected] www.societaatleticacastello.it

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Un desiderio di confrontarsi con le proprie capacità e concentrazione, la volontà di riuscire a fare centro per soddisfare l’orgoglio di dominare i gesti per conquistare il centro del bersaglio. Ogni colpo un’incognita. Nei no-stri trascorsi di ragazzi abbiamo sognato di possedere una una carabina o una pistola ad aria compressa, in molti casi i nostri genitori si opponevano decisamente.

L’ignoranza regnava sovrana non conoscendo la parte sportiva del tiro, creando grosse delusioni ai propri fi-gli. Oggi questo non accade più il progresso ci ha per-messo d’incrementare lo sport del Tiro a Segno grazie alla tecnologia delle attrezzature sportive con l’orga-nizzazione moderna degli impianti di tiro a segno, con Istruttori qualificati che insegnano in tutta sicurezza il maneggio e la tecnica di tiro. Questo sport olimpico è una bella esperienza di vita sportiva, dove è importan-te dominare gli stati ansiosi correggendo le intempe-ranze emotive e nervose perché la competizione è fra il tiratore e il bersaglio da colpire. Grande affluenza di pubblico nella terza giornata della manifestazione Ruralia alle Cascine; ci hanno visitato intere famiglie interessate a far provare i loro figli, in modo virtuale (data la manifestazione) e molti ragazzi hanno apprez-zato la prova e i genitori gli consentiranno l’iscrizione al Tiro a Segno. Ognuno ha diritto a tre prove gratuite di pistola o carabina. Alla fine delle prove riceverà una borsa in omaggio dal nostro sponsor Nencini Sport. Vi aspettiamo numerosi. A presto

Il Presidente - Marco Faggi

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TIRO A SEgNO NAZIONALE - SEZIONE DI FIRENZE

“IL TIRO” LA gRANDE PASSIONE DEI RAgAZZI: “CHE COS’È”?

giulia Parigi: una nuova promessa

alessio Barcucci: Campione 2010 Carabina a m. 10 categoria ragazzi.

Centro ginnastica Firenze a.s.d. APERTURA ISCRIZIONI DAL 1 SETTEMBRE

SEGRETERIA APERTA DAL LUNEDI’ AL VENERDI’ DALLE 16 ALLE 19

Page 20: Brivido Sportivo n.36

Le mele marce non tornano mai ad essere commestibili. E le mele, come tutti sanno, nascono sul Melo. Il mondo è pieno di gente che pro-mette di cambiare: il marito infedele giura che sarà la sua ultima incur-sione in letti altrui, quello geloso rassicura che non farà più scenate, l’amico opportunista insiste che si dimostrerà davvero “amico”...sono

tutte balle. Come sono balle quelle dei calciatori che da Gianburrasca si trasformano in Candy Candy. E lo fanno spinti dai procuratori, come “operazione simpatia”. Poi ci ricascano, e i codini biondi si rivelano patetiche extensions. Allora sarebbe molto più onesto re-stare Gianburrasca a vita, vero Cas-sano, Dinho, Adriano e altri compa-

gni di college? Vero, Melo marcio? Se mai qualcuno ti avesse creduto dopo il gestaccio ai tifosi della Juve, dopo aver rifiutato di fare mea culpa per gli errori al mondiale, dopo aver tirato in ballo Dio solo per lasciare la Fiorentina (e qui, credimi, nessu-no ti rimpiange)... beh, se mai qual-cuno avesse creduto alla storiella del “sono cambiato”, è bastato un

allenamento più agonistico del so-lito per portarti ad aggredire il tuo compagno Sissoko. Eri cambiato, eh? Fai un favore a tutti: stai zitto, lascia decidere agli altri se sei dav-vero riuscito a collegare il cervello. E nel frattempo, torna pure nel ce-sto con le altre mele marce. Da questo Melo non è proprio il casodi raccogliere frutti....

SEGUE DALLA PRIMA

SE IL MELO NON FA BUONI FRUTTIL’Unghiatadi Angela Giulietti

alessandro rialti

Piazza del Mercato 5Sesto Fiorentino (Fi)Tel. 055 4480247

bibita + pizza

+ caffè = 9€

A pranzo

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APERTI pranzo e cena

TUTTI I GIORNI

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E’ una lettura psicologica di quanto sta accedendo? Dovremmo parlare di mercati sbagliati, di giocatori scar-si, di allenatore troppo inesperto, di ds impoverito nelle idee e di pro-prietà distratta solo dal sogno della Cittadella dello sport? Forse, ma questo altri lo faranno nel giornale e tanti lo hanno già fatto (compre-so noi) in quest’ultimo periodo. Ma adesso vogliamo anche cercare di far intravedere una via d’uscita. Ci interessa il giusto fare l’elenco delle cose sbagliate (tante) dal club vio-la, preferiamo provare a individuare una via d’uscita. Allora attingendo al nostro ricordo diciamo subito che la Fiorentina ha fatto le sue cose mi-gliori quando aveva accanto Firenze. Per questo insistiamo nel dire che la Fiorentina deve andare a ritrovare Firenze. Deve aprire tutte le porte che ha chiuso, deve portar dentro quegli uomini che possono riavvici-narla alla gente (perché no Antogno-ni che sabato sera sarà festeggiato al Franchi?), deve ritrovare il suo cuore dentro lo stadio, nella città e in ogni sua via. Questa forse è la prin-cipale delle vie di uscita. Crediamo poco all’effetto terapeutico dei cam-bi in corsa degli allenatori, fermo re-stando che a volte si trasformano in indispensabili. Crediamo poco agli esami di riparazione a gennaio e poco alle chiamate per adunate ge-nerali dentro lo spogliatoio. Da sem-pre conta il rapporto, quello sì uni-co e fantastico, fra la città e la sua squadra ed a quello guardiamo con grande interesse. Inizino quindi i Della Valle e i loro collaboratori a fa-vorire questo ritorno della Fiorentina fra i fiorentini e forse pure i giocatori inizieranno a sciogliersi emergendo da questo surgelamento generale. La Fiorentina dei mille infortuni ha altrettante giustificazioni ma non contano neppure quelle perché la classifica dice una sola parola, avvi-lente: ultimi. E al di là delle buone in-tenzioni, del coraggio e della voglia di riscossa, ci vuole qualcosa in più per tornare oltre le linee della paura. Ini-ziare quest’opera di riavvicinamento riaprendo gli allenamenti, i contatti, il rito un po’ infantile degli autografi, il cercare di riabbracciarsi per tentare di riemergere restano medicine abi-tualmente salutari. Certo abbiamo bi-sogno di un po’ di salute, di Montolivo senza dolori alla caviglia, di Mutu, di D’Agostino, del miglior Vargas, però sarebbe già tanto togliersi di dosso quel gelo che sta facendo male all’in-tero ambiente. Magari con una gran festa sabato per questa battaglia che deve essere di tutti.