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STRADA DEL VINO E DEI SAPORI DEL TRENTINO Un viaggio nel gusto STRADA VINO TRENTINO .COM Guida con itinerari, prodotti, ricette e curiosità

Brochure Strada Vino Trentino

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La Strada del vino e dei sapori del Trentino è un percorso ideale, una raccolta di prodotti di eccellenza, un mondo di piaceri per il palato. In questo territorio troviamo paesaggi assai diversi nell'arco di pochi chilometri, dalle acque del Lago di Garda alle viti della Piana Rotaliana, dalle cime dolomitiche di Madonna di Campiglio alla distesa della Valsugana, dalle strade rinascimentali di Trento alle piazze storiche di Rovereto. I prodotti da scoprire spaziano così dal vino ai formaggi, dai salumi alle trote, dalla frutta agli ortaggi, passando per l’olio. Prodotti quali Trentodoc, il Mueller Thurgau, il Vino Santo, il Marzemino, il Teroldego Rotaliano e la Grappa trentina ne sono le punte di diamante. A fare la differenza è l’ambiente, ma non va dimenticata la preziosa opera umana.

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STRADA DEL VINO E DEI SAPORI DEL TRENTINOUn viaggio nel gustoSTRADAV I N OTRENTINO . C O M

Guida con itinerari, prodotti, ricette e curiosità

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La Strada del vino e dei sapori del Trentino è un percorso ideale, una raccolta di prodotti di eccellenza, un mondo di piaceri per il palato. In questo territorio troviamo paesaggi assai diversi nell’arco di pochi chilometri, dalle acque del Lago di Garda alle viti della Piana Rotaliana, dalle cime dolomitiche di Madonna di Campiglio alla distesa della Valsugana, dalle strade rinascimentali di Trento alle piazze storiche di Rovereto. I prodotti da scoprire spaziano così dal vino ai formaggi, dai salumi alle trote, dalla frutta agli ortaggi, passando per l’olio. Prodotti quali il Trentodoc, il Müller Thurgau, il Vino Santo, il Marzemino, il Teroldego Rotaliano e la Grappa trentina ne sono le punte di diamante.

Strada del vinoe dei sapori del Trentino

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Fra i formaggi ricordiamo Spressa, Vezzena e Nostrano del Baldo e le piccole produzioni di malga. I salumi rimandano ad antiche ricette, oggi produzioni uniche: Lucanica trentina, Ciuìga del Banale, Carne salada e Carne Fumada. Per chi predilige le verdure ci sono i prodotti bio della Val di Gresta o in primavera gli asparagi di Zambana. Da condire con Olio extravergine d’oliva DOP del Garda trentino. Non mancano, infine, le prelibate produzioni di acqua dolce, quali trote e salmerini. A fare la differenza è l’ambiente, ma non va dimenticata la preziosa opera umana.

www.stradavinotrentino.com

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Alto Gardae Val di LedroFin dall’antichità il lago di Garda è stato culla di popoli e culture, grazie alla posizione strategica e al clima mite. I declivi che circondano la “Busa”, il territorio compreso tra i comuni di Riva del Garda, Arco e Torbole, sono il luogo ideale per la coltivazione dell’olivo, da cui si ricava un olio extravergine eccellente, leggero e fruttato, quasi “estremo” se si pensa che si impiegano i frutti degli ulivi posizionati più a nord in Europa. I frantoi delle aziende olearie spremono il prezioso succo, che può vantare la DOP del Garda Trentino. Oltre all’olio il territorio off re alcune produzioni ortofrutticole di qualità, quali il broccolo di Torbole, presidio Slow Food e la susina di Dro, ecotipo locale, dal sapore dolce e acidulo, che da poco ha

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ottenuto la DOP. E naturalmente, non possono mancare le ricette a base di pesce di lago, quali persici, sarde, anguille, tinche, lucci o carpione, le pregiate varietà che si possono pescare e degustare in alcuni selezionati ristoranti dell’Alto Garda. Muovendosi da Riva del Garda verso Tenno e l’omonimo lago, si può degustare la carne salada, uno dei prodotti di punta della macelleria trentina, una carne di manzo molto magra, messa a riposo in una salamoia secca per poco meno di tre settimane. Questo processo la rende particolarmente aromatica e adatta a essere consumata sia cotta sia cruda. Da qui, proseguendo verso nord, si può raggiungere Dro e quindi la

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Valle dei Laghi, oppure le Giudicarie attraverso la Val di Ledro, la cui cucina è stata influenzata dalla tradizioni boeme, retaggio storico della Prima Guerra Mondiale. Tra le varie tipicità il Ledrense è noto per la polenta di patate, riccamente condita con salumi e formaggi saporiti. Dirigendosi verso Storo e la Valle del Chiese incontriamo torrenti, le cui fredde acque sono l’habitat ideale per trote e salmerini, da gustare freschi oppure lavorati in carpione, marinati o affumicati.

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Nosiola e Vino Santo

Il Vino Santo vanta una storia antica, radicata nella Valle dei Laghi e ha origine dalla Nosiola, vitigno autoctono bianco trentino, delicato e dal lieve sentore di nocciola. La storia produttiva è emotivamente coinvolgente: dopo un’attenta selezione dei grappoli, l’uva viene posta sulle arele e, dopo 5-6 mesi, quando gli acini si sono disidratati grazie al prezioso aiuto dell’Ora del Garda e si sono arricchiti di una particolare muffa nobile, viene pigiata durante la Settimana Santa. La fermentazione ha luogo in piccole botti di rovere per svariati anni. Il vino che si ottiene ha un colore giallo dorato – ambrato, dal profumo intenso con ricordi di frutta passita e confettura.

Gnocchi violaal sapore di malgaLessare 1 kg di Patate della Val di Gresta, schiacciarle ancora calde. Farle intiepidire ed aggiungere nell’ordine 1 uovo, 1 tuorlo, 1 cavolo cappuccio viola precedentemente stufato con uno spicchio d’aglio, ridotto in purea, e, poco alla volta, 250 g di farina. Amalgamare bene il tutto e procedere formando dei cordoncini, tagliandoli poi a tocchetti.Immergere gli gnocchi in acqua bollente salata. Non appena salgono a galla, scolarli bene e condirli con lucanica fresca tostata in padella, burro al profumo di salvia e Formaggio di Malga del Lagorai a tocchetti. Il piatto si sposa con un calice di Nosiola.

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Il territorio delle Giudicarie, che occupa il Trentino occidentale, è una terra dalla forte vocazione agricola, nel quale si ritrovano molte produzioni agroalimentari tradizionali. La Valle del Chiese, ai confini con il Bresciano, è conosciuta soprattutto per la coltivazione del Mais nostrano di Storo: raccolto ad inizio ottobre, permette di ottenere la farina gialla impiegata per cucinare la polenta nelle sue numerose varianti, tra tutte la “carbonera”, che prevede l’aggiunta di formaggi e salumi locali.Risalendo la vallata, ci addentriamo in Val Rendena. Nei pascoli alpeggia la razza bovina autoctona di cui si lavorano le carni nei numerosi salumifici della valle. Dal latte prodotto nella Valle del Chiese e nella Val Rendena nasce la Spressa Dop delle Giudicarie, un formaggio da pasto ottenuto dal latte “smagrato”, dolce o piccante a seconda della stagionatura.

Le Valli Giudicarie

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Spostandoci verso est, raggiungiamo Comano e poi il Bleggio: qui tra tutti i prodotti la fa da padrona la Ciuìga del Banale, massima espressione contadina di un tempo antico. La tradizione vuole che, per aumentare il volume della poca carne di maiale disponibile, si aggiungesse rapa bianca cotta: si ottiene così un salume aromaticamente forte, da mangiare crudo o cotto. In questa zona possiamo trovare anche delle produzioni orticole di pregio, quali ad esempio, le patate del Lomaso, coltivate su terreni tipici degli ambienti montani, avari nelle quantità, ma capaci di regalare un prodotto ricco di sapori. Da ricordare, inoltre, le preziose Noci del Bleggio, la cui produzione, si narra, risale a metà del 1500: non sono particolarmente belle da vedere, ma sono ricche di gusto ed estremamente dolci.

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Bicchierini di castagneal cucchiaioPreparare una purea con 700 g di castagne lessate. Sciogliere a bagnomaria 150 g di cioccolato fondente, unire 150 g di burro e lasciarlo fondere mescolando continuamente.Aggiungere alle castagne 130 g di zucchero, il composto di burro e cioccolato, 1 bustina di vanillina ed 1 bicchierino di grappa: mescolare il tutto per ottenere un composto liscio e omogeneo. Prendere dei bicchierini (ottimi anche di cioccolato) e versarvi il composto di castagne, avendo cura di riempirli per tre quarti. Lasciare raffreddare il composto per almeno un’ora. Al momento del servizio, montare leggermente 200 ml di panna e disporla al centro del bicchierino, cospargerla con scaglie di cioccolato fondente. Il piatto si sposa con un bicchiere di Trentino Grappa.

Trentino Grappa

La produzione della grappa, in Trentino, è una pratica che affonda le proprie radici nella notte dei tempi. Della familiarità e dell’esperienza secolare rimangono le tracce nelle aziende che operano a livello artigianale, ove l’uomo rimane un fattore di primaria importanza. Inalterati sono i principi della distillazione tradizionale, praticata secondo le vecchie regole della fonte di calore indiretto, della lavorazione lenta di vinacce fresche e profumate che provengono esclusivamente da uve trentine. A garanzia della qualità vigila l’Istituto Tutela Grappa del Trentino, che attribuisce il marchio Trentino Grappa solo ai prodotti di eccellenza, riportato su ogni singola bottiglia.

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La Vallagarina è un territorio dalla forte vocazione vitivinicola, soprattutto per il Marzemino che si estende lungo l’asta del fiume Adige dai confini meridionali del Trentino fino alle porte del capoluogo. Qui i vigneti si alternano a borghi e castelli dalla storia antica, mentre il corso del fiume è protetto da suggestivi altipiani montuosi. Ad ovest, affacciato sul Lago di Garda, troviamo il Monte Baldo, caratterizzato da una flora spontanea unica, influenzata dal clima mediterraneo. Tale ricchezza genera un latte e quindi un formaggio peculiare, che prende il nome di Nostrano Monte Baldo. Da segnalare la produzione selezionata di Marroni nella zona di Castione di Brentonico. Anche la Val di Gresta è baciata dalla mite

Vallagarina

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influenza del Garda: questa valle, chiamata affettuosamente, Valle degli Orti, negli ultimi trent’anni ha dato vita ad una produzione biologica di ortaggi dalle pregevoli proprietà organolettiche. Ritornando nella vallata principale, superata Rovereto (rinomata per la lavorazione particolare della carne equina), una volta raggiunto Castel Beseno, possiamo risalire verso gli altipiani di Folgaria, Lavarone e Luserna. Qui i pascoli danno un latte di grande qualità, con cui si produce un formaggio dalla lunga storia, il Vezzena, tanto amato dall’Imperatore Francesco Giuseppe. Esso conserva sapori ed aromi unici, che richiamano con precisione le composizioni floreali ed erbacee dei prati in alta quota.

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Involtini di Carne Saladacon caprino frescoLavorare 200 g formaggio di capra fresco spalmabile, ottenendo un impasto morbido ed omogeneo e aggiungendo una spolverata a piacere di peperoncino. Spalmare la crema su 10 fettine sottili di carne salada, arrotolarle formando degli involtini e legarli con fili di erba cipollina. Conservare al fresco. Emulsionare 3 cucchiai di olio extravergine d’oliva DOP Garda trentino con un cucchiaio di aceto aromatico trentino, sale e pepe. Guarnire gli involtini con dell’erba cipollina e prezzemolo tritati, irrorare con la vinaigrette preparata e servire subito. Il piatto si sposa con un calice di Marzemino.

Marzemino

È il vino rappresentativo della Vallagarina, che trova le sue “espressioni” più nobili nelle due sottozone di Isera e dei Ziresi a Volano. Il suo arrivo in Trentino è legato ai soldati della Serenissima, che portarono alcune piantine dal villaggio della Carinzia chiamato Marzimin. Esposizione, temperature e buona qualità dei terreni lagarini hanno permesso al vino di ottenere ottimi risultati, tanto da avere, ancora nel passato, un testimonial ante litteram in Mozart: celebre è la citazione nel suo “Don Giovanni”. Il vino, di un bel rosso rubino vivace, si caratterizza per i profumi fruttati e floreali in cui predomina la viola.

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Dalla zona di Folgaria e Lavarone si può raggiungere l’altopiano della Vigolana ai piedi dell’omonima montagna, conosciuto per la ricca e pregevole produzione di frutta ed ortaggi, e quindi la Valsugana, terra dal paesaggio assai vario e ricca di produzioni agroalimentari che la sapienza di molte aziende artigiane trasforma in ottimi prodotti gastronomici.Dall’abitato di Pergine Valsugana si può raggiungere la Valle dei Mocheni, un territorio tipicamente rurale, che ha mantenuto una forte identità culturale, la quale si riflette nelle produzioni Gastronomiche. L’agricoltura della valle è impegnata nella coltivazione dei piccoli frutti e lungo il Sentiero ad essi dedicato si può scoprire come crescono e maturano fragole, fragoline, lamponi, more, mirtilli e ribes. Proseguendo lungo la valle, verso sud, superati i bellissimi laghi di Caldonazzo e Levico ci viene incontro la catena montuosa del Lagorai, un vero e proprio gioiello naturale e paesaggistico.

Valsugana e Lagorai

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A metà valle, dall’abitato di Roncegno Terme, ci si può addentrare verso gli alpeggi della catena montuosa, dove si produce il Formaggio di Malga del Lagorai, Presidio Slow Food. La zona di Roncegno Terme, così come alcune aree dell’altopiano della Vigolana, sono vocate alla coltivazione del castagno, al quale sono dedicate alcune manifestazioni autunnali e da cui si ricavano alcune prelibatezze, quali ad esempio le castagne sotto spirito e la crema di marroni.In Valsugana, negli ultimi anni si sta riaffermando la coltivazione di un’antica e particolare varietà di Mais, Spin, il cui nome deriva dalla forma arcuata dei chicchi dai quali si ricava un’ottima farina per la polenta. Tappa obbligata in Lagorai sono i rifugi dove è possibile gustare i salumi di produzione locale e il sapore “fiammante” della tipica bevanda calda fatta con caffè, vino, grappa e zucchero.

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Trentodoc

La storia delle bollicine trentine ebbe inizio grazie alla passione e alla tenacia di Giulio Ferrari, il “padre” della spumantistica italiana. Studente dell’Imperial Regia Scuola Agraria di S. Michele, dopo esperienze in Champagne, decise di ritornare a casa per valorizzare i segreti dei produttori francesi e dimostrare che il Trentino poteva divenire zona d’elite della spumantistica nazionale. Era il 1902 e in una piccola cantina nel cuore di Trento, Ferrari avviò una piccola produzione di elevata qualità, rivoluzionando la viticoltura locale. Negli anni nacquero nuove aziende, che diedero vita all’Istituto Trento Doc Metodo Classico. Nel 1993 ecco il riconoscimento della D.O.C. “TRENTO”, la prima a livello mondiale

Cheesecake trentinaAggiungere a 300 g di ricotta fresca o formaggio spalmabile trentino, 300 g di panna fresca montata ed incorporare 6 cucchiai di zucchero. Precedentemente preparare i biscotti con 200 g farina gialla di Storo, 100 g farina bianca, 1 bustina di lievito, 60 g zucchero, 90 g burro e 1 uovo. Formare dei biscotti dello spessore di 4-5 mm e cuocerli in forno a 180° per 15 minuti circa. Una volta cotti,tritarli ed unirli a 100 g di burro sciolto; disporre il composto sulla base di una tortiera. Fare riposare per 10 minuti in frigorifero. Versare il composto di ricotta sulla base di biscotti. Fare riposare in frigorifero per un paio di ore. Prima di servirla guarnirla con la confettura di frutti di bosco o se d’estate, con i piccoli frutti freschi e un cucchiaio di miele trentino. Il piatto si sposa con un calice di Trentodoc Demisec.

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riservata ad un metodo classico dopo lo Champagne.Nel disciplinare vengono dettate rigorose regole produttive che seguono il metodo della rifermentazione in bottiglia: alta qualità delle uve base e loro provenienza trentina, prolungato contatto con i lieviti e relativa maturazione, serietà nella coltivazione e nella produzione. Al vino base, ottenuto con uve soprattutto di Chardonnay, vengono aggiunti zuccheri e lieviti selezionati. Il vino inizia la seconda fermentazione, a cui segue il riposo sui lieviti, per almeno 15 mesi, l’eliminazione dei residui, la dosatura e la tappatura finale. Il colore è giallo paglierino, più intenso nella riserva. Il perlage è fitto, preciso, carezzevole, persistente mentre il profumo è delicato, elegante, fruttato e fragrante con delicato sentore di lievito e pane appena sfornato.

Tartare di trota con mele e succo di limoneTagliare a cubetti piccoli 200 g di filetto di trota e 1 mela acidula tipo Granny Smith. Aggiungere il succo di 1 limone del Garda trentino e 1 cucchiaio di olio extravergine d’oliva DOP Garda trentino. Mescolare il tutto aggiustando di sale e pepe. Lasciare riposare per un’ora in frigorifero affinché gli aromi possano esaltarsi. Porzionare il tutto sui piatti utilizzando un coppapasta e decorando con qualche filo di erba cipollina. È perfetta accompagnata con pane tostato e burro di malga. Il piatto si sposa con un Trentodoc Brut.

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Dalla Valsugana è facile raggiungere l’Altopiano di Piné. I prodotti che si possono scoprire in questa zona sono quelli caratteristici di montagna, dal formaggio di malga ai piccoli frutti del sottobosco, dai gustosi salumi ai deliziosi dolci. Una visita ai comuni di Baselga di Piné e Bedollo, con i loro splendidi laghi, vi porterà alla scoperta dei sapori di questa valle. L’itinerario può proseguire fi no a Sover e da lì, con percorso inverso, raggiungere le famose Piramidi di Segonzano e quindi la Valle di Cembra, splendido esempio di viticoltura eroica alpina. Gli arditi terrazzamenti creati dalla mano dell’uomo per utilizzare al meglio il territorio scosceso,

Val di Cembrae Altopiano di Piné

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caratterizzano il paesaggio in cui nasce uno dei vini testimonial trentini, il Müller Thurgau. Questa valle è rinomata anche per la produzione di salumi, da quelli più tradizionali, Lucanica trentina su tutti, a quelli meno noti, come la Carne salmistrada della Val di Cembra o, se affumicata, fumada. E, pensate un po’, per l’eventuale affumicatura a volte viene usato il legno di vite mescolato agli aghi di ginepro. Ritornando verso la Valle dell’Adige, seguendo il corso del torrente Avisio, possiamo raggiungere gli abitati di Faedo, le incantevoli colline avisiane e, quindi la Piana Rotaliana.

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Müller Thurgau

Nato dall’incrocio di varietà Riesling e Chasselas, ottenuto nel 1881 dal ricercatore svizzero Hermann Müller di Thurgau, ha trovato in Trentino e soprattutto in Valle di Cembra il proprio luogo di elezione. È coltivato in tutta la valle, ma la zona più vocata è quella sopra i 500 metri di quota in cui i vigneti esprimono al meglio l’originale freschezza e il profumo di questa varietà. Il frutto è particolarmente dolce all’assaggio, mentre il vino è giallo chiaro, con riflessi dorati tendenti al verde: si presenta ben strutturato, secco, sostenuto dall’acidità che rende il sapore particolarmente aromatico e persistente.

Insalatina di Asparagi di Zambana, Noci e VezzenaPelare 1 mazzo di Asparagi di Zambana, tagliandoli a listarelle. Preparare il condimento mescolando 3 cucchiai di Olio extravergine d’Oliva DOP Garda trentino, 1 cucchiaio di aceto aromatico trentino e 1 cucchiaino di senape. Tritare grossolanamente una manciata di Noci del Bleggio. Servire l’insalata di asparagi con la vinaigrette e cospargerli di granella di Noci e scaglie di Vezzena stagionato. Il piatto si sposa ad un calice di Müller Thurgau.

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Teroldego rotaliano

Il Teroldego rotaliano è considerato il “principe” dei vini trentini fin dall’epoca del Concilio. Il vitigno, autoctono, esprime al massimo le sue qualità sui terreni della Piana Rotaliana. Fondamentale è la composizione del terreno, composto da detriti alluvionali del fiume Noce, e dalla insolazione estiva. Le tecniche produttive hanno permesso al vino di affermarsi attraverso i secoli, tanto da ricevere nel 1971 il riconoscimento della prima DOC varietale in provincia. Il colore è rubino intenso, violaceo mentre l’odore è caratteristico, piacevolmente fruttato con sentori di frutta matura come la mora selvatica, il mirtillo e il lampone.

“Hamburger” trentiniTritare 200 g di Carne Salmistrada della Val di Cembra, 50 g di Spressa DOP delle Giudicarie e condirle con Olio extravergine d’Oliva DOP Garda trentino. Formare 2 hamburger. Cuocere per 3-4 minuti, 150 g di fagioli borlotti già lessati, in una casseruola con mezzo scalogno tritato, 1 rametto di rosmarino, poco olio, sale e pepe. Eliminare il rosmarino e frullare nel mixer, i fagioli con il fondo di cottura. Nel frattempo tagliare a metà 2 panini fatti in casa, disporre all’interno di essi alcune cucchiaiate di mousse di fagioli e l’“hamburger”. Il piatto si sposa ad un calice di Teroldego rotaliano.

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La Piana Rotaliana è stata definita da Cesare Battisti “il più bel giardino vitato d’Europa”. Qui viene prodotto il Teroldego rotaliano, principe dei vini trentini, ma i suoi terreni alluvionali, offrono in primavera una vera primizia, l’asparago bianco, di cui il comune di Zambana si fa garante di qualità attraverso la De.Co. La Piana Rotaliana è sede anche della Fondazione E. Mach - Istituto Agrario di San Michele e del Museo degli Usi e Costumi della Gente trentina, situati appunto a San Michele all’Adige: il museo racconta la storia della popolazione locale attraverso l’analisi della vita quotidiana di un tempo di contadini, malghesi, artigiani, mentre la Fondazione Mach, svolge attività di ricerca, istruzione, formazione nei settori agricolo e alimentare. Passato e futuro si incontrano.

Trento ela Piana Rotaliana

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Scendendo verso sud incontriamo Trento. Le colline vitate che circondano il capoluogo, definiscono il paesaggio e la rendono culla della produzione di Trentodoc. Il Monte Bondone, la montagna della città, è uno scrigno di sapori alpini, in cui si distinguono i salumi, tra tutti la lucanica, ovvero un insaccato a base di carne di suino e di lardo, ingrediente classico di molti piatti caratteristici. Di questi salumi quelli prodotti con carni di maiali allevati esclusivamente in Trentino possono fregiarsi del marchio di Presidio Slow Food. La città di Trento ospita anche l’Enoteca Provinciale del Trentino a Palazzo Roccabruna un vero e proprio punto di riferimento per scoprire il mondo enogastronomico trentino e degustare tutte le tipologie di vini prodotti sul territorio, accompagnati da una selezione delle produzioni più rappresentative.

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Esperienze di Gusto

La Strada del vino raccoglie più di 300 soci sparsi sul territorio: in un’alter-nanza di tipologie produttive e operative, l’associazione segue e coordina iniziative che esaltano la produzione enogastronomica legata al territorio trentino. Il nostro cavallo di battaglia è sicuramente DOC – Denomina-zione di Origine Cinematografica l’evento che coniuga l’amore per i film d’autore con i buoni sapori e la possibilità di visitare le location produttive. Altre iniziative coordinate dalla Strada sono Gemme di Gusto – un vero e proprio inno alla primavera dove gli operatori permettono di far conoscere ai propri ospiti il risveglio della natura. Ma senza alcun dubbio è l’autunno che domina incontrastato nelle attività della Strada del vino: tanti i mo-

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menti e le feste che animano le piazze e i luoghi produttivi. Ricordiamo Au-tunno Trentino – che ha luogo nel cuore di Trento , Marzemino non solo Mozart in Vallagarina, Divin Ottobre in Val di Cembra ma numerose sono le possibilità di partecipare ad iniziative enogastronomiche fino agli inizi di Novembre. Per poter essere sempre informati naviga nel portale www.stradedelvinodeltren-tino.it, clicca “Mi piace” sulla pagina Facebook Strada Vino Trentino, seguici sul blog www.stradavinotrentino.com oppure su Twitter @VinoDolomiti o ancora, attiva il qr – code per restare sempre connesso e aggiornato sulle novità.

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Vini del Trentinoconsorzio di TuTela

Consorzio “Vini del Trentino”

Il Consorzio “Vini del Trentino” è un’associazione interprofessionale di categoria senza scopo di lucro. Esso tutela, valorizza e cura gli interessi relativi alle DOC e alle IGT. I suoi Soci sono oltre 120 e rappresentano circa 7.500 viticoltori. Il sistema vitivinicolo trentino concilia la cooperazione con l’individualità dei vignaioli. La cooperazione ha fatto la storia del vino italiano, attraverso cantine preparate e strutture d’alta tecnologia enologica, intuendo il cambiamento dei gusti del pubblico. Non sono da meno le cantine a conduzione familiare decise a salvaguardare il loro ruolo pur rappresentando il 5% della produzione. I vini trentini, in entrambi i casi, diventano i protagonisti del buon bere. www.vinideltrentino.com

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La Trentina, frutta di famiglia

Deriva da una lunga tradizione la volontà del Consorzio la Trentina di trasmettere ai frutti che vengono coltivati l’amore che i suoi soci provano per la terra, per far vivere, attraverso i prodotti la Trentina, i colori, i profumi e i sapori che caratterizzano il territorio trentino. Da generazioni, aziende a conduzione familiare, rappresentate dalle cooperative socie del Consorzio, si impegnano per tutelare e contraddistinguere la qualità delle mele, kiwi, susine, patate e altri prodotti del territorio coltivati nelle zone comprese fra la Valle dell’Adige, la Piana Rotaliana, la Val di Cembra, la Valsugana, la Vallagarina, la Valle del Sarca ed il Lomaso, operando nel pieno rispetto dei cicli biologici spontanei e dell’ambiente. www.latrentina.it

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Edita da Strada del vino e dei sapori del Trentino nel mese di novembre 2013Grafi ca: Prima Pubblicità – Cartografi a e stampa: Euroedit, Trento – Foto di: FOTOTECA TRENTINO SVILUPPO SPA - Foto di Carlo Baroni, Ronny Kiaulehn, Romano Magrone, Pio Geminiani, Daniele Lira, Marco Simonini, Enrico Genovesi, Beatrice Mancini, Giorgio Defl orian | CCIAA Trento | ARCHIVIO FOTOGRAFICO APT PINE’ CEMBRA - Foto di D. Lira | ARCHIVIO FOTOGRAFICO LA TRENTINA | ARCHIVIO FOTOGRAFICO STRADA DEL VINO E DEI SAPORI DEL TRENTINO

TRENTO

Strada del vino e dei sapori del TrentinoVia della Villa 6, 38123 Villazzano di Trento (TN) c/o Villa de MersiTel. 0461 [email protected]

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