Buddismo - Le Paramita

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  • 7/31/2019 Buddismo - Le Paramita

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    Dopo aver sviluppato il bodhicitta, si deve cominciare a seguire la pratica dellepramit (perfezioni o virt trascendenti) : generosit, moralit, pazienza,

    impegno entusiastico, meditazione, saggezza discriminativa.Delle 6 pramit, le prime 5 costituiscono il metodo (mezzi salutari o azione

    appropriata), mentre la sesta la saggezza discriminante : la pratica di quellecomporta l accumulazione di meriti, mentre questa comporta laccumulazione disaggezza (consapevolezza). Le due accumulazioni sono le cause per ottenere -finch si sta nel sasra - un corpo umano pienamente qualificato, nonch perraggiungere rispettivamente il Rpakya e il Dharmakya : esse sono quindi i mezzi

    per maturare la mente e diventare un buddha. Gli occhi sono la saggezza, i piedisono le altre 5 pramit, che devono andare - per cos dire - di pari passo, se si vuolearrivare al nirva : sono indispensabili entrambe come le due ali ad un uccello per

    poter volare.La pratica delle pramit - purch sia ispirata dal bodhicitta - la via percorsa da

    tutti coloro che seguono i stra ed un preliminare per chi intende poi dedicarsi altantra. Il bodhisattva le coltiva cos lungo i 5 Sentieri, soprattutto a partire da quellodella Visione Interiore.

    Oltre alle 6 pramit vi sono 4 perfezioni supplementari o realizzazionisupreme, che sono aspetti della 6^ pramit - per cui si parla anche di 10 pramitin totale.

    1) g e n e r o s i t (dna)

    Consiste nel donare senza attaccamento o desiderio di remunerazione, ma solo peril benessere degli altri. Si distingue in :

    a) offerte fatte, con fede e rispetto, ai Tre Gioielli : cose reali (come incenso,musica, ecc.) e mentali (ad es., offrendo mentalmente cose che esistono inrealt, ma di cui non abbiamo la disponibilit : il mare, una bellissima aurora,ecc. oppure visualizzando ricchezze, belle forme, suoni gradevoli, ecc.)1 ;

    b) doni fatti con compassione a chi si trova nel sasra :

    doni materiali : ad es., dare cibo ad un affamato ; dono della protezione : ad es., proteggere una persona dal pericolo di un

    incendio ; dono dellamore : ad es., confortare chi infelice ; dono del Dharma : ad es., insegnare il Dharma verbalmente.

    Nel dare, dobbiamo considerare ci che serve veramente al destinatario e non ciche piace a noi ; inoltre, si deve dare nellmbito della nostra effettiva disponibilit enon sulla scia dellemotivit, che ci potrebbe poi procurare rimpianti o ripensamenti.

    2) e t i c a (la)

    1 I Tre Gioielli non hanno ovviamente bisogno di queste offerte, che in realt servono solo a noi pereliminare il nostro attaccamento.

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    Il comportamento corretto consiste nellabbandonare i 10 atti negativi(uccidere, ecc.) e nel compiere i 10 atti virtuosi illustrati nel Addestramentoalla virt o etica suprema.

    Vi sono 3 tipi di moralit , che consistono nel controllare il propriocomportamento

    --mantenendo i propri voti, nonch gli impegni presi nelle iniziazioni ;

    --aiutando gli esseri senzienti (ad es., mostrando loro gli effetti negativi delleazioni non-virtuose) ;

    --avendo il bodhicitta come unico movente in tutte le nostre azioni.Inoltre il nostro comportamento devessere di buone maniere : stare composti, non

    parlare con durezza o in modo sboccato, non desiderare ardentemente guadagni eonori, ecc.

    I semi delle azioni negative che non sono ancora maturati in sofferenza possonoesser distrutti col pentimento, che consiste ne

    a) sentire che quella data azione sbagliata, cio provare unangoscia dicoscienza oppure il risveglio di una migliore comprensione ;

    b) ammettere a noi stessi lerrore che abbiamo fatto ;c) rivolgerci al Buddha e pentirci profondamente ;d) promettere di non farlo pi (come chi si ammalato per aver ingerito del

    veleno, si ripromette di non prenderlo pi).Per le nuove colpe commesse ci si deve pentire subito, in meno di unora

    (considerando anche che la morte pu arrivare in ogni momento).

    3) p a z i e n z a (knti)

    Questa virt consiste nella capacit di sopportare e tollerare (senza reagire concollera o vendicarsi)

    A) gli atteggiamenti sgradevoli o cattivi delle altre persone, pensando chea] se qualcuno negativo con noi, significa che non sa essere migliore di cosperch accecato dai suoi klea (difetti mentali), non pu controllare sestesso e sta soffrendo lui stesso ;

    b] quando tali suoi atti negativi matureranno, dovr soffrirne molto e quindi colsuo comportamento attuale sta costruendo qualcosa di cattivo per se stesso ; ilche ci deve far sorgere una grande compassione per lui ;

    c] daltronde, quel suo comportamento negativo verso di noi sta rimuovendoun po del nostro cattivo karma ( come il gusto cattivo di una medicina, checi far bene in seguito) ;

    d] inoltre, quella persona che ora ci fa del male pu essere stata nostra madre opadre o fratello o amico o maestro nelle vite precedenti, nelle quali siamostati da essa amati e aiutati (amore e aiuto certamente superiori al male che cifa oggi) ;

    e] il male che ora stiamo soffrendo fu causato karmicamente da unazionesimile da noi commessa in precedenza ; perci, poich colpa nostra,sarebbe ingiusto rendere la pariglia ;

    B) le difficolt che si incontrano nellaccettare il dolore e le contrariet fisiche ementali (ad es., nellassumersi le sofferenze derivanti dal salvare la vita ad unapersona) ;

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    C) la fatica derivante dallo sforzo di capire il Dharma il pi profondamentepossibile, di compiere pratiche come le 100.000 prostrazioni o nel sedere alungo nella posizione del loto mentre si medita.

    4) v i g o r e o p e r s e v e r a n z a e n t u s i a s t i c a (vrya)

    E limpegno entusiastico (lopposto dellapatia, dello scoraggiamento, dellapigrizia e della procrastinazione), che consiste in una grande diligenza nelcomprendere ed attuare il Dharma : diligenza gioiosa, e non vista come un dovere

    pesante. Quindi significa

    innanzitutto, usare energia e zelo nel rivolgersi al Dharma, compiendo azioni epratiche positive (anzich perdere tempo in banali attivit mondane) ;

    non stancarsi della pratica spirituale o non cadere nellindifferenza che ce la farimandare di giorno in giorno ;

    continuare con entusiasmo ad agire in modo positivo (ad es., praticando lepramit) : da un lato, senza la presunzione di ritenersi soddisfatti delle esigueazioni virtuose che abbiamo finora compiuto ; e dallaltro, con lottimisticaconvinzione della nostra capacit innata dottenere dei risultati positivi.

    5) c o n c e n t r a z i o n e m e d i t a t i v a (dhyna)

    La perfezione della concentrazione meditativa lo stato in cui la mente mantenuta ferma sui pensieri positivi (senza distrazione n torpore) ed in grado di

    controllare - come un potente governante - lattivit mentale stessa e il sorgere deidifetti mentali (klea).

    Tale pramit si ottiene quando si sono realizzati i dhyna tanto del Rpadhtuche dellArpadhtu, come descritto nel Addestramento al raccoglimentosupremo.

    Entrando nei dettagli, vi sono 3 tipi di concentrazione meditativa :a) un modo di meditare in cui si ha lintenzione di voler provare esperienze di

    piacere, chiarezza ed assenza di pensieri ;b) un modo di meditare in cui si superato lattaccamento a quelle esperienze e si

    resta attaccati al concetto di vacuit come antidoto ;c)

    un modo di meditare in cui si superato anche lattaccamento al concetto divacuit e ci si trova nella condizione priva di pensiero discorsivo nella quale sicoglie la vacuit in maniera diretta, immediata, intuitiva e spontanea.

    Come allenamento secondario alla perfezione della concentrazione meditativa necessario meditare su : luguaglianza fra s e gli altri, perch tutti quanti desideriamo la felicit e non

    vogliamo la sofferenza ;

    lo scambio di s con gli altri, offrendo a questi la nostra felicit ed accogliendoin noi tutte le loro sofferenze ;

    laver cari gli altri pi di noi stessi, augurandoci che la loro sofferenza ricadasu di noi e che essi possano esser felici prendendo la nostra felicit.

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    6) s a g g e z z a d i s c r i m i n a n t e (praj)

    Si tratta della consapevolezza discriminante o intelligenza discriminativa, chedeve ispirare il compimento di tutte le pramit precedenti.

    Essa consiste nella consapevolezza dellessenza, delle differenze, dellecaratteristiche (particolari e generali) di ogni oggetto di percezione : ossia, la

    facolt dellintelligenza presente nel continuum mentale di tutti gli esseri senzientiche permette di esaminare gli oggetti e di formulare giudizi e decisioni.

    Pu essere :comune : ogni genere di conoscenza ordinaria, come ad es. lintelligenza che

    ci permette di guidare unautomobile ;

    non-comune : la percezione della sofferenza, dellimpermanenza deifenomeni, dellassenza di un ego concreto e, in ultimo, della vacuit.

    Vi sono 3 tipi di questultima specie di saggezza discriminativa :a) quella derivante dallascoltare gli insegnamenti e dal comprenderne il

    significato a livello concettuale;

    b) quella derivante dall'esaminare il significato dei vari concetti, riflettendoripetutamente su di essi ed eliminando i possibili dubbi; dal riferire alla propriacondizione la comprensione degli insegnamenti, confermandoli conl'esperienza personale ; dal dedicarsi alla pratica senza dover chiederechiarimenti ad altri ;

    c) quella derivante dalla meditazione in cui si comprende lassenza di un entitindipendente ed auto-esistente sia nella persona sia nei fenomeni (Vacuit).Lo scopo essenziale della meditazione consiste nelleliminazionedellignoranza, causa di tutte le nostre imperfezioni ; ora, la saggezza(comprensione della vacuit) appunto lopposto dellignoranza.

    Ci sono molte tappe per arrivare alla conoscenza di nyat (vacuit) : dapprima

    dobbiamo ricorrere al ragionamento e allanalisi, da cui sorger un tipo dicomprensione concettuale e deduttiva della vacuit tipica di chi si trova sui SentieridellAccumulazione e della Preparazione ; successivamente si sviluppa laconcentrazione univoca avente come oggetto la vacuit accertata con lanalisi :entrando costantemente e ripetutamente in rapporto con nyat, si raggiunge un

    punto in cui il contenuto concettuale svanisce e la visione della vacuit divienetalmente chiara e diretta che non si avverte pi distinzione tra la vacuit e la menteche la contempla. E questo il Sentiero della Visione, in cui si diventaryabodhisattva.

    Dunque, nella sua forma pi alta e completa (cio quale prajpramit), lapraj una conoscenza immediata, cosicch percepisce direttamente le cose comesono (ne vede la natura illusoria e vuota) e le apprezza come valide in se stesse(senza bisogno di manipolare le nostre percezioni secondo categorie preconcette elasciando che le cose siano come sono). Questo atteggiamento peraltro tuttora un

    processo di apprendimento, uno strumento, per scoprire la saggezza vera e propria(jna), cio la conoscenza (o consapevolezza) suprema, che trascendente edoriginaria :

    --trascendente significa che aldil della dualit di soggetto ed oggetto e di ognialtra concettualizzazione dualistica. Essa percepisce spontaneamente con un singoloatto mentale laspetto duale di ogni fenomeno (cio la sua verit relativa ed

    assoluta) ;

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    --originaria significa che il nostro stato primordiale da sempre perfetto, chenormalmente viene oscurato da illusioni e concetti sbagliati1.

    Le caratteristiche di jna sono 3 : a) lonniscienza, b) linfinita compassione, c)il potere illimitato.

    Praj quindi porta a jna, che il risultato che trascende quel processo diapprendimento.

    Le 4 pramit supplementari sono :

    7) upya[kaualya]

    lazione appropriata, labilit o lingegnosit nellapplicazione (o uso) dei mezzie metodi salvifici, dei molteplici insegnamenti che conducono tutti gli esseri allaLiberazione2.

    8) praidhna

    lintensa aspirazione o impegno o voto o risoluzione (e quindi lo sforzoconseguente) a realizzare lIlluminazione e liberare gli altri, cio ad affrontare ognidifficolt fino a quando - per i nostri meriti - il maggior numero di esseri sia statostrappato al sasra ;

    9) bala

    sono le 5 forze morali, poteri o impulsi spirituali - derivanti dallaver praticato leprecedenti 8 pramit - tali da far procedere decisamente verso il nirva : fiducia,

    diligenza, introspezione, concentrazione meditativa, saggezza discriminante ;

    10)jna

    la suprema conoscenza o sapere trascendente, che - abbattendo lapparentedifferenza stabilita tra lassoluto e il relativo - permette di vedere le cose nella lororealt non illusoria e afferra la natura ultima dei fenomeni. Consiste pertanto nelsuperamento di ogni dubbio, nella visione chiara di ogni fenomeno e nellaconsapevolezza lucida del modo di conseguire lIlluminazione.

    Queste 10 virt corrispondono ad altrettanti gradini o tappe o stadi che ilbodhisattva deve percorrere - impiegando anche migliaia di esistenze - perraggiungere la buddhit. Queste 10 tappe (bhmi) costituiscono il Sentiero delloSviluppo del Pramityna.

    Se con le prime 5 pramit si accumula merito e con la 6 si accumulaconoscenza, con le ultime 4 si sviluppa e si completa il progredire morale di tutte le

    precedenti pramit fino al conseguimento della conoscenza suprema.

    1 Sebbene tutti gli esseri senzienti possiedano il potenziale per realizzare questa saggezza nel loro

    continuum mentale, la confusione psicologica e le tendenze illusorie che oscurano la mente impedisconolespressione di questa potenzialit : da ci proviene la necessit della purificazione mentale(parisodhana).2 Sul concetto di upya, v. il Metodo e saggezza.