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Ordine degli Psicologi dellEmilia-Romagna Buone pratiche per la valutazione della genitorialità Manuela Colombari

Buone pratiche per la valutazione della genitorialità · •meglio protetti dai rischi relazionali e aiutati con ... Intersoggettività: capacità dei componenti del gruppo familiare

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Ordine degli Psicologi dell’Emilia-Romagna

Buone pratiche per la valutazione della genitorialità

Manuela Colombari

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perché buone pratiche?

Violazioni deontologiche in particolare per:

1- scarsa considerazione della responsabilità sociale derivante dall’influenza significativa che ha il proprio intervento sulla vita degli

altri e della necessità di equilibrio tra i bisogni/diritti delle diverse parti in causa (art. 3 C.D.)

2- impiego di metodologie senza riferimenti scientifici (art. 5 C.D.)

3- scarsa validità e dell’attendibilità delle informazioni su cui si basano

le conclusioni, giudizi non fondati sulla conoscenza diretta delle persone(art. 7 C.D.)

4- inadeguata informazione e raccolta del consenso (artt. 24 e 31)

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per chi? per gli psicologi

•  forte disomogeneità nella pratica •  pratica basata su conoscenze non applicabili al

campo specifico della genitorialità •  valutare la genitorialità è attività complessa ed

emotivamente impegnativa •  contese giudiziarie che coinvolgono anche lo

psicologo •  basi scientificamente provate sostengono l’attività

professionale e aiutano ad affrontare i dubbi •  per avere maggiore cura e dettaglio nel redigere le

relazioni.

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non solo per gli psicologi, ma anche per i genitori, i bambini e...

genitori: • valutazione con strumenti più validi ed attendibili, più ampiamente condivise, meno rischio di fraintendimenti o contenziosi. bambini: • meglio protetti dai rischi relazionali e aiutati con maggiore competenza nel recupero dei danni psicologici riportati a causa dell’inadeguatezza genitoriale avvocati e giudici: • cosa attendersi da una seria e articolata valutazione psicologica della genitorialità

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genitorialità e costrutti

Funzione processuale composita, risultato dell’interazione fantasmatica e reale tra quel particolare figlio – con bisogni specifici legati all’età – e quel genitore, diversa in ogni momento della vita, se pure con una sua stabilità di fondo: essa ha a che fare non solo con l’osservazione dell’hic et nunc della relazione che il genitore ha costruito con il figlio, ma anche con l’infanzia del genitore stesso e quindi con le influenze tra le generazioni.

E’ funzione processuale, contestuale, relazionale, storica e pre-esistente alla nascita e/o all’adozione del figlio. E’ altresì il risultato di una relazione sempre almeno triadica ed è condizionata dai modelli culturali, dalla personalità del genitore, dalle relazioni che egli stesso ha avuto come figlio, dalla coniugalità e cogenitorialità della specifica coppia nonché dal temperamento e da eventuali e specifiche problematiche riguardanti i minori (portatori di disabilità fisiche e/o mentali) e relative alle diverse fasi evolutive.!

Per costrutto si intende una caratteristica o un tratto teorico rispetto al quale gli individui differiscono

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percettività e adattabilità

Percettività: acuta consapevolezza di ciò che riguarda il minore e degli effetti del proprio comportamento; consapevolezza della reciprocità

Adattabilità: capacità di adattarsi con modalità adeguate alle diverse esigenze dei figli

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responsività e flessibilità

Responsività: capacità di rispondere ai bisogni del figlio e di porre limiti

Flessibilità: abilità del genitore di rispondere in modi diversi in relazione ai bisogni e alle richieste

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intersoggettività, empatia e riflessività

Intersoggettività: capacità dei componenti del gruppo familiare di comunicare e di comprendere le intenzioni, le motivazioni e i significati dell’altro!

Empatia: consente la percezione di coerenza e continuità mediata dall’affettività, quindi ‘familiarità’, esperienza di essere compresi e di esistere per qualcuno.

Riflessività: capacità di interpretare il proprio comportamento e quello altrui in termini di ipotetici stati mentali, cioè in relazione a pensieri, affetti, desideri, bisogni, intenzioni. !

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direttrici

competenze:

•  nel campo specifico (importanza addestramento e della pratica guidata e supervisionata)

•  mantenute nel tempo e aggiornate

•  messe a confronto con i colleghi

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direttrici

efficacia: •  tener conto nella scelta degli strumenti valutativi (ed

anche degli interventi) delle ricerche sulla loro validità

•  adeguarsi alle linee guida e buone pratiche o sapere giustificare scientificamente l’utilizzo di strumenti diversi

•  disporre di strumenti validi per la prognosi

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concettualizzazione

evitare errori di interpretazione nei quali una relazione di associazione viene interpretata come relazione di causa-effetto

“Il letto è il posto più pericoloso del mondo, perché vi muore più dell’80% della gente”

(M. Twain)

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buone pratiche esempio di raccomandazione

• Nella valutazione sulla genitorialità i modelli, i costrutti, le caratteristiche psicologiche e le attitudini devono essere declinati e verificati nella concretezza delle singole situazioni.!

• La valutazione deve riguardare sempre e solo la funzione, in un dato momento, per quel particolare figlio, proprio o adottato/da adottare, all’interno del quadro delle funzioni generali.

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la valutazione - 1 Complessiva: no singolo test o singolo colloquio, ma informazioni approfondite ed inoltre validate da più fonti, quindi:

• Colloquio con genitori in coppia e/o separatamente

• Colloquio con genitori e figli e osservazione dell’interazione genitori figli in situazioni anche disgiunte

• Colloquio con figure significative (parenti, insegnanti, etc.)

• Test psicologici in relazione alla situazione da valutare, se possibile

• Esame della documentazione fornita dai genitori, dall’Autorità Giudiziaria e colloquio o esame della documentazione prodotta sulla situazione da altri professionisti anche in passato

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la valutazione - 2 Bilanciare necessità di informazioni ampie e validate con esigenze di non sottoporre a stress inutili bambini e famiglie Considerare i punti di forza del sistema familiare (nonostante la scarsa letteratura su questo) Se la valutazione riguarda genitori con problemi specifici (es. ritardo mentale, problemi psichiatrici, etc.) prestare attenzione a: • Capacità di cercare aiuto e sostegno • Presenza di rete di supporto parenti • Impatto e conseguenze del disturbo del genitore sul minore • Sviluppo fisico, cognitivo ed emotivo del minore • Capacità del genitore di riconoscere i bisogni del figlio • Capacità del genitore di rispondere agli stress e di controllo degli impulsi • Compliance del genitore al trattamento psichiatrico/altro in atto

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criticità nella stesura delle relazioni

Diversi autori (Conley, 2003; Budd Poindexter, Felix, Naik-Polan, 2001) hanno evidenziato come le relazioni sono spesso redatte in modo frammentario: •  Eccessiva enfasi su valutazioni psicometriche o comunque standardizzate su specifici aspetti (cognitivo, personalità, psicopatologia) mentre sono carenti di una visione complessiva della situazione tale da poter fornire una cornice contestuale/relazionale significativa dei test utilizzati

• Scarso valore alle osservazioni degli operatori in contatto quotidiano con il minore rispetto alla valutazione svolta in ambulatorio

• Condotte in una sola seduta oppure senza visita al domicilio del minore

• Carenza delle fonti di informazione

• Utilizzo di termini troppo generici o troppo specialistici

• Mancanza della descrizione della qualità del “prendersi cura”

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la relazione sulla valutazione della genitorialità

★ Non  può  essere  relativa  ad  un  solo  incontro  o  non  includere  il  resoconto  di  una  visita  domiciliare  

★ Fornire cronologia della valutazione con strumenti utilizzati e date  

★ Dare  conto  della  raccolta  di  informazioni  da  molteplici  fonti  (non  solo  dai  genitori)  

★ Inquadrare  i  risultati  dei  test    in  una  cornice  complessiva    e  significativa  

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la relazione sulla valutazione della genitorialità

• Utilizzare  termini  specifici  ma  comprensibili  anche  ai  non  addetti  ai  lavori  (spiegazione  del  significato  dei  termini)  Tener conto delle eventuali precedenti relazioni

• Spiegare categorie diagnostiche cosa significhino, quali siano gli elementi base per la diagnosi e:

✤ Se diagnosi relativa a genitori, come questo problema possa condizionare la genitorialità

✤ Se diagnosi relativa al minore, come questa possa essere stata influenzata dal contesto familiare

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la relazione sulla valutazione della genitorialità

✦ Contenere esame dettagliato delle relazioni tra genitori e figli e dei comportamenti del “prendersi cura”

✦ Spiegare le inferenze logiche che legano i dati/fatti/risultati con l’interpretazione

✦ Indicare i limiti degli strumenti utilizzati e le eventuali possibili spiegazioni alternative