Upload
phamnguyet
View
219
Download
0
Embed Size (px)
Citation preview
INSIEME PER LA GESTIONE E LA PREVENZIONE INSIEME PER LA GESTIONE E LA PREVENZIONE DELLO STRESS LAVORODELLO STRESS LAVORO --CORRELATOCORRELATO
campagna europea ambienti di lavoro sani e sicuricampagna europea ambienti di lavoro sani e sicuriLa Spezia 12 novembre 2014La Spezia 12 novembre 2014
Dr Rodolfo BuselliDr Rodolfo Buselli
U.O.Medicina Preventiva del LavoroU.O.Medicina Preventiva del LavoroCentro per il disadattamento lavorativoCentro per il disadattamento lavorativo
Campagna Europea“Healthy workplaces”
2014-2015 -Lo stress lavoro correlato costa 240 mld, poco men o della metà in cure mediche
-le assenze per malattia da stress tendono ad esser e più lunghe rispetto ad altre cause
-Report 2014 EU-OSHA e EUROFOND : il 25% dei lavo ratori affermano di sperimentare stress correlato al lavoro sempre o nella maggior parte dei casi del loro tempo lavorativo. Una percentuale simile riferisce che il lavoro condiziona negativamente la propria salute
� Possibilità di riconoscimento INAIL(circa 500 casi denunciati all’anno)
Rapporto Annuale INAIL 2012L’OMS ritiene che nel 2020 la depressione sarà la ca usa principale di
inabilità al lavoro
Presunzione del rischio(303/56)
Valutazione del rischio(D.Lgs 277/91, D.Lgs 626/94, Dlgs81/2008, 106/2009)
Rischi emergenti
Evoluzione nella gestione del Evoluzione nella gestione del rischiorischio
Gestione dello stress lavoro Gestione dello stress lavoro correlato secondocorrelato secondoAccordo EuropeoAccordo Europeo
--Nel Nel processo processo di Valutazione di tutti i Rischidi Valutazione di tutti i Rischi
--Programmando una Programmando una politica aziendale politica aziendale specifica specifica in materia di stress e/o attraverso in materia di stress e/o attraverso misure specifiche mirate per ogni fattore di misure specifiche mirate per ogni fattore di stress identificatostress identificato
Differenze con i rischi Differenze con i rischi tradizionalitradizionali
Rischi tradizionaliRischi tradizionali�� contesto specificicontesto specifici
�� livello di esposizione pericolosolivello di esposizione pericoloso
�� tendono ad avere sempre effetti tendono ad avere sempre effetti
negativinegativi�� intrinsecamente lesivi o il loro intrinsecamente lesivi o il loro
impatto impatto èè determinato in qualche determinato in qualche misura dalla suscettibilitmisura dalla suscettibilitààindividualeindividuale
Rischi psicosocialiRischi psicosociali�� possono essere ovunquepossono essere ovunque
�� non non èè possibile definire il livello al possibile definire il livello al quale lo stress può causare un quale lo stress può causare un danno specificodanno specifico
�� qualche volta avere anche averequalche volta avere anche avereeffetti positivieffetti positivi
�� LesivitLesivitàà determinata dal modo in cui determinata dal modo in cui le persone li percepisconole persone li percepiscono
Rick J, Briner RB. Psychosocial risk assessment: problems and prospects. Occupational Medicine 2000 jul
Le patologie accertateLe patologie accertate
�� Il rischio può essere considerato accettabile Il rischio può essere considerato accettabile in certe condizioniin certe condizioni
La soglia decisionale La soglia decisionale èè superatasuperata
Il danno non è mai accettabile
VariabilitVariabilit àà del dannodel danno
Non Non èè sempre chiaro quale forma di danno sempre chiaro quale forma di danno èècausata da rischi psicosocialicausata da rischi psicosociali
stati emotivi sintomi psicosomatici Malattia psichiatrica
La gestione delle diagnosi di La gestione delle diagnosi di disturbo da disadattamento disturbo da disadattamento
lavorativolavorativo
La tipologia delle malattie professionali La tipologia delle malattie professionali sta cambiando. Per le nuove patologie sta cambiando. Per le nuove patologie professionali il nesso di causalitprofessionali il nesso di causalitàà con il con il lavoro lavoro èè molto sfumato, si parla di molto sfumato, si parla di work work related diseaserelated disease ciocioèè di patologie di patologie correlate al lavoro.correlate al lavoro.
(come le malattie da usura o lo stress)(come le malattie da usura o lo stress)
Aspetti della diagnosi di malattia Aspetti della diagnosi di malattia professionaleprofessionale
DiagnosiDiagnosiclinicaclinica
Eventi
stressogeni
Nesso causale
Diversi tipi di reazione di stress a seconda dell’interazione fra stimolo e risposta
dell’individuo
Biondi, Kozalidis 1996
Patologia da stress
Non è un fenomeno qualitativo del tipo tutto-nulla, essa si manifesta come risposta disfunzionale spalmata lungo un gradiente salute ↔↔↔↔malattia, a carattere quantitivo e modulato da numerosi fattori
(Charney, 2004; De Kloet et al., 2005)
Esposizione ad eventi traumaticiEsposizione ad eventi traumatici
Aumento del rischio psicopatologico
•Multipli traumi interpersonali
•Ripetuti episodi di un trauma interpersonale
•Un singolo trauma interpersonale
•Un solo evento che non soddisfa il criterio “A” per D.A.S. /D.P.T.S:
•Nessun trauma
(Green et al., 2000; Kessler et al., 1995; Resnik et al.,1993)
Elenco delle malattie per le quali è obbligatoria la denuncia Decreto del ministero del Lavoro 12 settembre 2014
Circolare n.71 del 17 dicembre 2003
Documento di Consenso La Medicina del Lavoro 2001
� Disturbo dell’adattamento cronico� Disturbo post- traumatico da stress
Decreto del ministero del Lavoro 12 settembre 2014
Elenco delle malattie per le quali è obbligatoria la d enuncia
Lista II :origine lavorativa a limitata probabilità
Gruppo 7- Malattie psichiche e psicosomatiche da disfunzioni dell’organizzazione del lavoro:
� Disturbo dell’adattamento cronico� Disturbo post- traumatico da stress
Malattie professionali Malattie professionali manifestatesi nel periodo manifestatesi nel periodo
20072007--20112011��
Tipo di Tipo di malattiamalattia
20072007 20082008 20092009 20102010 20112011
Disturbi Disturbi psichicipsichici
584584 536536 511511 546546 552552
Disturbi Disturbi delldell’’adattamento adattamento cronico ecronico e
postpost--traumatico da traumatico da stress cronicostress cronico
311311 293293 239239 236236 206206
SITUAZIONE EUROPEASITUAZIONE EUROPEA
SITUAZIONE EUROPEASITUAZIONE EUROPEA
Modelli interpretativi dello Modelli interpretativi dello stress lavoro correlatostress lavoro correlato
Modello di Cooper
Modello di Karasek
Modello di Siegrist
Modelli interpretativiModelli interpretativi
Modello di Cooper
Modello di Karasek
Modello di Siegrist
•“Reazioni fisiche ed emotive dannose che si manifestano quando le richieste lavorative non sono commisurate alle capacità, risorse o esigenze del lavoratore”.(NIOSH 1999)
Due approcci alla valutazione del Due approcci alla valutazione del rischiorischio
Valutazione del rischio Valutazione del rischio stress occupazionalestress occupazionale
Approccio percezione soggettiva
Approccio
Indicatori oggettivi
Approccio soggettivoApproccio soggettivo
�� Il significato di una Il significato di una ““esposizioneesposizione”” varia in varia in modo sostanziale da individuo a individuomodo sostanziale da individuo a individuo
�� Processi cognitivi ed emozionali modificano Processi cognitivi ed emozionali modificano il il ““processo causaleprocesso causale”” dello stress nel suo dello stress nel suo insieme insieme
Approccio oggettivo
� Migliore conoscenza degli aspetti ambientali e organizzativi che necessitano cambiamenti
� Meno fattori di confusione
� Possibile una separazione fra le variabili indipendenti (caratteristiche del lavoro) e quelle dipendenti (caratteristiche del soggetto)
Check list INAIL
Check listMetodo Regione Toscana
METODOLOGIA DI VALUTAZIONE DELLO STRESS LAVORO CORR ELATO
Il punteggio complessivo per il test JCQ verrà così calcolato :
LOW STRAIN LOW STRAIN 1 1
ACTIVE ACTIVE 33
PASSIVE PASSIVE
22HIGH STRAIN HIGH STRAIN
44
Job Demands
Job Decision Latitude
ValoreValore ValutazioneValutazione
11 Low StrainLow Strain
22 PassivePassive
33 ActiveActive
44 High StrainHigh Strain
Il punteggio complessivo per il test JCQ verrà così interpretato :
24
96
14 56
Amministrazione pubblica
Dimensioni MOHQ ROAQ e ROAQ R Karasek Cooper (OSI) M_DOQ 10 De Carlo Leiter Maslach OPRA
Avallone 2005
Cordaro-Di Nicola ISPESL 2001 Adattamento 2002 Majer D’Amato 2008 Adattamento 2005 Majer 2009
139 items 68 o 28 items 49 items circa 167 items Circa 70 342 items Circa 68 86 items
30’ 30’ 20’ 45’ 30’ 90’ 30’ 20-25’
Non indicizzato indicizzato Punti Sten Punti T Punti T Indicizzato
A2* B A2* ? A2* A2*
1 Confort ambientale + valori intr. al lavoro
+ +
2 Chiarezza degli obiettivi + +
3 Valorizzazione – ruolo manageriale + + + SS + + + + +
4 ascolto + + + SS + comunicazione +
5 Informazione + + + +
6 conflittualità + +
7 sicurezza + valori intr. al lavoro
+ +
8 Relazioni interpersonali + + + SS + + + + +
9 operatività + +
10 Stress (carico lavorativo e psichico) + + + + + +
11 equità + + +
12 Caratteristiche dei compiti + + + valori intr. al lavoro
+ In-o-efficacia prof. +
13 Utilità sociale + + SS + + + +
14 Apertura all’innovazione + + + + + sviluppo competenze
+
15 Autonomia nel lavoro + coinvolgimento + + (responsabilità) + controllo +
16 Stipendio e benefit + riconoscime
nti
+ riconoscimenti
17 Carriera e riuscita + +
18 Interfaccia casa/lavoro + + +
* Accessibile a professionalità specifiche (O.S.)
Indicazioni della Commissione consultiva per la valutazione dello
stress lavoro-correlato
� Quadro normativo di riferimento, finalità e struttura del documento
� Definizioni e indicazioni generali� Metodologia� Disposizioni transitorie e finali
Quadro normativo di riferimento, finalità e struttura
del documento� Rimando all’art.28� Indicazioni per datori di lavoro, consulenti e
organi di vigilanza� Il documento sarà licenziato il 17 novembre per
rispettare scadenza 31 dicembre 2010� Indicazioni per le finalità della legge sulla base
della produzione scientifica� Percorso metodologico minimo per datori di
lavoro pubblici e privati
Definizioni e indicazioni generali
� Definizione dello stress da Accordo Europeo
� Le figure coinvolte sono quelle degli altri rischi con le modalità stabilite dal D.Lgs 81/08 e s.m.i.
� Indicare il percorso metodologico per corretta identificazione dei fattori di rischio
� Tutti i lavoratori compresi i dirigenti e i preposti
� VdR non interessa i singoli, ma gruppi omogenei di lavoratori
Metodologia
� Due fasi : una necessaria (preliminare), l’altra eventuale.
� La fase eventuale si attiva nel caso in cui le misure di correzione adottate per gli elementi di rischio individuati si rivelino inefficaci
Metodologia
Rilevazione indicatori oggettivi e verificabili, se possibile numericamente apprezzabili, appartenenti a tre famiglie:
� Eventi sentinella : indici infortunistici, assenze per malattia, turnover, procedimenti e sanzioni, segnalazioni medico competente, lamentele formalizzate da parte dei lavoratori
� Fattori di contenuto del lavoro: ambiente di lavoro e attrezzature, carichi e ritmi di lavoro, orario di lavoro e turni, competenze dei lavoratori e requisiti professionali richiesti.
� Fattori del contesto: ruolo nell’ambito dell’organizzazione, autonomia decisionale e controllo, conflitti interpersonali al lavoro, evoluzione e sviluppo di carriera, comunicazione
Metodologia
Si possono utilizzare LISTE DI CONTROLLO applicabili a i soggetti aziendali della prevenzione che presentano una valutazione oggettiva, complessiva e quando possibi le parametrica.
In relazione ai fattori di contesto e di contenuto oc corre sentire i lavoratori e/o i RLS/RLST.
Nelle aziende di maggiori dimensioni è possibile sen tire un campione rappresentativo dei lavoratori. La modalità è r imessa al datore di lavoro
STRESS LAVORO-CORRELATO Indicazioni alla luce della circolare del 18 novemb re 2010 del Ministero del Lavoro per la corretta g estione del rischio da stress lavoro-correlato e per l’attività di vigilanza
Dicembre 2011Coordinatore: Fulvio d’Orsi 1
Antonia Ballottin2, Rodolfo Buselli5, Pietro Bussotti9 Maria Pia Cancellieri3, Francesco Chicco1, Domenico Cocomazzi4, Marco Crema9, Giovanni Galli5 , Raffaele Latocca6, Maria Gabriella Mavilia7, Franco Pugliese8, Marco Renso2, Domenico Sallese5, Luciano Sani9, Dimitri Sossai7, Enzo Valenti1.1Regione Lazio; 2Regione Veneto; 3Regione Marche; 4Regione Abruzzo; 5Regione Toscana; 6Regione Lombardia; 7Regione Liguria; 8Regione Emilia-Romagna; 9 Regione Umbria; 10Regione Campania;. 11Regione Sicilia;
A: Aspetti generali
� A 10 Che valenza ha il documento “Valutazione e gestione del rischio da stress lavoro correlato prodotto dall’INAIL – ex Ispesl (maggio 2011)”?
Coerente con Commissione, Accordo Europeo e dettato normativo
Altri strumenti con medesime caratteristiche che rispondono Commissione come proposte di Toscana, Veneto e Basilicata
Azioni propedeutiche :
� Individuazione dei soggetti aziendali che partecipano al processo di valutazione
� scelta del metodo da seguire� formazione se necessaria dei soggetti valutatori� individuazione dei gruppi omogenei in cui
suddividere l’azienda � definizione delle modalità con cui sentire i lavoratori
B: Percorso della valutazione del rischio
slc
Il coinvolgimento dei lavoratori è indispensabile in quanto i rischi collegati allo stress sono riconducibili a 2 ambiti tra loro interagenti:
-potenzialità stressogene del lavoro-percezione dei lavoratori rispetto alle proprie capacità di
adattamento
Questo marcato coinvolgimento dei lavoratori e/o loro rappresentanti caratterizza e rende peculiare la valutazione del rischio da stress lavoro correlato rispetto a quella degli altri rischi ( solo consultazione preliminare degli RLS).
B: Partecipazione dei lavoratori
D.11 Criteri gruppi omogenei
� Rispetto ai rischi o al problema da esaminare
� Devono riflettere reale organizzazione del lavoro in azienda e il contesto territoriale in cui opera il gruppo
� Non è opportuno procedere a suddivisione quando interessare attività e mansioni porta a valutazione poco significativa
� Criteri di divisione per attività, mansioni, esposizione a rischio noto, tipologia contrattuale
H: Il medico competente e la sorveglianza sanitaria
Sorveglianza sanitaria non è misura di elezione
Nominato per altri rischi: visite mediche su richie sta e collaborazione alla valutazione dei rischi
Eventi sentinella, idoneità per gli ipersuscettibili e revisione Vdr
Misura di prevenzione secondaria, quando la Vdr ne evidenzia necessità e in ogni caso al termine dell’i ntero percorso quando permane rischio residuo
Non indicatori di effetti subclinici, ma strumenti standardizzati di raccolta anamnestica e prescrizio ni e/o limitazioni per lavoratori ipersuscettibili