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«TARGET» Le guide di base per imprenditori, manager, professionisti, consulenti, studenti

Business Writing

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  • TARGET

    Le guide di base per imprenditori, manager,professionisti, consulenti, studenti

  • Dello stesso autore

    LA MAGIA DELLA SCRITTURA

  • ALESSANDRO LUCCHINI

    Business writing

  • La Sperling & Kupfer Editori S.p.A. potr concedere a pagamento lauto-rizzazione a riprodurre una porzione non superiore a un quindicesimodel presente volume. Le richieste vanno inoltrate allAssociazione Italianaper i Diritti di Riproduzione delle opere dellingegno (AIDRO), via delleErbe 2, 20121 Milano, tel. e fax 02809506.

    BUSINESS WRITING

    Propriet Letteraria Riservata 2006 Sperling & Kupfer Editori S.p.A.

    ISBN 88-200-4112-X32-I-06

    III EDIZIONE AGGIORNATA E AMPLIATA

  • Dedico questo libro ai miei maestri, che mi hanno in-segnato la met delle cose che so.

    E ai miei studenti, che mi hanno insegnato laltramet.

    E infine a tutte le persone che, a dispetto della mate-matica, minsegneranno altre met ancora.

  • Prefazione - E se il business writing avesse unanima?di Mariella Governo, responsabile relazioni esternee comunicazione Fondazione Fiera Milano 1

    Introduzione - A te, lettore 5

    Sezione AProgettare, scrivere, correggere

    Come migliorare la scrittura riconoscendo tempi e funzioni delle sue tre fasi

    1. Thinking on paper. La scrittura come strumentoper pensare 12

    2. Il numero perfetto. Le tre fasi del processodi scrittura 14

    3. I nostri due cervelli. Come usarli quando scriviamo 174. Creativity-on-demand. Un esercizio di

    brainstorming 185. Pre-writing. Psicologia e tecnica per superare

    il blocco iniziale 216. Il clustering. Una delle pi efficaci tecniche di

    pre-writing 247. Free-writing. Il modo pi naturale di scrivere 278. I vantaggi del free-writing 31

    Indice

  • 9. Re-writing. Il passaggio allemisfero sinistro 3310. Re-writing su un testo altrui 38

    Sezione BOrganizzare la struttura

    Il testo come uno spazio geografico: inizio-corpo-fine.Come potenziare le parti pi importanti

    11. Fiction e nonfiction: limportanza della struttura 4212. La struttura a tre parti 4413. Come volare. Il concetto di expository writing 4814. Un po di carica per partire. Un consiglio di

    Italo Calvino 5115. Chi ben comincia... Inizi che inchiodano il lettore

    alla sedia 5316. Un testo, tanti possibili inizi 5917. In medio stat virtus? Criteri per la parte centrale

    del testo 6318. Il botto finale. Come potenziare la conclusione 6919. Post scriptum: lultima chance 74

    Sezione CScrivere chiaro

    Il primo dovere di un business writer: farsi capire

    20. Scusi, non volevo dire... Gli errori diinterpretazione 78

    21. Non ti capisco. Criteri e strumenti per misurare la comprensibilit dei testi 79

    22. I disturbi della comprensione 8623. Guida pratica allo scrivere chiaro 9124. Potenza della sintesi 10125. Forbici e colla. Il pi efficace metodo di sintesi 10426. Sequenze. Un altro metodo per ottenere la sintesi 110

  • 27. Lungo o noioso? Pensieri controcorrente: elogiodella lunghezza 112

    28. Punto, due punti, punto e virgola... Capricci dellapunteggiatura 114

    29. Antilingua e terrore semantico. Quando il linguaggio 117burocratico entra in azienda

    Sezione DScrivere efficace

    Raggiungere lobiettivo

    30. Persuadere o convincere? La fisicit della scrittura 12431. Tu, lettore. I vantaggi del reader focused writing 12832. La parte del leone. Immedesimarsi nel lettore:

    la lezione di Hemingway 13333. Ascolta la tua scrittura! Lutilit del leggere

    a voce alta 13734. Dire, fare, baciare. I verbi: le parole pi forti

    della lingua 13935. Come aumentare limpatto delle parole 14336. La presentazione convincente. Come organizzare

    gli argomenti 14637. Blot, Blim o Blob? Dove mettere linformazione

    principale 15338. Non solo plus. Pubblicit comparativa: pu

    entrare anche nelle nostre lettere? 15639. A mio modesto avviso... Parole e atteggiamenti

    per esprimere unopinione 15840. La lettura a S. Come una buona impressione

    influenza il risultato 16041. Kiss, kick, kiss. Un metodo per le cattive notizie 16342. La lettera di scuse 165

  • Sezione ECatturare lattenzione

    Superare la noia, la fretta, la distrazione del lettore. Farsi leggere, farsi ascoltare

    43. Puoi legarlo alla poltrona? 17444. Io, tu, lei, noi o voi? Scrivere in prima, seconda

    o terza persona 17545. Perch dovresti leggere questo capitolo? Il potere

    del questioning 17746. Come uno striptease. La tecnica del teaser 17947. Questa proprio non me laspettavo! Le variazioni 18148. Retorica: la ginnastica della lingua 18449. Alcuni rischi da correre 19450. What a wonderful word. Giocare con le parole 19751. I rischi della sloganite 20352. Dizionario: il supermarket delle idee 20653. Diamo i numeri? Aritmetica e business writing 209

    Sezione FScegliere il tono e lo stile

    Dopo i che cosa e i perch, lattenzione ai come. Gli elementi caratterizzanti dello scrittore

    54. Questione di stile. Costruire una solida e riconoscibile writing voice 216

    55. La lezione di Queneau. Adattare lo stile allaudience 21856. Scrivi come parli. Uno stile semplice e naturale 22057. Anatomia della scrittura. Rafforzare i paragrafi,

    fluidificare le frasi 22358. Rapidit, concisione, ritmo. Riflessioni da Lezioni

    americane 22659. Parallelismo. Un supporto per largomentazione 23060. Variet e contaminazione 23361. I luoghi comuni 234

  • 62. La scrittura a singhiozzo. Sigle, abbreviazionie linguaggi cifrati 237

    63. Ma Perch Tutte Queste Maiuscole? 24164. Quattro nemici dello stile. Rabbia, sarcasmo,

    fretta e pignoleria 24365. Elogio della parolaccia. Una riflessione al limite delle

    convenienze 24766. Mettere dentro per poi tirar fuori. Leggere, per

    migliorare il proprio scrivere 248

    Sezione GScrittura e consapevolezza

    Un cenno ai modelli neurolinguistici ossia i meccanismipercettivi su cui si fonda la lingua,

    anche quella scritta

    67.La neurolinguistica: coordinate di conoscenzae di emozioni di Annalisa Pardini 252

    Sezione HDalla carta al web (e ritorno?)

    Nuove tecniche, nuovo vocabolario, persino nuovo alfabetonella scrittura di internet

    68.10 sPunti per scrivere una presentazionea slide di Simona Pallai 270

    69.Web writing: protagonisti di unavventuradi Davide Alemani 279

    70.Blog, parole in libert di Silvia Frattini 28771.Social network: reti di connessioni volontarie

    di Mariella Minna 29672. Il banner morto! Viva il banner! di Silvia

    Frattini 30173. Il messaggio nella bottiglia. Come scrivere

  • i siti web per farsi trovare dai motori di ricercadi Paolo Ferragina 307

    74.Labeling, ovvero: il valore delle etichettedi Emiliano Ricci 316

    75.Scrivo per la rete o la rete a scrivere per me?Scrittura e marketing della conversazionedi Paolo Iabichino 323

    76. Intranet: un neonato cresciuto in frettadi Claudio Zucca 329

    77.E-mail: emozioni digitali di FrancescaGagliardi 341

    78.2 4 2 6 per dire ciao. Un galateo minimoper gli sms di Elisa Marconato 350

    79.Contenuto e rete. Due frecce nellarcodelleconomia della conoscenzadi Paolo Carmassi 353

    Gli autori 359Bibliografia 365

  • di Mariella Governo,responsabile relazioni esterne e comunicazione

    Fondazione Fiera Milano

    Caro lettore di Business writing,

    non stupirti se ti do del tu, ho voluto usare lo stes-so tono forse per alcuni impertinente che usa findalla prima pagina lautore del libro che hai nellemani. Il suo modo di usare il tu mi ha conquistato, hasaputo accompagnarmi nel suo viaggio dentro le re-gole, le radici e forse ne sarai sorpreso la poesiadel business writing.

    In tempi di sms e di blog pu capitare anche que-sto: scoprire lanima e i suoni nascosti nella scritturadi lavoro. Dopotutto Calvino non diceva che scrivere sempre nascondere qualcosa in modo che poi vengascoperto?

    Conoscevo alcune delle tecniche qui descritte, mane ho imparate molte altre, e le ho gi messe in prati-ca, come mai mi era successo prima leggendo altrimanuali.

    Mi sono chiesta perch. Al di l dellamicizia chemi lega allautore, cerco di essere obiettiva.

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    Prefazione

    E se il business writingavesse unanima?

  • Alessandro uno scrittore affascinato tanto dagliaspetti tecnici del suo mestiere quanto dai suoi valoripi profondi, quelli relativi alla percezione, al risvoltopsicologico, alla relazione umana; e soprattutto satrasmettere ad altri questo interesse e questo entusia-smo.

    Fin dalle prime pagine dimostra il suo rispetto peril tempo che gli dedichi e fa di tutto per non deluder-ti. Capitolo dopo capitolo ti attrae, senza fatica e conun po dironia, dentro il nostro scrivere quotidiano,cos farcito di burocratese (lantilingua di Calvino), eti suggerisce esempi di scrittura moderna, attingendodallesperienza pratica, ma soprattutto dalla lettera-tura.

    Anche tu come me, e come lautore, vivi in unmondo in cui linformazione la risorsa pi preziosa.Ma siamo cos travolti dalleccesso dinformazioneche facciamo fatica a trovarne le fila; costretti daitempi web, scriviamo spesso e-mail sgrammaticate,farcite di anglicismi, senza oggetto, senza punteggia-tura, senza verbi.

    Io credo che tra non molto il buon italiano parlatoe scritto torner a essere un requisito nelle job de-scription.

    Un mio professore ditaliano minsegnava a leggeree capire la poesia e la prosa: l dentro, diceva, c tuttala nostra vita, per questo sanno aiutarti nei momentidi amarezza. Aggiungo che sanno aiutarti anche nellascrittura di lavoro. Ti aiutano a sentire la tua writingvoice, il suono, la forza, leffetto di ci che scrivi.

    Anche Alessandro che osa molto, in questo libro,rispetto ai canoni manualistici parla di energia delparagrafo, di magia della scrittura, invita il lettorea fluidificare le frasi, e dedica persino un capitoloallelogio della parolaccia.

    Che cosa centra tutto questo con il business writing?

    2

  • Centra, perch non c troppa differenza tra scrittu-ra di lavoro e altra scrittura: scrivere un fatto ditesta, ma soprattutto di cuore, significa esprimere laparte pi intima e vera di te.

    E, di questi tempi, non mi sembra poco.

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  • Forse pi di altri libri, un libro sulla scrittura frutto di una collaborazione. Molte persone, mi hannoaiutato a individuare le idee che danno vita a questolibro. Molte altre mi hanno aiutato a trovare il modoper esprimerle, specie in questa nuova edizione.

    Ora serve anche la tua collaborazione: sarai tu, let-tore, a decidere se stata una fatica utile o no. Ma pri-ma ti voglio raccontare perch ho voluto scrivere que-sto libro.

    Siamo tutti business writer

    Questo libro pensato per te. Non solo per te chenel lavoro scrivi da mattina a sera. Anche per te chescrivi solo qualche volta. Il business writing infatti ilrequisito per tutte le professioni: manager, professio-nisti, segretarie, insegnanti, impiegati e ingegneri.Tutti stanno facendo i conti con una scrittura che simodifica ogni giorno, tutti alle prese con computer,stampanti e posta elettronica, anche quelli che hannosempre fatto scrivere le lettere alla segretaria.

    Te ne sarai accorto: la scrittura ti diventata indi-spensabile nel tuo lavoro di ogni giorno. Se semplice

    5

    Introduzione

    A te, lettore

  • ed efficace, ti fai capire meglio dai collaboratori, daiclienti, da tutti.

    Semplice, chiaro, diretto

    Lo stile della scrittura professionale in Italia stacambiando. Nelle aziende private come nella pubblicaamministrazione. un cambiamento lento, ma inevi-tabile.

    Testi semplici, chiari, snelli, essenziali, che vannodritto allo scopo. Questa la direzione. La chiedono igiovani, la chiede internet, la chiede il ritmo della no-stra vita.

    Questo libro vuole interpretare e assecondare talecambiamento, senza la pretesa di essere risolutivo (ti-po Diventare scrittori di successo in una settimana, oConquistare un pubblico in 50 minuti). Il mio scopo quello di offrire un aiuto per semplificare una diffi-colt comune: quella di scrivere in modo chiaro, diret-to e, perch no, piacevole.

    Come un libro di cucina

    Trita la cipolla e falla appassire a fuoco lento in unacasseruola, con 80 g di burro. Unisci la pancetta a stri-scioline, fa insaporire per qualche minuto, poi versa ilriso e...

    Lhai letta, la ricetta del risotto. E mentre la rileggi,la fai. Unocchiata alla pagina, con il cucchiaio di le-gno in mano, e via a mescolare. Comera? Prima il vi-no o prima il brodo? Ah, s, prima il vino. E gi ancoraa mescolare.

    Cos mi piace pensare che leggerai questo libro.Con la penna in mano, come il cucchiaio di legno. Sot-tolinea ci che trovi interessante, segna delle note sul

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  • margine, o attacca i giallini con le tue idee. O, meglioancora, prova subito se quello che hai letto funziona.Cambia una frase di un testo, e vedi se scorre meglio.Un occhio di qui e poi subito di l. Come per il risotto.

    Profondit europea ed efficacia americana

    Lispirazione americana di questo libro evidentefin dal titolo. Per pi di un motivo.

    Le aziende italiane lavorano con le aziende ameri-cane. Molte aziende americane hanno sedi in Italia. Leaziende italiane hanno sedi in tutto il mondo. Le mul-tinazionali americane, il mondo, lo possiedono. E pos-siedono il suo linguaggio. Linguaggio globale, chescambia messaggi globali.

    Oggi si scrive molto, si costretti a leggere moltissi-mo e, nel gran numero di parole tutte uguali, peremergere bisogna essere bravi; e aggiornarsi.

    Sono andato nel tempio della scrittura americana:Boston. L c lUniversit di Harvard; c lEmersonCollege, universit che dal 1901 specializzata in co-municazione; c il Babson College, una delle piqualificate business school dAmerica. Ho seguito le-zioni e intervistato molti professori, per conoscereda vicino quellapproccio alla comunicazione, cosdiretto ed efficace. Poi ho intervistato imprenditori edirigenti, italiani e americani, manager di multina-zionali che scrivono per comunicare con le loro sedinel mondo. Poi ho affiancato le fonti orali alla biblio-grafia e ho confrontato tutto questo con la mia espe-rienza come insegnante di scrittura efficace.

    Ne uscito un metodo che mira a conservare laprofondit della cultura europea, e insieme raggiunge-re limmediatezza di quella americana.

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  • Uno spiedino in 79 capitoli

    I 79 capitoli di questo libro sono organizzati in 8sezioni.

    A - Pensare, scrivere, correggere. la sezione ideolo-gica. Descrive le tre fasi del processo di scrittura pro-gettazione, redazione, revisione , presenta le funzionidei due emisferi del cervello (destro/emotivit, sini-stro/razionalit) e spiega come usarle quando scrivia-mo; fornisce consigli pratici per rendere pi fluido ilprocesso di scrittura.

    B - Organizzare la struttura. la sezione metodolo-gica, che tratta il principale valore di un testo: la strut-tura. Presenta il testo stesso come uno spazio geogra-fico inizio-corpo-fine e illustra alcuni metodi perpotenziare le sue parti pi importanti.

    C - Scrivere chiaro. Descrive il primo dovere di unbusiness writer: farsi capire. Analizza i pi comunidisturbi della comprensione; smonta il linguaggioburocratico, cos pesante nelle aziende private comenegli enti pubblici; fornisce una guida pratica allachiarezza e alla sintesi.

    D - Scrivere efficace. la sezione sulla concretezza.Presenta le tecniche che danno energia al testo e glifanno raggiungere lobiettivo: avvicinare lo scrittore allettore, adeguare la forma al contenuto, aumentarelimpatto delle parole e delle frasi.

    E - Catturare lattenzione. Alcuni trucchi per su-perare la noia, la fretta, la distrazione del lettore. Illinguaggio, le domande, gli elementi di sorpresa, le va-riazioni di ritmo e di stile, la potenza della retorica, igiochi con le parole e con i numeri. Per una scritturapi vivace, pi interessante, pi creativa.

    F - Scegliere il tono e lo stile. Dopo i che cosa e i per-ch, lattenzione ai come. Adattare lo stile al pubblico,ridurre la distanza tra lingua scritta e lingua parlata,

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  • mantenere un ritmo piacevole che sostenga largo-mentazione, evitare i luoghi comuni, sforzarsi di svi-luppare uno stile personale eccetera.

    Per le sezioni G e H ho chiesto aiuto ad alcuni col-leghi, tutti soci della Palestra della scrittura, un centrodi formazione e ricerca nel nostro settore.

    G - Scrittura e consapevolezza, di Annalisa Pardini.Neurolinguistica: coordinate di conoscenza e di

    emozioni... qui descritto luso dei modelli neurolin-guistici nella scrittura. Analizzando i meccanismi per-cettivi, ossia gli schemi logici, psicologici ed emotivisu cui si fonda la lingua scritta, questa sezione presen-ta i filtri attraverso i quali lesperienza soggettiva di-venta pensiero, il pensiero diventa parola, la parola di-venta scrittura. Riassume in poche pagine il tema svi-luppato nel libro da me curato nel 2005 sempre perSperling & Kupfer, La magia della scrittura (vedi ancheil sito www.magiadellascrittura.it).

    H - Dalla carta al web (e ritorno?), di Davide Alema-ni, Paolo Carmassi, Paolo Ferragina, Silvia Frattini,Francesca Gagliardi, Paolo Iabichino, Elisa MarconatoMariella Minna, Simona Pallai, Emiliano Ricci, Clau-dio Zucca

    Cliccare, linkare, forwardare, chattare, spamming,surfing, download...

    Con internet la scrittura ha dovuto fare i conti connuove tecniche, con un nuovo vocabolario, persinocon un nuovo alfabeto. L'ultima sezione tratta le ap-plicazioni web del business writing, da quelle pi dif-fuse a quelle pi specialistiche: dai siti web, i blog, leintranet, le e-mail, fino ai banner, al labeling, agli ac-corgimenti da adottare per farsi trovare nei motori diricerca, compresa una riflessione sugli sms. Ritrove-rai molte delle tecniche esaminate nelle sezioni pre-

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  • cedenti, reinterpretate dalla spinta innovatrice delweb e arricchite dagli esperimenti di questi ultimianni.

    Puoi leggere le otto sezioni in modo lineare, dallaprima pagina allultima, o anche in modo ipertestuale,con rapide occhiate e indici, titoli e titolini, approfon-dendo solo i capitoli che pi tinteressano. Come unospiedino: puoi gustare un boccone alla volta, oppuresfilare tutto e cominciare dalla cipollina che sta inmezzo.

    Regole da dimenticare

    Se sei arrivato fin qui, significa che abbiamo gi in-staurato un rapporto. Posso svelarti ora la mia speran-za: che dopo aver letto questo libro, tu cominci a scri-vere speditamente, per conto tuo, senza pensare trop-po alle regole.

    Nella scrittura le regole simparano dopo averle ap-plicate. E solo con la fatica propria. Se ti avr aiutatoa capire dove e come spenderla la tua fatica misentir soddisfatto.

    Buona lettura.

    P.S. Se vuoi darmi il tuo parere su questo libro, puoiinviarmi una e-mail allindirizzo:

    [email protected]

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  • Sezione A

    Progettare, scrivere,correggere

    Come migliorare la scrittura riconoscendo tempi e funzioni

    delle sue tre fasi

    1. Thinking on paper. La scritturacome strumento per pensare

    2. Il numero perfetto. Le tre fasi delprocesso di scrittura

    3. I nostri due cervelli. Come usarliquando scriviamo

    4. Creativity-on-demand. Un eser-cizio di brainstorming

    5. Pre-writing. Psicologia e tecnica persuperare il blocco iniziale

    6. Il clustering. Una delle pi effi-caci tecniche di pre-writing

    7. Free-writing. Il modo pi natura-le di scrivere

    8. I vantaggi del free-writing

    9. Re-writing. Il passaggio allemi-sfero sinistro

    10. Re-writing su un testo altrui

  • 1. Thinking on paperLa scrittura come strumento per pensare

    Quindici persone intorno al tavolo. Italiani, spagnoli,francesi, polacchi, turchi, africani: il famigerato Emea(Europe Middle East Africa), la nuova colonia dellemultinazionali americane.

    C anche un americano, naturalmente.Ore di brainstorming, cellulari spenti, panini, sigaret-

    te, maniche rimboccate. Gli europei sono bravissimi a ti-rar fuori idee creative. Ma sempre lamericano che si al-za: Wait a moment, dice, e scrive sulla lavagna la paro-la chiave.

    Mi sono sempre chiesto perch la comunicazionescritta sia per un americano uno strumento per pensare,funzionale a una fase successiva, mentre per un italianosia quasi sempre solo lultima fase, la definizione formaledi un concetto.

    Gli italiani parlano allinfinito, piuttosto che scrivere.Riunioni, telefonate, chiacchiere davanti al caff, ma guaiche ti scrivano qualcosa. Sa, per esperienza, non mettola firma su quel documento fino a quando... Scripta ma-nent, del resto, e a noi piace tanto cambiare idea. (Lo fan-no anche gli americani, ma poi ti dicono che non hannocambiato idea: hanno sviluppato la strategia.)

    Pensare sulla carta

    C un libro di due ricercatori di Harvard, Vernon A.Howard e James H. Barton, che sviluppa questa tesi.Sintitola proprio Thinking on Paper. Il pensiero dimo-stra il libro non precede la scrittura: laccompagna.

    Scrivere innanzitutto pensare. Solo pi tardi co-municare. Si comunica meglio, con pi rispetto per glialtri e con meno rischio di far danni, quando i pensierisono chiari. Metterli su carta aiuta appunto a chiarirli.

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  • Non usiamo a volte lespressione mettere gi delleidee? Intendendo stendere degli appunti, cominciarea chiarire il proprio pensiero. A volte anche per accorger-si (in tempo!) della sua infondatezza. Mettere gi, s, ca-lare le idee dal caos della nostra mente, gi gi fino alterra-terra, per farle poi camminare, quelle idee, farlemuovere verso altre persone, mischiare con altre idee, eritornare poi pi ricche di prima.

    Pensare e scrivere sono azioni strettamente connesse.Pi si impara a usare le tecniche di ragionamento sullacarta, meglio si riesce a scrivere. E cosa ancora pi im-portante a comunicare.

    Gi Leonardo

    Nella mia mania di trovare nessi fra le cose, scopro cheanche lamericanissimo metodo del thinking on paper haun precedente italiano. E abbastanza illustre: Leonardoda Vinci.

    Omo sanza lettere, come si definiva, Leonardo avevaun rapporto difficile con la scrittura. Nelle Lezioni america-ne, Calvino osserva come i manoscritti di Leonardo sianoprova della sua battaglia con la lingua, una lingua ispida enodosa, alla ricerca dellespressione pi ricca e precisa:

    ...nonch dellinvestimento di forze che egli mettevanella scrittura come codice conoscitivo, e del fatto che di tutti i libri che si proponeva di scrivere gli interessavapi il processo di ricerca che il compimento di un testo dapubblicare.

    Un aiuto per il business writer

    Naturalmente il metodo del thinking on paper nonesclude quello opposto, quello di chi prima di scrivere ri-mugina a lungo sopra unidea. La cosa bizzarra, mi ha

    13

  • detto un giorno Lella Costa, attrice e autrice di testi tea-trali, che spesso mi ritrovo, non so per quale alleanzadi neuroni, a scrivere dopo aver tenuto nel cassetto dellecose per mesi e mesi (ho saputo che lo fa anche WoodyAllen). Quando finalmente viene fuori il testo, sempre al-lultimo momento, in genere in una notte, ne risulta unascrittura che gi piena, completa, quasi definitiva.

    Thinking on paper vuole solo dimostrare che il cosid-detto blocco iniziale, la paura del foglio bianco, e mol-te altre ansie legate alla scrittura, sono curabili con lascrittura stessa.

    Vediamo ora, pi da vicino, come.

    2. Il numero perfettoLe tre fasi del processo di scrittura

    Sono tre le fasi dellesposizione scritta di un pensiero.

    1. Il progetto. In questa fase cerchiamo di scoprire inostri pensieri, di portarli alla luce, nel modo pi sem-plice e istintivo. Non scriviamo frasi compiute. Ap-punti, liste, note, schizzi, parole chiave, bigliettini: tut-to funziona per lasciar fluire i pensieri, cominciando aoccupare spazio sul foglio.

    Scrivere, in questa fase, sapere o imparare il pipossibile sullargomento. Fase quantitativa, non qua-litativa.

    Ogni pensiero che raggiunge la mente va catturatoe fissato sulla carta, a prescindere dalla sua importan-za. Cerchiamo di padroneggiare la materia, insomma,senza pensare ancora alle parole da scrivere. Rem te-ne; verba sequentur, diceva Catone.

    Dopo la quantit, passiamo alla qualit. Dopo las-sortimento, la scelta. il momento di dare un ordineagli argomenti, attribuire priorit e ruoli: dallenun-

    14

  • ciazione dellidea alla sua argomentazione, alla con-clusione.

    Nasce cos il piano redazionale, o il cluster, che ve-dremo fra poco, o la pi comune scaletta, che si chia-ma cos proprio perch una scala, i cui i gradini ven-gono enumerati nellideale ordine di apparizione. Ilprogetto ora pronto.

    2. La redazione. Testa china sulla tastiera. Il fogliocon gli appunti sotto gli occhi, la memoria delle fontisempre viva, i pori della mente ben dilatati per lasciaruscire il flusso dei pensieri. E gi a scrivere. Tornaprotagonista la quantit. Scrivere, tutto ci che viene.Non importa quanto, si taglier dopo.

    Un paragrafo per argomento, i legami che sembra-no pi appropriati, gli approfondimenti dove occorro-no. Se viene alla mente una nuova idea che non eranel progetto, gi a scriverla, anche male, ma subito,altrimenti scappa.

    Ne esce una bozza in cui si riconosce il progetto, lasequenza stabilita, ma che ancora grezza, prolissa,nei contenuti come nella forma. Dalla scrittura per noistessi siamo comunque passati alla scrittura per gli al-tri, alla scrittura attiva. Siamo gi entrati, cio, nellacomunicazione.

    3. La revisione. la fase pi comunicativa. quiche pensiamo davvero al lettore. qui che pensiamoai come: come la nostra idea sar percepita dal lettore,come agir dentro di lui e, quindi, come dobbiamopresentargliela.

    Dalla prima bozza alla presentazione. Tono, stile,grammatica, chiarezza, sintesi, efficacia: tutto rivol-to alla presentazione. Il testo viene esaminato e corret-to pensando al lettore.

    Intendiamoci: il processo di scrittura non mai co-s nettamente suddiviso nelle tre fasi. Di fatto, si tratta

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  • di un accavallarsi continuo; le fasi sono spesso sovrap-poste, o anche felicemente combinate; n dovremo co-stringerci a restare in una certa fase se ci viene vogliadi passare a unaltra. Limportante essere consapevo-li della fase in cui ci troviamo, e attivare, tra le nostreattitudini, quella pi adatta alla fase stessa. Otterremorisultati migliori, con meno fatica.

    Anche Cicerone, cento anni prima di Cristo, elen-cava nel suo De inventione cinque sezioni dellarte deldire:

    1. inventio: la capacit di trovare argomenti convin-centi;

    2. dispositio: la loro distribuzione nel discorso;3. elocutio: la scelta delle parole e delle frasi pi op-

    portune;4. memoria: la tenace e coerente presenza nel pensie-

    ro degli argomenti e delle parole;5. pronuntiatio: la capacit di regolare in modo grade-

    vole la voce, il tono, laspetto, il gesto.

    Ora non cadr nella banale osservazione che questiprincpi, pensati dal giovane Cicerone (aveva solo di-ciannove anni!) per la parola detta, in particolare diambito giuridico, hanno immediato riscontro in quel-la scritta, e che quindi la trovata delle diverse fasi del-la scrittura ha qualche millennio di vita.

    Anzi, per guardare decisamente avanti user pro-prio la definizione americana, nella quale trovo lamassima concentrazione di significato. Eccola.

    Pre-writing, free-writing, re-writing

    Pre-writing ci che si fa prima di scrivere il testo.Non serve ancora la tastiera, bastano un foglietto euna matita.

    16

  • Free-writing esprime la libert di una scrittura che svincolata da ogni condizionamento di grammaticae di stile.

    Re-writing lumilt della riscrittura, la disponibi-lit a tornare sulle decisioni prese, a cambiare, accor-ciare, eliminare, ricominciare se occorre.

    Ecco perch ho adottato queste tre parole nel miometodo.

    Ecco perch sono anche i titoli dei capitoli che lopresentano.

    Prima, per, una breve parentesi sulle funzioni delcervello.

    3. I nostri due cervelliEmisfero sinistro ed emisfero destro: come usarliquando scriviamo

    Quando uno impara a scrivere, ha gi imparato aparlare in modo piuttosto complesso. E lo scrivere gliviene insegnato come una cosa del tutto diversa dalparlare.

    Lesperienza scolastica della scrittura, per di pi,non ha quasi mai come scopo il convincere, tipico in-vece dello scrivere per lavoro, ma sostanzialmente ildimostrare di sapere.

    Una delle ragioni per cui il processo di scrittura cos penoso ha a che fare con il modo in cui ci hannoinsegnato a scrivere. La verit, poi, che per lo pinon ci hanno insegnato a scrivere: ci hanno insegnatopi che altro a correggere.

    Ci interrogavano su articoli, sostantivi, preposizio-ni, coniugazioni dei verbi, analisi logiche e del perio-do, regole rigidissime e relative eccezioni.

    Ma pochi ci hanno incoraggiato a sviluppare un no-

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  • stro personale modo di scrivere. Ci consigliavano,piuttosto, di prendere esempio dal modo di scrivere dialtri. Ci davano consigli per aiutarci a essere corretti.E non, invece, interessanti.

    Il risultato uno stile di scrittura che, anche quan-do corretto, spesso piatto, fiacco, noioso.

    Per rendere la nostra prosa pi vivace e accattivan-te, utile ricordare che il cervello diviso in due emi-sferi, con funzioni opposte.

    Lemisfero sinistro depositario della logica. Comeun computer, lavora in base a una serie di schemi e diregole predeterminate.

    Lemisfero destro, al contrario, non logico n li-neare, ma impulsivo e creativo. Non si preoccupa dielaborare i pensieri: risponde alle parole con le imma-gini o le sensazioni che quelle parole evocano.

    Ciascuno di noi ha un emisfero dominante, che piinfluenza la personalit.

    Dominante, non esclusivo: le due met sono infatticomplementari. Senza il lato sinistro, la nostra vita sa-rebbe caos; senza quello destro, sarebbe del tutto rigi-da e scontata.

    Quando scriviamo, dobbiamo usare in modo ade-guato i due emisferi nelle varie fasi del processo: de-stro e sinistro nel pre-writing , solo destro nel free-wri-ting, solo sinistro nel re-writing.

    Potr esserti utile, per questo, un esercizio di brain-storming.

    4. Creativity-on-demandUn esercizio di brainstorming

    Sappiamo qualcosa sul brainstorming, la tempe-sta di cervelli, dalla pratica in uso nelle agenzie dipubblicit.

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  • Prima si fa pulizia mentale, ognuno come prefe-risce: chi fuma, chi canticchia, chi fa stretching, chibeve caff o whisky, chi sonnecchia, chi fa due passi,chi urla. Una volta rilassati, i creativi si danno il temae, con assoluta proibizione di censura (le stupidagginisi rivelano spesso utilissime), fanno emergere le idee,le annotano e infine le selezionano per gruppi.

    Resta cos ci che di sensato si pu esprimere su uncerto argomento, e per stadi successivi si arriva alli-dea da proporre al cliente.

    Non solo ai pubblicitari, comunque, ma a tutti noitocca ogni giorno il dovere di farci venire una buonaidea da mettere su carta, senza poter aspettare i ca-pricci della musa.

    La creativit una risorsa disponibile per tutti. Avolte giace in fondo al nostro spirito: dobbiamo scende-re abbastanza in fondo per liberarla. Ecco un metodo.

    1. Da unocchiata agli appunti che hai raccolto sultema e immergiti nel tuo progetto, finch senti dipossederlo.

    2. Ora libera la tua testa. Fa uscire ogni pensiero.Mettiti comodo, blocco e penna sotto mano. Chiudigli occhi, rilassa tutto il corpo, dai piedi su su fino acollo, guance, ogni muscolo della faccia.

    3. Inspira. Lento e profondo, dal naso, riempiendoprima laddome e poi il torace; trattieni il respiroper alcuni secondi; espira. Ripeti pi volte, piano,in silenzio.

    4. Ora pensa al tuo luogo di lavoro ideale. Un angolodi campagna, una radura nel bosco, una terrazza difronte al mare. O la stanza della tua casa, piena distrumenti tecnologici che fanno dello scrivere ungioco da ragazzi. Vivi questo spazio come la tua ve-ra pelle.

    5. Ripensa al tuo progetto; immaginati mentre ci la-

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  • vori sopra nel tuo spazio ideale. Fatti le domandechiave su ci che devi comunicare: a risponderesar la tua mente.

    6.Ora lascia fluire le idee. Osserva i tuoi pensierimentre scorrono. Apri gli occhi e comincia a scrive-re tutto ci che ti viene alla mente.

    7.Continua a scrivere, disegnare, analizzare, creareassociazioni, frecce, simboli, numeri. Butta gitutto, anche se ti sembra poco sensato. Continuaper 15 o 20 minuti.

    8.Pausa. Caff, t, sigaretta, passeggiata o colpo ditelefono. Pensa ad altro per un po, poi torna al tuofoglio.

    9. Fa un cerchio attorno alle parole che preferisci, unacroce su quelle che ti danno fastidio. Magari alcuneparole scritte in un angolo del foglio ti piacciono dipi se le sposti in un altro. Alla fine ottieni una sele-zione di concetti, e soprattutto di relazioni fra con-cetti, che ti saranno daiuto quando ti metterai allatastiera.

    10.Se il risultato non ti soddisfa, non scoraggiarti. Ri-prova pi tardi. Non perso il tempo speso sulle ideeche poi hai buttato via. Una volta che hai attivato ilflusso creativo, il tuo subconscio continuer a lavo-rare. Ti verranno altre idee mentre sarai in tram, inpalestra, o davanti alla tv. O magari sotto la doccia.Scrivile subito (se bagni il foglio, pazienza). Tieni unblocco e una matita sul comodino, cos potrai cattu-rare anche lidea che ti verr nel cuore della notte, oappena sveglio.

    Gi, adesso starai pensando se ogni volta che miserve unidea devo chiudere gli occhi, inspirare, pen-sare a una spiaggia e fare tutto questo lavoro, non mela cavo pi.

    Allora prova le prime volte a casa tua, cos, per gio-

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  • co, senza nessuno che ti guarda e senza vergognarti diqualche posa ridicola. Raggiunta una certa familiaritcon il metodo (basteranno due o tre sedute), sar tuo.Potrai usarlo, anche in modo meno plateale, ogni vol-ta in cui vorrai avviare un travolgente flusso creativo.

    E ora entriamo, senzaltri indugi, nel pre-writing.

    5. Pre-writingPsicologia e tecnica per superare il blocco iniziale

    Quale scrittore non ha mai avuto difficolt nel co-minciare a scrivere?

    Charles Dickens stava ore davanti alla pagina bian-ca, temendo che se avesse lasciato la scrivania non visarebbe pi tornato. Walter Scott superava il bloccoiniziale solo scrivendo qualcosa di diverso da quelloche avrebbe voluto scrivere.

    Ognuno ha i suoi trucchi.Eccone alcuni che possono aiutarti a mettere le pri-

    me parole sulla carta.

    Pensa a te stesso come a uno scrittore. Indipenden-temente da come scrivi, sei uno scrittore. Metti testesso in ci che scrivi.

    Sii padrone della materia. Pi conosci il tuo argo-mento, meglio ne sai scrivere.

    Conosci quanto meglio puoi il tuo lettore. Pi cono-sci il tuo lettore, meglio puoi entrare in relazionecon lui.

    Scegli il tuo momento. Sei mattiniero o nottam-bulo? Rispetta i tuoi bioritmi. Scrivi quando puoifarlo nel migliore dei modi. A proposito di tempi,una cosa che aiuta molto lo scrittore una scaden-za, una data di consegna. Raramente i giornalistihanno il blocco dello scrittore. Non ne hanno il

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  • tempo. Molti giornalisti affermano di scrivere me-glio sotto la pressione di una scadenza: anzichpreoccuparsi che ci che scrivono sia corretto, co-minciano a mettere le prime parole sulla carta. Eda l continuano. Inoltre, scrivere velocemente dalle loro storie unenergia che forse non avrebberoaltrimenti.

    Evita le interruzioni. Poche cose chiudono il proces-so di scrittura come le interruzioni. Ognuna ti ri-porta indietro al punto da cui sei partito. Se sei infase creativa, anche solo per mezzora, stacca il te-lefono. Aspetteranno.

    Sviluppa il senso di disciplina. Nulla dies sine linea.Cos ammoniva Plinio: neanche un giorno senzascrivere una riga. La scrittura di successo, oltre chedal talento, dipende dalla disciplina. Un modo persviluppare la disciplina scrivere ogni giorno a unorario prefissato. Per esempio, invece di risponderealle e-mail appena le ricevi, conservale per un certomomento della giornata. Questo ti far risparmiaretempo e fatica, e migliorer la tua scrittura.E se non hai nulla da scrivere? Scrivi lo stesso. Unalettera a un amico, un diario, una nota su un gior-nale. Fanne un impegno quotidiano, come la ginna-stica, o la lettura prima di dormire. Fallo sempre, ediverr pi facile.

    Spiega a qualcuno, a voce, quello che stai cercandodi scrivere. Tutto ci che scrivi ti suona confuso?Prova a spiegarlo a voce a qualcuno. Labilit nelparlare pi esercitata che nello scrivere; ci che di-ciamo quasi sempre pi facile da capire. Poi tornaalla scrivania e scrivi il tuo messaggio, proprio co-me lo hai raccontato a voce.

    Scriviti il tuo scopo. Sai perch quando parli riescia esporre le tue ragioni, calibrare le parole, sceglie-

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  • re il tono giusto, mentre quando scrivi tutto pidifficile? Quando parli sai bene qual il tuo obiettivo e riescia seguirlo; mentre quando scrivi le distrazioni elassenza dellinterlocutore possono farti perdere divista lobiettivo.Perch ti siedi a quel tavolo allora? Chieditelo,mentre pensi a ci che devi scrivere. O, meglio,scrivitelo.Due o tre frasi, a grandi lettere, piazzate l davantiai tuoi occhi, sulla scrivania o vicino allo schermodel computer. Solo attraverso una chiara visionedellobiettivo la scrittura diventa davvero uno stru-mento efficace, capace di farti evitare gli errori pigrossolani, come leccessivo formalismo, o uno stileprolisso e involuto, un senso dellhumour o un sar-casmo fuori luogo, o un tono carico di rabbia. Osemplicemente luscita dal tema.Concentrati sul tuo obiettivo e sul tuo lettore: la tuascrittura si modeller su di lui, con il tono giusto, ein modo naturale. Diventer semplice come parlare. Se poi mentre scrivi scopri che il tuo vero obietti-vo un altro, non farti scrupoli: cambia la scrittasul foglio. La scrittura efficace non solo quandocomunica bene ci che vuoi dire, ma anche quan-do aiuta a sviluppare un nuovo punto di vista sullecose.

    Usa le idea card. Se hai dei pensieri che non riescia mettere sul foglio, scrivili su una serie di biglietti-ni. La dimensione card lideale. Un pensiero suogni card. Poi sparpaglia le card sulla scrivania e decidi lordi-ne in cui presentarle.

    Fa riscaldamento. Lo scrittore deve riscaldarsi perscrivere, proprio come un atleta. Hemingway co-minciava ogni giornata scrivendo un paio di lettere:

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  • scaldava i muscoli. Hemingway sapeva anche benecome finire la giornata: nel mezzo di una frase, o diun paragrafo. Cos gli era pi facile riprendere lin-domani, dando solo un seguito ai suoi pensieri,piuttosto che pensare a una nuova frase o a un nuo-vo paragrafo.

    Non incaponirti. Qualche volta, per, le parole pro-prio non vengono. Pi insisti, meno riesci. Allorastacca. Fa qualcosaltro per un po, poi torna ascrivere.

    Pensa di scrivere a una persona che conosci. Cos ab-batterai la barriera del tono freddo, impacciato eimpersonale che si usa in genere con gli estranei.

    Rompi gli schemi. Rispetta i tuoi bioritmi, s. Manon sederti sulle abitudini. Se scrivi sempre di mat-tina, qualche volta cerca di scrivere di sera, quandola tua mente sar pi rilassata. Se usi sempre ilcomputer, riprova blocco e matita. Se preferisci lamatita, passa al pennarello; se scrivi su fogli bian-chi, compra una risma di fogli gialli. Tieni allenata,insomma, la voglia di cambiare. Abituati sempre anon abituarti mai.

    6. Il clusteringUna delle pi efficaci tecniche di pre-writing

    Abbiamo visto alcuni aspetti psicologici della fasedi progettazione. Ma c una vera e propria tecnica dipre-writing: il clustering (cluster = grappolo).

    Tutti conosciamo il modo tradizionale di organiz-zare i pensieri: la scaletta.

    La scaletta ha un limite: obbliga il cervello a proce-dere per linee. Mentre la creativit non mai lineare. Ipensieri non nascono in un ordine prestabilito. Il pen-siero che ti viene in mente per primo, e che scrivi al

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  • primo punto della scaletta, forse non il pi impor-tante.

    La scaletta ti costringe a fare tre cose insieme: pen-sare, registrare e ordinare i pensieri. Un po come, perun giocoliere, tenere tre arance per aria nello stessomomento.

    Il clustering, invece, consente ai tuoi pensieri diemergere naturalmente, te li fa registrare in modochiaro e semplice, senza preoccuparti di essere logico,e ti fa procedere pi veloce anche nelle fasi successive.Ecco come funziona:

    1. Scrivi al centro di un foglio il nome del prodotto odellidea su cui vuoi lavorare.

    2. Disegnagli un cerchio intorno.3. Fermati e rilassati. Apri al massimo il tuo emisfero

    destro e lascia che la tua mente vada verso qualsia-si pensiero la ispiri.

    4. Registra i tuoi pensieri in una o pi parole. Fa uncerchio intorno a ogni parola e traccia una lineatra una parola e quella che lha generata. Cos puoicatturare i tuoi pensieri proprio mentre ti vengonoin mente, con rapidit, solo con parole chiave, sen-za dover scrivere frasi complete. Il clustering siadatta al naturale modo di procedere della nostramente: per associazioni lampo. Inoltre, non doven-do stabilire un ordine a priori, presenta ai tuoi oc-chi un quadro completo dellargomento, in cuipuoi per cambiare tutto fino allultimo. A volte,infatti, mentre stai gi scrivendo, ti fa comodo riu-nire pi cluster in uno; o dividere un grande clu-ster in altri pi piccoli; o cancellare quelli che nonvuoi pi usare.

    5. tempo di coinvolgere lemisfero sinistro e dare unordine ai pensieri. Cerca di vedere ogni serie di clu-ster come un paragrafo separato. Scegli il cluster

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  • che contiene il concetto pi importante, quello chevuoi che il lettore ricordi meglio, e segnalo con lalettera B (Beginning = inizio).Scegli poi il cluster che contiene il secondo concettopi importante, e segnalo con la E (End = fine): sarla tua conclusione. Le parti che restano pi a lungo nella memoria deilettori sono linizio e la fine.Ora assegna dei numeri agli altri cluster, in ordine diimportanza, crescente o decrescente; dal generale alparticolare; dalle cause agli effetti; o secondo qual-siasi altro criterio ti venga naturale. Lascia lavorareil tuo istinto: le priorit che darai istintivamente alletue idee si riveleranno probabilmente le pi oppor-tune. Alla fine, potr sembrarti tutto disordinato.Ma sei tu lunica persona per la quale i tuoi clusterhanno un valore.

    Anche questo capitolo sul clustering nato da uncluster. Puoi vederlo qui sotto.

    Bene. Hai dinanzi a te tutto ci che ti serve: le tueidee sono gi ben sviluppate nella tua mente. Ora,semplicemente, comincia a scriverle.

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  • 7. Free-writingIl modo pi naturale di scrivere

    Tira fuori e organizza le idee, il momento di co-minciare a scriverle. Ecco alcuni consigli per rendere latua prosa interessante, attraverso luso del free-writing.

    Scrivi velocemente. Limita linfluenza dellemisferosinistro del cervello e libera le energie creative diquello destro. Scrivere velocemente aiuta questoprocesso. Non preoccuparti se fai errori; lobiettivoqui non il risultato, ma il processo stesso.

    Dimentica ortografia, grammatica e punteggiatura.Queste sono competenze dellemisfero sinistro. Re-sisti ai loro richiami allordine. Farai tutte le corre-zioni pi tardi. Ci che devi fare adesso scrivere.Se ti fermi per correggere, sar lemisfero sinistro aprevalere; e farai fatica a riaprire il destro.

    Libera la tua mente. Impara a registrare ogni luogoin cui la mente ti conduce, anche se i tuoi pensierisembrano non avere molto senso. Scoprirai prestoche ognuno di quei pensieri ha il suo valore.Sviluppa il coraggio di esprimere tutto ci che tiviene in mente, anche le idee che ti sembrano pove-re. Come la crisalide allimprovviso si dischiude perdiventare una bellissima farfalla, cos anche dalbrutto pu nascere qualcosa di affascinante. Vuoi fare una prova? Subito? Per 5 minuti scrivi,senza fermarti, qualsiasi cosa ti passi per la mente.Se riesci a scrivere mezza pagina un ottimo risul-tato. Se non ci riesci, non preoccuparti: forse staprevalendo ancora la parte sinistra del tuo cervel-lo. Niente blocca gli scrittori quanto il pensaretroppo.Riprova. Una volta imparata la tecnica, non la di-

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  • menticherai pi. Come nuotare, o andare in bici-cletta. Anche il free-writing una questione di esercizio:pi ti alleni, meno tempo impieghi ogni volta a li-berare le energie dellemisfero destro.

    Stabilisci un tempo limite per ogni pensiero. Abituati,per esempio, a scrivere un pensiero in non meno di5 minuti e non pi di 15. E dopo aver scritto un pen-siero complesso, staccati per un attimo dal foglio.Spesso scriviamo meglio quando facciamo pausebrevi e frequenti. Il fatto di non avere la penna inmano, poi, non significa che non stiamo scrivendo.

    Butta gi ogni pensiero senza fermarti. Per effettodella nostra formazione scolastica, siamo quasi tut-ti portati a scrivere poche parole e poi correggerle.Risultato: se quelle parole sembravano chiare nellanostra mente, spesso non lo sono pi sul foglio.Scrivere e correggere si riferiscono a due diversefunzioni del cervello: scrivere emisfero destro, cor-reggere emisfero sinistro. Sforzandoti di scriveresenza fermarti per 5, 10 o 15 minuti, puoi contrasta-re limpulso a correggere. Una volta che hai comin-ciato a scrivere, non fermarti neanche per un secon-do. Lascia che le parole scorrano sulla pagina. Se non riesci a scrivere nulla, non demoralizzarti.Magari scrivi: Non riesco a scrivere nulla. Non rie-sco a scrivere nulla. Non riesco a scrivere nulla.Cos troverai qualcosa da dire. Qualunque cosa meglio che scrivere: Non riesco a scrivere nullapi di tre volte.Natalie Goldberg ha scritto un libro dal titolo Wri-

    ting down the bones. Pi o meno: scrivere gi fino al-losso. Sottotitolo: Freeing the writer within: liberare loscrittore che c dentro di noi. Il segreto della creati-vit, spiega la Goldberg, sottrarre regole alla scrittu-

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  • ra, non aggiungerne. un processo di diseducazione,piuttosto che di educazione.

    Scrivere un fatto di testa, ma soprattutto di cuore.Versare linchiostro sul foglio, seguendo i tuoi pensie-ri, dare alla scrittura la parte pi intima e vera di te.

    Free-writing da un clustering: il caso di Cecilia

    Una partecipante a un mio corso di scrittura, Ceci-lia Rizzetto, durante unesercitazione sul free-writingscrisse un testo su una sua collega. Ecco il suo cluste-ring, realizzato in meno di cinque minuti:

    Dopo il clustering, Cecilia applic il free-writing.Scrisse ogni cosa le venisse in mente sul primo argo-mento. Quando non ebbe pi niente da dire pass alsecondo argomento.

    E cos via. Si accorse, nel frattempo, che molte al-tre idee, che non erano nel cluster, le venivano in men-te in quella fase. E le scrisse, liberamente, perch sa-peva che avrebbe potuto poi cancellare ci che erainutile. Ecco il testo che ne usc:

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  • Multimediale, multisensoriale, multidisciplinare,multiforme. Multitutto. Impossibile definirla: Maria tutto e il contrario di tutto. E naturalmente questo ilsuo vanto.

    Non un caso se i suoi gusti musicali spazino dal-lopera al rap. Multigenere anche il gusto letterario:Hemingway il suo preferito, ma con un debole per ilfantasy.

    Complessit, dice lei, sinonimo dintelligen-za. Certo, dicono gli altri, se si accompagna a com-prensione, apertura mentale, disponibilit a ricono-scere le ragioni degli altri.

    Invece, fedele al suo segno Capricorno non re-trocede di un passo neanche di fronte al torto pievidente. Ma non dirle mai: Hai ragione, potrestiscatenare una scena isterica. Bellicosa, dice di leila sua analista. Definizione in cui lei si riconosce ap-pieno.

    Suo gran divertimento: le chiacchiere. Su ogni te-ma, in ogni istante, con ogni mezzo. Se non le squillail cellulare per 10 minuti rischia una crisi dabbando-no. Non azzardare una mail Ciao, come va?: tinta-serebbe il server.

    Altro hobby: le balle. Bugie, storie inventate. A volteper convenienza, altre volte cos, per sport. Seduce so-lo uomini sposati, incontra solo miliardari, ex brigati-sti o astronauti in ferie. Mai che le capiti un impiega-to, o un postino.

    Forse anche mitomane, ne spara di pi grosse dilei, sbalordendo i neofiti come i pi smaliziati.

    Quando stanca di prestazioni da superwoman, sirifugia nella buona tavola. Combatte la depressione,spiega. La linea? Oh, basta ogni tanto ritoccare ilguardaroba.

    La pensa cos anche la sua sarta.

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  • Per scrivere questo testo, Cecilia impieg solo 15 mi-nuti.

    8. I vantaggi del free-writingCome dare alla prosa la massima energia

    Il free-writing ti aiuta a soddisfare diverse esigenze:

    Sentire ci che vuoi scrivere. Se vuoi cantare ne-cessario che tu abbia orecchio; se vuoi scrivere devisaper sentire le cose che ti stanno intorno. Il free-writing ti aiuta ad aprirti al mondo esterno, a sen-tirlo e a farlo tuo.

    Metterci il cuore. Scrivere come cucinare: gli in-gredienti sono noti, ma lesito dipende da te, e puessere sorprendente. Gli ingredienti sono i dettaglidella tua vita. Non basta mischiarli: devi aggiunge-re il calore e lenergia del tuo cuore.

    Liberare i tuoi pensieri. Pensa a quante energie spre-chi nel preoccuparti di ci che scriverai, di come loscriverai, di quando lo scriverai, senza ancora scri-vere una parola. Il free-writing ti fa superare questiostacoli in modo facile e senza perdere la tua ener-gia naturale.

    Liberare il tuo linguaggio. Ti capitato di leggere untesto chiaro, corretto e scorrevole, che per allim-provviso diventava noioso? Forse lo scrittore inquel punto ha esercitato troppo controllo sul pro-prio linguaggio. Con il free-writing, mentre liberi ituoi pensieri, liberi anche il tuo linguaggio, lascian-do che sia largomento stesso a guidare il flusso del-la tua scrittura.

    Cominciare. Perch stare a poltrire, aspettando li-spirazione? Perch cercare per forza qualcosa di

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  • grandioso per cominciare? Diventa pi facile scri-vere, dopo che si partiti. Mettiti a scrivere, allora, senza preoccuparti dellaqualit di ci che viene fuori. Con il free-writing, lafrase dinizio ti porter via solo un paio di minuti, esar forse migliore di quella che lindaffaratissimamusa degli inizi ti avrebbe ispirato.Pi tardi potrai tornare indietro e cambiare, taglia-re, riscrivere. Soprattutto la frase dinizio.

    Saltare da un paragrafo allaltro. Hai costruito unbuon cluster. Hai quindi progettato il tuo testo inmodo efficace. Puoi ora permetterti, se ti viene pifacile, di cominciare dal punto 3, anzich dal punto1. Come il pittore davanti al ritratto: definito loschizzo, il suo pennello pu partire dalla bocca, odal collo, oppure dagli occhi. Come gli viene me-glio.Se hai lavorato bene sul progetto, goditi la libertdi scomporre e ricomporre il testo a tuo piacimen-to. C anche pi gusto, cos, a scrivere.

    Trovare nuove idee. Confronta il racconto di Ceciliacon il suo clustering. Osserva quante cose in pi lesono venute in testa mentre scriveva. Il clustering leha dato delle idee per il suo testo; il free-writing leha sviluppate e rese accattivanti.

    Tenerti stretto il lettore. Aprendo lemisfero destro, tiscoprirai a catturare lattenzione del tuo lettore inmodi che non avresti immaginato.Quando Cecilia dice, di Maria: Seduce solo uomi-ni sposati, incontra a ogni angolo miliardari, ex bri-gatisti o astronauti in ferie, crea la tensione dram-matica, attraverso la parodia di una mitomane.Quando chiude con la battuta della sarta, pur nontroppo carina, noi siamo con lei. Mettendola a quelpunto, Cecilia ci ha portato dove voleva.Non so se fosse pienamente consapevole di ci che

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  • stava facendo. N so se noi possiamo sempre consi-derare tutti questi aspetti quando scriviamo unalettera o un comunicato. Per il vigore che il free-writing ha dato alla prosadi Cecilia l da vedere.

    Tirar fuori il real you. Sherry Sweetnam, nel suolibro The executive memo, dice che il grande van-taggio del free-writing quello di colmare il vuototra il real you, cio la persona che il tuo lettore vuo-le realmente ascoltare, e il business you, ossia lapersona che, quando lavori, tu pensi che il tuo let-tore voglia ascoltare.

    Prepararti al prossimo passo: il re-writing. Ora haiqualcosa con cui lavorare: parole, frasi, paragrafi.Forse dovrai gettarne via la met. Ma pi facilecorreggere le parole quando sono gi sul foglio,piuttosto che crearle e correggerle quando sono an-cora nella testa. Il free-writing ha dato energia alla tua prosa. Ora ilre-writing la far risplendere.

    9. Re-writingIl passaggio allemisfero sinistro

    Molti scrittori vedono il re-writing come un falli-mento, perch ci stato insegnato che se scriviamoqualcosa di buono la prima volta non abbiamo poi bi-sogno di tornarci su. Come se un bravo scrittore fosseuno che si siede e in pochi minuti butta gi una lette-ra, una relazione, un articolo, gi perfetti.

    Se rileggendo il testo provi un senso di insoddisfa-zione, non abbatterti. Forse baster riscrivere alcunibrani, esprimendo obiettivit e distacco critico.

    Ecco alcuni passaggi utili:

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  • Ripensa al tuo lettore. difficile che nella primascrittura tu riesca a pensare al tuo lettore: sei trop-po occupato a mettere sulla carta le idee che hai intesta. Dopo, per, devi concentrarti su ci che po-trebbe pensare lui, capire le sue esigenze.

    Controlla il testo, prima da lontano... Non cercaredi trovare subito gli errori e correggerli a uno auno. Lavorerai pi velocemente se leggi il testo perintero. Controlla innanzitutto che sia chiaro.

    ... poi da vicino. Esamina ora il testo dal generale alparticolare. Se trovi ripetizioni, taglia; se trovi lacu-ne, aggiungi. Poi i dettagli: i paragrafi, le frasi, imodi di dire, le parole. Non considerare separata-mente contenuto e forma: il lettore non lo far.

    Controlla i paragrafi. C continuit logica tra i pa-ragrafi? Alcuni scrittori suscitano nella mente deilettori una domanda, alla fine di un paragrafo, perdare la risposta allinizio del seguente. Questo ren-de fluidi i passaggi e coinvolge attivamente i lettori. Varia anche la lunghezza dei paragrafi: alcuni didieci righe, alcuni di tre, alcuni di una frase o diuna sola parola.Controlla lunit, la coerenza, la forza di ogni para-grafo.

    Controlla le frasi. Sono legate fra loro? Non sonotroppo lunghe e noiose? n troppo brevi e fram-mentarie? Le frasi che iniziano con: C stancanosubito. Cos pure le impersonali: evidente che,Si potrebbe dire che. Non sono sbagliate; sonosolo noiose. Puoi ravvivare una frase anche mettendo le idee su-bordinate dopo lidea principale, e non prima. Peresempio: In seguito allaumento dei componenti, ivostri diritti sono diminuiti diventa: I vostri dirit-ti sono diminuiti poich i componenti sono aumen-tati.

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  • Controlla i modi di dire. Elimina le frasi gergali, glislang, i tecnicismi. Oltre ai destinatari diretti, moltitesti sono letti anche da altre persone: potrebberonon capire.

    Controlla le parole. Quando scrivi ti mancano molterisorse che hai quando parli: sguardo, gesti, espres-sioni del viso, tono di voce. Fai pi fatica a trovarela parola che esprime il tuo pensiero.

    Non sottovalutare lortografia. la pi dispotica,subdola, perversa di tutte le regole. Prima che perla tua intelligenza e la tua cultura, il lettore ti giudi-cher per la tua ortografia.Per esempio, non puoi permetterti di sbagliare ilsuo nome. Ho ricevuto lettere intestate AlessandroZucchini, Armando Lucchetti... un errore che ir-rita il lettore.N puoi permetterti di fare due volte lo stesso sba-glio in un testo; provocheresti quello che gli ameri-cani chiamano teeth-spinach effect, effetto spina-cio tra i denti: quando parli con uno che ha man-giato spinaci, e ne ha dimenticato uno proprio l,tra un dente e laltro, lui parla, tu sorridi, annuisci eguardi la sua bocca non per leggervi le sue parole,ma per vedere se lo spinacio sempre l, meravi-gliosamente esposto nei suoi spensierati sorrisi.Non peccare di distrazione: le tue parole potrebbe-ro cadere nel vuoto.Dopo aver riletto tutto il testo, vuoi un controllopi efficace? Leggilo allindietro: parola per parola,cominciando dal fondo: ti aiuta a staccarti dai con-cetti e a concentrarti solo sullortografia.

    Correggi ad alta voce. In genere noi parliamo in mo-do semplice e chiaro. Se scrivessimo come parlia-mo, ridurremmo i nostri errori.Ecco perch la lettura a voce alta aiuta: avvicina laparola scritta alla parola parlata. Inoltre, le nostre

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  • orecchie sono correttori molto pi affidabili dei no-stri occhi, che a volte sbagliano perch, lavorandotroppo vicino al cervello, hanno difficolt a distin-guere ci che sta nella mente da ci che sta sulla pa-gina. Leggi ad alta voce ci che hai scritto e ascoltacome suona: eliminerai molti errori (vedi pag. 137).

    Controlla sostantivi, verbi, avverbi, aggettivi. Nellascelta delle parole ci si concentra in genere sui so-stantivi. Si pensa che siano le parole pi importan-ti: danno identit alle persone, ai luoghi, alle cose. Invece le parole pi importanti sono i verbi. Sono iverbi che esprimono lazione. I verbi hanno ener-gia, sono dinamici, al contrario dei sostantivi che,appunto so-stanno, stanno fermi.I verbi migliori, poi, hanno raramente bisogno diavverbi.Gli avverbi sono da usare con moderazione. Speciegli avverbi di modo, che finiscono in -mente: pron-tamente, certamente, altamente. Hanno un suonosgradevole e fanno pensare al lettore che tu stia, ap-punto, mentendo.Attenzione anche agli aggettivi. Se nel free-writingusi il primo aggettivo che ti viene, ok. Nella bozza fi-nale, per, devi scegliere quello pi appropriato.Quando rileggi, cerchia tutti gli aggettivi e chieditise esprimono esattamente ci che volevi dire.E non usare troppi aggettivi! Spesso si tende a colo-rare un concetto con due o tre aggettivi: questo fra-storna il lettore.

    Rivedi soprattutto linizio. La frase dinizio spessola pi importante. Se non catturi la sua attenzionenei primi secondi, il lettore archivier il tuo testonel cestino, oppure, se deve leggerti per forza, sardistratto, sfuggente, se non addirittura ostile.Pensa alle grandi opere della letteratura. LIliade diOmero, le Catilinarie di Cicerone, lOtello di Shake-

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  • speare, Delitto e castigo di Dostoevskij. Pensa ai ro-manzi di Pennac. Tutti grandiosi inizi. Difficile cheun esordio cos venga al primo colpo. spesso il ri-sultato di prove e riprove.

    Limita i tempi anche per il re-writing. Hai riportatole correzioni al testo? Ora fa una pausa. Abbandonail lavoro per una notte. Pi distanza metti tra te e iltuo scritto, pi obiettiva sar la tua lettura. Se nonpuoi farlo, concediti almeno degli intervalli. Anche ilre-writing ha bisogno di controllo sui tempi.

    Trovati un editor. Per scoprire i tuoi errori e impara-re a non ripeterli puoi stabilire unalleanza con unamico o un collega. Dagli le tue lettere e chiedigli diesaminarle, per un po. Quando ricevi le sue correzio-ni, fa una lista degli errori e organizzali in una clas-sifica di frequenza. Noterai che gli errori che fai pispesso sono sempre gli stessi due o tre. Concentratisu quelli.

    Previsioni, non prescrizioni. Forse alla fine tuttoquesto ti suona troppo complicato. Forse ti pareche limpressione di libert che ti avevo dato allini-zio del libro sia smentita da questo eccesso di rego-le, e tutti questi princpi possono sembrarti pre-scrittivi. Non quello che intendo. Ci che vogliooffrirti in questa parte non sono delle regole su co-me scrivere il tuo testo, ma dei princpi che ti aiuti-no a prevedere come lo legger il tuo lettore, deci-dere se correggerli e in quale modo.

    10. Re-writing su un testo altruiSe fai da editor a un collega

    Trovati un editor, dicevo in fondo al capitolo prece-dente. Qualcuno che ti dia una mano a rivedere il tuotesto.

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  • Qualche volta, invece, lalleato sei tu: qualcun altrosi aspetta un aiuto dalla tua revisione.

    In questo caso, ricorda che correggere non farelautopsia. Non devi per forza trovare qualcosa di sba-gliato. Quando fai leditor a un collega la tua respon-sabilit non quella della stesura finale, ma quella diaiutare lo scrittore.

    Quando fai un taglio, usa lo scalpello, non la man-naia.

    Ci sono tre fasi che leditor deve seguire: leggere,esaminare, ascoltare. Anche queste, come le tre dellascrittura, non sono contemporanee.

    1. Leggi. I peggiori editor sono quelli che comincia-no a leggere con la penna in mano, pronti a correggereprima di capire che cosa lautore vuole dire. Leggi finoalla fine, prima di fare correzioni. Siediti sulle mani ova in una stanza in cui non ci sono penne o matite,non fare segni sul testo prima di aver finito di leggerlo.Poi, se non lhai capito, restituiscilo allo scrittore echiedigli di spiegarti che cosa aveva in mente quandoscriveva.

    2. Esamina. Che non significa cambia. Significastudia, soppesa, analizza, considera. Rivolgiti questedomande sul testo: solido? attrae lattenzione fin dal-linizio? il finale forte o debole? scorre? facile da leg-gere anche se largomento complesso? le informazio-ni sono chiare? qualcuna pu essere eliminata? coe-rente? se linizio era attraente, il testo poi soddisfa lacuriosit che ha generato? o la delude? insomma, fun-ziona?

    3. Ascolta. Lascolto il passo pi importante perstabilire un rapporto di collaborazione tra editor escrittore. Se non ascolti, falliscono anche i punti 1 e 2.Ascolta, prima di correggere. Fa in modo che lo scritto-re chieda ci che vuole sapere e imparare. Se ci sonocose che lo scrittore non sa, non dirgliele tu: fagli le do-

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  • mande che lo aiutino a capire. Sii diretto e specifico,evita le frasi fatte. Questo punto non chiaro non si-gnifica niente per lo scrittore, se non gli spieghi perch.

    Come, da editor, puoi aiutare il tuo scrittore

    Decidi insieme con lui ci che volete e non volete. Non decidere in anticipo ci che lo scrittore do-

    vrebbe scrivere. Apri la mente e ammetti che anchetu potresti imparare qualcosa.

    Fagli complimenti sinceri e critiche utili. Incoraggia luso di tecniche non convenzionali, fa

    domande sulle sue ipotesi, offrigli un diverso puntodi vista, dagli dei suggerimenti senza per preten-dere che li accolga.

    Ricorda che una cattiva correzione sul piano psico-logico fa molti pi danni che una sul piano tecnico.

    Come, da scrittore, puoi aiutare il tuo editor

    Parla con il tuo editor su ci di cui hai scritto, eraccomandagli di controllare che le tue idee sianocoerenti.

    Accetta le sue critiche; senza assecondarle se non lecondividi.

    Non prendere le sue obiezioni come un fatto perso-nale; chiedigli suggerimenti, ma verificane la fon-datezza sul dizionario.

    Il prossimo tema: organizzare la struttura

    Il tema della revisione contiene un gancio naturalealla prossima sezione del libro.

    Quando rivedi il tuo testo, devi essere consapevole dicome ti sei spostato da un paragrafo allaltro, del moti-vo per cui hai collegato quel paragrafo a quellaltro, e

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  • devi soprattutto aiutare il tuo lettore a seguirti in questispostamenti. questo il valore di una struttura effica-ce. Questo il punto centrale del lavoro di revisione:controllare lefficacia della struttura.

    Pronti, allora, a entrare nella prossima sezione: or-ganizzare la struttura.

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  • Sezione B

    Organizzarela struttura

    Il testo come uno spazio geografico:inizio-corpo-fine.

    Come potenziare le parti pi importanti

    11. Fiction e nonfiction: limportanzadella struttura

    12. La struttura a tre parti

    13. Come volare. Il concetto diexpository writing

    14. Un po di carica per partire.Un consiglio di Italo Calvino

    15. Chi ben comincia... Inizi cheinchiodano il lettore alla sedia

    16. Un testo, tanti possibili inizi

    17. In medio stat virtus? Criteri per la parte centrale del testo

    18. Il botto finale. Come potenziarela conclusione

    19. Post scriptum: lultima chance

  • 11. Fiction e nonfiction: limportanzadella strutturaLetteratura e business writing: due mondi cosdiversi?

    Lo stile e la struttura sono lessenza di un libro. Legrandi idee sono sciacquatura di piatti.

    il pensiero dello scrittore russo-americano Vladi-mir Nabokov. Eccessivo? volgare? Per fa al caso no-stro, ora che affrontiamo quel groviglio di regole, distruttura e di stile, a cui ogni scrittore deve prima opoi riferirsi. Del resto, lo diceva Aristotele: un cumulodi tronchi non vale lo stesso peso del legno sistematoin un albero. Perch lalbero ha una struttura.

    La struttura il messaggio

    La struttura il vero messaggio, dunque.Peter Johnson, professore di scrittura efficace del-

    lUniversit di Harvard sostiene che: Una delle abilitessenziali del business writer quella di organizzare ipensieri in modo chiaro, cos che il lettore sia bene in-dirizzato. Le sorprese vanno bene nelle storie del mi-stero; nel business writing serve qualcosa di ben orga-nizzato, di un impianto chiaro e ben riconoscibile.

    Ok, Peter. Gi il buon senso ci fa pensare che tra unromanzo e un meeting report ci sia una certa differen-za. Ma non si tratta sempre di scrittura? non finiamoin entrambi i casi per obbedire a certe regole? che sidebba rendere immediatamente chiaro il messaggio,in azienda, o che si voglia creare interesse, suspence oaddirittura sorpresa, nella fiction, le cose sono tantodiverse?

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  • Commistione di stili

    Non importa tanto quale sia il tema dello scrivere,protagonista sempre lorganizzazione.

    Un tempo la fiction andava da cera una volta a e vis-sero felici e contenti. La nonfiction seguiva il percorsodialettico, tesi-antitesi-sintesi. Il giornalista usava labussola delle 5 W (who?, what?, when?, where? e why?);il romanziere iniziava da un esordio e concludeva conun finale, e metteva i personaggi in relazione tra loronel corpo centrale; il saggista tentava di dimostrare lapropria tesi attraverso argomentazioni via via semprepi forti.

    Il XX secolo ha mischiato tutti gli stili. Qualunquesia il genere di scrittura, comunque, una struttura benorganizzata il primo requisito per una relazione du-revole con i lettori.

    I lettori sono come animali timidi che devono esse-re blanditi perch si avvicinino. Per questo, nulla piefficace di un buon inizio: il primo paragrafo devesse-re breve, leggero, fluido, la frase dapertura devesserepronunciabile in un respiro.

    Henry James introduce cos le sue Short stories:

    Lultima cosa che farei per te, caro lettore, porti deidivieti.

    Ecco, vedi, il gioco fatto: forse hai gi abboccato,forse adesso vorresti scoprire che cosa contiene quel li-bro senza divieti.

    Lo stesso vale per la conclusione: la sensazione diperdita che il tuo lettore avr alla fine di un testo vacompensata con quella di guadagno. Che cosa mi hadato in cambio della mia attenzione? si chieder. Avolte baster un riepilogo di quanto scritto prima, al-tre volte ci vorr unidea nuova.

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  • Dipende sempre tutto dal pubblico, dal linguaggio,dallobiettivo.

    Ma, soprattutto, dalla struttura.Sempre lei.

    12. La struttura a tre partiLinsegnamento di Cicerone applicato al businesswriting

    Uno, due... tre. Siamo sempre tre, tre somari e tre briganti, sempre

    tre. Tre cantiche nella Divina Commedia. Tre atti anche

    nelle commedie pi umane. Tre parti nelle opere musi-cali. Tre stadi nella dialettica: tesi, antitesi, sintesi. TreGrazie, tre Parche, tre Furie. Tre persone nella Santis-sima Trinit. Tre stati della materia: solido, liquido egassoso. Tre tempi della storia: passato, presente e fu-turo. Tre moschettieri, tutti in fila per tre, chi fa da sfa per tre. uscito il tre, tre di bastoni, tre di denari.Passo Tre Croci, Pizzo dei Tre Signori, Tre Cime di La-varedo. Tre angoli nel triangolo, non c due senza tre.

    Che tre sia il numero perfetto, considerato numerosacro in molte religioni, non lo scoprirai in queste pa-gine. Ma sulla sua influenza nella scrittura convienefare una riflessione.

    Il sergente e Cicerone

    Nel mio libro Scrivere. Una fatica nera, Vittore Vez-zoli descriveva la strana analogia tra lo stile della co-municazione militare e quello della pi tradizionaleretorica antica.

    Riporto qui il brano.

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  • consuetudine dellesercito di Sua Maest britan-nica che i sergenti accolgano le reclute con unallocu-zione di benvenuto, urlando e minacciando a pi nonposso. Con un impasto di humour e di rispetto delletradizioni, gli inglesi schematizzano in questo modolordine del discorso sergentizio:1) Dico ci che dir.2) Lo dico.3) Ridico ci che ho detto.

    A prima vista lecita qualche perplessit. Vien dapensare infatti che il rude militare si conceda qual-che ridondanza di troppo perch non ha tante coseda dire.

    Pu venirci utile allora vedere come organizzava lasua orazione Marco Tullio Cicerone, cui non mancavala parola. Ebbene, leccellente oratore cos definivalordine del discorso:1) Exordium. Nei paragrafi iniziali indicava il mes-saggio principale e i criteri seguiti nella successivaesposizione.2) Narratio e argumentatio. Seguivano, lo dice laparola, la descrizione dei fatti e le argomentazioni afavore del messaggio.3) Peroratio. Nel gran finale sinteticamente riporta-va gli argomenti pi importanti e soprattutto ribadi-va il messaggio principale.

    Lo schema di Cicerone pi articolato di quello delsergente, ha parole pi eleganti, suddivide la secondafase in due ulteriori sottofasi: la narrazione dei fatti elaccurata argomentazione. Ma in sostanza identico:il messaggio anticipato nella prima parte, svisceratonella seconda, strombazzato nella terza.

    Se il sergente e Cicerone concordano su questo or-dine del discorso, se entrambi lo ritengono valido per

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  • messaggi che abbiano un minimo di complessit e diarticolazione, possiamo credere alla sua efficacia.

    Ma vediamolo pi da vicino.Davanti alle reclute, il sergente urla:

    1. Attenzione: ora vi dir che cosa dovrete mettere nellozaino domattina quando partiremo per la marcia.(Dico ci che dir.)

    2. Nello zaino dovete mettere: il sacco a pelo, il telo ten-da, la carta topografica, la giacca a vento, la bianche-ria di ricambio, la gavetta, il gavettino... (Lo dico.)

    3. Dunque, abbiamo visto come devessere composto lozaino. Attenti: a chi si presenter con lequipaggia-mento incompleto dar due giorni di punizione. (Ri-dico ci che ho detto.)

    Nota: ridico ci che ho detto non ripeto e basta. Rie-pilogando il discorso, il sergente ha unito un energico

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  • invito allazione. In questo caso, una minaccia: chi nonporta tutto, lo sbatto dentro.

    Cambiamo situazione. Cicerone deve difendere in tribunale Lucio Cecilio

    Porzio, un suo amico che stato accusato di aver ucci-so la moglie. Si rivolge ai giudici pi o meno cos:

    1. Signori della giuria, ora vi dimostrer che il mio assi-stito non colpevole del reato di cui lo accusate, echieder per lui la vostra assoluzione. (Exordium.)

    2. Luned mattina alle 8 Lucio Cecilio Porzio non era sulluogo del delitto. Era con me sul fiume, a pescare. passato a prendermi a casa alle 6.30 e intorno alle7.15 ci siamo imbarcati allattracco sotto il Ponte Mil-vio... (Narratio.)Abbiamo molti testimoni: alle 6.35 siamo andati a bereil caff al bar di fronte a casa mia, abbiamo salutato ilcustode... Alle 7 abbiamo incontrato mio cugino... (Ar-gumentatio.)

    3. Dunque, signori, vi ho dimostrato che il mio cliente innocente. Vi chiedo di lasciarlo libero al pi pre-sto, perch ha gi tanto ingiustamente sofferto. (Pe-roratio.)

    Anche Cicerone non si limitato a riassumere lamanfrina, ma ha aggiunto linvito allazione: la richie-sta della libert.

    S, ma a me, starai pensando, come si adattano ilmetodo del sergente o quello di Cicerone?

    Mettiamo che tu sia un direttore commerciale, eche debba scrivere una lettera ai tuoi venditori perchsi diano una mossa. Potresti impostare la lettera inquesto modo:

    1. Stiamo vendendo poco. Dobbiamo migliorare i risul-tati. Vediamo che cosa possiamo fare.

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  • 2. Questanno la nostra quota di mercato scesa dal32% al 27%. Nel frattempo il nostro concorrente salito di otto punti: cinque tolti a noi, tre ad altreaziende. Come ha fatto? Ha lanciato nuovi prodotti,nuovi servizi, il numero verde e il servizio cortesia,ha promosso concorsi nei punti vendita, ma soprat-tutto ha sviluppato unazione di vendita massiccia ecapillare, poderosa e attenta ai particolari, creativa ecostante. In una parola, efficace.

    3. Ecco che cosa dobbiamo fare anche noi. Se non ri-qualifichiamo la nostra azione di vendita, sviluppan-do azioni che ci facciano raggiungere i risultati dibudget previsti, il prossimo anno dovremo chiudere.Ragazzi, armi in spalla e fuori a fare contratti!

    Ecco i tre casi a confronto nella tavola sinottica.

    13. Come volareIl concetto di expository writing

    Ho trovato la struttura delle tre fasi nella maggiorparte dei testi sacri americani. Lo schema di base sempre:

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    Sergente: Cicerone: Direttore commerciale:apostrofa le reclute arringa il senato striglia i venditori

    1. Dice ci che dir Esordisce Espone il messaggio:vendiamo poco

    2. Lo dice Narra e argomenta Descrive situazione mercato, concorrenza, azioni necessarie

    3. Ridice ci che Perora Ripete il messaggioha detto ed esorta allazione

  • 1. say what youre going to say;2. say it;3. say it once again.

    Di ci che stai per dire, dillo, e ridillo unaltra volta.Proprio come nel discorso del sergente, nellarringa

    di Cicerone e nella tua lettera ai venditori.Naturalmente, e per fortuna, non una legge. una struttura considerata efficace dovunque ci

    sia una tesi da sostenere, una richiesta da far accetta-re, un prodotto o un servizio da vendere. Relazionescientifica o piano di marketing, lettera commercialeo curriculum vitae, business plan o richiesta di finan-ziamento, il problema sempre lo stesso: vendere. Faraccettare a qualcuno qualche cosa di nuovo, qualchecosa che non viene da lui ma che viene da noi: un pro-dotto, unidea, una soluzione.

    Lo schema quello del cosiddetto expository wri-ting: scrittura espositiva/argomentativa.

    Introdurre, sviluppare, ribadire. Queste le azionichiave.

    La cosa che devi dire la meno importante

    Inizio, corpo e fine. Un testo scritto, allora, comequalsiasi atto di comunicazione: spettacolo musicale,partita di calcio, discorso in pubblico.

    Pensiamo, per esempio, al discorso in pubblico.Come hanno dimostrato gli studi dello psicologo ame-ricano Albert Merhabian, durante un discorso lorato-re proietta le proprie idee e i propri sentimenti sulpubblico:

    per il 7% con le parole che dice; per il 38% con il modo in cui le dice;

    49

  • per il 55% con le espressioni del viso e con la ge-stualit.

    Fa la somma: il 93% di quello che rimane in testaal pubblico non dipende dalle parole che loratore hadetto.

    Ci non significa che pu dire qualsiasi cosa glivenga in mente.

    Significa per che sar stato ore e ore, a volte giorniinteri, a scrivere il testo che pronuncer al Rotary, o al-la convention, o alla cena sociale, poi un altro po diore a limarlo per benino, aggiungere citazioni dotte,togliere le ripetizioni. E poi tutto questo conta solo peril 7%. Il resto dipender da altri fattori. In particolare,da come sapr cominciare, e da come sapr finire.

    Paradossalmente, dunque, le cose che abbiamo dadire, dobbiamo dirle e basta. Tutto l. Su come comin-ciare, invece, e su come finire un testo, unopera, undiscorso, potremmo studiare un sacco di tempo.

    Il paradosso, peraltro, meno strano di quantosembri.

    Pensa a quando viaggi. Milano-New York. Sette ore di aereo. Dividile in tre parti: decollo, volo in quota, atterrag-

    gio (vedi figura).Quanto dura ogni fase? Diciamo mezzora il decol-

    lo, sei ore il volo, mezzora latterraggio? Quali sono, delle tre, le fasi che ti danno pi preoc-

    cupazioni? Quand che ti fanno allacciare le cinturedi sicurezza? Quand che metti via il giornale che sta-vi leggendo, smetti di chiacchierare con il tuo vicino,apri tutte le bocchette daria perch stai cominciandoa sudare? Nel decollo.

    E quand che invece ti rilassi, dormi, leggi, scrivi,guardi un film, ti alzi a far pip o a sgranchirti le gam-

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  • be, riesci perfino a mangiare interi vassoi di cose nonproprio deliziose? Durante il volo in quota.

    E quand che rimpiangi di aver mangiato tuttaquella roba, riallacci le cinture, riapri le bocchette da-ria, metti via tutto, libro, giornale, parole crociate, ri-chiudi gli occhi, tocchi tutte le cose di ferro che trovi,sogni di rimettere i piedi a terra? Negli ultimi minuti,durante latterraggio.

    Se non ti riconosci nella metafora dellaereo, pensaallora a un colloquio di lavoro: non sono i primi mi-nuti quelli in cui ti senti squadrato dai capelli allescarpe, quelli in cui misuri le parole e i gesti per farebuona impressione? e non sono gli ultimi minutiquelli in cui cerchi di arrivare a un accordo? Il tempodi mezzo, tutto sommato, sapevi gi prima come sa-rebbe passato.

    Oppure pensa alla prima cena con la persona chevolevi conquistare: non erano le prime parole le pidelicate? e non erano le ultime a decidere come sareb-be andata la notte?

    O pensa a un film: secondo Fellini, per otteneresuccesso un film pu avere anche una storia cos cos,

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    Volo in quotaDecollo

    MI NY

    Atterraggio

  • ma linizio devessere assolutamente emozionante, e ilfinale strappalacrime.

    Anche Calvino la pensava cos. Sappiamo che, oltrealle cinque Lezioni americane che riusc a scrivere pri-ma di morire, e alla sesta incompiuta, ne aveva in men-te unaltra intitolata proprio Sul cominciare e sul finire.

    Non ti stupirai, allora, se nei prossimi capitoli de-dicati appunto allinizio, al corpo e alla fine del testo troverai molti consigli per conquistare il lettore allini-zio; solo qualche spunto per fare ordine nel corpo cen-trale; e molte idee per strappare lapplauso finale.

    Per cominciare, allora, un consiglio, proprio di Cal-vino.

    14. Un po di carica per partireUn consiglio di Italo Calvino

    Oggi mi metter a copiare le prime frasi dun ro-manzo famoso, per vedere se la carica denergia con-tenuta in quellavvio si comunica alla mia mano,che una volta ricevuta la spinta giusta dovrebbe cor-rere per conto suo.

    In una giornata estremamente calda del princi-pio di luglio, verso sera, un giovane scese in stradadalla stanzuccia che aveva in subaffitto nel vicolodi S. e lentamente, come fosse indeciso, savvi ver-so il ponte di K.

    Copier anche il secondo capoverso, indispensabi-le per farmi trasportare dal flusso della narrazione:

    Per la scala, evit felicemente lincontro della suapadrona di casa. La stanzuccia di lui veniva a trovar-si proprio sotto il tetto dun alto casamento a cinquepiani e rassomigliava a un armadio pi che a una di-mora. E cos via fino a: Aveva un forte debito versola padrona e temeva dincontrarla.

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  • A questo punto la frase seguente mattrae talmenteche non posso trattenermi dal copiarla: Non che eglifosse tanto pauroso e avvilito, al contrario: ma era daqualche tempo in uno stato dirritabilit simile allipo-condria. Visto che ci sono potrei proseguire per tuttoil capoverso, anzi per qualche pagina, fino a quando ilprotagonista si presenta alla vecchia usuraia. Ra-skolnikov, studente, sono stato da voi un mese fa,saffrett a mormorare il giovane con un mezzo inchi-no, ricordandosi di dover essere pi gentile.

    Mi fermo prima che simpadronisca di me la ten-tazione di copiare tutto Delitto e castigo.

    Cos Italo Calvino in Se una notte dinverno un viag-giatore.

    Sarebbe bello. Ma forse non ti sar facile copiarelinizio del tuo libro preferito tutte le volte in cui do-vrai cominciare a scrivere, per darti la carica.

    Ecco alcuni consigli pi pratici.

    15. Chi ben comincia...Inizi che inchiodano il lettore alla sedia

    Gary Robinson morto affamato.Voleva del pollo fritto, una scatola da tre pezzi per

    2 dollari e 19 cents. Ubriaco, forte e odioso, spinse viasette clienti dalla fila dello sportello del fast-food chevendeva pollo fritto. La commessa gli disse che il suonon era un comportamento educato. Lo calm conparole gentili, ed egli acconsent a rimettersi in coda.

    Il suo turno venne un minuto prima dellorario dichiusura, subito dopo che il pollo fritto era finito.

    Colp la commessa con tale violenza che la scara-vent a terra, e una guardia gli spar. Tre volte.

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  • Leco degli spari, il corpo che cade sul pavimento, lacommessa l, a terra, immobile, con gli occhi sbarrati.

    Sei l anche tu, in quel fast-food, vivi la scena, vuoisapere tutto su Gary, sulla commessa, su quella cittin cui si muore per una scatola di pollo fritto da 2 dol-lari e 19.

    Sei caduto cio nella trappola preparata per te dal-lautore.

    Autrice, anzi. E che autrice: Edna Buchanan, pre-mio Pulitzer e cronista del Miami Herald. Una scrittri-ce che sa far saltare sulla sedia il lettore alle prime ri-ghe.

    Dov il trucco? Mai come in questo caso, non c trucco. C una

    gran tecnica, unabilit non comune di catturare il let-tore.

    Proprio come avviene ogni giorno, ogni ora, in ogniazienda, in ogni Paese del mondo.

    Il lettore si avvicina al tuo testo lettera, articolo orelazione con aria annoiata.

    Comincia a scorrere le prime frasi. In un attimo de-cide se continuare o no. Con arrogante superficialitgiudica tutto dalle prime righe, dai primi secondi.

    qui che si gioca la tua sfida con la sua attenzio-ne. Devi essere cauto, capire che cosa gli interessa,immaginarlo mentre inizia a leggere, offrirgli subito ituoi argomenti migliori. Senza esitazioni o preambo-li, perch lui non ti regala mai il suo tempo, neanchese il tuo pi caro amico. Te lo devi conquistare. Ec-co perch si dovrebbero mettere fuori legge inizi co-me questi:

    Con la presente siamo a informarla che... Seguito colloqui telefonici intercorsi... Siamo lieti di comunicarle che... In riferimento alla pregiata vostra del 02/09...

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  • Fagli delle domande

    Quousque tandem abutere, Catilina, patientia no-stra?

    Quamdiu etiam furor iste tuus nos eludet?Quem ad finem sese effrenata iactabit audacia?

    Fino a quando abuserai, o Catilina, della nostra pa-zienza? Per quanto tempo ancora codesta tua follia siprender gioco di noi? Fin dove si spinger la tua sfre-nata insolenza?

    Lesordio della prima Catilinaria, di Cicerone, fa-moso per pi di un motivo. Una raffica di domande,una in fila allaltra, che pigliano per lo stomaco anche ilpi svogliato dei lettori (su questo vedi anche pag. 177).

    Sono le domande che Cicerone grida allimprovvi-so in senato, puntando il dito contro Catilina. Micagli salta in mente di fare una premessa della situazio-ne storico-politica, o un completo quadro biograficodi Catilina. Senza esitazioni si tuffa nel cuore delproblema con un exordium che zittisce tutti i presen-ti, catturati da parole che subito spiegano chi Cati-lina, che cosa ha fatto, dove, come, quando e perchha agito.

    Seguire il resto dellorazione diventa facile e piace-vole. E al povero Catilina non restano molte possibi-lit di replica.

    Cicerone, allora, come un cronista americano? Latecnica infatti uguale a quella delle 5 W (who?,what?, when?, where?, why?), le cinque domande chedebbono trovare risposta gi nel primo paragrafo: chiha fatto che cosa, dove, quando e perch.

    A proposito: anche i latini conoscevano le 5 W. Anzi, pi precisi, di domande se ne ponevano addi-

    rittura 7:

    55

  • quis? (chi?) quid? (che cosa?) cur? (perch?) ubi? (dove?) quando? (quando?) quemadmodum? (in che modo?) quibus adminiculis? (con quali mezzi?)

    Non sinventa mai niente.

    Mettiti nei suoi panni

    Unaltra scelta efficace quella di uscire dal pro-prio punto di vista, ed entrare in quello del lettore.Maestro, ancora, Cicerone.

    Vuoi rileggere le domande a Catilina?Le domande sono s a Catilina, ma il suo vero tar-

    get sono i senatori, ai quali egli sta chiedendo unacondanna per Catilina, colpevole di aver ordito un col-po di Stato.

    Non dice per: Ehi, ragazzi, avete visto? Catilinaha abusato della vostra pazienza! Si preso gioco divoi! Dovete porre freno alla sua insolenza! Non schia-mazza, insomma, non fa lo spione, non cade in unapetulante requisitoria dicendo: lui il cattivo, puni-telo. La sua una scelta molto pi astuta. Esce dalruolo di accusatore, si mette nei panni degli altri sena-tori, dei giudici, dei decision maker, e si rivolge diret-tamente allimputato: Fino a quando tu abuserai del-la nostra pazienza? Per quanto tempo ancora codestatua follia si prender gioco di noi?

    Con due battute, Cicerone ha gi tutto il senato dal-la sua parte. Lui e il suo pubblico sono gi una cosasola.

    Eliminare le distanze tra scrittore e lettore. Non lessenza della comunicazione?

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  • Regalagli un sogno

    Abbiamo visto nel capitolo precedente i vantaggidel dire ci che diremo: stimoliamo linteresse del letto-re, evitiamo distonie tra le aspettative create e gli ar-gomenti successivi, dimostriamo profondit di pensie-ro e coerenza di stile. In poche parole, rendiamo il te-sto convincente.

    Meglio ancora se la promessa di un beneficio di-retto. Se si tratta di una speranza, di un sogno.

    I primi ventanni servono per crescere. Quaranta per lavorare.Altri venti per essere felici. Vi parler della vostra felicit.

    Con questo esordio me lo raccont poi duranteun mio seminario un funzionario dellInps un giornopresent a un convegno un piano di previdenza inte-grativa.

    Splendido! Una promessa di vita di ottantanni, pri-ma di tutto, niente male. Quel ritmo, quella matemati-ca cos precisa, venti-quaranta-venti, come un terno allotto. Quella simmetria perfetta nelle prime tre frasi:venti-quaranta-venti; per-per-per, crescere-lavorare-es-sere felici. E quella promessa finale, la felicit, comeun regalo a tutti i presenti.

    Anche un argomento di per s noioso, con unaper-tura cos, diventa attraente e piacevole; a chi non fa-rebbe piacere sentir parlare della propria felicit?

    Poi dicono sempre male dellInps.

    Coinvolgi i suoi sensi

    Quel ramo del lago di Como, che volge a mezzo-giorno, tra due catene non interrotte di monti, tut-

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  • to a seni e golfi, a seconda dello sporgere e rientra-re di quelli, vien, quasi a un tratto, a restringersi, ea prender corso e figura di fiume, tra un promon-torio a destra, e unampia costiera dallaltra parte;e il ponte, che ivi congiunge le due rive, par cherenda ancor pi sensibile allocchio questa trasfor-mazione, e segni il punto in cui il lago cessa e lAd-da ricomincia, per ripigliar poi nome di lago dovele rive, allontanandosi di nuovo, lascian lacquadistendersi e rallentarsi in nuovi golfi e in nuoviseni.

    Dal punto di vista narrativo, lesordio dei Promessisposi, si sa, una delle parti pi noiose del romanzo.Lento, prolisso, statico, non succede niente. Solo piavanti c un guizzo, quando i bravi si piazzano davantia Don Abbondio e gli fanno saltare le coronarie.

    Ma dal punto di vista linguistico, che capolavoro! Prova a rileggerlo a voce alta. Senti la musica? il ritmo delle parole, i suoni, le

    onomatopee? senti il suono dellacqua sulla riva?

    lascian lacqua (scianlacq)

    E poi: hai visto quella fotografia, quella cartolinadel luogo? le senti, le parole della vista?

    corso e figura di fiume... a destra... dallaltra par-te... sensibile allocchio...

    E il tatto: senti le parole del tatto? della fisicit? delmovimento?

    volge a mezzogiorno... sporgere e rientrare... re-stringersi... prender corso... il ponte che congiunge le

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  • due rive... segni il punto... ripigliar poi... allontanan-dosi di nuovo...

    Senti il risultato di tutto quel sciacquare i panni inArno?

    Questo inizio coinvolge non solo il tipico senso del-la lettura, la vista, ma anche altri sensi del lettore. Que-sta tecnica, retorica. Il principio la sinestesia (dalgreco = sensazione contemporanea): accostamento an-che ardito di due vocaboli che esprimono percezionilegate a canali sensoriali diversi (vedi pag. 191 e tuttala sezione G).

    Copia Manzoni, allora, sollecita pi sensi nel tuolettore, fin dallinizio: darai pi possibilit alla tuaconquista.

    Scrivilo all