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Cacciati dal re di Spagna gli ebrei trovano asilo nell’impero ottomano Incontri di civiltà I l 2 gennaio 1492 il re Ferdi- nando di Aragona e la regina Isabella di Castiglia entrarono so- lennemente a Granada, capitale dell’ultimo regno arabo rimasto nella penisola iberica. La Reconquista era così termi- nata (vedi L’ora di storia, primo vo- lume, p. 238). Tre mesi dopo, il 31 marzo, appunto a Granada, fu pro- mulgato un editto di espulsione di tutti gli ebrei, valido per tutti i do- mini spagnoli, compresa la Sicilia. Nell’editto i motivi dell’espulsio- ne erano dichiarati punto per pun- to. Vi si dice, fra l’altro: «… siamo stati informati che in questi regni c’erano alcuni cattivi cristiani che partecipavano a riti re- ligiosi ebraici e si allontanavano dalla nostra santa fede cattolica, e che ciò era causato dalla comuni- cazione degli ebrei con i cristiani […] è evidente il grande danno che ai cristiani ha arrecato e arreca il contatto con gli ebrei, i quali cer- cano sempre… di sovvertire e sot- trarre alla fede cattolica i cristiani e di attrarli al loro credo… persua- dendoli che osservino la legge di Mosé, dando ad intendere che non c’è altra legge né verità salvo quella… [In conseguenza] abbia- mo riconosciuto che il vero rime- dio a tutti questi danni era nell’im- pedire completamente la comuni- cazione degli ebrei con i cristiani e cacciare gli ebrei da tutti i nostri re- gni e signorie… Pertanto siamo d’accordo nel comandare l’uscita di tutti gli ebrei dai nostri regni e si- gnorie, e che mai più vi facciano ri- torno». Era concesso agli ebrei cacciati 6 7423DER Paolucci, Signorini, L’ora di storia e-piuma - © 2005 Zanichelli editore, Bologna un termine di quattro mesi, per li- quidare i propri affari e vendere i beni mobili e immobili. Era, co- munque, vietato loro di portare con sé «oro, argento e moneta co- niata». Entro il 31 luglio 1492, dunque, dovevano essere battez- zati, o fuori dalla Spagna. Molti ebrei si convertono, ma molti restano fedeli alla loro religione Ebrei ricchi e influenti, che avevano appoggi potenti alla corte reale, tentarono di far abrogare il bando, anche versando al re d’Aragona e alla regina di Castiglia ingenti som- me di denaro. Ma tutti i tentativi di corruzione furono vani. Solo il bat- tesimo avrebbe consentito loro di restare in Spagna. Le conversioni di ebrei alla reli- gione cristiana furono, naturalmen- te, moltissime. Racconta un ebreo, testimone di questi eventi: «Molti ebrei, di alto rango o di umile con- dizione, restarono nel paese, prefe- rendo cambiare la propria legge con quella del dio di quel luogo». Ma gli ebrei sono una civiltà che ha sempre rifiutato di lasciarsi as- sorbire del tutto dalle civiltà diverse nelle quali si sono trovati inseriti e immersi. Il loro destino è stato sempre quello di restare una civiltà fedele a se stessa. Questo ha costi- tuito la loro forza, ma è stata anche sempre una causa delle sofferenze che hanno patito nella storia. È così di tutte le civiltà: esse sono «a un tempo il paradiso e l’inferno degli uomini». (Fernand Braudel) Così furono quasi centocin- quantamila quelli che, piuttosto che tradire la loro religione, preferi- rono andare in esilio. Haggadah di Pasqua: gli Ebrei fuggono dalla schiavitù, inseguiti dagli Egiziani. Editto di espulsione degli ebrei dalla Spagna, con sigillo e firma dei Re Cattolici.

Cacciati dal re di Spagna gli ebrei Incontri di civiltà trovano asilo … · dagli Egiziani. Editto di espulsione degli ebrei dalla Spagna, con sigillo e firma dei Re Cattolici

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Page 1: Cacciati dal re di Spagna gli ebrei Incontri di civiltà trovano asilo … · dagli Egiziani. Editto di espulsione degli ebrei dalla Spagna, con sigillo e firma dei Re Cattolici

Cacciati dal re di Spagna gli ebrei trovano asilo nell’impero ottomano Incontri di civiltà

Il 2 gennaio 1492 il re Ferdi-nando di Aragona e la regina

Isabella di Castiglia entrarono so-lennemente a Granada, capitaledell’ultimo regno arabo rimastonella penisola iberica.

La Reconquista era così termi-nata (vedi L’ora di storia, primo vo-lume, p. 238). Tre mesi dopo, il 31marzo, appunto a Granada, fu pro-mulgato un editto di espulsione ditutti gli ebrei, valido per tutti i do-mini spagnoli, compresa la Sicilia.

Nell’editto i motivi dell’espulsio-ne erano dichiarati punto per pun-to. Vi si dice, fra l’altro:

«… siamo stati informati che inquesti regni c’erano alcuni cattivicristiani che partecipavano a riti re-ligiosi ebraici e si allontanavanodalla nostra santa fede cattolica, eche ciò era causato dalla comuni-cazione degli ebrei con i cristiani[…] è evidente il grande dannoche ai cristiani ha arrecato e arrecail contatto con gli ebrei, i quali cer-cano sempre… di sovvertire e sot-trarre alla fede cattolica i cristiani edi attrarli al loro credo… persua-dendoli che osservino la legge diMosé, dando ad intendere chenon c’è altra legge né verità salvoquella… [In conseguenza] abbia-mo riconosciuto che il vero rime-dio a tutti questi danni era nell’im-pedire completamente la comuni-cazione degli ebrei con i cristiani ecacciare gli ebrei da tutti i nostri re-gni e signorie… Pertanto siamod’accordo nel comandare l’uscitadi tutti gli ebrei dai nostri regni e si-gnorie, e che mai più vi facciano ri-torno».

Era concesso agli ebrei cacciati

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7423DER Paolucci, Signorini, L’ora di storia e-piuma - © 2005 Zanichelli editore, Bologna

un termine di quattro mesi, per li-quidare i propri affari e vendere ibeni mobili e immobili. Era, co-munque, vietato loro di portarecon sé «oro, argento e moneta co-niata». Entro il 31 luglio 1492,dunque, dovevano essere battez-zati, o fuori dalla Spagna.

Molti ebrei si convertono, mamolti restano fedeli alla lororeligioneEbrei ricchi e influenti, che avevanoappoggi potenti alla corte reale,

tentarono di far abrogare il bando,anche versando al re d’Aragona ealla regina di Castiglia ingenti som-me di denaro. Ma tutti i tentativi dicorruzione furono vani. Solo il bat-tesimo avrebbe consentito loro direstare in Spagna.

Le conversioni di ebrei alla reli-gione cristiana furono, naturalmen-te, moltissime. Racconta un ebreo,testimone di questi eventi: «Moltiebrei, di alto rango o di umile con-dizione, restarono nel paese, prefe-rendo cambiare la propria leggecon quella del dio di quel luogo».

Ma gli ebrei sono una civiltà cheha sempre rifiutato di lasciarsi as-sorbire del tutto dalle civiltà diversenelle quali si sono trovati inseriti eimmersi. Il loro destino è statosempre quello di restare una civiltàfedele a se stessa. Questo ha costi-tuito la loro forza, ma è stata anchesempre una causa delle sofferenzeche hanno patito nella storia. È cosìdi tutte le civiltà: esse sono «a untempo il paradiso e l’inferno degliuomini». (Fernand Braudel)

Così furono quasi centocin-quantamila quelli che, piuttostoche tradire la loro religione, preferi-rono andare in esilio.

� Haggadahdi Pasqua: gliEbreifuggonodallaschiavitù,inseguitidagli Egiziani.

� Editto di espulsione degli ebreidalla Spagna, con sigillo e firma deiRe Cattolici.

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Incontri di civiltà

Le sofferenze degli esuliLe testimonianze di questo tragicoevento sono rare. I cronisti spagno-li del tempo sfiorano appena l’ar-gomento e non fanno trasparire iloro sentimenti. Meno cauti, per-ché hanno meno paura, sono i cro-nisti e gli storici dei paesi nei quali iltribunale dell’Inquisizione non esi-steva ancora. Il cronista genoveseBartolomeo Seneraga descrive cosìil disperato imbarco degli ebrei cheespatriavano per mare: «Era unospettacolo triste a vedersi. La mag-gior parte era sfinita dalla fame edalla sete…Sembravano deglispettri: pallidi, emaciati, con gli oc-chi stralunati, si sarebbero presi perdei morti, se ogni tanto non aves-sero fatto un movimento. Molti diloro morirono sul molo…».

Le sue conclusioni sono quelledi un devoto cristiano, ma da essetraspare un’ombra di perplessità:«Le loro sofferenze apparivano en-comiabili secondo la nostra religio-ne, ma erano ben crudeli, se non liconsideriamo degli animali, ma de-gli esseri umani creati da Dio a suaimmagine e somiglianza».

Anche all’umanista italiano Picodella Mirandola la cacciata degliebrei dalla Spagna ispira sentimen-ti contrastanti: «Tutti gli ebrei sonostati cacciati or ora da tutta la Spa-gna da quel re cristianissimo… InSpagna essi erano molto potentiper numero, per ricchezza, per au-torità […] in gran numero sono pe-riti in naufragio, o di peste e la mas-sima parte di fame, tanto che an-che noi cristiani in sì grande sven-tura, di cui pur si dilettava la gloriadella divina giustizia, eravamo tut-

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tavia vinti da pietà e dolore di fron-te a uomini che tanto soffrivano».

Gli ultimi secoli della nostra sto-ria, il XX e il XXI, più di ogni altra epo-ca, hanno conosciuto esodi di po-polazioni, deportazioni di massa,genocidi, fuggiaschi respinti da tuttele frontiere, navi cariche di profughiabbandonate alla deriva in alto ma-re. Così non abbiamo difficoltà acredere a quello che racconta il me-dico e storico ebreo Joseph Ha.Ko-hen nella sua Cronaca, intitolata LaValle delle Lacrime: padroni di bat-telli che vendono come schiavi i lo-ro miserabili passeggeri, dopo es-sersi impadroniti dei loro bagagli,oppure stati e città che sbarrano leporte di fronte a persone, diventaterifiuti umani, che chiedono l’elemo-sina di una ospitalità.

L’impero ottomano ricava van-taggi dalla cultura e dall’attivi-tà degli ebrei ospitatiUno scampo gli esuli lo trovarononei territori dell’Impero ottomano. ITurchi non cercarono di convertirli,non impedirono l’esercizio del loroculto. Le autorità richiedevano so-lamente di pagare un’imposta per-sonale e di riconoscere la superiori-tà dell’Islam. Gli ebrei si costruironole loro sinagoghe, si scelsero i lororabbini. Così l’impero ottomano di-venne la terra d’asilo degli esuli efurono decine di migliaia gli ebreiche qui giunsero dalla penisola ibe-rica. «Dio ci ha aperto col bastonedella sua misericordia la grandeTurchia, come ha aperto il mar Ros-so al tempo dell’Esodo. Qui le por-te della libertà sono sempre apertealla pietà per gli ebrei». Sono parole

scritte dallo storico ebreo porto-ghese Samuel Usque, nell’operaintitolata Una consolazione per letribolazioni di Israele, pubblicata inItalia, a Ferrara nel 1537.

Per l’impero ottomano gli ebreiche vi giunsero cacciati dalla Spa-gna furono una fonte di ricchezza edi potenza: essi organizzarono ilcommercio a Salonicco e a Costan-tinopoli, aprirono botteghe di chin-caglierie, avviarono le prime stam-perie; impiantarono tessiture di la-na o di broccato; si inserirono van-taggiosamente negli scambi com-merciali con l’Europa cristiana. Inge-gneri e tecnici ebrei contribuironoalla potenza militare ottomana:prendendo a modello gli affusti dicannone usati in Italia dall’artiglieriadi Carlo VIII, costruirono per l’eserci-to di Solimano il Magnifico gli affustimobili della sua artiglieria da cam-pagna: una delle cause dei grandisuccessi che portarono i Turchi finoalle porte di Vienna (vedi L’ora distoria, volume 2, pagg. 112-113, e«Soffermiamoci» a pag.116).

La civiltà ebraica, infatti, (come,del resto, ogni grande civiltà) si ca-ratterizza non solo per la capacità diportare lontano i suoi uomini, daesuli, da emigranti o da guerrieri,ma anche perché è in grado diesportare i suoi beni, le sue tecno-logie, i suoi modi di pensare e di la-vorare.

� La sinagoga di Toledotrasformata in chiesa nel 1405.