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VFV NOVEMBRE/DICEMBRE 2010 28 Q uesta volta le fiamme provenivano dalla sacre- stia del seminario della Basilica di Santa Maria della Salute e, in un primo momento quantome- no, sʼè temuto il peggio. Grazie anche ad un tempestivo allarme ricevuto dai custodi, i VVF veneziani, coordinati dal funzionario di guardia e dallo stesso Comandante Provinciale, sono riusciti ad aver ragione delle fiamme e hanno evitato che la basilica andasse distrutta. Nel corso delle operazioni di spegnimento dellʼincendio, le cui cause sono ancora da accertare, sono state dan- neggiate diverse opere presenti allʼinterno della sacre- stia. In particolare, ad aver subito i danni maggiori è la tela ʻDavide e Goliaʼ del Tiziano. Lʼopera è rimasta dan- neggiata, non dalle fiamme ma dallʼacqua delle pompe azionate dai vigili del fuoco penetrata nei piani sotto- stanti e, per ordine della sovrinten- denza, è stata subito distaccata dal soffitto cui era appesa. Il ʻDavide e Goliaʼ di Tiziano ʻʼnon ha subito danni irreparabili dal punto di vista della ʻpresentazioneʼ né per quanto riguarda lo stato dei colori. Il restauro non dovrebbe essere pro- blematicoʼʻ, ha assicurato il sovrin- tendente per i Beni artistici statali, Vittorio Sgarbi, precisando che le tele di Tiziano ʻcolpiteʼ dai getti dʼac- qua che hanno spento lʼincendio ʻʼsono tre: ʻAbele e Cainoʼ, ʻAbramo e Isaccoʼ e ʻDavide e Goliaʼʻʼ. ʻʼLe prime due tele - spiega - sono state solamente sfiorate dal getto e dovrebbero aver subito danni solo al telaio, mentre - prose- gue Sgarbi - lʼaltra è stata investita da unʼondata potente e continua e lì il telaio è stato sicuramente danneggiatoʻʼ. Lo stesso Sgarbi, pur preoccupato per la sorte delle opere dallʼinesti- mabile valore, dimostra serenità perché questa volta (al contrario di quanto si fece per La Fenice) i pom- pieri hanno usato acqua dolce pro- veniente da una rete idrica antin- cendi di recente costruzione mentre nel ʼ96 attinsero acqua salata dalla laguna stessa. DANNI ALLA TELA DEL TIZIANO DOVUTI ALL ACQUA DEI POMPIERI! MA ERA PROPRIO NECESSARIA? Ennesimo spettacolare incendio in laguna a Venezia e ad essere colpito è sempre un edificio storico. A tanti veneziani, nella notte del 30 agosto, deve esser tornato alla mente il devastante incendio che distrusse il Teatro La Fenice nel gennaio del 1996; già 150 anni prima il teatro era andato interamente in fumo per poi venir ricostruito da zero. 28 31 art 409:Layout 1 13-12-2010 16:55 Pagina 28

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Negli interventi di spegnimento, è una regola base dei VVF, i danni provocati dall’acqua estinguente non dovrebbero mai superare quelli provocati dal fuoco stesso ma spesso i pompieri preferiscono non lesinare nell’uso delle lance e può capitare di rovinare intere abitazioni pur di spegnere freneticamente pochi metri quadri di tetto incendiato ad esempio.

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Questa volta le fiamme provenivano dalla sacre-stia del seminario della Basilica di Santa Mariadella Salute e, in un primo momento quantome-

no, sʼè temuto il peggio.

Grazie anche ad un tempestivo allarme ricevuto daicustodi, i VVF veneziani, coordinati dal funzionario diguardia e dallo stesso Comandante Provinciale, sonoriusciti ad aver ragione delle fiamme e hanno evitato chela basilica andasse distrutta.

Nel corso delle operazioni di spegnimento dellʼincendio,le cui cause sono ancora da accertare, sono state dan-neggiate diverse opere presenti allʼinterno della sacre-stia. In particolare, ad aver subito i danni maggiori è latela ʻDavide e Goliaʼ del Tiziano. Lʼopera è rimasta dan-neggiata, non dalle fiamme ma dallʼacqua delle pompeazionate dai vigili del fuoco penetrata nei piani sotto-

stanti e, per ordine della sovrinten-denza, è stata subito distaccata dalsoffitto cui era appesa.

Il ʻDavide e Goliaʼ di Tiziano ʻʼnon hasubito danni irreparabili dal punto divista della ʻpresentazioneʼ né perquanto riguarda lo stato dei colori. Ilrestauro non dovrebbe essere pro-blematicoʼʻ, ha assicurato il sovrin-tendente per i Beni artistici statali,Vittorio Sgarbi, precisando che letele di Tiziano ʻcolpiteʼ dai getti dʼac-qua che hanno spento lʼincendioʻʼsono tre: ʻAbele e Cainoʼ, ʻAbramoe Isaccoʼ e ʻDavide e Goliaʼʻʼ.

ʻʼLe prime due tele - spiega -sono state solamente sfiorate dalgetto e dovrebbero aver subitodanni solo al telaio, mentre - prose-gue Sgarbi - lʼaltra è stata investitada unʼondata potente e continuae lì il telaio è stato sicuramentedanneggiatoʻʼ.

Lo stesso Sgarbi, pur preoccupatoper la sorte delle opere dallʼinesti-mabile valore, dimostra serenitàperché questa volta (al contrario diquanto si fece per La Fenice) i pom-pieri hanno usato acqua dolce pro-veniente da una rete idrica antin-cendi di recente costruzione mentrenel ʼ96 attinsero acqua salata dallalaguna stessa.

DANNI ALLA TELA DEL TIZIANO

DOVUTI ALL’ACQUA DEI POMPIERI!MA ERA PROPRIO NECESSARIA?Ennesimo spettacolare incendio in laguna a Venezia e ad

essere colpito è sempre un edificio storico. A tanti veneziani,nella notte del 30 agosto, deve esser tornato alla mente ildevastante incendio che distrusse il Teatro La Fenice nelgennaio del 1996; già 150 anni prima il teatro era andato

interamente in fumo per poi venir ricostruito da zero.

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La salsedine avrebbe creato danni ben maggiori esiamo dʼaccordo ma perché, invece, sul territorio italia-no (escluse le Province Autonome) non sʼè ancora pen-sato -se non in via del tutto sperimentale- allʼutilizzo dischiume estinguenti più o meno asciutte, “montate” conlʼausilio dellʼaria compressa?

Negli interventi di spegnimento, è una regola base deiVVF, i danni provocati dallʼacqua estinguente nondovrebbero mai superare quelli provocati dal fuocostesso ma spesso i pompieri preferiscono non lesinarenellʼuso delle lance e può capitare di rovinare intere abi-tazioni pur di spegnere freneticamente pochi metri qua-dri di tetto incendiato ad esempio.

Non si vuole ovviamente mettere in dubbio la bontàdella manovra messa in atto dalle squadre del ComandoVeneziano perché, ne siamo convinti, se non avesseroagito come invece hanno fatto, la basilica sarebbeanche potuta bruciare del tutto.

Eʼ onesto intellettualmente, invece, ammettere che esi-stono nuovi metodi di spegnimento alternativi, spessopersino più efficaci e decisamente meno invasivi. Giustoper non voler privilegiare un produttore rispetto ad unaltro, parleremo solo del sistema, senza voler necessa-riamente pubblicizzare lʼuno o lʼaltro prodotto.

Si tratta di schiume filmogene, prodotte da appositi“miscelatori” che, a differenza dei “premescolatori” tradi-zionali (i quali, comʼè noto, sfruttano il solo effettoVenturi per mischiare il liquido schiumogeno con lʼacquain pressione), utilizzano un compressore dʼaria cheserve a far “gonfiare” la speciale schiuma, prima dellʼim-missione nelle tradizionali manichette.Un “sistema schiuma ad aria compressa” è composto dauna pompa centrifuga tradizionale (quella delle APSsolitamente) abbinata ad un meccanismo dʼiniezione adaria compressa che genera schiuma. Lo stesso com-pressore produce energia che serve a spingere la schiu-ma estinguente più lontano di quanto farebbe la pompatradizionale ad acqua.

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Un sistema di questo tipo comprende: una pompa cen-trifuga, una sorgente dʼacqua, un bidone di schiumoge-no concentrato, un compressore dʼaria. Inoltre sononecessari un sistema dʼiniezione di schiuma con propor-zionatore, una camera di miscelazione ed un sistemaelettronico di controllo che serve a garantire il giusto mixdi schiumogeno, aria ed acqua.

La schiuma ottenuta da detti sistemi, oltre a ridurre lacapacità del combustibile di cercarsi una fonte dʼossige-no, aderisce a soffitti e pareti rendendoli pressoché inat-taccabili dal fuoco, inoltre aiuta a ridurre rapidamente ilcalore riducendo quasi a zero la produzione di vaporeacqueo bollente.

Sistemi come quello descritto possono essere montatisia sui mezzi antincendio tradizionali (autopompe) sia sumezzi leggeri quali furgoni polisoccorso e pick-up: suquesti ultimi il compressore viene spesso sostituito dauna bombola di gas propellente (azoto o CO2).Uno dei vantaggi di questa apparecchiatura è che la

produzione della “schiuma” avvienedirettamente allʼinterno del sistemaper giungere alle tubazioni già for-mata e molto molto leggera.Lʼapparecchio produce prevalente-mente una schiuma asciutta ma èpossibile, in alcuni sistemi, regolar-ne il grado dʼumidità per ottenere unestinguente più o meno bagnato indipiù o meno pesante. Occorronospecifici liquidi schiumogeni e nonpossono essere utilizzati quelli tradi-zionali a base organica. Solitamentedalle apparecchiature di questo tipoè possibile selezionare almeno duetipi di liquidi estinguenti: per incendidi classe A (solidi infiammabili)oppure di classe B (idrocarburi).

Nell’incendio dell’Hotel Des Alpes di Madonna diCampiglio (pubblicato su questo numero a pagg. 36/39)fu utilizzato un sistema di spegnimento a “schiu-ma compressa” dato che tre dei Corpi intervenutine erano dotati. (in totale operarono 135 vigili del fuocovolontari, provenienti dai corpi di tutta la Valle Rendena).

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Un altro dei vantaggi dellʼutilizzo di dette “schiume com-presse” è dato dal notevole “risparmio” dʼacqua; nonsempre infatti sono disponibili risorse idriche adeguatenelle vicinanze dellʼincendio ed occorre formare lunghecondotte oppure fare la spola con le autobotti.

Un “sistema tipo” riesce a produrre ca. 8000 litri di schiu-ma usando solamente mille litri dʼacqua e soli tre litri diliquido schiumogeno; il compressore, in questo caso,inietterà ben 7.000 litri di sola aria. Rapportando questinumeri alla nostra realtà (CNVVF), con una sola APS(Auto Pompa Serbatoio) di piccole dimensioni, aventeserbatoio idrico da 2.000 litri, riusciremmo a produrre-nellʼimmediato e senza lʼuso di una risorsa idrica ester-na-ben 16.000 litri di “prodotto estinguente”, lʼequivalen-te in acqua di più di due ABP (Auto Botte Pompa).

Le bolle di schiuma evaporano durante lʼassorbimen-to di calore senza che vi sia una perdita di agenteestinguente.

Il 90 % dellʼacqua di spegnimento viene perduta.

Lʼalta capacità legante della schiuma porta ad unacapacità estinguente dellʼ80 % ca.

Efficienza estinguente del solo 10 % utilizzandoacqua a pressione normale.

La bassa tensione superficiale della schiuma specifi-ca, permette la penetrazione dellʼestinguente nelcombustibile evitando la riaccensione di questʼultimo.

Lʼelevata tensione superficiale dellʼacqua, non per-mette una efficace penetrazione nel combustibile.

Danni da H2O non potranno ovviamente essere evi-tati e grandi quantitativi di acqua contaminata verran-no dispersi nellʼambiente.

Nessun danno dʼacqua si verificherà utilizzando lasola schiuma per lo spegnimento.

SISTEMA A SCHIUMA COMPRESSA SISTEMA TRADIZIONALE CON ACQUA

SISTEMI DI SPEGNIMENTO A CONFRONTO

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