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Chakras: i sensi psichici dell’uomo Antonio Girardi

Cakras: i sensi psichici dell’uomoIn Occidente alcuni teosofi mistici di ambiente alchemico-cristiano come Johann Georg Gichtel (1638-1710), allievo di Jakob Bohme, nel suo “Theosophia

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Chakras:

i sensi psichici dell’uomo

Antonio Girardi

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Cakra in sanscrito significa “ruota”

e per sineddoche “cerchio”,

“disco”, “fiore di loto” e altro.

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La letteratura sui cakra

fa riferimento

alla cultura indù, a quella jainista

e a quella buddhista.

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In letteratura teosofica e yogica,

i cakra sono dei centri

eterico-astrali connessi

con il sistema endocrino.

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In Occidente alcuni teosofi mistici

di ambiente alchemico-cristiano

come Johann Georg Gichtel

(1638-1710), allievo di Jakob

Bohme, nel suo “Theosophia

Pratica”, mostrano di avere una

vera e propria conoscenza

relativamente ai cakra.

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Si presentano come vortici

di forze sulla superficie

del corpo umano.

Il loro diametro varia

dai 5 ai 15 centimetri.

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Una rappresentazione dei cakra

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Cakra, segni zodiacali e sistema

endocrino (B. del Boca)

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I nomi dei Cakra e le connessioni endocrine, anatomiche e nervose

Muladhara gonadi (testicoli nell'uomo e ovaie nella donna).

perineo. plesso pelvico.

Svadhisthana ghiandole surrenali. vescica. plesso ipogastrico.

Manipura pancreas. ombelico. plesso celiaco (o solare).

Anahata timo. cuore. plesso cardiaco.

Visuddha tiroide. laringe. plesso orofaringeo.

Ajna ghiandola pituitaria (ipofisi).

Sahasrara ghiandola pineale (epifisi).

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Cakra ed elementi

Muladhara Terra

Svadhisthana Acqua

Manipura Fuoco

Anahata Aria

Visuddha Etere

Ajna Luce

Sahasrara

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Essere Umano: la matrice teosofica

1. Il corpo Rūpa

2. La vitalità Prāna o Jīva

3. Il corpo astrale Liñgaśarīra

4. L’anima animale Kāmarūpa

5. L’anima umana Manas

6. L’anima spirituale Buddhi

7. Lo spirito Ātman

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Mūladhara,

il cakra di base,

sede di kundalini,

l’energia

serpentina,

caratterizzato dai

colori rosso e

arancione e

rappresentato da

quattro vortici o

petali.

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Svadishthana,

collocato nella zona

sacrale,

interconnesso a

livello fisico con le

surrenali e

rappresentato

simbolicamente da

Saturno;

i suoi colori sono

l’arancione e il

giallo ed i suoi

vortici sono sei.

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Manipura,

il cakra del plesso

solare, vicino

all’ombelico,

connesso al

pancreas

e rappresentato da

Giove;

il suo colore è il

rosa, con presenza

di verde e consta di

dieci vortici.

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Anahata,

nella regione del

cuore,

simboleggiato dal

sole ed in

collegamento con

il timo; il suo

colore è il giallo

ed i suoi petali

sono dodici.

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Vishuddha,

collocato alla fine

della colonna

spinale, in

interconnessione

con la tiroide e

rappresentato da

Venere; il suo

colore è il blu ed i

suoi petali sono

sedici.

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Ajna,

il terzo occhio,

collocato in

mezzo alla fronte,

connesso alla

ghiandola

pituitaria, è

rappresentato da

mercurio; il colore

è l’indaco ed i

vortici sono

novantasei.

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Sahasrāra,

sulla sommità della

testa, rappresentato

dalla luna e

collegato alla

ghiandola pineale; il

colore è il violetto ed

i suoi vortici

novecentosessanta.

Questo cakra è

anche chiamato

“il fiore dai mille

petali”.

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Alcune domande meritano

una risposta:

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Perché il sistema “sale” da

Saturno alla Luna in modo

direttamente proporzionale alla

complessità della

rappresentazione dei cakra?

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Perché il sole si trova al centro

di questo sistema settenario?

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C’è un rapporto fra le patologie

del sistema endocrino

ed il persistere di

emozioni e pensieri negativi

nell’essere umano?

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Due parole chiave per

comprendere

i cakra e lo sviluppo spirituale:

KUNDALINI - ANTAHKARANA

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I cakra di Gichtel

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H.P. Blavatsky ne

“La Dottrina Segreta”

(vol. V, pag. 480)

mette in guardia sul pericolo di

risvegliare i cakra inferiori

per mera sete di potere.

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Oltre al libro di Leadbeater sui

cakra, va segnalato quello di

Sir John Woodroffe (Arthur Avalon)

“Il potere del serpente” (1917).

Sui cakra hanno scritto anche

Steiner e Gopi Krishna.

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Negli Anni Settanta importanti studi

scientifici sui cakra sono stati

compiuti dal professor

Hiroshi Motoyama, direttore

dell’Istituto di Psicologia Religiosa

di Tokio, che ha dimostrato la

variazione dei campi magnetici

in corrispondenza ai cakra, in

relazione ai diversi stati di

coscienza indotti dalla meditazione.

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Un altro importante studioso è

stato il dott. Koran Singh,

ministro indiano della Sanità e

teosofo che affermò nel 1974

in occasione di un convegno

internazionale di fisiologia:

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“È implicito che una corretta

mobilitazione di ‘kundalini’ parte

dall’acquisizione di facoltà

che si riflettono nell’ulteriore

evoluzione della mente

del soggetto”.