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CAMERA DEI DEPUTATI N. 370 PROPOSTA DI LEGGE DINIZIATIVA DEI DEPUTATI FERRANTI, VERINI, ROSSOMANDO, SERENI, GRASSI, GIACOMELLI, MARTELLA, AMODDIO, BIONDELLI, BLAZINA, CARRA, CENNI, COC- CIA, COSCIA, D’INCECCO, GINOBLE, GIULIETTI, GNECCHI, MADIA, MARCHI, MONACO, MONGIELLO, NARDUOLO, SALVATORE PIC- COLO, REALACCI, RUBINATO, SBROLLINI, TULLO Modifiche al codice di procedura penale e alla legge 26 luglio 1975, n. 354, e altre disposizioni per ridurre il sovraffollamento delle carceri e assicurare la finalità rieducativa delle pene Presentata il 20 marzo 2013 ONOREVOLI COLLEGHI ! — La XVI legisla- tura è stata caratterizzata dall’acutizzarsi dell’annoso e ormai gravissimo problema del sovraffollamento carcerario. Secondo i dati del Ministero della giu- stizia, al 31 ottobre 2012 erano presenti nei 206 istituti carcerari italiani 66.685 detenuti, a fronte di una capienza rego- lamentare di 46.795 unità: ciò dimostra una grave situazione di sovraffollamento, di cui da tempo soffre il sistema carcera- rio italiano. Tale situazione da un lato rende sem- pre più vana la possibilità di indirizzare l’esecuzione penale al fine rieducativo che le è proprio, dall’altro espone il nostro Paese a gravi responsabilità per la viola- zione dei diritti fondamentali delle per- sone detenute, come testimoniano le sem- pre più frequenti condanne dell’Italia da parte della Corte europea dei diritti del- l’uomo. Da ultimo, la sentenza della Corte eu- ropea dei diritti dell’uomo dell’8 gennaio 2013 nella causa Torreggiani e altri contro Italia, avendo accertato nel caso concreto la violazione dell’articolo 3 della Conven- zione europea dei diritti dell’uomo a danno di sette ricorrenti, ha ingiunto allo Stato italiano di introdurre, entro il ter- mine di un anno dal momento in cui la sentenza della Corte sarà diventata defi- nitiva, « un ricorso o un insieme di ricorsi interni idonei ad offrire un ristoro ade- guato e sufficiente per i casi di sovraffol- lamento carcerario in conformità ai prin- cìpi della Convenzione come stabiliti nella giurisprudenza della Corte ». Atti Parlamentari 1 Camera dei Deputati XVII LEGISLATURA DISEGNI DI LEGGE E RELAZIONI DOCUMENTI

CAMERADEIDEPUTATI 370 FERRANTI, VERINI, … · l’esecuzione penale al fine rieducativo che le è proprio, dall’altro espone il nostro ... procedimento di applicazione dei benefìci

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CAMERA DEI DEPUTATI N. 370—

PROPOSTA DI LEGGE

D’INIZIATIVA DEI DEPUTATI

FERRANTI, VERINI, ROSSOMANDO, SERENI, GRASSI, GIACOMELLI,MARTELLA, AMODDIO, BIONDELLI, BLAZINA, CARRA, CENNI, COC-CIA, COSCIA, D’INCECCO, GINOBLE, GIULIETTI, GNECCHI, MADIA,MARCHI, MONACO, MONGIELLO, NARDUOLO, SALVATORE PIC-

COLO, REALACCI, RUBINATO, SBROLLINI, TULLO

Modifiche al codice di procedura penale e alla legge 26 luglio 1975,n. 354, e altre disposizioni per ridurre il sovraffollamento delle

carceri e assicurare la finalità rieducativa delle pene

Presentata il 20 marzo 2013

ONOREVOLI COLLEGHI ! — La XVI legisla-tura è stata caratterizzata dall’acutizzarsidell’annoso e ormai gravissimo problemadel sovraffollamento carcerario.

Secondo i dati del Ministero della giu-stizia, al 31 ottobre 2012 erano presentinei 206 istituti carcerari italiani 66.685detenuti, a fronte di una capienza rego-lamentare di 46.795 unità: ciò dimostrauna grave situazione di sovraffollamento,di cui da tempo soffre il sistema carcera-rio italiano.

Tale situazione da un lato rende sem-pre più vana la possibilità di indirizzarel’esecuzione penale al fine rieducativo chele è proprio, dall’altro espone il nostroPaese a gravi responsabilità per la viola-zione dei diritti fondamentali delle per-sone detenute, come testimoniano le sem-

pre più frequenti condanne dell’Italia daparte della Corte europea dei diritti del-l’uomo.

Da ultimo, la sentenza della Corte eu-ropea dei diritti dell’uomo dell’8 gennaio2013 nella causa Torreggiani e altri controItalia, avendo accertato nel caso concretola violazione dell’articolo 3 della Conven-zione europea dei diritti dell’uomo adanno di sette ricorrenti, ha ingiunto alloStato italiano di introdurre, entro il ter-mine di un anno dal momento in cui lasentenza della Corte sarà diventata defi-nitiva, « un ricorso o un insieme di ricorsiinterni idonei ad offrire un ristoro ade-guato e sufficiente per i casi di sovraffol-lamento carcerario in conformità ai prin-cìpi della Convenzione come stabiliti nellagiurisprudenza della Corte ».

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Lo scopo della procedura pilota adot-tata dalla Corte è quello di porre in lucel’esistenza di problemi strutturali che sonoall’origine dei ricorsi seriali e di indicareagli Stati le misure e le azioni indispen-sabili per porvi rimedio sotto la supervi-sione del Comitato dei Ministri.

La presente proposta di legge intenderispondere al problema del sovraffolla-mento mediante una linea di interventonormativo sistematico che prende a basel’accurato lavoro svolto dalla Commissionemista per lo studio dei problemi della ma-gistratura di sorveglianza, ricostituita condelibera del Consiglio superiore della magi-stratura del 26 luglio 2010, composta damembri del Consiglio medesimo, nelle per-sone del professor Glauco Giostra, compo-nente laico con il ruolo di coordinatore,Giovanna De Rosa e Alberto Liguori, com-ponenti togati, nonché da tre magistrati de-signati dal Ministro della giustizia (Simo-netta Matone, Federico Falzone e GiuseppeCascini, tutti in servizio presso il Diparti-mento dell’amministrazione penitenziaria),e da sei magistrati di sorveglianza (France-sco Maisto, Carminantonio Esposito, PaoloStella, Luigi Tarantino, Giulio Romano eFabio Fiorentin).

È accertato che il condannato il qualeespia la pena in carcere è recidivo nel 68per cento dei casi, mentre chi ha usufruitodi misure alternative alla detenzione ha untasso di recidiva del 19 per cento, che siriduce di un punto percentuale tra coloroche sono stati inseriti nel circuito produt-tivo.

Il 40 per cento della popolazione car-ceraria è costituito da soggetti indagati oimputati in attesa di sentenza definitiva(quindi in custodia cautelare); 21.615 de-tenuti (circa il 40 per cento della popola-zione carceraria) sono in carcere per reatiin materia di stupefacenti.

Il sensibile decremento delle presenzestabili nelle carceri comporterebbe un co-spicuo risparmio di spesa, stimato in circa115 euro al giorno per ogni detenuto,liberando ingenti risorse che, se investiteadeguatamente per sopperire alle carenzedi personale e di strutture nonché perfavorire trattamenti appropriati, potreb-

bero innescare un circuito virtuoso dallepotenzialità assai proficue.

La presente proposta di legge prefigurainterventi volti ad attuare un’equilibratapolitica di « decarcerizzazione » e a garan-tire comunque la sicurezza dei cittadini.

È innegabile che per il nostro ordina-mento il carcere deve essere consideratocome un’extrema ratio, alla quale ricorrerequando altre sanzioni sono inefficaci.

Per conseguire i fondamentali obiettividi un moderno Stato democratico, il si-stema penale deve essere ispirato ai prin-cìpi non soltanto di necessità, legalità,proporzionalità e personalità della pena,ma anche di rieducazione e umanizza-zione della stessa, secondo il dispostodell’articolo 27 della Costituzione, che hainteso bandire ogni trattamento disumanoe crudele, escludendo dalla pena ogniafflizione che non sia inscindibilmenteconnessa alla restrizione della libertà per-sonale.

C’è bisogno di voltare pagina rispettoad una politica criminale e penitenziariache è andata sempre più verso la deten-zione in carcere, uno dei cui simboli èproprio rappresentato dalla legge 5 dicem-bre 2005, n. 251 (cosiddetta « ex-Cirielli »),che ha intensificato gli effetti della reci-diva, configurandola, a guisa di « moltipli-catore » penale e penitenziario, quale « pu-nizione per la punizione ».

È necessario inoltre rimuovere le ipo-tesi obbligatorie di custodia cautelare car-ceraria (salvo che per i delitti di mafia),non solo per consentire il decongestiona-mento delle carceri, ma per evitare chesiano ristretti in carcere, e quindi piùesposti al rischio recidiva, soggetti ancoranon condannati, la cui pericolosità socialepotrebbe essere fronteggiata con più ido-nee misure alternative, pur sempre limi-tative della libertà personale, che spetta algiudice vagliare in relazione al singolocaso concreto.

Un favor specifico deve essere poiespresso per le altre misure coercitive einterdittive, anche cumulabili.

Infine poiché i dati confermano cheattualmente circa il 40 per cento dellapopolazione carceraria (come si è detto,

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circa 26.615 detenuti) è costituito da sog-getti ristretti per reati in materia di stu-pefacenti, è necessario attuare un inter-vento legislativo che attenui la severitàdelle pene previste dal decreto-legge 30dicembre 2005, n. 272, convertito, conmodificazioni, dalla legge 21 febbraio2006, n. 49 (cosiddetta legge Fini-Giova-nardi), soprattutto per i fatti di piccolospaccio: un equilibrato trattamento san-zionatorio in materia di stupefacenti, oltreche conformare il nostro ordinamento alleconvenzioni internazionali e alle direttiveeuropee, favorirebbe l’accesso all’affida-mento terapeutico.

L’illustrazione dettagliata degli inter-venti normativi qui proposti tiene contodelle osservazioni contenute nella rela-zione redatta dalla Commissione di studiosopra indicata.

L’articolo 1 contiene modifiche allalegge 26 luglio 1975, n. 354, riguardantel’ordinamento penitenziario.

La lettera a) del comma 1 ne modifical’articolo 4-bis, mirando a ricondurre lanorma alla sua ratio originaria, quella diintrodurre nei confronti dei condannatiper delitti di matrice mafiosa o di terro-rismo particolari restrizioni all’accesso aibenefìci penitenziari, fondate sulla ragio-nevole presunzione di una rilevante peri-colosità correlata al perdurare dei colle-gamenti con le organizzazioni criminali diriferimento (restrizioni superabili nei casidi collaborazione con la giustizia, secondoil meccanismo ivi previsto al comma 1, enelle particolari ipotesi contemplate dalcomma 2).

La scelta di circoscrivere ai soli con-dannati per tali delitti l’area di applica-zione delle gravi preclusioni all’accesso aibenefìci penitenziari, secondo l’imposta-zione voluta dal legislatore del 1991-92, sifonda su convergenti evidenze, tra le qualiprincipalmente il rilievo della tensione coni princìpi costituzionali, in primis quelli diragionevolezza, eguaglianza e finalizza-zione rieducativa della pena (si confron-tino le sentenze della Corte costituzionalen. 306 del 1993 e n. 361 del 1994). Lagiurisprudenza costituzionale ha, del resto,da tempo ammonito che, nella materia dei

benefìci penitenziari, è criterio « costitu-zionalmente vincolante » quello cheesclude « rigidi automatismi e richiede siaresa possibile invece una valutazione in-dividualizzata caso per caso » (Corte co-stituzionale, sentenze n. 436 del 1999,n. 257 del 2006 e n. 79 del 2007), evitandoun automatismo « sicuramente in contra-sto con i princìpi di proporzionalità edindividualizzazione della pena » (Corte co-stituzionale, sentenza n. 255 del 2006).

In tale prospettiva di più ampia esten-sione della valutazione giudiziale, il con-tributo delle procure della Repubblica inrelazione all’istruttoria del procedimentodi sorveglianza è mantenuto e anzi raf-forzato, con un’integrazione della proce-dura per l’acquisizione delle informazioniche assicura l’interlocuzione della compe-tente direzione distrettuale antimafia nelprocedimento di applicazione dei benefìcipenitenziari nei confronti dei condannatiper delitti di criminalità organizzata ditipo mafioso.

La lettera b) del comma 1 intervienesull’articolo 11 della legge n. 354 del 1975sulla base del principio di fondo secondoil quale la competenza relativa all’inter-vento nei confronti dei soggetti detenuti èripartita con riferimento alla loro posi-zione giuridica, con attivazione del giudiceprocedente nei confronti dei soggetti im-putati e della magistratura di sorveglianzain relazione ai detenuti condannati e in-ternati. L’intervento, oltre a razionalizzareil sistema delle autorizzazioni al ricoverodei detenuti in luoghi di cura esterni, sipropone l’obiettivo di ridurre il carico dilavoro amministrativo gravante sul magi-strato di sorveglianza, assicurando al con-tempo le esigenze di sicurezza con riferi-mento agli imputati sottoposti a misura dicustodia (in relazione ai quali l’autorizza-zione è rilasciata dal giudice della cautelaex articolo 279 del codice di procedurapenale). Per meglio rispondere alle esi-genze di speditezza, si è introdotta infavore del magistrato di sorveglianza lafacoltà di delegare alla direzione dell’isti-tuto penitenziario l’adozione del provve-dimento di ricovero esterno, la cui com-petenza resta comunque attribuita, in via

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generale, all’autorità giudiziaria, trattan-dosi di atto incidente sul diritto alla salute,presidiato dal disposto costituzionale (ar-ticolo 32 della Costituzione).

Il comma 1, lettere c) e d), coerente-mente con la scelta operata sull’articolo11, comma 2, modifica gli articoli 18 e18-ter dell’ordinamento penitenziario nelsenso di prevedere che l’emissione delprovvedimento di sottoposizione a con-trollo della corrispondenza dei soggettidetenuti spetta al magistrato di sorve-glianza relativamente ai condannati a ti-tolo definitivo e agli internati, mentre pergli imputati provvede il giudice indicatonell’articolo 279 del codice di procedurapenale.

La lettera e) del comma 1, inserendo unnuovo comma 4-ter nell’articolo 21 dellamedesima legge n. 354 del 1975, si pro-pone di ampliare le possibilità di uscitadal carcere per lo svolgimento di attivitàutile al reinserimento sociale. Il contestoeconomico spesso rende difficile l’accessoal lavoro all’esterno, costruito come atti-vità lavorativa vera e propria, remunerataai sensi del precedente articolo 20. Lagrave situazione di sovraffollamento e ladifficoltà di svolgere i trattamenti all’in-terno degli istituti penitenziari richiedonosoluzioni più flessibili per contenere lapressione delle eccessive presenze e offrirecomunque un’opportunità di reinseri-mento sociale. In tale prospettiva, ilcomma 4-ter introduce per i detenuti lapossibilità di effettuare, su base volontaria,lavori di pubblica utilità, promuovendo laloro partecipazione a progetti di forteefficacia inclusiva (la realizzazione di in-terventi di recupero e salvaguardia delpatrimonio ambientale o artistico; la for-mazione di squadre d’intervento in occa-sione di calamità naturali, e simili), chepotranno essere valorizzati, nella prospet-tiva del trattamento, in sede di valutazionedel percorso penitenziario del detenuto aifini dell’ammissione a forme di esecuzionepenale alternative al carcere.

La lettera g) del comma 1 abrogal’articolo 30-quater dell’ordinamento peni-tenziario. Tale scelta obbedisce anzitutto aragioni di recupero di coerenza costitu-

zionale del sistema dell’esecuzione peni-tenziaria; in secondo luogo, a ragioni dialleggerimento della pressione carceraria,una volta constatata la sua scarsa utilitàsul versante della prevenzione. L’attualelivello della misura della pena da espiareprima dell’ammissione ai permessi premio,con riferimento ai soggetti condannati conapplicazione della « recidiva qualificata »di cui all’articolo 99, quarto comma, delcodice penale, racchiude, infatti, una pre-sunzione legale di immeritevolezza delbeneficio, che si rivolge indistintamente adun « tipo di autore » identificato soltantosulla base dell’applicazione della ricordatacircostanza aggravante e indipendente-mente dal titolo del reato. Inadeguata aselezionare i condannati effettivamentepericolosi, essa non sembra avere prodottoalcun significativo vantaggio sotto il profilodelle esigenze di tutela sociale, rappresen-tando, invece, una non trascurabile con-causa dell’aggravamento del sovraffolla-mento carcerario, con il frapporre unfiltro eccessivo alla fruibilità dei permessipremio. L’attuale preclusione della frui-zione del permesso premio, non collegataad una corrispondente « regressione com-portamentale colpevole » da parte del con-dannato, contraddice, invero, la logica diprogressività collegata alla meritevolezza eall’evoluzione della personalità del reo,che rappresenta il fulcro dell’intero si-stema dell’esecuzione penitenziaria.

Con la lettera h) del comma 1 s’inter-viene sull’affidamento in prova al serviziosociale, allo scopo di migliorare la « leg-gibilità » del dettato normativo, con lariformulazione del comma 4 e l’introdu-zione del comma 4-bis, specificamentededicato ai poteri « cautelari » del magi-strato di sorveglianza, al quale è attribuitala competenza a concedere l’applicazioneprovvisoria dell’affidamento in prova alservizio sociale ordinario. Ad opportunocontrappeso, il nuovo testo normativo cir-coscrive la possibilità d’intervento del ma-gistrato ai casi propriamente inquadrabilinelle fattispecie « cautelari » di sorve-glianza, laddove, cioè, ricorrano il peri-culum in mora, derivante dalla protra-zione dello stato detentivo, e il fumus boni

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iuris, in ordine alla probabile fondatezzadella domanda proposta.

Vi è inoltre il recepimento delle « buoneprassi » in tema di deroghe temporaneealle prescrizioni. L’attribuzione al diret-tore dell’ufficio dell’esecuzione penaleesterna (UEPE) della possibilità di auto-rizzare limitate deroghe alle prescrizionidella misura alternativa, prevista dalnuovo comma 8-bis che qui si proponed’introdurre, codifica una buona prassi giàsperimentata presso alcuni uffici di sor-veglianza per i casi di urgenza e in rap-porto a determinate esigenze dei soggettiaffidati (ad esempio: salute o giustizia):essa – senza operare alcuno stravolgi-mento dell’assetto organizzativo vigente –mira a conseguire alcuni importanti risul-tati: anzitutto, un miglioramento dei tempidi svolgimento dei procedimenti aventiriguardo alla gestione delle piccole esi-genze quotidiane dell’affidato (evitandol’attuale macchinoso passaggio dell’istanzadall’UEPE all’ufficio di sorveglianza, laregistrazione dell’istanza medesima, l’au-torizzazione del magistrato, la trasmis-sione della stessa all’UEPE e la comuni-cazione della decisione da parte dell’UEPEall’affidato); in secondo luogo, un impor-tante risparmio di tempo e di energieamministrative (sia da parte delle cancel-lerie degli uffici di sorveglianza sia daparte degli stessi UEPE), che potranno cosìessere più proficuamente impiegate. Leesigenze di controllo e coordinamentosono, in ogni caso, assicurate dall’infor-mazione periodica resa da parte dell’UEPEal magistrato di sorveglianza. La modificanormativa proposta è, pertanto, priva dicosto e da essa potranno anzi conseguiresignificative economie.

La proposta abrogazione del comma12-bis, in materia di concessione dellaliberazione anticipata agli affidati in provaal servizio sociale (la disposizione siestende, per pacifica interpretazione giu-risprudenziale, agli affidati ai sensi del-l’articolo 94 del testo unico di cui aldecreto del Presidente della Repubblican. 309 del 1990), risponde ad una diffusasensibilità maturata dagli operatori conriguardo all’eccessivo carattere premiale di

tale beneficio in favore dei soggetti cui èapplicata l’ampia misura prevista dall’ar-ticolo 47 della legge n. 354 del 1975. Siosserva, inoltre, che la reiterata applica-zione del beneficio della liberazione anti-cipata, essendo suscettibile di contrarrefino ad un terzo la pena in esecuzione,riduce molto spesso la durata della provaa termini incompatibili con la possibilitàdi completare il programma risocializ-zante predisposto dal servizio sociale e –in termini ancor più esiziali – può impe-dire il completamento dei programmi te-rapeutici e di recupero socio-riabilitativoattivati con la misura dell’affidamento dicarattere terapeutico (ai sensi del citatoarticolo 94 del decreto del Presidente dellaRepubblica n. 309 del 1990).

La lettera l) del comma 1 prevede unaserie di modifiche all’articolo 47-ter del-l’ordinamento penitenziario, imperniateanzitutto sulla razionalizzazione della di-sciplina riferibile alla tipologia ordinariadella detenzione domiciliare. Le disposi-zioni del comma 01 sono abrogate e, insostituzione, viene inserita nel comma 1una lettera e-bis), che consente di appli-care il beneficio della detenzione domici-liare al condannato di età superiore aisettant’anni. In tal modo la norma acqui-sta maggiore coerenza interna, nel sensoche il beneficio può essere applicato – conuna più plausibile graduazione – al con-dannato che si trovi in gravi condizioni disalute (a prescindere dall’età), al condan-nato ultrasessantenne (se inabile, ancheparzialmente) e al soggetto ultrasettan-tenne, indipendentemente dalle eventualimalattie di cui soffra. L’abrogazione delcomma 1.1. e l’intervento parzialmenteablativo sul comma 1-bis rispondono adesigenze e ragioni di opportunità analoghea quelle illustrate a giustificazione del-l’abrogazione dell’articolo 30-quater. Inparticolare, l’eliminazione della preclu-sione assoluta posta all’applicazione delladetenzione domiciliare cosiddetta « gene-rica » nei confronti dei condannati recidiviqualificati obbedisce all’opportunità di ri-pristinare tutte le potenzialità applicativedi tale duttile misura alternativa al car-cere.

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Con la modifica del comma 1-quater siopera il necessario coordinamento con lanuova formulazione dell’articolo 47,comma 4-bis, così confermando anche inrelazione alla detenzione domiciliare l’ec-cezionalità della competenza « cautelare »del magistrato monocratico. Si consente,inoltre, simmetricamente all’interventosull’articolo 684, comma 2, del codice diprocedura penale (previsto nel successivoarticolo 2 della proposta di legge), l’appli-cazione in via provvisoria della detenzionedomiciliare surrogatoria del differimentodella pena di cui agli articoli 146 e 147 delcodice penale. L’abrogazione del comma9-bis mira a rimuovere il divieto assolutodella concessione di qualsiasi misura pe-nitenziaria al condannato che ha subìto larevoca della detenzione domiciliare. Anchela più recente giurisprudenza costituzio-nale ha ribadito come appaia incompati-bile con la finalità rieducativa della penaqualunque preclusione di natura assolutaall’accesso ai benefìci penitenziari che nonlasci al giudice di sorveglianza la possibi-lità di verificare se le caratteristiche dellacondotta e la personalità del condannatogiustifichino la regressione trattamentaleimposta in seguito alla revoca di unaprecedente misura alternativa al carcere(Corte costituzionale, sentenza n. 189 del2010).

La lettera l) del comma 1 modifica ilcomma 8 dell’articolo 47-quater della leggen. 354 del 1975, realizzando il raccordocon la nuova disciplina introdotta negliarticoli 47, comma 4-bis, e 47-ter, comma1-quater. Allo stesso modo, la successivalettera m), introducendo il comma 7-bisnell’articolo 47-quinquies, realizza il coor-dinamento della norma in esame con lanuova disciplina degli stessi articoli 47,comma 4-bis, e 47-ter, comma 1-quater.L’intervento sul comma 6 dell’articolo 50,operato nella lettera n), provvede al rac-cordo con la disciplina contenuta nelnuovo comma 4-bis dell’articolo 47, con-sentendo inoltre – in seguito alla soppres-sione del riferimento al comma 1 – l’ap-plicazione provvisoria della semilibertà intutti i casi in cui tale beneficio può essereconcesso.

Alla lettera o) del comma 1 è dispostal’abrogazione dell’articolo 50-bis dell’ordi-namento penitenziario (concessione dellasemilibertà ai recidivi): ciò risponde aragioni di coerenza sistematica nel quadrodel complessivo intervento di sterilizza-zione degli effetti preclusivi, in materia dibenefìci penitenziari, della recidiva quali-ficata di cui all’articolo 99, quarto comma,del codice penale.

La lettera p) interviene sull’articolo 51-bis allo scopo di semplificare la gestionedelle misure alternative nel caso di so-pravvenienza di nuovi titoli esecutivi, con-centrando nel solo pubblico ministero lacompetenza ai fini dell’impulso all’attiva-zione del magistrato di sorveglianza. L’eli-minazione dell’aggettivo « provvisoria »consente, inoltre, al magistrato di sorve-glianza di decidere la prosecuzione, sus-sistendone i presupposti da lui stesso ac-certati, o la cessazione della misura.

Alla lettera q) del comma 1, la sop-pressione comma 7-bis dell’articolo 58-quater della legge n. 354 del 1975, oltrealle evidenti finalità di alleggerimentodella pressione sul sistema carcerario, ri-sponde a ragioni di coerenza sistematicanel quadro del complessivo intervento disterilizzazione degli effetti preclusivi, intema di benefìci penitenziari, della reci-diva qualificata di cui all’articolo 99,quarto comma, del codice penale. La di-sposizione, peraltro, è già stata dichiarataillegittima nella parte in cui non prevedeche i benefìci in essa indicati possanoessere concessi nei confronti dei condan-nati che, prima dell’entrata in vigore dellalegge n. 251 del 2005, abbiano raggiuntoun grado di rieducazione adeguato al be-neficio richiesto (Corte costituzionale, sen-tenza n. 79 del 2007).

La lettera r) interviene invece per sem-plificare la procedura dinnanzi al magi-strato di sorveglianza in materia di libe-razione anticipata, mentre la lettera s)consente la collaborazione degli assistentivolontari con gli uffici dell’esecuzione pe-nale esterna.

L’articolo 2 contiene modificazioni alcodice di procedura penale.

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La lettera a) del comma 1 prevede unintervento sull’articolo 275 di detto codicein materia di criteri per la scelta dellemisure cautelari. Per dare ancor più ri-gorosa attuazione al principio secondo cuila custodia cautelare deve costituire l’ex-trema ratio, si prevede che vi si possa farericorso soltanto qualora anche l’applica-zione cumulativa di misure coercitive einterdittive o di una misura coercitivadiversa dal carcere, rafforzata dall’ausiliodel controllo elettronico (previsto dall’ar-ticolo 275-bis del medesimo codice), nonrisulti adeguata a fronteggiare l’esigenzacautelare nel caso concreto.

Alla lettera b) si interviene sull’articolo656 del codice di procedura penale, inmateria di esecuzione delle pene detentive.L’intervento incide sull’attuale disciplina,alla cui stregua il pubblico ministero deveemettere l’ordine di carcerazione nei con-fronti dei condannati (ancorché liberi almomento del passaggio della sentenza ingiudicato) che debbano espiare una penadetentiva temporanea superiore ai limitiivi indicati al comma 5. Ai fini del com-puto della pena da espiare non vi è,attualmente, la possibilità di tener contodelle riduzioni di pena che potrebberoessere concesse ai sensi dell’articolo 54della legge n. 354 del 1975 relativamenteai periodi di pena già scontati in regimecautelare. Il procedimento per la libera-zione anticipata di cui all’articolo 69-bisdella medesima legge n. 354 del 1975,infatti, può essere instaurato soltanto dopol’inizio dell’esecuzione penale. Ne derival’ingresso in carcere di soggetti che, inmolti casi, al netto della liberazione anti-cipata concessa, avrebbero potuto evitarlo,non risultando alcuna pena residua ocomunque dovendo essere espiata unapena non superiore ai limiti indicati alcitato comma 5 dell’articolo 656 del codicedi procedura penale. In entrambe taliipotesi, l’attuale disciplina appare incoe-rente rispetto all’esigenza di riduzionedella popolazione detenuta e concorre adeterminare un rilevante, ancorché inutile,aggravio per la struttura carceraria e am-ministrativa (è il fenomeno comunementedenominato delle « porte girevoli »). Ra-

gioni di giustizia sostanziale e di riduzionedel sovraffollamento inducono, pertanto,ad anticipare la decisione in materia diriduzione di pena alla fase iniziale del-l’esecuzione penale, prevedendo l’impulsodel pubblico ministero e l’attivazione delmagistrato di sorveglianza antecedente-mente all’emissione dell’ordine di esecu-zione della pena.

Invece, nei casi che riguardano fatti-specie correlate ad un elevato grado dipericolosità sociale e richiedono una spe-cifica tutela delle esigenze di sicurezzadella collettività – nei quali è pertantoragionevole escludere una prognosi posi-tiva di accesso immediato a forme diesecuzione extramurarie (si vedano: Cortecostituzionale, sentenze n. 195 del 2005;n. 265 del 2010; n. 164 del 2011; n. 231del 2011; n. 110 del 2012; Corte europeadei diritti dell’uomo, sentenza 16 novem-bre 2003, causa Pantano contro Italia) – ilpubblico ministero ha l’obbligo di attivareanticipatamente il procedimento di ridu-zione della pena soltanto qualora, con laconcessione della liberazione anticipata, lapena detentiva risulti integralmenteespiata e il rapporto esecutivo possa,quindi, ritenersi esaurito.

La nuova formulazione del comma 9dello stesso articolo 656 qui propostaespunge la disposizione della vigente let-tera c) del medesimo comma 9, con laconseguente eliminazione dell’obbligo diemettere l’ordine di esecuzione per i re-cidivi di cui all’articolo 99, quarto comma,del codice penale, producendo un sicuroeffetto di alleggerimento del carico impo-sto agli istituti penitenziari e consentendoun riequilibrio sul versante del rispetto deiprecetti contenuti negli articoli 3 e 27 dellaCostituzione.

La lettera c) del comma 1 modifica ilcomma 4 dell’articolo 666 del codice diprocedura penale, estendendo la previ-sione dell’adozione del collegamento au-diovisivo alle audizioni dei detenuti daparte del magistrato di sorveglianza ai finidelle cosiddette « rogatorie ». Ciò consen-tirebbe una notevole riduzione del numerodelle traduzioni di detenuti e dei relativicosti.

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Della modifica all’articolo 684 del co-dice di procedura penale, operata con lalettera d), si è detto precedentemente nel-l’illustrazione dell’articolo 1.

L’articolo 3 della proposta di legge recamodificazioni alle disposizioni di attua-zione, di coordinamento e transitorie delcodice di procedura penale.

La lettera a) del comma 1 intendeconsentire che per un detenuto ristrettoper taluno dei delitti indicati nell’articolo51, comma 3-bis, o nell’articolo 407,comma 2, lettera a), numero 4), del codicedi procedura penale possa essere dispostala partecipazione al dibattimento mediantevideoconferenza anche nel caso in cui siproceda per altri reati. Inoltre è conferitaal giudice la facoltà di disporre l’uso dellavideoconferenza anche quando sussistanoragioni di sicurezza, anche segnalate dal-l’amministrazione penitenziaria, che po-trebbero risultare compromesse in caso ditraduzione dall’istituto penitenziario allasede giudiziaria. L’estensione della cosid-detta « telepresenza », consentita dagli at-tuali sviluppi tecnologici, rappresenta unimportante strumento per contemperare ildiritto alla partecipazione al processo conil dovere, che incombe all’amministra-zione, di garantire le esigenze di sicurezza,e può consentire, tra l’altro, significativirisparmi di spesa.

L’articolo 4 della proposta di leggecontiene modifiche al testo unico delleleggi in materia di disciplina degli stupe-facenti e sostanze psicotrope, prevenzione,cura e riabilitazione dei relativi stati ditossicodipendenza, di cui al decreto delPresidente della Repubblica 9 ottobre1990, n. 309.

La proposta di modifica all’articolo 73,comma 5, è volta ad attenuare il rigoresanzionatorio attualmente previsto per idelitti indicati nel medesimo articolo 73,nonché, ove si tratti di condannati affettida tossicodipendenza, favorire un più ra-pido accesso alle misure alternative tera-peutiche. Anche la proposta abrogazionedel comma 5 dell’articolo 94 (affidamentoin prova in casi particolari) risponde a unadiffusa opinione degli operatori sull’utilitàdi consentire un’applicazione della misura

terapeutica oltre gli attuali stringenti li-miti, tenuto conto della fenomenologiadella tossicodipendenza, che implica fisio-logicamente un trattamento sviluppato nellungo termine e la possibilità di ricadutedel soggetto affetto da dipendenza, il qualenon per questa sola ragione deve consi-derarsi non meritevole di ulteriori conces-sioni dell’affidamento terapeutico.

Viene introdotto poi l’articolo 94-bis,che prevede la concessione dell’affida-mento al servizio sociale in favore degliinternati: misura quanto mai opportunaper la soddisfazione delle esigenze di pre-venzione positiva, oltre che negativa, con-siderato che fino a quando persisterà lostato di tossicodipendenza del condannato,perdurerà anche la sua pericolosità so-ciale. Tale opportunità è tanto più evi-dente quando l’ordine di consegna perl’esecuzione di una misura di sicurezzainterviene mentre il condannato tossicodi-pendente o alcooldipendente ha già incorso un programma terapeutico ed ècostretto ad interromperlo, con grave pre-giudizio per i risultati positivi già rag-giunti. La durata della misura sarà com-misurata in questo caso alla durata delprogramma terapeutico, ferma restandoper il magistrato di sorveglianza la possi-bilità di sostituirla con la libertà vigilata,qualora l’interessato abbia portato a ter-mine la parte terapeutica del programmae residuino profili di pericolosità sociale.

L’articolo 5 della proposta di legge,intervenendo sul testo unico delle dispo-sizioni concernenti la disciplina dell’immi-grazione e norme sulla condizione dellostraniero, di cui al decreto legislativo 25luglio 1998, n. 286, prevede l’ampliamentodella platea dei potenziali destinatari dellamisura dell’espulsione e un più efficacecoordinamento degli organi coinvolti nel-l’iter procedurale, al fine di accrescere latempestività e l’efficacia di applicazionedell’istituto, con effetti auspicabilmente si-gnificativi sulla riduzione del sovraffolla-mento degli istituti penitenziari, conside-rato che, secondo le statistiche elaboratedal Ministero della giustizia, al 31 agosto2012, nelle strutture penitenziarie italianeerano presenti 23.773 stranieri, dei quali

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circa 19.000 cittadini di Stati extracomu-nitari nei cui confronti risulterebbe, per-tanto, potenzialmente applicabile la mi-sura dell’espulsione, ricorrendo tutte lecondizioni di cui all’articolo 16, comma 5,del citato decreto legislativo n. 286 del1998.

La modifica proposta al comma 5 del-l’articolo 16 del decreto legislativo n. 286del 1998 porta da due a tre anni il limitedella pena residua che può essere sosti-tuita dall’espulsione, nel duplice intento diaccrescere il numero dei detenuti chepotranno essere destinatari della sanzionealternativa e di ammortizzare i tempirichiesti per istruire la procedura, consen-tendo una più tempestiva esecuzione delprovvedimento di espulsione (consideratianche l’effetto sospensivo dell’opposizioneproponibile dall’interessato al tribunale disorveglianza e i tempi della sua defini-zione). Si stabilisce (comma 6-bis) che le

informazioni sull’identità e sulla naziona-lità del detenuto straniero saranno inseritenella cartella personale del detenuto, dicui all’articolo 26 del regolamento recantenorme sull’ordinamento penitenziario esulle misure privative e limitative dellalibertà, di cui al decreto del Presidentedella Repubblica 30 giugno 2000, n. 230.

L’articolo 6 della proposta di legge,infine, interviene rendendo permanentel’applicazione delle disposizioni concer-nenti l’esecuzione di pene detentive ancheresidue fino ad un massimo di diciottomesi, mediante la detenzione domiciliare:è abrogato, infatti, l’articolo 1 della legge26 novembre 2010, n. 199, modificato dal-l’articolo 3, comma 1, lettera b), del de-creto-legge 22 dicembre 2011, n. 211, con-vertito, con modificazioni, dalla legge 17febbraio 2012, n. 9, che fissava il terminemassimo di operatività dell’istituto al 31dicembre 2013.

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PROPOSTA DI LEGGE__

ART. 1.

(Modifiche alla legge 26 luglio 1975, n. 354,recante norme sull’ordinamento penitenzia-rio e sull’esecuzione delle misure privative

e limitative della libertà).

1. Alla legge 26 luglio 1975, n. 354, esuccessive modificazioni, sono apportate leseguenti modificazioni:

a) all’articolo 4-bis:

1) il comma 1 è sostituito dalseguente:

« 1. L’assegnazione al lavoro all’esterno,i permessi premio e le misure alternativealla detenzione previste dal capo VI,esclusa la liberazione anticipata, possonoessere concessi ai detenuti e internati peri seguenti delitti solo nei casi in cui talidetenuti e internati collaborino con lagiustizia a norma dell’articolo 58-ter: de-litti commessi per finalità di terrorismo,anche internazionale, o di eversione del-l’ordine democratico mediante il compi-mento di atti di violenza; delitto di cuiall’articolo 416-bis del codice penale; de-litti commessi avvalendosi delle condizionipreviste dallo stesso articolo ovvero al finedi agevolare l’attività delle associazioni inesso previste. Sono fatte salve le disposi-zioni degli articoli 16-novies e 17-bis deldecreto-legge 15 gennaio 1991, n. 8, con-vertito, con modificazioni, dalla legge 15marzo 1991, n. 82, e successive modifica-zioni »;

2) il comma 1-ter è abrogato;

3) il comma 2 è sostituito dalseguente:

« 2. Ai fini della concessione dei be-nefìci di cui al comma 1 il magistrato disorveglianza o il tribunale di sorveglianzaacquisisce il parere del procuratore di-

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strettuale del luogo ove è stata emessa lacondanna e dettagliate informazioni per iltramite del comitato provinciale per l’or-dine e la sicurezza pubblica competente inrelazione al luogo di detenzione del con-dannato. In ogni caso il giudice decidetrascorsi trenta giorni dalla richiesta delparere e delle informazioni »;

4) il comma 2-bis è abrogato;

5) il comma 3 è sostituito dalseguente:

« 3. Quando il procuratore distret-tuale o il comitato ritiene che sussistanoparticolari esigenze di sicurezza ovveroche i collegamenti potrebbero essere man-tenuti con organizzazioni operanti in am-biti non locali o extranazionali, ne dàcomunicazione al giudice. In tal caso, iltermine di cui al comma 2, secondo pe-riodo, è prorogato di ulteriori trenta giornial fine di acquisire elementi e informa-zioni da parte dei competenti organi cen-trali »;

6) il comma 3-bis è abrogato.

b) all’articolo 11, i commi secondo eterzo sono sostituiti dai seguenti:

« Ove siano necessari cure o accerta-menti diagnostici che non possono essereapprestati dai servizi sanitari degli istituti,gli imputati sono trasferiti in ospedalicivili o in altri luoghi di cura esterni, conordinanza del giudice che procede. Seprocede un giudice collegiale, il provvedi-mento è adottato dal presidente del tri-bunale o della corte di assise. Primadell’esercizio dell’azione penale, provvedeil giudice per le indagini preliminari. Se èproposto ricorso per cassazione, provvedeil giudice che ha emesso il provvedimentoimpugnato. Dopo la sentenza di condannadefinitiva, provvede il magistrato di sor-veglianza o il direttore dell’istituto all’uopodelegato, che comunica senza ritardo ilprovvedimento adottato.

Il provvedimento è revocato appenasono cessate le ragioni che lo hanno de-terminato e può essere modificato pergarantire le esigenze di sicurezza. La com-

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petenza per la modifica e la revoca èdeterminata a norma del secondo comma.

Nei casi di urgenza, il provvedimentoè adottato dal direttore dell’istituto e co-municato senza ritardo all’autorità giudi-ziaria competente.

Quando non vi sia pericolo di fuga, idetenuti e gli internati trasferiti in ospe-dali civili o in altri luoghi esterni di curanon sono sottoposti a piantonamento du-rante la degenza, salvo che sia necessarioper la tutela della loro incolumità perso-nale »;

c) all’articolo 18, il settimo comma èsostituito dal seguente:

« Salvo quanto disposto dall’articolo18-bis, per gli imputati i permessi dicolloquio e le autorizzazioni alla corri-spondenza telefonica sono di competenzadell’autorità giudiziaria, secondo le dispo-sizioni del secondo comma dell’articolo 11.Per i condannati e gli internati, i permessidi colloquio e le autorizzazioni alla cor-rispondenza telefonica sono di compe-tenza del direttore dell’istituto »;

d) all’articolo 18-ter, comma 3:

1) la lettera a) è sostituita dallaseguente:

« a) nei confronti dei condannati edegli internati, dal magistrato di sorve-glianza; »;

2) la lettera b) è sostituita dallaseguente:

« b) nei confronti degli imputati, dalgiudice indicato nell’articolo 279 del co-dice di procedura penale; se procede ungiudice collegiale, il provvedimento è adot-tato dal presidente del tribunale o dellacorte di assise »;

e) all’articolo 21, dopo il comma 4-bisè aggiunto il seguente:

« 4-ter. Alle stesse condizioni di cui alcomma 1, i detenuti e gli internati possonoessere assegnati a titolo volontario all’ese-cuzione di progetti di pubblica utilità,sulla base di specifici programmi che pre-vedono l’impiego di persone sottoposte

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all’esecuzione di una pena o di una misuradi sicurezza detentiva. I programmi sonoaggiornati con frequenza semestrale e in-viati al magistrato di sorveglianza »;

f) all’articolo 30, il primo comma èsostituito dal seguente:

« Nel caso di imminente pericolo di vitadi un familiare o di un convivente, aicondannati e agli internati può essereconcesso dal magistrato di sorveglianza ilpermesso di recarsi a visitare l’infermo,con le cautele previste dal regolamento.Agli imputati il permesso è concesso dallemedesime autorità giudiziarie competentiai sensi del secondo comma dell’articolo11 a disporre il trasferimento in luoghi dicura esterni »;

g) l’articolo 30-quater è abrogato;

h) all’articolo 47:

1) il comma 4 è sostituito daiseguenti:

« 4. L’istanza di affidamento in provaal servizio sociale è rivolta, dopo che haavuto inizio l’esecuzione della pena, altribunale di sorveglianza competente inrelazione al luogo dell’esecuzione.

4-bis. Quando il condannato deducegrave pregiudizio derivante dalla protra-zione dello stato di detenzione, l’istanza dicui al comma 4 può essere rivolta almagistrato di sorveglianza competente inrelazione al luogo di detenzione. Il magi-strato di sorveglianza, delibata la sussi-stenza dei presupposti per l’ammissionealla misura alternativa richiesta e accertatiil grave pregiudizio dedotto dal condan-nato nonché l’assenza di pericolo di fuga,può disporre l’applicazione provvisoriadella misura alternativa con ordinanza checonserva efficacia fino alla decisione deltribunale di sorveglianza, cui il magistratotrasmette immediatamente gli atti e chedecide entro sessanta giorni »;

2) dopo il comma 8 è inserito ilseguente:

« 8-bis. Le deroghe temporanee alleprescrizioni sono autorizzate dal direttore

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dell’ufficio di esecuzione penale esterna,che ne dà immediata comunicazione almagistrato di sorveglianza e ne riferiscenella relazione di cui al comma 10 »;

3) il comma 12 è sostituito dalseguente:

« 12. L’esito positivo del periodo diprova estingue la pena detentiva; in talcaso, sono revocate le misure di sicurezzapersonali ordinate dal giudice con la sen-tenza di condanna. Il tribunale di sorve-glianza, qualora l’interessato si trovi indisagiate condizioni economiche, può di-chiarare estinta anche la pena pecuniariache non sia stata già riscossa »;

4) il comma 12-bis è abrogato;

i) all’articolo 47-ter:

1) il comma 01 è abrogato;

2) al comma 1 è aggiunta, in fine,la seguente lettera:

« e-bis) persona di età superiore aisettanta anni »;

3) il comma 1.1. è abrogato;

4) il comma 1-bis è sostituito dalseguente:

« 1-bis. La detenzione domiciliarepuò essere applicata per l’espiazione dellapena detentiva inflitta in misura non su-periore a due anni, anche se costituenteparte residua di maggior pena, indipen-dentemente dalle condizioni di cui alcomma 1, quando non ricorrono i pre-supposti per l’affidamento in prova alservizio sociale e sempre che tale misurasia idonea ad evitare il pericolo che ilcondannato commetta altri reati »;

5) il comma 1-quater è sostituitodal seguente:

« 1-quater. L’istanza di applicazionedella detenzione domiciliare è rivolta,dopo che ha avuto inizio l’esecuzione dellapena, al tribunale di sorveglianza compe-tente in relazione al luogo di esecuzione.La medesima istanza può essere rivolta almagistrato di sorveglianza quando il con-dannato deduce grave pregiudizio deri-

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vante dalla protrazione dello stato di de-tenzione. Si applicano le disposizioni del-l’articolo 47, comma 4-bis, in quanto com-patibili »;

l) all’articolo 47-quater, il comma 8 èsostituito dal seguente:

« 8. Per quanto non diversamente sta-bilito dal presente articolo, si applicano ledisposizioni dell’articolo 47, comma 4-bis,e dell’articolo 47-ter, comma 1-quater »;

m) all’articolo 47-quinquies, dopo ilcomma 7 è inserito il seguente:

« 7-bis. Per quanto non diversamentestabilito dal presente articolo, si applicanole disposizioni dell’articolo 47-ter, comma1-quater »;

n) all’articolo 50, il comma 6 è so-stituito dal seguente:

« 6. L’istanza di semilibertà è rivolta,dopo che ha avuto inizio l’esecuzione dellapena, al tribunale di sorveglianza compe-tente in relazione al luogo di esecuzione.Si applicano le disposizioni di cui all’ar-ticolo 47, comma 4-bis, in quanto compa-tibili »;

o) l’articolo 50-bis è abrogato;

p) l’articolo 51-bis è sostituito dalseguente:

« ART. 51-bis. – (Sopravvenienza dinuovi titoli di privazione della libertà). – 1.Quando, durante l’attuazione dell’affida-mento in prova al servizio sociale o delladetenzione domiciliare o della detenzionedomiciliare speciale o del regime di semi-libertà, sopravviene un titolo di esecuzionedi altra pena detentiva, il pubblico mini-stero lo trasmette immediatamente al ma-gistrato di sorveglianza con le proprierichieste. Se questi, tenuto conto del cu-mulo delle pene, rileva che permangono lecondizioni di cui al comma 1 dell’articolo47 o ai commi 1 e 1-bis dell’articolo 47-tero ai commi 1 e 2 dell’articolo 47-quinquieso ai primi tre commi dell’articolo 50,dispone con ordinanza la prosecuzione ola cessazione della misura in corso.

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2. Avverso il provvedimento di cui alcomma 1 è ammesso reclamo ai sensidell’articolo 69-bis »;

q) all’articolo 58-quater, il comma7-bis è abrogato;

r) all’articolo 69-bis:

1) il comma 2 è abrogato;

2) il comma 4 è sostituito dalseguente:

« 4. Il tribunale di sorveglianza decideai sensi dell’articolo 678 del codice diprocedura penale. Il magistrato di sorve-glianza non fa parte del collegio chedecide sul reclamo avverso il provvedi-mento da lui emesso »;

3) il comma 5 è abrogato;

s) all’articolo 78, il quarto comma èsostituito dal seguente:

« Gli assistenti volontari possono col-laborare con gli uffici di esecuzione penaleesterna ».

ART. 2.

(Modifiche al codice di procedura penale).

1. Al codice di procedura penale sonoapportate le seguenti modificazioni:

a) all’articolo 275, il comma 3 èsostituito dal seguente:

« 3. La custodia cautelare può esseredisposta soltanto quando le altre misurecoercitive o interdittive, anche se applicatecumulativamente, risultino inadeguate.Quando sussistono gravi indizi di colpe-volezza in ordine ai delitti di cui agliarticoli 270, 270-bis o 416-bis del codicepenale ovvero a delitti commessi avvalen-dosi delle condizioni previste dal predettoarticolo 416-bis o al fine di agevolarel’attività delle associazioni indicate nellostesso articolo, è applicata la custodiacautelare in carcere, salvo che siano ac-quisiti elementi dai quali risulti che nonsussistono esigenze cautelari »;

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b) all’articolo 656:

1) dopo il comma 4 sono inseriti iseguenti:

« 4-bis. Quando la residua pena daespiare, computando le riduzioni astratta-mente concedibili ai sensi dell’articolo 54della legge 26 luglio 1975, n. 354, e suc-cessive modificazioni, non supera i limitiindicati al comma 5 del presente articolo,il pubblico ministero, fuori del caso di cuialla lettera b) del comma 9, prima diemettere l’ordine di esecuzione, trasmettegli atti al magistrato di sorveglianza affin-ché provveda all’eventuale applicazionedella riduzione della pena. Il pubblicoministero provvede allo stesso modo, nelcaso previsto dalla lettera a) del comma 9,solo se, per effetto della riduzione astrat-tamente concedibile, la pena risulta inte-ramente espiata.

4-ter. Il magistrato di sorveglianzaprovvede senza ritardo, con ordinanzaadottata ai sensi del comma 1 dell’articolo69-bis della legge 26 luglio 1975, n. 354,reclamabile, ai sensi del comma 3 dellostesso articolo, dinnanzi al tribunale disorveglianza competente per territorio, chedecide ai sensi dell’articolo 678 del pre-sente codice.

4-quater. Il pubblico ministero, quandoil condannato si trova in custodia caute-lare in carcere e ricorrono i presupposti dicui al comma 4-bis, emette l’ordine diesecuzione e trasmette gli atti al magi-strato di sorveglianza per la decisione dicui all’articolo 54 della legge 26 luglio1975, n. 354, e successive modificazioni.

4-quinquies. Il pubblico ministero,dopo la definizione del procedimento diliberazione anticipata, emette i provvedi-menti previsti dai commi primo, quinto odecimo »;

2) il comma 9 è sostituito dalseguente:

« 9. La sospensione dell’esecuzione dicui al comma 5 non può essere disposta:

a) nei confronti dei condannati per idelitti di cui all’articolo 4-bis della legge 26

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luglio 1975, n. 354, e successive modifica-zioni, fatta eccezione per i condannati,tossicodipendenti o alcooldipendenti, cheabbiano in corso, al momento del passag-gio in giudicato della sentenza di con-danna, un programma terapeutico di re-cupero presso i servizi pubblici per l’as-sistenza ai tossicodipendenti, ovvero nel-l’ambito di una struttura autorizzata, neicasi in cui l’interruzione del programmapossa pregiudicarne la disintossicazione.In tale caso il pubblico ministero stabiliscei controlli per accertare che il tossicodi-pendente o alcooldipendente prosegua ilprogramma di recupero fino alla decisionedel tribunale di sorveglianza e revoca lasospensione dell’esecuzione quando ac-certa che la persona lo ha interrotto;

b) nei confronti di coloro che, per ilfatto oggetto della condanna da eseguire, sitrovano in stato di custodia cautelare incarcere nel momento in cui la sentenzadiviene definitiva »;

3) il comma 10 è sostituito dalseguente:

« 10. Il pubblico ministero, se il con-dannato si trova agli arresti domiciliariper il fatto oggetto della condanna daeseguire e se la pena detentiva che residuadopo la definizione del procedimento diliberazione anticipata non supera i limitiindicati al comma 5, sospende l’esecuzionedell’ordine di carcerazione e trasmette gliatti senza ritardo al tribunale di sorve-glianza perché provveda all’eventuale ap-plicazione di una delle misure alternativedi cui al medesimo comma 5. Fino alladecisione del tribunale di sorveglianza, ilcondannato permane nello stato detentivonel quale si trova e il tempo corrispon-dente è considerato come pena espiata atutti gli effetti. Agli adempimenti previstidall’articolo 47-ter della legge 26 luglio1975, n. 354, e successive modificazioni,provvede in ogni caso il magistrato disorveglianza »;

c) all’articolo 666, il comma 4 èsostituito dal seguente:

« 4. L’udienza si svolge con la parteci-pazione necessaria del difensore e del

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pubblico ministero. L’interessato che ne farichiesta è sentito personalmente; tuttavia,se è detenuto o internato in luogo postofuori della circoscrizione del giudice, èsentito prima del giorno dell’udienza dalmagistrato di sorveglianza del luogo ov-vero, se ne fa richiesta, mediante collega-mento audiovisivo, ove possibile, ai sensidell’articolo 146-bis, commi 3, 4, 5, 6 e 7,delle norme di attuazione, di coordina-mento e transitorie, salvo che il giudiceritenga di disporne la traduzione »;

d) l’articolo 684 è sostituito dal se-guente:

« ART. 684. – (Rinvio dell’esecuzione). –1. Il tribunale di sorveglianza provvede inordine al differimento dell’esecuzione dellepene detentive e delle sanzioni sostitutivedella semidetenzione e della libertà con-trollata nei casi previsti dagli articoli 146e 147 del codice penale. Il tribunale or-dina, quando occorre, la liberazione deldetenuto e adotta gli altri provvedimenticonseguenti.

2. Quando vi è fondato motivo di rite-nere che sussistono i presupposti perché iltribunale disponga il rinvio, il magistratodi sorveglianza può ordinare il differi-mento dell’esecuzione o la detenzione do-miciliare. Se la protrazione della deten-zione può cagionare grave pregiudizio alcondannato, il magistrato di sorveglianzapuò disporre, in via d’urgenza, la deten-zione domiciliare o la liberazione del de-tenuto. Il provvedimento conserva effettofino alla decisione del tribunale, al qualeil magistrato di sorveglianza trasmette im-mediatamente gli atti ».

ART. 3.

(Modifiche alle norme di attuazione, dicoordinamento e transitorie del codice diprocedura penale, di cui al decreto legisla-

tivo 28 luglio 1989, n. 271).

1. Alle norme di attuazione, di coordi-namento e transitorie del codice di pro-cedura penale, di cui al decreto legislativo

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28 luglio 1989, n. 271, sono apportate leseguenti modificazioni:

a) all’articolo 146-bis, il comma 1 èsostituito con il seguente:

« 1. Quando si procede, anche per fattidiversi, nei confronti di persona che sitrova in stato di detenzione per taluno deidelitti indicati nell’articolo 51, comma3-bis, o nell’articolo 407, comma 2, letteraa), numero 4), del codice, la partecipazioneal dibattimento avviene a distanza neiseguenti casi:

a) quando sussistano gravi ragioni disicurezza o di ordine pubblico;

b) qualora il dibattimento sia di par-ticolare complessità e la partecipazione adistanza risulti necessaria ad evitare ri-tardi nel suo svolgimento. L’esigenza dievitare ritardi nello svolgimento del dibat-timento è valutata anche in relazione alfatto che nei confronti dello stesso impu-tato siano contemporaneamente in corsodistinti processi presso diverse sedi giudi-ziarie;

c) quando sussistano ragioni di sicu-rezza, anche connesse alla traduzione dal-l’istituto penitenziario, segnalate dall’am-ministrazione penitenziaria »;

b) l’articolo 240 è abrogato.

ART. 4.

(Modifiche al testo unico di cui al decretodel Presidente della Repubblica 9 ottobre

1990, n. 309).

1. Al testo unico delle leggi in materiadi disciplina degli stupefacenti e sostanzepsicotrope, prevenzione, cura e riabilita-zione dei relativi stati di tossicodipen-denza, di cui al decreto del Presidentedella Repubblica 9 ottobre 1990, n. 309, esuccessive modificazioni, sono apportate leseguenti modificazioni:

a) all’articolo 73, comma 5, le parole:« sei anni » sono sostituite dalle seguenti:« quattro anni »;

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b) all’articolo 94, il comma 5 è abro-gato;

c) all’articolo 95 è premesso il se-guente:

« Art. 94-ter. – (Concessione del bene-ficio dell’affidamento all’internato). – 1. Sela misura di sicurezza dell’assegnazione auna colonia agricola o ad una casa dilavoro deve essere eseguita nei confronti dipersona tossicodipendente o alcooldipen-dente che abbia in corso un programma direcupero o che ad esso intenda sottoporsi,l’interessato può chiedere in ogni mo-mento che la misura sia eseguita nelleforme dell’affidamento al servizio socialeper proseguire o intraprendere l’attivitàterapeutica sulla base di un programma dalui concordato con un’azienda sanitarialocale o con una struttura privata auto-rizzata ai sensi dell’articolo 116.

2. Qualora l’internato abbia positiva-mente terminato la parte terapeutica delprogramma nel corso dell’affidamento di-sposto ai sensi del presente articolo, ilmagistrato di sorveglianza, previa rideter-minazione delle prescrizioni, può dispornela prosecuzione ai fini del reinserimentosociale nelle forme della libertà vigilata.

3. Si applicano le disposizioni dell’ar-ticolo 94, in quanto compatibili ».

ART. 5.

(Modifiche all’articolo 16 del testo unicodi cui al decreto legislativo 25 luglio 1998,n. 286, in materia di espulsione a titolodi sanzione sostitutiva o alternativa alla

detenzione).

1. All’articolo 16 del testo unico delledisposizioni concernenti la disciplina del-l’immigrazione e norme sulla condizionedello straniero, di cui al decreto legislativo25 luglio 1998, n. 286, e successive modi-ficazioni, sono apportate le seguenti mo-dificazioni:

a) al comma 5, le parole: « due anni »sono sostituite dalle seguenti: « tre anni »;

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b) il comma 6 è sostituito dai se-guenti:

« 6. Nei casi di cui al comma 5, all’attodell’ingresso, la direzione dell’istituto pe-nitenziario richiede all’autorità di pubblicasicurezza le informazioni sull’identità esulla nazionalità dello straniero. Nei me-desimi casi, l’autorità di pubblica sicu-rezza procede senza ritardo all’identifica-zione e all’eventuale espulsione di tutti icittadini stranieri che, a qualunque titolo,subiscono detenzione. A tal fine, il Mini-stero della giustizia e il Ministero dell’in-terno adottano i necessari strumenti dicoordinamento.

6-bis. Le informazioni sull’identità esulla nazionalità del detenuto straniero,acquisite ai sensi del comma 6, sonoinserite nella cartella personale del dete-nuto, prevista dall’articolo 26 del regola-mento di cui al decreto del Presidentedella Repubblica 30 giugno 2000, n. 230.

6-ter. Salvo che l’autorità di pubblicasicurezza segnali che lo straniero non èstato compiutamente identificato, la ri-chiesta di espulsione, corredata delle in-formazioni di cui al comma 5, è formulatadalla direzione dell’istituto penitenziario almagistrato di sorveglianza competente inrelazione al luogo di detenzione del con-dannato. Il magistrato decide con decretomotivato, senza formalità. Il decreto ècomunicato allo straniero, il quale, entro iltermine di dieci giorni, può proporre op-posizione dinnanzi al tribunale di sorve-glianza ».

ART. 6.

(Esecuzione presso il domicilio delle penedetentive non superiori a diciotto mesi).

1. All’articolo 1, comma 1, della legge26 novembre 2010, n. 199, e successivemodificazioni, le parole: « Fino alla com-pleta attuazione del piano straordinariopenitenziario nonché in attesa della ri-forma della disciplina delle misure alter-native alla detenzione e, comunque, nonoltre il 31 dicembre 2013, » sono sop-presse.

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