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REDAZIONE P. Damian Frunza Salvatore Burrometo Irene Cafiso Chiara Boscarino bbiamo celebrato con solennità la Pasqua del Signore, la nostra Pasqua. ALa partecipazione agli incontri quaresimali e in modo particolare ai riti della Settimana Santa, sicuramente ci hanno aiutato a capire meglio la profondità del mistero di amore di Dio verso l’umanità. Vogliamo impegnarci a vivere con grande fede le varie festività del dopo Pasqua, consapevoli che la nostra vita è un cammino impegnativo scandito di vittoria e di sconfitta! Solamente con il Signore Gesù, morto e risorto, possiamo superare ogni impedimento per la crescita spirituale. Michel Quoist scrive in «Cristo Vivo»: «Il mistero della Redenzione è l’amore divino di Gesù morto per l’umanità. «E’ la lotta finale» vittoriosa contro il peccato, la sofferenza e la morte, perché l’umanità, l’uomo, l’universo realizzino la loro riuscita eterna per la quale sono forti - l’ostacolo da vincere è il peccato, La voce del Parroco... l progetto di Dio per noi è un progetto di amore e di salvezza che Gesù ci chiama a realizzare per poter vivere al meglio la nostra vita. Non è semplice riconoscerlo e la preghiera è fondamentale affinché noi Ipossiamo comprenderlo. La chiamata di Gesù si riconosce per la gioia che ci trasmette, e tutti coloro che hanno fatto di Dio il senso della loro vita sperimentano ogni giorno questa gioia piena che nient'altro può donare! Il Vangelo ci racconta di quando Gesù chiama i suoi primi discepoli; essi sono dei semplici pescatori, delle persone umili, al quale Egli affida il compito di diventare pescatori di uomini ed essi, abbandonate le reti, lo seguono. Gesù ci invita dunque a lasciare tutto e seguirlo, ponendo come nostro obiettivo quello di compiere la Sua volontà. Non è per niente facile allontanarsi da tutto ciò che noi crediamo essere le nostre sicurezze, stravolgere i progetti che abbiamo pensato di realizzare in futuro e seguire una voce tanto misteriosa quanto straordinaria che ci fa provare ogni giorno delle sensazioni indescrivibili! Magari all'inizio ci si sente un po' smarriti perché si ha paura di lasciarsi andare, di non essere adatti a ciò a cui il Signore ci ha destinati, ma attraverso la preghiera e l'ascolto della voce di Dio tutte le incertezze svaniscono e si è sicuri che Dio non chiama coloro che sono perfetti ma rende perfetto chi chiama. E-mail [email protected] Sede Parrocchia Angelo Custode C.so V. Veneto 328 Tel. 0932.622143 Hanno collaborato: P. Angelo Sparacino Chiara Boscarino Giovanna Nobile Ersilia Divita Giovanni Iacono Lucrezia Iacono Flavia Bognanni Irene Cafiso Mariacarmela Di Rosa Gianni Mazza Gianna Desimone Francesca Campo Cascone Maria Alessandra Occhipinti Laura Gurrieri Adriana, Giulia, Emanuela, Emilia, Vanessa, Federica, Alessandra Gabriele, Giuseppe Grafica: Salvatore Burrometo Foto: Fra Damian Frunza il non amore, la sofferenza e la morte». Cantiamo al Signore stupenda è la sua vittoria. E’ proprio vero che l’uomo ogni giorno deve confrontarsi con la malattia, con le incomprensioni collettive, familiari, personali. L’uomo deve confrontarsi con il proprio egoismo che lo spinge persino a rifiutare il bene dell’altro a criticare l’agire del fratello e molte volte a calunniare i fratelli. La crisi economica, la perdita del lavoro, la famiglia distrutta, spingono maggiormente a vedere un domani senza speranza. Tuttavia l’uomo di Dio, l’uomo di fede deve fare una scelta radicale, o con Dio o contro Dio non possiamo servire due padroni. In Gesù la nostra forza, la nostra luce - «Io sono la luce del mondo... voi siete la luce del mondo». Fratelli e sorelle viviamo nella gioia vera, nella pace dei cuori, la Pasqua del Signore, la nostra Pasqua. Pace e Bene Il vostro P. Angelo Insieme Parrocchia Angelo Custode Frati Minori Conventuali Ragusa Camminiamo Chiara Boscarino IL PROGETTO DI DIO Anno 1 - n° 4 Aprile 2012

Camminiamo Insieme n° 4

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giornalino parrocchiale Parrocchia Angelo Custode - Ragusa

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REDAZIONE

P. Damian FrunzaSalvatore BurrometoIrene CafisoChiara Boscarino

bbiamo celebrato con solennità la Pasqua del Signore, la nostra Pasqua. ALa partecipazione agli incontri

quaresimali e in modo particolare ai riti della Settimana Santa, sicuramente ci hanno aiutato a capire meglio la profondità del mistero di amore di Dio verso l’umanità. Vogliamo impegnarci a vivere con grande fede le varie festività del dopo Pasqua, consapevoli che la nostra vita è un cammino impegnativo scandito di vittoria e di sconfitta! Solamente con il Signore Gesù, morto e risorto, possiamo superare ogni impedimento per la crescita spirituale. Michel Quoist scrive in «Cristo Vivo»: «Il mistero della Redenzione è l’amore divino di Gesù morto per l’umanità. «E’ la lotta finale» vittoriosa contro il peccato, la sofferenza e la morte, perché l’umanità, l’uomo, l’universo realizzino la loro riuscita eterna per la quale sono forti - l’ostacolo da vincere è il peccato,

La voce del Parroco...

l progetto di Dio per noi è un progetto di amore e di salvezza che Gesù ci chiama a realizzare per poter

vivere al meglio la nostra vita. Non è semplice riconoscerlo e la preghiera è fondamentale affinché noi Ipossiamo comprenderlo. La chiamata di Gesù si riconosce per la gioia che ci trasmette, e tutti coloro che

hanno fatto di Dio il senso della loro vita sperimentano ogni giorno questa gioia piena che nient'altro può

donare! Il Vangelo ci racconta di quando Gesù chiama i suoi primi discepoli; essi sono dei semplici pescatori,

delle persone umili, al quale Egli affida il compito di diventare pescatori di uomini ed essi, abbandonate le reti, lo

seguono. Gesù ci invita dunque a lasciare tutto e seguirlo, ponendo come nostro obiettivo quello di compiere la

Sua volontà. Non è per niente facile allontanarsi da tutto ciò che noi crediamo essere le nostre sicurezze,

stravolgere i progetti che abbiamo pensato di realizzare in futuro e seguire una voce tanto misteriosa quanto

straordinaria che ci fa provare ogni giorno delle sensazioni indescrivibili! Magari all'inizio ci si sente un po'

smarriti perché si ha paura di lasciarsi andare, di non essere adatti a ciò a cui il Signore ci ha destinati, ma

attraverso la preghiera e l'ascolto della voce di Dio tutte le incertezze svaniscono e si è sicuri che Dio non chiama

coloro che sono perfetti ma rende perfetto chi chiama.

[email protected]

SedeParrocchia Angelo CustodeC.so V. Veneto 328Tel. 0932.622143

Hanno collaborato:

P. Angelo SparacinoChiara BoscarinoGiovanna NobileErsilia DivitaGiovanni IaconoLucrezia IaconoFlavia BognanniIrene CafisoMariacarmela Di RosaGianni MazzaGianna DesimoneFrancesca CampoCascone Maria Alessandra OcchipintiLaura GurrieriAdriana, Giulia, Emanuela,Emilia, Vanessa,Federica, AlessandraGabriele, Giuseppe

Grafica:Salvatore Burrometo

Foto:Fra Damian Frunza

il non amore, la sofferenza e la morte». Cantiamo al Signore stupenda è la sua vittoria. E’ proprio vero che l’uomo ogni giorno deve confrontarsi con la malattia, con le incomprensioni collettive, familiari, personali. L’uomo deve confrontarsi con il proprio egoismo che lo spinge persino a rifiutare il bene dell’altro a criticare l’agire del fratello e molte volte a calunniare i fratelli. La crisi economica, la perdita del lavoro, la famiglia distrutta, spingono maggiormente a vedere un domani senza speranza. Tuttavia l’uomo di Dio, l’uomo di fede deve fare una scelta radicale, o con Dio o contro Dio non possiamo servire due padroni. In Gesù la nostra forza, la nostra luce - «Io sono la luce del mondo... voi siete la luce del mondo». Fratelli e sorelle viviamo nella gioia vera, nella pace dei cuori, la Pasqua del Signore, la nostra Pasqua. Pace e Bene

Il vostro P. Angelo

Insieme

Parrocchia Angelo CustodeFrati Minori Conventuali

Ragusa

Camminiamo

Chiara BoscarinoIL PROGETTO DI DIO

Anno 1 - n° 4 Aprile 2012

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Domenica delle Palme

Giovedi Santo

Si ricorda l’ingresso triofale di Gesù nella città di Gerusalemme sei giorni prima della Sua passione. Il suo ingresso nella città fu accolto da una folla di gente semplice e di fanciulli con in mano palme e ulivi in segno di gioia, pace e saluto.

L a C h i e s a , ricordandol’ultima Cena di G e s ù , c e l e b r a l’istituzione dell’ E u c a r i s t i a e s i r i e v o c a l a lavanda dei piedi per rinnovare la memoria di quell’ atto di umiltà con cui Gesù Cristo li lavò ai suoi apostoli.

La Settimana SantaLa Settimana Santa celebrata nella Parrocchia Angelo Custode

Sabato SantoSi slegano le campane, si onorano la sepoltura di Gesù Cristo e la sua discesa al l imbo. Si b e n e d i c e i l f o n t e battesimale e si accende il cero pasquale che verrà spento per l’Ascensione,

per simboleggiare la presenza, prima e la dipartita poi, di Cristo tra e dagli uomini.

Venerdì SantoTra i riti della Settimana Santa la giornata del Venerdì è la più intensa e to c ca nte p e rc h è s i

ricorda la Passione e Morte di Cristo sulla Croce. In molti paesi è possibile assistere alla rappresentazione della Via Crucis per le strade cittadine (ne abbiamo un esempio anche nella nostra città di Ragusa).

a Santa Pasqua rappresenta la fonte ed il nucleo essenziale della fede cristiana, Gesù proprio nel festeggiare la Pasqua Ebraica (ultima cena) ha annunciato ai discepoli la Sua imminente fine che sarebbe avvenuta per mano dei responsabili del popolo ebraico, L

aiutati anche dal tradimento di un discepolo che era seduto al Suo stesso tavolo. Quindi Gesù ha voluto innestare la nuova Pasqua in quella ebraica ma il significato, se pur conservato nel suo vocabolo: «passaggio», assume un valore completamente nuovo perché con tale ricorrenza i cristiani, ricordano la morte ma soprattutto la resurrezione di Gesù Cristo, «passaggio» e liberazione da ogni limite e schiavitù di natura e finanche dalla morte che ne costituisce il limite massimo. Se, da un lato la morte rappresenta il limite massimo dell’esistenza umana, dall’altro vediamo l’amore illimitato del Padre, che ha offerto il proprio Figlio unigenito per salvare ognuno di noi. Da madre, non mi sognerei mai di sacrificare la vita dei miei figli per un’altra creatura, eppure il Padre nel suo infinito amore ha sacrificato il proprio Unigenito per me, i miei figli, mio marito e chiunque voglia accogliere la salvezza! Questo è il vero valore della Pasqua, questo è il vero significato dell’Amore: offrire la propria sofferenza a Dio e donarsi sempre e comunque, noi siamo nati per raggiungerci al Padre!

Pasqua - l’amore del Padre Laura Gurrieri

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Domenica 25 marzo il gruppo giovani accompagnati dal nostro Padre

Damiano, nonostante il cambiamento dell' ora ( alle ore 06:00) tutti puntuali

è partito per dirigersi a Messina, all' MGFEST. Arrivati lì siamo entrati nel

teatro dove si è svolto l'incontro della mattinata. Abbiamo assistito a due

testimonianze molto emozionanti e significative, mi ha colpito quella della

Sig. ra Maria che a metà percorso della sua vita dopo vari motivi personali ha

scoperto che “ Gesù ” esiste ed è entrato a far parte del suo cuore. Quindi

nella vita non è mai troppo tardi per incontrare “ Gesù “ . Dopo le

testimonianze abbiamo invocato lo Spirito Santo e adorato il Signore, poi

tutti i presenti abbiamo gridato a gran voce: “VOGLIAMO VEDERE GESU' ”.

Io ho sentito molto la presenza di “ Gesù ” accanto a me, io l' ho incontrato ai

tempi del catechismo e da allora io sono felice che lui sia entrato a far parte del mio cuore.

Grazie Gesù: per averci donato dei genitori speciali, perché non ci fai mancare nulla Aiutaci di giorno in giorno ad aiutare il

prossimo e ad amarci e rispettarci gli uni gli altri, e a vivere in pace e serenità.

Mariacarmela Di Rosa

Un "braccialetto", lo porto sempre al polso, è di color arancio, fatto di materiale gommoso, con incisa una scritta " Ho

visto il Signore", ecco il simbolo di questo MGFest! E vorrei proprio tener in considerazione le parole che porta il

bracciale, per ripercorrere la particolare esperienza vissuta a Messina e il sentimento che ha lasciato. L'obbiettivo

per noi giovani era proprio quello di "vedere il Signore", riconoscere la Sua presenza, saperLo vivo in quell'Ostia,

nell'Eucaristia e riuscire a provare una gioia indescrivibile quando si è prostrati dinnanzi a Lui. Ma quanto è

difficile questo per un giovane? E quanto è difficile, per te che credi in Lui, convincere gli altri, i tuoi amici? Mi

ritrovo quotidianamente immersa in tanti piccoli " Tommaso", che per credere devono toccare. Gli altri dunque

hanno bisogno di fatti concreti, bene, dimostriamoli! Noi, ognuno di noi può e deve essere una prova reale, "

tangibile" della Sua presenza. Questo è un compito prezioso che è stato affidato a ciascun cristiano e noi possiamo

portarlo avanti. Basta mostrare la Sua luce nei nostri volti, il Suo sorriso, la Sua gioia in ogni nostra singola azione,

perchè tutti possano vedere Gesù in noi e comprendere che Lui è vivo! Dobbiamo far in modo che ogni giorno, ci sia

sempre qualcun altro in più, che trovi il coraggio di alzarsi e gridare " Sì,io ho visto il Signore!". Irene Cafiso

oi araldini insieme al gruppo giovani della parrocchia “Angelo Custode” siamo partiti Domenica 25 Marzo per vivere un esperienza indimenticabile: l'MGFest (festa dei giovani francescani) che si è N

svolta a Messina. Nonostante la partenza mattutina (ore 06:oo…che sonno ) il viaggio è stato divertente. Arrivati al teatro di Messina abbiamo assistito ad un evento nel quale alcune persone hanno avuto il piacere di condividere dei momenti più dolorosi e significativi della loro vita. Successivamente abbiamo partecipato a un momento di adorazione con canti e preghiere. Dopo una lunga mattinata…finalmente si mangia…che fame!!! Durante il pranzo non sono mancate le nostre battute spiritose accompagnate da quelle di Padre Damiano che ci ha scattato mille fotografie. In seguito abbiamo avuto l'opportunità di confessarci, dopo di che abbiamo assistito al musical “Il Risorto” (bellissimo!!). Alla fine della rappresentazione, abbiamo partecipato alla celebrazione eucaristica presieduta dall'arcivescovo della diocesi di Messina.Per concludere in bellezza questa giornata ci siamo recati al Duomo di Messina per gustare un bel gelato.Al ritorno, se qualcuno del gruppo giovani ha osato dormire, beh…con noi non è stato possibile, dal momento che non siamo riusciti a tenere la bocca chiusa neanche un millesimo al secondo…che chiacchieroni!!! Tra giochi e canzoni il tempo è volato ed…eccoci arrivati a Ragusa Adriana,Giulia,Federica,Alessandra,Emanuela,Emilia,Gabriele,Giuseppe e Vanessa

I giovani di Ragusa e Comiso hanno partecipato

n'intera colonia di rane viveva in un pozzo grande e profondo.Le rane conducevano la propria vita, mantenevano le proprie usanze, cercavano il cibo e gracidavano a più non posso, riempendo di Umovimento e di suoni le ombrose profondità di quel pozzo ospitale.

Il loro isolamento dal mondo esterno le proteggeva ed esse vivevano in pace, attente solo a evitare il secchio che di tanto in tanto qualcuno calava dall'alto per attingere acqua dal pozzo.Non appena sentivano la corrucola cigolare lanciavano l'allarme si tuffavano sott'acqua o si aggrappavano alla parete, e aspettavano lì trattendendo il respiro finchè il secchio pieno d'acqua non veniva tirato su di nuovo e il pericolo passava.Una giovane rana dopo essersi messa al riparo in una di queste occasioni, cominciò a pensare che il secchio, anziché un pericolo, poteva rappresentare un'opportunità. Lassù in cima riusciva a scorgere un'apertura luminosa come un grande lucernario, il cui aspetto mutava con il giorno e la notte e sulla quale passavano ombre e profili, forme e colori che suggerivano che c'era qualcosa che valeva la pena di conoscere da quella parte del pozzo.E soprattutto, c'era il bel visetto della ragazza dalle trecce d'oro che per un istante ogni giorno si chinava sul parapetto del pozzo per gettare il secchio e tirarlo su in quell'apparizione temuta e attesa.Tutto ciò andava esplorato.La giovane rana parlò e tutte le altre la redarguirono aspramente.“Non è mai stato fatto.”“Sarebbe la rovina della nostra razza.”“Il cielo ci punirebbe.”“Saresti persa per sempre.”“Siamo state fatte per vivere qui e possiamo stare bene ed essere felici.Fuori dal pozzo c'è solo desolazione e distruzione.”“Non ti azzardare a disubbidire alle leggi dei nostri antenati.Come può una giovane rana pretendere di saperne più di loro!”La giovane rana attese pazientemente che il secchio fosse calato di nuovo. Si acquattò nel posto giusto, saltò nel secchio nel momento in cui veniva sollevato e salì con esso tra la meraviglia e l'orrore della comunità degli anfibi.Il consiglio degli anziani scomunicò la rana fuggitiva e proibì a tutti di parlarne. La dignità del pozzo andava salvaguardata.I mesi passarono senza che nessuno la nominasse né la dimenticasse, finchè un bel giorno dal parapetto del pozzo si udì gracidio familiare: tutte le rane, incuriosite, si radurarono là sotto e videro stagliarsi contro il cielo il noto profilo della rana intraprendente. Poi al suo fianco apparve un'altra rana e intorno a loro si radunarono sette ranocchietti.Erano tutti lì a guardare senza azzardarsi a dire nulla, quando la rana parlò da lassù:" Qui c'è un mondo meraviglioso che vi aspetta. C'è l'acqua che scorre, non come quella laggiù e c'è erba verde e tenera che spunta dal terreno ed è una gioia muovercisi in mezzo, e c'è una gran quantità di piccoli scarabei e insetti gustosi ovunque; ogni giorno si possono mangiare cose diverse.E poi ci sono molte rane di molti tipi, molto colte e simpatiche, e io ho sposato una di loro e siamo felicissimi e abbiamo questi sette piccoli che vedete qui con noi. C'è spazio in abbondanza qui perchè i campi sono immensi al punto che non se ne scorge la fine."In fondo al pozzo le autorità ufficiali minacciarono la rana che, se fosse tornata giù, sarebbe stata giustiziata per alto tradimento; ma lei disse che non aveva nessuna intenzione di tornare laggiù, fece gli auguri a tutte e se ne andò con la propria compagna e i sette ranocchietti.Nelle profondità del pozzo si scatenò un gran tumulto e alcune rane di larghe vedute volevano discutere la proposta, ma le autorità le rimproverarono, proibirono di menzionare lo spiacevole incidente e la vita tornò alla normalità tra le ripide pareti di quell'oscuro pozzo.La mattina dopo, quando la ragazza dalle trecce d'oro tirò su il secchio dal pozzo, rimase sbalordita nel veder che era pieno di rane.

da LA RANA NEL POZZO di Carlos G. Vallés

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Quest'anno l'MgFest , dal titolo “Vogliamo vedere Gesù”, è stato un momento di ascolto, confronto e testimonianza con diverse espressioni comunicative quali la preghiera, il canto e la recita. Sin dal primo momento ci siamo sentiti accomunati da un unico desiderio: quello di voler “vedere” Gesù, ma non solo la domenica in chiesa ma nella vita di tutti i giorni. A darci testimonianza di fede e spiritualità sono state due persone che hanno avuto modo di “vedere” Gesù durante i momenti più bui della loro vita. Abbiamo infatti ascoltato Vincenzo Fazio, un ragazzo di Palermo che ha combattuto contro la

droga e ha trovato la serenità solo dopo aver abbracciato la fede, e Maria De Gregorio, una signora di Menfi che ha trovato nella fede la forza di superare la tragica morte del figlio e del marito. Inutile dire che mentre queste persone raccontavano le loro esperienze nell'aria vi era sgomento ma anche tanta fiducia nel Signore, perché Lui è sempre vicino a noi, soprattutto nei momenti bui della vita. Ma i momenti di riflessione erano anche alternati da balletti e scenette divertenti accompagnati sempre da messaggi davvero forti e significativi. E' arrivato poi il momento dell' adorazione dell' Eucarestia e della croce e, aiutati dai canti solenni del coro, ci siamo messi in preghiera; è stato come confessare ad un amico, Gesù, le nostre debolezze, le nostre mancanze e nello stesso tempo sentirsi una carica vitale di gioia e di forza dentro di sé. Dopo questo susseguirsi di emozioni abbiamo avuto modo di confessarci con preti molto disponibili e aperti al dialogo nella Basilica di San Francesco a Messina, la prima chiesa fondata in Sicilia dallo stesso santo. In seguito il musical “Il Risorto”, recitato, cantato e ballato dal gruppo Gifra di Marineo, ci ha trasmesso le emozioni provate da Gesù, da sua madre Maria e dalla gente del tempo durante la crocifissione e resurrezione. Questo MgFest ha rappresentato per me, ma anche per tutto il gruppo Gifra della nostra Parrocchia, un momento di stimolo per intraprendere un cammino quotidiano verso il Signore, ma anche verso il prossimo, nel rispetto della propria vita e della vita degli altri.

La rana nel pozzoDopo questa favola è stato realizzato durante l’Mgfest una rappresentazione

Ersilia Divita

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omenica 18 Marzo 2012 un gruppo della nostra parrocchia ha partecipato al ritiro OFS a Chiaramonte Gulfi, Convento S.

Maria di Gesù. Il relatore Fra Nicola Lippo nel suo intervento ha sottolineato: 2«Oggi diamoci un po’ di spazio perché Dio si

rivela nel silenzio (brezza leggera). Dio è la sola parola d'ascoltare, parola fatta eucarestia. La preghiera non è formula ma è Dritirarsi nel cuore, entrare nella stanza e chiudere la porta, allora è necessario fermarsi sulla parola di Dio, il tempo è di Dio: togliamo dalla

nostra vita gli assilli e le preoccupazioni, rientriamo in uno spazio sacro perché siamo alla presenza di Dio (Mosè toglie i sandali dai piedi

sul monte) anche noi per far spazio a Dio dobbiamo togliere qualcosa e accogliere Dio. La Sacra Scrittura va letta più volte, bisogna farsi

guidare dalla Chiesa non dire secondo me, meditare il testo e ci sono parole che toccano il cuore, lo riscaldano, lo esortano, lo

rimproverano o esaltano lo spirito e mettendolo in relazione con Dio. Meditazione (Vangelo Lc cap.8- 19,20) la Madre ed i parenti

cercavano Gesù ma egli sottolinea che i parenti e la madre sono coloro che ascoltano la parola della buona novella e la mettono in pratica.

Gesù allarga gli orizzonti, coloro che accolgono la parola diventano suoi figli. La famiglia si allarga e diventa

comunità. Francesco applica la parola di Dio alla vita, dimora di Dio sono io e gli altri. Diventiamo madri portando

Gesù nel cuore e Lo generiamo: essere fecondi con le opere (senza correre il rischio di restare gestanti). La stessa

Chiara ( FF 2888 e seguenti) si consacra al Signore con gli stessi obbiettivi anche se la famiglia le ostacola il

cammino di fede.

La famiglia aiuta o ostacola il cammino di fede?

Come assumere il proprio impegno nella comunità cristiana senza pregiudizi?»

i è concluso il corso prematrimoniale che ha visto coinvolte sette coppie che

intendono creare una famiglia sotto la benedizione della Chiesa. Il primo incontro fa

un po’ paura a tutte le coppie, tanti i commenti che riceviamo da esperienze passate Sdi coppie che hanno già frequentato e concluso il corso prematrimoniale, per cui non puoi

fare a meno di farti un’idea su quella che sarà la tua esperienza futura. Ma poi se non la vivi

davvero questa esperienza non puoi capire cosa effettivamente si prova, non puoi

comprendere prima se ciò che per gli altri è strano lo sarà anche per te. Questo è lo stato

d’animo che coinvolge molte coppie al primo incontro al corso, ma quando il primo

incontro termina, il tuo stato d’animo è totalmente diverso da quello precedente. Per lo

meno, questo è quello che è capitato a noi coppie frequentando il corso nella Chiesa Angelo

Custode, e questo è quello ci auguriamo accada a tante altre coppie che intendono come noi sposarsi, in qualunque chiesa. Durante il

corso, vengono trattate diverse tematiche: conoscere l’altro, l’importanza del dialogo, il matrimonio nella società contemporanea,

l’innamoramento, la sessualità, la fertilità, il perdono, il matrimonio come sacramento e tanti altri ancora. Ma ciò che ha fatto di questo

corso nello specifico la differenza è il semplice, quanto importante, momento di condivisione reciproca tra le coppie partecipanti, nonchè

la nostra attiva e non passiva partecipazione al corso. Non ci sono professori, non ci sono avvocati, non ci sono psicologi, non c’è nessuno

che sta alla cattedra, ci sono semplicemente PERSONE con cui condividere il sacramento del matrimonio. Noi

siamo quelle persone, noi coppie abbiamo animato il corso, noi coppie abbiamo avuto la fortuna di percorrere

questo cammino con PERSONE SPECIALI, ovvero P. Angelo, Agata e Giovanni e Gianfranco ed Ivana (coppie

animatrici), che ci hanno aperto una porta nella loro intimità, nella loro fede, e che ci hanno donato senza remora

alcuna l’enorme ricchezza che ognuno di loro porta dentro, anche loro hanno condiviso con noi il loro immenso

tesoro. Qual è questo tesoro? La risposta non è straordinaria, anzi ordinaria. Questo tesoro ce lo abbiamo dentro di

noi, solo che a volte siamo noi a non riuscire a vederlo e a sentirlo, ma c’è e sempre ci sarà, non ci abbandonerà mai: Dio! Ci siamo

conosciuti, abbiamo scambiato opinioni, abbiamo condiviso esperienze personali, abbiamo percorso assieme una strada che ci ha fatto

maturare e che ci ha portati in un’ unica direzione, la conoscenza di Dio. Non è mai tardi per intraprendere un cammino di fede, basta solo

scavare un po’ di più dentro noi stessi perchè è lì che Dio sta, adesso è nata in noi una consapevolezza grazie alle innumerevoli riflessioni

a cui ci hanno spinti durante il corso. Abbiamo riflettuto sull’importanza del matrimonio come sacramento e l’obbiettivo è stato

raggiunto, adesso, siamo davvero pronti ad intraprendere questo cammino in due, ma mai soli, perché ovunque ci abbraccerà Dio.

MOTIVO DI GIOIA E SPERANZA PER TUTTI I FRATELLI

SE COSTRUIREMO L’AMORE CON L’ABBRACCIO DI DIO...corso prematrimoniale: Parrocchia Angelo Custode Alessandra Occhipinti

Francesca Campo e Pina Cascone

Mercoledì 4 Aprile un gruppo della parrocchia Angelo Custode è stato ricevuto in udienza dal Vescovo Mons. Paolo Urso per il consueto scambio di auguri pasquali. E’ stata un occasione anche per porgli gli auguri per il suo 10° anniversario di ordinazione Episcopale e per il 50° anniversario di ordinazione sacerdotale a nome del Parroco e di tutta la comunità parrocchiale.AUGURI ECCELLENZA!

UDIENZA DAL VESCOVO

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Mariacarmela Di RosaLa vita da studentessa …. ”affiancata da DIO”

mici miei, oggi colgo l'occasione per parlare della mia vita scolastica vissuta da studentessa. Come tutti i bambini iniziamo ad andare alla scuola materna all' età di tre, anni ancora si è piccoli, s'incomincia a fantasticare sul futuro, nascono i primi amori dei bambini piccoli, si incomincia a fare i furbetti. All'età di sei anni circa si va alla scuola elementare, qua conosciamo nuovi Acompagni, nuove maestre e altri nuovi amori. Arrivati in quinta elementare si finisce la vita da bambini e all' età di undici anni

(età adolescenziale) si frequenta l'istituto di scuola media; giunti al terzo anno bisogna scegliere l'istituto di scuola superiore adatto a l l e a b i l i t à d i c i a s c u n r a g a z z o e s i s o s t e n g o n o g l i e s a m i . Oggi eccomi qua: al quinto anno di scuola superiore, a Giugno sosterrò gli esami di maturità, io sono una ragazza che affronto le cose con semplicità e non mi tiro indietro, ma non vi nego che un po' di timore mi è dentro. L'anno scorso sono stata io a far coraggio ai miei amici e penso che ora toccherà a loro! Io mi auguro che con l'aiuto del mio amico “ GESU' ” tutto andrà bene, sapete dopo cinque anni di studio, ma soprattutto di sacrifici, non è il caso buttarli via; anche se sappiamo tutti benissimo che ai giorni d'oggi con il diploma o con la laurea non si termina niente. Vi starete chiedendo in cosa mi diplomerò? In “OPERATORE INFORMATICO DELLA GESTIONE AZIENDALE” in parole povere mi occupo della contabilità della gestione delle aziende. Chissà se un giorno con l'aiuto del Signore mi aprirò uno studio di consulenza o di ragioniera. Naturalmente voi lettori sarete i primi a saperlo e vi aspetterò numerosi! Io in qualsiasi momento prego il mio amico “ GESU' ”, ma in modo particolare lo prego quando sostengo degli esami, delle interrogazioni o dei compiti. Noi studenti abbiamo il nostro protettore. Chi è? San Giuseppe da Copertino, non so quanti di voi lo conoscono, ma v'invito a leggere la sua preghiera. L'anno scorso mi hanno rimandato una materia e ho trascorso tutta l'estate a studiare, a settembre ho sostenuto gli esami di riparazione. Io durante l'estate pregavo “ Gesù' ” affinché mi aiutasse a impegnarmi e a proteggermi ovunque io mi trovassi. Sia la sera prima che anche all'indomani mattina io assieme alla mia compagna abbiamo pregato “ GESU' e San Giuseppe da Copertino ”. L'esame è andato benissimo, sia grazie al mio impegno e anche grazie a “ GESU' ”. Voglio rivolgere un in bocca al lupo a tutti quelli che come me, tra circa due mesi sosteranno gli esami. Confido in modo particolare nei miei parrocchiani e in tutti quelli che mi conoscono molto bene. Spero di non avervi annoiati. A tutti voi giunga il mio caloroso saluto francescano.

MARTIRI MODERNI Giovanna Nobile

Nel nostro tempo non ci sono più le forze del male dettate dal totalitarismo militare, non ci sono guerre ideologiche, ma è come se ci fosse una quotidiana guerra civile per tutti gli uomini e le donne che vengono uccisi in missioni umanitarie e senza scopo di lucro. Il martire cristiano del XXI secolo è un martire solitario. Il secolo precedente è stato sicuramente il più sanguinoso di tutta la storia per persecuzioni anticristiane, ma i cattolici di Occidente li hanno spesso ignorati. Una voce l'ha levata Papa Giovanni Paolo II per il Giubileo richiamando più volte l'attenzione su quello che ha definito il secolo del martirio. Dal 2000 ad oggi sono stati uccisi più di 100 persone in appena 40 nazioni che possiamo definire militi ignoti per la grande causa di Dio. Anche nella nostra civilissima Europa molti cristiani sono sottoposti a dure prove per aver scelto l'adesione a Cristo e alla Chiesa. Anche se sono pochi quelli chiamati al sacrificio estremo, ci vuole la coerente testimonianza di tutti i cristiani, che devono essere ogni giorno pronti a gravi sacrifici, anche a costo della vita. Molto spesso a imbattersi in questa spirale di violenza sono Vescovi, preti, seminaristi e laici caduti da martiri a causa della loro testimonianza cristiana o per il solo fatto di far rispettare la giustizia e i diritti umani. Non di rado questi vescovi, suore,

l a i c i v e n g o n o u c c i s i s o l o p e r vigliaccheria, sono scomodi perchè impegnati a contrastare la connivenza di denaro e violenza e a volte vengono uccisi solo per rappresaglia con accuse infamanti o per motivi banali (furti, rapine, vendita di alcolici). Come fu per Gesù c'è sempre un Giuda che non comprende l'amore del maestro. Molti sono gli esempi di semplici uomini martiri delle guerre, o di quelli che hanno dato la vita per la difesa della dignità umana, di uomini e donne morti per salvare fratelli, per soccorrerli nelle stragi di popoli ( genocidio armeno, massacri di Timor Est, tragedie in Africa, oppressioni dell'Islam integralista).Anche le vittime delle mafie e del terrorismo sono da considerare dei martiri poiché si sono battuti per la legalità e hanno lottato contro gli abusi e i soprusi ai più deboli. I maestri della fede non devono necessariamente essere grandi uomini, ma sono solo piccoli uomini e piccole donne che non scappano davant i a l le responsabilità per amore dell'umanità, perché non vogliono lasciare sole le persone che le stanno vicine o che sono bisognose. A questo proposito un grande messaggio di speranza, in mezzo a tutto il male che ci circonda, ci viene da madre Teresa di Calcutta che, nonostante le grandi cose che ha fatto, si definiva ” una umile matita nelle mani del Signore”.

«Il martirio è la vocazione al martirio sono un dono

della grazia di Dio, rende capacidi offrire la propria vita

per amore a Cristo e alla Chiesa»

Benedetto XVI

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Giovanni Iacono

semafori, le strisce pedonali… mai sia attraversare su di esse, i marciapiedi solo un optional. Su questo ultimo aspetto però non do tutti i torti al pedone. Spesso sono considerati dagli automobilisti un'appendice ai parcheggi (essendo ormai questi sommersi dall'enorme numero di mezzi esistenti). Ma si assiste a tutto sull'utilizzo del marciapiede. Fatto emblematico e non molto raro da vedere, è il repentino cambiamento di percorso; ovvero il pedone cammina sul marciapiede e ad un tratto (a menti è 'nfilu ri capiddu) scende e comincia a procedere sulla sede stradale. Dopo un primo momento di smarrimento da parte dell'automobilista che non prevedendo tale mossa ha fatto di tutto per “evitarlo” parte il sonoro colpo di clacson (rimprovero in chiave sonora) seguito da quello delle automobili seguenti ora costrette a procedere (e il caso di dirlo) a passo d'uomo. Strisce pedonali. E' raro incontrare un ragusano doc su di esse. Si incontrano polacchi, rumeni, tunisini, stranieri i n s o m m a a b i t u a t i a r i s p e t t a r e l e r e g o l e e a d apprezzare in particolar modo ques t i r i fug i antitraffico che permetterebbero (uso il condizionale) ai pedoni di guadare il flusso dei veicoli. Chi non

uidare è necessario, vivere no. Una parafrasi della Gcelebre frase di Plutarco di

Cheronea, in “Vite parallele. Vita di Pompeo” che può essere calata in pieno al modo di comportarsi del ragusano sulla strada. Non mi riferisco solo agli automobilisti –che ho già definito in un precedente articolo “fantasiosi nella guida”- ma a tutti coloro che a piedi o con qualsivoglia mezzo di locomozione ignorano o vituperano quotidianamente sia il codice della strada che le regole di civile convivenza e perché no mettono a rischio la propria stessa vita. Il perché del titolo. Proviamo a scinderlo in due parti: guidare (italianizzazione del latino ducere) necesse est. Chi può contraddire ciò. Vuoi la perenne carenza di mezzi pubblici, sia il decentramento di attività commerciali e amministrative, costringono il cittadino a salire in macchina (oggi a malincuore visto il costo dei carburanti) e a muoversi da una parte all'altra di Ragusa. Archiviata la prima parte. Seconda parte: vivere non necesse (est). Questa parte la appiccichiamo al pedone, al ciclista (esemplare rarissimo in ci t tà considerata la morfologia territoriale) o al motociclista o comunque a chi è in posizione di svantaggio rispetto al veicolo a quattro ruote. Insomma a chi avrà la peggio in caso di collisione. Andiamo per ordine. Il pedone. Indisciplinatissimo. Non rispetta i

usa le strisce zebrate impreca contro chi, munito di solo due occhi (impegnati a tenere sotto controllo chi non rispetta la precedenza, chi non usa la freccia, chi esce in modo irruento da un parcheggio, chi sorpassa a destra, chi lascia in sosta la vettura in modo fantasioso) si trova davanti chi attraversa la strada dove non dovrebbe assumendo le sembianze del kamikaze. Sul comportamento dei motociclisti (o meglio parte di essi) è meglio stendere un velo pietoso. Dopo questo quadro inquietante della situazione del traffico in città penso che i lettori giustificheranno il titolo che ho utilizzato, rispolverando indegnamente l'opera del grande Plutarco. Però penso che mi perdoni, considerato che anche nel mondo antico avevano, seppur con altri mezzi, problemi di traffico.

GUIDARE NECESSE EST, VIVERE NON NECESSE

e la vanità è il motore dell'umanità, l'adulazione ne è il lubrificante. Vogliamo iniziare cosi' l'articolo di questo mese, perché vivendo l'esperienza del “Banco Alimentare Parrocchiale”, non immaginavamo che l'uomo potesse arrivare con Ssfacciataggine, gelosia ed altri sinonimi, che non vogliamo elencare, ad essere curioso in questa vita; che chi più chi

meno viviamo giorno dopo giorno nelle stesse condizioni. Essere acredine verso l'aiuto che la nostra Parrocchia Angelo Custode dà con impegno e costanza a tutti coloro che ne hanno bisogno. Tutto questo è una goccia nell'Oceano, ma se non lo facessimo, l'Oceano avrebbe una goccia in meno. (Madre Teresa di Calcutta). Vogliamo concludere e attirare l'attenzione con un comandamento a cui tutti dovremmo soffermarci; e più precisamente: Vedo nel prossimo un'anima fatta ad immagine di Dio? Io amo per amore di Dio o di Gesù? Questo amore è naturale o è soprannaturale, ispirato alla fede? Ho detestato, disprezzato, deriso il prossimo?.“Fai attenzione a come pensi e a come parli, perché puo' trasformarsi nella profezia della tua vita” (San Francesco d'Assisi).

CARITA' VERSO IL PROSSIMO Gianni Mazza e Gianna Desimone

ra i giovani e tra gli adolescenti ci sono spesso liti e disagi, ma nonostante questo, continuano ad esserci molte amicizie tra le persone

che fanno di tutto per non rovinarle. Chiudete gli occhi e provate a immaginare un mondo senza amicizie e solo con liti, questo Tsarebbe un mondo bruttissimo; ci sarebbero solo persone che si odiano, niente amicizie, niente amore, niente comunione fraterna

solo odio tra le persone… sarebbe orribile…

Ora immaginatevi un mondo senza odio e liti, un mondo di pace e armonia, con amore, amicizia e fraternità, non sarebbe bellissimo? Questo

mondo è un sogno, ma si potrebbe avverare, solo se tutti provassero a non litigare per cose inutili che si potrebbero evitare. Aprite gli occhi

e pensateci su' e ragionate; MENO ODIO PIU' AMICIZIE.

Guardatevi intorno e vedrete quanti mali affliggono gli altri..tutti avrebbero un motivo per disperarsi e spesso paradossalmente, chi ne ha di più è più felice..Apprezzate non le piccole cose, ma tutte, anzi, non pensate proprio secondo ciò che è piccolo e ciò che è

g r a n d e , c o s e c h e possono sembra rc i invis ib i l i per a l t r i possono essere colossi.Vi lascio con delle parole del mio attore preferito, spero vi possano essere u t i l i ; consumate le , sciupatele proprio, ma vivetele, non le lasciate spente su questo foglio.<<Siate felici! E se

qualche volta la felicità si scorda di voi, voi non scordatevi della felicità>> Roberto Benigni (da “La tigre e la neve”)

Ah dimenticavo.. dato che in questi mesi abbiamo chiacchierato solo io e me stessa (che non mi sembra, badate, cosa da poco) , se qualcuno volesse aggiungersi alle nostre conversazioni, io e me stessa saremo ben lieti di confrontarci con voi.. naturalmente non mi aspetto che scriviate per il giornale ( si può fare anche questo!), ma più semplicemente se avrete voglia di condividere pensieri, idee ed ogni cosa vi passi per la testa, questo è il mio i n d i r i z z o e - m a i l :

Tengo a precisare ,per dovere personale, che ciò che mi vorrete dire non verrà pubblicato se non sarete voi stessi a desiderarlo, ma resterà una chiacchierata in confidenza!

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ari lettori,voglio cominciare questa pagina facendovi i miei Cmigliori auguri per la Pasqua

appena vissuta. Cristo è risorto! Crocifisso ha sconfitto la morte! E non voglio apparire come una che dice cose ovvie (in effetti, quante volte abbiamo sentito queste parole), ma questa è una delle poche cose che ci rende ancora felici riascoltare! Siamo felici! Siamo felici..Siamo felici..Siamo felici? Certo, per questo si, Cristo è risorto, come si può non festeggiare? Ma per tutto il resto? Della nostra vita ad esempio, siamo felici? Ehi, mi state ascoltando? Sto parlando con voi.. Mi state facendo paura, non rispondete..mi spaventerei ancor di più se pensassi davvero che nessuno riesce ad essere felice per più di un'ora, un giorno, un mese.. Qualcuno così ci deve essere, per forza..e allora sei tu? Sei tu, o quell'altro? Il tuo amico lì, che dice? È felice? E dimmi, riesce ad essere felice per un mese intero? Noo? Allora, che gli manca? Una moglie ce l'ha?? Si?? Bene..Il lavoro? Ahh ha anche quello, allora può essere già più felice di molti altri..ah mi stai dicendo che ha anche una casa, dei figli e due macchine..mah, allora quello è un potenziale uomo più felice del mondo! Complimenti! Cosa dici, scusa?? No, non ho capito.. non è così felice? E che caspita vuole questo ancora? A me pare proprio abbia molto.. Perché non ne è felice?Ecco lettori, non ci basta mai nulla..anzi, ci sembra proprio di non avere mai nulla..a me manca questo, a te quell'altro..Io l'i-pad non ce l'ho.. Come pretendete possa essere felice? Ahah, quanto siamo sciocchi! Come facciamo a non renderci conto che potremmo essere felici pur non

Quattro chiacchiere e un caffè (si, ancora)Flavia Bognanni

possedendo nulla.. Non per rovinare l ' a tmosfe ra , a lmeno v i to lgo dall'imbarazzo di sentirvi sciocchi, e comunque siamo tutti così simili..ma siccome già sapete che ad un certo punto in questo articolo troverete qualche citazione, qualche frase detta da qualcuno che come si dice qua “c'a sapi”, che possa dare credibilità al tema che affronto..la leggerete ora, senza indugi..direttamente da Oscar Wilde: "Ci sono due tragedie nella vita, due drammi che noi viviamo: uno, quello di non avere ciò che desideriamo; l'altro, di aver soddisfatto il nostro desiderio!"Ma certo, profondamente vero, come non dargli ragione?Ah gli uomini! Insoddisfatti e stufi di ciò che hanno ( a cui non prestano neanche attenzione) e concentrati sempre su quello che non hanno!La verità è che il problema forse non sta nel piacere, che, tutto sommato, possiamo raggiungere, piuttosto nel nostro attaccamento al piacere stesso, il nostro desiderio cioè di vederlo ripetersi, di volerne sempre di più.A tal proposito tengo a precisare che pare (riporto quanto scoperto da studi che credo affidabili) che la propensione ad essere felice dipenda dalla (personalissima) personalità, e scusate il gioco di parole..Secondo certe ricerche insomma, le persone più felici sarebbero quelle che si concentrano sul “presente”, sul vivere bene l'oggi e non sul domani, le persone più estroverse, quelle che hanno più fiducia in se stessi..

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Meno odio piu’ amicizie Lucrezia Iacono