25
2. Nessuno controlla l’economia canaglia L’economia è tra le prime e più importanti virtù, il debito pubblico invece è il più serio pericolo da temere. THOMAS JEFFERSON Permettetemi di presentarvi i coniugi Jones, figli del sogno americano del dopoguerra. I Jones vivono nei sobborghi di una città del Midwest degli Stati Uniti, e questo è l’unico elemento che hanno in comune con il sogno. Il signor Jones, falegname, durante la recessione della fine degli anni novanta ha dovuto rinunciare ai contributi previdenziali pur di non perdere il lavoro in un’impresa locale di costruzioni. Alla signora Jones è rimasto poco della dea del focolare del sogno made in Usa. A dirla tutta, è sovrappeso e sfinita dal lavoro. Fa l’infermiera in un ospedale della zona, nel tempo libero assiste i vicini rimasti senza assicurazione sani- taria. Queste sue entrate occasionali esentasse sono vitali per far qua- drare i conti di famiglia. Nel 2006 il reddito della coppia è di 46 326 dol- lari, 2000 dollari in meno rispetto al 2001, l’anno in cui è finita l’ultima recessione. In banca hanno 3800 dollari. 8000 dollari di debiti sulla carta di credito. 1 Niente azioni né obbligazioni e vivono in una casa da 160 000 dollari, con ancora 90 000 di mutuo da pagare. 2 Fanno la spesa al supermercato Wal-Mart, mangiano da McDonald’s e giocano alla lot- teria nella speranza di vincere il biglietto della svolta, il biglietto della fuga dal ceto medio. È questo il nuovo, irresistibile sogno americano. In mezzo secolo, il sogno si è trasformato in un incubo. Gli stipendi immobili, la bancarotta e soprattutto la disparità dei redditi sono alla base della mostruosa metamorfosi. Nessuno può spiegare che l’impove- rimento del ceto medio americano è avvenuto negli ultimi 15 anni, inne- scato dalla caduta del muro di Berlino e alimentato dall’avvento dell’e- Napoleoni_economia 14-12-2007 15:18 Pagina 39

Cap 2 economia canaglia_Loretta napoleoni

Embed Size (px)

DESCRIPTION

Economia Canaglia

Citation preview

Page 1: Cap 2 economia canaglia_Loretta napoleoni

2. Nessuno controlla l’economia canaglia

L’economia è tra le prime e più importanti virtù,il debito pubblico invece è il più serio pericoloda temere.

THOMAS JEFFERSON

Permettetemi di presentarvi i coniugi Jones, figli del sogno americanodel dopoguerra. I Jones vivono nei sobborghi di una città del Midwestdegli Stati Uniti, e questo è l’unico elemento che hanno in comune con ilsogno. Il signor Jones, falegname, durante la recessione della fine deglianni novanta ha dovuto rinunciare ai contributi previdenziali pur di nonperdere il lavoro in un’impresa locale di costruzioni. Alla signora Jones èrimasto poco della dea del focolare del sogno made in Usa. A dirla tutta,è sovrappeso e sfinita dal lavoro. Fa l’infermiera in un ospedale dellazona, nel tempo libero assiste i vicini rimasti senza assicurazione sani-taria. Queste sue entrate occasionali esentasse sono vitali per far qua-drare i conti di famiglia. Nel 2006 il reddito della coppia è di 46 326 dol-lari, 2000 dollari in meno rispetto al 2001, l’anno in cui è finita l’ultimarecessione. In banca hanno 3800 dollari. 8000 dollari di debiti sullacarta di credito.1 Niente azioni né obbligazioni e vivono in una casa da160 000 dollari, con ancora 90 000 di mutuo da pagare.2 Fanno la spesaal supermercato Wal-Mart, mangiano da McDonald’s e giocano alla lot-teria nella speranza di vincere il biglietto della svolta, il biglietto dellafuga dal ceto medio. È questo il nuovo, irresistibile sogno americano.

In mezzo secolo, il sogno si è trasformato in un incubo. Gli stipendiimmobili, la bancarotta e soprattutto la disparità dei redditi sono allabase della mostruosa metamorfosi. Nessuno può spiegare che l’impove-rimento del ceto medio americano è avvenuto negli ultimi 15 anni, inne-scato dalla caduta del muro di Berlino e alimentato dall’avvento dell’e-

Napoleoni_economia 14-12-2007 15:18 Pagina 39

Page 2: Cap 2 economia canaglia_Loretta napoleoni

conomia globale. Sembra il risultato di un destino beffardo, ma le duevittorie cruciali della Guerra fredda – quella politica, e quella econo-mica – oltre a ridurre in povertà le popolazioni dello sconfitto Blocco so-vietico, gettano le basi per il declino socioeconomico del ceto medioamericano. Una grande vittoria globale che finisce per distruggere labase stessa del mito americano.

La maledizione comunista

Lo smantellamento del Blocco sovietico mette in moto l’era deflazionistaglobale: i prezzi crollano ovunque. I prezzi e gli stipendi del mondo in-dustrializzato. La deflazione viene favorita dall’afflusso di quella che erala manodopera comunista sui mercati dell’economia globale. Il mondofesteggia le famiglie che oltrepassano la cortina di ferro dirette a Ovestverso la libertà e la prosperità. Le economie industrializzate si scopronoincapaci di assorbire la nuova forza lavoro. La manodopera è troppa e ilcapitale insufficiente. Alan Greenspan, ex presidente della FederalReserve, ammette che la fine del comunismo «ha riversato sui mercati[internazionali] miliardi di lavoratori a basso costo. Questo fenomeno èstato quanto mai deflazionistico»3 soprattutto perché, per assicurarsi unlavoro, gli europei dell’Est e i russi accettano stipendi molto inferioriagli standard occidentali. È questa la vera ragione della prima ondata diriduzioni dei salari europei. L’America non sfugge a questo destino e,dal 1989 alla metà degli anni novanta, il reddito medio reale scende dra-sticamente.

L’afflusso di lavoratori dell’ex Blocco sovietico segna solo l’inizio diuna straordinaria impennata dell’offerta globale di manodopera. Negliultimi quindici anni hanno accesso al mercato del lavoro globalizzato nonsolo i russi e gli europei dell’Est, ma anche cinesi e indiani, che prima la-voravano all’interno di economie chiuse. Richard Freeman, professore aHarvard specializzato in economia del lavoro, calcola che all’inizio deglianni novanta l’offerta mondiale di manodopera è raddoppiata.4

Con la caduta del muro di Berlino, i nostri coniugi Jones, come delresto i loro simili europei, devono competere con i nuovi arrivati e la con-correnza è subito spietata. Le imprese attingono a piene mani dai nuovi

40 Economia canaglia

Napoleoni_economia 14-12-2007 15:18 Pagina 40

Page 3: Cap 2 economia canaglia_Loretta napoleoni

bacini di manodopera straniera a buon mercato. Per tagliare i costi, molteaddirittura trasferiscono all’estero la produzione (offshoring) o appaltanoil lavoro oltre confine (outsourcing). «I lavoratori occidentali si sono vistisparire il lavoro da sotto il naso» sintetizza un sindacalista italiano. La con-correnza straniera è talmente dura che, per assicurarsi un impiego, moltilavoratori dei paesi industrializzati accettano di rinunciare ai contributi.Nella Germania unificata, i sindacati devono scendere a patti con la ridu-zione dei salari e l’aumento delle ore di lavoro per impedire alle aziende ditrasferire la produzione nell’Europa dell’Est. L’assenza di un contratto so-ciale regolamentato a livello internazionale e di una legislazione affidabile,in grado di stabilire il minimo salariale e i contributi dei dipendenti è unfattore determinante per la riduzione della forza contrattuale della mano-dopera occidentale.5

E il prezzo più alto lo pagano proprio i signori Jones; ovvero il cetomedio dei paesi industrializzati. Negli Stati Uniti sussidi e assistenza so-ciale vengono ridotti all’osso, mentre per gli europei le cose vanno unpo’ meglio. Nel vecchio continente c’è ancora l’assistenza sanitaria gra-tuita, ci sono le case popolari e i sussidi statali. Ma le prospettive per legenerazioni future sono ancora più cupe, visto che fino a quando i costidi produzione saranno inferiori altrove, gli stipendi del mondo indu-strializzato continueranno a scendere o ristagnare. E questo fenomenopotrebbe durare ancora per decenni, fino a quando i salari dei paesi invia di sviluppo saranno pari ai redditi in Occidente.

Richard Freeman calcola che se i salari cinesi raddoppiano ogni diecianni, com’è accaduto negli anni novanta, tra circa 30 anni raggiunge-ranno i livelli attuali dei paesi industrializzati. L’assorbimento della ma-nodopera di altri paesi potrebbe richiedere più tempo, ma la transizionepotrebbe essere completata in 40 o 50 anni, quando finalmente gli sti-pendi occidentali ricominceranno ad aumentare e l’equilibrio tra capi-tale e lavoro verrà ripristinato.6

L’ironia è che la classe media, l’anima stessa delle democrazie occiden-tali, non viene indebolita da un’ondata di comunismo. Al contrario,viene ridotta in povertà proprio dalla fine dei regimi comunisti dell’Est.Ecco cos’è la maledizione comunista.

Nessuno controlla l’economia canaglia 41

Napoleoni_economia 14-12-2007 15:18 Pagina 41

Page 4: Cap 2 economia canaglia_Loretta napoleoni

L’istruzione superiore non basterà più a proteggere le future genera-zioni di occidentali. I nostri figli e nipoti saranno il nuovo proletariatodella globalizzazione. «Indonesia, Cina, India […] hanno più che rad-doppiato le iscrizioni all’università negli anni ottanta e novanta […] Nel2010 [la Cina] sfornerà più laureati nelle materie scientifiche e in inge-gneria degli Stati Uniti.»7 Tutti loro faranno parte dell’offerta mondialedi manodopera. Così, se l’impatto del raddoppiamento dell’offerta diforza lavoro aveva colpito la manodopera non qualificata, ora anche i la-voratori qualificati cominciano a essere vittime dell’offshoring e del-l’outsourcing.

Dal gennaio del 2001 fino a tutto il gennaio del 2006, [per esempio] leassunzioni nel settore dell’informazione statunitense sono diminuite del17 per cento; gli impieghi nei campi della contabilità e della progetta-zione informatica si sono ridotti rispettivamente del quattro e del noveper cento.8

Più di 750 multinazionali hanno già creato strutture di ricerca avanzata esviluppo in Cina. Anche la contabilità, la diagnostica medica e l’infor-matica cominciano a essere trasferite in Cina. Le economie industrializ-zate stanno dunque perdendo anche il monopolio della ricerca, dell’in-novazione e della tecnologia.

Gli economisti sottovalutano per anni le conseguenze dell’offshoring,in particolare ne ignorano il violento effetto di ritorno sulle economie deipaesi industrializzati. «Finora abbiamo a malapena intravisto la punta del-l’iceberg dell’offshoring, il cui impatto futuro può essere sconcertante»afferma Alan Blinder, ex vicepresidente della Federal Reserve.9 A torto glieconomisti pensano che l’offshoring favorisca il libero scambio, basatosulla teoria ottocentesca del vantaggio comparato di David Ricardo.Secondo il noto economista, un paese è incentivato a commerciare se sispecializza nei beni che riesce a produrre a costi inferiori rispetto agli altripaesi e abbandona quelli su cui non riesce a essere competitivo. Ricardoadduce l’esempio di Portogallo e Inghilterra. Entrambi producono lana evino, ma il vino costa meno in Portogallo mentre la lana è più economicain Inghilterra. Specializzandosi rispettivamente nella produzione e nelcommercio incrociato di vino e lana, i due paesi si arricchiscono.

42 Economia canaglia

Napoleoni_economia 14-12-2007 15:18 Pagina 42

Page 5: Cap 2 economia canaglia_Loretta napoleoni

Il vantaggio comparato è il cuore del commercio internazionale el’offshoring e l’outsourcing lo stanno snaturando (dal 1989 al 2006, peresempio, l’esportazione statunitense di beni e servizi è dimezzata, scen-dendo al dodici per cento della produzione). «L’offshoring è un esempiodi come le imprese riportino un vantaggio assoluto combinando capitalead alta tecnologia con manodopera a basso costo» spiega l’ex vicesegre-tario del Tesoro dell’amministrazione Reagan, Paul Craig Roberts.10

Questa formula viene applicata inizialmente in Cina. Il vantaggio asso-luto della Cina è dato da un’offerta infinita di manodopera a bassissimocosto e dalla sistematica violazione di tutte le legislazioni internazionalisul lavoro. È un sistema tanto potente da aver azzerato il vantaggio com-parato delle economie industrializzate. Lo si vede bene con l’analisi deirapporti commerciali tra Cina e Stati Uniti. Gli Usa sono i principali de-stinatari delle esportazioni cinesi, ma alla Cina non vendono prodotti madebiti.

La dinamica canaglia di questo nuovo sistema è piuttosto semplice.Un fiume di dollari transita dagli Stati Uniti alla Cina, creando un sur-plus di valuta statunitense nella bilancia commerciale cinese. Per com-pensarlo la Cina sottoscrive il deficit del conto capitale statunitense, cioèacquista in dollari titoli di stato dal Tesoro americano e aumenta le ri-serve bancarie in dollari.11 Per comprendere meglio questo processo,basta immaginare visivamente due flussi identici di dollari che attraver-sano il Pacifico, uno diretto a ovest per acquistare prodotti cinesi, l’altroa est per comprare titoli di stato americani.

È l’ennesimo paradosso. La Cina, paese comunista, finanzia sia ilcommercio che il disavanzo degli Stati Uniti, il paese capitalista per ec-cellenza. Il motivo vero è evitare la rivalutazione della moneta nazionaleche renderebbe i prodotti cinesi meno competitivi in America. Questastrategia conviene anche agli Stati Uniti perché permette loro «di accon-tentare consumatori ed elettori e al tempo stesso tiene a galla l’economia[nazionale]».12 Uno stratagemma simile viene usato negli anni settanta,durante il riciclaggio dei petrodollari, quando agli squilibri della bilanciacommerciale tra i paesi che producono e importano petrolio corrispon-dono opposti flussi di capitale che ribilanciano avanzi e disavanzi. Il rici-claggio dei petrodollari ha effetti benefici sull’economia mondialeperché attutisce l’impatto dei primi due shock petroliferi e contiene l’in-

Nessuno controlla l’economia canaglia 43

Napoleoni_economia 14-12-2007 15:18 Pagina 43

Page 6: Cap 2 economia canaglia_Loretta napoleoni

flazione. Finora, la simbiosi commerciale sino-statunitense ha poggiatosu un’alterazione del principio ricardiano: al vantaggio comparato dellaCina, cioè la sua merce a buon mercato, è corrisposto il consumo ameri-cano, che possiamo definire il vantaggio comparato dell’America, le cuivoraci spese spaziano dal consumismo patologico dei cittadini all’e-norme deficit del governo per finanziare la «guerra al terrore» del presi-dente George W. Bush. Il punto è cosa succederà quando il mercato in-terno della Cina sarà in grado di assorbire da solo la mole della sua pro-duzione e non avrà più bisogno dei consumatori americani. Spariranno ivantaggi comparati tra i due paesi? Stando a Ricardo, in questo caso piùche di vantaggio comparato si dovrebbe parlare di «codipendenza eco-nomica» degli Stati Uniti. Se è così, lo sviluppo di un forte mercato in-terno in Cina potrebbe produrre una colossale crisi economica dall’altrolato del Pacifico.

L’America in rovina

Lo smantellamento del comunismo può essere paragonato allo sciogli-mento della calotta polare: la manodopera a basso costo ha letteral-mente invaso il mercato globale ridisegnando l’economia di interi conti-nenti. Inediti però sono effetti e interdipendenze creati dall’economiacanaglia. La caduta del muro di Berlino stravolge i princìpi fondamen-tali dell’economia al punto che la stagnazione degli stipendi realidell’Occidente non riduce i consumi. Dal 1989, anzi, le spese dei citta-dini statunitensi ed europei salgono a livelli record per via del crollo deitassi d’interesse, il cui andamento durante gli anni novanta è tutto in di-scesa.13

L’offerta di credito a prezzi sempre più bassi produce una vera e pro-pria euforia consumistica globale. Joseph Stiglitz ribattezza quel de-cennio «i ruggenti anni novanta». Il mondo si lascia andare a spese folli,incoraggiato da un’industria del credito che vende illusione di ricchezza.

I prestiti si ottengono facilmente e a condizioni senza precedenti, cisono i mutui, le carte di credito.

John, un costruttore del Sud di Londra, racconta come nella secondametà degli anni novanta si sia trovato ad accumulare undici carte di cre-

44 Economia canaglia

Napoleoni_economia 14-12-2007 15:18 Pagina 44

Page 7: Cap 2 economia canaglia_Loretta napoleoni

dito. «Non facevo che trovare offerte di nuove carte nella posta. Mi ba-stava riempire il modulo e rispedirlo. Dopo una settimana me ne arri-vava una nuova.» Quando una raggiunge il massimale, John ne usaun’altra.

Il credito facile e a buon mercato incoraggia la gente a spendere de-naro che non possiede. Negli Stati Uniti, dal 1993 al 2004, il debito alconsumo, e cioè l’indebitamento dei consumatori dato dalle carte di cre-dito e dal finanziamento di beni durevoli come le auto, schizza da 800milioni di dollari a 2000 miliardi, pari a circa il tre per cento dell’eco-nomia mondiale. Nel 2006, l’indebitamento totale degli americani è iltriplo del Pil del paese. I nostri coniugi Jones, sfiniti dalle rate e incapacidi pagarle, si indebitano ancora di più, sanando i debiti con altri debiti atassi ben al di sopra di quelli bancari (nel 2006 in questa situazione sitrova più del doppio della popolazione adulta statunitense14).15

Anche le banche sono molto generose nella concessione dei prestiti.Negli anni novanta, Stati Uniti e Regno Unito spianano la via ai mutui«facili», che nascondono in realtà spregiudicate politiche monetarie.16

Dalla caduta del muro di Berlino, la Federal Reserve riduce all’osso itassi d’interesse per evitare le crisi legate alla globalizzazione dell’eco-nomia americana; una politica che ha conseguenze drammatiche sul de-bito delle famiglie e sulle spese dei consumatori. Nel 2006, per esempio,i prestiti per i mutui negli Stati Uniti raggiungono i 7000 miliardi di dol-lari, pari al dieci per cento dell’economia mondiale. «Oggi viviamo conil lascito di queste politiche, compresa la bolla dei flussi globali di capi-tale e quella dei mercati immobiliari americani (e non solo)» spiegaGeorge Magnus, alto consulente economico della società di servizi fi-nanziari Ubs. «L’economia americana si sta rapidamente sgretolando.»17

Il fallimento delle società di mutui dell’estate 2007 non sorprende glieconomisti visto che all’indebitamento nel corso dell’ultimo decennionon corrisponde un’adeguata copertura. Nel 2005, il 40 per cento deimutui statunitensi non richiede alcun capitale iniziale. «Che io ricordi, èstata la prima volta che non serviva l’acconto per comprare una casa, ba-stava avere un lavoro» dice J. Ronald Terwilliger, presidente dellaTrammel Crow Residential che in America ha costruito oltre 200 000case.18 Questo tipo di mutuo è molto rischioso, come dimostra il bruscoaumento di fallimenti in tutto l’Occidente.19 E la piaga dell’insolvenza

Nessuno controlla l’economia canaglia 45

Napoleoni_economia 14-12-2007 15:18 Pagina 45

Page 8: Cap 2 economia canaglia_Loretta napoleoni

mina alla base il mondo occidentale in modo molto più profondo e in-quietante del terrorismo islamico. Nel 2006 i fallimenti individuali inGran Bretagna salgono del 55 per cento e nella sola prima metà del-l’anno le banche britanniche stornano 3,3 miliardi di sterline di creditoinesigibile.20 Ma è in America che i fallimenti aumentano più in fretta.Nel 2006 il tasso di crescita è dell’1,5 per cento più alto rispetto a quellodella crescita del Pil.21 Nel 2007 il mercato immobiliare viene travoltodal fallimento delle più grosse società di mutui. Ormai non è più un se-greto che gli Stati Uniti stiano andando in rovina. L’inizio del crollo èsotto gli occhi di tutti.

Eppure c’è un segmento dell’industria del credito che sta prospe-rando grazie all’aumento dei fallimenti. È la conseguenza della naturacanaglia della politica di ribasso dei tassi d’interesse scelta dalla FederalReserve. Analizziamo i dati sugli Stati Uniti.

Nel 2005 le imprese specializzate in esazione crediti hanno acquistatoconti crediti insoluti per un valore di 66 miliardi di dollari. Quell’importo,che rappresentava un’occasione d’oro per gli esattori, era invece una tra-gedia per i circa otto milioni di utenti di carte di credito, divenuti bersaglidi innumerevoli telefonate, solleciti, azioni legali, pignoramenti del sa-lario, sequestri dei beni e talvolta persino di arresti per via del debito con-tratto con la carta di credito.22

L’industria dei mutui è responsabile dell’alto numero di fallimenti.Nell’ultimo decennio i pignoramenti delle case si moltiplicano esponen-zialmente e il Colorado ne detiene il primato. Nel 1996, 700 abitanti diDenver perdono la casa perché non riescono a pagare le rate del mutuo.Nel 2006, in quelle stesse condizioni ci sono 4000 famiglie. Le autoritàsono convinte che ci sia un rapporto diretto tra i pignoramenti e la faciledisponibilità di prestiti in atto nello stato.23

Così, gli spregiudicati broker ipotecari, come gli oligarchi russi e imercanti di sesso, sono tra i gangster della globalizzazione. Ce lo spiegaun agente immobiliare del Montana.

Fino al 2006 i broker ipotecari non erano granché interessati al rimborsodel prestito perché percepivano la loro percentuale del mutuo all’ac-

46 Economia canaglia

Napoleoni_economia 14-12-2007 15:18 Pagina 46

Page 9: Cap 2 economia canaglia_Loretta napoleoni

quisto dell’immobile. Neppure le banche si preoccupavano: quando iprezzi delle case aumentavano a un ritmo vertiginoso e la domanda eraforte, gli bastava mettere in circolazione gli immobili pignorati e addirit-tura guadagnarci.

Spesso i banchieri avvertono costruttori e acquirenti, loro clienti, di unimminente pignoramento in modo da permettere loro di contattare ilproprietario e comprare l’immobile prima che sia messo all’asta. LaGlacier Bank di Kalispell, Montana, lo fa con gli immobili della vicinaed elegante Whitefish. Il nuovo acquirente compra l’immobile con unmutuo della banca pignorante, che ha solo da guadagnarci, visto chel’interesse del debito insoluto viene pagato prima di quello principale.

Se i prestiti facili e a buon mercato sono un forte incentivo per com-prare case più costose, anche il fattore psicologico della «soddisfa-zione» insita nel possesso di una casa è un elemento importante che in-duce la gente a indebitarsi al di là delle proprie possibilità. «Noi [ame-ricani] spacciamo la proprietà di un’abitazione come la soluzione a ogninostro problema e ciò sta creando molta instabilità» spiega JackyMorales-Ferrand, direttrice dell’edilizia dell’Office of Economic Deve-lopment di Denver prima del crollo del mercato delle ipoteche del2007.24 Il senso del possesso dell’immobile è particolarmente sentitodalle famiglie che vogliono lasciare un’eredità ai propri figli. L’industriadel credito sfrutta abilmente questo mercato presentando i mutui ipo-tecari come elemento tipico dell’immagine della famiglia perfetta diceto medio. È vero l’opposto. Le famiglie con figli dovrebbero evitaredi chiedere soldi in prestito perché le loro probabilità di fallimentosono più del doppio di quelle di ogni altro segmento della popolazioneamericana.25 E le previsioni per il futuro sono ancora più cupe.Elizabeth Warren, docente della facoltà di Legge di Harvard, lancial’allarme e sostiene che entro la fine del decennio oltre cinque milionidi famiglie con figli a carico presenteranno istanza di fallimento.«Significa che quasi una famiglia con figli, su sette, si dichiarerà alverde, sconfitta nel grande Monopoli dell’economia americana.»26

Nessuno controlla l’economia canaglia 47

Napoleoni_economia 14-12-2007 15:18 Pagina 47

Page 10: Cap 2 economia canaglia_Loretta napoleoni

Una ragnatela di illusioni economiche

È la foto di famiglia del dopoguerra. L’istantanea di padre, madre edue figli è il sogno americano per eccellenza, il mito del ceto medio.Un nucleo di valori fondanti che simboleggia la superiorità dello stiledi vita americano e racchiude in sé tutti gli elementi chiave del sogno:stabilità finanziaria, moralità, felicità, progresso e, soprattutto, omoge-neità. Il sogno pare coronare l’immagine dello stato concepita daiPadri fondatori:

Noi, popolo degli Stati Uniti, allo scopo di perfezionare ulteriormente lanostra Unione, di garantire la giustizia, di assicurare la tranquillità in-terna, di provvedere alla comune difesa, di promuovere il benessere ge-nerale e di salvaguardare per noi stessi e per i nostri figli il dono della li-bertà, decretiamo e stabiliamo questa Costituzione degli Stati Unitid’America.

Il sogno americano, però, è solo un sogno. Una bolla di vetro in cui il ca-pofamiglia al volante di una Ford fiammante va al lavoro ogni mattina.La bella moglie si diletta in casa con gli elettrodomestici, i due figli intel-ligenti, possibilmente belli e biondi, pedalano fino a scuola in un belquartiere di strade tutte uguali. È l’illusione preferita dai professionistidel marketing. Eppure, nell’immaginario collettivo del dopoguerra,sembra perfino credibile. Per decenni, la prosperità economica fa sì cheil ceto medio americano, ammirato e invidiato in tutto il mondo, si auto-convinca di vivere nel paese delle opportunità. Poi l’uragano Katrinaspazza via anche l’ultimo baluardo di illusione smascherando la vera na-tura del paese: una terra priva di infrastrutture adeguate a preservare lapropria popolazione dalla furia del vento, un paese afflitto dalla povertàe dall’ineguaglianza salariale. Il mondo ascolta attonito il calvario as-surdo e anacronistico di cittadini americani troppo poveri per noleg-giare un’auto o comprare il carburante con cui fuggire dalla città. Per laprima volta dal dopoguerra i coniugi Jones vengono espulsi dal quadro.Il ceto medio di New Orleans, povero e oltremodo indebitato, è affon-dato sotto la soglia della povertà.

Ma come fanno gli osservatori americani e stranieri che assistono

48 Economia canaglia

Napoleoni_economia 14-12-2007 15:18 Pagina 48

Page 11: Cap 2 economia canaglia_Loretta napoleoni

quasi increduli alla devastazione di Katrina a non sapere che il declinoeconomico dei «vincitori della Guerra fredda» è cominciato oltre un de-cennio prima? Come possono ignorare che la caduta del muro diBerlino libera un’ondata di forze economiche canaglia che erodono pro-gressivamente la ricchezza del ceto medio americano e inchiodano lamobilità sociale? È l’economia, e non la furia degli elementi, ad abbat-tere per sempre il sogno. La sua inconsistenza è svelata e la sua falsa na-tura messa a nudo. Eppure l’America e il mondo sembrano parimentiignari che il vero nodo dell’incubo non è la politica neoconservatrice diBush, ma l’economia canaglia: povertà, fallimenti e soprattutto disparitàdei redditi sono la condanna a morte del ceto medio.

Nemmeno due stipendi spesso bastano a mantenere una famiglia. Ein queste condizioni si trovano centinaia di milioni di persone intrappo-late nella classe media esattamente come i nostri coniugi Jones. Lorosono prigionieri di quella che Elizabeth Warren ha definito «la trappoladei due redditi», che li costringe a dover affrontare costi maggiori per ilsolo fatto di essere una famiglia e perché i sussidi sono scomparsi. Unapercentuale altissima dei redditi familiari finisce nel mutuo per pagarecase costose nelle sempre più rare zone che possono contare su servizi diqualità e buone scuole. Un’altra larga fetta è destinata all’assicurazionesanitaria e ai risparmi per l’università, il cui costo è salito del 78 percento nell’ultimo decennio.27 Le coppie con figli che lavorano hannoinoltre bisogno di assistenza per i bambini, e spesso di una secondaauto. Nel 2006 Kaysa Cobb, dirigente di una ditta di consulenza d’im-magine di Miami con due figli piccoli, spende 520 dollari al mese perl’assistenza alla bambina, 340 per l’auto e 400 di assicurazione sani-taria.28 I Cobb sono sempre in arretrato con i pagamenti e arrivano astento a fine mese. Eppure la signora Cobb nello stesso anno guadagna39 000 dollari, mentre il marito, assistente bibliotecario, ha una bustapaga di 21 000 dollari. Insieme, i loro stipendi superano il reddito mediofamiliare del 2006, che ammonta a 46 326 dollari. Per arrotondare, il si-gnor Cobb lavora anche come maschera e addetto alla manutenzione inun cinema per 5,45 dollari all’ora (poco più dei 5,15 dollari del minimosalariale) e la moglie pensa di lavorare il fine settimana come commessain un grande magazzino.29 Dal 2001, negli Stati Uniti il doppio lavoro èsempre più diffuso. Secondo il ministero del Lavoro, nel 2006 tra i sette

Nessuno controlla l’economia canaglia 49

Napoleoni_economia 14-12-2007 15:18 Pagina 49

Page 12: Cap 2 economia canaglia_Loretta napoleoni

e gli otto milioni di persone (il cinque per cento circa degli occupati, unamericano su 17) hanno più di un impiego.30 La maggioranza è sposatacon figli e vive perlopiù nel Midwest, la terra dei coniugi Jones.

La scarsa conoscenza del mondo che abitiamo è il risultato della ra-gnatela di illusioni economiche in cui viviamo, un labirinto di fumo especchi che altera la realtà e impedisce una chiara lettura degli eventi.

Prima che Katrina portasse il dramma di New Orleans nelle case ditutto il mondo, la gente associava la città al Mardi Gras, una sorta diparco giochi per adulti come Venezia o Las Vegas. Gli ambienti immagi-nari si dilatano nei periodi difficili perché il degrado economico erode lasocietà civile e altera la percezione che la gente ha di quanto la circonda.Dal 1989 in poi l’economia canaglia non fa che confondere i contornidella realtà e dà vita a un ambiente sempre più surreale.

Thomas Mann, con sensibilità di letterato, descrive l’effetto dell’ero-sione economica sulla realtà nel romanzo Disordine e dolore precoce(Sperling & Kupfer, Milano 1945), il racconto di una giornata nella vitadel dottor Abel Cornelius, professore di storia durante la Repubblica diWeimar nel periodo dell’iperinflazione. Mann attribuisce la dissoluzionedel senso dell’autorità alla follia monetaria che domina la Repubblica diWeimar. «[…] l’inflazione intacca molto più del portafoglio della gente:cambia il modo di vedere il mondo, indebolisce persino il senso direaltà. In breve, Mann indica un legame tra iperinflazione e quella chespesso è definita iperrealtà.»31

Oggi la Repubblica di Weimar è un ricordo sbiadito, ma il Midwest èstretto nella morsa dell’iperdebito, che produce effetti simili a quelli dell’i-perinflazione. Il debito erode il reddito nello stesso modo in cui l’infla-zione riduce il valore della cartamoneta, costringendo la gente ad abbas-sare gli standard di vita. Mann racconta come «Cornelius e la famiglia vi-vono in un tempo in cui non possono neanche più mangiare un dessert,ma un surrogato. Costretti dall’inflazione a fare economia, non possonopiù permettersi un vero dolce».32 Ma il ceto medio americano deve anchefare i conti con il deprezzamento diffuso del mondo globale. Il signorJones ha smesso di comprare bistecche ed è passato agli hamburger: poi,quando non potrà più permettersi quelli freschi, comprerà quelli surgelatie così via, scendendo gradino dopo gradino lungo la scala della qualità,alla costante ricerca di un Ersatz, un surrogato, sempre più economico.

50 Economia canaglia

Napoleoni_economia 14-12-2007 15:18 Pagina 50

Page 13: Cap 2 economia canaglia_Loretta napoleoni

E l’inflazione, come l’iperdebito, cambia il modo di pensare dellagente, perché la costringe a vivere alla giornata. La famiglia americanadel ceto medio non può più programmare le ferie, le feste di com-pleanno e neppure il futuro dei figli, perché non sa se domani avrà an-cora una casa. La paura dell’insolvenza e del fallimento diventa un’os-sessione e tutte le energie sono risucchiate dallo sforzo per restare agalla. Ogni giorno la signora Cobb si confronta con i problemi econo-mici della sua famiglia rincasando dal lavoro, quando va a prendere ma-rito e figli. Sono lì in macchina, imbottigliati nel traffico e «la conversa-zione ruota sempre attorno a come fare per migliorare le loro vite: cometagliare i costi? Forse il marito dovrebbe iscriversi a un’università serale?Dove potrebbero permettersi di vivere?».33

Thomas Mann racconta che la casa di Cornelius è disseminata di og-getti rotti: il lavello non viene riparato da due anni. L’iperinflazionerende obsoleti i lavori di manutenzione e le parti di ricambio, perché èimpossibile stare al passo con l’aumento dei prezzi. Allo stesso modo l’i-perdebito impedisce al ceto medio americano di riparare la casa: il de-naro necessario manca sempre.

Mentre l’economia canaglia lacera la società, la gente cade in unasorta di trance esistenziale, si sente confusa. «A volte mi chiedo» rac-conta la signora Cobb al Washington Post, «“la mia vita è normale?”» Imezzi d’informazione contribuiscono allo stordimento generale perchéforniscono ai lettori un mondo positivo del tutto illusorio in cui rifu-giarsi. Confezionano false speranze parlando vanamente dell’alto tassodi crescita dell’economia. Ma sono solo illusioni. Un lavoro degli econo-misti Ian Dew-Becker e Robert Gordon dimostra che dal 1997 al 2001 ilgrosso della crescita arricchisce sostanzialmente gli amministratori dele-gati delle aziende, tra i quali figurano anche ex membri del consiglio diamministrazione della Enron, superstar del cinema, atleti, magnati deimass media e altre celebrità.

Mann percepisce il legame tra il mondo dell’inflazione e quello deimoderni mezzi d’informazione. Il governo crea un’illusione di ric-chezza corrompendo i media più fedeli: così, i mezzi di comunica-zione contribuiscono alla creazione di un mondo di fantasia. Neglianni venti, Mann è già consapevole di come la tecnologia e la natura

Nessuno controlla l’economia canaglia 51

Napoleoni_economia 14-12-2007 15:18 Pagina 51

Page 14: Cap 2 economia canaglia_Loretta napoleoni

sempre più mediata della vita moderna creino nuove possibilità perl’inganno.34

I mezzi d’informazione aiutano la società a sprofondare in terreni di fan-tasia, confezionati per far dimenticare un mondo in sfacelo. Così gliamericani credono a Bush quando li rassicura sul fatto che tagliare letasse ai ricchi porterà benefici ai poveri. Le slave si immedesimano neifilm hollywoodiani e spesso si prostituiscono nella convinzione che,come la «Pretty Woman» del film, prima o poi finiranno nelle braccia diun principe azzurro. Che non arriva quasi mai.

Via via che la realtà perde i contorni, scompaiono anche i vecchi va-lori. Avere una laurea, un lavoro e creare una famiglia significa replicareil triste destino del ceto medio: e non è più una bella prospettiva. Lagente si fa allora ossessionare dalle celebrità. Le vite eccezionali fatte di«spazzatura per la mente» propinata in grandi dosi da giornali e televi-sione. Alle casse dei supermercati, i consumatori americani vengono os-sessionati dalle «celebrities» che ammiccano dalle copertine patinate,quello è il mondo dove sono tutti belli, in forma e sorridenti, e i lettorinon possono fare a meno di sognare a occhi aperti di unirsi a loro.Anche in Disordine e dolore precoce un giovane immagina di diventareun attore famoso. Oggi sognerebbe di vincere il Grande Fratello o dicompetere nell’Isola dei Famosi. I reality show spesso hanno un doppio«vantaggio»: aiutano gli spettatori a distrarsi o a negare la propria realtà,e si possono avvalere di attori non pagati, proprio perché sono loro iprimi illusi a caccia di fantasie!

L’impatto dell’iperdebito replica dunque quello dell’iperinflazione:altera la percezione del reale, costringendo la gente a stordirsi di illu-sioni per riuscire ad affrontare il declino socioeconomico. La speranza èche quanto sta succedendo al ceto medio americano non degeneri nellafollia totale. Non si può sottovalutare il dato storico. Quando laRepubblica di Weimar crolla, l’iperrealtà è fondamentale per la nascitadel Terzo Reich. I pericoli del nazismo vengono gravemente sottovalu-tati da una popolazione che ha perso la capacità di distinguere tra fan-tasia e realtà.

52 Economia canaglia

Napoleoni_economia 14-12-2007 15:18 Pagina 52

Page 15: Cap 2 economia canaglia_Loretta napoleoni

Il ritorno dell’età dell’oro

Per comprendere il declino economico americano bisogna dunque di-stricarsi nella ragnatela di false certezze economiche confezionate per ilpubblico da politici e mezzi d’informazione. Le stime dell’economiaamericana sono incoraggianti da anni. Nel 2006 la crescita del Pil si as-sesta su un dignitoso 3,1 per cento, la disoccupazione è al 4,5 per centoe l’inflazione è ferma al 2,4 per cento. La disparità dei redditi negli StatiUniti, però, raggiunge livelli che non si conoscono dagli anni venti,quando il divario tra ricchi e poveri tocca l’apice e il concetto di «mobi-lità sociale» diventa spesso l’anticamera della povertà. Una incon-gruenza solo apparente con una ragione semplice: i ricchi e i ricchissimid’America si stanno divorando la maggior parte della torta economica.

Oggi la disparità dei redditi è a livelli da Medioevo, quando le eco-nomie sono soffocate dal sistema feudale e «l’arcivescovo di Salisburgo èproprietario di un terzo del Pil della regione dove risiede».35 Per dareun’idea concreta del divario tra classe media e superricchi facciamo ri-corso allo strumento creato dall’economista olandese Jan Pen: la «paratadei redditi».36 Immaginiamo una parata nazionale in cui la popolazionemarci a diverse altezze a seconda del reddito. Chi ha un reddito medio èalto un metro e settanta, mentre chi ha il reddito più basso rasenta ilmetro, ovvero la soglia della povertà. Al di sotto ci sono i poverissimi. Laparata comincia da loro. Mano a mano che la gente sfila, l’altezza au-menta, ma molto lentamente. Solo alla fine, quando è il turno dell’ultimoun per cento della popolazione, di colpo sfilano dei giganti. Gli allena-tori-manager di squadre di calcio come Sir Alex Ferguson (sei milioni didollari all’anno) sono alti 300 metri, ma sono ancora relativamente bassirispetto a un David Beckham, che arriva a tre chilometri di altezza. Laparata si chiude con un certo numero di colossi alti decine e decine dichilometri. Tra loro si riconosce gente come Stephen Schwarzman – di-rettore generale e cofondatore del gruppo Blackstone, leader mondialedel private equity – che nel 2006 ha guadagnato 2,5 miliardi di dollari.

L’accelerazione della disparità dei redditi è una delle conseguenze di-rette dell’economia canaglia: la politica non solo è incapace di impedireil divaricarsi della forbice tra i ricchissimi e il resto della popolazione,ma addirittura lo facilita.

Nessuno controlla l’economia canaglia 53

Napoleoni_economia 14-12-2007 15:18 Pagina 53

Page 16: Cap 2 economia canaglia_Loretta napoleoni

Cerchiamo di capire come la politica fiscale, strumento tradizionaleusato per ridistribuire ricchezza, privilegi i ricchi invece dei poveri. Così,dal 1980 al 2004, la percentuale di reddito lordo che finisce nelle manidell’un per cento più ricco della popolazione americana sale dall’otto al16 per cento. Nello stesso periodo, per il 90-95 per cento dei percettoririmane ancorata al dodici per cento.37 Questo significa una sola cosa.L’imposizione fiscale è diventata regressiva: minore è il reddito, mag-giori sono le tasse. Una follia sul piano politico e sociale.

Anche in Europa la disparità dei redditi cresce in fretta e il divariopiù ampio tra i ceti lo si trova nel Regno Unito. Dal 2004 al 2007 inGran Bretagna il numero dei poveri sale da 12,1 a 12,7 milioni, mentre iprofitti delle aziende nel 2006 raggiungono i livelli più alti dal 1965. Ilproblema è che la distribuzione del reddito è diventata iniqua. Nellaprima metà del 2006 lo stipendio dei dirigenti ai vertici delle società saledel 28 per cento, al contrario gli stipendi medi settimanali degli impie-gati scendono, con l’inflazione, dello 0,4 per cento.

Secondo la Goldman Sachs, i margini di profitto delle imprese au-mentano con regolarità dal 1989, e raggiungono l’apice nel 2006 grazieal calo della quota di reddito nazionale destinata ai lavoratori. Il mag-giore profitto si fa sulle spalle dei lavoratori anche in conseguenza del-l’aumento esponenziale dell’offerta di manodopera a livello mondiale.«Come suggerisce la legge della domanda e dell’offerta, quando il la-voro supera il capitale, il costo del lavoro crolla e gli utili sul lavoro,cioè gli stipendi reali, ristagnano, mentre gli utili sul capitale, cioè i pro-fitti, aumentano» spiega George Magnus. Tutto questo potrebbe esseretenuto sotto controllo da una politica consapevole dei rischi sociali diquesto trend. Ma nessuna scelta radicale è ancora stata fatta. Così l’ac-cumulo della ricchezza continua ad andare ai dirigenti, alle banched’investimento e ai divi del gossip, almeno per i prossimi cinquant’anni,quando i salari dei paesi in via di sviluppo raggiungeranno quellidell’Occidente.

L’aspetto più sconcertante è che a riempire i portafogli degli stra-ricchi della globalizzazione non è l’utile sull’investimento, ma l’aumentodegli stipendi. E l’arricchimento non avviene grazie ai balzi dei loro pac-chetti azionari, ma perché il loro lavoro è superpagato.

54 Economia canaglia

Napoleoni_economia 14-12-2007 15:18 Pagina 54

Page 17: Cap 2 economia canaglia_Loretta napoleoni

La crescita delle multinazionali e dei mercati permette alle «superstar»– nel mondo del business, della finanza, dello sport, del diritto e dell’in-trattenimento – di ampliare la base su cui far fruttare il loro talento, ac-crescendo così i propri introiti.38

Questa pratica funziona per chiunque sia in grado di globalizzare il pro-prio lavoro. Un caso tipico sono le star dello sport. Alex Rodriguez deiNew York Yankees è il giocatore di baseball più pagato della storia. Nel2006 guadagna 22 milioni di dollari, «il quadruplo di quello che BobbyBonilla percepì nel 1993 […], 44 volte lo stipendio medio di un gioca-tore di baseball professionista. Bonilla guadagnava solo 14 volte [piùdello stipendio medio dei suoi colleghi]».39 Sebbene alcuni esperti dibaseball trovino discutibile il paragone tra Alex Rodriguez e BobbyBonilla, visto che Rodriguez è una vera superstar mentre Bonilla infondo non lo è mai stato, rimane il fatto che gli stipendi dei professio-nisti di molti sport, il baseball come il calcio, sono ormai fuori controllo.

La notorietà globale sembra essere la giustificazione dei guadagnifolli che vengono assorbiti dalle vendite di biglietti negli stadi e nelle salecinematografiche. «La globalizzazione espande il mercato in cui un indi-viduo di talento può convogliare le proprie capacità, mentre la tecno-logia permette alle imprese di crescere a dismisura.»40 All’estremo op-posto dello spettro del reddito troviamo chi lavora all’ombra dell’attivitàdelle superstar, da chi taglia l’erba dei campi di calcio ai bigliettai dei ci-nema. Dunque il paradosso è che chi contribuisce realmente al mecca-nismo di produzione dell’enorme massa di denaro da parte delle star,sprofonda nella povertà. I lavoratori, resi deboli dall’aumento della ma-nodopera sul mercato, in termini reali guadagnano meno oggi che alcunidecenni fa. La globalizzazione spezza il legame tra produttività e gua-dagno reale a livello locale, creando una nuova interdipendenza malatadell’economia canaglia.

I nostalgici del sogno americano dovrebbero guardare al NordEuropa, dove il ceto medio esiste ancora e la disparità dei redditi è stataarginata grazie a politiche ad hoc. Solo nei paesi scandinavi è possibiletrovare il tipo di mobilità sociale evocato nel motto che ne era alla base:«l’America è la terra delle opportunità». Oggi negli Stati Uniti e in GranBretagna è molto probabile che i figli dei ricchi e dei poveri rimangano

Nessuno controlla l’economia canaglia 55

Napoleoni_economia 14-12-2007 15:18 Pagina 55

Page 18: Cap 2 economia canaglia_Loretta napoleoni

imprigionati nel loro status sociale d’origine, mentre nei paesi nordicisalgono le possibilità di ascesa sociale.

Un rapporto pubblicato negli Stati Uniti dal National Bureau ofEconomic Research (Nber) avverte che la disparità dei redditi inAmerica sta tornando ai livelli di oltre un secolo fa. Il paragone è conl’età dell’oro della fine dell’Ottocento, quando il divario tra ricchi e po-veri raggiunge l’apice. Nel 1899 l’economista americano ThorsteinVeblen ribattezza i grandi ricchi dell’età dell’oro la «classe del dolce farniente» dedita al «consumismo cospicuo».41 Per Veblen, la società ame-ricana uscita dalla fase di industrializzazione è mossa unicamente dallaricerca del piacere e dal consumismo. La «classe del dolce far niente» ècostituita, in quegli anni, da persone che hanno perduto i valori di epocavittoriana. Alla morale del lavoro duro e nobilitante si sostituisce la tol-leranza nei confronti della corruzione.

La Prima guerra mondiale è solo una parentesi per la «classe deldolce far niente», che alla fine del conflitto riprende subito le sue abitu-dini consumistiche. Francis Scott Fitzgerald cattura alla perfezionequesto mondo edonista ed eticamente allo sbando nel romanzo Il grandeGatsby. È la storia di un amore avido e sfortunato nell’età del jazz deiruggenti anni venti. Gatsby e tutti quelli che condividono la sua esi-stenza sono truffatori, avventurieri di borsa, star del cinema e dello sporte «vivono in una società mobile e fluida». Il consumismo è centrale nelleloro esistenze e ha eroso a tal punto il fondamento degli ideali americaniche «la libertà e la ricerca della felicità [dei Padri fondatori] si traduce inuna serie di scelte su dove giocare a golf o dove acquistare una camicia».Come rileva Veblen, ciò che conta per la classe agiata non è tanto la pro-prietà dei mezzi di produzione di marxiana memoria, quanto la pro-prietà dei mezzi di consumo.

E oggi ci risiamo. Una nuova classe di celebrità e miliardari, genteche vive in una dimensione altra rispetto ai comuni mortali, raccoglie apiene mani i frutti dell’economia globale. Lo sviluppo del capitalismotransnazionale spinto dalla finanza e dalla speculazione rampanterafforza la moderna e globalizzata «classe del dolce far niente» saccheg-giando la porzione di ricchezza che spetterebbe al ceto medio.

La storia avverte che l’estrema disparità dei redditi può essere disa-strosa.

56 Economia canaglia

Napoleoni_economia 14-12-2007 15:18 Pagina 56

Page 19: Cap 2 economia canaglia_Loretta napoleoni

Il professor Tony Atkinson, eminente economista specializzato nelladistribuzione del reddito, dimostra che negli anni ottanta la disparità deiredditi in Gran Bretagna cresce più che in qualsiasi altro paese europeoe provoca la recessione dei primi anni novanta che, non a caso, è il ral-lentamento della crescita più grave mai vissuto da un paese europeo daldopoguerra in avanti.

Proseguiamo nel paragone illuminante con l’età dell’oro. Quel tipodi società ed economia porta alla Prima guerra mondiale e i ruggentianni venti si concludono con il crollo del 1929, che innesca la Grandedepressione. Quel decennio di disoccupazione selvaggia mette in evi-denza il pericolo insito nella concentrazione della ricchezza di intere na-zioni nelle mani di pochi. Fortunatamente, l’economista inglese JohnMaynard Keynes presta soccorso all’agonizzante economia americana esuggerisce, oltre a un massiccio intervento del governo nel mercato dellavoro, l’introduzione di nuove politiche in grado di ridurre notevol-mente la disparità dei redditi e incoraggiare la diffusione della proprietàdelle azioni tra la popolazione.

Ma oggi quelle misure non basterebbero a domare la natura selvaggiadell’economia canaglia.

Il ritorno del grande Gatsby

Il declino sociale immobilizza i nostri coniugi Jones in una ragnatela diillusioni. La coppia vive in una prigione dai confini invisibili, ignaradelle ragioni per cui il suo livello di vita peggiora di giorno in giorno. C’èsolo un modo per sopravvivere all’angoscia di un quotidiano grigio e mi-naccioso: fantasticare. Un’unica soluzione: la fuga. Almeno mentale.

Anche il giovane Gatsby, quasi un secolo fa, si trova in una situazionesimile. Circondato da insormontabili barriere socioeconomiche che loisolano dal mondo dei ricchi, si rifugia in una dimensione immaginaria. Iquartieri poveri e ricchi dei ruggenti anni venti, che Fitzgerald raccontacon il West Egg e l’East Egg, sono l’immagine stessa della distanza tral’esistenza misera del giovane Gatsby e la sua brama di ricchezza. Gatsbyè totalmente all’oscuro del concetto di distribuzione dei redditi, non sache la smodata ricchezza dell’East Egg è la vera ragione della povertà del

Nessuno controlla l’economia canaglia 57

Napoleoni_economia 14-12-2007 15:18 Pagina 57

Page 20: Cap 2 economia canaglia_Loretta napoleoni

West Egg. Allo stesso modo, lui è altrettanto indifferente alla riforma so-ciale che all’epoca è considerata un’utopia. Nel romanzo, ricchi e poverisono separati da una distanza incolmabile rappresentata dall’acqua. Soloun miracolo, un colpo di fortuna o, come nel caso di Gatsby, una tenacevolontà che non si arresta davanti a niente, crimine compreso, possonoavvicinarli.

E i nostri coniugi Jones sono mossi da sentimenti simili davanti allecelebrità che scorrono sullo schermo della grande tv acquistata a ratenella loro modesta casetta nel Midwest. I due metri che li separano fi-sicamente dall’apparecchio diventano allegoria della distanza plane-taria che esiste tra il loro salotto e l’universo lucente dei super ricchi.Ma loro, come Gatsby, non vogliono cambiare il mondo. Desideranosolo fuggire e trovarsi miracolosamente dall’altra parte dello schermo.I coniugi Jones vogliono diventare élite. Questo è il loro sogno scon-fitto. Marx direbbe che né Gatsby né i coniugi Jones sono consapevolidella propria situazione; Thomas Mann ci racconterebbe la loro confu-sione sull’esistenza. Entrambi, però, riconoscerebbero che il vero ne-mico da combattere, quello che tiene in scacco Gatsby e i signoriJones, è l’ignoranza.

Solo l’ignoranza impedisce a Gatsby di distinguere tra ricchezza e fe-licità, al punto che la sua caccia al denaro giustifica tutto, compresa laviolazione della legge. Il ceto medio americano di oggi e quello delmondo industrializzato sono vittime dello stesso malessere. «I soldi sonoil cuore della cultura italiana contemporanea e la gente lo trova nor-male»42 dice Francesca Comencini, regista del film A casa nostra, in cuidescrive la trasformazione dell’Italia in un luogo in cui venalità e immo-ralità regnano sovrane. La caccia al denaro infrange le barriere morali edetiche e facilita la diffusione dell’economia canaglia.

Eppure nessuno sembra esserne consapevole. Gli italiani paiono non rendersi conto di aver perso il proprio spirito

etico, spiega la Comencini. A casa nostra ripropone l’analisi che Veblenfa dell’imbarbarimento del quotidiano causato dall’avvento della «classedel dolce far niente». E nella pellicola si intuisce la paura, il pericolo chei valori, una volta persi, possano non essere mai completamente recupe-rati.

A casa nostra è un intreccio caleidoscopico di vicende incentrate sul

58 Economia canaglia

Napoleoni_economia 14-12-2007 15:18 Pagina 58

Page 21: Cap 2 economia canaglia_Loretta napoleoni

tentativo dell’alta finanza italiana di assumere il controllo di una banca. Ilfilm è ambientato a Milano, capitale finanziaria dell’Italia, ma potrebbebenissimo essere stato girato a Londra, il cuore della finanza globale. È aLondra, infatti, che oggi sarebbe rivolto lo sguardo famelico del giovaneGatsby: oltre l’oceano fisico e ideale che lo separa dal mondo degli stra-ricchi. Chelsea, Hampstead, Belgravia, i quartieri londinesi a più altaconcentrazione di miliardari al mondo, sono i moderni East Egg.

I «nuovi ricchi» sono la linfa vitale della capitale edonistica del NewLabour di Tony Blair, forti del denaro accumulato principalmente at-traverso i meccanismi dell’economia canaglia. L’atmosfera europea diLondra regala ai suoi quartieri ricchi la stessa patina di eleganza e diclasse che dipingeva i «vecchi ricchi» dell’East Egg. Il moderno Gatsbysi troverebbe benissimo a Chelsea, un ghetto per nouveaux riches dovenel 2006 il prezzo delle abitazioni sale di 1893 sterline al giorno.43

Gatsby si sentirebbe a proprio agio in questa «Città-Monopoli» a gran-dezza naturale, perché per strada c’è gente come lui. I suoi replicantidel 2000 sono oligarchi russi, calciatori europei, magnati cinesi e in-diani, attori, star della tv e cantanti, finanzieri che negli ultimi 15 annisono riusciti a intascare una fetta spropositata della nuova ricchezza.Loro sono i veri vincitori. Gli arricchiti dell’era globale.

Dopo il 1989, la moderna «classe del dolce far niente» si trasferisce aLondra per approfittare di una vecchia legge fiscale vittoriana. GrantWoods, ex direttore della banca privata Coutts, di cui sono clienti la re-gina e l’aristocrazia britannica, spiega:

La legge fu pensata per proteggere i profitti dei proprietari delle pianta-gioni dell’Impero, dai Caraibi all’Africa e all’India. Potevano conservarela residenza in Gran Bretagna e spostare il domicilio fiscale all’estero,dove avevano le proprie attività. Perciò veniva tassato solo il reddito cheportavano in Inghilterra, mentre il resto era esentasse.

Questa legge viene oggi applicata ai nuovi miliardari che risiedono aLondra. La natura canaglia del sistema fiscale britannico permette a chiintasca una grossa fetta della nuova ricchezza di non pagare le tasse inpatria. Solo gli americani non possono trarre benefici da questa legge,perché gli Stati Uniti tassano i loro cittadini sui redditi globali.

Nessuno controlla l’economia canaglia 59

Napoleoni_economia 14-12-2007 15:18 Pagina 59

Page 22: Cap 2 economia canaglia_Loretta napoleoni

Quando lavoravo alla Coutts, riorganizzai il portafoglio di svariati oli-garchi russi che approfittarono di questa norma. Ottenere la residenza inGran Bretagna è molto facile. Basta versare una grossa somma di denaroin una banca del paese e lasciarcela.

Il denaro non è più un ostacolo per i nouveaux riches della globalizza-zione visto che, trasferendosi nel Regno Unito, evitano la tassazione sumiliardi di dollari nel proprio paese. Ironia vuole che sia proprio l’11settembre a incoraggiare i miliardari di tutto il mondo a trasferirsi aLondra. Aggiunge Woods:

La severa legge finanziaria introdotta negli Stati Uniti dopo l’attentatoha finito con il penalizzare le strutture offshore dei Caraibi. A ciò si ag-giunga il monitoraggio globale delle transazioni in dollari da parte delleautorità monetarie americane. La sterlina e l’euro sono improvvisamentediventate valute d’investimento molto allettanti. Così si spiega perchésono anche divenute le valute preferite per i fondi di investimento e pergli hedge funds.

Oggi il grande Gatsby di Fitzgerald avrebbe fatto fortuna con la ge-stione illegale di hedge funds o di private equity come il protagonista diA casa nostra. Come i contrabbandieri del proibizionismo, i managerspregiudicati degli hedge funds sono tra i più potenti gangster della glo-balizzazione, banditi della finanza che usano il potere per schiacciare leindustrie e aggirare la legge. Nel film della Comencini, sono i finanziericorrotti a controllare la Milano «da bere» dell’alta finanza. Scoprire lacorruzione nel sistema degli hedge funds è difficile perché non sono re-golamentati. Questi fondi sono invenzioni sensazionali dell’era globaleperché, gestendo enormi sacche di denaro, riescono a eludere i controllinazionali monetari e finanziari.44 Il loro potere si autoalimenta. E questopermette agli hedge funds di rimodellare il mercato finanziario globale aproprio vantaggio. La stessa cosa è accaduta per gli strumenti derivati,detti anche futures, il cui obiettivo iniziale45 era quello di proteggere icommercianti dalle fluttuazioni dei tassi di cambio.

Vediamo in che modo i futures nascano come una sorta di assicura-zione contro il rischio, fluttuazioni di tassi di cambio e tassi di interesse,

60 Economia canaglia

Napoleoni_economia 14-12-2007 15:18 Pagina 60

Page 23: Cap 2 economia canaglia_Loretta napoleoni

ma finiscano per assumere vita propria fino a diventare meri espedientifinanziari e contabili per evitare le tasse, occultare la cattiva gestione, ag-girare la legge, alterare gli stati patrimoniali e speculare. Basta vedere ilcaso Parmalat, dove i buchi nel bilancio sono stati nascosti grazie ai deri-vati.

L’ingresso degli hedge funds nel mercato dei derivati è intimamentelegato alla globalizzazione dell’economia mondiale. Nel 2005 e nel 2006,per esempio, l’ascesa della Cina crea un boom del consumo di materieprime senza precedenti. La Cina, considerata per lungo tempo dagliStati Uniti una docile colonia manifatturiera, oggi è il maggior consuma-tore al mondo di acciaio, rame e stagno e il secondo importatore di pe-trolio, e infatti è in parte responsabile del rincaro record del greggio.Negli ultimi anni gli hedge funds hanno pesantemente speculato suimercati delle materie prime, facendo salire i prezzi in modo esponen-ziale.

Solo più di recente, gli hedge funds hanno preso di mira il mercatoazionario, nel quale hanno introdotto l’inedita pratica del privateequity.46 Questo strumento consiste in sostanza nell’acquisto di aziendepubbliche con capitale a prestito. Una volta acquisite, le aziende ven-gono passate in mani private e tolte dalle quotazioni di borsa, riducendocosì il grado di controllo pubblico sulle loro attività.47 Spesso le impresevengono acquistate solo per essere smembrate e poi rivendute per seg-menti al maggior offerente. Una delle prime conseguenze è il licenzia-mento dei dipendenti e lo scorporo dei beni. Non a caso il Fondo mone-tario internazionale e molti economisti di rilievo sono preoccupati daglienormi rischi di crolli incontrollabili in un sistema sempre più opaco.

I gestori di hedge funds e private equity sono l’ultima frontiera delcapitalismo globale.

Analizziamo allora le loro mosse.Si servono di denaro per produrre altro denaro attraverso un molti-

plicatore fittizio di contanti che non produce nuova ricchezza. Anche laricchezza di Gatsby è stata accumulata grazie a un modello simile appli-cato all’epoca proibizionista americana. Il meccanismo segue la regoladel «2 e 20». Per ogni mille dollari da cui un investitore si separa, l’am-ministratore del fondo storna il 2 per cento e, se il fondo è redditizio,storna un altro 20 per cento sui profitti annuali. Il resto del denaro fi-

Nessuno controlla l’economia canaglia 61

Napoleoni_economia 14-12-2007 15:18 Pagina 61

Page 24: Cap 2 economia canaglia_Loretta napoleoni

nisce nel conto a margine della stanza di compensazione48 oppure nell’a-genzia d’intermediazione dove accumula interessi, pronto per essere tra-sferito nella successiva avventura speculativa. Non avviene alcun miglio-ramento dei rendimenti industriali e nessuna vera crescita economica,poiché il denaro non è usato per investimenti reali.49 Per i gestori dihedge funds il denaro produce denaro. E all’epoca del proibizionismo iclienti arricchiscono Gatsby scolandosi una bottiglia via l’altra. Ma poici sono altre valutazioni. Se l’attività di Gatsby è illegale, il comporta-mento degli hedge funds è quanto meno amorale.

Certamente dannoso per la società.E torna d’attualità l’analisi di Thorstein Veblen, che descrive gli uo-

mini d’affari dell’età dell’oro come la manifestazione della «classe deldolce far niente». Sono affaristi che non producono beni o servizi, ma silimitano a spostarli e ad ammassare profitti. Hedge funds e privateequity funzionano, un secolo dopo, allo stesso modo: distolgono ingentisomme di denaro dagli investimenti reali e prolungano lo squilibrio traofferta globale di lavoro e capitale. Il risultato è il drastico impoveri-mento della classe media. Veblen paragona gli affaristi ai barbari: en-trambi usano l’astuzia e la forza per arricchirsi a spese altrui. I nuovibarbari non vivono del loro lavoro ma dei frutti dei saccheggi e delleloro attività predatorie.

A spese della società.La classe agiata del ventunesimo secolo, schiava del consumismo

sfrenato, sta trasformando le capitali occidentali in giganteschi ed esclu-sivi centri commerciali. E mentre la ricchezza prodotta nei paesi indu-strializzati viene progressivamente consumata e mai investita, l’India, laCina e tutti i mercati emergenti non fanno altro che investire capitale emanodopera per migliorare il proprio livello di industrializzazione, nelforsennato tentativo di raggiungere e superare l’Occidente. E ce la fa-ranno presto.

Così saranno loro a produrre la maggior parte dei beni venduti neinuovi centri commerciali urbani della «classe del dolce far niente», al-meno fino a quando i loro stessi mercati saranno in grado di assorbire laquasi totalità della loro produzione. A quel punto, il consumo occiden-tale perderà il suo vantaggio comparato e il commercio subirà una para-lisi.

62 Economia canaglia

Napoleoni_economia 14-12-2007 15:18 Pagina 62

Page 25: Cap 2 economia canaglia_Loretta napoleoni

Il risultato sarà devastante.La manodopera occidentale diventerà il vero proletariato del pianeta

e le economie dell’Ovest dovranno fare i conti con il proprio declino.Finirà l’età delle illusioni di massa.

Il ceto medio occidentale oggi è impoverito, ma non vede questo sce-nario grazie all’effetto ottico provocato dalla ragnatela di illusioni eco-nomiche, la «matrix del mercato». Contemporaneamente la «classe deldolce far niente» è accecata da un’ossessiva caccia all’edonismo, è an-nebbiata dalla bulimia di consumo. La natura canaglia della nostra eco-nomia sfugge paradossalmente a tutti, poveri e ricchi. Per ragioni op-poste.

L’età del jazz di Gatsby è il parco dei divertimenti di straricchi egrandi truffatori, i gangster dell’epoca dell’oro. Il proibizionismo fa ilgioco della criminalità organizzata che, grazie agli sconcertanti profittidel rum, riesce a comprarsi una rilevanza politica. La disparità dei red-diti galoppa e la povertà cresce. Il dato su cui riflettere è che in quel mo-mento la classe dominante non è in grado di prevedere la fine dell’etàdell’oro, convinta com’è di controllare l’economia. L’illusione vienespazzata via dal 1929.

È forse un po’ forzato paragonare criminali come Al Capone aglispietati affaristi che controllano l’alta finanza o equiparare le opportu-nità create dal proibizionismo all’outsourcing e all’offshoring, ma non èdel tutto illegittimo vederne le contiguità di metodo e atteggiamento coni «protettori» della globalizzazione e gli oligarchi che mettono in gioco iloro profitti illeciti nell’alta finanza. Si tratta per lo più di personaggi chesi reputano al di sopra dello stato e soprattutto padroni dell’economiaglobale.

La storia dimostrerà che si sbagliano. A partire dalla caduta del muro di Berlino, il capitalismo ha subìto

mutazioni che sembrano tutte confermare una cosa sola: nessuno, nél’alta finanza né la criminalità organizzata, è ormai in grado di control-lare l’economia canaglia.

Sarà lei a vincere la partita.

Nessuno controlla l’economia canaglia 63

Napoleoni_economia 14-12-2007 15:18 Pagina 63