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capitolo 5 Geosfera - Arpa Sicilia · Quadro sinottico Indicatori per Geosfera Copertura Rappresentazione Tema Nome Indicatore Tabelle DPSIR S T ... dei rifiuti, le grandi arterie

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Annuario regionale dei dati ambientali 2011 GEOSFERA

Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente - Sicilia 5.

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5 .GEOSFERA Autori: Salvatore Caldara, Giorgio D’Angelo, Domenico Galvano, Antonino Granata, Alberto

Mandanici, Virginia Palumbo

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Annuario regionale dei dati ambientali 2011 GEOSFERA

Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente - Sicilia 5.

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Quadro sinottico Indicatori per Geosfera Copertura Rappresentazione

Tema Nome Indicatore D

PSIR

S T

Stato e

Trend

Tabelle Figure Riferimenti Normativi

Vendita e distribuzione di fertilizzanti

P P 2000-2010 5.1 – 5.8 5.1 – 5.7

Reg.CE 2003/03, 796/04, 1698/2005, 73/2009; Dir. 91/676/CEE CE-COM(2002)179, CE-COM (2006)231, 2008/98/CE , COM(2005) L. 748/84 e s.m.i.; D. Lgs. 252/00,D lgs. 152/06 D. Lgs. 217/06; DM MiPAF 19/4/99; 13/12/04; 6/7/05; 7/4/2006; 18/12/09, 22/12/09 n.30125; DDG. ARTA/AAFF. 121/05, Decreto interassessoriale 53/2007, DDG, n° 138 del 23/2/06, D.D.G. n. 2945 del 24.12.08 “Condizionalità della PAC per l’anno 2009”; D.D.G. n. 135 del 19.02.2010 “Condizionalità della PAC per l’anno 2010”;

Vendita e distribuzione di prodotti fitosanitari

P P 1996-2010 5.9 – 5.16 5.8 – 5.19

Reg.CE 178/02, 852/04, 396/05, 1698/05, 1185/09, 1107/09, 65/2011, 679/2011 Direttive 79/117/CEE e 91/414/CEE, 91/676/CEE, 2009/128/CE, 2009/127/ CE, 2006/42/CE, CE-COM (2002) 179, (2002) 349, (2006)231, Dec. 2004/259/CE, COM(2006) 372, COM (2006) 373, COM (2006) 778, L. 283/62, 146/94, 362/99, 176/02, Cod. comp. prod. fitos.: FAO 1986 e s.m.i., DPR: 1255/68, 223/88, 290/01, 217/04, D.Lgs.: 194/95, 22/97, 173/98, 65/2003 (classificazione), 214/05, 152/06, D.M. Sanità: 16/7/99, 19/5/00, 22/7/03, 7/5/04, MIPAF: 17/11/04; 13/12/04, DDG AAFF 193/05, DDG ARTA/AAFF/Sanità 357/07

Siti contaminati S/R P 2011

5.20 5.21 5.22 5.23 5.24

L. 441/87D.Lgs. 22/97 D.M. 185/89 D.M. 471/99 D.Lgs.152/06 D.Lgs. 4/08 D.Lgs. 128/10

CO

NTA

MIN

AZI

ON

E D

EI S

UO

LI D

A F

ON

TI D

IFFU

SE E

SIT

I CO

NT

AM

INA

TI

Siti contaminati di interesse nazionale

S/R R 2011

5.17-5.18

D.Lgs. 22/97 D.M. 471/99 D.M. 468/01 L. 426/98 L. 266/05 D.Lgs.152/06 D.Lgs. 4/08 D.Lgs. 128/10

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Quadro sinottico Indicatori per Geosfera Copertura Rappresentazione

Tema Nome Indicatore D

PSIR

S T

Stato e

Trend

Tabelle Figure Riferimenti Normativi

Siti di estrazione di minerali di II categoria (cave)

P P

2011; 2004-2011; 2003-2011

5.19 5.20

5.25 5.26 5.27 5.28

COM(2002)179 Direttiva 2006/21/CE R.D. 1443/27 DPR 2/72 DPR 616/77 L. 752/82 D.M. Ambiente 23/12/91 L.R. 54/56 D.P. Reg 7/58 D. lgs. 117/2008 LR 127/80 e ss.mm.ii. LR 24/91 LR 19/95 LR 25/99 LR 10/04

Siti di estrazione di minerali di I categoria (miniere)

P P

2011; 2003-2011; 2000-2011

5.21 5.22 5.23

5.29 5.30 5.31 5.32

COM(2002) 179 COM (2003) 319 Direttiva 2006/21/CE Direttiva (CEE) n. 777/80 R.D. 1443/27 D. lgs. 105/92 D. lgs. 339/99 D. lgs. 117/2008 LR 54/56

USO

DEL

SU

OLO

Siti di estrazione di risorse energetiche

P R 2011; 2003-2011

5.24 5.25 5.26

5.33 5.34

RD 1443/27 Direttiva 94/22/CE D. lgs. 625/96 LR 54/56 LR 14/00 LR 35/60

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Introduzione Il sistema Geosfera comprende il suolo propriamente detto, inteso come corpo naturale costituito da particelle minerali ed organiche che si forma dall’alterazione fisica e chimico-fisica della roccia madre e dalla trasformazione bio-chimica dei residui organici ed il sottosuolo, vale a dire la parte di crosta terrestre che comprende il substrato pedogenetico e la roccia madre inalterata. Esso, costantemente influenzato dall’ambiente esterno, va inteso come un sistema polifasico caratterizzato da specifiche proprietà fisiche, chimiche, mineralogiche, biologiche e da uno specifico dinamismo interno in grado di differenziarsi dalla nuda roccia sottostante. Il suolo può essere soggetto a processi di degradazione gravi e irreversibili che sono il risultato della domanda crescente da parte di molti settori economici: i sistemi di coltivazione intensivi nelle aree agricole, l’industrializzazione e la cementificazione nelle aree urbane, gli impianti per lo smaltimento dei rifiuti, le grandi arterie stradali, ecc. Le pressioni sul suolo derivano essenzialmente dalla concentrazione della popolazione e delle attività economiche in aree localizzate, dai cambiamenti climatici e dalle variazioni dell'uso del suolo stesso. I fattori di pressione hanno contribuito ad alterare la qualità dei suoli in molte aree, a limitarne numerose ed importanti funzioni, prima fra tutte la capacità di rimuovere i contaminanti dall’ambiente attraverso i processi di filtrazione e assorbimento che lo caratterizzano; né è testimonianza la sempre maggiore attenzione dedicata al sistema suolo a livello europeo attraverso una serie di documenti programmatici e strategici sulla difesa di questa risorsa: In questo senso Arpa Sicilia ha già attivato la rete regionale di monitoraggio dei suoli, attraverso la realizzazione di una rete a maglia fissa ed in siti rappresentativi di aree agricole ed industriali; inoltre saranno monitorati alcuni siti specialistici sui fenomeni di desertificazione e in aree industriali che sarà in grado, una volta in possesso dei primi risultati del monitoraggio, di fornire una buona conoscenza dello stato qualitativo ed ambientale dei suoli a livello regionale e conseguentemente di indirizzare al meglio le linee programmatiche per la protezione dei suoli. La Sicilia è la regione più estesa e più meridionale d’Italia (25.709 Km2). I suoli occupano circa il 93% della superficie regionale e mostrano un’ampia variabilità spaziale legata, non solo alla litologia (formazioni geologiche), dalla quale hanno ereditato moltissime caratteristiche ed alle interazioni acqua-gas-rocce, ma anche alle condizioni climatiche (alte temperature estive e lunghi periodi siccitosi, in contrasto con inverni piovosi e miti) e all’azione dell’Uomo che attraverso l’uso continuo nel tempo ne ha influenzato, positivamente o negativamente, le caratteristiche naturali. In questo capitolo sono state valutate le principali cause che alterano la qualità dei suoli suddivise in contaminazioni diffuse (attività agricola) e puntuali (siti contaminati) e l’uso del suolo (cave e miniere). Specificatamente per quanto attiene l’attività agricola, i dati di vendita e distribuzione di prodotti fertilizzanti e fitosanitari in Sicilia possono fornire utili indicazioni per valutare i possibili fenomeni di contaminazione dei suoli. Per quanto concerne l’impiego di fertilizzanti distribuiti in Sicilia riferito al periodo 2000-2009 si può notare un evidente trend decrescente che è interrotto da un aumento degli impieghi nel 2010. Da 316.973 tonnellate nel 2000 si è passati a 179.390 tonnellate nel 2010 valore, questo, che tuttavia risulta essere in sensibile aumento (+ 29,1%) rispetto a quello del 2009 (pari a 138.912 tonnellate). Per quanto concerne l’utilizzo di prodotti fitosanitari, in termini di quantità vendute nel 2010, la Sicilia, con 176.147 quintali, si colloca al secondo posto fra le regioni italiane, dopo il Veneto (199.018 quintali). Rispetto al 2009 si registra una diminuzione rilevante di 23.517 quintali di prodotti fitosanitari distribuiti (- 11,78%), diminuzione. Fra le categorie di prodotti fitosanitari, nel 2010 i fungicidi costituiscono la maggioranza in termini di vendite e distribuzione (71%), mentre gli erbicidi costituiscono soltanto il 4,59%.

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Per quanto concerne le classi di pericolosità, su scala regionale nel 2010, il 76,58% dei prodotti fitosanitari distribuiti appartiene alla categoria “non classificabile”, mentre il 15,53% alla categoria “nocivi” e il restante a quella dei prodotti “molto pericolosi e pericolosi”. La provincia di Trapani, importante territorio viticolo regionale, è quella che presenta la percentuale maggiore in termini di prodotti fitosanitari “non classificabili” (95,54%) per via dell’elevato impiego dello zolfo che è il prodotto in assoluto più venduto. La provincia di Ragusa, di contro, mostra la maggiore concentrazione di prodotti “molto pericolosi e pericolosi” e “nocivi” negli anni 2009 e 2010 che risultano correlati, in maniera particolare, al forte sviluppo delle colture orticole e di quelle protette. In esse, infatti, si effettua un largo uso di prodotti fitosanitari ad elevata azione tossica e disinfestante. Siti contaminanti Il Decreto Legislativo n° 152 del 03.04.2006 (Testo Unico sull’Ambiente, successivamente modificato ed aggiornato con il D.Lgs. n° 4 del 16.01.2008 e il D.Lgs. n° 128 del 29.06.2010), che rappresenta l’attuale Legge Quadro per le “norme in materia ambientale”, ha modificato sia l’approccio all’argomento, per i siti potenzialmente contaminati, sia le procedure di bonifica, per i siti da bonificare. Nella Parte Quarta Titolo V è stata riorganizzata l’intera materia relativa alla bonifica dei siti contaminati; in essa sono definite le nuove procedure, i criteri e le modalità per lo svolgimento delle operazioni necessarie per l’eliminazione delle sorgenti dell’inquinamento e per la riduzione delle concentrazioni di sostanze inquinanti. In Sicilia le modalità di gestione dei siti contaminati sono descritte nel Piano Regionale delle Bonifiche delle aree inquinate adottato con Ordinanza Commissariale n° 1166 del 18.12.2002. I dati illustrati si riferiscono all’insieme dei siti, aggregati su base provinciale, riferiti al 2011 e risultanti come potenzialmente contaminati alle Strutture Territoriali dell’ARPA Sicilia, nell’ambito delle proprie attività di controllo e di monitoraggio ambientale. Il numero complessivo di siti sull’intero territorio regionale, individuati in seguito all’attività ispettiva di ARPA Sicilia, è di 358. Il quadro che emerge è indicativo delle attività svolte sul territorio siciliano soprattutto dagli Enti preposti alla gestione del territorio. Le Province maggiormente interessate sono quelle di Palermo, Caltanissetta, Siracusa, Catania e Agrigento che presentano le maggiori concentrazioni di attività commerciali e industriali o sono sedi di siti contaminati d’interesse nazionali (SIN). Dall’analisi dei dati si nota un incremento generale del numero di siti potenzialmente contaminati rispetto all’anno passato (da 338 a 358 siti). Per capire quale sia lo stato dell’arte degli interventi di bonifica, i siti potenzialmente contaminati sono stati ordinati in funzione dello stato di avanzamento dell’iter amministrativo. Oggi, infatti, a distanza di qualche anno dall’entrata in vigore del D.Lgs. 152/06, è interessante osservare lo stato di avanzamento delle procedure di bonifica avviate secondo tale norma, al fine di trarre alcune considerazioni sull’efficacia della norma stessa e, in particolare, su alcuni aspetti da subito ritenuti critici. Per molti siti potenzialmente contaminati, infatti, non si è ancora arrivati all’approvazione dell’Analisi di rischio e pertanto alla definizione delle CSR (Concentrazione Soglia di Rischio) che sono i limiti da rispettare a seguito della bonifica. Questo mostra uno dei punti deboli dell’approccio basato sul rischio sito specifico, cioè quello di un rallentamento della procedura dovuta alla complessità del percorso che conduce all’approvazione dello studio di analisi di rischio. Occorre osservare che, sebbene un buon numero di procedimenti sia stato avviato avvalendosi delle procedure semplificate previste per i siti di ridotte dimensioni (25 siti) soltanto in una minima percentuale di questi, si è arrivati alla presentazione e approvazione di un progetto di bonifica. Inoltre la percentuale degli iter di bonifica portati a conclusione nell’anno 2011 non supera il 6 % su base regionale, con un picco massimo del 25 % per la provincia di Caltanissetta.

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Gli eventi principali causa della contaminazione sono gli eventi contaminanti all’interno dei Siti di Interesse Nazionale (27 %), quelli dovuti alla cattiva gestione d’impianti e strutture, per esempio la cattiva gestione dei serbatoi interrati presenti nei punti vendita di idrocarburi (25 %), nonché quelli derivanti dalla scorretta gestione delle discariche (15 %).

In particolare per i punti vendita di idrocarburi, sebbene ogni singola situazione di contaminazione sia generalmente piuttosto limitata, il fenomeno è in senso generale molto critico sia per l’estrema distribuzione sul territorio, sia per la frequente ubicazione all’interno di aree residenziali.

Uso del suolo La Comunicazione della Commissione Europea al Consiglio ed al Parlamento Europeo, al Comitato Economico e Sociale ed al Comitato delle Regioni COM (2002) 179 “Verso una strategia tematica per la protezione del suolo”, nonché la Comunicazione COM (2006) 231 “Strategia tematica per la protezione del suolo”, evidenziano, tra le minacce per la qualità e la conservazione del suolo e delle sue funzioni, quelle legate all’utilizzo antropico del territorio (agricoltura, silvicoltura, industria, urbanizzazione, ecc.). Il tema “Uso del suolo” prevede l’analisi della situazione e della evoluzione temporale degli usi e delle coperture del suolo in Sicilia, avvalendosi dei dati prodotti dalla Corine Land Cover (APAT, 2004), nonché l’analisi di minacce specifiche che insistono sul suolo regionale, quali l’impermeabilizzazione e lo sfruttamento dei giacimenti minerari, i cui effetti di perdita di suolo sono spesso irreversibili. Gli indicatori selezionati per il Tema “Uso del Suolo” hanno la finalità di offrire un quadro conoscitivo sintetico a scala regionale sulle diverse tipologie di uso antropico del territorio siciliano Il popolamento degli indicatori suddetti per la redazione dell’edizione 2011 dell’Annuario ARPA, e quindi la compilazione delle relative schede, è stato effettuato solo per quegli indicatori per i quali è stato possibile effettuare l’aggiornamento dei dati al 2011 (“Siti di estrazione di minerali di II categoria”, “Siti di estrazione di minerali di I categoria”, “Siti di estrazione di risorse energetiche”). Per quanto riguarda la coltivazione di minerali di II categoria, in Sicilia nel 2011 risultano in attività 532 cave, dove l’attività estrattiva prevalente interessa le categorie merceologiche di calcare e marna (36% n/n) e marmo e calcari ornamentali (16% n/n). Il maggior numero di cave è presente nella provincia di Trapani (101), dove prevale l’attività estrattiva di marmo e calcari ornamentali, seguita dalla provincia di Catania, dove sono presenti 89 cave dedite per il 56% all’estrazione di lava. Il numero di cave in esercizio sul territorio regionale mostra una tendenza alla decrescita nel periodo 2004-2011, passando da 585 cave attive nel 2004 a 532 cave attive nel 2011. La produzione dei litotipi estratti in Sicilia ammonta per l’anno 2011 a 17.956.533 tonnellate, di cui il 61,6% è costituito da calcare, prodotto prevalentemente nelle province di Palermo, Agrigento e Siracusa, ed il 15,2% da lava, prodotta prevalentemente nella provincia di Catania. Per quanto riguarda la coltivazione di minerali di I categoria, in Sicilia nell’anno 2011 le concessioni risultano essere 33, dove prevalgono le concessioni per acque minerali (43% n/n) e per acque termominerali (39 % n/n). Il maggior numero di concessioni si riscontra nella provincia di Messina (12), seguita dalla provincia di Catania (6). I permessi di ricerca di minerali di I categoria vigenti in Sicilia al 2011 risultano essere 5, di cui 2 per acque minerali, 1 per acque termominerali, 1 per salgemma, 1 per sali alcalini. I dati di produzione relativi al 2011, mettono in evidenza come lo sfruttamento di giacimenti minerali di I categoria in Sicilia sia dedito quali esclusivamente alle acque minerali e termali ed al salgemma. I dati disponibili, sebbene parzialmente lacunosi per effetto della mancata disponibilità dei dati di produzione relativi ad alcune concessioni vigenti, mettono in evidenza per il 2011 una produzione regionale di acque minerali pari a 1.499.458.458 litri, con una tendenza all’aumento registrata nel periodo 2000-2011.

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Per quanto riguarda le risorse energetiche, le concessioni di coltivazione di idrocarburi vigenti in Sicilia nel 2011 risultano essere 14 e riguardano in totale una superficie di circa 589 km2, pari al 2,30% della superficie regionale. I permessi di ricerca sono invece 5 per gli idrocarburi ed 1 per quanto riguarda le risorse geotermiche, quest’ultima ubicata nella provincia di Trapani (Pantelleria), per una superficie totale di territorio interessato da permessi di ricerca pari a circa 2.920 km2 (11,36% della superficie regionale). La produzione di idrocarburi liquidi e gassosi per il 2011 ammonta rispettivamente a 676.468 tonnellate e 361.709.489 normal metri cubi.

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INDICATORE VENDITA E DISTRIBUZIONE DI FERTILIZZANTI

SCOPO Esaminare e paragonare nel corso del tempo le quantità dei fertilizzanti commercializzati ed i vari elementi nutritivi in essi presenti, distribuiti per unità di superficie concimabile appurando, inoltre, che il quantitativo di concimi distribuiti per ettaro sia conforme ai valori prefissati dal “codice di normale e buona pratica agricola” di cui al D.M. MiPAF 19/04/99 e s.m.i. . Appurare che l’utilizzo per ettaro di SAU trattabile di elevate dosi di concimi (soprattutto per l’azoto) sia conforme alla normativa vigente a livello nazionale ed in particolare al D. L.vo 152/06 e al D.M. MIPAF 07/04/2006, che individuano - rispettivamente - le aree sensibili al problema dei nitrati per la protezione delle falde acquifere e la disciplina dell’utilizzazione agronomica degli effluenti zootecnici al fine di limitare la perdita e la diffusione dei nitrati nell’ambiente.

DESCRIZIONE Individuare i quantitativi di fertilizzanti venduti e distribuiti in agricoltura rappresenta un valido indicatore per valutare il grado di contaminazione dovuto alle attività agricole, visto che si va a indicare il quantitativo di concime minerale immesso nel suolo per unità di superficie. Questo indicatore mette in evidenza la quantità di fertilizzanti (ad esclusione di ammendanti e correttivi) distribuita per ettaro di SAU trattabile, intesa, quest’ultima, somma delle superfici dei seminativi (al netto dei terreni a riposo), delle coltivazioni arboree agrarie (al netto dei canneti), delle coltivazioni foraggiere permanenti (al netto dei pascoli), con l’esclusione delle coltivazioni orticole e delle colture protette (serre, tunnel, ecc.). Fra i maggiori responsabili di condizioni di contaminazione diffusa del suolo, imputabili alle attività agricole, si ritrovano indubbiamente i concimi minerali di origine inorganica, che, impiegati in maniera intensiva nelle aree irrigue, possono sconvolgere l’ambiente, con lenti processi del suolo che producono fenomeni dannosi come la salinizzazione e la conseguente perdita di struttura. Un altro rischio di inquinamento proveniente da un eccesso di elementi nutritivi è a carico delle acque, sia superficiali che sotterranee. La conoscenza della quantità di concimi minerali distribuiti per ettaro di superficie può risultare utile, inoltre, per valutare la corretta applicazione delle norme di condizionalità.

UNITÀ di MISURA Tonnellate (t) - quintali (q) di fertilizzanti venduti e distribuiti. Kg di fertilizzanti tal quali per ettaro di SAU trattabile (Kg Ha–1 SAU trattabile). Kg di principi attivi contenuti nei fertilizzanti per ettaro di SAU trattabile (Kg Ha–1 SAU trattabile).

FONTE dei DATI ISTAT (vari anni)

NOTE TABELLE e FIGURE Le tabelle 5.1 e 5.2 indicano rispettivamente i quantitativi di fertilizzanti riferiti al “tal quale” (cioè al peso del prodotto così come viene commercializzato, incluso l’umidità eventualmente contenuta) distribuiti nelle province siciliane e in Sicilia nel 2010. Nelle figure 5.1 e 5.2 sono riportati i rispettivi trend dal 2000 al 2010.

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La tabella 5.3 indica la quantità di concimi tal quali distribuiti per ettaro di superficie trattabile nelle province siciliane. Nelle figure 5.3 e 5.4 sono riportati i rispettivi trend dal 2000 al 2010 in Sicilia e nelle province siciliane. Le tabelle 5.4 e 5.5 indicano le quantità di principi attivi contenuti nei fertilizzanti distribuiti nelle province siciliane ed il relativo impiego unitario; mentre le tabelle 5.6 e 5.7 mostrano le quantità di principi attivi e la relativa distribuzione per ettaro di SAU trattabile su base regionale. (figura 5.5). Infine la tabella 5.8 indica l’impiego unitario di principi attivi contenuti nei fertilizzanti nelle province siciliane. La figura 5.6 mostra il trend dell’impiego per ettaro di SAU trattabile dei macroelementi (N-P-K) e della sostanza organica in Sicilia e l’impiego nelle province siciliane riferite al 2010 (figura 5.7).

STATO e TREND Per quanto concerne l’impiego di fertilizzanti distribuiti in Sicilia riferito al tal quale nel periodo 2000-2009 si può notare un evidente trend decrescente che è interrotto da un aumento degli impieghi nel 2010 (figura 5.1). Infatti, da 316.973 tonnellate nel 2000 si è passati a 179.390 tonnellate nel 2010 valore, questo, che tuttavia risulta essere in sensibile aumento (+ 29,1%) rispetto a quello del 2009 (pari a 138.912 tonnellate). Per quanto concerne il dato provinciale, si denota come nell’anno 2010 la provincia di Catania presenta un evidente incremento (+21,1%) della distribuzione unitaria di fertilizzante. La provincia di Ragusa, poi, oltre a detenere il primato per tutto il periodo, fa registrare una media negli anni 2000-2010 superiore a 65.000 tonnellate di concime tal quale distribuito (figura 5.2). Sempre nello stesso periodo, la provincia con il più basso quantitativo di fertilizzante distribuito è quella di Enna. Riguardo all’impiego unitario di fertilizzanti (KgHa–1 di SAU trattabile) è sempre la provincia di Ragusa a detenere il primato, con una media nel periodo 2000-2010 di poco superiore a 620 Kg/Ha ed un valore massimo storico pari a 847 Kg/Ha nel 2002. Anche in questo caso Enna è la provincia con la più bassa distribuzione di fertilizzanti e con una media nello stesso periodo di soli 37,4 Kg/Ha (figura 5.4). L’impiego unitario di principi attivi in Sicilia mostra, seppur con sensibili aumenti nel periodo 2002/2004, un leggero decremento, passando da 123 Kg/Ha nel 2000 a 107 Kg/Ha nel 2010, valore questo poco variabile già da quattro anni. Riguardo al dato provinciale sugli impieghi unitari, nella provincia di Ragusa si evidenzia nel 2010 un dato stimato in 377 Kg/Ha di SAU trattabile, con una media decennale (2000-2010) pari a 383 Kg/Ha di SAU trattabile, valore questo notevolmente superiore rispetto alle restanti province siciliane. Da evidenziare, negativamente, l’incremento registrato nel 2010 (+23,8%) in provincia di Catania dove si passa da un valore di impiego unitario di principi attivi nei fertilizzanti di 180 Kg/Ha di SAU trattabile nel 2009 ad un valore di 223 Kg/Ha di SAU trattabile. Anche in questo caso il valore più basso si denota nella provincia di Enna con una media nel periodo 2000-2010 di 16,5 Kg/Ha di SAU trattabile. Da rilevare il grafico della figura 5.6 dove si riporta l’andamento dei macroelementi e della sostanza organica in Sicilia dal 2000 al 2010. Si assiste, infatti, da un lato ad un valore pressoché costante da tre anni nell’utilizzo di sostanza organica e, dall’altro, ad una continua diminuzione dell’uso di azoto, fosforo e potassio fino al 2009, ma con un leggero incremento degli stessi nel 2010. Analizzando i dati riportati nel periodo 2000-2010 la provincia con la maggiore distribuzione unitaria di azoto è sempre quella di Ragusa. Sempre per questo elemento, nel 2010 l’impiego unitario per ettaro di SAU trattabile è stato di 63,64 Kg/Ha, valore più che dimezzato rispetto a quello massimo assoluto registrato nel 2006 e pari a 134 Kg/Ha. Pur tuttavia si segnala come, sempre nel 2010, la provincia di Ragusa ha fatto registrare il maggiore utilizzo di sostanza organica per ettaro, pari a poco più di 198 Kg/Ha di SAU trattabile.

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Tabella 5.1 Tonnellate di fertilizzanti (t.q.) distribuiti nelle province siciliane (2010) Minerali semplici Minerali composti

PROV. Azotati Fosfatici Potassici Binari Ternari

A BASE DI

MESOEL. A BASE DI MICROEL. ORGAN.

ORGANO-MINER. TOTALE

TP 3.074 505 227 1.094 1.765 20 17 1.284 2.351 10.335 PA 3250 963 211 2075 2840 16 33 307 2.448 12.143 ME 2260 1035 305 762 2593 13 71 1.170 760 8.969 AG 1610 641 148 722 1452 87 40 3.057 1.358 9.114 CL 1613 950 108 884 1378 45 22 1.164 706 6.869 EN 1535 770 22 433 764 25 0,3 180 145 3.874 CT 12435 4959 508 3313 4673 188 245 2.553 4.441 33.314 RG 9799 3029 2.725 9689 7744 629 722 8450 2926 45.713 SR 3588 962 321 752 2661 44 217 9859 2889 21.292

Fonte: ISTAT (2011)

Tabella 5.2 Tonnellate di fertilizzanti (t.q.) distribuiti in Sicilia

Minerali semplici Minerali composti

Regione Anno Azotati Fosfatici Potassici Binari Ternari

A BASE DI

MESOEL. A BASE DI MICROEL. ORGAN.

ORGANO-MINER. TOTALE

Sicilia 2010 44235 16242 5124 23259 30985 1078 1433 30474 26561 179390

Fonte: ISTAT (2011) Tabella 5.3 Distribuzione unitaria di fertilizzanti (t.q.) nelle province siciliane nel 2010

Trapani Palermo Messina Agrigento Caltanissetta Enna Catania Ragusa Siracusa Sicilia

KgHa–1 SAU trattabile 2010

89 65 138 66 83 29 322 448 272 179

Fonte: Elaborazione ARPA Sicilia su dati ISTAT ( 2011)

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Tabella 5.4: Principi attivi contenuti nei fertilizzanti distribuiti nelle province siciliane (2010)

N P2O5 K2O CaO MgO SO3 Microel. S.O. TOTALE

PROV. Tonnellate TP 1836 961 739 9 25 156 6 4838 8569 PA 1995 1204 1082 72 125 665 21 2425 7590 ME 1281 953 706 19 22 295 22 1385 4682 AG 1082 706 613 58 48 292 15 2036 4850 CL 877 812 490 34 27 207 11 1202 3661 EN 645 409 198 2 5 155 3 243 1661 CT 5891 3081 1880 119 304 1587 84 10142 23089 RG 6498 4970 5266 526 255 692 69 20235 38510 SR 2378 1594 1012 421 95 729 33 8612 14874

Tabella 5.5: Impiego unitario di principi attivi contenuti nei fertilizzanti, per tipologia di sostanza, distribuiti nelle province siciliane (2010)

SAU tratt. N P2O5 K2O CaO MgO SO3 Microel. S.O. TOTALE

PROV. (Ha) KgHa–1 SAU trattabile TP 115.500 15,90 8,32 6,40 0,08 0,21 1,35 0,05 41,88 74,19 PA 186.759 10,68 6,45 5,79 0,38 0,67 3,56 0,11 12,99 40,64 ME 64.950 19,72 14,68 10,87 0,29 0,34 4,54 0,33 21,32 72,09 AG 137.390 7,88 5,14 4,46 0,42 0,35 2,12 0,11 14,82 35,30 CL 82.481 10,63 9,84 5,94 0,42 0,33 2,51 0,14 14,58 44,38 EN 131.606 4,90 3,11 1,51 0,02 0,03 1,18 0,02 1,85 12,62 CT 103.376 56,99 29,81 18,19 1,15 2,94 15,35 0,81 98,11 223,34 RG 102.095 63,64 48,68 51,57 5,15 2,50 6,78 0,68 198,19 377,20 SR 78.314 30,36 20,36 12,92 5,38 1,21 9,31 0,42 109,97 189,93

Fonte: Elaborazione ARPA Sicilia su dati ISTAT ( 2011)

Tabella 5.6: Principi attivi contenuti nei fertilizzanti distribuiti in Sicilia (2010) N P2O5 K2O CaO MgO SO3 Microel. S.O. TOTALE

Tonnellate

22.482,70 14.690,90 11.987,00 1.259,10 905,10 4.777,70 265,10 51.117,60 107.485,20

Fonte: ISTAT (2011)

Tabella 5.7: Impiego unitario di principi attivi contenuti nei fertilizzanti, per tipologia di sostanza, distribuiti in Sicilia (2010)

N P2O5 K2O CaO MgO SO3 Microel. S.O. TOTALE KgHa–1 SAU trattabile

22,43 14,65 11,96 1,26 0,90 4,77 0,26 50,99 107,22 Fonte: Elaborazione ARPA Sicilia su dati ISTAT (2011)

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Tabella 5.8: Impiego unitario di principi attivi (totale) contenuti nei fertilizzanti distribuiti nelle province siciliane 2010 Trapani Palermo Messina Agrigento Caltanissetta Enna Catania Ragusa Siracusa Sicilia

KgHa–1 SAU trattabile

74 41 72 35 44 13 223 377 190 107

0

50

100

150

200

250

300

350

2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010

tonn

ella

te (x

1.0

00)

Fertilizzanti

Fonte: ISTAT (2001, 2002, 2003, 2004, 2005, 2006, 2007, 2008, 2009, 2010, 2011)

Figura 5.1: Tonnellate di fertilizzanti (t.q.) distribuiti in Sicilia dal 2000 al 2010

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30

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TP PA ME AG CL EN CT RG SR

tonn

ellat

e (x

1.00

0)

2000 2001 2002 2003 2004 2005

2006 2007 2008 2009 2010

Fonte: ISTAT (2001, 2002, 2003, 2004, 2005, 2006, 2007, 2008, 2009, 2010, 2011)

Figura 5.2: Tonnellate di fertilizzanti (t.q.) distribuiti nelle province siciliane (2000-2010)

Fonte: Elaborazione ARPA Sicilia su dati ISTAT (2001, 2002, 2003, 2004, 2005, 2006, 2007, 2008, 2009, 2010, 2011)

Figura 5.3: Distribuzione unitaria di fertilizzanti (t.q.) in Sicilia dal 2000 al 2010

0

50

100

150

200

250

300

350

2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010

tonn

ella

te (x

1.0

00)

Fertilizzanti

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200

300

400

500

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900

TP PA ME AG CL EN CT RG SR

Kg

Ha-1

di S

AU

trat

tabi

le

2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010

Fonte: Elaborazione ARPA Sicilia su dati ISTAT (2001, 2002, 2003, 2004, 2005, 2006, 2007, 2008, 2009, 2010, 2011)

Figura 5.4: Distribuzione unitaria di fertilizzanti (t.q.) nelle province siciliane dal 2000 al 2010

0

100

200

300

400

500

600

2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010

quin

tali (

x 1.

000)

N P2O5 K2O CaO MgO SO3 Microel S.O.

Fonte: Elaborazione ARPA Sicilia su dati ISTAT (2001, 2002, 2003, 2004, 2005, 2006, 2007, 2008, 2009, 2010, 2011)

Figura 5.5: Principi attivi contenuti nei fertilizzanti distribuiti in Sicilia (2000-2010)

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2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010

Kg

Ha–1

SAU

trat

t.

N P2O5 K2O S.O.

Fonte: Elaborazione ARPA Sicilia su dati ISTAT (2001, 2002, 2003, 2004, 2005, 2006, 2007, 2008, 2009, 2010, 2011)

Figura 5.6: Trend dei macroelementi N-P-K e della S.O. (p.a. contenuti nei fertilizzanti) distribuiti in Sicilia (KgHa–1 SAU trattabile) dal 2000 al 2010

0,0

25,0

50,0

75,0

100,0

125,0

150,0

175,0

200,0

TP PA ME AG CL EN CT RG SR

Kg H

a–1 S

AU tr

att.

N P2O5 K2O S.O.

Fonte: Elaborazione ARPA Sicilia su dati ISTAT (2011)

Figura 5.7 Impiego unitario di macroelementi (N-P-K) e sostanza organica (p.a. contenuti nei fertilizzanti) nel 2010

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INDICATORE VENDITA E DISTRIBUZIONE DI PRODOTTI FITOSANITARI

SCOPO Paragonare ed esaminare nel corso del tempo le quantità dei vari tipi di prodotti fitosanitari e dei principi attivi in essi presenti, utilizzati per la difesa delle coltivazioni da parassiti (in particolare insetti e acari) e patogeni (batteri, virus, funghi), per il controllo dello sviluppo di piante infestanti e per garantire il raggiungimento di un elevato livello di qualità dei prodotti agricoli. Riscontrare l’osservanza di cui al “codice comportamentale” predisposto dalla FAO per l’impiego dei fitofarmaci, oltre che il loro uso sostenibile: CE-COM (2006) 231 “Strategia tematica per la protezione del suolo” e CE-COM (2006)372 “Strategia tematica per l'uso sostenibile dei pesticidi”. Indicare l’impiego unitario dei prodotti fitosanitari nelle aree territoriali vulnerabili a tali prodotti così come individuate dal D.lgs. 152/06, al fine di salvaguardare le falde acquifere. Valutare l’intensità di utilizzo dei prodotti fitosanitari relativamente al “Piano regionale per il controllo e la valutazione di eventuali effetti derivanti dall’utilizzazione dei prodotti fitosanitari sui comparti ambientali vulnerabili” approvato con D.D.G. interassessoriale Agr. e For. ARTA e Sanità n. 357 del 03/05/2007.

DESCRIZIONE Fra gli impatti generati dall’agricoltura sull’ambiente, l’utilizzo dei prodotti fitosanitari può essere considerato come una delle principali cause di inquinamento e di contaminazione diffusa del suolo. Attraverso l’introduzione nell’ambiente di elevate dosi di erbicidi, fungicidi, insetticidi, ecc., si raggiungerà una condizione di notevole modificazione degli equilibri chimici e biologici del suolo. Inoltre, con quantitativi in eccesso, si perverrà ad una delle principali cause di inquinamento delle falde acquifere. L’indicatore mostra la quantità di fitofarmaci venduti e distribuiti per ettaro di SAU trattabile, quest’ultima intesa come la somma delle superfici dei seminativi (al netto dei terreni a riposo), delle coltivazioni arboree agrarie (al netto dei canneti), delle coltivazioni foraggiere permanenti (al netto dei pascoli), con l'esclusione delle coltivazioni orticole e delle colture protette (serre, tunnel, ecc.). Ai fini valutativi è indicativa oltre che l’analisi a scala regionale, anche quella a scala provinciale, sia per quanto attiene la tendenza all’impiego, sia per definire l’impatto sul suolo. Fra i determinanti di situazioni di degrado e contaminazione diffusa del suolo, in stretta relazione alle attività agricole e particolarmente gravi per la salute umana vi sono proprio i fitofarmaci che, se usati in dosi eccessive, come nel caso di colture orticole e/o sotto serra o tunnel, possono portare ad uno sconvolgimento dell’ambiente chimico e biologico del suolo con conseguenti fenomeni di inquinamento delle acque, sia superficiali che sotterranee. Si riporta, a titolo di esempio, la particolarità dell’area della provincia di Ragusa, quale una delle aree europee a maggiore concentrazione di fitofarmaci per ettaro di SAU.

UNITÀ di MISURA Quantità di fitofarmaci (t, q, Kg); chilogrammi per ettaro di SAU trattabile (kg Ha–1).

FONTE dei DATI Gdl ANPA-ARPA-APPA (1996-1998), SIAN (1999), ISTAT (2000- 2011).

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NOTE TABELLE e FIGURE La tabella 5.9 e la relativa figura 5.8 mostrano i quantitativi di prodotti fitosanitari, suddivisi per categoria, venduti nelle regioni italiane nel 2010. Le tabelle 5.10 e 5.11 illustrano, rispettivamente, il la quantità di prodotti fitosanitari venduti in Sicilia (figure 5.9 e 5.10) e la quantità di principi attivi utilizzati (figura 5.11). La tabella 5.12 evidenzia la stessa quantità di p.a. contenuti nei fitofarmaci suddivisi per categoria ed impiegati su scala provinciale (figure 5.12 e 5.13). La tabella 5.13 e la relativa figura 5.14 rappresentano la quantità delle prime nove tipologie di sostanze attive utilizzate in Sicilia, la relativa categoria dei prodotti fitosanitari di appartenenza e l’incidenza sul totale dei prodotti fitosanitari venduti. La tabella 5.14 mostra la quantità di prodotti fitosanitari venduti nel 2010 e suddivisa per classi di pericolosità, su scala regionale (figura 5.15) e provinciale nel periodo 2009 e 2010 (figure 5.16 e 5.17). La tabella 5.15 mostra la quantità complessiva di prodotti fitosanitari distribuiti su scala provinciale ed il relativo impiego un unitario (KgHa–1 SAU trattabile) (figura 5.18). Infine, la tabella 5.16 e la relativa figura 5.19 mostrano la quantità di prodotti fitosanitari classificati come molto tossici e tossici e nocivi ed il relativo impiego per ettaro di SAU trattabile su scala provinciale nel 2009 e nel 2010.

STATO e TREND Per quanto concerne l’utilizzo di prodotti fitosanitari, in termini di quantità vendute nel 2010, la Sicilia, con 176.147 quintali, si colloca al secondo posto fra le regioni italiane, dopo il Veneto (199.018 quintali). Rispetto al 2009 si registra una diminuzione rilevante di 23.517 quintali di prodotti fitosanitari distribuiti (- 11,78%). L’andamento dei principi attivi contenuti nei prodotti fitosanitari, impiegati in Sicilia nel periodo 2000-2009 è dapprima crescente fino al 2008 per poi diminuire nel 2009 ed ancor di più nel 2010, allorquando con 127.197 quintali di p.a. si ha il 14,88% in meno rispetto al quantitativo dell’anno precedente. Sempre nel 2010, la concentrazione delle sostanze attive contenute nei prodotti fitosanitari venduti è pari a una media del 72,21%, con 127.197 quintali di prodotti attivi su 176.147 quintali di prodotti fitosanitari venduti. Fra le categorie di prodotti fitosanitari, nel 2010 i fungicidi costituiscono la maggioranza in termini di vendite e distribuzione (71%), mentre gli erbicidi costituiscono soltanto il 4,59% (figura 5.10). Per quanto concerne le classi di pericolosità, su scala regionale nel 2010, il 76,58% dei prodotti fitosanitari distribuiti appartiene alla categoria “non classificabile”, mentre il 15,53% alla categoria “nocivi” e il restante a quella dei prodotti “molto pericolosi e pericolosi”. La provincia di Trapani, importante territorio viticolo regionale, è quella che presenta la percentuale maggiore in termini di prodotti fitosanitari “non classificabili” (95,54%) per via dell’elevato impiego dello zolfo che è il prodotto in assoluto più venduto. La provincia di Ragusa, di contro, mostra la maggiore concentrazione di prodotti “molto pericolosi e pericolosi” e “nocivi” negli anni 2009 e 2010 che risultano correlati, in maniera particolare, al forte sviluppo delle colture orticole e di quelle protette. In esse, infatti, si effettua un largo uso di prodotti fitosanitari ad elevata azione tossica e disinfestante. Per quanto riguarda l’impiego unitario di prodotti fitosanitari su scala regionale si assiste ad un trend pressoché costante a partire dal 2002 con una media in Sicilia, nel periodo 2002-2010, pari a 19,16 KgHa–1 di SAU trattabile È pur vero che nel 2010 si è registrato un valore di impiego unitario in Sicilia di 17,57 Kg/Ha di SAU trattabile corrispondente ad una diminuzione del 15% rispetto allo stesso valore dell’anno precedente. Analizzando il dato provinciale nello stesso periodo le province di Ragusa e Trapani registrano il maggior impiego di prodotti fitosanitari, sia come quantità vendute sia come impieghi per ettaro di SAU trattabile. Va comunque rilevato come, per entrambi i valori, in provincia di Trapani ci sia

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un’evidente diminuzione rispetto all’anno 2009. Nel periodo 2002-2010, inoltre, la provincia di Ragusa manifesta una media di prodotti venduti di oltre 6570 tonnellate ed una media dell’impiego unitario di 61,30 Kg/Ha di SAU trattabile: entrambi i valori sono in aumento rispetto all’anno precedente. La provincia con un minore utilizzo di prodotti fitosanitari è quella di Enna. Infine, analizzando i dati della tabella 5.15 (figura 5.19) alla provincia di Ragusa spetta il primato dell’utilizzo di prodotti classificati “molto tossici e tossici” (con 12,99 Kg/Ha da SAU trattabile nel 2010 e 12,19 Kg/Ha nel 2009) e nocivi (con 24,28 Kg/Ha di SAU trattabile nel 2010 e 17,26 Kg/Ha nel 2009).

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Tabella 5.9: Quintali di prodotti fitosanitari venduti nelle regioni italiane nel 2010

Province Fungicidi Insetticidi e acaricidi Erbicidi Altri Totale Piemonte 49.608 22.619 35.046 3.898 111.171 Valle d'Aosta/Vallée d'Aoste 129 20 46 12 208

Lombardia 25.649 35.638 41.993 18.491 121.771

Trentino-Alto Adige 21.086 14.787 3.383 2.717 41.972

Veneto 85.123 35.468 44.951 33.476 199.018

Friuli-Venezia Giulia 21.042 4.526 10.844 1.187 37.599 Liguria 1.766 653 1.280 2.277 5.976

Emilia-Romagna 96.795 49.809 41.408 10.032 198.044

Toscana 44.912 4.240 11.230 2.635 63.018

Umbria 11.143 1.567 3.732 929,11 17.371

Marche 11.872 3.674 7.256 1.979 24.781 Lazio 20.748 9.782 9.813 23.855 64.198

Abruzzo 32.460 3.811 3.758 1.157 41.185

Molise 2.636 1.355 1.170 242,49 5.403

Campania 36.139 20.080 10.930 39929,78 107.078

Puglia 83.222 34.184 28.492 9.659 155.556 Basilicata 8.587 2.838 1.958 2.481 15.864

Calabria 10.482 12.764 4.195 3.273 30.714

Sicilia 100.429 20.461 16.600 38.657 176.147 Sardegna 13.247 3.324 3.204 2.228 22.003

ITALIA 677.075 281.600 281.288 199.116 1.439.078 Fonte: elaborazione ARPA Sicilia su dati ISTAT (2011)

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Tabella 5.10: Quintali di prodotti fitosanitari per categoria, venduti in Sicilia (2010) Fungicidi Insetticidi e acaricidi Erbicidi Altri TOTALE 100.429 20.461 16.600 38.657 176.147

Fonte: Elaborazione ARPA Sicilia su dati ISTAT (2011)

Tabella 5.11: Quintali di p.a. contenuti nei prodotti fitosanitari, impiegati in Sicilia (2010) Fungicidi Insetticidi e acaricidi Erbicidi Altri TOTALE

90.178 10.162 5.833 21.024 127.197

Fonte: Elaborazione ARPA Sicilia su dati ISTAT (2011)

Tabella 5.12: Quintali di p.a. contenuti nei prodotti fitosanitari, suddivisi per categoria, impiegati nelle province Siciliane (2010)

Fitofarmaci TP PA ME AG CL EN CT RG SR Fungicidi 27.084 4.268 973 11.860 1.501 107 3.651 39.722 1.013 Insetticidi / acaricidi 533 431 121 433 97 15 5.017 1.716 1.798 Erbicidi 823 969 261 463 278 63 1.704 791 479 Altri 190 64 52 1.029 894 30 327 18.063 374

Fonte: Elaborazione ARPA Sicilia su dati ISTAT (2011)

Tabella 5.13: Principali tipologie di sostanze attive utilizzate in Sicilia nel 2010

Tipologia di fitofarmaci CATEG. Kg Zolfo Fungicida 8.371.250

Fumiganti Altri 2.035.628 Insetticida/

Olii minerali acaricida 814.871 Insetticida /acaricida/

Carbammati Erbicida 5.674

Rameici Fungicida 254.866 Fosforganici dipiridilici Erbicidi 508.695

Sulfuree imidaz. Erbicidi 1.063 Insetticida/

Fosforganici acaricida 142.640 Solforganici Fungicida 193.790

Totale 12.328.477 % sul totale dei prodotti utilizzati 97,59%

Fonte: Elaborazione ARPA Sicilia su dati ISTAT (2011)

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Tabella 5.14: Prodotti fitosanitari distribuiti nelle province siciliane per classe di pericolosità (2010)

2010 Molto tossico e

tossico Nocivo Non classificabile

PROV. q. % q. % q. %

TP 182 0,53% 1339 3,89% 32871 95,58%

PA 131 1,29% 801 7,87% 9239 90,84%

ME 4 0,23% 211 11,34% 1649 88,43%

AG 614 3,45% 1248 7,00% 15959 89,55%

CL 769 17,41% 458 10,36% 3190 72,23%

EN 2 0,39% 72 12,08% 524 87,53%

CT 352 1,94% 1499 8,27% 16267 89,78%

RG 13259 16,04% 24785 29,99% 44595 53,96%

SR 408 6,65% 522 8,53% 5197 84,82%

SICILIA 15722 7,89% 30936 15,53% 129489 76,58%

Fonte: Elaborazione ARPA Sicilia su dati ISTAT (2011)

Tabella 5.15: Prodotti fitosanitari distribuiti ed impiego per ettaro di SAU trattabile (2010) Fitosanitari Imp. Unit.

(t) Kg/Ha Prov. 2010

TP 3439 29,78 PA 1017 5,45 ME 186 2,87 AG 1782 12,97 CL 442 5,35 EN 60 0,45 CT 1812 17,53 RG 8264 80,94 SR 613 7,82

Sicilia 17615 17,57

Fonte: elaborazione ARPA Sicilia su dati ISTAT ( 2011)

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Tabella 5.16: Prodotti fitosanitari distribuiti nelle province siciliane in base alla classe di pericolosità e relativo impiego per ettaro di SAU trattabile nel 2010

Molto tossico e tossico

Molto tossico e tossico Imp. Unit. Nocivo Imp. Unit.

q. q. Kg/Ha q. Kg/Ha

TP 220 182 0,16 1339 1,16

PA 388 131 0,07 801 0,43

ME 9 4 0,01 211 0,33

AG 993 614 0,45 1248 0,91

CL 1610 769 0,93 458 0,55

EN 3 2 0,00 72 0,05

CT 272 352 0,34 1499 1,45

RG 13322 13259 12,99 24785 24,28

SR 836 408 0,52 522 0,67

SICILIA 17652 15722 1,57 30936 3,09 Fonte: Elaborazione ARPA Sicilia su dati ISTAT (2011)

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0 50.000 100.000 150.000 200.000 250.000

Piemonte

Valle d'Aosta

Lombardia

Trentino-Alto Adige

Veneto

Friuli-Venezia Giulia

Liguria

Emilia-Romagna

Toscana

Umbria

Marche

Lazio

Abruzzo

Molise

Campania

Puglia

Basilica ta

Calabria

Sicilia

Sardegna

Quintali

Prodotti fitosanitari

Figura 5.8: Prodotti fitosanitari venduti in Italia nel 2010 Fonte: Elaborazione ARPA Sicilia su dati ISTAT (2011)

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0,00

50,00

100,00

150,00

200,00

250,00

1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010

Quin

tali (

x 1.00

0)

Prodotti fitosanitari

Fonte: Elaborazione ARPA Sicilia su dati Gdl ANPA-ARPA-APPA (96-98), SIAN (99), ISTAT (2000-2011)

Figura 5.9: Prodotti fitosanitari venduti in Sicilia dal 1996 al 2010

0,0

20,0

40,0

60,0

80,0

100,0

120,0

140,0

160,0

1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010

Qui

ntal

i (x

1.00

0)

Erbicidi Fungicidi Insetticidi e acaricidi Altri

Fonte: Elaborazione ARPA Sicilia su dati Gdl ANPA-ARPA-APPA (96-98), SIAN (99), ISTAT (2000-2011)

Figura 5.10: Prodotti fitosanitari, suddivisi per categoria, venduti in Sicilia (1996-2010)

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Fonte: Elaborazione ARPA Sicilia su dati ISTAT (2001-2011)

Figura 5.11: Quintali di p.a. contenuti nei prodotti fitosanitari, impiegati in Sicilia (2000-2010)

0

10.000

20.000

30.000

40.000

50.000

60.000

70.000

2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010

quin

tali

TP PA ME AG CL EN CT RG SR

Fonte: Elaborazione ARPA Sicilia su dati ISTAT (2001-2011)

Figura 5.12: Distribuzione di p.a. contenuti nei prodotti fitosanitari nelle province siciliane (2000-2010)

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0

5 .000

10 .000

15 .000

20 .000

25 .000

30 .000

35 .000

40 .000

45 .000

TP PA ME AG CL EN CT RG SR

quintali

Fungicid i Insett. / acar. Erbicidi Altri

Fonte: elaborazione ARPA Sicilia su dati ISTAT (2010) Figura 5.13: Impiego di p.a. contenuti nei prodotti fitosanitari (per categoria), nelle province siciliane (2010)

0%

10%

20%

30%

40%

50%

60%

70%

80%

90%

100%

2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010Solforganici Fosforganici Sulfuree imidaz.Fosforg. dipirid. Rameici Carbammati Olii minerali Fumiganti Zolfo

Fonte: Elaborazione ARPA Sicilia su dati ISTAT (2001-2011)

Figura 5.14: Principali tipologie di prodotti fitosanitari distribuiti in Sicilia (2000-2010)

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010.00020.00030.00040.00050.00060.00070.00080.00090.000

100.000

Fungicidi Insett./acar. Erbicidi Altri

quin

tali

Molto toss./toss. Nocivo Non class.

Fonte: Elaborazione ARPA Sicilia su dati ISTAT (2011)

Figura 5.15: Classi di pericolosità dei prodotti fitosanitari, per categoria di prodotti, impiegati in Sicilia nel 2010

0

10000

20000

30000

40000

50000

60000

Trap

ani

Pale

rmo

Mes

sina

Agr

igen

to

Cal

tani

sset

ta

Enna

Cat

ania

Rag

usa

quin

tali

Molto tossico e tossico Nocivo Non classificabile

Fonte: Elaborazione ARPA Sicilia su dati ISTAT (2010)

Figura 5.16: Classi di pericolosità dei prodotti fitosanitari, per categoria di prodotto, impiegati nelle province Siciliane nel 2009

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Fonte: Elaborazione ARPA Sicilia su dati ISTAT (2011)

Figura 5.17: Classi di pericolosità dei prodotti fitosanitari, per categoria di prodotto, impiegati nelle province Siciliane nel 2010

Anno 2010

Fonte: Elaborazione ARPA Sicilia su dati ISTAT (2001-2011) Figura 5.18: Prodotti fitosanitari distribuiti per uso agricolo e relativo impiego unitario per provincia (2010)

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-

2,00

4,00

6,00

8,00

10,00

12,00

14,00

16,00

18,00

20,00

0,00

2,00

4,00

6,00

8,00

10,00

12,00

14,00

16,00

18,00

20,00

TP PA ME AG CL EN CT RG SR

KgH

a-1

SAU

trat

t.

quin

tali

(1.0

00)

Fitosanitari molto tossici e tossici Fitosanitari nocivi

Imp. Unit. fitosanitari molto tossici e tossici Imp. Unit. fitosanitari nocivi

Anno 2009

Anno 2010 Fonte: Elaborazione ARPA Sicilia su dati ISTAT (2009-2011)

Figura 5.19: Distribuzione di prodotti fitosanitari “molto tossici e tossici” e “nocivi” e relativo impiego unitario per provincia (2009-2010)

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BOX – LA DESERTIFICAZIONE IN SICILIA

Il fenomeno della desertificazione, definito come il “degrado delle terre nelle aree aride, semi-aride

e sub-umide secche, attribuite a varie cause, tra le quali variazioni climatiche ed attività umane”,

rappresenta una delle maggiori forme di degrado del suolo in cui si verifica la riduzione o la perdita

della produttività biologica ed economica della terra dovuta sia a cause naturali che antropiche.

Infatti, in presenza di determinate configurazioni di fattori fisico-ambientali (aridità, siccità, elevate

temperature estive, orografia, morfologia, erodibilità, presenza di suoli marginali argillosi poco

evoluti e poveri di sostanza organica) ed antropici (fenomeni di urbanizzazione, pratiche agricole

non idonee quali arature profonde ed effettuate a rittochino, l’uso irrazionale delle risorse idriche,

sovrapascolo, ecc.) i suoli sono maggiormente esposti ad ingenti pericoli di erosione idrica

accelerata, che nel giro di pochi anni porta al totale degrado che si identifica con i processi di

desertificazione.

Il rischio di desertificazione è rilevante anche nelle aree a forte rischio di abbandono, tra le quali

rientrano paesaggi seminaturali equiparabili alle aree a forte valenza ambientale. Si tratta di diverse

migliaia di ettari, che svolgono un ruolo rilevante nel mantenimento del suolo, dell’ambiente e del

paesaggio. Altro fattore di rilevante importanza, che contribuisce al processo di desertificazione, è

rappresentato dalla salinizzazione dei suoli. Tale fenomeno interessa sia le aree interne che le zone

costiere della Sicilia, soprattutto nelle province di Siracusa e Ragusa, a causa dell’eccessivo

emungimento degli acquiferi costieri con conseguente intrusione del cuneo di acqua marina nei

corpi acquiferi continentali.

La pressione antropica nel processo di desertificazione assume un ruolo importante e può essere

analizzata anche in termini di urbanizzazione e di densità di popolazione, che è correlata in modo

direttamente proporzionale con le attività socio-economiche del territorio. Ciò deriva dal fatto che

qualunque intervento edificatorio, così come qualsiasi intervento infrastrutturale, comporta il

decorticamento e l’impermeabilizzazione del territorio urbanizzato (Regione Siciliana, 2008).

Considerato che la Sicilia è una delle regioni del Mediterraneo maggiormente soggetta al rischio di

desertificazione, la Regione Siciliana ha adottato, con D.D.G. del Dipartimento Territorio ed

Ambiente n. 908 del 24/07/2003, la “Carta della Vulnerabilità al rischio di desertificazione in

Sicilia, scala 1:250.000”. Essa deriva dallo studio di tre differenti indici (indice di aridità, indice di

siccità ed indice di perdita del suolo), secondo quanto riportato nella “Metodologia per la redazione

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di una carta in scala 1:250.000 delle aree vulnerabili al rischio di desertificazione in Sicilia”,

pubblicata dalla Regione Siciliana (2002) nell’ambito del progetto Interreg IIC MEDOCC - Rete

Lab, e successivamente modificata, secondo la nuova “Carta della vulnerabilità alla desertificazione

della Sicilia” in scala 1:250.000 (figura seguente) redatta dal Dipartimento Territorio ed Ambiente

(Regione Siciliana, 2008). In considerazione della complessità del processo di desertificazione ed in

ragione del carattere multidisciplinare della lotta a tale fenomeno, l’Assessorato Territorio ed

Ambiente ha istituito, con D.A. n. 52/2011, un “Tavolo Tecnico Permanente”, di cui gestisce il

coordinamento, costituito dai rappresentanti di diversi Dipartimenti Regionali: Territorio ed

Ambiente, ARPA, Interventi Infrastrutturali per l’Agricoltura, Acque e Rifiuti e Comando Corpo

Forestale.

Dall’attività di tale Tavolo, che comprende l’individuazione delle azioni necessarie alla previsione e

mitigazione del rischio desertificazione, è scaturita la “Carta delle Sensibilità alla Desertificazione”,

a scala 1:250.000, decretata con D.A. 53/GAB/2011, che a differenza delle cartografie

precedentemente realizzate, utilizza un numero maggiore di indicatori tra i quali alcuni sono

considerati per la prima volta (come gli indici di qualità della gestione del territorio), altri risultano

sostituiti (es. piovosità con la stagionalità delle precipitazioni, ecc.). Per la tipologia dei numerosi,

dettagliati ed aggiornati dati utilizzati, per la scala di elaborazione e per il tipo di informazione che

fornisce, la carta possiede le caratteristiche per essere utilizzata soprattutto ai fini della definizione

delle politiche di indirizzo nella pianificazione regionale di uso del territorio. Il Dipartimento

Regionale dell’Ambiente, individuato nell’ambito dell’Asse 2 quale soggetto responsabile per

l’attuazione della mitigazione del Rischio Desertificazione attraverso la linea di intervento 2.3.1.4

(“Interventi di prevenzione dei fenomeni di desertificazione anche in un’ottica di complementarietà

e sinergia con analoghe iniziative nell’ambito della politica regionale e nazionale” del POFESR

2007/2013), ha pubblicato sulla G.U.R.S. del 27/08/10 un primo avviso pubblico di invito a

manifestazione di interesse per la costituzione di un parco progetti regionale, volto alla mitigazione

del rischio di desertificazione.

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Carta della vulnerabilità alla desertificazione della Sicilia (2011)

Fonte: Assessorato Territorio e Ambiente

Tabella: Aree sensibili alla desertificazione (ESA)

Classe di sensibilità Percentuale di territorio regionale (%)

Non affetto 1,6

Potenziale 5,8

Fragile 35,8

Critico 56,7

Fonte: Assessorato Territorio e Ambiente

La rappresentazione cartografica dell’applicazione della metodologia Medalus al territorio siciliano

ha evidenziato una diffusa sensibilità al degrado del territorio come specificatamente di seguito

riportato:

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Le aree critiche rappresentano il 56,7% dell’intero territorio, che si possono suddividere tra le aree

meno critiche, aree C1 (17,7 %), e quelle a maggiore criticità, aree critiche C2 (35,0 %). Le aree a

criticità C3, le più critiche, ammontano al 4,0 % dell’intera superficie dell’Isola. Le aree fragili,

quelle in cui qualsiasi alterazione del delicato equilibrio tra fattori naturali e le attività umane può

portare alla desertificazione, rappresentano una quota pari al 35,8 % del totale, che si può anche

distinguere tra le aree meno fragile F1 (7,0 %) e quelle a maggiore fragilità, aree fragili F2 (12,8%).

Le aree a fragilità F3, quelle prossime alla classe C3 raggiungono il 16,0 % dell’intera superficie.

Solo il 5,8% e l’ 1,8 % delle aree della Sicilia presentano una sensibilità potenziale o nulla alla

desertificazione.

A differenza delle precedenti cartografie realizzate, quest’ultima utilizza un numero maggiore di

indicatori, tra i quali alcuni sono considerati per la prima volta, mentre altri risultano sostituiti.

Il database a supporto dell’analisi cartografica è stato integrato da numerosi e dettagliati dati

aggiornati, soprattutto per la componente suolo e vegetazione.

La Carta realizzata, quindi, rappresenta un primo momento di confronto multidisciplinare

nell’ambito dei Dipartimenti Regionali competenti per i differenti settori maggiormente coinvolti

nel fenomeno della desertificazione.

Pertanto, per la tipologia dei dati utilizzati, per la scala di elaborazione e per il tipo d’informazione

che fornisce, la carta possiede le caratteristiche per essere utilizzata soprattutto ai fini della

definizione delle politiche d’indirizzo nella pianificazione regionale di uso del territorio.

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Allo stato attuale delle conoscenze, in relazione alla metodologia utilizzata e alla tipologia dei dati

(relativi soprattutto ad aspetti qualitativi del territorio), la carta non identifica necessariamente

fenomeni di degrado in atto per le aree classificate critiche.

Pertanto, nelle fasi di approfondimento, sarà necessario passare da una rappresentazione

“potenziale” dei processi di degrado ad una nella quale questi vengono individuati, classificati e

presi in considerazione al fine di calibrare correttamente i parametri utilizzati.

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INDICATORE SITI CONTAMINATI SCOPO Fornire il numero delle aree che necessitano d’interventi di bonifica del suolo e/o delle acque superficiali e sotterranee. DESCRIZIONE I siti contaminati comprendono quelle aree nelle quali, in seguito ad attività umane svolte o in corso, è stata accertata, sulla base della vigente normativa, un’alterazione delle caratteristiche naturali del suolo da parte di un qualsiasi agente inquinante. I dati riportati derivano da informazioni raccolte dall’ARPA Sicilia nell’ambito delle proprie attività di controllo e monitoraggio dell’ambiente. I dati riguardanti i siti inseriti nell’Anagrafe Regionale dei siti contaminati sono stati acquisiti da ARPA Sicilia attraverso il Dipartimento dell’Acqua e dei Rifiuti - Servizio VI - Gestione Integrata Rifiuti-Bonifiche dell’Assessorato Regionale dell'Energia e dei Servizi di Pubblica Utilità. UNITÀ di MISURA Numero (n°) FONTE dei DATI ARPA / ISPRA / REGIONE SICILIANA NOTE TABELLE e FIGURE I dati illustrati in Figura 5.20 si riferiscono all’insieme dei siti potenzialmente contaminati segnalati dalle Strutture Territoriali dell’ARPA Sicilia, nell’ambito delle proprie attività di controllo e di monitoraggio ambientale il cui trend è illustrato in Figura 5.21. In Figura 5.22 è riportata la rappresentazione grafica dello stato di avanzamento dell’iter amministrativo in cui il valore numerico rappresenta il numero di siti potenzialmente contaminati; mentre nella Figura 5.23 i siti potenzialmente contaminati sono suddivisi in funzione dell’evento causa della potenziale contaminazione. Infine in Figura 5.24 è riportato il numero di siti inseriti nell’Anagrafe dei siti contaminati della Regione Siciliana, ripartiti per provincia e relativi agli anni 2008, 2009, 2011 (non è stato possibile aggiornare il dato relativo all’anno 2010). STATO e TREND I dati illustrati nel presente indicatore si riferiscono all’insieme dei siti, aggregati su base provinciale, riferiti al 2011 e risultanti come potenzialmente contaminati alle Strutture Territoriali dell’ARPA Sicilia, nell’ambito delle proprie attività di controllo e di monitoraggio ambientale. Il numero complessivo di siti sull’intero territorio regionale, individuati in seguito all’attività ispettiva di ARPA Sicilia, è di 358. Il quadro che emerge è indicativo delle attività svolte sul territorio siciliano soprattutto dagli Enti preposti alla gestione del territorio. Le Province maggiormente interessate sono quelle di Palermo, Caltanissetta, Siracusa, Catania e Agrigento che presentano le maggiori concentrazioni di attività commerciali e industriali o sono sedi di siti contaminati d’interesse nazionali (SIN).

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Dall’analisi dei dati si nota un incremento generale del numero di siti potenzialmente contaminati rispetto all’anno passato (da 338 a 358 siti); nello specifico, soltanto le province di Siracusa (- 4 %) e Messina (- 70 %) hanno fatto registrare un decremento; in linea con il trend regionale invece le restanti province con incrementi che vanno dal +2 % di Palermo al +130 % circa di Trapani. (Figura 5.21) Per capire quale sia lo stato dell’arte degli interventi di bonifica, i siti potenzialmente contaminati sono stati ordinati in funzione dello stato di avanzamento dell’iter amministrativo. La rappresentazione grafica è riportata in Figura 5.22 in cui il valore numerico rappresenta l’effettivo numero di siti. Tale ripartizione fornisce un’istantanea al 31.12.2011 della situazione a livello regionale, mettendo in luce le maggiori criticità ed evidenziando le principali fasi in cui è necessario concentrare le energie per dare maggior impulso alle attività di bonifica. Oggi, infatti, a distanza di qualche anno dall’entrata in vigore del D.Lgs. 152/06, è interessante osservare lo stato di avanzamento delle procedure di bonifica avviate secondo tale norma, al fine di trarre alcune considerazioni sull’efficacia della norma stessa e, in particolare, su alcuni aspetti da subito ritenuti critici. Per molti siti potenzialmente contaminati, infatti, non si è ancora arrivati all’approvazione dell’Analisi di rischio e pertanto alla definizione delle CSR (Concentrazione Soglia di Rischio) che sono i limiti da rispettare a seguito della bonifica. Questo mostra uno dei punti deboli dell’approccio basato sul rischio sito specifico, cioè quello di un rallentamento della procedura dovuta alla complessità del percorso che conduce all’approvazione dello studio di analisi di rischio. Occorre osservare che, sebbene un buon numero di procedimenti sia stato avviato avvalendosi delle procedure semplificate previste per i siti di ridotte dimensioni (25 siti) soltanto in una minima percentuale di questi, si è arrivati alla presentazione e approvazione di un progetto di bonifica. Inoltre la percentuale degli iter di bonifica portati a conclusione nell’anno 2011 non supera il 6 % su base regionale, con un picco massimo del 25 % per la provincia di Caltanissetta. Nella Figura 5.23 i siti sono suddivisi in funzione dell’evento causa della contaminazione.

Nello specifico, gli eventi principali causa della contaminazione sono gli eventi contaminanti all’interno dei Siti di Interesse Nazionale (27 %), quelli dovuti alla cattiva gestione d’impianti e strutture, per esempio la cattiva gestione dei serbatoi interrati presenti nei punti vendita di idrocarburi (25 %), nonché quelli derivanti dalla scorretta gestione delle discariche (15 %).

In particolare per i punti vendita di idrocarburi, sebbene ogni singola situazione di contaminazione sia generalmente piuttosto limitata, il fenomeno è in senso generale molto critico sia per l’estrema distribuzione sul territorio, sia per la frequente ubicazione all’interno di aree residenziali.

La Regione Siciliana, con Decreto dell’ARTA n°19/GAB del 12 febbraio 2007, si è dotata, come previsto dalla legge, dell’Anagrafe dei siti contaminati (a far data dal 01.07.2010, in carico al Dipartimento dell’Acqua e dei Rifiuti-Servizio VI- Gestione Integrata Rifiuti-Bonifiche dell’Assessorato Regionale dell'Energia e dei Servizi di Pubblica Utilità). Si tratta di un elenco di siti in cui sia stata già accertata la contaminazione e/o avviata la procedura di bonifica. A tal proposito si evidenzia che è stato possibile aggiornare il dato relativo ai siti inseriti nell’Anagrafe dei siti contaminati per l’anno 2011 (per un totale di 63 siti), ma non per l’anno 2010. La situazione è pertanto quella illustrata nella Figura 5.24, con la ripartizione su base provinciale dei siti iscritti all’Anagrafe dei siti contaminati per gli anni 2008, 2009 e 2011.

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Figura 5.20 - Ripartizione dei siti su scala provinciale - Anno 2011

Fonte: Strutture Territoriali Arpa Sicilia. Elaborazione ARPA Sicilia (2011)

Figura 5.21 - Ripartizione dei siti su scala provinciale (Confronto anni 2008-2009-2010-2011)

Fonte: Strutture Territoriali Arpa Sicilia. Elaborazione ARPA Sicilia (2011)

TP 14 PA 90

AG 41

CL 65

EN 26

ME 15

CT 39

SR 49

RG 15

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Figura 5.22 - Ripartizione dei siti potenzialmente contaminati per stato di avanzamento - Anno 2011

Fonte: Elaborazione ARPA Sicilia (2011)

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Figura 5.23 - Siti contaminati suddivisi per evento causa della contaminazione - Anno 2011

Fonte: Elaborazione ARPA Sicilia (2011)

Figura 5.24 - Siti inseriti nell'Anagrafe dei Siti Contaminati su base provinciale per gli Anni 2008 - 2009 e 2011 - (Nota: Il dato 2010 NON è stato aggiornato)

Fonte: Regione Siciliana. Elaborazione Arpa Sicilia (*) Il dato relativo all'Anno 2010 NON è stato aggiornato.

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INDICATORE SITI CONTAMINATI DI INTERESSE NAZIONALE (SIN) INDICATORE SCOPO Fornire lo stato d’avanzamento negli interventi di bonifica del suolo e/o delle acque superficiali e sotterranee nei Siti riconosciuti di Interesse Nazionale. Lo stato di avanzamento degli interventi di bonifica del suolo e/o delle acque è stato ottenuto utilizzando quattro fasi: Piano di caratterizzazione, Indagini di caratterizzazione, Progetto definitivo approvato e bonificato. L’avanzamento è espresso in termini di numero di aree. Il principale limite di tale analisi è che la suddivisione in fasi non distingue tra inquinamento del suolo e delle acque, mentre nella realtà alcuni progetti di bonifica riguardano una sola matrice (acque sotterranee o suolo). Si ritiene in ogni modo che ciò non infici la significatività della rappresentazione dello stato d’avanzamento. DESCRIZIONE L’indicatore fornisce le informazioni principali sui Siti contaminati di Interesse Nazionale. Queste aree sono definite in relazione alle caratteristiche del sito, alle quantità e pericolosità degli inquinanti presenti, al rilievo dell'impatto sull'ambiente circostante in termini di rischio sanitario ed ecologico, nonché in base al pregiudizio per i beni culturali e ambientali. I Siti di Interesse Nazionale sono individuati con decreto del Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, d’intesa con le regioni interessate. Con un successivo decreto dello stesso Ministero si provvede, sentite le regioni, le province, gli enti locali e i proprietari, alla definizione del perimetro. In Sicilia sono state istituite quattro aree contaminate d’interesse nazionale in particolare: con Legge n° 426/98 sono state individuate le aree industriali ad elevato rischio di crisi ambientale di Gela (CL) e Priolo (SR), in seguito con Decreto Ministeriale n° 468/01 è stato inserito il sito di Biancavilla (CT) per le sue criticità legate alla presenza naturale di fibre asbestiformi ascrivibile al minerale fluoroedenite e, successivamente, con Legge n° 266/05 è stato inserito il sito industriale di Milazzo (ME). I Siti di Interesse Nazionale sono inseriti nell’Anagrafe Regionale, quindi compaiono nell’indicatore Siti Contaminati. Ciò nonostante, con quest’ indicatore specifico si vogliono fornire informazioni sullo stato d’avanzamento delle procedure di bonifica nei Siti di Interesse Nazionale, in considerazione della loro importanza ambientale ed economica. Inoltre, per la loro rilevanza ambientale, la procedura di bonifica degli stessi è di competenza del Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare (MATTM), sentito il Ministero delle Attività Produttive. I dati derivano da fonti affidabili e la comparabilità spaziale è elevata perché la perimetrazione dei siti è costante nel tempo. UNITÀ di MISURA Ettaro (ha); numero (n°). FONTE dei DATI Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare; ISPRA; Arpa Sicilia. NOTE TABELLE e FIGURE Nella Tabella 5.17 è riportato l’elenco dei Siti di Interesse Nazionale presenti nella Regione Sicilia, con la perimetrazione totale in ettari e l’indicazione delle superfici, divise in mare e terra per i siti in cui la perimetrazione comprenda anche delle aree marine.

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Nella Tabella 5.18 invece è riportato lo stato di avanzamento degli interventi di bonifica del suolo e/o delle acque di falda, secondo quattro fasi: Piano di caratterizzazione, Indagini di caratterizzazione, Progetto definitivo approvato e bonificato. Nella fase preliminare sono comprese anche le aree nelle quali sono state eseguite azioni di Messa in Sicurezza d’Emergenza (MISE). L’avanzamento è espresso in termini di numero di aree. La tabella mostra che, dopo anni dall’emanazione della prima norma, il numero di aree bonificate è ancora esiguo. L’avanzamento delle attività ha riguardato essenzialmente l'approvazione di piani di caratterizzazione, misure di messa in sicurezza o indagini di caratterizzazione. STATO e TREND

Nella Tabella 5.17 è riportato lo stato di avanzamento negli interventi di bonifica del suolo e/o delle acque di falda, secondo quattro fasi:

1) Piano di caratterizzazione;

2) Indagini di caratterizzazione;

3) Progetto definitivo approvato;

4) Bonifica completata.

L’avanzamento è espresso in termini di numero di aree. Nella fase preliminare sono comprese anche le aree nelle quali sono state eseguite azioni di Messa in Sicurezza d’Emergenza. La tabella mostra che, dopo anni dall’emanazione della prima norma1, il numero di aree bonificate è ancora esiguo. Infatti l’avanzamento delle attività ha riguardato essenzialmente l'approvazione di piani di caratterizzazione, le misure di messa in sicurezza o le indagini di caratterizzazione2. Il principale limite di tale analisi è che la suddivisione in fasi non distingue tra inquinamento del suolo e delle acque, mentre nella realtà alcuni progetti di bonifica riguardano una sola matrice (acque sotterranee o suolo). Si ritiene in ogni modo che ciò non infici la significatività della rappresentazione dello stato d’avanzamento.

Tabella 5.17 - Siti contaminati di interesse nazionale presenti nella Regione Sicilia

Perimetrazione Denominazione del sito

Riferimenti normativi di individuazione Mare (ha) Terra (ha)

Gela (CL) L. 426/98 4.563 795 Priolo (SR) L. 426/98 10.068 5.815

Biancavilla (CT) DM 468/01 0 330

Milazzo (ME) L. 266/05 2.190 549

Fonte: Elaborazione su dati ISPRA/MATTM/ARPA (2011)

1 - Le diverse norme che negli anni hanno permesso l'individuazione dei Siti d'Interesse Nazionale sono comprese tra il 1998 e il 2005.

2 - In molti siti si è registrato un avanzamento delle attività scarso o assente legato anche alla complessità delle procedure previste nella normativa di riferimento.

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Tabella 5.18 - Stato di avanzamento delle attività negli interventi di bonifica - Anno 2011

Stato di avanzamento (numero di aree)

Denominazione SIN

Piani di caratterizzazione

approvati

Indagini di

caratterizzazione

Progetti definitivi approvati

Bonifiche completate

Gela (CL) 12 13 3 6 Priolo (SR) 9 32 0 1 Biancavilla (CT) 2 0 0 0 Milazzo (ME) 6 7 1 0

Fonte: Elaborazione su dati ISPRA/MATTM/ARPA (2011)

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INDICATORE SITI DI ESTRAZIONE DI MINERALI DI SECONDA CATEGORIA (CAVE)

SCOPO Questo indicatore di pressione serve a descrivere la diffusione sul territorio di siti di estrazione di minerali di II categoria, così come classificati dalla normativa di settore, i quali sono indicativi primariamente del consumo di risorse non rinnovabili, quali sono i giacimenti minerali da cava, e della sottrazione di suolo ad altri usi, fornendo altresì indicazioni sui possibili impatti paesaggistici ed idrogeologici (interferenze con falde idriche e con le zone di ricarica di pozzi e sorgenti) dell’attività estrattiva sul territorio regionale. L’indicatore, inoltre, fornisce informazioni anche su impatti indiretti dell’attività estrattiva, quali possono essere eventuali fenomeni di dissesto legati alle modificazioni geomorfologiche causate da scavi e sbancamenti, nonché fenomeni di degrado ambientale legati alla rumorosità, alla produzione di polveri, al peggioramento della qualità dell'aria e delle acque ed al potenziale instaurarsi di aree degradate in corrispondenza delle cave dismesse.

DESCRIZIONE L'indicatore prende in considerazione le attività antropiche di estrazione di minerali di seconda categoria ad elevato impatto ambientale-paesaggistico strettamente correlate al contesto geologico e geomorfologico locale. Ai sensi della L.R. n. 54/56 appartengono alla seconda categoria i giacimenti di torbe, di materiali per costruzioni edilizie, stradali ed idrauliche, di terre coloranti, farine fossili, quarzo, sabbie silicee, pietre molari, pietre coti, pomice, degli altri materiali industrialmente utilizzabili non compresi nella prima categoria. I dati utilizzati per l’aggiornamento al 2011 dell’indicatore sono quelli relativi alle cave autorizzate in esercizio forniti dal Dipartimento dell’Energia - Servizio X “Attività tecniche e risorse minerarie” dell’Assessorato dell’Energia e dei Servizi di Pubblica Utilità della Regione Siciliana.

UNITÀ di MISURA Numero (n), Percentuale (%), Tonnellate (t).

FONTE dei DATI Regione Siciliana - Assessorato dell’Energia e dei Servizi di Pubblica Utilità - Dipartimento dell’Energia -Servizio X “Attività tecniche e risorse minerarie” (2011; 2003-2011).

NOTE TABELLE e FIGURE I dati relativi al numero ed alla percentuale di cave in esercizio, aggiornati al 2011, sono riportati nella tabella 5.19 e nella figura 5.25. I dati relativi alla produzione delle attività estrattive, anch’essi aggiornati al 2011, sono riportati nella tabella 5.20 ed in figura 5.26; nelle figure 5.27 e 5.28 è rappresentato l’andamento temporale, a scala regionale, dell’indicatore complessivamente nel periodo 2003-2011. In particolare in tabella 5.19 è riportato il numero di cave autorizzate in esercizio al 31/12/2011, suddivise per provincia e per tipologia di materiale estratto, mentre in figura 5.25 è rappresentata la ripartizione percentuale, per tipologia di materiale, del numero di cave autorizzate in esercizio nello stesso anno sul territorio regionale. In tabella 5.20 sono riportati i dati relativi alla produzione annuale delle singole categorie merceologiche, per provincia, relativamente all’anno 2011. In figura 5.26 la stessa produzione è riportata in termini di ripartizione percentuale rispetto al totale regionale. Infine nelle figure 5.27 e 5.28 sono rappresentate le evoluzioni temporali rispettivamente del numero di cave autorizzate in esercizio in Sicilia dal 2004 al 2011 e della produzione annuale dei materiali di cava in Sicilia dal 2003 al 2011.

STATO e TREND Sul territorio regionale nel 2011 risultano in attività 532 cave, dove prevale l’estrazione di calcare e marna (36% del numero totale di cave attive in Sicilia), cui segue quella di marmo e calcari ornamentali (16%), arenaria,

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calcarenite e tufo calcareo (11%), sabbia, ghiaia e conglomerati (11%), lava (10%), argilla (5%), quarzarenite (3%), gesso ed alabastro gessoso (3%), rosticci di zolfo (2%), tufo vulcanico (2%) e metamorfiti (1%). Il maggior numero di cave è presente nella provincia di Trapani (101), dove l’attività estrattiva di marmo e calcari ornamentali costituisce il 62% (% n/n) del totale provinciale. La seconda provincia con il più alto numero di cave in esercizio è quella di Catania, dove sono presenti 89 cave dedite per il 56% all’estrazione di lava. Seguono la provincia di Agrigento (65 cave), dove si estrae prevalentemente calcare e marna (64% del totale provinciale), la provincia di Enna (54 cave), dove si estraggono prevalentemente litotipi rientranti nelle categorie merceologiche di calcare e marna, sabbia ghiaia e conglomerati, arenaria calcarenite e tufo calcareo (74% complessivamente), le province di Palermo e Ragusa (entrambe con 47 cave autorizzate), dove si estrae in prevalenza calcare e marna (57% del totale provinciale a Palermo, 51% a Ragusa), la provincia di Siracusa, con 46 cave autorizzate dedite per il 65% all’estrazione di calcare e marna, la provincia di Messina (42 cave), dove si estraggono prevalentemente litotipi rientranti nelle categorie merceologiche di calcare e marna, marmo e calcari ornamentali, quarzarenite, sabbia ghiaia e conglomerati (86% complessivamente) e la provincia di Caltanissetta (41 cave) con il 51% di attività estrattive di calcare e marna. Il numero di cave in esercizio sul territorio regionale mostra una tendenza alla decrescita nel periodo 2004-2011, passando da 585 cave attive nel 2004 a 532 cave attive nel 2011; in particolare si osserva una lieve tendenza alla decrescita, nel periodo temporale considerato, del numero di cave di sabbia ghiaia e conglomerati, marmo e calcari ornamentali, rosticci di zolfo, calcare e marna presenti sul territorio regionale. Per quanto riguarda la produzione dei litotipi estratti in Sicilia, che ammonta per l’anno 2011 a 17.956.533 tonnellate, si riscontra una netta prevalenza della produzione di calcare, che con 11.064.580 tonnellate rappresenta il 61,6% del totale della produzione regionale; seguono la produzione di lava (15,2% del totale regionale), argilla (4,7%), sabbia calcarea, rosticci e conglomerati (3,9%), gneiss (2,8%), sabbia e ghiaia e arenaria tufo calcareo e calcarenite (ciascuna categoria con il 2,5%), sabbie silicee (2%), gesso ed alabastro gessoso (1,8%), marna (1,7%), marmo bianco, quarzarenite, marmo colorato e perlatino (ciascuna categoria con percentuali inferiori all’unità). I litotipi che assieme rappresentano il 77% della produzione regionale di materiali di II categoria, cioè calcare e lava, sono così distribuiti a livello provinciale: per quanto riguarda il calcare, i più alti valori di produzione si rinvengono nelle province di Palermo, Agrigento e Siracusa, ciascuna con valori annuali superiori ai 2 milioni di tonnellate; seguono le province di Caltanissetta, Ragusa e Messina con valori di produzione superiori a 1 milione di tonnellate. La provincia di Trapani si attesta su 359.325 tonnellate di calcare, Enna su 236.158 tonnellate, infine Catania su 54.638 tonnellate. La produzione di lava avviene principalmente nella provincia di Catania (77% della produzione regionale) e secondariamente in quella di Siracusa (23%). La serie storica dei dati di produzione dei materiali di II categoria in Sicilia relativa al periodo 2003-2011 mostra una brusca riduzione del dato di produzione a partire dall’anno 2010, in cui si registrano valori inferiori a 18 milioni di tonnellate, che permangono anche nell’anno 2011, contro i valori registrati negli anni precedenti sempre superiori a 21 milioni di tonnellate. In particolare, la riduzione di produzione a partire dal 2010 si osserva in modo netto per i litotipi lava e tufo vulcanico, sabbie calcaree rosticci e conglomerati, marna, marmo bianco alabastro calcareo e perlatino, marmo colorato, calcare, sebbene per quest’ultimo litotipo si osservi una tendenza all’aumento nel 2011 rispetto all’anno precedente. Per quanto riguarda l’argilla, la decrescita del dato di produzione rispetto agli anni precedenti si osserva a partire dal 2011. Ad eccezione della pomice, la cui produzione risulta cessata a partire dal 2006, tutti gli altri materiali di II categoria estratti in Sicilia presentano o una tendenza all’aumento del dato di produzione nel periodo temporale considerato (gesso e alabastro calcareo, gneiss calcescisto e scisto serpentinoso) o fluttuazioni non indicative di una chiara tendenza all’aumento o alla diminuzione (sabbia ghiaia e sabbie silicee, arenaria tufo calcareo e calcarenite).

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Tabella 5.19: Numero di cave autorizzate in esercizio al 2011 suddivise per provincia e per tipologia di materiale estratto

Tipologia di materiale estratto AG CL CT EN ME PA RG SR TP Sicilia

Calcare e marna 42 21 10 14 13 27 24 30 8 189

Argilla 3 3 5 5 2 4 3 1 1 27

Marmo/Calcari ornamentali 0 0 0 0 8 11 4 0 63 86

Metamorfiti 0 0 0 0 4 0 0 0 0 4

Lava 0 0 50 0 0 0 0 1 1 52

Tufo vulcanico 0 0 11 0 0 0 0 0 0 11

Rosticci di zolfo 4 3 0 2 0 0 0 0 0 9

Sabbia, ghiaia e conglomerati 9 9 3 13 7 3 12 2 2 60

Arenaria, calcarenite e tufo calcareo 1 1 6 13 0 0 4 11 24 60

Quarzarenite 0 0 0 7 8 1 0 0 0 16

Gesso/Alabastro gessoso 6 4 4 0 0 1 0 1 2 18

Totale 65 41 89 54 42 47 47 46 101 532

Fonte: Regione Siciliana - Dipartimento dell’Energia - Servizio X

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Tabella 5.20: Produzione annuale dei materiali da cava al 2011 per provincia e per tipologia di materiale estratto

Produzione annuale (tonnellate) Tipologia di materiale

AG CL CT EN ME PA RG SR TP Sicilia

Marmo bianco 0 0 0 0 0 0 0 0 133.969 133.969

Marmo colorato 0 0 0 0 14.891 3.120 0 0 0 18.011

Arenaria, Tufo calcareo e Calcarenite

6.844 10.080 194.896 57.710 0 0 75.206 108.918 1.140 454.794

Calcare 2.103.326 1.305.804 54.638 236.158 1.000.687 2.623.085 1.290.150 2.091.407 359.325 11.064.580

Gesso e Alabastro gessoso

113.326 106.651 62.250 0 0 0 0 0 33.974 316.201

Lava 0 0 2.098.298 0 0 0 0 627.000 0 2.725.298

Argilla 11.750 550 74.570 52.400 99.046 141.480 224.189 233.000 0 836.985

Sabbie silicee 0 0 4.800 0 0 9.900 120.644 227.113 0 362.457

Sabbia e ghiaia 70.051 138.388 0 238.353 0 0 0 0 0 446.792

Sabbie calcaree, rosticci e conglomerati

6.099 4.914 21.400 19.100 336.174 291.420 28.200 0 0 707.307

Quarzarenite 0 0 0 17.564 30.534 0 0 0 0 48.098

Marna 311.949 0 0 0 0 0 0 0 0 311.949

Gneiss 0 0 0 0 511.000 0 0 0 0 511.000

Perlatino 0 0 0 0 0 0 0 0 19.092 19.092

Totale 2.623.345 1.566.387 2.510.852 621.285 1.992.332 3.069.005 1.738.389 3.287.438 547.500 17.956.533

Fonte: Regione Siciliana - Dipartimento dell’Energia - Servizio X

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48

36%

5%

16%1%10%2%

2%

11%

11% 3% 3%

Calcare e marna Argilla

Marmo/Calcari ornamentali Metamorfiti

Lava Tufo vulcanico

Rosticci di zolfo Sabbia, ghiaia e conglomerati

Arenaria, calcarenite e tufo calcareo Quarzarenite

Gesso/Alabastro gessoso

Fonte: Regione Siciliana - Dipartimento dell’Energia - Servizio X Figura 5.25: Ripartizione percentuale, per tipologia di materiale estratto, delle cave autorizzate in esercizio in Sicilia al 2011 (%n/n sul totale regionale)

0,7%

0,1%2,5%

61,6%

1,8%

15,2%

4,7%

2,0%2,5%

3,9%

0,3%1,7%

2,8%

0,1%

Marmo bianco Marmo colorato

Arenaria, Tufo calcareo e Calcarenite Calcare

Gesso e Alabastro gessoso Lava

Argilla Sabbie silicee

Sabbia e ghiaia Sabbie calcaree, rosticci e conglomerati

Quarzarenite Marna

Gneiss Perlatino

Fonte: Regione Siciliana - Dipartimento dell’Energia - Servizio X Figura 5.26: Ripartizione percentuale della produzione annuale di materiali da cava in Sicilia, per tipologia di materiale estratto, relativa all’anno 2011 (%t/t sulla produzione totale regionale)

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49

250

300

350

400

450

500

550

600

0

25

50

75

100

125

150

175

200

225

250

2004 2005 2006 2007 2008 2010 2011

TOTA

LE (n

umer

o)

calc

are

e m

arna

, arg

illa,

mar

mo

e ca

lcar

i orn

amen

tali,

met

amor

fiti,

lava

, tuf

o vu

lcan

ico,

ros

ticci

di z

olfo

, sa

bbia

ghi

aia

e co

nglo

mer

ati,

aren

aria

cal

care

nite

e tu

fo c

alca

reo,

qua

rzar

enite

, ges

so e

alab

astr

o ge

ssos

o (n

umer

o)

Calcare e marna ArgillaMarmo/Calcari ornamentali MetamorfitiLava Tufo vulcanicoRosticci di zolfo Sabbia, ghiaia e conglomeratiArenaria, calcarenite e tufo calcareo QuarzareniteGesso/Alabastro gessoso TOTALE

Fonte: Regione Siciliana - Dipartimento dell’Energia - Servizio X Figura 5.27: Andamento temporale del numero di cave autorizzate in esercizio in Sicilia dal 2004 al 2011, per tipologia di materiale estratto

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50

5.000.000

7.500.000

10.000.000

12.500.000

15.000.000

17.500.000

20.000.000

22.500.000

25.000.000

0

250.000

500.000

750.000

1.000.000

1.250.000

1.500.000

1.750.000

2.000.000

2.250.000

2.500.000

2.750.000

3.000.000

3.250.000

3.500.000

3.750.000

4.000.000

4.250.000

4.500.000

4.750.000

5.000.000

2003 2004 2005 2006 2007 2010 2011

Calc

are,

TO

TALE

(to

nnel

late

)

Sabb

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a e

sab

bie

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l., g

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, ges

so e

ala

bast

ro g

ess.

, pom

ice,

m

arna

, are

nari

a tu

fo c

alc.

e c

alca

r., m

arm

o b.

ala

bast

ro c

alc.

e p

erla

tino,

arg

illa,

sab

bie

calc

.ros

ttic

ci e

con

glom

., la

vae

tufo

vul

c. (t

onne

llate

)

Sabbia, Ghiaia e Sabbie silicee Quarzarenite Marmo colorato

Gneiss, Calcescisto e Scisto Serpentinoso Gesso e Alabastro gessoso Pomice

Marna Arenaria, Tufo calcareo e Calcarenite Marmo bianco, Alabastro calcareo, Perlatino

Argilla Sabbie calcaree, rosticci e conglomerati Lava e Tufo vulcanico

Calcare TOTALE

Fonte: Regione Siciliana - Dipartimento dell’Energia - Servizio X Figura 5.28: Andamento temporale della produzione annuale dei materiali da cava in Sicilia dal 2003 al 2011, per tipologia di materiale estratto

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INDICATORE SITI DI ESTRAZIONE DI MINERALI DI PRIMA CATEGORIA (MINIERE)

SCOPO Questo indicatore ha lo scopo di fornire indicazioni sulla diffusione sul territorio regionale di siti di estrazione di minerali di prima categoria, così come definiti dalla normativa di settore, e sulla tipologia e l’entità della pressione da essi esercitata sull’ambiente. L’indicatore infatti fornisce informazioni utili per valutare l'esistenza di possibili focolai di diffusione di sostanze inquinanti derivanti dalla presenza di accumuli di materiale di scarto delle lavorazioni o da eventi inquinanti legati alle modalità stesse di conduzione del processo produttivo, che possono generare fenomeni di contaminazione del suolo, delle acque superficiali e delle risorse idriche sotterranee, determinandone il degrado qualitativo. Gli insediamenti sopra citati sono inoltre indice di degradazione del suolo, in quanto le attività antropiche ad esso collegate comportano consumo di risorse non rinnovabili, determinano perdita di suolo, possono aumentare la vulnerabilità degli acquiferi, modificano la morfologia naturale del terreno con possibili ripercussioni sulla stabilità dei versanti, creano le condizioni per l'instaurarsi di aree degradate e/o discariche abusive di rifiuti, possono innescare fenomeni di subsidenza. Le attività estrattive di I categoria dedite allo sfruttamento delle acque minerali e termali, infine, costituiscono una fonte di pressione sulle risorse idriche sotterranee, e sul sistema ambientale ad esse connesso, in quanto determinano il depauperamento quantitativo delle acque sotterranee, e talora anche il degrado qualitativo, nei casi in cui l’abbassamento della falda, causato da uno sfruttamento intensivo della risorsa idrica, determina l’intrusione di acqua non più pregiata, come può avvenire in particolare nelle zone costiere.

DESCRIZIONE L'indicatore prende in considerazione le attività antropiche di estrazione di minerali di prima categoria (secondo la classificazione indicata dalla L.R. n. 54/56) strettamente correlate al contesto geologico locale. Nel territorio regionale le attività in questione si identificano con insediamenti estrattivi di minerali non metalliferi per utilizzi industriali e di acque minerali e termali. I dati per il popolamento di questo indicatore derivano dal Dipartimento dell’Energia - Servizio X “Attività tecniche e risorse minerarie” dell’Assessorato dell’Energia e dei Servizi di Pubblica Utilità della Regione Siciliana, e sono relativi alle concessioni per la coltivazione ed ai permessi per la ricerca dei minerali di I categoria vigenti in Sicilia al 2011.

UNITÀ di MISURA Numero (n), Percentuale (%), Tonnellate (t), Litri (l).

FONTE dei DATI Regione Siciliana - Assessorato dell’Energia e dei Servizi di Pubblica Utilità - Dipartimento dell’Energia -Servizio X “Attività tecniche e risorse minerarie” (2011; 2000-2011).

NOTE TABELLE e FIGURE I dati relativi al numero di concessioni di coltivazione e di permessi di ricerca vigenti al 31/12/2011 in Sicilia sono riportati nelle tabelle 5.21 e 5.22, con le relative ripartizioni percentuali illustrate nelle figure 5.29 e 5.30. I dati relativi alla produzione annuale dei minerali di I categoria, aggiornati al 2011,

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sono riportati nella tabella 5.23. Le figure 5.31 e 5.32 rappresentano l’andamento temporale, a scala regionale, dell’indicatore complessivamente nel periodo 2000-2011. In particolare in tabella 5.21 è riportato il numero di concessioni di coltivazione vigenti, suddivise per provincia e per tipologia di minerale estratto; con la stessa suddivisione in tabella 5.22 è riportato il numero di permessi di ricerca. La figura 5.29 rappresenta la ripartizione percentuale, per tipologia di minerale estratto, delle concessioni di coltivazione di I categoria vigenti in Sicilia al 2011 ed, analogamente, la figura 5.30 riporta la ripartizione percentuale dei permessi di ricerca. Infine nelle figure 5.31 e 5.32 sono rappresentate le evoluzioni temporali rispettivamente del numero di concessioni di coltivazione nel periodo 2003-2011 e della produzione annuale dei minerali di I categoria estratti nel periodo 2000-2011.

STATO e TREND Sul territorio regionale le concessioni di coltivazione di minerali di I categoria nell’anno 2011 risultano essere 33, di cui il 43% è costituito da concessioni per acque minerali (14), il 39% per acque termominerali (13), il 9% per salgemma (3), il 6% per roccia asfaltica (2), il 3% per anidride carbonica (1). Il maggior numero di concessioni si riscontra nella provincia di Messina (12), dove sono presenti esclusivamente concessioni per lo sfruttamento delle acque termominerali (58% del totale provinciale) e di acque minerali (42% del totale provinciale). Seguono la provincia di Catania (6 concessioni, di cui 4 per acque minerali, 1 per acque termominerali, 1 per anidride carbonica), la provincia di Palermo (5 concessioni, di cui 3 per acque minerali, 1 per acque termominerali, 1 per salgemma), la provincia di Agrigento (5 concessioni, di cui 2 per acque termominerali, 2 per salgemma, 1 per acque minerali), la provincia di Ragusa (3 concessioni, di cui 2 per roccia asfaltica, 1 per acque minerali) e la provincia di Trapani (2 concessioni, entrambe per acque minerali). Le province di Caltanissetta, Enna e Siracusa non presentano concessioni di coltivazione di minerali di I categoria. Per quanto riguarda la ricerca mineraria, escludendo gli idrocarburi liquidi e gassosi, che verranno trattati successivamente, nell’indicatore relativo alle attività estrattive di risorse energetiche, risultano essere vigenti nel 2011 in Sicilia 5 permessi, di cui 2 per acque minerali, ricadenti nelle province di Messina e Palermo, 1 per acque termominerali, ricadente in provincia di Messina, 1 per salgemma, che interessa il territorio della provincia di Agrigento, 1 per Sali alcalini che interessa il territorio della provincia di Enna. L’andamento temporale del numero di concessioni di coltivazione mineraria in Sicilia nel periodo 2003-2011 non mostra una chiara tendenza all’aumento o alla diminuzione: nel 2011, infatti, si registra una lieve inflessione del dato relativo al numero delle concessioni (33) rispetto agli anni immediatamente precedenti, ma il valore rimane comunque al di sopra di quello registrato nel 2003 (30). In particolare la diminuzione nel 2011, rispetto agli anni immediatamente precedenti, si osserva per le concessioni di acque termominerali, di rocce asfaltiche e bituminose e di bentonite. Le concessioni per sali alcalini misti diminuiscono di un’unità a partire dal 2006, mentre quella di salgemma aumentano di un’unità a partire dallo stesso anno. Il dato relativo alla coltivazione di anidride carbonica appare stazionario nell’intero periodo temporale analizzato, quello relativo alle acque minerali appare stazionario a partire dal 2005. I dati di produzione relativi al 2011, sebbene parzialmente lacunosi per effetto della mancata disponibilità dei dati di produzione relativi ad alcune concessioni vigenti, mettono in evidenza come lo sfruttamento di giacimenti minerali di I categoria in Sicilia sia dedito quali esclusivamente alle acque minerali e termali ed al salgemma. I dati disponibili mettono in evidenza per il 2011 una produzione regionale di acque minerali pari a 1.499.458.458 litri, con una tendenza all’aumento registrata nel

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periodo 2000-2011. La produzione di acque termominerali come quella del salgemma mostrano un andamento irregolare e lacunoso nell’arco temporale 2000-2011, che risente dell’acquisizione incompleta dei dati da parte del Servizio X del Dipartimento Regionale Energia e che non consente di effettuare delle valutazioni attendibili sulle tendenze evolutive in atto.

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Tabella 5.21: Numero di concessioni di coltivazione per provincia e per tipologia di minerale estratto al 2011

Tipologia di minerale AG CL CT EN ME PA RG SR TP Sicilia

Salgemma 2 0 0 0 0 1 0 0 0 3

Roccia asfaltica 0 0 0 0 0 0 2 0 0 2

Anidride carbonica 0 0 1 0 0 0 0 0 0 1

Acque minerali 1 0 4 0 5 3 1 0 0 14

Acque termominerali 2 0 1 0 7 1 0 0 2 13

Totale 5 0 6 0 12 5 3 0 2 33 Fonte: Regione Siciliana - Dipartimento dell’Energia - Servizio X Tabella 5.22: Numero di permessi di ricerca per provincia e per tipologia di minerale estratto al 2011

Tipologia di minerale AG CL CT EN ME PA RG SR TP Sicilia

Salgemma 1 0 0 0 0 0 0 0 0 1

Sali alcalini 0 0 0 1 0 0 0 0 0 1

Acque minerali 0 0 0 0 1 1 0 0 0 2

Acque termominerali 0 0 0 0 1 0 0 0 0 1

Totale 1 0 0 1 2 1 0 0 0 5 Fonte: Regione Siciliana - Dipartimento dell’Energia - Servizio X Tabella 5.23: Produzione annuale di minerali di I categoria per Distretto Minerario e per tipologia di minerale estratto al 2011

Tipologia di minerale D.M. Caltanissetta D.M. Catania D.M. Palermo Totale

Acque Minerali (l) -(*) 600.237.458(1) 899.221.000(1) 1.499.458.458

Acque Termali (l) 33.915.000 5.930.050(1) 360.990(1) 40.206.040

Salgemma (t) 1.429.003 0 -(*) 1.429.003

Bentonite (t) 0 0 0 0

Anidride Carbonica (t) 0 9.978 0 9.978

Roccia Asfaltica (t) 0 6.273 0 6.273

-(*) Dato non pervenuto (1)Dato incompleto Fonte: Regione Siciliana - Dipartimento dell’Energia - Servizio X

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55

9%6%

3%

43%

39%

salgemma roccia asfaltica

anidride carbonica acque minerali

acque termominerali

Fonte: Regione Siciliana - Dipartimento dell’Energia - Servizio X Figura 5.29: Ripartizione percentuale, per tipologia di minerale, delle concessioni di coltivazione di I categoria vigenti in Sicilia al 2011 (%n/n sul totale regionale)

Fonte: Regione Siciliana - Dipartimento dell’Energia - Servizio X Figura 5.30: Ripartizione percentuale, per tipologia di minerale, dei permessi di ricerca di I categoria vigenti in Sicilia al 2011 (%n/n sul totale regionale)

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0

5

10

15

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30

35

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2003 2004 2005 2006 2008 2011

n. co

nces

sion

i di

col

tiva

zion

e

Acque termominerali Rocce asfaltiche e bituminose Salgemma

Totale Sali alcalini misti Bentonite

Anidride carbonica Acque minerali

Fonte: Regione Siciliana - Dipartimento dell’Energia - Servizio X Figura 5.31: Andamento temporale del numero di concessioni di coltivazione di minerali di I categoria in Sicilia, per tipologia di minerale estratto, dal 2003 al 2011

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0

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800.000

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1.200.000

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2.500.000.000

3.000.000.000

3.500.000.000

4.000.000.000

2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2011

tonn

ella

te

litri

Acque Minerali (l) Acque Termali (l) Salgemma (t)

Bentonite (t) Rocce Asfaltiche e Bituminose (t) Anidride Carbonica (t)

Fonte: Regione Siciliana - Dipartimento dell’Energia - Servizio X Figura 5.32: Andamento temporale della produzione annuale di minerali di I categoria in Sicilia dal 2000 al 2011

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INDICATORE SITI DI ESTRAZIONE DI RISORSE ENERGETICHE

SCOPO Questo indicatore di pressione ho lo scopo di quantificare le attività antropiche di “estrazione di risorse energetiche” ad elevato impatto ambientale-paesaggistico strettamente correlate al contesto geologico e geomorfologico locale.

DESCRIZIONE L’indicatore prende in considerazione gli insediamenti estrattivi di risorse energetiche, che in Sicilia sono rappresentate dagli idrocarburi liquidi e gassosi. Oltre a definire la diffusione sul territorio di siti estrattivi e relativi impianti di servizio (ad es. discariche di materiali di perforazione), l’indicatore fornisce informazioni circa l’esistenza di possibili focolai di diffusione di sostanze inquinanti. Gli insediamenti sopracitati sono indice di degradazione del suolo in quanto le attività antropiche ad esso collegate comportano consumo di risorse non rinnovabili, possono essere causa del degrado qualitativo sia del suolo che delle falde idriche sottostanti, possono aumentare la vulnerabilità degli acquiferi e possono innescare fenomeni di subsidenza. I dati utilizzati per il popolamento dell’indicatore provengono dal Dipartimento dell’Energia - Servizio VIII “Ufficio Regionale per gli Idrocarburi e la Geotermia” dell’Assessorato dell’Energia e dei Servizi di Pubblica Utilità della Regione Siciliana, sia per quanto riguarda i titoli minerari (concessioni di coltivazione e permessi di ricerca) sia per quanto riguarda i dati di produzione degli idrocarburi.

UNITÀ di MISURA Numero (n), Tonnellate (t), Normal metri cubi standard (Nmc), Ettari (Ha), Chilometri quadrati (Km2).

FONTE dei DATI Regione Siciliana - Assessorato dell’Energia e dei Servizi di Pubblica Utilità - Dipartimento dell’Energia - VIII “Ufficio Regionale per gli Idrocarburi e la Geotermia” (2011; 2003-2011).

NOTE TABELLE e FIGURE In tabella 5.24 è riportato l’elenco delle concessioni di coltivazione e dei permessi di ricerca in terraferma per idrocarburi liquidi e gassosi e per risorse geotermiche, con la relativa superficie interessata, vigenti in Sicilia al 2011. La tabella 5.25 riporta il dato sintetico sul numero e sulla superficie dei titoli minerari vigenti, mentre la tabella 5.26 mostra il valore di produzione annuale degli idrocarburi liquidi e gassosi estratti in Sicilia nel 2011. Nei grafici delle figure 5.33 e 5.34, infine, è riportato l’andamento temporale della produzione annuale di idrocarburi per il periodo 2003-2011.

STATO e TREND Nel 2011 risultano vigenti sul territorio regionale 14 concessioni di coltivazione di idrocarburi, che riguardano in totale una superficie di circa 589 km2, pari al 2,30% della superficie regionale; i permessi di ricerca sono invece 5 per quanto riguarda gli idrocarburi ed 1 per quanto riguarda le risorse geotermiche, per una superficie totale di territorio interessato da permessi di ricerca pari a circa 2.920 km2 (11,36% della superficie regionale). Le province interessate dall’attività di coltivazione di idrocarburi sono principalmente quelle di Enna, Catania, Ragusa e Caltanissetta e secondariamente

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Annuario regionale dei dati ambientali 2011 GEOSFERA

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quelle di Messina, Trapani e Siracusa. L’attività di ricerca di idrocarburi si svolge prevalentemente nelle province di Caltanissetta, Catania, Ragusa, Enna e Siracusa, quella di energia geotermica nella provincia di Trapani e precisamente a Pantelleria. La produzione di idrocarburi liquidi e gassosi per il 2011 ammonta rispettivamente a 676.468 tonnellate e 361.709.489 normal metri cubi. L’analisi della serie temporale dei dati mette in evidenza nel periodo 2003-2011 un andamento fluttuante nella produzione di idrocarburi in Sicilia, con una leggera tendenza alla diminuzione della produzione di idrocarburi liquidi.

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Tabella 5.24: Elenco delle concessioni di coltivazione e dei permessi di ricerca in terraferma per idrocarburi liquidi e gassosi e per risorse geotermiche, e relativa superficie interessata, vigenti in Sicilia al 2011

Denominazione della concessione

Tipologia di concessione

Superficie (Ha)

N. della concessione in planimetria Province

Bronte S.Nicola idrocarburi liquidi e gassosi 1.423 X Catania - Messina

Comiso Secondo idrocarburi liquidi e gassosi 370 XII Ragusa

Fiumetto idrocarburi liquidi e gassosi 2.094 XVIII Enna - Catania

Gagliano idrocarburi liquidi e gassosi 11.623 VIII Enna

Gela-Agip idrocarburi liquidi e gassosi 9.221 III Caltanissetta

Giaurone idrocarburi liquidi e gassosi 1.300 XVI Caltanissetta

Irminio idrocarburi liquidi e gassosi 3.976 XIX Ragusa

Lippone-Mazara idrocarburi liquidi e gassosi 1.657 VI Trapani

Ragusa idrocarburi liquidi e gassosi 7.756 I Ragusa

Rocca Cavallo idrocarburi liquidi e gassosi 2.933 XVII Catania - Enna - Messina

Noto idrocarburi liquidi e gassosi 2.140 XX Siracusa - Ragusa

Case Schillaci idrocarburi liquidi e gassosi 5.250 XXl Enna - Catania

Samperi idrocarburi liquidi e gassosi 6.920 XXll Enna - Messina

S. Anna idrocarburi liquidi e gassosi 2.223 XXIII Ragusa

Denominazione del permesso

Tipologia di permesso

Superficie (Ha)

N. del permesso in planimetria Province

Tresauro idrocarburi liquidi e gassosi 10.223 159 Ragusa

Fiume Tellaro idrocarburi liquidi e gassosi 66.037 161 Ragusa - Siracusa - Catania

Paterno' idrocarburi liquidi e gassosi 73.480 162 Catania - Enna

Passo di Piazza idrocarburi liquidi e gassosi 73.413 163 Caltanissetta - Ragusa - Enna - Catania

Friddani (ex Morgantina) idrocarburi liquidi e gassosi 68.200 164 Catania - Enna - Caltanissetta

Pantelleria risorse geotermiche 649,5 - Trapani

Fonte: Regione Siciliana - Dipartimento dell’Energia - Servizio VIII

Page 61: capitolo 5 Geosfera - Arpa Sicilia · Quadro sinottico Indicatori per Geosfera Copertura Rappresentazione Tema Nome Indicatore Tabelle DPSIR S T ... dei rifiuti, le grandi arterie

Annuario regionale dei dati ambientali 2011 GEOSFERA

Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente - Sicilia 5.

61

Tabella 5.25: Numero di concessioni di coltivazione e di permessi di ricerca in terraferma per idrocarburi liquidi e gassosi e per risorse geotermiche, e relativa superficie interessata, vigenti in Sicilia al 2011

Titoli minerari vigenti Numero Superficie (Km2) % della superficie totale regionale

Concessioni di coltivazione di idrocarburi liquidi e gassosi 14 588,87 2,29%

Permessi di ricerca per idrocarburi liquidi e gassosi 5 2.913,53 11,33%

Permessi di ricerca per risorse geotermiche 1 6,50 0,03%

Totale titoli 20 3.508,89 13,65% Fonte: Regione Siciliana - Dipartimento dell’Energia - Servizio VIII Tabella 5.26: Produzione annuale delle attività estrattive di idrocarburi liquidi e gassosi in Sicilia al 2011

Anno Produzione annuale di gas (Nmc) Produzione annuale di olio (t)

2011 361.709.489 676.468 Fonte: Regione Siciliana - Dipartimento dell’Energia - Servizio VIII

Page 62: capitolo 5 Geosfera - Arpa Sicilia · Quadro sinottico Indicatori per Geosfera Copertura Rappresentazione Tema Nome Indicatore Tabelle DPSIR S T ... dei rifiuti, le grandi arterie

Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente - Sicilia

5.62

0100.000200.000300.000400.000500.000600.000700.000800.000

900.000

2003 2004 2005 2006 2007 2008 2010 2011

produzione annuale di olio (t)

Fonte: Regione Siciliana - Dipartimento dell’Energia - Servizio VIII

Figura 5.33: Trend della produzione annuale di idrocarburi liquidi in Sicilia dal 2003 al 2011

0

100.000.000

200.000.000

300.000.000

400.000.000

2003 2004 2005 2006 2007 2008 2010 2011

produzione annuale di gas (Nmc)

Fonte: Regione Siciliana - Dipartimento dell’Energia - Servizio VIII

Figura 5.34: Trend della produzione annuale di idrocarburi gassosi in Sicilia dal 2003 al 2011