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Capitolo 5: L’economia aperta Mankiw, MACROECONOMIA, Zanichelli editore © 2004 1 Capitolo 5 L’economia aperta

Capitolo 5 L’economia aperta

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Capitolo 5 L’economia aperta. Il percorso L’ economia aperta. I flussi internazionali di capitali e beni: il flusso di beni e servizi è compensato da un equivalente flusso di fondi che finanzia l’accumulo di capitale (identità contabili) (§ 5.1) - PowerPoint PPT Presentation

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Capitolo 5 L’economia aperta

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Il percorso L’ economia aperta

I flussi internazionali di capitali e beni: il flusso di beni e servizi è compensato da un equivalente flusso di fondi che finanzia l’accumulo di capitale (identità contabili) (§ 5.1)

Le determinanti dei flussi internazionali: si svilupperà un modello che illustra i fattori che determinano se un paese è debitore o creditore nei mercati internazionali e come provvedimenti di politica economica interna influenzano il flusso internazionale di capitali e beni (§ 5.2)

Estensione dell’analisi: i tassi di cambio nominali e reali

cosa misurano e come si determinano

gli effetti della politica economica

(§ 5.3)

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L’importanza del commercio internazionaleL’ economia aperta

La maggior parte delle economie sono aperte: esportano e importano beni e servizi, si indebitano e offrono crediti nei mercati finanziari

La fig. 5.1 ci offre una misura dell’importanza di queste interazioni internazionali, mettendo in evidenza le IMP e EXP dei sette paesi più industrializzati, misurati in percentuale del Pil.

La fig successiva mostra la progressiva crescita del grado di apertura dell’economia italiana

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Importazioni ed esportazioni (fig. 5.1)

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L’Italia come economia aperta

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I flussi internazionali di capitali e beni (§ 5.1) Ia differenza tra economia aperta e chiusa

La differenza fondamentale tra un’economia aperta e un’economia chiusa è che in una economia aperta la spesa del paese non è necessariamente uguale alla produzione aggregata di beni e servizi.

Un paese può spendere più di quanto produce indebitandosi all’estero, o può spendere meno di quanto produce, offrendo la differenza in prestito a stranieri.

Per comprendere tale affermazione si consideri il ruolo delle esportazioni nette

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I flussi internazionali di capitali e beni Il ruolo delle esportazioni netteIn una economia chiusa tutta la produzione viene

venduta entro i confini nazionali e la spesa si suddivide in:

C Consumo di beni e servizi

I Investimenti in beni e servizi

G Spesa pubblica per beni e servizi In una economia aperta una parte della

produzione viene venduta entro i confini nazionali e una parte esportata e venduta all’estero (spesa in beni nazionali)

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I flussi internazionali di capitali e beni Il ruolo delle esportazioni nette

Spesa in beni nazionali:

Cd Consumo di beni e servizi nazionali

Id Investimenti in beni e servizi nazionali

Gd Spesa pubblica per beni e servizi nazionali

EX Esportazioni di beni e servizi nazionali

La somma di queste componenti rappresenta la spesa totale per beni e servizi prodotti nel paese

Y = Cd + Id + Gd + EX

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I flussi internazionali di capitali e beni Il ruolo delle esportazioni nette

Spesa totale per beni e servizi prodotti nel paese

Y = Cd + Id + Gd + EX

Cd + Id + Gd = spesa interna di beni e servizi di produzione nazionale

EX = spesa estera per beni e servizi nazionali

MA la spesa interna per beni e servizi comprende non solo beni prodotti nel paese, ma anche beni e servizi prodotti all’estero.

Spesa interna per beni e servizi = spesa interna per beni e servizi nazionali + spesa interna per beni e servizi esteri

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I flussi internazionali di capitali e beni Il ruolo delle esportazioni nette

La spesa nazionale in beni e servizi prodotti all’estero è data da:

Cf Consumi interni di beni e servizi esteri

If Investimenti nazionali in beni e servizi esteri

Gf Spesa pubblica per beni e servizi esteri

La somma di queste componenti rappresenta la spesa totale per beni e servizi importati: IM

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I flussi internazionali di capitali e beni Il ruolo delle esportazioni nette

Consumo, investimenti e spesa pubblica totali:

C = Cd + Cf Consumo totale

Consumo di beni e servizi nazionali + Consumi interni di beni e servizi esteri

I = Id + If Investimenti totaliInvestimenti in beni e servizi nazionali +

Investimenti nazionali in beni e servizi esteriG = Gd + Gf Spesa pubblica totaleSpesa pubblica per beni e servizi nazionali + Spesa

pubblica per beni e servizi esteri

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I flussi internazionali di capitali e beni Il ruolo delle esportazioni nette

Identità del reddito: Y = Cd + Id + Gd + EX

Y = (C – Cf ) + (I – If ) + (G – Gf ) + EX

Ovvero,

Y = C + I + G + EX – (Cf + If + Gf)

Y = C + I + G + EX – IM

Poiché la spesa per importazioni è compresa nella spesa interna (C+I+G) e poiché i beni e servizi importati non sono parte della produzione di un Paese, le importazioni vengono sottratte

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I flussi internazionali di capitali e beni Esportazioni nette

Esportazioni nette: Saldo Partite Correnti

Definizione:

NX = EX – IM

Se NX > 0 avanzo delle Partite Correnti

Se NX < 0 disavanzo delle Partite Correnti

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I flussi internazionali di capitali e beni Il ruolo delle esportazioni nette

Identità del reddito: Y = C + I + G + NX

ovvero

NX = Y – (C + I + G)

Se Y>C+I+G allora NX>0 surplus

Se Y<C+I+G allora NX<0 deficit

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I flussi internazionali di capitali e beni Esportazioni nette

Esportazioni nette: Saldo Partite Correnti

Definizione:

NX = EX – IM

Se NX > 0 avanzo delle Partite Correnti

Se NX < 0 disavanzo delle Partite Correnti

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I flussi internazionali di capitali e beni Il flusso di capitali

I mercati finanziari e quelli dei beni e servizi sono strettamente correlati.

Per verificare questa relazione, dobbiamo scrivere l’identità contabile del reddito nazionale in termini di risparmio e investimenti

Partiamo dall’identità del reddito:

Y = C + I + G + NX

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I flussi internazionali di capitali e beni Il flusso di capitali

Y = C + I + G + NX

che può essere scritta anche:

Y – C – G = I + NX

dove

Y – C – G = S (Risparmio nazionale - vedi cap 3)

quindi:

S = I + NX

S – I = NX

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I flussi internazionali di capitali e beni Il flusso di capitali

S – I = NX le esportazioni nette sono, per definizione, uguali alla differenza tra risparmio e investimenti

Si consideri ciascuno dei membri dell’identità

Membro sinistro: differenza tra risparmio e investimenti che chiameremo flusso netto di capitali (o investimenti esteri netti)

Membro destro rappresenta le esportazioni nette (NX) che chiameremo saldo delle partite correnti

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Flusso netto di capitaliIl saldo delle partite correnti

Membro destro: saldo delle partite correnti

ci informa della misura in cui il nostro scambio con l’estero di beni e servizi si discosta dall’ideale uguaglianza tra importazioni ed esportazioni (NX = EX – IM)

NX > 0 (EX > IM) Avanzo delle partite correnti

NX< 0 (EX < IM) Disavanzo delle partite correnti

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I flussi internazionali di capitali e beni Il flusso di capitali

Membro sinistro: Flusso netto di capitali

S – I (Risparmio – Investimenti)

Se S – I > 0 deflusso di capitale, il paese è un creditore netto

Se S – I < 0 aflusso di capitale, il paese è un debitore netto

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Flusso netto di capitaliIl saldo delle partite correnti

Il flusso netto = Saldo delle partite di capitali correnti

S – I = NX

I paesi con:

Avanzo delle partite correnti (NX > 0, cioè esportano più di quanto importano) = creditori netti nei mercati finanziari internazionali (S – I > 0)

Disavanzo delle partite correnti = debitori netti

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Flusso netto di capitaliIl saldo delle partite correnti

Il flusso netto = Saldo delle partite di capitali correnti

S – I = NX

Se S > I il paese risparmia più di quanto stia investendo. Il rimanente è investito all’estero come contropartita delle esportazioni nette positive NX > 0

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Flusso di capitaliIl saldo delle partite correnti

Questo implica inoltre:

Le politiche che aumentano il risparmio nazionale sono associate a un miglioramento delle partite correnti.

In particolare:

Un maggiore deficit del settore pubblico (G >T) riduce il risparmio nazionale e, a parità di investimenti, peggiora le partite correnti.

Il deficit pubblico peggiora il saldo delle partite correnti e rende il paese debitore nei confronti dell’estero.

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Flusso di capitaliIl saldo delle partite correnti

IN conclusione, tre sono i casi con cui si confronta una economia aperta:

1. Avanzo delle partite correnti

2. Pareggio

3. Disavanzo

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Flusso di capitaliIl saldo delle partite correnti

1. Avanzo delle partite correnti NX>0 (EXP>IMP)

Y>C+I+G: la produzione è maggiore della spesa interna

S>I risparmio non investito all’interno viene utilizzato per concedere prestiti all’estero

Flusso netto di capitali>0: paese creditore

netto nei confronti dell’estero

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Flusso di capitaliIl saldo delle partite correnti

2. Pareggio NX=0 (EXP=IMP)

Y=C+I+G la produzione è uguale alla spesa interna

S=I risparmio è uguale all’investimento

Flusso netto di capitali=0

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Flusso di capitaliIl saldo delle partite correnti

3. Disavanzo NX<0 (EXP<IMP)

Y<C+I+G la produzione è minore della spesa interna

S<I paese si indebita all’estero per colmare la differenza tra risparmio e investimento

Flusso netto di capitali<0 paese debitore netto sui mercati finanziari internazionali

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S e I in una piccola economia aperta (§ 5.2)

Fino ad ora abbiamo considerato le identità contabili, cioè abbiamo definito alcune variabili che misurano le

transazioni in una economia aperta e abbiamo dimostrato le relazioni che discendono da queste definizioni.

Il prossimo passo è sviluppare un modello che riesca a spiegare il comportamento di queste

variabili, per poter disporre di uno strumento che ci permetta di prevedere gli effetti di provvedimenti di politica economica sul saldo delle partite correnti

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Risparmio e investimenti in una piccola economia aperta

Obiettivo: sviluppare un modello del flusso internazionale di capitali e beni

Poiché il saldo delle partite correnti eguaglia il flusso netto di capitali, il modello si

concentrerà su risparmio e investimenti.

A differenza del modello sviluppato nel cap 3, non ipotizzeremo che il tasso di interesse reale eguagli

risparmio e investimenti.

Al contrario permetteremo che l’economia prenda a prestito risorse finanziarie da altri paesi (nel caso di disavanzo delle

partite correnti) o offra risorse ad altri paesi (nel caso di avanzo delle partite correnti)

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Il tasso di interesse in una piccola economia aperta

Se il tasso di interesse reale non si aggiusta in modo da riequilibrare risparmio e

investimenti, da cosa viene determinato?

IPOTESI:

1. piccola economia aperta

2. non esistono restrizioni ai movimenti di capitali (perfetta mobilità dei capitali)

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Il tasso di interesse in una piccola economia aperta

IPOTESI 1: “piccola” economia aperta

si intende un’economia che rappresenta solo una modesta porzione dei mercati mondiali e che da sola abbia scarsi effetti sul tasso di interesse mondiale

IPOTESI 2: perfetta mobilità dei capitali

si intende che i cittadini di questa economia hanno accesso pieno e libero ai mercati finanziari internazionali e che il governo non pone vincoli all’indebitamento o alla concessione di crediti all’estero

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Il tasso di interesse in una piccola economia aperta

Se l’economia è aperta, piccola e non esistono restrizioni ai movimenti di capitali, il tasso di interesse interno è pari a quello internazionale

Se il tasso di interesse nazionale r fosse superiore al tasso di interesse mondiale r* si verificherebbe una enorme entrata di capitali nel paese.

Gli arbitraggisti otterrebbero profitti a rischio nullo. Questa maggiore offerta di capitali di prestito porta a una riduzione del tasso di interesse interno fino a che:

r* = r

Dunque, r* determina r in una piccola economia

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Il tasso di interesse in una piccola economia aperta

Dunque, se r* determina r in una piccola economia aperta, cosa determina r*?

Dato che l’economia mondiale è una economia chiusa, è l’equilibrio tra risparmio mondiale e

investimenti mondiali a determinare r*

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Risparmio e investimenti in una piccola economia aperta

Per costruire il modello della piccola economia aperta, bisogna adottare tre ipotesi:

Ipotesi 1. Il prodotto aggregato dell’economia, Y, è fisso e determinato dai fattori di produzione e dalla funzione di produzione.

L’espressione algebrica di tale ipotesi:

),( LKFYY

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Risparmio e investimenti in una piccola economia aperta

Ipotesi 2. Il Consumo, C, è in relazione diretta con il reddito disponibile (Y-T).

Ipotesi 3. Gli investimenti, I, sono in relazione inversa con il tasso di interesse reale.

)( TYCC

)(rII

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Risparmio e investimenti in una piccola economia aperta

Si consideri l’identità contabile del reddito nazionale

Y = C + I + G + NX

e si riscrive come:

NX = (Y - C - G) - I

NX = S - I

Sostituendo l’espressione algebrica delle tre ipotesi e sotto la condizione che r* = r, si ottiene:

NX = (Y – C (Y – T) – G) – I(r*)

Ovvero: NX = Š – I(r*)

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Risparmio e investimenti in una piccola economia aperta

NX = (Y – C (Y – T) – G) – I(r*)

NX = Š – I(r*)

Questa equazione illustra le determinanti del risparmio e degli investimenti e, quindi, determina il saldo delle

partite correnti.

Š dipende dalla politica fiscale: G e T

I dipende dal tasso di interesse mondiale: r*

DI CONSEGUENZA, anche il saldo delle partite correnti (NX ) dipende da queste due variabili

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Risparmio e investimenti in una piccola economia aperta

r

I

I = I(r)

Tasso di interesse se l’economia fosse chiusar

r*

S

La bilancia commerciale è in avanzo (dato r*, S>I)

Tasso di interesse mondiale

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Risparmio e investimenti in una piccola economia aperta

Qual è il meccanismo che fa in modo che il saldo delle partite correnti (NX ) sia uguale al flusso netto di

capitali (S – I )?

Le determinanti del flusso netto di capitali sono intuitive:

quando S<I gli imprenditori si indebitano all’estero

quando S>I le risorse in eccesso vengono collocate all’estero

MA cosa spinge importatori ed esportatori a comportarsi in modo tale che il flusso internazionale di beni e servizi sia esattamente uguale al flusso internazionale di capitali? …….. per scoprirlo occorre introdurre il concetto di tasso di cambio (… § 5.3)

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Risparmio e investimenti in una piccola economia aperta

L’influenza della politica economica sul saldo delle partite correnti

IPOTESI: supponiamo che l’economia si trovi in una situazione di pareggio delle partite correnti; ciò significa che

al tasso di interesse mondiale prevalente, S = I e NX=0

Utilizziamo il modello che abbiamo sviluppato per prevedere i seguenti effetti di politica economica:

1. effetti della politica fiscale all’interno

2. effetti della politica fiscale all’estero

3. spostamenti della domanda di investimenti

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Risparmio e investimenti in una piccola economia aperta

1. Effetti della politica fiscale all’interno

IPOTESI: aumento di G

Riduce S (dato che S=Y-C-G); se r* non è cambiato, I non variano S<I

Quindi, una parte degli I deve essere finanziata ricorrendo all’indebitamento estero

Dato che NX=S-I, la riduzione di S, con I invariato, implica una diminuzione di di NX

L’economia passa così in una situazione di disavanzo delle partite correnti

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Risparmio e investimenti in una piccola economia aperta

IPOTESI: riduzione di T

la riduzione di T fa aumentare il reddito disponibili (Y-T), stimola i consumi (C) e riduce S (dato che S=Y-C-G); per quanto una frazione maggiore del reddito disponibile dei privati venga destinata a risparmio privato, il risparmio pubblico diminuisce della stessa misura del taglio delle imposte e, perciò, nel complesso S diminuisce.

Dato che NX=S-I, la riduzione di S implica una diminuzione di di NX

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Risparmio e investimenti in una piccola economia aperta

Graficamente (aumento di G o riduzione di T): spostamento della curva del risparmio a sinistra, mentre la curva degli investimenti non si muove. Poiché NX è la differenza tra S e I, per ogni dato tasso di interesse reale mondiale, questo spostamento riduce NX.

Conclusione: in una economia che si trovi in condizioni di pareggio delle partite correnti, una variazione della politica fiscale che faccia ridurre S provoca un disavanzo delle partite correnti

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Politica fiscale espansiva in una piccola economia aperta

r

I

I = I(r)

2. l’espansione fiscale riduce il risparmio

r*

S1S2

Gli investimenti interni (che non cambiano perché r* non cambia) sono finanziati indebitandosi all’estero.

3. Il risultato è un disavanzo delle partite correnti

1. Inizialmente, il saldo delle partite correnti è in pareggio

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Un aumento del tasso di interesse mondialein una piccola economia aperta

2. Effetti della politica fiscale all’estero

IPOTESI: aumento di G estero (effettuato da paesi grandi)

Riduce S mondiale e provoca un innalzamento di r* che fa aumentare il costo dell’indebitamento e riduce

gli I nella piccola economia aperta.

Dato che non c’è stata alcuna variazione di S nazionale, S>I e tale eccedenza viene in parte impiegata all’estero. Dato che NX= S-I, la riduzione di I, provoca un aumento di NX.

Così la riduzione del risparmio estero porta a un avanzo delle partite correnti all’interno

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Un aumento del tasso di interesse mondialein una piccola economia aperta

Graficamente aumento di G estero (grande paese): poiché il cambiamento della politica economica non

avviene all’interno del paese, le curve S e I non subiscono spostamenti.

L’unica variazione è rappresentata dall’aumento di r*, che passa da r*1 a r*2.

Al tasso r*2 S>I, c’è un avanzo delle partite correnti

Conclusione: un aumento del tasso di interesse mondiale causato da una politica fiscale espansiva all’estero provoca un avanzo delle partite correnti della piccola economia aperta

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Un aumento del tasso di interesse mondialein una piccola economia aperta

r

I

I = I(r)r*1

S1

… riduce gli I e il saldo delle partite correnti, NX, migliora

r*2

Un aumento del tasso di

interesse mondiale r*

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Spostamenti della domanda di investimenti in una piccola economia aperta

3. Spostamenti della domanda di investimenti

IPOTESI: aumento della domanda di investimenti (dovuta, per esempio, alla concessione di incentivi fiscali da parte del governo per stimolare gli I)

Graficamente si traduce in uno spostamento verso destra della domanda di investimenti . Per ogni dato livello di r*, I sono più elevati, ma poiché S è invariato, i nuovi I devono essere finanziati attraverso l’indebitamento estero (flusso netto di capitali negativo). In altre parole, dato che NX=S-I, all’aumento di I deve corrispondere una diminuzione di NX.

Conclusione: uno spostamento verso destra della curva di domanda di I provoca un disavanzo delle partite correnti

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Spostamenti della domanda di investimenti in una piccola economia aperta

r

I

I = I1(r)

Un aumento della domanda di investimenti, per ogni livello di r*

r*

S1

... genera un disavanzo delle partite correnti(NX)

I = I2(r)

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Valutare la politica economica

Conclusione: il nostro modello di economia aperta dimostra che il flusso di beni e servizi (misurato dal saldo

delle partite correnti) è legato strettamente al flusso internazionale di fondi per l’accumulazione di capitali.

Il flusso netto di capitali è la differenza tra S e I interni. Così l’effetto dei provvedimenti di politica economica sul

saldo delle partite correnti può essere sempre individuato esaminandone gli effetti su S e I interni

I provvedimenti che fanno aumentare I o diminuire S => disavanzi delle partite correnti

I provvedimenti che fanno diminuire I o aumentare S => avanzi delle partite correnti

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Capitolo 5: L’economia apertaMankiw, MACROECONOMIA, Zanichelli editore © 2004

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Valutare la politica economica

MA i disavanzi rappresentano necessariamente un problema?

Un disavanzo può essere il risultato di un basso tasso di S.

In una economia chiusa: comporta I scarsi e stock di capitale futuro inadeguato

In una economia aperta: comporta disavanzo delle partite correnti e indebitamento estero crescente (che prima o poi andrà rimborsato).

In entrambi i casi, si hanno elevati livelli di C attuale a scapito di C futuri più contenuti (onere di un basso S viene scaricato sulle generazioni future)

MA nelle economie rurali e povere può essere un indicatore di sviluppo economico (queste economie sono costrette a finanziare elevati volumi di I indebitandosi all’estero). Si consideri il caso della Corea del Sud

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Valutare la politica economica

La lezione da trarre: non si può giudicare la prestazione di una economia esclusivamente dal saldo delle partite correnti. Meglio occuparsi degli elementi che generano i flussi internazionali!

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Analisi di un caso: I deficit gemelli negli Stati Uniti

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Dopo avere analizzato il flusso internazionale di capitali e beni e servizi, estendiamo l’analisi considerando i prezzi che si applicano a queste transazioni

Tasso di cambio è il prezzo a cui i residenti dei due paesi eseguono tra loro scambi commerciali

Si analizzerà cosa misura il tasso di cambio e come si determina

Occorre distinguere tra tasso di cambio nominale e tasso di cambio reale

Il tasso di cambio (§ 5.3)

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Tasso di cambio nominale: prezzo relativo delle valute di 2 paesi

Definizione utilizzataDefinizione utilizzata

Unità di valuta straniera per una unità Unità di valuta straniera per una unità

di valuta nazionaledi valuta nazionale

Esempio: yen per euro

Se il tasso di cambio è pari a 120 yen per euro allora con 1 euro è possibile acquistare 120 yen sui mercati valutari internazionali

Il tasso di cambio nominale

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Il tasso di cambio reale

Tasso di cambio reale o ragione di scambio: prezzo relativo dei beni nazionali e dei beni

esteri

Esempio: Auto giapponesi per auto europea

Confrontiamo i prezzi di un’auto europea che costa 10

mila euro e una giapponese da 2,4 milioni di yen: Se il cambio euro/yen è 120 allora il costo dell’auto

europea è 1,2 milioni di yen ovvero la metà.

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Il tasso di cambio reale

Il tasso di cambio reale è quindi dato da:

giapponese yen/auto di milioni4,2

europea euro/auto 00010 yen/euro 120

0,5auto europea

auto giapponese

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Il tasso di cambio reale

Il tasso di cambio reale, :

esteri beni dei Prezzi

nazionali beni Prezzi nominale cambio di Tasso

*P

Pe

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Il tasso di cambio reale

Nel mondo reale è il prezzo relativo di un paniere di beni

nazionali in termine di un paniere di beni esteri.

Nel modello macroesiste un solo bene, “prodotto”.quindi è il prezzo relativo del prodotto di un paese in termini del prodotto di un altro paese.

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Il tasso di cambio realeApprezzamento

Se ci vogliono più unità di valuta

straniera per 1 Euro l’Euro si

Apprezza i beni europei diventano più cari per gli

stranieri

i beni esteri diventano più a buon mercato per gli europei

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Il tasso di cambio realeSaldo delle partite correnti

I beni europei diventano relativamente più

costosi rispetto a quelli esteri

EX, IM

NX

La funzione delle esportazioni nette riflette

la relazione inversa tra NX e :

NX = NX ( )

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Tasso di cambio reale

Esportazioni nette NX0

La funzione delle esportazioni nette ha pendenza negativa

NX()

Più basso è il tasso di cambio reale, più convenienti sono i beni nazionali rispetto a quelli esteri e, quindi, più elevate sono le esportazioni nette nazionali.

Si noti che una porzione dell’asse orizzontale misura valori negativi di NX (IMP>EXP =>esportazioni nette negative)

Tasso di cambio realeSaldo delle partite correnti

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NX0

Se il tasso di cambio reale è elevato

NX()

Le importazioni sono relativamente poco costose

La bilancia commerciale è in disavanzo

1

NX1 < 0

Tasso di cambio realeDisavanzo delle partite correnti

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NX0

Se i tassi di cambio reale sono bassi

NX()

Le importazioni sono (relativamente) molto costose

La bilancia commerciale è in avanzo2

NX2 > 0

Tasso di cambio realeAvanzo delle partite correnti

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Le determinanti del tasso di cambio reale

Il tasso di cambio reale è correlato alle esportazioni nette: NX = NX ( )

ε NX (curva con pendenza negativa) NX (esportaz nette)= flusso netto di capitali = S –

I (curva verticale, poiché né I né S dipendono da ε): S è determinato da C e dalla politica fiscale (G, T) I sono determinati dal tasso di interesse mondiale

Possono essere rappresentate come la domanda e l’offerta di cambio in valuta estera

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Le determinanti del tasso di cambio reale

NX = NX ( ) con pendenza negativa rappresenta la domanda netta di valuta estera da parte di cittadini stranieri che desiderano acquistare beni e servizi nel nostro paese

S – I (curva verticale), rappresenta il flusso netto di capitali e, quindi, l’offerta di valuta nazionale da cambiare in valuta estera per essere investita all’estero (cioè l’offerta di valuta in eccesso agli investimenti)

Al di equilibrio la domanda di valuta nazionale da

parte di cittadini stranieri (necessaria per effettuare NX) è uguale all’offerta di valuta nazionale disponibile per l’investimento estero.

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Tasso di cambio reale

Esportazioni nette NX

La funzione delle esportazioni nette ha pendenza negativa, la curva che descrive la differenza S-I è verticale

NX ()

Il tasso di cambio reale si determina dalla intersezione delle due curve. In quel punto la quantità di moneta nazionale offerta per il flusso di capitali all’estero è uguale alla quantità di moneta nazionale domandata per le esportazioni nette di beni e servizi

Tasso di cambio realeSaldo delle partite correnti

S – I

Tasso di cambio reale di equilibrio

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Come la politica economica influenza

Possiamo ricorrere a questo modello per mostrare come i seguenti provvedimenti di politica economica

influenzano :

1. La politica fiscale interna2. La politica fiscale estera3. Gli spostamenti della domanda di investimento4. Gli effetti delle politiche commerciali

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NX

Una politica fiscale espansiva riduce il risparmio nazionale (S-I diminuisce => spostamento a sx ) => diminuisce l’offerta di valuta nazionale disponibile per investimenti all’estero

NX()

1

NX1

1. La politica fiscale interna

S1 – IS2 – I

2

NX2

La minore offerta di risparmio nazionale rende la valuta nazionale più scarsa e ne aumenta il valore relativo. Il tasso di cambio aumenta: i beni nazionali

diventano più costosi di quelli esteri

… facendo diminuire le esportazioni nette

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NX

Una politica fiscale espansiva di un paese straniero (grande) riduce il risparmio mondiale e fa aumentare il tasso di interesse mondiale r* => riduce la domanda di investimenti ed aumenta S-I (spostamento a dx) => aumenta l’offerta di valuta nazionale disponibile per investimenti all’estero

NX()

1

NX1

2. La politica fiscale estera

S – I(r1*) S – I(r2*)

2

NX2

La maggiore offerta di risparmio nazionale rende la valuta nazionale in eccesso di offerta=> Il tasso di cambio diminuisce : i beni nazionali diventano meno costosi di quelli esteri

… facendo aumentare le esportazioni nette

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NX

Una maggiore domanda di investimenti fa aumentare il livello degli investimenti da I1 a I2 (S-I diminuisce =>

spostamento a sx) => diminuisce l’offerta di valuta nazionale disponibile per investimenti all’estero

NX()

… facendo diminuire le esportazioni nette1

NX1

3. Spostamenti della domanda di investimenti

S – I1S – I2

2

NX2

…. Il tasso di cambio aumenta: i beni nazionali diventano più costosi di quelli esteri

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4. La politica commerciale

Le politiche commerciali sono provvedimenti di politica economica tesi ad influenzare direttamente la quantità di beni e servizi esportata o importata

Il governo può intervenire per rendere le esportazioni più convenienti e le importazioni più costose attraverso:

Dazi e tariffe: Tasse pagate sulle importazioni. Ne aumentano il prezzo

Quote e contingentamenti: lo Stato fissa la quantità massima di importazioni.

Sussidi alle esportazioni: lo Stato paga parte del prezzo delle esportazioni. Le imprese riducono i prezzi sui mercati internazionali ed esportano di più.

In tutti i casi le esportazioni nette aumentano per ogni livello di tasso di cambio reale e la curva NX() si sposta verso l’alto

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NX

Una politica protezionistica aumenta la domanda di esportazioni nette NX per ogni livello del tasso di cambio

NX1()… ma le esportazioni nette non cambiano

1

NX1

La politica commerciale Gli effetti di una politica protezionistica sulle esportazioni nette

S – I

2Il tasso di cambio reale aumenta fino a quando il risparmio netto (S-I che non è cambiato) è uguale a NX.

NX2()

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La politica commerciale

Questa analisi dimostra come, paradossalmente, le politiche protezionistiche:

1. non influenzano il saldo delle partite correnti (NX)

2. ma condizionano il volume degli scambi (si riducono sia le importazioni sia le esportazioni)

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La politica commerciale

1. Le politiche protezionistiche non influenzano il saldo delle partite correnti (NX)

Il nostro modello dimostra che l’unico effetto è quello di fare apprezzare il tasso di cambio reale, facendo aumentare il prezzo relativo dei beni nazionali e favorendo così le importazioni. In questo modo l’aumento delle esportazioni nette direttamente attribuibile alla politica protezionistica è compensato dalla diminuzione delle esportazioni nette dovuto all’aumento di

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La politica commerciale

2. Le politiche protezionistiche condizionano il volume degli scambi (si riducono sia le importazioni sia le esportazioni).

Il nostro modello dimostra che vi è un apprezzamento di . Tale apprezzamento fa diminuire le EXP (poiché i beni e servizi sono più costosi), ma dato che le esportazioni nette sono invariate, vuol dire che fa diminuire anche le IMP (cioè l’aumento delle IMP dovuto al fatto che aumenta e rende i beni meno costosi non compensa la riduzione delle IMP dovute alla politica protezionistica)

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La politica commerciale

ConclusioneLe politiche protezionistiche non permettono ai paesi di

fruire dei vantaggi della specializzazione internazionale legati al commercio.

Il commercio internazionale è una attività vantaggiosa per tutti i paesi che vi si dedicano, perché permette a ciascuno di specializzarsi in ciò che sa fare meglio, pur garantendogli la disponibilità della massima varietà di beni e servizi

Anche se alcuni provvedimenti possono essere utili per determinati gruppi sociali, la società nel suo complesso viene danneggiata poiché diminuisce il volume degli scambi

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Determinanti del tasso di cambio nominale

ePP*

Dopo avere stabilito come si determina il tasso di cambio reale, occorre considerare il tasso di cambio nominale, ossia il rapporto a cui vengono scambiate le valute dei due paesi.

Il rapporto tra e e

Possiamo, quindi, descrivere il tasso di cambio nominale come:

P

Pxe

*

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Determinanti del tasso di cambio nominale

L’equazione ci dice che e dipende da e dal livello dei prezzi dei due paesi (P= prezzi interni e P*= prezzi esteri)

Dato il valore di , se P aumenta, e diminuisce: poiché la

moneta nazionale vale meno, una unità di moneta nazionale

acquista meno unità di moneta estera (deprezzamento).

Dato il valore di , se P* aumenta, e aumenta: poiché la

moneta nazionale vale di più, una unità di moneta nazionale

acquista più unità di moneta estera (apprezzamento).

P

Pxe

*

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Determinanti del tasso di cambio nominale

In termini di variazioni percentuali avremo:

PPe %*%%%

%e% ( * )

Quindi, paesi a elevata inflazione avranno tassi di cambio nominale deprezzati!

Più in dettaglio, l’equazione stabilisce che la variazione % del tasso di cambio nominale tra le valute di due paesi è uguale alla somma della variazione del tasso di cambio reale e del differenziale dei tassi di inflazione dei due paesi.

P

Pxe

*

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Determinanti del tasso di cambio nominale

%e% ( * )

Se un paese ha un tasso di inflazione elevato rispetto ad un altro,

una unità della sua moneta acquisterà nel tempo una quantità progressivamente decrescente di unità monetaria dell’altro paese.

Se è basso, una unità della sua moneta acquisterà nel tempo

quantità progressivamente crescente di unità monetaria dell’altro paese

Questa analisi mostra come la politica monetaria influenza il tasso di cambio nominale: una crescita della moneta => inflazione (cap 4) e una elevata inflazione => deprezzamento della valuta (e diminuisce).

In altre parole, così come la crescita della quantità di moneta fa aumentare il prezzo dei beni misurati in termini di moneta, tende ad aumentare anche il prezzo della valuta estera, misurato in termini di valuta nazionale.

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Determinanti del tasso di cambio nominale

La relazione tra inflazione e tassi di cambio nominali è illustrata nella figura che segue.

Sull’asse orizzontale è rappresentata la differenza tra il tasso medio di inflazione di ciascun paese rispetto agli USA (*- ) tra il 1972 e il 2000 e sull’asse verticale la variazione percentuale media del tasso di cambio tra la valuta di ciascun paese e il dollaro (variazione % di e).

Il diagramma mostra una relazione diretta tra le due variabili: paesi con inflazione più elevata rispetto a quella statunitense tendono a avere una valuta debole rispetto al dollaro (deprezzamento), il contrario nel caso di paesi con inflazione più bassa.

%e% ( * )

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Tassi di cambio e inflazione

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La parità del potere d’acquisto

Legge del prezzo unico:

se non vi sono costi di transazione, lo stesso bene non può essere venduto a due prezzi diversi in luoghi diversi nello stesso momento.

Se così non fosse, esisterebbero possibilità di arbitraggio non sfruttate (ad esempio comprare mele in Italia e rivenderle a prezzi superiori a New York).

Questa legge applicata agli scambi internazionali è detta parità di potere d’acquisto

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Parità di potere di acquisto

Supponiamo che un paniere di beni costi 100 $ in USA1000 rubli in Russia

la parità di potere di acquisto sarà10 rubli per 1 $

perché a questo tasso di cambio 1000 rubli equivalgono a 100$ e il paniere di mercato ha lo stesso costo nei 2 paesi.

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La parità del potere d’acquisto

Parità di potere d’acquisto: se è possibile l’arbitraggio, una unità di qualunque moneta deve avere lo stesso potere d’acquisto in ogni paese.

Se con una unità di moneta fosse possibile acquistare più mele in USA che in Italia, ci sarebbe possibilità di profitto nell’acquistare mele in USA per rivenderle in Italia. In tal modo gli arbitraggisti spingerebbero ad abbassare il prezzo delle mele in Italia relativamente al prezzo delle mele in USA.

Lo stesso vale nel caso inverso.

QUINDI, la ricerca di profitto degli arbitraggisti internazionali spinge ad uniformare il prezzo delle mele nei due paesi.

Se le importazioni e le esportazioni sono a costo nullo, allora beni identici devono avere lo stesso prezzo reale in tutti i paesi del mondo.

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La parità del potere d’acquisto

Possiamo interpretare la teoria della parità del potere d’acquisto ricorrendo al modello del tasso di cambio reale.

La rapidità dell’azione degli arbitraggisti internazionali implica che le esportazioni nette (NX) siano molto sensibili alle variazioni del tasso di cambio reale (), ossia una minima variazione di produce variazioni notevoli di NX:

una lieve di P rispetto a P* (quindi, una lieve di ) induce gli arbitraggisti ad acquistare beni nazionali per rivenderli all’estero; analogamente un di P rispetto a P* (ovvero un di induce a importare beni dall’estero per venderli nel mercato interno.

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Capitolo 5: L’economia apertaMankiw, MACROECONOMIA, Zanichelli editore © 2004

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La parità del potere d’acquisto

Questa estrema sensibilità delle esportazioni nette garantisce che il tasso di cambio reale di equilibrio sia sempre prossimo al livello di parità di potere d’acquisto (PPA).

La PPA ha due importanti implicazioni:

1. Essendo NX molto sensibile a vuol dire che è molto piatta e, perciò, variazioni di S o I hanno una influenza limitata su

2. Essendo sostanzialmente fisso, le di e riflettono solo del livello dei prezzi dei due paesi.

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Capitolo 5: L’economia apertaMankiw, MACROECONOMIA, Zanichelli editore © 2004

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La parità del potere d’acquisto

La PPA è realistica?

1. Molti beni non sono facilmente esportabili o importabili (es. taglio di capelli indipendentemente dal prezzo non consente alcun arbitraggio).

2. Anche i beni scambiabili non sono perfettamente sostituibili (alcuni preferiscono la FIAT rispetto alla Toyota indipendentemente dalle variazioni del prezzo relativo)

Tuttavia, essa consente di individuare una delle ragioni per cui di nel tempo sono limitate.

Leggere ANALISI DI UN CASO “Il BIG MAC nel mondo”

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Capitolo 5: L’economia apertaMankiw, MACROECONOMIA, Zanichelli editore © 2004

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La grande economia aperta

Come si comporta una grande economia aperta?

1. In questo capitolo abbiamo visto come si comporta una piccola economia aperta e come alcuni provvedimenti di politica economica (monetaria, fiscale e commerciale) influenzano il saldo delle partite correnti e il tasso di cambio.

2. Nel capitolo 3 abbiamo studiato un’economia chiusa.

In ognuno dei casi precedenti abbiamo effettuato ipotesi differenti (tasso di interesse esogeno o endogeno?) che hanno comportato implicazioni di politica economica differenti.

Analizzando un paese grande bisogna combinare le due logiche e il risultato è una via di mezzo tra i due casi che abbiamo analizzato.

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Bilancia dei pagamenti dell’Italia: 2006

Saldi (milioni di euro)Conto corrente -37869Conto capitale 1891Conto finanziario 35526Errori e omissioni 452Fonte: Banca d'Italia, Relazione Annuale 2006

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Capitolo 5: L’economia apertaMankiw, MACROECONOMIA, Zanichelli editore © 2004

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Commercio con l’estero dell’Italia: 2006(mln euro) Esportazioni Importazioni Saldo

Prodotti dell'agrricoltura e della pesca 4374 9730 -5356Prodotti delle miniere e delle cave 1092 55303 -54211Prodotti trasformati e manufatti 319550 276742 42808

Alimentari, bevande e tabacco 17870 22082 -4212Tessile e dell'abbigliamento 27539 17288 10251

Cuoio e prodotti in cuoio 13604 7466 6138Legno e prodotti in legno 1500 3985 -2485

Carta e prod.di carta; stampa ed editoria 6745 6958 -213Petroliferi raffinati 10866 6912 3954

Chimici e di fibre sintetiche e artificiali 32964 44905 -11941Gomma e materie plastiche 12152 6930 5222

Lavorazione di minerali non metalliferi 9553 3384 6169Metalli eprodotti in metallo 37960 43363 -5403

Macchine ed apparecchi meccanici 66906 23651 43255Apparecchi elettrici e di precisione 30092 40313 -10221

Mezzi di trasporto 35748 43809 -8061Altri prodotti dell' industria manifatturiera 16051 5696 10355

Energia elettrica, gas e acqua 153 2158 -2005Altri prodotti non classificati altrove 6039 7101 -1062Totale 331208 351034 -19826Fonte: Banca d'Italia, Relazione Annuale 2006

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Capitolo 5: L’economia apertaMankiw, MACROECONOMIA, Zanichelli editore © 2004

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In sintesi

In questo capitolo abbiamo visto come funziona una piccola economia aperta.

Abbiamo analizzato: le determinanti del flusso internazionale di

fondi per l’accumulo di capitale (S-I) e il flusso di beni e servizi (NX)

le determinanti del tasso di cambio reale e nominale di un paese

Questo ci ha consentito di elaborare un modello per analizzare come i provvedimenti di politica economica influenzano il saldo delle partite correnti e il tasso di cambio