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Carlo Magno e la fondazione dell’impero d’occidente

Carlo Magno e la fondazione dellimpero doccidente

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Carlo Magno e la fondazione dell’impero d’occidente

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Dal 768 succedette al padre Pipino il Breve, assieme al fratello Carlomanno.

Dal 771 divenne unico sovrano del regno per la morte del fratello.

Carlo, unico signore dei Franchi.

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Alleanza iniziale con i Longobardi

Grazie alle trame della regina madre Bertrada, si giunse ad una intesa tra i Franchi e i Longobardi, intesa che si concretizzò nel matrimonio di Carlo con una figlia del re longobardo Desiderio, Desideria (770).

Disappunto del papa Stefano III (768-772)

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Guerra con i Longobardi

Dopo un anno, però, Carlo ripudiò la principessa longobarda. Riprese così la guerra con i Longobardi.

Il re Desiderio tentò di ottenere il sostegno del papa Adriano I (772-795) promettendo dei territori (Imola, Bologna, Ferrara).

Il papa rifiutò in nome del patto che legava il papato al re dei Franchi.

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Il re Desiderio attaccò i possedimenti romani dell’Esarcato e si avviò minaccioso verso Roma.

Il papa chiese aiuto ai Franchi.

I Franchi risposero positivamente (773).

La capitale dei Longobardi, Pavia, venne assediata e quindi conquistata (giugno 774).

Cessava così il regno dei Longobardi.

Il territorio venne annesso al regno franco. Carlo Magno assumeva il titolo di Re dei Longobardi a fianco di quello di Re dei Franchi.

Italia bizantina e longobarda

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Pasqua 774: Carlo a Roma

Mentre l’esercito franco assediava Pavia, Carlo si spinse a Roma: sulla tomba di Pietro papa Adriano I e Carlo

1.rinnovarono il patto della “compaternitas”. 2.in tale occasione il re franco rinnovò la

donazione di Pipino, aumentandola di quella parte dell’esarcato che Desiderio aveva promesso, cioè le città di Imola, Bologna e Ferrara;

3.Carlo assunse, in veste di patricius romanorum, la difesa militare di Roma. Da allora in poi la defensio ecclesiae romanae spettò come missione nobilissima al Regno dei Franchi.

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Nascita ufficiale dello Stato Pontificio

781: solo in quell’anno Carlo “restituiva” al papa il ducato di Roma, l’Esarcato, la Pentapoli, la Sabina, la Tuscia meridionale e altri piccoli territori.

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Nasceva così ufficialmente lo Stato Pontificio, stato che sarebbe durato fino al 1870 e che, attraverso alterne vicende, da una parte conferì alla Chiesa cattolica una necessaria indipendenza, ma dall’altra fu spesso un ostacolo.

Carlo, invece, non restituì i territori dell’Istria, del Veneto, i ducati longobardi di Spoleto e di Benevento preferendo conservarli per sé; questi territori gli assicuravano il dominio sull’Italia.

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Stretta unione tra il fine religioso e quello politico

Carlo era diventato il protettore ufficiale della fede cattolica e della Chiesa.

Tutte le sue imprese avrebbero rivestito ad un tempo un carattere ecclesiastico-religioso e politico-militare. Politica e religione furono per il re dei Franchi un’unica cosa.

Per una corretta valutazione storica occorre tenere presente la concezione generale religioso-politica del tempo, che effettivamente non distingueva le due realtà.

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Non v’è dubbio che Carlo agisse sempre spinto da un vero senso di responsabilità cristiana e che la diffusione della fede e della civiltà cristiana gli stesse a cuore tanto quanto l’allargamento del suo potere politico.

Fu proprio per questa alta considerazione di quella che affermò essere la propria missione, che il re dei Franchi intervenne ripetutamente in questioni ecclesiastiche, ad esempio per risolvere dissidi disciplinari nei territori a lui soggetti, anche senza consultare il papa. E si occupò anche di dibattiti teologici (es.adoratio e veneratio dopo il Conc.di Nicea II, 787).

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Rafforzamento dei confini del Regno dei Franchi

Le sue imprese belliche si rivolsero esclusivamente contro quei pagani ed infedeli che minacciavano i confini del regno.

Nel 778 Carlo lottò contro gli Arabi per difendere i territori riconquistati nella Spagna settentrionale; nel 795 fondò la marca spagnola.

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Nel 789 mosse guerra agli Slavi;

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nel 791, 795 e nel 797 agli Avari;

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nell’805-806 ai Boemi;

Boemi (Cechi)

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nell’808-811 ai Danesi.

Danesi

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Le guerre più lunghe ed accanite furono tuttavia quelle condotte contro i Sassoni che si protrassero per più di trent’anni (772-804).

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La conversione dei Sassoni

Fierissima resistenza dei Sassoni alla evangelizzazione in quanto il Cristianesimo era la religione dei loro avversari politici.

Missione presso i Sassoni dalla fine del secolo VII all’inizio dell’VIII dei predicatori anglosassoni. Diversi martiri. Scarsi e i risultati.

Alla morte di S.Bonifacio (754), i Sassoni erano l’unico popolo germanico ancora quasi completamente pagano.

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Le spedizioni militari di Carlo Martello e di Pipino, non avevano frenato i Sassoni dal continuare ad invadere e depredare i territori franchi.

Nel 772 Carlo Magno decise di risolvere definitivamente il problema occupando la Sassonia.

L’impresa era in primo luogo politica e militare, ma la questione religiosa vi era strettamente connessa: era impossibile fondere in un unico popolo Franchi e Sassoni senza la comunione della fede. Così la guerra sassone divenne una “missione condotta con la spada”.

A monte stava l’intuizione di Carlo che vedeva nella cristianizzazione della Germania una necessità storica se si voleva creare in qualche modo un contrappeso all’Islam che minacciava da sud l’Europa.

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La guerra iniziò nel 772 e con alcune interruzioni e parziali rovesci durò più di trent’anni (fino all’804).

772: distruzione dell’Irminsul, l’albero sacro, il santuario nazionale dei Sassoni.

777: dieta reale di Paderborn: Carlo ordina ai Sassoni di convertirsi al Cristianesimo. Numerosi nobili si fecero battezzare e la missione fece rapidi progressi.

Paderborn

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782: Carlo in Spagna. Il popolo sassone ne approfitta e si ribella guidato da un nobile Vituchindo: imboscata all’esercito franco, che marciava contro gli slavi Sorbi.

Slavi-Sorbi

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Persecuzione: chiese distrutte, missionari cacciati o uccisi, i cristiani uccisi o costretti all’apostasia.

782: Carlo si vendicò in modo feroce: dopo aver debellato i ribelli fece giustiziare presso Verden sull’Aller 4500 prigionieri sassoni.

L’odio esplose ancor più feroce: seguirono tre anni di guerra (782-785). Vituchindo scappato in Danimarca, incitava e guidava la rivolta.

Verden

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Vituchindo, vedendo che ogni battaglia contro Carlo era destinata a fallire, si arrese riconoscendo l’inutilità di ulteriori resistenze.

785: battesimo di Vituchindo e di molti uomini del suo seguito ad Attigny nella Champagne; Carlo padrino.

Attigny

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Tra il 792 e l’804 altre insurrezioni nella Sassonia settentrionale.

La calma subentrò solo un po’ alla volta, dopo che migliaia di famiglie sassoni furono trasferite in territorio franco e al loro posto furono trapiantati molti abitanti franchi.

Con la fine delle ostilità Il Cristianesimo si sviluppò in Sassonia con incredibile rapidità. I monasteri fiorirono numerosissimi.

Dal punto di vista ecclesiastico il territorio conquistato venne organizzato solo lentamente.

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Sorprende la rapidità e la profondità con cui i Sassoni assimilarono la nuova religione. La conquista e la conversione dei Sassoni al cristianesimo rese possibile la creazione di un regno germanico unitario.

Un secolo dopo sarà la stirpe sassone a guidare il futuro impero occidentale (Ottoni).

La conversione dei Sassoni aprì la strada alla conversione dei Germani del Nord (popolazioni scandinave).

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• Da quando era diventato Re dei Longobardi, Carlo, si sentiva responsabile anche della politica in Italia.

• In virtù del titolo di Patricius Romanorum egli si attribuiva la responsabilità di comando sul territorio pontificio, esattamente come facevano prima gli imperatori bizantini o il loro rappresentante in Italia, l’esarca di Ravenna.

• Carlo si considerava l’ultima istanza dello stato pontificio nelle questioni giuridiche ed amministrative.

• Egli era ormai a capo di un regno grande e potente e si considerava sullo stesso piano di quello orientale bizantino e della potenza musulmana.

• Insomma gli mancava solo il titolo di imperatore.

Carlo Magno incoronato imperatore

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Incoronazione imperiale

Papa Leone III (795-816) successore di Adriano I, romano di modeste origini, quando fu eletto annunziò a Carlo la sua avvenuta elezione. Inviò le chiavi della tomba di Pietro e il vessillo della città di Roma (in quanto Carlo era signore della città e protettore della Chiesa).

La posizione del papa era, fin dalla sua elezione, molto incerta: i nipoti del suo predecessore lo accusavano di una vita passata corrotta e immorale. Fu costretto anche a lasciare la città.

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Tanto che durante la processione di S.Marco del 799 subisce un pesante attentato.

Nell’estate 799 il papa si recò oltre le Alpi per incontrare Carlo e chiedere il suo aiuto: a Paderborn (Sassonia).

Carlo fece riaccompagnare il papa a Roma scortato con tutti gli onori.

Carlo stesso comparve a Roma nel novembre dell’800 per porre fine alle controversie e riportare l’ordine in città.

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1° dicembre riunione a S.Pietro. Presenti Leone e Carlo. Stabilire i fatti e le responsabilità. Situazione delicata: giudicare la Sede Romana?

Sinodo romano svoltosi nella basilica di S.Pietro, il 23 dicembre 800, presieduto da Carlo: il papa con solenne giuramento discolpava se stesso. Si salvava così il principio secondo cui nessuno poteva giudicare la Sede Apostolica. I suoi oppositori venivano prima condannati a morte e poi esiliati (per intercessione del papa).

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Celebrazione natalizia nella basilica di S.Pietro: Leone incoronò Carlo quale imperatore romano; il popolo lo acclamò per tre volte Augustus e Imperator. Era questa la nascita ufficiale del Sacrum Romanum Imperium (chiamato così dal sec.XIII in poi). Tale gesto significava di fatto il ripristino dell’impero romano d’occidente, tramontato nel 476.

Un pontefice che poneva la corona sul capo di un imperatore inginocchiato davanti a lui. Questo fatto finì col creare l’idea che era il papa a fare l’imperatore.

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La corona imperiale non aumentava il potere materiale del re dei Franchi, ma gli dava un’autorità morale e politica molto maggiore e una straordinaria dignità religioso-sacrale.

Da questa dignità religioso-sacrale dipendeva: la preminenza dell’imperatore sugli altri principi dell’occidente; il diritto/dovere di proteggere il papato e la chiesa dai nemici interni ed esterni; di collaborare alla diffusione del Regno di Dio

Statuetta equestre, IX sec., Parigi, Museo del Louvre. La piccola statua rappresenta forse Carlo Magno, più probabilmente uno dei suoi successori, trionfante in abiti imperiali di gala con le insegne del potere.

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Il rapporto tra le due potestà era regolato sull’idea agostiniana del De civitate Dei: papa = supremo capo spirituale; imperatore = supremo capo temporale entrambi sullo stesso piano, in stretta unione e armonia per il bene eterno e terreno dell’umanità).

Nella realtà questa teorica parità, nei fatti era intesa da ognuna delle due parti in modo diverso.

Carlo riteneva che la potestà imperiale comprendesse anche quella sacerdotale (come il re Davide) e che in pratica proprio a lui spettasse la guida del popolo cristiano.

Il papa (e i papi) intendevano invece che in fondo l’imperatore in quanto loro creazione, da loro dipendesse.

Il rapporto tra le due potestà

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Solo nell’812 l’imperatore bizantino riconosceva Carlo quale imperatore dei Romani (Basileus ton Romaion-Imperator Romanorum).

L’11 settembre 813, Carlo incoronò quale suo successore il figlio, Ludovico il Pio di Aquitania.

Carlo Magno morì nell’anno 814 ad Aquisgrana e fu sepolto in un antico sarcofago nella sua cappella palatina. Il soprannome “Magno” glielo dettero i posteri. Fu proclamato addirittura “santo” nell’anno 1165 dall’antipapa Pasquale III, per iniziativa di Federico il Barbarossa.

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Carlo e la cultura

Carlo ebbe un interesse personale per la cultura. Per riunire i popoli in un unico e forte popolo cristiano era necessario educarli e formarli.

Nella sua nuova capitale, Aquisgrana, si circondò di personalità di altissimo spessore religioso e culturale costituendo una Accademia palatina diventando il centro spirituale più importante di tutto il Regno dei Franchi.

Paolo il diacono, lo storico dei Longobardi; Alcuino (+804), anglosassone; Eginardo (che scrisse la vita di Carlo Magno); Rabano Mauro (+856); il visigoto Teodulfo d’Orleans (+821).

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Aquisgrana

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Nel 786 Carlo iniziò la costruzione del palazzo ad Aquisgrana.

La costruzione della cappella palatina rivestiva un significato simbolico molto importante: essa fu costruita secondo le forme della basilica di S.Vitale di Ravenna, a sua volta ispirata a S.Sofia di Costantinopoli, avente una cupola imperiale (ottagonale).

Dal 789 furono tenuti ad Aquisgrana numerosi sinodi ecclesiastici.

Riforma della vita conventuale (adozione della Regola benedettina per tutti i monasteri di Francia), riforma della vita ecclesiastica (attraverso i missi dominici).

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Cappella Palatina, fine dell’VIII sec., Aquisgrana, Germania.

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Trono di Carlo Magno, fine del secolo VII, Aquisgrana, Germania, cappella palatina. Il trono è ospitato nella tribuna sottostante la cupola.

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Carlo fece in modo che vi fossero scuole reali in ogni monastero e presso ogni cattedrale.

Volle che la cultura del suo tempo si alimentasse direttamente all’antica tradizione cristiana; lui e i suoi dotti raccolsero da ogni parte gli scritti del mondo classico antico emendandoli, ed è proprio grazie a quest’opera che dobbiamo la conservazione della maggior parte dei testi classici che possediamo ancor oggi. Nel ricopiare diligentemente quegli scritti essi usarono una forma di scrittura più nuova e bella, dando origine alla minuscola carolina (oggi quella che è chiamata “latina”).