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Casagit Notizie anno XXXIV n. 2

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Periodico d'informazione della Cassa Autonoma di Assistenza integrativa dei Giornalisti Italiani

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È questo il vero battesimo del fuoco, il ritorno aun giornale vero. Nel primo numero di CasagitNotizie abbiamo ricordato le regole della nostraCassa. Oggi torniamo con uno strumento diinformazione sullo stato di salute dell’ente che, asua volta, ha il compito di concorrere a tenere inbuona salute i giornalisti italiani. Allegato algiornale troverete il tesserino Casagit 2011utile a rammentare i codici di posizione ead accedere alle strutture convenzionate.Casagit Notizie avrà cadenza semestrale,racconterà degli obiettivi e dei piccoli e granditemi che ci vedono in prima fila. Insieme al sito(www.casagit.it) questo giornale servirà araccontare, ma anche a raccogliere dai colleghi,le voci per poter parlare di un forte sistema ditutele della nostra categoria. Il tema del Welfaretra i professionisti italiani è più che mai attuale.Non si tratta solo di pensioni, con istituti diprevidenza, come l’Inpgi, a guardia del propriofuturo; oggi la grande sfida si gioca sul terreno diun’abbinata, salute e pensione, capace diintegrare in modo importante quanto il“Pubblico” mette e dispo sizione per ognicittadino. Sulla sanità l’in teresse, da parte delloStato, a chiarire il ruolo degli enti di assistenzaper ogni categoria si è trasformato da tempo indecreto legge. Porta la firma del ministroSacconi, titolare del dicastero del Welfare.Istituendo l’Anagrafe dei fondi ha di fatto chiestoa tutti i soggetti attivi nel settore sanitario, comenoi, una sorta di radiografia. Cosa fate, chitutelate, come lo tutelate e, soprattutto, quanto

investite delle vostre risorse su quei capitoli dispesa “difficili”, o addirittura da sempreimpossibili per il Servizio sanitario nazionale:l’odontoiatria, l’assistenza ai non autosufficientio il recupero funzionale dopo un trauma o unproblema ancora più serio. In ballo c’è mercepreziosa: il mantenimento della possibilità didedurre dal reddito imponibile il contributo cheversiamo alla Casagit. Siamo ormai da mesientrati in quell’elenco, in quell’Anagrafe deifondi. Non abbiamo dovuto far altro chemettere in chiaro la nostra missione e i nostriimpegni economici per risultare, conti allamano, tra i primi e più importanti fondi diassistenza sanitaria italiani. Mentre la richiestadi risorse destinate a quei temi era del 20 percento rispetto al totale delle erogazioni laCasagit, dal solo bilancio 2009, risultava giàoltre il 30 per cento. Oggi, dopo le manovre delloscorso anno, vedendone in concreto i “numeri”sfioriamo il 35 per cento. Non basterà,evidentemente, solo questo requisito. Dovremodimostrare anche la solidità economica che, inaltre forme, viene richiesta agli enti pre -videnziali. Per queste ragioni ci siamo dotati diuno strumento analogo a quello di questi enti, ilBilancio tecnico attuariale, cioè la previsioneanalitica, affidata a un professionista del settoreeconomico finanziario, di quel futuro che ciattende da qui a 10, 15 o 20 anni. E’ come se,e lo troverete di seguito nel giornale, potessimofare finalmente una doppia valutazione dellasalute della nostra cassa. Quella di oggi, con il

preventivo di bilancio 2010 e quella sul“domani” con il Bilancio attuariale. Ci dice,tenendo conto delle tendenze occupazionali dellacategoria, stimando i trend di spesa sanitariafutura, l’invecchiamento della nostra popo -lazione, fino a quando la Casagit potrà assolvereal suo compito. Materia delicata dunque chestimola un dibattito profondo tra i giornalistiitaliani alle prese con una crisi occupazionale euna polverizzazione delle occasioni di lavoro chetrasformano i giovani colleghi in precari a vita,in freelance pagati male e poco.Ecco perché crediamo sia importante questogiornale, per raccogliere non solo le sfide che itanti cambiamenti ci chiedono di accettare etalvolta combattere, ma anche per capire megliocome trasformare questa nostra Casagit in unostrumento che può competere con i tempi,mantenendola forte proprio quando tuttointorno a noi ci vorrebbe deboli e vulnerabili. Abbiamo anche l’ambizione di raccontare storiedi colleghi ed esperienze professionali. Chi laCasagit la vede dai vetri e chi, da un fronte diguerra, la trova solo al ritorno a casa. Vogliamoanche dare notizie – sarebbe il nostro mestiere aben pensarci – utili e di profilo adeguato alcompito che abbiamo. Inoltre ci attendiamosuggerimenti, lettere, stimoli. A questo scopoabbiamo attivato un nuovo indirizzo di postaelettronica: [email protected]. È un lavoro che abbiamo scelto di fare evorremmo farlo nel migliore dei modi.Buona lettura.

PERIODICO SEMESTRALE

DI INFORMAZIONE

DELLA CASAGIT

Anno XXXIV - n. 2Dicembre 2010

Finito di stampare dicembre 2010

Editore: CASAGITCassa Autonoma di Assistenza Integrativa dei Giornalisti Italiani“Angiolo Berti” Via Marocco, 6100144 – Roma

Registrazione:Tribunale di RomaN. 233 del 08.06.2005

Direttore Responsabile: Daniele M. Cerrato

Redazione:Gianfranco Giuliani, Mario Petrina,

Coordinamemto:Massimo Di Russo

Fotografia:Maurizio Vittori

Mail: [email protected]

Progetto grafico: Servizi Grafici S.r.l.

Stampa: Postel S.p.A. Via Guglielmo Massaia, 31 Roma

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Il battesimodel fuoco

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EDIT

ORIA

LE

UNA CASAGIT RISANATA PER LA BUONA SALUTE DEI GIORNALISTI ITALIANI

di Daniele M. Cerrato

STATUTO E REGOLAMENTO

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Statuto, regolamento e non solo:2011, un anno di svolta

Il mandato dell’Assemblea nazionale dei delegati al Consiglio di amministrazione: riforma necessaria e responsabile

Semplificazione. Ovveromeno burocrazia neirapporti con i soci, un

impianto di regole moderne,coerenti, trasparenti e razio-nali, senza sovrapposizioni,incongruenze né “chiavi”interpretative della norma.Una rivoluzione gentile che sitradurrà in una maggiore effi-cienza ed efficacia nel fornirerisposte e servizi a tutela dellasalute dei giornalisti italiani.Duemilaundici, l’anno dellasvolta. Non è solo un titolo e neppu-re una parola d’ordine vuotadi contenuti. Piuttosto è unmandato preciso ad avviare lariforma della Casagit attraver-so una ampia revisione delloStatuto e del Regolamento,una riscrittura doverosa, atte-sa da tempo e possibile ora,dopo il riordino dei conti e lamessa in sicurezza dei bilanci.L’argomento era all’ordine delgiorno del Consiglio di ammi-nistrazione. L’Assemblea na -zio nale dei delegati lo ha fattoproprio, approvando a larghis-sima maggioranza (due asten-sioni e nessun voto contrario)una delibera che fissa le lineeprogrammatiche delle attivitàdi Casagit per il prossimobiennio e, nel dettaglio, ilpiano di interventi in calenda-rio nel 2011, inclusa, appunto,la revisione dello Statuto e del

Regolamento “in un’ottica disemplificazione e razionalizza-zione delle fonti normative”della Cassa.Alla definizione della propostalavora una commissione com-posta dall’Ufficio di presiden-za, da consiglieri di ammini-strazione, da esponenti delCollegio dei sindaci e da rap-presentanti dei fiduciari e deidelegati. Una formazione “al -largata” nel segno della parte-cipazione e della corre spon -sa bilità nella elaborazione del -le scelte. Poi, a primavera, sa -rà l’Assemblea nazionale deidelegati a doversi esprimere inuna seduta statutaria, dopoampio dibattito e con maggio-ranza qualificata.È un percorso lineare, prope-deutico a un secondo pilastrodella riforma della Casagit chearriverà a maturazione entrol’anno: la messa a punto diuna nuova proposta di “Ca -sagit 2”, uno strumento daconfezionare su misura per icolleghi free lance e per colo-ro che vivono una condizionetransitoria o talvolta purtroppostrutturale di precariato pro-fessionale. Non una “Casagitdi serie B” – come è statopuntualizzato nel corso del -l’Assemblea nazionale di di -cembre – ma una soluzione ingrado di interpretare e tutelarei nuovi profili di un mestiere,

di Gianfranco Giuliani

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LA COMMISSIONE STATUTO…

Questa la composizione del Gruppo di lavoro per la revisione dello Statuto e del Regolamento della Casagit: Daniele Mauro Cerrato (presidente);Giampiero Spirito (vicepresidente vicario); Carlo Gariboldi (vicepresidente); Gabriele Cescutti, Corrado Chiominto, Mario Petrina, Alfonso Pirozzi(consiglieri di amministrazione); Claudio Cumani, Gian Paolo Girelli (fiduciari); Luciano Azzolini (presidente del Collegio dei sindaci); UmbertoNardacchione (sindaco); Sergio Cinquino, Paolo Costa, Paolo Petrecca (delegati); Francesco Matteoli (direttore generale).

quello del giornalista, incostante e non sempre positi-va evoluzione.“Nel caso di Casagit 2, quellavolontaria che non riguarda icolleghi contrattualizzati e afronte di costi più contenutioffre minori coperture – ha sot-tolineato il presidente DanieleCerrato in un recente interven-to – riteniamo debba diventareuno strumento in grado diaccogliere quanti, pur vivendo

di giornalismo, non hannocontratti che rendono stabili iloro redditi. Tanti free lance,tantissimi collaboratori che,guadagnando poco e in mododiscontinuo, più di altri neces-sitano di una copertura assicu-rativa sanitaria in grado di met-tere al riparo i loro redditi daeventuali pesanti esborsi dovu-ti a problemi di salute. Sottol’ombrello della Casagit, conregole nuove che non mettano

in discussione l’equilibrio deiconti, devono trovar postoanche i meno garantiti di unacategoria costretta a confron-tarsi con regole di mercatoaggressive e nessuna tutela. Ciattende uno sforzo di fantasiama soprattutto, ancora unavolta, di solidarietà concreta”.Anche del progetto di Casagit2 si occuperà una commissio-ne, “gemella” per composizio-ne a quella incaricata di redige-

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La sede della Casagit in via Marocco a Roma

STATUTO E REGOLAMENTO

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re la bozza del nuovo Statuto,che concluderà i propri lavorientro ottobre. Dopo di allora laproposta approderà sul tavolodel Cda e, in rapida successio-ne, su quelli dei fiduciari edell’Assemblea nazionale.Tutto questo si innesta sulprocesso di messa a puntodella strategia per costruire unmodello di Welfare di catego-ria, che è un altro punto quali-ficante del mandato conferito

… E IL GRUPPO DI LAVORO CASAGIT 2

Questa la composizione del Gruppo di lavoro per l’elaborazione del progetto Casagit 2: Daniele Mauro Cerrato (presidente); Giampiero Spirito(vicepresidente vicario); Carlo Gariboldi (vicepresidente); Gianfranco Giuliani, Giovanni Perrotti, Gianfranco Summo, Carola Vai (consiglieri diamministrazione); Mario Antolini, Guido Filippi (fiduciari); Luciano Azzolini (presidente del Collegio dei sindaci); Pierpaolo Dobrilla (sindaco);Giorgio Frasca Polara, Otwin Nothdurfter (delegati); Francesco Matteoli (direttore generale).

dall’Assemblea al Consiglio diamministrazione e che coin-volgerà, in un rapporto parita-rio, gli altri soggetti rappresen-tativi del giornalismo italiano:Inpgi, Federazione della stam-pa, Ordine e Fondo di pensio-ne complementare.Infine gli altri cardini delle lineeguida dell’azione amministra-tiva condivisa dall’Assemblea:la restituzione ai soci dei buonirisultati gestionali dell’ultimo

biennio sotto forma di unmiglioramento delle prestazio-ni (entro l’anno si procederà,tra l’altro all’attesa revisione dialcune voci del tariffario odon-toiatrico), ma anche di unblocco e una diminuzione deicontributi, la definizione dinuove regole per l’assistenzadei colleghi disoccupati, perl’accertamento dei redditi eper la gestione dei casi didecadenza e di morosità.

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Effetto boomerang di un eccessivo ricorso almedicinale: “Iniziano ad esserci i primi ceppibatterici che non rispondono assolutamente anessuna molecola. Polmoniti difficili da trattarein ospedale, malattie banali che non si riesco-no più a curare con quello che abbiamo”.

Quella degli antibiotici è una partitadiventata difficile un po’ in tuttol’occidente e nel nostro paese in

particolare. Siamo tra i consumatori piùaccaniti in Europa, battuti solo da Grecia eCipro. Il consumo di antibiotici, che neglianni ’40 era un segno di progresso medico,è diventato un segno di arretratezza.Avevano fatto la differenza tra guarigione e

Quando l’antibioticofa cilecca

malattia durante la SecondaGuerra Mondiale, erano tra learmi migliori degli alleati, com-battevano tubercolosi, polmo-niti, ferite di guerra e sifilide.Poco da stupirsi che al loroarrivo furono considerati unregalo della liberazione. Cosìtanto che diventarono, neglianni ’60 soprattutto, un effettocollaterale del boom economi-co: la panacea che permette-va di guarire da tanti fastidi,alcuni inconfessabili, consen-tendo al mutuato tipo, quelloben descritto nel “Medico

della mutua”, di appagare lavoglia di fare il “pieno” in far-macia. A tanti anni dalla sco-perta di Alexander Fleming erapensabile arrivasse il conto. Sichiama antibiotico resistenza.In parole povere è quandol’antibiotico, nato per combat-tere batteri e non virus, di fron-te ai suoi veri nemici non fa piùnulla. In qualche modo, senzaaverne avuta particolare co -scienza, ne abbiamo presitroppi e, soprattutto in terzaetà, di fronte a una infezionebatterica l’arma di sempre fa

cilecca e il resto è storia. Lastagione dell’influenza è diquelle che mettono le basiper questo fenomeno. A“copertura” dei rischi di unacomplicazione batterica arrivaun antibiotico, anche se – e losanno ormai quasi tutti – con-tro i virus come quello influen-zale o del raffreddore nonc’entra nulla. La campagnalanciata dall’Agenzia Italianadel Farmaco su un consumoresponsabile di antibiotici ètutta qui. L’ha voluta il suodirettore generale, il professorGuido Rasi, medico, docenteuniversitario di Microbiologiaa Tor Vergata e con esperien-ze internazionali, ha insegna-to anche a Berkeley, Cali -fornia. Un uomo di rilancio,anche fiduciario, di quel-l’agenzia che decide, in Italia,quali farmaci servono e conquali politiche, anche econo-miche, farli finire sugli scaffalidelle farmacie. E’ su unasedia scomoda, il suo prede-cessore si chiamava Poggio -

Prenderne troppi può diventare un problema reale.Intervista al direttore generale dell’Agenzia Italiana del Farmaco Guido Rasi

di Daniele M. Cerrato

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lini, ma lui non se ne cura emuove una guerra all’abuso diantibiotici alla faccia delle mul-tinazionali del farmaco.

Professor Rasi perché i mediciitaliani prescrivono così tantiantibiotici inutili, su 1.038 milionidi euro che spendiamo per questemedicine ogni anno se ne potreb-bero risparmiare più di 413…

È un’abitudine molto italiana,Un atteggiamento di difesarispetto a possibili complican-ze. A volte fare una diagnosiporta via un po’ di tempo,distinguere tra infezione batteri-ca e virale, in realtà, solo unpaio di minuti, ma basterebbe-ro a non prescrivere un antibio-tico di troppo.

C’è anche la spinta dell’industriadel farmaco?

Non più che per tanti altri far-maci. È più un atteggiamentomedico che un problema dimercato.

Ma come fa un paziente a dire al suo dottore “no grazie, l’anti-biotico non lo voglio”?

Non è lui a doverlo dire. È ilmedico a doverci pensare pri -ma di scrivere. Il paziente èbene che si attenga sempre allaprescrizione e tra l’altro se vieneprescritto un antibiotico, anchese può sembrare un parados-so, è meglio farlo a dose pienae nei tempi corretti. La resisten-za agli antibiotici nasce propriodall’uso improprio.

Quindi se viene prescritto per isoliti cinque giorni non bisognasmettere se uno si sente meglio,ad esempio, dopo due soli…

Errore gravissimo. In quei duegiorni vengono solo uccisi i bat-teri più “stupidi”, si è nella fasedi non replicazione intensa deibatteri e si rischiano due cose:una ricaduta dopo 15/20 giorni– molti dicono quest’anno l’in-fluenza l’ho presa due volte – el’antibiotico resistenza perchéabbiamo selezionato i germipiù resistenti e la prossimavolta, quello stesso antibiotico,non servirà più.

Ma oggi a che punto siamo coni nuovi antibiotici, le nuovemolecole?

Il mercato, la ricerca, è ad unpunto preoccupante. Pochemolecole, poche novità in quel-la che noi chiamiamo “fasedue” della sperimentazione.Vuol dire che prima di 6/7 anninon avremo nuovi farmaci,sempre ammesso che dimo-strino di funzionare.

Quanto costa la ricerca di un solonuovo farmaco?

Oltre ai 100/120 milioni di euro,che è il costo medio per porta-re un farmaco sul mercato, c’èquello aggiuntivo della selezio-

LA NOSTRA SALUTE

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ne su cosa investire.

Insomma poche novità, tuttecarissime e troppi antibiotici chegirano senza senso.

Esatto. Troppi antibiotici vuoldire, alla fine, nessun antibioti-co. Stiamo per tornare ad unepoca pre – Fleming. Non èterrorismo ma una triste realtà.Iniziano ad esserci i primiceppi batterici che non rispon-dono assolutamente a nessu-na molecola. Polmoniti difficilida trattare in ospedale, malat-tie banali che non si riesconopiù a curare con quello cheabbiamo.

Siamo nella stagione dell’in-fluenza. Come facciamo a di -menticare quello che è succes-so lo scorso anno, con la pauradella pandemia e quintali divaccini inutili comprati? Comesi è comportata l’Italia?

Meglio degli altri. Ha com-prato meno, si è lasciata spa-

ventare meno dall’allarme lan-ciato dall’Oms. Non potevacerto stare inerte di fronte aun allarme così grande e met-tere a rischio teorico 60 milio-ni di cittadini. Abbiamo stima-to, con un algoritmo, un cal-colo fatto all’Istituto Superioredi Sa nità, quanti vaccinisarebbero serviti a fermareun’eventuale pandemia solovaccinando la popolazione ari schio. Abbiamo compratomeno degli altri paesi europeie sciupato meno. Natu -ralmente col senno di poiavremmo fatto altro, ma il poi,si sa, viene “poi”…

E adesso, che siamo nel “poi”, quei vaccini verranno riutilizzati?

In parte sì. Natu ralmentesono vaccini particolari, fattiin emergenza, quindi conscadenze più brevi rispettoai vaccini classici. Ma moltisono ancora teoricamenteutilizzabili. Anche quella èuna partita tutta da giocare.

Professor Guido Rasi direttore generale AIFA

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Modello Casagit per le Casse dei liberi professionisti

Questa aspirazione era emer-sa già nel recente passato,ma in modo sporadico. Oggiinvece la domanda si è fattamolto più larga e convinta,affinché si punti a realizzareun progetto che consentanell’Adepp di “fare quello chefa la Casagit”.Ovviamente tutti si rendonoconto che la nostra Cassaper poter garantire la qualità ela quantità rilevanti delle pre-stazioni si basa innanzituttosulla solidarietà di categoria;in modo che, attraverso laobbligatorietà contrattualedell’iscrizione dei giornalistidipendenti e il prelievo per-centuale sul loro stipendio, siconcretizzi l’impegno d’ origi-ne “chi più guadagna piùcontribuisce”.Una via, la nostra, per oragiudicata di assai difficileapplicazione nei confronti diuna platea di iscritti in cui pre-valgono ampiamente i liberiprofessionisti. E quindi ladomanda delle Casse profes-sionali è: “Anche noi vorrem-mo dotarci di un’assistenzasanitaria con benefici simili aquelli garantiti dalla Casagit:aiutateci quindi a capire comefare per uscire dal settoredelle società di assicurazione,quanto do vrem mo chiedere ainostri iscritti, quanto possia-mo eventualmente comparte-

Dal confronto con l’Adepp interessanti prospettive di sviluppo e di “apertura”

R imessi in sesto i conti(l’ottimo attivo del-l’assestamento al

bilancio preventivo 2010 lodimostra) la Casagit deve oraaffrontare due sfide. La prima,ben nota, riguarda la necessi-tà di controllare ed allontana-re i rischi di nuove possibilicrisi che le stime attuarialiprevedono per il futuro se nonaffrontati per tempo con ade-guati interventi. La seconda,di carattere assolutamentepositivo, deriva dall’interesseche le venti Casse previden-ziali dei liberi professionisti,riunite nell’Adepp, stannoconcretamente manifestandoper la “realtà Casagit” e perquello che i giornalisti hannosaputo autonomamente rea-lizzare a tutela della categoria.Di recente nell’Adepp (il cuipresidente – come è noto – èdallo scorso giugno il collegaAndrea Camporese, presi-dente del nostro Inpgi ) si èaperta una discussione dallaquale è emersa la richiesta diun gruppo consistente diCasse professionali affinchésia creato un organismo dalquale, sull’esempio di quantoavviene alla Casagit, gli iscrit-ti all’Adepp possano ricevereprestazioni sanitarie integrati-ve: non più quindi, comeattualmente avviene, attraver-so società di assicurazione.

di Gabriele Cescutti

cipare economicamente eche cosa potremmo in cam-bio offrire ai nostri colleghi”.Risulta che in questo sensosia in corso nell’Adepp unapprofondimento chedovrebbe concludersi prestoin un documento interno disintesi, nel quale l’Ente cheraccoglie le venti Casse pro-fessionali dovrebbe definire leprestazioni su cui si concen-tra maggiormente l’interesse,affinché sia possibile appro-fondire concretamente il loropossibile costo.Al di là di questo primo passoc’è da aggiungere che nelforte interesse che in sedeAdepp si sta sviluppando perla nostra assistenza integrati-va sanitaria, emergonosostanzialmente due tenden-ze, con possibili tempi di rea-lizzazione sicuramente diver-si, ma comunque non in con-trasto fra loro.La prima, più immediata,riguarderebbe la richiesta allaCasagit di indicare le modali-tà di realizzazione, le alterna-tive e i rischi del progetto cuile Casse professionali aspira-no. Alla Casagit potrebbequindi esser chiesto di essereun autorevole consulente diesperienza pluridecennale (lanostra origine risale al 1974)che assieme all’intervento diun attuario aiuti a valutare le

possibilità di successo alungo termine, indichi glieventuali problemi e le conse-guenti soluzioni, e consentadi individuare le prestazionipossibili sulla base dei flussidi risorse previste. “LaCasagit – (questa è la convin-zione unanime) – ha maturatouna lunga esperienza nel set-tore, ha realizzato convenzio-ni con gli ospedali e con le cli-niche private, ha costituitopoliambulatori, co no sce inmodo approfondito il settoreodontoiatrico, ha esperienzanel farsi carico dei grandirischi ed è quindi in grado diaiutarci a decidere sul proget-to complessivo che vorrem-mo realizzare, su cosa priori-tariamente puntare e a valu-tarne i costi: ovviamenteavendone un adeguato van-taggio economico per la suaassistenza”.Fra le Casse dell’Adepp però(ecco la seconda tendenza)c’è anche chi va oltre e avan-za la seguente domanda: “LaCasagit ci potrebbe accoglie-re al suo interno? Con qualicosti e in cambio di quali pre-stazioni?” Un interrogativocertamente di grande interes-se e contemporaneamentemolto impegnativo, che tutta-via non sembra per orariguardare la maggioranzadelle Casse dei liberi profes-

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sionisti . Qualora tale doman-da fosse ufficialmente espres-sa la nostra Cassa si trove-rebbe contemporaneamentedi fronte a una grande oppor-tunità e a una impegnativasfida. Oppor tunità e sfida allequali certo non si sfuggireb-be, ben comprendendo l’oc-casione di crescita che untale progetto rappresentereb-be per tutti, nuovi e “storici”soci della Ca sagit . Senzadimenticare comunque lanecessità di una rigorosaanalisi su come af frontareuna metamorfosi di estremarilevanza, che aprirebbe oriz-zonti affascinanti, contempo-raneamente evidenziando lanecessità di un adeguamen-to, non soltanto strutturale,della nostra Cassa. Un’ipotesi dunque che non èproprio “dietro l’angolo” esulla quale, se sarà espressauna richiesta ufficiale, saran-no certamente avviati, oltreche un’at tenta valutazione daparte degli Organi istituzionalidella Cassa d’intesa con Fnsi,Inpgi e Ordine, anche un’approfondita consultazionecon la nostra categoria.

* * * *

Naturalmente considerandoentrambe le ipotesi fin quidescritte non si può dimenti-

care che è indispensabileottenere l’accordo di unimportante soggetto istitu-zionale, rappresentato oggidal Ministro Sacconi, titolaredel Dicastero del Lavoro edelle Politiche sociali. I con-tatti finora avviati dal collegaAndrea Cam po rese, nelladuplice veste di Presidentedell’Adepp e del l’Inpgi, sem-brerebbero confermare ladisponibilità ad ac com pa -gnare l’iniziativa. Di notevolerilevanza è apparsa la con-ferma che il Ministro Sac coniattribuisce alla coperturasanitaria integrativa che ilprogetto prevede, in un set-tore i cui costi lo Stato ogginon è in grado di sostenere.Da ciò la disponibilità delMinistro a confermare i van-taggi fiscali, di cui godono iFondi sanitari, anche nel pro-getto (o nei progetti) auspi-cati dalle Casse dei liberiprofessionisti.Una situazione quindi ancora“aperta”, ma che già oggi faintravedere interessanti pro-spettive per la nostra Cassa.E che conferma quanto siastata preveggente trentaseianni fa la volontà espressadalla Fnsi, d’intesa conOrdine e Inpgi, per dotare lanostra categoria di un cosìimportante strumento di tute-la, che oggi tanti ci invidiano.

TUTTE LE CASSE

Cassa DOTTORI COMMERCIALISTI Via della Purificazione 31 ROMAPresidente: Walter AneddaCassa FORENSE Via E. Q. Visconti 8 ROMAPresidente: Marco UbertiniCassa GEOMETRI Lungotevere A. da Brescia 4 ROMAPresidente: Fausto AmadasiCassa NOTARIATO Via Flaminia 160 ROMAPresidente: Paolo PedrazzoliCassa RAGIONIERI Via Pinciana 35 ROMAPresidente: Paolo SaltarelliCASAGIT (Giornalisti) Via Marocco 61 ROMAPresidente: Daniele M. CerratoENPAB (Biologi) Via di Porta Lavernale 12 ROMAPresidente: Sergio NunzianteENPACL (Consulenti Lavoro) Via del Caravaggio 78 ROMAPresidente: Vincenzo MiceliENPAF (Farmacisti) Viale Pasteur 49 ROMAPresidente: Emilio CroceENPAIA (Addetti e Impiegati in Agricoltura) Viale Beethoven 48 ROMAPresidente: Carlo SicilianiENPAM (Medici) Via Torino 38 ROMAPresidente: Eolo ParodiENPAP (Psicologi) Via Andrea Cesalpino 1 ROMAPresidente: Angelo ArcicasaENPAPI (Infermieri) Via Alessandro Farnese 3 ROMAPresidente: Mario SchiavonENPAV (Veterinari) Via Castelfidardo 41 ROMAPresidente: Gianni MancusoEPAP (Chimici, Attuari, Agronomi e Forestali, Geologi) Via Vicenza 7 ROMAPresidente: Arcangelo PirrelloEPPI (Periti Industriali) P.zza della Croce Rossa 3 ROMAPresidente: Florio BendinelliFASC (Fondo Spedizionieri) Via T. Gulli 39 MILANOPresidente: Marco Livio PecorariINARCASSA (Ingegneri e Architetti) Via Salaria 229 ROMAPresidente: Paola MuratorioINPGI (Giornalisti) Via Nizza 35 ROMAPresidente: Andrea Camporese ONAOSI (Orfani Sanitari) Via Ruggero díAndreotto 18 PERUGIAPresidente: Aristide Paci

COS'È L'ADEPP

È l’associazione degli Enti di Previdenza e Assistenza privatizzati. La privatizzazione degli entidei professionisti italiani ha origine in alcune norme contenute nella Finanziaria del 1994quando il Governo Ciampi propose un riordino degli Istituti e dei regimi previdenziali eassistenziali allora esistenti. A seguito della riforma del sistema previdenziale (D.L. 509/94) edel Decreto attuativo 103/96 si sono potuti costituire altri enti, fino a quel momento nonancora privatizzati. L’Adepp riunisce, oggi, 20 casse di previdenza e assistenza realizzando unsistema di tutele per oltre 2 milioni di professionisti italiani.

Cariche sociali AdeppPresidente: Andrea CamporeseVice presidenti: Giovanni Pietro Malagnino (vicario), Mario Schiavon Consiglieri d’amministrazione: Walter Anedda e Amarco UbertiniRevisori dei conti: Paolo Pedrazzoli (presidente), Florio Bendinelli (effettivo),

Gianni Mancuso (effettivo), Fausto Amadasi, (supllente),Daniele M. Cerrato (supplente)

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Quale Casagit per i freelance?

Tre le indicazioni prioritarie, chepare ragionevole perseguire,per cercare di rendere il tuttopraticabile sia dai freelance chedalla Casagit. Innanzitutto un radicale abbas-samento delle quote di adesio-ne annuale, avvicinandole alleofferte delle compagnie assicu-rative (diciamo una soglia d’in-gresso di 2-300 euro, con sca-glioni successivi a crescere,anche fino agli importi attuali?). Poi non proporre un pacchettodi servizi “omnicomprensivo”,come nella Ca sagit 1, ma strut-turato per moduli, entro i quali ilfreelance possa scegliere soloquelli di suo reale interesse (adesempio solo incidenti e grandiinterventi, o solo rimborso spe -se mediche specialistiche extraservizio sanitario pubblico, osolo diaria giornaliera da ricove-ro) ognuno dei quali comportiuna contribuzione specifica. La terza: limitare il ricorso aiservizi sanitari privati solo neicasi di impossibilità di ricorso intempo utile, o con risultati ade-guati, al Servizio sanitario na -zionale. Sono solo alcune pri -me indicazioni. Che potrebberovenir approfondite in un con-fronto con la Commissionelavoro autonomo dell’Fnsi, an -che come tramite per una con-sultazione con le realtà regionalidei freelance.Dunque, quando iniziamo?

Una nuova formula, da definire insieme.

Tre suggerimenti e una sfida. Già raccolta

La maggioranza dei giornalisti italiani sono oggi free-lance (circa 24.000, a fronte di 20.000 contrattualiz-zati, secondo l’Inpgi). Ma la larghissima parte di loro

non è in grado di ricorrere ai servizi di assistenza sanitaria dicategoria, erogati dalla Casagit. Perché l’adesione allaCasagit 2 per il freelance medio costa troppo.Infatti quando (sempre secondo i dati Inpgi) il 55 per centodei giornalisti lavoratori autonomi o co.co.co. ha un redditoinferiore ai 5 mila euro lordi l’anno, e il 70 per cento circainferiore ai 10.000, una quota di adesione annuale allaCasagit 2 di 1850 o 925 euro (a seconda della fascia diadesione scelta) incide troppo pesantemente sui loro bud-get. Se a ciò si aggiunge che con quel limitato reddito ilfreelance deve coprire anche le proprie spese d’attività, icontributi e le tasse, e che l’adesione “scontata” allaCasagit 2 dà diritto a dei rimborsi limitati solo al 60 o al 30per cento delle spese sostenute, la conclusione è cheanche la Casagit 2 è oggi fuori portata, e comunque eco-nomicamente non conveniente, per i freelance-tipo. Cioèper grosso modo la metà dei giornalisti italiani.E ciò quando delle compagnie assicurative offrono polizzemalattie e infortuni per importi medi tra i 200 ed i 600 eurol’anno, se individuali, e per poche decine di euro a testa se

collettive. (Anche se, a onor del vero,non sempre queste si rivelano poicosì convenienti o praticabili, unavolta messe alla prova dei fatti).Vi è quindi la necessità e l’urgenza diuna radicale riforma delle modalitàd’adesione alla Casagit 2, se non sivuole che continui a restarne esclusala componente più numerosa dellanostra categoria, ma soprattuttoquella economicamente più debole, ecome tale pesantemente esposta nelcaso di eventi di una certa entità (ma,quando si guadagna poco, puòbastare anche una malattia cheimpedisca di lavorare per qualchesettimana).

di Maurizio Bekar

Freelance, coordinatore della Commissione Lavoro Autonomo della Fnsi

CNCASAGITNOTIZIE

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“Ventimila colleghi che guardano da fuori, dilà dai vetri, ma che non possono entrare”.È l’immagine che il presidente Daniele

Cerrato ha usato, parlando dei problemi della Casagit 2,nell’ultima assemblea nazionale dei delegati.

Evoca ricordi cinematografici, scene da neorealismo o dafilm americano sulla Grande Crisi. È un’immagine dram-matica che vale per tutta la categoria, e che è benerimanga stampata nella testa di chiunque abbia respon-sabilità nelle rappresentanze del giornalismo italiano.

Al sindacato ricorda qual è la sfida fondamentale intor-no alla quale si gioca anche il Congresso di Bergamo.Sappiamo di andare “controvento”: il cosiddetto “colle-gato lavoro” varato dal Parlamento indebolisce ulterior-mente le già tenui difese di legge per i precari, e lo“Statuto dei lavori” proposto dal ministro Sacconipunta - ben al di là di una correzione terminologicaapparentemente lieve - a un netto ridimensionamentodei diritti garantiti dallo Statuto dei lavoratori. Ma la viaè obbligata.

Abbiamo voluto e ottenuto un contratto Fnsi-Fieg cheè servito a scongiurare l’ “effetto Pomigliano”, quelladevastazione degli accordi nazionali che sta investen-do altri settori del lavoro italiano. Le misure ottenutedentro e insieme al contratto hanno permesso di attu-tire i colpi di una crisi durissima, e non solo italiana. Maora gli editori devono essere costretti a comportamen-ti imprenditoriali di civiltà almeno minima: perché i datidella ricerca elaborata da Lsdi (Libertà di Stampa eDiritto all’Informazione) danno conferma scientifica –ma non ce n’era bisogno – allo scandalo dei pezzipagati 3 euro. È con 3 euro a pezzo che “vivono” quel-le migliaia e migliaia di free lance che alla fine dell’annoarrivano a 5 mila euro lordi. La Commissione Lavoro au to nomo istituita dalla Fnsidice che, anche se tardivamente, siamo arrivati a met-tere questo tema al centro della nostra attività. Ma non

A Bergamo “controvento”

Verso il Congresso della Federazione nazionale della stampa

SINDACATO

ci possiamo ac con tentare dipromettere qualche tutela inpiù in una precarietà lungauna vita.

Va ripreso il tema della stabi-lizzazione del lavoro preca-rio: dobbiamo far tornarenella testa degli editori, enegli accordi, il concettobasilare che la forma “nor-male” di lavoro è quella atempo indeterminato.

Anche nel terzo millennio,anche nell’epoca della rete:perché ci sono diritti fonda-mentali che non invecchiano.Dobbiamo sa perli im porre achi ci indica la meta di unapresunta modernità e intantorispolvera rapporti contrat-tuali degni del l’Ottocento.

di Roberto Natale

Presidente della Fnsi e rappresentante Fnsi nel CdA Casagit

Il Bilancio tecnico attuariale per “anticipare” ilnostro futuro e orientare le scelte

Quanto si spenderà nei prossimianni per l’assistenza sanitariadei soci Casagit? Quanti saran-

no i contributi su cui potremo contare?Come si evolverà il patrimonio? Fino a chepunto si potranno aumentare alcune vocidel tariffario? Quando entreranno in con-tatto le curve delle entrate e delle usciterendendo così obbligatorio il ricorso alleriserve? E soprattutto fino a quando po -tranno essere pagate le prestazioni? IlBilancio tecnico attuariale ci consente

I conti di oggi e quelli di domani

oggi di dare una risposta aqueste domande; uno stru-mento fondamentale di lavo-ro per comprendere e preve-dere le dinamiche future dellegrandezze e dei numeri tipi-ci di un fondo sanitario qualela Casagit: le entrate, le usci-te e l’evoluzione del suopatrimonio.Il Bilancio Tecnico Attuariale(Bt) di cui si è dotata la Cas -sa dal settembre 2009 con-sente infatti di valutare e defi-nire come si svilupperanno

nel tempo i contributi che avario titolo arriveranno daisoci e dalle aziende, i rendi-menti del patrimonio, lespese e i rimborsi agli assisti-ti e i costi di funzionamentodella struttura. Gli iscritti alla Casagit sonocirca 53.500, i soci titolaricirca 28.000 per una contri-buzione totale intorno agli 85milioni di euro. La spesa per le prestazionidopo le recenti manovre dirisanamento, dopo la rinego-

ziazione delle convenzioni egrazie alla diminuzione delnumero e dei giorni di ricove-ro si attesta intorno ai 70milioni di euro. I costi di fun-zionamento della struttura,70 dipendenti, 11 ammini-stratori e 80 delegati, è dicirca 9,5 milioni.Tutto questa porta a un bilan-cio preventivo, per la compe-tenza 2010, che fa registrareun saldo positivo di circa 5,5milioni di euro.I ricoveri e la chirurgia ambu-latoriale costituiscono il mag-gior capitolo di spesa (35%),seguiti dalle cure odontoiatri-che (23%), gli accertamenticlinici e diagnostici (11%), levisite specialistiche (10%), ifarmaci (6%) le terapie fisicheriabilitative (5%), le altre tera-pie e protesi (4%) le assisten-ze (4%) e le lenti(2%).Le maggiori entrate, circa 51milioni di euro, arrivano daisoci che hanno un contrattodi lavoro subordinato e dai

Per chi spendiamo, come spendiamo:tutti i numeri di una gestione economica tornata in sicurezza

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di Francesco Matteoli

Direttore Generale della Casagit

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pensionati (circa 13,5 milioni).È proprio il dettaglio di tuttiquesti dati, organizzati persesso, età, tipologia contri-butiva, frequenze medie diaccesso alle prestazioni, checostituisce il principale patri-monio di informazioni cheviene utilizzato dal bilanciotecnico attuariale per “predi-re” il nostro futuro.Nel bilancio attuariale, la vitaprofessionale e “sanitaria” diogni nostro singolo assistitoviene simulata dal suoingresso e fino alla definitivauscita dalla Cassa.Le ultime proiezioni attuariali,basate sui dati definitivi del2009, ci dicono che con untariffario immutato, con leregole attuali e una popola-zione che si evolve secondoi parametri della RagioneriaGenerale dello Stato utilizza-ti dall’Inpgi per il suo bilancioattuariale, il nostro contoeconomico resta in equilibriofino al 2017 e il patrimonio

della Cassa “regge” le pre-stazioni fino al 2028. Seperò tocchiamo il tariffario,anche solamente in misuraminima, l’1 % all’anno, ilconto economico va innegativo nel 2013 e il patri-monio si esaurisce nel 2017.Questo si gnifica che il nostroprimo e fondamentale ob -biettivo de ve essere quello didare stabilità al nostro contoeconomico e solidità al no -stro patrimonio. La nostrasfida è fare ogni anno megliodella previsione attuariale espostare sempre più inavanti nel tempo l’equilibriodel nostro conto economicoe la sostenibilità della Cassa.Per far questo è necessarioproseguire in quella politicadi attenta gestione e di rigo-re nell’applicazione dellenorme sia in materia contri-butiva che delle prestazioni,continuare a migliorare inostri rapporti convenzionaliselezionando accuratamentei nostri “partner” sanitari ecostruire alleanze con lealtre Casse sanitarie peraumentare il nostro poterecontrattuale.Lo strumento del bilanciotecnico sarà un indispensa-bile compagno di viaggioche ci permetterà, non solodi sapere per quanto tempola nostra Cassa può “so -prav vivere”, ma di stimarecon elevato livello di preci-sione gli esiti di ipotetichema novre, su entrate e/ouscite, al fine di trovare solu-zioni ottimali in una logica“strutturale” di lungo periodoe di studiare eventuali formedi gradualità nell’adozione diqueste soluzioni. Ci consen-tirà inoltre di valutare l’impat-to di eventuali modifiche deltariffario anche per singoleprestazioni / voci di presta-zione e di pianificare meglio inostri investimenti finanziari.

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IN PRIMO PIANO

Lenti2%

Visite10%

Ricoveri e chirurgiaambulatoriale

35%

Assistenze4%

Altre terapie e protesi 4%

Terapie fisiche riabilitative5%

Cure odontoiatriche23%

Farmaci6%

Accertamenti clinicie diagnostici

11%

COME SPENDIAMO

70 milioni di euro di prestazioni l’anno

€ 8,00

€ 6,00

€ 4,00

€ 2,00

€ 0,00

- € 2,00

- € 4,00

- € 6,00

- € 8,00

2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012

L’ANDAMENTO DEL RISULTATO DI ESERCIZIO

I DATI NON INCLUDONO IL RISULTATO DELLA GESTIONEFINANZIARIA E LE SOPRAVVENIENZE

(GESTIONE CARATTERISTICA, IN MILIONI DI EURO)

Proiezione 2010 - 2012

Volontari7% Familiari

48%

Contrattualizzati 33%

Pensionati 12%

CONTRIBUZIONE

85.000.000

Contrattualizzati62%

Familiari11%

Pensionati15%

Volontari15%

CONTRIBUZIONEISCRITTI SOCI

28.00053.500

CHI SIAMO

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Poliambulatoriuna risorsa per tutti

Genova, Milano, Pa do -va, Reggio Cala bria,Roma, Torino e non

solo. È estesa la rete dellecittà che ospitano i poliambu-latori Casagit, cui si possonorivolgere tutti gli iscritti allaCassa, a prescindere dallaconsulta di appartenenza, pervisite specialistiche ed esamidiagnostici. Un servizio per i soci e unarisorsa per tutti con la possibi-lità di garantire assistenzasanitaria di qualità a costi infe-riori rispetto alle tariffe Casagitper chi si rivolge a struttureprivate esterne. Regola comu-ne in tutte le strutture: l’acces-so è subordinato alla presen-tazione di prescrizione medi-ca, in cambio si può fruire diprestazioni convenzionate “indiretta”, sarà cioè la Casagit apagare direttamente alla strut-tura il dovuto.Il poliambulatorio di Roma,inaugurato nel marzo del2005 in piazza Apollodoro dal2011 avrà una trasformazionein linea con le altre strutturesul territorio nazionale. La gestione delle prestazionisanitarie è stata infatti ester-nalizzata, grazie all’accordoap pro vato dal Consigliod’amministrazione e siglatodal presidente Cerrato con lastruttura Centro di Sanitàs.p.a.. Una so cietà di gestio-

ne sanitaria co l legata a ungrande ospe dale romano, ilNomentana Hospital. I localirestano della Casagit, titolaredel contratto di locazionecon l’Inpgi. In sintonia conaltri poliambulatori Casagititaliani, una volta ottenute leautorizzazioni regionali, sipotranno effettuare in piazzaApollodoro anche prelievi peranalisi al costo del ticket delServizio sanitario nazionale.Al Poliambulatorio di Roma sirivolgono 5.000 soci all’annoper un totale di circa 20milaprestazioni erogate con unamedia di 12.000 visite spe-cialistiche e 8.000 accerta-menti diagnostici all’anno. A Torino risultano essere par-ticolarmente apprezzati i duepoliambulatori: Cidimu eSepin. L’Istituto diagnosticoCidimu, fondato nel 1983avendo come primo obiettivolo sviluppo della diagnosticacon ultrasuoni è la strutturapiù frequentata. Si trova in viaLegnano, nel cuore del quar-tiere Crocetta, offre servizi inconvenzione diretta dagliesami diagnostici a visite spe-cialistiche. Il convenziona men -to diretto per queste ultime èattivo dal settembre 2010 econsente una fruizione piùagevole per gli iscritti e unnotevole risparmio economicoper la Cassa. Duecento soci a

trimestre per un totale di oltremille prestazioni. Anche al Centro diagnosticoSepin, di via Marochetti 11,viene applicato lo stesso tarif-fario per le visite, inferiore aquello Casagit. La struttura haregistrato 160 visite speciali-stiche da maggio a settem-bre, tutto in regime di conven-zione diretta, senza oneri acarico degli iscritti. Per le ana-lisi e i prelievi la convenzione èin forma indiretta. In questocaso la spe sa viene sostenu-ta, a tariffario minore di quelloCasagit, dall’iscritto e poi rim-borsata secondo le regoledella Cassa. A Padova la Casagit ha stipu-lato dal 2007 una convenzio-ne diretta con il Gruppo DataMe dica che ha tre sedi: Pa -dova (via Zanchi 89), Chioggia(Cam po Marconi 24) e Albi -gnasego (via Co lombo 13).Sono aperti tutti i giorni fino alsabato mattina. La convenzio-ne vale per analisi e diagnosti-ca. Gli iscritti possono prenota-re chiamando direttamente lastruttura. Serve presentarsi conla prescrizione medica dove siaindicata patologia e con la tes-sera sanitaria del Ser vizio na -zionale. La prestazione av vie nein forma diretta, cioè pa ga di -ret tamente la Casa git. La convenzione serve anche agarantire una corsia preferen-

Una rete sempre più estesa di strutture convenzionate, che garantiscono assistenza sanitaria di qualità in rapporto diretto con la Cassa. Ecco dove

di Giampiero Spirito

CNCASAGITNOTIZIE

QUI MILANO Il Centro polispecialistico dell’Alg

PROGETTO ANZIANI CON VISITE

ANCHE A DOMICILIO

Più di 10.000 visite da gennaio a novembre, 33 medici per 18 diversi ambiti specialistici,16 campagne di prevenzione sanitaria già avviate. Questi, in sintesi, i dati aggiornati delCentro medico polispecialistico gestito a Milano dall’Associazione lombarda dei giornalistie convenzionato con la Casagit. Ma quale è il giudizio dei soci su questa struttura che inun prossimo futuro sarà potenziata con un radiologo, un diabetologo, un endocrinologo eun urologo? Il direttore sanitario Franco Scapellato ha realizzato e fatto distribuire agliutenti, agli ospiti e ai familiari un questionario di gradimento dei servizi. Dieci domande,con la scelta di sei possibili risposte, alle quali hanno finora risposto 300 assistiti di ognietà. A tutti, oltre a informazioni generiche in forma anonima, vengono richiesti sug -gerimenti e consigli per un migliore funzionamento della struttura. Il risultato è andatooltre le migliori aspettative. Soddisfatto, discretamente soddisfatto o molto soddisfatto siè dichiarato il 94 per cento dei sottoscrittori del questionario. Gli aspetti positivi sot -tolineati sono in particolare il confort, la professionalità dei medici, l’organizzazione datadal direttore sanitario, la comodità di poter usufruire della diagnostica più moderna, lecampagne di prevenzione. Si arriva perfino ai complimenti. C’è anche chi avanzaproposte. Come quelle di prolungare l’orario serale di apertura e di organizzare visite adomicilio “almeno per infanti e anziani”. Con il direttore sanitario si sta studiando,nell’ambito del progetto per anziani “Battiamo la solitudine”, la possibilità di consegnarefarmaci e visitare a domicilio quanti non hanno la possibilità di utilizzare i servizi delpoliambulatorio.

PAOLO CHIARELLI

Vice presidente Associazione Lombarda Giornalisti

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ziale sui tempi di attesa. Anche a Genova Casagit haraggiunto accordi con quattrostrutture per la diagnosticaambulatoriale: Biome di cal, Al -baro, Baluardo e Sa lus. Inquesti poliambulatori la con-venzione diretta è per analisi ediagnostica per immagini, conuna media di ottanta-centopazienti che ogni mese usu-fruiscono delle prestazioni. A Reggio Calabria ha sedel’ultima struttura convenziona-ta in ordine di tempo. Si trattadell’istituto De Balsi, punto diriferimento per i soci Casagitrispetto al quale è in via di defi-nizione un ampliamento deiservizi con l’inserimento dellevisite specialistiche.Particolarmente articolato sulpiano territoriale è poi l’accor-do convenzionale con il grup-po Villa Maria, attraverso cuiCasa git ha “agganciato” dodi-ci centri distribuiti in più regio-ni d’Italia con una concentra-zione significativa in Emilia Ro -

magna, ma anche in To sca na,in Puglia e in Sicilia. La reteinclude le se guenti strutture:Villalba Hospital a Bo logna,Salus Hospital (Reg gioEmilia), Primus Forlì Me dicalCenter (Forlì), Raven na Me -dical Center (Ravenna), VillaMaria Cecilia Hospital (Coti -gno la), San Pier Damia noHospital (Faenza), Villa MariaBeatrice Ho spital (Fi renze),Anthea Hospital (Bari), CasaBianca Hospital (Cas sanoMurge), Città di Lecce Ho -spital (Lec ce), Villa Maria Eleo -nora Hospital (Palermo) eAgri gento Medi cal Center(Agri gento).Da segnalare, infine, la con-venzione sottoscritta a Cam -po bas so con il Centro chi-rurgico oculare Laurelli, unulteriore esempio di accordovirtuoso che co niuga elevataqualità di prestazioni e con-dizioni economiche di sicurovantaggio. Per i soci e per laCassa.

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R idurre il numero delleconvenzioni per ga -rantire condizioni mi -

gliori ai soci e alla Casagit.Sulla base di questi due indi-rizzi si stanno muovendo gliuffici nel rinnovare completa-mente gli accordi stipulaticon cliniche, dentisti e centridiagnostici.Oggi le convenzioni attivesono circa 180 convenzioniper ricoveri, 600 con mediciodontoiatri e 50 per Tac erisonanze magnetiche.Nell’arco degli ultimi venti-quattro mesi molte conven-zioni, onerose e antieconomi-che, sono state cancellate. Iltaglio ha colpito soprattutto identisti. Fino al 2008 erano900 i convenzionati, 400 sonostati depennati, ma altri centosono entrati per la prima voltanell’orbita della Cassa.La “pulizia” degli elenchi hainteressato soprattutto l’areadi Roma, dove alcuni odonto-iatri avevano in cura soltantouno o due soci Casagit, altriinvece non vedevano un gior-nalista da anni.Restano aree critiche, dovemolti studi non accettano lenostre condizioni, ritenutetroppo basse rispetto al mer-cato. In buona parte della Valled’Aosta, in alcune zone delVeneto e nelle province lom-barde di Mantova e Sondrio,

Quando la convenzione… conviene

ad esempio, i soci hannogrande difficoltà a trovare undentista in convenzione.Molto più complessa, per laCasagit, è la gestione delleconvenzioni con le cliniche. Lestrutture dove è possibile es -sere curati direttamente sono,ancora oggi, soprattutto nellearee di Milano, Roma e Torino. “L’ideale, dal punto di vistadella gestione e delle condi-zioni economiche, sarebbeavere una struttura specializ-zata per ogni grande centro -spiega Luigi Bucchi, respon-sabile dell’ufficio Convenzioni-. In questo modo potremmoavere una maggiore capacitàcontrattuale”.Il tema delle condizioni econo-miche è fondamentale. IlConsiglio di amministrazioneha autorizzato gli uffici a stipu-lare convenzioni entro i limitidel tariffario con eventualiminimi ritocchi.Se le cliniche richiedono paga-menti molto più onerosi è lostesso Cda che esamina l’op-portunità di stipulare gli accor-di. In questi mesi sono stateaccolte convenzioni solo perstrutture di elevatissima eccel-lenza - ad esempio il Centrocardiologico Monzino diMilano - o per cliniche in areedove la Cassa è poco presen-te, è il caso della casa di curaVilla Donatello di Firenze.

I centri diagnostici conven-zionati non sono, invece,numerosissimi. Ai soci con-viene, in ogni caso, presen-tarsi con la ricetta “rossa”,quella utilizzata per la prescri-zione di prestazioni sanitariecon onere a carico delServizio sanitario nazionale.Sono prestazioni “mutuabili”,quindi si paga solo il ticketche viene totalmente rimbor-sato al socio dalla Casagit.Chi si presenta con una sem-plice prescrizione medica(“ricetta bianca”) dovrà inve-ce pagare una quota cherimarrà comunque a caricodel socio.Un avvertimento per tutti. Sequalcuno, in cliniche o centridiagnostici, riferisce di avereuna convenzione “indiretta”,dice il falso. Le convenzionisono solo dirette, ossia, ilsocio non paga, o paga unapiccola quota, e la Casagitliquida la fattura direttamentealla struttura sanitaria. Va anche sottolineato il lavo-ro degli uffici Casagit nellagestione delle convenzioni.Nell’anno solare 2009 a fron-te di una diminuzione del 7per cento del numero deiricoveri il costo delle degenzeè calato del 15 per cento equelle di materiali e medicina-li in corso di ricovero ben del20 per cento.

Cliniche, centri diagnostici e medici odontoiatri: accordi rivisti, tagli e nuovi ingressi per garantire condizioni migliori ai soci e alla Casagit

C.E.G.

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FISCO

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I vantaggi del “Mav” per i familiariLa detraibilità delle spese sanitarie nella prossima dichiarazione dei redditi

G.S.

L’introduzione del contributo aggiuntivo per ilnucleo familiare, richiesto tramite MAv a tutti isoci titolari con redditi superiori a 30mila euro

lordi l’anno, è compensata, nell’attuale sistema ditassazione, da significativi vantaggi fiscali.In base alle norme del Testo unico delle imposte suiredditi (articolo 51 comma 2°), i contributi prelevatidirettamente in busta paga o nella pensione sonofiscalmente portati in deduzione “alla fonte” daparte del datore di lavoro e dall'Inpgi. Di conse-guenza le spese sanitarie sostenute dai soci con-trattualizzati e pensionati Inpgi possono essereportate in detrazione nella dichiarazione dei redditisolo per la parte non rimborsata dalla Casagit. Dopo l’introduzione del contributo aggiuntivo per ilnucleo familiare, (il famoso MAv) le spese sanitarie

so ste nute dai familiari deisoci contrattualizzati o deipensionati Inpgi, possonoessere portate interamente indetrazione, indipendente-mente da quanto sia statorimborsato da Casagit. Prima dell’introduzione del“Mav” tutto questo era possi-bile solo per i soci volontari eper i loro familiari ma non perle spese relative ai familiaridei soci contrattualizzati opensionati Inpgi. Per usufruire di questa op -por tunità i soci devono pro-

durre al Caf o al commer-cialista la fotocopia dellespese sostenute o le distin-te di liquidazione trasmesseda Casagit. Per recuperarele distinte di liquidazione èsufficiente - eventualmentecon l'aiuto delle Consulteregionali - accedere al -l'"area riservata" dei sociattraverso sito internet dellaCasagit. Chi avesse smarri-to la password, può richie-derne una sostitutiva anchevia e-mail, scrivendo allacasella di posta elettronica:

ars_web ma ster@ca sa git.ito telefonando al numero06.54883237. È bene quindi fotocopiaresempre la documentazione dispesa prima di inviare le prati-che di rimborso alla Casagit.La Cassa gestendo circa90mila pratiche all’anno nonrilascia fotocopie delle fattureo delle ricevute inviate ; ètenuta però a mettere adisposizione i giustificativi dispesa originali in caso di veri-fiche fiscali da parte del -l’Agenzie delle entrate.

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esteri con regolare permessodi soggiorno, noi. Paghi letasse dove lavori e di quelPaese godi dell'assistenzasanitaria. Godi di quello chec'è. Tra Balcani e Turchiatemo di non essere mai statotroppo fortunato, da quelpunto di vista. Quando torni invacanza a casa, sei un qual-siasi turista. Io extracomunita-rio. L'ospedale sì ma le medi-cine no. Conti fulminanti per lamia povera e ufficiale Casagit,a crescere in proporzioneall'età e agli acciacchi di que-sto assistito indisciplinato. Mi hanno spiegato mille volteche anche il giornalista pen-dolare nel mondo avrebbediritto all'assistenza sanitariain Italia, ma io quella notizial'ho “bucata”in tutte le Asl cuimi sono rivolto.Il paradosso per noi giornalistimigranti oscilla tra due estre-mi. La sanità che non c'è o lasanità con carta di creditoimmediatamente solvibile.Prima di abbandonarsi alcoma metterla tra i denti, miraccomandano i colleghi negliUsa. Salvo poi festeggiare ilfelice ritorno in Patria. Io l'ho fatto ora per pensiona-mento. Ed eccovi un preallar-me per chi dovesse affrontarel'esperienza a breve. Con -dizione privilegiata la mia - midicevo - sono giornalista,

Una presenza e un servizio accanto a inviati, corrispondentidall’estero e colleghi “migranti”

La testimonianza di Ennio Remondino: “A me la Cassa ha per-messo di esercitare quarant’anni di giornalismo libero”.Anche nelle guerre dei Balcani, in Afghanistan e in Libano.

Nella vita professionale d'avventura che m'ècapitata debbo ammettere di aver conosciutomolte e diverse forme di Cassa sanitaria inte-

grativa improvvisata. La Casagit supplente balcanica durante i tre mesi dibombardamenti Nato sulla Jugoslavia, ad esempio, s'èchiamata niente meno che Enzo Biagi. Diciamo che diquella Casagit da campo, il grande Vecchio ne era ilPresidente e il fedele Loris Mazzetti, l'amministratoredelegato. Pochi giorni di loro presenza a Belgrado tra unabomba e l'altra, giusto il tempo di recapitarmi un prezio-so sacchetto da spazzatura (per occultare meglio il con-trabbando), pieno di cardioaspirine e medicamenti variper cronisti maturi e sotto stress. Con l'aggiunta di qual-che chilo di banconote per pagamento satellite in con-tanti. Ma questa è terapia esclusiva per televisivi. Altra Casagit particolare l'ho utilizzata in Afghanistan, adHannaba, alle porte della Kabul ancora talebana. Nomeufficiale della struttura supplente, Emergency, sintomidenunciati cacarella insistente, medico curante GinoStrada. Diagnosi: “non hai il colera e quindi non rompereche abbiamo ben altro da fare”. Infatti era soltanto epati-te virale B. Terza Casagit di ripiego in Libano, anno 2006. Medicisenza frontiere a trovare gli anticoagulanti necessari alvecchio pazzo che insisteva a frequentare posti e situa-zioni del cavolo oltre l'età prevista dal “bugiardino” allega-to al farmaco.Il conto finale che ha dovuto pagare la Casagit vera,temo, non ne ha guadagnato. Più difficile e costoso mettere le pezze a revisioni mecca-niche trascurate prima. Resta il fatto che anche tra noi,semisconosciuta, esiste la categoria dei “migranti”. Adesempio i corrispondenti esteri. Privilegiati professional-mente (una volta), e sfigati sanitariamente. Residenti

di Ennio Remondino

Casagit “sul campo”

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IN PRIMO PIANO

sono italiano che torna a casadopo quindici anni trascorsiper il mondo a raccontare avoi a casa. Non dico che unosi aspetti gli applausi, maalmeno un “Ben tornato”.Scopro di essere in realtà unmigrante extracomunitario tramigliaia, che cerca regolariz-zazione in Italia. Pretesa daostacolare in ogni maniera.Qui almeno conosco la lingua,mi dicevo, e posso affrontarela burocrazia capendo benecosa mi si chiede. Che io siacittadino italiano lo certifica unregolare e consunto passa-porto da giro del mondo. Cheio abbia nuovamente dirittoall'assistenza sanitaria nazio-nale, diritto di voto al seggiosotto casa e una bella cartad'identità, scopro, è tutto dadimostrare. Per mia fortuna c'è intantoquella strana sigla, Casagit,sgradevole da leggere allavoce “detrazioni” sul listinopaga ma essenziale, scoprooggi più di ieri, per una vitadignitosamente protetta. Nonche io abbia mai cercatomolto le coperture, sia in car-riera sia sul campo della noti-zia. Ma, a ben pensare, anchequesta nostra struttura, per-ché “nostra” dobbiamo impa-rare a sentirla e rispettarla, ame ha permesso di esercitarequasi quarant’anni di giornali-smo libero. Libero almeno daalcune paure, e non è poco.Per le cazzate giornalisticheche potete imputarmi ho fattotutto da solo. PS. Propriodomani mattina ho appunta-mento in municipio, dopooltre un mese di attesa, per il“colloquio preliminare” conl'ufficiale di stato civile chedovrà dare il parere sulla miarichiesta di residenza in Italia.Forse una prova di conoscen-za della lingua. Io speriamoche me la cavo.

Commissione permanente Il valore della solidarietà

La Commissione per -ma nente (Cp) è dasem pre il vanto della

Casagit. È la massima espres-sione della solidarietà prestatadalla cassa ai suoi soci.Appena costituita, nel 1975,la Casagit ha dato vita allaCommissione operativa, no -me diverso, ma stesso compi-to di oggi: intervenire econo-micamente al di là del tariffarioin casi straordinari.

Il Consiglio di amministrazio-ne che si è insediato nel lugliodel 2009 ha voluto dotarsi diregole certe e chiare, modifi-cando le norme che regola-vano la Cp.Sono principalmente due lecompetenze della Com mis -sione: integrazioni delle liqui-dazioni per ricoveri molto one-rosi ed erogazioni straordina-rie per prestazioni non previ-ste dal tariffario. La Cp formula poi pareri sucriteri applicativi e interpre-tativi della normativa Casagite propone modifiche allanormativa. In pratica nel corso di diciot-to mesi di gestione abbiamomeglio definito il campo diazione della Commissione,privilegiando in via quasiesclusiva le pratiche di rico-veri e accentuando la suafun zione di monitoraggiodelle novità tecnologiche inmateria sanitaria.Un esempio concreto? L’uti liz -zo del robot Da Vinci, il siste-ma ad altissimo contenutotecnologico che ha rivoluzio-nato la chirurgia tradizionale.Fino al luglio scorso non erarimborsato dalla Casagit. Orala Cassa contribuisce con4mila euro. Questo è accadu-to in seguito alla richiesta diun socio che sottolineava l’im-portanza di utilizzare questostrumento per il tumore alla

prostata. Trattandosi di chirur-gia mini-invasiva, riduce alminimo il rischio di impotenza.Non ci sono formalità partico-lari per chiedere un interventodella Commissione che, nelvalutare le richieste dei soci,tiene conto di quattro elemen-ti: 1, la gravità dell’onere perl’iscritto; 2, le condizioni eco-nomiche del nucleo familiare;3, la composizione del nucleofamiliare e 4, gli oneri giàsostenuti dalla Cassa per ilrichiedente.Nei casi di integrazione dellespese di ricovero, il concorsodella cassa prevede che,come minimo, il socio sia rim-borsato del 70 per cento deicosti complessivi dell’inter-vento (struttura, più medici).Il dato, richiesto obbligatoria-mente, del reddito familiare,può aiutare a meglio calibrarel’intervento. Non si pensi,però, che i soci più ricchisiano esclusi dagli interventi,perché si tiene conto del fattoche, nella vita lavorativa, igiornalisti meglio retribuiti ver-sano a Casagit molto di piùdegli altri.La spesa complessiva del2010 per circa 70 interventiaccolti si aggira sui 300milaeuro. In media le praticherespinte sono circa un terzo diquelle che arrivano – dopo ilvaglio degli uffici – all’attenzio-ne della Commissione.

Interventi straordinari oltre il Tariffario. Nell’ultimo anno erogati 300mila euro con regole certe e trasparenti

di Carlo E. Gariboldi*

*Presidente della Commissione permanente

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Da qualche giorno lei si sentiva decisamente male. Il dot-tore, quello di famiglia, scelto da oltre due anni e maivisto in faccia, fece poche manovre, nessuna “bussata”

al petto o alla schiena, pressione, uno sguardo negli occhi e poi laprescrizione per una lunga serie di analisi su tanti foglietti rosa. Luinon voleva spaventarla ma non ne aveva mai viste così tante dafare in una sola volta. Roba complicata, nemmeno tanto facile daprenotare con la “mutua”. Ma il dottore era stato chiaro: “prima lifate meglio è”. Così lui e lei finirono in una clinica, di quelle cosìbelle da riuscire ad essere sia in centro che nella cintura verdedella grande città. Già durante gli esami si capì che qualcosa non andava. Imedici parlottavano e di fronte ai tanti schermi sembrava-no aspettare qualcosa, o forse qualcuno. Quando “qual-cuno” arrivò la tensione sembrò allentarsi, era il profes-sore, lui sì che sapeva leggere di quella sinfonia d’im-magini in bianco e nero ogni nota in minore. Dissepoche cose, tutte preoccupanti. In sintesi: bisognava operare subito e con manosicura. La vita di lei era in pericolo e anche se eragià periodo di vacanze non era possibile riman-dare. Intervento complesso, rischioso – nessu-no disse “caro” – ma era l’unica via possibile.Un intervento così si poteva fare al grandepoliclinico? Certamente sì, anche se la listad’attesa, complici le vacanze dei medici,era lunga.Insomma, come per gli esami, per avere subito (ed era proprio il caso di fare subito) bisognava pagare. “Ma tanto voi avete un’assicura-zione vero?” Certo che sì, peròrimborsa su un tariffario, dipen-de da qual è il suo onorario,professore. “E’ l’onorario diun professionista comeme:” Dire altro sembravaindelicato ma comunquerestavano alternative.Si poteva comunque

Il colpo del Barone

pro vare in ospedale. Ma tra il dire e il fare, si sa, passaun mare d’acqua. La lista era davvero lunga, insor-montabile. Tutti casi gravi, urgenti. I chirurghi – percarità tutti bravi – ma certo, il professore… Inutile direche i tempi si strinsero ancora perché, com’è giusto,anche il professore doveva fare le sue ferie. “Meglioadesso, mi dia retta, e poi se le ha detto che è dispo-nibile… un’occasione da prendere al volo.” A volte cipiovono addosso consigli come se un temporale aves-se deciso di prendersela proprio con noi. Una tempe-sta così forte di emozioni che quando alla fine si fa unascelta, giusta o sbagliata, ma quella verso la quale tuttii “consigli” spingono, sembra tornato il sereno.L’intervento lo fece il luminare con la sua equipe piùsfavillante, tutto in clinica – naturalmente – e le parcel-le furono tante e care. Il professore, un tempo l’avreb-bero forse chiamato “barone” (ma oggi la baronia nonc’è più e i camici sono tutti dello stesso candido bian-co) era abbastanza fiducioso. “Capirà, ab biamo fatto ilpossibile, la situazione non era certo delle migliori. Mavedrà…” Almeno riuscì ad evitare un brutto finale rav-vicinato. Quello che rimase da pagare, subito e sull’un-ghia, fu la differenza tra quanto copriva la Cassa e larealtà. Un conto pe sante. Una ricevuta da girarsi tra lemani e per giunta non aveva nemmeno la marca dabollo da 1 euro e 81 centesimi.

Quando il professore arrivò, la tensione sembrò allentarsi. Disse poche cose, tutte preoccupanti. La lista d’attesa era lunga.

Per operare subito bisognava pagare…

D.M.C.

L’ANGOLO ACUTO

Page 7: Casagit Notizie anno XXXIV n. 2

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CNCASAGITNOTIZIE

essere interpretata, an che fragiornalisti, come stru men to dipartecipazione attiva alla vitae all’elaborazione delle stra-tegie operative degli istituti dicategoria. Casagit compresa.Un principio talmente ele-mentare che suona anacroni-stico persino ricordarlo. Beneperò hanno fatto i fiduciari asottolinearlo in un loro docu-mento (sottoscritto du ranteun’assemblea nazionale deidelegati) con cui indicano lelinee di azione del Coor di -namento inteso come “unsup porto di informazione,pro posta e studio sui pro -blemi della Ca sagit”. In que-st’ottica il Coor dina men tonon può che essere “tratto diunione tra CdA e fiduciari,

Costituito il Coordinamento. Tra i suoi compiti: comunicazione, raccordo territoriale, studio e approfondimento di problemi e opportunità

I l Coordinamento dei fiduciari della Casagit hauna storia antica. Non nasce cioè per uncapriccio dell’attuale Consiglio d’amministra-

zione o del presidente Daniele Cerrato, ma conmolta probabilità è stato concepito durante il primomandato di Andrea Leone, che, verosimilmente, haereditato l’idea. Non essendoci atti che possanoconfermare il contrario, si può quindi ipotizzare cheil Coordinamento dei fiduciari esista, almeno sullacarta, da una decina di anni. Durante i quali, però, non ha dato segnali di “esi-stenza in vita”. Solo negli ultimi mesi del mandatoprecedente, la sporadica attività del Coordi na -mento si è manifestata con qualche comunicato.Ma la sua articolazione era diversa. Si trattava diun lavoro svolto da un consigliere d’amministrazio-ne chiamato a “coordinare”, da solo, l’intera con-sulta di tutti i Fiduciari Casagit.Era chiara, da sempre, l’utilità di un organismo chepo tes se legare più strettamente l’attività del CdA equella dei Fi duciari, attraverso una più pun tualeinformazione. La co municazione, in sostanza, de ve

di Gianni Perrotti

Fiduciari: la Casagit della porta accanto

oltre che tra fiduciari stessi”.Il Coordinamento ha delinea-to la strada da percorrere pri -ma ancora di avviare i motoriche a freddo, come è nellanorma, hanno qualche ten-tennamento. I fiduciari han noresponsabilmente guar datolontano e hanno in di viduatocinque colleghi che, pur nellacorretta logica dell’alternan-za, daranno il via all’impresaavendo come prospettivepersonali: maggior impegno,maggior sacrificio, menotempo libero e più grattacapida affrontare. E ricevendo unsolo beneficio: la certezza dioperare per il bene della Ca -sagit e, quindi, di tutta la ca -te goria. Anche se, come vie -ne mes so in risalto nel docu-

L’assemblea dei Fiduciari ha indicato i cinque colleghi che hanno dato vita al primo Coordinamento.L’incarico è a termine, essendo stato adottato il principio della rotazione nell’assunzione dellaresponsabilità.

Questa l’attuale composizione:• Claudio Cumani (Bologna)• Guido Filippi (Genova)• Grazia Napoli (Potenza)• Luisa Lombardo (Reggio Calabria)• Chiara Roverotto (Venezia)

mento dei fiduciari, il “Coor di -na mento non si riserva poteridecisionali, né altre attribu-zioni non previste dallo Sta -tuto” né “procede a convoca-zioni autonome” (e di conse-guenza non può gravare sulbilancio della Cassa) dimo-strando così di aver centratol’obiettivo indicato dal Consi -glio d’amministrazione. Cheau spi cava la crea zione di unostrumento agile di coinvolgi-mento e di partecipazionedella maggioranza dei colle-ghi, autentici protagonisti delprocesso di trasformazioneche la Casa git dovrà inevita-bilmente su bi re se desiderainterpretare e assecondarenel migliore dei modi i muta-menti in atto nella categoria.

CNCASAGITNOTIZIE

DALLE REGIONI

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Sanità pubblica in picchiataMeglio avere il paracadute

che migliorando la gestioneeconomico-finanziaria delsettore pubblico vengaanche garantita successiva-mente una gestione più effi-cienti dei servizi. Sarà unasfida non facile.Anche il privato accreditato,sotto l’aspetto economicofinanziario, è in sofferenza.Qualche giorno fa, ha attuatouna serrata per sollecitare ilpagamento delle spettanzeper prestazioni già espletate. Più volte i farmacisti, per pro-testa, sono passati all’assi-stenza “indiretta” (facendopagare i farmaci agli assistiti)perché impossibilitati asostenere ulteriori anticipa-zioni di centinaia di migliaia dieuro; anticipazioni cherischiano di mandare in bol-letta anche aziende con lespalle larghe.

Eppure per il Fisco non fa differenza abitare a Nord o al Sud.Il caso Campania

Per la sanità pubblica alcune regioni delMezzogiorno d’Italia sono il luogo di striden-ti contraddizioni perché convivono eccellen-

ze – sia nella ricerca che nella cura – e insufficien-ze gravissime nei servizi, fonte di intollerabili disagiper l’utenza.Nelle pagine dei giornali, purtroppo, non mancano ledenunce di ritardi per prestazioni diagnostiche o perservizi socio-sanitari che altrove (solo a poche centi-naia di chilometri) sono garantiti in tempi accettabili,con piena soddisfazione dell’utenza. Appare chiaro(ma sembra quasi scoprire l’acqua calda) che nonc’e’ una sanità uguale in tutto il Paese anche se, perquanto riguarda l’imposizione fiscale, non fa alcunadifferenza abitare a Milano o Napoli.È vero: in alcune aree del Paese - molto spesso èaccaduto al Sud - non c’è stata una attenta ge -stione delle risorse. E, per quanto attiene ai contidella sanità, sono già scattati i piani di rientro.Bisogna far quadrare i bilanci e si è tagliato laddo-ve è stato possibile.In Campania, ad esempio, sono stati imposti nuoviticket, è stato rimodulato il criterio delle esenzioni,si sta avviando una riorganizzazione della reteospedaliera e ambulatoriale pubblica. Si auspica

di Alfonso Pirozzi

È facile immaginare che, inuno scenario del genere, èdavvero molto più preziosoavere un paracadute. E per noi giornalisti iscritti allaCasagit, le prestazioni assicu-rate dalla nostra Cassa di as -sistenza sono più di un sem-plice paracadute. La nostrafortuna è che, a differenza dialtri professionisti, abbiamoun istituto con una esperienzatrentennale che forte dellacompetenza maturata saguardare al futuro, pronto adare risposte alle sfide che ciattendono domani.Non di rado abbiamo sentitole lamentele per il rimborsodelle visite specialistiche.Sarebbe da ipocriti affermareil contrario: ot tanta euro nonsono una grande cifra (la par-cella media per una presta-zione è sui 120 euro) ma

sono un grande aiuto perquanti non vogliono far ricor-so alle strutture pubbliche,vogliono fare in fretta edavere, come riferimento,sempre lo stesso specialista.Altro esempio. Gli ospedalinon sono alberghi e bisognaaccontentarsi. Quanto vale ilcon tribu to che la Cassa con-cede sulla retta giornaliera didegenza? Un aiuto che ci dàla possibilità di scegliere,anche per un evento lietocome quello della nascita diun figlio o per curarsi unamalattia di una certa gravità,liberamente una strutturaospedaliera anziché un’altra,di avere a disposizione unastanza singola anziché quellea più posti. Pare poco? Aleggere i nu meri delle presta-zioni erogate dalla Cassasembra proprio di no.

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I volti della Casagit

Impiegati e funzionari, consulenti, collaboratori, responsabili di settore. Sono i volti della Casagit, le donne e gliuomini che operano nella sede di via Marocco. Molti soci conoscono solo la loro voce, sono parte di una grandesquadra, che giorno dopo giorno ha saputo conquistare sul campo stima, rispetto e gratitudine dei giornalisti italiani.

CNCASAGITNOTIZIE

Massimo Di Russo

Tiziana Tamburrini

Mauro Fellico

Mauro Scaramuzzo

Daniela Natali

Monica Contaldo

Tiziana Morra

Patrizia Sabatini

Antonio Pennone

Rita Cianfriglia

Francesco Matteoli

Sonia Silvestri e Vittoria Mazzanti

Laura Peciola

I VOLTI DELLA CASAGIT

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Contatti totali: 122.000

Assistiti totali: 53.243Soci titolari: 27.951

Un anno con i soci

Telefonate69.00057%

Lettere istituzionali40.00033%

E-mail13.00010%

Maurizio Tagliacozzo

Vittoria Carnovale

Angela Cappa

Silvia Palumbo

Luigi Bucchi

Serena Polverino

Maria Russo

(Consulente odontoiatrico)

Carla Piazza

Patrizia Panieri

Lucia Palma

Andrea Pezone

Sabrina Luzzatti

Silvia Bolasco

Giocondo Coletti e Caterina Francorsi

Simonetta Iannaccone e Vania Carli

Cynthia Spiess

Alessandro Proto

Ivan Pirollo

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CONSULTE REGIONALIE INTERREGIONALIANCONA c/o Sindacato Giornalisti Marchigiani •Via Leopardi 2 • 60122 • Tel .071/2077708 • Fax071/204210 • e-mail: [email protected]: Giovanni GIACOMINI

AOSTA c/o Associazione Giornalisti Valle d’Aosta •Via E. Aubert 51 • 11100 • Tel. 0165/365324 •Tel./Fax 0165/32673 • e-mail: [email protected]: Viviana BALLARINI

BARI c/o Associazione Stampa Puglia • StradaPalazzo di Città 5 • 70122 • Tel. 080/5218960 • Fax080/5238231 • e-mail: [email protected]: Vito ZITA

BOLOGNA c/o Associazione Stampa EmiliaRomagna • Strada Maggiore 6 • 40125 • Tel.051/239991 - 261750 • Fax 051/228877 • e-mail:[email protected]: Claudio CUMANI

BOLZANO c/o Sindacato Giornalisti Trentino-AltoAdige • Via dei Vanga 22 • 39100 • Tel. 0471/971438• Fax 0471/981192 • e-mail: [email protected]: Franz VOLGGER

CAGLIARI c/o Associazione Stampa Sarda • ViaBarone Rossi, 29 • 09125 • Tel. 070/650359 • Fax070/653293 • e-mail: [email protected]: Andrea ARTIZZU

CAMPOBASSO c/o Associazione Stampa Molise •Via Colle della Api snc • 86100 • Tel. 0874/487516• Fax 0874/487516 • e-mail: [email protected]: Lucio ZAMPINO

FIRENZE c/o Associazione Stampa Toscana • Viadei Medici 2 • 50123 • Tel.055/2398358 – 213254 •Fax 055/210807 • e-mail:[email protected]: Enrico PINI

GENOVA c/o Associazione Ligure Giornalisti • Viadei Fieschi 3/26 • 16121 • Tel. 010/8597090 • Fax010/532737 • e-mail: [email protected]: Guido FILIPPI

MILANO c/o Associazione Lombarda Giornalisti •Viale Monte Santo 7 • 20124 • Tel. 02/6375207-208• Fax 02/6551899 • e-mail: [email protected]: Costantino MUSCAU

NAPOLI c/o Associazione StampaNapoletana • Via Cappella Vecchia 8/B •80121 • Tel. 081/7643390 • Fax 081/7641280• e-mail: [email protected]: Marisa LA PENNA

PALERMO c/o Associazione SicilianaStampa • Via F. Crispi 286 • 90139 • Tel.091/581001 • Fax 091/6110447• e-mail:[email protected]: Giovanni PIETROSANTI

PERUGIA c/o Associazione Stampa Umbra• Via del Macello 55 • 06128 • Tel.075/5011837 • Fax 075/5018948 • e-mail:[email protected]: Elvisio VINTI

PESCARA c/o Associazione StampaAbruzzese • Corso V. Emanuele II 10 • 65121• Tel. 085/9431130 • Fax 085/9431271 • e-mail: [email protected]: Donatella SPERANZA

POTENZA c/o Associazione StampaBasilicata • Via Mazzini 23/E • 85100 • Tel.0971/411439 • Fax 0971/411439 • e-mail:[email protected]: Grazia Maria NAPOLI

REGGIO CALABRIA c/o Sindacato GiornalistiCalabresi • Via Biagio Camagna 28 • 89125 •Tel. 0965/810980 • Fax 0965/327176 • e-mail:[email protected]: Luisa LOMBARDO

ROMA c/o Associazione Stampa Romana •Piazza della Torretta 36 • 00186 • Tel.06/6840271 • Fax 06/6871170 • e-mail:[email protected]: Mario ANTOLINI

TORINO c/o Associazione Stampa Subalpina• Corso Stati Uniti 27 • 10128 • Tel.011/5623373-533890 • Fax 011/539129 • e-mail: [email protected]: Giorgio LOMBARDI

TRIESTE Associazione Stampa FriuliVenezia Giulia • Corso Italia 13 • 34121 • Tel040/370371 • Fax 040/370378 • e-mail: [email protected]: Gian Paolo GIRELLI

VENEZIA c/o Sindacato Giornalisti Veneto •S. Polo Calle Pezzana 2162 • 32125 • Tel.041/5242633 • Fax 041/710146 • e-mal:[email protected]: Chiara ROVEROTTO

CNCASAGITNOTIZIECNCASAGITNOTIZIE

ORGANI SOCIALI

AMMINISTRATORI

PRESIDENTEDaniele Mauro Cerrato

VICE PRESIDENTI Giampiero SPIRITO (vicario)Carlo Ercole GARIBOLDI

CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE Gabriele CESCUTTICorrado CHIOMINTO Gianfranco GIULIANIGiovanni PERROTTI Mario PETRINA Alfonso PIROZZIGianfranco SUMMO Carola VAI Roberto NATALE - Rappresentante Fnsi

COMMISSIONE PERMANENTE Carlo Ercole GARIBOLDI (Presidente)Gabriele CESCUTTICorrado CHIOMINTOAlfonso PIROZZIGianfranco SUMMO

COLLEGIO DEI SINDACI Luciano AZZOLINI (Presidente)Pierpaolo DOBRILLA (m. effettivo)Umberto NARDACCHIONE (m. effettivo)Gaetano ASSANTI (m. supplente)Marco LIBELLI (m. supplente)

DIRETTORE GENERALEFrancesco MATTEOLI

ANCONAGiovanni GIACOMINI Giannetto SABBATINI ROSSETTI

AOSTAViviana BALLARINI

BARIGianfranco SUMMO Vito ZITA

BOLOGNASabrina CAMONCHIA Claudio CUMANIAndrea ROPAPaola Emilia RUBBI

BOLZANORoberta BOCCARDI Otwin NOTHDURFTER Franz VOLGGER

CAGLIARIAndrea ARTIZZUGiovanni PERROTTI

CAMPOBASSOLucio ZAMPINO

FIRENZESusanna GIUSTIMichele MANZOTTIEnrico PINI

GENOVAGianluigi CORTIGuido FILIPPI

MILANODomenico AFFINITOAldo BOLOGNINI COBIANCHIAntonello CAPONEPaolo CHIARELLIPaolo COSTAPaola D’AMICOMaria Antonietta FILIPPINICarlo Ercole GARIBOLDIGianfranco GIULIANICesare Angelo GIUZZIElena GOLINOAndrea LEONERenzo MAGOSSOCostantino MUSCAUGiovanni NEGRICarla PORTAEdmondo RHOValentina STRADAGiovanna TETTAMANZI

NAPOLIMarisa LA PENNAEnrico SCAPATICCIAlfonso PIROZZI

PALERMOGiovanna GENOVESEMario PETRINAGiovanni PIETROSANTI

PERUGIAAnna Lia SABELLI FIORETTIElvisio VINTI

PESCARASergio CINQUINODonatella SPERANZA

POTENZAGrazia Maria NAPOLI

REGGIO CALABRIAPier Paolo CAMBARERILuisa LOMBARDO

ROMAMario ANTOLINIManuela CADRINGHERCorrado CHIOMINTOGiovanni DE FRANCESCOFrancesco DI MARIOGiorgio FRASCA POLARA

Flavio GASPARINIRossella LAMAFederica LAMBERTI ZANARDIManuela LUCCHINILiliana MADEOLuigi MASSIGiovanni ORLANDOGiorgio PACIFICIMarco PALMAPaolo PETRECCARossella SANTILLIAlessia SCHIAFFINIGiampiero SPIRITORoberto TURNO

TORINODaniele Mauro CERRATOGiorgio LOMBARDICarola VAI

TRIESTEFederico OPPELLIGian Paolo GIRELLI

VENEZIA

Margherita CARNIELLO

Gabriele CESCUTTI

Mauro PERTILE

I Delegatiall’Assemblea

ORGANI SOCIALI

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