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Bachelor of Science in Fisioterapia Dipartimento sanità Tesi di Bachelor 2011

Catalogo tesi di Bachelor 2011

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Bachelor of Sciencein Fisioterapia

Dipartimento sanità

Tesi di Bachelor 2011

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Tesi di Bachelor 2011

Romina BredaBachelor of Science in Fisioterapia

Possibilità valutative per la discinesia della scapola: una revisione della letteratura

Relatore: Luca Scascighini

1. Movimenti scapola

L'immagine mostra la scomposizione del movimento tridimensionale della scapola.

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Abstract

Ci sono articolazioni del corpo umano che vantano un numero notevole di tests atti a valutare le svariate funzioni e strutture. Per quanto riguarda l’articolazione scapolo-toracica-omerale esistono alcuni metodi che permettono di determinare la qualità di movimento, di posizione e le conseguenti alterazioni, ma nessuno di questi ha mai riscontrato una particolare rilevanza nel contesto clinico. Ho quindi deciso di provare a creare, attraverso una revisione della letteratura, uno strumento che potesse guidare il clinico nella scelta del test più efficace.

Obiettivi Definire l’importanza clinica della valutazione del pattern di movimento della scapola e definire quale test è più significativo, secondo i criteri di scientificità, validità, affidabilità, per determinare la presenza di discinesia. Contesto La valutazione del movimento della scapola è spesso sottovalutato all’interno dell’esame fisico e del trattamento della spalla. La mancanza di attenzione di questo aspetto valutativo, può comportare una diagnosi fisioterapica e una riabilitazione incompleta. La biomeccanica alterata dell’articolazione scapolo-toracica può causare (1) un’eccessivo stress alle strutture passive dell’articolazione gleno-omerale, (2) l’aumento del rischio dell’insorgere di patologie della cuffia dei rotatori degenerative e infiammatorie e (3) una diminuzione della performance dell’arto superiore nel gesto funzionale e sportivo. Metodologia È stata eseguita una ricerca della letteratura, in merito ai tests per la valutazione della discinesia della scapola, nelle principali banche dati (PubMed, PEDro, ecc). In seguito si è cercato di relazionare l’alterazione del movimento scapolare con le patologie all’articolazione gleno-omerale così da approfondire l’interazione che intercorre tra questi due elementi. I test trovati sono poi stati analizzati e descritti singolarmente in modo da poter cogliere ogni singola peculiarità.

Risultati e Conclusioni I valori statistici riportati dagli studi in termine di validità e affidabilità non si sono rivelati particolarmente alti, ragione per cui non sembrano essere gli unici elementi a determinare l’applicabilità clinica di un test. Altre variabili come la facilità d’utilizzo, il tempo di applicazione e l’istruzione dell’esaminatore possono guidare la scelta del metodo di valutazione. Occorre tenere conto anche della grande variabilità delle patologie alla spalla. Risulta quindi difficile identificare un test che sia universale, ossia applicabile in ogni contesto clinico.

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Jennifer CassinaBachelor of Science in Fisioterapia

Riabilitazione respiratoria: revisione della letteratura per verificare l’efficacia dei programmi educativi nei bambini – adolescenti affetti da asma Relatrice: Brigitte Erdmann

1. L'asma bronchiale

La terapia farmacologia non é l'unica maniera in cui le persone affette da asma possono controllare i propri sintomi. È molto importante che venga spiegato loro quali siano le possibilità alternative a cui possono fare riferimento, affinché la loro qualità di vita possa migliorare.

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Abstract

Le motivazioni che mi hanno spinto nella scelta del tema dell'asma in un campione bersaglio giovane sono diverse. In principio l'idea è stata quella di migliorare le mie conoscenze rispetto alle malattie respiratorie. Successivamente ho voluto comprendere quale sia il ruolo della figura del fisioterapista in questo tipo di problematica e come viene considerata sul territorio. Infine ho cercato di prendere in considerazione una fascia d'età poco conosciuta su cui effettuare la ricerca.

Obiettivi Questa revisione della letteratura vuole identificare e analizzare l’efficacia dei programmi educativi nei bambini e adolescenti affetti d’asma, con lo scopo di verificare su quali misure d’outcome questo specifico intervento abbia maggiore effetto. Metodo di ricerca e identificazione degli articoli (risorse dei dati, parole chiavi e operatori boleani utilizzati) La revisione della letteratura è stata eseguita analizzando il database di Pubmed. Per svolgere la ricerca sono state utilizzate le seguenti parole chiavi: asthma, education, adolescent, child. L’operatore boleano utilizzato è stato: AND. Per poter essere maggiormente specifica, la ricerca è stata suddivisa in due stringhe di ricerca al fine di includere tutti gli studi riguardanti la tematica selezionata. Sono stati esclusi tutti gli articoli che non sono stati scritti negli ultimi dieci anni, che non avevano il testo in inglese e il campione bersaglio non rientrava nella fascia d’età dai 2 ai 18 anni. È stato poi aggiunto uno studio suggerito dai riferimenti del database di Pubmed. Risultati Dai 176 articoli identificati si è poi giunti ad un totale di sette articoli selezionati per eseguire questa revisione della letteratura. Dai sette articoli individuati sono state estrapolate le informazioni più importanti che indicavano quali misure di outcome sono state prese in considerazione per verificare l’efficacia dell’intervento educativo. Queste misure di outcome corrispondono a: numero di visite in PS (Pronto Soccorso)/d’emergenza, numero di ricoveri in ospedale o visite mediche, l’uso della terapia farmacologica, la funzione polmonare, il numero di assenze scolastiche, la produttività sul posto di lavoro dei caregivers e i giorni d’assenza, la qualità di vita, la gestione della sintomatologia e il numero di giorni con attività limitate e per ultimo l’atteggiamento rispetto al fumo.

Conclusione Dall’analisi degli articoli selezionati dal database di Medline si evidenzia che l’educazione è veramente efficace per diminuire il numero visite al PS/d’emergenza, aumentare la produttività e modificare l’atteggiamento rispetto alla tolleranza del fumo in casa da parte dei caregivers e per la diminuzione dell’utilizzo e della necessità della terapia farmacologica. Non ha avuto alcun effetto sul numero di visite mediche e i ricoveri in ospedale. Allo stesso tempo ci sono dati discordanti in merito all’efficacia dei programmi educativi per migliorare la funzionalità polmonare, diminuire il numero di giorni d’assenza da scuola e per migliorare la qualità di vita percepita dai bambini - adolescenti malati e dei loro rispettivi caregivers. In questa revisione si sono riscontrati diversi limiti che includono: la tipologia del campione bersaglio (fascia d’età presa in considerazione, lo stato della malattia e l’appartenenza etnica), il modello pedagogico differente utilizzato dai vari studi (lavoro in piccoli gruppi, lavoro singoli, dibattiti, ricevente passivo durante il corso, insegnamento attraverso il giorno, consegna di materiale extra, ecc), le misure d’outcome prese in considerazione dai vari studi che sono differenti, i diversi indicatori d’efficacia che non tutti affrontano in modo eguale. Inoltre le persone che si occupavano di tenere il corso avevano livelli di studio differenti (infermieri, medici, fisioterapisti, ecc).

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Gaja Cedraschi Bachelor of Science in Fisioterapia

Il ruolo del fisioterapista nelle cure intensive: dalla teoria alla pratica in Ticino

Relatrice: Brigitte Erdmann

1. Le cure intensive

Didascalia immagine 1. Esempio di una camera di cure intensive, dove il paziente é monitorato e sorvegliato 24h su 24h da parte di un team specializzato. Gli utenti degenti in questo reparto versano spesso in condizioni critiche per le quali necessitano di apparecchiature di supporto per le funzioni vitali.

2. Interdisciplinarietà

Didascalia immagine 2. Una stretta collaborazione tra le differenti figure del team di cura é basilare al fine di garantire al paziente un percorso terapeutico adeguato alle sue esigenze. Un aspetto rilevante riguarda la comunicazione tra i diversi professionisti, soprattutto nell'ottica del passaggio di consegna ai colleghi o degli avvenimenti riguardanti il decorso del paziente che vengono osservati e valutati da diverse figure professionali e che tutti i terapisti coinvolti devono conoscere.

3. Apparecchi in C.I.

Didascalia immagine 3. Alcune apparecchiature presenti in cure intensive. Esse hanno lo scopo di fornire un'assistenza e un monitoraggio continuativo ai pazienti degenti. Tra questi apparecchi vi sono ad esempio: monitors multiparametrici, pompe d'infusione, respiratori meccanici, macchine per la dialisi, ecc.

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Abstract

Le esperienze acquisite negli stages presso le strutture ospedaliere che posseggono un reparto di cure intensive e le riflessioni scaturite da questi ultimi, avvalorano l’impressione di trovarci di fronte ad una misconoscenza della fisioterapia in quest’ambito e di una valutazione approssimativa dell’importante lavoro del fisioterapista in merito alla terapia intensiva. L'intento é quello di approfondire e di far conoscere tale tema.

Obiettivi Il lavoro verte nel meglio situare la posizione e l’importanza del fisioterapista nelle cure intensive, nonché verificare lo sviluppo di questa branca specifica in Ticino. Metodo Si è attinto a fonti differenti: 1. documenti distribuiti durante la formazione scolastica, in particolare nel modulo “Ricerca, metodologia e gestione dei progetti 1”; 2. articoli scientifici che trattano in dettaglio il ruolo del fisioterapista nelle cure intensive; 3. questionari d’indagine indirizzati ai professionisti che esercitano nelle strutture ospedaliere in Ticino. Si è poi provveduto alla raccolta e all’analisi del sondaggio traducendo i dati in tabelle che sono poi state commentate. Il passo seguente ci ha portato a discutere il contenuto del materiale raccolto e a comparare la realtà clinica e i dati in letteratura in nostro possesso.

Risultati e conclusioni Dal nostro studio è emerso chiaramente che il fisioterapista che si occupa di pazienti critici nel contesto delle cure intensive, deve avere un maggior bagaglio di esperienze e di conoscenze in quest’ambito specifico. In genere i fisioterapisti auspicano di poter colmare le proprie lacune mediante corsi all’interno della formazione di base oppure tramite una specializzazione post diploma. Un altro risultato di rilievo emerso nel lavoro, riguarda le tecniche e gli obiettivi terapeutici. Le tecniche utilizzate con maggior frequenza sul campo sono la mobilizzazione e la terapia respiratoria e ciò trova conferma in letteratura. Per quanto concerne invece gli obiettivi di cura evidenziati nei questionari, si possono collegare agli ambiti d’intervento descritti negli articoli scientifici. In particolare l’attenzione mira alle problematiche respiratorie e alla prevenzione delle conseguenze del lungo allettamento. Il documento redatto valorizza il ruolo del fisioterapista e ne dimostra l’importante complementarietà con gli altri “attori” nel campo delle cure mediche nel reparto di cure intensive. L’auspicio è quello di aver portato conoscenze ed elementi validi per coloro che leggeranno questo lavoro, affinché il servizio proposto possa acquistare sempre maggior professionalità.

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Francesca GabrieleBachelor of Science in Fisioterapia

Efficacia di un treadmill training sullo sviluppo del cammino in bambini con la sindrome di down. Revisione della letteratura Relatrice: Brigitte Erdmann

1. Il treadmill

Il protocollo TMT prevede l’installazione di un treadmill piccolo, motorizzato e creato su misura nella case dei bambini partecipanti allo studio. In seguito il team di ricerca istruisce i genitori ad applicare adeguatamente il training, se necessario incrementando i parametri dell’allenamento (durata del training, velocità del nastro del treadmill, quantità di supporto dato ai bambini) seguendo le indicazioni degli esperti. L’allenamento si conclude quando i bambini sono in grado di produrre tre passi in autonomia su un terreno che non sia il treadmill.

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Abstract

Il principale fattore di rischio per la sindrome di Down risulta essere l’età della madre. Ciò è molto importante in questo periodo nella nostra società: oggi la scelta di avere un figlio da parte delle donne si concretizza molto tardi. Un altro aspetto è la speranza di vita alla nascita delle persone Down. Negli ultimi 70 anni questa è notevolmente migliorata, grazie alle nuove strutture sociosanitarie, ai progressi in medicina e ai cambiamenti culturali. Da professionisti è fondamentale conoscere la problematica per poterla affrontare adeguatamente.

Obiettivo L’obiettivo di questo lavoro è quello di verificare se un intervento precoce di treadmill training (TMT) possa favorire lo sviluppo del cammino in bambini con sindrome di Down (SD), andando a diminuire il ritardo di apprendimento motorio che caratterizza questa popolazione. Popolazione I soggetti degli studi presi in considerazione sono bambini con la sindrome di Down, con un’età media di circa 10 mesi che iniziano il periodo di training nel momento in cui sono in grado di produrre almeno sei passi alternati al minuto se sostenuti su di un treadmill, oppure quando riescono a mettersi in stazione eretta in autonomia, o ancora quando sono in grado di mantenere la posizione seduta in autonomia senza appoggio per trenta secondi. Allo stesso modo l’allenamento per i bambini si conclude quando sono in grado di produrre tre passi in autonomia su un terreno diverso dal nastro del treadmill, oppure quando producono consistenti patterns di passi alternati. Metodologia di ricerca La ricerca è stata effettuata tramite una revisione della letteratura, utilizzando come banca dati Pubmed. Gli operatori boleani utilizzati sono: AND e OR. Non sono stati inseriti criteri di inclusione o di esclusione all’interno della ricerca; ciò è dovuto alla specificità della stringa che ha permesso di trovare 36 articoli. Di questi ne sono stai esclusi 21 tramite la lettura dei titoli poiché non soddisfacevano i criteri di inclusione. Successivamente, tramite la lettura degli abstract, il numero degli articoli si è ridotto di altri 3 contributi per gli stessi motivi. Infine sono stati esclusi dalla ricerca 2 articoli, in quanto Review. Quindi sono stati inclusi nella revisione della letteratura 10 articoli scientifici, tutti RCT.

Risultati I risultati della revisione dimostrano che un TMT ad alta intensità e individualizzato in bambini con la sindrome di Down che non abbiano ancora iniziato a camminare migliora gli aspetti legati alla coordinazione tra le gambe, ai parametri del cammino (lunghezza, larghezza, velocità, cadenza del passo), al pattern di passo (alternato), alla forza muscolare e al tono degli arti inferiori e migliora la capacità di produrre strategie anticipatorie di fronte ad ostacoli. È stato dimostrato, inoltre, che questo training è efficace nel ridurre il ritardo di apprendimento del cammino autonomo (definito come la capacità di compiere 3 passi alternati in autonomia su un terreno diverso dal nastro del treadmill). Mentre in media i bambini con SD iniziano a camminare intorno ai 26-27 mesi, un programma di TMT ha permesso di abbassare la soglia a un’età media di 19 mesi. In questo modo dei bambini sottoposti ad un TMT camminano 7 mesi prima rispetto a bambini che non effettuano il training.

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Andrea LoddoBachelor of Science in Fisioterapia

Gender, intensità del dolore al collo, ridotto CROM, età e le aspettative del paziente come fattore prognostico per uno scarso recupero dopo una lesione da colpo di frusta Relatore: Gianpiero Capra

1. Tratto cervicale

Tratto cervicale, veduta anteriore (Netter Frank H. 2011. Atlante di anatomia umana. Elsevier).

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Abstract

La scelta di elaborare e di approfondire questo argomento è scaturita dalla mia passione e dal mio interesse nei confronti delle patologie riguardanti la zona anatomica della cervicale e della colonna vertebrale. Un aspetto molto importante di questa patologia che ho voluto affrontare sono i fattori prognostici. Questi fattori nella popolazione comune non sono completamente conosciuti e ciò può incidere sulla tempestività dell'intervento e sulla guarigione finale.

Obiettivi Con la presente revisione della letteratura scientifica ho voluto approfondire l’argomento della lesione del colpo di frusta prestando particolare attenzione ai fattori prognostici per uno scarso recupero. In particolare ho approfondito alcuni fattori prognostici fisici quali l’intensità del dolore al collo, la ridotta mobilità articolare del tratto cervicale e il gender. Inoltre mi sono soffermato sul fattore prognostico riguardante le aspettative del paziente e del proprio recupero in termini sia di ritorno all’attività lavorativa sia di recupero generale della condizione fisica. Metodo di ricerca e identificazione degli articoli La metodologia di ricerca degli articoli scientifici che ho scelto per effettuare il lavoro di Bachelor è la seguente. Ho scelto di usare la banca dati di Pubmed inserendo diverse parole chiave: (“Whiplash” OR "whiplash injury" OR "whiplash injuries" OR "whiplash physical" OR "whiplash syndrome" OR "whiplash late" OR "whiplash associated disorders" OR "whiplash treatment" OR "acute whiplash”) AND ("prognostic factor" OR "prognostic factors" OR "prognostic factors neck pain" OR "prognostic index" OR "prognostic indicators" OR "physical factors"). Da questa ricerca ho ottenuto 52 articoli. Siccome il numero di articoli era troppo ampio ho affinato la ricerca inserendo alcuni criteri: più di 18 anni, articoli pubblicati negli ultimi dieci anni che riguardassero solamente il genere umano. Dopo aver eseguito questa limitazione sono arrivato ad ottenere un numero di articoli equivalente a 23. Di questi ventitré articoli ho letto tutti gli abstract per cercare di indirizzare al meglio il mio lavoro. Dopo aver effettuato questo processo ho tenuto in considerazione 6 articoli.

Risultati Le aspettative del paziente risultano essere importanti in termini di fattori prognostici sul recupero generale dopo la lesione da colpo di frusta. Questa affermazione viene citata in entrambi gli articoli che sono stati studiati per redigere questa revisione. Il fattore delle aspettative sul recupero globale della condizione di salute può essere inoltre accostato a quello che fa riferimento al ritorno all’attività lavorativa. Le persone che hanno delle aspettative positive sul proprio ritorno al lavoro recuperano in percentuale il 42% più velocemente di chi non ne ha. Viene inoltre osservato che i pazienti con una lesione da colpo di frusta che mostrano una ridotta mobilità del collo, mal di testa e un forte dolore alla cervicale dopo la lesione hanno un rischio dieci volte maggiore di sviluppare disturbi cronici. Anche il gender è stato associato ad uno scarso recupero dopo lesione da colpo di frusta così come l’età avanzata. Conclusioni La lesione da colpo di frusta è una patologia molto complicata e bisogna tenere conto di molti fattori che possono influenzare la prognosi. Negli articoli esaminati si è osservato che esiste una certa concordanza su alcuni fattori prognostici. Le aspettative del paziente sono risultate essere un importante fattore prognostico, così come l’età avanzata, il gender, l’intensità del dolore al collo e la ridotta mobilità articolare del tratto cervicale. Titolo completo tesi di Bachelor: "Gender, intensità del dolore al collo, ridotta mobilità articolare del tratto cervicale, età e le aspettative del paziente come fattore prognostico per uno scarso recupero dopo una lesione da colpo di frusta. Una revisione della letteratura"

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Li Paietta-YuBachelor of Science in Fisioterapia

L’efficacia clinica del Kinesio Taping: una revisione aspecifica della letteratura

Relatore: Marco Barbero

1. Kinesio Tex® Tape

Il Kinesio Tex® Tape presenta diversi colori: rosso, blu, beige e nero. Ha anche diverse forme di confezione: a “Y”, “I”, “X”, “Fan” ecc. Ha effetti fisiologici sulle funzioni articolari, muscolari, del sistema circolatorio e del sistema sensitivo. Esso si può applicare su diverse parti del corpo a seconda degli obiettivi della cura terapica.

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Abstract

Le motivazioni personali che mi hanno spinto a svolgere questa tesi sono molto chiare: mi incuriosisce lo sviluppo rapido del kinesio taping in tutto il mondo, le ragioni di questo successo e quali sono gli effetti-benefici risultanti. Vorrei inoltre comprendere il metodo di applicazione e i meccanismi di funzione di questi strumenti, scoprire e verificare la loro efficacia nella pratica clinica, per eventualmente utilizzarli nella mia futura carriera professionale.

Obiettivo L’obiettivo di questo lavoro è valutare l’efficacia clinica del kinesio taping. Metodologia È stata condotta una ricerca bibliografica mediante la consultazione delle banche dati Pubmed, CINAHL e PEDro. Le parole chiave usate per la consultazione delle banche dati sono state “kinesio taping” e “kinesio tape”, l’operatore booleano “OR”. Sono stati considerati solo studi clinici pubblicati su riviste scientifiche peer-review in lingua inglese. Gli studi clinici condotti con tape adesivi elastici diversi dal kinesio taping originale sono stati esclusi. Risultati Sono stati trovati in totale 52 articoli, di cui 17 nel database Pubmed, 24 nel CINAHL e 11 nel PEDro. Dopo la lettura dei lavori selezionati sono stati inclusi nell’analisi 8 articoli. Sei articoli hanno considerato come misura di outcome il dolore. Due articoli hanno dimostrato una significativa efficacia clinica rispetto al gruppo di controllo a breve termine; mentre altri 4 articoli hanno confermato una riduzione significativa del dolore a breve termine, ma senza differenza significativa tra i gruppi di kinesio taping e di controllo. Cinque lavori hanno studiato la funzione motoria e 3 di questi articoli hanno dimostrato una significativa efficacia clinica rispetto al gruppo di controllo, mentre 2 articoli non hanno invece dimostrato differenza significativa tra i due gruppi di confronto nonostante entrambi abbiano avuto effetti positivi immediatamente dopo l’applicazione e fino a 3 mesi di follow-up. Infine 5 lavori hanno considerato l’effetto del kinesio taping sulla disabilità e sulla qualità della vita. In un solo studio è stata osservata un’efficacia clinica.

Conclusioni Gli studi esaminati mostrano che il kinesio taping può ridurre il dolore, migliorare la mobilità, diminuire la disabilità e aumentare l’indipendenza nella vita quotidiana, ma questi effetti sono stati confermati principalmente a breve termine. Il kinesio taping, quindi, può essere utilizzato come terapia alternativa o in combinazione con altri trattamenti.

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Jasmine RavegliaBachelor of Science in Fisioterapia

L’efficacia dell’esercizio aerobico in acqua per pazienti affetti da fibromialgia

Relatore: Luca Scascighini

1. Tender Points

La diagnosi di fibromialgia può essere formulata qualora vi sia un dolore muscoloschelettrico diffuso, che perduri per più di tre mesi, in corrispondenza di almeno 11 dei 18 punti algici (tender points) definiti dall'American College of Rheumatology nel 1990. L'immagine illustra la precisa locazione di questi punti.

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Abstract

La motivazione principale nella scelta del tema è stata la curiosità nei confronti della patologia fibromialgia. Un’ulteriore motivo che mi ha spinta in questa direzione è stato il fatto che nelle mie esperienze lavorative, vissute nel corso della formazione di fisioterapia, ho visto affrontare la sintomatologia dei pazienti fibromialgici nel più svariato dei modi, inducendo me stessa ad interrogarmi sulla reale efficacia di quegli approcci, così dissimili tra loro.

Introduzione La sindrome fibromialgica (FM) colpisce il 3-4% della popolazione generale, percentuale che aumenta con l’invecchiamento sino all’8-9%, con una prevalenza nella popolazione femminile (Sarzi-Puttini et al., 2001; Wolfe et al., 1990; Magaldi et al., 2000). Obiettivi Gli obiettivi del lavoro in questione, sono emersi dalla domanda di ricerca: verificare l’efficacia dell’esercizio aerobico svolto in acqua calda per pazienti affetti da FM, l’effetto che esso ha sugli aspetti fisici e psichici dei soggetti; verificare il grado di aderenza al trattamento che si può ottenere con questa modalità di trattamento, tramite una revisione della letteratura con criteri di selezione definiti a priori. Metodi La metodologia adottata consiste nella selezione e revisione di 8 studi randomizzati controllati, dei quali: 6 sono stati ottenuti dalla banca dati medica Pubmed, tramite una precisa stringa di ricerca, e 2 dalla banca dati medica PEDro. Dalla ricerca svolta nelle banche dati scientifiche sono stati selezionati 8 articoli scientifici, corrispondenti ai criteri di selezione predefiniti, i quali possono essere suddivisi in due categorie: un gruppo di articoli che prevedono programmi di esercizi aerobici svolti in acqua (4 trial su 8); un secondo gruppo comprendente altre modalità d’esercizio associate e/o confrontate alla terapia in acqua, per pazienti affetti da fibromialgia (4 studi su 8).

Risultati Tutti gli studi revisionati, rilevano dei risultati statisticamente significativi in termini di miglioramenti fisici e psichici dei pazienti sottoposti ai vari programmi di esercizio fisico. I miglioramenti maggiori riguardano: la qualità di vita e lo stato generale di salute percepito, il livello di dolore percepito, la funzionalità fisica globale, la forza muscolare e l’equilibrio posturale. Uno studio revisionato (Evicik et al., 2008), afferma che i miglioramenti ottenuti in termini di diminuzione della percezione dolorosa, svolgendo un programma di esercizi in acqua, permangono oltre la durata dello studio, contrariamente ai miglioramenti ottenuti grazie ad esercizi svolti al suolo, i quali non si protraggono oltre. Conclusioni In conclusione, questa revisione conferma l’ipotesi formulata in partenza, ovvero: vi sono evidenze scientifiche che dimostrano l’oggettiva efficacia di svolgere esercizi aerobici in acqua per migliorare le condizioni psico-fisiche di pazienti affetti da sindrome fibromialgica. Tuttavia gli autori degli studi presi in analisi sottolineano l’importanza di svolgere ulteriori trial in merito, per confermare i risultati ottenuti e per approfondire maggiormente il tema.

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Alessandro SchneebeliBachelor of Science in Fisioterapia

Le misure ecografiche del sovraspinato: uno studio sulla ripetibilità intraesaminatore ed interesaminatore

Relatore: Marco Barbero

1. Muscolo sovraspinato

Immagine ecografica che mostra lo spessore del muscolo sovraspinato.

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Abstract

Ho sempre pensato che sarebbe stato molto gratificante svolgere un lavoro di tesi che mi permettesse di sperimentare qualcosa di nuovo, di poter lavorare a contatto con le persone e di poter mettere a disposizione le mie competenze in un progetto che potesse avere un seguito. Mi è stata data la possibilità di scegliere tra alcune tesi sperimentali che l’Unità di ricerca della SUPSI voleva sviluppare e ho scelto un tema che mi affascinava molto ovvero le misure ecografiche.

Obiettivo Il proposito di questo studio era di indagare la ripetibilità intra-esaminatore ed inter-esaminatore di misure ecografiche per lo spessore muscolare (thickness) e l’area di sezione trasversa (CSA, cross sectional area) del muscolo sovraspinato. Materiali e Metodi 12 soggetti sani (5 donne e 7 uomini) di età compresa tra 21 e 31 anni, sono stati analizzati da due diversi operatori (fisioterapista e allievo fisioterapista) tramite un ecografo ESAOTE MyLab 25 gold per rilevarne lo spessore muscolare e la CSA. Risultati I risultati mostrano un’ottima ripetibilità intra-esaminatore sia per lo spessore muscolare che per la CSA, le medie delle differenze nei grafici Bland-Altman si avvicinano molto a 0 (min -0.21 max 0.05) con piccoli intervalli di confidenza. Per la ripetibilità inter-esaminatore i risultati sono buoni, le medie delle differenze nei grafici Bland-Altman si avvicinano a 1 (min 0.77 max 0.98) ma con intervalli di confidenza maggiori.

Conclusioni L’ecografo è uno strumento valido per rilevare lo spessore muscolare e l’area di sezione trasversa del sovraspinato. Questo strumento può essere utilizzato con fini riabilitativi e di monitoraggio anche da fisioterapisti, che hanno svolto un allenamento specifico. La minore ripetibilità inter-esaminatore conferma la qualifica di strumento operatore dipendente dell’ecografo. Tuttavia, ulteriori studi dovranno essere fatti per confermare la validità dell’ecografo nella rilevazione dei parametri muscolari dei muscoli più coinvolti nei processi riabilitativi.

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Valentina SquillaceBachelor of Science in Fisioterapia

Educare alla cura. Un’esperienza nell’altra metà del mondo

Relatore: Francesco Micheloni

1. Le terapie

Didascalia immagine 1. L'autrice insegna alla madre di una paziente le tecniche fisioterapiche di base per prendersi cura della figlia a domicilio.

2. Le sensibilizzazioni

Didascalia immagine 2. Alcuni disabili, accompagnati dalle promotrici, sfilano nelle strade di Rocafuerte durante la giornata mondiale della persona disabile.

4. Le visite domiciliari

Didascalia immagine 3. Il gruppo di promotrici insieme all’autrice di questo lavoro di fronte all’ufficio di OVCI a Rocafuerte.

3. Le promotrici

Didascalia immagine 4. L'autrice, accompagnata dalle promotrici, durante le visite domiciliari ai pazienti inseriti nel progetto.

5. La pratica clinica

Didascalia immagine 6. L'autrice effettua la prima valutazione fisioterapica di una ragazza disabile da inserire nel progetto di assistenza domiciliare.

6. Il censimento

Didascalia immagine 5. Il gruppo di promotrici assiste ad una lezione pratica nell'ufficio OVCI di Rocafuerte.

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Abstract

Tra le motivazioni che hanno sostenuto l’elaborato ha avuto particolare peso l’esigenza di verificare se ciò che era stato appreso nel percorso universitario (abilità raggiunte, conoscenze e competenze acquisite) fosse veramente applicabile a qualsiasi contesto e in qualsiasi situazione. L’Ecuador ha offerto la possibilità di verificare tutto questo in un contesto culturale “diverso”, di approfondire i temi legati alla complessità e all’interculturalità e, in particolare, all’educazione terapeutica, aspetto della professione di fisioterapista che l’autrice ritiene molto importante.

Contesto Il lavoro di tesi è frutto di una personale esperienza nell’ambito dell’educazione alla cura svolta ad Esmeraldas (Ecuador), all’interno del programma di Riabilitazione su base Comunitaria (CBR) dell’Organizzazione Non Governativa italiana OVCI. Esso si centra sull’ideazione e concretizzazione di un progetto educativo riguardante la formazione dei promotori di salute realizzato nella parrocchia di Rocafuerte del Canton Rioverde. Obiettivi L’azione formativa si inserisce nell’ambito del programma CBR e si propone lo scopo di fornire ai volontari gli strumenti per: • sensibilizzare la comunità al tema della disabilità; • facilitare l’integrazione dei disabili nella comunità; • favorire l’inserimento dei promotori di salute nell’assistenza fisioterapica domiciliare. Metodologia La cornice di riferimento utilizzata per inserirsi in maniera efficace nello specifico contesto interculturale e confrontarsi con le caratteristiche peculiari del territorio è rappresentata dalla metodologia CBR e dal modello della ricerca azione (Lewin). Lo sviluppo del progetto formativo ha seguito delle fasi e delle tappe metodologiche già strutturate all’interno delle precedenti esperienze di OVCI nella provincia di Esmeraldas. Tale metodologia, applicata per la prima volta nel territorio di Rocafuerte, è stata usata con un criterio di flessibilità che ha tenuto conto delle esigenze specifiche della comunità, delle peculiarità delle promotrici volontarie e della presenza di implicazioni interculturali.

Il quadro teorico di riferimento utilizzato è costituito da tutti gli elementi presenti all’interno della metodologia CBR, della pedagogia per adulti (Knowels), dagli aspetti dell’educazione terapeutica e della comunicazione interculturale: aspetto, questo, considerato imprescindibile nel definire il rapporto docente-discenti. L’azione formativa ha tenuto conto delle esigenze e dei bisogni del gruppo bersaglio sia per quanto concerne i contenuti proposti sia sul piano dello sviluppo di competenze etico-relazionali ritenute di rilevanza fondamentale per lo sviluppo e l’assunzione del loro ruolo. Essa ha preso forma ed è progressivamente maturata attraverso un percorso circolare di attuazione/rivalutazione sviluppato in tre fasi concatenate tra loro: • l’identificazione del gruppo bersaglio che ha coinciso con la ricerca delle promotrici e la valutazione dei loro prerequisiti per la formazione; • la fase di ricerca e concettualizzazione identificabile nel censimento della popolazione disabile di Rocafuerte e nell’ideazione di un programma di formazione basato sui risultati del censimento e sui bisogni formativi del gruppo bersaglio; • la fase operativa, in cui si è attuata l’azione formativa precedentemente pianificata. Risultati La valutazione qualitativa dei risultati, effettuata attraverso l’erogazione di questionari alle promotrici di salute, ha rilevato una crescita soddisfacente del gruppo bersaglio sia dal punto di vista etico-relazionale che da quello delle competenze specifiche del ruolo.

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Tesi di Bachelor 2011

Federica TelaBachelor of Science in Fisioterapia

Valutazione funzionale del distretto cervicale in tre dimensioni: test di mobilità, riposizionamento e reaching in soggetti sani Relatore: Marco Barbero

1. Vertebra cervicale

Didascalia immagine 1. Nell'immagine è rappresentata una tipica vertebra cervicale del tratto C3-C6. È caratterizzata da da un corpo vertebrale con le apofisi unciformi che formano le articolazioni unco-vertebrali. Ha un processo spinoso bifido, le apofisi articolari con le faccette superiori e inferiori e i processi trasversi con il forame vertebrale per l’arteria vertebrale.

2. Set-up sperimentale

Didascalia immagine 2. Nell'immagine è rappresentato il set-up sperimentale utilizzato durante i test per l'acquisizione dei dati. Sono specificati la posizione del paziente, dello schermo e dell'antenna come pure le caratteristiche del proiettore.

3. Media dei ROM

Didascalia immagine 3. In questo grafico sono rappresentate le medie dei valori dell’ampiezza articolare ottenuti per la rotazione, l’inclinazione e la flesso-estensione. I valori positivi rappresentano i movimenti a destra/flessione mentre quelli negativi rappresentano i movimenti a sinistra/estensione.

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Abstract

L’idea iniziale di effettuare questo studio nasce dalla volontà di partecipare ad un progetto dell'Unità di ricerca del Dipartimento sanità della SUPSI. Una completa valutazione della funzione cervicale richiede un'analisi accurata dei suoi parametri fisici (mobilità, propriocezione, forza, endurance e fatica). Il dispositivo Fastrak ci consente di avere una misurazione più funzionale del distretto cervicale e di trovare dei parametri oggettivi che possano essere utilizzati come standard di riferimento.

Obiettivo Misurare e studiare la performance della colonna cervicale in tre test standardizzati tramite l’analisi della cinematica in soggetti sani. Metodologia 22 soggetti di età compresa tra i 20 e 30 anni (media di 23.59) si sono sottoposti ai test di mobilità, riposizionamento e reaching. I movimenti sono stati rilevati nelle tre dimensioni tramite il dispositivo elettromagnetico FASTRAK (Polhemus). I movimenti toracici sono stati separati da quelli della colonna cervicale. Risultati La media dei valori dell’ampiezza articolare per la rotazione sono di 72.98 a destra e 74.16 a sinistra. Per l’inclinazione sono di 43.05 a destra e 44.77 a sinistra. Per la flesso-estensione sono rispettivamente di 68.78 e 62.01. Durante l’inclinazione 10 soggetti presentavano una rotazione omolaterale (56%), 1 soggetto controlaterale (5%) e 7 soggetti con movimenti irregolari (39%). Per la rotazione invece, 16 soggetti accoppiavano un’inclinazione omolaterale (89%), 1 soggetto controlaterale (5.5%) e 1 soggetto movimenti irregolari (5.5%). Nel test di riposizionamento la media complessiva della distanza dal centro è di 2.48 centimetri con una smoothness di 1445. Nel test di reaching la velocità media di è di 0.197625 m/s con una smoothness di 1491.

Conclusioni I risultati ottenuti si potranno usare, con il proseguo dello studio, come database di riferimento per la diagnosi di disordini cervicali o come parametro quantitativo di rivalutazione per il miglioramento dello status del paziente e anche dell’efficacia terapeutica. Parole chiave Colonna cervicale, mobilità, ROM, riposizionamento, reaching, cinematica, electromagnetic tracking device.

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Tesi di Bachelor 2011

Manuela UstunerBachelor of Science in Fisioterapia

Revisione della letteratura sull’efficacia dei test dell’instabilità di spalla anteriore (apprehension, relocation, surprise, anterior drawer, load and shift anterior) Relatore: Gianpiero Capra

1. Surprise test

Didascalia immagine 1. Test dell'instabilità di spalla anteriore: Surprise test

2. Anterior drawer test

Didascalia immagine 2. Test dell'instabilità di spalla anteriore:Anterior drawer test (90° ABD)

4. Load and shift test

Didascalia immagine 3. Test dell'instabilità di spalla anteriore:Apprehension test

3. Apprehension test

Didascalia immagine 4. Test dell'instabilità di spalla anteriore:Load and shift anterior test

5. Anterior drawer test

Didascalia immagine 6. Test dell'instabilità di spalla anteriore:Relocation test

6. Relocation test

Didascalia immagine 5. Test dell'instabilità di spalla anteriore:Anterior drawer test (30° ABD)

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Abstract

Tramite l'anamnesi e l’esame clinico bisogna riuscire a cogliere la provenienza dei sintomi riferiti dal paziente; per fare ciò vengono anche utilizzati i test clinici che vanno a provocare la sintomatologia, confermando o smentendo l’ipotesi data dal ragionamento clinico. L’intento della tesi è di riuscire a trovare la validità diagnostica dei test, facilitando la pianificazione dell’esame fisico che risulterà essere più diretta, cosicché non si dovranno attuare numerosi test per confermare la fonte dei sintomi.

Obiettivi Questa revisione della letteratura ha come obiettivo quello di riuscire a svolgere una ricerca approfondita e specifica sui test dell’instabilità di spalla anteriore (apprehension, relocation, surprise, anterior drawer, load and shift anterior) trovando i valori come la specificità, la sensibilità, per poter comprendere quanto siano affidabili. Lo scopo è quello di trovare quale sia la combinazione o la sequenza di test più utili per la diagnosi fisioterapica. Metodi Sono state svolte delle ricerche da ottobre a gennaio 2011 nelle banche dati di Pubmed, Embase, PEDro e Cochrane Library con lo scopo di determinare gli articoli che corrispondessero alla domanda di ricerca. Inizialmente sono stati utilizzati i termini chiave come: anterior shoulder instability rehabilitation, test anterior shoulder instability rehabilitation, shoulder instability test, apprehension test shoulder, validity apprehension test shoulder, shoulder apprehension test, relocation test, surprise test, release test, load and shift test, anterior drawer test. Poi per essere più specifici sono stati introdotti i termini MeSH come: shoulder dislocation/therapy, shoulder dislocation/rehabilitation, joint instability/rehabilitation, shoulder joint. Inoltre sono stati adoperati e combinati i termini con le parentesi e gli operatori booleani AND e OR. Sono stati inclusi gli articoli che corrispondessero ai seguenti criteri: persone di ogni fascia d’età che avessero una problematica di instabilità di spalla anteriore, articoli pubblicati dal 2001 al 2011 in inglese, mentre sono stati esclusi gli articoli che non avessero dei dati sulla sensibilità e specificità dei test ortopedici.

Risultati Sono stati trovati solamente tre articoli. Tre studi analizzavano l’apprehension e il relocation test, due articoli per il surprise e il load and shift anterior test, un articolo per l’anterior drawer e la combinazioni tra i vari test. Il test con la maggior specificità è l’apprehension test con l’evocazione del senso di apprensione; mentre il test con maggiore sensibilità è il surprise test. La combinazione con una elevata specificità è l’apprehension, relocation e anterior drawer test, utilizzando come parametro positivo il senso di apprensione per i test apprehension e relocation, mentre per il test anterior drawer viene valutato come positivo la riproduzione dell’instabilità. Si consiglia ai clinici di adoperare la sequenza, apprehension e relocation test, se si ha l’obiettivo di trovare la sequenza con la migliore sensibilità. Conclusione Sono stati trovati solamente tre articoli nelle banche dati e ciò rappresenta un limite allo studio effettuato. Non si può, quindi, stabilire con certezza che i risultati trovati siano i più attendibili possibile. Il clinico non deve basarsi solo ed esclusivamente sui test in questione, ma deve effettuare un passo antecedente: effettuare una buona anamnesi del paziente dove si attuano domande mirate, in cui si riesce a cogliere e a comprendere facendo delle ipotesi plausibili la fonte della problematica della spalla.

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