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Caterino S. Pasqua 2013

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Pubblicazione parrocchiale - edizione di Pasqua 2013

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Gli ultimi avvenimenti che sono accaduti nella Chiesa mi fanno riflettere! Papa Benedetto XVI, classe 1927, grande timoniere della Nave-Chiesa, ha pensato bene, con grande umiltà, di consegnare le chiavi a Papa Francesco… e io che guido una piccola scialuppa… sono in grado di vivere e testimoniare le responsabilità della parrocchia?!Con l’Arcivescovo Lanfranchi, che ritengo l’Apostolo e Pastore della Diocesi, c’è un rapporto cordiale e filiale… quindi penso di essere in buone mani… per un prossimo futuro!Con un po’ di presunzione vorrei dire come l’Apostolo Paolo “ho combattuto la buona battaglia… ho conservato la fede”… e aggiungo ho confessato al Buon Dio i miei peccati certo del suo perdono, perché questo è il suo mestiere. Insieme a P. Mauro, al Diacono e al consiglio pastorale auguro di vero cuore una Santa Pasqua!!

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Pasqua 2013!

Don Sergio

Carissimi, celebrare la Pasqua di Gesù vuol dire rendere presente e rivivere con tutta la sua forza redentrice il mistero della sua morte e risurrezione. La Pasqua di Gesù elimina il peccato che è rottura con Dio, con il prossimo, con il creato e con noi stessi. La Pasqua di Gesù ci comunica la sua stessa vita! Dal cuore squarciato di Cristo sgorgano tutti i sacramenti: battesimo, cresima, riconciliazione, eucarestia, ordine, matrimonio e unzione degli infermi.La Pasqua di quest’anno 2013 segna per me una tappa, anzi, un traguardo di gioia, di fede, di responsabilità e di amore… perché proprio Sessant anni fa, l’Arcivescovo di Modena Mons. Boccoleri, mi consacrava sacerdote. Per sei anni cappellano al Tempio e cappellano di fabbrica!Nel 1959 l’Arcivescovo Mons. Amici mi mandò a S.Caterina alla scuola di un vero sacerdote: don Aristide Pedrazzi. Poi con l’aiuto di tanti collaboratori (veramente santi) sono giunto alla Pasqua 2013.

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Ascoltare come risorgere e “fare” risorgereQuante volte ci è capitato di chiuderci a colui che parla? Quante volte, prevenuti, abbiamo rifiutato la sua idea o non abbiamo dato peso e valore a quello che diceva? Eppure siamo convinti di ascoltare, di rispettarlo e di amarlo. In realtà non sappiamo ascoltare. E non vivere questo fondamentale atteggiamento è fonte di grandi incomprensioni, di interminabili e di inutili sofferenze.Mettersi in ascolto significa fare risorgere se stessi e fare risorgere l’altro. Fare esperienza della Pasqua significa ascoltare la vita che rinasce dentro di noi e che vince la morte del “non ascolto”.Quali sono gli impedimenti all’ascolto? Prima di tutto l’“identificarsi con l’altro”: a volte si usano le espressioni “Ti capisco”, “So cosa vuoi dire”, “E’ capitato anche a me”. Anche se l’interlocutore continuava a parlare, noi credevamo di aver capito già tutto, sapevamo già tutto e forse avevamo in mano anche la soluzione. Inoltre, a volte ci capita di interrompere colui che parla, perché riteniamo che più diamo spazio all’altro rimanendo in silenzio, più sentiamo crescere in noi un disagio. Un altro impedimento all’ascolto è il giudicare: appena troviamo l’occasione giusta, e non fatichiamo mai a trovarla, il giudizio si scarica veloce come un fulmine. Anche l’imporsi è un modo per non ascoltare: il quotidiano prevaricare, quello a cui assistiamo tutti i giorni, usa atteggiamenti di arroganza che sono velati, nascosti, mimetizzati, simulati. L’immaginare è esattamente l’opposto di ascoltare: è piacevole perché permette di fare tutto in casa nostra, di non avere sorprese, di non faticare troppo, di credere di controllare le persone, le situazioni, le cose….Salvo poi l’inevitabile contropiede da cui nascono tristezze e delusioni… e l’inganno nasce proprio perché, non ascoltando le parole, le tradiamo. Infine, il dare continuamente consigli impedendo all’altro di essere ascoltato è il nemico dell’ascolto: questa è un’attività in cui non abbiamo rivali perché è sempre un’emozione forte poter esibire all’altro la nostra idea…E’ bello ed è giusto dare consigli…quando sono però richiesti!!!!Ma quali sono i fondamenti dell’ascolto? Il primo atteggiamento per sapere ascoltare è l’umiltà. <<Non fate niente per una vana ambizione, né per vanagloria, ma con umiltà ritenete gli altri migliori di voi>> (Fil 2,3).Quando viviamo in umiltà e quando pensiamo i nostri simili migliori di noi, abbiamo buone possibilità di ascoltarli. Anche il servizio è la disposizione ideale per ascoltare: “essere qui unicamente per te” è un servizio libero e gratuito per mettersi a disposizione dell’altro perché sentiamo che lui, in quel momento, ha bisogno.

Inoltre, per ascoltare è necessaria la pazienza: si tratta di dotarsi di molta pazienza per ascoltare, senza aver fretta di voler capire dal momento che a volte quello che l’altro vuole comunicarci non è così scontato nemmeno per lui. Inoltre, ci vuole una certa attenzione per evitare un pericolo che il libro dei Proverbi ci ricorda: <<Chi risponde prima di ascoltare è stoltezza e confusione>> (Pro 18, 13). Dare attenzione alle parole significa non perdere nulla perché tutto parla: ogni attimo, ogni pausa, ogni indecisione. Infine, si tratta di armarsi di molto coraggio, aprirsi all’imprevisto e prepararsi alla possibilità di non essere accolti e addirittura rifiutati. E si tratta di non escludere la probabilità di dover ricominciare ad ascoltare molte volte le stesse cose.Infine, fare Pasqua nel saper ascoltare ha bisogno di cinque elementi. Il primo elemento è fermarsi: come possiamo metterci in ascolto di qualcuno se non sappiamo fermarci un attimo? Se non ci ascoltiamo?Il secondo è fare silenzio: in genere, in una conversazione il silenzio non esiste, fa paura e si fa di tutto per farlo tacere parlando…Il terzo è accogliere: come una mamma che aspetta un bambino e accoglie quello che le è stato donato, così anche noi, quando ascoltiamo, dobbiamo evitare di pensare e di voler trovare da soli la soluzione o le parole adatte, ma aprirci all’altro per quello che è e non per quello che vorremmo noi. Questi tre momenti ci dicono che, se accogliamo l’altro con vera disponibilità, noi in qualche modo dobbiamo “morire a noi stessi”.Il quarto momento è “sentire”: solo quando l’altro avrà finito di parlare, potremo sentire nel nostro cuore qualche cosa che non viene da noi, perché magari non ci avevamo pensato o perché nemmeno lo sapevamo. Il quinto momento è “agire” che vuol dire semplicemente scegliere di parlare o tacere. Agire significa comunicare cioè quelle parole ispirate che danno aiuto e coraggio; e significa anche tacere se sentiamo che c’è ancora bisogno di silenzio e di accoglienza o se capiamo che l’altro aveva bisogno di parlare e di buttare fuori un suo disagio…In fondo, in tutto questo l’altro è un’inestimabile ricchezza, una fonte a cui abbeverarsi, un continuo imparare…un umano mistero…un prezioso messaggero….di vita e di provocazioni…Chissà se il Cristo risorto, che celebriamo a Pasqua non ci faccia il miracolo di saper ascoltare…. In questo modo “risorgeremo” noi e faremo “risorgere”.

p.Mauro

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Parrocchia SS. Crocifisso - S. Caterina

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5Eugenia

Il pollice è il dito a te più vicino. Comincia quindi col pregare per coloro che ti sono più vicini. Sono le persone di cui ci ricordiamo più facilmente. Pregare per i nostri cari è "un dolce obbligo".

Il dito successivo è l'indice. Prega per coloro che insegnano, educano e curano. Questa categoria comprende maestri, professori, medici e sacerdoti. Hanno bisogno di sostegno e saggezza per indicare agli altri la giusta direzione. Ricordali sempre nelle tue preghiere.

Il dito successivo è il più alto. Ci ricorda i nostri governanti. Prega per il presidente, i parlamentari, gli imprenditori e i dirigenti. Sono le persone che gestiscono il destino della nostra patria e guidano l'opinione pubblica... Hanno bisogno della guida di Dio.

Il quarto dito è l'anulare. Lascerà molti sorpresi, ma è questo il nostro dito più debole, come può confermare qualsiasi insegnante di pianoforte. È lì per ricordarci di pregare per i più deboli, per chi ha sfide da affrontare, per i malati. Hanno bisogno delle tue preghiere di giorno e di notte. Le preghiere per loro non saranno mai troppe. Ed è li per invitarci a pregare anche per le coppie sposate.

E per ultimo arriva il nostro dito mignolo, il più piccolo di tutti, come piccoli dobbiamo sentirci noi di fronte a Dio e al prossimo. Come dice la Bibbia, "gli ultimi saranno i primi". Il dito mignolo ti ricorda di pregare per te stesso... Dopo che avrai pregato per tutti gli altri, sarà allora che potrai capire meglio quali sono le tue necessità guardandole dalla giusta prospettiva.

Scritta da Papa Francesco 15 anni fa circa, quando era Vescovo di Buenos Aires

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Terrasanta, una parola, un nome che aleggiava in casa nostra da un po’ di tempo.Quando si è presentata l’ennesima occasione per andarci, su invito di Guido, l’abbiamo presa al volo. Non so se de-finirlo un pellegrinaggio o un viaggio di piacere (o tutti e due), ma è sicuramente qualcosa che rimane dentro e che fa venire voglia di ritornarci.Sono partito, forse, con alcuni preconcetti relativi alla si-tuazione arabo-israeliana, ma il vedere con i propri occhi (e non con quelli dei media) ed il parlare con persone del posto aiuta a capire molte cose, cambiando anche radical-mente la propria opinione.Abbiamo visitato molti dei posti nei quali Gesù ha passa-to i 3 anni della sua vita pubblica: da Nazareth (“nessuno è profeta in patria”) alla basilica della Natività, al Calva-rio fino ad arrivare al Santo Sepolcro. La visita a questi luoghi è stata supportata dalla lettura, dalla Bibbia, degli episodi che hanno visto “protagonista” nostro Signore o, nel caso della visita alle tombe di Abramo, Isacco e Gia-cobbe a Hebron, i patriarchi di Israele.

Una citazione particolare la merita Gerusalemme; la città vecchia è circondata da mura nelle quali si aprono 8 por-te ed è divisa in quattro quartieri: mussulmano, ebraico, armeno e cristiano. Entrando da una qualsiasi di queste porte, si ha l’impressione di entrare in un altro mondo e non ci si rende conto delle tensioni che invece appaiono abbastanza evidenti negli altri territori occupati. Una par-ziale delusione è stato, a mio parere, il Santo Sepolcro

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per la confusione e disorga-nizzazione che ne regolano la visita: delusione che era stata ampiamente ripagata, ed in anticipo, dalla visita al Monte delle Beatitudini una vera oasi di pace! Su questo colle che domina tutto lo sce-nario del lago di Tiberiade è stata edificata una basilica e da questa si discende dolcemente verso il lago attraver-sando una verdeggiante collina. Noi abbiamo percorso il sentiero fermandoci ogni tanto a leggere un pezzo del bra-no delle beatitudini immaginandoci Gesù che richiamava le folle e annunciava la “buona notizia”.

Mi ha provocato, invece, molta delusione e rabbia la vi-sta di quel lunghissimo muro (650 Km) che divide Israele dalla Palestina: delusione e rabbia date dal fatto che mi risulta incomprensibile come un popolo che ha subito la Shoah possa, a sua volta, applicare simili soprusi verso un altro popolo.Abbiamo avuto occasione anche di partecipare a S. Messe in ebraico (presso il vicariato di S. Giacomo a Gerusa-lemme) ed in arabo presso la comunità dell’Annunciata di don Dossetti ad Ain Arik, vicino a Ramallah.

Un grazie particolare va a GUIDO che, oltre ad essere stato una guida spirituale eccellente, competente, arric-chente, sempre presente ed attenta alle varie esigenze, ci ha fatto toccare con mano le varie realtà presenti in quel tormentato paese e, dulcis in fundo, ci ha anche permesso ben due ore di svago sulle sponde del Mar Morto!!

FrancoP.S. di Elena: dal diario di viaggio che ho tenuto perché una cara amica me l’ha suggerito (anzi, caldamente consigliato e …non si sbagliava!), desidero trarre ed aggiungere a quanto scritto da Franco, un altro momento significativo del nostro pellegrinaggio: il DESERTO, perché l’abbiamo visto fiorito!!! Piogge abbondanti nel periodo precedente al nostro arrivo, hanno fatto sì che si verificasse una fioritura eccezionale! Piccoli fiorellini azzurri e gialli formavano macchie colorate nel deserto roccioso di Giuda. Una meraviglia! Ed in mezzo a quello spettacolo naturale mozza fiato, abbiamo celebrato la Messa!Poi, a costo di tediarvi, vorrei sottolineare ancora quanto ci ha colpito GERUSALEMME! Uno non può avere un’idea di cos’è!!! I miei occhi si sono inebriati e il cuore

APPUNTI DI VIAGGIO- Pellegrinaggio in Terrasanta dal 26/2 al 5/3/2013 - Partecipanti della parrocchia: Guido, Antonella, Elena e Franco

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cantava di gioia al vedere le mura di questa città e nel pensare a ciò che rappresenta per noi! Mi usciva dalle labbra spontaneo il versetto iniziale del salmo 122:

Quale gioia, quando mi dissero:«Andremo alla casa del Signore»!

E ora i nostri piedi si fermanoalle tue porte, Gerusalemme!

una guida sempre presente e attenta alle varie esigenze

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Gennaio 2013…La Casa della Gioia e del Sole compie 26 anni

La lungimiranza dell’amore per gli altri di Don Ser-gio e l’operosa dedizione per “la persona” della Til-de, unite all’umanità di tutti coloro che hanno lavo-rato e contribuito alla costruzione della casa, hanno accompagnato quell’idea di “aiutare chi aveva piu’ bisogno” a diventare una bella realtà, che ospita qua-si 80 anziani e dà lavoro a tante persone.Penso che per la nostra parrocchia sia un grande se-gno di come l’Amore che Dio ha per ognuno di noi possa tradursi in amore verso gli altri.Ma cosa è la Casa della Gioia e del Sole?E’ una Casa Residenza per anziani accreditata con la Regione Emilia Romagna nel Comune di Modena…NO! Non solo!!! E’ molto di più…A volte quando si chiede a qualcuno che impressione ab-bia avuto ad entrare in una casa di riposo la risposta che si riceve è : solitudine, malin-conia, sofferenza…Sicuramente sono sentimenti che pos-sono nascere in chi ha un approccio non troppo profondo con tali realtà. Ma se ci fermiamo un attimo ad osservare queste cose con gli occhi del Cristiano, allora forse è proprio lì che trovia-mo la vera risposta.Che senso diamo alla vita, alla sofferenza e alla morte?Quale momento mi-gliore se non quello della Pasqua per dare una risposta ad una

domanda così importante?La vita, la sofferenza, la morte della domanda diven-tano per un Cristiano la passione, morte e resurre-zione di Cristo. Se Dio ha permesso che suo Figlio diventasse uomo, soffrisse da uomo e morisse da solo su una croce, per poi risorgere a nuova vita, è da qui che dobbiamo partire per trovare una risposta alla nostra domanda. Se Dio ha fatto sì che accadesse tutto ciò, a suo Figlio, forse quando io soffro, sono solo, convivo con la malattia…non vuol dire che Dio mi ha abbandonato, ma che ha un progetto di VITA anche per me.Credo che sia questo il sentimento che ha animato tutti coloro che in vario modo hanno contribuito a

realizzare un piccolo sogno di tanti anni fa di un semplice sacer-dote e dei suoi parroc-chiani.Convinto che questa bella realtà parroc-chiale possa conti-nuare ancora a lungo, chiedo di pregare gli uni per gli altri, per-ché sempre di più la struttura sia nella par-rocchia e la parroc-chia nella struttura.Da parte di tutti gli ospiti e di tutto il personale vi auguria-mo di trascorrere una Santa Pasqua piena di “GIOIA” vera e di “SOLE” che illumini i nostri giorni.

Casa della Gioia e del

Sole

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Gita sulla neve di tutti i gruppi post cresima3 marzo 2013- Folgaria -

Gabry & Dani - Ragazzi/e…c’è qualcuno in linea??? mi scrivete qualcosa della gita sulla neve…a Folgaria?

Grazia - È stata una bellissima esperienza. La voglio rifare al più presto!!!

Camilla - È stato tutto molto divertente…mi sono diver-tita da matti…anche se sono stata affondata nella neve e sono caduta mille volte J !!!

Linda - Tutto bellissimo…soprattutto le scivolate con i bob!!!

Andrea - Mi sono divertito tantissimo e ho approfondito i rapporti con i miei amici…con i quali ho fatto delle strepitose esperienze mai fatte prima: bobbare e pattinare sul ghiaccio…nonostante tante cadute!!! Spero si rifaccia

Cristian - È stata una bella gita!!!

Martina - È stata una giornata bellissima e ci siamo divertiti tantissimo: sulla neve, al palaghiaccio e in pulman…ma la prossima volta però è meglio portare la protezione per il viso…mi sono abbronzata un sacco!!!

Barbara - È stato bellissimo trascorrere una giornata tutti insieme sulla neve, ho imparato a pattinare sul ghiaccio, a bobbare…e che dire delle tante cadute e risate??? Mi sono divertita veramente tanto!!

GRUPPO…Girasoli…del 2000Domenico - La gita è stata molto bella…ne voglio fare un’altra!!!!

Veronica - Mi è piaciuto molto andare in montagna per-ché non avevo mai visto così tanta neve tutta insieme e non ero mai andata su uno slittino. Inoltre ci ho gua-dagnato anche un’abbronzatura: finora non mi era mai capitato di abbronzarmi a marzo!

Francesca Garitta – Per me la gita sulla neve è stata molto bella soprattutto quando siamo andati a patti-nare perché tutte le volte che cadevo, cadevo sempre insieme a Daniele…e cadere insieme agli altri è molto bello!!! JJJ

Greta – Ylenia – Rocco – Simone – Marcello – Eleo-nora – Foucauld – Mechtilde - Giornata stupenda!!! Grazie!!!

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I ragazzi di quarta e quinta superiore della nostra parroc-chia hanno, anche quest’anno, vissuto la bella e intensa esperienza della Settimana Comunitaria. Un momento molto atteso da tutto il gruppo, in cui si vive la condivi-sione della quotidianità e si cerca, tutti insieme, di met-ter al centro delle proprie giornate Gesù. Una settimana corre veloce ma è un tempo giusto per sperimentare l’at-tenzione verso l’altro, il servizio reciproco e la preghiera comune. Ecco alcuni commenti dei protagonisti:Momenti di preghiera, scherzi, gioco, studio, freddo e neve hanno caratterizzato la settimana comunitaria di quest’anno. Ognuno di noi ha una propria routine ma la bellezza della settimana comunitaria è vivere insieme ai tuoi amici, oltre al divertimento, le ansie e le difficoltà di tutti i giorni. (Giovanni)Il clima della settimana si potrebbe riassumere nella bel-la serata di venerdi, quando abbiamo fatto una grande tigellata (tigelle preparate dalle nostre mani) dove abbia-mo ospitato anche degli altri nostri amici, improvvisan-do un concerto molto divertente e coinvolgente. Quel momento per me è stato il simbolo dell’accoglienza e dell’apertura verso l’altro (Francesco)L’esperienza di quest’anno mi è piaciuta particolarmente perché nella nostra casa di Saliceto Panaro (messaci ge-nerosamente a disposizione dalla Comunità Dehoniana di cui fa parte il nostro Padre Mauro) si respirava dav-vero un clima sereno e positivo . Per me la settimana comunitaria è un momento molto particolare, a metà tra un campeggio e la vita di tutti i giorni, in cui c’è sempre la gioia di trovare sempre i propri amici al ritorno da scuola. (Samuele)E’ stata una settimana significativa all’insegna dei “pre-cetti creativi”… abbiamo sostituito l’astinenza dalle car-

ni del venerdi con l’astinenza dalle carni del giovedi per poter fare la tigellata al venerdi sera (era l’unico momento che andava bene a tutti e anzi c’è venuta più gente del previsto). Anche se c’è stato il problema del freddo, perché la cal-daia per due giorni non ha funzionato, ci siamo divertiti moltissimo lo stesso. (Felix)La settimana comunitaria è stata molto divertente, anche se ci sono stati alcuni eventi eccezionali, tipo uno (non facciamo nomi…) che voleva” fare gol con la macchina” nel campetto di fianca alla casa. Peccato che fosse fradi-cio per la neve e la pioggia e la macchina si sia ingolfata nel terreno rendendo necessario l’intervento di un trattore per rimuoverla dal campo. Questo, come è facilmente in-tuibile, ha causato la “somma gioia” dei Dehoniani. Le se-rate erano molto animate: dai giochi di magia alle partite a “bang”. L’unico appunto che posso fare è che bisognava organizzarsi meglio con i pasti; anche se poi al di là di tutto era organizzata bene. (Fabione) La settimana comunitaria di quest’anno è stata più bella dell’anno scorso perché eravamo molti di più, il gruppo era quasi al completo. Sfidando il freddo e la neve siamo riusciti anche a giocare a calcio per un pomeriggio intero ed è stato istruttivo l’incontro con il nostro diacono Guido che ci ha parlato del “Credo”, in particolare della parte che riguarda la nostra fede nella Chiesa. (Sera e Gabry)Sicuramente una delle settimane dove ci si riposa meno ma è comunque un evento tra i più attesi dal nostro grup-po . Sono giorni molto divertenti per tutti ma il vero valo-re aggiunto è l’incontro collettivo con il Signore.Quest’anno mi è stata affidata la gestione della casa du-rante il giorno e ho dato il mio contributo, soprattutto, fa-cendo servizio “scuolabus”.Speriamo di ripeterla anche l’anno prossimo. (Matte)

SETTIMANA COMUNITARIA GRUPPO 93-94-95Saliceto Panaro 17-23 Febbraio 2013

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L’ondata di rinnovamento, che sta investendo ogni aspetto delle istituzioni e della vita sociale in genere, deve aver investito anche la nostra comunità, por-tando Guido (il nostro diacono) a proporre un modo nuovo di rapportarci con la Bibbia.Per anni, alla lettura della Parola di Dio faceva segui-to un tentativo di analisi e approfondimento del testo, mentre Guido, valorizzando ogni intervento dei par-tecipanti, riusciva immancabilmente ad amalgamare le diverse osservazioni e a farle convergere verso un unico punto: il messaggio dell’infinito amore di Dio verso tutti, verso ciascuno in particolare, la Sua at-tenzione costante e l’infinita Sua pazienza nei nostri confronti.Trarre questo messaggio dai testi, talvolta indubbia-mente difficili, lontani nel tempo, pareva una MIS-SION IMPOSSIBLE, ma la grande soddisfazione consisteva nel vedere divenire semplici, accessibili, consolatori, i testi biblici. Proprio per questo – penso – ad alcuni di noi è parso un po’ triste “rottamare” questo modo di procedere. Vedremo nel futuro come lo Spirito interverrà nell’ispirare i prossimi incontri!!

Dunque, da quest’anno Guido propone, presso la chiesetta dei Mulini Nuovi (cappella di San Giusep-pe), la lettura distesa di un libro dell’Antico o del Nuovo Testamento (o parte di esso) con solo una brevissima premessa introduttiva. Questa modalità consente un ascolto “orante” della Parola di Dio e favorisce una conoscenza di testi magari mai letti.Si inizia l’incontro con la lettura di qualche Salmo, poi ciascuno dei presenti può accedere al leggio e leggere un capitolo del testo prescelto. Subito dopo, chi è rimasto colpito in modo particolare da alcune parole, espressioni, frasi, può ripeterle, pregando in questo modo il Signore. Così, molto semplicemente attraverso un versetto della Bibbia. Perché dove due

o tre sono riuniti nel Suo nome, là Lui è presente. Quando il mercoledì entriamo nella cappella di San Giuseppe è come se avessimo con noi una sportina con 5 pani e 2 pesci, una sportina quindi neanche tanto piena, ma ne usciamo sazi e sereni. Perché quindi varcare la soglia di questa chieset-ta? Perché è come ricevere un tenero abbraccio, è la cappella stessa che ti abbraccia e ti colpisce con la sua semplicità e bellezza; e poi il sorriso che tutti ti regalano all’entrata e all’uscita. Ba-sterebbero queste due certezze, unite all’invito a PREGARE INCESSANTEMENTE, per cercare di esserci sempre il mercoledì sera!

INCONTRI DI PREGHIERA CON LA BIBBIApresso la chiesa dei Mulini Nuovi

Marilena

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con Mons. Nardo Masetti“Signore, aumenta la nostra fede...

nella Passione.....morte....Resurrezione di Gesu’!Attraverso le parole toccanti e profonde di don Nardo Masetti sono stati i protagonisti e i testimoni stessi della passione-morte e Resurrezione di Gesù con le loro fragilità umane che ci hanno aiutato in questo ritiro a guardarci dentro, a interrogarci e a sentire profondamente come gli atteggiamenti e la strada che ha percorso Gesù non siano stati solo una scelta coraggiosa da “ammirare” e basta, ma la nostra stessa strada, l’esempio per tutti noi.

“Il Centurione vistolo spirare in quel modo disse:“Veramente quell’uomo

era figlio di Dio Il centurione è arrivato a credere a Cristo Figlio di Dio guardando il Crocifisso!

Il Crocifisso è l’amore infinito del Padre e quindi dello Spirito Santo.Il Centurione non ha guardato “la croce”. la Croce non ha senso Dio non vuole la Croce... dobbiamo guardare il Crocifisso che è il sommo dell’amore di Dio. Non era necessario che Cristo morisse in croce per la redenzione.Dio non era assetato del sangue di Suo Figlio per poter perdonare l’umanità. Era necessario che Cristo prendesse la natura umana perché il peccato aveva creato una spaccatura tra Dio e l’umanità, e l’umanità non la poteva sopportare. L’uomo ha tentato in tutti i modi di scalare al cielo (Torre di Siloe, Babele, Adamo ed Eva... tutti tentativi di dare la scalata al cielo). Non ci si riesce“Nessuno mai è salito al cielo” dice Gesù a Nicodemo, non ci si riesce. E allora era necessario che Cristo si incarnasse. Gesù è venuto sulla terra per annunciarci chi è Dio. Per annunciare la GLORIA di DIO. La Gloria di Dio è in Giovanni semplicemente questo: Manifestazione. Dio ha detto al figlio: “Vai sulla terra e fa vedere chi è il Padre, perché gli uomini lo credono un Dio vendicativo, un Dio terribile, un Dio geloso, non hanno capito com’è in realtà!”Questa missione Gesù poteva compierla semplicemente facendosi uomo, dicendo le cose che ha detto, compiendo i miracoli che ha compiuto... ce n’era in abbondanza!!! Ma Cristo ha voluto liberamente fare una scelta, e il Padre ha condiviso questa scelta:

“Padre, voglio far vedere fino in fondo chi sei tu”E chi è che può amare di più il mondo di qualcuno che offre sé stesso sulla croce? Cristo non è stato obbligato. Ecco quello che ha capito il Centurione guardando Cristo:

Il nostro Dio è un Dio che per amore si mette completamente nelle mani dell’uomo.

PARLARE o TACERE?53 Allora condussero Gesù dal sommo sacerdote, e là si riunirono tutti i capi dei sacerdoti, gli anziani e gli scribi. [...] 55 Intanto i capi dei sacerdoti e tutto il sinedrio cercavano una testimonianza contro Gesù per metterlo a morte, ma non la trovavano. 56 Molti infatti attestavano il falso contro di lui e così

L’insegnamento per noi...

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le loro testimonianze non erano concordi. 57 Ma alcuni si alzarono per testimoniare il falso contro di lui, dicendo: 58 «Noi lo abbiamo udito mentre diceva: Io distruggerò questo tempio fatto da mani d’uomo e in tre giorni ne edificherò un altro non fatto da mani d’uomo». 59 Ma nemmeno su questo punto la loro testimonianza era concorde. 60 Allora il sommo sacerdote, levatosi in mezzo all’assemblea, interrogò Gesù dicendo: «Non rispondi nulla? Che cosa testimoniano costoro contro di te?». 61 Ma egli taceva e non rispondeva nulla.( Mc 14 53-61) Alcune considerazioni: Questo processo non era VALIDO, era una farsa.

1) Legge del tempo: Non si poteva celebrare un processo dopo il calare del sole: Qui siamo in piena notte!

2) Non si poteva mettere sotto accusa uno prima che lui avesse portato le prove a suo favore. Qui è stato fatto! Solo nel caso in cui uno avesse portato le prove e i testimoni d’accusa fossero riusciti a smontarle, allora l’accusato poteva essere condannato. Se i testimoni non sono d’accordo, loro diventano gli accusati! Qui loro non erano d’accordo, non trovavano i capi d’accusa! il sommo Sacerdote era disperato, pensava: “qui si capovolge tutto, gli accusati diventiamo noi e poi magari lui fa

anche un bel miracolo qui davanti a tutti e noi siamo rovinati per sempre!!! “ Gesù avrebbe potuto farlo... invece: TACE Se Lui avesse salvato sé stesso avrebbe “condannato” noi... avrebbe permesso che noi ci autocondannassimo!

3) Il Sommo Sacerdote, quando vede che le cose vanno male fa un atto che non poteva fare: Va in mezzo all’assemblea e toglie il potere a chi aveva indetto il processo, lo delega a sé. Non poteva farlo, lo fa.

E Cristo TACE. Gesù tace quando si tratta di salvare sé stesso4) Il Sommo Sacerdote chiede a Gesù:

“Sei Tu il Cristo, il figlio di Dio benedetto?” Gesù rispose: Io lo sono E vedrete il figlio dell’uomo seduto alla destra e venire sulle nubi del cielo.

“E allora il Sommo Sacerdote stracciandosi le vesti disse: “Avete sentito la bestemmia, che ve ne pare?

Tutti sentenziarono: “E’ reo di morte!”Qui Gesù non tace !!! Quando si tratta di salvare la sua missione non tace! Lo sa che sarà tacciato di bestemmia, ma questa volta non tace, questa volta risponde.

L’insegnamento per noi... Anche noi a volte dobbiam tacere. a volte dobbiamo rispondere !Il Sinedrio condanna Gesù. Dopo c’è la condanna di Pilato. Quante volte abbiamo meditato su

questo!Il Sinedrio condanna Gesù di ateismo, o meglio di politeismoPilato era un soldato romano. Vede arrivare il Cristo. Ma come fa lui, con l’esperienza che aveva di militare, magistrato romanoo a credere che quello era un rivoltoso?Pilato fa un referendum popolare. Barabba o Gesù? Del risultato rimane male anche lui, non credeva andasse a finire così. Cristo è stato condannato dalla folla. Cosa vuol dire? Che la democrazia va bene, basta però che la democrazia educhi il popolo, se no non c’è peggior bestia che si scateni. Come si spiega che pochi giorni prima la folla gridasse: ”Osanna al figlio di Davide” e pochi giorni dopo: “Crucifiggilo”???

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Anche il consiglio pastorale è una democrazia. Basta però che il consiglio pastorale sia educato e senta col cuore di Cristo, assieme a Cristo. Attenti a non trasformare uno strumento pastorale in semplice strumento organizzativo. Quanta preghiera ci vorrebbe!Se vogliamo costruire qualcosa di ecclesiale, dipende dalla vita interiore. Se vogliamo organizzare delle cose di successo troviamo della gente furba e dei leader. Ma attenti che senza unione a Cristo e vita interiore può succedere quello che è successo a Pilato.

Gesù è stato messo nel sepolcro di Giuseppe d’Arimatea. Era il suo sepolcro, era ancora nuovo.Cosa fa Giuseppe? Mette la morte di Gesù dentro la sua morte.

Due genitori che danno la vita a un figlio e poi non lo educano cristianamente lo danno alla vita per la morte. Invece devono darlo alla vita per la vita!!! Ma se vogliamo che avvenga questo dobbiamo mettere la nostra morte nella morte di Gesù. Ecco il significato bellissimo del sepolcro di Giuseppe di Arimatea. Solo nella morte di Cristo noi possiamo risorgere. Fuori dalla morta di Cristo non c’è possibilità di risurrezione. Giuseppe d’Arimatea lo aveva capito e ci ha dato questo meraviglioso messaggio.

Pietro icona di conversionePrima di “convertirsi”, ogni volta che Cristo annuncia che andrà a Gerusalemme e sarà messo a morte, Pietro Gli fa la stessa proposta di Satana nel deserto: Non andare al Calvario! Gesù dice: “Va dietro a me Satana”. Dietro non davanti!. La Croce è segno di maledizione e fa paura a Pietro.Pietro vuole la Resurrezione senza croce. Non può esistere. La Pasqua senza croce non c’è. La Croce è segno di maledizione, il Crocefisso invece è segno di benedizione!Quando Gesù dice a Pietro: “Va dietro a me Satana” Pietro rimane male, aveva appena ricevuto il primato di Pietro. Pietro era presuntuoso.Dopo l’arresto di Gesù, Pietro arriva a rinnegare il Suo maestro per tre volte!

1) “Non conosco quell’uomo” Rinnega Gesù2) “Non sono di quelli che erano con LUi” Rinnega la Chiesa3) “Non sono galileo” Rinnega sé stesso

Cristo esce, lo incontra e lo guarda.Colpito nel cuore da quello sguardo, Pietro si ricorda delle sue parole e piange.Questo è il Battesimo di Pietro. Qui nasce una creatura nuova.Pietro svuotato tutto di sé stesso si riempie di Cristo. Solo ora è pronto per fare il papa

Se si rinnega Cristo si finisce inevitabilmente per rinnegare i fratelli, la Chiesa e infine sé stessi.

La Passione di Cristo, noi la vediamo come un atto di amore di Cristo, d’accordo.Ma noi dobbiamo vederla anche come una strada che dobbiamo percorrere anche noi!!!! Pietro l’aveva capito bene! “Se Cristo va al Calvario, ci dobbiamo andare anche noi discepoli! Ecco perché si sforza di togliere quest’idea fissa di Gesù! Noi leggiamo questi brani non solo per dire: “guarda com’è stato bravo Gesù”... no no, li dobbiamo vivere!!!!Che cosa vuol dire? Che dobbiamo mettere in programma il fallimento, che parlino male di noi, dobbiamo anche mettere in programma di avere il coraggio di Cristo, di tacere, invece siam

L’insegnamento per noi...

L’insegnamento per noi...

L’insegnamento per noi...

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sempre pronti a scusarci, siam più preoccupati di quello che dicono gli altri di noi che di quello che dice Dio di noi! Nei nostri progetti pastorali (Campeggio, riunioni, sagra...), difficile che mettiamo in progetto il fallimento, qualcosa che non piace agli altri, qualcosa che non andrà! Invece fa parte del progetto di Dio... SE c’è stato in Cristo ci sarà anche per noi!Perché Adamo ed Eva avevano commesso il peccato? Perché istigati da Satana credevano che Dio fosse geloso dell’uomo che aveva creato. E’ davvero qui il grande insegnamento. Dio geloso dell’uomo????. Non è vero che Dio è geloso!!! Al contrario! Si mette in mano alla sua creatura e le dice: Fammi quello che vuoi! Ecco, questo è il nostro Dio.Questo è il Dio di Gesù Cristo!Forse il Centurione romano aveva capito proprio questo...

La Resurrezione è un “mistero”...cioè qualcosa che è all’esterno di noi, oltre noi. La Resurrezione di Cristo non è semplicemente un essere tornato in vita come è successo a Lazzaro o a quelli che Gesù ha risuscitato durante la Sua missione.La Resurrezione di Cristo è un mistero perché riguarderà anche noi e ci proietterà nella Luce infinita di Dio.Questo spiega molte cose: Perché Gesù non è apparso a Pilato? Perché non è apparso al Sinedrio? Non avrebbero capito. Gesù non banalizza così la sua morte. Sarebbe sembrata una rivalsa.Gesù è apparso soltanto a coloro che erano in grado di capire il mistero.Se noi leggiamo i racconti della Resurrezione vediamo che gli apostoli e i discepoli si rendono conto che è Lui però fanno fatica a riconoscerlo. Pensiamo ei discepoli di Emmaus. Erano stati suoi discepoli... com’è possibile che non lo riconoscano nonostante il lungo cammino insieme a Lui! Lo riconoscono solo dal gesto dello spezzare del pane! Nel cenacolo, entra...è Lui... eppure i Suoi non lo riconoscono!Ma è perché quel Cristo che è Risorto è quel Cristo che era morto, però che si trova adesso per fortuna in una situazione nuova, a noi misteriosa. Se Cristo fosse semplicemente risorto a questa vita...che cosa interessava a noi? Per poter vivere qualche anno in più prima di morire definitivamente? No, non è questo il mistero cristiano! Il mistero cristiano è: quel Cristo che è Risorto è nella gloria del Padre! E noi quando risorgeremo, appena dopo la nostra morte saremo nella gloria del PadreMa pensate a cosa sarebbe la nostra vita senza avere davanti la prospettiva della Resurrezione?E dopo la Resurrezione noi saremo sempre noi con tutta la nostra personalità! Ci renderemo conto, conosceremo gli amici, i nostri cari, i genitori, ci conosceremo a vicenda. Solo che, (ci dice un teologo di nome Ratzinger), della nostra vita avremo soltanto i ricordi positivi, i negativi non ci saranno più. Quindi avremo la gioia di essere noi stessi. E la Resurrezione non è che ci porti in un altro mondo, è in questo mondo. E’ vero che Cristo dice “Vado al Padre, vado a prepararvi un posto”; ma dice anche “Io sono con voi, sarò sempre in mezzo a voi. ” Questo è il mistero! Noi non riusciamo a capire la contraddizione di questi due aspetti: Allora...vai al Padre o resti con noi? Ma andare al Padre non vuol dire andare all’altro mondo!Il Paradiso non è un LUOGO, l’inferno e il Purgatorio, non sono luoghi ma sono degli stati di vita. I nostri cari sono fra noi nella gloria...solo che noi non riusciamo a vederli perché noi siamo ancora noi fisicamente.

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Ecco in che senso la Resurrezione di Cristo ci dice qualcosa di misterico. Ed ecco perché noi non dobbiamo mai smettere di nutrirci di Cristo e della Sua Parola! E’ per poter accogliere il mistero, compreso quello della Resurrezione! Noi da soli non ne saremmo in grado senza questa luce dall’alto! E il mistero della Resurrezione non è semplicemente un mistero da credere... lo devo VIVERE! E lo vivo! Perché ogni volta che partecipo all’Eucarestia io partecipo misteriosamente, sacramentalmente alla morte di Cristo e alla Sua Resurrezione!

“Annunciamo la tua morte e proclamiamo la tua resurrezione

nell’attesa della Tua venuta.”

Come stiamo vivendo l’anno della fede? Siamo riusciti a cogliere qualche occasione per riscoprire, nutrire la nostra fede?

Potremo dire al termine dell’anno della Fede di aver dato una bella ravvivata alla nostra Fede?Guardate, la Fede non si può conservare: O Si aumenta oppure diminuisce e pian pianino va in crisi e scompare. Non lasciamo scomparire la nostra Fede!Che cosa ci succederà dopo la morte?Succederà che in proporzione a come saremo stati uniti a Dio durante la nostra vita entreremo nella Sua vita e saremo trasfigurati, saremo trasformati. “In un istante” -dice la liturgia- in un batter d’occhio noi saremo Risorti con Cristo perché Cristo ha già vinto, ha vinto LA MORTE, la realtà della morte! Non esiste più!E Cristo non scende dalla Croce finchè l’ultimo uomo e l’ultima donna non saranno salvati.Ma di che cosa dobbiamo avere paura??? Del giudizio di Dio??? Il Padre non giudica. Ha delegato il figlio.E Cristo cosa dice: “Io sono venuto per salvare, non per condannare!”E allora di che giudizio si tratta? Noi ci AUTOGIUDICHEREMO! Pensate che bello. Se anche fossimo dei contemplativi e pensassimo giorno e notte all’infinita misericordia di Dio... non avremmo fatto niente... neanche tutto questo ci sarà sufficiente per comprendere l’infinito amore di Dio per noi. Durante la vita non è possibile. Al momento della morte il corpo non ha più nessuna influenza. La mia persona continuerà ad esistere senza il mio corpo, senza più i condizionamenti del corpo.San Tommaso dice che se noi continuiamo a vivere è perché Dio con amore vuole che noi viviamo. Noi siamo il frutto continuo dell’amore di Dio. Durante la vita non è possibile comprendere neanche se fossimo grandi mistici. In quel momento capiremo anche la bruttezza del peccato.Durante la vita non siamo mai completamente liberi. In quel momento lo saremo. In quel momento decideremo da che parte stare. Ma la libertà non è un atto solo, è l’insieme di tanti piccoli atti. Se durante tutta la vita ho rifiutato Cristo lo rifiuterò anche in quel momento.Ma se abbiamo amato Cristo... dI che cosa abbiamo paura??? E il peccato? Ma se uno ama Cristo potrà commettere delle mancanze, ma se il suo cuore è con Cristo, non può amare il peccato! O ama Cristo o ama il peccato! Il giudizio è quello! Se stiamo scegliendo Cristo siamo a posto! Dobbiamo gioire per essere dei salvati! E allora.preghiamo per poter sempre dire, insieme a Pietro una sola cosa: “Signore tu sai tutto. tu sai che ti voglio bene!”

Cristina

Riflettiamo...

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Z. FORMELLA – A. RICCI

EDUCARE INSIEMESottolineando l’attualità del sistema educativo sale-siano,

“in ogni giovane c’è un punto accessibile al bene. Dovere primo dell’educatore è di cercare questo punto,questa corda sensibile del cuore” e ancora “l’e-ducatore si consacra ai suoi educandi, fa dono totale di sé, facendo leva su ragione, religione e amorevo-lezza…studia di farti amare prima di farti temere”… Don Bosco

questo libro prende in esame gli aspetti educativi centrali nella relazione genitori-figli, lo sviluppo di figli sereni e la delicata situazione educativa dei ge-nitori con figli disabili.Molte pagine sono interessanti perché mostrano esempi concreti e indicazioni di comportamento.

Nell’introduzione è riportato un piccolo brano della “Lettera alla diocesi di ROMA sul compito urgen-te dell’educazione” di BENEDETTO XVI (2008): “punto forse più delicato dell’opera educativa: tro-vare un giusto equilibrio tra la libertà e la disciplina. Senza regole di comportamento e di vita, fatte valere giorno per giorno anche nelle piccole cose, non si forma il carattere e non si viene preparati ad affronta-re le prove che non mancheranno in futuro. Il rappor-to educativo è però anzitutto l’incontro di due liber-tà e l’educazione ben riuscita è formazione al retto uso della libertà. Man mano che il bambino cresce, diventa un adolescente e poi un giovane, dobbiamo dunque accettare il rischio della libertà, rimanendo sempre attenti ad aiutarlo a correggere idee e scelte sbagliate. Quello che invece non dobbiamo mai fare è assecondarlo negli errori, fingere di non vederli, o peggio condividerli, come se fossero le nuove fron-tiere del progresso umano.”

“Anche nel nostro tempo educare al bene è possibi-le, è una passione che dobbiamo portare nel cuore, è un’impresa comune alla quale ciascuno è chiamato a recare il proprio contributo.”

Leggendo il libro mi sono ritrovata in tante cose, mi sono fatta tante domande, mi sono venuti tanti dub-bi… e mi ha anche aiutato a riflettere sull’atteggia-mento più giusto come catechista verso i bambini.

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Eugenia

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sono mancati, il prezioso Faglioni è fuori uso ma la squadra non ha dimostrato neanche quel minimo di orgoglio che serviva per uscire dal campo a testa alta e per fare finire un ciclo almeno in maniera dignito-sa. Siamo arrivati al capolinea e a poco serviranno le partite che restano per risollevare una stagione, se l’atteggiamento non cambia. I conti comunque van-no sempre fatti alla fine e da chi di dovere. E non vorremo essere nei suoi panni.Buona Pasqua a tutti!!!

Avevo lasciato i miei affezionati lettori all’inizio di un secondo tempo che ci si aspettava promettente ed entusiasmante, quanto meno di riscatto. Scusate per le illusioni, il film è quasi finito, ma le aspettative sono andate deluse. Si è sostituito in corso d’opera il regista, da Mr Sessa siamo passati a Mr Malavasi, ma il risultato non è cambiato: nelle 4 giornate gio-cate del girone di ritorno il Gs. Artiglio calcio a 5 ha incassato 4 sonanti sconfitte, che non lasciano spazio alle recriminazioni. E che portano la nostra squadra ad occupare un deludente ultimo posto a soli 6 pun-ti (raccolti nel girone di andata). Gli infortuni non

Il Caterin Sportivo

-Gruppo Sportivo Artiglio-

Erika

Ricordare la predica(Bruno Ferrero, 40 storie nel deserto)Una domenica, verso mezzogiorno, una giovane donna stava lavando l'insalata in cucina, quando le si avvicinò il marito che, per prenderla in giro, le chiese:«Mi sapresti dire che cosa ha detto il par-roco nella predica di questa mattina?».«Non lo ricordo più», confessò la donna.

«Perché allora vai in chiesa a sentir prediche, se non le ricordi?».«Vedi, caro: l'acqua lava la mia insalata e tuttavia non resta nel paniere; eppure la mia insalata è completamente lavata».

Non è soltanto importante “ricor-dare”. È importante lasciarsi «lavare» dalla Parola di Dio.

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Ritagli di Santità a cura di Cristina Corradini

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Quanto è [..] ampio il campo d’azione della preghiera cristiana!La preghiera cristiana non chiamerà magari l’angelo della rugiada in mezzo al fuoco, non chiuderà le fauci ai leoni,non porterà il pranzo del contadino all’affamato,non darà il dono di immunizzarsi dal dolore, ma certo dà la virtù della sopportazione ferma e paziente a chi soffre, potenzia le capacità dell’anima con la fede nella ricompensa, mostra il valore grande del dolore accettato nel nome di Dio.

Pregano anche gli angeli, prega ogni creatura.Gli animali domestici e feroci pregano e piegano le ginocchia e, uscendo dalle stalle o dalle tane, guardano il cielo non a fauci chiuse, ma facendo vibrare l’aria di grida, nel modo che a loro è proprio. Anche gli uccelli quando si destano, si levano verso il cielo, e al posto delle mani aprono le ali in forma di croce e cinguettano qualcosa che può sembrare una preghiera. Ma c’è un fatto che dimostra più di ogni altro il dovere della preghiera.Ecco, questo: che il Signore stesso ha pregato.

Tertulliano

Il segreto del matrimonioIn tutti i matrimoni che hanno più di una settimana ci sono motivi di divorzio.Il segreto sta nel trovare, e nel continuare a trovare, motivi di matrimonio.

(Robert Anderson)

Ritagli di Santità a cura di Cristina Corradini

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Se anche tu vuoi dare un contributo personale al Caterino, contattaci all’indirizzo: [email protected]

la Ricetta del Mese-di Cristina e Valentina-

Torta Pan di Stelle

ingredienti per uno stampo da 22cm:• 500 gr di biscotti pan di stelle• 400 gr di nutella• 500 ml di panna • 50 gr di zucchero a velo• 150 ml di latte• cacao amaro q.b.

Sei interessato a ViolaVaniglia e vuoi sapere qualcosa in più?

Visita il sito: http://violavaniglia.blogspot.it/ oppure manda una mail a: [email protected]

Procedimento:Montate la panna con lo zucchero a velo fino a che sia bella gonfia e soda.Inzuppate velocemente i pan di stelle nel latte e con essi foderate la base di uno stampo a cerniera, cer-cate di fate uno strato ben uniforme e, se occorre, spezzate i biscotti per riempire tutti gli spazi vuoti. Sciogliete la nutella a bagnomaria e versatela a filo sopra i biscotti; spalmate la nutella così da ottenere uno strato sottile. Versate sulla nutella la panna, spal-matela fino ad ottenere uno strato uniforme.Coprite con uno strato di biscotti, sempre inzuppati nel latte, poi mettete la nutella e la panna; continuate così fino ad esaurimento degli ingredienti.Terminate la torta con uno strato di panna che dovre-te spolverizzare con il cacao.Fate riposare la torta in frigo per 2 ore.Per un tocco in più potete ricoprire la circonferenza della torta con i pan di stele e aggiungere sulla super-ficie delle piccole stelle di pasta di zucchero bianca.

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