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ullo scorso numero di Cda (settembre 2003, pagg. 46-51), sono stati esaminati i requisiti specifici degli impianti di climatizzazione per le degenze ospedaliere (massima garanzia di igiene ambien- tale, elevata affidabilità di gestione) ed è stata illustrata la prima delle quattro tipologie impiantistiche (impianti a portata variabile più radiatori) suggerite per questo tipo di utenza. Tipologie che risultano così articolate: 1 - impianti a portata variabile più radiatori; 2 - impianti a pannelli radianti a soffitto più aria primaria; 3 - impianti ad aria primaria e induzione con specifici in- duttori che non prevedono il passaggio dell’aria di ricircolo sulla batteria; 4 - impianti a “travi fredde” attive a induzione. In questo articolo si descrivono le restanti tipologie im- piantistiche e vengono riportati i risultati del dimensionamento applicati a uno specifico caso di studio. Impianto a pannelli radianti a soffitto più aria primaria Classificazione - impianto misto aria/acqua S Tipologie impiantistiche Fra i numerosi sistemi impiantistici esistenti, quelli suggeriti per i reparti di degenza ospedaliera si riducono essenzialmente a quattro tipologie. La prima è stata analizzata in un articolo pubblicato sullo scorso numero della rivista, mentre ora vengono esaminate le rimanenti tre. La climatizzazione delle degenze ospedaliere cda Impianti Matteo Bo 40 n.9 ottobre 2003 www.reedbusiness.it Descrizione Sistema di riscaldamento e raffrescamento a soffitto [1-3], costituito da un controsoffitto “radiante” (più precisa- mente in cui la componente di scambio prevalente è quel- la radiante) composto da elementi modulari aventi di- mensioni in larghezza o lunghezza variabili da modello a modello, ma comunque di norma sempre multipli di 300 o 600 mm. I pannelli sono di due tipi, attivi e passivi. I primi hanno fun- zioni di scambio termico, mentre i secondi sono esclusi- vamente estetici. I pannelli, la cui tecnologia costruttiva è tutt’ora in pie- na evoluzione, possono essere realizzati, a seconda dei co- struttori, in lamiera di acciaio zincata o in lega di allumi- nio e possono presentare superficie liscia o microforata. So- no inoltre stampati e sagomati per essere appoggiati su tra- verse e controtelai portanti da pendinare a soffitto, oppure per essere agganciati a un’intelaiatura sovrastante an- ch’essa pendinata a soffitto. I pannelli attivi sono caratterizzati da tubazioni a sezione circolare o rettangolare percorse dal fluido termovettore che in vario modo, a seconda dei costruttori, vengono in- timamente accoppiate al pannello.

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ullo scorso numero di Cda (settembre 2003,pagg. 46-51), sono stati esaminati i requisitispecifici degli impianti di climatizzazione per le

degenze ospedaliere (massima garanzia di igiene ambien-tale, elevata affidabilità di gestione) ed è stata illustratala prima delle quattro tipologie impiantistiche (impianti aportata variabile più radiatori) suggerite per questo tipodi utenza. Tipologie che risultano così articolate:1 - impianti a portata variabile più radiatori;2 - impianti a pannelli radianti a soffitto più aria primaria;3 - impianti ad aria primaria e induzione con specifici in-duttori che non prevedono il passaggio dell’aria di ricircolosulla batteria;4 - impianti a “travi fredde” attive a induzione.

In questo articolo si descrivono le restanti tipologie im-piantistiche e vengono riportati i risultati del dimensionamentoapplicati a uno specifico caso di studio.

Impianto a pannelli radianti a soffittopiù aria primariaClassificazione- impianto misto aria/acqua

S

Tipologie impiantisticheFra i numerosi sistemi impiantistici esistenti, quelli suggeriti per i reparti di degenza ospedaliera si riducono essenzialmente a quattro tipologie. La prima è stata analizzata in un articolo pubblicatosullo scorso numero della rivista, mentre ora vengono esaminate le rimanenti tre.

La climatizzazione

delle degenze

ospedaliere

cda

Impianti

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n.9 ottobre 2003 www.reedbusiness.it

DescrizioneSistema di riscaldamento e raffrescamento a soffitto [1-3],costituito da un controsoffitto “radiante” (più precisa-mente in cui la componente di scambio prevalente è quel-la radiante) composto da elementi modulari aventi di-mensioni in larghezza o lunghezza variabili da modello amodello, ma comunque di norma sempre multipli di 300 o600 mm.I pannelli sono di due tipi, attivi e passivi. I primi hanno fun-zioni di scambio termico, mentre i secondi sono esclusi-vamente estetici.I pannelli, la cui tecnologia costruttiva è tutt’ora in pie-na evoluzione, possono essere realizzati, a seconda dei co-struttori, in lamiera di acciaio zincata o in lega di allumi-nio e possono presentare superficie liscia o microforata. So-no inoltre stampati e sagomati per essere appoggiati su tra-verse e controtelai portanti da pendinare a soffitto, oppureper essere agganciati a un’intelaiatura sovrastante an-ch’essa pendinata a soffitto.I pannelli attivi sono caratterizzati da tubazioni a sezionecircolare o rettangolare percorse dal fluido termovettoreche in vario modo, a seconda dei costruttori, vengono in-timamente accoppiate al pannello.

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A titolo indicativo e non esaustivo si riportano qui di seguitoalcune tipologie reperibili nel mercato italiano:- conduttori/diffusori di calore in alluminio passivato in-collati ai pannelli del controsoffitto (fig. 1);- tubi in acciaio, diametro 1/2”, a cui sono accoppiati me-diante clips i pannelli del controsoffitto (fig. 2);- tubo in rame a sezione rettangolare 12x8 mm rigidamenteaccoppiato ai pannelli del controsoffitto (fig. 3);- profilati conduttori di calore con, inserito a pressione, untubo a sezione semi-ovale in rame che aderisce al pannellodel controsoffitto tramite nastro biadesivo o banda magnetica(fig. 4).Sulla faccia superiore dei pannelli attivi è applicato uno stra-to di isolamento termico per far sì che l’effetto radiantesia diretto verso l’ambiente e non disperso nel controsof-fitto.

FunzionamentoI pannelli radianti coprono:- in inverno: carichi termici per dispersione;- in estate: parte del carico termico sensibile.L’aria primaria, oltre a garantire la qualità dell’aria am-biente, copre il carico termico di ventilazione e control-la l’umidità relativa. In estate, inoltre, in corrispondenzadel massimo carico termico sensibile, concorre a coprireparte del medesimo.È fortemente sconsigliabile che la distribuzione dell’ariaprimaria venga effettuata immettendo l’aria stessa attraversofessure fra i pannelli e utilizzando il controsoffitto comeplenum. Al contrario, sarà da preferire, specie nel caso ospedalie-ro, una distribuzione con diffusori a soffitto ad alta indu-zione (per esempio diffusori a effetto elicoidale), che, ol-tre tutto, incrementando la quota di scambio termicoconvettivo dei pannelli radianti, concorrono a migliorarele prestazioni dei pannelli medesimi.Il funzionamento è a inversione stagionale centralizzata.L’impianto viene dimensionato nelle condizioni di proget-to estive, per le quali di norma vengono utilizzati i seguentiparametri:- temperatura di mandata acqua refrigerata: ≥ 16°C (la tem-peratura superficiale del pannello non deve comunquescendere sotto la temperatura di rugiada ambiente);- salto termico acqua refrigerata: 2÷3°C;- differenza di temperatura fra la temperatura media ac-qua e la temperatura ambiente: 8°C.Nelle suddette condizioni le rese frigorifere, valutate se-condo il metodo di prova DIN 4715, variano da costrutto-re a costruttore e da modello a modello con valori massi-mi pari a circa 70÷80 W/m2.Le rese in fase di riscaldamento sono più elevate, per cuinel dimensionare l’impianto in regime invernale, dal mo-mento che le superfici radianti e la portata dell’acqua so-no già state fissate dalle condizioni estive, si dovrà sem-plicemente individuare il corretto valore della temperaturadel fluido termovettore in grado di soddisfare il carico dei Figura 1/4 – Esempi di pannelli radianti a soffitto

Tubazioni in polietilenereticolato 16x1,5 mm

Conduttori/diffusoridi calore

Barra filettata

Cornice lateraleBloccaggio pannello

Tubo Ø1/2°Pannello isolantecon riv.in alluminio

Fessura perdistribuzione aria primariaDistanziatoreClips aggancio

pannello-tubo

Pannello foratoin alluminio

Pannello in lamiera microforata

Profilato conduttore con nastro biadesivoTubo di rame inserito a pressioneProfilato conduttore

Nastro biadesivo

Profilato conduttore con banda magnetica

Banda magnetica

n x t8

Profilato conduttore

Tubo di rameinserito a pressione

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Carico termico sensibile pannelli = 1.050 W

Carico termico sensibile aria primaria = 450 W

Portata A.R. = 300 l/h- inverno: Temperatura mandata

A.C. in/out = 39,5/34,5°CTemperatura superficiale

del pannello ≅ 32°CResa specifica = 110 WCarico termico = 1.700 WPortata A.C. = 300 l/h

Impianto ad aria primaria e induzioneClassificazione- impianto misto aria/acqua

DescrizioneQuesta tipologia impiantistica [6-7], particolarmente uti-lizzata in Francia, è caratterizzata dall’impiego di specialiinduttori a forma cilindrica per installazione nel controsoffittoa 2 o a 4 tubi nei quali, come illustrato in figura 6, l’ariaprimaria entra a una pressione di circa 350 Pa e attraver-sa una batteria calda o fredda di forma cilindrica costituitada un doppio foglio di rame avvolto a spirale e munito dialette longitudinali, il tutto rivestito di resina epossidica. L’aria raffreddata o riscaldata dalla batteria esce in filettiparalleli verso un cono di immissione dove la velocità au-menta fino a 15÷20 m/s e diventa tale da esercitare pereffetto Venturi una notevole induzione sull’aria ambiente,

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locali più sfavoriti, quelli che cioè presentano il maggio-re carico termico specifico (W/m2).Si dovrà comunque controllare che la temperatura super-ficiale dei pannelli non superi determinati valori in mododa limitare l’asimmetria verticale della temperatura radiantea non più di 4°C [4-5], per avere una percentuale di in-soddisfatto minore del 5%.La regolazione sia in estate sia in inverno avviene con l’im-piego di valvole a 3 vie (imp. a portata costante) o a 2 vie(imp. a portata variabile) comandate da sonda ambientee regolatore.Per quanto riguarda il pericolo del sottoraffreddamento not-turno e/o diurno in corrispondenza di giornate con ridot-to carico termico di raffreddamento, valgono le conside-razioni già esposte per gli impianti a portata variabile piùradiatori.L’aspetto più critico dell’impiego di soffitti radianti fred-di è legato al rischio della condensazione superficiale, ri-schio che dipende da diversi fattori quali la temperaturadell’acqua refrigerata nei pannelli, le condizioni termoi-grometriche dell’aria primaria immessa, il carico latentein ambiente.Per evitare formazioni di condensa, è necessario che la tem-peratura superficiale del soffitto sia sempre superiore a quel-la di rugiada dell’ambiente. A tale scopo l’Ashrae raccomandache la temperatura dell’acqua entrante nei pannelli sia su-periore di almeno 1,5°C a quella di rugiada, in modo da por-si al riparo dagli effetti di eventuali pendolazioni causatedai dispositivi di regolazione. In genere, per il dimensionamentosi adotta una temperatura dell’acqua refrigerata non inferiorea 16°C (alcuni costruttori utilizzano valori anche inferiori,per es. 15°C, in considerazione del fatto che la tempera-tura che prendono in esame è quella superficiale del pan-nello e non quella dell’A.R.) e si prescrivono in ambienteumidità relative più basse del normale (50%).Oltre alle considerazioni suddette è, comunque, sempre con-sigliabile adottare i seguenti accorgimenti di sicurezza:- installazione di una sonda anticondensa sulla tubazionedi mandata che provvede a chiudere la mandata dell’ac-qua refrigerata ai pannelli se la temperatura di quest’ul-tima scende sotto il valore di sicurezza;- installazione di micro-switch sui serramenti che provve-dono a mandare anch’essi in chiusura la valvola di regolazionedell’acqua refrigerata, se vengono aperte le finestre.

Dimensionamento del caso di studioIl dimensionamento del caso di studio (fig. 5a-5b) ha por-tato ai seguenti risultati:Aria primariaPortata = 130 m3/hTemperatura e U.R. - inverno: 20°C e 40%U.R.

- estate: 16°C e 80%U.R.Pannelli radianti- estate: Temperatura A.R. in/out = 16/19°C

Resa specifica = 70 W/m2

Superficie utile pannelli = 15 m2

Figura 5a – Impianto pannelli radianti a soffitto più

aria primaria

A.C./A.R.-Ø1/2”

H–2.40

Bocchetta100x200

RIPRESA

MANDATA

Ø125

130

100

ARIA ACQUA

100

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bocchetta di ripresa. L’aria indotta crea all’interno di uncondotto, detto di automiscelazione, una miscela omogeneache viene poi diffusa in ambiente attraverso una boc-chetta a parete o un diffusore a soffitto.Grazie all’elevato coefficiente di induzione, la portata d’a-ria immessa in ambiente è pari a 2÷2,5 volte quella primariache alimenta il terminale e permette quindi un’adeguataventilazione in tutte le parti dell’ambiente.Contrariamente ai tradizionali induttori, l’aria indottaproveniente dall’ambiente viene aspirata in un punto po-sto a valle della batteria, che risulta così sempre attraversatasolo dall’aria primaria pulita. Questo specifico accorgimento rende il sistema idoneoper le applicazioni in ambienti ospedalieri. Il terminale hale dimensioni di un tubo di diametro uguale a quello delcanale di mandata dell’aria primaria e quindi può esserefacilmente alloggiato nel controsoffitto. L’involucro cilindrico che racchiude la batteria di scambiotermico ha anche funzione di raccogli-condensa, conden-sa che viene evacuata in continuo attraverso un orifizio discarico del diametro di 6 mm sottoposto a una pressionecontinua di 200 Pa. La regolazione della temperatura ambiente avviene variandola portata del fluido termovettore alla batteria per mez-zo di una valvola a 3 vie (imp. a portata costante) o a 2 vie(imp. a portata variabile) comandate da sonda ambientee regolatore. Un esempio di installazione in una camera di degenza è il-lustrato in figura 7.

FunzionamentoIn estate l’aria primaria èpreraffreddata a 18°C incentrale per alimentare iterminali a induzione a cir-ca 20°C (il riscaldamentodi 2°C è in prima approssi-mazione quello dovuto aiventilatori e alla rete di tra-sporto).L’aria primaria viene poi ul-teriormente raffreddata dal-la batteria fredda dell’in-duttore a circa 9÷10°C me-diante l’acqua refrigerataa 6°C, proveniente dallacentrale frigorifera; suc-cessivamente nel condottodi automiscelazione l’ariasi porta a una temperaturadi circa 18÷20°C, tempera-tura alla quale viene poi im-messa in ambiente. Dal mo-mento che l’impianto vienedimensionato in regime esti-vo, esso risulta sempre esu-

Figura 5b – Impianto pannelli radianti a soffitto più

aria primaria

Figura 6 – Schema di funzionamento impianto ad aria primaria e induzione; (A)

con aspirazione dal controsoffitto; (B) con aspirazione mediante T di

raccordo

10°C

Aria primaria(tr)

20°C

(A)

Estrazione

Induzione aaspirazione

(tr)26°C

Grigliaperforata

Condotto diautomiscelazione

Immissione(tr)

18°C

10°C

Estrazione

Aria primaria(tr)

20°C

(B)Induzione aaspirazione

(tr) 26°C

Raccordoa T

Condotto diautomiscelazione

Immissione(Tr)

18°C

L

L

ARIA ACQUA

RIPRESA

MANDATA

A.C./A.R.-Ø1/2”

H–2.40

Bocchetta100x200

130

100

Ø125

aria che viene aspirata attraverso una griglia perforata di-rettamente dal controsoffitto o, preferibilmente, nel ca-so ospedaliero, mediante un raccordo a T collegato con una

100

Ø125

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berante in regime invernale, per cui durante tale stagio-ne la portata d’aria primaria può scendere e ridursi me-diamente a circa 60÷70% del valore estivo (mai comunquemeno del 50%), vale a dire a valori prossimi alle portate mi-nime di ventilazione (2 Vol/h).Pertanto nel dimensionare l’impianto in regime invernalesi procederà secondo i seguenti criteri:a) si riduce quanto più possibile la portata dell’aria primariaa valori comunque non inferiori a 2 Vol/h e/o 50% della por-tata di progetto estiva;b) si individua il massimo valore di temperatura dell’acquacalda che è in grado di soddisfare il carico dei locali più sfa-voriti.

Dimensionamento del caso di studioIl dimensionamento del caso di studio è illustrato in figu-ra 8 e presenta i seguenti risultati:EstateAria primariaPortata = 280 m3/h (4 Vol/h)Temperatura in ingresso al terminale = 20°CTemperatura in uscita dal terminale = 10°CAcqua refrigerataPortata = 265 l/hTemperatura in/out = 7/12°CInvernoAria primariaPortata = 140 m3/h

(2 Vol/h)Temperatura in ingresso al terminale = 20°CTemperatura in uscita dal terminale = 56°CAcqua caldaPortata = 265 l/hTemperatura in/out = 60/55°C

Impianto a “travi fredde” attive a induzioneClassificazione- impianto misto aria/acqua

DescrizioneVengono comunemente chiamati con il nome di “travifredde” (Chilled beam) attive a induzione quei particola-ri induttori di forma parallelepipeda allungata (da qui il ri-chiamo al concetto di trave) che sono appesi a soffitto siain vista sia a filo del controsoffitto e che sfruttano l’effettoinduttivo generato dall’aria primaria, che di norma è tut-ta aria esterna.La suddetta tecnologia impiantistica costituisce certa-mente una delle più interessanti novità merceologichedegli ultimi anni e si sta diffondendo anche in Italia, purnon avendo, per la verità, ancora trovato un consolidatomercato.Le caratteristiche e i vantaggi che il sistema presenta so-no, infatti, di tutto rispetto e tali da meritare la massimaattenzione e considerazione anche per l’impiego in cam-po ospedaliero (utilizzo che in altri paesi, specie nordeuropei, è già sufficientemente affermato).Vi sono diversi modelli di “travi fredde” a induzione, tut-ti però caratterizzati da un distributore d’aria lineare conugelli di varia forma (a seconda del costruttore), che in-ducono l’aria ambiente su una batteria di scambio termi-co (anche in questo caso di caratteristiche diverse al va-riare dei modelli).

Figura 7 – Esempio di installazione di impianto ad

aria primaria e induzione per una camera di degenza

con bocchette a parete

Figura 8 – Impianto con terminale ad aria primaria

e induzione

Estrazionestanza da bagno

SPILOTAIRBocchetta dimandata

Bocchetta diinduzione

IND

UT

TO

RE

IND

UT

TO

RE

RIPRESA

MANDATA ARIA PRIMARIA

BOCCHETTA300x300

Aria viziata

Aria primaria

Estrazionecorridoio

Porta stanzada bagno

Porta d’ingresso

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A titolo indicativo, e non certamente esaustivo, si ripor-tano alcuni esempi costruttivi di travi fredde attive.a) Nei casi di figura 9 (trave per installazione in vista) e difigura 10 (trave per installazione integrata nel controsof-fitto) l’aria indotta dall’ambiente entra nella trave, attraversala batteria di scambio termico del tipo ad alette e vienereimmessa in ambiente attraverso diffusori lineari.È possibile modulare la portata d’aria primaria così comela sua diffusione in ambiente che può avvenire da due la-ti o da un lato solo.Il pannello inferiore può essere facilmente smontato perconsentire la pulizia della batteria alettata mediante unsemplice aspirapolvere.b) Nel caso di figura 11 la trave è, invece, realizzata in al-luminio estruso con lo scambiatore di calore costituito dauna particolare alettatura a “pettine” rivolta verso il bas-so e installata a vista.La trave suddetta è percorsa nella parte superiore da uncircuito di tubi di rame disposti a serpentina nei quali cir-cola il fluido termovettore. Nella parte superiore, al cen-tro, è situato un plenum per l’alimentazione dell’aria pri-maria, con una piastra equalizzatrice di pressione, al di sot-to di essa si trova l’elemento diffusore dotato di moltepliciugelli induttori situati tra i profili alettati della trave.

Figura 9 – “Trave fredda” per installazione in vista

con scambiatore di calore costituito da batteria

alettata rame/alluminio

Figura 10 – Esempio di “trave fredda” per

installazione a filo soffitto con scambiatore di

calore costituito da batteria alettata rame/

alluminio

Figura 11 – Esempio di “trave fredda” per

installazione a filo soffitto con scambiatore di

calore costituito da una alettatura a pettine

rivolta verso la zona occupata

Figura 12 – Esempio di come effettuare le

operazioni di pulizia periodica di “travi fredde”

In relazione a quanto in precedenza affermato parlando deirequisiti specifici degli impianti di climatizzazione ospe-dalieri, l’impiego delle “travi fredde” a induzione deve es-sere preventivamente verificato in merito ai problemi dipulizia che le stesse possono eventualmente comportare.Occorre pertanto chiarire con il costruttore quali sono lemodalità di esecuzione della pulizia periodica, che devo-no risultare estremamente facili, e gli intervalli di tempoconsigliati fra una pulizia e l’altra, che devono esseresufficientemente lunghi.In figura 12 sono illustrate, a titolo di esempio, le opera-zioni da compiere per la pulizia delle “travi fredde” di fi-

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Condizioni di progetto consigliate per le camere di degenza dalle principali normative nazionali e internazionaliTemperatura invernale

UNI 10339 20°C con possibilità di adottare valori più alti previa giustificazioneASHRAE 24°CDIN 1946 24°C

Temperatura estivaUNI 10339 26°C con possibilità di adottare valori più bassi previa giustificazioneASHRAE 24°CDIN 1946 24°C

Umidità relativa invernaleUNI 10339 35÷45%ASHRAE 30%DIN 1946 35%

Umidità relativa estivaUNI 10339 50÷60%ASHRAE 50%DIN 1946 55%

Qualità dell’aria - ricircolo dell’arianormativa italiana = sia la UNI 10339 che la vecchia circolare Min. LL.PP 13011 del nov. 1974 non trattano l’argomento o

comunque non ne fanno esplicito divietoASHRAE = prevede la possibilità del ricircolo dell’aria a condizione che la stessa venga filtrata attraverso filtri HEPADIN 1946 = di fatto nel caso delle degenze non ammette il ricircolo dell’aria in quanto lo accetta solo all’interno della

stessa cameraportata aria esterna camera di degenzaUNI 10339/95 = minimo 11 l/s per personaASHRAE = 2 Vol/hDIN 1946 = 10 m3/(m2/ h) = 3,3 Vol/h con locali alti 3 mestrazione aria dai servizi igieniciUNI 10339/95 = minimo 8 Vol/hASHRAE = 10 Vol/hDIN 1946 = 60 m3/hfiltrazione dell’ariaUNI 10339/95 = prefiltro G3 + filtro F8 avendo cura di posizionare i filtri sul circuito aeraulico in modo tale da non

compromettere la qualità dell’aria raggiunta con eventuali sorgenti di polvere a valle dei filtri stessiASHRAE = prefiltro G3 + filtro F8 avendo cura di posizionare il filtro a valle del ventilatore e dell’umidificatoreDIN 1946 = prefiltro G4 o migliore e filtro F7 o migliore avendo cura di posizionare il filtro a valle di tutti i trattamenti

prima del canale di mandatapresa d’aria esternaUNI 10339 = la presa di aria esterna non deve essere posta

- in prossimità di una strada di grande traffico- in prossimità di una ribalta di carico/scarico automezzi- in zona prossima a scarichi di fumi o prodotti della combustione- in punti vicini ed espulsioni industriali, di servizi igienici o comunque di aria viziata o contaminata; in talcaso la velocità in uscita del flusso d’aria deve essere scelta in modo da allontanare il più possibile il flussod’aria dal fabbricato e consentire un’efficace diluizione con aria esterna- in vicinanza di torri di raffreddamento o torri evaporative a una altezza minore di 4 m dal piano stradalepiù elevato di accesso all’edificio

ASHRAE = le prese d’aria esterna devono distare almeno 9 m da camini, guglie di espulsione aria (per evitare ilpericolo di ricircolo con l’aria espulsa), torri evaporative, ventilazioni di scarichi igienici e devono essereprelevate a una altezza minima dal suolo di 1,8 m

DIN 1946 = le prese d’aria esterna devono essere poste a un’altezza di almeno 3 m dal suolovelocità dell’ariaUNI 10339/95 = riscaldamento Vmax = 0,10 m/sraffrescamento Vmax = 0,15 m/slivelli sonori massimiUNI 8199/95 = 30 dB(A)DIN 1946 = diurno 35 dB(A)

notturno 30 dB(A)I suddetti livelli sonori non rispettano il tanto discusso DPCM 5 dicembre 1997 il quale prescrive che il livello sonoro prodotto dagliimpianti tecnologici non superi il valore di 25 dB(A)

gura 9 e 10, operazioni che di norma vengono effettuatecon cadenza più che annuale.

FunzionamentoNella maggior parte dei casi la portata d’aria primaria ne-cessaria per il corretto funzionamento delle “travi fredde”a induzione è limitabile ai valori minimi di ventilazione (2

Vol/h nel caso specifico delle degenze ospedaliere).L’aria primaria può essere immessa anche a 12÷14°C sia inestate sia in inverno, il che significa che non è necessarioavere una fornitura di aria primaria separata per le zoneinterne e per quelle perimetrali.La temperatura dell’acqua refrigerata è di norma pari a 15÷16°Conde evitare la formazione di condensa superficiale.

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2 x 68 m/h = 137 m3/h (2,0 Vol/h)Temperatura aria primaria = 18°CEstatePotenza termica batteria = 1.200 WTemperatura AR in/out = 16/17,5°CPortata AR 2 x 356 = 712 l/hInvernoPotenza batteria = 1.900 WTemperatura AC in/out = 45/42,7°CPortata AR 2 x 356 = 712 l/h

Considerazioni conclusiveProgettare impianti di climatizzazione in ambito ospeda-liero non significa solamente progettare buoni impianti, maanche e soprattutto progettare impianti specificamente con-cepiti per l’ambiente ospedaliero medesimo, con accor-gimenti, requisiti e soluzioni che rendono questa partico-lare tipologia d’utenza assolutamente unica nel suo genere.

Ing. Matteo BoProdim Srl, Torino

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[9] M. Magistretti, “Le travi fredde: le ragioni del succes-so”, Convegno Aicarr Bologna, Torino, Napoli - 2001

[10] G. Curculacos, O. Sturano, “Sistemi di climatizzazionea radiazione ed induzione”, Convegno Aicarr Padova,Bari, Catania - 2003

In raffreddamento la resa specifica raggiunge e supera i 500W/metro lineare di trave e la portata d’aria primaria i 50÷60m3/h per metro lineare.In riscaldamento la resa specifica è anche 2÷3 volte superiorea quella di raffreddamento in quanto aumenta di molto ladifferenza tra la temperatura media dell’acqua e la tem-peratura ambiente. Ciononostante, alcuni costruttori con-sigliano di integrare il sistema con altri corpi scaldanti (peresempio radiatori) quando le dispersioni della facciatadiventano considerevoli e specialmente quando sono mol-to estese le superfici vetrate. Inoltre, come hanno dimo-strato recenti test di prova [10] è estremamente importanteal fine di limitare la stratificazione dell’aria ambientealimentare le travi fredde in inverno a bassa temperatu-ra (temperatura acqua calda minore o uguale a 45°C).Trattandosi di un impianto misto aria/acqua la regolazio-ne della temperatura avviene variando la portata d’acquaalla “batteria” di scambio termico per mezzo di valvole a2 o 3 vie. Di norma, come nel caso dei pannelli radianti asoffitto, è consigliabile l’installazione di sistemi di sicurezzaanticondensa quali sensori del punto di rugiada e mi-crointerruttori sulle finestre.

Dimensionamento del caso di studioLa figura 13 illustra il progetto di installazione di “travi fred-de” applicato al nostro caso di studio. I dati di dimensionamento sono i seguenti:Numero travi = 2Lunghezza = 1.800 mPortata aria primaria complessiva

Figura 13 – Impianto a “travi fredde” attive e

induzione

L’articolo è tratto da una Memoria presentata dall’autore al Seminario Aicarr sulla Sanità “La qualità dell’ospedale:nuove tendenze nella progettazione degli impianti di climatizzazione per le degenze ordinarie e speciali”. Pavia, 16 aprile 2002, Napoli, 14 novembre 2002

RIPRESA

MANDATA

A.C./A.R.-Ø1/2”

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