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CENTRALI NUCLEARI, QUALE FUTURO?
LE ALTERNATIVE POSSIBILI
Seravezza, 10 dicembre 2009
energia chimica
energia nucleare
energia associata con le trasformazioni chimiche
1 eV
energia associata con le trasformazioni nucleari
200 MeV
Le trasformazioni nucleari possono essere spontanee (radioattività) o indotte
(fissione, fusione)
RADIOATTIVITÀ α
Nella radioattività α vengono emesse particelle pesanti (nuclei di elio)
RADIOATTIVITÀ β
Nella radioattività β vengono emesse particelle leggere (elettroni)
RADIOATTIVITÀ γ
Nella radioattività γ viene emessa radiazione elettromagnetica ad alta energia
FISSIONE NUCLEARE
REAZIONE A CATENA
BOMBA
REATTORE
I vantaggi dell’energia nucleare:
• Nelle reazioni nucleari si produce una quantità enorme di energia
• Non vengono rilasciate emissioni inquinanti in atmosfera
• Vi è abbondanza di combustibile nucleare
Inoltre i favorevoli sostengono che:
• Un incidente in un paese confinante (Francia, Slovenia…) provocherebbe ricadute radioattive anche in Italia, così adesso abbiamo i rischi ma non i vantaggi
• Le centrali che vengono costruite adesso sono molto più sicure rispetto a quelle di prima e seconda generazione
Gli svantaggi dell’energia nucleare:
• Un eventuale incidente può avere esiti catastrofici (Chernobyl…)
• Vi può essere il rischio di inquinamento radioattivo nei territori limitrofi alle centrali
• Il materiale fissile ha possibili usi militari di potenza devastante
• Non si sa dove buttare le scorie, altamente tossiche e radioattive
Tre spunti di riflessione
• Il problema energetico non si risolve moltiplicando le fonti ma razionalizzando i consumi e trovando un equilibrio globale
• La democratizzazione dell’energia è un fattore di stabilità politica e crescita umana
• Le scorie prodotte oggi saranno attive per secoli, riusciranno le future generazioni a gestire il problema?
L’auspicio più importante:
In questo come in altri temi è fondamentale che i cittadini esercitino il
loro diritto-dovere alla critica, senza lasciare la soluzione dei problemi anche più complessi ai cosiddetti
“esperti” o, peggio ancora, ai sondaggi